scheda paese “stream” 2013-2015 libano

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scheda paese “stream” 2013-2015 libano
SCHEDA PAESE “STREAM” 2013-2015
LIBANO
1. Inquadramento e motivazioni principali della presenza della Cooperazione Italiana.
Con una crescita del PIL (39 miliardi di dollari nel 2010) di circa l'8% dal 2007 al 2010, il
Libano ha mostrato negli ultimi anni di essere uno dei paesi più attivi dell’area
mediorientale, con un livello inferiore di tale crescita registratosi solo nel 2011, in
coincidenza con l'aggravarsi della crisi finanziaria globale e con l'inizio del conflitto siriano.
In particolare, con il recente afflusso di oltre un milione di rifugiati siriani, si sta registrando
nel Paese un peggioramento della situazione socio-economica ben oltre gli effetti negativi
previsti a causa della crisi finanziaria. Secondo l'analisi dell’Economist Intelligence Unit, il
tasso di crescita dell’1,7% registrato nell'ultimo semestre del 2012 è stato nettamente
inferiore alle proiezioni di inizio anno che prevedevano una crescita di circa il 3%. La
Cooperazione Italiana allo Sviluppo mira pertanto a sostenere gli sforzi per la progressiva
stabilizzazione e sviluppo della vita socio-economica e politica del Paese, concentrandosi
sull’importante ruolo svolto dal settore privato in questo senso. Questo obiettivo
ambizioso, rappresenta chiaramente una delle principali ragioni che giustifica la prolungata
presenza italiana in Libano, anche in considerazione della comune volontà dei due paesi di
proseguire verso il miglioramento delle relazioni politiche, economiche e culturali.
L’Italia, mentre continua a mantenere un ruolo di primo piano all'interno della missione
UNIFIL, è il secondo partner commerciale del Libano, e il primo partner europeo. In tale
scenario, l’Italia vuole rafforzare anche i significativi legami culturali con il Libano,
promuovendo nel Paese la diffusione della lingua e della cultura italiana. Seguendo con
grande attenzione i progressi del Libano nel percorso verso la stabilizzazione interna e il
consolidamento delle istituzioni democratiche, dal 2006 l'Italia, con la firma di diversi
accordi di progetto riguardanti il Protocollo a crediti di aiuto 1997-1998 (valore
complessivo di oltre 130 milioni di euro), si è impegnata nel processo di riabilitazione e
ricostruzione delle infrastrutture primarie e dei servizi di base nel Paese.
Per confermare il crescente valore dell'impegno italiano, dal 2006 al 2009, sono stati
stipulati tre accordi quadro volti a disciplinare l'intervento italiano di riabilitazione delle
aree e delle infrastrutture colpite dal conflitto del 2006. Ben oltre l'impegno assunto nel
corso della Conferenza di Parigi nel gennaio 2007, l'Italia continua a promuovere la
ricostruzione/riabilitazione delle infrastrutture e dei servizi di base e il miglioramento delle
condizioni socio-economiche, con un contributo complessivo attuale di circa 185 milioni di
Euro.
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2. Altri donatori internazionali, coordinamento e opportunità di divisione del lavoro,
valutazioni congiunte (armonizzazione).
La Cooperazione Italiana allo Sviluppo agisce in stretto coordinamento con tutti i maggiori
donatori che operano in Libano (UE, OO.II., altre Cooperazioni).
Al fine di garantire l’armonizzazione della sua azione con gli altri donatori, la Cooperazione
Italiana allo Sviluppo è presente nei maggiori tavoli di coordinamento (Banca Mondiale,
Agenzie UN, UE) e, nel quadro di una progressiva applicazione del Codice di Condotta
europeo sulla Complementarietà e Divisione del Lavoro nella Politica di Sviluppo, assicura
la Presidenza del gruppo di lavoro europeo sull’Ambiente. La Cooperazione Italiana in
Libano è infatti il primo donatore europeo nel settore ambientale.
Sinergie sono state create con varie iniziative comunitarie, tra cui è opportuno menzionare
il progetto Finanza Municipale. Tale iniziativa infatti rappresenta la prima esperienza in
Libano di joint formulation nel settore dello sviluppo locale, in quanto frutto di
un’individuazione congiunta della Cooperazione Italiana con l'UE, in collaborazione con il
Ministero degli Interni libanese. Al bilancio complessivo dell'UE pari a 20 milioni di euro la
Cooperazione Italiana fornisce fondi aggiuntivi per circa 2 milioni di euro.
L’attività italiana è stata estesa anche all'analisi di nuovi meccanismi di finanziamento,
come l’European Neighborhood Investment Facility (NIF).
In ultimo si evidenzia che, con l'inizio della crisi siriana l'Italia sta rafforzando in Libano il
rapporto con varie agenzie delle Nazioni Unite (UNHCR, UNRWA, UNICEF, UNDP),
finanziando sul canale multilaterale iniziative per oltre 6,4 milioni di euro ed ulteriori
attività complementari dirette e indirette per circa 4,7 milioni di euro.
3. Altre espressioni del sistema della Cooperazione Italiana nel Paese (ONG, Università,
Autorità locali, settore privato) e strategie per il loro coinvolgimento.
La presenza italiana in Libano comprende diversi attori non governativi ed enti locali
italiani. Sono undici le ONG italiane che operano attualmente nel Paese sia nello sviluppo
promuovendo iniziative do sviluppo e realizzando progetti di emergenza umanitaria. In
passato, le tre fasi del Programma di Emergenza ROSS 2007-2009, hanno visto una
maggiore presenza delle ONG italiane (circa 30) ed il loro coinvolgimento in numerose
iniziative dal valore complessivo di circa 26 milioni di euro.
Tuttavia, oltre ai finanziamenti della DGCS, le ONG stanno dimostrando la capacità di
canalizzare fondi aggiuntivi provenienti sia da altri donatori internazionali, come l'Unione
europea ed i Paesi arabi, sia da organizzazioni del settore privato. Per quanto riguarda la
cooperazione decentrata, si regista in Libano un progressivo aumento delle interazioni di
collaborazione tra enti locali. Esempio di quanto detto sono la Provincia Autonoma di
Bolzano, coinvolta in vari progetti finanziati dalla Cooperazione Italiana nel campo delle
energie rinnovabili, o il Parco Nazionale d'Abruzzo e l'Autorità italiana Federparchi che in
collaborazione con la Riserva della Biosfera Shouf hanno realizzato un intervento volto ad
aumentare la capacità locale di prevenzione e gestione degli incendi e altri disastri naturali.
Nel prossimo futuro è previsto il coinvolgimento della Regione Toscana in ulteriori attività
di cooperazione. Anche le Università italiane sono attive nel paese, grazie alla realizzazione
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del progetto “Master per la Pace”. Due corsi in italiano sono stati istituiti presso la
Lebanese Univerisity e l'Università USEK di Kalisk. Anche Il settore privato italiano è
fortemente impegnato in iniziative di sviluppo in Libano. Alcune imprese private italiane,
infatti, sono contractor di progetti infrastrutturali gestiti dal Consiglio libanese per lo
Sviluppo e la Ricostruzione (CDR) e finanziati dal Governo italiano a credito di aiuto.
L'Italia, infine, continua a giocare un ruolo primario in Libano anche attraverso la sua
presenza militare in UNIFIL, attualmente guidato dal Gen. Paolo Serra. A tale proposito si
sottolinea che nel 2009 è stato istituito un tavolo di coordinamento civile e militare
(Ambasciata, UTL, ONG, cooperazione decentrata e unità CIMIC del nostro contingente in
ambito UNIFIL) per facilitare le attività di cooperazione e di assistenza alla popolazione
civile nelle aree di intervento UNIFIL.
4. Obiettivi generali della Cooperazione Italiana nel Paese, condivisione con le
controparti e coerenza con le linee guida internazionali sull’efficacia dell’aiuto.
La presenza in Libano della Cooperazione Italiana allo Sviluppo si caratterizza per due
maggiori canali di intervento: un’iniziativa di emergenza ed un consistente programma di
sviluppo.
Gli obiettivi sono quelli di fornire e, ove possibile, ricostruire e riabilitare i servizi di base
nel Paese e specialmente nelle aree recentemente colpite dal massiccio afflusso di
profughi siriani, e di promuovere lo sviluppo socio-economico in base alle esigenze e alla
strategie del Libano.
L’impegno italiano che si concentra nei settori prioritari individuati a livello nazionale
(l'ambiente, l'acqua/infrastrutture, lo sviluppo locale e il patrimonio culturale) è in linea
con la strategia libanese di riduzione della povertà.
Per il corrente esercizio finanziario 2014-2016 sono previsti circa 6 milioni di fondi
aggiuntivi nei seguenti settori: acqua/infrastrutture, ambiente, sviluppo locale, patrimonio
culturale (2014: 2 milioni di euro; 2015: 2 milioni di euro; 2016: 2 milioni di Euro). Per i
restanti settori di intervento (agricoltura e rifugiati), si prevede il completamento delle
attività attualmente in corso.
Al fine di garantire l'armonizzazione della sua azione con altri donatori, i finanziamenti
della Cooperazione Italiana allo Sviluppo tengono conto del lavoro dei tavoli di
coordinamento internazionali e locali (WB, agenzie UN, UE) e del Codice di Condotta
europeo sulla Complementarietà e Divisione del Lavoro nella Politica di Sviluppo.
5. Settori d’intervento e risultati attesi.
Infrastrutture / Acqua
Nel quadro dei due Protocolli di Assistenza Tecnica (1 Agosto 1997, 23 Aprile 1998) che
destinano per il Libano 132.6 milioni di euro a credito di aiuto e 6.1 milioni di euro a dono,
il governo Italiano finanzia numerosi progetti infrastrutturali nel paese.
Questi impegni sono stati successivamente rafforzati da quanto previsto nei due Accordi di
Recovery, Reconstruction and Reform firmati il 19 novembre 2007 e il 7 Ottobre 2008 e
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che impegnano rispettivamente 10 e 8,8 milioni di euro a dono. Recentemente, la
Cooperazione Italiana allo Sviluppo (attraverso il CDR, che è l'amministrazione
competente) ha aggiudicato l’appalto dal valore di 30 milioni di euro ad una ditta italiana,
per la costruzione dell’impianto di trattamento delle acque reflue nella provincia di Jbeil. A
breve è prevista l’apertura dei negoziati con la controparte libanese sui 75 milioni di euro a
credito di aiuto impegnati nella Conferenza di Parigi del 2007.
Nei prossimi tre anni, i circa 200.000 abitanti della città di Zahle e dintorni potranno
beneficiare di un sistema in grado di curare e pulire le acque reflue e circa 100.000 persone
che vivono nella provincia di Jbeil avranno accesso all'acqua potabile.
Ambiente
La Cooperazione Italiana allo Sviluppo in Libano è il primo donatore europeo nel settore
ambientale e partner di riferimento del Ministero dell’Ambiente libanese.
Presiede e coordina le attività del gruppo di lavoro europeo in tema ambientale e supporta
numerose agenzie internazionali. Dal 2006, l’Italia ha finanziato numerosi progetti
ambientali per un ammontare complessivo di circa 23 milioni di euro.
Queste le principali attività di intervento:
- Assistenza tecnica al Ministero dell'Ambiente ed altri enti;
- Gestione integrata dei rifiuti;
- Pianificazione territoriale sostenibile;
- Prevenzione degli incendi boschivi;
- Gestione e sviluppo delle aree protette;
- Risparmio energetico ed energie rinnovabili (l'organizzazione di corsi di formazione per
specialisti libanesi e l'installazione di sistemi di energia rinnovabile);
- Ricerca Marina.
La Cooperazione Italiana allo Sviluppo intende consolidare la sua posizione di donatore di
riferimento.
Nei prossimi anni si prevede il completamento a Baalbek della prima discarica controllata
del Paese che permetterà la raccolta dei rifiuti di circa 180.000 persone; la conclusione
degli studi batimetrici della costa libanese e l'installazione di 66 impianti solari termici negli
edifici di pubblica utilità che forniscono acqua calda per più di 6.000 beneficiari.
In ultimo, verrà fornita assistenza tecnica al Ministero dell’Ambiente nel quadro del
progetto Lebanon Environmental Pollution Abatement Project (LEPAP), finanziato dalla
Cooperazione Italiana per un ammontare di 2,3 milioni di euro.
Il progetto prevede la costituzione di una Project Management Unit, che sarà responsabile
della gestione e attuazione di un meccanismo di finanziamento (credito di aiuto della
Banca Mondiale, US $ 15 M) per l'abbattimento dell'inquinamento industriale di almeno 15
aziende libanesi. Un’iniziativa dal valore di 2 milioni di euro nel settore mini-hydro è in fase
di formulazione.
Decentramento / Sviluppo locale
I progetti della Cooperazione Italiana allo Sviluppo in Libano, nel settore del
decentramento/sviluppo locale contribuiscono a migliorare il quadro normativo e giuridico
a livello locale ed a rafforzare quindi le capacità delle municipalità affinché assumano
pienamente il loro mandato. A livello locale, la Cooperazione Italiana supporta il Ministero
degli Affari Sociali (MOSA) e le sue strutture decentrate, i Social Development Centers
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(SDC), tramite il rafforzamento delle capacità di fornitura di servizi sociali, paramedici e
psicosociali. Viene inoltre fornita assistenza tecnica per la gestione del Fondo di Sviluppo
Sociale gestito dal MOSA (valorizzazione delle procedure di monitoraggio e di valutazione
per un aumento le competenze del MOSA nella gestione di fondi pubblici).
Entro i prossimi due anni, si prevede che (i) circa 150 beneficiari diretti e 3.000 beneficiari
indiretti potranno beneficiare della strategia "Città amiche dei Bambini" e che (ii) il
aumento del 100% del numero di donne membri del Parlamento libanese.
In questo settore, la Cooperazione Italiana allo Sviluppo è particolarmente attiva anche
grazie all'iniziativa Finanza Municipale (2 milioni di euro), che permetterà il finanziamento,
tramite apposite call for proposal, di progetti a favore delle Unioni delle Municipalità e
delle piccole Municipalità libanesi. I beneficiari di tale iniziativa saranno circa 450.000
abitanti delle Unioni delle Municipalità (UoM) e 180.000 abitanti delle piccole municipalità
che ospitano un numero consistente di rifugiati siriani.
Patrimonio culturale
Donatore di riferimento nel settore del patrimonio culturale, insieme alla Banca Mondiale
ed alla Cooperazione Francese, l’Italia interviene con attività di conservazione, restauro e
valorizzazione dei più famosi e prestigiosi siti archeologici e storici del Libano e in due siti
inclusi nella lista UNESCO del Patrimonio Mondiale: Baalbeck e Tiro. Il recente piano
strategico prevede la valorizzazione del patrimonio culturale in una logica più ampia di che
comprende il turismo culturale e religioso. Nel campo specifico del restauro tecnico, l'Italia
è diventata il principale donatore in termini di assistenza tecnica alla Direzione Generale
delle Antichità (DGA) creando una solida partnership per la tutela del patrimonio culturale
e, con il Ministero del Turismo, per la valorizzazione dei siti culturali in una prospettiva
sostenibile. Un intervento di prestigio è stato realizzato presso il Museo Nazionale di Beirut
concernente il restauro degli affreschi romani della Tomba di Tiro. Con un contributo di
256 mila euro è stato possibile procedere con il completo restauro e la conservazione della
camera funeraria romana (circa 36mq di restauro superfici), fornendo sia un display
museografico adeguato per la tomba ospitata nel seminterrato del museo, sia campagne di
promozione per il Museo e una notevole pubblicazione delle opere realizzate. Queste
attività stanno incidendo positivamente sull'offerta culturale ed educativa del Museo, per i
circa 5000 visitatori mensili, e stanno diventando al tempo stesso un incentivo per molte
scuole che hanno iniziato ad includere il Museo Nazionale nei vari programmi di studio. Tra
i risultati attesi per il settore culturale che vede un impegno dell’Italia di 10,2 milioni di
euro a credito di aiuto (Programma CHUD) e 2,7 milioni di euro a dono, sono il
consolidamento, il restauro e la valorizzazione dei due siti monumentali di Baalbeck e Tiro;
il consolidamento e il restauro di due castelli crociati (Sidone e Chamaa) e la
riqualificazione e valorizzazione di un Caravanserraglio a Sidone. Si prevede inoltre il
restauro e il riutilizzo di uno storico edificio a Baalbeck, il restauro e la riqualificazione di un
mulino ottomano a Tripoli e la costruzione di capacità del turismo culturale e il settore del
turismo a Baalbeck. Recentemente è stata approvato un’iniziativa dal valore di 1,02 milioni
di euro per l’allestimento museografico della sala del basamento del Museo Nazionale di
Beirut. In ultimo, è in fase di formulazione un progetto per il potenziamento dell'offerta
turistica culturale a Baalbeck e Tiro come strumento per lo sviluppo e per garantire la
sostenibilità degli interventi nei siti culturali interessati dal programma CHUD .
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