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TACCUINI DI RESTAURO
di Giovanna DE PALMA
estratto da “KLAOHI ZIS, IL CULTO DI ZEUS A UGENTO”
edizioni Moscara, Cavallino 2002
presso l’Istituto Sperimentale dei Metalli Leggeri, che sottopose il reperto ad
una estesa campagna d’indagini metallografiche e radiografiche per determinare
lo stato di conservazione del metallo e la
natura dei fenomeni di corrosione.
La radiografia ha rilevato la presenza,
all’interno della statua, di un’anima
in terra refrattaria. La gammagrafia ha
permesso inoltre di rilevare l’estensione
delle fratture e la presenza di un tassello
sulla spalla destra. L’esistenza di giunture
in corrispondenza della testa, dei polsi e
dell’attacco dei piedi dimostrava che le
parti erano state fuse separatamente e
successivamente assemblate.
La lega impiegata per la realizzazione
della statua risultava di composizione
differente da quella del piedistallo. La
statua presenta infatti una lega ternaria
composta da rame, stagno ed una bassa
percentuale di piombo, il basamento al
contrario contiene un’ alta percentuale di
piombo con tracce sensibili di antimonio
e bismuto.
Dopo la pulitura, eseguita meccanicamente e con successivi lavaggi in acqua
distillata, la statua fu sottoposta ad ess-
La statua bronzea fu rinvenuta nel 1961
ad Ugento. La mano sinistra venne recuperata solo in un secondo tempo tra il
materiale di scarico.
Numerose lesioni e fratture interessavano i piedi e le gambe mentre tutta la
superficie del Bronzo, ricoperta da incrostazioni calcaree, presentava diffuse
alterazioni dovute a fenomeni di corrosione. Erano inoltre presenti efflorescenze di ossidi di ferro. Subito dopo il
rinvenimento la statua fu sottoposta ad
un restauro piuttosto grossolano, consistito principalmente nella saldatura con
stucco delle fratture delle gambe e nel
riposizionamento della mano sinistra,
spezzata all’altezza del polso.
La statua fu consegnata all’Istituto Centrale per il Restauro nel 1963. la prima
fase dell’intervento riguardò la pulitura
della superficie del bronzo dagli ossidi e
dai sali che la obliteravano.
La presenza di ossidi di ferro suggerì la
massima cautela nell’intervento e la necessita di accertare la natura dell’animo
di sostegno interna per valutare le modalità di prosecuzione dell’intervento.
Lo Zeus fu quindi trasferito a Novara,
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sia in funzione dell’operazione conservativa che della conoscenza delle tecniche
di fusione antiche.
iccazione ed impregnazione sottovuoto
con una resina acrilica.
All’interno venne inserito un supporto
realizzato con delle sbarre di una lega
metallica inerte; per il passaggio delle
sbarre furono sfruttati i fori praticati in
antico nella pianta dei piedi.
La statua venne restituita al museo di
Taranto, al termine del restauro nel settembre 1969.
In questo restauro, di fondamentale importanza nello sviluppo dei moderni
criteri d’intervento su i metalli antichi,
furono messe in opera le più importanti
tecniche di diagnostica e caratterizzazione dei materiali disponibili all’epoca
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“KLAOHI ZIS, IL CULTO DI ZEUS A UGENTO”
dalla storia della scoperta alla musealizzazione
L’evento dell’esposizione dello Zeus
stilita di Ugento ha riscosso, già
dall’inaugurazione, avvenuta nel 2002
presso le sale del museo civico di
Ugento, uno straordinario successo dovuto in primo luogo alla rilevanza storico ed artistica che il reperto ha e poi
all’eccezionale ritorno che dopo quaranta anni la statua ha fatto nel piccolo
centro salentino che nel 1961 ne vide la
scoperta.
A tali ragioni, arricchite dalla volontà
di diffondere la bellezza arcaica che il
pezzo risalente alla fine del VI secolo
a.C. emana, si deve la scelta di dare rilevanza nazionale ed internazionale alla
mostra che già nel titolo porta i caratteri
dell’originalità messapica: l’espressione
Klaohi Zis è infatti, una invocazione in
lingua messapica che significa Ascolta
o Zeus equivalente nella lingua latina
all’esclamazione Audi Juppiter.
• Il culto di Zeus nella civiltà dei Messapi
La prima parte della mostra intende ripercorrere le tappe fondamentali dell’abitato
ugentino fin dalla sua fondazione di età
messapica risalendo alle fasi salienti che
ne hanno fatto il caposaldo del controllo
e dell’amministrazione messapica del
sud Salento in epoca storica e poi centro cardine in età romana con il nome di
Uxentum.
Attraverso l’esposizione di reperti provenienti dai numerosi scavi realizzati nella
città e nel territorio e di pannelli didattici
correlati da grafici, disegni ricostruttivi
e fotografie si metteranno in evidenza i
passaggi precipui della crescita sociale,
urbanistica ed economica del centro.
La seconda parte sarà esclusivamente
dedicata all’esposizione della statua
bronzea dello Zeus stilita rinvenuta fortuitamente ad Ugento nel 1961. Giaceva all’interno di una buca chiusa da un
masso quadrangolare, che si capirà poi
essere il capitello che in antico la sosteneva, quando, durante lo scavo per le
L’evento si articola in tre sezioni dedicate rispettivamente a:
• Il contesto archeologico dell’antica
OIAN (la moderna Ugento)
• La statua dello Zeus di Ugento
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to: unica colonia magnogreca fondata in
Puglia, nel 706 a.C.
All’interno della sezione troveranno
posto alcuni pannelli che illustreranno l’affascinante storia della scoperta
del bronzo, le fasi della realizzazione
nell’antichità nonché un’illustrazione
completa delle varie fasi di cui è consistito l’intervento di restauro del reperto,
per cui si sono resi necessari dieci anni
presso l’Istituto Centrale del Restauro di
Roma.
fondamenta di una casa, gli operai la riportano alla luce.
Realizzata alla fine del VI secolo a.C.
con il metodo della fusione a cera persa,
è una delle pochissime statue in bronzo
giunte fino a noi.
Nei suoi 74 centimetri di altezza raccoglie l’atteggiamento fiero e sereno
del dio che, stringendo il fulmine nella
mano destra e l’aquila nella sinistra, si
presenta dall’alto di una colonna ai suoi
fedeli, coronato di alloro e di rosette; di
straordinaria bellezza è il volto, ricco
di particolari e di finezze artistiche, ingentilito dall’espressione di serenità che
l’artigiano, probabilmente di origine
tarantina, gli ha impresso.
La terza sezione mira a contestualizzare
la statuetta bronzea negli ambiti cultuali
messapici proponendo confronti tanto
con altre divinità indigene quanto con le
numerose rappresentazioni che lo Zeus
trova negli interessanti contesti della
Magna Grecia.
Si proporranno, pertanto alcune ricostruzioni degli spazi e dei luoghi di culto
prevalentemente cronologicamente riferibili al periodo arcaico realizzate sulla
base di rinvenimenti archeologici in siti
messapici: da Vaste a Cavallino, a Leuca
ad Oria.
Obiettivo fondamentale del tutto è quello
La leggera torsione del busto, l’estrema
attenzione ad ogni particolare fanno apparire eccezionale l’opera da qualsiasi
punto ci si fermi ad ammirarla.
Il pezzo, di valore e importanza inestimabili, costituisce l’esempio massimo
dei contatti e degli scambi culturali
che la civiltà Messapica, di cui Ugento
costituiva uno dei centri dominanti, intratteneva con la città laconica di Taran44
di realizzare una completa visuale
dell’universo che ruota intorno allo Zeus
di Ugento, incastonando ogni tassello che
ne compone la storia: dall’avvenimento
casuale e straordinario della scoperta
sino alla ricerca dei significati che hanno
portato gli abitanti della Ugento di 2500
anni fa ad affidare le loro suppliche e le
loro richieste, i loro bisogni e i loro desi-
deri più intimi a questo capolavoro della
bronzistica magnogreca.
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ALLESTIMENTO MOSTRA
Preparare, incuriosire e stupire: da qui
parte la nostra idea di progetto, far scoprire al visitatore la statua di Zeus accompagnandolo attraverso i luoghi, le
tradizioni della terra che lo ha riscoperto.
Entrando la percezione che si coglie non
è quella della usuale mostra di archeologia, ma l’invito è quello di attraversare
un “percorso del gusto” ricco di sapori,
profumi e colori.
Lo spazio è diviso in due ambienti: nel
primo il visitatore si prepara degustando i prodotti tipici del Salento (il vino,
l’olio); nel secondo si entra nell’area
dedicata alla mostra dove la curiosità
porta il visitatore a voler scoprire cosa
si nasconde dietro i pannelli illustrativi
che tracciano il percorso da seguire.
E infine lo stupore di scoprire la statua
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di Zeus, situata al centro della sala, e
volutamente nascosta fino alla fine del
percorso.
Qui il visitatore è invitato a sostare,
riposare e riflettere sulla grandezza di
Zeus e sulla terra che unisce arte, cultura
e tradizioni: il Salento.
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ebrate this founding in the best of all
ways giving a prize and the person that
has dedicated his whole life and work
for the research of the statue’s origins.
Why is it that an International prize in
archeology i dedicated to the Greek god
Zeus, in the heart of Salento? Who is familiar with Ugento and its land, would
sense the reason immediately. Klaohi
Zis is the myth of Zeus brought into
the light in this part of Salento with a
Bronze sculptor found in the diggings
1961. It is in fact the most important
testimony of historical and monumental patrimony, of which there is still left
a lot to discover and valuate. And this is
also one of the most important archaeological foundlings of Magna Graecia.
For this reason we have thought to cel-
The city of Ugento, under the sign of
its magnificent “Klaohi Zis”, becomes
therefor a trait d’union between culture
and myth, between past and present in
order to confirm its value of history and
memory.
Apulia as a cultural gate to the Mediterranean and Salento as an ideal
bridge of cultural inter exchange be48
tween populations of “Mare Nostrum”
that will find, thanks to the Zeus prize, a
great opportunity of
confrontation and of diffusion for their
traditions and cultures.
FLAVIO ANTONIO PATICCHIO
Direttore Artistico Premio Zeus 2006
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It is impossible talking about Ugento
not mentioning its bond with archeology; the development of the modern city,
built over the the antique city, brings the
two parallel worlds into symbiosis with
each other, so different in time but in the
same time strongly connected when you
only need to lift a couple of centimeters
of soil to face the past.
This brief consideration is sufficient to
be able to understand the background
for a INTERNATIONAL PRIZE OF
ARCHEOLOGY at Ugento, linked to
the most famous interpreter of its history: the statue of Zeus! A masterpiece
in bronze of Magna Greek art, dating
from the end of the VI Century BEC.
and witnesses an important testimony
of extraordinary contacts that the little Messapian town has weaved in with
the Mediterranean civilization out of
an dominant geographical position
that still today makes Salento open to
the world. An event that, when connecting perfectly to the line marked by the
exhibition “KLAOHI ZIS, IL CULTO
DI ZEUS A UGENTO”, inaugurated
in July 2002 at the local Museo Civico,
very deeply connected to the roots of
this centre that build its future starting
from the past, learning to grow from
whom has already proceeded it, creating progress taking vital juice from its
culture investing it on the historical
identity that belong to the region more
than anything else.
An recognition, the prize, to whom
which with self-abnegation and sacrifice
works on the recovery and on the reconstruction of this identity so protean and
so in need of knowledge and of various
competences. Where every fragment occurs to give concreteness and shape to
the history: from the restoration to the
new technologies, from the sensibility of
the foundations to foreign studies, from
talents of the youths to whom has spent
his whole life on archeology.
The biggest hope that brings the spirit to
this manifestation, is that all this men50