Arbitro Svizzero 346 KB pdf

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Arbitro Svizzero 346 KB pdf
L‘Arbitre Suisse
●
L‘Arbitro Svizzero
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81. Jahrgang
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81.
Année ● Anno
●
Sa
Schweizer Schiedsrichter
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2016
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Dall’Associazione Svizzera Arbitri – Regione Ticino
Da novembre in funzione un nuovo comitato ed un nuovo Presidente
Intervista con il nuovo Presidente
dell’ASA Regione Ticino, Elio Marcianò
Con il 30 novembre 2015 vi è stato l’avvicendamento alla testa
dell’ASA Regione Ticino tra il Presidente uscente Fabio Dessaules che ha terminato la sua attività ed il neo Presidente dell’ASA
Elio Marcianò. Elio che proviene dalla regione Locarnese ha già
un esperienza di conduzione di un associazione in qualità di presidente del Gruppo Arbitri Locarnesi e Valli.
Stefano Meroni
redattore
Ci siamo intrattenuti con Elio per cercare di conoscerlo meglio e per capire in
quale direzione è intenzionato a portare
l’ASA Regione Ticino.
«L'arbitro Svizzero»: Elio, al 30 novembre del 2015 hai iniziato la tua nuova
attività quale presidente dell’ Associazione Svizzera Arbitri Regione Ticino.
Quali sono le tue prime impressioni
che ti sei fatto in questi mesi sulla
nostra Associazione?
Elio Marciano: «I miei primi giorni
sono stati decisamente intensi, in
quanto il precedente presidente, Fabio Dessaules, ha lasciato in eredità
Specchietto
Cognome:
Marcianò
Nome:
Elio
Nato a/il:
10 dicembre 1985
Domicilio:
Gudo
Professione:
Senior Design Engineer
Arbitro dal:
2004
Categoria:
2a lega
Altre funzioni nell’attività
arbitrale:
Coach footeco
Motto:
Non è forte chi non ca
de mai, ma chi cadendo
ha la forza di rialzarsi.
Squadra
del cuore:
A.C. Milan
Piatto
preferito:
Pizza
Altre attività fuori dal contesto arbitrale:
Giocatore di calcio nella squadra del mio
paese e palestra.
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un’importante e appassionante bagaglio di informazioni, documenti e
considerazioni. Le informazioni sono molteplici e per me questa è
un’esperienza del tutto nuova, la
sensazione è un po’ quella del neo
assunto alla prima settimana di lavoro. Penso che l’associazione avesse
bisogno di nuova linfa, questa, sono
sicuro possa essere arrivata, incrementando il già buon affiatamento
fra colossi del vecchio comitato e
nuove leve sono sicuro potremmo
toglierci interessanti soddisfazioni.»
Come ti senti pensando al fatto che
ora sei alla testa di questa Associazione cantonale degli arbitri?
Essere alla testa di un’associazione
importante come quella dell’ASA è
per me un senso di profonda radicalità verso l’attività arbitrale, ho iniziato la mia «carriera» poco convinto di quello che realmente facessi, da
calciatore non ho mai visto di buon
occhio questa categoria, ma il tempo, l’esperienza, il rapporto con gli
altri arbitri ha fatto sì che cambiassi
opinione nel tempo fino ad arrivare
oggi ad essere appagato delle scelte e
dei sacrifici svolti.
Quali sono gli obiettivi che ti sei prefissato per il futuro come Associazione
Svizzera Arbitri Regione Ticino?
L’associazione, dal mio punto di vista, ha come obiettivo primario quello
di riportare gli arbitri a frequentare
le assemblee e gli eventi proposti, inoltre sarebbe appassionante e sti-
Schweizer Schiedsrichter ● L’Arbitre Suisse ● L’Arbitro Svizzero ● 4
Elio durante la partita Freienbach–Altstätten.
Foto: Elio Marcianò
molante portare l’esperienza di alcuni dei nostri arbitri Ticinesi, che
hanno saputo raggiungere obiettivi
importanti nella loro carriera arbitrale, a potersi confrontare e raccontare in modo da esortare la curiosità
e comprendere realmente cosa significhi dedicarsi ad una passione in
maniera concreata e professionale.
Calchi i nostri campi da tanti anni.
Com’è cambiato il mondo arbitrale da
quando hai iniziato ad arbitrare?
Sono arbitro da 11 anni e la mia visione del mondo arbitrale è immancabilmente cambiata per due fattori
principali, ovvero, la mia inevitabile
maturazione come persona in primis ed in secondo luogo la categoria
dei campionati, sia regionali che oltre Gottardo, in cui ho avuto la fortuna di arbitrare.
L’arbitraggio cambia anche il tuo
modo di vedere le partite: quando
seguo il calcio, oggi, lo faccio perlopiù prestando attenzione quello che
fa l'arbitro. Con il passare del tempo
trovo normale questa sorta di mutamento, così come si è trasformato il
mondo in cui viviamo e come sono
cambiate le persone che ci circondano, il modo di vivere. Non so se in
meglio o in peggio, ma il cambiamento c’è stato. C’è anche un atteggiamento differente, forse a livello di calcio regionale ci si dovrebbe
Dall’Associazione Svizzera Arbitri – Regione Ticino
chinare maggiormente sul problema
del perché ad oggi la FTC ha bisogno
di arbitri, in quanto questo ricade
direttamente sulle spalle di tutta la
famiglia del calcio.
Quali sono i problemi più grandi che
gli arbitri oggi devono affrontare?
Problemi è forse una parola troppo
forte, sicuramente ci sono delle
complessità che vanno affrontate
con l’esperienza, la conoscenza del
regolamento e la preparazione alla
gara. Tutti temi questi che vengono
trattati durante gli incontri con la
sezione arbitrale. La figura
dell’arbitro si è evoluta soprattutto a
livello atletico e tecnico anche nei
nostri campionati regionali.
Numerose squadre sono molto preparate verso questi aspetti perciò richiedono un’adeguata preparazione
soprattutto da parte nostra. Per
quello che riguarda invece il dialogo
con i giocatori è chiaro che ci sono
esigenze contrapposte a volte, poi ci
vuole la serenità delle due parti per
costruire un rapporto serio e più
professionale possibile, dove uno è
calciatore ed uno è arbitro. Si devono
rispettare i ruoli e bisogna andare
insieme nella stessa direzione per il
corretto andamento della gara.
Non dico una novità asserendo che
anche l’ASA dovrà cambiare nei prossimi tempi. L’assemblea composta solo
da oltre una ventina di persone la dice
lunga sul senso di appartenenza degli
arbitri al settore arbitrale. Hanno vinto gli assenteisti! Quali secondo te i
correttivi che si possono porre?
Sono pienamente d’accordo sul fatto
che viga l’assenteismo e questo è decretato in parte dai numerosi impegni personali, che sicuramente,
hanno impatto maggiore nella nostra vita. Al contempo vi è anche una
mancanza di coesione direttamente
al nostro interno.
Molti di noi a fatica trovano tempo
per presenziare agli impegni obbligatori imposti dalla FTC, figuriamoci per qualcosa che non è dovuto. Bisogno forse sfruttare i mo-
menti di presenza obbligatoria a determinati corsi o appuntamenti per
inserirci anche noi, in maniera da
stimolare gli arbitri a partecipare alle iniziative proposte dall’ASA. Sono
sicuro che con il comitato arriveranno delle buone soluzioni.
Da qualche mese stai avendo contatti
con la Commissione Arbitri FTC e la Federazione Ticinese di Calcio. Per quello
che hai potuto vedere come sono
questi rapporti?
Vivo l’esperienza della commissione
arbitri in maniera positiva, cerco di
carpire al massimo quelle informazioni chiave che possono servire alla
nostra associazione per crescere e
per incrementare il rapporto di collaborazione.
Punto dolente, i gruppi regionali. Sicuramente si gode di buoni rapporti ma
c’è mancanza di partecipazione. Come
pensi di cambiare questo trend negativo?
I gruppi regionali seguono
l’inevitabile tendenza dell’ASA Ticino, se già noi come corpo centrale
non riusciamo a richiamare il bacino
Ticinese, difficilmente i nostri affiliati regionali riusciranno a fare meglio. Il Ticino è una regione molto
vasta a livello di territorio, non abbiamo grandi centri urbani dove vi è la
possibilità di avere una concentrazione mirata di persone e quindi di ritrovi, dobbiamo perciò porci delle
domande e capire come possa oggi
l’ASA avvicinarsi ai propri associati.
Ha ancora un senso secondo te l’ASA
come associazione degli arbitri? Hanno ancora un senso i gruppi regionali?
Concettualmente ha senso continuare con l’ASA, però va dato uno stimolo importante ai nostri associati,
va delineata in maniera chiara e
trasparente cosa questa organizzazione fa e come lo fa. Va incrementata la nostra visibilità, nessuno si assocerebbe a qualcosa di cui ha solo
sentito vagamente parlare oppure
non conosce! I gruppi regionali di
questo gioverebbero, in quanto potrebbero dedicarsi a delle attività più
Fase di riscaldamento durante la finale di Coppa Ticino
del 2015.
Foto: Elio Marcianò
mirate.Vedo ad esempio Locarno che
si focalizza sul merchandising come
attività focus, Lugano, definito su
un’interessante ritrovo fisso dove si
ha la possibilità di trovarsi, confrontarsi e deliziare di qualche specialità
culinaria preparata in serata, oppure
il Mendrisiotto che come attività
propone ogni anno uno splendido
torneo di calcetto in palestra.
C’è ancora l’annosa questione della
tassa sociale da risolvere che si vorrebbe che le società se le assumessero per
tutti gli arbitri. Qui un ruolo importante ce l’ha la FTC che comunque in passato aveva dato il suo sostegno a
questa proposta. Pensi che si dovrà insistere con questo argomento?
Le società oggi hanno l’esigenza di
avere un determinato numero di arbitri in base a fattori quali la categoria, il numero di squadre, il settore
giovanile, etc… se già in questa fase
siamo visti come una necessità e non
un’opportunità oppure una risorsa,
a mio modesto modo di vedere partiamo già con un rapporto ostacolato. Se penso alla mia attività di calciatore mi sento appartenente alla società per cui gioco, alla squadra, alla
maglia.
Se invece entro nei panni di un dirigente con la passione per il proprio
club, percepirei l’arbitro - oggi quasi esclusivamente come una reale
necessità per le mie squadre di aderire ai campionati. È qui che va trovato un punto di incontro fra noi arbitri, le nostre società e la FTC. Và
però anche detto, che vi sono società
4 ● Schweizer Schiedsrichter ● L’Arbitre Suisse ● L’Arbitro Svizzero
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Dall’Associazione Svizzera Arbitri – Regione Ticino
invece quelle che devono essere assolutamente migliorate?
Pranzo a casa con amici arbitri.
Foto: Elio Marcianò
ben disposte con i propri arbitri e
che viceversa alcuni arbitri hanno
degli ottimi rapporti con le proprie
società.
Un problema da sempre che ha investito l’ASA Regione Ticino è la questione
Fair Play. Qual’è la tua posizione in
questo ambito? Si può migliorare sotto questo aspetto? Ci sono dei correttivi che si possono prendere?
Il tema è sempre attuale, spesso oltre
che a dirigere gare di campionato mi
diverto e mi appassiona girare nei
vari campi regionali per assaporare
dall’esterno diverse partite in diverse categorie, capita spesso di vedere
dei comportamenti poco etichettabili come Fairplay dove giocatori,
sostenitori o gli stessi arbitri si trovano a creare un clima angusto.
È difficile pensare ad un rimedio,
giacché a dipendenza del proprio
stato d’animo, delle 22 persone in
campo più lo staff tecnico, con le relative panchine, sfociano in un numero considerevole di persone con
modi di vedere, pensare e percepire
ogni singola azione in maniera unica
e inderogabile per ognuno.
Sono convinto che un arbitro ben
preparato possa in qualche maniera
riuscire a «vendersi» meglio, cercando di creare in partita un clima
più disteso e sereno, meglio recepito
da tutti gli attori in campo.
Quale associazione hai trovato al momento del tuo insediamento? Quali sono secondo te le cose positive e quali
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L’associazione così come mi è stata
presentata è inevitabilmente molto
tessuta attorno al comitato che negli
ultimi anni l’ha composta. Si sono
fatti nel tempo interessanti progetti,
che hanno coinvolto a ventaglio
l’attività arbitrale e personale, ma
forse, si sono promossi poco. L’ASATicino ad oggi vanta una buona solidità economica e un’ottima archiviazione cartacea delle pratiche relative ad attività e casi. Vedo una priorità nell’informatizzazione della documentazione, eliminando inutili
stoccaggi di grandi volumi di carta
ed inoltre trovo importante migliorare la pubblicità della nostra società con nuove attività e interessanti
documentazioni.
Insieme a te sono stati nominati nuovi
membri nell’ASA Regione Ticino, mentre alcuni che erano già presenti sono
rimasti. Qual’è la tua idea sul comitato?
Assieme a me sono stati nominati dei
membri che ho voluto, in quanto
credo fermamente nel lavoro di
squadra. Abbiamo cercato di avere
un comitato eterogeneo anche a
livello di territorio per restare vicini
a quelle che sono le diverse realtà regionali. Sono convinto che età diverse, esperienze diverse, stati sociali
diversi, come quelli presenti oggi nel
comitato, ricoprano un po’ quello
che è il contingente arbitrale Ticinese di oggi. Un comitato seppur nuovo
deve sempre basarsi su delle fondamenta, qualcuno che abbia
l’esperienza e la conoscenza di quello che è lo spirito e l’obiettivo
dell’associazione, quindi mi aspetto
molto anche dai membri già presenti.
Quali sono secondo te gli aspetti che
dovrai affrontare insieme al comitato
nell’immediato futuro?
Sicuramente vorrò focalizzarmi in
primis sul motivo dell’assenteismo,
capire cosa porti questo malessere
tale da non farsi rendere reperibili
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per una serata importante come
l’assemblea annuale. C’è da lavorare
su noi stessi, sull’ASA, capire cosa
vogliono i soci e poi tentare di costruire qualcosa che possa suscitare
interesse nei nostri arbitri.
Come vorresti vedere che l’ASA evolva
nel futuro?
Vorrei vedere l’assemblea annuale
dell’ASA con un folto pubblico di
amici e simpatizzanti, non necessariamente composta solo da arbitri,
ma dove si possa condividere la propria passione e dedizione con un bel
gruppo di persone che amano il calcio. Con la partecipazione di una buona base di persone si possono
avanzare progetti in maniera più efficace e stimolante per tutti.
Quali sono gli obiettivi a medio corto
termine della tua Presidenza?
A medio corto termine mi piacerebbe rinnovare l’aspetto comunicativo
e visivo dell’ASA verso i propri soci,
ovvero un ringiovanimento a livello
di informazione e comunicazione.
Oggi abbiamo la possibilità di sfruttare diversi metodi di comunicazione molto diretti per interagire con i
nostri soci, quindi trovo questo punto essenziale per provare a riavvicinare l’arbitro alla nostra associazione.
Un rapporto più diretto ci permette
innanzi tutto di avere in maniera
tempestiva un quadro generale di
quello che accade attorno al mondo
del calcio regionale in brevissimo
tempo, consentendoci di aiutare in
maniera provvidenziale ed efficace i
nostri soci, inoltre, ci permette di
capire le reali necessità che ad oggi
un nostro socio potrebbe avere.
Quali invece possono essere gli obiettivi a lungo termine che l’ASA può prefissarsi per il futuro?
Questa è una risposta che dovremmo
discutere in seno al comitato cercando di focalizzarci su degli obiettivi concreti e soprattutto necessari
ai nostri associati. Penso anche che
l’aiuto dei nostri soci per stilare una
Dall’Associazione Svizzera Arbitri – Regione Ticino
sorta di mappa delle necessità sia al
contempo fondamentale, capendo
quale siano le reali esigenze e capire
dove possiamo svilupparci e migliorare.
Qual’è la fotografia dell’arbitro nel
calcio regionale oggi?
Fare l'arbitro nel calcio regionale,
oggi, non è forse così facile come si
possa pensare. Sovente l’interesse
mediatico di alcune società e/o partite portano ad avvicinare in maniera marcata il nostro calcio regionale
a quello di ben altro livello, esasperando plausibilmente un po’ il sano
agonismo che dovrebbe vigere in un
calcio minore quale quello regionale.
Si sono lette negli ultimi anni alcune
notizie riguardanti delle ostilità o
presunte tali, che sicuramente non
incoraggiano l’interesse di un giovane arbitro ad intraprendere tale percorso, fattore questo che non giova
all’intera famiglia del calcio regionale.
Spesso nei nostri campi regionali si
sentono discorsi relativi l'esito di
una taluna o talaltra gara riconducendo solamente ad una mancata od
errata decisione dell’arbitro, facendo
ricadere su di esso le conseguenze
della sconfitta e, purtroppo, sempre
con maggiore frequenza, il tutto è
accompagnato da pesanti insinuazioni, che mirano a screditare non solo
l'immagine del singolo ma anche
quella dell'intera categoria, ovviamente questi fattori a dipendenza
dell’età, oppure dell’esperienza,
possono avere un impatto più o meno marcato creando situazioni sgradevoli dove praticare la propria passione.
Rizzoli, l’arbitro della finale della
coppa del mondo in Brasile, in una
sua recente pubblicazione ha scritto
una bella verità che trovo pertinente
per questo tema: «Quasi tutti quelli
che parlano di calcio hanno giocato a
calcio almeno una volta nella vita.
Quasi tutti quelli che parlano di arbitri non hanno mai arbitrato una
partita nella loro vita».
Al Gruppo Arbitri Locarnese e Valli
(GALV) per la quale oggi sei ancora
Presidente hai dato molto, quale futuro per questo gruppo?
Il GALV è un gruppo di amici, prima
di essere un insieme di membri,
questo è sicuramente il punto di forza, il motivo che ti porta ad impegnarti e cercare di coinvolgere gli altri.
Ho deciso unitamente con gli altri
componenti di lasciare la mia presidenza dopo la nomina di presidente
dell’ASA-Ticino durante la prossima
assemblea di Gordola, mi è sembrato
corretto dal punto di vista etico, ma
soprattutto sono sicuro che non
cambierà essenzialmente nulla, in
quanto il GALV lavora come gruppo
e non come singolo.
Recentemente sei pure stato
all’Assemblea dei presidenti dell’ASA
Centrale, che idea ti sei fatto
sull’organo cappello di questa Associazione?
L’associazione centrale si presenta
molto bene, è tutto molto focalizzato
sulla professionalità, nulla è lasciato
al caso per quanto riguarda il contesto e la scenografia. Purtroppo ho
potuto constatare come il fattore
linguistico sia ancora presente e radicato, come presidente della sezione
Ticino e congiuntamente al collega
della regione Friborgo (neo presidente anche lui) abbiamo cercato di
fare capire questa sorta di divisione.
L’ASA centrale vanta un presidente
di origini italiane e di membri di comitato che parlano perfettamente
tutte le lingue nazionali, penso che
nel proseguo delle informazioni
provenienti da oltre Gottardo vi sarà
sicuramente un occhio di riguardo
verso le minoranze linguistiche.
diari direttamente fra il Canton Ticino e l’ASA centrale potrebbe
portare un beneficio a livello di considerazione, in quanto vorrei ricordare che il peso politico del nostro cantone ad oggi dipende unicamente dal numero di associati.
Questo vuole dire che cantoni forti
sotto l’aspetto di aderenza verso le
loro associazioni quali Zurigo e Berna possono determinare in maniera
forte e decisa quelle che sono le loro
considerazioni.
Che cosa ti auguri per il futuro di questa associazione?
Spero vivamente di poter portare
questa associazione ad essere maggiormente considerata sia dagli arbitri sia dalle società. L’ASA ha uno
scopo ben preciso di esistere, è peccato investire del tempo solo per intervenire in quei casi dove vi sono
delle inchieste e/o chiarimenti riguardanti problematiche sui terreni da
gioco, siamo un’associazione che con
il futuro vuole proporre qualcosa,
avvicinarsi all’arbitro, cercare di essere un punto di riferimento per gli
arbitri che hanno necessità oppure
anche solo un appoggio per dello
svago, dei consigli, delle proposte.
Ringraziamo Elio Marcianò per la sua
disponibilità e gli facciamo i migliori
auguri per il futuro alla testa della nostra associazione degli arbitri.
Manca un rappresentante della Svizzera italiana in questo ambito. Secondo
te è importante avere un legame più
stretto con il comitato centrale?
Avere un trait d’union, quindi un
personaggio che faccia da interme-
Cena e riunione GALV in Vallemaggia.
Foto: Elio Marcianò
4 ● Schweizer Schiedsrichter ● L’Arbitre Suisse ● L’Arbitro Svizzero
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L'antenato del Futsal
In Italia viene ancora praticata questa disciplina, in Svizzera si cercano giocatori per la nazionale
Roberto Ferrari ci illustra
il Footbal Sala
Momenti tra arbitri e giocatori durante le partite di Footbal Sala. Cercasi giocatori per la nazionale ... richiesti anche giocatori di futsal. Gli interessati possono rivolgersi
al Presidente Militano Marco al no. 079/6513040.
Fotos: Roberto Ferrari
Stefano Meroni
redattore
PILLOLE DI STORIA. Il football sala -o
fútbol de salón, come maggiormente conosciuto in Sud America- nasce nel 1930
come una variante più facilmente praticabile del calcio a 11. Questo nuovo sport
ebbe immediato successo, tanto che già
nel 1933 si rese necessaria una prima codifica delle regole.
Dopo la loro redazione, il football sala si
diffuse ampiamente in tutto il Sud America: facile da giocare e praticabile dappertutto, grazie all'ancor minore spazio
che richiedeva rispetto al suo corrispettivo a 11, trovò particolare successo specialmente in Brasile, dove venne trasposto a una versione non codificata di un
tipo di calcio da strada simile al football
sala che veniva lì praticato. Si rese così
ben presto necessaria la formazione di
un organismo sovranazionale: nel 1971
nacque la FIFUSA, che coronò la propria
attività con l'organizzazione del mondiale in Europa nel 1985, dove il Brasile
sconfisse i padroni di casa della Spagna.
A seguito di una lunga lotta con la FIFA,
intenzionata a promuovere la propria
versione del calcio a 5, la FIFUSA dovette
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sciogliersi e riformarsi nel 2000 sotto il
nome di AMF, Asociación Mundial de
Futsal, che resta tutt'oggi il principale
organismo mondiale di football sala.
Numerosissimi giocatori poi affermatisi
nel calcio a 11 hanno iniziato a dare i primi calci al pallone proprio nel football
sala: tra i nomi più importanti vanno sicuramente menzionati Ronaldinho,
Estebàn Cambiasso, Pelè.
IN EUROPA. L'organizzazione e la gestione degli eventi del football sala spetta alla UEFS (Union Europea de Futsal).
Fondata a Madrid nel 1988, è stata poi
trasferita a Mosca, dove si trova tutt'oggi.
La UEFS è ufficialmente riconosciuta
dall'AMF come organismo promotore
del football sala in Europa, e sotto la sua
egida ricadono tutte le singole federazioni nazionali, FIFS inclusa.
Il prossimo impegno ravvicinato
dell'UEFS è l'organizzazione del campionato europeo maschile per nazioni in
Russia e della Champions Cup, la massima competizione del football sala per
club.
Schweizer Schiedsrichter ● L’Arbitre Suisse ● L’Arbitro Svizzero ● 4
IN ITALIA. La prima pietra del football
sala in Italia venne posata nel 1987,
sull'onda del successo del mondiale organizzato in Spagna nel 1985, con la nascita dell'AIFS (Associazione Italiana
Football Sala), divenuta poi già dal 1988
FIFS (Federazione Italiana Football Sala). La federazione italiana arrivò ben
presto sia a organizzare eventi molto
importanti, su tutti il Mondiale del 1991,
sia a formare una nazionale competitiva
per partecipare agli Europei di Oporto
del 1992.
Per quanto riguarda le squadre di club,
l'AIFS assicurò la partecipazione alla
Champions Cup alle squadre vincitrici
del campionato per ben 10 anni, fino al
1998. Sul finire degli anni 90, tuttavia, a
causa di gravi problemi di salute del presidente fondatore Carminiti il movimento del football sala conobbe una battuta d'arresto: senza l'entusiasmo e l'energia del proprio presidente, la federazione si ritrovò improvvisamente priva
di una figura carismatica ed entusiasta
alla guida. Per questa ragione si dovette
aspettare quasi dieci anni, quando l'attuale presidente Axel Paderni riprese le
redini della federazione: nel 2012, con la
ratifica da parte della AMF, la FIFS rien-
L'antenato del Futsal/Lutto nell’arbitraggio ticinese
trò definitivamente a far parte del gotha
del football sala mondiale.
OGGI. Il football sala gode tuttora di un
enorme seguito in tutto il Sud America,
sia per copertura mediatica che per numero di tifosi al seguito delle squadre:
per farsene un'idea è sufficiente dare
uno sguardo a qualsiasi partita della fase
finale, in cui le squadre si danno sfida in
palazzetti gremiti in una torcida in pieno stile sudamericano.
In Europa, invece, il football sala è in
continua espansione, tant'è che in alcune
nazioni tale sport è paritetico al calcio a 5
giocato secondo la regolamentazione FIFA.
Disciplina simile al futsal, le squadre si assomigliano.
Foto: Roberto Ferrari
E’ stato il Presidente dell’ Associazione Ticinese Arbitri Regione Ticino
Scomparso Luciano Curcio
Il ricordo di Stefano Meroni
Lutto nel mondo dell’arbitraggio ticinese. Luciano Curcio, una delle figure note
dell’arbitraggio Ticinese degli anni
80/90 purtroppo all’età di 76 anni è
scomparso lo scorso marzo.
Luciano era stato già presidente dell’Associazione Ticinese degli Arbitri, già
ispettore ed istruttore, aveva calcato i
campi nella massima categoria Svizzera
in qualità di assistente di Renzo Peduzzi.
Personalmente lo ricordo come una persona affabile, sempre disponibile. Ho
iniziato i miei primi passi da arbitro
proprio sotto la sua ala, dove nel 1992
Luciano era l’istruttore dei candidati arbitri ticinesi, lezioni che si tenevano nel-
la sede del Gruppo Fischietti Luganesi di
Viganello. Luciano con gli arbitri era una
persona molto paziente, ti spiegava le
regole in maniera diligente e controllava
che tu avessi veramente capito. La mia
prima ispezione ricevuta negli allievi C è
stata proprio con lui, al campo di Seseglio, una partita disputata tra il Chiasso
ed il Lugano. La mia prima partita di
campionato dove era sceso un acquazzone …
La sua frase colorita nel rapporto la ricordo ancora oggi: «Stefano allenati,
oggi i tuoi coetanei ti hanno fatto mangiare la polvere»… E’ stato sicuramente
per me una persona molto importante
per l’inizio della mia attività, che mi ha
insegnato tantissime cose. Grazie caro
Luciano e buon viaggio!
Il ricordo di Renzo Peduzzi
Gli aneddoti su Luciano sono molti da
raccontare. Persona molto disponibile,
mi è sempre stato fedele in qualità di assistente. Abbiamo passato 10 lunghi anni insieme arbitrando molte partite di
calcio. La scena che ancora oggi mi fa
sorridere è stata durante la partita di
Neuchatel-Young Boys in serie A, c’era
una «Bize» freddissima e Luciano sotto
i pantaloni aveva mezzo un paio di ghette ... Della moglie. Durante la partita
queste ghette si sono sfilacciate tra l’ilarità dei presenti. Ricordo che uno spettatore gli aveva pure gridato in campo:
«Guardalinee, hai le calze rotte»….
Il ricordo di Roberto Ferrari
Il primo incrocio nella mia carriera l’ho
avuto nella primavera del 1988. Nella
mia prima partita negli allievi B ad Origlio. Miricordo ancora come se fosse
stato oggi. Un ispezione chiara, accompagnata da una mimica inimitabile con
quei suoi occhi che sbirciavano sopra gli
occhiali perennemente abbassati a metà
naso. Mi ricordi gli anni trascorsi
nell’allora ATA (Associazione Ticinese
Arbitri) ora denominata ASA.
Luciano Curcio mentre soccorre Renzo Peduzzi durante la partita San Gallo-Young Boys.
Foto: Arturo Cariola
In quegli anni nei quali era presidente,
memorabili le sue crociate in favore di
noi arbitri in contrapposizione all’allora
Commissione Arbitri! Mi è capitato a
volte d’incontrarlo per caso negli ultimi
4 ● Schweizer Schiedsrichter ● L’Arbitre Suisse ● L’Arbitro Svizzero
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Lutto nell’arbitraggio ticinese
anni nei centri commerciali dove mi domandava notizie riguardanti il nostro
movimento arbitrale. La sua dialettica
accompagnata da un umanità fuori dal
comune sono state personalmente un
esempio positivo! Grazie Luciano per
tutto quello che mi hai dato ed hai dato
ai nostri arbitri!
Il ricordo di Arturo Cariola
Durante una la partita valida per il
Campionato di Serie A tra S. GalloYoung Boys probabilmente del 82-83
(vedasi foto allegata) si può notare Luciano Curcio che soccorre Renzo Peduzzi, a terra, aggredito da un pazzoide che
aveva scavalcato la rete metallica alta
circa 2 metri.
Dalla foto si vede la preoccupazione di
Luciano che tenta di spingere via l'esagitato.
La gara è poi stata sospesa e in seguito
vinta dallo YB omologando il risultato
acquisito al momento della sospensione,
cioè 0-1. Posso dire che Luciano è sempre stato un vero amico.
Il ricordo di Francesco Bianchi
L’arbitraggio ticinese ha perso una figura importante. All’età di 76 anni Luciano
Curcio ci ha lasciato. Forse per tanti – i
più giovani - il suo nome non significa
molto, ma Luciano è stato per tanti anni
un guardalinee - oggi diremmo un assistente – di grande valore. Ha calcato i
campi dell’allora Lega Nazionale A a
fianco di uno degli arbitri più noti degli
anni 80, Renzo Peduzzi di Roré, arbitro
internazionale e personalità di spicco.
Con lui e con l’altro compagno di bandierina, Arturo Cariola, è arrivato nel
1983 a dirigere la finale di Coppa Svizzera tra Servette e Grasshopper.
Forse la sua personalità schiva e riservata lo ha tenuto lontano dalla celebrità,
ma questo non gli ha impedito di assumere la presidenza dell’allora ATA (Associazione Ticinese Arbitri, oggi ASA
Regione Ticino) dopo l’uscita di scena di
Achille Cedraschi.
Luciano era certo un buon collega, competente e corretto, ma per me era so-
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prattutto un buon amico : al di là delle
occasioni legate all’arbitraggio (corsi,
serate, assemblee, soprattutto quelle
magnifiche giornate legate alle feste
dell’ATA, una volta molto frequentate e
animate da un senso di appartenza ormai scomparso ) ci si vedeva e ci si confrontava volentieri. Ci si narrava a vicenda episodi di vita vissuta, legati ai figli
che crescono, alle rispettive mogli dedite
alla sopportazione di un marito spesso
lontano per gli impegni arbitrali, ai ricordi delle rispettive origini.
E con la sua allegria Luciano raccontava
degli spaventi presi durante le trasferte
d’Oltre Gottardo, trasferte fatte sempre
in auto, perché Renzo Peduzzi era conosciuto per essere l’arbitro più veloce della
Svizzera e perché Arturo Cariola non era
certo una lumaca al volante. Luciano
parlava spesso di avventure solo all’apparenza poco credibili, ma conoscendo i
suoi due compari, c’era poco da dubitarne. Come quella volta che, passando dalle Centovalli, in piena notte, sotto un vero e proprio diluvio universale, decisero
di passare nonostante l’imminente pericolo di frana, frana che puntualmente
scese alle loro spalle, appena passati e
non poco trasaliti. Oppure quando, con
alla guida il «rosso di Losone» dal piede
un tantino pesante sull’acceleratore, si
infilarono, quasi su due ruote, in un’uscita autostradale a ben 120 km all’ora.
E Luciano, aggrappato dietro a tutto ciò
che poteva dargli appiglio, bianco come
un cencio, credo sacramentando in buon
calabrese. Oppure ancora, quando in
una gelida partita a San Gallo, sotto la
neve, si mise una mano in testa e sentì il
«crac» del ghiaccio formatosi sul suo capo. Oppure ancora, quando, sempre nella Svizzera orientale, per combattere gli
effetti del freddo pungente, si era infilato delle calze di nylon trasparenti che
non passarono inosservate a qualche
spettatore dietro di lui, che gli fece notare la presenza di un buco nel collant. La
risposta piccante di Luciano alla spettatrice preferisco non riportarla, ma
quando ci raccontavano questi episodi,
vi giuro che ci si scompisciava dalle risate.
Schweizer Schiedsrichter ● L’Arbitre Suisse ● L’Arbitro Svizzero ● 4
Luciano Curcio in qualità di guardalinee.
Foto: Francesco Bianchi
Io, Luciano me lo porto dentro di me così, con quella sua risata un po’ stridula
ma tanto contagiosa, con quelle battute
che coinvolgevano donna Maria, dolce
compagna della sua vita, con quell’affetto profondo per i suoi figli Fabio, Katya e
Ivan, di cui andava fiero. Sono orgoglioso di averlo avuto tra i miei amici.
Il ricordo di Silvio Papa
Dopo aver lasciato l’arbitraggio Luciano
ha aperto un’edicola sul ponte del Cassarate, in zona liceo Lugano 1. Presente
fin dal primo mattino per il riordino dei
giornali e spesso lo si vedeva sorridente
tra la gioventù che passava a rifocillarsi
presso la suo piccolo e amato chiosco. Lo
incontravo quasi giornalmente e regolarmente l’argomento delle conversazioni cadeva sul calcio e sugli arbitri. La sua
passione era infinita e non lesinava dal
chiedermi lumi e informazioni sugli ex
colleghi. Si vedeva che l’arbitraggio l’aveva ancora nel sangue anche se da tempo si era ormai allontanato dall’ambiente. Luciano era una persona schietta e
nello stesso tempo riservata, ha dato
tanto al calcio sia quale arbitro che quale
istruttore e non dimentichiamo i periodi
trascorsi alla testa dell’ASA periodi non
certo facili e spesso molto turbolenti,
non ha mai perso la testa, ha continuato
sulla sua strada facendosi ben volere da
tutti. Luciano si merita un grande grazie
per tutto quello che ha fatto per il movimento arbitrale cantonale.