Disturbi comuni in gravidanza
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Disturbi comuni in gravidanza
La nausea è un disturbo gastrointestinale comune in gravidanza. Nel corso del primo trimestre si verifica nellʼ80%-85% delle gravide e nel 52% dei casi si presenta associata a vomito. La severità dei sintomi è variabile da donna a donna, così come è variabile lʼepoca gestazionale di inizio e di termine. La maggioranza delle donne (94%) inizia a soffrirne entro 8 settimane e circa un terzo (34%) entro 4 settimane dallʼultima mestruazione. Il disturbo cessa entro 16-20 settimane in circa lʼ87%-91% delle donne. Trattamenti farmacologici e non disponibili per nausea e vomito in gravidanza: Zenzero: lʼefficacia dello zenzero (radice di Zingiber officinale, ginger) nel trattamento della nausea e del vomito gravidico è documentata da diversi studi scientifici Antistaminici: si sono rivelati efficaci nella riduzione della nausea e non ci sono prove di un aumentato rischio teratogeno correlato alla loro assunzione. Il principio di precauzione può sconsigliare lʼimpiego di difenidramina, associata a schisi orale. Metoclopramide (Plasil): è un farmaco di provata efficacia e non ci siano prove di una associazione con malformazioni fetali. Può essere assunto in caso di vomito importante (più di 4-5 episodi/giorno) Agopuntura e acupressione nel punto P6: non vi sono prove scientifiche sufficienti sulla reale efficacaia dellʼagopuntura e dellʼacupressione nel punto P6 (nella medicina cinese il punto P6 è un punto situato a circa tre dita dalla piega del polso, nella parte interna) nel ridurre la nausea o il vomito. Vitamina B6: è efficace contro la nausea, meno sul vomito. Non si conoscono gli effetti di dosi elevate sul feto. Vitamina B12: sembra ridurre in misura significativa nausea e vomito gravidici ma, non sono disponibili studi sulla sicurezza di questa vitamina in gravidanza. Da non considerare come prima scelta. Raccomandazioni Tra i trattamenti farmacologici disponibili mirati alla riduzione di nausea e vomito la metoclopramide e gli antistaminici sono efficaci. Lo zenzero è tra i trattamenti non farmacologici efficaci per la riduzione di nausea e vomito, ma la sua sicurezza in gravidanza non è stata accertata. Per lʼacupressione nel punto P6 le informazioni non sono definitive. La pirosi gastrica è un disturbo descritto come bruciore e disagio percepiti nella zona retrosternale e/o nellʼesofago. La pirosi gastrica è un disturbo comune in gravidanza, non è associata a esiti avversi e il suo trattamento è esclusivamente mirato al sollievo dei sintomi. Sono disponibili diversi interventi, farmacologici e non. Quelli non farmacologici includono modificazioni nellʼalimentazione (riduzione di cibi ad alto contenuto di grassi e gastro irritanti come la caffeina, consumo di piccoli pasti frequenti, eliminazione di cibi piccanti dalla dieta) e nella postura (posizione eretta specie dopo i pasti, leggermente sollevata durante il sonno). Il trattamento farmacologico prevede lʼassunzione di antiacidi, di inibitori della secrezione di acidi, come gli antistaminici anti-H2, e gli inibitori della pompa protonica, ma non si hanno informazioni sufficienti sulla loro sicurezza in gravidanza La stipsi gravidica è associata a un rallentamento della motilità intestinale comune in gravidanza. Tra gli interventi non farmacologici disponibili, la supplementazione con fibre alimentari si è dimostrata efficace nel diminuire la frequenza della stipsi. Quando il disturbo non è alleviato dalla supplementazione con fibre, gli agenti formanti massa si sono mostrati meno efficaci dei lassativi stimolanti, ai quali sono però associati effetti collaterali (diarrea e dolori addominali). Le emorroidi sono ectasie del plesso emorroidario. Possono essere associate a prurito, dolore e sanguinamento intermittente dellʼano. Lʼ8% delle donne in gravidanza soffre di emorroidi nel corso degli ultimi tre mesi di gestazione1. La necessità del trattamento è proporzionale alla severità dei sintomi, che possono essere di entità tale da rendere difficile, se non impossibile, gestire le attività quotidiane (camminare, sedersi, prendersi cura del neonato e della famiglia). Cambiamenti nella dieta, creme locali, terapie per via orale e chirurgia, sono tra gli interventi disponibili. Lʼintervento chirurgico, tuttavia, raramente è considerato appropriato, poiché nella donna in gravidanza il disturbo può risolversi dopo la nascita del bambino. Raccomandazione: cambiamenti nella dieta possono alleviare i sintomi. Se i sintomi permangono e sono severi può essere considerato lʼutilizzo di creme antiemorroidarie. Le vene varicose o varici sono delle vene superficiali dilatate sacculari o cilindriche che si formano in seguito a una scarsa efficienza delle valvole preposte alla regolazione del flusso sanguigno. Si presentano prevalentemente negli arti inferiori come cordoni bluastri, con associato gonfiore della gamba e del piede, crampi notturni, prurito, sensazione di pesantezza degli arti. La causa del disturbo in gravidanza è riconducibile allʼazione progestinica di rilassamento delle pareti dei vasi sanguigni concomitante allʼincremento pressorio del volume sanguigno e dellʼutero sulle vene degli arti. Si stima che circa il 40% delle gravide sia affetto da questo disturbo con unʼincidenza più elevata nelle donne che hanno già partorito rispetto alle nullipare. I possibili trattamenti includono farmaci a base di flebotonici (rutoside) e calze elastiche che possono migliorarne i sintomi. Si tratta di un disturbo la cui prevalenza in gravidanza è stimata tra il 35% e il 61%; in una percentuale compresa fra il 47% e il 60%, le donne cominciano a soffrire di mal di schiena tra il quinto e il settimo mese di gravidanza. La sera è la parte della giornata in cui i sintomi peggiorano. La causa è attribuibile a una postura alterata assunta dalla gestante, riconducibile allʼaumento del peso del bacino e al concomitante rilassamento della muscolatura di supporto per azione dellʼormone relaxina. Il disturbo, soprattutto nel terzo trimestre, può assumere una gravità tale da interferire con le attività quotidiane. Gli esercizi fisioterapici di inclinazione in posizione supina della pelvi (sitting pelvic tilt exercise) si sono dimostrati efficaci nel ridurre lʼintensità del dolore. Anche lʼutilizzo di un cuscino cuneiforme da porre sotto lʼaddome è indicato come efficace nel migliorare la qualità del sonno e nel sollievo della sintomatologia. I massaggi possono essere efficaci nella riduzione del dolore La qualità delle perdite vaginali cambia durante la gravidanza e la quantità spesso aumenta. Lʼ aumento delle perdite vaginali è più intenso alla fine della gravidanza ed in alcuni casi può simulare una rottura del sacco amniotico Raccomandazioni Se le perdite hanno un forte e sgradevole odore, colorito giallo-verdastro o associato a prurito e a dolore nella minzione, si deve considerare lʼipotesi che possa trattarsi di vaginosi batterica, tricomoniasi o candidiasi. In questi casi deve essere praticato un approfondimento diagnostico con il ginecologo curante allo scopo di curare una eventuale vaginite o vaginosi. Le vaginosi batteriche e/o micotiche o da Trichomonas Vaginalis sono associata a eventi avversi in gravidanza (rottura prematura delle membrane, parto prematuro, morbilità neonatale) e richiedono quindi un trattamento specifico.