Mondi Lontani mai più così distanti - EtnomondiWeb

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Mondi Lontani mai più così distanti
Chiudi gli occhi per un istante
e fatti trasportare dai profumi
di Mondi Lontani.
Li vedi?
sembrano ora quì,
davanti a te.
Accorcia le distanze
apprezzando il diverso,
“l’estraneo”
non sarà più così diverso e distante da te.
Mille storie da conoscere
culture e tradizioni differenti
da comprendere
e che arricchiscono
la nostra conoscenza.
Quella conoscenza che elimina
le barriere dell’ignoranza
e che spingono all’odio,
all’intolleranza.
Distruggiamo queste barriere che ci dividono
ed uniamo tutte le razze del mondo,
di quei Mondi Lontani
mai più così distanti.
Tante razze finalmente unite
sotto il segno dell’uguaglianza
e dell’amore.
Mamdouh
Giornale autoprodotto senza scopo di lucro.
Mondi Lontani 2005, Anno 9, n° 12/ 3 euro (Hjk Ed).
Tutte le foto hanno puro valore documentativo e i relativi Copyrights appartengono alle
persone, Case Editrici ed agenzie che ne detengono i diritti.
Redazione: Mamdouh AbdEl Kawi Dello Russo e Willy Salveghi
SOMMARIO
EDITORIALE
P. 3
NEWS FROM…ALAM BAID: NOTIZIE E CURIOSITA’
P. 5
ARTE GIAPPONESE
P. 9
ARTE CINESE
P. 10
QUALE E’ LA VERA ARTE ISLAMICA?
P. 11
TRACCE SULLA SABBIA (I FILM)
P. 13
I FILM DELL’ORRORE CHE VENGONO DALL’ORIENTE P. 21
DAL 1991: CINEMA AFRICANO!
P. 23
EGYPTIAN MUSALSALAT (LE TELENOVELAS EGIZIANE)
P. 24
L’INTERVISTA (a Hassan e Muhammad): PARLANDO DEL MAROCCO P. 26
I CANGURI AUSTRALIANI
P. 28
AMR KHALED: IL PIU’ AMATO NEL MONDO ARABO
P. 30
SUONI LONTANI
P. 31
VOCI DAL NILO (I LIBRI)
P. 37
POESIE CINESI DELL’EPOCA D’ORO
P. 40
TANKA POESIE GIAPPONESI P. 41
SITI LONTANI
P. 44
UNA FINESTRA APERTA SUL MONDO
P. 47
DIFFERENZE FRA LA CUCINA INDIANA E ARABA
P. 50
IL RICETTARIO P. 54
LA TUA CITTA’ E’ MULTIETNICA- PARTE II P. 55
DUNIA BUDURA P. 58
IL FASCINO DEL MISTERO: YUKI ONNA
P. 59
L’INTERVISTA (a Sayed): LA PRIMA VOLTA ALLA MECCA
P. 60
I JINN
P. 63
La copertina “Cielo etnico” è di Willy e Mamdouh
Etnoambiente@ yahoo. it
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Editoriale
A 6 anni di distanza dall’11° ed ultimo numero, e a tre anni dalla raccolta “1997/
1998/ 1999”, torna Mondi Lontani! Nato quasi per caso nel 1997, si distinse dagli
altri giornali per la sua originalità. Sono passati ben 8 anni dalla prima pubblicazione,
Mondi Lontani si ripropone questa volta con articoli completamente nuovi. Nel 1997
non avevamo molta concorrenza, e l’etnico non era ancora molto di moda come oggi.
Molte cose sono cambiate da allora, ed anche dal 1999, anno dell’ultima
pubblicazione di Mondi. Fa’ quasi tenerezza sfogliare i vecchi numeri del giornale,
soprattutto i primi, con articoli scritti con un entusiasmo contagioso. Nell’editoriale
dell’ultimo numero speciale eravamo un po’ tristi per la scarsa possibilità di
diffusione di Mondi Lontani e sostenevamo che era impensabile, dopo quel numero,
riprendere una regolare pubblicazione. Una possibilità ci veniva data da internet, ma
anche qui troppe spese, troppi problemi e troppa nascente concorrenza. In effetti, con
questo numero, abbiamo deciso di continuare, per lo meno in modo discontinuo e con
dei numeri speciali, appena ci è possibile, per continuare con una nostra passione che
ci rende felici. L’amore per tutto ciò che è etnico, ci ha spinti a tornare a scrivere
sulle pagine di Mondi Lontani. Torniamo con lo stesso entusiasmo e la stessa voglia
di farvi conoscere il più possibile, stupiti anche noi di tutto il materiale curioso che
riusciamo a raccogliere, spesso casualmente. Il nostro vuole essere un modo semplice
e diretto di farvi avere notizie dai “mondi lontani”, recenti o dal passato, evitando di
cadere nei cliché del trendy, tanto per usare termini attuali, di risultare snob o troppo
complicati, del resto la nostra rivista è rivolta a tutti, anche agli stranieri che la
leggono in italiano, conoscendo poco della nostra lingua. Ritroverete le rubriche
“Tracce sulla sabbia”, “Il Fascino del mistero”, “L’Intervista”, “Voci dal Nilo”, “Siti
Lontani”, “Il Ricettario” e “Musica habibi” che da questo numero si chiama “Suoni
lontani”. Basta così? No, avrete modo di leggere anche diversi articoli
interessantissimi, quali? Li scoprirete leggendo questo nuovo numero. BUONA
LETTURA!
La Redazione
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NOTIZIE E CURIOSITA’
-Dal 14 al 20 Marzo torna “Il Cinema Africano, dell’Asia e America Latina”- vedi
nella rubrica “Tracce sulla sabbia”-. La rassegna è al 15°anno di vita, ed è nata nel
1991. Molti sono i film che abbiamo visto negli anni passati al “Cinema Africano”.
-Il lottatore giapponese di sumo Dewagatake era alto1,98 m e pesava oltre 190 kg.
-Nello yoga, le posizioni del corpo assunte da chi lo pratica, sono dette asana. Le
basilari, come quella famosa del loto, sono 84.
-A Lamphun (Thailandia) nel Tempio Wat Haripunchai si può ammirare un grande
gong di bronzo risalente a 1.300 anni fa: è largo 2metri.
-Secondo quanto riferisce lo storico greco Erodono(sec V a.C.), le donne dell’Egitto
si applicavano al viso una maschera di bellezza a base di polpa di albicocche e fichi,
amalgamata con latte di cocco.
-Vi ricordate di Hidetoshi Nakata (vedi articolo su Mondi Lontani N. 9 )? Il simpatico
calciatore giapponese, che generò un tormentone, ha aperto la strada in Italia per altri
giocatori nipponici famosi (come Nakamura e Yanagisawa). Dopo avere esordito nel
“multietnico” Perugia è diventato un “nomade” da una squadra all’altra, come
sembra essere di moda ultimamente. Dopo il Perugia è passato alla Roma dove ha
vinto lo scudetto, poi al Parma, al Bologna, e ora gioca nella Fiorentina.
-Secondo la tradizione, il fondatore del Buddismo fu il Principe Siddharta Gautama,
giovane colto e saggio che, all’età di 29 anni lasciò il fasto della sua casa per andare
alla ricerca del senso più autentico dell’esistenza: dopo 6 anni, arrivò a cogliere le
verità fondamentali e raggiunse in questo modo la condizione di Buddha,
“l’illuminato”. Per approfondimenti vedi: Mondi Lontani N. 3 e Mondi Religiosi.
-Al Teatro Greco di Milano, dal 4 al 13 febbraio 2005, si è svolta la 7° edizione di
Rassegna Teatrale Delle Migrazioni, per L’Altro Festival. Racconti, musiche e teatro
anche dai “mondi lontani”. Per il programma dettagliato:
www.coopi.orgewww.mascherenere.it
-In base ai più recenti sondaggi, è il Giappone il Paese con la maggiore produzione di
autovetture: se ne fabbricano 81 milioni l’anno.
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-Rai Tre ha appena trasmesso la breve striscia quotidiana “Misteri per caso” condotta
e ideata da Syusy Blady e nata dai vari misteri raccolti nei viaggi dei nostri
Turisti/Velisti per caso, con interviste e servizi.
-In India, i ratti sono onorati in templi appositi: secondo un’antica tradizione, infatti,
essi sarebbero dotati di magiche facoltà contro i demoni responsabili delle malattie.
-Il sitar (vedi Mondi Lontani N. 3 ) è uno strumento musicale originario dell’India
settentrionale, simile a un liuto dal lungo manico, la sua cassa armonica è ricavata da
una zucca, spesso variamente decorata.
-In passato, alcune tribù indigene dell’Australia praticavano una specie di
mummificazione dei defunti: dopo averne asportato i visceri, li esponevano al fumo
prodotto da ammassi di legna dati alle fiamme.
-Vi ricordate di Antonio Inoki? Il campione che molti ricorderanno negli incontri di
catch, il wrestling giapponese, dopo avere fatto
l’ambasciatore, ha intrapreso con successo la carriera
politica nel suo paese e si è ritirato dalle competizioni
solo da qualche anno. Negli anni passati, non ha
disdegnato qualche incontro con qualche vecchia gloria
del ring e con atleti di altre discipline, famoso fu
l’incontro con Mohammed Alì.
-Lawrence D’Arabia, l’avventuriero inglese che combatté a fianco degli Arabi contro
la dominazione turca, andò spesso in battaglia alla guida di una Rolls Royce
corazzata e armata.
-In India la vendita delle creme “anti-età” sta crescendo del 40 per cento all’anno.
-E’ da poco iniziata la divertente trasmissione “Mio fratello è pakistano” condotta
dall’irriverente Teo Mammuccari, in seconda serata al martedì su Canale 5.
Immigrati, gente comune nel nostro paese, alle prese con mille difficoltà. I vizi degli
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italiani raccontati da extracomunitari. “Sinceramente mi aspettavo di più- spiega il
nostro Mamdouh Dello Russo-, speravo che Mammuccari con questa trasmissione
sarebbe riuscito a fare qualcosa di diverso e finalmente utili, visto i programmi
precedenti. Cosa potevo aspettarmi da lui, da un dissacratore? Poteva sfruttare al
meglio questa occasione, visto il titolo. L’unica cosa buona (forse) è che per il titolo
si è ispirato a suo fratello, che è veramente pakistano e rimasto fino a oggi in ombra.
La madre di Mammuccari ha avuto il fratello Sandrino da un pakistano, e adesso il
ragazzo vive con il celebre conduttore. Sarebbe stato un grandissimo gesto per il
fratello (secondo me) fare di questa trasmissione qualcosa di veramente utile, ed
invece? Tanto rumore per nulla. Consiglierei invece programmi come “Alle falde del
Kilimangiaro”, “Geo & Geo” e “Un mondo a colori” più vicini al nostro giornale”.
-“Alle falde del Kilimangiaro” esiste da 6 anni, praticamente da quando abbiamo
chiuso con “Mondi Lontani”. Il programma è trasmesso da Rai 3, domenica dalle
14,30 alle 18,00, condotto dalla simpatica Licia Colò, regia di Alfredo Franco. Si
possono vedere anche i filmati girati dai telespettatori che viaggiano nei Mondi
Lontani. Programma dedicato a tutti coloro che amano viaggiare, non solo per
turismo ma per scoprire ciò che succede nel mondo.
www.allefaldedelkilimangiaro.rai.it/
-Sveva Sagramola conduce dal 1998 “Geo & Geo” su Rai 3, ed è innamorata
dell’Africa, dopo il suo primo viaggio nel 1997. Il programma è trasmesso dal lunedì
al venerdì dalle 17 alle 19. Le prime due edizioni erano condotte da Licia Colò. Il
programma è nato nel 1996, e di cosa parla?
“I temi affrontati da Geo toccano le grandi questioni del Pianeta (cambiamenti
climatici, pressione demografica, risorse) ma con occhio attento ai temi specifici del
nostro paese (sviluppo sostenibile tra innovazione e recupero della tradizione, rischio
idrogeologico, smog e traffico, acque)”. Documentari davvero interessanti sulla
natura ed anche sui Mondi Lontani. “Cose dell’altro Geo” è trasmesso invece dalle 17
alle 17,30.
-Dal martedì al venerdì su Rai 2, prima alle 10,05, adesso alle 9,45 è trasmessa la
terza edizione di “Un mondo a colori” programma di Rai Educational. “Questo
programma si occupa dei processi d'interazione tra le culture di etnie diverse e in
particolare del fenomeno dell'integrazione in Italia e dei suoi riflessi nelle comunità
di accoglienza”. Insomma, un programma giusto per i lettori di Mondi Lontani.
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-Si è spento il 18 febbraio a 69 anni il leggendario campione di
calcio argentino Omar Sivori, famoso e amatissimo anche in
Italia, dove giocò nella Juventus e nel Napoli. Naturalizzato
italiano, fece anche qualche partita con la nostra nazionale.
Famoso anche per il suo carattere bizzoso, fu un “re del
dribbling” eguagliato successivamente solo da Maradona.
-Esprimiamo il nostro dispiacere per la recente chiusura di tre
ristoranti milanesi da noi spesso frequentati: il marocchino Agadir
di Viale Monza, il tranquillo ristorante indiano Kashmir in zona
V.le Regina Giovanna, e l’arabo Kan Zaman di Piazzale Loreto, pubblicizzati anche
nei primi numeri della nostra rivista. Erano tutti e tre tra i migliori e di qualità, ma
purtroppo hanno dovuto chiudere per le alte spese di affitto, crediamo.
-Il 10 Febbraio è iniziato il nuovo anno islamico Egira 1426. l’Egira iniziò quando il
Profeta Muhammad emigrò da Mecca a Medina. Il 21 Aprile è il Mawlid Nabawi
(nascita del Profeta Muhammad).
Il Ramadan inizierà quest’anno il 4 Ottobre e si concluderà il 2 o 3 Novembre. Per
approfondimenti vedi: Mondi Lontani N.2 e Mondi Religiosi.
-Grande mostra antologica per Yohji Yamamoto, noto stilista
giapponese, in uno dei luoghi più suggestivi di Firenze,
Palazzo Pitti (dal 13/1 al 6/3).
- Dopo le proiezioni allo Spazio Oberdan, riprende con la
seconda parte, al Cinema Gnomo di Milano (Via Lanzone
30/A dall’ 1 al 6/3) la rassegna “Sguardi Altrove” un festival
internazionale tutto al femminile con oltre 60 titoli, con un
occhio di riguardo ad: Egitto, Israele, Tunisia, Libano,
Palestina. In maggioranza titoli inediti in edizione originale
sottotitolata o con traduzione simultanea. Ci saranno anche
alcune anteprime con registe affermate come l’egiziana Hala Galal.
-Kagemusha – L’ombra del guerriero, mostra a Torino, Palazzo Barolo, dal 10/2 al
10/4. Arti giapponesi: guerrieri, calligrafi, ceramisti, maestri del tè, asceti e i loro
strumenti.
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Arte giapponese
Di Mamdouh AbdEl Kawi Dello Russo
L’artista giapponese deve avere una preparazione tecnica ed interiore -il Ki-in
(nobiltà interiore)-, una meditazione, e compenetrarsi in ciò che sta realizzando.
Stiamo parlando della pittura giapponese che debuttò con la ceramica (fino al III
sec. d.c.) e che si specializzò in seguito con gli affreschi ornamentali delle tombe (II
sec. d.c.) fino al VI sec. d.c.
La pittura giapponese si espanse soprattutto con l’introduzione del buddismo nel VI
sec. d.c. I primi “Emaki” furono realizzati nel VII sec. d.c.
Cosa sono gli “Emaki”? Sono i rotoli letti in orizzontale lunghi fino a 15 metri e
narrati con illustrazioni. Si prestano particolarmente a storie illustrate come le storie
del principe Genji e sono romanzate.
Non esistono solo i rotoli che si leggono in orizzontale ma anche i rotoli verticali, i
“Kakemono”, usati anche come fogli di album o paraventi.
“Yamato-e” è un altro tipo di arte giapponese che raffigura i personaggi. Anche
nell’arte giapponese, come per la cinese, esistono illustrazioni di stupendi paesaggi a
colori, e Hokusai è uno dei maestri in quel tipo di arte.
I Manga (fumetti giapponesi) e i cartoon sono un altro tipo di arte, e ne abbiamo
parlato in Mondi Lontani n. 7 (Giugno/ Luglio 1998). Per il buddismo vedi “Mondi
Religiosi”.
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Arte cinese
Di Mamdouh AbdEl Kawi Dello Russo
L’arte cinese diventò accessibile agli europei dal periodo della dinastia dei Tang
(618-927) e i paesaggi sono, sin dalla pittura cinese antica, prediletti dagli artisti
cinesi. Paesaggi raramente riprodotti alla perfezione, sono di solito raffigurati con
pochi elementi.
I quadri cinesi sono spesso dipinti sui rotoli di carta o di seta, e non sono incorniciati
come in occidente ed esposti, bensì, posati dentro un mobile ed ammirati
esclusivamente dal proprietario. Paesaggi ed anche scene di vita quotidiana, gioco ed
altro.
I dipinti devono essere semplici e lineari, e mai ritoccati o modificati come accade
spesso per l’arte occidentale, per il semplice motivo che i dipinti vengono fatti su
rotoli di carta delicata o di seta, e colorati con china acquarelli. I paesaggi servono per
la meditazione, come le piante e i fiori.
Nell’arte esistono anche molti ritratti del Buddha, degli animali, soprattutto uccelli.
Unione tra immagine e scrittura sono un’altra particolarità dell’arte cinese che la
contraddistingue dalle altre.
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Quale è la vera Arte islamica?
Di Mamdouh AbdEl Kawi Dello Russo
È una bella domanda. Non potevo scegliere titolo migliore per questo articolo: Quale
è la vera Arte islamica?
I colti ed amanti dell’arte penseranno subito alle miniature
cinquecentesche del Mirag-name, eseguite da artisti turchi, de
“L’ascensione del Profeta Muhammad”, che pregò Allah nel recinto
dell’Aqsa (Gerusalemme) con Abramo, Mosè e Gesù e tutti gli altri
Profeti e poi ascese fino al “Sidràtu-l-muntahà” (Il loto del limite) che si
trova alla destra del trono di Allah.
Penseranno all’arte persiana in Iran, che raffigura uccelli, alle miniature che
raffigurano le persone dei tempi dei califfi, alle miniature mongole, all’arte della
miniatura persiana dei tempi dei Timuridi, all’arte sciita che raffigura Ali (il quarto
califfo), all’arte della miniatura Moghul (indo-islamica).
Penseranno alle raffigurazioni persiane degli Angeli, dei Profeti e del Paradiso.
Gli amanti degli harem penseranno ai pittori Moghul che ritraevano sempre
principesse e cortigiane semi nude nell’harem.
I più distratti ed impreparati sull’Islam penseranno a questo, oppure alle opere di
Vincent Stiepevitch come “La favorita” del 1886, alla “Grande odalisca” di JeanAuguste-Dominique Igres, al “Bagno turco”, a “L’odalisca con schiava” sempre di
Igres, maestro dell’erotismo orientaleggiante, e sempre in tema, alla “Odalisque à la
coulotte rouge” di Henri Matisse, del 1921.
Niente di tutto questo!
La vera Arte islamica è tutta un’altra cosa. Avevo scritto qualcosa alcuni anni fa sul
mio libro “Mostraci la Retta Via”:
L’arte islamica proibisce la raffigurazione di esseri viventi, gli arabeschi e i
calligrammi sono l’arte islamica.
Gli arabeschi sono intrecci di elementi vegetali stilizzati, combinazioni armoniche,
intrecci di motivi vegetali (fiori, foglie…), oppure motivi geometrici.
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I calligrammi sono bellissime scritture in lingua araba del Corano, Hadith del
Profeta Muhammad, o di nomi islamici. Sotto uno dei nomi di Allah (Al Qawi/ Il più
Forte)
È questa la vera Arte islamica, Arte con la (A) maiuscola, come certi lavori iraniani
su ceramica, come l’architettura, le moschee.
Bellissimo è l’arco persiano decorato in ceramica blu che si apre nella facciata della
moschea del venerdì, a Natanz, è arte mongola iraniana, risalente all’inizio del XIV
sec., con motivi geometrici e versetti del Corano.
Altro splendido esempio sono i monumenti di Samarcanda, come il mausoleo di
Ustad Alim Nasafi del 1385, con fiori e motivi geometrici.
Come si può rimanere indifferenti davanti alla straordinaria bellezza della moschea
del venerdì di Herat in Afghanistan? Fondata nel 1201 e ricostruita nel XV sec.
I punti di marmo sono coperti di motivi decorativi a reticolo, con i mosaici
d’ispirazione vegetale, testi religiosi con decori geometrici e motivi floreali.
I tappeti persiani poi sono favolosi, anche questa è arte.
Come lo è l’arte Moghul sotto però a Aurangzeb, che costruì nel 1673 a Lahore
l’immensa moschea Badshami.
Gli arabeschi nella moschea blu in Turchia (Istanbul) che è un capolavoro ottomano,
costruito tra il 1609 e il 1616.
Concludiamo con un altro capolavoro, il bellissimo Taj Mahal ad Agrai (India), il
mausoleo di Shah Jahan (1628- 1658), famoso ed ammirato da tutto il mondo.
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Finalmente torniamo dopo una lunga pausa a presentare i film delle “cinematografie
lontane”, inteso sia come temi, che come nazionalità delle pellicole. Ci siamo trovati
di fronte ad una mole enorme di film usciti negli ultimi anni in Italia, quindi, per
ragioni di spazio, abbiamo dovuto essere selettivi, selezionando alcuni film che ci
sembrava doveroso segnalare, per i prossimi vi rimandiamo ai successivi numeri di
Mondi Lontani. Troverete anche un breve resoconto Sui recenti horror orientali.
Lagaan: Once Upon a Time in India
La storia del film è ambientata nel 1893 in un villaggio al centro dell’India. Il
capitano britannico Russell per umiliare i contadini indiani che aspettano l’arrivo dei
monsoni, raddoppia il Lagan, che sarebbe
l’imposta sui cereali. Russell sfida Blavan ad
una partita a cricket: inglesi contro indiani.
Se gli indiani batteranno gli inglesi, saranno
esentati dal Lagaan per soli tre anni, altrimenti
pagheranno una tassa tripla. Gli indiani
partono svantaggiati, poiché il loro numero è inferiore rispetto agli inglesi,
riusciranno a batterli?
Il film è del 2001 ed è della durata di 224 minuti (quasi 4 ore) girato da Gowariker e
Aamir Khan (protagonista e produttore del film). Il film sembrerebbe abbia riscosso
successo in India. Piacerà agli occidentali?
Omar Al Mokthar (The Lion of the Desert)
Film del 1980, dal titolo originale “The Lion of the Desert” del
regista siriano Moustapha Akkad, e che costò 34 milioni di
dollari. Il ruolo di Omar Al Mokhtar (Il Leone del deserto) fu
recitato molto bene da Anthony Quinn.
Chi era Omar Al Mokhtar? Era uno sheikh anziano libico che
lottò per l’indipendenza del suo paese sotto l’occupazione di
Mussolini, che occupò Tripoli e Benghazi. La forza di spedizione
italiana distrusse innumerevoli villaggi e campi agricoli. Riempì i
pozzi vitali di cemento e spedì migliaia di libici ai campi di
concentramento. Omar Al Mukhtar era per Mussolini un
personaggio scomodo, perché intralciò i suoi piani di conquista. Nel Settembre 1931
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Mokhtar venne catturato e impiccato, stessa fine che toccò in seguito a Mussolini.
Mokhtar nacque a Zonta in Africa nel 1860.
Durata 2h 45 min.
Monsoon Wedding
Solito film – anche questo del 2001- all’insegna del ballo, nella pellicola ballano tutti,
compreso i genitori degli sposi. Film pensato più a Hollywood che a Bollywood. La
regista (Mira Nair) cerca di mostrare al
pubblico un India globalizzata che non c’è,
ed alcune scene girate nelle strade lo
dimostrano. È un film forzato, a tratti
fasullo. Nel 2001, il film si è aggiudicato il
Leone d'oro alla Mostra del cinema di
Venezia. Strano! Durata 119 min.
Al Rasala (in arabo)
The Message (in inglese)
Al Rasala (Il Messaggio), durata 3h e 15 min. E’ un film sulla storia dei primi anni
dell’Islam, dalla prima Rivelazione del Corano (Parola di Dio) sul monte Hirà,
portato dall’Arcangelo Gabriele al Profeta Muhammad, all’inizio
dell’Era islamica Egira, periodo in cui il Profeta emigrò da Mecca
a Medina. Film con attori egiziani, ben interpretato, con panorami
stupendi. Nessun attore interpreta la parte del Profeta e della sua
famiglia, perché nell’Islam ciò è proibito. Fra i pochi personaggi
(compagni del Profeta) interpretati da attori ci sono: Bilàl e
Hamza. L’attore Abdallah Gheith recita la parte di Hamza, fra gli
altri attori ci sono i famosi (nel mondo arabo) Ahmad Mara,
Muhammad Al Arabi e l’attrice Muna Wasef nella parte
convincente di Hind. Il film è del regista Moustapha Akkad, lo
stesso di “Omar Al Mokhtar” ed è del 1976. Nello stesso anno Akkad girò la versione
in inglese “The Message” (foto sotto locandine del film), con altri attori, fra questi
Anthony Quinn nella parte di Hamza, Irene Papas (Hind), ed hanno recitato nella
pellicola anche alcuni attori del film precedente come Abdallah Gheith e Muna
Wasef.
Stormriders (Feng Yun)
Azione/avventura, Hong Kong, 1998, di Wai Keung, durata: 132’. Con: Lau Aaron
Kwok, Ekin Cheng. Distribuzione: Digivision.
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Un tipico film d’azione di Hong Kong, per gli amanti del genere, da noi uscito in
videocassetta. Affascinante per gli interpreti, le coreografie e i costumi. Due eroi dai
poteri magici si battono per salvare il mondo.
Al Fatah/ Il Conquistatore, Il Liberatore (film d’animazione)
Il film di cui parliamo adesso è d’animazione, per grandi e piccini. Un film sulla
storia del grandissimo comandante turco, il Sultano Muhammad Al Fatah “Il
Conquistatore”, o “Il Liberatore”, che conquistò e liberò dai romani nel 850 d.C.
Costantinopoli, la città oggi capitale turca Istanbul. Non ci fu nessuno come lui dopo,
è stato davvero un grandissimo comandante religioso, un esempio. Amr Khaled nel
libro tradotto in italiano da Mamdouh AbdEl Kawi Dello Russo “Costruiamo la vita/
I costruttori della vita” racconta:
“Tutto iniziò dalla nascita di Muhammad Al-Fateh. Quando aveva dieci anni, il suo
insegnante gli raccontò quel sogno (di conquista). Il nostro Profeta Muhammad (pace
e benedizione su di lui) disse: ‘in realtà, Costantinopoli sarà conquistata, il
comandante sarà il miglior comandante e il suo esercito sarà il miglior esercito’.
Lui (l'insegnante) gli disse anche che quel comandante potrebbe essere lui
(Muhammad). L'insegnante non ne era sicuro, ma trasmise il sogno a Muhammad.
Una vota adulto conquistarono la città! E quando gli chiesero come riuscì a
conquistare, rispose: 'ho due modi: un cuore duro come una roccia che non si
riposerebbe fino a che non realizzi ciò che desidera e un occhio che piange per il
timore di Allah. Come posso così non arrivare alla vittoria?'.
Il film è fatto bene, con immagini per nulla infantili, ed è per questo che “Al Fatah” è
per un pubblico di tutte le età. Il film d’animazione è di 67 min., distribuito da G.I.T.
ed è in lingua araba.
I Diari della motocicletta (Diarios de motocicleta)
Biografico/avventura/drammatico, Argentina/Brasile/U.S.A., 2004, di Walter Salles,
durata: 126’. Con: Gael Garcia Bernal, Rodrigo De La Serna. Distribuzione: BIM.
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Dal regista di Central Do Brasil (vedi Mondi Lontani N.10) un film dalla lunga
gestazione tratto dai diari giovanili di Ernesto Che Guevara. Sono stati coinvolti
diversi autori e diverse nazioni. Il film, pur con alcune banalità, è godibile e onesto e
ci narra del viaggio (anche iniziatico) del giovane Guevara con un amico con mezzi
di fortuna tra gli splendori e le miserie dei popoli semplici dell’ immenso continente
sudamericano all’inizio degli anni ’50. Il protagonista è destinato ad entrare nel mito,
sarà uno dei fautori della rivoluzione cubana e qui inizia la sua presa di coscienza
entrando a contatto con la povertà, la malattia e i gravi problemi che affliggono tanti
popoli che sono in realtà uno solo. Sito ufficiale del film: www.motorcyclediaries.net
Sito italiano: www.bimfilm.com/idiaridellamotocicletta
Zatoichi
Azione, Giappone, 2003, di Takeshi Kitano, durata: 115’. Con: Takeshi Kitano,
Tadanobu Asano, Michiyo Oguso, Yui Natsukawa. Distribuzione: Mikado
L’ultima fatica di Kitano, Zatoichi, porta il nome di un eroe
della Giappone feudale e vede il nostro vestirne i panni.
Zatoichi, maestro d'armi senza pari, è un personaggio errante
che si fa passare per un massaggiatore cieco e un giocatore
d’azzardo. Il suo vagabondare lo porta in un villaggio dove è
in corso una faida tra i Ginzo e le famiglie rivali.
Qui Kitano, per la prima volta, non si avvale di una sua
sceneggiatura e si dedica, con successo, ad un film in
costume. Il duello sotto la pioggia contro gli sgherri di
Ginzo è un chiaro omaggio a “I 7 samurai” di Akira Kurosawa. Abbiamo parlato di
Kitano in Mondi Lontani N.5.
Osama
Drammatico, Afghanistan/Giappone/Irlanda, 2003, di Siddiq Barman, durata: 82’.
Con: Marina Golbahari, Arif Herati, Zubaida Sahar. Distribuzione: Lucky Red.
Chiariamo subito che questo film, uscito nelle nostre sale all’inizio dell’anno scorso
con discreto riscontro di pubblico, non ha nulla a che fare con Osama Bin Laden!
Purtroppo la distribuzione italiana o ignora i film dei paesi arabi, o ne distribuisce nel
momento sbagliato, creando confusione, pensiamo che anche Viaggio a Kandahar e
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altri siano usciti esclusivamente per cavalcare un po’ una “moda”, e scusate la piccola
parentesi polemica. Kabul, poco tempo fa. Una ragazzina di 12 anni, sua madre e sua
nonna sono sopravvissute alla repressione delle manifestazioni di protesta organizzate
dalle donne afghane all'inizio del regime talebano. L'unico modo per lavorare e
procurarsi da vivere è travestire la piccola da maschio e fingere che si chiami Osama,
purché i talebani non la scoprano...
A Better tomorrow (Ying huang boon sik)
Azione, Hong Kong, 1986, di John Woo, durata: 95’
Con: Lung Ti, Leslie Cheung, Yun-Fat Chow
Distribuzione: Eagle Pictures
Uscito di prigione, l'ex gangster Sunh Tse Ho, cerca di
riguadagnarsi la fiducia del fratello poliziotto, che lo
ritiene responsabile dell'omicidio del loro padre.
Assieme all'amico Mark Gor si rende conto che i tempi
eroici sono passati, ma di fronte alla violenza del nuovo
boss, decide di riprendere le armi.
Un film d’azione di ottima fattura del maestro John Woo,
ormai star di Hollywood (Face/Off e Mission Impossible,
tra gli altri suoi film). Esistono anche due seguiti, uno sempre di Woo, l’altro di Tsui
Hark.
Interstella 5555
(Daft Punk & Leiji Matsumoto's Interstella 5555: The 5tory of the 5ecret 5tar
5ystem). Animazione, Giappone/Francia, 2003, di Kazuhisa Takenochi, durata: 67’.
Distribuzione: Revolver.
Un malvagio imprenditore rapisce 4 musicisti extraterrestri per manipolarli e
trasformarli nella band più famosa della Terra e
arricchirsi alle loro spalle. Da una parte un autore
cult dell’animazione mondiale (da Capitan
Harlock a Galaxy Express 999), dall’altra il duo
techno rock dei Daft Punk, gruppo d’oltralpe
sempre originale nei modi e all’avanguardia nelle
tendenze. Il film è stato presentato a Cannes e ha
avuto anche una fugace distribuzione nei cinema
italiani, ma rimane un piccolo gioiellino di culto che andrebbe rivalutato.
18
Harem Suare
Drammatico, Italia/Francia/Turchia, 1999, di Ferzan Ozpetek, durata: 107’. Con:
Marie Gillain, Lucia Bosé, Alex Descas, Valeria Golino, Malick Bowens.
Distribuzione: Medusa.
Ozpetek, regista turco di successo in Italia (tra i suoi film: Le fate ignoranti e Il bagno
turco) ci narra la storia di una donna ormai anziana che racconta ad una giornalista la
storia dell' odalisca di origine italiana Safiyè. Alla vigilia della caduta dell'Impero
Ottomano, Safiyè , cerca con l'aiuto dell'eunuco Nadir, di diventare la favorita del
sultano, avrà anche un figlio da lui, ma la caduta del potere del sultano cambierà le
cose...
Monsieur Ibrahim e i fiori del Corano
Commedia, Francia, 2003, di Francois Dupeyron. Durata: 94’. Con: Omar Sharif,
Pierre Boulenger, Isabelle Adjani. Distribuzione: Lucky Red.
Film visto al Festival di Venezia e uscito in Italia nello scorso settembre con buon
riscontro di pubblico. Nella Parigi degli anni '60 un viaggio meraviglioso oltre il
tempo e lo spazio. Ibrahim ha un piccolo emporio nel quartiere ebraico. Momo, 12
anni, è un suo cliente abituale. Fra i due si instaura presto un rapporto di profonda
amicizia ed il confronto delle loro generazioni, culture e religioni diventa
insegnamento e apprendimento per entrambi.
Sito italiano: www.ifioridelcorano.it
Immagini (Imagining Argentina)
Thriller/drammatico, U.S.A., 2003, di Christopher Hampton. Durata: 107’Con:
Antonio Banderas, Emma Thompson, Ruben Blades. Distribuzione: CDI. Buenos
aires 1976.
Una giornalista e suo marito subiscono la persecuzione delle forze governative
nell'Argentina dei desaparecidos. Il tema presentato, molto crudo e teso, non sempre è
reso in modo realistico, il film è abbastanza stucchevole in alcune parti e non risulta
riuscito, peccato.
19
Alila
Drammatico, Israele, 2003, di Amos Gitai. Durata: 120’. Con: Yaël Abecassis, Ronit
Elkabetz, Liron Levo, Keren Mor. Distribuzione: Esse&Bi Cinematografica.
Presentato allo scorso Festival di Venezia e uscito contemporaneamente nelle nostre
sale, Alila è la storia di Aviram, il suo cane e il suo vicino, il vecchio Schawartz, che,
finora, in un condominio al confine tra Tel Aviv e Jaffa, hanno condotto una vita
tranquilla. Ma ultimamente tutto sembra cambiato... Un messaggio da persone che
cercano tranquillità e pace in un contesto irreale, la guerra.
Viaggio a Kandahar (Safar e Ghandehar)
Drammatico, Francia/Iran, 2001, di Mohsen Makhmalbaf. Durata: 85’. Con: Niloufar
Pazira, Hassan Tantaï, Sadou Teymouri. Distribuzione: Bim. Nafas è una giovane
donna afghana, fuggita dal suo Paese durante la guerra civile dei Talebani e
rifugiatasi in Canada, dove lavora come giornalista, impegnata nell'ambito sociale e
nella rivendicazione dei diritti delle donne, riceve una lettera disperata di sua
sorellina, priva di gambe e rimasta a casa in Afghanistan, in cui le comunica di
volersi togliere la vita. Nafas, decide così, di far ritorno in Afghanistan per salvare la
sorella.
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Al Fatah/ Il Conquistatore, Il Liberatore (a pag. 15)
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I FILM DELL’ORRORE CHE VENGONO DALL’ ORIENTE
Titolo originale: “L’orrore che viene dall’Oriente” di Willy
Negli ultimi anni abbiamo visto con piacere un ritorno all’ horror soprannaturale grazie a registi
orientali, soprattutto giapponesi. I risultati sono spesso inquietanti e riusciti. La sensibilità visiva del
cinema orientale spesso ci lascia piacevolmente straniati, anche se necessita di una paziente
predisposizione a vedere lunghe scene e dialoghi pressoché inesistenti, sostituiti da primi piani e
inquietanti occhi sbarrati, apparizioni improvvise di spiriti e, spesso, storie ad incastri di scatole
cinesi dei vari personaggi che s’incrociano nel film. A volte non sono facili da seguire per noi
occidentali, ma l’atmosfera e la tensione palpabile che trasmettono questo tipo di pellicole, ci
attraggono molto. Probabilmente il primo film che ha aperto il filone, almeno per noi occidentali,è
stato il giapponese The Ring (Ringu, 1998) di Hideo Nakata, sulla maledizione di una videocassetta
misteriosa (probabile metafora del cinema/televisione che vampirizza gli spettatori), gli spettatori
della quale prima ricevono una telefonata anonima (ring sta per "squillo" ma anche per "anello") e
poi entro una settimana muoiono. C’è anche un ironico e attuale messaggio sul “virus” della
pirateria, visto che la videocassetta viene continuamente duplicata e diffusa dalle ignare vittime.
Paradossalmente (almeno per noi) questo film (che in patria è un cult e ha generato un filone con
diversi seguiti, prequel, serie tv, libri, ecc) è il meno riuscito del gruppo che vi presentiamo qui:
poco sviluppato, troppo lento e noioso, nonostante la buona idea di partenza e alcune scene
terrorizzanti. Ha generato anche una serie parallela, narrata nel film The Spiral (di Gorge Iida,
1998) e un famoso rifacimento di produzione americana, decisamente più adatto al pubblico
occidentale:
attenzione, di questo remake sta per arrivare l’inevitabile seguito (stavolta diretto dallo stesso
Nakata)!
C’è poi il filone dei “telefoni maledetti” (di cui fa parte anche The ring, se vogliamo). Il cellulare:
vera ossessione dei nostri tempi! In Phone (foto sopra a sinistra, di Byeong-ki Ahn, 2002), film
22
coreano uscito con buon successo anche nelle nostre sale, una telefonata misteriosa arriva a un
telefono cellulare. Il numero non può essere visualizzato e coloro che rispondono, cadranno in uno
stato di improvviso terrore e infine moriranno. Inizio lento ma spaventi assicurati! Come spesso
accade in questi film, le maledizioni che generano la storia, nascono da bambini o comunque
giovani, morti in modo violento. The Call – Non rispondere (Chakushin ari , di Takashi Miike,
2003) un gioco inarrestabile di chiamate perse e di morti annunciate... Aspettiamo di recuperare in
dvd questo titolo. Come succede spesso nella cinematografia giapponese e orientale nell'ambito del
genere horror, l'occhio della macchina da presa è spesso puntato sui particolari dell'oggetto o del
soggetto, le scene a cui siamo abituati noi, veloci e nevrotizzanti, da videoclip, sono un’altra cosa.
In Persona (di Takashi Komatsu, 2000) in un liceo giapponese, la diffusione di maschere che
omologano e rendono prigionieri sempre più ragazzi, rendono il tema decisamente attuale. Di St
John’s Worth – Il fiore della vendetta (di Ten Shynoyama, 2001), uscito in dvd, non sappiamo
molto, solo che è stato definito un “horror labirintico” e che parla di grafica e videogiochi.
Un altro giapponese, Ju-on: the grudge (di Takashi Shimizu, 2003), è quello che ci è piaciuto di più:
finalmente un film dell’orrore che non si basa su effettacci ma sull’atmosfera e che fa veramente
paura, non perdetelo! Narra della maledizione che nasce dalla rabbia (o rancore –the grudge,
appunto-) che si impregna in un luogo e si diffonde come un virus con chi ne viene a contatto.
Anche qui un seguito, un film-tv e un remake americano (sponsorizzato dal regista cult Sam Raimi)
girati dallo stesso Shimizu.
Ikisudama – L’ombra dello spirito (di Toshiharu Ikeda, 2001) è un interessante film in due episodi,
uno su un doppelganger, l’altro su un appartamento maledetto. Spiriti senza pace!
Two sisters (Janghwa, Hongryeon, di Ji-woon Kim, Corea del Sud, 2003) è uscito in prima visione
di recente. Dopo aver speso un bel po' di tempo in un istituto mentale, due sorelle tornano nella casa
del padre dove, oltre a subire le angherie e le ossessioni di una matrigna crudele, hanno a che fare
con un fantasma che interferisce con la loro riabilitazione.
The eye (Jian Gui, di Oxide Pang Chun e Danny Pang, Thailandia/Hong Kong, 2003), visto al
cinema, apprezzabile storia su un trapianto di cornea a una ragazza cieca: il nuovo dono va al di là
di quanto percepito dall'occhio...visioni spaventose e tensione assicurata: originale.
Isola – La tredicesima personalità (Isola, di Toshiyuki Mizutani, Giappone, 2000) altro esempio di
horror dal Sol Levante in cui gli spiriti e demoni generati dalla tradizione e religione locale si
adattano a luoghi moderni e alla nostra tecnologia generando un mix spaventoso. In Inugami – Le
divinità maligne (Inugami, di Harada Masato, Giappone, 2001) siamo più nell’ambito del fantastico
con gli inugami, divinità dormienti custodite da una famiglia, il cui risveglio condurrebbe alla
rovina l’intera regione.
Per il momento ci fermiamo qui, questi sono tutti i film usciti di recente in home video e al cinema,
se ne scopriremo altri, e sappiamo che ce ne sono in uscita, li inseriremo nei prossimi numeri.
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Dal 1991: Cinema Africano!
Milano 14 - 20 Marzo 2005
Concorso lungometraggi
“Finestre sul mondo”
Fiction realizzati da registi
d’Africa, Asia e America Latina.
Concorso documentari
“Finestre sul mondo”
Questa sezione è una novità ed
apre il concorso ai documentari
dei 3 continenti.
Concorso Cortometraggi
Africani
Brevi film di fiction realizzati da
registi africani.
Concorso Documentari e Non
Fiction Africani
Brevi documentari e non fiction
realizzati da registi africani.
Panoramica sul Cinema
Africano
Film e video della più recente
produzione africana.
Sezione Fuori concorso
Film e documentari sull’Africa
realizzati da registi non africani.
Sezione retrospettiva
La produzione video nell’Africa
anglofona dalla Nigeria al
Kenya.Spazio Scuola- Università
www.festivalcinemaafricano.org
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Egyptian Musalsalat
Le telenovelas egiziane
Di Mamdouh AbdEl Kawi Dello Russo
Le Musalsalat sono le soup opera, o telenovelas egiziane. In plurale Musalsalat in
singolare Musalsal e sono molto popolare presso il popolo arabo, seguitissime
soprattutto nel periodo del Ramadan, le Musalsalat trasmesse in quel periodo sono
circa 60 in tutto. I musulmani spesso rompono il digiuno davanti la televisione, o
attendono di rompere il digiuno guardando una Musalsal.
Religiosamente sarebbe più giusto attendere di rompere il digiuno ascoltando o
leggendo il Corano. Consiglierei, se non si riesce farne a meno, di guardare (almeno
nel periodo di Ramadan) le Musalsalat religiose, ce ne sono tante davvero
interessanti, trasmesse soprattutto da canali arabi come Iqraa.
Gli egiziani sono specializzati nello spettacolo e soprattutto nelle Musalsalat, ma ne
esistono anche marocchine ecc… Tutto il mondo arabo ama questo genere di
intrattenimento, soprattutto dopo una dura giornata lavorativa.
Ci sono Musalsalat davvero costose, gli attori pagatissimi, anche per soli 34 episodi,
la durata di una Musalsal. 34 episodi in tutto, anche meno, a differenza delle
telenovelas brasiliane di circa 115 o 120 episodi.
Nel decennio scorso c’erano annualmente circa 12 produzioni, oggi questo numero fa
sorridere.
Abdel Hafez è uno dei tanti popolari registi delle serie. Nel decennio scorso sono
arrivate anche alcune Musalsalat improvvisate dalla Giordania, Siria e Libano.
“Man of destiny” è una Musalsa sulla storia del conquistatore Amr ibn al- ‘As, che
portò l’Islam in Egitto nel settimo secolo. Il personaggio è interpretato dall’attore
popolare egiziano Nour Sherif, (vedi foto sopra in centro).
25
Solo il 20% di egiziani ha il canale satellitare, la maggior parte guarda i quattro canali
principali del governo.
Quale è la trama di una Musalsa? Di cosa parla? Come nel caso di “Man of destiny”
parla di religione, dei tempi del Profeta Muhammad, o di personaggi come Amr ibn
al- ‘As, arrivati dopo. Da musulmano sono queste le Musalsalat che consiglierei ad
un pubblico musulmano, come quelle proposte da Iqraa, canale satellitare.
Ci sono naturalmente anche le solite storie d’amore, di intrecci ecc… più per un
pubblico occidentale non musulmano, che desidera conoscere meglio la cultura araba
e (perché no?) la lingua.
Per un pubblico occidentale consiglierei di seguire le Musalsalat con traduzione
inglese o francese, ci sono alcune Musalsalat tradotte, sia di storie d’amore che
religiose.
26
L’INTERVISTA
A HASSAN E MUHAMMAD
DI MAMDOUH ABDEL KAWI
PARLANDO DEL MAROCCO
ambasciate ecc. invece Casablanca è la
capitale dell’economia e Fes la capitale
culturale. Da visitare i monumenti
storici.
L’intervista inizialmente era solo per
Hassan, poi all’appuntamento si è
presentato con un amico suo
connazionale, così ho colto l’occasione
di intervistare tutti e due ed è nata
questa interessantissima intervista, tra
un caffè ed una spremuta.
(Muhammad): 4 sono le città
importanti: Fes (mia città), Meknes,
Rabat (città famosa del centro sud) e
Marakkesh piena di palme.
(Mondi): Hassan, raccontaci un po’ del
tuo paese, il Marocco, sappiamo che è
un paese stupendo, cosa consiglieresti
ai lettori di Mondi Lontani di visitare?
(Muhammad): cous cous, tajin (di
carne o di pesce) e i dolci come
Mehanja. A Fes si mangia molto bene,
ah ah ah.
(Hassan): Il Marocco è una finestra
aperta sull’Europa, un punto strategico.
(Hassan): lui dice così perché è di Fes,
cancella la sua risposta, anzi non
scriverla per niente.
(Muhammad): C’è un detto: “L’Europa
è un albero e il Marocco le radici”.
(Mondi): ah ah ah, sei geloso?
(Hassan): Abbiamo la natura che è
meravigliosa. Neve, deserto, montagne,
tutto questo è in Marocco.
(Mondi): Quale sono le specialità
culinarie marocchine?
(Mondi): Il cous cous è una pietanza
solo marocchina?
(tutti insieme):No!
(Muhammad): 3 mila di Km di mare
dall’Atlantico al Mediterraneo”.
(Mondi): interessante!
(Hassan): è vero, poi al nord del
Marocco fa molto più freddo in inverno
fino al centro nord. Cosa mi chiedevi?
Ah si! Cosa consiglierei di visitare.
Rabàt è la capitale amministrativa, con
(Muhammad): In Marocco il cous cous
è molto famoso, ma si mangia anche in
Tunisia, in Algeria, in Senegal e un po’
in tutto il mondo arabo, anche in
Egitto.
(Mondi): non molto, in Egitto vanno
pazzi soprattutto per il riso, il cous cous
lo cucinano ogni tanto soprattutto come
dolce.
(Mondi): Quante ore di cottura ci
vogliono per il cous cous?
(Hassan): parlo il berbero, io sono di
origine berbera, poi parlo l’arabo
classico, il dialetto marocchino, il
francese e lo spagnolo, in tutto 7
lingue. Aggiungi che ci sono molti
dialetti in Marocco.
(Hassan): 1 ora!
(Muhammad): no, anche di più.
(Hassan): minimo 1 ora e mezzo,
dipende dalla semola.
(Mondi): Qual è la squadra di calcio
marocchina più famosa?
(Muhammad): Raja e Wal entrambi di
Casablanca.
(Mondi): e tu Muhammad sei berbero o
di origine araba?
(Muhammad): di origine araba.
Conosco l’arabo classico, il dialetto
marocchino, il francese, l’inglese e lo
spagnolo, 6 in tutto.
(Mondi): Da quanto tempo siete in
Italia?
(Hassan): entrambi dal 2000.
(Mondi): Hassan Parli bene l’italiano,
complimenti, parli altre lingue?
(Mondi): La gente qui in Italia è molto cambiata con voi dopo l’11 Settembre?
(Hassan): Ci sono più problemi di razzismo verso i musulmani e credo anche verso
gli arabi in generale, compreso gli arabi cristiani. Ma non dimentichiamo, e
sottolinealo che c’è un numero di italiani intelligenti che non sono cambiati con
noi perché capiscono la situazione realmente.
(Mondi): Puoi spiegare il significato del tuo nome?
(Hassan): Hassan era il figlio di Ali, e nipote del nostro Profeta Muhammad
(Maometto) e significa (colui che è migliorato, una persona buona dentro).
(Muhamma): porto il nome del Profeta Muhammad (pace e benedizione su di lui) che
significa (il più lodato).
(Mondi): E’ stato un piacere conversare con voi, a presto.
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I canguri australiani
Di Mamdouh AbdEl Kawi Dello Russo
Mi hanno sempre affascinato sin dall’infanzia. Ogni volta che capitava di vederli in
Tv nei vari documentari o cartoni animati rimanevo incollato al televisore, mi hanno
sempre ispirato simpatia e molta curiosità, come il loro paese d’origine: l’Australia.
Paese bellissimo, affascinante, con panorami stupendi ed abitato da gente simpatica,
aperta e alla mano. Gli australiani mi piacciono di più degli inglesi e americani,
persino il loro inglese è più chiaro. Non sono mai stato in Australia, mi piacerebbe
andarci un giorno, magari in futuro, chissà.
Torniamo però ai canguri, perché questo articolo è dedicato a loro.
I canguri sono originari dell’Australia e della Papuasia Nuova Guinea, ma la terra che
ospita un maggior numero di canguri rimane sempre l’Australia. Tutti i canguri
appartengono alla famiglia dei Macropodidae (o Macropodidi) che significa “dai
grandi piedi”, ed esistono oltre 60 specie diverse di canguri, lo sapevate? Le 4 specie
più comuni superano i 50 milioni di esemplari.
I canguri variano molto per dimensione e peso: da 500 grammi a 90 chili, ed esistono
–come abbiamo già detto- diverse specie, fra queste:
 Wallaby
 Wallaroo
 Pademelon
 Canguri arboricoli
 Wallaby delle foreste.
La famiglia di canguri Potoroinae (Potoroidi) comprende:
 Potoroo
 Bettong
 Il canguro ratto (questi 3 vivono unicamente in Australia)
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I canguri vivono solo nelle pianure desertiche?
Assolutamente no! Vivono anche nelle foreste pluviali e nelle zone tropicali,
praticamente in tutte le varie zone climatiche dell’Australia.
Cosa mangiano i canguri? Sono carnivori? Mangiano qualsiasi tipo di carne?
Dimenticatevi tutto questo, perché i canguri sono ERBIVORI, mangiano piante, in
alcuni casi anche i funghi e vivono soprattutto di notte.
Alcuni si costruiscono un nido, altri vivono sugli alberi, altre specie vivono sotto gli
alberi, nelle grotte, oppure nelle fenditure delle rocce, e i più attivi vivono anche il
mattino presto e il pomeriggio tardi.
L’unica cosa che hanno tutte le specie di canguro in comune sono: le zampe
posteriori poderose con lunghi piedi, da qui il nome “Macropodidi”. Per mantenere
l’equilibrio usano la coda mentre saltano.
E il famoso marsupio sul ventre?
L’hanno solo le femmine, che contiene quattro capezzoli.
Joey è il piccolo canguro, che viene allevato nel marsupio della madre finché non è in
grado di sopravvivere fuori dal marsupio. Il marsupio per lui è come la culla, o il
passeggino per noi uomini.
Il canguro può procreare in tutti i periodi dell’anno e sono molto prolifici. I canguri
sono protetti da leggi in ogni parte del paese.
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Amr Khaled
Il più amato nel mondo arabo
Di Mamdouh AbdEl Kawi Dello Russo
Amr Khaled è sicuramente il più amato, o uno dei più
amati ed ammirati nel mondo arabo in questi ultimi anni.
Molto popolare e seguito è il suo programma “I costruttori
della vita”, trasmesso dal canale arabo satellitare Iqraa. Nel
suo sito (www.amrkhaled.net) troverete tutto il programma
in arabo, e in inglese. Ho tradotto in italiano parte di quel
programma, il libro s’intitola “Costruiamo la vita” ed è
questo il suo motto: “Costruiamo la vita insieme”. Amr
Khaled in solo poco tempo è riuscito a catalizzare
l’attenzione di tutto il mondo arabo su di lui, ed è stato preso
come esempio da molti giovani musulmani che prima non praticavano la loro
religione che è l’Islam. Amr Khaled con la sua semplicità è riuscito a fare ciò che
molti imam ed insegnanti dell’Islam non sono mai riusciti a fare e trasmette
positività, è questa la sua vera arma. Amr Khaled fa capire che i musulmani del
passato sono un esempio da imitare, primi fra tutti il nostro Profeta Muhammad (pace
e benedizione su di lui) e i Sahabah suoi compagni. È questo il messaggio di Amr
Khaled, che cerca di invogliare i musulmani, soprattutto i giovani, a fare qualcosa per
migliorare le condizioni dei musulmani nel mondo, a non essere passivi che è una
debolezza.“Lo scopo di questo programma è di trasformare l'energia che sta dentro
di noi in un atto positivo ed utile alla società” -dice Amr Khaled-.
“Se uno è totalmente convinto di un’idea e vive per essa sforzandosi, deve
realizzarla prima di morire”.
Amr Khaled è un contabile egiziano di 37 anni, è nato il 5 Settembre 1967, ad
Alessandria, è di buona famiglia, non ha mai studiato all’Università Al-Azhar in
Cairo ed è stato educato in un ambiente laico. Arrivò alla predicazione quasi per caso,
alla fine degli anni 90. Nel 2001 ottenne il Diploma di studi islamici ed ha studiato
all’Università del Galles per il PHD. Il suo messaggio è: riconciliare la religione alla
vita. Non fa critiche, è pacifico e non parla mai di politica nei suoi discorsi.
Si veste normalmente, in giacca e cravatta, un sorriso aperto incorniciato da due
baffetti, parla il dialetto egiziano, non l’arabo classico e spiega l’Islam in modo
semplice, a differenza di molti altri imam, ed è per questo che piace alla gente.
Di lui dicono: “E’ un tipo normale, che ha trovato l’amore di Allah e vuole dividerlo
con gli altri”. Persino la cantante Yasmine Al-Khayyam, ha abbandonato il suo
mestiere dopo averlo ascoltato, ed è tornata al velo. Ognuno di noi è sul cammino
dell’Islam e procede con il proprio ritmo. È sposato ed ha un figlio di 2 anni di nome
Ali. Da buon egiziano ama il football ed è ex membro della squadra di calcio dei
giovani dell’Ahli, squadra molto forte in Egitto assieme allo Zamalek.
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SUONI LONTANI
Lui è Sami Yusuf, cantante inglese molto giovane e
bravo, con una voce delicata e molto intonata. È lui il
nuovo Amr Diab? Il nuovo Hakim? Sicuramente lo
differenzia dai suoi colleghi il fatto che non canta l’amore
per una donna, ma per Dio, e lo fa con maestria e senza
annoiare, rischio che corrono spesso gli altri artisti che
interpretano canti religiosi. Ma un canto religioso può
anche non annoiare un pubblico non religioso e per di più
non musulmano, soprattutto se ad interpretarlo è Sami
Yusuf, che mescola la lingua inglese con quella araba, i
ritmi soft con motivi orecchiabili, da ricordare e
canticchiare. Se un motivo è orecchiabile, gradevole poco
importa al pubblico non religioso se ciò che sta
ascoltando non è “Amore mio sei la luce dei miei occhi”
di Amr Diab, o cose come “sei tutta la mia vita baby”, bensì “luce dei miei occhi o
Muhammad, nostro Profeta la pace sia su di te” da “Al-Mu’allim” di Sami Yusuf o
“Lui ha creato gli alberi, Lui ha creato gli animali” da “The Creator”. Questo è il
primo album di Sami dal titolo “Al- Mu’allim” che significa “Il Maestro” in questi
casi il Profeta Muhammad.
Indispensabile: per chi ama la musica araba e vuole conoscere l’altra faccia
dell’Islam, quella non integralista ma aperta al mondo intero, ed ascoltare la voce di
Sami è come vedere un bel giorno di primavera.
Sami Yusuf ha impiegato molte ore di studio nel canto e suonando gli strumenti
musicali. È nato nel Luglio del 1980 da una famiglia di musicisti di Azeri, il padre è
un compositore, poeta e musicista.
Sami imparò così a suonare diversi strumenti molto presto, ed è anche un musulmano
praticante, decise così di usare la sua bellissima voce per Dio, cantando l’Islam e
mostrando così al mondo un volto diverso della religione islamica, non integralista,
bensì pacifico ed armonioso, invogliando così anche i giovani musulmani a seguire la
loro religione in modo equilibrato. Inshallah.
www.samiyusuf.com
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Al-Mu'allim
We once had a Teacher
The Teacher of teachers,
He changed the world for the better
And made us better creatures,
O Allah we’ve shamed ourselves
We’ve strayed from Al-Mu'allim,
Surely we’ve wronged ourselves
What will we say in front him?
O Mu'allim...
Chorus
He was Muhammad salla Allahu 'alayhi wa sallam,
Muhammad, mercy upon Mankind,
He was Muhammad salla Allahu 'alayhi wa sallam,
Muhammad, mercy upon Mankind,
Teacher of all Mankind.
Abal Qasim [one of the names of the Prophet]
Ya Habibi ya Muhammad
(My beloved O Muhammad)
Ya Shafi'i ya Muhammad
(My intercessor O Muhammad)
Khayru khalqillahi Muhammad
(The best of Allah’s creation is Muhammad)
Ya Mustafa ya Imamal Mursalina
(O Chosen One, O Imam of the Messengers)
Ya Mustafa ya Shafi'al 'Alamina
(O Chosen One, O intercessor of the worlds)
He prayed while others slept
While others ate he’d fast,
While they would laugh he wept
Until he breathed his last,
His only wish was for us to be
Among the ones who prosper,
Ya Mu'allim peace be upon you,
Truly you are our Teacher,
O Mu'allim..
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JAVIER GIROTTO – AIRES TANGO
Javier Girotto è un sax baritono e soprano, un cd jazz omaggio a Piazzola e all’Argentina, nazione vitale ma
anche malinconica per via del dolore che attraversa la sua storia.
BiD – BAMBAS & BRITAS VOL. 1
Da San Paolo un riassunto del nuovo Brasile. La tradizione mescolata al soul, al funk e al moderno hip hop.
Collabora Arnaldo Antunes dei Tribalistas.
TRIBALISTAS – TRIBALISTAS
Arrivati anche da noi in Italia col tormentone “Ja sei namorar” (ce l’hanno fatta odiare, nell’estate 2003 si
sentiva praticamente ovunque, anche se da noi è arrivata in ritardo) e con una sorta di “revival” e moda
brasiliana, questo progetto di tre famosi artisti dal Brasile ha meritato il successo con un album omonimo.
Marisa Monte, Carlinhos Brown e Arnaldo Antunes con un album piacevole e leggero. Da notare che il
famoso singolo-tormentone sia molto diverso dal resto del cd, che si caratterizza per essere un buon disco
colto di musica brasiliana, per noi occidentali anche un po’ pesante in certi passaggi. E’ uscito anche un dvd
omonimo. Dice Brown: «Da qualche tempo in qua, finalmente, non solo il Brasile, ma il mondo intero,
sembra voler riscoprire la totalità dell’ambiente in cui viviamo: la città e tutto ciò che la circonda, la
campagna, la foresta, i fiumi e i laghi. I Tribalisti hanno il compito di trasmettere questo messaggio, di
seminare fertilità dovunque intervengano, proprio come il contadino che semina il grano. Perché loro vivono
in armonia completa con la natura circostante, hanno impressa nel Dna la “chimica” dello stare insieme».
YUNGCHEN LHAMO – TIBET TIBET
Uscito per la Real World di Peter Gabriel, un disco con 10 "devotional songs" realizzate in compagnia dei
famosissimi Gyuto Monks di New Delhi: gli stessi monaci, per intenderci, già immortalati in passato da un
paio di album, il primo per la giapponese Jvc e il secondo per l'inglese Rykodisc, che sono quanto di meglio
si possa ascoltare in tema di canti della tradizione buddista. Spiritualità antica unita al moderno. Una
curiosità: In tibetano Yungchen Lhamo vuol dire, letteralmente, "divinità del canto"…meglio di così…… Se
volete saperne di più leggete l’intervista a Yungchen Lhamo su Mondi Lontani N.4.
MARTA GOMEZ – CANTOS DE AGUA DULCE
Colombiana, residente in U.S.A., Marta Gomez esce con un disco per la Chesky-I.R.D. che porta avanti la
tradizione della musica popolare sudamericana contaminata col jazz e i ritmi latini.
V.V.A.A. – BEST OF BRAZIL
Consigliamo questa compilation ben assemblata, visto il crescente ritorno alla popolarità del Brasile e dei
suoi ritmi.. 13 brani di Ana Caram, Jobim, Luiz Bonfa, Leni Andrade, ecc.
IDIR - IDENTITIES
L’algerino Idir ci presenta un interessante progetto multietnico, un caleidoscopio sonoro pieno di colori e di
squisita cantabilità, Idir è riuscito a mettere insieme, per una serie di duetti uno più accattivante dell'altro,
gente come il franco-galiziano (ma autentico cittadino del mondo) Manu Chao e l'irlandese Dan Ar Braz,
l'ugandese Geoffrey Oryema (già noto per alcune pubblicazioni per la Real World di Peter Gabriel) e gli
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incandescenti algerini di Parigi dell'Orchestre National de Barbès. Molto azzeccata anche la scelta della
copertina.
SIMON DIAZ – TONADAS
Per la Latin World esce questo cd di Simon Diaz, una delle migliori voci del mondo sudamericano, noto nel
suo paese per un suono di “country venezuelano” che incanta da 40 anni. E’ inclusa la famosa “Caballo
viejo”, nota per essere stata reinterpretata dai Gypsy Kings come “Bamboleo”.
RIGO Y SU OBRA MAESTRA – CONQUISTANDO Y SU BAILADOR
Gli amanti della salsa ballabile sudamericana, ameranno questo disco dell’orchestra portoricana Rigo Y su
Obra Maestra, con elementi molto validi presi da altre bands affermate. Un supergruppo per fare ballare al
ritmo della salsa. Tra i pezzi: “Rico Son” e “Rayo de Luna”.
CAETANO VELOSO – A FOREIGN SOUND
Il famosissimo (anche da noi) cantante e compositore di Bahia è uno dei più popolari e autorevoli autori di
canzoni brasiliane. Iniziò la sua carriera con la bossa nova ma presto ha iniziato l'esplorazione e addirittura la
creazione di stili diversi, resi con un proprio senso estetico inconfondibile, noto come MPB (musica popolare
brasiliana), spostando pian piano il suono del pop Brasiliano verso l'attivismo politico con un'attenzione
sociale, associata con il movimento hippie degli anni 1960 e le sue opere tropicaliste. Il suo più recente CD è
questo "A Foreign Sound" (2004), che comprende una cover di “Come as You Are”, dei Nirvana insieme ad
altri brani famosi. Per approfondimenti: questo è il suo sito internet: http://www.caetanoveloso.com.br/
Consigliamo anche il suo libro uscito in italiano lo scorso anno: Caetano Veloso, Verità tropicale : Musica e
rivoluzione nel mio Brasile, Feltrinelli.
RACHID TAHA - TÉKITOI
Torna Rachid Taha, ormai noto anche da noi, giunto al successo dopo essere stato trapiantato in Francia da
Orano, Algeria, la stessa città e lo stesso percorso artistico del suo ben più famoso collega, Cheb Khaled, che
ha diffuso la musica rai in tutto il mondo. Ma i paragoni finiscono qui perchè Taha non si occupa di rai:
anzi, al solo sentire il suono di quel termine - che pur ha reso famosa l'Algeria nel mondo intero - ha un lieve
moto di disgusto. Il suo obiettivo, infatti, è di creare una musica al di là del tempo, che recupera i suoni più
tradizionali e li mescola con gli elementi del mondo contemporaneo, come il techno-pop, il punk-rock e le
macchine ritmiche elettroniche; e perfino i rumori industriali. Precedentemente alla carriera solista, Taha
militava in gruppi rock. Ci è piaciuta l’originale cover di “Rock the Casbah” dei Clash, in questo nuovo
album per la Warner che arriva dopo il precedente “Live” del 2001. Peccato per la voce, troppo roca e
"dura", musicalmente invece e più interessante. Se volete visitare il suo sito:
http://rachidtaha.artistes.universalmusic.fr/
GOTAN PROJECT – LA REVANCHA DEL TANGO
Nome che si rifà all'omonimo locale attivo a Buenos Aires negli anni Sessanta: autentico "cult" per i
"tangueros" dell'epoca). Ma questo Gotan appena nato è un ensemble variabile, edificato su un trio di base (il
chitarrista Eduardo Makaroff, il tastierista Philippe Cohen Solal, l'elettronicista Christoph Müller) al quale si
aggiungono, di volta in volta, alcuni ospiti di grande riguardo. Uscito anche in Italia
per la Ya Basta!, il loro nuovo album attinge ad atmosfere profonde anni 40 unite al moderno e alla trance
music.
ANA CARAM – HOLLYWOOD RIO
La musica di Ana Caram è la perfetta fusione tra i ritmi tradizionali brasiliani col suono del jazz tradizionale
americano. Protetta di Antonio Carlos Jobin, la leggenda della musica brasiliana, Ana ha dedicato questo suo
album alla musica di Hollywood del passato, con reinterpretazioni, tra gli altri, dai film Butch Cassidy e
Casablanca.
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DADAWA – VOICES FROM THE SKY
Dadawa è una deliziosa venticinquenne di Canton, che ha rinnegato il proprio nome (Zhu Zheqin) per farsi
meglio conoscere anche lontano dalla Cina.
Voices from the sky", registrato a Hong Kong ma ispirato dalle sublimi altezze della capitale più alta del
mondo (Lhasa, nel Tibet) è un affascinante ibrido di culture diverse, e a tratti antitetiche., si nutre
indifferentemente di materialità terrena e di ineffabilità celeste, lasciando nelle orecchie dell'ascoltatore un
senso di sospensione alquanto vacuo. La sua voce è emozionante e contaminata dal gusto per la tradizione,
dal jazz, dal rhythm 'n' blues e dal soul dei neri d'America.
BINDAAS BOYS
Boyband indiana. Non conosciamo i titoli dei loro album, ma sappiamo che le loro canzoni (da Kareen
Shaadi a Yaar Nachde del 2004) mischiano dance e oriente. L’intervista alla band: www.hindu.com
L’Album “A is for Allah” di Yusuf Islam è del 2000, ma solo di recente abbiamo avuto modo di ascoltarlo
per la prima volta. L’Album è per adulti e bambini e descrive l’essenza dell’Islam attraverso l’alfabeto arabo
ed è narrato da Yusuf Islam. Il c.d. contiene anche dei brani cantati molto bene da Zain Bikha, compreso il
brano “A is for Allah” scritto da Yusuf Islam ed inciso per il suo primo Album del 1985 (dopo la sua
conversione all’Islam). E’ gradevole anche il nuovo video, con Zain che canta e con la presenza di Yusuf. La
recitazione coranica è dello Sheikh Muhammad Gibreel, la traduzione in inglese di Imam Hamza Yusuf.
Consigliato: a tutti coloro che conoscono l’inglese, musulmani e non musulmani.
Discografia di Yusuf Islam:
Islamic Talks And Songs (1985) contiene “A is for Allah”
The life of the last Prophet (1995)
Welcome to the Qu’ran: Gateway to Faith (1996)
Prayers of the last Prophet (1998)
I have no cannons that roar (1998) -vedi Mondi lontani n. 6 di Aprile/Maggio 1998-.
A is for Allah (2000)
Bismillah (2001)
I look, I see (2004)
Night of remembrance (2004)
“Night of Remembrance” è un Album dal vivo registrato al Royal Albert Hall il 20 Ottobre 2003 e ha
commemorato I 20 anni dell’Islamia Schools. Nel doppio c.d. Yusuf Islam ricanta “Peace of train” brano dei
tempi in cui era ancora Cat Stevens. Erano anni che non cantava più brani di quel periodo. Nell’Album
abbiamo modo di risentire la bellissima voce di Zain Bhikha e addirittura del pugile Prince Naseem Hamed
-vedi Mondi lontani n. 10 del mese di Febbraio 1999-.
Yusuf Islam ha registrato nel mese di Gennaio 2005 nuove canzoni per le vittime di Tsunami, ed ha cantato e
suonato la chitarra (?!) per il concerto in beneficenza a Londra. Non suonava la chitarra da 25 anni, dai tempi
in cui si faceva ancora chiamare Cat Stevens.
http://www.yusufislam.org.uk
http://www.mountainoflight.co.uk
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YUSUF ISLAM
Yusuf Islam (ex cantante di successo Cat Stevens) nacque a Londra il 21 Luglio 1948 da
madre svedese e padre greco cipriota con il nome Stephen Demetri Georgiou . Si
convertì all'Islam nel Dicembre 1977, ecco il suo racconto sulla sua conversione.
"Decisi di viaggiare a Gerusalemme (come fece mio fratello). A Gerusalemme, mi recai
alla moschea e seduto per terra restai fino a quando un uomo si avvicinò a me e chiese
se avevo bisogno di qualcosa. Gli dissi di essere musulmano. Mi chiese allora il nome.
Gli risposi, "Stevens." Era confuso. Allora mi unii alla preghiera, benché non fossi
pratico. Tornato a Londra, mi misi in contatto con una sorella di nome Nafisa. Le dissi
di voler abbracciare l'islam e mi raccomandò di andare alla moschea di Regent. Accadde alla metà del
1977, dopo aver ricevuto il Qur'an (Corano). Ho capito così di dover eliminare l'orgoglio, di eliminare Iblìs
(Satana) e voltare la faccia in una direzione. Così il venerdì, dopo Jumma' (preghiera del venerdì) andai dall'
Imam e dichiarai la mia fede. Posso così avere un contatto diretto con Dio, diverso dalla cristianità e da
qualsiasi altra religione. Una signora indù mi disse, "Tu non capisci l'induismo. Crediamo in un dio; usiamo
questi oggetti (idoli) soltanto per la concentrazione." Ciò significa che per raggiungere Dio, uno deve
generare consoci, che sono idoli per raggiungere lo scopo. Ma l' Islam rimuove tutte queste barriere. L'unica
cosa che distingue i credenti dai miscredenti è la Salat (Preghiera). Non entrai in contatto con i musulmani
prima di abbracciare l'islam. L'Islam è perfetto e se imitiamo il Profeta (pace e benedizione su di lui)
otterremo il successo. Possa Allah darci le indicazioni per seguire il percorso dell’ ummah (comunità) di
Muhammad (pace e benedizione su di lui). Ameen! "
“Then I decided to journey to Jerusalem (as my brother had done). At Jerusalem, I went to the mosque and
sat down. A man asked me what I wanted. I told him I was a Muslim. He asked what my name was. I told
him, "Stevens." He was confused. I then joined the prayer, though not so successfully. Back in London, I met
a sister called Nafisa. I told her I wanted to embrace Islam and she directed me to the New Regent Mosque.
This was in 1977, about one and a half years after I received the Qur'an. Now I realized that I must get rid of
my pride, get rid of Iblis, and face one direction. So on a Friday, after Jumma' I went to the Imam and
declared my faith (the Kalima) at this hands. You have before you someone who had achieved fame and
fortune. But guidance was something that eluded me, no matter how hard I tried, until I was shown the
Qur'an. Now I realize I can get in direct contact with God, unlike Christianity or any other religion. As one
Hindu lady told me, "You don't understand the Hindus. We believe in one God; we use these objects (idols)
to merely concentrate." What she was saying was that in order to reach God, one has to create associates, that
are idols for the purpose. But Islam removes all these barriers. The only thing that moves the believers from
the disbelievers is the Salat(Prayers). This is the process of purification. Finally I wish to say that everything
I do is for the pleasure of Allah and pray that you gain some inspirations from my experiences. Furthermore,
I would like to stress that I did not come into contact with any Muslim before I embraced Islam. I read the
Qur'an first and realized that no person is perfect. Islam is perfect, and if we imitate the conduct of the Holy
Prophet (Sallallahu alaihi wa sallam) we will be successful. May Allah give us guidance to follow the path of
the ummah of Muhammad (Sallallahu alaihi wa sallam). Ameen! ”
“LE MIE PREFERITE” MAMDOUH
Per chi non lo sapesse Mamdouh (AbdEl Kawi M.Dello Russo) redattore di questo giornale e autore di
diversi libri sull’Islam ha inciso alcuni album religiosi, ultimo di questi è la raccolta delle sue canzoni più
belle. “Le mie preferite” include brani scritti ed interpretati da lui in italiano, inglese e arabo, vi segnaliamo:
“Sarebbe più bello”, “Thanks to God/ Grazie a Dio c’è l’amore”, e “El hamdulillah”. Interessante ed unico, o
uno fra i pochi nel suo genere in Italia. Prima di entrare nell’Islam ha inciso sotto lo pseudonimo Hjk alcuni
album di musica.
Consigliato: a tutti coloro che vogliono ascoltare qualcosa di diverso.
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“Quel poco che abbiamo capito del mondo facendo i turisti per caso” di Patrizio
Roversi e Syusy Blady.
Il libro è del 2000 e racchiude l’esperienza della coppia televisiva più simpatica degli
ultimi anni. Il loro programma “Turisti per caso” (contemporaneo di Mondi Lontani),
è stato un successo. Molto interessanti i loro documentari, i programmi successivi
come “Velisti per caso” e il recentissimo “Misteri per caso” non hanno superato il
loro predecessore. Ecco un commento che spiega la formula del successo della
coppia:
"Patrizio guarda i luoghi che visita come se li stesse già ripensando. Susy, invece,
vive tutto subito. Non le interessa la dimensione del dopo: è come se andando in quei
luoghi cercasse la conferma di quello che ha già studiato, già immaginato, già
percorso con la mente". Ha detto Paolo Taggi di loro.
“Mondi Religiosi” e “Mondi Lontani 1997/1999” sono indispensabili per il lettore
di Mondi. Le 2 raccolte contengono le cose migliori degli 11 numeri di Mondi
Lontani. “Mondi Religiosi” è arrivata alla terza edizione, la prima risale al 2000,
l’ultima è del 2004, e spiega le 10 religioni più importanti nel mondo in 58 pagine
scritte da Mamdouh AbdEl Kawi Dello Russo. Il libro è per tutti.
Di “Mondi Lontani 1997/1999” ne abbiamo già parlato nell’Editoriale ed è un tuffo
nel passato di Mondi, i migliori articoli, le migliori collaborazioni, il tutto in 47
pagine. Ripercorreremo insieme quegli anni: il 50esimo anniversario
dell’indipendenza dell’India, i libri di successo sui Faraoni dello scrittore francese
Christian Jacq e tante alte notizie e curiosità. Ci sono le Arti Marziali, la storia di
Bruce Lee, l’Eldorado, le interviste fatte alla gente sul Ramadan, sulla vita in Egitto,
sul permesso di soggiorno degli stranieri, riscopriremo l’Isola di Pasqua e che Nakata
era il calciatore-fenomeno del Perugia, ricordate? La raccolta è del 2002.
“Il Corano” (in arabo con traduzione italiana a fronte) di Gabriele Mandel. È la
prima traduzione dell’intero Corano in italiano con lingua araba a fronte. Per la gioia
dei musulmani e per coloro che si avvicinano al testo per semplice curiosità. La
traduzione di 316 pagine, pubblicata da (Utet libreria) nel 2004 è fondamentale per
tutti, da leggere e tenere fra i libri più interessanti. Alla fine del libro troverete gli
Apparati Filologici, Storici e Teologici davvero interessanti. Compreso gli Apparati,
il libro è di 921 pagine e costa solo 14, 90 euro.
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Consigliamo anche la traduzione in italiano del Corano di Hamza Piccardo (Newton Ed.) e la
traduzione del Corano (volume uno) in italiano con lingua araba a fronte di Abdur Rahman Pasquini
(Edizioni del Calamo)
“Maometto”, titolo originale “Muhammad for beginners” di Ziauddin Sardar e Zafar
Abbas Malik è un libro pubblicato una decina di anni fa (1995) sull’Islam da
(Feltrinelli), tradotto in italiano e spiegato con linguaggio semplice. Aiutato anche
dalle illustrazioni è un libro piacevole che spiega la storia del Profeta Muhammad
(Maometto) e della religione islamica. Consigliato ad un pubblico che vuole
comprendere meglio l’Islam, pur non appartenendo a questa religione. 178 pagine.
“Il Sigillo dei Profeti” scritto da Mamdouh AbdEl Kawi Dello Russo è un libro del
2004 di 40 pagine sulla storia del Profeta Muhammad. Se il libro precedente
“Maometto” di Sardar e Malik è soprattutto per coloro che non hanno mai letto la
storia del Profeta, questo di Mamdouh invece è per approfondire meglio la vita del
Profeta, della sua famiglia e dei suoi compagni. In questo libro l’autore cerca di
mettere in risalto il lato spirituale del Profeta e meno del guerriero, al contrario di
molti altri autori soprattutto cattolici o laici. Conoscerete meglio in questo libro il
carattere del Profeta Muhammad e le sue abitudini.
Libro “Alle falde del Kilimangiaro: Cosa fare e non fare dall’Argentina allo
Zimbabwe”, è una guida per viaggiare divertendosi, scritta dalla simpatica
conduttrice del programma Licia Colò. Pag. 127, pubblicato nel 2004.
“Poeti africani anti-Apartheid” è un libro di poesie africane in due volumi contro il
razzismo. In queste poesie c’è molta tristezza, molta sofferenza. Nel primo volume ci
sono poesie dal Congo e dalla Costa D’Avorio, dai titoli come “Io sono nero”,
“Essere o apparire”, “Resistenza”, “Incubo d’inferno”. Nel secondo poesie da paesi
come Angola, Camerun, Sud Africa, dai titoli come “Nostalgia di una terra”, “Africa
in piedi”, “Lamento di una donna”, “Il pianto dell’Africa”.
Euro 6,20 (Edizioni dell’Arco)
Per informazioni rivolgersi direttamente al sito: www.ediarco.it
“La grande casa di Monirrieh” di Bijan Zarmandili, Feltrinelli, pp 161, € 14. Si
tratta del romanzo di un giornalista iraniano in Italia dal 1960.Zahra, iraniana, 40 anni
vissuti dietro uno chador, è in fin di vita. Giunge al suo capezzale per sentire i suoi
racconti la figlia, cresciuta in Occidente e lontana dai principi islamici.
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“La buona alimentazione” di Anna Powar, Il Saggiatore, pp 349, € 18,50. Un libro
sull’alimentazione, contro pregiudizi, superficialità e credenze sbagliate in cucina.
L’autrice è una nutrizionista indiana che vive in Italia, ha unito sapienza e cultura
orientale alla scienza
dell’alimentazione moderna.
“Ndebele” di Sergio Caminata, con testi di Franco La Cecla, Edizioni Motta, €
46,48. Libro fotografico dedicato agli Ndebele, una popolazione di allevatori che
vivono in piccoli gruppi nello Zimbabwe del Sud.
“Gesù un Profeta dell’Islam” di Muhammad ‘Ata ur-Rahim. L’autore per scrivere il
libro ha usato tutte le fonti a disposizione, compreso le pergamene del Mar Morto, i
testi cristiani, le ricerche moderne, il Corano e i Detti (Hadith) del Profeta
Muhammad. Questo lavoro è il frutto di 30 anni di studio dell’autore, che ha scritto
questo libro di 251 pagine per il mondo occidentale. (Al Hikma Ed.)
“Medicina islamica” di Muhammad Salim Khan (Red Ed.) è un libro di 91 pagine.
Interessante, semplice, un’introduzione alla medicina islamica. Per comprenderla
meglio l’autore pakistano - che ha studiato medicina nel suo paese e in Gran
Bretagna-, spiega brevemente la storia del mondo arabo pre-islamico, compreso la
medicina e i problemi di salute. Racconta la storia del Profeta Muhammad, lo
sviluppo e diffusione della medicina islamica. Si sofferma infine sulle diverse terapie,
spiega l’importanza della medicina islamica, il perché ci si ammala, come nutrirci e
come riposarci.
Nel libro “Il Miracolo scientifico” del 2003, l’autore Mamdouh AbdEl Kawi Dello
Russo spiega i Miracoli contenuti nel Corano. Il libro Sacro dei musulmani ha
anticipato molte scoperte fatte in tempi recenti dagli scienziati scettici. Questo libro
di 35 pagine è per lo scettico più convinto.
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Poesie cinesi dell’epoca d’oro
Di Mamdouh AbdEl Kawi Dello Russo
Il periodo dell’epoca d’oro per la poesia cinese è il periodo della dinastia Tang, ed è
dal 618 al 927, epoca d’oro anche per l’arte (terracotta e porcellana) e per
l’invenzione della stampa e diffusione del buddismo e confucianesimo.
Poesia dell’epoca Tang di Li Bo(701-762)
Due rondini divise
Due rondini, poi ancora
due rondini
volano unite da far invidia
agli uomini
Una coppia aveva il suo nido
sulla torre del Padiglione di Gemme
A lungo le vedevi insieme sulla finestra
d’oro dalle tende di seta
Il fuoco distrusse le travi di
cedro,
Nel palazzo del re di Wu ripararono
Anche il palazzo di Wu divorò l’incendio
Distrusse il nido e nulla fu
risparmiato
Affranta dal dolore una sola trovò
scampo
Piange ora la femmina il suo compagno
morto
Mai più appaiati torneranno a
volare
Nel mio cuore s’è aperta
una ferita.
Lamento sui gradini di giada
Sui gradini di giada si forma bianca rugiada,
nella lunga notte bagna le calze di seta.
La tenda di cristallo viene abbassata
e attraverso di essa lo sguardo va alla luna d’autunno.
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Poesia dell’epoca Tang di Du fu (712-770)
A primavera uno sguardo
La patria è in rovina:
restano i monti, i fiumi
e nelle città a primavera
alberi e fitte erbe!
Commossi dagli eventi
anche i fiori grondano lacrime,
nel dolore degli addii
anche agli uccelli spaurisce il cuore
I fuochi delle scolte
ardono da tre mesi ormai
e una lettera da casa
costa diecimila once d’oro.
Sulla mia testa canuta
sempre più radi i capelli
al tatto e più non trattengono
lo spillone.
TANKA POESIA GIAPPONESE
Di Mamdouh AbdEl Kawi Dello Russo
Che cosa è un Tanka?
La risposta non è facile come può sembrare. Il Tanka è una forma poetica ed è divisa in 5
linee, in cinque versi ispirati dalla natura e dal sentimento del poeta che la contempla.
Il Tanka più importante è la raccolta Manyoshu (raccolta di "Miriade di foglie"), un'antologia
che contiene circa cinquemila poemi, fra questi le opere di Yamabe No Akahito. Dopo
questa raccolta accadde che ci fu un forte risveglio nazionale e letterario (il cosiddetto
"Periodo Tokugawa") che diede origine all'haiku o haikai, nuova forma poetica di tre versi
(il primo e il terzo di cinque sillabe, il secondo di sette). Hanno composto splendidi Haiku:
Matsuo Basho (1644, 1694), misurato e riflessivo, e Issa Kobayashi (1763, 1823 ),
continuatore dell'opera di Basho.
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il Tanka può diventare anche un canto nuziale.
Il Kojiki inoltre contiene altre forme della poesia, un esempio di questi può essere trovato
in un libro di Kenneth Yasuda :
“ Come
sono
felice!
Ho
incontrato
un
uomo
affascinante.
come sono felice! Ho incontrato una donna affascinante”
Il Katauta era una forma specifica di poesia lunga 19, scritta in tre linee 5-7-7 ciascuno con
un ritmo specifico e sotto forma d'una domanda o una risposta.
Katauta # 1:
Passare attraverso
La nuova terra di Tsukuba,
Quante notti abbiamo dormito?
Katauta # 2:
Facendo i conti
nove volte entro la notte
e dieci volte di giorno.
Mettendo i due otteniamo insieme:
Passare attraverso
La nuova terra di Tsukuba,
Quante notti abbiamo dormito?
Facendo i conti
Nove volte entro la notte
e dieci volte di giorno.
Strutturalmente consiste di due parti: una parte di domanda e una parte di risposta, ogni
onji 5-7-7 che fa lunghezza 38 del poema.
Cercando di non dilungarci troppo per poi confondere le idee con i diversi esempi,
riportiamo qui sotto alcuni Tanka.
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Haiku Tanka
di Matsuo Basho
"Solitudine "
Sullo stagno morto
il rumore di una rana che s'immerge .
"Destino"
Viviamo separati e facciamo cose diverse,
ma eguale è il nostro destino.
"Il canto delle cicale "
Calma immensa
che penetra nella roccia,
il canto delle cicale.
"Primavera "
Dilegua
l'eco della campana del tempo :
persiste
la fragranza dei fiori.
Ed è sera.
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www.arab.it
E’ un interessante sito sulla cultura araba e islamica. Troverete la storia pre-islamica,
la storia del Profeta Muhammad (Maometto), dell’Islam, i 5 pilastri della fede
islamica e il calendario islamico.
Potrete imparare persino la lingua araba, perché nel sito troverete delle vere lezioni
per impararla. La cucina araba con le sue ricette, e il vostro nome italiano scritto in
arabo vi ricorderà Mondi Lontani.
www.tuttocina.it
E’ un portale italiano con tantissimi argomenti sulla Cina: storia, filosofia, pittura,
medicina cinese, storia della scrittura cinese, non solo, troverete anche i dipinti
dell’anno nuovo, i segni zodiacali cinesi, il capodanno cinese, Buon Anno in cinese, i
corsi di lingua cinese ecc…
www.asianfeast.org
Questo sito si occupa di film cinesi (tanti), di quelli nuovi e degli storici, con le storie,
le recensioni, gli eventi, un sito per gli amanti del cinema orientale.
www.mexicoart.it
In questo numero di Mondi Lontani ci siamo occupati dell’arte giapponese, cinese e
islamica, in questo sito troverete l’arte messicana, molto interessante: l’arte popolare,
le origini, i siti maya, aztechi, le foto dei tessuti, ricami, mobili, ceramica ecc…
www.islam-online.it
Web interessante, molto organizzato, con link islamici in diverse lingue, lista dei
centri e moschee con l’ora della preghiera in Italia e nel resto del mondo. Troverete
da leggere e da ascoltare il Corano in arabo, la traduzione italiana e persino in
casigliano. Il sito punta sul dialogo interreligioso ed è delle Edizioni Al Hikma di
Hamza Piccardo.
www.islamic-relief.it
Per adottare un bambino orfano a distanza, bisognoso, senza padre, né madre, o con
un solo genitore e molti fratelli, vi segnaliamo questo sito. Semplicemente per dirvi
che con un solo gesto regalerete un sorriso ad un bambino che sta male.
45
http://www.turistipercaso.it/
Da sempre appassionati dei divertenti e istruttivi viaggi di Syusy Blady e Patrizio
Roversi, segnaliamo per la prima volta i loro siti, ricchi di notizie dal mondo e
itinerari.
http://www.velistipercaso.it/
Per la “spinosa” questione delle loro videocassette (ormai introvabili) invece, ci
auguriamo di vederle presto pubblicate, magari in formato dvd. A questo link trovate
alcune informazioni, ormai vecchie…per ora, tutto tace:
http://www.turistipercaso.it/noi/tamtam/testo.asp?id=20
Qui sotto alcune copertine che ci fanno “fremere”
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Sito per acquistare on line musica indiana:
http://www.indiancdstore.com/ViewDetails.asp?p_id=114
Sito in tedesco sulla regione indiana del Kerala:
http://www.kerala-discovery.de/KD_Web/default.htm?226040115.htm
Sito di cinema indiano: http://www.sulekha.com/movies/
www.seshepankhatum.net
Sito di una ragazza italiana di Torino appassionata di archeologia. Seshepankhatum è
il suo pseudonimo, che ricorda Tutankamun e altri personaggi del passato, reali o
mitologici, ma il vero nome della ragazza è Chiara, nata nel 1982. il sito è fatto bene,
con i racconti dei suoi viaggi nei “mondi lontani”, le foto, i libri ecc…
www.inostriviaggi.it
Sito con molti consigli e foto di due viaggiatori, Alberto e Carolina. Nel sito della
simpatica coppia troverete i loro consigli per viaggiare, le foto e i racconti dei loro
viaggi (Europa, America, Asia, Africa e Oceania) e le compagnie aeree. Sito
simpatico.
http://sam.2.altervista.org
Ennesimo sito sul Marocco in lingua francese:
www.maroc.net
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Una finestra aperta sul mondo
Di Mamdouh AbdEl Kawi Dello Russo
Tantissimi sono i canali satellitari stranieri che possiamo vedere con la parabolica,
canali satellitari e canali normali stranieri. Qualche anno fa ciò era impensabili, un
sogno per me amante dei Mondi Lontani, una finestra aperta sul mondo. Con la
parabolica puoi vedere le usanze, i costumi di un popolo, ci sono anche le Tv
tedesche, francesi, inglesi, spagnole, americane, ma in questo momento a noi
interessa parlare dei Mondi Lontani. Basta usare il telecomando e in un attimo assisti
ad una scena di un film indiano, ad una notizia del telegiornale in lingua araba, ad
uno spettacolo cinese, ad un programma cingalese, ad un dibattito religioso arabo
musulmano, oppure ad uno arabo cristiano. Il viaggio inizia adesso.
“Al Jazeera” è un canale arabo d’informazione, conosciuto ormai anche in Occidente
per essere stato l’unico canale a dare le notizie per primo sugli avvenimenti
(purtroppo tristi) di questi ultimi anni come la guerra in Iraq, in Afganistan. È l’unico
canale arabo senza censura, o uno dei pochissimi, la maggior parte sono controllati
dai loro governi, e quindi censurati. Una giornalista del canale annunciava prima le
notizie come le altre sue colleghe, con abiti occidentali, un giorno si è presentata in
redazione con il velo islamico e le hanno detto di tornare a casa. La donna si è rivolta
agli avvocati e ha vinto la causa, oggi legge le news con il velo, ed è l’unica, o fra le
pochissime a portarlo ad Al Jazeera. Gli americani adesso stanno cercando in tutti i
modi di comprare il canale televisivo, sarà censurato?
“Sun Ktv” è un canale indiano che trasmette i soliti filmoni indiani di 3 ore, con
scene d’azione, balletti, storie d’amore ecc… Sono i soliti prodotti di Bollywood, la
Hollywood indiana. Ci siamo occupati spesso dei film indiani in passato sulle pagine
di Mondi Lontani.
“Sun Tv” è un altro canale indiano, forse appartiene allo stesso gruppo di “Sun Ktv”?
è molto simile.
“CCTv” è un canale cinese davvero interessante, con news, spettacoli cinesi, film,
cartoni animati cinesi (che non sono professionali come i cartoon giapponesi) e
lezioni di lingua cinese. Bellissime le immagini sulla natura che spesso trasmettono.
“Abu Dhabi Tv” è un canale arabo che trasmette spesso le musalsalat (telenovelas
arabe), ci siamo occupati di questi sceneggiati in questo numero di Mondi Lontani.
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“Al Masriya” canale del governo egiziano, con informazioni e spettacoli. È simile
alla maggior parte dei canali arabi. L’unica novità è il logo del canale, che dall’inizio
dell’anno nuovo non è più rappresentato dalla bandiera egiziana, ma dalle piramidi
“tanto per essere originali”. Gli unici canali arabi che si contraddistinguono dagli altri
sono Al Jazeera e Iqraa, di cui parleremo più avanti.
“Saudi 1” è un canale d’informazione arabo con collegamenti con la Mecca e a volte
con Medina. È interessante solo per questo, perché si può assistere in diretta al
Pellegrinaggio alla Mecca. Il canale Iqraa si collega spesso con “Saudi 1” per
trasmettere immagini stupende della preghiera alla Mecca.
“Deepam Tv” è un canale indiano che trasmette anche film indiani.
“Sharqiya” è un canale arabo che trasmette tanta musica araba.
“Sharjah” è un canale arabo che trasmette anche programmi religiosi.
“Al Arabiya” è l’unico canale arabo che può, anzi, poteva, competere con Al
Jazeera, fino a quando la Francia ha deciso di oscurarlo, sotto l’insistenza degli ebrei.
Era un canale d’informazione ed è stato oscurato perché giudicato antiebraico, sarà
vero? Intanto non potremo più vederlo qui in Italia, come faremo a giudicarlo?
“Nile Tv” è egiziano e trasmette anche news in francese.
“Iqraa” è questo il canale di cui parlavo più sopra, ed è un canale religioso, con
programmi anche in inglese. Non segue una linea rigida, anzi, è piuttosto moderato
ma religioso. Trasmette video clip religiosi, musalsalat religiose, dibattiti religiosi
senza mai sfiorare l’argomento politica. È interessante anche perché permette coloro
che non conoscono la lingua araba di comprendere con la traduzione in inglese e a
volte in francese. È in questo canale che sono trasmessi i dibattiti di Amr Khaled
(vedi questo numero di Mondi), programmi in inglese condotti da giovani
musulmani, come il programma “Starway to Paradise” e programmi condotti da
donne con il velo islamico. Quando arriva l’ora della preghiera Iqraa si collega con la
Mecca. “Iqraa” è la prima parola che il Profeta Muhammad (pace e benedizione su di
lui) pronunciò del Corano, e significa “Leggi!”.
“Telelumiere” Se pensavate che non esistono canali per arabi cristiani vi sbagliavate
di grosso, questo è uno dei tanti, con programmi religiosi.
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“Miracle Tv” è un altro canale arabo cristiano che trasmette anche film per arabi
cristiani.
“Kurdistan Tv” è un canale curdo.
“Al hayat” E’ una canale arabo cristiano anti-Islam. Parla male del Corano, cita i
versetti spacciandoli per versetti satanici e parla malissimo del Profeta Muhammad
(pace e benedizione su di lui). È un canale presuntuoso e senza rispetto e si spinge
dove gli altri canali arabi cristiani e musulmani non osano.
Invece di parlare male dell’Islam, dovrebbero occuparsi meglio di altre cose.
“Sat 7” è un altro canale arabo cristiano. Ciò conferma che anche loro hanno diversi
canali televisivi, al contrario di certe voci….
“Irinn” è un canale iraniano che trasmette le musalsalat in lingua iraniana, news in
iraniano ecc… La lingua iraniana (persiana) è diversa dalla lingua araba.
“Dan Ctv” canale cingalese dello Sri Lanka che trasmette i film indiani.
“Dan music” trasmette tanti video clip di musica indiana.
Poi ci sono i canali:
“Sudan”, “Libya”, “Kuwait” con spettacoli, “Qatar” trasmette molte musalsalat,
“Jordan Tv”, “Syria” con tanta musica, “Yemen Tv”, “Tv 7 Tunis” ecc…
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Differenze fra la cucina indiana e araba
Di Mamdouh AbdEl Kawi Dello Russo
Le differenze sono tante naturalmente, la prima (l’indiana) è più aromatica, ricca di spezie, la
seconda (l’araba) più mediterranea, più vicina alle nostre pietanze italiane, anch’essa però
aromatica, con spezie.
I piatti di riso sono serviti in tutte le occasioni, con legumi, pesce, carni preparate con
verdure e spezie, questo sia per la cucina indiana che per quella araba. In Egitto ad
esempio, il riso lo usano dappertutto: piccione ripieno di riso, tipi diversi di Mahshi
(verdure ripiene di riso), dolce di riso e il riso servito a parte.
Il riso indiano basmati però è diverso dal riso tostato arabo, cucinato soprattutto nel
Medio Oriente, Egitto compreso. Personalmente preferisco il riso basmati, cucinato
anche in paesi africani come la Somalia, devo sinceramente ammettere che, anche il
riso preparato dagli arabi non è male, nonostante fosse meno leggero del riso indiano.
Nel nord dell’Africa cucinano soprattutto il cous cous, come in Marocco, Algeria,
Tunisia…–leggete l’intervista in questo numero di Mondi Lontani sul Marocco-.
Nella cucina araba usano molto le cipolle, l’aglio per la preparazione di alcuni piatti
come il riso, la Molokhia, piatto tipico egiziano.
Le verdure indiane sono cucinate in mille modi, ed esistono salse per tutti i gusti.
Il cibo indiano solitamente è piccante, e per spezzare un po’ si usano tipi di yogurt
diversi. Anche la cucina tunisina e marocchina è piuttosto piccante.
Il pane indiano è molto simile al pane arabo, e il tè indiano si avvicina molto al tè alla
menta marocchino e tunisino.
Non dimentichiamo che l’India è un paese vastissimo, con fasce climatiche diverse e
moltissime lingue e religioni, tutte queste cose hanno influenzato le abitudini della
gente, ed esistono diversissimi modi di cucinare. Basta pensare al nord e al sud
dell’India, cambiano completamente abitudini, un po’ come per noi la cucina e le
abitudini milanesi, molto diverse da quelle napoletane, o siciliane.
Il mondo arabo non è da meno. In tutti i paesi arabi esiste l’arabo classico e i dialetti.
Questo vale anche per il nord dell’Africa, come in Marocco ad esempio, la
popolazione maghrebina parla il berbero, il dialetto marocchino e l’arabo. Cambia
così anche il modo di cucinare il cous cous e gli altri piatti.
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È sbagliato credere che la cucina araba sia islamica. La cucina araba è quasi uguale
alla cucina islamica. Nella cucina islamica non si usano gli alcolici, non si cucina il
maiale e le carni NON macellate col rito islamico, si consumano solo carni Halàl
(islamiche), la parola “Halàl” significa (legittimo).
Nei paesi arabi non vivono solo i musulmani, anche i cristiani e gli ebrei.
In paesi come l’Egitto vive una minoranza - ma non sono poi così pochi come
sembra- di cristiani arabi, stessa cosa anche in alcuni paesi come la Siria, il Libano,
l’Iraq. In Marocco vivono normalmente ebrei al fianco di musulmani.
Consiglierei alla gente non musulmana di provare a mangiare anche la cucina
islamica, solo così si possono abbattere certe barriere inutili, perché il razzismo o
l’intolleranza per il “diverso” nasce proprio quando non ci si conosce, la cucina
avvicina i popoli e il “diverso” –fra virgolette- non è più così diverso.
Questo vale anche per la cucina indiana, provatela, perché è ricca di sapori e
profumi. Naturalmente essendo musulmano preferisco la cucina islamica, ma devo
dire che anche alcune pietanze indiane che posso consumare non sono poi così male,
anzi.
La cucina indiana ha in comune con quella araba il fatto di essere servita
contemporaneamente, mescolando diversi sapori, diversi piatti. Non esiste il primo e
il secondo piatto, si mangia un po’ di tutto: il riso –servito in un piatto- con la shorba
(brodo) o con la Molokhia (brodo di verdure) –servito in una ciotola- da consumare
contemporaneamente con il pollo e con l’insalata; il cous cous con la carne o con il
pesce; il riso basmati con tanti tipi di pesce, verdure e salse, oppure con tanti tipi di
carne ecc…Si mangia con la mano destra, senza posate e per terra su un tappeto,
questa è la tradizione indiana ed anche islamica (la Sunna del Profeta Muhammad),
anche se non si usa quasi più, molti (soprattutto i giovani) preferiscono consumare
all’occidentale.
Nel sud dell’India il riso e il pane (chapati, naan ecc…) sono serviti in una grande
foglia di banana tagliata a metà, nel nord invece usano il Tali (piatto di metallo), i
vari curries sono serviti in piccole ciotole.
La cucina indiana e araba hanno alcune cose in comune con la cucina cinese, persino
certe usanze, preferirei però rimandare questo argomento ad un'altra volta per non
dilungarmi troppo.
Specialità indiane: pakora di verdure tritate (fatta con la farina di ceci), frittelle di
lenticchie, Samosa (piccanti fagottini ripieni), poori (piade leggere e soffici), chapati
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(pane integrale), naan (pane con lievito, integrale e yogurt) a volte ripieno di
formaggio, Riso basmati allo yogurt, riso basmati pilaf (con uva passa e mandorle),
riso basmati allo zafferano, curry di fagioli, curry di lenticchie, ceci con patate, curry
di agnello, tikka di agnello, pollo tandoori, gamberetti alla senape, curry di pesce,
spinaci allo yogurt, dolce halva di carote, dolce barfi di cocco, lassi (bevanda allo
yogurt), tè alle spezie, alle mandorle, allo zenzero.
Non siete soddisfatti?
Specialità arabe: babaganush (purea di melanzane), antipasto di zucchine, harissa
(salsa a base di peperoncino), hummùs (crema di ceci), Safayeh (focaccine), zuppa di
carne o verdure, harira (zuppa di lenticchie per il Ramadan), shurba al-Fata (zuppa di
pane), molokhia (brodo di verdure estive), roos (riso tostato), mahshi (verdura ripiena
di riso), cous cous semplice, cous cous d’agnello, cous cous di pesce, samak tarator
(pesce alla salsa tarator), tajin samak bi tahina (pesce al forno con crema di sesamo),
lahm l-halua (agnello dolce alle mandorle), tajin bel- lahm (stufato d’agnello), kofta
(pasticcio di carne), tajin t’fai (pollo alle mandorle), kebab (agnello e manzo),
melanzane ripiene, pasta di mandole (dolce), datteri ripieni, tè alla mente.
I piatti di Mondi Lontani sono serviti!
A me è venuta fame, e a voi?
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TE’ ALLA MENTA
(Marocchino)
Far bollire l’acqua nei recipienti d’alluminio, scaldare la teiera, mettete alcune foglie di menta
essiccata e versateci sopra un po’ d’acqua bollente, fatela roteare brevemente e poi gettatela, senza
buttare le foglie. Aggiungete alcuni rametti di menta fresca e molto zucchero, il vero tè alla menta è
molto dolce. Poi versatevi l’acqua bollente e lasciate in infusione per 5-8 minuti. Dal Ricettario
“Cucina araba”
Oppure: far bollire l’acqua in un pentolino, mettere un po’ d’acqua bollente e 1 cucchiaino di tè
verde, scaldarlo per qualche secondo e gettarlo, senza buttare le foglie, aggiungere alcuni rametti di
menta e l’acqua bollente, scaldarlo ancora per qualche secondo. Spegnete il fuoco sotto la teiera,
aggiungete 5, 8 cucchiaini di zucchero, mescolate bene, versate il tè in un bicchiere diverse volte,
sino ad ottenere un po’ di schiuma. Una volta pronto versate il tè nei bicchieri ad una certa altezza,
e serviteli. Solitamente i bicchieri sono decorati, molto belle da vedere.
TE’ EGIZIANO
Mettete l’acqua in un pentolino fino a ebollizione, versate l’acqua nei bicchieri con dentro di
ognuno un cucchiaino di tè fino nero El Arosa e 2 o 3 di zucchero. Lasciate riposare per un minuto
e servite. Il tè Al Arosa è un tipo di tè egiziano fra i migliori e sulla confezione è raffigurata una
sposina vestita di rosso. Al Arosa significa “sposina”, “fidanzata”.
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(parte II) Cosa è cambiato negli ultimi sei anni
di Willy
Ho deciso di intitolare questo articolo esattamente come quello pubblicato in Mondi Lontani N.6 e
ripubblicato sull’ultimo numero speciale. Perché? Mi è sempre piaciuto quel titolo, è al passo con i
tempi, e proprio ad esso voglio ricollegarmi per tirare un po’ le somme e riflettere su ciò che è
cambiato dalla pubblicazione dell’ultimo numero del nostro giornale. Se poi questa diventerà una
rubrica fissa di Mondi Lontani, tanto meglio.
Centro per orfani nello Sri Lanka
Cosa è veramente cambiato in questi ultimi sei anni del nostro silenzio editoriale? Molto e niente,
parliamo di integrazione, di etnie. Alcuni anni fa vi fornivamo i dati sugli stranieri del nostro paese:
oggi come allora è impossibile fornirne di precisi. Molti erano i clandestini, molti lo sono ancora
oggi nonostante leggi, sanatorie e interessamenti del Governo a bloccare i flussi, in accordo, ad
esempio, con la Libia.. Parlavamo dello straniero, UOMO come noi, ma proveniente da un altro
luogo molto diverso dal nostro, e per questo visto con sospetto, chiamato con una parola che sa di
alieno, di extraterrestre, l’extracomunitario. Egli lasciava tutto: la sua terra e la sua famiglia per
cercare una sistemazione in Italia, nelle nostre città, un lavoro dignitoso che gli permettesse di
vivere dignitosamente e di fare stare meglio i suoi cari, oppure di lasciare per sempre il paese
d’origine cercando un’integrazione in un luogo fino a prima sognato, spesso visto con occhi
ingenui. Le questioni sono sempre le stesse (vedi anche le nostre interviste ad amici): permesso di
soggiorno, difficoltà ad integrarsi, a trovare un alloggio (spesso si finisce abusivamente in un
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piccolo appartamento con altre persone). Oseremmo dire che qui le cose sono peggiorate, visto il
vertiginoso aumento degli affitti e delle vendite di case, specie nei centri-città. A questo ha
contribuito l’arrivo dell’euro (primo grande cambiamento), che, nonostante l’inizio apparentemente
favorevole, ha finito per creare problemi a tutti, visto che i prezzi di tutto sono addirittura
raddoppiati! Se prima era dura per una persona di medio-basso livello economico, figuriamoci
ora…
Un’importante avvenimento è stata la tragedia dell1 11 settembre 2001 e la II Guerra del Golfo in
Iraq, su cui non stiamo a soffermarci per ragioni di spazio e per non parlarne troppo anche noi.
Diciamo solo che ha portato, oltre ad un’incredibile ondata di morte e violenza, anche paura,
confusione e disinformazione. Siamo stati (e siamo ancora) bombardati da notizie, molte volte
dilatate e manipolate solo per fare audience e creare tensioni. L’arrivo di molti immigrati di altre
religioni, in particolar modo di religione islamica, accompagnata da cattiva informazione, ha finito
per creare in molti italiani diffidenza, xenofobia, razzismo e paure ingiustificate. Sono fioccate
interviste a musulmani, articoli e libri sui fondamentalismi, fastidiosi dibattiti sulla presenza del
crocifisso nelle aule scolastiche, sul velo da proibire e cose di questo genere che hanno finito per
nauseare sia gli stranieri che gli italiani col risultato di dividerci ancora di più. Molti di noi, poi,
pretendono di chiudere gli occhi sui problemi creati dall’immigrazione, e molti stranieri pretendono
troppo da un paese troppo diverso dalle loro realtà.
Per fortuna notiamo anche tanta solidarietà da parte del nostro popolo, da sempre ad alto livello,
vedi la recente tragedia dello tsunami (altro grave e importante avvenimento che ha portato, tra
l’altro, ad oltre 50 mila orfani). Questo anche nel piccolo, con il ragazzino che manda l’sms per
beneficenza, la famiglia italiana che aiuta quella straniera e viceversa, e il crescente numero di
adozioni a distanza. Dai dati raccolti dal “Forum Sad” (Forum Nazionale per il Sostegno a distanza
in Italia) risulta che sono ormai più di un milione gli italiani che hanno scelto questa formula,
donando, solo nel 2004, oltre 240 milioni di euro, per progetti in 110 paesi mondiali. Circa 2
milioni e mezzo sono state finora le persone, direttamente o indirettamente, beneficiate, 1619 le
scuole sostenute, 1704 sono gli operatori e 1289 i volontari: 2581 i progetti realizzati fra case
famiglia e centri di accoglienza, interventi idrici e sanitari.
Il divario tra “mondo ricco” e “mondo povero” sembra essersi allargato vertiginosamente, la
povertà aumenta, e molte persone, spesso madri di famiglia, sono costrette, sole, ad emigrare in
Italia: nelle migliori delle ipotesi divengono lavoratrici o badanti, si occupano di pulizie, di
assistenza agli anziani, babysitter, ecc, categorie in forte crescita negli ultimi anni da noi, nelle
peggiori finiscono per essere sfruttate e alimentano il racket della prostituzione. Naturalmente non è
così per tutti, non vogliamo generalizzare.Spesso alcuni lavori non trovano più il consenso
dell’italiano, che preferisce lasciarli ai molti stranieri, specialmente i lavori più duri, rischiosi, meno
pagati o di manovalanza.
Abbiamo notato poi con preoccupazione il diffondersi della criminalità straniera, una vera e propria
mafia che si aggiunge a quelle già presenti. Lo Stato sembra in difficoltà nel controllare questo
flusso ininterrotto, che spesso porta criminali e personaggi pericolosi. Difficoltà anche nel dare
permessi per luoghi di culto di altre religioni, che, per forza di cose, si stanno diffondendo.
Le nostre città sono cambiate, i negozi stranieri si diffondono con facilità, hanno aperto molti
ristoranti etnici, anche a menù “misto” di vari paesi, quelli cinesi non si contano più (spesso
inspiegabilmente vuoti, come anche i negozietti di abbigliamento e cianfrusaglie) take away e kebab
rispetto ai pochi di alcuni anni fa, ora ci portano specialità dai vari paesi mediorientali. Ci sono vari
festival etnici, negozi d’abbigliamento, di musica, di souvenir, di alimentari e vari bazar,
videoteche, venditori ambulanti, rassegna cinematografiche etniche, intere zone
57
cittadine diventate quasi esclusivamente etniche, tantissimi, forse troppi phone center che si fanno
concorrenza l’un l’altro ma che permettono agli stranieri di stare un po’ più vicini ai propri cari,
almeno telefonicamente o via internet. Le mode legate ad un paese o ad un altro (vedi Brasile,
Cuba, Egitto, ecc) cambiano in continuazione. Molti sono anche i luoghi d’incontro, le discoteche di
ogni paese, e c’è più interesse ai corsi per stranieri, organizzati anche dai comuni.
Parlavamo dei bimbi stranieri nelle nostre scuole: sono aumentati sensibilmente, quasi tutti nati in
Italia, e spesso occorre adeguare a loro la nostra precaria scuola con corsi e calendari adatti alle
varie religioni.
Molti stranieri trovano qui il marito o la moglie, ma i dati ci dicono che molti di questi matrimoni
non sono destinati a durare molto per le troppe diversità di mentalità, che affiorano dopo un certo
periodo di convivenza o matrimonio.
Le difficoltà d’integrazione esistono ancora. Mentre prima arrivavano gli stranieri, i primi sono stati
i cinesi, oggi incalcolabili nel nostro paese, e c’era disinformazione, ora c’è troppa informazione
(spesso sbagliata). L’Italia è sommersa, ad esempio, da libri sul terrorismo, sui fondamentalismi,
sulla guerra tra israeliani e palestinesi, su servizi sulle donne maltrattate nell’Islam, e da una marea
di film etnici, spesso di denuncia sociale, quasi a compiacere un certo tipo di pubblico snob e
politicizzato, prima impossibili o quasi a vedersi, ora fin troppi. Così si finisce facilmente per fare
di tutta l’erba un fascio: i problemi esistono, e sono molto grossi, in molte cose non siamo ancora
preparati ad accogliere tutti questi stranieri: le nostre città sono profumate dagli incensi indiani e in
giro sono molti gli occhi a mandorla e i visi dalla pelle nera, la possibilità d’integrazione secondo
noi è in crescita: Milano, ad esempio, è sempre stata una realtà multi-etnica, la maggiore d’Italia,
ma non siamo ai livelli di altri paesi, come la Francia, dove l’immigrazione è già un fenomeno
consolidato.
La diffusione massiccia della tecnologia ha contribuito a fare stare meglio noi e gli stranieri, e a
conoscerci meglio, ma spesso se ne abusa: diffusione delle antenne paraboliche, pay tv, internet,
cellulari, video-telefonini, dvd, mercato della musica etnica in espansione anche in Occidente, ecc.
Le differenze sono ancora tante, c’è molto da lavorare, dobbiamo lasciare da parte i pregiudizi e
sperare che i governi mondiali facciano qualcosa di concreto per i nostri paesi, solo così si può
sperare di avere delle VERE città multi-etniche.
Per approfondimenti vi rimandiamo anche alla lettura delle precedenti rubriche ed articoli sul
“Rapporto tra Oriente e Occidente”.
58
DUNIA BUDURA
Di Sarahna
Dunia Budura significa, come avrete notato a pagina 4 “Mondi Lontani”, ed è in indiano. In una
delle tantissime lingue indiane. Firmo questo articolo col mio nome tradotto in hindi (indiano)
Sarahna, che significa “Lodare”. Avete capito? Si, sono io Mamdouh, che significa in italiano
“Lodato” o “Colui che Loda”. In hindi il mio nome si dice anche Prasciansa Karna (lodare). Mondi
Lontani nella lingua hindi, -guardando sempre il dizionario della A Vallardi- significa: Mondo
(Vishv) o (Sansar), Lontano (Dùr) che è un aggettivo, oppure (Bahut Dur) usato come avverbio. In
indiano si usa il singolare “Mondo Lontano”, perché il plurale “Mondi Lontani” non ha alcun senso,
come in arabo “Alam Baid”, che significa al singolare.
A questo punto è meglio approfondire la lingua indiana, cercherò di spiegarvi le varie differenze fra
un dialetto ed un altro.
Più che dialetto di tratta di diverse lingue usate in India.
Ci sono 4 gruppi nel quadro linguistico indiano:
1.
2.
3.
4.
il gruppo delle lingue tibeto-birmane dell’Himalaia (circa 15 lingue).
gruppo munda (idiomi usati dalle popolazioni primitive).
gruppo dravidico (nel Dekkan) e comprende il telegu, il tamil, il canarese ecc…
gruppo ario o indo-europeo e si esprime attraverso il vedico, il sanscrito, accanto alle lingue
pacritiche o popolari (il pali è la più importante).
Le lingue pacritiche sono comparse nel sec. XII, da queste:
 le lingue neo-indiane
 l’indostano.
1.




le lingue neo-indiane:
il gujarati
il marathi
l’hindi
il bengali.
2. l’indostano: hindi contaminato da espressioni arabe e persiane.
L’Hindi ha 44 lettere alfabetiche ed è una lingua indoriana, la più diffusa nella pianura del Gange.
Usa la scrittura del sanscrito con alcune variazioni.
59
YUKI ONNA
Di Willy
Per questo numero de Il Fascino del Mistero, incuriositi dalle leggende giapponesi
che hanno ispirato vari film degli ultimi anni, vi parleremo delle Yuki Onna. Per
confrontare: vedi a pag. 21 di questo numero (I film dell’orrore che vengono
dall’Oriente).
La mitologia giapponese è molto varia e complessa. Per approfondimenti vi
rimandiamo alla lettura dell’ incredibile “Enciclopedia dei mostri giapponesi” di
Shigeru Mizuki, Kappa Edizioni (in due volumi).
Mostri mutanti, spiriti della casa malevoli ma spesso anche innocui e benevoli che si
possono trasformare e nascondere in oggetti comuni di tutti i giorni, fenomeni che
sperimentano alterazioni e che mettono alla prova le certezza della vita quotidiana.
Questa caratteristica li rende potenzialmente pericolosi.
L’ibridismo e la capacità di trasformarsi sono caratteristiche
tipiche dei mostri giapponesi.
Le yuki onna (pronuncia: you-key-own-nah), come indica il
nome, sono le pallide donne delle nevi che hanno ispirato molti
film. Indossano il caratteristico kimono bianco, hanno viso
bianchissimo e raggelante e coperto da lunghissimi capelli neri.
Una sorta di fantasmi (o-bake, in giapponese) o demoni. Ma
queste creature da incubo non nascono dalle sceneggiature di
film horror come “Ju on - The grudge” o “The ring” ma da antiche leggende della
cultura nipponica, dove i fantasmi sono particolarmente spietati, potenti e vendicativi.
Le troviamo anche nei miti cinesi e russi, forse hanno anche qualcosa a che vedere
con gli yeti. Appartengono alla categoria youkai: la parola è composta da “you”, “che
attrae”, “che seduce” e da “kai”, “apparizione”. In questa categoria troviamo tutti i
folletti, spiritelli maligni e mostri delle tradizioni popolari. Fanno la loro apparizione
al crepuscolo e hanno caratteristiche grottesche e bizzarre. Tra questi i più noti sono i
Kappa, i Tengu e i Rokurokubi e, appunto, le Yuki-onna Queste ultime a volte
appaiono come donne terrene, come in una famosa leggenda giapponese ambientata
tra le montagne, che sposano e generano figli con gli umani, e che a volte
scompaiono in una bianca nebbia. Si trovano in zone fredde, montuose, e in aree
nevose, dove spesso causano lo smarrimento dei viaggiatori nelle tormente con
conseguente congelamento. Controllano neve e ghiaccio e arrivano per portare via le
vite delle persone nottetempo.
I racconti horror giapponesi hanno anche ispirato i fabbricanti di giocattoli per delle
bambole-fantasma, le Little Apple Dolls, prive di volto, sono insieme mostruose e
dolci. Sul sito internet www.littleappledolls.com è narrata la triste storia di ciascuna.
60
L’INTERVISTA
A SAYED
DI MAMDOUH ABDEL KAWI
LA PRIMA VOLTA ALLA MECCA
Sayed è tornato dalla Mecca, stanco per il viaggio.
(Mondi): Bentornato Sayed tra le pagine di Mondi.
So che hai un bel bambino adesso, El hamdulillah, come si chiama?
(Sayed): Omar ed ha poco più di 1 anno e sembra europeo.
(Mondi): Sei appena tornato dalla Mecca per il Pellegrinaggio, quante volte sei stato
alla Mecca?
(Sayed): Adesso è la prima volta e spero presto di tornarci.
(Mondi): Raccontaci questa esperienza
(Sayed): Faticosa e molto bella.
(Mondi): Persone di diversi paesi hai incontrato, vero?
(Sayed): Tantissime, dal Pakistan, dall’Afganistan, Sri Lanka, Italia, America,
Bangladesh, musulmani da tutte le parti del mondo, gente di razze diverse.
(Mondi): Puoi raccontare qualche episodio particolare?
(Sayed): Ho conosciuto un ragazzo del Bangladesh che vive a Roma. Siamo sempre
stati insieme, grazie a Dio, gli sono stato utile per la lingua e per il Pellegrinaggio.
Non sapeva quasi nulla sul comportamento, ecc.
(Mondi): C’era più gente per l’Omra nel Ramadan o adesso per l’Hajj?
(Sayed): Adesso per l’Hajj, che sarebbe il Pellegrinaggio obbligatorio.
(Mondi): Perché?
(Sayed): Perché l’Hajj è più importante dell’Omra che si fa in qualsiasi momento
dell’anno. Chi ha i soldi per poter
61
affrontare il viaggio per il Pellegrinaggio e ha la salute, deve farlo.
(Mondi): Com’è alla Mecca, si sente la vicinanza a Dio, vero?
(Sayed): Si, è bellissimo. Una cosa indescrivibile. Sentivo la presenza di Dio
tantissimo ed ovunque. Ho pianto molte volte.
(Mondi): Sembra di essere in un altro mondo?
(Sayed): Si. È un mondo bellissimo, solo di preghiere e di ricordo per Allah e ti senti
vicino a Lui. C’è qualcosa di molto forte che non hai nemmeno il tempo di pensare
alla vita di tutti i giorni, di fare peccato. Non puoi.
(Mondi): A cosa hai pensato in quei momenti?
(Sayed): Sempre e solo ad Allah e alla preghiera, ed ho chiesto qualsiasi cosa a Lui.
(Mondi): Il tuo primo impatto?
(Sayed): Mi sono molto emozionato, è stato un momento speciale, un’incredibile
sensazione. Ho pianto quasi subito.
(Mondi): Hai avuto difficoltà?
(Sayed): Si, tante difficoltà, per il visto, per raggiungere l’albergo ecc. Però grazie a
Dio, con il Suo aiuto tutto si è risolto. Mi sono anche ammalato, c’è stata una forte
tempesta, l’hai visto in Tv?
(Mondi): Si.
(Sayed): Poi ero dimagrito molto, ed avevo raggiunto il mio vecchio peso,
finalmente! Una volta tornato in Egitto sono ingrassato di nuovo.
(Mondi): Ah ah, lo vedo. Cosa consiglieresti agli altri musulmani che vogliono
andare a fare il Pellegrinaggio alla Mecca?
(Sayed): Devono studiare bene per fare l’ Hajj e l’Omra e molti esercizi fisici, perché
bisogna essere molto allenati fisicamente, per poter camminare molto e prepararsi
spiritualmente.
(Mondi): Hai studiato prima di partire?
62
(Sayed): Si qualcosa, molte cose però l’ho imparate lì. I più impreparati erano gli
africani, gli indiani.
(Mondi): E gli arabi?
(Sayed): Anche. Vedi, prima di fare il Pellegrinaggio si deve studiare molto. Il
comportamento, ciò che devi dire ecc.
(Mondi): Sei andato dopo anche a Medina, dove si trova la tomba del Profeta
Muhammad?
(Sayed): Si, è stata un’esperienza bellissima. Ho salutato il nostro Profeta e i suoi
compagni (i califfi Abu Bakr e Omar). A destra della tomba del Profeta c’è un pezzo
del Paradiso, dalla tomba fino al Mambar, che sarebbe il posto dove lo Sheikh legge
la khutba (sermone). E vicino c’è un luogo che si chiama Bakia, dove si trova il
cimitero degli altri compagni del Profeta. A Medina sono stato solo 4 giorni e alla
Mecca 14, in tutto 18 giorni bellissimi. Dopo l’Hajj i musulmani ricominciano la vita
daccapo, e tutti i peccati di prima, se Dio Vuole, sono cancellati.
(Mondi): Che Dio Ti benedica Sayed, a presto.
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I JINN
Di Sayed
Nell’Islam crediamo nella presenza degli angeli e dei jinn, che sarebbero i demoni.
Sono cattivi e spesso assumono le sembianze degli uomini, vivono negli uomini.
Per allontanarli da noi recitiamo il Corano che è potente ed aiuta anche contro le
malattie.
Esistono anche jinn buoni, non solo cattivi. Molti jinn lavoravano sotto il Profeta
Salomone, un jinn cattivo si sostituì a lui assumendo le sue sembianze –vedi il libro
“La storia dei Profeti” di Mamdouh AbdEl Kawi Dello Russo-.
Ci sono uomini che amano molto le cose sataniche, se una persona è attratta molto da
queste cose, come i racconti per esempio, o altro, può accadere che il jinn si
impossessa di lui, può causargli nel tempo malattie e problemi di ogni genere.
La persona così è costantemente malata e il jinn può arrivare al punto di uscire e
mostrarsi davanti a lui, ciò accade soprattutto quando la persona ama molto racconti,
immagini, storie, film ed altro collegati in qualche modo con Satana, e quindi
sataniche.
Satana era un jinn, all’inizio buono, seguiva tutto ciò che gli ordinava Iddio
l’Altissimo, ma non era un angelo, come per la tradizione cristiana.
Con l’arrivo di Adamo (pace su di lui), Satana (Iblìs) s’inorgoglì, credendosi
superiore ad Adamo (creato dall’argilla), poiché Satana è stato creato dal fuoco. Non
seguì l’ordine di Dio, che gli disse di prosternarsi davanti ad Adamo, così fu cacciato
e maledetto da Dio per sempre. Satana giurò vendetta sull’uomo.
Questa in breve è la storia dei jinn.
Il nostro viaggio
nei Mondi Lontani
per ora finisce quì.
Riprenderemo
il nostro dialogo
sui prossimi numeri,
forse più presto di quanto crediamo,
per continuare a parlare di quei Mondi
a noi tanto cari
che spero anche voi amerete.
Alam Baìd
Yàu yuàn pe yù zòu
Dunia Budura
in arabo, cinese e indiano,
che significa
“Mondo Lontano”,
perché per loro
il plurale non ha alcun senso.
Ricordiamoci sempre
di rispettarci ed amarci
a vicenda.
Alla prossima.
M. Dello Russo

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