Un giorno, un cane GALLUCCI

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Un giorno, un cane GALLUCCI
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GABRIELLE VINCENT
L A
Un giorno, un cane
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GALLUCCI
T R A M A
DAGLI 8 AI 10 ANNI
U n giorno, un cane viene sbattuto fuori dal finestrino di un’automobile in corsa.
Nonostante il gesto violento che ha appena subito, l’animale rincorre il mezzo
disperatamente, più veloce che può, finché dell’auto rimane un puntino
all’orizzonte, poi più nulla. Il cane è solo in mezzo alla strada. Annusa l’asfalto,
è agitato, cerca. All’improvviso il suono di un motore si avvicina e quando è molto
prossimo alla sua posizione, lui attraversa. Per evitare di centrare il cane, due auto
che procedono in direzione contraria si scontrano. Il cane segue l’incidente
da una certa distanza, impaurito, preoccupato. Sembra domandarsi “Che sta
succedendo?”, “Cosa ho combinato?”. La situazione è aggravata dallo scoppio
di qualcosa, dal luogo dell’impatto si leva un fumo scuro, arrivano pompieri
e soccorsi. Nel frattempo la carreggiata si è riempita di veicoli fermi, di curiosi
e di rumori. Il cane si lascia alle spalle il triste spettacolo e i cattivi padroni,
va randagio, finché incontra un bambino e inizia una nuova vita.
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COMMENTO
L E
G R A N D I
D O M A N D E
D E L
C orreva l’anno 1983 quando questo libro uscì per la prima volta in Italia.
Ci volle Rosellina Archinto con la Emme Edizioni e, in seguito, ventotto anni buoni
di silenzio, prima che la storia senza parole del cane abbandonato della Vincent
tornasse a commuovere. Perché questo succede, mentre leggiamo del cane
vagabondo in cerca di nuovo padrone. Piangiamo e patiamo. Scatti furiosi
di matita, traiettorie e fisionomie nervose, sono quanto basta per trasmettere
ai lettori la disperazione di una manciata di secondi fatali, in cui l’animale apprende
se è vivo o morto e se vivrà o morirà. Il bianco e nero accentua l’estremismo
della condizione di chi all’improvviso si ritrova senza genitori e senza casa, in mezzo
a una strada. Dove dormirò? Cosa mangerò? Come mi scalderò? Sono queste
le domande che l’infanzia si pone sulle prime pagine del libro. Avere tre anni
è sufficiente per partecipare con i pensieri e il corpo agli stati d’animo descritti
e per scivolare empaticamente nella trama di Un giorno, un cane. La storia
è drammatica, l’autrice non lo nasconde, ed è grazie a questo esplicito dovere
di cronaca che il libro viene apprezzato anche da chi non sa leggere le parole, ma
sa leggere le figure, le espressioni facciali, i linguaggi del corpo, sa ricordare. Sono
soprattutto i bambini della scuola dell’infanzia ed elementare i destinatari dei libri
senza parole, per quanto siano svariati gli esempi con cui tentare l’uso di tali
oggetti alle medie, alle superiori. Il libro di Gabrielle Vincent funziona per questo
tipo di esperimenti, basta provare. Le emozioni sono il patrimonio narrativo
di quest’opera, scritta per illustrazioni e letta a velocità, quasi fosse un disegno
animato. La solitudine di cui fa esperienza il cane è radicale e lo espone a correnti
pericolose che potrebbero abbatterlo ad ogni minuto, se non fosse che è uno
spirito resistente e se non si ostinasse ad andare, andare, andare, andare.
Il ritmo di questo incedere, sempre più lontano da tutto e tutti, a un
certo punto diventa ipnotico. Sembra, di fatto, che all’orizzonte
ci sia qualcuno. Realtà? Immaginazione?
La stanchezza gioca bruttissimi scherzi,
certamente, tuttavia il futuro
del cane è davanti,
è un bambino.
1. Su cosa si basa la possibilità
di scrivere e raccontare senza
parole? Gli albi senza parole creano
spesso imbarazzo tra gli adulti.
In molti domandano “dov’è
la storia?”, “cosa racconto?”,
“si sono dimenticati le parole?”
oppure, proprio perché senza parole,
il libro finisce per essere scartato,
“troppo facile” o “troppo difficile”
a seconda di logiche piuttosto
insondabili. Gabrielle Vincent può
basarsi su una conoscenza capillare
e profonda della tecnica del disegno
a matita. Le basta un gesto
per creare una scena, un destino,
un carattere, una velocità. Riuscire
a fare ciò significa saper raccontare.
D’altra parte esprimersi senza
parole, non dovrebbe essere una
novità per chi possiede un animale,
anche uomini e animali, senza
parole, comunicano tra loro.
L I B R O
2. Che tipo di emozioni sperimenta
il protagonista? Fare un elenco
delle emozioni attraversate dal cane
nel corso della sua vicenda, a voce
o attraverso una breve descrizione,
potrebbe essere una modalità
per osservare quante sfumature
diverse sono contenute nel termine
generico “emozioni” e per accorgersi
di quanto esso sia insufficiente.
Un altro percorso possibile riguarda
i battiti cardiaci dell’animale:
quanto immaginiamo che cambino
tra una scena e l’altra, dall’inizio
alla fine? Perché in certi casi il cuore
va forte, in altri rallenta, in altri
ancora pare morire in gola?
3. È un libro triste? Lo è, certamente.
La tristezza è un sentimento bandito
dalla contemporaneità, perché
sovrapposto all’immagine
e alle sorti della persona depressa.
Di fatto la tristezza è altra cosa
dalla depressione. Provarla, a tutte
le età, non debilita, bensì nobilita
e abilita alla percezione di sé
e degli altri. Qualora l’essere umano
perdesse la capacità di piangere,
soffrire, rattristarsi, vorrà dire
che avrà perso anche quella
di sorridere, gioire, rasserenarsi.
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D I C O N O
D I
Q U E S T O
L I B R O
Maurice Sendak
“D isegni straordinari! Immagini ardite, fugaci, che riescono, malgrado l'intensa
mirabilità, a raccontare minuziosamente una storia carica di potenza e onestà.
Un'opera d'arte assolutamente unica.”
P R O L U N G A M E N T I
D E L L O
· Per altre solitudini che si risolvono
grazie al calore dell’amicizia
e dell’amore:
Leo Lionni, Guizzino, Babalibri, 2004
Mandana Sadat, L’altro Paolo,
orecchio acerbo, 2006
Massimo Caccia, Eleonora Bellini,
Ninna nanna per una pecorella,
Topipittori, 2010
Bob Gill, Il topolino con gli occhi
verdi e la topolina con gli occhi blu,
Phaidon, 2010
· Per leggere di altri personaggi
usciti dalle matite:
Paul Cox, Un libro di linee,
Corraini, 2006
Suzy Lee, Zoo sans animaux,
Actes Sud Junior, 2008
Marjolaine Leray, Un piccolo
Cappuccetto Rosso, Logos, 2012
· Per storie di cani:
Philippe Corentin, Quel coso lì,
Babalibri, 2005
Silvana D’Angelo, Valerio Vidali,
Senza nome, Topipittori, 2008
Altan, Le storie di Pimpa,
Franco Cosimo Panini, 2009
Elio Pecora, Beppe Giacobbe,
Un cane in viaggio,
orecchio acerbo, 2011
S T E S S O
A U T O R E
· Ernesto è ammalato. Ernesto
e Celestina, Nord-Sud, 2006
· Le domande di Celestina. Ernesto
e Celestina, Nord-Sud, 2006
· Il mio piccolo Babbo Natale,
C’era una volta..., 1996