SPAZIO… AI QUATTRO “INDIRIZZI” DEL LEONARDO

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SPAZIO… AI QUATTRO “INDIRIZZI” DEL LEONARDO
ANNO SCOLASTICO 2011/2012 NUMERO 5 – MESE DI APRILE ù Giornale dell’IPSIA Leonardo Da Vinci di Piacenza – Esente da Autorizzazione (C.M.P. 242 del 2-­‐9-­‐1988) SPAZIO… AI QUATTRO “INDIRIZZI” DEL LEONARDO “ELETTROTECNICI” ed “ELETTRONICI” e la DOMOTICA ULTIMA FRONTIERA DEGLI IMPIANTI ELETTRICI PER USO CIVILE E INDUSTRIALE Niente paura, non stiamo per assistere ad un datato telefilm di fantascienza ambientato nel soggiorno di casa, ma per “incontrare” una delle più recenti applicazioni tecnologiche in campo elettrico degli ultimi anni. La domotica, scienza interdisciplinare che si occupa dello studio delle tecnologie atte a migliorare la qualità della vita nella casa e più in generale negli ambienti influenzati dalla presenza umana, è l’insieme di quelle tecnologie che applicate agli impianti di uso civile consente di migliorare la qualità della vita e la sicurezza, di risparmiare energia, di semplificare l'installazione e la manutenzione, riducendo i costi di gestione. Nella pratica possiamo citare ad esempio un sistema di controllo carichi che regoli l’accensione degli elettrodomestici a gruppi per evitare interventi del limitatore di utenza (con conseguente piccolo blackout in casa), oppure il controllo automatico della stanze o ancora la temperatura nelle varie regolazione dell’intensità luminosa delle luci in funzione dell’illuminazione naturale esterna. La domotica fornisce tutti gli strumenti per rendere le nostre case o i nostri luoghi di lavoro più “intelligenti”, più confortevoli, controllabili, economici ed ecologici. Per usare al meglio questa realtà, l’utente deve però rapportarsi con una nuova famiglia di interfacce, che realizzano il contatto tra il sistema di controllo e i diversi componenti del sistema. I vantaggi principali offerti da questa nuova tecnologia si possono riassumere in semplicità (il sistema domotico, poiché diretto ad una utenza non professionale, deve essere semplice da usare, user friendly, deve essere sicuro e non deve presentare pericoli), continuità di funzionamento e affidabilità (deve offrire un servizio continuativo, quasi In questo periodo di risparmio energetico, diminuzione delle emissioni, contenimento dei costi e soprattutto delle bollette, si cercano, in tutti i modi, soluzioni per consumare meno senza dover abbassare gli standard di vita. Come orientarci nella scelta migliore per le nostre case? Sistemi innovativi eco-­‐riscaldanti sono i quadri a parete, che assicurano grandi vantaggi economici, giusto rispetto dell'ambiente ed una facile installazione. Valide risposte si hanno anche dagli impianti di riscaldamento a pavimento che sfruttano l'energia solare, hanno costo basso e forniscono temperature confortevoli. Esistono poi i pannelli solari utilizzati negli impianti termici, sia per la produzione di acqua calda sanitaria che per il riscaldamento domestico, ma immune da guasti o semplice da riparare), avere costo finale contenuto (deve essere alla portata di tutti). Un sistema domotico si può completare attraverso uno o più sistemi di comunicazione con il mondo esterno (ad esempio messaggi telefonici preregistrati, “TERMICI” e riscaldamento a risparmio energetico IMPARIAMO A RIDURRE L’INQUINAMENTO A PARTIRE DALL’AMBIENTE IN CUI VIVIAMO trattandosi di duna fonte dell’inquinamento el nostro paese d'energia e dell’intero pcombustibili ianeta intermittente e stagionale, è preferibile scegliere un impianto misto. Confrontando il vecchio sistema caldaie/termosifoni e pannelli solari/termoconvettori, emerge che un impianto a pannelli radianti di nuova generazione abbatte i costi di combustibile del 50% circa che, con accorgimenti più oculati, quale il solo utilizzo nelle zone vivibili (o zone di lavoro), possono diminuire fino al 70%. Altra soluzione, specialmente nei luoghi isolati, è l’uso di caldaie a legna, a pellets o a mais, che non producono fumi tossici e bruciano solo naturali. E’ da considerare anche il riscaldamento a infrarossi, un sistema che permette di scaldare senza disperdere il calore: i normali caloriferi scaldano l'aria, e questa scalda l'ambiente circostante, mentre, con gli infrarossi, si elimina un passaggio. Questi raggi scaldano direttamente persone ed oggetti, emettendo calore sotto forma di radiazioni in modo del tutto simile ai raggi del sole, con un comfort termico direttamente sul corpo. Il calore così prodotto ha notevoli pregi: è assolutamente pulito, ecologico e benefico. “MECCANICI” e il rivoluzionario motore “ DE BEI ” LE CARATTERISTICHE PRINCIPALI 1) Può essere alimentato con diversi tipi di carburante. 2) E’ l’unico motore al mondo che funziona con l’albero motore fisso. 3) E’ un ibrido tra un motore due tempi ed un motore quattro tempi, conserva cioè i principali vantaggi di entrambe le soluzioni. 4) E’ più leggero e compatto di un comune motore quattro tempi, questo significa minore ingombro, minore peso, minori consumi. 5) Ha un rendimento complessivo più elevato (di alcuni punti percentuali) rispetto ad un comune motore quattro tempi con conseguente riduzione dei consumi a parità di prestazioni. 6) E’ privo del classico sistema di distribuzione, ossia non presenta alberi a camme, punterie, valvole, cinghia (o in alternativa catena) di distribuzione: questo significa minori attriti e minori perdite meccaniche. 7) Il motore è un 6 cilindri dal disegno compatto, è leggero ed è costituito da pochissime parti meccaniche (circa 26) 8) Fa 80 Km con 1 litro ed ha un costo di produzione, industriale, inferiore a 500 euro. La documentazione del motore De Bei è di proprietà della DEBESS TECHNOLOGIES. Si ringrazia GIANLUCA DE BEI per la personale autorizzazione alla riproduzione di immagini ed informazioni del “MOTORE ROTANTE DE BEI “ su IL SELVAGGIO. SMS o e-­‐mail) per permetterne il controllo e la visualizzazione dello stato anche da remoto. L’avvento di questa tecnologia porta a riflessi importanti sul bagaglio professionale degli installatori elettrici che devono "evolvere" dai tradizionali circuiti, fatti di fili e interruttori connessi con morsetti, ad un impianto decisamente più complesso e variegato, dotato di una notevole componente elettronica con interfaccia e programmazione relativa. I tecnici, che prepara la scuola, sono all’altezza di questa nuova realtà? A questa domanda non possiamo dare ancora una risposta valida ed esauriente. Lo sforzo in questa direzione viene fatto a livello di programmi e seminari, ma il bagaglio culturale richiesto è più “pesante” di quello tradizionale, comporta una quantità di conoscenze aggiuntive, e una padronanza notevole dello stesso; i risultati finali in molti casi non sono ancora all’altezza delle aspettative, sia sotto il profilo quantitativo (effettiva trattazione dell'argomento) sia qualitativo (effettiva conoscenza). MOTORE IDEATO DA UN ITALIANO FA TREMARE I GIAPPONESI Il motore rotante De bei è stato sviluppato per creare un’alternativa ai motori tradizionali a combustione interna, riducendo ingombri e consumi. Le caratteristiche tecniche che differenziano il Motore De Bei da un qualunque altro motore, anche rotativo, a combustione interna, sono: l’albero del motore fisso, la possibile variazione di compressione della camera di scoppio con il movimento albero motore ad eccentrico, l’ancoraggio particolare dei pistoni e camera a scoppio rotativa. Questo brevetto presenta una semplice struttura del motore ed un’innovazione tecnica che permette di lavorare con vari tipi di carburanti permettendo, in questo modo, una vasta gamma di impieghi, dalle auto ai motori marini, dagli aerei, ai compressori e ai generatori di energie. Il consumo irrisorio del motore, dovuto alle sue qualità tecniche meccaniche, associato ad un ingombro molto contenuto, permettono un risparmio energetico, stimabile per approssimazione in un 70% in meno rispetto al costo odierno, poiché, impiegando un bypass sul sistema, l’eccesso di energia prodotta ritorna in rete e la configurazione a 6 cilindri permette di sfruttare una maggior cilindrata a parità d’ingombro. Questa invenzione consente la realizzazione di un motore endotermico molto compatto, utilizzando praticamente il ciclo 2/4 tempi e i componenti dei tradizionali motori endotermici eliminando completamente la parte di distribuzione, ottenendo degli eccezionali rapporti peso/potenza. Il motore De Bei assomiglia ad un cuscinetto con una parte centrale fissa, una parte esterna fissa ed una parte interna, tra le due fisse, che ruota. La parte interna che ruota contiene classici cilindri, pistoni, bielle ed il tutto ruota intorno alla parte centrale che consiste in un albero fisso dotato di un eccentrico, cosa che lo contraddistingue da tutti i restanti motori. Sulla parte esterna fissa, che fa da tenuta ai cilindri, sono ricavate le luci di aspirazione e scarico, che avvengono, per tutti i cilindri, nello stesso punto con il vantaggio di avere un solo condotto di scarico ed un solo condotto di aspirazione e con notevole risparmio di componenti. Sulla parte esterna, esiste un solo punto in cui avviene l’accensione della miscela e quindi il motore può funzionare con una sola candela o iniettore, anche se ce ne possono essere in numero maggiore al fine di migliorare la combustione. Le sezioni delle luci di aspirazione e scarico, teoricamente e praticamente, possono essere grandi quasi come il diametro del pistone (visto che non esistono tradizionali valvole) con maggiore riempimento dei cilindri e conseguente miglioria dei rendimenti volumetrici. Le valvole sono sostituite dal movimento di rotazione del rotore rispetto allo statore fisso sul quale sono ricavate le luci di aspirazione e scarico. Il rotore, che contiene i cilindri e i pistoni, scopre e richiude le luci proprio nel suo movimento di rotazione rispetto allo statore fisso. L’eliminazione di valvole e dei meccanismi di distribuzione diminuisce fortemente i costi e gli attriti interni a vantaggio dei rendimenti complessivi. Tutto questo consente di ottenere energia meccanica dall’energia termica del combustibile in modo molto fluido, poiché la pressione generata dalla combustione tramite le bielle si esercita in modo sempre tangenziale attorno al rotore, che, ruotando, fa si che non abbia mai un punto morto superiore o inferiore che, invece, hanno i pistoni nel loro moto nel cilindro.
FONTI: ”REDBSPA ROTARY ENGINE DE BEI-MOTORE ENDOTERMICO CON FUNZIONAMENTO ROTATIVO”; www.debess.com ; www.redbspa.com
“…un mercato che non conosce crisi” Pensare ad un mondo libero dalle droghe (sia quelle tradizionali che sintetiche) significa essere al di fuori di ogni realtà. Credere, invece, ad una società in cui le grandi organizzazioni di narcotrafficanti non sfruttino più la situazione di illegalità delle droghe per accumulare ingentissimi profitti dal loro commercio, è una strada seriamente percorribile nella misura in cui ci sia una “vera” volontà politica di affrontare, a livello internazionale, il tema sicuramente complesso, accantonando pregiudizi ideologici, ambiguità, sottoculture, ipocrisie che, di norma, accompagnano tali discussioni. E’ da tempo che vado ripetendo come sia ormai arrivato il momento del pragmatismo verso il problema del traffico e del consumo di droghe nel mondo, cercando di eliminare tutte quelle “patine” di varia natura che vengono spalmate, quando si tratta di parlare di questo fenomeno. Continuando a rinviare, corriamo il serio pericolo (in alcuni casi, purtroppo, è già realtà!) di vedere interi paesi nelle mani dei narcotrafficanti. E’ da anni, anzi da secoli, che va avanti questo capitolo delle droghe e dei loro commerci illeciti. Nell’antica Roma, prima della caduta dell’Impero, si calcolava che fossero attive alcune centinaia di fumerie di oppio che portavano consistenti entrate fiscali nelle casse imperiali, spesso semivuote per le troppe guerre da affrontare. Nessuno, allora, pensava ad una loro chiusura. Un tentativo repressivo di Napoleone, durante la campagna di Egitto, di murare gli ingressi dei locali dove si fumava hashish, fallì miseramente. Più vicino ai nostri tempi (parlo di una decina di anni fa), con la “guerra dell’oppio” in Afghanistan, si credette di aver sconfitto i “signori della droga” e i talebani, distruggendo le coltivazioni di “papaver sominferum” e cercando di convincere i contadini a piantare fagioli e cipolle. L’illusione durò poco e già da qualche anno quel paese è tornato ad essere il primo produttore di oppio e di eroina nel mondo. In Colombia, Perù e Bolivia, da oltre venti anni, con l’aiuto d’ingentissime risorse finanziarie e tecnologiche americane, si sono eradicate centinaia di migliaia di ettari (si parla di un milione e quattrocentomila fumigati con erbicidi) coltivati a coca. Il risultato è che, ancora oggi, ci sono, secondo stime dell’UNODC fatte anche con rilevamenti satellitari, oltre 160mila ettari di piantagioni di coca. La produzione mondiale di cocaina non accenna a diminuire nonostante le distruzioni di centinaia di laboratori clandestini, di coltivazioni (che sistematicamente ricrescono), con colture che, grazie anche a fertilizzanti speciali, sono in grado di garantire più raccolti in un anno e di produrre un quantitativo maggiore di arbusti di coca per ettaro con una maggiore resa dell’alcaloide. Crescono i sequestri a livello mondiale con circa 658 tonnellate di cocaina alla data del 31 ottobre 2011 (secondo Narcoleaks, osservatorio che segue tale statistica), dato che contrasta con la produzione stimata a livello mondiale (circa 900 tonnellate) e con le stime che si fanno sui consumi. Il sequestro, il 10 novembre 2011, in diverse città italiane, di oltre due tonnellate e mezzo di cocaina importata dalla Colombia per conto della ‘ndrangheta, è un’ulteriore conferma di quanto accennato. Un mercato, in definitiva, che non conosce le crisi di altri mercati, anche perché la ricerca del piacere da parte dell’uomo (quello che inizialmente sembra offrire il consumo di droghe) è universale e senza tempo. Dall’intervista di Andrea Caramia al Dott. Piero Innocenti
BRAVI RAGAZZI ! Le classi 1 MTA e 2 MTA del “Leonardo” si sono aggiudicate il torneo di calcetto dell’ISII “Marconi” ed hanno guadagnato il secondo posto in classifica nel triangolare con l'istituto “Tramello” e il liceo “San Benedetto”: una squadra affiatata e carica di grinta che promette molto bene, vista la giovane età dei suoi componenti. Nella foto, da sinistra: Baloi, El Dokkaly, Fazlic, Omercic, Moulin, Vera, Xhaferri (preparatore spirituale), Fabrizio Giorgi (allenatore), accosciato Kone. Camilla Guidetti “NON MOLLATE MAI” “Lezioni di vita” è il titolo che potremmo dare al percorso, fatto a scuola, coi “Maestri del Lavoro”, un percorso ricco di consigli e molto particolare. Siamo stati sorpresi dalla disponibilità di queste persone, ci aspettavamo la solita lezione noiosa, invece, le esperienze, che ci hanno raccontato, si sono dimostrate molto interessanti, proprio perché storie di vita vissuta, e tutti i loro consigli ci hanno resi più fiduciosi per il nostro futuro. Queste brevi lezioni hanno incuriosito tutti, sono state un mix di racconti toccanti e divertenti, dai quali abbiamo imparato tanto. Sicuramente, le frasi, che ci hanno colpito di più, sono state: “non mollate mai davanti ai problemi della vita”, “abbiate fiducia in voi stessi e nelle vostre capacità” e “dimostrate sempre sicurezza nel prendere decisioni difficili”. Dobbiamo ringraziare tutti coloro che ci hanno guidato in questa “avventura” e, magari, domani, grazie a questi insegnamenti, potremo essere noi un esempio trainante per le generazioni future. Bari Moushine
IL MONDO DELLE “EMOTICON” ARTE TRA I BANCHI DEL “LEONARDO”: QUANDO LE SPIEGAZIONI DIVENTANO NOIOSE, FOGLI E MATITE PRENDONO IL SOPRAVVENTO PUNTINI E LINEETTE PER ESPRIMERE QUALCOSA IN PIÙ "…Le mie sopracciglia parevano sugli occhi due accenti circonflessi, ^ ^, le mie orecchie erano attaccate male, una più sporgente dell’altra; e altri difetti...", questa frase, tratta da “Uno, nessuno e centomila”, ci mostra come neanche Pirandello abbia resistito ad inserire due piccoli segni grafici per “illustrare” ciò che la penna aveva scritto. Non possiamo dire che quei due accenti tra le virgole siano una vera e propria emoticon, ma certo è che l’idea sembra proprio la stessa. Chi di noi può dichiarare di non aver mai utilizzato le famose faccine in almeno un messaggio? Credo proprio che, almeno una volta, tutti abbiamo usato uno smile, più o meno elaborato, per “colorare” le parole di un grigio e piatto messaggio. Wikipedia riporta la seguente definizione: ” Le emoticon (o smiley o smile, in italiano faccina) sono riproduzioni stilizzate di quelle principali espressioni facciali umane che si manifestano in presenza di un'emozione (sorriso, broncio, ghigno, ecc.)… Il nome nasce dall'accostamento delle parole "emotional" e "icon" e sta ad indicare proprio un'icona che esprime emozioni.” Alcune fonti fanno risalire questa invenzione a un certo Kevin MacKenzie che, nel 1979, voleva introdurre qualche sentimento nei freddi testi dei messaggi. Una ricerca di Mike Jonesun attribuisce, invece, la prima emoticon all'informatico Scott Fahlman ( Scott, in un messaggio del 1982, aveva voluto sottolineare l'ironicità di una sua frase, senza dar adito a discussioni). Secondo altri, l'emoticon non sarebbe altro che una stilizzazione dello smiley, realizzato da Harvey R. Paese cha vai, proverbio che trovi: “detto” da inglesi e da italiani “ If you lay down with dogs, you will get up with fleas “ “Ad andare con lo zoppo, s’impara a zoppicare” Ball e molto di moda negli anni settanta e ottanta. La storia risulta proprio controversia, ma la popolarità delle emoticon è senza dubbio riconosciuta in tutto il mondo ed anche la loro evoluzione è stata proprio particolare: oggi si possono scegliere faccine animate o no, in due o tre dimensioni, che rappresentano i soggetti più diversi, tanto che alcuni siti web sono proprio specializzati solo in emoticon di ogni tipo, da inviare a chiunque e ovunque: allora, non rimane che scegliere quella preferita o quella più adatta al nostro stato d’animo e farci contaggiare dalla mania di vedere i nostri messaggi rallegrati da uno smile sorridente o ammiccante o sorpreso … di essere stato oggetto di un breve articolo di giornale. Bene, a questo punto, quale miglior modo di chiudere questo “pezzo”, digitando, sulla tastiera del computer …i due punti, un trattino e la parentesi rotonda chiusa ? Schiaccio : - ) e …incredibile ! Ecco comparire, in automatico, …, proprio lo smile, il sorriso beneaugurante che spesso accompagna i messaggi delle nostre giornate e che, probabilmente, farà sorridere anche chi avrà dedicato qualche minuto del proprio tempo a leggere queste poche righe. by Elmir Alihodzic, Ivan Atanasov, Alem Unkic Da un’idea di Liviu Cojea