Relazione laboratori scuola secondaria primo grado
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Relazione laboratori scuola secondaria primo grado
RELAZIONE SICURI SICURI FASCIA DI PROGETTO Medie EDUCATORI COINVOLTI Sara Spini Cassandra Rofi Fabrizio Fioretti CLASSI COINVOLTE ORE FATTE ATTIVITA' SVOLTE 1°M e 1°R Busoni Vanghetti 16 Le due classi hanno fatto un percorso parallelo per la realizzazione di un manuale di giochi sicuri, da poter proporre anche in altre scuola. Entrambe le classi sono partite da una valutazione su cosa si intende per rischio, per pericolo e per sicurezza e su come queste caratteristiche possano essere abbinate ai giochi. Mentre la 1°M ha lavorato su quelli che sono i giochi sicuri da poter fare in classe, la 1°R, avendo a disposizione la palestra ha sperimentato e rimodellato una serie di giochi da poter fare in grandi ambienti. Dai gruppi sono emersi consigli e ingredienti per poter giocare in sicurezza. 3° F Bacci Ridolfi 8 Come prosecuzione di un percorso iniziato già lo scorso anno, la classe di Castelfiorentino ha lavorato su un'attenta mappatura dei rischi, dei pericoli in cui ci si può imbattere nel tragitto da casa a scuola. L'analisi è stata fatta attraverso rilevazioni, scatti di fotografie e la realizzazione, sul finale di una mappa dei percorsi più sicuri. 2°D e 1° D Boccaccio 14 Le due classi hanno fatto un percorso di riflessione, attraverso l'utilizzo di schede di rilevazione, sul rischio e sul pericolo, per poi arrivare a mappare la scuola, andando a indicare i pericoli che ci sono e quali atteggiamenti portano ad aumentare i rischi. La II° D ha realizzato anche il plastico della classe sicura. 2°A e 2°B Santissima Annunziata 10 Dopo aver analizzato lo spazio del giardino entrambe le classi hanno lavorato in sottogruppi per realizzare dei segnali di pericolo da mettere nello spazio analizzato. L'attenzione particolare che i ragazzi hanno avuto è stata rispetto al Target di coloro che li avrebbero visti, di fatto il giardino della scuola è frequentato dai bambini della primaria fino alle scuole superiori. CLASSE OBIETTIVO 1°M e 1°R Busoni Vanghetti Realizzare un manuale del gioco sicuro da poter diffondere nelle scuole, che contenga giochi e consigli per giocare in sicurezza nella scuola. 3° F Bacci Ridolfi Realizzare una mappa dei percorsi sicuri per arrivare da casa a scuola, attraverso l'analisi dei rischi e dei pericoli e dei comportamenti. 2°D e 1° D Boccaccio Dopo una riflessione su rischio e pericolo, fare una mappatura della scuola e segnalare luoghi pericolosi e comportamenti rischiosi. 2°A e 2°B Santissima Annunziata Analizzare i rischi e i pericoli che ci sono nello spazio del giardino della scuola ed elaborare una cartellonistica per avvertire delle aree più pericolose. METODO • Life Skill Education: l’OMS (organizzazione mondiale della sanità) individua 10 competenze necessarie da apprendere per mettersi in relazione con gli altri e per affrontare i problemi, le pressioni e gli stress della vita quotidiana indispensabili per promuovere il benessere personale e sociale, per stabilire relazioni efficaci, per prevenire comportamenti a rischio. Per Kappaerre l’apprendimento di tali abilità avviene solo a fronte di un’esperienza pratica. • Pedagogia delle Arti Circensi: L’arte e l’espressione sono uno dei metodi più efficaci di inclusione sociale e di educazione contro la violenza. Le discipline circensi hanno in se un carattere liberatorio e la capacità di esprimere impulsi repressi diventando così uno strumento di interazione e di comunicazione. Il circo è da sempre stato considerato una forma d’arte e di espressione di abilità legate al corpo e alla cultura di provenienza dell’artista, fatto che rende la diversità culturale interessante, se non addirittura un valore aggiunto; il circo è da considerarsi uno spazio neutro dove tutti sono utili e mettono in pista le loro abilità speciali e nascoste, fa si che l’individuo abbia la possibilità di esplorare i propri limiti e le proprie potenzialità in un clima di cooperazione e non di competizione. • Il coaching: è una strategia di formazione che parte dall’esperienza di ciascuno e opera un cambiamento, una trasformazione che migliora e amplifica le proprie potenzialità per raggiungere obiettivi personali, di team e manageriali. È un processo che offre al cliente strumenti che gli permettono di elaborare ed identificare i propri obiettivi e rafforzare la propria efficacia e la propria prestazione. Il cliente che si affida al coach ha delle potenzialità latenti e tramite il coach impara a scoprirle e ad utilizzarle. Il coach dunque è un facilitatore del cambiamento, è una persona che stimola e indirizza le energie del cliente e lo aiuta a prendere consapevolezza delle sue potenzialità. • Strategia della Partecipazione: si intende un processo educativo volto alla responsabilizzazione, all'autonomia e all'autorganizzazione dell’individuo. Lo sviluppo della capacità di partecipare attivamente è una competenza, un percorso della persona che passa attraverso diversi livelli dall'informazione strumentale alla progettazione partecipata passando dalla capacità di motivarsi e decidere consapevolmente. La strategia della partecipazione è una metodologia educativa che accompagna il bambino/ragazzo nel suo percorso verso la cittadinanza attiva proponendo esperienze concrete di partecipazione sociale e stimolando riflessione e senso critico. • Educare all’autonomia e all’autorganizzazione: facendo esperienze all’aria aperta e non solo, conoscendo la propria città, il proprio territorio e la propria regione. Dove l’adulto riveste il ruolo di facilitatore di processo aiutando il bambino\ragazzo nelle varie fasi che caratterizzano il percorso di autonomia e autorganizzazione. • Il Gioco: Il gioco è una delle forme di comunicazione non verbale di affettività e di emozionalità da considerare più importante nell’arco del corretto sviluppo della persona. Attraverso il gioco i bambini scoprono le loro personali capacità di azione e di affermazione, acquisiscono sicurezza in se stessi con spontaneità e gradualmente. Spesso gli adulti tendono a sottovalutare il ruolo fondamentale che il “giocare” assume nell’ambito dell’apprendimento, non solo dei comportamenti motori, ma anche in quelli cognitivi e relazionali. Quella gamma di comportamenti che ci permettono di relazionarci al mondo che ci circonda, Fink dice che il gioco è una metafora del mondo reale, di fatto il gioco è un ambiente protetto, dove si può sperimentare, dove lo sbagliare ha un valore molto importante perché è sbagliando che si impara a non sbagliare. Il gioco è in fondo una palestra che ci permette poi di trasferire gli atteggiamenti appresi al mondo reale. • Learning by doing: metodologia dell’imparare facendo che viene messa in atto attraverso momenti di rilettura delle esperienze fatte (prassi-teoria-prassi), in modo che i percorsi fatti siano memorizzati, che emergano gli errori e le possibilità per risolverli. • La peer education: intesa come una strategia educativa volta ad attivare un processo naturale di passaggio di conoscenze, emozioni ed esperienze da parte di alcuni membri di un gruppo ad altri membri di pari status. Il fatto importante è che non c’è una relazione di potere come quella che c’è tra docente e studente, tra animatore e giovane, tra direttore ed operaio. In questa accezione, la peer education propone un’alternativa all’idea di autorevolezza ed è inoltre caratterizzata dall’enfasi posta su un tipo di apprendimento che sia contemporaneamente interattivo e partecipativo. • La teoria dell’apprendimento sociale sviluppata da Bandura e Mayer secondo la quale l’apprendimento è una acquisizione attiva che avviene attraverso la trasformazione e la strutturazione dell’esperienza, nel contatto e nell'osservazione di altre persone. Si parla di apprendimento sociale perché questa teoria cerca di spiegare come gli individui osservano le azioni degli altri e finiscono per fare propri i modelli di azione osservati come modalità di risposta ai problemi, alle condizioni o agli eventi della propria vita personale. La teoria dell’apprendimento sociale parte dal presupposto che le abitudini tendono a diventare relativamente stabili o ricorrenti quando vengono in qualche modo rinforzate. La teoria dell’apprendimento sociale è basata sulla nozione che gli individui imparino non attraverso una singola esperienza, ma in seguito a un numero di tentativi, in cui il legame fra gli stimoli e la risposta da imparare viene mano a mano rinforzato. • Teoria dell'intelligenza emotiva: Salovey & Mayer (1990) la proposero come una forma di intelligenza vera e propria e che consiste nelle abilità mentali di percepire le emozioni, di regolarle, e di usare le informazioni emozionali per guidare il pensiero e le azioni. Queste abilità si applicano alle situazioni che viviamo, si esplicano in rapporto ad esse. • Inclusione sociale: significa porre la questione della diversità, fisica e culturale, nella dimensione sociale del diritto di cittadinanza, perché riguarda tutti coloro che partecipano alla vita sociale all’interno di un determinato contesto: includere vuol dire offrire l’opportunità di essere cittadini a tutti gli effetti. Ciò non significa negare il fatto che ognuno di noi è diverso o negare la presenza di disabilità o diversità culturali, ma vuol dire spostare i focus di analisi e intervento dalla persona al contesto, per individuarne gli ostacoli e operare per la loro rimozione. Il fine è promuovere condizioni di vita dignitose e un sistema di relazioni soddisfacenti nei riguardi di persone che presentano difficoltà nella propria autonomia personale e sociale, in modo che esse possano sentirsi parte di comunità e di contesti relazionali dove poter agire, scegliere, giocare e vedere riconosciuto il proprio ruolo e la propria identità. STRUMENTI • • • • • • Giochi e attivazioni legati al tema della sicurezza facilitazione in gruppo laboratori manuali creativi rilettura in cerchio delle esperienze fatte schede di lavoro sulla percezione della sicurezza momenti di rilettura e programmazione con i docenti VERIFICA E CONCLUSIONI SULL'ATTIVITA' Le classi si sono dimostrate estremamente collaborative nell'attuare i percorsi proposti dalle docenti e dagli educatori. Tutte la scuole medie hanno contribuito a tracciare diversi aspetti della sicurezza a scuola, non solo vista nei momenti di studio in classe, ma sopratutto in quelle fasi dove non si fa didattica, ovvero nel tempo libero, con lo scopo di diminuire i rischi e segnalare i pericoli oggettivi. Oltre a questo i percorsi delle Busoni Vanghetti hanno visto il gioco sotto la lente d'ingrandimento della sicurezza, realizzando un manuale di giochi che fornisce una serie di accortezze per poter giocare in sicurezza negli spazi che i ragazzi hanno a disposizione. La scuola media di Castelfiorentino ha invece approfondito l'aspetto legato alla sicurezza fuori dalla scuola ed elaborando una mappa dove sono segnalati i percorsi sicuri e i rischi. Sarebbe interessante riuscire a creare un collegamento con i territori dove sono inserite le scuole e poter proporre gli elaborati anche alle classi che non hanno partecipato direttamente al progetto.