l Vinovese di Dicembre 2016 2016
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l Vinovese di Dicembre 2016 2016
Anno XXV Numero 4 Dicembre 2016 RITIRIAMO IL VOSTRO ORO USATO IN CAMBIO MERCE Dott.ssa Vanessa Brunetto Biologa Nutrizionista NOTIZIARIO DELLA FAMIJA VINOVÈISA Periodico trimestrale d’informazione e di cultura Copia gratuita Autorizzazione del Tribunale di Torino n. 4463 del 1° Aprile 1992 L'EDITORIALE Il Vinovese allarga il proprio orizzonte Per soddisfare le molte richieste pervenute dai nostri Lettori, il giornale uscirà per la prima volta dall’ambito cittadino, dando spazio ad altre realtà locali. Cominceremo con Candiolo e la nostra corrispondente sarà la sig.ra Angela Lanzetti Faule, appassionata studiosa di storia piemontese, da tutti conosciuta come Angioletta, che entra a far parte della redazione. Auguro alla signora Lanzetti, anche a nome della Famija Vinovèisa, buon lavoro. Sono orgoglioso nell’annunciare che i nostri Lettori hanno voluto premiare ancora una volta la Famija Vinovèisa con il 5‰; la scelta da loro compiuta nella dichiarazione dei redditi ha fruttato alla nostra Associazione ben 1.700,00 euro, che serviranno per pagare i corsi biennali di aggiornamento sull’uso del defibrillatore da parte degli Operatori volontari. Amici Lettori continuate a sostenere la Famija Vinovèisa! In via del tutto eccezionale desidero esprimere tutta la mia gratitudine al prof. Lodovico Griffa, il redattore più anziano de “Il Vinovese”. I suoi scritti sono sempre originali, pieni di poesia, appaganti nella lettura e danno gran lustro al giornale. E’ consuetudine chiudere l’ultimo numero dell’anno con i tradizionali ringraziamenti ai Redattori del giornale, all’Editore, ai Soci sovventori, a tutti coloro che collaborano per la buona riuscita dell’impresa e infine agli amici Lettori e simpatizzanti: a tutti giungano i nostri migliori auguri di Buone Feste. Il Direttore Pì onestà Pì agi cor Meno fàussità P rispeìt Pì giustissia Meno miseria Menuora pa Pì amor Meno sagrin Men busìeo Meno silensi Me baldannsoa gene Pì rosità Nella speranza che i nostri desideri si avverino nell’anno a venire Meno guère Pì pas AUGURI! La nascita di una passione Attraverso l'arpa bella musica classica Vinovo, 29 ottobre 2016. La Prof.ssa Marciana Petrila presenta la manifestazione e la sua allieva Eleonora Savio. classica. La terza edizione del 2016 è dedicata interamente all’arpa e ha come obiettivi: 1. rendere omaggio all’arpa, far conoscere al pubblico la magia e la versatilità di questo bellissimo strumento e il suo sterminato universo sonoro; 2. promuovere i giovani talenti; 3. valorizzare i punti storici e culturali della nostra città; 4. educare i ragazzi dei corsi di musica, di strumento e di canto dall’Associazione Culturale MusichiAMO e non, ad un percorso didattico attraverso l’ascolto della Gli artisti Vanja Contu all'arpa e Paolo Bianchi alla chitarra classica, con la Prof.ssa Marciana Petrila alla fine del concerto in San Bartolomeo. musica classica dal vivo. La rassegna 2016 è stata organizzata in collaborazione con la Famija Vinovéisa e con il Parroco di Vinovo don Enrico Perucca. I concerti hanno riscontrato un grandissimo successo di pubblico e hanno avuto come cornice la preziosa Chiesa dei Batù (Santa Croce) per il concerto del 29 ottobre e la Chiesa Parrocchiale di San Bartolomeo per il concerto del 12 novembre, due gioielli simbolo di cultura e arte a Vinovo. Vi diamo appuntamento a settembre 2017 con la 4° rassegna concertistica “Glissando”. Eleonora Savio nel concerto d'arpa presso la Confraternita di Santa Croce. La Rassegna Concertistica “Glissando” è stata creata nel 2014 dall’arpista Marciana Petrila. Il progetto nasce dall’ idea di creare sul territorio una realtà musicale di grande impatto artistico e culturale e per ampliare le possibilità di svago per gli amanti della musica Paolo Bianchi e Vanja Contu durante il concerto. I CANTI DELLA NOVENA DI NATALE Pag. 5 Lo “zloty” bucato ritorna al “vecio” 4 L’addio a Gigi Benso 6 È tempo per iscriversi alle “Nozze d’oro” 7 Il ricordo di Renzo Viola 21 Spettacolo solidale 21 La lunga vita di Rosina Gonella 24 Il dinamico ottantenne Bruno Cavallaro27 Le doti carismatiche di San Diego 29 I nostri morti 32 2 IL VINOVESE LA TRAGEDIA DEL 13 DICEMBRE 1916 Pag. 7 venti concorso nove di cultura simo piemontese LA MISERICORDIA NELL’ANNO GIUBILARE Pag. 18 LE PREMIAZIONI DEL XXIX PREMIO DI POESIA Pag. 8 L’ALLUVIONE DEL 1951 NEL POLESINE Pag. 22 IL PRESEPE IMMAGINARIO DI GOZZANO Pag. 25 Di ritorno da Katsika Quella settimana trascorsa tra lezioni di vita e amore per gli altri Ormai è storia passata, nessuno ne ha un minimo ricordo, solo i non più giovani come il sottoscritto, che ha fatto ancora in tempo ad ascoltare i racconti dei vecchi reduci della campagna di Grecia del 194O, ricordano i luoghi dai nomi pieni di reminescenze classiche come IGOUMENITZA, KATSIKA, IOANNINA ecc. Oggi questi nomi, dopo 76 anni (il trascorrere del tempo è terribile) ritornano puntuali alla mia mente, non più come luoghi di quella sciagurata guerra dei nostri alpini, fanti e bersaglieri, ma per fortuna attraverso gli occhi della cara e simpatica Giulia Zerbin. Questo è il diario scritto da Giulia, che un paio di mesi fa ha partecipato con i genitori, alla missione di pace organizzata dalle suore Giuseppine di Vinovo ( le brave suore dell’ Asilo Rey) in aiuto ai rifugiati e profughi siriani in Grecia. Gervasio Cambiano I l 27 ottobre 2016 io e la mia famiglia, le suore ed altre persone siamo partiti da Vinovo alle 4 del mattino a bordo di pulmini e furgoncini con destinazione i campi profughi della Grecia. Siamo arrivati ad Ancona verso le ore 12 e ci siamo imbarcati sul traghetto che ha impiegato 16 ore per arrivare ad IGOUMENITZA, un porto dell’EPIRO. La prima destinazione è stata il magazzino vicino al campo profughi di KATSIKA e qui abbiano scaricato gli scatoloni. Abbiamo impiegato tutto il giorno ed alla fine siamo andati a visitare il campo li vicino. All’ ingresso c’era l’Esercito greco che controllava la sicurezza del campo, in un altro angolo c’era un hangar utilizzato come magazzino e dentro c’era il negozio di indumenti vari, la Biblioteca, l’area bambini e l’area breafing dove i volontari organizzavano le loro attività. Il campo è un ex aeroporto militare ed il terreno è ricoperto di pietre. Era principalmente composto da tende dove le persone ci vivevano e quando pioveva si allagavano. C’erano siriani scappati dalla guerra, alcuni anche a piedi, vivevano con poco cibo, senza riscaldamento e con pochi vestiti. Nel campo c’erano diverse aree come ad esempio: la scuola, l’area bellezza per le donne, l’area dell’allattamento dei Giulia Zerbin nel capannone deposito del campo di Katsika. C'erano siriani scappati dalla guerra, vivevano con poco cibo, senza riscaldamento e con pochi vestiti. neonati, l’area per pregare dove c’era una moschea fatta a tenda. Il secondo giorno ci siamo divisi in 2 gruppi; uno era andato ad aiutare nel campo, l’altro a riordinare il magazzino. Il terzo giorno il gruppo di cui facevo parte è andato a portare indumenti in un campo distante molti kilometri, un hotel abbandonato occupato da persone che arrivavano da PALMIRA e siamo andati in un altro campo a consegnare altri indumenti ed anche quello era in un hotel abbandonato e poi siamo ritornati a KATSIKA. Lunedì ultimo giorno, alcuni hanno finito di riordinare il magazzino, altri sono andati ad acquistare cibo. Nel pomeriggio siamo andati a visitare l’ultimo campo a IOANNINA. Ed anche questo era in una strut- tura abbandonata occupata dalla minoranza etnica degli IATZITI per metà bambini. La sera siamo ripartiti con destinazione porto di IGOUMENITZA e da qui con il traghetto marittimo siamo ritornati ad Ancona. Siamo arrivati a VINOVO alle ore 1 del mattino dopo un lungo viaggio in autostrada e tangenziale. Mi ha colpito aver incontrato persone che erano come noi ed erano ricchi come noi ma, a causa della terribile guerra nei loro paesi d’origine hanno perso tutto; ho visto persone bisognose di affetto ed erano contente di aver ricevuto vestiti per trovare la dignità. Mi hanno molto colpito i bambini che mi hanno accolto e mi hanno fatto giocare con loro, mi hanno baciata ed abbracciata e mi hanno reso felice. Giulia UN BARON ËD CANTON Ëd vòte a l’é franch assè ciupì j’euj che ‘nt un moment a së spataro ij feuj ch’a l’han cujì minca pass ëd la vita lassand pianà marcà come na scrita. Arcòrd mossant a torno dun-a an ment ch’a fan arvive ‘l cheur con fé content tant pì che boneur e maleur gropà a la bonora a peulo vnì arcordà. Come ‘n seugn mascheugn mia gioventù, svicia, a torna a tambusseme ‘nt ël cheur për viseme ‘d tut lòn ch’i l’hai godù. Tèra Monfrin-a, cun-a ‘d mi masnà, ch’i l’hai lassate con ponta ‘d maleur... i stanto ij tò canton ch’i l’hai chità. Carlin Pòrta Villar Perosa (TO) IL VINOVESE 3 Candiolo, 25 settembre 2016. La sfilata dei Gruppi ANA per le vie del paese imbandierato a festa. Per i loro ottant'anni di fondazione gli Alpini invadono Candiolo Il portafortuna dello "zloty bucato" ritorna nella tasca del "vecio" Presenti sul palco le nostre due Madrine P. Bevione Meina e M. Mina Audero e il Reduce di Russia (cl. 1916) Giovanni Alutto che ha recitato la Preghiera dell’Alpino. Per finire due momenti significativi. La consegna di una moneta uno “zloty bucato” da parte del Col. G. Pezzo al suo legittimo proprietario, il vecchio Alpino G. Alutto. Moneta che era stata donata come portafortuna per una missione in Afghanistan. Il colonnello e il Reduce si sono di nuovo incontrati e lo “zloty bucato” è tornato nel vecchio portamonete. Il secondo momento riguarda la consegna, da parte del Pres. Sez. G.F. Revello, di una targa riguardante la nomina a Capogruppo Onorario dell’Alpino Tarcisio Bianchin, per il suo impegno, per l’ attaccamento al Gruppo e per il suo forte senso dell’Alpinità. La festa è terminata col pranzo alpino dove nel corso del quale sono state consegnate 18 pergamene per omaggiare i Soci Alpini con più di 50 anni di iscrizione all’ANA. In conclusione, unitamente al C.D. Il Gruppo Alpini ANA di Candiolo ritratti durante un momento di pausa dei festeggiamenti per l'80° di fondazione. Il Consiglio Direttivo del Gruppo ha voluto festeggiare l’80° di fondazione con alcuni momenti significativi. Si è iniziato il venerdi con una rappresentazione teatrale comico-brillante della compagnia di Moncalieri “il Siparietto”, con la presenza del Consigliere sezionale Elio Bechis. Al sabato alle 16,30 al Cimitero è stata scoperta e benedetta una lapide a ricordo dei Soci “Andati avanti” con la presenza del Consigliere sezionale Ardemio Pavan e numerosi Soci del Gruppo. Sempre nella giornata di sabato, alla sera, la nostra Filarmonica A. Vivaldi ci ha voluto omaggiare con un concerto che si è concluso con alcuni brani alpini e l’Inno d’Italia. Alla domenica, con un inizio di giornata all’insegna del bel tempo, si è svolta la cerimonia ufficiale. Presenti il Vessillo Sez. di Torino, il Vessillo Sez. di Pinerolo e numerosi Gagliardetti in rappresentanza 4 IL VINOVESE delle due Sezioni. Numerose le Autorità: il nostro Presidente Sezionale G.F. Revello con alcuni Consiglieri, il Sindaco di Candiolo S. Boccardo, con altri Sindaci dei paesi vicini, il presidente del Consiglio Com. A. Spatrisano, il Consigliere naz. Mauro Buttigliero, il col. G. Pezzo Comandante la caserma M. Fiorito di Candiolo. Tutta la cerimonia si è svolta con l’impeccabile organizzazione dei cerimonieri sez. B. Marietta e L. Defendini, sostituiti all’ultimo momento da R. Bratta e G. Balla. Alzabandiera, onori ai Caduti al Monumento, poi la sfilata con in testa l’impareggiabile Filarmonica A. Vivaldi, sosta al Nuovo Oratorio con lo scoprimento e benedizione di un gruppo statuario raffigurante San G. Bosco, San D. Savio e un bambino. L’opera è stata realizzata da uno scultore di Boves, Aldo Pellegrino. La statua è stata donata dal Gruppo di Candiolo, al Nuovo Oratorio per l’occasione dell’ 80° di Costituzione. Un folto pubblico composto e partecipante, formato da civili e Alpini, ha assistito alla Santa Messa celebrata all’aperto dal nostro Parroco Don Carlo. ringrazio tutti i Soci e in modo particolare le Patronesse del Gruppo, che hanno collaborato per la buona riuscita della ricorrenza. W gli Alpini. Il Capogruppo Stefano Dalmasso Piccolo mondo antico I canti della novena di Natale di una volta I canti della novena di Natale, presentati in latino, erano per lo più incomprensibili, ma avevano un loro fascino sottile, impalpabile, perché la loro indeterminatezza lasciava spazio, come voleva Leopardi, alle immaginazioni della fantasia, che è il pregio maggiore della poesia. Le profezie che si cantavano non erano, contrariamente a quanto direbbe il nome, testi di profeti dell’Antico Testamento, ma frasi, talvolta anche un po’ arbitrarie e rozze, di scrittori dell’era cristiana avanzata, estratte da testi antichi e mal usate, le quali minacciavano sterminio a chi sa quali immaginari nemici del popolo di Israele e vagheggiavano tutte una prospettiva di predominio politico e militare, e non la redenzione morale degli uomini di tutte le razze, o una aspettativa di vita eterna; quindi preannunziavano un Messia politico e forse condottiero militare. Prima della novena ci si scaldava un po' nelle stalle in un'atmosfera intiepidita dal fiato degli animali. Noi le cantavamo senza comprendere bene che cosa volessero dire, ma sentivamo una strana suggestione e con la fantasia vagheggiavamo una realtà ben diversa da quella che esse prospettavano. Intanto nel clima di attesa di quei giorni pregustavamo la gioia della grande festa imminente, che prometteva non predominio politico e guerre, ma pace e serenità per tutti gli uomini. La gente del nostro villaggio contadino partecipava in massa alla novena, forse l’unica celebrazione che si tenesse a sera inoltrata. Siccome d’inverno si cenava molto presto, in attesa della funzione religiosa ci si scaldava per un paio d’ore nelle stalle, in cui l’atmosfera era intiepidita, non dalle irradiazioni dei termosifoni, ma dal fiato degli animali, proprio come nel presepio. Poi, all’ora dovuta, le donne, che fino ad allora avevano sferruzzato in cerchio attorno ad un lume a petrolio o ad una lampadina di po- Il presepe dei Commercianti e Artigiani di Vinovo allestito da Chiara Vallero, Francessa ed Elisabetta Porporato. chi watt, spesso spettegolando un po’ (peculiarità che distingue gli uomini dagli animali), si avvolgevano negli scialli e gli uomini, che avevano sonnecchiato sdraiati sul pajon, si coprivano con i mantelli (le umili mantline!) e tutti ci recavamo in chiesa, portandovi insie- me al sentimento religioso anche il lezzo delle stalle, di cui eravamo impregnati noi e i nostri abiti. Il buon Giaculin Pipino dava il là con l’organo e la volenterosa, anche se non sempre intonatissima, cantoria, dispiegata su quella spe- ËL SILENSI DËL NATAL Ant un-a sèira d’un gris pì carià, i vëdoma aussesse maestos l’erbo che a arsèiv sota ij càud brass la fé dj’òmini pien-a dë speransa. Da l’àut ëd sò respir, na stèila, an guida sicura ant ël silensi përdù projetand na lus vers lë sconossù. Varda-là! La gròta dla cantà pì bela. Cola imagin d’un etèrn messagi, dël fieul ëd Dé, n’òm ecessional ant la preghiera d’un neuv linguagi. Ant ël silensi chet ëd na sèira special, noi is costudioma ant un përsonagi che ant la Santa Neuit, an don-a ‘l Natal. Giovanni Teti Rivalta (TO) cie di balconata, tuttora esistente, che chiamavano “orchestra” distorcendo il vero significato di questo termine, intonava il Regem venturum Dominum venite adoremus, destinato a diventare il ritornello cantato dai fedeli per separare una profezia dall’altra. Però molto spesso invece di regem venturum si sentiva regem ventorum, variazione che involontariamente trasformava in re dei venti il Bambino che stava per venire. Poteva sembrare una deformazione un po’ blasfema agli occhi degli uomini, ma non all’infinita bontà del buon Dio, che vedeva quanto fosse genuina la nostra buona volontà e quanto grande la nostra ignoranza della lingua, che pure cantavamo con religioso trasporto. L’ultima profezia della serie, la più gravida di roboanti e minacciose promesse politiche, costituiva un assolo ed era riservata di volta in volta ad un singolo elemento della cantoria (con quanta tenerezza ricordo la bella voce baritonale di Talino Aliberti o quella di Giovanni Rena, alias Giuan dël Paté). Era un pezzo di bravura esecutiva, in cui risaltavano con grande evidenza i pregi del canto gregoriano, quel tesoro musicale che i maldestri soloni della riforma liturgica hanno sconsideratamente buttato via. Veniva poi l’inno En clara vox, che chiaramente non ha grande valore letterario, ma che con quell’aggettivo clara e con il succesivo obscura quaeque personans, erroneamente interpretati dalla nostra fantasia, ci suggeriva l’immagine della miracolosa notte illuminata da un chiarore soprannaturale. Per finire ecco l’ultimo pezzo, l’unico tratto veramente dalle Sacre Scritture: il solenne Magnificat che possiamo leggere nel Vangelo di Luca. Qui sembra che i pregi del testo e quelli delle musica gregoriana si alleino per conferire grandiosità e solennità all’inno, specie nell’intonazione iniziale. Con questo canto corale la parte veramente dedicata alla novena cedeva il posto alla Benedizione Eucaristica, durante la quale un’ ultima eco delle precedenti emozioni la sentivamo nella melodia, tutta natalizia, del Tantum ergo, intonato dalla voce, sempre un po’ incerta e tremolante, di don Aghemo, il tradizionale celebrante di turno di tutte le Benedizioni. Lodovico Griffa IL VINOVESE 5 Luigi Benso in un momento felice della vita. L'addio a Gigi Benso, un giovane amante della vita Una pagina gloriosa il volontariato nella Croce Verde Lo scorso mese di ottobre è prematuramente mancato presso l’Ospedale di Orbassano, Luigi Benso di soli 41 anni dopo ben 7 anni di malattia. I Benso sono una delle famiglie del ceppo più vecchio del paese, stimati costruttori edili ad iniziare dal nonno Mario. Nel passato la famiglia fu già molto colpita dalla sventura: prima la scomparsa del fratello Franco nel 1996 in un incidente stradale, poi il padre Beppe due anni fa. Gigi fu apprezzato milite della Croce Verde dal 1992 appena compiuto la maggiore età. In questa Associazione spese moltissimo del proprio tempo. Qui conobbe la cara Giorgia che sposò poi nel 2013. Al funerale una Chiesa strapiena come è raro vederla. La Famija Vinovèisa senza parole si stringe alla mamma Gabri rimasta sola e porge sentite condoglianze. Così lo ricorda la moglie Giorgia Mi avevano detto fin da piccola, che la vita sarebbe stata dura, ma non pensavo fino a questo punto. Insieme ne abbiamo passate tante belle e brutte, ma quelle indelebili sono quelle belle, perché tu mi hai insegnato così ... vivere ogni istante della vita, correre e sfrecciare ai cento all'ora, perché non si sa mai quanta benzina si ha fino all'ultimo. Hai vissuto così e questo ti fa onore, tu hai insegnato a noi cosa vuol dire non arrendersi mai. La forza per affrontare la vita senza di te la troverò seguendo i tuoi insegnamenti e so che tu sarai sempre al mio fianco. Grazie per tutto quello che ci hai insegnato, ora dobbiamo seguire i tuoi consigli ... quindi vivi la vita sempre ... perché è una sola, grazie per l'amore che mi hai dato. Ti amo. Giorgia La Caritas di Vinovo: beneficenza in vetrina La CARITAS venne fondata nel 1971 per volontà di quel grande Papa che fu Paolo VI. A Vinovo venne ufficialmente organizzata alla metà degli anni '80 dello scorso secolo per iniziativa di don Gerardo Russo l’allora Parroco di San Bartolomeo. Un gruppo composto da una decina di donne e qualche uomo costituì il primo nucleo attivo. Furono aiutate le prime famiglie con pacchi viveri, abiti usati, ecc. Poi la collaborazione con le Parrocchie di Candiolo e di Garino (fino al 1997 aveva don Rota come Parroco). Negli anni '90 avvenne il collegamento con l’iniziativa della Diocesi del Banco Alimentare che rese più razionale la distribuzione dei pacchi di alimentari. 'L CANTON DEL BARBOTON ‘L BARBOTON A BORBOTA PERCHÉ... 'L barboton brontola perché nei riti sacri, invece delle dolci melodie e delle frasi rituali, magari misteriose ma cariche di fascino, sentiamo testi di una banalità deprimente e musiche rockeggianti, la cui sede naturale sarebbero le discoteche o le tumultuose adunate giovanili, destinate alle barbariche urla dei cantanti moderni e ai contorcimenti di chitarristi tarantolati, i quali, come suole dire sorridendo un mio vecchio conoscente, parruccone come me, suonano ( o, meglio, credono di suonare) dimenando animalescamente il fondoschiena e le parti meno nobili del corpo. Lodovico Griffa 6 IL VINOVESE Un giorno insieme dopo sessant'anni di vita Con immenso piacere ho aderito alla festa organizzata domenica 30 ottobre per festeggiare i nostri 60 anni. La festa è iniziata con la Santa Messa delle ore 11,15 celebrata da Don Enrico che ci ha fatto gli auguri. La giornata è proseguita al ristorante “SILVANA” a Piobesi dove abbiamo gustato un ottimo pranzo accompagnato da una musica che ha coinvolto tutti. A ricordo della festa abbiamo ricevuto una rosa e un calendario dei ricordi relativo all'anno della nostra nascita che abbiamo apprezzato con molta gioia. Un ringraziamento doveroso e meritevole alle organizzatrici Lucia Ranieri e Anna Natascia Galli. Arrivederci! Rosanna Bergamasco Usan Venerdì 13 dicembre 1916 Le slavine si abbatterono su 10.000 soldati italiani al fronte E sattamente 100 anni fa mezzo mondo ed in particolare la vecchia Europa era dilaniata da quell’atroce guerra da tutti conosciuta come Grande, ma che di grande aveva solo l’immenso numero di poveri uomini (ed anche donne) coinvolti. Per l’Italia, paese unito in una sola Nazione da soli 55 anni, in pratica solo due generazioni, povero di risorse e ricco solo di una stentata agricoltura, il fronte passava dal Veneto, Trentino e Friuli. Nel dicembre 1916 qualcosa come un milione di uomini, tra i venti anni (di leva) ed i trenta anni (gli ultimi richiamati) erano travolti dalle tre storiche maledizioni del soldato: la fame, il freddo e la paura sopportate nella trincee piene di fango, topi e pidocchi. Sul fronte alpino cioè in alta montagna la natura che sempre fa il suo corso senza guardare gli uomini, in quel dicembre 1916 si fece sentire con fortissime nevicate seguite da brevi micidiali momenti di improvvisi alzamenti della temperatura. Questo provocò enormi valanghe e slavine che si abbatterono sulle trincee, baraccamenti, postazioni ecc. e sulla povera umanità che li presidiava. Venerdì 13 dicembre il giorno di Santa Lucia, il giorno della luce, caro alla tradizione cristiana, fu il più terribile: le slavine si abbatterono su circa 10.000 soldati italiani (ma anche dall’altro lato della linea del fuoco sugli austriaci), quel giorno passò alla storia come il venerdì bianco. I luoghi più colpiti in quel disgraziato 13 dicembre furono il Monte Castelletto nella zona delle Tofane, un po’ tutta la Val Travenanzes, la zona del Padeon-Valgrande e del Monte Forame, e poi la Valle Andraz, il Pian di Stanzon, la Malga Ces-Colbricon, e la Malga Lavedole. Non fu risparmiato neanche il Monte Baldo, la località di alta quota detta Baita Forgnuncolo nella Va di Viso a quota 2100 sull’Adamello. In quest’ultimo luogo al Passo della Lobbia Alta sui 3000 metri c’era anche il ten Guglielmo Canavero di Vinovo al comando delle salmerie del Battaglione alpino Monte Mandrone trasportate su slitte trainate dai cani. Nella zona del Pasubio le valanghe colpirono Cima Palon, il Coni Messa sulla Marmolada per gli austriaci. Sullo sfondo il Sassolungo e il passo Sella. Le copiose nevicate con improvvisi sbalzi termici provocarono valanghe sulle trincee. Zugna e Passo Buole nel Trentino meridionale diventati poi tristemente celebri per le migliaia di morti, il Monte Novegno e la Bocchetta di Campiglia. Sul famoso monte Castelletto delle Tofane l’immane valanga provocò ben 95 morti in un colpo solo: tutti artiglieri alpini della 3ª batteria del 1º reggimento Artiglieria Alpina. Le povere vittime furono recuperate solamente in primavera e sepolte in un cimitero appositamente creato. Tra questi morti c’erano giovani alpini di Cantalupa, Bruino, Almese, Scalenghe, Pecetto e parecchi canavesani. Sulla Marmolada una valanga travolse cinquecento uomini in un colpo solo e ben trecento morirono soffocati sotto la bianca coltre. La strada delle Dolomiti interrotta da decine di metri di neve, fu faticosamente riaperta da immani fatiche di alpini che scavarono una trincea alta più di quindici metri. Dall’altro lato di quel fronte anche 300 poveracci soldati austriaci morirono asfissiati sotto la neve caduta in egual quantità. Ma nonostante tutto questo la guerra continuò ancora per quasi due anni. Gervasio Cambiano comunicare il loro nominativo, entro il 30 marzo 2017 a: Giardino Fiorito, via Marconi 35 o telefonando a Marco Magliano (tel. 011 9656335), o a Dino Sibona (tel. 339 7576096). Le sottoscrizioni sono ossigeno per la nostra associazione Tornano le nozze d'oro: è tempo per iscriversi Anche nel 2017 la Famija Vinovèisa intende festeggiare le coppie che si sono unite in matrimonio nel 1967 e anni precedenti. Alcune di esse sono già state contattate, ma altre non riusciamo a rintracciarle. L'appuntamento è fissato per domenica 28 maggio p.v. nella Chiesa di S. Bartolomeo a Vinovo, dove alle ore 11,15 verrà celebrata una S. Messa a loro riservata. Invitiamo tutti coloro che raggiungono il prestigioso traguardo delle nozze d'oro o che hanno superato i 50 anni di matrimonio e che non siano state contattate a voler cortesemente In questo periodo i nostri incaricati sono impegnati nella campagna di tesseramento 2017. Si tratta di un impegno molto importante, perché, oltre al rinnovamento tessere per i vecchi Soci, è di vitale importanza la ricerca di nuove adesioni. Oggi la nostra associazione sopravvive grazie al finanziamento sostenuto dai Soci. L’obolo minimo richiesto ai Soci è di € 20 che detratte le spese per il giornale e il calendario (distribuiti gratuitamente a tutti i Soci) rimane poco per le attività dell’Associazione che sono tutte orientate a scopo benefico. Ancora una volta dalle pagine del giornale, vogliamo porgere un ringraziamento a tutti i contribuenti che con la scelta a favore della “Famija Vinovèisa”, ci hanno consentito di usufruire anche quest’anno del contributo erariale del “5 x Mille”. IL VINOVESE 7 venti concorso ra nove di cultu simo piemontese venti nove simo Alla Biblioteca comunale una serata dedicata alla cultura Le premiazioni del XXIX concorso di poesia e cultura piemontese L a XXIX edizione del Concorso vinovese è stata caratterizzata dalla forte attualità dei temi trattati negli elaborati che sono pervenuti dall’Italia e dall’estero. Già nel 2015 il concorso aveva “svoltato pagina” perché i temi proposti coglievano anche le problematiche della realtà che stiamo vivendo e quest’anno ha ancora allargato i propri orizzonti e, la risposta è stata la forte partecipazione di tanti autori di prose e di poesie, decisamente ancora incrementata rispetto agli scorsi anni. Il tema delle migrazioni di ieri, raccontate sia in italiano che in piemontese, di cui sono stati protagonisti molti nostri nonni, sin dalla metà del 1800, che hanno visto i piemontesi percorrere le strade del mondo per cercare lavoro, casa ed una vita migliore, si affianca alle migrazioni dei giovani di oggi così come descritte dal CREOLA Un viso dolce che unisce tratti somatici dell'Amazzonia e dell'Asia incerta e mitica terra d'origine. Ogni movimento ricorda i gesti sacerdotali degli antichi riti prima di quella che molti hanno denominato civilizzazione. Gli occhi uniscono dolcezza e timidezza ma lasciano trasparire una fierezza indomita che ha i sapori della foresta dopo una grande pioggia. L'assessore alle Manifestazioni di Vinovo Maria Teresa Mairo, nel suo intervento di saluto durante la serata. Rapporto Migrantes 2016. Questi flussi dall’Italia nel mondo si intrecciano ai flussi, verso l’Italia, altrettanto intensi e con quasi le stesse motivazioni che Riti magici pieni di spiritualità che invocano la cadenza del tempo i colori che ne coprono il corpo sono l'auspicio di pace e di amore verso l'universo. SEZIONE: POESIA IN ITALIANO Premio Vincitore/trice Opera vincente Località di residenza del vincitore 1° Premio Gabriella Savarino 2° Premio Pina Meloni 3° Premio Maria Accorinti 4° Premio Antonio Fania 4° Premio Walter Olivetti Piemontesi popolo di emigranti ora come allora Di cielo e di mare Antica filastrocca Creola Sbuffi di fumo Val della Torre (TO) PARI MERITO Natalia Bertagna Luigi Umberto Casetta Pina Meloni Gianalberto Miglio Attilio Rossi Marisa Sacco Giovanni Teti Virgilio e Teresita / Fili d'erba È la sera l'ora / Anima Notte stellata Panama Lo sguardo dell'emigrante / L'ultima speranza Uomini senza fede Natale / Nozze d'oro È nata una pianta Moncalieri (TO) PREMIO Elodie Maria Melano SPECIALE internazionale Motivazione Per l'impegno profuso e la felice combinazione tra arte e fantasia Migrare / Sentore di Castagnole Piemonte (TO) luna / Il giglio marino Nichelino (TO) Nichelino (TO) Vinovo (TO) Vinovo (TO) Villafranca Piemonte (TO) Nichelino (TO) Poirino (TO) Carmagnola (TO) Moncalieri (TO) Rivalta (TO) Attilio Fania Vinovo (TO) scatenarono quelli “di ieri”, e in parte, motivano quelli di oggi che portano “i Millennials” a cercare fortuna all’estero. La Commissione valutatrice, composta anche quest’anno da Vera Miletto Scuero, Gervasio Cambiano, Censin Pich, Giuseppe Perrone e Graziella Pace, ha esaminato gli elaborati in numerose riunioni ed ha colto quanto ricorresse, frequentemente, il “fil rouge” delle migrazioni. Quelle di oggi che vedono il nostro Paese in primo piano, sono caratterizzate da dolore, sofferenza ma anche da tanta speranza e coraggio dato dalla forza di chi crede nel futuro e negli esseri umani. Da Argentina e Francia sono giunti tre degli elaborati premiati: Geneviève Bardin, parigina e veterana del Concorso cui partecipa da moltissimi anni, è stata premiata per “Il caffè dell’integrazione”, Giordano Regina, anche lei residente in Francia, è stata premiata per “Arcòrd” e Silvana Neuman, argentina, ha avuto il premio per “Generazioni”. Una particolare menzione ha 8 IL VINOVESE concorso di cultura piemontese ANTICA FILASTROCCA La Sig.na Elodie Melano ritira il premio speciale della Giuria, assegnatole per l'impegno profuso e la felice combinazione tra arte e fantasia. PIEMONTESI POPOLO DI EMIGRANTI ORA COME ALLORA Nel lontano passato ancora bambini il nonno materno più volte parlava tenendoci sulle ginocchia vicini vicini di una famiglia parente che più non tornava. Ci mettevano in silenzio in ascolto era un racconto lungo e toccante calde stille rigavano il suo volto si percepiva in lui un dolore straziante. Indicava se non erro e ricordo ancora fine ottocento inizio novecento quando essa è partita in cerca di fortuna era in estrema povertà allora desiderava migliorar soltanto la loro vita. Le poche cose possedute raccolte in valigie di cartone non rammento dove il Piroscafo sia salpato il nonno lo descrive ricolmo di persone diretto in America dove in seguito è arrivato. Chi sa, chi lo sa, chi sa, chi lo sa, ritorna alla mente questa antica filastrocca, il giorno era grigio, e il cielo oscurato dalle nuvole. Seduto sotto il pergolato mio nonno sonnecchiava, mi raccontava dei suoi giorni incerti della sua vita faticosa e del tempo passato troppo in fretta, mi raccontava del suo sogno di partire per un viaggio lontano, sognava il cielo azzurro dell’Argentina ma scoppiò la guerra e quel cielo non gli sembrò più tanto azzurro gli sembrò incerto e non partì, col pensiero intrecciava filigrana di dubbi e il suo sguardo accarezzava il mio stupore, la sera seduti attorno al braciere alla luce di un lume guardavo le sue mani, segnate dalla fatica mentre recitava piano le sue preghiere. Fuori il vento raspava sui vetri e il freddo aveva già spento il rosso delle rose, stasera il tempo è vento, cigolano le porte rugginose e arginano il cuore da quel giorno lontano, chi sa, chi lo sa, “ripeteva” non lo sapremo mai, chi sa, chi lo sa, mio nonno aveva ragione meglio una delusione che vivere tutta la vita con un rimpianto nel cuore. Maria Accorinti Nichelino (TO) Negli anni successivi fitta corrispondenza non era certamente come si era pensato o si sognava di trovare prima della partenza niente era facile neanche in quello Stato. Gradatamente le lettere si fecero più rare fino a scomparire dopo qualche lustro il nonno pensò felice stanno per tornare hanno delle radici rimpianto e rinvenire è giusto. Per questi suoi parenti provava immensa nostalgia ma nel nostro bel paesino non sono più tornati il ricordo si è fermato a quando andaron via a quell'ultimo istante che li ha abbracciati. Il nonno è mancato da molti ormai decenni di questi suoi parenti nulla si è più saputo ma i suoi racconti son tutt'ora indenni con la speranza che la fortuna essi abbiano avuto. Ora ad emigrare sono i miei nipoti ora come allora in cerca di lavoro i perché son tanti e tristemente noti si riprende quindi a soffrir per loro. Piemonte da sempre Patria di emigranti ora tocca i tuoi giovani talenti a dover partire fa che a tornare alle tue radici siano poi in tanti e questa situazione di incertezza abbia a finire. Gabriella Savarino Val della Torre (TO) 2ª classificata per la poesia in italiano, la Sig.ra Pina Meloni. IL VINOVESE 9 venti concorso ra nove di cultu simo piemontese venti nove simo MIGRARE Brilla e tintinna quest'ultimo giorno terso d'autunno pungente e dorato di sole e vento. Con l'occhio abbagliato scruti la luce che pervade intorno: alberi, campi e strade. Tutto è adorno di preziosi raggi l'abitato bianchi e sottili. L'addio accorato a chi par non farà mai più ritorno non stringe tanto violento alla gola come l'incognito partir di stormi da questa terra che l'umido adora veli danzanti nel cielo enormi abbandonano il bosco che scolora. Sussurra Ottobre alla terra: "Ora dormi". Elodie Maria Melano Castagnole Piemonte (TO) Gervasio Cambiano premia il 4° classificato per la poesia in italiano il Sig. Attilio Fania di Vinovo. SBUFFI DI FUMO Le "migrazioni" più che mai attuali sono il tema centrale del concorso. Il tempo scorreva in balìa degli eventi nell’Italia avvilita dei primi anni venti, oziavo distesa sui gradini di casa con la mente confusa e dai pensieri pervasa, lo sguardo esitante si perdeva nel vuoto, il futuro era incerto il domani era ignoto. meritato la giovanissima vinovese Erika Prencipe che ha meritato il Premio Speciale della sezione “Prosa in Italiano” per il suo elaborato “Il mio eroe preferito”; la giovane ha partecipato al Concorso anche con l’elaborato “Un incontro da paura”. Erika rappresenta il futuro del Nutrire speranze era sempre più vano la vita era ardua e sfuggiva di mano, giunto ad un bivio cercavo il coraggio per sfuggire dall’ansia che mi teneva in ostaggio, lasciare gli affetti del mio antico passato, le radici profonde a cui ero legato. Un sogno di carta, illusione o promessa, dove la vita è diversa a non è più la stessa, inseguivo distante, oltre già l’orizzonte, una meta lontana dal mio amato Piemonte, l’oceano era immenso, una grande piscina, attirato e sedotto da una terra latina. Senza più indugi la valigia era pronta, qualche foto sbiadita che lasciava l’impronta, la nave salpava e si allontanava dal molo, la speranza cresceva, non mi sentivo più solo, non poteva svanire un domani migliore tra gli sbuffi di fumo d’un battello a vapore. Walter Olivetti Vinovo (TO) Il vinovese Walter Olivetti mentre ritira il premio come 4° classificato per la poesia in italiano. DI CIELO E DI MARE Calda, dorata... "Sembra il disco del sole la pizza, appena sfornata". Pensa Yassir, e sorride: alla gente che ordina e mangia. Un'ombra di tristezza infinita è nei limpidi occhioni quando sente parlare dell'ennesima tragedia dei Barconi. L'impasto di acqua e farina cresce lievita, sale sale ... sorride Yassir, ma una sete impellente l'assale e rivive l'angoscia di quei giorni di cielo e di mare. Maria Accorinti 3ª classificata per la poesia italiana. 10 IL VINOVESE Pina Meloni Nichelino (TO) concorso di cultura piemontese 2° premio per la prosa in italiano alla Sig.ra Alessandra Forlani. Concorso e questo è stato sottolineato nella consegna del premio. Le “voci” della premiazione sono state Giuseppe Perrone e Gervasio Cambiano ma la vera interprete degli elaborati da cui sono stati estratti alcuni passi e sintesi per raccontare tracce di vita e testimonianze, è stata Graziella Pace che, con la sua sensibilità, ha dato vita ed anima ai personaggi descritti. Le storie si sono così materializzate ed i personaggi sono diventati vere e proprie presenze. Un grazie particolare va alla Responsabile della Biblioteca Comunale, che ha ospitato la premiazione, Eliana Littarru che SEZIONE: PROSA IN ITALIANO Premio Vincitore/trice Opera vincente Località di residenza del vincitore 1° Premio Santi Maimone 2° Premio Alessandra Forlani 3° Premio Enzo Aliberti 4° Premio Attilio Rossi Carmagnola (TO) Bra (CN) Il prodigio di Fatima Barolo-Buenos Aires andata e ritorno Migrante per ventura Il dolce tempo delle mele Canelli (AT) Carmagnola (TO) PARI MERITO Per uno o più elaborati inviati Agnese Casetta Un'avventura triste/ Borgaretto (TO) il mio amico Cro Cro Giuseppe Mario Cerra Storia d'emigrazione di Carmagnola (TO) una famiglia del Piemonte Giovanni Cianchetti Correvano gli anni... Grugliasco (TO) La storia si ripete Angioletta Faule Storie d'emigrazione Candiolo (TO) a Candiolo Mario Lovisolo Tunen e le crepe / Nizza Monferrato (AT) Séra a Pinot Giannalberto Miglio L'università della pizza/ Poirino (TO) Vuoti d'aria / Storie di casa mia / La passiensa a lè la virtù du fòrt... Luciana Rizzotti Esuli Bra (CN) Mariuccia Sandrone La mia vita Orbassano (TO) Valentina Scandalitta Storie d'emigrazione dei Nichelino (TO) piemontesi nel mondo Giovanni Teti La sentinella / Rivalta (TO) Nettare di vita V. Alfredo Zanellato Venezuela Pralormo (TO) PREMIO SPECIALE internazionale Motivazione La dott.ressa Graziella Pace ha brillantemente presentato la manifestazione. 3° classificato per la prosa in italiano il Sig. Enzo Aliberti Geneviève Bardin Il caffé dell'integrazioneParigi (Francia) Silvana Neuman Generazioni Argentina Il mio eroe preferito. Un incontro da paura Vinovo (TO) Per la costante volontà di mantenere le tradizioni Piemontesi all'estero PREMIO Erika Prencipe SPECIALE Motivazione Con l'augurio di proseguire sulla strada della prosa poetica IL VINOVESE 11 venti concorso ra nove di cultu simo piemontese venti nove simo Il mio eroe preferito: gli eroi veri sono quelli in carne ed ossa, quelli che con il loro esempio e i loro piccoli o grandi esempi ci suscitano ammirazione e gratitudine Fin dai tempi più remoti l'uomo ha bisogno di modelli positivi cossiché, imitandoli, possa migliorare se stesso. Ulisse, Achille, Re Artù, Lancillotto, sono personaggi della letteratura creati così coraggiosi, altruisti, generosi, in gamba, forti, astuti, che gli uomini non potevano resistere al desiderio di imitarli. Ogni ragazzino al giorno d'oggi ha un super-eroe preferito, quello che stima di più, o che ha dei super-poteri; ogni ragazzino ha visto almeno una volta il film o il cartone animato di cui il super-eroe è il protagonista o, ha comprato un giocattolo che ne riproduce la fattezze. La maggior parte di questi eroi sono "super", cioè fuori dal normale, persone non reali, frutto di una fervida immaginazione. Ma se noi togliamo dalla parola super-eroe il prefisso "super", uscirà eroe, cioè una persona speciale sì, ma allo stesso tempo "normale", senza poteri soprannaturali. Per molte persone gli eroi sono coloro che compiono qualcosa di straordinario e che per questo finiscono sotto i riflettori, individui che non passano inosservati. Invece, secondo me, i veri eroi sono persone nascoste fra la gente, sono coloro che pensano che quello che fanno sia un dovere, che le loro azioni siano comuni. Io parlo delle mamme, donne forti, coraggiose, che non si aspettano ricompense, che non vengono pagate. Le mamnne hanno una festa dedicata a loro, ma secondo me dovrebbero essere festeggiate in altre due feste: quelle dei lavoratori e quella delle donne, anzi, dovrebbero essere festeggiate con riconoscenza ogni giorno! Le mamme fanno i lavori in casa, accudiscono i figli, e perfino lavorano fuori casa! Ovviamente il mio eroe preferito è la mia mamma: una persona magnifica che mi fa crescere e spera che diventi una splendida adulta, che mi aiuta a coltivare i miei sogni; la mamma è la mia valvola di sfogo, è l'unica persona che, se chiedi un consiglio, ti suggerirà la scelta più giusta, perché non ha secondi fini. Mia mamma mi ha regalato molte cose di lei e sono orgogliosa quando mi dicono che sono la sua fotocopia. Vorrei farle capire che io le voglio bene per davvero, anche quando sembro svogliata, poco partecipe, sopratttto a casa. Per me la mamma è come un grande architetto: costruisce i grandi monumenti, enormi, visti da tutti, ma nei libri di storia raramente appare. I grandi monumenti siamo io e mio fratello: lei realizza i progetti, materiale e voglia di fare, io e mio fratello siamo i muratori che (alla fine) portano a termine l'opera, guidati dall'architetto. Le grandi persone sono fra noi e lottano ogni giorno per raggiungere degli ideali e non si fermano davanti ad alcun ostacolo. Queste persone meritano l'appellativo di "eroe", o anche un nome che non c'è nella lingua corrente. Per concludere desidero dedicare questo testo a mia mamma perché, dopo aver parlato così bene di lei, non potrei non farlo, sia perché questo è uno dei pochi modi per ringraziarla, sia per dirle un grande "ti voglio bene". offre sempre la sua totale disponibilità per l’iniziativa. Ovviamente l’organizzazione è stata, come sempre perfetta, come ha sottolineato l’Assessore alla Cultura Maria Teresa Mairo, già più volte Sindaco di Vinovo che sente profondamente “suo” il territorio vinovese. 1° premio per la prosa in italiano a Santi Maimone di Carmagnola. Erika Prencipe Vinovo (TO) nergia e di collaborazione fattiva in cui tutti sono parte integrante di un perfetto ingranaggio. Questi sono gli elementi che permettono alla Famija di essere una forza trainante, sotto il profilo culturale e non solo, del territorio vinovese, tant’è, che ogni mese dell’anno, viene realizzata La Famija Vinovéisa, presieduta una manifestazione che fa da da anni con grande oculatezza da calamita per Vinovo e dintorni. Dino Sibona, è un esempio di si- Poi, come ogni anno, la Famija 12 IL VINOVESE Premio speciale a Erika Prencipe qui con la mamma, con l'augurio di proseguire sulla strada della prosa poetica. Attilio Rossi 4° classificato per la poesia in italiano. concorso di cultura piemontese SEZIONE: PROSA EN PIEMONTEIS Premio Vincitore/trice Opera vincente 1° Premio Giannalberto Miglio 2° Premio Luciano Milanese 3° Premio Daniele Anna Bossone 4° Premio Giuseppe Sanero 5° Premio Luciano Ravizza PARI MERITO Con uno o più elaborati Gian Antonio Bertalamia Agostino Bruno Maria Teresa Cantamessa Andrina Italo Cavalli Adriano Cavallo Roberto Forcherio Mary Novaria Carlin Pòrta Candida Rabia Attilio Rossi Giovanni Teti Luigi Vaira PREMIO Riccardo Ortolano SPECIALE internazionale Motivazione Per l'impegno dimostrato nell'apprendimento e nella divulgazione della Lingua Piemontese lievo sarà la Mostra dei Presepi, che ha raggiunto una notorietà interregionale; dall’8 dicembre al’8 gennaio, presso la Chiesa dei Batù, o Chiesa di Santa Croce, verranno esposti presepi di tutti i tipi e di tutti i generi Località di residenza del vincitore Leu dla memoria Poirino (TO) Ël miracòl ëd le nòsse Poirino (TO) 'd Cana a l'incontrari o o 'l vin anmascà Valis ëd cartron, barconCuneo ëd tòla: le stra dla spernasa sun sempre le midesme La rasura du Brossaj Carmagnola (TO) L'apcà Castell'Alfero (AT) Flipòt, ël mèdic condòt Carmagnola (TO) Nòno matè e so nvdod Nichelino (TO) Carleto Na scàtola 'd cartron Ivrea (TO) La ca da Steila Mia veja casòta... Che carli-a fieuj! El viagi ëd Gian (ant la parlada canavsan-a) Cand as dev fè fagòt Un linseul dla regi-a për fàrdel Le vigne ... dë dlà dël mar El castel El barba dl'America / Mia ca / Mnestra ëd rave / La negossianta Me nvod che spaziano dal classico al più originale realizzati con materiali usuali e molto originali e soprattutto da artisti, perché così devono essere chiamati gli autori di queste opere d’arte, di tutte le età e anche molto molto giovani. Gianalberto Miglio di Poirino ritira il 1° premio per la prosa in lingua piemontese dal Prof. Pino Perrone. Torino Cuneo Collegno (TO) Borgofranco d'Ivrea (TO) Claudio Balbi alla chitarra in accompagnamento di Claudio Caracciolo. edita il ben noto Calendario, giunto alla XX Edizione e che quest’anno riporta i piloni votivi del vinovese cui è molto legata sia la tradizione popolare che la devozione dei fedeli. Il tutto è “condito” con massime e detti in italiano e piemontese. Il prossimo evento di grande ri- Villar Perosa (TO) Cuneo Carmagnola (TO) Rivalta (TO) Sommariva del Bosco (CN) Vinovo (TO) Il cantante folk piemontese Claudio Caracciolo nella performance durante la manifestazione. Una Famija Vinovèisa sempre in movimento alla ricerca di nuove motivazioni per sviluppare integrazione sul territorio e spunti per diffonderne la bellezza e le peculiarità. A conclusione, la funzionaria della Regione Piemonte ha consegnato alla giuria, al Presidente della Famija Vinovèisa Dino Sibona alcuni omaggi a testimonianza dell’apprezzamento dell’ Amministrazione per il lavoro svolto, da sempre, per diffondere 2° classificato per la prosa in piemontese il Sig. Luciano Milanese. IL VINOVESE 13 venti concorso ra nove di cultu simo piemontese ANT LA CORT ËD LA CA DIJ MÉ Riccardo Ortolano di Vinovo ritira il premio speciale della Giuria per la prosa in piemontese assegnatogli con la motivazione per l'impegno dimostrato nell'apprendimento e nella divulgazione della lingua piemontese. Con ël biròcc da ‘n bianch tendon quatà al tir d’un caval ësbors e dësfiancà, nunsià dal breugg përfond d’un còrn da cassa, d’un bòt ël mërcandin la stra a lassa, intra ‘nt la cort ëd la borgià “Brisà” deurb ël tendon, ancamin-a ‘l mërcà. “Lingerìe, liasse, boton da camise, spose, madame i l’heu ‘dcò le frìse!” Sò arciam l’é ‘nciarmant, seurt feura la gent a s’ampiniss la cort an pòchi moment; dle fomne marcandiso, son decise, nen tròp veulo spende për pòche frise. Le pì giovo a sërco ‘d lingerìe a la mòda, nompà ‘d folatarìe, a fogno ‘ntrames brajëtte e pissèt prové veuolo ‘dcò ‘d vaporos corslèt; slanso d’ociade fin tròp birichin-e dontrè masnà motobin birbantin-e. Për la dòta ste mariòire ‘nmatisso com parpajole danton a svolasso serno ij linseuj, mantij e fodrëtte da buté ‘nt ël còfo con le sërviëtte. Manca nen chi a cus opur ricama, diaj, gucie, tut ël mërcandin declama: “a-i son ëscàmpoj tisòire e gormisej as peul fé dij faudaj, cotin e mantej!”. Tòst sò mërcà l’ha finì ‘l mërcandin, ancros ëd salut, svolassé ‘d cotin jë strop as dësparpajo dle madamin; come d’oslòt artorno a sò camin. Luciano Milanese Poirino (TO) LA BARACA ANT L'AUTIN Giuseppe Sanero di Carmagnola ritira il premio per il 4° classificato per la prosa in lingua piemontese. IJ TAJARIN ËD MARE GRANDA Mare granda, quand a fasìa ij tajarin, prinsipiava a ‘mpasté euv e farin-a, ant l’èrca gròssa, già da ‘d bon matin, ël faudal bianch gropà daré dla schin-a; noi cit, ambajà stasìo a vardela spetand ch’a tireissa ij feuj col lasagnor për peu tajeje a liste fin-e ‘ma ‘d filsela che a spantiava sël suvaman a fior. Con na dëspovrà ‘d farin-a, spatarà come la fiòca sël presepi ‘l di ‘d Natal, mach për tenìe fresch e dëstacà, a-j dasìa al travaj ‘l crep final: ma a tacava mach adess për noi masnà lë speté ‘d mangeje con argal! LE TAGLIATELLE DELLA NONNA Nonna, quando faceva la tagliatelle,/ cominciava a impastare uova e farina,/ nella madia grande già di buon mattino,/ il grembiule bianco legato dietro la schiena;/ noi bambini, a bocca aperta, stavamo a guardarla/ aspettando che facesse i fogli col mattarello/ per poi tagliarli a liste fini come una cordicella/ che spargeva su una tovaglia a fiori./ Con una spolverata di farina, sparsa/ come la neve sul presepio il giorno di Natale,/ solo per tenerli freschi e ben divisi/ dava al lavoro il colpo finale:/ ma cominciava solo ora, per noi bambini,/ l’attesa di mangiarle con piacere! Vittorio Gullino 14 IL VINOVESE Racconigi (CN) A-i era na baraca ant la campagna, vardava ‘l sol da ‘n mes a na taragna, quat muraje quatà ‘d cop a na cioenda, na taula ‘d bosch për disnè e marenda. Na part sarà për ardrissè la sapa, ën let d’ass con ansima na pajassa; pontajà a la muraja na grupia ‘d bosch, na brassà ‘d fen për al caval deje ristòr. L’avia fala mè nòno con soe man sansa esse murador, ma mach paisan e mi da giovo ansema a mè parin sapava l’èrba ant la tòpia ‘d col autin. Quand la fam as fasìa sente bruta a mancavo nen ëd piante da fruta: pèsse d’autin, pruss, cerese e quei pomèt e për gavé la sèi, eva ant ël barlèt. Bej moment quand as vëndëmmiava, vësin, amis, na combricola as giontava; finì ‘l travaj tuti ansema na marenda sla taula ‘d bosch da para a la cioenda. Peui torné a ca sul chèr con l’erbi pien, strach mòrt, ma content con ël cheur seren, vej e masnà con la facia ‘n po’ andurmìa mentre ‘l ciòché batìa l’Ave Maria. Ma ven ël temp che l’autin a serv papì, ansema la baraca tut ven demolì, via cioenda, taula, let e muraje e i cavaj ant ij trator a l’han saraje. Costa a l’é na part ëd la mia stòria, na foto fërma ant la memòria, im vèjo ancor con la sapa là ant l’autin sansa pressa, seren-a gnun sagrin. A-i era na baraca ant la campagna, vardava ‘l sol da ‘n mes a na taragna, ades a-i é pì nen, ma për boneur mi l’hai tenula sarà ‘ndrint a mè cheur. Anna Maria Giustetto Castagnole Piemonte (TO) venti nove simo concorso di cultura piemontese SENTÉ SEZIONE: POESIE EN PIEMONTEIS Premio Vincitore/trice Opera vincente 1° Premio Pierangela Tapparo Località di residenza del vincitore La viëtta Borgaro Torinese (TO) 2° Premio pari merito Vittorio Gullino U tajarin ëd mare granda 3° Premio pari merito Rino Serra Barcon ëd tòla 4° Premio Candida Rabia Staca Dòr 5° Premio Anna Maria Giustetto La baraca ant l'autin 6° Premio Luigi Vaira Emigrant PARI MERITO Laura Bertone L'alba dësmetià / Ant ël silensi nësuard Maria T. Cantamessa Brich doleuri Andrina Italo Cavalli El Berlandin taxista ëd Turin Angioletta Faule A Candiòl Antonina Galvagno J'emigrant Sergio Gondolo Scapà da ca! Vittorio Gullino Arcòrd / Sèira a la vigna Gianalberto Miglio Luciano Milanese Giuseppe Mina Fabrizio Livio Pignatelli Daniele Ponsero Carlin Pòrta Attilio Rossi Marisa Sacco Rino Serra Franco Tachis Giovanni Teti Paolo Tomei Luigi Vaira V. Alfredo Zanellato PREMIO SPECIALE Regina Giordano Motivazione Che a cudissa sempre la gòi d'ësprimse ën nostra lenga la cultura del Piemonte sia sul territorio che nel mondo. La cultura si diffonde anche attraverso il restauro di antiche chiese andate in rovina per incuria, come quella dei Batù, che è risorta a nuova vita grazie al restauro, davvero splendido, reso possibile grazie a tutti i componenti l’associazione che ha voluto riportare alla luce un prezioso monumento Sacro di strordinaria bellezza; un vero tesoro dell’architettura piemontese del 1600. Racconigi (CN) Poirino (TO) Cuneo Cuneo Sommariva del Bosco (CN) Cuneo Ivrea (TO) Torino Candiolo (TO) Monteu Roero (CN) Cuneo Racconigi (CN) Dëspers / An balua du Poirino (TO) vent / Le doe miserie Ant la cort ëd la ca Poirino (TO) du mè/ Abandon / Cesa ampërsonà El giardin dël prim Ancona basin La fontan-a dë stich- Torino berich / Odor ëd naftalin-a Për nen dësmenté / Torino Feuje sècche / Làver dle fio Ciambra anciarmanta Villar Perosa (TO) / Un baron ëd canton Cost a lìè 'l mè pais! Carmagnola (TO) / Dëdla dël mar Un Papa Piemontèis Moncalieri (TO) Sentè / Valis 'd carton Poirino (TO) An sël sentè di Poirino (TO) arcòrd/ d'autri temp / da le nòstre part El silensi dël Natal / Rivalta (TO) Vin bianch e Tajarin "Sël leturil" Pinerolo (TO) La salita dla paròchia Sommariva del Bosco (CN) / Mè pais Lontan a travajè Pralormo (TO) Arcòrd Escatalens (Francia) La Giuria e l’Associazione Famija Vinovèisa si sono congedate dando appuntamento per il prossimo anno ringraziando tutti i partecipanti, premiati e non, che hanno permesso il successo di tutte le edizioni e di questa XXIX ribadendo che la cultura è il vero “mezzo d’integrazione” tra i popoli e che è uno strumento da usare per capire che si possono creare sinergie utili per unire le popolazioni del mondo al di là di preconcetti e pregiudizi. LÀVER DLE FIOR Son lì a tèra ij làver dle fior ëd reusa anfiapì che ‘l vent dëstribuis daspërtut... Per coloré d’amor l’àtim pen-a scapà... Andova ‘l profum Resta për noi ancora n’istant. Daniele Ponsero Torino Col bel senté lagiù Vers la campagna S’andrinta an mes ai camp Ëd gran madur. Quand che a la matin Rosà a soagna Ij bej verd pra dantorn Ai ragg dël sol, Gnente a-i é ‘d pì bel Che sta campagna Pronta a donete tut Sò grand amor. Ël vej senté che cit Mi përcorìo Strenzend an man un tòch Ëd pan e bur, Anvers ël camp ëd gran Andova as cujìo J’ultimi spì lassà Al ragg dël sol; A son passaine D’ani da col di Ma ìl mè vej senté L’é sempe lì. Ancor j’é ‘n tòch ëd la Veja bussonà Ch’a l’era divisor Fra camp e stra, Quand ën vers sèira al Ragg dël sol si fòrt Mi am portava randa Ëd coj busson, Savend che dòp un pòch Lì pian pianòt Sarìo portassie tui Coj dël mësson; L’avrìo slargà arlongh A la bissonà Na quàich tovaja e peui... Che bon mangé Lì a l’ombra dij busson Fianch al senté. A son passàine d’agn Da col bel dì, Ma ògni vòlta che Vard la campagna Lest ël mè euj scapa E sempe lì, Vers col senté ch’as perd Là a l’ambrunì! Rino Serra Poirino (TO) CIABRA ANCIARMANTA Ant ël silensi tranquil ëd la prima matinà, ant un bris moment d’arlass sël plian con i’euj ciupì, i l’hai sentù ‘d bòt an blan un consert, squasi na ciabra, ëd ciusionada ‘nciarmanta d’osej a fé soa obada come s’a fèisso ciambrea vajanta, tuta për mi. - Sent che argal, sent che gòj dun-a i son dime tra ‘d mi, - Lor a ciusion-o a la prima con le noanse fiorìe ch’a blago la matinà tant ‘me s’a vorèisso di: duverta le fnestre al mond che noi soma si për ti Nen passà ‘l temp d’un pensé ch’a son andasne për sò destin. Dëlcò mi i son surtì për gòde tuta natura e vempime j’euj ëd bej color. Carlin Pòrta Villar Perosa (TO) IL VINOVESE 15 venti concorso ra nove di cultu simo piemontese ARCÒRD Pierangela Tapparo 1° classificata per la poesia in lingua piemontese riceve il premio ed i complimenti dalla dott.ssa Paola Taraglio. MEMÈ JETA E GHITIN A j’ero quasi ‘n simbul, per nuj d’la Cunfignà: sempre ‘nsema, as truvavo tuti i dì per i soliti duj pas, en cumpagnia di’ eterni discurs ch’a parlavo d’n temp ormai luntan: tre vejote, en cit e en can... El so mund, ormai, ormai finija lì, ai rastej d’la ferrovia. Ma a j’era nà cosa, ‘n mes ‘a tanti bei ricord Che aj fasija prope rije, na cosa da gnente, ma ‘npurtanta per lur: a l’avijo l’età d’n papa, en president e en ditatur. Poi, en silensio, cum’a l’an vivù, sensa deje disturbe a gnun, a sun andasne tute tre: a l’è mac pì staje el cit... E anche adess che a l’è venù grand As ricorda ancura quande, cun trepidasiun, aj ciamava a una ‘d lur: “Memè, e se ‘n dì an ciamo a fè ‘l suldà, cume et-fas poi sensa mi?. “Pensie-nen mè picinin, mi t’stermo en tel taulin!”. Angioletta Faule Candiolo (TO) Al prim ciairor, Ël canton del Gieugh dla bala A deurm ancor. Na matin d’invern, grisa e frèida, L’aria del Sangon am sgiafela. La montagne pòch a pòch as descheurvo. A l’orizont, la punta bianca dij Tredent A bërlusa aj prim ragg del sol. La tor del vej castel, A surveja ël pais con orgheuj E ël cioché rùstich A domina ij cop dla borgà. La cassin-a ‘g Gioannin A l’é ancor tuta andurmìa A l’é pa pì na cassin-a, A l’é na ca con doi alogg a pogieuj. Ant la cort, pì niente a rabel. Machinon e automobil Al pòst dij animaj. Gnun cunij an libertà né pito ch’a fa la roa, As sent pì nen ël chirichichi dij gaj Né ël cocodé dle galine american-e. Ant lë stabi, pì gnune vache né caval gris, ch’a speto ‘l fen profuma e gustos. Davzin al cancel, al pòst dla pantalera giàuna, Na cormà për j’ardriss. La cassin-a sensa vita, a l’ha cambià color, Pòch a pòch a duverta ij so finestròt, sensa fé scapé l’odor del cafè lait matutin. Ël temp a l’é passà, Am resta mach la nostalgìa del mé pais E l’arcòrd dla mia brava gent. Regina Giordano Escatalens (Francia) ABANDON Vardand da la ponta dël brich, nen lontan, lagiù a l’abandon as vëddo ij varèj, sbilaucio sota ‘l sol ch’a sponta pian pian mach pì d’erbass, ëd bosson e ‘d rovèj. Ël ciabòt ëd Vigin un temp bin goernà, sosta e arpar ëd l’operos campagnin, l’é mach pì ‘n drocheri ‘d mon dëscrostà l’arfugi ‘d bisse, ratass e moschin. Ghërgojand a scorìa ‘n fond a la valà sèmper frësca e sclinta n’eva ‘d sorgiss che la sèj at pasiava con dontrè golà; a-i son ancheuj mach pì ‘d nita e mnis. Brombo e taragne un temp bin fornìe ëd rape madure ‘d giuss bin pien-e da sti varèj dan ‘n pess a son sparìe; mach pì ‘d ninsolé a quato ste colin-e. As sent pa pì ciaciaré ‘d vëndumiòire ch’a ciaramlo tra ‘d lor sensa gnun sust, a taso dij brindor le conte grignòire che ‘d sèira la vijà arlegravo con gust. A l’é dcò dësparì col boschèt ombros arpar da la caudura dj’istà pì afoà, arfugi stërmà për sfojòire e moros susta ‘d carësse e basin arcambià. Mi sto leu i l’hai sot j’euj con sagrin con ant ël cheur lë splin dij temp passà cand ij coltiv a smijavo ‘d giardin. coma ‘d tesòr tnì da cont e soagnà Vittorio Gullino di Racconigi ritira il premio per il 2°classificato per la poesia in piemontese dalla dott.ssa Paola Taraglio segretario della Regione Piemonte. 16 IL VINOVESE malgré sacrifissi, fatiga e sudor përchè dle famije sostegn e valor. Luciano Milanese Poirino (TO) venti nove simo concorso di cultura piemontese EMIGRANT Pior e sospir as mës-cio con ël romor ëd le onde, le lus d’un paisòt lontan a marco la stra dla speransa. Fieuj d’un Dè divers a porto l’istessa cros dël nòstr, ma gnun o l’ha deurbije col’eva ch’a l’ha travonduij-ne i seugn. Le lerme dij pì cit as perdo ant l’immensità dël mar giassà, përduve, coma che përdu a son ij còrp ëd coj ch’a l’han nen fàila. Anna Maria Giustetto di Castagnole Piemonte ritira il premio per il 5° classificato in poesia piemontese dai giudici Gervasio Cambiano e Giuseppe Perrone. Còs’a sperav-ne ‘d trové a la fin dël viagi? Fòrsi gnente dë special solament cola strasordinaria pas che nojàutri is n’arcorzima manch d’avèj. Luigi Vaira VIN BIANCH E PAJARIN Sommariva del Bosco (CN) A s’avsin-a ‘n doss gavanate, butà andrinta a gir ant la botelia, as leva l’essensa ch’a bësbija, a gatija e a monta sparand le nate. Fòrt sò përfum ëd color pajarin, a l’é emanà da ‘n càles lì davzin, ël savor miminèt ëd l’odor nasal a s’avsin-a a na beivuà ch’a val. A scor d’incant a fium ël vin e la beivuà a rinfrësca l’ideal ëd na sensassion assè mental, d’una bevanda da palà soprafin. Oh! Doss fërvor ëd fragransa vèra, at farà tramblé për n’ora antera. Sarà, ant una bota, a sapia artrové la Bin për ën gust da solecité. Giovanni Teti Rivalta (TO) LA VIËTTA Luigi Vaira 6° classificato per la poesia in piemontese. A-i é ‘n mond fòra dël mond, un pòst dla memòria, ch’a aparten a l’età dl’òr, un temp d’àutri temp, quand a la fin dl’invern, al pé dij murèt ëd pera, le violëtte a fiorìo e nojàutre cite a gara ‘ndasìo a chi a-j cheujìa prima sij bòrd d’erbëtta neuva. An mes a j’òrt e ai giardin co ‘ij sò tesòr ëd fior e fruta tant bondosa a corìa na viëtta ‘d tèra batùa visin a na bialera pen-a seurtùa da sota ‘n pont a con na larga sponda erbosa. A l’era - bin ëstërmà a j’euj dij grand un mond ancantà për noi masnà, che anmaginand d’esse chissà ‘ndova i-i passavo ij dì dla stagion bela a core ‘n boco, a nascondse, a fé comunela, fin che, përfumà, a calava nen la sèira con j’avàit, ij crij, le ijade e ‘l cel tut na stèila. Un temp col-lì finì prima dël temp, quand për un-a ‘d noi e për soa sorela a l’é rivà improvisa l’ùltima primavera e - dòpo - la viëtta a l’era pì nen cola. A-i é ‘n mond fòra dël mond, un pòst dla memòria, ch’a aparten a l’età dl’òr, un temp d’àutri temp, na stgion përdùa ... Për ognun un moment important ëd soa stòria. Pierangela Tapparo Borgaro (TO) BARCON ËD TÒLA L’é bel mè vej barcon L’é fàit ëd tòla Naviga e viagia fòrt Ant ij mè pensé, M’arcòrda ìl di lontan Cand magna suòra Le vnùita neuit ëd Natal Vnulo a porté; Mi j’ero gagno antlor E ‘l bon Bambin L’era l’aspetativa ‘d mi... Dël regalin, A j’ero pòchi ij sòld Ma ‘l bon Gesù Col ani ‘l bel barcon... Portam-lo giù. Oh quante vire Cariand la mòla Ant un sëbròt pien d’eva Viagiava mè barcon ëd tòla Son costi ij bej arcòrd Dij temp andà Veje dësmore ‘d tola Mai dësmentià! Rino Serra Poirino (TO) FEUJE SÈCCHE Ancheuj ël vial l’é un tapis ëd feuje che ‘s parlo tra ‘d lor... Ier, l’han nen podù, ël vent je mugiava dë dsà e dë dlà sensa deje da ment! Adess, sota ij mè pé quaicòsa a scherzina sensa che, comprenda le parole. Darmagi! Le feuje son sècche! Daniele Ponsero Torino Un messaggio importante che, proprio in questo periodo, deve essere inteso come un atteggiamento di vitale importanza per creare quella Pace di cui tutti sentiamo il bisogno. apt/gf IL VINOVESE 17 Un viaggio a Roma vissuto intensamente tra fede e storia Sulle tracce della misericordia di Dio S.Bartolomeo. La seconda giornata è stata dedicata interamente allo scopo del viaggio: l’udienza con Papa Francesco. E’ stato veramente emozionante vedere questa enorme massa di persone proveniente da ogni parte del mondo, come abbracciati dallo splendido colonnato di piazza San Pietro, attendere per oltre due ore, e sentire l’esplosione di gioia quando il Santo Padre ha iniziato ad attraversare i vari settori della piazza. Il discorso del Papa, come sua consuetudine è stato chiarissimo e comprensibile per tutti, incentrato su un passo di una lettera di Roma, 18 ottobre 2016. Papa Francesco saluta la folla di pellegrini in piazza San Pietro. U n folto gruppo di Vinovesi ha partecipato al pellegrinaggio organizzato dalla Famija Vinovèisa e dalla Parrocchia di San Bartolomeo, guidati dal nostro parroco Don Enrico e dal Presidente Dino Sibona. Raggiunta Roma con un comodo viaggio in treno “freccia rossa” abbiamo iniziato il pellegrinaggio con una visita della Roma imperiale, la Roma dei Cesari, efficacemente descritta dalla guida ammirando le rovine dei Fori imperiali, immaginando così la vita, la cultura dei romani prima del diffondersi del cristianesimo. La visita è proseguita sulla magnifica piazza del Campidoglio ammirandone i palazzi, la statua di Marco Aurelio e tutto il complesso dell’insieme così ben progettata dal grande Michelangelo. Dopo una sosta per ammirare l’Altare della Patria, il monumentale omaggio al primo re d’Italia e luogo della tomba del Milite Ignoto, con una passeggiata lungo i Fori imperiali abbiamo raggiunto il Colosseo, simbolo, oltre che della grandezza dell’Impero Romano, del martirio di molti cristiani, che qui hanno versato il loro sangue per la loro fede. Nella serata abbiamo avuto la gradita visita di don Marco Ghiazza il nostro Parroco precedente che ora ricopre un importante incarico alla sede Nazionale dell’Azione Cattolica, e del nostro concittadino Padre Mario Ramello dell’ordine dei Camilliani che qui svolge la sua missione pastorale, l’unico ad aver ricevuto l’ordinazione sacerdotale a Vinovo nella chiesa di Il clero vinovese nella Città Eterna: don Enrico (al centro) con don Marco (a sinistra) e padre Ramello. Materiali Edili Gli Inserzionisti augurano a tutti i Lettori DI VALLERO & C. s.n.c. BUONE FESTE VINOVO (TO) Via Parisetto, 20 - Tel. 0119 651 221 VERNICIATURA A FORNO BANCO DI RISCONTRO SCOCCHE VETTURA SOSTITUTIVA ADERENTE ACCORDO ANIA RECUPERO DANNI Via Tetti Grella 90/2 - VINOVO (TO) - Tel. 011 9 652 818 18 IL VINOVESE di questi splendidi giardini sorge un monastero di suore; qui ospitano il Papa emerito Benedetto XVI. Dai giardini la visita è passata attraverso alcune sale dei Musei Vaticani, tra cui la più ammirata è stata la Sala delle Carte Geografiche con affreschi che risalgono al 1580 e sono un vero saggio di geografia con ben 40 affreschi murali che rappresentano tutta l’Italia, alla visita della Cappella Sistina, dal nome del Papa Sisto IV Della Rovere che la fece costruire tra il 1477 e il 1480 su una cappella preesistente. Ma fu Papa Giulio II Della Rovere che commissionò, tra il 1508 e il 1512, a Michelangelo l’affresco del soffitto che illustra tutta la storia della Genesi, tra cui spicca sicuramente la creazione di Adamo. Fu ancora lo stesso Michelangelo che tra il 1536 e il 1541 realizzò quello che è considerato il capolavoro dell’arte pittorica il Giudizio La comitiva dei vinovesi in piazza del Campidoglio. un percorso particolare ricorda, con statue e piloni, le varie apparizioni della Madonna terminando con una ricostruzione della grotta di Lourdes. San Giacomo apostolo: non serve la fede se non accompagnata dalle opere, e nell’anno della Misericordia ecco l’invito a soccorrere chi ha bisogno ed è in difficoltà, rispondendo così a due opere di Misericordia, dar da mangiare agli affamati e dar da bere agli assetati. Riflettendo sulle parole del Santo Padre, nel pomeriggio si è iniziato il percorso del giubileo, che partendo da Castel Sant’Angelo, percorrendo via della Conciliazione guidati nelle riflessioni e nella preghiera dal nostro Don Enrico siamo giunti sino alla Basilica, per attraversare la Porta Santa del Giubileo, e concludere la preghiera sulla tomba di San Pietro. L’ultimo giorno è iniziato con la passeggiata negli splendidi Giardini Vaticani. Viali alberati, prati verdi aiuole fiorite, si alternano tra fontane, reperti e statue dell’antica Roma, Papa Francesco: non serve la fede se non accompagnata dalle opere. Tra le diverse costruzioni che si incontrano nella passeggiata spicca per la sua ricchezza artistica la casina di Pio IV struttura rinascimentale di Pirro Logorio del 1558 con una facciata ricca di decorazioni, statue e mosaici. In un angolo discreto e tranquillo Visita ai Fori imperiali, don Enrico in primo piano. i. ett i, h i .. c t lo. LL l tric sac men A a a . O/ b li ld im sa to e er a ziataICR r o e rm uo i p en M op t Te ttov hett iffer ET/ t .tu so acc e d te P sivo e.. S uti het de n o rifi asc ro a art V ast all di c N lurib ole P cat S :d ail m ni (To 1 to E .18 66 An T.S .50 8.1 lio.it S. I .96 .7 gi a S 1 46 vir Vi OBEl. 01333. do@ e PI T ll. an Ce arm io ar 40 E- o, 5 ) b 5/ 20 o o elin 11 rin ch 7 8 To Ni 963 918 Via 042 1 6 264 10 l: 01 48 Te ll: 3 ce C V A 0 10 A I L A T I CI I I L TR IA ICI T R E LE ST ONON E F I TI NDUITO NZ N A I C TE PI ILI NU IM IV A C M e IL VINOVESE 19 L'Armanach 2017 ha scelto i nostri piloni votivi La Famija Vinovéisa ha pubblicato e messo in vendita il suo tradizionale Armanach dedicato alla cultura e lingua piemontese. Questa edizione 2017 oltre ai proverbi bilingui cioè in piemontese con la traduzione in italiano, ha dedicato l’anno (che speriamo felice e sereno per tutti) ai principali piloni votivi vinovesi. Cioè a quelle caratteristiche costruzioni che punteggiano le nostre campagne e paesi e sono l’espressione più genuina e popolare della religiosità dei nostri padri. Questa bella tradizione è però andata progressivamente scomparendo tanto che negli ultimi decenni, ahimè, più nessuno ha pensato ad edificare un Pilone votivo. Sul territorio vinovese di queste costruzioni dette anche edicole votive ne esistono oltre una decina. Dalla apposita Commissione della Famija Vinovèsia composta da Foto di gruppo in Piazza San Pietro al termine del percorso giubilare. Universale. La conclusione del nostro pellegrinaggio è stata la visita della chiesa di Santa Maria del Popolo, scelta non casuale, infatti oltre che per il valore artistico, qui sono visibili due tele capolavori del Caravaggio la crocifissione di San Pietro e la conversione di San Paolo, per i legami con la storia di Vinovo, la chiesa fu commissionata dalla famiglia Della Rovere e nella cappella omonima si trova la tomba del cardinale Domenico Della Rovere, nato a Vinovo fratello di Martino signore e committente del castello di Vinovo. Sull’altare maggiore della chiesa si può ammirare l’icona della Madonna Consolata; il cardinale Domenico ne fece commissionare una copia uguale che poi donò a Torino e oggi la veneriamo nel santuario della Consolata. A conclusione del viaggio, come ha detto don Enrico l’augurio che possiamo farci è questo: come idealmente il raggio di luce così ben raf- figurato sulla tela del Caravaggio colpisce e converte Paolo, le parole e le esortazioni di papa Francesco convertano tutti noi per costruire una società più fraterna e più solidale con chi è in difficoltà. Tutti i partecipanti hanno ringraziato Don Enrico, Don Marco, padre Ramello per la loro presenza e l’assistenza spirituale, e il presidente Sibona per l’ottima organizzazione del viaggio. Franco Brunetto NUOVA LAVANDERIA SELF SERVICE Via La Loggia, 4 - VINOVO (TO) V.A.I. s.n.c VINOVO AFFARI IMMOBILIARI Servizi Immobiliari Fino a 20 Kg. di bucato velocemente lavato e asciugato. Vi aspettiamo! Aperti tutti i giorni dalle 8,00 alle 22,00 20 IL VINOVESE Via G. Cottolengo, 3 - 10048 VINOVO (TO) Tel. 011 9 623 615 Gervasio Cambiano ricercatore di storia, Rino Visconti fotografo e Giovanni Alessiato grafico ne sono stati scelti sei ritenuti meglio conservati e più significativi e quindi più adatti alla pubblicazione. Il Pilone dedicato a don Bosco in via Padre Aliberti ovvero zona Brayda, quello detto di Martinengo in via La Loggia, quello dedicato a San Giuseppe in via Piobesi, e quello della Madonna Addolorata nei campi della regione Ongarea, quello molto significativo della Madonna Regina della Pace in frazione Tetti Grella ed infine il Pilone della Madonna della Consolata detto anche di Sandrone in via Sestriere. Il ricordo di Renzo Viola vive nel cuore del suoi cari L’8 gennaio ricorre il secondo anniversario della scomparsa del caro Renzo Viola. I familiari lo ricordano con immutato affetto. La redazione de “Il Vinovese”, certa di interpretare il pensiero dell’intera comunità, si unisce al ricordo dei suoi cari rivolgendo a Renzo un sorriso di sincera e continua gratitudine, per i servizi ai quali si è dedicato per lunghi anni con umiltà e dedizione. Spettacolo teatrale e musicale a favore del "Giglio Onlus" Una sera sotto il segno della solidarietà Gli artisti sul palco al termine dello spettacolo ricevono gli applausi del pubblico in sala. La serata di venerdì 11 novembre è stata organizzata grazie al contributo degli artisti vinovesi che si sono prestati, con la loro arte, alla realizzazione di uno spettacolo variegato e gradevole, di teatro, musica e canzoni. Hanno voluto così dimostrare il loro sostegno al nuovo progetto della Giglio Onlus che è rivolto alla creazione della Casa Solidale Giglio presso il Polo Teologico di via XX Settembre a Torino: verrà ristrutturato l'ultimo piano dell'edificio dato in comodato d'uso alla Giglio e saranno create 11 unità abitative per ospitare altrettante famiglie che abbiano i bimbi ricoverati all'ospedale Regina Margherita di Torino. In questo modo, l'ospitalità che il Giglio ha sempre offerto nei 12 anni di attività sul territorio diverrà inclusione in un contesto comunitario e famigliare poiché si condivideranno spazi comuni come la cucina, la lavanderia e la sala soggiorno/gioco per i bambini e le loro famiglie. La ristrutturazione richiederà un ingente dispiego di energie e di contributi economici: chiunque voglia collaborare sarà il benvenuto! Ringraziamo tutti gli attori: il duo musicale composto da Lilli Franzolin e Marlon Crispatzzu, i Tribula, Andrea Germano, Alessandro Cora, Arcoscenico, Claudio Balbi e Claudio Caracciolo, la compagnia della Croce Verde di Vinovo, Giampiera Manzo, Francesco Pieretto, Marta Pieretto e Andrea Rossi. A nome della Giglio Onlus ringraziamo inoltre la Famija Vinovèisa e L’Amministrazione Comunale per l’accoglienza del nostro spettacolo: “La solidarietà è di scena”. Lorella Garbossa Imprese Funebri Riunite di Rolfo Paolo 338-7080636 Razzetti Marco 345-1145328 CARIGNANO - VINOVO - PIOBESI - LA LOGGIA - CANDIOLO - OSASIO www.onoranzefunebririunite.it [email protected] numero verde: 800 52 96 90 IL VINOVESE 21 Avvenne il 14 novembre del 1951 Un viaggio fotografico nel tempo con le storie a ricordare l'alluvione del Polesine Così titolava la Gazzetta-sera del 20 novembre 1951. Mostra fotografica sull'alluvione del Polesine del 1951. Il taglio del nastro. I n questo momento in cui il nostro Paese vive le tragedie che i ripetuti sismi hanno causato alle popolazioni dell’Italia Centrale, l’Associazione “Polesani Piemontesi” e la Famija Vinovèisa, con il Patrocinio del Comune di Vinovo, hanno unito le loro forze per ricordare al meglio una delle più grandi alluvioni che ha devastato la Terra veneta e che accadde in Polesine il 14 novembre 1951, esattamente 65 anni fa. A seguito della devastazione molti polesani scelsero di emigrare in altre regioni del Nord Italia dan- La Sig. Cecilia mentre illustra la Mostra alle autorità civili. RITIRIAMO IL VOSTRO ORO USATO IN CAMBIO MERCE augura Buon Natale e Buone Feste Via Cottolengo, 73 VINOVO (TO) - Tel. 011.9623785 22 IL VINOVESE do vita al primo flusso migratorio interno che ha caratterizzato lo scorso secolo. La Mostra è stata inaugurata sabato 12 novembre 2016, nell’ Ala Comunale Don Donadio e, il taglio del nastro, è avvenuto alla presenza del Sindaco di Vinovo Gianfranco Guerrini e degli assessori Giuseppe Alessiato e Nerio Usai; molti i presenti appartenenti ad associazioni vicine agli organizzatori. La Mostra, che è stata già un grande successo in altre località del Piemonte dove è stata esposta, nel corso degli ultimi anni, Regala ai tuoi cari un calendario personalizzato il tuo fotografo Vinovo, via Cottolengo, 22 Tel. 0119 653 617 dediche molto struggenti sul volume che raccoglie le firme ed i commenti dei visitatori e ciò ha riempito d’orgoglio gli organizzatori che hanno “colpito nel segno” anche questa volta facendo capire come la Natura può essere matrigna quando l’uomo non considera la sua straordinaria potenza. Ciò è accaduto ieri ed accade, purtroppo, ancora oggi. Nel corso della settimana d’apertura la mostra è stata visitata, oltrechè da visitatori dell’area vinovese anche da quattordici classi delle scuole Medie inferiori. I ragazzi, unitamente ai loro docenti, sono stati accompagnati nella visita dalla Segretaria dell’Associazione Polesani Piemontesi Cecilia Binello, che non solo ha curato la mostra insieme al marito il Presidente dell’Associazione Benito Cassetta, Polesano in Piemonte, ma ne è l’illustratrice piacevole e dotta anche perché si Fotografia che riprende i primi soccorsi dei Vigili del fuoco di Rovigo. Una mostra itinerante che sottolinea lo strazio di un popolo ieri come oggi. Il dott. Gervasio Cambiano illustra i pannelli della Mostra ad una classe delle Scuole Medie di Vinovo. L’AVIS VINOVO augura a tutti i vinovesi sinceri auguri di pace e prosperità FOCO COSTRUZIONI di Geom. Giampiero Foco Via Gioanetti, 9 10048 Vinovo (TO) Tel./Fax 011 9653885 Cell. 334 9135032 [email protected] TAGLIANDI E GARANZIE FRENI E AMMORTIZZATORI DIAGNOSI MULTIMARCA RICARICA CLIMATIZZATORI ASSISTENZA IMP. GAS VETTURA SOSTITUTIVA GENUO ST VA IO NE perché ha rappresentato il tema della diaspora dalle Terre d’origine per molti componenti la Comunità piemontese, consta di oltre 350 gigantografie originali dell’epoca, di una ricchissima rassegna stampa ed è completata da un filmato realizzato proprio nel 1951 che sempre emoziona ed entusiasma i visitatori. Lo stesso entusiasmo emotivo ha colpito i moltissimi visitatori vinovesi che hanno espresso il loro sentito apprezzamento con Pizzonia Adriano COSTRUZIONI RISTRUTTURAZIONI MANUTENZIONI CIVILI E INDUSTRIALI Officina Autorizzata RENAULT - DACIA Vinovo Via Cottolengo, 96 Tel. e Fax: 011 965 23 04 e-mail:[email protected] • PROFUMI • BIJOUX • IDEE REGALO • ESTETICA Via Cottolengo, 97 Tel. 011 9 651 096 VINOVO (TO) IL VINOVESE 23 deve a lei la realizzazione del volume “Polesani e Piemontesi: dal 1951…….. ne è passata di acqua sotto i ponti del Po” che racconta tutta l’alluvione con testimonianze commoventi e toccanti. Gervasio Cambiano ha accompa- gnato alcune classi durante la visita. Una mostra di grande attualità perché sottolinea lo strazio di un popolo colpito da una grande tragedia, ieri come oggi, purtroppo. apt/cbc Dopo il gioioso maggio del 1946 Una lunga vita dedicata ai figli e alla solidarietà E la vita, la vita... Spettacolo della Compagnia del Ciglio I coniugi Bertero mentre festeggiano il 50° di matrimonio. Al centro della cornice la fotografia del loro matrimonio. Lo scorso mese di ottobre è mancata all’affetto dei propri cari Gonella Rosina vedova Bertero alla bella età di 93 anni. La sua famiglia era originaria di Savigliano dove era nata. Poi diventando il padre Ufficiale Postale di Piobesi, la famiglia si trasferì in questo paese. Nel 1940 venne assunta come impiegata presso la tessitura dei fratelli Bertero ancora in via Roma. Da Piobesi tutto il periodo della guerra raggiungeva il posto di lavoro a Vinovo in bicicletta Poi il 1° maggio del 1946 il matrimonio con uno dei titolari della ditta Michele Bertero e quindi l’abitazione nella casa di piazza del Municipio dove la famiglia fu allietata dalla nascita della figlia Ornella e dei due figli Dario e Filiberto. La signora Bertero era molto conosciuta nel paese e quando c’era ancora il marito non mancava mai alle manifestazioni delle Associazioni locali come la Famija Vinovéisa, l’Avis, l’ANA ecc. Ai figli, le condoglianze della Famija Vinovèisa. Benso Legnami Venerdì 25 novembre, presso l’Auditorium di Vinovo, è andato in scena un nuovo ed esilarante spettacolo della “Compagnia del Ciglio”. Come per le occasioni passate, non possiamo che complimentarci con il bravissimo Alessandro Cora. La capacità nel selezionare e rielabora- re con cura e singolarità celebri brani d’autore, rivela la passione con la quale l’artista interpreta e si interpreta. Elena Poncina, al pianoforte e Tiziana Venuti, alle percussioni, con altrettanta bravura, hanno accompagnato il bravo Alessandro durante la performance canora e teatrale. F.C.F. FABBRO Lavorazioni in ferro battuto Carpenteria in ferro Via Chisola 6 - VINOVO (TO) Tel. 011 9 654 866 Vendita legna da ardere Via Umberto I, 79 Vigone (TO) Cell. 335.8042230 (Luca) Cell. 339.2619745 (Guido) Tel. 011 9801195 24 IL VINOVESE Via S. Giovanni Bosco, 5 10048 Vinovo (TO) Tel. 011 9 651 515 - Fax 011 9 938 694 Un presepio in poesia Guido Gozzano e il suo presepio immaginario che si apre ai nostri occhi P arliamo di un presepio, degno di comparire nella mostra, che ogni anno si allestisce con tanta passione nella venerata chiesa dei Batù, se fra quei materiali fosse possibile collocare un presepio immaginario, non composto di statuette, ma descritto con parole, e non per questo meno poetico ed evocatore di dolci emozioni rispetto a quelli reali. Si tratta di un pezzo di bravura, in stile apparentemente dimesso, ma scritto, invece, con finissimo gusto e consumata arte di letterato, dal poeta torinese Guido Gozzano, morto giovane cento anni fa, nell’agosto 1916 (ma la Rai, dove l’Italia a nord di Roma, esclusa Milano, non conta assolutamente nulla, non l’ha neppure ricordato nella rubrica I giorni e la storia, in cui ogni sera si rievocano anniversari di personaggi che dovrebbero essere illustri, e che, invece, spesso sono semplici cantanti sguaiati e chitarristi da strapazzo). Il poeta parte dal racconto, abbastanza scarno, dell’evangelista Luca e lo arricchisce di particolari fantasiosi, tutti anacronistici e volutamente ingenui, tratti dalla vita a noi familiare, che entrano qui come nei tradizionali presepi materiali. Chi agisce e dialoga con i vari personaggi del racconto è Giuseppe al suo arrivo a Betlemme insieme con Maria prossima al parto. A prima vista appare Betlemme, Ed ecco il primo poetico anacronismo: Il campanile scocca – lentamente le sei. Ai tempi di Gesù in Palestina non c’erano né campane né campanili, e neppure chiese, perché l’unico tempio era quello di Salomone a Gerusalemme, mentre nelle città e nei villaggi del contado, esistevano solo le sinagoghe, in cui maestri (rabbi, che i latini tradussero con doctores) leggevano e spiegavano i testi sacri. Qui però la sinagoga diventa la chiesa, centro spirituale e materiale del villaggio, affiancata dal suo campanile, come nelle nostre campagne. Segue l’elenco degli alberghi, a cui bussano Giuseppe e Maria: Oste del Caval Grigio – Oste del Moro – Oste del Cervo Bianco – Oste di Cesarea, nomi che ci richiamano alla memoria le osterie di campagna del secolo scorso (e in qualche paese si legge ancora “Osteria della posta vecchia” oppure “Osteria dei tre Mori” mentre a Vinovo ricordiamo la vecchia “Osteria della Rocca di Cavour”). Questa è una attualizzazione poetica, anacronistica e inverosimile, perché Giuseppe e Maria hanno cercato alloggio non negli alberghi che allora non c’erano, ma nel caravanserraglio, il diversorium, (una specie di capannone destinato ad alloggiare in grande promiscuità i viaggiatori e gli animali da soma di cui si servivano come Il poeta di origini torinesi Guido Gozzano. ornata di trofei, cioè piena di luci e di festeggiamenti, dei quali il poeta, con sottile accorgimento, non dice qui il perché né a noi né ai due pellegrini, ma ce lo farà capire più tardi nell’elenco dei vari alberghi ed osterie a cui essi si rivolgono in cerca di ospitalità per la notte. E’ la presentazione panoramica della città, quale la vediamo nei presepi meccanici nella fase di completa illuminazione, prima dell’oscuramento parziale. “LE SERRE” Dott.ssa Vanessa Brunetto BIOLOGA NUTRIZIONISTA 345 6102028 [email protected] FLORICOLTURA GARDEN CENTER Tutti i fiori per arredare i vostri balconi, terrazzi e giardini Via G. Marconi, 89 (Strada vecchia VINOVO - PIOBESI) Tel. 011.96.24.951 10040 PIOBESI TORINESE (TO) [email protected] Consulenze nutrizionali in caso di · · · · Alimentazione sregolata Sovrappeso Gravidanza e allattamento Allergie e intolleranze · · · · Obesità Diabete Ipertensione Patologie del tratto digerente DOMENICA E FESTIVI CHIUSI IL VINOVESE 25 mezzi di trasporto). Lo dice chiaramente Luca: non erat eis locus in diversorio: per loro non c’era posto nel diversorio. L’elenco dei vari alberghi, locande ed osterie, è ripetitivo: ma che cosa non è ripetitivo nei presepi, in cui si vede un fabbro che nel cuore della notte picchia infaticabilmente senza sosta sull’incudine, oppure un fornaio che sforna pani in continuazione in mezzo ad un prato, o una massaia che, noncurante dell’ora, lava, a non finire, i suoi panni al buio, e via di questo passo? Si tratta di un presepio immaginario senza statuette ma descritto con parole poetiche. Però questa non è monotonia, ma semplice fantasia, falsamente ingenua, proprio di questa e di altre poesie gozzaniane, che sono invece arte finissima e consumata di un letterato formatosi sui testi di Carducci e di D’Annunzio. Nel bel mezzo di questo racconto di peregrinazioni tra un albergo e l’altro (ma Gozzano che abitualmente abitava a Torino, ma che ben conosceva la vita dei villaggi, perché passava le estati in campagna ad Agliè, continua a chiamarli osterie), tra lo scandire puntuale delle ore proveniente dal campanile, la scena muta improvvisamente e il villaggio rustico di Betlemme diventa una cittadina ridente, con un lussuoso albergo, (quello che nei presepi reali è un grande palazzo tutto illuminato, sempre collocato su un’altura dominante il resto del panorama), dotato di elegante ballatoio, su cui si affollano, tra grandi luci, ricchi turisti 26 IL VINOVESE LA NOTTE SANTA - Consolati, Maria, del tuo pellegrinare! Siam giunti. Ecco Betlemme ornata di trofei. Presso quell’osteria potremo riposare, ché troppo stanco sono e troppo stanca sei. - ll campanile scocca lentamente le sei. - Avete un po’ di posto, o voi del Caval Grigio? Un po’ di posto per me e per Giuseppe? - Signori, ce ne duole: è notte di prodigio; son troppi i forestieri; le stanze ho piene zeppe - Il campanile scocca lentamente le sette. - Oste del Moro, avete un rifugio per noi? Mia moglie più non regge ed io son così rotto! - Tutto l’albergo ho pieno, soppalchi e ballatoi: Tentate al Cervo Bianco, quell’osteria più sotto. - Il campanile scocca lentamente le otto. - O voi del Cervo Bianco, un sottoscala almeno avete per dormire? Non ci mandate altrove! - S’attende la cometa. Tutto l’albergo ho pieno d’astronomi e di dotti, qui giunti d’ogni dove. - Il campanile scocca lentamente le nove. - Ostessa dei Tre Merli, pietà d’una sorella! Pensate in quale stato e quanta strada feci! - Ma fin sui tetti ho gente: attendono la stella. Son negromanti, magi persiani, egizi, greci… - Il campanile scocca lentamente le dieci. - Oste di Cesarea… – Un vecchio falegname? Albergarlo? Sua moglie? Albergarli per niente? L’albergo è tutto pieno di cavalieri e dame non amo la miscela dell’alta e bassa gente. - Il campanile scocca le undici lentamente. La neve! – ecco una stalla! – Avrà posto per due? – Che freddo! – Siamo a sosta – Ma quanta neve, quanta! Un po’ ci scalderanno quell’asino e quel bue… Maria già trascolora, divinamente affranta… - Il campanile scocca la Mezzanotte Santa. Alleluia, alleluia, è nato il sovrano Bambino! La notte che già fu sì buia risplende di un astro divino! curiosi e uomini di scienza di ogni nazionalità, con gli occhi puntati verso il cielo per vedere o studiare il fenomeno della cometa. In questo scenario di mondanità stile liberty il poeta insinua molto accortamente, la spiegazione dei trofei, di cui ha parlato nell’apertura della poesia: Ma fin sui tetti ho gente: attendono la stella - Son negromanti, magi, persiani, egizi, greci - L’albergo è tutto pieno di cavalieri e dame (dame che naturalmente dobbiamo immaginare con i vestiti sgargianti e gli orribili cappelli della bella epoque, l’epoca in cui il poeta scrive). Finalmente, come nei presepi reali, arrivano la neve, l’asino, ed il bue, particolari che nel racconto di Luca mancano del tutto. Poi la conclusione con una frase raffinatamente letteraria: Maria già trascolora divinamente affranta, e subito dopo il ritorno al tono dimesso del campanile che scocca la Mezzanotte Santa e lo squillo di gioia finale: Alleluia, alleluia, – è nato il sovrano Bambino!. – La notte che già fu si buia – risplende di un astro divino. Il tutto come nei presepi reali, quando lo scenario si apre e si presenta ai nostri occhi nella fase di piena illuminazione. Lodovico Griffa Magìa del presepe Mentre state sfogliando questo numero de “Il Vinovese”, nella Chiesa dei “Batù”, prosegue l’esposizione dei presepi. Quest’anno vogliamo chiedervi, se possibile, di rivolgere ai presepi un’attenzione in più: osservateli con riguardo e, se ne avrete il tempo, tornate una seconda volta, magari nei giorni meno affollati e soffermatevi sui particolari. Bruno Cavallaro si racconta ... e ci racconta... La grinta e lo spirito sportivo di un dinamico ottantenne Nato a Bosaro (Rovigo) il 6 ottobre 1936, Bruno ha raggiunto il Piemonte per la prima volta durante l’alluvione che ha colpito il Polesine nel 1951. Dopo una permanenza di circa cinque mesi nella nostra regione è tornato al paese natio per terminare gli studi di avviamento al lavoro. Nell’autunno del 1956 è tornato per la seconda volta in Piemonte, in questo caso per una gita di piacere e per far visita a parenti. All’epoca Bruno era in attesa di essere assunto nella campagna saccarifera, ma grazie a un caro cugino, che si è attivato per dargli una mano, in pochi giorni ha trovato occupazione in una fabbrica torinese. Così, nel giro di qualche settimana, si è trasferito con tutti i suoi bagagli, in Piemonte. Grande appassionato di sport, fin da ragazzino si è dedicato al gioco del calcio. A 14 anni partecipava ai tornei con la squadra dello “Schiesano” , mentre una volta presa residenza a Torino è entrato a far parte del “Vanchiglia” con il quale, tra un palleggio e l’altro, è rimasto fino all’età di 32 anni. Smessa l’attività sportiva e messi su un paio di chili, ha sentito il bisogno di rimettersi in forma, lasciandosi alle spalle la vita sedentaria, che proprio non gli si addiceva. Consigliato dall’amico “Leno” (Professore ISEF), si è avvicinato al nuoto; trascorsi 5-6 mesi e apprese le tecniche fondamentali, ancora una volta spronato dall’amico, è stato invogliato a prendere il brevetto di insegnante. Una volta ottenuta l’abilitazione, pur continuando a lavorare in fab- Bruno Cavallaro in sella alla sua bicicletta in partenza per i viaggi in giro per l'Italia. NAFTA - GASOLII da riscaldamento e autotrazione COMBUSTIBILI Eredi ferrero c. Deposito e Uffici: Via Sestriere 41/7 VINOVO - Garino (TO) Tel. 011 9 651 443 brica, si è lanciato in questa nuova esperienza, dando lezioni serali. Dopo un periodo di rodaggio in alcune piscine del circondario, si è stabilito alle Pleiadi di Moncalieri. Andato in pensione a 51 anni, avendo più tempo a disposizione, oltre all’insegnamento ha accettato l’incarico di capo vasca. Questo impegno, che lo vedeva all’opera già di prima mattina, comprende tutt’oggi il controllo delle acque e richiede una specifica conoscenza sia dal punto di vista degli impianti sia da quello igienico-sanitario. Nell’ultimo periodo di permanenza alle Pleiadi, in seguito ad un cambio ai vertici della proprietà, l’impianto sportivo subì migliorie e ampliamenti per quanto riguarda i campi da tennis a scapito della piscina, che sembrava passare in secondo piano. Rilevando delle anomalie durante il controllo dell’acqua e vedendo che non venivano presi provvedimenti, Bruno, essendo comunque responsabile della firma degli appositi registri, decise di gettare la spugna e si licenziò, mettendo la parola fine ad un impegno durato oltre un ventennio. Dopo questa lunga esperienza si è concesso tre anni di completo riposo. Fino a che un bel giorno il figlio Valter, anche lui allenatore di nuoto, lo ha convinto a dare una mano, almeno qualche ora al mattino, per seguire i bambini al Centro Nuoto Torino. Di lì a poco, il part-time è diventato tempo pieno, infatti anche nel pomeriggio Bruno si fermava in piscina per seguire i corsi per anziani…e giorno dopo giorno, so- no trascorsi altri dieci anni. Ammalatosi di tumore al fegato nel 2009, ha trascorso un anno di convalescenza al termine del quale ha ripreso servizio presso il Centro Nuoto nelle ore serali, per un altro biennio. Purtroppo nel 2011 il male è tornato a farsi sentire, tanto che è stato necessario sottoporsi a un nuovo intervento. Bruno ha affrontato la malattia prendendola di petto; fin da subito ha esternato a tutti, parenti e amici, il suo problema, convinto che parlandone, avrebbe letteralmente “sbattuto fuori il brutto male”, come egli stesso ama sottolineare, pur essendo consapevole che il tumore al fegato è meno invasivo di altri. Riprese le forze e sentendosi bene fisicamente, con l’approvazione del suo medico curante, ha ripreso ad andare in bicicletta, sua altra grande passione. Già nel 1983 aveva percorso, con il figlio secondogenito Diego, un tragitto di tre giorni da Diano Marina a Padova, passando per il passo delle Cento Croci, in Liguria. Dopo la malattia ha ripreso ad allenarsi, fino a percorrere 3-4 mila chilometri ogni anno. Da allora, ogni estate, messa a punto la bicicletta, firmata “Castagnone” e indossati i panni del ciclista, raggiunge da solo il suo paese natale. Durante questi trasferimenti, articolati in tre tappe, non ha mai dovuto affrontare nessun genere di difficoltà, salvo il dover prestare particolare attenzione sulla statale Cremona-Mantova, molto trafficata da autovetture e mezzi pesanti. Giunto a destinazione trova ad attenderlo l’amico d’infanzia “Crescentino” con il quale condivide la grande passione per lo sport. Trascorsi presso di lui alcuni giorni e scambiate due “ciacole”, riposato nel fisico e rigenerato nello spirito, Bruno si appresta ad affrontare il viaggio di ritorno, in attesa della prossima volta. mgb MACELLERIA B RGO DEL Da Francesco Qualità e Cortesia VINOVO - Via G. Cottolengo 1/C - Tel. 0119 931 285 Ferramenta - Colori di Negro Giovanni Costruzioni - manutenzioni - ristrutturazioni Sede Legale: Via Cottolengo 96/2 10048 Vinovo (Torino) Tel./Fax 011 9 652 205 e-mail [email protected] Cod. Fisc. / P. iva 10059820018 Via Cottolengo, 66 10048 VINOVO (TO) Tel./Fax 011 9 624 061 Cell. 338 9 301 955 E-mail: [email protected] IL VINOVESE 27 La rosa canina protagonista contro le malattie da raffreddamento Confettura di rose 300 g di petali di rosa, 300 g di gelatina di mele, 600 g di zucchero, 1 limone. Mettere i petali in una casseruola con il succo del limone ben coperti d’acqua. Far cuocere per pochi minuti e frullare. Pesare il composto ottenuto, calcolare un egual peso di gelatina di mele e mescolare gli ingredienti. In un’altra casseruola versare ½ litro di acqua e unire lo zucchero facendolo sciogliere a fiamma bassa. Dopodiché fate bollire lo sciroppo, unire il composto di petali e la gelatina di mele. Mescolare e bollire per 10 minuti. Lidia Magliano Bosco NATALE Si vedono le prime luci per strada. La gente nel giorno dell’Immacolata addobba alberi, presepi e la loro casa. Restando insieme attorno al focolare, si sentiranno di volere bene e amare. Ci sembrarà un presupposto normale, adorare con gioia il giorno del Natale. Coccolando la famiglia e immaginare... Un mondo traboccante di serenità, senza lotte di guerra, odio e rancore, escludendo la fame, morte e dolore. Cercando nel profondo del nostro cuore quella vera sensazione avida d’amore che cio eleverà esplodendo di felicità. Giovanni Teti Rivalta (TO) Hanno festeggiato il Santo di Assisi Pianta ad arbusto suffruticoso a foglie caduche di altezza variabile. Era nota già all’età della pietra. Il nome deriva da quello che si riteneva fosse l’uso fondamentale come rimedio contro la rabbia dei cani! In generale è considerata un antidoto contro le malattie da raffreddamento. La leggenda dice che in Germania si usi mangiare un cinorrodo la notte di capodanno per essere immunizzati contro le infezioni. E’ di una bellezza semplice e schiva, quasi il brutto anatroccolo della famiglia delle Rosacee. Non ha infatti né la bellezza, né il profumo delle altre rose, ma con notevoli proprietà salutari e cosmetiche. Ottima la tisana di cinorrodi con radice di zenzero per tosse, raffreddore ed influenza. Il Gruppo Alpini di Candiolo, con i famigliari, amici e parenti, ritratti CLERICO MARCO MANUTENZIONE davanti alla Basilica Superiore di Assisi il 4 ottobre, in ricorren- za della festa di S. Francesco, Patrono d'Italia. Servizi per la sicurezza industriale ESTINTORI Via G. Cottolengo, 28 - 10048 VINOVO (TO) - Tel. 333.375.37.12 C.F. CLR MRC 85A16 B791K 28 IL VINOVESE Un povero frate la cui carità ebbe modo di risplendere agli occhi di tutti Umiltà, carità, altruismo sono le doti di San Diego San Diego rappresentò la speranza anche per chi non aveva nulla, né beni materiali né doti intellettuali, in compenso possedeva una grande umiltà. Pronto a rendere qualunque servizio al prossimo è ricordato per la sua infinita bontà. Nacque in Andalusia intorno al 1400; da giovane condusse una vita solitaria nei pressi del paese nativo, forgiando con le proprie mani piccoli oggetti di uso domestico che scambiava con pezze da rattoppare e trasformare in capi di vestiario. Per nutrirsi gli bastavano i prodotti del suo piccolo orto. Raccoltosi in meditazione e preghiera finì per attirare intorno a sé molti donatori per sottrarsi ai quali si rifugiò presso Cordoba, sotto la regola dei francescani di Arizafe, dove compì il noviziato come fratello laico. Nel 1441 venne inviato come missionario nelle isole Canarie. Diego lavorò con zelo e obbedienza tanto che solo dopo pochi anni gli fu affidata la carica di “Guardiano”, ossia di superiore, nonostante la sua figura di laico. La sua predicazione parve dare molto fastidio ai colonizzatori, che tenevano gli indigeni nella condizione di schiavi. Nel 1449 tornò in Spagna e nel mese di maggio dell’anno successivo giunse a Roma per il Giubileo e per la canonizzazione di Bernardino da Siena. A causa di una grave epidemia di peste, Diego posticipò la data del ritorno per assistere gli ammalati, unendo la carità ai doni carismatici di cui era dotato. La peste, oltre a bloccare l’afflusso di pellegrini, provocò un fuggifuggi tra i vertici ecclesiastici. Diego però non fuggì, al contrario si prodigò per alleviare le pene dei confratelli appestati e si adoperò con tanta dedizione per organizzare la distribuzione di viveri tra gli ammalati e i poveri della città. Tornato poi in Spagna, continuò a svolgere il suo servizio in varie comunità, l’ultima delle quali nel convento di Alcalà de Henares, presso Madrid ove si spense il 12 novembre 1463. San Diego in un dipinto di Francisco de Zurbaràn Fu canonizzato da papa Sisto V nel 1588, per intercessione di Filippo II di Spagna. San Diego d’Alcalà è uno dei Santi più popolari della Spagna e delle Americhe, dove portano il suo nome fiumi, baie, canali e varie città. Viene rappresentato nelle vesti di un umile converso francescano, con saio di panno tessuto in modo grossolano (tipico di alcuni ordini religiosi), cordone e chiavi, per indicare le sue mansioni nel convento. L'umile e obbediente Diego, trattandosi di far del bene alla povera gente, non esitava a privarsi del suo stesso pane per portarlo di nascosto a qualche mendicante. Nelle immagini popolari, frequenti nelle chiese francescane spagnole, viene spesso ricordato il prodigio secondo il quale Dio, gradendo la sua benevolenza nei confronti dei più bisognosi, lo ricambiò facendogli trovare un panierino colmo di rose. In Italia è protettore di Canicattì. Secondo una leggenda popolare, si narra di una statua di San Diego portata in viaggio verso Caltanissetta, su un carro trainato da buoi. Gli uomini alla guida del carro, sopraffatti dalla sete, si fermarono per dissetarsi ad una sorgente, apparsa miracolosamente ai loro occhi (quella che ora si chiama “Fontana dello stretto o Fontana di San Diego, all’altezza dello stretto di Naro). Giunti nei pressi di Canicattì, i buoi sarebbero caduti in ginocchio dinanzi alla chiesa di San Sebastiano, senza volersi più rialzare; questo fatto venne interpretato come fosse volontà di San Diego restare in quella chiesa, di cui ora è il titolare, e in quella città, di cui è diventato il protettore. In realtà il culto del Santo fu principalmente diffuso grazie al fervore e alla devozione dei frati minori osservanti, suoi confratelli; l’entusiasmo del popolo fu tale da accendere la fantasia e far nascere Marmi - Pietre Graniti - Onici Lavorazioni edili e funerarie Progettazione d’Interni Arredamento Imberti geom. Antonio Erbe - Spezie Mieli Cosmetica naturale Via S. Bartolomeo, 6 Tel. 011 9 652 984 VINOVO (TO) Viale Rimembranza, 23 10142 NICHELINO (TO) Tel. +39 011 680 95 16 Fax +39 011 627 28 13 www.imbertimarmi.com [email protected] P.I. 06262740019 IL VINOVESE 29 leggende e detti sulla sua figura. A lui si rivolsero i canicattinesi nel terremoto del 1693. In tale calamità Catania fu distrutta e una larga parte della Sicilia gravemente danneggiata ma Canicattì rimase illesa e gridò al miracolo. Il suo nome si era diffuso tra la gente e a tanti bambini veniva imposto al battesimo. Lo aveva assunto anche la confraternita di San Sebastiano, denominandosi Confraternita dei Santi Sebastiano e Diego. Nella metà del Seicento si celebrava una festa solenne e venne istituita la “fiera franca di San Diego glorioso”, una fiera di nove giorni durante la quale nessun mercante doveva pagare gabelle a parte la tassa di posteggio, da versare alla Confraternita a beneficio della chiesa. Nel 1825 il Comune si accaparrò questa tassa e la fiera fu ridotta a cinque giorni, finché nel 1860 non scese a tre. Vi si praticava il commercio di tanti prodotti tipici dell’artigianato siciliano. Poco distante si teneva invece l’animata fiera del bestiame. Anticamente gli organizzatori della festa erano i mugnai, con il concorso del popolo, perché tutti erano devoti al Santo e fiduciosi nella sua protezione contro ogni flagello. Un tempo, la sera della vigilia della festa, durante i Vespri, si poneva su un tavolo, all’ingresso della chiesa, una statuetta di San Diego, davanti alla quale venivano accesi piccoli falò, mentre lanterne di carta colorata venivano appesi al campanile, alla facciata della chiesa, ai rami degli alberi, alle finestre e alle porte delle case circostanti. Il giorno della festa poi, tra tanta folla, si svolgevano spettacoli, giochi vari, tornei, giostre e corse di cavalli. La fiera di San Diego divenne una delle più attese e più grandi della Sicilia e fu fissata nell’ultima domenica di agosto, al fine di favorire le attività socio-economiche, invece che a novembre, mese in cui cade la ricorrenza onomastica. L’evento, un tempo tanto ricco di folklore, oggi è notevolmente ridotto anche se un comitato organizzativo si sta adoperando per ripristinare, almeno in parte, l’antico splendore. Maria Grazia Brusco LA FONTAN-A DË STICH-BËRLICH Pen-a fòra dle meison ëd Val Nos longh la carzà ch’a pòrta a la rivera it treuve un pòst dròlo, motobin fros un gërpass, butà sna nèira rochera. E pròpe belelì stermà ‘nt le frasche a cantërla na fontan-a raminga che la stòria a gropa s-ciass a le masche a cola ombra, seiran-a e guardinga Cola ombra che da sempe a viroja quand la lun-a a lus al cel ëd campagna e j’arson dantorn a smijo na lagna... Gnun sa deje stòria a col son ëd froja ch’a miton-a pian, longh dë sta baragna. Peui sta masca as na va, con soa cavagna... Fabrizio Livio Pignatelli Torino TOP MOTOR di D’Urzo Basilio “Da trent’anni con voi con la passione di sempre” AUTORIPARAZIONI CENTRO REVISIONI AUTOVEICOLI MOTO E CICLOMOTORI AUTORIZZATO Presa e consegna a domicilio del vostro veicolo Via La Loggia, 49-51 VINOVO (TO) - Tel./Fax 011 965 13 67 e-mail: [email protected] 30 IL VINOVESE Gila Stefano: il ricordo di un grande nonno Il 7 ottobre 2016 il nostro caro nonno Stefano ci ha lasciati portandosi dietro un grosso pezzo del nostro cuore… Nonno fin da piccole ci ha sempre raccontato tutte le tradizioni di Vinovo, suo paese di nascita. In particolare teneva molto alla storia del Santuario di San Desiderio, in quanto in periodo di guerra, rifugiandosi all’interno della Chiesa, rimase illeso dai ripetuti bombardamenti. Infatti, in memoria di quel episodio, nonno ha sempre detto che gli avrebbe fatto piacere ricevere la sua ultima funzione religiosa proprio al Santuario…e così è stato. Nonno era anche un cantante “Doc”, le sue corde vocali hanno risuonato per parecchi anni dalla Parrocchia di San Bartolomeo alla Cappella di San Rocco, situata nel suo borgo d’appartenenza. “Steü”, così veniva chiamato dai suoi conoscenti, era un grande lavoratore, portato per il giardinaggio, per l’orticoltura, per la produzione del vino e per i lavori edili; a dimostrazione di questo fu uno dei tanti che andò ad aiutare i muratori nella manutenzione dell’Asilo di Vinovo. Era un nonno che dava tutto se stesso per le proprie nipoti…cercava sempre di essere presente nelle nostre vite, nelle nostre attività scolastiche e lavorative. Con questo ricordo ci auguriamo che da lassù, insieme alla cara nonna Lena, vegli sempre su di noi e su tutta la nostra famiglia. Grazie di tutto Nonno… un abbraccio dalle tue nipoti Michela e Stefania Il valore del fagiolo nella cucina povera Originario dell’America centrale, in Italia non esiste allo stato spontaneo. Si semina in primavera, si usano i baccelli e i semi. Si racconta che quando nel 1533 Caterina de’ Medici si sposò con Enrico II di Francia, il fratello di lei regalò alla coppia reale dei fagioli. Può sembrare una cosa bizzarra, ma all’epoca il fagiolo era realmente una rarità. Quando iniziarono a studiare il legume, scoprirono le proprietà diuretiche del baccello. I fagioli legarono il loro nome alla cucina povera e contadina, questo in virtù del loro valore energetico; infatti possono sostituire carne e pane e per questo sono chiamati “carne dei poverelli”. Conviene mangiarli ancora freschi o al massimo dopo un anno dal raccolto. E’ bene cuocerli a lungo, magari con bicarbonato di sodio nell’acqua di cottura oppure con salvia, rosmarino, finocchio, prezzemolo che agiscono contro la fermentazione. Onestà, rispetto, puntualità, esperienza, riservatezza e professionalità sono le garanzie dei servizi funebri svolti dall’Agenzia “S. Bartolomeo” di Anna Maria Celano e Domenica Dileo con sede in Via Cottolengo, 58/1 tel.: 011 9 623 936 - 348 9 304 299 - 349 8 326 659 Si effettuano cerimonie funebri di tipo economico, classico e di prestigio. Il servizio funebre viene concordato con i famigliari dando la possibilità di scegliere e di affrontare la spesa più adatta alle loro esigenze. I prodotti ed i materiali usati sono tutti rigorosamente italiani. Crema di fagioli 300 g di fagioli (se secchi metterli a bagno), 4 fette di pancarrè, 3 tazze di brodo, 1 bicchiere di latte, 1 ciuffo di prezzemolo, 2 filetti di acciuga, 4 cucchiai di olio, sale, pepe. Cuocere i fagioli per 40 min. circa, tagliare il pancarrè e farlo rosolare nell’olio dove si sono fatte sciogliere i filetti di acciuga. Passare al passaverdure i fagioli, regolare di sale e pepe. Quindi diluire il purè ottenuto con il latte, aggiungere il brodo, cospargere di prezzemolo tritato e far bollire per 5 minuti. Servire con i crostini. Lidia Magliano Bosco La donna più longeva di Vinovo e dintorni Leva del 1936, il ricordo Due belle fotografie della leva del 1936. La prima nei giorni della visita medica, avvenuta nel lontano febbraio del 1956 del secolo scorso; la seconda è stata invece Il 19 novembre la sig.ra Maria Burzio Navone ha raggiunto la bella età di 105 anni. Per festeggiare solennemente questo importante traguardo, è stata celebrata, presso la sua abitazione, una S. Messa di ringraziamento, officiata dal nostro Prevosto Don Enrico. Al termine della funzione una bella e golosa torta ha deliziato il palato di amici e parenti presenti al compleanno. La cara Maria, che ha conservato una buona lucidità, negli ultimi tempi, ha recuperato in parte l’uso della parola; questo piccolo miglioramento riempie di gioia la figlia Maria Rita, che da sempre l’assiste con amore e dedizione. scattata il 23 ottobre del 2016 durante i festeggiamenti per gli 80 anni dopo la S. Messa per vivi e i defunti della leva e il rituale pranzo a Piobesi Torinese. È NATA UNA PIANTA È nata una semplice pianta, spunta al di sopra del cemento. È stato sufficiente un sussulto, un tiepido e consistente lamento un artefatto avvolto sentimento si è aperto vicino al suo virgulto. Sono state due gocce di rugiada, lacrime scaldate dai raggi di sole, con un sorpreso, bianco stupore, è nato un sensibile amore. ONORANZE FUNEBRI Fondata da Servidio Nicola opera su tutto il territorio nazionale. Tuttora la moglie Annamaria Celano, con la socia Domenica Dileo in collaborazione con Roberto Sciarrino gestiscono I principi di grande moralità garantiscono un servizio in modo esemplare di assoluta correttezza verso la propria clientela. l’agenzia sita in Disponiamo di auto funebre di ultima generazione, Vinovo via Cottolengo 58/1, di un locale per l’esposizione dei feretri. garantendo sempre Offriamo la nostra professionalità per il disbrigo di tutte le pratiche. il massimo della Svolgiamo funerali completi dalla vestizione della salma alla foto ceramica. sensibilità e umanità di cui sono capaci. Dal 2010 siamo l’unica agenzia a svolgere Funerali Comunali e recupero S. BARTOLOMEO delle salme su tutto il territorio vinovese Giovanni Teti Rivalta (TO) S. Bartolomeo Cerimonie di estremo saluto Vinovo via Cottolengo 58/1 I nostri recapiti telefonici 24 ore su 24 Ufficio: Tel. 011 9623936 Cellulari: 348 9304299 349 8326659 [email protected] IL VINOVESE 31 CI HANNO LAsciati... Il 27 ottobre è mancato all’età di 100 anni Giacomo Colletti. Era nato a Burgio, in provincia di Agrigento, il 26 febbraio 1916. Aveva festeggiato con gioia il raggiungimento di questo importante traguardo, circondato dall’affetto dei suoi famigliari, con la partecipazione dell’Amministrazione Comunale. Anche la Famija Vinovéisa aveva voluto esprimergli gli auguri più sinceri, raccontando i trascorsi della sua lunga vita in un articolo a lui dedicato e pubblicato nel mese di giugno. Giacomo, indebolito nel fisico, Giacomo Colletti pur non avendo patologie particolari, in questi ultimi mesi si è spento pian piano. La sua scomparsa ha lasciato un grande vuoto ai suoi figli, che lo hanno sempre accudito con amore. Tutti i suoi famigliari ringraziano di cuore quanti hanno reso onore alla memoria del loro caro papà. Il 31 ottobre è mancata Molinario Primina, di anni 94, nata a Vidracco, nel Canavese, il 19 luglio 1922. A 14 anni si era trasferita a Vinovo perchè la mamma, aveva trovato occupazione come portinaia al Molino locale. Fin da subito ha stretto numerose amicizie ed è stata entusiasta del nostro paese, perché a confronto con il suo paesello natale, nonostante amasse definirlo il “Bel Canavese”, era già a quei tempi più allegro e vitale, con il mercato settimanale, la festa Patronale e il ballo in piazza. Appena arrivata, ha iniziato a lavorare presso lo jutificio Primina Molinario sito nel Castello comunale. A Vinovo ha conosciuto Chiaffredo Peretti e dopo il fidanzamento ha coronato il suo sogno d’amore convolando a giuste nozze. Insieme hanno condiviso una lunga vita, rallegrandosi delle gioie semplici e genuine nell’amore della propria famiglia. Dopo la nascita della figlia Anna ha smesso di lavorare per dedicare tutta se stessa ai suoi cari. Ha cresciuto i nipoti, Simone e Claudia, con impegno e dedizione ed ha accolto con immensa gioia la nascita dei bisnipoti Camilla e Lorenzo. Era legata alla sorella Fosca, tanto da poterle definire “inseparabili”; con lei, per molti anni, ha trascorso molte ore della giornata, chiacchierando, sostenendosi reciprocamente e dedicandosi al cucito la grande passione, che ha saputo destarle interesse fino alla fine dei suoi giorni. Si è spenta così come è vissuta: serenamente nella sua casa. Gli Alpini Vinovesi augurano ai loro concittadini Buon Natale e un festoso e appagante 2017 Tipica cucina piemontese Pranzi e cene a tema con musica Battesimi, comunioni, cresime, compleanni, anniversari, riunioni, e cene di lavoro. Alla fine del mese di ottobre è mancata Antonietta Ruffino di anni 92. Nata in una vecchia famiglia di Piobesi Torinese, era la prima di 5 figli. A 10 anni restò orfana di padre e quindi con la cara mamma dovette provvedere alla cura ed alla crescita degli altri fratelli. Nel 1947 venne il matrimonio con Giovanni Griffa di Vinovo dal quale ebbe poi due figli. Per parecchi anni fu impiegata alla FIAT di Torino. Lavoro che mantenne fino agli inizi degli anni 60 dopo di ché si dedicò ad aiutare il marito Antonietta Ruffino nell’attività di commercio di carni a Torino. Antonietta era molto conosciuta e benvoluta nella Comunità vinovese specialmente dal momento della pensione Negli ultimi anni era facile vederla con il gruppo delle sue care amiche. La Famija Vinovèisa porge sentite condoglianze ai figli, nuora e genero. Il 10 novembre è mancato presso l’ospedale di Moncalieri Claudio Ponte. Era nato a Palmanova, in provincia di Udine, da una Famiglia di piastrellisti, il 5 agosto 1939. All’età di 18 anni è venuto a Vinovo per lavoro. Nei momenti di pausa dal lavoro, quando andava a spasso con amici e colleghi, ha conosciuto Maria Peretti (nativa di Vinovo) che presto è diventata sua moglie. Si è sposato il 6 agosto del 1961; dal matrimonio sono nati quattro figli maschi. Appena sposato, Claudio, manteneva la famiglia lavorando alla FIAT: ferriere alti forni, per ben dieci anni. Claudio Ponte Successivamente, ha fondato la ditta Fratelli Ponte (ditta edile), per garantire lavoro e futuro ai suoi figli. È sempre stato un gran lavoratore, ha vissuto per il lavoro e la famiglia. Alla moglie, ai figli e a tutti i suoi cari le più sincere e sentite condoglianze. Lo scorso 8 novembre all’età di 84 anni è mancato presso la propria casa Maurizio Ferrero dal vecchio ceppo vinovese conosciuto come “Re cit” come peraltro era già conosciuto suo padre Giuseppe. Da giovane aveva fatto diversi lavori: contadino come tanti altri, muratore e poi nell’industria legname di Garis ed infine alla FIAT. Nel 1962 si era sposato con la cara Francesca originaria di Cuneo andando ad abitare prima alla Rocca e ultimamente in via Cottolengo. Mauro era persona buona, socievole e simpatica, molto conosciuta da tutto il vecchio ceppo vinoveMaurizio Ferrero se anche se da alcuni anni aveva limitato le uscite per il paese. La Famija Vinovéisa porge sincere condoglianze. La Famija Vinovèisa unitamente alla redazione de “Il Vinovese” porge le più sentite condoglianze alle famiglie dei defunti. Le nostre specialità: Agnolotti, gnocchi, tagliatelle, cannelloni Medialuna, carni scelte piemontesi. A richiesta: Gran bollito misto con bagnët verde Bagna càuda Fritto misto alla piemontese Selvaggine, anguille in carpione E gradita la prenotazione Strada Ronchi 38 - Vinovo (TO) Tel. 011 965 47 92 - cell. 340 498 26 00 www.agriturismomedialuna.it Editore: Famija Vinovèisa Onlus Presidente: Dino Sibona Direttore responsabile: Giovanni Ameglio Redazione: Gervasio Cambiano, Vera Miletto Scuero, Mario Bernardi, Maria Grazia Brusco, Giovanna Franchino, Angela Lanzetti Faule, Michelina Alessiato, Tersilla Sola, Rino Visconti, Marilena Benso. Progetto grafico: Giovanni Alessiato Fotocomposizione: Foehn s.n.c.Torino Stampa: Tipografia Artigiana Vinovese www.famijavinoveisa.it e-mail: [email protected] codice fiscale: 84517720011