Leggi il mio articolo sulla dieta olistica come

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Leggi il mio articolo sulla dieta olistica come
Par. 18
Il rapporto psiche e malattia: la psico-oncologia.
Della Dott.sa EMMA VITIANI
Studio dietetico e di rieducazione Alimentare Perugia
tel. 075-5004810
Esiste la PSICO-ONCOLOGIA, la dottrina che studia le componenti
psicologiche della patologia cancerosa e che conferma il sincronismo tra
anima e corpo. Esiste, quindi, un nesso certo tra psiche e malattia. Il
cancro al seno è la rinuncia di una propria individualità femminile. Si può
superare affiancando alle cure mediche la consapevolezza di riappropriarsi
di una nuova autonomia e del ruolo di donna.
Il rapporto tra psiche e malattia è stato studiato fin dall'antichità,
confermando l'intuizione che i quadri clinici sono opportunità di crescita
evolutiva. La medicina scientifica ha relegata in secondo piano quest'idea.
Solo negli ultimi vent'anni anche medici ortodossi hanno iniziato ad
utilizzare la psicosomatica. Esiste anche la PSICO-ONCOLOGIA, la
dottrina che studia le componenti psicologiche della patologia cancerosa.
Nulla a togliere alla scienza e a tutte le ricerche sull’eziologia del tumore, di
certo esso ha in sé un problema psicologico centrale del paziente che non è
stato risolto. La psico-oncologia conferma il sincronismo tra anima e corpo
che è proprio della psicosomatica e della dieta olistica, di cui sono
portavoce.
Per ristabilire la salute intesa come benessere globale occorre esaminare il
rapporto psiche e malattia.
Secondo Peter Altenberg " la malattia è il grido dell'anima offesa". Si tratta,
quindi, di scoprire che cosa abbia offeso l'anima e, a tal fine, il corpo
fornisce le indicazioni necessarie. Il filosofo francese Blaise Pascal
definisce la malattia come "il luogo in cui si apprende". Da qui la
liberazione dalla colpa che è diventato un vero e proprio marchio dell'uomo
occidentale. La guarigione, quindi, deriva non solo da cure imposte, ma da
passi evolutivi volontari e coscienti.
Il malato deve acquisire una nuova consapevolezza di sé che può coadiuvare
le cure mediche e che porta alla risoluzione positiva del male. Da almeno
quindici anni ho approfondito la psicosomatica, leggendo libri e seguendo
convegni e seminari. Rudiger Dahlke è tra gli studiosi che meglio hanno
centrato il binomio coscienza e patologia. Psicanalista austriaco di gran
fama, ha scritto innumerevoli libri sul rapporto psiche e malattia. Nel testo
“Malattia e destino”, scritto a quattro mani con lo psicologo tedesco
Thorwald Dethelefsen, la malattia è definita il turbamento dell’armonia
psiche–corpo. Turbamento che avviene nella coscienza e che si limita a
“mostrarsi” sul corpo. Non è il corpo che si ammala, solo l’uomo è
ammalato e questo male si rivela nel corpo sotto forma di sintomi. I sintomi,
perciò, sono tutti espressione dell’evento malattia che si verifica sempre
nella coscienza. Le malattie vogliono “dirci” qualcosa e trasmettono un
messaggio che deriva dalla psiche. I sintomi patologici e la stessa malattia
cancro si rivelano espressioni fisiche di conflitti psichici.
I sintomi delle malattie non sono mai punizioni, ma sempre "segnali, o
meglio opportunità per la crescita interiore e ciò diventa più facile
sopportarli. La malattia è sempre una crescita e in ogni sintomo si nasconde
anche una forza guaritrice”. Secondo lo psicoanalista austriaco, la scoperta
del gene del cancro al seno è un progresso scientifico che, come tale, va
apprezzato ma non può essere utilizzata per negare la componente
psicosomatica della malattia. Nel "Dizionario delle malattie e dei simboli",
Dahlke definisce la neoplasia com'espressione di disperazione profonda. Il
tumore può derivare da esperienze scioccanti che bloccano le proprie forze
di difesa e diventano la causa scatenante. L'etimologia dal latino cancer,
muoversi come un gambero, indica il non riuscire a procedere sulla propria
strada.
Esaminando i vari tipi di tumore, tratta anche del carcinoma
mammario che esprime a livello sintomatico la paura di vivere se stessi.
Nel carcinoma mammario è insito un conflitto d'emancipazione che deriva
dal non conoscere la propria identità psichica e dal non avere una vita
propria, ma nel vivere dei sentimenti altrui. La donna affetta da cancro al
seno, quindi, trascura la propria identità femminile e, spesso, anche quella
sessuale. La neoplasia al seno può esprimere un conflitto con il ruolo di
madre o con il partner. Il riscatto risiede nel ritrovamento della propria
identità di donna, dalla libertà di esprimere tenerezza e amore all'espansione
di una nuova autonomia nel lavoro e nella vita d'ogni giorno.
Queste considerazioni sono confermate dal numero di guarigioni più alte
nelle donne che, dopo la malattia, hanno operato un profondo cambiamento
nella loro vita. Donne che hanno frequentato associazioni no-profit o hanno
intrapreso nuove attività lavorative o seguito nuovi interessi, rivalutando
anche la cura personale e la femminilità.
Condivido a pieno queste affermazioni, confermate dall'esperienza diretta
delle pazienti che ho avuto modo di seguire in ambulatorio e nella mia
attività di volontariato. Ingrassare o ammalarsi, sono l’espressione di un
disagio interiore, dell’incapacità di reagire positivamente agli eventi, di
trovare in se stessi la forza di lottare contro le negatività Ritengo, infatti, che
quasi tutte le malattie che ci colpiscono sono la risposta
a domande
insolute, a drammi non elaborati, a ricerche vane d’affettività e pace, ad
ira e rabbia non sopite. Non è un caso che dopo un trauma psichico ciò sia
evidente per tutti. Altre volte non si riesce a correlare malattia e dramma
psicologico perché si tratta di patologie da accumulo di tensioni. La mente
stanca di tenere dentro pensieri tristi, contorti, negativi o pieni d’amore
non corrisposto, sposta queste inquietudini sul fisico per continuare a
restare in equilibrio. E’ come se avvolte noi scegliessimo di ammalarci per
smettere di pensare ed avere un alibi forte per lasciarci andare. Questo
deriva anche dal fatto che, dalla notte dei tempi, la gente riesce meglio a
comprendere un malanno del fisico che un problema della mente. Avvolte
c’è quasi insito un senso di colpa nello stare male per ragioni psicologiche
soltanto e così si sceglie un organo che deve ammalarsi e che copra la vera
origine del male. Occorre valutare la quotidianità come fatta di tanti puzzle
che devono essere incastrati nel modo giusto, prendendo ciò che viene senza
resistere. L’accettazione degli eventi aiuta a non ammalarsi e, se siamo
malati, a lottare con convinzione per riacquistare la salute.