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FA RO NOT IZI E. IT
Ann o I V- n° 37
Giu gn o 2009
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marzo 2006
Direttore responsabile
Giorgio Rinaldi
NOTIZIE DAL PIEMONTE
di Alfredo Zavanone
Il Piemonte si riconferma ancora una volta terra di
importanti eventi che uniscono la gastronomia alla
valorizzazione del territorio. E’ infatti in programma dal
19 al 21 giugno 2009 il primo Festival del Paesaggio
Agrario che si svolgerà a Vinchio d’Asti grazie
all’ideazione e organizzazione dell’Associazione
Culturale “Davide Lajolo” in collaborazione con il
Comune, la Provincia di Asti, la Regione Piemonte, Astiss – Centro per lo
sviluppo rurale della collina, Istituto Nazionale di Urbanistica, Gal, Ordine
degli Architetti, pianificatori, paesaggisti, Osservatorio del Paesaggio per
l’Astigiano e il Monferrato, comitati per la difesa del territorio.
Il Festival intende sottolineare la stretta sinergia fra agricoltura, tutela
dell’ambiente e identità del paesaggio rurale come patrimonio
ambientale, culturale ed economico della comunità e sarà strutturato in
una serie di incontri, presentazioni, conferenze – dibattito, mostre,
proiezioni di filmati e documentari, spettacoli, passeggiate alla Riserva
Naturale della Valsarmassa, seguendo gli itinerari letterari di Davide
Lajolo. Il tutto sarà naturalmente accompagnato da degustazioni di
prodotti tipici astigiani e piemontesi e vini del Monferrato. Per
informazioni: www.davidelajolo.it.
Per gli amanti della castagna ecco invece una ghiotta notizia: dal 13 al 16
ottobre 2009 si svolgerà a Cuneo “Castanea 2009 – Food, Timber,
Biomass & Energy in Europe” che comprende il 5°Convegno Nazionale sul
Castagno ed il 1° European Congress on Chestnut.
Castanea 2009 sarà un importantissimo punto di incontro fra studiosi,
operatori agricoli, giornalisti, castanicoltori e comuni visitatori che
potranno approfondire gli aspetti legati alla coltivazione e alle proprietà
organolettiche di questo importante frutto in concomitanza con la Fiera
Regionale del Marrone, evento di punta dell’autunno piemontese.
Sono previste visite guidate alle vallate del Cuneese e del Torinese ed
escursioni turistico – ricreative in Regione per conoscere le peculiarità del
settore castanicolo e del territorio piemontese. Al forum saranno presenti
anche rappresentanti del mondo della ricerca e della tecnica di settore
che illustreranno strategie ed opportunità di sviluppo di questo settore
nell’agricoltura. Per informazioni: www.arboree.unito.it/castanea2009.
Le prelibatezza piemontesi sono invece state le protagoniste indiscusse
presso la Cittadella della Gastronomia durante il Vinitaly 2009, grazie
all’iniziativa dell’Assessorato all’Agricoltura della Regione Piemonte in
collaborazione con il Consorzio Tutela e Valorizzazione Varietà Tipiche di
Riso Italiano. Le specialità sono state abbinate ai migliori vini del
Monferrato e delle Langhe, in concomitanza con una degustazione di
grappe e distillati astigiani.
Sempre al Vinitaly è stata consegnata la Gran Medaglia Cangrande ai
benemeriti dell’agricoltura segnalati dalle Regioni italiane e per il
Piemonte il prestigioso riconoscimento è andato ad Ornella Costa
Correggia, titolare dell’azienda Matteo Correggia di Canale (CN). Ornella
ha sempre sostenuto l’opera del marito, prematuramente scomparso in
tragiche circostanze, per quanto riguarda la rinascita del Roero, territorio
che fino agli anni ’80 del secolo scorso era caratterizzato da una
vitivinicoltura marginalizzata, lasciando improduttive le tante risorse delle
quali dispone. La passione e l’entusiasmo di Matteo Correggia è stato il
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motore propulsivo della riqualificazione territoriale di quella che oggi è
una delle zone più fertili per la produzione di vino in Piemonte. Nel 1996 è
sorta l’Enoteca Regionale del Roero(che promuove anche il prestigioso
ristorante ad una Stella Michelin per la diffusione della cucina tradizionale
roerina) fino al riconoscimento della DOCG per il Roero ed il Roero Arneis
nel 2004. Oggi Ornella porta avanti con inossidabile devozione il lavoro
iniziato dal marito ottenendo anche frutti ambiti con questo importante
encomio.
Per quanto riguarda i formaggi, a Cuneo si è tenuta una grande festa per i
20 anni dell’Associazione Assaggiatori di Formaggio(ONAF), forte anche
del fatto che il Belpaese sta dando il giro a Francia e Germania, da
sempre detentori dei migliori nomi e qualità caseari in assoluto.
Il valore della produzione lattiero - casearia italiana si aggira sui 14
miliardi di euro all’anno, di cui il 60% costituito da formaggi. Il Piemonte
conta ben 6 Dop (Denominazioni di origine protetta) su 34 e diversi fiori
all’occhiello che tutto il mondo gli invidia.
Il Ventennale è stato festeggiato dai soci fondatori dell’ONAF che all’inizio
parevano 87 sognatori, ma che poi hanno dato vita ad una realtà parallela
al movimento Slow Food sorto a Bra(CN) sempre nel 1989 che oggi conta
un alto numero di aderenti fra formaggiai, commercianti, tecnici agricoli,
sia Piemontesi che Milanesi, Emiliani e Romani. All’epoca il Presidente era
Giacomo Oddero grazie al quale è sorta la Fiera del Formaggio di Cuneo,
oggi denominata Cheese, mentre quello attualmente in carica è Pietro
Carlo Adami, che si è fregiato dell’onore di presentare le perle della tavola
piemontese: Castelmagno DOP(provincia di Cuneo), Murianengo e
Cevrin(Torino), Montebore (Alessandria), Bettelmatt (Verbano Cusio
Ossola). Il Cevrin è a base di latte caprino puro, mentre il Montebore è
composto con latte misto di pecora e mucca; il Bettelmatt nasce tra la fine
di giugno e gli inizi di settembre e fa bella compagnia al Murianengo blu
del Moncenisio, al Fromadzo prodotto al confine con la Valle d’Aosta, e
agli altri 5 formaggi DOP: Toma Piemontese, Bra, Raschera, Robiola di
Roccaverano e Murazzano.
Ecco le impressioni a caldo del Presidente:” Dietro la lavorazione di una
qualsiasi tipologia di formaggio c’è un lavoro che affonda le proprie radici
in una cultura millenaria. Ecco quindi che nei nostri corsi di preparazione
dei manicaretti a base di formaggio i nostri allievi apprendono anche i
segreti che sono la chiave del successo di un prodotto, che racchiude al
proprio interno valori nutrizionali e scientifici di alto livello”. Gli fa eco con
approvazione il Vicepresidente, Elio Ragazzoni:” E’ proprio così, la
sapienza si mescola alla storia e alle tradizioni. Infatti prima di miscelare il
latte con i pastorizzanti bisogna aver condotto le pecore e le mucche al
pascolo nei tempi canonici, sapere dove rimangono le erbe più saporite ed
in questo modo aiutare gli animali da allevamento a introitare le sostanze
necessarie per la nascita di un prodotto che sia prelibato e al tempo
stesso ricco di proteine positive per la salute che si conquista a tavola e
grazie ad un continuo esercizio fisico che le nostre montagne offrono
gratuitamente”. Infatti turisti e residenti percorrono con grande
intraprendenza i sentieri che conducono agli alpeggi per ammirare le
splendide vallate dominate dall’alto e seguire il pranzo delle amiche al
pascolo, quasi una sorta di moderni Heidi e Peter, prima di tornare alle
loro dimore o agli alberghi che portano in tavola pranzi luculliani nei quali
il formaggio è il Re indiscusso. Le zone al top per la produzione sono Col
de Lys, Roccaverano, Val Formazza e le Malghe nelle quali si parla il
patois, antica lingua dei pastori tutt’ora insegnata nelle scuole locali, e la
nascita di ONAF ha permesso alle piccole realtà di rimanere sul mercato
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senza temere la concorrenza delle aziende più grandi e sfornando i
prodotti migliori che tutto il mondo gusta con grande ammirazione durante
le vacanze nel nostro Paese.
E se vogliamo parlare di aziende conosciute a livello planetario, il 2009 ha
visto il trionfo di uno degli assi nella manica del Piemonte: la Ferrero di
Alba, che è stata nominata “ la società più affidabile del mondo”. Questo
importantissimo riconoscimento ai produttori di Nutella e Ferrero Rocher è
stato elaborato da Reputation Institute, uno dei maggiori centri di ricerca
americani che ha condotto un sondaggio interpellando oltre 60mila
persone in 32 Paesi del mondo, chiedendo loro un giudizio su una rosa di
più di 1000 società prescelte.
La Ferrero è emersa come quella maggiormente votata sia per la qualità e
la vasta gamma dei prodotti offerti, sia perché gode di un’ottima
reputazione che le ha permesso di crescere a ritmi vertiginosi, scalando le
classifiche mondiali su termini di fatturato e di clientela a partire dal
lontano 1946, quando Pietro Ferrero in quel di Alba, alle porte di Cuneo,
decise di sostituire il suo laboratorio di pasticceria artigianale con una
nuova realtà più grande e maggiormente all’avanguardia con i tempi che
correvano: oggi i Nostri hanno 14 sedi nel mondo, oltre 21.600 dipendenti
ed un giro d’affari che frutta ben 6,2 miliardi di euro come utile annuale.
Ma qual è il segreto di tale successo? Ecco le prime parole di Michele
Ferrero, figlio di Pietro e che con i rispettivi figli Pietro(come il nonno) e
Giovanni porta avanti l’azienda collezionando un successo dietro l’altro:”
Crediamo molto nel nostro lavoro e nella qualità dei prodotti, perché il
cliente finale dev’essere sempre soddisfatto di ciò che acquista sotto il
nostro nome. Siamo devoti a Maria di Lourdes ed è lei che ci protegge e ci
indica il cammino da seguire, ed infatti ogni anno il CDA più importante si
svolge proprio nella città mariana, in suo onore”.
Positivi anche i commenti di Francesco Fulci, ex ambasciatore italiano
all’ONU ed oggi Vicepresidente del gruppo:” In questa grande famiglia si
respira una dimensione umana difficilmente riscontrabile in altre realtà
del genere. Nonostante i dipendenti e le sedi siano tantissime, il valore
del lavoro come elogio dell’impegno del singolo è alla base della nostra
filosofia gerarchica”. Basti pensare che la famiglia Ferrero, già azionista in
Mediobanca, concede pochissime interviste e di loro non si parla mai al di
fuori del contesto aziendale.
In tutto il mondo nomi come merendine Kinder, mentine Tic Tac e Gran
Soleil sono emblemi della realtà italiana che a metà pomeriggio si ferma
per uno snack e gusta con piacere il profumo e la croccante fragranza del
cioccolato spesso bagnato nel liquore alla ciliegia e che sono uno status
del buon vivere e del tempo libero. Il primo prodotto nato ad Alba nel
1946 e che è anche il simbolo dell’azienda stessa è senz’altro Nutella,
che deve il proprio nome a Nut, nocciola in inglese e che all’inizio si
chiamava Giandujot, dal nome del cioccolatino Gianduia di Torino che a
sua volta è stato dato anche alla famosa maschera di Carnevale. Secondo
un breve calcolo, in un anno si produce un numero di vasetti sufficiente a
coprire la lunghezza dell’Equatore, mentre il numero di praline Ferrero
Rocher (cioccolatino nato nel 1982) che sono prodotte in una settimana
serve a ricoprire per intero la Piramide di Cheope: numeri pari al totale
venduto, senza mai avere un reso o un prodotto scaduto o avariato: tutto
sempre al top per qualità, sapore e genuinità. L’estate è il momento di
gloria di un altro fiore all’occhiello della Ferrero: Estathe, il fresco the alla
pesca, al limone e a diversi gusti di frutta che gli sportivi ben conoscono
come dissetante, così come turisti e amanti del mare e del sole.
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La Ferrero è anche molto impegnata a livello sociale, grazie a “Impresa
sociale”(in Camerun è stato realizzato uno stabilimento ed una
percentuale dei proventi viene spesa per opere sociali nel Paese), così
come per il rispetto e la salvaguardia dell’ambiente: infatti il vapore
prodotto nello stabilimento albese viene usato per produrre energia
elettrica, prima di alimentare la rete di riscaldamento locale. Tutto questo
è un eccellente biglietto da visita prima del lancio imminente dell’ultimo
prodotto, i Pocket – Espresso – to – Go, versione estiva dei Pocket Coffee,
mix di caffè e cioccolato in formato tascabile sempre fragranti e pronti per
l’uso.
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