I giochi nell`antichità
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I giochi nell`antichità
Per saperne di più Ricostruire la storia I giochi nell’antichità I bambini dell'antichità giocavano e possedevano giocattoli come i bambini di oggi. Anzi, alcuni giochi conosciuti e praticati dai bambini di oggi sono stati inventati proprio dai loro coetanei dell’antichità. I giocattoli, naturalmente, erano molto meno sofisticati dal punto di vista tecnologico, ma a ben vedere, qualche somiglianza con quelli attuali si riesce sempre a trovare. Ai bambini venivano donati giocattoli in diverse occasioni: al momento della nascita, durante le feste religiose, come ricompensa per i risultati scolastici o per qualche servizio reso, oppure come consolazione per una malattia. I giocattoli venivano costruiti in famiglia, dagli adulti o dai bambini stessi, ma esistevano anche artigiani specializzati nella costruzione dei giocattoli che venivano poi venduti nei mercati. Tutte queste notizie si possono ricavare da numerosi reperti che sono giunti fino a noi: prima di tutto le raffigurazioni di bambini che giocano e che si trovano nella scultura, nella pittura, nella ceramica e nelle decorazioni delle tombe, ma anche i numerosi giocattoli che sono stati rinvenuti dagli archeologi durante gli scavi che hanno interessato tutte le civiltà antiche. Quando era una bella giornata, e potevano giocare all’aperto, i bambini si dondolavano sull'altalena, saltavano alla corda, rincorrevano un cerchio spingendolo con un bastone, facevano volare aquiloni. Se erano in gruppo allora giocavano a moscacieca, a nascondino a salta-cavallina oppure al tiro alla fune. C’erano alcuni giocattoli che richiedevano una certa abilità, come la trottola, lo yo-yo o il gioco dei birilli. I giocattoli dei bambini più piccoli erano poppatoi di terracotta a forma di animale, sonagli di metallo pieni di sassolini, animali che si potevano trainare su rotelle oppure che aprivano e chiudevano la bocca. Coccodrillo in legno con mascelle mobili dell’antico Egitto. © 2006 RCS Libri S.p.A. – Divisione Education Piatto dell’antica Grecia su cui è dipinto un bambino che gioca con il suo yo-yo. 1 Per saperne di più Spesso i bambini si sfidavano in velocità per le strade con carrettini trainati da animali. Nell'antica Roma i carrettini erano tirati da cani, capre, pecore o addirittura uccelli. Erano prevalentemente in legno o avorio e venivano trainati dagli animali per mezzo di una stringa di cuoio. I carrettini più semplici venivano costruiti dai ragazzi stessi con un bastone alla cui estremità veniva fissata una sola ruota, altri, più complessi avevano due o tre ruote. I giochi con la palla sono molto antichi. In Grecia e a Roma si praticavano giochi molto simili, come il pheristerium, un gioco molto somigliante alla moderna pallapugno. Si tratta di un gioco a squadre che si svolge su un campo in terra battuta, lo sferisterio, lungo 90 metri e largo 18 metri, fiancheggiato su uno dei lati lunghi da un muro. La palla deve essere colpita al volo o dopo il primo rimbalzo, con il pugno, protetto da bende e cuoio o, nei colpi ravvicinati, con la mano aperta. Si può usare una sola mano per volta. Lo scopo è quello di mandare la palla il più possibile vicino alla linea di fondo del campo avversario o, ancora meglio, oltre la stessa. Un altro popolare gioco con la palla era il trigon, in cui tre giocatori, stando in postazioni fisse, si passavano la palla cercando di non farla cadere. Le palle avevano grandezza e consistenza diverse, potevano essere in cuoio, piccole e dure, oppure più grandi e leggere perché gonfie d’aria, oppure riempite di piume. Bimbo su un carro trainato da una capra scolpito su un sarcofago romano. C’erano poi giochi che richiedevano abilità, concentrazione… e un po’ di fortuna. Pari e dispari: un bambino nascondeva nelle mani un certo numero di conchiglie, sassolini o noci e l’altro doveva indovinare se il numero era pari o dispari. Astragali: gli astragali sono ossicini dei piedi di quadrupedi (vitelli, capre, maiali) che venivano usati come i dadi, ogni faccia rappresentava un certo punteggio. Uno dei giochi più popolari consisteva nel lanciarli in aria e tentare di Astragali. riprenderli con il dorso della mano. Il giocatore contava poi gli astragali recuperati e calcolava il punteggio raggiunto osservando le facce degli ossicini. Noci: i Romani usavano spesso le noci come delle biglie. Si trattava di un gioco molto comune tra i bambini di entrambi i sessi e aveva diverse varianti, una di queste consisteva nel formare un triangolo con tre noci ravvicinate e una in cima che bisognava far cadere. Il gioco con le noci aveva un significato particolare, infatti quando si voleva indicare che si era diventati adulti si diceva "non giochiamo più al gioco delle noci". © 2006 RCS Libri S.p.A. – Divisione Education 2 Per saperne di più Le bambole più antiche risalgono al 2000 a.C. Erano realizzate con materiali diversi come l'avorio, il legno e la terracotta. Potevano essere fatte in un solo pezzo oppure avere degli snodi. Spesso erano corredate da vestiti e da altri oggetti, come mobili o suppellettili. Le bambole simboleggiavano l'infanzia delle bambine: quando le ragazze raggiungevano l’adolescenza ed erano pronte per il matrimonio, donavano le loro bambole alle divinità. Bambole in argilla dell’antico Egitto. I giochi che si basano sull’uso di una scacchiera, o in genere su un tavoliere, risalgono alle epoche più antiche. Quasi certamente, questi giochi derivano da altri che si praticavano all’aperto disegnando un percorso sulla sabbia ed utilizzando pietre e legnetti al posto delle pedine e dei dadi. Tutti i giochi da tavolo si basano sullo stesso meccanismo: due o più pezzi si muovono su un percorso rappresentato da caselle in base a regole concordate. È possibile modificare la struttura del gioco, aggiungendo o togliendo caselle o assegnando ad alcune di queste significati particolari. Ad esempio, si può decidere che una pedina non possa fermarsi su una casella occupata da una pedina avversaria, oppure che la possa catturare saltandole sopra o terminando il movimento sulla stessa casella e così via. Ogni più piccola modifica genera un gioco totalmente nuovo. Un altro gioco da scacchiera praticato nell’antico Egitto era il Mehen o gioco del serpente che si svolgeva su una tavola di forma circolare che riproduceva le spire concentriche di un serpente avvolto su se stesso con le squame a rappresentare le caselle, i dadi erano gli astragali, le regole originali sono andate completamente perdute. Il senet (antico Egitto): ogni giocatore aveva a disposizione 5 pedine di colore bianco o nero. Lo scopo era quello di completare un percorso costituito da 30 caselle (10 caselle per 3 file). Per muovere avanti o indietro le pedine, i giocatori utilizzavano 4 tessere con una faccia bianca ed una nera, la combinazione delle tessere indicava il numero e il tipo di mosse da eseguire con le proprie pedine. Cani e sciacalli (antico Egitto): le pedine sono rappresentate da bastoncini a forma di testa di cane o di sciacallo che venivano mosse su una scacchiera munita di fori. © 2006 RCS Libri S.p.A. – Divisione Education 3 Per saperne di più Presso gli antichi greci erano diffusi due giochi con la scacchiera: la petteia e la cubea (da cubo/dado). Giocando la petteia si usavano solo la scacchiera e le pedine, per questo si può considerare l’antenato del gioco della dama; nella cubea, invece, oltre a queste, si usava anche un dado che veniva gettato prima di ogni mossa. Attività Ecco un gioco adatto per essere giocato nel cortile della scuola anche se risale all’antica Grecia; tutto quello che vi occorre è una tavoletta di legno tinta di nero da una parte (nux) e di bianco dall’altra (emera). Dovete dividervi in due gruppi separati da una linea tracciata sul terreno: una squadra si posiziona dalla parte del sole e l’altra dalla parte della notte. Un bambino, scelto a caso, lancia in aria la tavoletta gridando: “giorno o notte?”. Se la tavoletta cade dalla parte bianca, la squadra del sole insegue la squadra della notte che non deve farsi prendere, e viceversa se la tavoletta cade dalla parte nera. Quando tutta la squadra che scappa viene fatta prigioniera, il gioco ricomincia. © 2006 RCS Libri S.p.A. – Divisione Education 4