Don Angelo Ruspini, Giubiasco - Aggregazione del Bellinzonese

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Don Angelo Ruspini, Giubiasco - Aggregazione del Bellinzonese
L’AGGREGAZIONE DEI COMUNI NEL BELLINZONESE.
OGNI NOVITÀ CREA DUBBI.
Tutti abbiamo provato l’esperienza del trasloco. È stato un momento di crisi e un momento di entusiasmo.
Ci rincresceva lasciare le persone, il posto nel quale sono cresciuti i figli, forse anche la sede scolastica per i
loro compagni, più che per gli studi.
D’altro canto eravamo anche entusiasti per la novità del nuovo appartamento. Sapevamo di dover
affrontare la conoscenza di nuovi inquilini o di nuovi vicini di casa.
Tuttavia questa esperienza ha messo in atto delle nostre qualità inaspettate o che da tempo non erano più
venute in superficie.
Abbiamo dovuto scegliere gli oggetti da tenere e gli oggetti da eliminare. Non ci siamo sentiti capaci di
portare tutto ciò che era nel ripostiglio del vecchio appartamento. Ci siamo consultati più volte con i
familiari poi abbiamo deciso di lasciare ricordi e oggetti che forse non servivano più alla nuova esperienza.
Abbiamo esercitato la qualità della solidarietà e abbiamo messo in atto tutte le strategie per essere ben
accolti nel nuovo appartamento. Insomma ci siamo sentiti messi alla prova, ma anche capaci di aderire al
nuovo.
Tutti questi sentimenti li proveremo al momento della votazione sul tema dell’aggregazione dei comuni.
Abbiamo paura di lasciare ciò che è stato finora e siamo titubanti verso la nuova realtà. Sappiamo con
certezza che i vicini non avranno più i confini se non quelli del quartiere. Temiamo gli equilibri dei partiti cui
eravamo abituati. Siamo timorosi davanti a una sola autorità legislativa ed esecutiva ; non riusciamo ad
immaginare come possa essere il futuro comune.
SAREMO MESSI ALLA PROVA.
LA PROVA DEL GUSTO DELLA DEMOCRAZIA.
Credo, però, che l’aggregazione e la votazione per l’aggregazione ci metta alla prova sull’abitudine che ci
siamo fatti della democrazia. Non sappiamo più gustarla. Qualcuno la ritiene troppo scontata; altri l’hanno
limata fino a renderla esile e sottile, soprattutto quando un partito ha raggiunto la maggioranza assoluta.
L’astensionismo alle votazioni dimostra uno scarso sostegno dell’efficacia di una realtà democratica che
tutti vorrebbero nel mondo, ma che noi non sappiamo più gustare.
Ci sono gli slogan che servono a deridere la preziosa democrazia che abbiamo raggiunto.
Ne cito solo alcuni: “Tanto non cambia mai niente!”. “Tanto fanno sempre quello che vogliono”. “Sono
sempre quelli che comandano!” Abbiamo smarrito il concetto vero di libertà e abbiamo messo in dubbio la
forza della democrazia.
Nella modalità attuale di vivere il Comune troviamo difficile individuare persone che abbiano a cuore la
dimensione pubblica. Siamo noi a rendere difficile il completamento delle liste di partito per i candidati,
perché non amiamo più la cosa pubblica, non sappiamo trovare il tempo per costruire la comunità.
Le mogli stesse desiderano che il marito, alla sera, sia in casa per ovviare all’assenza del marito nella
giornata lavorativa. Gli uomini poi asseriscono un “Chi me lo fa fare?” che è conseguenza di mille critiche
che qualcuno indirizza alle autorità.
L’aggregazione metterà alla prova la nostra capacità democratica. Dovremo riscoprire la gioia di un nuovo
inserimento anche se avremo dei legittimi dubbi.
LA PROVA DEL GUSTO DELLA SOLIDARIETÀ.
Anche il detto “Tutti per uno e uno per tutti” è uno slogan della democrazia. Vedremo se chi sta bene saprà
aderire all’aggregazione, allo scopo di contribuire a mantenere il futuro moltiplicatore d’imposta entro
limiti ragionevoli anche per tutto il resto del nuovo comune!
Io credo che saremo messi alla prova in diversi settori della democrazia.
Il mio timore è che, chi non saprà vivere la democrazia, farà scelte non coraggiose.
LA PROVA DELL’AUTOCONTROLLO.
Un altro settore nel quale saremo messi alla prova è l’impegno di ogni singolo cittadino a dare del suo
meglio nel campo del risparmio, nel campo dell’ecologia e dell’amore all’ambiente del proprio quartiere.
Il Comune nuovo, più vasto, non potrà giungere dovunque con la stessa celerità del piccolo quartiere.
Sarà coscienzioso quel cittadino che non butterà via le carte per terra in modo da non attendere nemmeno
il netturbino perché la contrada sarà già pulita e dignitosa.
L’aggregazione può essere un incentivo all’autoresponsabilità della cosa pubblica. Bisogna che ogni singolo
si dia una regolata per non inoltrare progetti di costruzione che esulano dai piani regolatori di quartiere.
Bisognerà che ogni cittadino si carichi di responsabilità per non aumentare poi, di conseguenza, la
burocrazia. In questi ultimi anni tante persone sono arrivate a “fare i furbi”. Ma un simile atteggiamento è
la democrazia?
Il compito della Polizia dovrebbe essere quello di prevenire. Ma da quando è chiamata a intervenire, anche
i compiti di prevenzione sono diventati difficili. Quante volte la Polizia chiede l’aiuto ai cittadini per
segnalazioni e osservazioni che potrebbero generare difficoltà all’ordine pubblico.
In questo capitolo si inserisce la responsabilità di molti giovani che lasciano le discoteche, che si mettono
alla guida di veicoli, che devono dimostrare il rispetto dell’altro e delle cose dopo le manifestazioni sportive.
UNA NUOVA SPINTA DI UNITÀ VERSO IL FUTURO.
L’aggregazione comunale potrà essere un incentivo a una coscienziosa responsabilità delle strutture e dello
sport.
Ecco a cosa possono servire anche le Parrocchie: all’educazione del cittadino, al rispetto del diverso, a dare
la parola agli ultimi, a non essere invasivi della libertà altrui, a coltivare la libertà religiosa, e convivere con
lo straniero.
In parrocchia, come nelle Associazioni di ginnastica e dello sport in generale, vi è un’attenzione educativa
verso i giovani e andrà valorizzata nello stile della nuova aggregazione.
Da ultimo credo che saremo messi alla prova sul periodo storico che stiamo vivendo.
Credo davvero che l’epoca rurale sia arrivata al termine. Tanto bisognerà moltiplicare gli sforzi per dare
spazio al settore primario, tanto il nuovo comune sarà confrontato con le nuove tecnologie, dal gas alla
fibra ottica, dalla ferrovia ad alta velocità alle priorità della politica cantonale.
È un periodo in continuo movimento, ma che non deve incutere paura. Si tratta di camminare verso il
futuro. Faremo errori che si potranno correggere. Cammineremo insieme nell’ascolto delle diverse realtà di
quartiere, ma siamo chiamati a essere maggiormente attivi e partecipi della dimensione pubblica.
Qualcuno, sbagliando, ha voluto che la religione si chiudesse nella dimensione privata della persona. È
giunto il momento di fomentare ogni realtà che, invece, darà spazio alla dimensione pubblica della vita.
Ci sarà da risparmiare nei servizi, saremo impegnati a soppesare le spese per i trasporti, saremo chiamati a
costi che esulano dalla portata di ogni singolo quartiere, come, ad esempio la sicurezza durante lo svolgersi
di congressi o negli avvenimenti sportivi di grido. Non dobbiamo temere, perché viviamo in un mondo
tecnologico mai vissuto prima di oggi.
Per paura non possiamo limitarci a mantenere i castelli, per belli che sono. Abbiamo una creatività che ci
potrà rendere attraenti proprio per le qualità uniche del nostro territorio.
Il coraggio dell’unità partorirà una forza sicuramente più solida che non la frantumazione di tante piccole
realtà locali.
Per questi motivi invito ad ascoltare quella parte di coraggio che vive dentro ogni persona nella certezza di
compiere un passo in avanti vitando a favore dell’aggregazione.
Paolo Borsellino affermava:
“E’ normale che esista la paura, in ogni uomo, l’importante è che sia accompagnata dal coraggio. Non
bisogna lasciarsi sopraffare dalla paura, altrimenti diventa un ostacolo che impedisce di andare avanti”.
Termino con una seconda citazione:
Oggi servono due qualità: l’onestà e il coraggio.
(Sandro Pertini)
Don Angelo Ruspini, Giubiasco