Arbitro Svizzero 346 KB pdf
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L‘Arbitre Suisse ● L‘Arbitro Svizzero I N FO on 20 is ● Année ● Anno 81. Jahrgang Jahrgang ● 81. Année ● Anno ● Sa Schweizer Schiedsrichter / 15 2016 4 Dall’Associazione Svizzera Arbitri – Regione Ticino Da novembre in funzione un nuovo comitato ed un nuovo Presidente Intervista con il nuovo Presidente dell’ASA Regione Ticino, Elio Marcianò Con il 30 novembre 2015 vi è stato l’avvicendamento alla testa dell’ASA Regione Ticino tra il Presidente uscente Fabio Dessaules che ha terminato la sua attività ed il neo Presidente dell’ASA Elio Marcianò. Elio che proviene dalla regione Locarnese ha già un esperienza di conduzione di un associazione in qualità di presidente del Gruppo Arbitri Locarnesi e Valli. Stefano Meroni redattore Ci siamo intrattenuti con Elio per cercare di conoscerlo meglio e per capire in quale direzione è intenzionato a portare l’ASA Regione Ticino. «L'arbitro Svizzero»: Elio, al 30 novembre del 2015 hai iniziato la tua nuova attività quale presidente dell’ Associazione Svizzera Arbitri Regione Ticino. Quali sono le tue prime impressioni che ti sei fatto in questi mesi sulla nostra Associazione? Elio Marciano: «I miei primi giorni sono stati decisamente intensi, in quanto il precedente presidente, Fabio Dessaules, ha lasciato in eredità Specchietto Cognome: Marcianò Nome: Elio Nato a/il: 10 dicembre 1985 Domicilio: Gudo Professione: Senior Design Engineer Arbitro dal: 2004 Categoria: 2a lega Altre funzioni nell’attività arbitrale: Coach footeco Motto: Non è forte chi non ca de mai, ma chi cadendo ha la forza di rialzarsi. Squadra del cuore: A.C. Milan Piatto preferito: Pizza Altre attività fuori dal contesto arbitrale: Giocatore di calcio nella squadra del mio paese e palestra. 3 un’importante e appassionante bagaglio di informazioni, documenti e considerazioni. Le informazioni sono molteplici e per me questa è un’esperienza del tutto nuova, la sensazione è un po’ quella del neo assunto alla prima settimana di lavoro. Penso che l’associazione avesse bisogno di nuova linfa, questa, sono sicuro possa essere arrivata, incrementando il già buon affiatamento fra colossi del vecchio comitato e nuove leve sono sicuro potremmo toglierci interessanti soddisfazioni.» Come ti senti pensando al fatto che ora sei alla testa di questa Associazione cantonale degli arbitri? Essere alla testa di un’associazione importante come quella dell’ASA è per me un senso di profonda radicalità verso l’attività arbitrale, ho iniziato la mia «carriera» poco convinto di quello che realmente facessi, da calciatore non ho mai visto di buon occhio questa categoria, ma il tempo, l’esperienza, il rapporto con gli altri arbitri ha fatto sì che cambiassi opinione nel tempo fino ad arrivare oggi ad essere appagato delle scelte e dei sacrifici svolti. Quali sono gli obiettivi che ti sei prefissato per il futuro come Associazione Svizzera Arbitri Regione Ticino? L’associazione, dal mio punto di vista, ha come obiettivo primario quello di riportare gli arbitri a frequentare le assemblee e gli eventi proposti, inoltre sarebbe appassionante e sti- Schweizer Schiedsrichter ● L’Arbitre Suisse ● L’Arbitro Svizzero ● 4 Elio durante la partita Freienbach–Altstätten. Foto: Elio Marcianò molante portare l’esperienza di alcuni dei nostri arbitri Ticinesi, che hanno saputo raggiungere obiettivi importanti nella loro carriera arbitrale, a potersi confrontare e raccontare in modo da esortare la curiosità e comprendere realmente cosa significhi dedicarsi ad una passione in maniera concreata e professionale. Calchi i nostri campi da tanti anni. Com’è cambiato il mondo arbitrale da quando hai iniziato ad arbitrare? Sono arbitro da 11 anni e la mia visione del mondo arbitrale è immancabilmente cambiata per due fattori principali, ovvero, la mia inevitabile maturazione come persona in primis ed in secondo luogo la categoria dei campionati, sia regionali che oltre Gottardo, in cui ho avuto la fortuna di arbitrare. L’arbitraggio cambia anche il tuo modo di vedere le partite: quando seguo il calcio, oggi, lo faccio perlopiù prestando attenzione quello che fa l'arbitro. Con il passare del tempo trovo normale questa sorta di mutamento, così come si è trasformato il mondo in cui viviamo e come sono cambiate le persone che ci circondano, il modo di vivere. Non so se in meglio o in peggio, ma il cambiamento c’è stato. C’è anche un atteggiamento differente, forse a livello di calcio regionale ci si dovrebbe Dall’Associazione Svizzera Arbitri – Regione Ticino chinare maggiormente sul problema del perché ad oggi la FTC ha bisogno di arbitri, in quanto questo ricade direttamente sulle spalle di tutta la famiglia del calcio. Quali sono i problemi più grandi che gli arbitri oggi devono affrontare? Problemi è forse una parola troppo forte, sicuramente ci sono delle complessità che vanno affrontate con l’esperienza, la conoscenza del regolamento e la preparazione alla gara. Tutti temi questi che vengono trattati durante gli incontri con la sezione arbitrale. La figura dell’arbitro si è evoluta soprattutto a livello atletico e tecnico anche nei nostri campionati regionali. Numerose squadre sono molto preparate verso questi aspetti perciò richiedono un’adeguata preparazione soprattutto da parte nostra. Per quello che riguarda invece il dialogo con i giocatori è chiaro che ci sono esigenze contrapposte a volte, poi ci vuole la serenità delle due parti per costruire un rapporto serio e più professionale possibile, dove uno è calciatore ed uno è arbitro. Si devono rispettare i ruoli e bisogna andare insieme nella stessa direzione per il corretto andamento della gara. Non dico una novità asserendo che anche l’ASA dovrà cambiare nei prossimi tempi. L’assemblea composta solo da oltre una ventina di persone la dice lunga sul senso di appartenenza degli arbitri al settore arbitrale. Hanno vinto gli assenteisti! Quali secondo te i correttivi che si possono porre? Sono pienamente d’accordo sul fatto che viga l’assenteismo e questo è decretato in parte dai numerosi impegni personali, che sicuramente, hanno impatto maggiore nella nostra vita. Al contempo vi è anche una mancanza di coesione direttamente al nostro interno. Molti di noi a fatica trovano tempo per presenziare agli impegni obbligatori imposti dalla FTC, figuriamoci per qualcosa che non è dovuto. Bisogno forse sfruttare i mo- menti di presenza obbligatoria a determinati corsi o appuntamenti per inserirci anche noi, in maniera da stimolare gli arbitri a partecipare alle iniziative proposte dall’ASA. Sono sicuro che con il comitato arriveranno delle buone soluzioni. Da qualche mese stai avendo contatti con la Commissione Arbitri FTC e la Federazione Ticinese di Calcio. Per quello che hai potuto vedere come sono questi rapporti? Vivo l’esperienza della commissione arbitri in maniera positiva, cerco di carpire al massimo quelle informazioni chiave che possono servire alla nostra associazione per crescere e per incrementare il rapporto di collaborazione. Punto dolente, i gruppi regionali. Sicuramente si gode di buoni rapporti ma c’è mancanza di partecipazione. Come pensi di cambiare questo trend negativo? I gruppi regionali seguono l’inevitabile tendenza dell’ASA Ticino, se già noi come corpo centrale non riusciamo a richiamare il bacino Ticinese, difficilmente i nostri affiliati regionali riusciranno a fare meglio. Il Ticino è una regione molto vasta a livello di territorio, non abbiamo grandi centri urbani dove vi è la possibilità di avere una concentrazione mirata di persone e quindi di ritrovi, dobbiamo perciò porci delle domande e capire come possa oggi l’ASA avvicinarsi ai propri associati. Ha ancora un senso secondo te l’ASA come associazione degli arbitri? Hanno ancora un senso i gruppi regionali? Concettualmente ha senso continuare con l’ASA, però va dato uno stimolo importante ai nostri associati, va delineata in maniera chiara e trasparente cosa questa organizzazione fa e come lo fa. Va incrementata la nostra visibilità, nessuno si assocerebbe a qualcosa di cui ha solo sentito vagamente parlare oppure non conosce! I gruppi regionali di questo gioverebbero, in quanto potrebbero dedicarsi a delle attività più Fase di riscaldamento durante la finale di Coppa Ticino del 2015. Foto: Elio Marcianò mirate.Vedo ad esempio Locarno che si focalizza sul merchandising come attività focus, Lugano, definito su un’interessante ritrovo fisso dove si ha la possibilità di trovarsi, confrontarsi e deliziare di qualche specialità culinaria preparata in serata, oppure il Mendrisiotto che come attività propone ogni anno uno splendido torneo di calcetto in palestra. C’è ancora l’annosa questione della tassa sociale da risolvere che si vorrebbe che le società se le assumessero per tutti gli arbitri. Qui un ruolo importante ce l’ha la FTC che comunque in passato aveva dato il suo sostegno a questa proposta. Pensi che si dovrà insistere con questo argomento? Le società oggi hanno l’esigenza di avere un determinato numero di arbitri in base a fattori quali la categoria, il numero di squadre, il settore giovanile, etc… se già in questa fase siamo visti come una necessità e non un’opportunità oppure una risorsa, a mio modesto modo di vedere partiamo già con un rapporto ostacolato. Se penso alla mia attività di calciatore mi sento appartenente alla società per cui gioco, alla squadra, alla maglia. Se invece entro nei panni di un dirigente con la passione per il proprio club, percepirei l’arbitro - oggi quasi esclusivamente come una reale necessità per le mie squadre di aderire ai campionati. È qui che va trovato un punto di incontro fra noi arbitri, le nostre società e la FTC. Và però anche detto, che vi sono società 4 ● Schweizer Schiedsrichter ● L’Arbitre Suisse ● L’Arbitro Svizzero 4 Dall’Associazione Svizzera Arbitri – Regione Ticino invece quelle che devono essere assolutamente migliorate? Pranzo a casa con amici arbitri. Foto: Elio Marcianò ben disposte con i propri arbitri e che viceversa alcuni arbitri hanno degli ottimi rapporti con le proprie società. Un problema da sempre che ha investito l’ASA Regione Ticino è la questione Fair Play. Qual’è la tua posizione in questo ambito? Si può migliorare sotto questo aspetto? Ci sono dei correttivi che si possono prendere? Il tema è sempre attuale, spesso oltre che a dirigere gare di campionato mi diverto e mi appassiona girare nei vari campi regionali per assaporare dall’esterno diverse partite in diverse categorie, capita spesso di vedere dei comportamenti poco etichettabili come Fairplay dove giocatori, sostenitori o gli stessi arbitri si trovano a creare un clima angusto. È difficile pensare ad un rimedio, giacché a dipendenza del proprio stato d’animo, delle 22 persone in campo più lo staff tecnico, con le relative panchine, sfociano in un numero considerevole di persone con modi di vedere, pensare e percepire ogni singola azione in maniera unica e inderogabile per ognuno. Sono convinto che un arbitro ben preparato possa in qualche maniera riuscire a «vendersi» meglio, cercando di creare in partita un clima più disteso e sereno, meglio recepito da tutti gli attori in campo. Quale associazione hai trovato al momento del tuo insediamento? Quali sono secondo te le cose positive e quali 5 L’associazione così come mi è stata presentata è inevitabilmente molto tessuta attorno al comitato che negli ultimi anni l’ha composta. Si sono fatti nel tempo interessanti progetti, che hanno coinvolto a ventaglio l’attività arbitrale e personale, ma forse, si sono promossi poco. L’ASATicino ad oggi vanta una buona solidità economica e un’ottima archiviazione cartacea delle pratiche relative ad attività e casi. Vedo una priorità nell’informatizzazione della documentazione, eliminando inutili stoccaggi di grandi volumi di carta ed inoltre trovo importante migliorare la pubblicità della nostra società con nuove attività e interessanti documentazioni. Insieme a te sono stati nominati nuovi membri nell’ASA Regione Ticino, mentre alcuni che erano già presenti sono rimasti. Qual’è la tua idea sul comitato? Assieme a me sono stati nominati dei membri che ho voluto, in quanto credo fermamente nel lavoro di squadra. Abbiamo cercato di avere un comitato eterogeneo anche a livello di territorio per restare vicini a quelle che sono le diverse realtà regionali. Sono convinto che età diverse, esperienze diverse, stati sociali diversi, come quelli presenti oggi nel comitato, ricoprano un po’ quello che è il contingente arbitrale Ticinese di oggi. Un comitato seppur nuovo deve sempre basarsi su delle fondamenta, qualcuno che abbia l’esperienza e la conoscenza di quello che è lo spirito e l’obiettivo dell’associazione, quindi mi aspetto molto anche dai membri già presenti. Quali sono secondo te gli aspetti che dovrai affrontare insieme al comitato nell’immediato futuro? Sicuramente vorrò focalizzarmi in primis sul motivo dell’assenteismo, capire cosa porti questo malessere tale da non farsi rendere reperibili Schweizer Schiedsrichter ● L’Arbitre Suisse ● L’Arbitro Svizzero ● 4 per una serata importante come l’assemblea annuale. C’è da lavorare su noi stessi, sull’ASA, capire cosa vogliono i soci e poi tentare di costruire qualcosa che possa suscitare interesse nei nostri arbitri. Come vorresti vedere che l’ASA evolva nel futuro? Vorrei vedere l’assemblea annuale dell’ASA con un folto pubblico di amici e simpatizzanti, non necessariamente composta solo da arbitri, ma dove si possa condividere la propria passione e dedizione con un bel gruppo di persone che amano il calcio. Con la partecipazione di una buona base di persone si possono avanzare progetti in maniera più efficace e stimolante per tutti. Quali sono gli obiettivi a medio corto termine della tua Presidenza? A medio corto termine mi piacerebbe rinnovare l’aspetto comunicativo e visivo dell’ASA verso i propri soci, ovvero un ringiovanimento a livello di informazione e comunicazione. Oggi abbiamo la possibilità di sfruttare diversi metodi di comunicazione molto diretti per interagire con i nostri soci, quindi trovo questo punto essenziale per provare a riavvicinare l’arbitro alla nostra associazione. Un rapporto più diretto ci permette innanzi tutto di avere in maniera tempestiva un quadro generale di quello che accade attorno al mondo del calcio regionale in brevissimo tempo, consentendoci di aiutare in maniera provvidenziale ed efficace i nostri soci, inoltre, ci permette di capire le reali necessità che ad oggi un nostro socio potrebbe avere. Quali invece possono essere gli obiettivi a lungo termine che l’ASA può prefissarsi per il futuro? Questa è una risposta che dovremmo discutere in seno al comitato cercando di focalizzarci su degli obiettivi concreti e soprattutto necessari ai nostri associati. Penso anche che l’aiuto dei nostri soci per stilare una Dall’Associazione Svizzera Arbitri – Regione Ticino sorta di mappa delle necessità sia al contempo fondamentale, capendo quale siano le reali esigenze e capire dove possiamo svilupparci e migliorare. Qual’è la fotografia dell’arbitro nel calcio regionale oggi? Fare l'arbitro nel calcio regionale, oggi, non è forse così facile come si possa pensare. Sovente l’interesse mediatico di alcune società e/o partite portano ad avvicinare in maniera marcata il nostro calcio regionale a quello di ben altro livello, esasperando plausibilmente un po’ il sano agonismo che dovrebbe vigere in un calcio minore quale quello regionale. Si sono lette negli ultimi anni alcune notizie riguardanti delle ostilità o presunte tali, che sicuramente non incoraggiano l’interesse di un giovane arbitro ad intraprendere tale percorso, fattore questo che non giova all’intera famiglia del calcio regionale. Spesso nei nostri campi regionali si sentono discorsi relativi l'esito di una taluna o talaltra gara riconducendo solamente ad una mancata od errata decisione dell’arbitro, facendo ricadere su di esso le conseguenze della sconfitta e, purtroppo, sempre con maggiore frequenza, il tutto è accompagnato da pesanti insinuazioni, che mirano a screditare non solo l'immagine del singolo ma anche quella dell'intera categoria, ovviamente questi fattori a dipendenza dell’età, oppure dell’esperienza, possono avere un impatto più o meno marcato creando situazioni sgradevoli dove praticare la propria passione. Rizzoli, l’arbitro della finale della coppa del mondo in Brasile, in una sua recente pubblicazione ha scritto una bella verità che trovo pertinente per questo tema: «Quasi tutti quelli che parlano di calcio hanno giocato a calcio almeno una volta nella vita. Quasi tutti quelli che parlano di arbitri non hanno mai arbitrato una partita nella loro vita». Al Gruppo Arbitri Locarnese e Valli (GALV) per la quale oggi sei ancora Presidente hai dato molto, quale futuro per questo gruppo? Il GALV è un gruppo di amici, prima di essere un insieme di membri, questo è sicuramente il punto di forza, il motivo che ti porta ad impegnarti e cercare di coinvolgere gli altri. Ho deciso unitamente con gli altri componenti di lasciare la mia presidenza dopo la nomina di presidente dell’ASA-Ticino durante la prossima assemblea di Gordola, mi è sembrato corretto dal punto di vista etico, ma soprattutto sono sicuro che non cambierà essenzialmente nulla, in quanto il GALV lavora come gruppo e non come singolo. Recentemente sei pure stato all’Assemblea dei presidenti dell’ASA Centrale, che idea ti sei fatto sull’organo cappello di questa Associazione? L’associazione centrale si presenta molto bene, è tutto molto focalizzato sulla professionalità, nulla è lasciato al caso per quanto riguarda il contesto e la scenografia. Purtroppo ho potuto constatare come il fattore linguistico sia ancora presente e radicato, come presidente della sezione Ticino e congiuntamente al collega della regione Friborgo (neo presidente anche lui) abbiamo cercato di fare capire questa sorta di divisione. L’ASA centrale vanta un presidente di origini italiane e di membri di comitato che parlano perfettamente tutte le lingue nazionali, penso che nel proseguo delle informazioni provenienti da oltre Gottardo vi sarà sicuramente un occhio di riguardo verso le minoranze linguistiche. diari direttamente fra il Canton Ticino e l’ASA centrale potrebbe portare un beneficio a livello di considerazione, in quanto vorrei ricordare che il peso politico del nostro cantone ad oggi dipende unicamente dal numero di associati. Questo vuole dire che cantoni forti sotto l’aspetto di aderenza verso le loro associazioni quali Zurigo e Berna possono determinare in maniera forte e decisa quelle che sono le loro considerazioni. Che cosa ti auguri per il futuro di questa associazione? Spero vivamente di poter portare questa associazione ad essere maggiormente considerata sia dagli arbitri sia dalle società. L’ASA ha uno scopo ben preciso di esistere, è peccato investire del tempo solo per intervenire in quei casi dove vi sono delle inchieste e/o chiarimenti riguardanti problematiche sui terreni da gioco, siamo un’associazione che con il futuro vuole proporre qualcosa, avvicinarsi all’arbitro, cercare di essere un punto di riferimento per gli arbitri che hanno necessità oppure anche solo un appoggio per dello svago, dei consigli, delle proposte. Ringraziamo Elio Marcianò per la sua disponibilità e gli facciamo i migliori auguri per il futuro alla testa della nostra associazione degli arbitri. Manca un rappresentante della Svizzera italiana in questo ambito. Secondo te è importante avere un legame più stretto con il comitato centrale? Avere un trait d’union, quindi un personaggio che faccia da interme- Cena e riunione GALV in Vallemaggia. Foto: Elio Marcianò 4 ● Schweizer Schiedsrichter ● L’Arbitre Suisse ● L’Arbitro Svizzero 6 L'antenato del Futsal In Italia viene ancora praticata questa disciplina, in Svizzera si cercano giocatori per la nazionale Roberto Ferrari ci illustra il Footbal Sala Momenti tra arbitri e giocatori durante le partite di Footbal Sala. Cercasi giocatori per la nazionale ... richiesti anche giocatori di futsal. Gli interessati possono rivolgersi al Presidente Militano Marco al no. 079/6513040. Fotos: Roberto Ferrari Stefano Meroni redattore PILLOLE DI STORIA. Il football sala -o fútbol de salón, come maggiormente conosciuto in Sud America- nasce nel 1930 come una variante più facilmente praticabile del calcio a 11. Questo nuovo sport ebbe immediato successo, tanto che già nel 1933 si rese necessaria una prima codifica delle regole. Dopo la loro redazione, il football sala si diffuse ampiamente in tutto il Sud America: facile da giocare e praticabile dappertutto, grazie all'ancor minore spazio che richiedeva rispetto al suo corrispettivo a 11, trovò particolare successo specialmente in Brasile, dove venne trasposto a una versione non codificata di un tipo di calcio da strada simile al football sala che veniva lì praticato. Si rese così ben presto necessaria la formazione di un organismo sovranazionale: nel 1971 nacque la FIFUSA, che coronò la propria attività con l'organizzazione del mondiale in Europa nel 1985, dove il Brasile sconfisse i padroni di casa della Spagna. A seguito di una lunga lotta con la FIFA, intenzionata a promuovere la propria versione del calcio a 5, la FIFUSA dovette 7 sciogliersi e riformarsi nel 2000 sotto il nome di AMF, Asociación Mundial de Futsal, che resta tutt'oggi il principale organismo mondiale di football sala. Numerosissimi giocatori poi affermatisi nel calcio a 11 hanno iniziato a dare i primi calci al pallone proprio nel football sala: tra i nomi più importanti vanno sicuramente menzionati Ronaldinho, Estebàn Cambiasso, Pelè. IN EUROPA. L'organizzazione e la gestione degli eventi del football sala spetta alla UEFS (Union Europea de Futsal). Fondata a Madrid nel 1988, è stata poi trasferita a Mosca, dove si trova tutt'oggi. La UEFS è ufficialmente riconosciuta dall'AMF come organismo promotore del football sala in Europa, e sotto la sua egida ricadono tutte le singole federazioni nazionali, FIFS inclusa. Il prossimo impegno ravvicinato dell'UEFS è l'organizzazione del campionato europeo maschile per nazioni in Russia e della Champions Cup, la massima competizione del football sala per club. Schweizer Schiedsrichter ● L’Arbitre Suisse ● L’Arbitro Svizzero ● 4 IN ITALIA. La prima pietra del football sala in Italia venne posata nel 1987, sull'onda del successo del mondiale organizzato in Spagna nel 1985, con la nascita dell'AIFS (Associazione Italiana Football Sala), divenuta poi già dal 1988 FIFS (Federazione Italiana Football Sala). La federazione italiana arrivò ben presto sia a organizzare eventi molto importanti, su tutti il Mondiale del 1991, sia a formare una nazionale competitiva per partecipare agli Europei di Oporto del 1992. Per quanto riguarda le squadre di club, l'AIFS assicurò la partecipazione alla Champions Cup alle squadre vincitrici del campionato per ben 10 anni, fino al 1998. Sul finire degli anni 90, tuttavia, a causa di gravi problemi di salute del presidente fondatore Carminiti il movimento del football sala conobbe una battuta d'arresto: senza l'entusiasmo e l'energia del proprio presidente, la federazione si ritrovò improvvisamente priva di una figura carismatica ed entusiasta alla guida. Per questa ragione si dovette aspettare quasi dieci anni, quando l'attuale presidente Axel Paderni riprese le redini della federazione: nel 2012, con la ratifica da parte della AMF, la FIFS rien- L'antenato del Futsal/Lutto nell’arbitraggio ticinese trò definitivamente a far parte del gotha del football sala mondiale. OGGI. Il football sala gode tuttora di un enorme seguito in tutto il Sud America, sia per copertura mediatica che per numero di tifosi al seguito delle squadre: per farsene un'idea è sufficiente dare uno sguardo a qualsiasi partita della fase finale, in cui le squadre si danno sfida in palazzetti gremiti in una torcida in pieno stile sudamericano. In Europa, invece, il football sala è in continua espansione, tant'è che in alcune nazioni tale sport è paritetico al calcio a 5 giocato secondo la regolamentazione FIFA. Disciplina simile al futsal, le squadre si assomigliano. Foto: Roberto Ferrari E’ stato il Presidente dell’ Associazione Ticinese Arbitri Regione Ticino Scomparso Luciano Curcio Il ricordo di Stefano Meroni Lutto nel mondo dell’arbitraggio ticinese. Luciano Curcio, una delle figure note dell’arbitraggio Ticinese degli anni 80/90 purtroppo all’età di 76 anni è scomparso lo scorso marzo. Luciano era stato già presidente dell’Associazione Ticinese degli Arbitri, già ispettore ed istruttore, aveva calcato i campi nella massima categoria Svizzera in qualità di assistente di Renzo Peduzzi. Personalmente lo ricordo come una persona affabile, sempre disponibile. Ho iniziato i miei primi passi da arbitro proprio sotto la sua ala, dove nel 1992 Luciano era l’istruttore dei candidati arbitri ticinesi, lezioni che si tenevano nel- la sede del Gruppo Fischietti Luganesi di Viganello. Luciano con gli arbitri era una persona molto paziente, ti spiegava le regole in maniera diligente e controllava che tu avessi veramente capito. La mia prima ispezione ricevuta negli allievi C è stata proprio con lui, al campo di Seseglio, una partita disputata tra il Chiasso ed il Lugano. La mia prima partita di campionato dove era sceso un acquazzone … La sua frase colorita nel rapporto la ricordo ancora oggi: «Stefano allenati, oggi i tuoi coetanei ti hanno fatto mangiare la polvere»… E’ stato sicuramente per me una persona molto importante per l’inizio della mia attività, che mi ha insegnato tantissime cose. Grazie caro Luciano e buon viaggio! Il ricordo di Renzo Peduzzi Gli aneddoti su Luciano sono molti da raccontare. Persona molto disponibile, mi è sempre stato fedele in qualità di assistente. Abbiamo passato 10 lunghi anni insieme arbitrando molte partite di calcio. La scena che ancora oggi mi fa sorridere è stata durante la partita di Neuchatel-Young Boys in serie A, c’era una «Bize» freddissima e Luciano sotto i pantaloni aveva mezzo un paio di ghette ... Della moglie. Durante la partita queste ghette si sono sfilacciate tra l’ilarità dei presenti. Ricordo che uno spettatore gli aveva pure gridato in campo: «Guardalinee, hai le calze rotte»…. Il ricordo di Roberto Ferrari Il primo incrocio nella mia carriera l’ho avuto nella primavera del 1988. Nella mia prima partita negli allievi B ad Origlio. Miricordo ancora come se fosse stato oggi. Un ispezione chiara, accompagnata da una mimica inimitabile con quei suoi occhi che sbirciavano sopra gli occhiali perennemente abbassati a metà naso. Mi ricordi gli anni trascorsi nell’allora ATA (Associazione Ticinese Arbitri) ora denominata ASA. Luciano Curcio mentre soccorre Renzo Peduzzi durante la partita San Gallo-Young Boys. Foto: Arturo Cariola In quegli anni nei quali era presidente, memorabili le sue crociate in favore di noi arbitri in contrapposizione all’allora Commissione Arbitri! Mi è capitato a volte d’incontrarlo per caso negli ultimi 4 ● Schweizer Schiedsrichter ● L’Arbitre Suisse ● L’Arbitro Svizzero 8 Lutto nell’arbitraggio ticinese anni nei centri commerciali dove mi domandava notizie riguardanti il nostro movimento arbitrale. La sua dialettica accompagnata da un umanità fuori dal comune sono state personalmente un esempio positivo! Grazie Luciano per tutto quello che mi hai dato ed hai dato ai nostri arbitri! Il ricordo di Arturo Cariola Durante una la partita valida per il Campionato di Serie A tra S. GalloYoung Boys probabilmente del 82-83 (vedasi foto allegata) si può notare Luciano Curcio che soccorre Renzo Peduzzi, a terra, aggredito da un pazzoide che aveva scavalcato la rete metallica alta circa 2 metri. Dalla foto si vede la preoccupazione di Luciano che tenta di spingere via l'esagitato. La gara è poi stata sospesa e in seguito vinta dallo YB omologando il risultato acquisito al momento della sospensione, cioè 0-1. Posso dire che Luciano è sempre stato un vero amico. Il ricordo di Francesco Bianchi L’arbitraggio ticinese ha perso una figura importante. All’età di 76 anni Luciano Curcio ci ha lasciato. Forse per tanti – i più giovani - il suo nome non significa molto, ma Luciano è stato per tanti anni un guardalinee - oggi diremmo un assistente – di grande valore. Ha calcato i campi dell’allora Lega Nazionale A a fianco di uno degli arbitri più noti degli anni 80, Renzo Peduzzi di Roré, arbitro internazionale e personalità di spicco. Con lui e con l’altro compagno di bandierina, Arturo Cariola, è arrivato nel 1983 a dirigere la finale di Coppa Svizzera tra Servette e Grasshopper. Forse la sua personalità schiva e riservata lo ha tenuto lontano dalla celebrità, ma questo non gli ha impedito di assumere la presidenza dell’allora ATA (Associazione Ticinese Arbitri, oggi ASA Regione Ticino) dopo l’uscita di scena di Achille Cedraschi. Luciano era certo un buon collega, competente e corretto, ma per me era so- 9 prattutto un buon amico : al di là delle occasioni legate all’arbitraggio (corsi, serate, assemblee, soprattutto quelle magnifiche giornate legate alle feste dell’ATA, una volta molto frequentate e animate da un senso di appartenza ormai scomparso ) ci si vedeva e ci si confrontava volentieri. Ci si narrava a vicenda episodi di vita vissuta, legati ai figli che crescono, alle rispettive mogli dedite alla sopportazione di un marito spesso lontano per gli impegni arbitrali, ai ricordi delle rispettive origini. E con la sua allegria Luciano raccontava degli spaventi presi durante le trasferte d’Oltre Gottardo, trasferte fatte sempre in auto, perché Renzo Peduzzi era conosciuto per essere l’arbitro più veloce della Svizzera e perché Arturo Cariola non era certo una lumaca al volante. Luciano parlava spesso di avventure solo all’apparenza poco credibili, ma conoscendo i suoi due compari, c’era poco da dubitarne. Come quella volta che, passando dalle Centovalli, in piena notte, sotto un vero e proprio diluvio universale, decisero di passare nonostante l’imminente pericolo di frana, frana che puntualmente scese alle loro spalle, appena passati e non poco trasaliti. Oppure quando, con alla guida il «rosso di Losone» dal piede un tantino pesante sull’acceleratore, si infilarono, quasi su due ruote, in un’uscita autostradale a ben 120 km all’ora. E Luciano, aggrappato dietro a tutto ciò che poteva dargli appiglio, bianco come un cencio, credo sacramentando in buon calabrese. Oppure ancora, quando in una gelida partita a San Gallo, sotto la neve, si mise una mano in testa e sentì il «crac» del ghiaccio formatosi sul suo capo. Oppure ancora, quando, sempre nella Svizzera orientale, per combattere gli effetti del freddo pungente, si era infilato delle calze di nylon trasparenti che non passarono inosservate a qualche spettatore dietro di lui, che gli fece notare la presenza di un buco nel collant. La risposta piccante di Luciano alla spettatrice preferisco non riportarla, ma quando ci raccontavano questi episodi, vi giuro che ci si scompisciava dalle risate. Schweizer Schiedsrichter ● L’Arbitre Suisse ● L’Arbitro Svizzero ● 4 Luciano Curcio in qualità di guardalinee. Foto: Francesco Bianchi Io, Luciano me lo porto dentro di me così, con quella sua risata un po’ stridula ma tanto contagiosa, con quelle battute che coinvolgevano donna Maria, dolce compagna della sua vita, con quell’affetto profondo per i suoi figli Fabio, Katya e Ivan, di cui andava fiero. Sono orgoglioso di averlo avuto tra i miei amici. Il ricordo di Silvio Papa Dopo aver lasciato l’arbitraggio Luciano ha aperto un’edicola sul ponte del Cassarate, in zona liceo Lugano 1. Presente fin dal primo mattino per il riordino dei giornali e spesso lo si vedeva sorridente tra la gioventù che passava a rifocillarsi presso la suo piccolo e amato chiosco. Lo incontravo quasi giornalmente e regolarmente l’argomento delle conversazioni cadeva sul calcio e sugli arbitri. La sua passione era infinita e non lesinava dal chiedermi lumi e informazioni sugli ex colleghi. Si vedeva che l’arbitraggio l’aveva ancora nel sangue anche se da tempo si era ormai allontanato dall’ambiente. Luciano era una persona schietta e nello stesso tempo riservata, ha dato tanto al calcio sia quale arbitro che quale istruttore e non dimentichiamo i periodi trascorsi alla testa dell’ASA periodi non certo facili e spesso molto turbolenti, non ha mai perso la testa, ha continuato sulla sua strada facendosi ben volere da tutti. Luciano si merita un grande grazie per tutto quello che ha fatto per il movimento arbitrale cantonale.