la crisi interna degli usa foriera di una guerra all`iran?

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la crisi interna degli usa foriera di una guerra all`iran?
LA CRISI INTERNA DEGLI USA
FORIERA DI UNA GUERRA ALL’IRAN?
d. CURZIO NITOGLIA
11 gennaio 2012
http://www.doncurzionitoglia.com/crisi_usa_e_guerra_iran.htm
La crisi interna americana
●Obama la scorsa settimana ha firmato il ‘National Defense Authorization Act’ che, tra
le altre cose, permette ai militari di incarcerare a tempo indefinito dei cittadini
americani, di condurre dei rapimenti segreti su sospettati di terrorismo – anche se
cittadini americani su suolo americano – e di ucciderli se queste persone sospette sono
ritenute costituire una minaccia per la sicurezza nazionale. Il tutto senza processo, il
tutto senza beneficiare di alcuna garanzia costituzionale.
●Perch„ questo presidente all’inizio del 2011 abbia invocato la propria autorit• di
uccidere un cittadino americano nello Yemen – Paese che di fatto non aveva portato
nessun atto terroristico contro gli USA – che era stato solo sospettato di comportamenti
sbagliati. … cos† che funziona l’America di oggi? Non ci sono pi‡ garanzie ed equilibri fra
poteri?.
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Un boomerang
●Il Congresso, come abbiamo visto, ha approvato il ‘National Defense Appropriations
Act’, emendamento 1.031 incluso, emendamento che permette la detenzione in carceri
militari anche nel caso di cittadini americani. L’emendamento „ definito con parole cos†
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vaghe che qualsiasi cittadino americano potrebbe essere trattenuto senza il dovuto
processo. La terminologia del pacchetto legislativo puˆ essere interpretata in un modo
tale da tranquillizzare il cittadino americano che si possa opporre all’incarcerazione, ma
la maggior parte della gente non si rende conto di come stiano realmente le cose.
●I deputati potrebbero aver appoggiato la legge pensando che i militari arresteranno
solo i membri attivi di Al-Qaeda, o forse, meno ingenuamente, credendo che al massimo
saranno oggetto di arresto da parte dei militari solo delle figure di basso livello del
dissenso, o degli attivisti o dei contestatori problematici. In ogni caso, si sono
dimenticati qualcosa di molto importante e decisivo: la storia dimostra che quelli che
sottoscrivono questo tipo di leggi, finiscono per esserne presto le prime vittime. I nostri
capi sembrano aver approvato la legge pensando che saranno sempre quello che sono
ora, in questa fase di luci calanti dell’una volta splendente democrazia, questi capi civili
che vivono tranquilli e sicuri, ora, nella libert‰ e comandano i militari. Dentro a questa
campana di vetro, che stanno per distruggere con le loro stesse mani, vivono nel bozzolo
protettivo dell’arroganza del potere, mettendo in pericolo con le loro mani la loro stessa
sicurezza ed ignorando la storia e le sue leggi ineludibili.
●BenchŠ il Congresso sia abituato, anche in una debole democrazia, ad essere quello che
dirige e controlla i militari, nel momento in cui la legge „ stata approvata, c’‚ stato un
ribaltamento dei ruoli di potere: il Congresso non diriger‰ pi‡ i militari nŠ ne sar‰ a
capo, mentre i militari daranno le direttive e saranno a capo di specifici leader del
Congresso, come saranno a capo di chiunque altro.
●Forse nel Congresso americano presumono che saranno sempre gli altri ad essere
arrestati ed incarcerati in prigioni militari. Invece, sfortunatamente, quando i militari
ottengono il potere di arrestare dei civili e di detenerli senza regolare accusa in
strutture militari, sono proprio i leader parlamentari a dover fare per primi i conti con
pressioni, minacce, arresti ed anche violenza. … una regola che non ammette eccezioni.
Non si puˆ nominare una sola Nazione che avendo dato ai militari il potere di arrestare
dei civili e detenerli in strutture militari non abbia finito per ritorcere tale potere, quasi
di colpo, contro i membri della stessa classe dominante di quella Nazione.
●Quando il Congresso d‰ ai militari il potere di arrestare ed incarcerare, ed in tali
societ‰, quando un capo politico non piace ai generali, „ fisicamente in pericolo, o sotto
la minaccia di arresto. E la cosa va avanti in quegli Stati di Polizia – cio„ in quelli dove
vige l’incarcerazione militare di civili – nel cui novero sta per entrare l’America. Alcuni
analisti dicono che in Italia dopo il provabilissimo fallimento del governo Monti e la quasi
inevitabile catastrofe economico/finanziaria, si insedier‰ al potere uno Stato di polizia
per arrestare i disordini che scoppieranno come e pi‡ che in Grecia.
●I congressisti ed i senatori americani possono credere che il loro potere li protegga
dalle parole traditrici degli Emendamenti numero 1.031 e 1.032, ma la loro arroganza li
sta solo ciecamente portando al suicidio. Nel momento della firma dell’NDAA in legge, la
storia ci mostra che loro stessi ed i loro staff sono i primi ad esserne messi in pericolo in
quanto non diventano i padroni del grande e potente esercito Usa ma ne diventano
immediatamente i primi sottoposti e, se la storia mai insegna qualcosa inevitabilmente
sono proprio loro, i firmatari, i primi bersagli .
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Si prepara l'attacco finale all’Iran?
●In un certo senso, la tanto attesa guerra dell’America e di Israele contro l’Iran ‚ gi•
iniziata. Non Š il tipo di guerra che ci si aspettava (uno stile a sorpresa da manuale
israeliano e un attacco lampo alle installazioni nucleari iraniane, seguito da un’intensa
campagna di bombardamenti aerei da parte degli Stati Uniti e della Nato), bens† una
guerra segreta dal carattere tranquillo e inaspettato. La guerra segreta, risultata
nell’aumento di velivoli statunitensi radio-guidati nei cieli dell’Iran e nell’incremento di
esplosioni sospette alle installazioni militari iraniane, „ stata associata a un’azione di
destabilizzazione di tutti gli alleati e amici dell’Iran, compresi Siria, Russia, Cina, Corea
del Nord e Venezuela.
●Tale strategia d’attacco multi-fronte ha mandato un messaggio chiaro all’Iran, che „
minacciato a casa propria dai sabotaggi segreti e non puˆ pi‡ contare pienamente sui
molti dei suoi alleati esteri, che devono fare i conti con problemi interni causati da Stati
Uniti e Israele. Nonostante la Libia di Muammar Gheddafi non fosse un alleato dell’Iran,
l’ascesa al potere di elementi filo-sauditi wahabiti e sunniti-salafiti a Tripoli e a Bengasi
aumenta la falange di Stati arabi che si oppone attivamente al governo sciita di Teheran.
Il successo della Fratellanza Musulmana e dei partiti salafiti alle elezioni parlamentari in
Egitto „ un ulteriore fattore di preoccupazione per l’Iran.
●Tuttavia, „ la potenziale perdita di potere del regime di Bashar al Assad in Siria a
rappresentare la peggiore incognita per l’Iran. La Siria „ stata l’alleato del mondo arabo
pi‡ vicino all’Iran. Ai confini dell’Iran e nelle aree marine adiacenti, i Paesi che ospitano
le forze militari americane (Kuwait, Arabia Saudita, Qatar, Bahrein, Emirati Arabi Uniti,
Oman, Turchia e Afghanistan) si stanno preparando a un conflitto militare con l’Iran.
Anche se l’amministrazione Obama ha proclamato la fine dell’occupazione militare degli
Stati Uniti in Iraq, alcune forze americane restano nel Paese, cos† come un gruppo di
organi di sicurezza privata paramilitare. L’Occidente si aspetta che un tale
indebolimento dell’Iran trasformi l’assalto militare finale alla Nazione in un “gioco da
ragazzi”.
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Gli Usa abbisognano di una guerra globale
●Gli Stati Uniti stanno perdendo il proprio status di superpotenza.
Il secolo del dominio militare-politico globale e del primato economico degli Stati
sembra che stia giungendo al suo completamento. Gli Stati Uniti hanno fallito nel loro
tentativo uni-polare e, dissanguati dai conflitti permanenti nel Medio Oriente, ora
mancano delle risorse necessarie a mantenere il comando globale. L’epicentro
dell’eventuale futuro conflitto dovrebbe essere localizzato nel Medio Oriente e nell'Asia
Centrale post-sovietica.
●I centri di sviluppo economico stanno spostandosi dall’Occidente verso l’Asia. Cina e
India dovrebbero prepararsi a una corsa economica senza precedenti. Cina e India, i due
Paesi pi‡ popolati al mondo, definiranno la direzione e il ritmo di sviluppo nel futuro,
ma la battaglia principale per il primato globale verr‰ giocata tra Stati Uniti e Cina, e in
ballo ci saranno il modello socioeconomico post-industriale il sistema politico del XXI
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secolo.
●La domanda che sorge in questo contesto „, “Come reagiranno gli Stati Uniti alla
transizione?”. Da parte degli Stati Uniti perdere il primato globale „ una cosa
inaccettabile. Il collegamento tra leadership globale e la prosperit‰ del XXI secolo „ un
assioma per le Šlites statunitensi, indipendentemente dai dettagli politici.
●Una guerra vittoriosa di grosse dimensioni e combattuta possibilmente con le armi
convenzionali „ l’unica opzione a disposizione degli Stati Uniti per invertire il rapido
collasso del suo ancora insuperato status geo-politico.
●… fatto noto che anche “rivoluzioni pilotate” (come quelle “arancioni” degli anni
Novanta in Russia o le “primavere arabe”) hanno una loro utilit‰ e che le tecnologie
relative vengono costantemente impiegate dagli Stati Uniti.
●Se l’attuale dinamica geopolitica dovesse persistere, ci si puˆ aspettare un cambio di
leadership globale entro il 2025, e l'unica possibilit‰ che gli Stati Uniti hanno a
disposizione per impedire questo processo „ provocare una guerra allargata.
●Questo Paese, che deve affrontare un’imminente perdita della leadership, deve
necessariamente colpire per primo, e Washington sta facendo proprio questo negli ultimi
15 anni. Attaccando la Jugoslavia, l’Afghanistan e l’Iraq, gli Stati Uniti hanno cercato di
occuparsi di problemi regionali o economici relativamente minori, ma un gioco pi‡
allargato richiederebbe per forza un rivale pi‡ consistente. Gli analisti militari ritengono
che Iran, Siria e i gruppi sciiti non arabi – come gli Hezbollah in Libano – hanno le
maggiori opportunit‰ di venire colpiti nell’ambito di una nuova re-distribuzione globale.
●La re-distribuzione ‚ gi• in corso. La ‘Primavera araba’ provocata e gestita da
Washington ha creato le condizioni adatte per la fusione del mondo musulmano in un
unico califfato. Il piano degli Stati Uniti „ che questa nuova formazione possa aiutarli a
mantenere la propria presa sulle maggiori risorse energetiche mondiali e a salvaguardare
i propri interessi in Asia e in Africa. Non ci sono dubbi che lo sfidante degli Stati Uniti
nella composizione di questi accordi „ la potenza sempre pi‡ forte della Cina.
●Liberarsi di Iran e Siria, che stanno intralciando il cammino verso il dominio globale
statunitense, sar‰ il prossimo passo di Washington. I tentativi di mettere in difficolt‰ il
regime iraniano, provocando le rivolte civili all’interno del Paese, hanno palesemente
fallito e gli analisti militari ritengono possa essere riproposto in Iran uno scenario di
intervento simile a quelli implementatati in Iraq e in Afghanistan.
●Le motivazioni nascoste dietro a questo disegno erano di escludere Russia e Cina dal
Mediterraneo e dal Medio Oriente, di separare la Russia dal Caucaso meridionale e
dall'Asia Centrale e di scollegare la Cina dai suoi pi‡ importanti fornitori di energia. La
materializzazione del progetto del Grande Medio Oriente rovinerebbe le prospettive di
un pacifico e solido sviluppo da parte della Russia, mentre il Caucaso del sud controllato
dagli Stati Uniti invierebbe onde d’urto verso il Caucaso del nord. Le rivolte verrebbero
provocate dalle forze del fondamentalismo musulmano, e le regioni russe a prevalenza
musulmana sarebbero sicuramente colpite.
●Il cinese Jemin Jibao ha parlato con la massima chiarezza quando ha scritto che gli
Stati Uniti sono diventati un parassita globale che stampa quantit‰ illimitate di dollari,
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che li esporta per pagarsi le proprie importazioni per potersi comprare un ricco tenore di
vita derubando il resto del pianeta. Il primo ministro russo ha espresso simili
considerazioni durante la sua visita in Cina del 17 novembre 2011.
●Al momento la Cina sta spingendo per limitare la sfera di circolazione del dollaro. La
quota della moneta statunitense presente nelle riserve cinesi si sta restringendo e,
nell’aprile del 2011, la ‘Banca Centrale Cinese’ ha annunciato un piano per escludere il
dollaro dalle compensazioni internazionali. Il colpo inferto al dominio valutario degli
Stati Uniti non rimarr‰ senza risposta, evidentemente.
●L'Iran sta tentando allo stesso modo di ridurre la quota di dollari che vengono utilizzati
nelle transazioni: nel luglio 2011 ha aperto una borsa petrolifera dove vengono accettati
solo l’Euro e la valuta iraniana. Iran e Cina stanno trattando uno scambio di prodotti
cinesi con il petrolio iraniano che, tra l’altro, renderebbe possibile aggirare le sanzioni
imposte all'Iran. Un alto dirigente iraniano ha detto che il volume di scambi del suo
paese con la Cina dovrebbe raggiungere i 100 miliardi di dollari, e ciˆ renderebbe il
piano di aggiramento degli Stati Uniti assolutamente insignificante.
●Gli sforzi degli Stati Uniti per minare la stabilit‰ nel Medio Oriente possono in parte
essere attribuiti al fatto che la ricostruzione delle infrastrutture devastate in tutta la
regione renderebbe necessaria una massiccia infusione di dollari, ri-vitalizzando cos†
l’economia statunitense. Nel 2012 la strategia degli Stati Uniti per la conservazione della
propria leadership globale punter‰ a politiche basate sulla forza, mentre Washington sta
anche pensando alla svalutazione del dollaro tra le possibili soluzioni alla crisi. Una
guerra di primo livello potrebbe davvero servire allo scopo. Al termine, il vincitore
sarebbe in grado di imporre le proprie condizioni al resto del mondo.
●L'Iran potr‰ riuscire, se ben appoggiato, a porre fine all'espansione universale degli
Stati Uniti?. Chi vivr‰ vedr‰! Quel che appare chiaro „ l’avvicinarsi, a passi da gigante,
del ‘Potere Unico Mondiale’.
d. CURZIO NITOGLIA
11 gennaio 2012
http://www.doncurzionitoglia.com/crisi_usa_e_guerra_iran.htm
[1] Cfr. J. D. Heyes. Naturalnews, 7/I/2012.
[2] Cfr. Naomi Wolf, Naomiwolf.org., 6/I/2012.
[3] Cfr. Wayne Madsen, Strategic Culture. Why The US Needs a Major War. 4/I/2012.
[4] Cfr. Victor Burbaki, Strategic Culture. Softening Up Iran for the Final Attack, 30/12/2011.
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