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Omicron/21
Osservatorio Milanese sulla Criminalità Organizzata al Nord
Gennaio 2000 – Anno IV – N.1
In questo numero:
Il fatto/Ecstasy, Belgio chiama Brianza
Antiusura/I tassi proibiti per il primo trimestre 2000
Date/Cose di casa nostra: sequestrati milioni di dollari falsi
I luoghi e le idee/Corso di Libera: i ragazzi a rischio
Dubbi/Intimazioni clandestine
Il passo lento della giustizia
Ha sollevato una ondata d’indignazione la notizia
della scarcerazione di alcune persone già condannate in
primo grado a Milano per gravi fatti di mafia. Ventuno le
scarcerazioni effettive, avvenute il 17 gennaio; undici di
queste hanno riguardato imputati su cui già pesavano
uno o più ergastoli. Sono tornati in libertà personaggi del
peso di Totò Schettini, calabrese, condannato per una
trentina di omicidi; Cesare Bruno, camorrista della famiglia Ascione-Fabbrocino; e i catanesi del gruppo di Turi
Cappello.
Lo scenario è quello dell’operazione “Count Down”, con
cui i pm Armando Spataro e Marco Maria Alma hanno
ricostruito i traffici e i crimini della “Federazione” mafiosa che ha operato a Milano e nel Nord fino ai primi anni
Novanta, con spartizione di affari e scambi di favori (e di
omicidi) tra gruppi della ’Ndrangheta calabrese, della
Camorra campana, della mafia catanese...
Causa delle scarcerazioni: la “giustizia lenta”. Tecnicamente: la “decorrenza termini”. La riforma della custodia cautelare attuata nel 1991 esige infatti, tra l’altro,
che il processo d’appello sia terminato entro 21 mesi
dalla sentenza di primo grado; se ciò non avviene, gli
imputati detenuti devono essere rimessi in libertà.
Il processo “Count Down” è andato a sentenza il 17 aprile 1998, ma le motivazioni sono state depositate solo il
29 luglio 1999, 15 mesi dopo. I 21 mesi sono scaduti il 17
gennnaio 2000, quando il processo d’appello non era neppure iniziato. Che cosa è successo? Che cosa si è inceppato nella macchina della giustizia?
Per rispondere è necessario considerare l’azione svolta
dall’antimafia a Milano negli ultimi anni: un lavoro di
contrasto anche quantitativamente imponente. Nei
primi anni Novanta sono state molte decine le operazioni condotte contro le organizzazioni criminali, circa 3
mila gli arresti, una decina i maxiprocessi avviati. Uno
scenario che ha confermato Milano come la Miami
d’Italia, crocevia delle diverse mafie e capitale di caratura europea dei traffici illegali. L’ondata dell’antimafia a
Milano, dopo anni di lavoro, è oggi arrivata alla strettoia
dei processi. Finora la macchina della giustizia ha retto
bene, ha macinato dibattimenti, ha superato il primo
grado, in molti casi l’appello, in alcuni anche la
Cassazione. Per alcuni anni, i processi antimafia hanno
tenuto impegnate quasi completamente tutte le sezioni
del tribunale di Milano e quattro su cinque delle corti
d’assise. Il sistema ha funzionato bene, almeno fino al 17
gennaio, fino alle scarcerazioni di “Count Down”: non la
bancarotta della giustizia, ma certo un caso di inefficienza gravissima, dalle conseguenze preoccupanti. Un caso
che segnala quanto lavoro giudiziario sia stato svolto a
Milano, anche nel campo del contrasto alla criminalità
organizzata; ma anche un drammatico campanello d’allarme: la macchina può incepparsi in ogni momento.
Nel nostro sistema giudiziario, pieno di controlli e di
garanzie in ognuno dei suoi gradi, non esiste infatti
alcun controllo, per così dire “manageriale”, che tenga
d’occhio l’intero iter processuale, i suoi tempi, la sua efficacia. In più, per il futuro, gli interventi legislativi
(nuovo 513, legge Carotti, cosiddetto “giusto processo”...)
e le collaudate pratiche dilatorie degli avvocati certamente non promettono di semplificare le procedure e di
ridurre i tempi.
Domani, dunque, i casi d’inefficienza potrebbero diventare la norma. Con buona pace delle garanzie di legalità e
sicurezza che il sistema giudiziario, ma anche i legislatori, devono ai cittadini. A tutti i cittadini, che non devono
essere costretti a vivere in quartieri controllati dalle
organizzazioni mafiose e dai loro boss, magari condannati all’ergastolo ma scarcerati per “decorrenza termini”.
Gianni Barbacetto
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Il fatto/Ecstasy, Belgio chiama Brianza
È il più grosso sequestro di ecstasy avvenuto in
Lombardia e in Italia nel 1999. Cinquantaseimila “europasticche” – perché portano inciso il logo della moneta
europea – trovate nel bagagliaio di una Volkswagen
Passat proveniente dal Belgio. Frutto di una importante
operazione condotta dai carabinieri e dalla procure di
Monza e di Milano. Un caso che ha animato le pagine
della cronaca locale sia per l’ingente quantitativo sia
perché avveniva a soli tre giorni di distanza da un altro
sequestro record (30 mila pastiglie) avvenuto in Friuli, e
che ha portato all’arresto di un appuntato della guardia
di finanza in servizio al valico di Tarvisio.
Omicron, attraverso la ricostruzione dell’operazione,
vuole mettere a fuoco alcuni elementi di fatto che consentano di abbandonare i luoghi comuni ormai già consolidati, primo fra tutti quello della natura spontanea e
pulviscolare del traffico e della diffusione dell’ecstasy. Si
propongono, a partire dalla ricostruzione necessariamente minuziosa di questa inchiesta, quattro ipotesi: 1)
l’esistenza di organizzazioni criminali ben strutturate in
grado di gestire l’intera attività illegale; 2) la capacità di
produrre in proprio la droga sintetica grazie alla costruzione e all’utilizzo di raffinati laboratori chimici; 3) la
capacità di operare la distribuzione periodica di ingenti
quantità di pasticche; 4) il ruolo predominante che i
gruppi criminali lombardi rivestono nella distribuzione
dell’ecstasy nel Nord Italia.
Partiamo dunque dall’operazione. Questa mette a
nudo l’attività illegale di una organizzazione a delinquere dedita al traffico internazionale di sostanze stupefacenti, capeggiata da Graziantonio Ciccimarra. Si tratta
di un pregiudicato monzese trentacinquenne, già noto
agli inquirenti. Era infatti stato arrestato nel 1996, e
rinviato a giudizio nel novembre del 1997, nel corso di
una vasta indagine sui gruppi criminali che operavano
nell’hinterland milanese, tra i comuni di Cinisello
Balsamo e Monza. Oggi è al giudizio del tribunale di
Monza nel maxiprocesso contro Aceste Gaetano + 146.
Dunque non uno sconosciuto, ma una persona collocata
in un intreccio di rapporti fra solide organizzazioni criminali.
Le indagini prendono il via alla fine di ottobre quando i
carabinieri di Monza, grazie alle intercettazioni telefoniche, maturano la convinzione che sta per essere effettuato un grosso trasporto di droga dal Belgio all’Italia.
Le numerose conversazioni tra Ciccimarra e Piero
Prochilo, cittadino belga, rivelatosi poi il produttore e
fornitore dal Belgio, non destano dubbi: al più presto
l’organizzazione deve essere rifornita di droga altrimenti tutta l’attività si interrompe per mancanza di materia
prima. E non solo. Ciccimarra richiede esplicitamente la
“magica”, che in gergo corrisponde proprio all’ecstasy.
Dopo una serie di telefonate per stabilire il giorno
della fornitura, per il controllo dei conti non ancora saldati, per allertare gli altri componenti dell’organizzazione e dalle quali si evince anche la preoccupazione per gli
intensificati controlli in seguito alla morte di un giovane
a Brescia per ecstasy (fatto di cui hanno ampiamente
parlato i mass media), arriva il momento della consegna. È il 5 novembre e Gianantonio Ciccimarra con i
suoi uomini Filippo Barone, Andrea Negri e Gimmi
Toini sono in attesa dell’arrivo del carico.
Piero Prochilo, il fornitore, ha affidato alla moglie Maria
Turkalj e alla cognata Milena, entrambe incensurate, il
compito di trasportare e consegnare la partita di ecstasy. Con loro il figlio di quattro anni di Milena che funge
da copertura. L’incontro avviene poco dopo il casello dell’autostrada Venezia-Milano, tra Cinisello Balsamo e
Milano. Le donne, riconosciuto Ciccimarra a bordo della
sua Mercedes, lo seguono dirette verso il luogo sicuro
Cartina/Le rotte dell’ecstasy
Olanda
Belgio
Milano
L’ecstasy proveniente
da Olanda e Belgio
arriva alla piazza
milanese e lombarda
e da qui viene distribuita alle piazze
romagnole, venete,
trentine e friulane.
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dove avverrà lo scambio. Ma intorno alle 19 i carabinieri
decidono di fermare l’auto delle corriere e di procedere
all’arresto in seguito al rinvenimento dell’ecstasy.
Passano pochi minuti e tra i componenti della banda
intercorrono numerose telefonate per concordare come
impedire lo sviluppo dell’indagine sia in Italia sia all’estero, come organizzare la fuga e come garantirsi l’impunità. Ciccimarra distrugge ogni documento che possa
ricondurlo ai trafficanti internazionali, istruisce tutti i
membri dell’organizzazione sul comportamento da tenere nel caso in cui fossero rintracciati dalle forze dell’ordine e si trasferisce con Toini in una casa in montagna.
Anche in Belgio vengono prese tutte le precauzioni:
Prochilo organizza la sua fuga e chiede a Ciccimarra di
occuparsi della difesa della moglie e della cognata arrestate. Viene immediatamente smantellato il laboratorio
dove si presume avvenisse la produzione di ecstasy. La
polizia belga trova comunque nell’abitazione di Prochilo
tracce delle sostanze e lo arresta.
Nel frattempo Ciccimarra fugge in Messico, a Cancun.
Presto viene informato del fatto che le due donne hanno
spifferato il suo nome durante gli interrogatori del
Giudice per le indagini preliminari di Monza. Senza la
minima esitazione inizia una pesante attività di intimidazione nei confronti di chi rappresenta per lui un pericolo, sia in Italia sia in Belgio. Dà mandato a Filippo
Barone e Gimmi Toini di eliminare le donne con un
agguato nel momento in cui escono dal carcere. Si
lamenta con tale Tony, ancora non identificato, che ha
responsabilità nell’organizzazione dei trafficanti dal
Belgio, del fatto che l’inesperienza delle due donne ha
facilitato l’intervento dei carabinieri.
A questo punto ci si imbatte in un mistero: Gimmi
Toini viene informato dall’interno di qualche istituzione,
da persone ancora da identificare, che anch’egli potrebbe essere destinatario di un provvedimento restrittivo.
Si fa preparare un documento falso che gli consenta in
qualsiasi momento di fuggire e di raggiungere il suo
amico Ciccimarra in Messico. Il 20 dicembre la svolta.
Marzia, la fidanzata di Ciccimarra, decide di raggiungerlo in Messico per trascorrere insieme le festività.
Sull’aereo con lei, i carabinieri del Nucleo operativo
nella veste di turisti in vacanza. Dopo un pedinamento
durato tre giorni, il 23 dicembre scattano le manette, sia
Grafico 1/Ecstasy sequestrata in Italia nel 1998
Grafico 2/Ecstasy sequestrata al Nord nel 1998
Fonte: ministero dell’Interno
Fonte: ministero dell’Interno
Liguria
1,7% (1.657)
Sud e isole
15,7% (20.685)
Emilia
Romagna
17,1% (16.763)
Piemonte
5,4% (5.279)
Lombardia
31,4% (30.828)
Centro
9,8% (12.864)
Friuli V. G.
12,4% (12.168)
Trentino A. A.
0,5% (486)
Nord
74,5% (98.179)
Veneto
31,6% (30.998)
Grafico 3/Operazioni anti-ecstasy al Nord nel 1998
Grafico 4/Deferiti per ecstasy al Nord nel 1998
Fonte: ministero dell’Interno
Fonte: ministero dell’Interno
Liguria
5,6% (10)
Piemonte
4,5% (8)
Liguria
5,8% (16)
Emilia
Romagna
18,5% (33)
Emilia
Romagna
17,4% (48)
Lombardia
33,7% (60)
Piemonte
3,6% (10)
Lombardia
25% (69)
Trentino A. A.
1,1% (3)
Friuli V. G.
12,4% (22)
Friuli V. G.
21,4% (59)
Veneto
23,6% (42)
Trentino A. A.
1,7% (3)
Veneto
25,7% (71)
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a Cancun sia in Italia. Qui vengono arrestati Filippo
Barone, 35 anni, nato in Germania e residente a Enna
in Sicilia, considerato l’altro interlocutore dei membri
belgi dell’organizzazione; Gimmi Toini, 27 anni, pregiudicato milanese, e Andrea Negri, 25 anni, monzese,
responsabile della commercializzazione.
È stata quindi sgominata una solida organizzazione.
L’indagine continua per arrivare a conoscere l’identità
di persone che operano in Belgio. Infatti Prochilo incarica del trasporto la moglie e la cognata per superare le
difficoltà che si sono create nel rapporto tra persone a
lui sovraordinate e Ciccimarra, destinatario del carico.
Mettiamo dunque in fila gli importanti elementi di
conoscenza emersi nel corso dell’indagine.
1) L’attività di produzione, traffico e commercializzazione dell’ecstasy è principalmente nelle mani di organizzazioni a delinquere, e non di “organizzazioni non professionali”. Esistono certo singoli individui che importano nel Paese modiche quantità di droga per uso personale o di una stretta cerchia di amici e conoscenti.
Certamente non in grado di soddisfare le richieste del
mercato. Così come esistono anche gruppi di giovani alle
dipendenze dei livelli più bassi delle organizzazioni che
si prestano per la distribuzione e vendita al dettaglio
nelle discoteche e locali notturni.
Ma è l’organizzazione capeggiata da Graziantonio
Ciccimarra che ha in sè le caratteristiche tipiche di chi
opera in questo mercato: ruoli consolidati dei membri
con collegamenti stabili su base internazionale, alta
capacità di intimidazione, disponibilità di armi e di
denaro, controllo del territorio, capacità di organizzare
fughe all’estero e di procurarsi documenti falsi e perfino
di ottenere informazioni dall’interno delle istituzioni.
2) L’organizzazione ha tra i suoi esponenti chi è in grado
autonomamente di reperire le sostanze, i macchinari
per la produzione e i luoghi sicuri dove installare sofisticati laboratori. Gli inquirenti danno per certo che Piero
Prochilo avesse un laboratorio in grado di produrre
grosse quantità di ecstasy per assicurarne una distribuzione continua.
3) Dalle conversazioni telefoniche tra i componenti del
gruppo criminale si coglie come la fornitura fosse periodica, probabilmente mensile. E la richiesta di una consegna immediata fa ritenere che il mercato si trovasse
“all’asciutto”. Tanto è vero che gli inquirenti dichiarano
che il sequestro di quell’approvvigionamento mensile,
bloccando la principale fornitura della piazza, ha fatto
lievitare in modo sensibile nel giro di pochi giorni il
costo al dettaglio delle pasticche. È questa la dimostrazione che l’organizzazione deteneva il monopolio dell’offerta su una vasta area territoriale.
4) Le organizzazioni criminali lombarde, oltre a importare la merce nel nostro Paese, gestiscono anche la
distribuzione sulle piazze del Veneto, dell’Emilia
Romagna, del Friuli e del Trentino.
La droga prodotta in Belgio e Olanda, come si vede dalla
cartina riprodotta a pagina 1, giunge in Lombardia
attraverso la Francia, la Germania e l’Austria. Da
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Milano viene successivamente distribuita alle regione
orientali. A riprova di questo, come già detto, il fatto che
l’ingente sequestro ha fatto immediatamente alzare i
prezzi al dettaglio nelle differenti piazze.
Questo non toglie che altri gruppi delle regioni a Est si
gestiscano in proprio i traffici legati all’ecstasy. Certo è
che anche in questo settore “emergente” del traffico di
sostanze stupefacenti, Milano e la Lombardia rappresentino il crocevia per tutto il Nord del Paese.
Quanto alle dimensioni del mercato, anche per
inquadrare meglio l’operazione di cui abbiamo parlato,
Omicron propone alcuni grafici per darne un’idea orientativa. Da quanto emerge dai dati ufficiali forniti dalla
Direzione centrale per i servizi antidroga presso il ministero dell’Interno nel 1998, nell’intero Paese sono state
sequestrate 131.728 pasticche di ecstasy. Un dato su cui
riflettere se si considera che nella prima settimana di
novembre del 1999 ne sono state sequestrate 86 mila in
due sole operazioni.
Come si nota nel Grafico 1 a pagina 3, circa il 75 per
cento dei sequestri effettuati nel ’98 avviene nel Nord
Italia. E qui, vedi Grafico 2 a pagina 3, sono Veneto e
Lombardia le regioni dove si registrano le percentuali
più alte. Seguite dalle regioni più a Est: Friuli Venezia
Giulia ed Emilia Romagna. Lo stesso andamento si registra anche nel numero delle operazioni portate a termine dalle forze dell’ordine contro le attività illegali legate
all’ecstasy e alle anfetamine. Come si vede nel Grafico 3
a pagina 3, sono la Lombardia e il Veneto le regioni dove
è stato compiuto il maggior numero di operazioni al
Nord. Queste rappresentano il 50 per cento sul totale
dell’Italia. Delle 60 operazioni compiute in Lombardia
solo 3 sono contro il traffico, 7 sono rinvenimenti e le
restanti 50 sono operazioni contro attività di vendita.
E per finire uno sguardo anche al numero delle persone
deferite alle autorità giudiziarie per attività legate
all’ecstasy (vedi Grafico 4 a pagina 3). In testa ancora
Veneto e Lombardia, seguite dalle regioni più a Est.
Complessivamente al Nord sono state denunciate e
arrestate circa il 50 per cento delle persone deferite in
tutta Italia per ecstasy.
I dati sono nel complesso poco rassicuranti. Molto bassa
è la percentuale delle operazioni contro il traffico di
ecstasy e i sequestri sono ridotti e quantitativamente
poco rilevanti. I primi dati non ancora ufficiali per il
1999 sono più confortanti. Si parla di circa 260 mila
pasticche sequestrate, comprese quelle rinvenute nelle
due operazioni qui citate.
Il successo delle attività di contrasto si potrebbe stabilire in base all’andamento del consumo di pasticche.
Purtroppo il dato non è stimabile, considerato che ci
sono analisi troppo divergenti: da qualche migliaio ogni
week-end, a centomila, a molte di più.
Come si vede, in fatto di conoscenza, siamo ancora ai
primi passi. Quale dunque l’efficacia di magistrati e
forze dell’ordine?
Simona Peverelli
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Antiusura/I tassi proibiti per il primo trimestre 2000
Come di consueto, con l’abituale decreto, datato 20
dicembre 1999, la Direzione generale antiriciclaggio e
antiusura del Tesoro ha pubblicato la rilevazione dei
tassi usurari in vigore per il trimestre 1 gennaio
2000 – 31 marzo 2000 e con periodo di riferimento
della rilevazione 1 luglio 1999 – 30 settembre 1999.
Un aspetto da rilevare immediatamente è la salita
dei tassi rispetto al trimestre precedente. Detto
incremento è da imputarsi alla variazione del valore
medio del tasso ufficiale di sconto nel periodo successivo al trimestre di riferimento, cioè dall’1 ottobre
1999 al 31 dicembre 1999.
Qui si presenta una legenda esplicativa della tabella,
riferita alle singole categorie di operazioni con l’indicazione del tasso usuraio.
1) L’apertura di credito in conto corrente è il credito
accordato alla clientela sul conto corrente assistito o
meno da garanzia.
2) Gli anticipi, sconti commerciali e altri finanziamenti alla imprese accordati dalla banche sono i
finanziamenti per anticipi su crediti e fatture, lo
sconto di portafoglio commerciale e altre categorie di
finanziamento accordate alle imprese private dagli
istituti bancari.
3) Il factoring è il contratto con il quale una parte
acquista, a titolo oneroso, crediti non ancora esigibili
di un’impresa.
4) Crediti personali e altri finanziamenti alle famiglie effettuati dalle banche sono le forme di finanziamento volte alla clientela privata effettuati dagli istituti bancari.
5) Gli anticipi, sconti commerciali e altri finanziamenti alle imprese accordati dagli intermediari non
bancari sono i finanziamenti per anticipi su crediti e
fatture, lo sconto di portafoglio commerciale e altre
categorie di finaziamento accordate alle imprese private dagli istituti non bancari.
6) I prestiti contro cessione del quinto dello stipendio
sono particolari contratti finanziari per erogare
finanziamenti ai sensi Dpr 180/1950.
7) Il leasing è il contratto con il quale si attua un’operazione finanziaria con cui una parte concede all’altra il godimento di un bene verso il corrispettivo di
un canone periodico, per un certo periodo di tempo.
8) Si tratta del credito finalizzato all’acquisto rateale
dei beni di consumo (elettrodomestici, ecc.).
9) Sono i mutui casa a tasso fisso e variabile garantiti dal bene stesso.
Sergio Ricci
I valori fuorilegge
Rilevazione dei tassi di interesse effettivi globali medi ai fini della legge sull’usura.
Medie aritmetiche dei tassi sulle singole operazioni delle banche e degli intermediari finanziari non bancari,
corrette per la variazione del valore medio della misura sostitutiva del tasso ufficiale di sconto.
Periodo di riferimento della rilevazione 1 luglio – 30 settembre 1999.
Applicazione dall’1 gennaio fino al 31 marzo 2000.
Categorie di operazioni
1) Aperture di credito in conto corrente
2) Anticipi, sconti commerciali
e altri finanziamenti alle imprese effettuati dalle banche
3) Factoring
4) Crediti personali e altri finanziamenti
alle famiglie effettuati dalle banche
5) Anticipi, sconti commerciali, crediti personali
e altri finanziamenti effettuati dagli intermediari
non bancari
6) Prestiti contro cessione del quinto dello stipendio
7) Leasing
8) Credito finalizzato all'acquisto rateale
9) Mutui
Classe di importo
in milioni di lire
Tassi medi
(su base annua)
Tasso
usuraio
fino a 10
oltre 10
fino a 10
oltre 10
fino a 100
oltre 100
11,78
9,18
7,80
6,46
7,94
6,49
17,67
13,77
11,70
9,69
11,91
9,73
–
10,62
15,93
fino a 10
oltre 10
21,65
15,95
32,49
23,92
fino a 10
oltre 10
fino a 10
da 10 a 50
da 50 a 100
oltre 100
17,36
12,85
17,50
9,43
7,77
5,80
26,04
19,27
26,25
14,14
11,65
8,70
fino a 2,5
da 2,5 a 10
oltre 10
24,97
15,15
10,64
37,45
22,72
15,96
–
5,34
8,01
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Date/Cose di casa nostra: sequestro a dicembre, dollari falsi a milioni
30 novembre 1999. Maxi operazione in Val Trompia
Brescia. Le indagini dei carabinieri ricostruiscono dieci
anni di attività della “mafia valtrompina”, costituita da sei
diverse associazioni a delinquere tra loro collegate. E scatta l’operazione: sequestrati beni per decine di miliardi, 94
persone accusate di associazione a delinquere di stampo
mafioso. Agli arrestati vengono addebitate rapine, estorsioni, tentati omicidi e traffico di stupefacenti per almeno 400
chili di cocaina, 70 di eroina e 40 tonnellate di hashish.
1 dicembre 1999. Operazione “Vino di marca”
Milano. Settantacinque bottiglie di vino rosso corrispondevano a 750 marche da bollo false. Le indagini iniziano nel
’98 e portano al sequestro di oltre 70 mila marche da bollo
contraffatte, per un valore di un miliardo e mezzo di lire.
Venti le persone coinvolte nella truffa, tra cui Pierantonio
Meconi, 36 anni, gestore di un bar tabacchi in via Larga e
il socio Giuseppe Palmese, 54 anni, entrambi pregiudicati,
ma anche Mauro Musci, quarantenne incensurato, e suo
fratello Vincenzo, 37 anni, affiliato alla ’Ndrangheta.
3 dicembre 1999. Condanne definitive per traffico di droga
Pioltello (Milano). Passano in giudicato le condanne per
associazione a delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti di un’intera famiglia dell’hinterland milanese. Dalla
lavanderia usata come copertura, padre, madre, zio e tre
figli gestivano un corposo giro di spaccio minuto, che è
costato alla famiglia un totale di 25 anni di reclusione.
3 dicembre 1999. Presi trafficanti di droga
Corsico (Milano). Arrestati M’hamed Khabiri, pregiudicato
di 34 anni, e un quindicenne, entrambi marocchini, trovati
in possesso di due chili di cocaina, per un valore di 5
miliardi. I due corrieri erano coinvolti anche nell’operazione “Marrakech” del giugno scorso, quando i carabinieri scoprirono un traffico di hashish dal Marocco attraverso la
Spagna e la Francia, per un giro d’affari di 25 miliardi.
10 dicembre 1999. Sul Tir mezzo quintale di eroina
Muggiano (Milano). Dylaver Varaku, albanese di 48 anni,
residente in provincia di Alessandria, viene bloccato dopo
un inseguimento alla barriera dell’autostrada A7. Nella
ruota di scorta del suo Tir viene trovato mezzo quintale di
eroina.
13 dicembre 1999. Donna capoclan in Veneto
Venezia. Gaetana Gottuso, 46 anni, è ritenuta l’erede del
gruppo più influente della mafia del Brenta. Condannata a
8 anni per estorsione, usura e associazione di stampo
mafioso, la Gottuso è la moglie di Gilberto Boatto detto
Lolli, l’uomo forte di Maniero sul territorio veneziano condannato all’ergastolo per il duplice omicidio Rizzi. Prima
donna al Nord a gestire illeciti per miliardi, secondo gli
inquirenti era diventata tra il ’95 e il ’99 il trait d’union con
la “vecchia guardia” svolgendo il ruolo di cassiera e occupandosi anche dei detenuti.
13 dicembre 1999. Sequestrati dollari falsi
Flero (Brescia). Seguendo una pista di furti di auto e
documenti di circolazione contraffatti, la polizia scopre una zecca clandestina e sequestra 55 risme di
cartamoneta, cliché e sofisticati macchinari per la
stampa e il taglio di precisione. Ben 44 i milioni di
dollari, di buona qualità secondo il Dipartimento del
tesoro americano, preparati dal “tipografo” Adriano
Loli, 42 anni e svariati precedenti, che, secondo gli
investigatori, non agiva da solo.
15 dicembre 1999. Incendio doloso in discoteca
Legnago (Verona). Nella notte brucia la discoteca “Principe
azzurro”. Tra le ipotesi più plausibili non solo racket ma
anche l’intimidazione e la vendetta contro i gestori più
attenti nella lotta contro la vendita di ecstasy.
17 dicembre 1999. Distrutto un altro locale
Desenzano (Brescia). Un incendio doloso, analogo ad altri
attentati nel bresciano, distrugge un bar del centro. Il titolare sostiene di non aver mai ricevuto minacce.
17 dicembre 1999. Ucciso imprenditore
Corsico (Milano). Donato Elia, 59 anni, sposato, con tre
figli, titolare di un’impresa di pulizia a Milano, è seguito da
due individui all’uscita di casa e viene ucciso con ferocia e
premeditazione con due colpi di pistola 7,65 sparati da
distanza ravvicinata. Si fa strada l’ipotesi del racket.
30 dicembre 1999. Interrotto traffico di eroina
Milano. Le indagini partite dal sequestro del 10 dicembre
portano a identificare l’ennesima via della droga: sbarcata
ad Ancona raggiunge Milano in camion e viene poi smistata sul territorio nazionale. Due albanesi e sei italiani arrestati tra i quali un poliziotto di Foggia, Gerardo Arboletto,
che veniva a Milano per rifornire la propria organizzazione.
31 dicembre 1999. Eroina e marijuana dall’Albania
Milano. Ancora un network del narcotraffico interrotto
dalla Direzione distrettuale antimafia di Milano. E gli
ingredienti non cambiano di molto: 30 chili di eroina e 90
di marijuana sequestrati; sei albanesi, uno sloveno e un
imprenditore milanese tratti in arresto; porti adriatici utilizzati come scalo e Milano piattaforma di smistamento.
6 gennaio 2000. Preso mafioso latitante
Sestri Levante (Genova). Dopo un rocambolesco inseguimento sull’autostrada Genova-Livorno, il boss Paolo
Balsamo viene arrestato all’interno di un autogrill.
15 gennaio 2000. Processo “Count down”: liberi tutti
Milano. Undici mafiosi condannati all’ergastolo in primo
grado e altri 20 condannati a pene da 8 a 30 anni vengono
scarcerati per decorrenza dei termini.
a cura di Paola Murru
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I luoghi e le idee 1/Corso di Libera: i ragazzi a rischio
Libera. Associazioni, nomi e numeri contro le mafie.
c/o Acli via Marcora18, 00153 Roma
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Baby gang, vandali, balordi. Sono solo alcune delle definizioni che i media usano per definire i comportamenti “a
rischio” di molti adolescenti dentro e fuori la scuola. Gli
insegnanti sono chiamati con sempre maggiore frequenza a
intervenire su tale problematica, pur senza avere in precedenza acquisito le necessarie conoscenze e competenze.
Per questo Libera organizza un corso di aggiornamento dal
titolo I ragazzi a rischio e la scuola rivolto principalmente
agli operatori della scuola di ogni livello e grado. L’obiettivo
è di favorire l’acquisizione di competenze per affrontare i
comportamenti a rischio nella scuola attraverso la conoscenza delle problematiche giovanili, l’analisi di percorsi
operativi già sperimentati, la conoscenza dei progetti di
prevenzione e gli interventi sui ragazzi a rischio offerti
dalle istituzioni, come l’Ufficio scolastico di Milano, la questura, il tribunale per i minori e gli enti locali. Il corso si
svolgerà su un ciclo di cinque incontri della durata di tre
ore ciascuno e si terrà presso l’istituto Bertarelli in corso di
Porta Romana 110 a Milano, dalle ore 15 alle ore 18. I corsi
organizzati da Libera rientrano fra le attività previste dal
protocollo d’intesa firmato nel giugno del 1999 con il ministero della Pubblica istruzione e trasmesso ai
Provveditorati agli studi. Sono quindi riconosciuti validi
per l’aggiornamento. Ai partecipanti verrà chiesto un contributo spese di lire 30 mila.
Il programma
17 febbraio. Giovani fra legalità e illegalità.
Relatori: Giovani e legalità: una ricerca sugli adolescenti in
Lombardia. Paolo Trivellato, docente di sociologia
all’Università statale di Milano.
Il fenomeno del bullismo. Ersilia Menesini, ricercatrice
presso la facoltà di Psicologia dell’Università di Firenze.
24 febbraio. I ragazzi a rischio e le istituzioni.
Tavola rotonda con i rappresentanti delle istituzioni:
Palmira Adamo dell’Uffico scolastico di Milano, Livia
Pomodoro, presidente del Tribunale per i minorenni,
Nando dalla Chiesa, deputato, coordinatore della
Commissione d’indagine sulla dispersione scolastica, e un
rappresentante della questura di Milano.
2 marzo. La mediazione dei conflitti.
Relatori: La mediazione come superamento della violenza e
risarcimento alle vittime. Adolfo Ceretti, docente di
Criminologia all’Università statale di Milano e direttore
dell’Ufficio di mediazione penale di Milano.
La mediazione come formazione per la convivenza civile.
Daniele Novara, direttore del Centro psicopedagogico per
la pace di Piacenza.
16 marzo. Teorie ed esperienze nella scuola.
Relatori: Come individuare e affrontare i comportamenti a
rischio nella scuola. Eugenio Rossi, docente di Sociologia
della devianza all’Università statale di Milano.
Lo statuto delle studentesse e degli studenti: le regole condivise. Miriam Colombo, preside della scuola media statale
Dalla Chiesa di Busnago, Milano.
23 marzo. L’elaborazione espressiva nella scuola.
Relatori: Il cinema e il teatro: due percorsi operativi possibili nella scuola a scopo preventivo. Claudio Bernardi, docente di Storia del teatro all’università Cattolica di Milano e
Patrizia Canova, esperta di cinema.
Alla fine del corso verrà rilasciato un regolare attestato di
partecipazione.
I luoghi e le idee 2/Omicron festeggia: tre anni e nuovi progetti
Compleanno e nuovo Omicron
Lunedì, 28 febbraio 2000 ore 21
presso Tikkun caffè tra le righe via Montevideo, 9 Milano
Un brindisi e tante novità. A tre anni dalla nascita (gennaio 1997) Omicron fa il grande passo e cambia ruolo:
diventa un vero e proprio Censis sulla criminalità. Con,
innanzitutto, la presenza di un Comitato scientifico. Da
quest’anno infatti la redazione (rafforzata da nuovi apporti) sarà affiancata da un Comitato costituito da personalità
di grande prestigio istituzionale e culturale (vedi invito)
che sarà presentato durante la serata.
E ancora. Dopo il successo riscosso nella conduzione del
primo corso di alfabetizzazione sulla criminalità rivolto ai
giovani, Omicron ha iniziato a lavorare con scuole, enti e
associazioni per progetti di formazione e aggiornamento su
temi diversificati. Entro il 2000 arriverà anche un sito
internet. Dove si potranno trovare, oltre alla raccolta dei
numeri del mensile, le ricerche e gli studi condotti in questi
anni. Per ogni tema trattato, verranno segnalati numerosi
link con siti istituzionali e non, sia nazionali sia internazionali, per accrescere la funzione di organo di collegamento
fra tutti quelli che si occupano di legalità e giustizia.
Infine, l’obiettivo più prestigioso: la costruzione di una
banca dati aggiornata per offrire rapidamente dati, analisi
e studi.
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Omicron/21
Dubbi/Intimazioni clandestine
Dunque il centro milanese di “accoglienza” per stranieri di via Corelli verrà ristrutturato. Sarà “un’altra cosa”. Stando alle sue caratteristiche di vero e proprio carcere, c’è solo da tirare un sospiro di sollievo.
Tuttavia nascono subito perplessità davanti alle soluzioni alternative che vengono prospettate. Davvero un
nuovo centro a Milano, quando la legge prescrive che esso debba sorgere “preferibilmente” vicino al confine,
visto che costituisce l’anticamera dell’espulsione? E davvero affidarlo al volontariato, quando il nuovo centro –
essendo appunto l’anticamera dell’espulsione – ospiterà gente che ha pagato somme ingenti e sfidato ogni
pericolo per arrivare in Italia e che quindi farà di tutto, fuga compresa, per non farsi mandare via? Possibile
che non si riesca a distinguere tra straniero e straniero, tra diritti umani ed efficacia delle leggi nazionali? E
infine: visto che bisognerà pur disinnescare il clima che ha portato alla proposta (bocciata) del referendum
leghista, ha davvero un senso intimare all’immigrato clandestino di uscire dal suolo nazionale entro quindici
giorni, per riservarsi alla volta successiva (se e quando ci sarà) il provvedimento operativo dell’espulsione?
(NdC)
Omicron
Osservatorio Milanese sulla Criminalità Organizzata al Nord
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Omicron/21
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