Kit antidiscriminazione
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Kit antidiscriminazione
KIT ANTIDISCRIMINAZIONE per ciano_Layout 1 22/10/13 18.06 Pagina 1 IO DICO NO ALLA VIOLENZA E ALLA DISCRIMINAZIONE Strumento di sensibilizzazione, informazione e formazione Progetto finanziato dal Dipartimento per le Pari Opportunità nell’ambito della IV settimana contro la violenza KIT ANTIDISCRIMINAZIONE per ciano_Layout 1 22/10/13 18.06 Pagina 2 Il comitato scientifico che ha prodotto i contenuti di pubblicazione è stato coordinato da Luciano Scagliotti - Studi in Storia e scienze politiche. Esperto in materia di immigrazione, razzismo, discriminazioni e xenofobia. Direttore di progetti a valenza sociale. Autore di diverse pubblicazioni su politiche comuni di asilo e immigrazione. I componenti sono: Anna Lisa Amodeo - Psicologa clinica e psicoterapeuta dell'età evolutiva, ricercatrice universitaria e docente di Psicologia Clinica presso l'Università degli Studi di Napoli 'Federico II', coordinatrice del Servizio Antidiscriminazione e Cultura delle Differenze del Centro SINAPSI dell'Università degli Studi di Napoli 'Federico II', coordinatrice del Progetto Hermes - linking network to fight sexual and gender stigma, cofinanziato dalla Comunità Europea nell'ambito del Daphne III Program. Paolo Ferrari - Coordinatore del Contact Center UNAR, esperto Acli per le tematiche della discriminazione per razza. Ambra Guarnieri - Educatrice professionale, Formatrice per Arcigay in progetti nazionali di lotta al bullismo omofobico, attivista e volontaria per il circolo Arcigay "Il Cassero" di Bologna. Gabriella Carnieri Moscatelli - Socia-fondatrice dell’Associazione. In qualità di Presidente del “Telefono Rosa” è promotrice e responsabile di tutti i progetti, nazionali e internazionali, presentati da “Telefono Rosa”. Direttore delle case di accoglienza: dal 2004 della Casa Internazionale dei Diritti Umani delle Donne, casa di accoglienza per donne, italiane e straniere, vittime di violenza ed eventuali figli minori. Dal 2012 del Centro Provinciale di Accoglienza "La Ginestra" sito in Valmontone e, del 1522 - numero di pubblica utilità nazionale del Dipartimento per le Pari Opportunità. Alessandra Palattella - Psichiatra-Psicoterapeuta sistemico-relazionale, professore aggregato Università di Roma “Tor Vergata”, volontaria del “Telefono Rosa”, docente e coordinatore nell’ambito dei progetti di formazione nelle scuole di Roma e Provincia. Docente nell’ambito dei progetti di formazione presso gli ospedali di Roma e Lazio per “Telefono Rosa”. Concetta Ricciardi - Psicologia. Ha collaborato con il servizio Contact Center dell’UNAR ed il Backoffice specialistico età/religione. Formatrice interculturale. Conduttrice di laboratori sul tema della discriminazione, presso le scuole secondarie di primo e secondo grado. Giovanni Salerno - Psicologo e Psicoterapeuta. Referente Nazionale del Settore Educazione Telefono Azzurro Onlus. Organizzatore e Coordinatore dal 2007 di laboratori didattici nelle scuole e percorsi formativi rivolti a bambini e adolescenti, genitori e insegnanti. Matteo Schianchi - Studia storia sociale della disabilità all’Ecole des Hautes Etudes en Sciences Sociales di Parigi. Traduttore di saggistica. Ha partecipato agli Europei e ai Mondiali di nuoto con la nazionale italiana di sport disabili. Autore di due volumi, per Feltrinelli e Carocci, inerenti la disabilità. Fabrizio Sorbara - Attivista per i diritti LGBTQI. Responsabile nazionale Arcigay per i settori scuola e giovani. Daniele Terriaca - Psicologo, specializzato in Psicoterapia della Gestalt. Coordinatore di progetti, formatore, conduttore di gruppi esperienziali e di espressione corporea. Habte Weldemariam - Sociologo, lavora presso l’Ufficio studi – Funzione cultura delle Acli nazionali. Co-fondatore dell’ ”Associazione Scritti d’Africa”. Sui temi della pedagogia interculturale è autore, tra gli altri, di Stranieri come noi. Dal pregiudizio all’interculturalità; La terra di Punt. Miti, leggende e racconti dell’Eritrea. Con il fascicolo “La presenza africana nelle Americhe” ha contribuito al kit didattico multimediale progetto Amerindia 1991. Gianfranco Zucca - Dottore in filosofia, master in scienze della comunicazione. Ricercatore sociale. Finito di stampare nell’ottobre 2013 dalla Inprinting srl - Roma KIT ANTIDISCRIMINAZIONE per ciano_Layout 1 22/10/13 18.06 Pagina 3 IO DICO NO ALLA VIOLENZA E ALLA DISCRIMINAZIONE. Strumento di sensibilizzazione, informazione e formazione PRESENTAZIONE .....................................................................................5 1. PER COMINCIARE A CAPIRE 1.1 Le radici storiche ............................................................................... 1.2 Forme e dinamiche ............................................................................ 1.3 Dietro le quinte della discriminazione e della violenza................................ 1.4 Come prevenire e contrastare.............................................................. INDICE 7 8 9 10 2. PER SAPERNE DI PIÙ 2.1 La discriminazione e la violenza su base etnico-razziale...................................................................16 2.2 La discriminazione e la violenza nei confronti delle persone con disabilità ..........................................27 2.3 La discriminazione e la violenza di genere.....................................................................................33 2.4 La discriminazione e la violenza a causa dell’orientamento sessuale e identità di genere ......................42 2.5 La violenza e l’abuso nei confronti dei minori ................................................................................56 2.6 La discriminazione e la violenza a causa delle convinzioni religiose ....................................................64 2.7 Le discriminazioni per età ..........................................................................................................70 3.COME SI SPIEGANO 3.1 Lavorare con i ragazzi ............................................................................................................77 - Scuola primaria ....................................................................................................................77 - Scuola secondaria di primo grado............................................................................................78 - Scuola secondaria di secondo grado ........................................................................................80 3.2 Una piccola cassetta degli attrezzi ............................................................................................81 APPENDICE: Numeri telefonici di pubblica utilità ...............................................................................112 3 KIT ANTIDISCRIMINAZIONE per ciano_Layout 1 22/10/13 18.06 Pagina 4 KIT ANTIDISCRIMINAZIONE per ciano_Layout 1 22/10/13 18.06 Pagina 5 IO DICO NO ALLA VIOLENZA E ALLA DISCRIMINAZIONE. Strumento di sensibilizzazione, informazione e formazione PRESENTAZIONE presentazione Sen. Prof.ssa Maria Cecilia Guerra Viceministro con delega alle pari opportunità Audi alteram partem Abitare il mondo escludendo la possibilità che esistano culture e quindi persone diverse dalla nostra e da noi, è un esercizio che, se consolidato, rischia di divenire una pericolosa arma contro l’altro e di confluire verso infauste derive di cui è costellata la storia dell’ultimo secolo. Escludere l'esistenza di differenze dall’ampia composizione del mosaico umano, significa porre le basi per fenomeni di inclusione- esclusione che possono mettere il prossimo in una condizione di inferiorità e di subalternità. Se assumessimo invece che è proprio attraverso le differenze che si costruisce la nostra identità e che non esiste identità senza alterità, allora potremmo abitare il mondo e guardare l’altro in modo diverso, rimanendo fedeli a noi stessi ed attenti alle esigenze degli altri. Capire e accettare che esistono valori e comportamenti differenti dai nostri, sempre nel rispetto del diritto fondamentale dell’eguaglianza e della libertà di tutti gli individui, significa porre le basi per un società giusta, inclusiva, moderna e dinamica. Nelle crepe del villaggio globale, in cui idee, linguaggi, codici, immagini, soggettività, aggregano e disgregano, in termini inattesi e totalmente nuovi, gruppi e persone, la scuola deve divenire allora il luogo privilegiato in cui conoscere, riconoscere e promuovere la diversità che ogni individuo reca con sé, come inalienabile valore personale e collettivo. Occorre allora scoprire insieme alla scuola, alla famiglia, alle istituzioni, come appunto le differenze siano tratti che nel produrre mutamento, permettono la costituzione della identità di ciascuno, nell’alveo di un principio di eguaglianza che passa necessariamente attraverso il riconoscimento e l’assunzione dell’altrui differenza. Occorre educare ai diritti della persona, alle differenze, affinché ognuno di noi divenga testimone consapevole e responsabile della nostra ricchezza umana. L’educazione, allora, ai diritti e libertà fondamentali diviene 5 KIT ANTIDISCRIMINAZIONE per ciano_Layout 1 22/10/13 18.06 Pagina 6 IO DICO NO ALLA VIOLENZA E ALLA DISCRIMINAZIONE. Strumento di sensibilizzazione, informazione e formazione necessaria nella costruzione di una conoscenza e coscienza che conduca alla realizzazione di un autentico sentimento di humanitas, affinché le ragazze ed i ragazzi, nel loro crescere e divenire persone, non perdano quel sentimento e quella consapevolezza che conduce verso una cultura del rispetto vero della persona. E’ in questa direzione che si muove l’impegno profuso dal Dipartimento per le pari opportunità e dall'Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali, più brevemente denominato UNAR, attraverso il quale il Governo in ottemperanza alla direttiva comunitaria 2000/43/CE, ha istituito un organismo deputato alla garanzia della promozione della parità di trattamento e della rimozione di ogni forma e causa di discriminazione in una società oramai interculturale. L’UNAR, nell’ambito della propria opera di prevenzione e contrasto alla violenza, all’intolleranza, alle diverse forme di discriminazione basate su razza, etnia, religione, disabilità, età, orientamento sessuale e identità di genere, ha rivolto da sempre grande attenzione al mondo della scuola e dell’educazione, riconoscendone il ruolo primario nel processo di sviluppo di una cittadinanza consapevole e di una società pienamente inclusiva. In tal senso ha quindi promosso e sostenuto iniziative presentazione 6 tese a favorire un raccordo sempre più stretto e proficuo tra le istituzioni e il sistema dell’istruzione e quello dell’associazionismo. Nell’ambito di tale raccordo interistituzionale, si colloca la Settimana Nazionale contro la violenza e la discriminazione, istituita in base ad un Protocollo d’Intesa tra il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca e il Dipartimento per le Pari Opportunità, al fine di promuovere, presso le scuole di ogni ordine e grado, iniziative e strumenti di sensibilizzazione, informazione e formazione rivolte agli studenti, ai genitori e ai docenti sulla prevenzione e il contrasto di ogni forma di violenza e discriminazione. La raccolta che segue è riprova e testimonianza di tale impegno. Essa vuole essere uno strumento di approfondimento e supporto per i docenti, gli studenti ed i genitori che vogliano accostarsi a questi temi e porre le fondamenta per un dibattito, sereno ed equilibrato, sui temi delle differenze e dell’educazione ai diritti umani. Solo, infatti, attraverso un’opera congiunta di sensibilizzazione ed educazione a tali tematiche, da parte della famiglia, della scuola, delle istituzioni e attraverso l’impegno di ognuno di noi, nel proprio piccolo e per il proprio ruolo, si può contribuire alla costruzione di un mondo migliore e di un futuro che non sia solo un lontano anelito verso cui tendere ma un avvenire che maturi nel presente, nella consapevolezza, accettazione e promozione dell’altrui dignità. KIT ANTIDISCRIMINAZIONE per ciano_Layout 1 22/10/13 18.06 Pagina 7 PER COMINCIARE A CAPIRE A cura di Concetta Ricciardi e Gianfranco Zucca LE RADICI STORICHE La storia moderna delle idee di pari opportunità e non discriminazione inizia nel 1948, all’indomani degli orrori del nazismo e del fascismo. Il 10 dicembre a Parigi le Nazioni Unite propongono l’adozione internazionale della “Dichiarazione Universale dei Diritti Umani”. Nel documento si dichiara il rispetto nei confronti di ogni individuo indipendentemente dalla sue appartenenze e caratteristiche fisiche e sociali. Quasi un anno prima, il 27 dicembre 1947, in Italia veniva promulgata la Costituzione repubblicana. All’art. 3 è sancito: “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.” Foto: archivio UNAR 7 KIT ANTIDISCRIMINAZIONE per ciano_Layout 1 22/10/13 18.06 Pagina 8 1. PER COMINCIARE A CAPIRE Le guerre e le dittature avevano lasciato un insegnamento: le società contemporanee si fondano necessariamente sulla pari dignità e sull’eguaglianza delle persone. Inoltre è compito delle istituzioni, così come di ogni cittadino, rimuovere gli ostacoli economici e sociali che limitano la libertà e l’eguaglianza delle persone. Anche l’Unione Europea è fondata su questi principi. L’art. 21 della “Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea”, adottata nel 2000, afferma che: CAPIRE “È vietata qualsiasi forma di discriminazione fondata, in particolare, sul sesso, la razza, il colore della pelle o l'origine etnica o sociale, le caratteristiche genetiche, la lingua, la religione o le convinzioni personali, le opinioni politiche o di qualsiasi altra natura, l'appartenenza ad una minoranza nazionale, il patrimonio, la nascita, gli handicap, l'età o le tendenze sessuali.” Non c’è quindi nessun attributo di una persona che può giustificare una differenza nel modo in cui viene trattata. Il citato art. 21 è stato, poi, trasposto nell’art. 19 del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea 8 che prevede sei fattori di discriminazione: sesso, razza o origine etnica, religione, disabilità, età ed orientamento sessuale (o identità di genere). Nei paesi occidentali, per fare in modo che il principio di uguaglianza fosse garantito a tutti i cittadini, i governi del secondo dopoguerra hanno previsto una serie di misure (leggi, servizi, diritti) che hanno come obiettivo la riduzione delle diseguaglianze sociali. Lo stato sociale (in inglese welfare state, letteralmente “stato del benessere”) è lo strumento attraverso il quale si sono concretizzati i principi della Dichiarazione dei diritti dell’uomo e della Costituzione. Per assicurare la parità di trattamento, l’UE ha previsto un insieme di leggi che impegnano gli Stati membri, tra queste le più significative sono la Direttiva 2000/78/CE, che definisce i principi della non discriminazione in materia di occupazione e di condizioni del lavoro, e la Direttiva 2000/43/CE, sull’uguaglianza etnico-razziale, recepita in Italia con il decreto legislativo n. 215/2003 che ha dato vita all’UNAR (Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali). FORME E DINAMICHE Si può essere discriminati per un motivo particolare come il colore della pelle o l’orientamento sessuale, ma anche per più motivi nello stesso tempo: in questi casi KIT ANTIDISCRIMINAZIONE per ciano_Layout 1 22/10/13 18.06 Pagina 9 1. PER COMINCIARE A CAPIRE si parla di discriminazione multipla. Esistono, poi, diverse forme di discriminazione, alcune più evidenti, altre più difficili da riconoscere. La prima grande differenza è tra forme dirette e indirette. La discriminazione è diretta quando qualcuno, a causa di una caratteristica personale o sociale, è trattato in modo peggiore di quanto è trattata un’altra persona in una situazione analoga. La discriminazione è indiretta quando una disposizione che sembra “neutra” – cioè non mette nessuno in condizioni peggiori – nella realtà crea uno svantaggio per una particolare categoria di persone. Un tipo di discriminazione molto evidente sono le molestie. C’è una molestia quando una persona è intimidita o subisce un comportamento ostile, umiliante od offensivo a causa delle sue caratteristiche personali o sociali. In alcuni casi, una molestia si trasforma in aggressioni fisiche o comportamenti violenti che, purtroppo, possono originare traumi psicologici o addirittura la morte della persona aggredita. Una forma molto difficile da riconoscere sono, invece, le istruzioni a discriminare: ossia, quando la discriminazione è attuata da una persona che ubbidisce agli ordini di un capo o di un’organizzazione. DIETRO LE QUINTE DELLA DISCRIMINAZIONE E DELLA VIOLENZA Tutti abbiamo dei “pregiudizi”: quando non conosciamo qualcosa o qualcuno ci basiamo sulle esperienze passate o su quello che dicono gli altri. Un pregiudizio è generalmente basato su una preferenza immotivata per un particolare punto di vista: ad esempio, chi non ha mai avuto animali domestici e dice di preferire i cani ai gatti, esprime un pregiudizio positivo nei confronti dei cani, pur non avendo avuto esperienza né degli uni né degli altri. Un'altra caratteristica importante è che un pregiudizio è considerato vero, non in base alle argomentazioni che si portano a supporto, bensì solo se l’affermazione corrisponde alle proprie idee preconcette: se abbiamo un pregiudizio positivo verso il calcio, chiunque tenti di convincerci che è più divertente il basket non ci riuscirà. L’unico modo che abbiamo per cambiare idea è provare a giocare a basket e vedere se ci piace più del calcio. Cosa accade quando invece esprimiamo pregiudizi negativi, ossia quando – senza alcun motivo e ragione – diciamo che questo è peggio di quello, o addirittura che 9 KIT ANTIDISCRIMINAZIONE per ciano_Layout 1 22/10/13 18.06 Pagina 10 1. PER COMINCIARE A CAPIRE un gruppo di persone è peggiore di un altro? Ogni gruppo è accomunato da alcune caratteristiche o qualità: parlare una certa lingua, avere determinate tradizioni, vestire in un modo piuttosto che in un altro. Queste particolarità creano un’immagine degli appartenenti a quel gruppo. Se si trasforma quest’immagine in qualcosa di rigido e astratto, si crea uno stereotipo: una rappresentazione convenzionale che non si fonda sulla valutazione dei singoli casi ma si ripete meccanicamente. Secondo studi storici, nel Cinquecento, donne vedove, prostitute, ma anche chi aveva i capelli rossi potevano essere considerata una strega. Molte di queste donne vennero torturate e bruciate vive. In realtà si trattava di persone appartenenti per lo più alle classi sociali inferiori, quasi sempre innocenti, accusate solo perché erano donne che vivevano senza la “protezione” di un uomo. Inoltre, tramite le confessioni estorte con la violenza, i processi avevano l’obiettivo di accusare di stregoneria persone ricche alle quali, poi, sarebbero stati sequestrati i beni. Come in passato, nella società contemporanea gli stereotipi sono quasi sempre legati a differenze di potere: il più forte, chi occupa una posizione economica e so- CAPIRE 10 ciale migliore, ha la possibilità di imporre il suo modo di vedere il mondo. I più deboli, come le donne accusate di stregoneria nel ‘500, hanno poche possibilità di contrastare l’immagine stereotipata che si ha di loro perché appartengono a gruppi sociali senza potere. L’idea che i rom siano nomadi è uno stereotipo: solo una minima parte di essi si sposta (e lo fa quasi sempre per lavoro). COME PREVENIRE E CONTRASTARE Uno degli strumenti più efficaci di prevenzione e contrasto della violenza e della discriminazione è l’informazione e la sensibilizzazione. La nostra proposta prevede interventi nelle scuole di ogni ordine e grado realizzati da educatori e formatori esperti in queste tematiche. L’idea è quella di offrire uno spazio di confronto e riflessione che possa servire da stimolo per eventuali approfondimenti e ulteriori iniziative, organizzate dalla scuola stessa. Una sorta di “apri pista” che consenta sia agli alunni che ai docenti di entrare in contatto con il fenomeno in sé e allo stesso tempo di sperimentare strategie di intervento alternative alle metodologie didattiche proprie della scuola. Per quanto riguarda la proposta metodologica, si rimanda il lettore al capitolo 3, specificamente dedicato KIT ANTIDISCRIMINAZIONE per ciano_Layout 1 22/10/13 18.06 Pagina 11 1. PER COMINCIARE A CAPIRE agli strumenti e alle metodologie educative suddivise per ordine e grado di scuola. In questo paragrafo ci soffermeremo invece sui livelli di analisi che l’esame di questi fenomeni richiede. Innanzitutto bisogna tenere conto degli attori coinvolti nelle dinamiche di violenza e discriminazione, che sono: - la vittima - l’autore/carnefice - il testimone. Un aspetto determinante nella scelta degli interventi da proporre è considerare ognuno di questi tre elementi come parte attiva all’interno della relazione. Per molto tempo siamo stati portati a credere ad esempio che la vittima fosse passiva e debole, subisse, cioè, un comportamento di qualcun altro considerato più forte. Questa visione è stata largamente superata e sostituita da una nuova lettura di vittima, che ha rivoluzionato l’impostazione non solo teorica, ma anche operativa. L’aspetto più importante è dato dal riconoscimento della vittima come protagonista attiva di cambiamento. Premessa la disparità nella distribuzione del potere tra “vittima” e “carnefice” e la conseguente necessità di predisporre strumenti e mezzi di supporto indispensabili per aiutare la vittima ad uscire dalla situazione di sopruso e violenza in cui si trova, considerarla parte attiva del processo di cambiamento significa riconoscerle un ruolo e restituirle la forza e il potere necessario per uscire dalla posizione di vittima (e soprattutto per non ritrovarsi nuovamente). È chiaro che questa lettura va modulata a seconda dell’età dei protagonisti. Un bambino ha meno strumenti che permettono di riconoscerlo in un ruolo attivo nella dinamica di violenza in atto, rispetto ad un adulto che ha maggiori capacità e possibilità di discernimento. Questo cambiamento di rotta lo ritroviamo, sul piano operativo, anche nella tipologia di interventi proposti che, coerentemente con quanto detto, si rivolgono a tutti e tre i sottogruppi, suggerendo, per ognuno, strategie di cambiamento. In altre parole, quando si progettano interventi di prevenzione e contrasto della violenza e della discriminazione, si prevedono: - azioni rivolte ad accrescere l’autostima e l’empowerment dei destinatari, così da prevenire e contrastare il ruolo di vittima; - azioni che chiamano in causa i responsabili di episodi di violenza e discriminazione, che mirano al superamento di stereotipi e pregiudizi e alla dimostrazione dell’inefficacia dell’uso della violenza; 11 KIT ANTIDISCRIMINAZIONE per ciano_Layout 1 22/10/13 18.06 Pagina 12 1. PER COMINCIARE A CAPIRE CAPIRE - azioni che mirano a sensibilizzare il gruppo, la cosiddetta “maggioranza silenziosa”, con l’obiettivo di responsabilizzare chi ha il ruolo di osservatore (in qualità di complice, spettatore passivo o difensore della vittima). Ulteriore livello di analisi da tenere in considerazione è la specificità del contesto in cui verranno realizzati gli interventi: la scuola. La scuola proprio per le sue specificità ha un potenziale che, se sfruttato bene, amplifica l’effetto positivo dell’azione di sensibilizzazione. La scuola, in linea con il suo mandato, rappresenta innanzitutto il luogo dell’educazione e della formazione; allo stesso tempo molto spesso diventa il luogo di emersione di situazioni di intolleranza e di violenza e quindi, di conseguenza, di opportunità di cambiamento. La scuola è il luogo in cui si 12 impara e si apprende a livello cognitivo “la cultura” e allo stesso tempo propone e costruisce una “cultura” relazionale dello stare insieme: tra pari, tra adulti e minori, tra paesi, religioni ed etnie diverse, tra ragazzi e ragazze, tra orientamenti sessuali diversi, tra abilità e funzioni psico-corporee differenti. È il terreno comune a tutti i protagonisti del processo educativo, in quanto coinvolge in modo interdipendente insegnanti, genitori e allievi. Promuovere la cultura della diversità in modo efficace significa dunque coinvolgere la scuola come contesto di sperimentazione attiva di nuovi modi di relazionarsi all’altro, nel rispetto dei diritti e delle diversità, attraverso il coinvolgimento diretto di insegnanti, alunni e genitori. In questo lavoro ci soffermeremo esclusivamente sugli interventi rivolti agli alunni, con l’obiettivo di fornire agli adulti strumenti utili per la sensibilizzazione e l’educazione alle diversità. KIT ANTIDISCRIMINAZIONE per ciano_Layout 1 22/10/13 18.06 Pagina 13 PER COMINCIARE COMINCIARE AA CAPIRE CAPIRE 1.1. PER GLOSSARIO Diritti: insieme di principi che sono stati stabiliti per favorire e regolare la convivenza tra membri di una comunità, fornendo regole oggettive di comportamento. In senso più ampio è ciò che ogni cittadino può rivendicare di fronte alla comunità. Empatia: termine che deriva dal greco e che indicava il rapporto emozionale di partecipazione che legava l’autore-cantore al suo pubblico. In psicologia e in altre discipline, l’empatia indica un atteggiamento caratterizzato da uno sforzo di comprensione intellettuale dell’altro. Nell’uso comune, empatia è l’attitudine a offrire la propria attenzione a un’altra persona, mettendo da parte le preoccupazioni e i pensieri personali. La qualità della relazione si basa sull’ascolto e si concentra sulla comprensione dei sentimenti e dei bisogni fondamentali dell’altro. Le relazioni dirette fondate sull’empatia costituiscono il miglior antidoto alla discriminazione. Pregiudizio: la tendenza a considerare in modo ingiustificatamente sfavorevole le persone che appartengono ad un determinato gruppo sociale. Il pregiudizio è un’opinione precostituita, un giudizio preventivo affrettato o avventato, privo di giustificazione razionale o emesso a prescindere da una conoscenza precisa dell’oggetto e tale da impedire valutazioni corrette. Esso denota un atteggiamento di antipatia – sino all'ostilità aggressiva – nei confronti di un gruppo umano caratterizzato sotto il profilo razziale, culturale, linguistico o religioso. Il pregiudizio va però concettualmente distinto dalla discriminazione. Quest'ultima si rappresenta come l'esito di processi sociali – affidati ai comportamenti quotidiani o addirittura alle norme giuridiche – che mirano a negare o limitare concretamente le rivendicazioni d'identità e di rappresentatività istituzionale del gruppo umano oggetto del pregiudizio. Stereotipo: (Stereos=rigido, Tupos=impronta) un insieme coerente abbastanza rigido di credenze che un certo gruppo condivide rispetto a un altro gruppo o categoria sociale. Gli stereotipi si contraddistinguono per la generalizzazione e l’assolutizzazione del proprio punto di vista e della propria esperienza. Lo stereotipo è un insieme di credenze, rappresentazioni ipersemplificate della realtà e opinioni rigidamente connesse tra di loro, che un gruppo sociale associa a un altro gruppo… semplificazioni grossolane e piuttosto rigide che il nostro intelletto costruisce quali “scorciatoie” per comprendere l’infinita complessità del mondo esterno. 13 KIT ANTIDISCRIMINAZIONE per ciano_Layout 1 22/10/13 18.06 Pagina 14 KIT ANTIDISCRIMINAZIONE per ciano_Layout 1 22/10/13 18.06 Pagina 15 Foto: Archivio UNAR 2. PER SAPERNE DI PIÙ KIT ANTIDISCRIMINAZIONE per ciano_Layout 1 22/10/13 18.06 Pagina 16 La discriminazione e la violenza su base etnico-razziale A cura di Concetta Ricciardi e Gianfranco Zucca A CHI È DIRETTA Le persone possono essere vittime di discriminazione e violenza perché appartengono a un determinato gruppo etnico o perché sono nate in un paese anziché in un altro. Avere tratti somatici, costumi, pratiche culturali, sistemi di valori e di credenze diversi da quelli maggioritari - o presunti tali – è il pretesto per legittimare atti di discriminazione e/o di violenza. Foto: “Preghiera tra le preghiere” di Francesca D’Amico 16 KIT ANTIDISCRIMINAZIONE per ciano_Layout 1 22/10/13 18.06 Pagina 17 2.1 La discriminazione e la violenza su base etnico-razziale Discriminazioni e violenze etnico-razziste colpiscono persone che appartengono a gruppi etnici o etnico-religiosi minoritari come Rom e Sinti ed Ebrei; persone cosiddette “di colore”, come chi è di origine africana o asiatica; persone immigrate o con un retroterra migratorio, anche se cittadine e cittadini del Paese in cui vivono; più in generale, tutte le persone appartenenti a gruppi percepiti (a ragione o, spesso, a torto) come “etnicamente differenti”. Strettamente legate alla discriminazione etnica sono spesso, pur essendo fenomeni diversi, le discriminazioni religiose e culturali: è a volte difficile distinguere i terreni e le motivazioni delle discriminazioni di cui sono vittime i Musulmani, gli Ebrei, gli immigrati da Paesi di culture o religioni diverse. Elemento comune alle varie forme di discriminazioni e alle varie combinazioni tra esse è la distinzione tra un “noi” considerato superiore (culturalmente, etnicamente, perfino geneticamente) e un “loro” considerato inferiore, indipendentemente dal fatto che i due gruppi siano identificati in base al luogo di nascita, alla discendenza, al colore della pelle, alla religione o a un particolare elemento culturale. Distinzione in sé quasi elementare, e proprio per questo forte e diffusa, a supporto della quale sono state sviluppate teorie pseudoscientifiche atte a giustificare politiche illegittime e aberranti: dal colonialismo fino allo sterminio di Ebrei, Rom, Sinti, in nome della superiorità razziale, culturale, religiosa. Alcuni gruppi appaiono particolarmente esposti alla discriminazione e alle violenze etnicamente motivate nell’Italia contemporanea: Ebrei, Rom e Sinti, Musulmani e Migranti. Per i primi due gruppi si tratta in realtà di una conferma della discriminazione che li colpisce da sempre: antisemitismo e antiziganismo sono costanti della storia europea ed italiana. Islamofobia e xenofobia sono invece fenomeni relativamente recenti, almeno come sentimenti largamente diffusi, legati allo sviluppo dell’immigrazione nelle ultime due decadi. Nel caso dei Musulmani (compresi gli italiani di fede islamica) un impatto determinante ha avuto l’attacco dell’11 settembre 2001 alle Torri Gemelle di New York e la conseguente e tuttora perdurante “guerra contro il terrorismo islamico”, nel nome della quale sono state giustificate forme di discriminazione e razzismo istituzionale e diffuse giustificazioni alla crescente islamofobia (si pensi ai pretesti addotti per limitare di fatto la libertà religiosa: dalle moschee descritte come covi terroristici al velo considerato minaccia alla sicurezza). Nei confronti dei migranti hanno agito due meccanismi principali: denigrazione e confusione. Gruppi diversi (albanesi prima, poi “arabi”, quindi rumeni) sono stati oggetto di campagne denigratorie, molto violente e diffuse, tese a 17 KIT ANTIDISCRIMINAZIONE per ciano_Layout 1 22/10/13 18.06 Pagina 18 2.1 La discriminazione e la violenza su base etnico-razziale farli apparire tutti senza distinzione come criminali sulla sola base della loro origine (in questo è l’essenza stessa del razzismo). Campagne in cui un ruolo decisivo ha avuto la (voluta) confusione del linguaggio e delle definizioni, In particolare l’uso indiscriminato e del tutto scorretto di termini con connotazioni negative come “clandestino” o “illegale” e di immagini ansiogene come “invasione”, “ondata” e altre simili. Di questo uso discriminatorio e violento del linguaggio hanno pagato il prezzo tutte le persone migranti; merita tuttavia una menzione il caso particolare di richiedenti asilo e rifugiati e più in generale di chi ha bisogno di protezione internazionale. Si tratta di persone che hanno un diritto, riconosciuto da norme internazionali, europee e nazionali, a trovare asilo e forme diverse di protezione perché bersaglio di persecuzioni nei loro Paesi oppure perché le loro vite sono a rischio a causa di guerre, catastrofi, violazioni sistematiche e diffuse dei diritti umani fondamentali. Sono la negazione stessa del concetto di clandestinità: hanno bisogno di riconoscimento e accoglienza e per ottenerla si rivolgono alle autorità del Paese in cui arrivano, raccontando la propria storia e dichiarando la propria identità, provenienza, nazionalità. Tuttavia vengono spesso inclusi nella categoria negativa SAPERE 18 dei clandestini, con ciò alimentando nei loro confronti, anziché il riconoscimento che chiedono e a cui hanno diritto, l’ostilità diffusa verso persone che “cercano di introdursi illegalmente in Italia”: abbiamo visto recentemente questo meccanismo attivarsi nei confronti di quanti hanno cercato di raggiungere l’Europa durante i rivolgimenti nei Paesi del Nord Africa. A questo primo livello di discriminazione verso persone psicologicamente vulnerabili, perché forzate all’esilio, al distacco, ad abbandonare la loro vita, le loro famiglie, spesso per aver vissuto il trauma della tortura, se ne aggiungono purtroppo altri. Ricostruirsi una vita in Italia non è facile: ottenere le informazioni riguardo i propri diritti, avere accesso ai servizi che esistono, doversela cavare completamente da soli dopo pochi mesi passati in centri di accoglienza. La discriminazione riguarda la vita che queste persone sono costrette a vivere, perché non vengono sostenute nel costruirsene una diversa. Non esiste in Italia un sostegno specifico per l’integrazione di tutti i rifugiati, che li accompagni verso l’autonomia attraverso uno studio approfondito della lingua italiana e la formazione professionale. Questo significa che per molti di loro il futuro può essere solo fatto di emarginazione, di una vita vissuta ai margini della società. Come il caso dei rifugiati che a Roma vivono negli stabili occupati di Collatina, di Anagnina o nella baraccopoli di Ponte Mammolo, in condizioni igienico-sanitarie gravissime. Si stima siano almeno 1.700 persone e tra KIT ANTIDISCRIMINAZIONE per ciano_Layout 1 22/10/13 18.06 Pagina 19 2.1 La discriminazione e la violenza su base etnico-razziale di loro ci sono anche famiglie con bambini. Questa è la quotidiana discriminazione. Uno degli specchi più fedeli della nostra società è sicuramente la scuola, che ci mostra ormai da diversi anni, una realtà multietnica, con alunni provenienti da diversi paesi, sempre più numerosi. Come afferma anche il Ministero delI’Istruzione, Università e Ricerca (MIUR), la presenza di alunne e alunni con cittadinanza non italiana è un fenomeno strutturale del nostro sistema scolastico. Allo stesso tempo, però, è anche uno dei contesti in cui si manifestano episodi di intolleranza etnico-razziale, ai danni degli alunni stranieri e delle loro famiglie, da parte di altri alunni (italiani e stranieri) o dei loro genitori, del personale scolastico (docenti e non) e delle istituzioni. LA DISCRIMINAZIONE IN NUMERI È difficile sapere quanti siano i casi di discriminazione etnico-razziale: le persone che subiscono il razzismo non sempre denunciano l’accaduto. L’UNAR offre un sostegno alle persone che decidono di segnalare episodi di razzismo. I dati dell’UNAR dicono che nel 2011 i casi denunciati sono stati 736, nel 2012, invece, 659. Sembrano tanti ma è solo la punta dell’iceberg: molti preferiscono non denunciare o non sono in grado di farlo (magari per paura di perdere il lavoro). Per capire quanto è diffusa la discriminazione su basi etniche o razziali, si possono considerare le statistiche dell’ISTAT sulla condizione lavorativa degli immigrati. Il 42,3% degli stranieri ha un lavoro per il quale è necessario un titolo di studio inferiore a quello posseduto: ci sono ingegneri che fanno i manovali, medici che fanno le pulizie e così via. Anche rispetto agli stipendi la situazione non migliora: in media un lavoratore italiano guadagna 1286 euro al mese, uno straniero 973 euro, se si tratta di una donna straniera si scende ancora, sino a 788 euro [fonte: ISTAT 2012]. Nel mondo del lavoro essere straniero significa quindi fare lavori peggiori e essere pagati di meno. Anche queste sono forme di discriminazione. C’È VIOLENZA E/O DISCRIMINAZIONE QUANDO… …quando c’è disparità di trattamento: Per ottenere un lavoro contano le capacità, le esperienze, la formazione e molte altre qualità. Sicuramente non è rilevante essere nati in un paese piuttosto che in 19 KIT ANTIDISCRIMINAZIONE per ciano_Layout 1 22/10/13 18.06 Pagina 20 2.1 La discriminazione e la violenza su base etnico-razziale un altro. Allo stesso modo quando un proprietario decide di affittare una casa, deve innanzitutto valutare se la persona sarà in grado di pagare l’affitto. Anche qui, il paese dove si è nati non è importante. Non dare lavoro o non affittare casa a qualcuno perché è straniero è un comportamento illegale. Questi sono solo due esempi di discriminazione che si esprime sotto forma di “disparità di trattamento”. Secondo la normativa europea (Direttiva 2000/43/CE), gli Stati sono tenuti a garantire la parità di trattamento fra le persone indipendentemente dalla razza e dall'origine etnica: quando una persona o un gruppo, ma anche un’istituzione, tratta in modo differente un individuo solo perché appartiene a uno specifico gruppo etnico si ha una discriminazione. Oltre alla casa e al lavoro, ci sono molti altri ambiti della società dove si manifesta la discriminazione razziale: un autista di un autobus che non apre le porte a dei passeggeri africani, il barista che si rifiuta di servire una donna di origine rom, oppure le compagnie di assicurazione che applicano tariffe maggiorate ai clienti immigrati. Per quanto riguarda la scuola, un alunno straniero può essere trattato in modo sfavorevole ad esempio se SAPERE 20 viene escluso dai bandi per ottenere borse di studio, o dalla possibilità di accedere a contributi e agevolazioni, o ancora se non può partecipare a concorsi a premi indetti dall’istituzione scolastica, perché di cittadinanza non italiana. …quando c’è emarginazione e rifiuto: Si ha discriminazione razziale ed etnica in tutte quelle situazioni in cui in un modo o nell’altro si “mette ai margini”, si esclude una persona o un gruppo di persone a causa della propria provenienza o perché appartenenti ad un determinato gruppo etnico. Quando, cioè, si ha un comportamento di “non accettazione”, di rigetto prodotto dal pregiudizio e nei casi più gravi dal disprezzo nei confronti di chi ha una provenienza geografica e culturale diversa da quella italiana. Nella scuola si può avere un comportamento escludente e di rifiuto, quando, ad esempio, i genitori di alunni italiani lamentano che la presenza cospicua di stranieri nella classe dei propri figli rallenti lo svolgimento del programma, oppure quando si prevedono classi formate solamente da alunni di origine straniera, anche quando il provvedimento sembra essere giustificato da situazioni contingenti. Un altro caso molto diffuso è il rifiuto dell’iscrizione a scuola di un bambino appartenente all’etnia rom. Bisognerebbe, invece, fare KIT ANTIDISCRIMINAZIONE per ciano_Layout 1 22/10/13 18.06 Pagina 21 2.1 La discriminazione e la violenza su base etnico-razziale in modo che la diversità venisse percepita da tutti non come un ostacolo, ma come un’opportunità per la scuola italiana. stessi compagni di classe che si rendono protagonisti di episodi umilianti e violenti. …quando c’è aggressione e violenza: Le cronache italiane, purtroppo, da diversi anni riportano casi di violenza e aggressioni a sfondo etnico-razziale. Parliamo di tutti quegli episodi in cui la motivazione scatenante del comportamento violento non ha a che fare con qualcosa che si è detto o si è fatto, ma con l’appartenenza della persona a un determinato gruppo etnico. Essere, cioè, stranieri, rom, ebrei diventa motivo sufficiente per legittimare la violenza. Un alunno che aggredisce il proprio compagno di classe perché straniero, compie un atto violento aggravato dalla discriminazione razziale. L’insegnante che offende un alunno, con frasi umilianti e denigratorie sulla sua origine etnica, può essere denunciato per discriminazione razziale. Oltre alla violenza fisica in senso stretto, rientrano in questo ambito anche i fenomeni di bullismo a sfondo razziale, di cui a volte sono protagonisti gli alunni appartenenti a classi multietniche. In questi casi sono gli C’È VIOLENZA E/O DISCRIMINAZIONE PERCHÉ Oggi la discriminazione etnica è collegata con le migrazioni: quanto più le persone si spostano alla ricerca di condizioni di vita migliori, tanto più gli appartenenti ai gruppi etnici dominanti sentono la propria posizione minacciata. La mobilità delle persone produce due sentimenti negativi, diversi fra loro: la xenofobia è la paura per lo straniero, per la persona che viene da “fuori” a prendere ciò che è nostro; la mixofobia è invece la paura che lo straniero si mescoli a noi, cambiando il nostro modo di vivere e di essere. Quando queste due paure si diffondono nella società, la reazione delle persone è la chiusura, il rifiuto, il tentativo di escludere chi è etnicamente diverso, sino ad arrivare all’aggressione fisica. 21 KIT ANTIDISCRIMINAZIONE per ciano_Layout 1 22/10/13 18.06 Pagina 22 2.1 La discriminazione e la violenza su base etnico-razziale SAPERE GLOSSARIO Antisemitismo: avversione nei confronti degli Ebrei. Antiziganismo: (dal francese tsigane, zigano) è un concetto coniato in analogia a «antisemitismo» per indicare un’ostilità nei confronti dei Rom. Rientrano nell’antiziganismo reticenze e comportamenti ostili nei confronti di persone o gruppi percepiti come «zingari». L’antiziganismo si è espresso nel corso della storia sotto forma di discriminazione economica, sociale o statale, di persecuzione politica, nonché di deportazione, internamento, sterilizzazione coatta e genocidio perpetrato dall’apparato statale. Apolide: persona che nessuno Stato considera come suo cittadino (Convenzione di New York, 1954). Clandestino: etimologicamente significa, una persona che “si nasconde di giorno”, che “s’intrufola” o persino, in età contemporanea, “chi sta in agguato”. E’ un termine cha ha una forte connotazione negativa, rimanda alla segretezza, al nascondersi, all’essere fuori dalla normalità. Clandestino non è un termine giu- 22 ridico, è il termine utilizzato dai mezzi di comunicazione per definire, e stigmatizzare, i migranti irregolarmente presenti sul territorio o anche coloro che, in fuga da guerre e persecuzioni, arrivano in Italia senza documenti o con documenti falsi, ovvero i richiedenti asilo e i rifugiati. In altri paesi i “clandestini” sono chiamati “sans papiers” (in Francia), "non-documented migrant workers" (definizione suggerita dalle Nazioni Unite), definizioni che rimandano ai documenti in possesso della persona, non alla sua essenza. Eco-profugo: colui che è costretto a lasciare il proprio paese per cause ambientali che rendono impossibile (temporaneamente o definitivamente) la permanenza nel luogo di abituale residenza. Etnocentrismo: tendenza a giudicare le altre culture e a interpretarle in base a criteri della propria cultura e a proiettare su di esse in modo più o meno consapevole il nostro concetto di evoluzione, di progresso, di sviluppo e di benessere. Extracomunitario: letteralmente, l’aggettivo "extracomunitario" indica le persone che provengono da paesi non appartenenti all’Unione europea. C’è da osservare che, a rigore, il termine dovrebbe applicarsi a tutti i cittadini di Paesi non-UE, per esempio anche ai cittadini svizzeri, norvegesi, statunitensi, israeliani e così via. KIT ANTIDISCRIMINAZIONE per ciano_Layout 1 22/10/13 18.07 Pagina 23 2.1 La discriminazione e la violenza su base etnico-razziale Sappiamo invece per esperienza quotidiana che non è così: quando si parla di "extracomunitari" si allude quasi esclusivamente agli immigrati che vengono dall’Africa o dall’Albania o dai territori curdi, spesso in condizioni disperate. Definirli "extracomunitari" significa censurare altre etichette possibili, più esplicite e referenziali, ma meno "politicamente corrette". stima che circa il 90% dei migranti irregolarmente presenti siano persone che avevano un permesso di soggiorno che non sono più stati in grado di rinnovare, i cosiddetti overstayers. Profugo: termine generico che indica chi lascia il proprio paese a causa di eventi esterni (guerre, invasioni, rivolte, catastrofi naturali). Rifugiato: il rifugiato è colui che è costretto a lasciare il proprio paese a causa di persecuzione per motivi di razza, religione, nazionalità, appartenenza a un determinato gruppo sociale o per le opinioni politiche (Convenzione di Ginevra, 1951). A differenza del migrante, egli non ha scelta: non può tornare nel proprio paese d’origine se non a scapito della propria sicurezza e incolumità. Dal punto di vista giuridico - amministrativo, un rifugiato è una persona cui è riconosciuto lo status di rifugiato. Razzismo: significa attribuire, senza alcun fondamento, caratteristiche ereditarie di personalità o comportamento a individui con un particolare aspetto fisico. Chiamiamo razzista chi crede che l’attribuzione di caratteristiche di superiorità o inferiorità a individui con un determinato aspetto somatico abbia una sua spiegazione biologica. Regolari / Irregolari: i migranti non sono regolari o irregolari, ma sono migranti regolarmente o irregolarmente presenti sul territorio. Gli immigrati regolarmente presenti sono coloro che risiedono in uno Stato con un permesso di soggiorno rilasciato dall'autorità competente. I migranti irregolarmente presenti hanno, nella maggior parte dei casi, permessi di soggiorno e visti scaduti e non rinnovati. E’ importante ricordare che si Sfollato: in alcuni contesti, si parla genericamente di sfollato come di chi fugge a causa di catastrofi naturali o guerre e viene accolto temporaneamente sul territorio di un paese estero, con un soggiorno per "protezione umanitaria". Spesso, il termine è usato come traduzione dall’inglese: "Internally Displaced Person" (IDP), colui che abbandona la propria dimora per gli stessi motivi del rifugiato, ma non oltrepassa un confine internazionale, restando dunque all'interno del proprio paese. 23 KIT ANTIDISCRIMINAZIONE per ciano_Layout 1 22/10/13 18.07 Pagina 24 2.1 La discriminazione e la violenza su base etnico-razziale Vu’ cumprà: è un neologismo diffusosi in Italia negli anni novanta per indicare, in senso generalmente dispregiativo, i venditori ambulanti di origine africana. La parola vuole imitare la pronuncia distorta da parte di queste persone con scarsa padronanza della lingua italiana della frase "vuoi comprare?". Il termine "vu’ cumprà" viene spesso usato con significato esteso, per esempio a indicare genericamente le persone provenienti da paesi diversi dall’Italia, a prescindere dall'attività che svolgono. SAPERE Zingari: (dal greco (A)tsínganoi), termine eteronimo diffuso che definisce una sistematizzazione politica, antropologica e sociologica stereotipata decisa da appartenenti alla cultura maggioritaria, in senso numerico. È ritenuto un dispregiativo e mai viene utilizzato nelle lingue sinta e romanés. Quando è utilizzato da una persona sinta o rom si può parlare di sudditanza psicologica e culturale. 24 LINK www.unar.it: sito dell’Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali, dove è possibile denunciare condotte di discriminazione attraverso un apposito form. In alternativa, è possibile segnalare discriminazioni da parte di vittime o testimoni anche mediante il numero verde 800 90 10 10. www.lunaria.org: Lunaria, associazione di promozione sociale e culturale di Roma, promuove attività di ricerca sulle migrazioni, informazione e campagne di promozione dei diritti dei migranti, iniziative contro il razzismo. www.cronachediordinariorazzismo.org: sito di informazione, approfondimento e comunicazione specificamente dedicato al fenomeno del razzismo curato dall’associazione Lunaria. E’ anche il titolo dell’omonimo rapporto sul razzismo in Italia, curato da Lunaria e disponibile online. www.stranieriinitalia.it: portale dell’immigrazione e degli immigrati in Italia. Contiene, tra le altre cose, notizie, eventi, annunci, aggiornamenti sulla normativa. www.intercultura.it: Intercultura è un’associazione che promuove il dialogo interculturale attraverso gli scambi scolastici. www.amnesty.it: sito dell’omonima organizzazione, Amnesty International, al link “educazione”, propone numerosi suggerimenti didattici, suddivisi per ordine e grado di scuola, su diversi temi legati alla promozione dei diritti umani. http://hubmiur.pubblica.istruzione.it/web/istruzione/i ntercultura: sito del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca – sezione dedicata all’intercultura nella scuola. KIT ANTIDISCRIMINAZIONE per ciano_Layout 1 22/10/13 18.07 Pagina 25 2.1 La discriminazione e la violenza su base etnico-razziale http://www.meltingpot.org/: Melting Pot Europa è un progetto di comunicazione indipendente, formato da un’equipe multidisciplinare sul tema della migrazione. http://fra.europa.eu/en: sito tradotto in inglese, francese e tedesco della “European Union Agency for Fundamental Rights”. http://www.secondegenerazioni.it/: sito della Rete G2 – Seconde Generazioni, organizzazione nazionale fondata da figli di immigrati e rifugiati nati e/o cresciuti in Italia. www.roma-intercultura.it: servizio a cura del CSER – Centro Studi Emigrazione Roma, offre notizie su eventi, materiali, progetti interculturali a Roma e altrove; biblioteca e videoteca consultabili sul web; selezione link di interesse. www.cir-onlus.org: sito del CIR – Consiglio Italiano per i Rifugiati Onlus, nato per la tutela dei diritti dei rifugiati e dei richiedenti asilo, contiene notizie, aggiornamenti legislativi e pubblicazioni per approfondire tutte le tematiche relative ai rifugiati e richiedenti asilo. www.unhcr.irt: sito dell’Agenzia per le Nazioni Unite per i Rifugiati. www.centroastalli.it: l’associazione Centro Astalli - con sede a Roma, Vicenza, Trento, Catania e Palermo – si occupa dei rifugiati e degli sfollati di tutto il mondo. Sul sito è possibile scaricare il rapporto annuale. www.caritas.it: sito della Caritas Italiana, che promuove da diversi anni ricerche, studi e pubblicazioni sul tema dell’immigrazione, tra cui il “Dossier Statistico Immigrazione”. www.ecre.org: sito in inglese dell’European Council on Refugees and Exiles. www.porrajmos.it: sito sulla storia della persecuzione subita dalle minoranze linguistiche sinte e rom durante il fascismo. Gli studi su questa pagina di storia italiana risalgono appena all’ultimo decennio ed il progetto Memors è la prima ricerca organica su questa tematica. www.enar-eu.org: l'ENAR - European Network Against Racism è una rete europea di organizzazioni impegnate nella lotta al razzismo, la discriminazione razziale e la xenofobia. www.cirdi.org: il CIRDI - Centro di Informazione su Razzismo e Discriminazione, in Italia si propone di essere un punto di riferimento a livello nazionale su razzismo, xenofobia ed intolleranze collegate e sulle discriminazioni basate sull’origine etnica o nazionale, lingua o religione per tutte quelle organizzazioni ed istituzioni che lavorano su questi temi e per i cittadini interessati, comprese le vittime reali e potenziali. www.asgi.it: l’ASGI - Associazione per gli Studi Giuridici sull’immigrazione, riunisce avvocati, docenti universitari, operatori del diritto e giuristi con uno specifico interesse professionale per le questioni giuridiche connesse all'immigrazione. www.arci.it: l’ARCI – Associazione Ricreativa e Culturale Italiana è un’associazione di promozione culturale attiva su tutto il territorio nazionale, impegnata, tra l’altro, nella tutela dei diritti dei migranti, anche attraverso l’attivazione di due numeri verdi, uno per i diritti dei migranti 800 99977 e uno specifico per i richiedenti asilo 800 905570. 25 KIT ANTIDISCRIMINAZIONE per ciano_Layout 1 22/10/13 18.07 Pagina 26 Un esempio di discriminazione etnico-razziale L’annuncio di affitto riportato nella foto rappresenta una delle discriminazioni più diffuse in ambito abitativo: la disparità di trattamento nell’accesso alla casa, che può riguardare sia l’affitto che l’acquisto. Nel caso specifico viene esplicitata l’esclusione, e quindi la discriminazione, dalla scritta “no extracomunitari”; pertanto è possibile intervenire denunciando l’autore dell’annuncio, come previsto dal D.L. n.215/2003. In altre situazioni il comportamento discriminatorio può non essere così chiaro, ma ugualmente agito, ad esempio attraverso il rifiuto da parte dei proprietari di case o delle agenzie immobiliari ad affittare o vendere immobili a persone straniere. In quest’ultimo caso è molto difficile dimostrare la condotta discriminatoria. Altre forme di discriminazione in ambito abitativo possono riguardare molestie fisiche e verbali tra vicini di casa o condomini determinate da particolari abitudini o tradizioni culturali. 26 KIT ANTIDISCRIMINAZIONE per ciano_Layout 1 22/10/13 18.07 Pagina 27 La discriminazione e la violenza nei confronti delle persone con disabilità A cura di Matteo Schianchi A CHI È DIRETTA Vittime di questo tipo di discriminazione sono le persone con disabilità. Già questo concetto impone una breve precisazione, poiché spesso risulta particolarmente confuso. Disabilità, infatti, è un’espressione che racchiude in sé numerose dimensioni che difficilmente possono essere sintetizzate e, con altrettanta difficoltà, possono essere confrontate e paragonate tra di loro tanto sono diversi i vissuti e le forme di discriminazione. Si corre sempre il rischio di concentrarsi solo su alcune specifiche categorie di persone e su alcune dimensioni. In questo senso, quando si parla di discriminazione legata alla disabilità, è necessario considerare che le forme di discriminazione sono multiple e molteplici. Talvolta sono addirittura plurime quando la disabilità si aggiunge ad altre forme soggette a discriminazione, per Foto: “La solitudine dei numeri diversi” di Marianna Di Palma 27 KIT ANTIDISCRIMINAZIONE per ciano_Layout 1 22/10/13 18.07 Pagina 28 2.1 La 2.2 La discriminazione discriminazione ee la la violenza violenza su neibase confronti etnico-razziale delle persone con disabilità esempio quelle indicate da questa stessa pubblicazione. Allora, il fattore disabilità può essere un’ulteriore fonte di discriminazione unito ad altri classici casi di discriminazione, per esempio quelli legati al genere, alla provenienza, all’etnia, all’orientamento sessuale. Una delle migliori definizioni del concetto di disabilità ci è fornita dalla Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità (2006) che la qualifica come un concetto in evoluzione. In particolare, “è il risultato dell’interazione tra persone con menomazioni e barriere comportamentali ed ambientali, che impediscono la loro piena ed effettiva partecipazione alla società su base di uguaglianza con gli altri”. Le menomazioni a cui si fa riferimento, siano esse congenite o acquisite, sono: fisico-motorie, intellettivo-relazionali, sensoriali, psichiche, legate a malattie invalidanti permanenti o evolutive. SAPERE LA DISCRIMINAZIONE IN NUMERI Per discriminazione legata alla disabilità si intende qualcosa di molto preciso, ovvero: “qualsivoglia distinzione, esclusione o restrizione sulla base della disabilità che 28 abbia lo scopo o l’effetto di pregiudicare o annullare il riconoscimento, il godimento e l’esercizio, su base di uguaglianza con gli altri, di tutti i diritti umani e delle libertà fondamentali in campo politico, economico, sociale, culturale, civile o in qualsiasi altro campo”. Queste definizioni sono particolarmente importanti poiché focalizzano l’attenzione sulla centralità della persona. Invece, nella grandissima maggioranza dei casi, le persone con disabilità sono considerate a partire dalla loro menomazione che le definisce come persone di “secondo ordine” a causa di quella loro forma di diversità. Da qui deriva il fatto che, troppo spesso, queste persone sono considerate e trattate in modo differente, cioè peggiore, rispetto alle altre persone semplicemente perché hanno una disabilità. Secondo l’approccio indicato dalla Convenzione, invece, la discriminazione di una persona sulla base della disabilità “costituisce una violazione della dignità e del valore connaturati alla persona umana”. Se ci rapportiamo alla questione della disabilità a partire dalla logica dei diritti connaturati nelle persone, dobbiamo avere chiaro che funzionamenti differenti (legati alla menomazione) non possono assolutamente inficiare la parità dei diritti. Si tratta dunque di chiedersi, indipendentemente dal tipo di disabilità della persona che si ha di fronte: come si rispettano i suoi diritti? A scuola. Nonostante esista una legislazione che garantisce l’integrazione scolastica di tutti, rimangono comunque KIT ANTIDISCRIMINAZIONE per ciano_Layout 1 22/10/13 18.07 Pagina 29 2.2 La discriminazione e la violenza nei confronti delle persone con disabilità molti ostacoli nell’accesso all’istruzione: tra le persone con disabilità, il 20,9% non ha alcun titolo di studio, contro il 4,3% del resto della popolazione. Ancora oggi, il diritto allo studio è ostacolato da gravi forme di discriminazione, quali la mancanza di servizi di trasporto accessibili per raggiungere la scuola, la presenza di barriere architettoniche e culturali, la mancanza di assistenza personale, la scarsa preparazione degli insegnanti curriculari, il numero ridotto degli insegnanti di sostegno e talvolta l’inadeguatezza del loro ruolo, che spesso aumenta l’isolamento e la segregazione dell’allievo all’interno della classe. Al lavoro. In Italia, solo il 18% delle persone con disabilità in età lavorativa risulta occupato, contro poco più del 54% del resto della popolazione. Servizi e mobilità. Molto spesso, ospedali, centri di riabilitazione e altri tipi di strutture sanitarie non rispettano le norme sull’accessibilità. Si incontrano ostacoli anche nell’ambito delle attrezzature diagnostiche e sanitarie, che sono ideate e costruite per le persone cosiddette “normali”, ma soprattutto risulta ancora inadeguata la formazione del personale sanitario alla cura delle persone con problemi di comunicazione. Ostacoli sono presenti anche nel sistema dei trasporti, basti pensare ad esempio che le stazioni ferroviarie in cui esiste il servizio di accompagnamento sono ancora circa 240 su 2.400. Violenza sulle donne. Le donne con disabilità sono maggiormente esposte a molestie sessuali, violenze domestiche e sfruttamento di vario genere anche sul posto di lavoro. Sono due volte più a rischio, rispetto alle altre donne, di divorzio e separazione e, soprattutto nel caso abbiano una disabilità intellettiva, sono un obiettivo più facile di sfruttamento sessuale. Violenza su minori. Alcuni ricercatori hanno rilevato che i bambini con disabilità sono circa 3,7 volte più a rischio di subire forme di negligenza, 3,8 volte di essere vittime di maltrattamento fisico o psicologico, e 4 volte più a rischio di subire forme di abuso sessuale, rispetto a bambini senza disabilità. Sport e tempo libero. Il 15,5% delle persone con disabilità di 6 anni e più svolge una qualche attività fisica o sportiva, a fronte del 52,9% delle persone non disabili. Solo l’11,3% delle persone con disabilità sopra i 14 anni è andato al cinema, a teatro o a vedere qualche spettacolo nel corso dell’ultimo anno rispetto al 24,2% delle persone senza disabilità. 29 KIT ANTIDISCRIMINAZIONE per ciano_Layout 1 22/10/13 18.07 Pagina 30 2.1 La 2.2 La discriminazione discriminazione ee la la violenza violenza su neibase confronti etnico-razziale delle persone con disabilità Infine, disabilità fa spesso rima con povertà. Si stima che circa il 70% dei costi di assistenza di una persona con disabilità sia a carico della sua famiglia. Un recente studio ha verificato che il reddito delle famiglie con all’interno almeno una persona con disabilità è del 20% inferiore rispetto a quello delle famiglie senza membri con disabilità. Una famiglia con almeno un componente con disabilità, per raggiungere un’equivalente soddisfazione, ha bisogno di un reddito 2.16 volte più alto di quello di una famiglia senza membri disabili. (Fonte: FISH ricerca condotta per la realizzazione della ricerca “I numeri della disabilità e della discriminazione”). Al fine di affrontare in modo sistematico ed organico tali problematiche, nel 2013 il Governo ha elaborato un Programma di azione biennale per la promozione dei diritti e l’integrazione delle persone con disabilità, che è stato predisposto, in attuazione dell’art. 5 della Legge 3 marzo 2009, n.18, dall’Osservatorio Nazionale istituito presso il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali. Il programma si articola in sette linee di intervento, una delle quali riguarda proprio l’attivazione di adeguati percorsi formativi ed inclusione scolastica delle persone con disabilità (il programma è consultabile sul sito www.lavoro.gov.it nella sezione Disabilità e non autosufficienza). SAPERE 30 GLOSSARIO Barriere: sono ciò che impedisce a chi ha una disabilità di accedere, su base di uguaglianza con gli altri, all’ambiente fisico, ai trasporti, all’informazione e alla comunicazione, compresi i sistemi e le tecnologie di informazione e comunicazione, e ad altre attrezzature e servizi aperti o forniti al pubblico, sia nelle aree urbane che in quelle rurali. Le barriere sono la più tangibile e concreta forma di inizio della discriminazione. L’eliminazione di ostacoli e barriere all’accessibilità è prevista dalla legge e si applica, tra l’altro, a: 1. edifici, viabilità, trasporti e altre strutture interne ed esterne, comprese scuole, alloggi, strutture sanitarie e luoghi di lavoro; 2. servizi di informazione, comunicazione e altri, compresi i servizi informatici e quelli di emergenza. Disabilità: risultato dell’interazione tra persone con menomazioni e barriere comportamentali ed ambientali, che impediscono la loro piena ed effettiva partecipazione alla società su base di uguaglianza con gli altri. Diversamente abile: è un’espressione molto diffusa, specialmente nella scuola e nei media. È invece un’espressione non corretta, fintamente inclusiva e, dal punto di vista linguistico, troppo vaga. Nel suo uso, produce uno spostamento da presunte abilità dell’individuo espresse per differenza (si è diversi rispetto a un crite- KIT ANTIDISCRIMINAZIONE per ciano_Layout 1 22/10/13 18.07 Pagina 31 2.2 La discriminazione e la violenza nei confronti delle persone con disabilità rio standard), alla persona in sé. Lo spostamento è sotteso dal bisogno di orientare il rapporto con una realtà scomoda, la disabilità, in una formale armonia. L’essenza di una persona non è data dalle sue abilità, che siano esse ipotetiche, reali, normali o diverse, per questo persone con disabilità è l’espressione più corretta da usare. Con tale espressione si intende indicare coloro che presentano durature menomazioni fisiche, mentali, intellettuali o sensoriali che in interazione con barriere di diversa natura possono ostacolare la loro piena ed effettiva partecipazione nella società su base di uguaglianza con gli altri. LINK Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità http://www.governo.it/ backoffice/allegati/ 42085-5202.pdf Legge antidiscriminazione http://www.parlamento.it/parlam/leggi/06067l.htm Leggi, tutela, antidiscriminazione www.handylex.org Riconoscere e combattere la discriminazione delle persone con disabilità, alcune istruzioni http://www.fishonlus.it/files/2012/05/Riconoscere CombattereDiscriminazioni.pdf I numeri della disabilità e della discriminazione http://www.fishonlus.it/iniziative/raccontiamola-giusta/ “Sapete come mi trattano”, concorso nazionale per raccontare le discriminazione legate alla disabilità http://www.sapetecomemitrattano.it/ “Le chiavi di scuola”, concorso rivolto alle scuole sulle buone prassi di educazione inclusiva http://www.lechiavidiscuola.it/ Siti per reperire film sull’argomento: http://www.ledha.it/page.asp?menu1=5&menu2=14 http://www.diversodachi.it/it/ 31 KIT ANTIDISCRIMINAZIONE per ciano_Layout 1 22/10/13 18.07 Pagina 32 Percorso a Handicap di Gabriella Corbo Vincitrice del concorso “Sapete come mi trattano” edizione 2010, sez. Vignette. La vignetta vuole rappresentare le vere barriere che chi è disabile (o per qualsiasi altro motivo è considerato “diverso”) deve affrontare: l’indifferenza egoistica, l’ignoranza che genera diffidenza e paura, la discriminazione di chi si sente sano, migliore ed invincibile, la rimozione dei problemi quando non se ne è direttamente coinvolti, il rifiuto del diverso sentito come “altro” e non come persona. Solo superando questi ostacoli, che sono nella mente dei cosiddetti “normali” e che ne alterano la percezione, si può accedere ad una società migliore che includa, responsabilmente e senza discriminazioni, tutti, con il carico di problematicità e sfumature di vita che ognuno porta con sé. 32 “Cerca l’intruso: siamo parte di un tutto!” di Centro Diurno Le Villette Anffas onlus di Crema. Vincitrice del concorso “Sapete come mi trattano” edizione 2012, sez.Fotografia. Quando una persona con disabilità è inclusa in un gruppo diviene una componente significativa dello stesso alla stregua di chiunque altro. La discriminazione sovente deriva da stereotipi e da pregiudizi che si stemperano fino a scomparire in un gruppo inclusivo che non giudica ma accoglie la diversità come un valore. KIT ANTIDISCRIMINAZIONE per ciano_Layout 1 22/10/13 18.07 Pagina 33 La discriminazione e la violenza di genere A cura di Gabriella Carnieri Moscatelli, Alessandra Palattella Una delle associazioni storicamente impegnate nella lotta alla violenza di genere, Telefono Rosa, ha scelto come logo un nautilus, un fossile che risale all’era paleozoica. Come tutte le conchiglie di questo tipo, se avvicinata all’orecchio, rende possibile ascoltare un suono simile a quello del rumore del mare. Si è scelto di associare questo incessante suono ancestrale alle voci delle donne che richiedono aiuto per un problema da sempre esistente: la violenza di genere. Solo avendo la cura di prendere tra le mani la conchiglia e portarla all’orecchio si può diventare cassa di risonanza e dare voce a questo fenomeno sommerso. Quest’anno il Presidente della Repubblica ha donato una targa al Telefono Rosa come riconoscimento per i 25 anni di attività che l’Associazione ha svolto su tutto il territorio nazionale a fianco delle donne e dei loro figli per combattere ogni tipo di violenza. Proprio per favorire l’emersione di questo fenomeno, dal 2006 il Dipartimento per le Pari Opportunità della PresiShirin Ebadi , prima iraniana e prima donna musulmana premio Nobel per la pace nel 2003"...per il suo impegno per la democrazia e i diritti umani. Concentrata soprattutto sulla lotta per i diritti delle donne e dei bambini.." incontra 900 studenti e studentesse delle scuole di Roma in occasione della XII giornata Mondiale per l'eliminazione della violenza sulle donne, 25 novembre 2011. 33 KIT ANTIDISCRIMINAZIONE per ciano_Layout 1 22/10/13 18.07 Pagina 34 2.1 La 2.3 La discriminazione discriminazione ee la la violenza violenza su di genere base etnico-razziale denza del Consiglio dei Ministri ha sviluppato, anche mediante l’attivazione del numero di pubblica utilità 1522, gestito dall’associazione Telefono Rosa, un’ampia azione di sistema per il contrasto del fenomeno della violenza intra ed extrafamiliare a danno delle donne, una Rete Nazionale Antiviolenza ed un Piano nazionale contro la violenza di genere e lo stalking. Il 1522, finanziato dal Dipartimento, è totalmente gratuito e fornisce alle vittime un primo sostegno psicologico e giuridico al fine di indirizzarle verso strutture pubbliche e private socio-sanitarie presenti sul territorio, nel rispetto dell’assoluta garanzia dell’anonimato. SAPERE A CHI È DIRETTA La violenza di genere è la violenza perpetrata contro le donne basata sul genere, ed è ritenuta una violazione dei diritti umani; il termine violenza di genere in una accezione più ampia abbraccia oltre che la violenza contro le donne anche quella contro un soggetto minorenne. Parlare di violenza di genere in relazione alla diffusa violenza su donne e minori significa mettere in luce la dimensione “sessuata” del fenomeno in quanto «[…] 34 manifestazione di un rapporto tra uomini e donne storicamente diseguali che ha condotto gli uomini a prevaricare e discriminare le donne» e quindi come «[…] uno dei meccanismi sociali decisivi che costringono le donne a una posizione subordinata agli uomini» (Dichiarazione delle Nazioni Unite sull'eliminazione della violenza contro le donne, 1993 ). Le modalità d'espressione della violenza di genere sono: • Fisica • Sessuale • Economica • Psicologica • Atti persecutori (Stalking) LA DISCRIMINAZIONE E LA VIOLENZA IN NUMERI Nel 2012 l’Osservatorio del Telefono Rosa ha raccolto i seguenti dati su un campione di 1562 vittime di violenza che nel corso dell’anno hanno contattato l’Associazione. Di queste, 1291 sono italiane, 271 hanno, invece, origini straniere. I dati dimostrano che aumenta la violenza sulle donne all’interno delle mura domestiche ad opera, spesso, di un familiare. Ecco in breve, alcune caratteristiche sociodemografiche dell’autore degli atti violenti e delle vittime: KIT ANTIDISCRIMINAZIONE per ciano_Layout 1 22/10/13 18.07 Pagina 35 2.3 La discriminazione e la violenza di genere • Vittima donna: sebbene si rilevino casi di violenza anche in età molto giovane, è, in particolare, all’interno delle fasce comprese tra i 35 ed i 54 anni che si concentra il maggior numero di abusi (35-44anni: 33%; 45-54anni: 25%); i 3/4 del campione totale hanno conseguito almeno un diploma di scuola superiore (diploma media superiore: 53%; titolo di laurea: 22%, evidenziando un’importante crescita del livello di scolarizzazione), impiegata (20%), disoccupata (19%), casalinga (16%), con figli (82%). • Autore della violenza: marito (48%), convivente (12%) o ex (21%). Uomo tra i 35-54 anni (61%), impiegato (21%), licenza media superiore (46%), laurea (19%). Per quanto riguarda, in particolare, le vittime straniere, parallelamente alla loro più giovane età, si rileva, inoltre, un altrettanto più elevato numero di carnefici giovani: oltre al 35% di quanti hanno un’età compresa tra i 35 ed i 44 anni, lungo questo sub campione emerge un significativo 18% di persecutori 25-34enni. • Raggiunge l’84% la percentuale di violenze provenienti da relazioni sentimentali: il dato varca la preoccupante soglia del 90% tra le vittime straniere. In particolare, nel 63% dei casi, gli abusi assumono i lineamenti del proprio compagno - più spesso marito (48%), in misura minore convivente (12%) o fidanzato (3%)- ma è opportuno non sottovalutare la portata dei risultati relativi agli ex partner, soprattutto nel caso delle vittime italiane: all’interno di questo specifico segmento raggiunge, infatti, il 23% la quota degli ex che, davanti alla fine della relazione, reagiscono mettendo in atto forme di violenza. A conferma della natura privata degli abusi, infine, è possibile osservare la percentuale dei soprusi subiti per mano di sconosciuti, pari ad un esiguo 2% delle violenze complessive. Anche la quota di donne separate e divorziate (21%) dimostra che i maltrattamenti non finiscono neanche con la chiusura di una relazione ma si protraggono nel tempo. Lo stalking, infatti, continua ad emergere come forma diffusa di violenza di genere e aumentano le donne che nel corso del colloquio con le professioniste del Telefono Rosa, in un clima di accoglienza e riservatezza, pur non denunciando apertamente il reato subito chiedono informazioni specifiche sia sulla tutela prevista dalla legge che sull’“eventuale” comportamento da tenere. A tale riguardo non dobbiamo dimenticare le 124 donne ferocemente uccise nel corso dell’anno 2012 dal proprio partner o ex. • Nell’81% dei casi la violenza è ripetuta e la donna la subisce per anni (1-5 anni: 35%, dai 5 ai 20 anni: 34% e oltre i 20 anni: 12%). • L’82% delle donne dichiara che i propri figli hanno assistito alla violenza. Sono infatti 1.281 i figli che hanno vissuto questo tipo di situazioni. Questo è il nuovo tragico volto della violenza di genere, la violenza assistita 35 KIT ANTIDISCRIMINAZIONE per ciano_Layout 1 22/10/13 18.07 Pagina 36 2.1 La 2.3 La discriminazione discriminazione ee la la violenza violenza su di genere base etnico-razziale che, insieme alla lunga lista di omicidi ormai noti come femminicidi, riempie la cronaca nera: figli testimoni e spettatori della violenza agita dentro casa, vittime ineluttabili come la propria madre. Più di una volta abbiamo lanciato l’allarme sulle drammatiche conseguenze di questa forma di violenza, fenomeno sottovalutato sia nei suoi esiti che nel diretto collegamento con la violenza di genere. La violenza assistita dai minori è una forma di violenza perpetrata ai loro danni e, senza un intervento finalizzato alla protezione fisica e psicologica ed alla cura degli effetti post-traumatici, i minori possono avviarsi alla vita adulta con un bagaglio di problematiche comportamentali e psicologiche cronicizzate fino allo sviluppo di Disturbi Dissociativi e di Disturbi di Personalità. Crescere in un clima violento, inoltre, significa assimilare una modalità di relazione violenta che si tenderà a ripetere nel corso della vita adulta all’interno delle relazioni affettive e sentimentali. • Il 63% delle donne dichiara che chi ha causato la violenza non è dedito ad alcuna forma di abuso di alcool o di sostanze stupefacenti. A tali risultati fa seguito un’implicita caduta di quei cliché che tendono a giustificare i fenomeni violenti attribuendo la loro manifestazione all’uso di sostanze che alterano l’equilibrio e lo stato dei persecutori. SAPERE 36 • Il 40 % delle donne dichiara la presenza di comportamenti violenti all’interno della famiglia di origine del persecutore, confermando come l’esposizione ad atti devianti possa in molti casi costituire l’origine di ulteriori disagi e aberrazioni. • Il 41% delle donne dichiara di aver iniziato a subire violenza durante il periodo del matrimonio, seguita dal 18% di quante sono divenute vittime degli abusi nel periodo della convivenza. • Nel 55% dei casi i comportamenti violenti si manifestano solo in casa, all’interno di contesti e dinamiche strettamente familiari. • Per quanto riguarda il tipo di violenza, il 34% è rappresentato da molestie psicologiche, il 22% da violenze di tipo fisico, a cui è necessario aggiungere il 3% di donne colpite attraverso l’uso di oggetti pericolosi, il 14% da minacce (14%) e il 9% da violenze di tipo economico. (Osservatorio Telefono Rosa Voci segrete della violenza 2012 - Ricerca sulla fenomenologia della violenza sommersa contro le donne italiane e straniere, elaborazione SWG). C’È VIOLENZA E/O DISCRIMINAZIONE QUANDO… ...quando si è colpiti fisicamente (spinti, afferrati o strattonati) o con un oggetto, schiaffeggiati, presi a calci, a pugni o a morsi, quando vi è il tentativo di strangolamento, di soffocamento, di ustione e la minaccia con armi. KIT ANTIDISCRIMINAZIONE per ciano_Layout 1 22/10/13 18.07 Pagina 37 2.3 La discriminazione e la violenza di genere La violenza fisica è graduata dalle forme più lievi a quelle più gravi. ...quando c’è molestia sessuale, sfruttamento sessuale, stupro anche da parte del coniuge. La violenza sessuale copre uno spettro assai ampio, è un modo per dominare l’altro, non ha niente a che vedere con l’espressione di un desiderio sessuale. Con il termine violenza sessuale s’intende un concetto di violenza più ampio di quello legato all'esercizio del potere nella sfera sessuale in senso stretto; la violenza sessuale è una violenza a tutto campo, caratterizzata dal fatto che è esercitata da un singolo uomo o da un contesto maschile su una donna e che ha come scopo l'asservimento ed il dominio. ...quando l’uomo obbliga la donna in una posizione economica totalmente dipendente, facendole così perdere la sua autonomia. La violenza economica viene esercitata in modi diversi ma in ogni caso consiste nel togliere alla donna la sua autonomia, nel rifiuto di concedere soldi e di contribuire economicamente alle esigenze della famiglia; nella privazione di cibo e delle esigenze di base; nel controllo dell'accesso sanitario; nel controllo dell'accesso occupazionale. ...quando una persona adotta una serie di atteggiamenti e comportamenti che mirano a denigrare e rifiutare il modo di essere dell’altro e considerarlo un oggetto. La violenza psicologica viene agita attraverso il controllo dei comportamenti, strategie di isolamento, umiliazioni e intimidazioni con lo scopo di sottomettere l’altro, controllarlo e mantenere il potere. La maggior parte delle aggressioni verbali/intimidazioni/vessazioni/umiliazioni avvengono in privato perché l’aggressore tenta di mantenere una buona immagine di se stesso. Quando si verificano in pubblico, questi attacchi sono in forma ironica, in modo da accattivarsi l’approvazione di testimoni. ...quando vi sono molestie ripetute nel tempo, stalking: continui appostamenti vicino o sotto casa della vittima od ai luoghi da lei più frequentati, pedinamenti, raccolta di informazioni private, telefonate ad ogni ora del giorno e della notte, lettere, biglietti, sms, e-mail, scritte sui muri, atti vandalici, per poi arrivare anche ad aggressioni fisiche che possono culminare con l’uccisione della donna. Tutti questi comportamenti coinvolgono anche parenti e amici più stretti della vittima. ...quando nell’ambito scolastico o nei luoghi di aggregazione vi è violenza fisica, denigrazione e isolamento della 37 KIT ANTIDISCRIMINAZIONE per ciano_Layout 1 22/10/13 18.07 Pagina 38 2.1 La 2.3 La discriminazione discriminazione ee la la violenza violenza su di genere base etnico-razziale SAPERE vittima. La vittima di bullismo può subire furti, ricatti, insulti, reiterate prese in giro, etc. . ...quando vi sono molestie on line, pubblicazioni di immagini rubate in momenti di intimità, pubblicazione e diffusione di dati personali della vittima attraverso social network, chat o altri strumenti di aggregazione in cui è alto il rischio di subire anche adescamenti e molestie da parte di adulti: cyberbullismo. C’È VIOLENZA E/O DISCRIMINAZIONE PERCHÉ L’origine della violenza di genere risiede nel complesso sistema di valori, tradizioni, abitudini che si riferiscono alle disuguaglianze di genere. I comportamenti violenti sono fondati su stereotipi di genere riconducibili a modelli culturali legati alla mascolinità e alla femminilità. Per cui la connessione tra violenza ed organizzazione strutturale del ruolo femminile / maschile porta con sé non solo un elevato rischio di incorrere nella violenza ma anche un elevatissimo rischio, quando vi si incorre, di non riconoscerla come tale. Il fenomeno della violenza di genere è un fenomeno complesso che non può essere ridotto alla semplice 38 esecuzione di un atto violento nei confronti di una persona ma deve essere riconosciuto nella sua natura plurima e relazionale. L'interpretazione del fenomeno della violenza sulle donne deve passare da una analisi sterile di atti violenti ad una visione olistica della violenza che la ridefinisce come "modalità di relazione". L'uomo violento non compie semplicemente un atto violento, egli utilizza la violenza come modalità per comunicare, per esprimersi, si sente autorizzato in quanto "Uomo" a possedere la Donna, grazie anche ad una implicita legittimazione sociale. La violenza contro le donne ha varie forme e, una in particolare, è collegata a motivazioni di tipo culturale e tradizionale, come le mutilazioni genitali femminili (MGF). Attualmente le MGF sono praticate in 28 Paesi, per lo più africani, con prevalenza di diffusione nell’Africa sub-sahariana e nelle regioni del nord africa, anche se con un’incidenza diversa. Sono di solito praticate sulle bambine, per lo più di età compresa tra i quattro e dodici anni, e rappresenta un rito di passaggio finalizzato alla piena integrazione del soggetto interessato alla comunità o al gruppo di appartenenza.. Sulla base di una ricerca commissionata dal Dipartimento per le pari opportunità nel 2009, si è stimato in circa 35 mila il numero di donne immigrate soggiornanti in Italia che hanno subìto questa pratica, o prima di venire in Italia o durante il soggiorno, tornando nei paesi di origine o in Italia stessa. KIT ANTIDISCRIMINAZIONE per ciano_Layout 1 22/10/13 18.07 Pagina 39 2.1 La discriminazione e la violenza su base etnico-razziale In Italia, una serie di misure legislative sono state introdotte attraverso l’adozione della la legge 9 gennaio 2006, n. 7, contenente “Disposizioni concernenti la prevenzione e il divieto delle pratiche di mutilazione genitale femminile”. Inoltre, in funzione della sua posizione geografica, l’Italia è uno dei principali porti di ingresso per migliaia di migranti, per la maggior parte clandestini, e tra questi molte donne e bambini trafficati a scopo sia di sfruttamento sessuale che lavorativo. La tratta di esseri umani costituisce un gravissimo reato: la mercificazione della persona umana e la sopraffazione della sua dignità e dei suoi diritti fondamentali. Il Dipartimento per le Pari Opportunità è l’autorità centrale cui è demandato il coordinamento degli interventi, a livello nazionale, tesi alla prevenzione ed al contrasto della tratta di persone, ed in particolare all’assistenza e reintegrazione sociale delle vittime. COSA E’ CAMBIATO NEL CORSO DEGLI ANNI DA UN PUNTO DI VISTA NORMATIVO Sulla scia di importanti indicazioni internazionali, recepite e trasfuse, altresì, a livello europeo, sono state, nel corso degli anni, introdotte anche nel nostro ordinamento importanti modifiche normative volte a tutelare le tante donne vittime di violenza e a garantire il pieno raggiungimento di un’uguaglianza sostanziale tra i generi. Si richiamano le più importanti. La legge n. 66 del 1996 recante “Norme contro la violenza sessuale”, che ha riconosciuto il reato di violenza sessuale come un reato contro la persona e non più contro la morale; la legge, più recente, del 2009, che ha introdotto nel nostro ordinamento il reato di atti persecutori (art. 612-bis codice penale; c.d. stalking) e a seguire la Legge di ratifica della Convenzione di Lanzarote (Legge n.172 del 1° ottobre 2012) che, tra le numerose e rilevanti modifiche previste, ha raddoppiato i termini di prescrizione per il reato di maltrattamenti in famiglia (art. 572 codice penale) e per il reato di violenza sessuale (articolo 609 bis codice penale), riducendo in tal modo la possibilità per il colpevole di rimanere impunito. In tale contesto si inserisce la recente ratifica con legge n. 77 del 27 giugno 2013 della Convenzione del Consiglio d'Europa sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica, cosiddetta Convenzione di Istanbul, ratificata dal nostro Paese con la legge n. 77 del 27 giugno 2013. L’entrata in vigore della Convenzione di Istanbul è subordinata alla ratifica da parte di almeno 10 Paesi di cui otto Stati del Consiglio d’Europa . Ad oggi hanno ra- 39 KIT ANTIDISCRIMINAZIONE per ciano_Layout 1 22/10/13 18.07 Pagina 40 GLOSSARIO tificato Italia, Portogallo, Montenegro, Albania e Turchia. Nelle more dell’entrata in vigore della citata Convenzione il Consiglio dei Ministri dell’8 agosto 2013, ha approvato un decreto legge (D.L. 14 agosto 2013, n. 93 pubblicato nella G.U. del 16 agosto 2013) recante “Disposizioni urgenti in materia di sicurezza e per il contrasto della violenza di genere, nonché in tema di protezione civile e di commissariamento delle province” volto a rafforzare sia la tutela penale delle donne vittime di violenza sia a prevenirne il fenomeno, che è stato approvato definitivamente dall’Aula del Senato l’11 ottobre 2013. SAPERE In particolare il decreto legge mira a: 1. prevenire la violenza di genere attraverso un Piano straordinario nazionale contro la violenza sulle donne elaborato da una task force composta da tutte le Amministrazioni competenti; 2. inasprire le pene e le misure di intervento con particolare riferimento agli atti di maltrattamenti in famiglia e di stalking, anche messi in atto attraverso strumenti telematici e informatici; 3. aumentare la protezione delle vittime quando c’è un rischio per la loro integrità fisica e psicologica. 40 Differenza di genere: parte dalla consapevolezza che esiste una differenza strutturale (sessuale) e sovrastrutturale (culturale) fra uomini e donne e che tale differenza debba essere riconosciuta e valorizzata partendo dal concetto di uguaglianza e parità. Violenza di genere: è qualsiasi atto di violenza su base di genere che risulti o sfoci in violenza o sofferenza fisica, sessuale o psicologica contro le donne (Dichiarazione delle Nazioni Unite, 1993). LINK www.pariopportunita.gov.it: sito istituzionale del Dipartimento per le Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri. http://www.pariopportunita.gov.it/index.php/archivionotizie/2367-numero-di-pubblica-utilita-1522-on-line-il-monitoraggio-dei-dati www.telefonorosa.it: sito dell’Associazione Nazionale Telefono Rosa. www.udinazionale.org/: sito UDI Unione Donne in Italia www.direcontrolaviolenza.it: sito Associazione D.i.Re Donne in rete contro la violenza Si segnalano i numeri di pubblica utilità: • 1522 - Antiviolenza Donna; • 800 300 558 - Contro le pratiche di mutilazioni genitali femminili; • 800 290 290 – Numero Verde Antitratta. KIT ANTIDISCRIMINAZIONE per ciano_Layout 1 22/10/13 18.07 Pagina 41 2.1 La discriminazione e la violenza su base etnico-razziale “Difendi la tua libertà, inizia a riscrivere la tua vita” Campagna di informazione e sensibilizzazione realizzata dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri - Dipartimento per le Pari Opportunità, per promuovere e diffondere la conoscenza del "1522 - Numero antiviolenza e stalking". Osservatorio Telefono Rosa, Le Voci Segrete della Violenza Ricerca annuale sulla fenomenologia della violenza sommersa contro le donne italiane e straniere – associazione Nazionale Volontarie Telefono Rosa – Onlus Viale Mazzini, 73 – 00195 Roma Tel. 0637518282 – Fax 06 37518289 – www.telefonorosa.it – [email protected] 41 KIT ANTIDISCRIMINAZIONE per ciano_Layout 1 22/10/13 18.07 Pagina 42 La discriminazione e la violenza a causa dell’orientamento sessuale e identità di genere A cura di Anna Lisa Amodeo, Ambra Guarnieri, Fabrizio Sorbara, Daniele Terriaca A CHI È DIRETTA La violenza e la discriminazione connessa al genere ed all’orientamento sessuale costituisce un fenomeno particolarmente diffuso e capillare di molte relazioni sociali. Vittime di questo tipo di violenza e discriminazione non è soltanto la popolazione LGBT (lesbiche, gay, bises- Matthew Shepard nato a Casper città degli Stati Uniti d'America, nello stato del Wyoming, il 1 dicembre 1976. Nella notte tra il 6 ottobre e il 7 ottobre 1998 viene derubato e torturato da due giovani uomini. Morirà cinque giorni dopo a causa delle ferite riportate. Durante il processo, gli imputati hanno ammesso di avere inflitto le torture a Shepard perché questi era omosessuale. 42 KIT ANTIDISCRIMINAZIONE per ciano_Layout 1 22/10/13 18.07 Pagina 43 2.4 La discriminazione e la violenza a causa dell’orientamento sessuale e identità di genere suali, transessuali) ma anche tutti coloro che non si conformano agli stereotipi di genere prevalenti nel contesto culturale di vita. Vittime possono essere anche parenti, familiari, amici e sostenitori di persone gay, lesbiche e transessuali. La violenza di stampo omofobico si alimenta del paradigma eterosessista che può essere definito come il sistema ideologico che rifiuta, denigra e stigmatizza ogni forma di comportamento, identità, relazione o comunità di tipo non eterosessuale (Herek, 1996). E’ caratterizzato dall’insieme degli atteggiamenti, delle credenze e delle opinioni che tenderebbero alla rivendicazione dell’eteronormatività e cioè dall’idea secondo cui l’eterosessualità sia la sola, naturale, forma di sessualità. La violenza di stampo transfobico, i cui destinatari non sono sole le persone transessuali o transgender, ma anche tutti coloro che si discostano dalle aspettative rigide di genere della nostra società, trova nel costrutto di genderismo la sua chiave interpretativa. Il Genderismo è la credenza secondo cui ci sono e ci devono essere solo due generi sessuali (maschile e femminile) e che il genere di ognuno, o la maggior parte dei suoi aspetti, sia inevitabilmente legato al sesso biologico. Una chiave interpretativa capace di significare contemporaneamente la violenza omofobica e transfobica è individuabile nel concetto di stigma di genere, intendendo con stigma (Goffman, 1963) una condizione o un attributo duraturo di un individuo, il quale non ha in sé un specifico significato negativo, ma è piuttosto l’interazione sociale che glielo attribuisce. In particolare nello stigma di genere, la valutazione negativa riguarda la percezione della non conformità con i dettami dell’eterosessismo (gay e lesbiche) e la non piena corrispondenza con i ruoli di genere “tradizionali” e dominanti (transessuali, queer, questioning). La discriminazione omofobica, pertanto, è diretta verso tutti coloro che vengono ritenuti e valutati come “diversi”, “non adeguati”, non “normali” e, pertanto, sbagliati e da correggere. Molte persone ancora confondono il sesso biologico con il genere, l’identità di genere e l’orientamento sessuale. Secondo la prospettiva biopsicosociale, l’identità sessuale di una persona è un costrutto multidimensionale costituito da quattro componenti distinte: il sesso biologico (appartenenza biologica al sesso maschile o femminile determinata dai cromosomi sessuali), l’identità di genere (ovvero l’identificazione primaria della persona come maschio o femmina, tratto permanente, solitamente stabilito nella prima infanzia), il ruolo di genere (l'insieme delle aspettative culturalmente attribuite ai comportamenti e ai ruoli propri del genere maschile e 43 KIT ANTIDISCRIMINAZIONE per ciano_Layout 1 22/10/13 18.07 Pagina 44 2.4 La discriminazione e la violenza a causa dell’orientamento sessuale e identità di genere femminile, ovvero caratteristiche che ci si aspetta di ritrovare in un uomo ed in una donna) e l’orientamento sessuale (l’attrazione erotica, affettiva e sentimentale; a seconda del destinatario dell'attrazione si possono definire tre orientamenti sessuali: eterosessuale, ossia chi si sente psichicamente affettivamente ed eroticamente attratto da persone del sesso opposto al proprio, omosessuale, chi si sente psichicamente affettivamente ed eroticamente attratto da persone dello stesso sesso, bisessuale, chi si sente psichicamente affettivamente ed eroticamente attratto da persone di entrambi i sessi). Pertanto, l'omosessualità, come l'eterosessualità e la bisessualità, è uno dei modi in cui l'essere umano può esprimersi. Non è una scelta, su cui il soggetto può esercitare un controllo. Non è una malattia né in alcun modo può essere considerata una patologia o alterazione di una condizione normale. Sono passati già quarant’anni da quando l’American Psychiatric Association (APA) ha preso atto dell'assenza di prove scientifiche che giustificassero la precedente catalogazione dell'omosessualità come patologia psichiatrica e cancellata dal DSM (Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders). L'OMS (Organizzazione Mondiale della Sa- SAPERE 44 nità) ha definito nel 1992 l'omosessualità come una naturale variante della sessualità umana. Eppure, nonostante questo, continuano ad esistere terapie riparative, che dichiarano di essere in grado di modificare e “guarire” l'orientamento sessuale omosessuale, trasformandolo in eterosessuale. Rispetto a questi maldestri e talvolta tragici percorsi è necessario ricordare che l'efficacia di queste terapie non è mai stata provata scientificamente, mentre sono numerosi gli esempi di persone che, dopo esservi state sottoposte, non solo non hanno modificato il proprio orientamento sessuale, ma anzi ne hanno ricevuto danni rispetto alla propria autostima, alla stabilità emotiva e in generale sulla propria salute psicologica. LA DISCRIMINAZIONE IN NUMERI Sintetizzare in numeri gli episodi di discriminazione e violenza nei confronti di persone LGBT potrebbe risultare un'operazione dai risultati discutibili, visto che ancora oggi vengono raramente denunciati alle autorità competenti. Se consultiamo il report redatto da Arcigay, su episodi di omo-lesbo e transfobia, sono stati registrati 6 omicidi, 8 aggressioni verbali e fisiche, una decina gli episodi di insulti e minacce e due sono veri e propri casi di bullismo. KIT ANTIDISCRIMINAZIONE per ciano_Layout 1 22/10/13 18.07 Pagina 45 2.4 La discriminazione e la violenza a causa dell’orientamento sessuale e identità di genere Alcuni sono episodi che la cronaca ha esaltato e distorto come il suicidio del "ragazzo dai pantaloni rosa", spesso dichiarazioni di personaggi pubblici e politici: "Vendola è tanto viscido quanto la vasellina che usa" è l'affermazione shock del consigliere comunale di Vigevano Andra di Pietro, oppure l'affermazione del calciatore Antonio Cassano "Froci in nazionale? sono problemi loro ma spero di no". Altri sono veri e propri episodi di pestaggi intimidazioni e omicidi commessi nei confronti di persone che avevano come unico movente l'odio verso persone LGBT. La condizione di discriminazione delle persone LGBT è confermata anche dai dati del Contact Center dell’UNAR, che costituisce indubbiamente un osservatorio privilegiato. Questi dati, pur non essendo esaustivi del fenomeno, danno conto della sua dimensione e delle sue caratteristiche. Nel 2012 l’UNAR ha ricevuto 144 segnalazioni di atti discriminatori per motivi di orientamento sessuale e identità di genere, pari all’ 11,2% del totale dei casi (1.283). Le discriminazioni nei confronti delle persone LGBT riguardano prevalentemente gli ambiti della vita pubblica, dei mass media e dell’educazione. La maggior parte delle segnalazioni riguardano casi di aggressione avvenuti in spazi pubblici, episodi di discriminazione quali offese verbali o scritte omofobe. Nell’ambito dei mass media la gran parte delle discriminazioni avviene su internet (30,9% del totale) e riguarda in particolare i social network, contesto in cui oggi vengono veicolate molte affermazioni di stampo omofobico e transfobico. L’indagine condotta dall’ISTAT sulla discriminazione per orientamento sessuale e identità di genere in Italia, finanziata dal Dipartimento per le Pari Opportunità, presentata nel 2012, mette in evidenza la percezione da parte della popolazione italiana di una maggiore discriminazione a cui sono esposte le persone LGBT. La condanna di atteggiamenti discriminatori è generalizzata: il 73% è in totale disaccordo con il fatto che non si assuma una persona perché omosessuale o non si affitti un appartamento per lo stesso motivo. Da un lato, emerge una certa apertura della società rispetto alle istanze di riconoscimento di diritti delle coppie dello stesso sesso (il 62,8% è favorevole alle unioni civili), maggiore nelle donne e nelle fasce di popolazione più giovani, dall’altro lato si evidenzia anche il persistere di pregiudizi e stereotipi che rappresentano un forte ostacolo alla realizzazione di una società aperta e inclusiva. Ad esempio, il 41,4% degli intervistati ritiene poco o per niente accettabile che una persona omosessuale eserciti la professione di insegnante elementare, il 28,1% di medico e il 24,8% di politico. Dal punto di vista delle persone omosessuali/bisessuali, queste dichiarano di aver subito 45 KIT ANTIDISCRIMINAZIONE per ciano_Layout 1 22/10/13 18.07 Pagina 46 2.4 La discriminazione e la violenza a causa dell’orientamento sessuale e identità di genere discriminazioni durante la ricerca di un alloggio (10,2%), nei rapporti con i vicini (14,3%), nell’accesso a servizi sanitari (10,2%), oppure in locali, uffici pubblici o mezzi di trasporto (12,4%), in percentuali generalmente maggiori rispetto agli eterosessuali. La ricerca è disponibile al link http://www.istat.it/it/archivio/62168 SAPERE C’È VIOLENZA E/O DISCRIMINAZIONE QUANDO… La violenza omofobica e transfobica può essere esercitata in diversi modi: attraverso l’isolamento sociale, la discriminazione, anche in contesti lavorativi, attraverso il sexual harrasment, il ciberbullying, il bullismo omofobico, ma anche e soprattutto attraverso l’utilizzo di un linguaggio offensivo, volgare, connotato da una declinazione di tipo omofobico. Per bullismo omofobico si intendono tutti quei comportamenti violenti a causa dei quali un alunno o un’alunna viene esposto ripetutamente all’esclusione, isolamento, minaccia, insulti e aggressioni da parte del gruppo dei pari, di una o più persone che stanno nel suo ambiente 46 più vicino, in una relazione asimmetrica di potere, dove gli aggressori o “bulli” si servono dell’omofobia, del sessismo, e dei valori associati all’eterosessismo. La vittima sarà squalificata e de-umanizzata, e in generale, non potrà uscir fuori da sola da questa situazione, in cui possono trovarsi tanto i giovani gay, lesbiche, transessuali o bisessuali, ma anche qualunque persona che sia recepita o rappresentata fuori dai modelli di genere normativi (Platero e Gomez, 2007). Le ricerche internazionali (Peters, 2003; Phoenix et al., 2003; Kosciw e Diaz, 2006) e nazionali (Prati, Pietrantoni, Buccoliero, Maggi, 2010) mostrano che atti di bullismo omofobico sono molto diffusi tra gli studenti. In uno studio condotto da Bacchini (2010) in Campania: su un campione di 3520 soggetti da scuole medie inferiori e superiori, è emerso che oltre il 25% dei soggetti risulta coinvolto nel fenomeno nel ruolo di prepotente, di vittima o di entrambi. Ciò che può connotare il bullismo omofobico è l’uso di un linguaggio di gergo che genera discriminazioni, violenze ed intimidazioni dirette non esclusivamente a persone omosessuali. Attualmente le parole “gay”, “lesbica” e “trans” sono usate come offesa generica ed indirizzate anche a persone che non si riconoscono come tali (Duncan, 1999). Nel linguaggio comune, parole come “frocio”, “finocchio”, “lesbica” sono usate cioè come un’offesa generica, che non prende in reale considerazione l’orientamento sessuale della persona che KIT ANTIDISCRIMINAZIONE per ciano_Layout 1 22/10/13 18.07 Pagina 47 2.4 La discriminazione e la violenza a causa dell’orientamento sessuale e identità di genere si vuole offendere. Questo non rende meno nociva l’offesa, perché rafforza e trasmette un’immagine negativizzata dell’omosessualità, tale per cui essere paragonati ad una persona omosessuale è di per sé un’offesa. Le offese omofobiche sono, infatti, utilizzate per sanzionare un ventaglio più generale di comportamenti considerati inappropriati. Le vittime di questo abuso sono anche coloro che non rispettano gli stereotipi e le aspettative di genere: ragazzi sensibili o timidi, ragazze sportive o assertive, che non si adeguano ai rigidi canoni di “maschio” e di “femmina” e vengono percepiti come omosessuali. Vittime possono essere anche coloro che hanno opinioni o idee favorevoli alla tutela dei diritti delle persone omosessuali. Anche coloro che hanno familiari gay o lesbiche diventano talvolta oggetto di angherie o emarginazione. E’ molto frequente in adolescenza, poiché questa fase del ciclo di vita è caratterizzata dallo sviluppo dell’identità sessuale e da sentimenti di esplorazione e sperimentazione, che si traducono in un profondo bisogno di conoscenza, ma anche dal bisogno di sentire confermate (a qualsiasi costo) le proprie scelte. Così come tutti gli adolescenti, anche i giovani omosessuali sono particolarmente tesi ad esprimere la propria curiosità sulla sessualità. È però per questi più difficile trovare informazioni attendibili e modelli positivi cui fare riferimento, mentre sono facilmente esposti agli atteg- giamenti negativi verso l’omosessualità presenti nel loro ambiente e nella società in generale. La stigmatizzazione e il senso di vulnerabilità a cui gli adolescenti omosessuali sono esposti possono in molti casi portare ad un progressivo calo della autostima e delle capacità di socializzazione oltre ad una maggiore preoccupazione per la propria sicurezza. Tra le reazioni più comuni a queste pressioni negative si possono trovare: il calo della motivazione e del rendimento scolastico oltre a reazioni più estreme quali l’abbandono scolastico, le fughe da casa, il tentato suicidio. Il silenzio a proposito delle tematiche collegate all’omosessualità o l’imbarazzo con cui gli adulti le trattano, aumentano inoltre il senso di vulnerabilità ed isolamento che gli adolescenti omosessuali provano di fronte ai soprusi. Si innesca così un meccanismo vizioso: l’adolescente vittima di prevaricazione, consapevole di vivere in un ambiente potenzialmente ostile, non porta all’attenzione del personale scolastico le aggressioni di cui è oggetto, isolandosi. Così facendo diventa più facilmente bersaglio di atteggiamenti di bullismo e manifestazioni di omofobia. L’omofobia è un atteggiamento di disgusto, intolleranza, avversione e rabbia nei confronti di persone omosessuali e bisessuali. Si basa su stereotipi e pregiudizi che 47 KIT ANTIDISCRIMINAZIONE per ciano_Layout 1 22/10/13 18.07 Pagina 48 2.4 La discriminazione e la violenza a causa dell’orientamento sessuale e identità di genere determinano la messa in atto di comportamenti discriminatori a vari livelli, da una generica chiusura, al rifiuto, fino a forme più violente. Sarebbe forse più corretto usare il termine “omonegatività”, in quanto il significato di “fobia” richiama il concetto di paura che di rado descrive le reali sfumature dell’odio verso le persone gay, lesbiche e bisessuali. Quando il bullismo colpisce ragazze e ragazzi che sono o sembrano omosessuali, la situazione comporta alcune caratteristiche specifiche, come il contagio sociale, la diffusione della responsabilità e la colpevolizzazione della vittima. Inoltre, gli adolescenti che vengono presi di mira perché ritenuti gay e lesbiche tentano di diventare invisibili agli altri per sfuggire alle aggressioni, aumentando il proprio isolamento e rendendosi così ancora più esposti al bullismo. Difficilmente dichiareranno di essere presi in giro o aggrediti in quanto percepiti come omosessuali. Preferiranno quindi rimanere in silenzio e non cercare aiuto. Mentre chi è vittima di bullismo in quanto nero, arabo, o ebreo può trovare nella propria comunità o nella propria famiglia supporto e aiuto, i giovani gay, le giovani lesbiche e i giovani bisessuali potrebbero non aver fatto ancora coming out o non essere stati accettati dalla famiglia e SAPERE 48 dagli amici e diventa per loro più difficile cercare e trovare aiuto. Infine, le statistiche rilevano che gli adolescenti omosessuali tentano il suicidio 10 volte di più di quelli eterosessuali. Il fenomeno del bullismo omofobico ha risvolti troppo complessi per poter essere risolto unicamente tramite un’azione correttiva verso l’aggressività del bullo e la passività del bersaglio: l’ipotesi migliore è quella di responsabilizzare il gruppo dei pari nella costruzione di un ambiente scolastico sicuro e inclusivo per tutte e tutti. Con un lavoro pratico e interattivo nelle classi è possibile fornire nuove chiavi interpretative della realtà, stimolare il confronto, sviluppare competenze socioemotive, promuovere empatia e solidarietà. Certamente per intervenire in modo efficace è necessario utilizzare una metodologia integrata, che utilizzi non solo proposte informative ma anche esperienzialiinterattive che mirano all'espressione e al far emergere i pregiudizi e gli stereotipi presenti in ciascuno in fatto di sessualità e di diversità di genere, in modo da potenziare un clima di lavoro accogliente dove ognuno può esprimere la propria idea e le proprie emozioni. Esistono, poi, numerosi prodotti che è possibile utilizzare per sensibilizzare i ragazzi: spot contro l’omofobia, film cinematografici e cortometraggi prodotti dalle scuole e dalle associazioni, come i due film-documentari di C. Cipelletti (“Nessun Uguale” e “2 Volte Genitori”) di Agedo KIT ANTIDISCRIMINAZIONE per ciano_Layout 1 22/10/13 18.07 Pagina 49 2.4 La discriminazione e la violenza a causa dell’orientamento sessuale e identità di genere o il docu-film “Taking a change on God” e il filmato “A pranzo insieme… contro la violenza di genere” prodotto dal Progetto Hermes – Linking network to fightsexual and gender stigma, co-finanziato dalla Comunità europea nell’ambito del Daphne III Program. C’È VIOLENZA E/O DISCRIMINAZIONE PERCHÉ Spiegare la violenza omofobica e transfobica nelle sue diverse manifestazioni non è semplice. Incidono diversi aspetti e variabili. I nostri percorsi di socializzazione, sin da quelli più precoci, sono intrisi di norme e regole rigide che dettano la direzione su come “si deve e non si deve” essere. La donna e l’uomo devono seguire percorsi di crescita differenti, sotto i dettami degli stereotipi di genere imperanti nel proprio contesto di vita, ed anche l’amore, il sentimento si presuppone che debba seguire questi standard. La famiglia e la scuola costituiscono, pertanto, non solo i principali contesti nei quali cresciamo ma anche la culla di ideali di stampo omofobico, genderista ed eterosessista. Il fenomeno dell'omofobia è principalmente un fenomeno culturale e, nonostante i tentativi da parte dello Stato di arginare la messa in atto di violenze e discriminazione omofobica, continuano ad essere troppi i ragazzi che sof- frono perché vittimizzati, esclusi e discriminati perché considerati diversi. L’art. 3 della c.d. legge Mancino – Reale (legge n. 654 del 1975, e successive modificazioni) prevede l’applicazione di un’aggravante di pena per i reati “commessi per finalità di discriminazione o di odio etnico, nazionale, razziale o religioso”. Sarebbe opportuno estendere l’aggravante anche ai reati commessi nei confronti delle persone LGBT. Inoltre, sarebbe auspicabile una iniziativa normativa volta a disciplinare le unioni fra persone dello stesso sesso per garantire anche a loro parità di diritti. A livello europeo, già nel 2006 il Parlamento ha richiesto proprio agli stati membri di assicurare che le persone LGBT vengano protette da atti di violenza omofobica e transfobica. Ciò è in linea con la Carta dei Diritti fondamentali dell’Unione Europea, che all’art. 21 vieta qualsiasi forma di discriminazione fondata, tra l’altro, anche sull’orientamento sessuale. I matrimoni tra persone delle stesso sesso sono possibili in diversi paesi europei (ultime approvazioni recentissime quelle francese e inglese) e nel mondo, ma in molte nazioni, di religione musulmana, esiste ancora la pena di morte e/o punizioni legali per comportamenti 49 KIT ANTIDISCRIMINAZIONE per ciano_Layout 1 22/10/13 18.07 Pagina 50 2.4 La discriminazione e la violenza a causa dell’orientamento sessuale e identità di genere omosessuali. In Africa in 70 Paesi l’omosessualità è illegale. Mancando in Italia una legge, è molto facile, dunque, che un uomo che si innamori di un altro uomo o una donna che si innamori di un'altra donna si possano sentire non riconosciuti, non amati, presi in giro perché diversi dagli altri, insultati e aggrediti fisicamente e verbalmente. In Italia esistono diverse organizzazioni (ad es. Arcigay, Arcilesbica e Agedo) che si occupano della tutela delle persone omosessuali e che lottano per i diritti di queste persone; esistono anche alcuni enti governativi e di pubblica sicurezza, come l’UNAR e l’OSCAD (l’Osservatorio per la sicurezza contro gli atti discriminatori) che combattono le discriminazioni, anche quelle fondate sull’orientamento sessuale, attraverso la promozione e il finanziamento di progetti, dibattiti, incontri e linee di aiuto telefonico. Anche alcune Università italiane hanno iniziato ad attivare servizi specifici: come quello “Sei come Sei” dell’Università La Sapienza di Roma, che offre uno spazio di consulenza psicologica, o il Servizio Antidiscriminazione e Cultura delle Differenze del Centro SiNAPSi dell’Università degli Studi di Napoli “Federico II” che implementa interventi di prevenzione del bullismo omofo- SAPERE 50 bico in scuole di ogni ordine e grado e attraverso la piattaforma web www.bullismoomofobico.it promuove un’informazione corretta sui temi del genere e dell’orientamento sessuale. La Strategia nazionale LGBT 2013-2015: un passo in avanti L’Italia ha aderito, mediante il Dipartimento per le pari opportunità e l’UNAR in qualità di Focal point nazionale, al programma “Combattere le discriminazioni basate sull’orientamento sessuale e sull’identità di genere”, promosso dal Consiglio d’Europa in attuazione della Raccomandazione CM/REC (2010)5. In questo ambito è stata definita la Strategia nazionale LGBT (2013-2015), condivisa con le associazioni di settore, le istituzioni a livello centrale e locale, le parti sociali (organizzazioni sindacali e datoriali). Partendo da un approccio molto pragmatico, sono stati individuati, sulla base dell’analisi del contesto italiano e delle maggiori criticità, quattro ambiti strategici di intervento, che costituiscono gli Assi della Strategia: • Educazione e Istruzione, con particolare riguardo alla prevenzione e contrasto del bullismo omofobico e transfobico; • Lavoro, con particolare riguardo alla discriminazione delle persone transessuali e transgender; KIT ANTIDISCRIMINAZIONE per ciano_Layout 1 22/10/13 18.07 Pagina 51 2.4 La discriminazione e la violenza a causa dell’orientamento sessuale e identità di genere • Sicurezza e Carceri, in merito alle attività di informazione e sensibilizzazione nei confronti delle Forze dell’Ordine e del personale dell’amministrazione penitenziaria; • Media e Comunicazione, per il contrasto degli stereotipi e dei pregiudizi nella rappresentazione delle realtà LGBT. Per ciascun asse sono stati individuati gli obiettivi e le misure specifiche da mettere in campo per promuovere la parità di trattamento delle persone LGBT. La Strategia nazionale rappresenta uno strumento importante di promozione effettiva dei diritti delle persone LGBT, ma anche di crescita per l’intera società italiana, poiché un più alto livello di tutela dei diritti per tutti è alla base della coesione sociale e di una società aperta, inclusiva e sostenibile. La Strategia è pubblicata sul sito del Dipartimento per le pari opportunità, al link http://www.pariopportunita.gov.it/index.php/archivionotizie/2310-unar-on-line-la-strategia-nazionale-per-la-prevenzione-ed-il-contrasto-delle-discriminazioni-basate-sullorie ntamento-sessuale-e-sullidentita-di-genere GLOSSARIO Bisessuale: persona che si sente affettivamente e sessualmente attratta da persone di entrambi i sessi. Coming out: espressione usata per indicare la decisione di dichiarare la propria omosessualità. Deriva dalla frase inglese coming out of the closet (uscire dall'armadio a muro), cioè uscire allo scoperto, venir fuori. In senso più allargato il coming out rappresenta tutto il percorso che una persona compie per prendere coscienza della propria omosessualità, iniziare a vivere delle relazioni sentimentali e dichiararsi all'esterno. Eterosessuale: persona che si sente affettivamente e sessualmente attratta da persone di sesso diverso dal proprio. Identità di genere: si riferisce alla convinzione interiore della persona di appartenere al genere maschile o femminile: questa identificazione primaria si definisce nei primi anni di vita ed è un processo influenzato sia dalle predisposizioni biologiche che dall’apprendimento sociale, in base al quale il bambino si percepisce come maschio o come femmina. 51 KIT ANTIDISCRIMINAZIONE per ciano_Layout 1 22/10/13 18.07 Pagina 52 2.4 La discriminazione e la violenza a causa dell’orientamento sessuale e identità di genere SAPERE LGBT: acronimo di origine anglosassone utilizzato per indicare le persone lesbiche, gay, bisessuali, transessuali e transgender. Omofobia: (Weinberg 1972): questo concetto descrive un insieme di emozioni negative nei confronti di lesbiche, gay o bisessuali, quali, ansia, disgusto, avversione, rabbia, disagio e paura. Un certo numero di studiosi ha tuttavia criticato il termine, poiché non si tratterebbe di una fobia in senso classico. Rispetto ad altre fobie (ad esempio, la claustrofobia, l’aracnofobia, ecc.), gli omosessuali non sarebbero la fonte diretta della “paura” o del “disagio”. Si tratta piuttosto di una sorta di avversione verso l’omosessualità che comprende valori e norme culturali che contraddistinguono gli omosessuali come qualcosa di cui aver paura. In questo senso, l’omofobia non è una malattia che può essere curata, quanto piuttosto un atteggiamento sul quale esercitare un’influenza effettiva. Omonegatività: Termine che include le componenti culturali e le radici sociali dell’intolleranza, riferendosi all’intera gamma di sentimenti, atteggiamenti e comportamenti negativi verso l’omosessualità e le persone omosessuali (Hudson, Ricketts, 1980). Tale defi- 52 nizione esprime un concetto più ampio rispetto a quello di omofobia che si riferisce più ai sentimenti di paura, odio, ansietà, disgusto, avversione che una persona può sperimentare nei confronti degli omosessuali. Omosessuale: persona che si sente affettivamente e sessualmente attratta da persone dello stesso sesso. Omosessualità: è uno degli esiti possibili di un normale sviluppo dell’affettività di un persona. Esso non attiene solamente alla sessualità ma alla possibilità di creare legami amorosi globali cioè emozionali, affettivi, sensuali, progettuali e di rappresentazione di se stessi. Omosessualità è sentire di realizzare se stessi dentro una relazione con una persona del proprio genere: “Omosessuali non si nasce, omosessuali non si diventa. Omosessuali si è.” (Paola e Giovanni Dall’Orto, Figli diversi) Orientamento sessuale: definito come l’attrazione sessuale, emotiva e sentimentale di una persona nei confronti di un’altra e può essere diretta verso gli uomini, le donne o entrambi i sessi. Outing: espressione usata per indicare la rivelazione dell'omosessualità di qualcuno da parte di terze persone senza il consenso della persona interessata. Il movimento di liberazione omosessuale ha utilizzato a volte l'outing come pratica politica per rivelare l'omosessualità di esponenti pubblici (politici, rappresentanti delle KIT ANTIDISCRIMINAZIONE per ciano_Layout 1 22/10/13 18.07 Pagina 53 2.4 La discriminazione e la violenza a causa dell’orientamento sessuale e identità di genere Chiese, giornalisti) segretamente omosessuali, che però assumono pubblicamente posizioni omofobe. Ruolo di genere: è l’insieme di aspettative che una cultura riserva ai comportamenti maschili e femminili. Ogni comportamento è quindi tipicizzato dicotomicamente per genere (ciò che è “maschile” e ciò che è “femminile”) e le culture e la società definiscono i criteri di appropriatezza rispetto all’aspetto esteriore (come si veste, come porta i capelli, ecc.), al linguaggio del corpo e ai comportamenti. Il vissuto di una persona che abbia atteggiamenti e comportamenti che deviano da questi stereotipi varia da cultura a cultura. L’adeguamento al ruolo di genere avviene abitualmente in un periodo che va dai tre ai sette anni. La discriminazione verso le donne quasi sempre riguarda il ruolo di genere e non l’identità sessuale in quanto tale. Sesso biologico: Il sesso biologico è definito dai cromosomi sessuali e stabilisce l’appartenenza al sesso maschile o femminile. In uno o due casi su 2000 il sesso biologico non può essere chiaramente definito alla nascita. In questi casi parliamo di “intersessualità”. Sessualità: Comprende qualsiasi forma di comportamento sessuale degli esseri umani. Tuttavia, essa indica non solo i rapporti sessuali, ma anche fantasie sessuali, pensieri, sogni, emozioni. un percorso di transizione che generalmente si conclude con la riassegnazione chirurgica del sesso. Il termine si declina al femminile (“la” transessuale) per indicare persone di sesso biologico maschile che sentono di essere donne (MtF - Male to Female) e al maschile (“il” transessuale) per indicare persone di sesso biologico femminile che sentono di essere uomini (FtM - Female to Male). Trans gender: termine “ombrello” che comprende tutte le persone che non si riconoscono nei modelli correnti di identità e di ruolo di genere, ritenendoli troppo ristrettivi rispetto alla propria esperienza. Esiste, infatti, la possibilità che una persona si autopercepisca come appartenente a entrambi i sessi contemporaneamente. Ad esempio alcune persone definite “trans gender” non si considerano appartenenti unicamente a un sesso ma si sentono libere di variare tra atteggiamenti e comportamenti attribuibili nella loro cultura ad un sesso o all’altro. Transessuale: persona che sente in modo persistente di appartenere al sesso opposto e, per questo, compie 53 KIT ANTIDISCRIMINAZIONE per ciano_Layout 1 22/10/13 18.07 Pagina 54 2.4 La discriminazione e la violenza a causa dell’orientamento sessuale e identità di genere SAPERE LINK www.unar.it : sito istituzionale dell’Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali www.arcigay.it: sito dell’associazione Arcigay www.agedonazionale.org www.agedo.org www.agedo.roma.it: sito dell’ Associazione Genitori Di Omosessuali www.parksdiversity.eu: sito dell’associazione PARKS – Liberi e uguali www.equalityitalia.it: sito dell’associazione EQUALITY ITALIA – Rete trasversale per i Diritti Civili www.polisaperta.it: sito di POLIS APERTA - associazione LGBT appartenenti alle Forze Armate e alle Forze dell'Ordine www.gaycenter.it: sito dell’associazione GAY CENTER/GAY HELP LINE www.famigliearcobaleno.org: sito di FAMIGLIE ARCOBALENO – Associazione Genitori Omosessuali www.arcilesbica.it ARCILESBICA associazione nazionale www.genitorirainbow.it: sito dell’associazione RETE GENITORI RAINBOW www.mit-italia.it: sito dell’associazione MIT – Movimento Identità Transessuale www.certidiritti.it Associazione Radicale CERTI DIRITTI 54 www.retelenford.it: sito dell’associazione Avvocatura per i diritti LGBTI RETE LENFORD www.gaynet.it: sito dell’associazione GAYNET www.digayproject.org: sito dell’associazione Di’ Gay Project www.mariomieli.net: sito del Circolo di cultura omosessuale Mario Mieli Le pubblicazioni di Arcigay suddivise per argomento • www.arcigay.it/pubblicazioni/ • www.eurialo.eu LEarning and gUidance tools against discRIminAtion: respect for alL different sexual chOices and cultural identities Il progetto EURIALO intende proporre l´aggiornamento e il riadattamento dei contenuti della buona pratica scelta focalizzando l´attenzione su insegnanti, formatori, psicologi e councelor che operano nella scuola secondaria superiore (con i ragazzi dai 14 ai 20 anni) e in contesti socio-sanitari (ad es. consultori). • www.bullismoomofobico.it Il sito offre uno spazio di ascolto, aiuto e sostegno a quanti sono coinvolti perché subiscono, agiscono o sono spettatori di episodi di bullismo omofobico (adolescenti, famiglie, insegnanti, operatori sociali). KIT ANTIDISCRIMINAZIONE per ciano_Layout 1 22/10/13 18.07 Pagina 55 2.1 La discriminazione e la violenza su base etnico-razziale Pranzo di famiglia è una campagna di promozione sociale realizzata in occasione della giornata mondiale contro l'omofobia del 2013 e che ha visto la collaborazione tra L'associazione Renzo e Lucio di Lecco, Teleunica, Il teatro Invito ed il patrocinio dei comuni di Lecco e Mandello del Lario. La campagna vuole sensibilizzare i genitori non solo all'accoglienza dell'orientamento sessuale del proprio figlio, ma anche alla condivisione della sua vita, delle sue relazioni e dei sui affetti. Elementi tipici della tradizionale famiglia lombarda, come la polenta. www.renzoelucio.it Campagna nazionale di comunicazione “Sì alle differenze. No all’omofobia” (2013) Uno degli obiettivi principali della Campagna di comunicazione "Sì alle differenze. No all’omofobia", promossa dal Dipartimento per le Pari Opportunità – Presidenza del Consiglio dei Ministri e dal Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, veicolata sui principali media, è di continuare a promuovere la “cultura del rispetto”. La paura del diverso spesso diventa un automatismo che produce atteggiamenti difensivi che sfociano nella discriminazione. La battaglia è contro i luoghi comuni e gli atteggiamenti di esclusione che minano i cardini della società civile. L’omofobia è un male diffuso e corrosivo, un nodo sociale che deve essere sciolto e risolto con consapevolezza. 55 KIT ANTIDISCRIMINAZIONE per ciano_Layout 1 22/10/13 18.07 Pagina 56 La Violenza e l’abuso nei confronti dei minori A cura di Giovanni Salerno A CHI È DIRETTA Il fenomeno dell’abuso all’infanzia è un fenomeno trasversale: è presente in tutti i Paesi, in tutti i livelli socioeconomici e culturali. Secondo le ricerche e i dati disponibili, è però possibile delineare alcune caratteristiche delle vittime di violenza se si fa riferimento all’abuso sessuale. Rispetto alla variabile “genere”, infatti, le femmine sono maggiormente a rischio di abuso sessuale con un tasso di rischio di circa 2-3 volte superiore ai maschi; tuttavia una minoranza abbastanza consistente di vittime è di sesso maschile. Considerando la variabile età, sembra che l’età media della vittima al momento dell’inizio dell’abuso sia tra i 10 e gli 11 anni: tale dato è significativamente più basso per le bambine, per le quali l’esordio dell’abuso avverrebbe in genere in età prepuberale. 56 Foto: archivio UNAR KIT ANTIDISCRIMINAZIONE per ciano_Layout 1 22/10/13 18.07 Pagina 57 2.5 La violenza e l’abuso nei confronti dei minori L’ANALISI DEI DATI La quantificazione del fenomeno costituisce una tra le maggiori questioni irrisolte: non esiste, ad oggi, una banca dati a livello nazionale* che permetta una rilevazione omogenea e un monitoraggio della casistica. Le informazioni di cui si dispone, infatti, non sono sufficienti a delineare un quadro preciso del numero dei bambini maltrattati e abusati nel nostro Paese; è, tuttavia, possibile affermare che tali dati rappresentano una probabile sottostima del fenomeno: molto alto è il numero dei casi che restano “sommersi”, ossia che non vengono denunciati. La lettura dei dati è ulteriormente complicata dal fatto che non necessariamente c’è una corrispondenza cronologica tra il momento in cui l’abuso si è verificato e quello della denuncia. Solo una piccola percentuale di abusi, infatti, viene denunciata tempestivamente: è piuttosto frequente che la vittima sveli l’abuso dopo un lungo periodo, a volte addirittura anni. Secondo alcune ricerche americane, meno del 10% dei casi di abuso sessuale accertati viene denunciato alle autorità al tempo in cui l’abuso si è verificato; nella maggioranza dei casi gli episodi non sono neppure riferiti dai bambini ai genitori o ad altri adulti. Tenendo conto delle diverse forme di abuso, è però possibile citare alcuni dati che provengono da più fonti e che possono aiutare a descrivere, seppur parzialmente per i succitati limiti, il complesso fenomeno. Negli USA, è stato stimato che nel 2010 circa 695.000 bambini siano stati vittime di una qualche forma di abuso o maltrattamento. In 1560 casi il maltrattamento ha avuto esiti fatali e circa l’80% dei bambini deceduti in seguito ai maltrattamenti subiti aveva meno di 4 anni. Altri studi, hanno stimato che, negli USA, 1 bambino su 5 faccia esperienza di una qualche forma di abuso o maltrattamento nel corso della sua vita. Per quanto riguarda la situazione italiana, i dati più aggiornati relativi all’abuso sessuale sono quelli forniti dall’Istat (2012), riferiti al 2010, anno in cui sono state 582 le denunce per atti sessuali con minorenne, 175 quelle *Fonte: Dipartimento pari opportunità. Allo scopo di veicolare e diffondere una maggiore conoscenza e consapevolezza circa il fenomeno della violenza sui minori, il Dipartimento per le Pari Opportunità – Presidenza del Consiglio dei Ministri si appresta a dare attuazione a quanto disposto dall’articolo 17, comma 1-bis della legge 3 agosto 1998, n. 269 ”Norme contro lo sfruttamento della prostituzione, della pornografia, del turismo in danno dei minori, quali nuove forme di riduzione in schiavitù” che prevede la costituzione di una banca dati per raccogliere, con l'apporto dei dati forniti dalle amministrazioni, tutte le informazioni necessarie per il monitoraggio del fenomeno dell'abuso e dello sfruttamento sessuale dei minori e della pornografia minorile e delle azioni di prevenzione e repressione ad esso collegate. Ad ottobre 2013 è previsto il primo rilascio a livello interistituzionale del sistema di banca dati sviluppato. 57 KIT ANTIDISCRIMINAZIONE per ciano_Layout 1 22/10/13 18.07 Pagina 58 2.5 La violenza e l’abuso nei confronti dei minori per corruzione di minorenne, 380 quelle per pornografia minorile e detenzione di materiale pedopornografico. Se si considerano, invece, il numero di segnalazioni pervenute, nell’anno 2012, al Centro Nazionale di Ascolto di Telefono Azzurro, su 2175 il 3,8 % ha riguardato situazioni di abuso sessuale e, se si fa riferimento ai casi segnalati al Servizio 114 Emergenza Infanzia, su 1524 segnalazioni i casi di abuso sessuale sono stati il 4,3%. Rispetto all’abuso fisico, invece, secondo ricerche internazionali, questa forma di violenza rappresenta circa il 17,6% dei casi segnalati. Considerando i dati di Telefono Azzurro, nel 2012 , i casi relativi a situazioni di abuso fisico segnalati al Centro Nazionale di Ascolto hanno riguardato l’8,6%, mentre quelli pervenuti al Servizio 114 Emergenza Infanzia il 17,7%, mostrando pertanto un notevole aumento dal 2006 ad oggi (quasi triplicati). Ricerche internazionali stimano che per quanto riguarda, invece, l’abuso psicologico, la percentuale di casi segnalati si aggira intorno all’8%. Nell’anno 2012, i casi riguardanti situazioni di abuso psicologico pervenuti al Centro Nazionale di Ascolto di Telefono Azzurro sono stati il 5,1%, mentre al Servizio 114 Emergenza Infanzia il 9,6%. Secondo ricerche internazionali, la trascuratezza (o ne- SAPERE 58 glect) è la forma di abuso più diffusa. Nell’anno 2012, al Centro Nazionale di Ascolto di Telefono Azzurro, l’1,6% dei casi ha riguardato situazioni di trascuratezza e l’8,9% al Servizio 114 Emergenza Infanzia. È stato stimato (ONU, 2006) che ogni anno in tutto il mondo un numero di bambini compreso tra 133 e 275 milioni assiste a episodi di violenza domestica. Secondo l’ISTAT (2007), tra le donne che hanno subito violenze ripetute da parte del partner, sono 690 mila quelle che avevano figli al momento della violenza; il 62,4% di queste ha dichiarato che i figli hanno assistito ad uno o più di questi episodi; nel 19,6% dei casi i figli vi hanno assistito raramente, nel 20,2% a volte, nel 22,6% spesso. Considerando i dati di Telefono Azzurro, nel 2012 al Centro Nazionale di Ascolto, il 5% dei casi era relativo a situazioni di violenza domestica, dato quasi analogo a quello del Servizio 114 Emergenza Infanzia, dove i casi di violenza domestica sono stati il 5,6%. C’È VIOLENZA E/O DISCRIMINAZIONE QUANDO… C’è violenza o abuso quando sono presenti tutte quelle condizioni che impediscono la crescita armonica del bambino e dell’adolescente, non rispettando i suoi bisogni e non proteggendolo sul piano fisico e psichico. KIT ANTIDISCRIMINAZIONE per ciano_Layout 1 22/10/13 18.07 Pagina 59 2.5 La violenza e l’abuso nei confronti dei minori Vi rientrano non soltanto comportamenti di tipo commissivo, entro i quali vanno annoverati maltrattamenti di ordine fisico, sessuale o psicologico, ma anche di tipo omissivo, legati cioè all’incapacità più o meno accentuata, da parte dei genitori, di fornire cure adeguate a livello materiale ed emotivo al proprio figlio. Sono, dunque, molteplici i modi in cui un bambino o adolescente può essere vittima di violenza ed, in tal senso, l’OMS (2002) include nella definizione di abuso all’infanzia “tutte le forme di maltrattamento fisico e/o emozionale, abuso sessuale, trascuratezza, negligenza, sfruttamento commerciale o altro che comportino un pregiudizio reale o potenziale per la salute del bambino, per la sua sopravvivenza, per il suo sviluppo o per la sua dignità nell’ambito di una relazione caratterizzata da responsabilità, fiducia o potere”. Per abuso sessuale si intende il coinvolgimento di soggetti immaturi in attività sessuali, in assenza di consapevolezza e possibilità di scelta, in violazione dei tabù sociali o delle differenze generazionali. Le attività sessuali includono sia rapporti sessuali veri e propri, sia forme di contatto erotico, sia atti che non prevedono un contatto diretto. Quando si parla di abuso sessuale, si fa riferimento quindi ad un evento che può variare in modo sostanziale in base alla tipologia, al grado di invasività, alla relazione che intercorre tra bambino e autore dell’abuso, alla consapevolezza della vittima rispetto a quanto accade, alla frequenza con cui l’abuso si verifica. Si parla di maltrattamento fisico quando il genitore o le persone che si prendono cura del bambino mettono in atto violenze fisiche e gli causano danni fisici, non accidentali né determinati da patologie organiche. Rientrano in questa tipologia di abuso le percosse (es. calci, pugni), gli spintoni, il ricorso a cinghiate/frustate, le bruciature di sigaretta, fratture provocate intenzionalmente. L’abuso o maltrattamento psicologico implica una ripetuta modalità di comportamento del genitore (o, in generale, dell’adulto) che comunica al bambino/adolescente di essere sbagliato, senza valore, non amato, non voluto, o che il suo valore è legato unicamente alla soddisfazione di bisogni altrui. Nello specifico, tra i comportamenti che un adulto può rivolgere a un bambino o ad un adolescente che configurano un abuso psicologico troviamo: rifiutare, terrorizzare, negare risposte emozionali, isolare. Il termine trascuratezza (in inglese, neglect) fa riferimento ad un’inadeguata attenzione da parte delle figure genitoriali rispetto ai bisogni evolutivi e alle necessità di un bambino. La patologia nella somministrazione delle cure può concretizzarsi in: • Incuria: il bambino riceve cure insufficienti rispetto ai bisogni fisici e psicologici propri della sua età e del suo momento evolutivo; 59 KIT ANTIDISCRIMINAZIONE per ciano_Layout 1 22/10/13 18.07 Pagina 60 2.5 La violenza e l’abuso nei confronti dei minori • Discuria: il bambino riceve cure distorte e inadeguate rispetto all’età, attraverso la richiesta di prestazioni superiori alla sua età/possibilità, l’accudimento tipico di bambini più piccoli o l’iperprotettività; • Ipercura: il bambino riceve cure eccessive, caratterizzate da inadeguata e dannosa medicalizzazione. Per violenza domestica si intende “ogni forma di violenza fisica, psicologica o sessuale che riguarda tanto soggetti che hanno/hanno avuto una relazione di coppia, quanto soggetti che all’interno di un nucleo familiare più o meno allargato hanno relazioni di carattere parentale o affettivo” (OMS, 1996). Per violenza assistita in ambito domestico si intende ogni situazione nella quale un bambino assista alla violenza tra soggetti appartenenti al nucleo familiare. Anche laddove una donna sia oggetto di violenza da parte del compagno, esistono due vittime: la donna, direttamente colpita, e il bambino che assiste. SAPERE C’È VIOLENZA E/O DISCRIMINAZIONE PERCHÉ Come indicato dalle linee guida della SINPIA (Società Italiana di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza), i 60 modelli recenti, provenienti dalla Psicopatologia dello Sviluppo, descrivono l’abuso come un fenomeno multicausale, evidenziando cioè che le condotte abusanti e trascuranti nei confronti dei bambini sono determinate da una molteplicità dei fattori che operano a diversi livelli. Non si può dunque isolare una singola patogenesi degli abusi o identificare correttamente uno o più fattori che, se presenti, culminano in un’azione abusante: la violenza e l’abuso si verificano quando gli stressors sovrastano i fattori di supporto e quando gli elementi di rischio sono più importanti dei fattori di protezione. La ricerca sui fattori di rischio è considerata paradigmatica della Psicopatologia dello Sviluppo: adattamento e vulnerabilità appaiono come risultati opposti dell’interazione tra fattori protettivi e fattori di rischio. Considerando il grado di adattamento ed integrazione sociale di un individuo nelle fasi del ciclo di vita, lo stato del bambino può essere considerato come il risultato momentaneo e transitorio di un processo dinamico interattivo tra fattori di rischio e fattori di protezione. Ciò significa che uno stesso fattore di rischio può produrre effetti diversi al variare della fase di sviluppo considerata e dunque bambini diversi possono reagire in modo del tutto differente di fronte allo stesso tipo di fattori di rischio, in funzione del grado di vulnerabilità personale allo stress e dell’eventuale presenza di mediatori dei fattori di stress (Sroufe e Rutter, 1984). I fattori di rischio rappresentano un utile strumento che KIT ANTIDISCRIMINAZIONE per ciano_Layout 1 22/10/13 18.07 Pagina 61 2.5 La violenza e l’abuso nei confronti dei minori permette di effettuare una prima valutazione psicosociale di sospetto abuso o trascuratezza che, successivamente, un’équipe multidisciplinare dovrà verificare. Tra i fattori di rischio si distinguono (Cicchetti e Rizley, 1981; Reder e Lucey, 1995; Montecchi, 1999; Pourtois, 2000): 1. fattori sociali; 2. fattori relazionali da parte dei genitori; 3. patologie genitoriali; 4. fattori relazionali da parte dei bambini e patologia dei bambini. 1) • • • Fattori sociali famiglie isolate dal contesto sociale; difficoltà economiche e/ lavorative, disoccupazione; emarginazione sociale, immigrazione, cause religiose e razziali; • isolamento dalle rispettive famiglie d'origine; • condizioni abitative inadeguate per igiene e spazi; • famiglie monoparentali (ragazze madri, separazione e divorzio, vedovanze). 2) • • • • Fattori relazionali intrafamiliari patologia della relazione tra i genitori; conflitti nella coppia genitoriale con esposizione dei figli; età dei genitori (troppo giovane o troppo avanzata); inversioni dei ruoli genitoriali; • genitori con pattern di attaccamento fortemente insicuri/disorganizzati; • promiscuità delle relazioni; • esposizione alla violenza domestica. 3) Patologie genitoriali • psicosi; • gravi disturbi di personalità (borderline); • gravi disturbi ansiosi o depressivi (depressione post-partum); • tossicodipendenze; • alcolismo; • sociopatie; • insufficienza mentale; • gravi disabilità fisiche o sensoriali. 4) Patologie del bambino • patologie neonatali; • malattie croniche; • disabilità fisiche e/o psichiche; • deficit di apprendimento; • disturbi del sonno, pianto notturno e diurno; • problemi delle condotte alimentari e/o sfinteriche; • inibizione o ipercinesia. 61 KIT ANTIDISCRIMINAZIONE per ciano_Layout 1 22/10/13 18.07 Pagina 62 2.5 La violenza e l’abuso nei confronti dei minori SAPERE GLOSSARIO Abuso: qualunque comportamento commissivo e omissivo che, nell’ambito di una relazione caratterizzata da responsabilità, fiducia o potere, impedisce la crescita armonica del bambino e dell’adolescente o genera una situazione di pregiudizio, reale o potenziale, per la sua salute, per la sua sopravvivenza, per il suo sviluppo o per la sua dignità. Adescamento: meccanismo in base al quale un adulto, con atti o parole, trova il modo per attirare l’interesse e l’attenzione di un altro, solitamente un minore, la sua disponibilità e la sua fiducia così da realizzare attività sessuali o da tenerlo, in una condizione di sottomissione. Bullismo: Il termine bullismo deriva dalla parola inglese “bullying” ed indica un’intenzionale oppressione, psicologica o fisica, continuata nel tempo e ripetuta, messa in atto da una o più persone nei confronti di un’altra, percepita come più debole. Cyberbullismo: il termine cyberbullying, introdotto dall'educatore canadese Bill Belsey comprende l’insieme 62 di atti di bullismo e di molestia effettuati tramite mezzi elettronici come l'e-mail, la messaggistica istantanea, i blog, i telefoni cellulari, i cercapersone e/o i siti web. Si può dunque definire come un utilizzo delle nuove tecnologie per intimorire, molestare, mettere in imbarazzo, far sentire a disagio o escludere altre persone. Flaming: attività di disturbo delle chat o dei gruppi di discussione, che consiste nell’inserire deliberatamente messaggi ostili e aggressivi per provocare una lite. Grooming: termine che deriva dal verbo inglese “to groom” e si riferisce a comportamenti intenzionali messi in atto da un adulto per suscitare la simpatia, carpire la fiducia e creare un rapporto emotivo con un minore, riducendone le difese e la capacità di autocontrollo, con il proposito di realizzare attività di natura sessuale o di sfruttamento. Pedopornografia on line: fenomeno complesso che implica la produzione e lo scambio attraverso i supporti tecnologici di materiale che veicola contenuti di pornografia minorile. Si tratta di un crimine commesso nei confronti di un minore e in questo senso, la pornografia minorile si configura come prova di un avvenuto abuso sessuale, con azioni spesso altamente degradanti, violente ed umilianti ai danni dei bambini. KIT ANTIDISCRIMINAZIONE per ciano_Layout 1 22/10/13 18.07 Pagina 63 2.1 La discriminazione e la violenza2.5 suLa base violenza etnico-razziale e l’abuso nei confronti dei minori LINK www.pariopportunita.gov.it: sito del Dipartimento per le pari opportunità. Sezione Minori www.114.it: sito del numero di emergenza al quale rivolgersi tutte le volte che un bambino o un adolescente è in pericolo. Il Servizio è gratuito ed è finanziato dal Dipartimento per le Pari Opportunità e gestito da Telefono Azzurro. www.azzurro.it: sito dell’associazione Telefono Azzurro. www.limeducational.it: sito del progetto di Telefono Azzurro "Laboratorio sul consumo dei media. Informazione e divertimento nella costruzione della realtà" . www.giovaniprotagonisti.azzurro.it: portale rivolto ai ragazzi per la prevenzione dei comportamenti a rischio. "Campagna per i 25 anni di Telefono Azzurro: firma per donare il tuo 5x1000" 63 KIT ANTIDISCRIMINAZIONE per ciano_Layout 1 22/10/13 18.07 Pagina 64 La discriminazione e la violenza a causa delle convinzioni religiose A cura di Habte Weldemariam A CHI È DIRETTA I processi migratori sono fenomeni multidimensionali che investono tutte le sfere, anche le più profonde, delle persone, mettendole in discussione, mediante il contatto fra autoctoni e stranieri. La presenza in Italia di uomini e donne provenienti da tutti i continenti del mondo ci ha reso consapevoli dell’incontro fra diversi gruppi etnici, credenze e tradizioni che segnano una marcata alterità. In questi ultimi anni, infatti, si è dibattuto molto, a partire dalla prospettiva de “Lo scontro delle civiltà” (Huntington) sul conflitto tra le culture e le religioni; dalla questione del chador a quella del crocifisso nelle scuole ecc., tutto nel quadro di una presunta incompatibilità della diversità culturale e religiosa. Foto: Archivio UNAR 64 KIT ANTIDISCRIMINAZIONE per ciano_Layout 1 22/10/13 18.07 Pagina 65 2.6 La discriminazione e violenza per orientamento religioso LA DISCRIMINAZIONE IN NUMERI Non possiamo non tenere presente che nella grande Europa di oggi, assieme ai cristiani, vivono 32 milioni di musulmani, quasi 4 milioni tra induisti, buddhisti, sikh ecc. In Italia, secondo l'ultimo Rapporto annuale Caritas/Migrantes, i musulmani sono circa 1 milione e 650mila, di cui circa 10mila cristiani convertiti all’Islam (Rapporto di monitoraggio della protezione delle minoranze nell’UE: la situazione dei musulmani in Italia, 2012). Paesi molto più piccoli di noi rilevano una presenza proporzionalmente assai più elevata, come l’Olanda che ne ha 300mila o il Belgio che ne ha 250mila. C’È VIOLENZA E/O DISCRIMINAZIONE QUANDO… Insieme ad una crescita dei cristiani ortodossi in Italia, è sempre più evidente una centralità dell’Islam come seconda religione presente sul territorio dopo la cattolica. Vale la pena, perciò, soffermarsi su questa religione che più delle altre sembra essere percepita come problema di interazione sociale, anche perché a tale consistenza numerica ha corrisposto una ripresa delle correnti più integraliste. Questa percezione continua a suscitare un certo disagio e malessere. Benché costituiscano il secondo gruppo religioso in Italia, le persone di religione islamica non dispongono ancora di un accordo giuridico con lo Stato italiano, senza il quale l’esercizio dei loro diritti religiosi è di fatto limitato. Alcuni motivi possono spiegarci il problema della difficile intesa con lo Stato italiano: - gli appartenenti alla fede musulmana in Italia provengono da diverse parti del mondo, parlano lingue diverse e hanno differenti estrazioni sociali; spesso l’unico vincolo tra loro è la stessa fede religiosa. Per questo, se è difficile parlare di Islam in generale, in conseguenza della storia molto complessa e ricca di questa religione, più difficile ancora è definire il fenomeno dell’Islam in Italia e in Europa; - anche in virtù della precaria situazione di fatto che caratterizza i luoghi di culto e gli spazi pubblici dedicati, l’aggregazione riveste carattere informale; - la composizione associativa si costituisce prevalentemente su base etnico-nazionale. 65 KIT ANTIDISCRIMINAZIONE per ciano_Layout 1 22/10/13 18.07 Pagina 66 2.6 La discriminazione e violenza per orientamento religioso SAPERE C’È VIOLENZA E/O DISCRIMINAZIONE PERCHÉ esponenti politici sostengono questo meccanismo di creazione e riproduzione del pregiudizio che condiziona i processi sociali. La religione nella scuola multietnica e multireligiosa Di fronte agli atti di ordinaria discriminazione per motivi religiosi non è sempre possibile né corretto stabilire un nesso eccessivamente deterministico tra la costruzione ideologica della discriminazione e l'atto quotidiano, banale, che può avvenire anche in modo spontaneo, non concertato. È tuttavia opportuno sottolineare la natura per niente 'neutra' della comunicazione politica e massmediatica e la sua capacità performativa. Essa è, cioè, in grado di ri-produrre azioni, atteggiamenti, codici, immaginari, sensibilità di forte impatto sull’altro. Gli elementi narrativi del discorso in materia di diversità religiosa e culturale attingono generalmente a un bagaglio di elementi negativi; i tratti della sofferenza e del dolore risultano dominanti, sia quando si descrivono azioni delittuose e cruente, ma anche quando illustrano un caratteristico aspetto rituale di una religione. Le invettive feroci di alcuni intellettuali e giornalisti e la pratica discorsiva provocatoria e macabra di alcuni 66 La mancanza dell’Intesa con lo Stato italiano è anche la causa di molti malintesi e percezioni discriminatorie da parte di alcune confessioni religiose, tra queste, appunto, i componenti della fede musulmana. Numerosi studi svolti, anche in anni recenti, tra gli altri il “Rapporto di monitoraggio della protezione delle minoranze nell’Unione Europea: la situazione dei musulmani in Italia”, hanno evidenziato un distacco, una diffidenza considerevole delle comunità musulmane nei confronti dei curriculum scolastici italiani. Per molti gruppi religiosi – anche tra coloro che hanno firmato l’Intesa – la scuola italiana dovrebbe avere un approccio ancora più interculturale offrendo corsi sulla cultura e la religione dei paesi di origine, della loro lingua nativa ecc.. Secondo alcuni, poi, la rappresentazione dell’Islam nei testi scolastici non è sufficientemente accurata e talvolta distorta. Le esigenze particolari degli studenti musulmani, ad esempio, non sono sempre prese in considerazione: le mense scolastiche spesso non tengono abbastanza conto delle loro esigenze alimentari. KIT ANTIDISCRIMINAZIONE per ciano_Layout 1 22/10/13 18.07 Pagina 67 2.6 La discriminazione e violenza per orientamento religioso L’appartenenza religiosa può essere vissuta come un elemento che rafforza la propria identità senza contrapporla a quella degli altri. La conoscenza dell'altro può aiutarci a superare le paure, l'ignoranza e il pregiudizio. Ciò non significa favorire relativismi o sincretismi, ma identità consapevoli che sanno argomentare, nel rispetto dell’altro, il proprio punto di vista e i propri valori, in una prospettiva di apertura e di arricchimento reciproco della propria identità. LINK http://www.governo.it/Presidenza/USRI/confessioni/inteseindice.html: per gli ultimi aggiornamenti sulla questione di Intesa con lo Stato Italiano http://www.vatican.va/roman_curia/pontifical_co uncils/interelg/index_it.htm: Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso http://www.sidic.org: Dialogo ebraico-cristiano http://www.ildialogo.org: sul dialogo cristiano musulmano in Italia http://www.confronti.net - Rivista Confronti http://www.internetica.it/ecumenismo.asp: altri documenti sul dialogo GLOSSARIO Dialogo interreligioso: la pratica dell'incontro e di un confronto costruttivo tra diverse comunità di fede. Un importante e particolare laboratorio del dialogo tra le religioni sono gli incontri di Assisi (1996 e 2002) tra ebrei, cristiani, musulmani, induisti, buddisti e credenti di tutte le prin¬cipali tradizioni spirituali Discriminazione etnico-religiosa: la discriminazione etnico-religiosa consiste in qualsiasi azione che mira o che ha il risultato (anche non deliberato) di negare la parità di trattamento o escludere da un diritto un gruppo religioso o una persona in quanto membro di un particolare gruppo religioso. Ecumenismo: (dal gr. oikouménē (gê) “terra abitata”) movimento ideologico e pratico che si propone di riavvicinare e unificare le diverse confessioni cristiane, basandosi sul riconoscimento dei comuni valori religiosi e sul superamento delle divergenze dottrinali e storiche. Integralismo/fondamentalismo religioso: il fondamentalismo religioso predica il ritorno ai fondamenti di 67 KIT ANTIDISCRIMINAZIONE per ciano_Layout 1 22/10/13 18.07 Pagina 68 2.1 La violenza suorientamento base etnico-razziale 2.6 La discriminazione discriminazione ee la violenza per religioso una determinata religione, subordinando la vita politica, economica e sociale della collettività ai precetti della religione e dei suoi testi sacri e dogmi. Tale operazione, portata alle sue estreme conseguenze, si traduce nell'instaurazione di una teocrazia, nell’estromissione delle idee differenti, e nel divieto del pluralismo di pensiero filosofico, ideologico e azione. SAPERE Integrazione: il concetto d'integrazione indica la capacità di confrontare e di scambiare - in una posizione di parità e di partecipazione - valori, norme, modelli di comportamento, sia da parte dello straniero che da parte della società ospitante. L'integrazione è, quindi, quel processo graduale col quale i nuovi residenti diventano dei partecipanti attivi alla vita economica, sociale, civica, culturale e spirituale del paese d'immigrazione. Intesa: accordo tra lo Stato e una confessione religiosa per regolare i reciproci rapporti, secondo quanto previsto dall'art. 8, terzo comma della Costituzione. Necessita di approvazione parlamentare per produrre effetti giuridici. Islamofobia: l’islamofobia è una paura irrazionale o un 68 pregiudizio nei confronti dell’Islam o dei musulmani. L’islamofobia è significativamente aumentata nel mondo occidentale in seguito agli attacchi terroristici dell’11 settembre 2001 di New York. Pluralismo culturale: presenza in uno stesso territorio di persone e gruppi che si rifanno a diverse concezioni religiose del mondo. Perché questa situazione sia proficua, è necessario garantire un’interazione armoniosa tra queste persone e gruppi dalle identità culturali molteplici, varie e dinamiche al fine di favorire e realizzare la volontà di vivere insieme. Shari’a: legge islamica che regola i comportamenti pubblici e privati, religiosi e civili dei fedeli; è formata dalle prescrizioni del Corano e dalle aggiunte di interpreti ed esegeti dei primi secoli dopo la morte del Profeta. Xenofobia: sentimento di paura e di avversione nei confronti dello straniero, capace di generare comportamenti distorti ed incontrollabili che rischiano di sfociare in aperti atteggiamenti discriminatori e razzisti. Il suffisso “fobia” conferisce al termine una valenza psicopatologica: se la paura può essere interpretata come una reazione adeguata ad un pericolo reale, il termine fobia indica, al contrario, una reazione sproporzionata ed inconsapevole ad un pericolo immaginato. KIT ANTIDISCRIMINAZIONE per ciano_Layout 1 22/10/13 18.07 Pagina 69 2.6 2.1La Ladiscriminazione discriminazioneeeviolenza la violenza persu orientamento base etnico-razziale religioso Milano giorno di preghiera nella moschea all’aperto di viale Jenner di Bea La parola musalla rinvia ad un luogo circoscritto, anche in spazio aperto, ove si svolgono le preghiere quotidiane o le riunioni ed assemblee dei musulmani. Molti islamici in Italia risentono la mancanza di luoghi di culto o di spazi. È cruciale infatti, in tutti i processi di integrazione, percepire il luogo in cui ci si è trasferiti come “proprio”, anche culturalmente. 69 KIT ANTIDISCRIMINAZIONE per ciano_Layout 1 22/10/13 18.07 Pagina 70 La discriminazione per età A cura di Paolo Ferrari A CHI È DIRETTA La discriminazione per età, pur essendo prevista ormai da anni da alcune norme dell’ordinamento italiano e internazionale, non sembra ancora essere entrata pienamente nella consapevolezza dei cittadini. Anche le stesse vittime di questo tipo di ingiusta esclusione sembrano non rendersene pienamente conto e pare che abbiano accettato passivamente una situazione apparentemente immodificabile. Questo atteggiamento collettivo misto di ignoranza e rassegnazione fa sì che a volte non sia ben chiaro rispondere alla domanda: chi sono le vere vittime di questa discriminazione? Una risposta potrebbe essere questa: le vittime sono, da un lato, i giovani e, dall’altra, i più anziani. E’ vero infatti Foto: Archivio UNAR 70 KIT ANTIDISCRIMINAZIONE per ciano_Layout 1 22/10/13 18.07 Pagina 71 2.7 La discriminazione per età che il passare del tempo modifica le nostre capacità fisiche e intellettive, ma è anche vero che ciò non capita in modo automatico e con la medesima gradualità. Inoltre le capacità fisiche e intellettuali, oltre che caso per caso, vanno verificate facendo riferimento a parametri più complessi che non la sola data di nascita. È per questo che porre dei limiti di età, per esempio, per selezionare chi può accedere ad un determinato lavoro, finisce per ricadere ingiustamente sugli esclusi che invece, secondo gli altri parametri, sarebbero più idonei di chi rientra in quella fascia di età, se non addirittura più adatti. LA DISCRIMINAZIONE IN NUMERI Contare quanti siano i casi di discriminazione per età non è agevole. E il motivo risiede in quanto detto sopra. Spesso chi passa davanti ad una vetrina di un negozio dove campeggia un cartello “cercasi commessa max 24 anni”, pur essendo in cerca di un lavoro e magari pur essendo disposto a un lavoro da commesso, se ha più di 24 anni, tira avanti e non segnala quella che invece costituisce una palese discriminazione. Ma l’attività di sensibilizzazione svolta in questi anni da associazioni e enti pubblici comincia a portare i suoi frutti e la gente si rassegna sempre di meno e comincia a segnalare o, almeno, chiede agli organismi competenti se, avvisi del genere di quello riportato sopra, siano da considerarsi di- scriminatori. Così per esempio l’UNAR, che dal 2010 non si occupa più solo di discriminazioni razziali, ma si è aperto ad accogliere segnalazioni anche di altri tipi di discriminazione, riferisce che, mentre nei primi due anni i casi di discriminazione per età erano piuttosto scarsi, dal 2012 si è registrata una vera esplosione di segnalazioni. Le discriminazioni segnalate in questo campo sono state più di 300. E nell’anno in corso, i dati mostrano una ulteriore crescita. Ma basta “navigare” in internet alla ricerca di annunci di lavoro e ci si imbatte subito in decine di annunci che pongono arbitrariamente un limite di età. C’È DISCRIMINAZIONE QUANDO…. La discriminazione sussiste quando, per l’accesso ad un determinato lavoro, servizio, diritto o beneficio sociale, si pone un limite di età minimo o massimo. Esiste un principio generale stabilito da ultimo, dal decreto legislativo n. 216 del 2003, attuativo della direttiva europea 2000/78/CE: questa norma vieta qualsiasi discriminazione diretta o indiretta avente ad oggetto, tra gli atri, il criterio dell’età. 71 KIT ANTIDISCRIMINAZIONE per ciano_Layout 1 22/10/13 18.07 Pagina 72 2.7 La discriminazione per età L’art. 3 afferma che si tratta di una regola che si applica sia nel settore pubblico che nel settore privato e riguarda l’accesso all’occupazione e al lavoro, sia autonomo che dipendente, compresi i criteri di selezione e le condizioni di assunzione. Come ogni regola generale, anche questa ha le sue eccezioni. La norma infatti aggiunge che possono essere ammesse delle deroghe al principio di parità di trattamento. Ma questo solo nel caso di attività lavorative che richiedono particolari attitudini e capacità fisiche, fra cui quindi l’età anagrafica, quando questa possa costituire un requisito indefettibile ai fini dello svolgimento dell’attività richiesta. Il Legislatore può introdurre altre eccezioni quando intende perseguire specifiche finalità di politica del lavoro, cioè quando decide di correggere le tendenze del mercato del lavoro, oppure quando vuole favorire la formazione professionale. Ciò accade quando, per esempio, si vuole contrastare la tendenza negativa del mercato del lavoro che rende difficile l’ingresso ai giovani senza esperienza o che espelle le persone di una certa età che poi hanno difficoltà a reinserirsi. La legge, in questi casi, prevede delle cosiddette “azioni positive” favorendo in modo speciale le persone che si trovano in queste fasce di età. Accade così che per legge siano riservate certe SAPERE 72 agevolazioni per l’ingresso nel mercato del lavoro ai giovani o agli ultra cinquantenni che hanno perso il lavoro. In questo caso il limite di età non è discriminatorio perché è posto al solo fine di recuperare uno scarto negativo che si era creato a danno di queste persone. In pratica cioè in questo caso il limite di età ripristina il principio di pari opportunità. Ma ci sono altre eccezioni che la legge stessa prevede. Un caso particolare è previsto per le forze dell’ordine. La legge (art. 3 del decreto legislativo 216/03) ammette l’inserimento di un limite di età esplicitamente quando esso assuma rilevanza ai fini dell'idoneità allo svolgimento delle funzioni che le forze armate e i servizi di polizia, penitenziari o di soccorso possono essere chiamati ad esercitare. Un altro caso è quello in cui il limite di età sia giustificato da finalità legittime perseguite attraverso mezzi appropriati e necessari. E’ l’esempio fatto sopra delle azioni positive a favore di una categoria di persone altrimenti svantaggiate. Un ultimo caso, sempre secondo la legge, si ha quando “nel rispetto dei principi di proporzionalità e ragionevolezza, per la natura dell'attività lavorativa o per il contesto in cui essa viene espletata, si tratti di caratteristiche che costituiscono un requisito essenziale e determinante ai fini dello svolgimento dell'attività medesima”. L’esempio più facile è il caso in cui un impresario teatrale cerchi un attore che deve recitare la parte di un giovane. Ovviamente in tal caso si può porre un limite di età nella selezione degli aspiranti. KIT ANTIDISCRIMINAZIONE per ciano_Layout 1 22/10/13 18.07 Pagina 73 2.7 La discriminazione per età Fonti Fonti comunitarie TFUE - Trattato sul funzionamento dell’Unione Europea Art. 10 : “Nella definizione e nell'attuazione delle sue politiche e azioni, l'Unione mira a combattere le discriminazioni fondate sul sesso, la razza o l'origine etnica, la religione o le convinzioni personali, la disabilità, l'età o l'orientamento sessuale”. Art. 19, c.1 (art. 13 TCE): “[…] nell'ambito delle competenze da essi conferite all'Unione, il Consiglio, deliberando all'unanimità secondo una procedura legislativa speciale e previa approvazione del Parlamento europeo, può prendere i provvedimenti opportuni per combattere le discriminazioni fondate sul sesso, la razza o l'origine etnica, la religione o le convinzioni personali, la disabilità, l'età o l'orientamento sessuale”. CARTA DEI DIRITTI FONDAMENTALI DELL’UNIONE EUROPEA Art. 21, c.1: “È vietata qualsiasi forma di discriminazione fondata, in particolare, sul sesso, la razza, il colore della pelle […] l'età o l’orientamento sessuale”. (ex art. 6 TUE, dopo il Trattato di Lisbona, la Carta dei diritti ha lo stesso valore giuridico dei Trattati) Direttiva 2000/78/CE : “La presente direttiva mira a stabilire un quadro generale per la lotta alle discriminazioni fondate sulla religione o le convinzioni personali, gli handicap, l'età o tendenze sessuali, per quanto concerne l'occupazione e le condizioni di lavoro al fine di rendere effettivo negli Stati membri il principio della parità di trattamento”. (in particolare vedi art. 6) Le fonti interne D. lgs 216/2003 : “Il presente decreto reca le disposizioni relative all'attuazione della parità di trattamento fra le persone indipendentemente dalla religione, dalle convinzioni personali, dagli handicap, dall'età e dall'orientamento sessuale, per quanto concerne l'occupazione e le condizioni di lavoro, disponendo le misure necessarie affinché tali fattori non siano causa di discriminazione […]". Il Decreto ha modificato l’art. 15 dello Statuto dei Lavoratori prevedendo espressamente la nullità del licenziamento fondato esclusivamente su motivi di età. 73 KIT ANTIDISCRIMINAZIONE per ciano_Layout 1 22/10/13 18.07 Pagina 74 2.7 La discriminazione per età SAPERE LE GIUSTIFICAZIONI ALLE DIFFEREN- ZIAZIONI PER ETÀ (art. 3, c. 3, 4e 6D.lgs. 216/2003) Non costituiscono atti di discriminazione quelle differenze di trattamento dovute a caratteristiche connesse all’età qualora: • nel rispetto dei principi di proporzionalità e ragionevolezza, per la natura dell'attività lavorativa o per il contesto in cui essa viene espletata, si tratti di caratteristiche che costituiscono un requisito essen- 74 ziale e determinante ai fini dello svolgimento dell'attività medesima • assumano rilevanza ai fini dell'idoneità allo svolgimento delle funzioni che le forze armate e i servizi di polizia, penitenziari o di soccorso possono essere chiamati ad esercitare • siano giustificate oggettivamente da finalità legittime perseguite attraverso mezzi appropriati e necessari • siano dettate dalla particolare natura del rapporto e dalle legittime finalità di politica del lavoro, di mercato del lavoro e di formazione professionale in favore di adolescenti, giovani, lavoratori anziani. KIT ANTIDISCRIMINAZIONE per ciano_Layout 1 22/10/13 18.07 Pagina 75 Foto: Archivio UNAR 3. COME SI SPIEGANO 75 KIT ANTIDISCRIMINAZIONE per ciano_Layout 1 22/10/13 18.07 Pagina 76 L’educazione alla diversità non è solo una semplice trasmissione di informazione e conoscenze, ma è una vera e propria competenza e come tale va acquisita: educarsi alla diversità significa cioè diventare competenti nella relazione con l’altro. Tale competenza non può prescindere dalla consapevolezza di se stessi, delle proprie diversità, del modo in cui ci si relaziona alla diversità dell’altro. Non può quindi fare a meno della partecipazione attiva delle persone, che vengono chiamate in causa con le loro esperienze, opinioni, convinzioni, ideali, con l’obiettivo di rimescolare le carte all’interno di una discussione che insinui il dubbio e produca cambiamento. E’ per questo motivo che, a prescindere dal tema trattato e dall’età dei destinatari, l’obiettivo comune a tutti gli interventi di educazione alla diversità è il riconoscimento e la promozione della tutela del diritto ad essere diversi e la metodologia privilegiata è quella che viene definita “educazione non formale”, che, a differenza dell’educazione formale, specifica del contesto scuola, prevede attività di tipo partecipativo, che chiamano in gioco le dimensioni cognitiva, affettiva e attitudinale delle persone. Promuovere e tutelare il diritto alla diversità significa, allo stesso tempo, contrastare la discriminazione e la violenza in un’ottica di prevenzione, laddove si invitano le persone a riflettere e misurarsi con questi temi a partire da loro stessi e dalle loro esperienze. Nei paragrafi che seguono verranno illustrati nello specifico le metodologie e gli obiettivi degli interventi suddivisi per ordine e grado di scuola. Per un approfondimento sul tema del bullismo si suggerisce di consultare il sito www.smontailbullo.it dedicato alla campagna nazionale contro il bullismo organizzata dal Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca, che contiene, oltre a contenuti teorici, schede didattiche, una ricca bibliografia e filmografia sul tema. 76 KIT ANTIDISCRIMINAZIONE per ciano_Layout 1 22/10/13 18.07 Pagina 77 3.1 Lavorare con i ragazzi LAVORARE CON I RAGAZZI A cura di Concetta Ricciardi e Giovanni Salerno SCUOLA PRIMARIA Parlare di violenza e discriminazione all’interno di una scuola primaria prevede un approccio che permetta di valorizzare il gruppo come promotore di positive regole di convivenza. Lo sviluppo psicologico, durante gli anni della scuola primaria, determina la necessità di utilizzare approcci psico-educativi adattati alle varie fasce di età. Il minimo comune denominatore, dal quale affrontare queste tematiche, è l’alfabetizzazione emotiva. I bambini attraverso giochi, attività, favole devono imparare a distinguere la differenza tra emozioni piacevoli e spiacevoli, individuandone le caratteristiche e decodificandone le espressioni non verbali. Le attività permettono di prevenire fenomeni di violenza e di discriminazione, nel momento in cui all’interno della classe viene valorizzato e promosso il concetto di empatia, ossia di capacità di “mettersi nei panni degli altri”. Nei fenomeni di bullismo i comportamenti violenti nascono dalla necessità di avere un ruolo all’interno della classe; l’isolamento dei bambini più violenti e l’esclusione dal gruppo dei pari non può che accentuare queste condotte. A tal fine, si propongono attività che promuovano il ruolo del singolo all’interno del gruppo, responsabilizzando i membri rispetto al vissuto emotivo dei propri compagni. La discriminazione è purtroppo un atteggiamento acquisito per imitazione, spesso appreso dalle figure adulte di riferimento. In un percorso educativo volto ad arginare questo rischio è importante, quindi, la valorizzazione delle storie personali di ogni singolo elemento del gruppo (provenienza, cultura, genere) come elemento di arricchimento e di evoluzione del gruppo stesso. Lavorare sull’alfabetizzazione emotiva permette al docente e all’operatore di entrare subito in contatto con le capacità dei bambini di esprimere le proprie emozioni, un percorso che non può essere forzato, ma stimolato. In certi casi, potrebbe emergere la necessità di educare alcuni bambini nel gestire le proprie emozioni al fine di prevenire comportamenti nocivi o dannosi per se stessi e per il gruppo. Il gruppo classe offre un sistema che richiede regole di convivenza attraverso le 77 KIT ANTIDISCRIMINAZIONE per ciano_Layout 1 22/10/13 18.07 Pagina 78 3.1 3.2Lavorare Una piccola con cassetta i ragazzidegli attrezzi quali il bambino può sperimentare ed allenare la gestione delle proprie emozioni; a tal fine, i conduttori devono essere accoglienti e non giudicanti per garantire una fluida espressione dei vissuti dei bambini. L’identificazione dei personaggi tratti da alcune storie agevola un percorso di riconoscimento delle emozioni, soprattutto nei più piccoli; nei più grandi è, invece, importante privilegiare il confronto tra pari e la ricerca di strategie efficaci ed adeguate per arginare gli effetti delle emozioni negative. In questo senso, si privilegiano con i più piccoli metodologie psico-pedagogiche sviluppate attraverso letture, disegni e drammatizzazioni. Le attività con i più grandi, invece, prevedono un approccio di coinvolgimento diretto mediante roleplaying, story-telling e brainstorming, volto a promuovere il confronto con i coetanei. Che si tratti di violenza o di discriminazione, l’approccio educativo deve focalizzarsi non sulle individualità, ma sulla valorizzazione del gruppo come detentore di un messaggio anti-violento e anti-discriminante, sottolineando la responsabilità sociale dei singoli membri nei confronti dei compagni. A tal fine, sono elencati alcuni tipi di attività, divisi per fascia di età, che possano permettere al docente o all’operatore di promuovere un’alfabetizzazione emotiva e SPIEGARE 78 una valorizzazione del processo empatico, come vere forme di prevenzione primaria alla violenza e alla discriminazione. SCUOLA SECONDARIA DI PRIMO GRADO Lavorare in una scuola secondaria di primo grado significa avere a che fare con ragazzi e ragazze che hanno un’età compresa tra gli 11 e i 14 anni, vuol dire cioè confrontarsi con una particolare fase del ciclo vitale di ognuno di noi, definita “preadolescenza”. Nel proporre interventi di educazione alla diversità non si può non tenere conto delle specificità di questa fascia di età, caratterizzata da numerosi transizioni. Tutto ciò genera irrequietezza e agitazione: non è sempre facile comunicare con loro, capire cosa vogliono o aiutarli a ragionare. Parlare di violenza e discriminazione, aiutarli quindi a costruire un pensiero critico intorno a questi fenomeni significa tenere conto innanzitutto del crescente sviluppo della loro capacità critica, e quindi del desiderio di elaborare personalmente i dati su cui fondare le proprie convinzioni, di scoprire il piacere della discussione, di elaborare teorizzazioni, di individuare le contraddizioni, di aderire a valori utopici, e di fornirsi di propri criteri guida valoriali e comportamentali. Significa quindi KIT ANTIDISCRIMINAZIONE per ciano_Layout 1 22/10/13 18.07 Pagina 79 3.2 Una piccola 3.1 Lavorare cassetta con deglii ragazzi attrezzi proporre attività che permettano di sperimentarsi in prima persona, come ad esempio: - tecniche di brainstorming, per far emergere idee e opinioni nei partecipanti. Se, ad esempio, il brainstorming viene utilizzato all’inizio dell’intervento in classe su parole chiavi quali “diversità”, “violenza”, “discriminazione”, diventa uno strumento molto utile per indagare sia il livello di conoscenza della classe sul tema da trattare, che per esplorare stereotipi e pregiudizi sottostanti. - giochi/lavori di gruppo, per stimolare la socializzazione e la collaborazione nello svolgimento delle attività, nonché la comunicazione e il confronto di opinioni: - giochi/lavori di gruppo, per stimolare la socializzazione e la collaborazione nello svolgimento delle attività, nonché la comunicazione e il confronto di opinioni: • story-telling, per stimolare e far emergere nuove prospettive e punti di vista attraverso l’analisi di esperienze; • roleplaying, per esplorare le situazioni da diversi punti di vista e promuovere un maggiore coinvolgimento; • problemsolving, per stimolare la capacità di analisi e di soluzione produttiva di situazioni e problemi; • • utilizzo di audio – video e nuove tecnologie, sfruttandone l’attrattiva, le capacità di coinvolgimento e la forte carica comunicativa; attività grafico-manipolative, per rendere piacevoli e produttive le attività. Inoltre, in questa fase inizia a farsi sempre più forte il bisogno di indipendenza e autonomizzazione dagli adulti, che vengono affiancati dal gruppo dei pari, che diventa piano piano il punto di riferimento principale. Anche per questo motivo è molto importante proporre attività come quelle suddette, che tengono conto del gruppo e del confronto tra pari, che in questo senso diventa rinforzo e rispecchiamento reciproco. In tutto ciò il ruolo dell’adulto (genitori, insegnanti, operatori) si muove all’interno del delicato confine tra spinta all’autonomia e bisogno di protezione del preadolescente. Da una parte c’è agitazione e opposizione nei confronti degli adulti, dall’altra domande di aiuto che non passano da una richiesta esplicita, ma dall’agito e che richiedono, dunque, una capacità di decodifica da parte dell’adulto, che non può prescindere da un atteggiamento di ascolto attivo. 79 KIT ANTIDISCRIMINAZIONE per ciano_Layout 1 22/10/13 18.07 Pagina 80 3.1 3.2Lavorare Una piccola con cassetta i ragazzidegli attrezzi SPIEGARE Si richiede dunque all’adulto un ruolo che potremmo definire di facilitatore con funzione di contenimento: da un lato deve accogliere, incentivare e valorizzare la sperimentazione, dall’altro deve guidare e correggere, specie se si trova di fronte a con- dotte negative. Gli incontri di sensibilizzazione avranno quindi l’obiettivo di stimolare la discussione e la partecipazione di tutti, ma anche di dare un senso ai significati e orientare gli studenti verso una modalità relazionale corretta. SCUOLA SECONDARIA DI SECONDO GRADO Parlare di violenza e discriminazione nelle scuole secondarie di secondo grado può essere molto stimolante e interessante, considerando le peculiarità degli interlocutori. La fase evolutiva di riferimento in questo caso è l’adolescenza, che, in quanto naturale prosieguo della preadolescenza, ha per molti aspetti le stesse caratteristiche, ma con specificità proprie. Continua la fase degli interrogativi e della messa in di- 80 scussione di tutto e tutti. Ed è proprio questo aspetto a rendere ancora più prezioso questo periodo, soprattutto di fronte alla presente proposta educativa. Ancora di più l’adolescente non si limita ad accettare nozioni e relazioni che gli vengono offerte dal suo ambiente familiare e dal mondo adulto più in generale, ma elabora, mette in discussione, guarda al possibile, propone alternative e visioni nuove. Inoltre, aumenta il piacere dell’introspezione, la predisposizione alla discussione, la tendenza a costruire o ad accettare entusiasticamente ideologie innovatrici. Gli interventi di sensibilizzazione ed educazione alla diversità, in questo senso, diventano un’ulteriore occasione e stimolo che va ad arricchire il processo di costruzione dell’identità già in atto. Non significa plagiare le persone in una fase in cui sono ancora senza forma, tutt’altro: vuol dire arricchire il loro bagaglio di esperienze e conoscenze entro cui ognuno di loro può riconoscersi e piano piano definirsi per scegliere l’adulto che diventerà. Premesso ciò, come per la scuola secondaria di primo grado, anche in questa fase, si propongono in modo privilegiato, se non esclusivo, attività di tipo partecipativo ed esperienziale (vedi paragrafo precedente), facendo attenzione al ruolo dell’adulto che, coerentemente con quanto suddetto, non può che essere di facilitatore, che in questo caso potremmo definire “sperimentatore”. KIT ANTIDISCRIMINAZIONE per ciano_Layout 1 22/10/13 18.07 Pagina 81 UNA PICCOLA CASSETTA DEGLI ATTREZZI Nelle pagine che seguono il lettore potrà attingere ad alcuni suggerimenti didattici messi a disposizione da ciascuna delle associazioni coinvolte, suddivise per ambito di discriminazione ed età dei destinatari. L’idea è quella di una cassetta degli attrezzi, con tanti arnesi utili e diversificati a seconda dello scopo e di chi li utilizza. L’elenco proposto non pretende di essere esaustivo, ma vuole offrire a chiunque abbia voglia di costruire uno spazio di confronto, condivisione e sensibilizzazione sul valore della diversità, un supporto, che come un attrezzo appunto, consenta di costruire una visione del mondo che abbia come lente di osservazione il rispetto dei diritti umani. 81 KIT ANTIDISCRIMINAZIONE per ciano_Layout 1 22/10/13 18.07 Pagina 82 3.2 Una piccola cassetta degli attrezzi ⎢ La diversità su base etnico-razziale SPIEGARE EDUCARE AL RISPETTO DELLA DIVERSITA’ SU BASE ETNICO-RAZZIALE Scuola primaria LIBRI n La terra di Punt. Miti, leggende e racconti dell'Eritrea (di Habté Weldemariam, 1996, Emi Edizioni) A partire dalla raccolta dei miti, leggende e racconti legati alla Terra di Punt, si propone la metodologia narrativa come strumento di pedagogia interculturale. Attuare la pedagogia interculturale nella scuola avvalendosi di queste metodologie significa quindi utilizzare il patrimonio della propria tradizione culturale come punto di partenza per impegnarsi in nuove sintesi, accettando il confronto con altre memorie e narrazioni relativizzando le proprie prospettive. n Laboratorio attività interculturali- storie e percorsi per la scuola primaria (di Alessandra Teté, 2011, Centro Studi Erickson). Questo libro propone un 82 percorso di educazione interculturale per la scuola primaria basato su giochi e attività che coinvolgono tutta la classe, con il principale obiettivo di affrontare le problematiche legate all'immigrazione, alle paura delle differenze, all'uso di pregiudizi e stereotipi. Lo scopo è quello di avvicinare gli alunni italiani ai compagni stranieri e viceversa, favorendo la conoscenza reciproca delle culture di origine attraverso giochi motori e cooperativi, giochi di ruolo, giochi sul concetto di identità, giochi linguistici, attività per imparare a conoscere la geografia del mondo, giochi per prendere coscienza dei diritti dei bambini, giochi per avvicinarsi alle tradizioni, agli usi, ai costumi e ai cibi delle altre culture. Oltre alle attività, il volume propone 10 storie i cui protagonisti sono bambini di origine marocchina, filippina, senegalese, russa, albanese, palestinese, pakistana, brasiliana, cinese e rom. n Chi ha paura di cappuccetto rosso? (di Eva Ciuk, 2011, Edizioni Corsare) Progetto culturale, pedagogico, didattico sulla multiculturalità e la conoscenza dei popoli rom e Sinti. Prende avvio con un testo teatrale che rivisita la storia di Cappuccetto ambientandola nella realtà e nelle difficoltà di un campo. Comprende anche un cortometraggio, un racconto fotografico e un laboratorio di giornalismo. KIT ANTIDISCRIMINAZIONE per ciano_Layout 1 22/10/13 18.07 Pagina 83 piccola degli attrezzi 3.2 Una piccola cassetta degli attrezzi ⎢3.2 LaUna diversità su cassetta base etnico-razziale Scuola secondaria di primo e secondo grado GIOCHI D’AULA n COMPASS Manuale per l’educazione ai diritti umani con i giovani: pubblicato dal Consiglio d’Europa e disponibile in oltre 30 lingue, rappresenta uno strumento pratico e una risorsa per l’educazione alla cittadinanza e i diritti umani. Offre a leader, insegnanti e facilitatori di attività legate all’educazione dei diritti umani idee concrete e attività pratiche per coinvolgere e motivare i giovani nell’apprendere e mettere in pratica i diritti umani. La versione in inglese è possibile scaricarla on line al sito: http://eycb.coe.int/compass/en/ pdf/compass_2012_inside_FINAL.pdf n Non solo numeri. Kit educativo su immigrazione e asilo politico in Europa, ideato da l'Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (OIM) e l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR), per aiutare gli insegnanti e gli altri educatori a coinvolgere i giovani in discussioni guidate sul tema. E’ possibile scaricare il manuale sul sito dell’UNHCR all’indirizzo: http://www.unhcr.it/cms/attach/editor /PDF/NonSoloNumeriManualedellinsegnante.pdf n Buone pratiche per fare intercultura (di Antonio Nanni e Stefano Curci, 2005, Emi edizioni) Il volume presenta in concreto percorsi educativi e metodi didattici nella prospettiva, carica di politicità, di formare le persone alla cittadinanza solidale e al dialogo tra le culture. L'educazione interculturale, infatti, offre a ciascuno una nuova grammatica per costruire la civiltà del convivere, l'unica in grado di assicurare l'integrazione sociale e la compresenza dei diversi simboli culturali e religiosi. In una parola, il futuro della famiglia umana. n Dosta! Kit per insegnanti. Oltre i pregiudizi. Realizzato dall’UNAR, all’interno della Campagna Dosta, iniziativa di sensibilizzazione dell’opinione pubblica sulle comunità Rom e Sinti in Italia, in collaborazione con il Consiglio d’Europa e le principali associazioni Rom e Sinti. Il Kit raccoglie una serie di contenuti audiovisivi che permettono di affrontare il tema dell’inclusione sociale partendo da storie vissute e da racconti personali. 83 KIT ANTIDISCRIMINAZIONE per ciano_Layout 1 22/10/13 18.07 Pagina 84 3.2 Una piccola cassetta degli attrezzi ⎢ La diversità su base etnico-razziale SPIEGARE LIBRI n Stranieri come noi: dal pregiudizio all'interculturalità (di Habté Weldemariam e Antonio Nanni, 1994, Emi edizioni) Questo libro si propone di aiutare i ragazzi a mettersi in discussione, a rivedere le proprie idee, a relativizzare le proprie conoscenze, a considerare le proprie categorie concettuali con schede ed esercizi di 10 miti da smontare (decostruire) e 5 sfide che l’altro ci mette di fronte, favorendo il processo di decostruzione, all'interno della pedagogia interculturale. n Razzista io? Fumetto realizzato dalla Commissione Europea – Direzione generale “Informazione, comunicazione, cultura, audiovisivo”. In questo opuscolo gli insegnanti e i giovani potranno trovare una serie di storielle comiche e di documenti per stimolare la riflessione e la discussione sul razzismo.La versione scaricabile del fumetto è disponibile su: www.bookshop.europa.eu n Nel mare ci sono i coccodrilli. Storia vera di Enaiatollah Akbari, (di Fabio Geda, 2011 Dalai Editore) Romanzo che racconta la storia vera di Enaiatollah, ragazzo Afgano appartenente alla minoranza etnica Hazara, che all’età di 84 dieci anni si ritrova da solo in Pakistan dove era stato portato dalla madre e da dove inizia una vera e propria odissea, in fuga prima verso l’Iran, poi la Turchia, la Grecia e infine l’Italia, dove tutt’ora vive. Il testo scritto è diventato anche uno spettacolo teatrale. n Dizionario sulla discriminazione. Le parole per comprendere e contrastare la discriminazione etnica e razziale. (a cura di Antonio Balestrieri e Raffaele Bracalenti, 2009, EdUP) Dizionario che seleziona circa sessanta voci per descrivere la discriminazione da diverse prospettive: da quella giuridica a quella storica, antropologica, sociologica o, ancora, economica e, nondimeno, psicologica e psicoanalitica. A seguire, un gruppo di lemmi che spiegano leggi, raccomandazioni, codici, nonché il significato di organismi e sigle in cui oggi è facile imbattersi. FILM n La mia classe di Daniele Gaglianone (2013) Un attore impersona un maestro che dà lezioni a una classe di stranieri che mettono in scena se stessi. Sono extracomunitari che vogliono imparare l'italiano, per avere il permesso di soggiorno, per integrarsi, per vivere in Italia. Arrivano da diversi luoghi del mondo e cia- KIT ANTIDISCRIMINAZIONE per ciano_Layout 1 22/10/13 18.07 Pagina 85 piccola degli attrezzi 3.2 Una piccola cassetta degli attrezzi ⎢3.2 LaUna diversità su cassetta base etnico-razziale scuno porta in classe il proprio mondo. Ma durante le riprese accade un fatto per cui la realtà prende il sopravvento. Il regista dà lo "stop", ma l'intera troupe entra in campo: ora tutti diventano attori di un'unica vera storia, in un unico film di "vera finzione": La mia classe. n Le ferie di Licu di Vittorio Moroni (2006) Licu, un giovane operaio bengalese che vive da molti anni a Roma e che si è ormai integrato perfettamente alla vita italiana, decide di fare ritorno in patria per sposarsi, secondo la tradizione del suo paese e il volere della sua famiglia, che nel frattempo si stava adoperando per trovargli moglie. Ottenuto soltanto un mese di ferie (non pagato) contro i due che aveva chiesto, Licu, una volta giunto a casa, da cui mancava da diversi anni, deve cercare la donna da sposare e di conseguenza organizzare il suo matrimonio, il tutto in meno di tre settimane. Trovata la futura sposa dopo molta indecisione, Licu convola a nozze con Fancy, una giovane ragazza sua compaesana. Con le ferie ormai agli sgoccioli, Licu torna in Italia, accompagnato da Fancy, pronto a ricominciare il lavoro e iniziare la sua nuova vita coniugale. n Terraferma di Emanuele Crialese (2011) Un'isola siciliana di pescatori, quasi intatta, è appena lambita dal turismo che pure comincia a modificare comportamenti e mentalità dei suoi abitanti. Al tempo stesso, è investita dagli arrivi dei clandestini e dalla nuova regola del respingimento, che obbliga i marinai a non prestare soccorso ai clandestini dispersi in mare. Proprio in questo ambiente vive una famiglia di pescatori, composta da un vecchio di grande autorità, una giovane donna che non vuole rinunciare a vivere una vita migliore, ed un ragazzo che, nella confusione, cerca la sua strada morale. La realtà dell'isola li metterà ben presto di fronte ad una decisione che segnerà per sempre la loro esistenza. n Welcome di Philippe Lioret (2009) Bilal giunge a Calais dopo un viaggio attraverso l'Europa durato oltre tre mesi con lo scopo di ricongiungersi alla fidanzata Mina che vive a Londra con la sua famiglia. Non potendosi affidare ai trafficanti di clandestini, Bilal viene aiutato da Simon ad allenarsi per attraversare la Manica a nuoto. A complicare le cose interviene il rigido controllo del padre di Mina sulla famiglia: quest'ultima, infatti, viene promessa in sposa ad un ricco cugino, Hassam, in cambio di una promessa di lavoro. Ad opporsi ai protagonisti, inoltre, la polizia di frontiera intenzionata a stroncare il traffico di clandestini e ad 85 KIT ANTIDISCRIMINAZIONE per ciano_Layout 1 22/10/13 18.07 Pagina 86 3.2 Una piccola cassetta degli attrezzi ⎢ La diversità su base etnico-razziale SPIEGARE ostacolare in ogni modo le organizzazioni umanitarie di volontariato, di cui fa parte anche l'ex-moglie di Simon, Marion. Jalla! Jalla! di Josef Fares, (2000) Lisa vuole conoscere la famiglia di Roro, un libanese migrato diverso tempo prima in Svezia, ma il ragazzo teme che la scelta di stare con una ragazza svedese possa creare alcuni problemi con il resto dei familiari, molto tradizionalisti. Quando finalmente si decide a portare la ragazza a casa, scopre che nel frattempo suo padre ha organizzato un incontro con la famiglia di Yasmin, anche lei libanese. La ragazza spiega a Roro che se non farà credere alla famiglia che si sposerà entro l'estate, verrà rispedita in Libano contro la sua volontà. Così chiede a Roro di mentire e confermare l'intenzione di sposarla. Nel frattempo l'amico e collega di Roro Måns ha problemi sessuali con la sua partner e per questo sperimenta tutte le possibili pratiche per tornare ad avere una vita di coppia normale. Ma quando la crisi costringe la sua donna a lasciarlo scopre di essere innamorato di Yasmin e a questo punto le cose per i due amici si complicano... 86 DOCUMENTARI n La Nave dolce di Daniele Vicari (2013) L’8 agosto 1991 una nave albanese, carica di ventimila persone, giunge nel porto di Bari. La nave si chiama Vlora. A chi la guarda avvicinarsi appare come un formicaio brulicante, un groviglio indistinto di corpi aggrappati gli uni agli altri. Le operazioni di attracco sono difficili, qualcuno si butta in mare per raggiungere la terraferma a nuoto, molti urlano in coro “Italia, Italia” facendo il segno di vittoria con le dita. http://www.cinemaitaliano.info/lanavedolce MUSEI n MEI – Museo dell’Emigrazione Italiana http://www.museonazionaleemigrazione.it/ KIT ANTIDISCRIMINAZIONE per ciano_Layout 1 22/10/13 18.07 Pagina 87 piccola degli attrezzi 3.2 Una piccola cassetta degli attrezzi ⎢3.2 LaUna diversità su cassetta base etnico-razziale Scuola secondaria di secondo grado LIBRI n Tutti indietro, (di Laura Boldrini 2010, Rizzoli) Nel libro l'autrice, che da portavoce dell’Alto Commissariato ONU per i Rifugiati ha affrontato alcune tra le principali crisi umanitarie in Kosovo, Iraq, Sudan, Afghanistan, racconta la propria esperienza. Storie di dolore, di donne e uomini molto spesso ignorati dai mezzi d'informazione. Storie come quella di Sayed, un giovane afgano che ha lasciato Kabul da bambino per sfuggire all'arruolamento con i Talebani, e dopo una dolorosa odissea, nel 2007 arriva a Benevento, dove lavora come mediatore culturale n Terre senza promesse. Storie di rifugiati in Italia, (a cura del Centro Astalli, 2011, Editore Avagliano) La Fondazione Centro Astalli ha deciso di raccogliere le storie delle donne e degli uomini rifugiati in Italia e disposti a raccontare le persecuzioni e le torture subite, i viaggi disumani e la detenzione nelle carceri libiche. Ognuna delle dieci storie è presentata da un contributo realizzato da scrittori e giornalisti italiani che si sono occupati o hanno scritto di migrazioni. n Timira (di Anthar Mohamed e Wu Ming 2, 2012 Einaudi) In un capolavoro del neorealismo, Riso amaro di Giuseppe De Santis, oltre a Silvana Mangano in hot pants compare una strana mondina nera. Il suo nome è Isabella Marincola, ma in Somalia si farà chiamare Timira. Donna appassionata e libera, nata nel 1925 a Mogadiscio, è una figura nascosta e leggendaria, uno scrigno di storie intrecciate, tra Europa e Africa, che questo libro per la prima volta disseppellisce. Timira è un «romanzo meticcio» che mescola memoria, documenti di archivio e invenzione narrativa FILM n District 9 di Neill Blomkamp (2009) Sudafrica, anno 1982. Un'enorme nave spaziale aliena si staglia nei cieli di Johannesburg, dove rimane per settimane, immobile, senza dare segni di vita. Verosimilmente, l'astronave aliena non è in grado di ripartire, a seguito di ciò gli uomini del governo sudafricano, snervati dall'attesa, incaricano una squadra d'esplorazione di andare ad ispezionare il relitto in cerca di risposte. All'interno della nave viene rinvenuta una colonia di esseri artropoidi allo 87 KIT ANTIDISCRIMINAZIONE per ciano_Layout 1 22/10/13 18.07 Pagina 88 3.2 Una piccola cassetta degli attrezzi ⎢ La diversità su base etnico-razziale sbando, sporchi, spossati e denutriti che vengono condotti in salvo sulla terraferma. Col passare del tempo la convivenza tra esseri umani e alieni si fa sempre più difficile. Gli alieni, incompresi e malvisti dalla popolazione locale, vengono isolati in un campo profughi denominato "Distretto 9", dove rimarranno segregati in regime di apartheid per i successivi vent'anni. [http://it.wikipedia.org/wiki/District_9] SPIEGARE n Io sono lì di Andrea Segre (2011) Shun Li lavora in un laboratorio tessile della periferia romana per ottenere i documenti e riuscire a far venire in Italia suo figlio di otto anni. All’improvviso viene trasferita a Chioggia, una piccola città-isola della laguna veneta per lavorare come barista in un’osteria. Bepi, pescatore di origini slave, soprannominato dagli amici “il Poeta”, da anni frequenta quella piccola osteria. Il loro incontro è una fuga poetica dalla solitudine, un dialogo silenzioso tra culture diverse, ma non più lontane. È un viaggio nel cuore profondo di una laguna, che sa essere madre e culla di identità mai immobili. Ma l’amicizia tra Shun Li e Bepi turba le due comunità, quella cinese e quella chioggiotta, che ostacolano questo nuovo viaggio, di cui forse hanno semplicemente ancora troppa paura. 88 n Miracolo a Le Havre di Aki Kaurismäki (2011) Il film racconta le vicende di un lustrascarpe che cerca di salvare un ragazzino africano immigrato illegalmente nel porto francese di Le Havre. Il protagonista, Marcel Marx, è un ex scrittore bohémien divenuto lustascarpe, sposato con Arletty. Nonostante i due anziani coniugi conducano una vita dimessa in un quartiere povero di Le Havre, grazie alla loro tenacia e alla solidarietà della comunità del quartiere riescono a mettere in salvo il ragazzo. n This is england di Shane Meadows [2006] Inghilterra 1983. Shaun è un dodicenne spesso irriso dai compagni di classe. Al momento delle vacanze estive il ragazzino entra a far parte di un gruppo di skinhead, che lo prendono sotto la loro ala protettiva. In questo paesino della provincia inglese Shaun crescerà con i nuovi amici, tra Dr. Martens, contraddizioni e contrasti razziali, in un periodo difficile per la nazione coinvolta nella guerra delle Falkland. DOCUMENTARI n Il sangue verde di Andrea Segre (2010) Le voci, i volti e le storie dei protagonisti delle manifestazioni che nel Gennaio 2010 in un piccolo paese della Calabria, Rosarno, hanno portato alla luce le condizioni di degrado e ingiustizia subita da migliaia di braccianti afri- KIT ANTIDISCRIMINAZIONE per ciano_Layout 1 22/10/13 18.07 Pagina 89 piccola degli attrezzi 3.2 Una piccola cassetta degli attrezzi ⎢3.2 LaUna diversità su cassetta base etnico-razziale cani. L'Italia si è accorta di loro, ne ha preso paura, ha reagito con violenza, Rosarno è stata "sgomberata" e il problema "risolto". n L’altra Europa di Rossella Schillaci (2011) Nel novembre del 2008 circa 300 rifugiati somali e sudanesi occupano una vecchia clinica abbandonata in uno storico quartiere operaio di Torino. La clinica è per loro l'unico rifugio, nonostante l’allacciamento all’energia elettrica sia precario e pericoloso e l’acqua corrente sia disponibile solo in quelle che erano le vecchie cucine della clinica, una per piano, una per circa 80 persone. Ma i rifugiati sono ben intenzionati a costruirsi qui un’alternativa, impegnandosi in corsi di avviamento al lavoro e nello studio della lingua italiana. Ed è proprio la loro determinazione ad animare gli squallidi e gelidi interni della clinica. http://www.cinemaitaliano.info/altraeuropa n GoodBuy Roma di Gaetano Crivaro e Margherita Pisano (2011) Abbandonato da anni, chiuso, protetto e minacciato da un alto muro spinato, ricoperto da tanta polvere, l'edificio di Via del Porto Fluviale 12 era un ex magazzino militare, di proprietà pubblica, uno di quei tanti a scheletri che come funghi spuntano nel panorama cittadino. Era, perché oggi è qualcos'altro. Con gli anni e il lavoro la polvere è stata scacciata, il processo di degrado fermato, e la vita ha preso il suo posto. Dal 6 giugno 2003 abitano, in questo ex scheletro, circa 100 famiglie, provenienti da tre continenti. In 8 anni sono nati circa 40 bambini. Cosi la ex caserma è diventata non solo una casa, ma quasi una piccola città. http://www.cinemaitaliano.info/goodbuyroma ARTISTI E MOSTRE n http://rosajijon.blogspot.it/ n http://gihenbenmahmoud.blogspot.it n [S]oggetti migranti / [READ-ME 2] è un progetto di museografia partecipativa finalizzato alla costruzione di una rete di associazioni della diaspora e musei di etnografia. http://soggettimigranti.beniculturali.it/spip.php?article1 n http://www.babel.tv/contenuti/01012012-hi ghlight-gennaio 89 KIT ANTIDISCRIMINAZIONE per ciano_Layout 1 22/10/13 18.07 Pagina 90 Una piccola piccola cassetta cassettadegli degliattrezzi attrezzi⎢ Rispetto delle persone con disabilità 3.2 Una SPIEGARE MUSICA n Straniero – MicMeskin http://www.youtube.com/ watch?v=lo9N3-SvUwU n Veni Vidi Vici – Mopasha http://www.youtube.com/watch?v=lLxjuCD0N7s n Paura di Nessuno - Non Sono Un Immigrato – Amir http://www.youtube.com/watch?v=pgfT9eLbF6s n Stranieri in ogni nazione – Zanko El Arabe Blanco http://www.youtube.com/watch?v=kgRcqhcRFQQ EDUCARE AL RISPETTO DEI DIRITTI DELLE PERSONE CON DISABILITA’ L’approccio alla disabilità a partire dai diritti umani della persone impone di agire in ambito formativo a partire da alcuni principi che dovrebbero diventare sempre di più patrimonio condiviso da parte di studenti e insegnanti al fine da suscitare questioni, interrogativi capaci di produrre, nella quotidianità e sulla scala di ciascun individuo, atteggiamenti inclusivi e non discriminatori delle persone con disabilità. Cultura e informazione sulla disabilità e sulla discriminazione ad essa collegata non possono evidentemente prescindere, ancor prima che da conoscenze sulle questioni e i vissuti delle singole tipologie di disabilità per cui la bibliografia è piuttosto vasta, da alcuni strumenti basilari che puntellano i temi e le questioni. Si ritiene dunque che, un ottimo strumento di partenza, da utilizzare nei diversi ordini scolastici e con modalità argomentative e discorsive proprie delle diverse fasce di età, debbano essere i principi di due documenti facilmente reperibili anche on line. Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità, dal 2009 legge dello Stato italiano (Legge n. 18/2009). La Convenzione è stata promulgata nel 2006 dalle Na- 90 KIT ANTIDISCRIMINAZIONE per ciano_Layout 1 22/10/13 18.08 Pagina 91 Una piccola cassettacon degli attrezzi 3.2 Una piccola cassetta degli attrezzi ⎢3.2 Rispetto delle persone disabilità zioni Unite alla fine di un lungo percorso ultradecennale che ha visto nella sua formulazione anche la partecipazione delle associazioni delle persone con disabilità e dei loro familiari. La necessità di stilare questo testo nasce da alcune constatazioni di realtà di fatto: nonostante la Dichiarazione universale dei diritti umani (1948), nonostante le singole legislazioni nazionali, nonostante la presenza diffusa di politiche dello stato sociale, “le persone con disabilità continuano a incontrare ostacoli nella loro partecipazione alla società come membri eguali della stessa, e ad essere oggetto di violazioni dei loro diritti umani in ogni parte del mondo” (Preambolo, k). La Convenzione non istituisce nuovi diritti per le persone con disabilità, né fornisce modalità operative per le singole legislazioni nazionali, ma la sua importanza è fondamentale per due grandi ragioni. Anzitutto sancisce definitivamente la parità di diritti delle persone con disabilità rispetto a tutte le altre. In secondo luogo, a partire dal concetto di diritti umani, preconizza forme di intervento lontane dall’assistenzialismo. La novità e il valore della Convenzione si dipanano, non solo sulle politiche sociali, ma su qualsiasi forma di considerazione delle persone con disabilità e di intervento verso queste persone, compresi i servizi ad esse destinati. Misure per la tutela giudiziaria delle persone con disabilità vittime di discriminazioni Si tratta della legge italiana n. 67 del 2006 contro la discriminazione diretta o indiretta delle persone con disabilità recepisce l’emanazione della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea (dicembre 2000) che sancisce il divieto di qualsiasi discriminazione fondata anche sulla disabilità. Date queste premesse metodologiche, relative alle questioni della discriminazione, si forniscono alcuni strumenti video che possono essere utilizzati da insegnanti e alunni per meglio comprendere alcune questioni dell’articolato panorama delle diversità legate alla disabilità. A partire da questi materiali filmati è possibile sviluppare riflessioni e discussioni in classe di carattere scritto e orale. Le proposte qui fornite sono suddivise per ordine scolastico; si ritiene, tuttavia che il primo video (Le scarpe nuove), data la sua brevità ed efficacia, possa essere facilmente utilizzato con gli alunni di tutti gli ordini di scuola. 91 KIT ANTIDISCRIMINAZIONE per ciano_Layout 1 22/10/13 18.08 Pagina 92 Una piccola piccola cassetta cassettadegli degliattrezzi attrezzi⎢ Rispetto delle persone con disabilità 3.2 Una SPIEGARE Scuola primaria FILM n Le scarpe nuove, di Enrico Trucco, Italia 2012, 1min.30 Un lavoro che in poco più di un minuto, con disincantata leggerezza, ironia e qualche ingenuità, racconta un piccolo episodio di intolleranza con un epilogo originale. I suoi punti di forza sono la semplicità e l’ironia del racconto, la sua aderenza ai linguaggi e alle prassi relazionali giovanili, la proposta di un personaggio con disabilità positivo, che reagisce al sopruso come avrebbe potuto immaginare di reagire qualsiasi ragazzo della sua età. Fruibile on line: http://www.sapetecomemitrattano.it /segreteria/video.php?id=83 n Matilde, di Vito Palmieri, Italia 2012 La storia di una bambina non udente e della sua tranquilla determinazione nel far valere un proprio diritto: quello allo studio. Il cortometraggio, anche se a volte un po’ prolisso, esprime con garbo la solitudine che può scandire la vita di una persona non udente, propone un personaggio che non è rassegnato alla propria disabilità, che si ingegna e lotta per ottenere ciò che gli spetta. 92 Scuola secondaria di primo grado FILM n Flying Anne (Anna che vola), di Catherine van Campen, Germania 2010, 21 min Flying Anne è il ritratto di una ragazza con la sindrome di Tourette. In questo documentario racconta in prima persona di sé e della sua disabilità, che la porta ad avere momenti di agitazione, nei quali non riesce a concentrarsi, né a trovare quiete. Il filmato invita a riflettere sia sulle forme di racconto della disabilità sia di quanto pesino le “prese in giro” nella scuola. n Autism and Me (L’autismo ed io), di Rory Hoy, Gran Bretagna, 5 min. Rory, ragazzo inglese con autismo, attualmente professionista nel mondo musicale, spiega che cosa significa avere questa sindrome nella vita di tutti i giorni. Il film è stato realizzato dal ragazzo stesso con il preciso intento di aiutare i ragazzi come lui, ma anche le famiglie, le scuole, le istituzioni, a capire come affrontare le tante difficoltà nella vita di relazione, affinché non ignorino la sindrome e capiscano come interagire correttamente con queste persone. KIT ANTIDISCRIMINAZIONE per ciano_Layout 1 22/10/13 18.08 Pagina 93 Una piccola cassettacon degli attrezzi 3.2 Una piccola cassetta degli attrezzi ⎢3.2 Rispetto delle persone disabilità Scuola secondaria di secondo grado FILM n London is at the North Pole (Londra è al Polo Nord), di Achim Wendel, Germania, 20 min. A causa di un incidente, Peter ha una disabilità intellettiva. Il film si svolge in una piscina pubblica dove Peter arriva con la mamma. Si vergogna quando lei mostra il tesserino di disabile del figlio, che le consente di entrare gratis. Ci sono molti giovani, Peter è colpito da una ragazzina bionda, Laura, e cerca di attirare la sua attenzione, ne nascono alcune vicissitudini. Il filmato permette di vedere all’opera alcuni meccanismi dei fenomeni di inclusioneesclusione, le dinamiche del gruppo-classe, oltre al vissuto dei ragazzi. n Io, straniera? di Alessandro Mastrantonio e Valeria Cotura, Italia, 2010, 4 min. Ad una festa di compleanno Chiara, ragazza sorda, e Simone si incontrano e simpatizzano. Il ragazzo le parla, ma inconsapevolmente si copre la bocca, si muove in continuazione e a tratti le volta le spalle. La ragazza è a disagio, decide perciò, sorridendo e con estrema naturalezza, di informarlo della sua disabilità. Simone, sorpreso dalla fluidità del suo linguaggio, crede che Chiara scherzi, ma poi alla vista delle protesi, cambia comportamento… Una persona sorda può parlare e comunicare agevolmente con tutti, se si superano pregiudizi e luoghi comuni. n Quasi amici - Intouchables di Olivier Nakache e Éric Toledano. Francia [2011] La vita derelitta di Driss, tra carcere, ricerca di sussidi statali e un rapporto non facile con la famiglia, subisce un'impennata quando, a sorpresa, il miliardario paraplegico Philippe lo sceglie come proprio aiutante personale. Incaricato di stargli sempre accanto per spostarlo, lavarlo, aiutarlo nella fisioterapia e via dicendo, Driss non tiene a freno la sua personalità poco austera e contenuta. Diventa così l'elemento perturbatore in un ordine alto borghese fatto di regole e paletti, un portatore sano di vitalità e scurrilità che stringe un legame di sincera amicizia con il suo superiore, cambiandogli in meglio la vita. 93 KIT ANTIDISCRIMINAZIONE per ciano_Layout 1 22/10/13 18.08 Pagina 94 Unapiccola piccolacassetta cassettadegli degliattrezzi attrezzi 3.2 Una ⎢ Educare al rispetto dei diritti delle donne SPIEGARE EDUCARE AL RISPETTO DEI DIRITTI DELLE DONNE Scuola secondaria di primo e secondo grado Per raggiungere l’obiettivo di educare al rispetto dei diritti delle donne è necessario trattare sia il tema della violenza nelle sue diverse sfaccettature, sia la parità, la solidarietà, il rispetto delle differenze di genere, in special modo la relazione uomo/donna e ragazza/ragazzo al fine di promuovere nei giovani la capacità di instaurare relazioni positive ed attivare comportamenti pro-sociali.Alcune tecniche di apprendimento possono aiutare a creare un clima favorevole alla trattazione dell’argomento. GIOCHI D’AULA n 94 Mettere gli studenti in circolo per favorire una libera circolazione della comunicazione secondo la modalità del circle time, modalità che permette di destrutturare lo spazio-classe favorendo una comunicazione efficace, un miglior ascolto, una maggiore condivisione dei vissuti partendo da una posizione di parità. n Invitare i ragazzi/e a presentarsi attraverso un aspetto positivo di sé. Obiettivo è far loro contattare: l’abitudine a contattarsi in maniera negativa e a non esplorare se stessi in maniera inusuale (positiva). n Brainstorming sulla violenza di genere ricondotta ad una cultura del possesso e del controllo. Partendo dalle associazioni è possibile affrontare tale tematica in modo graduale partendo da pensieri, vissuti e considerazioni personali dei ragazzi/e. Il brainstorming permette sia un confronto su aspetti più intuitivi ed emozionali in un processo associativo libero che uno spunto riflessivo per discutere di aspetti concettuali. n Stereotipi di genere: dividere i ragazzi/e in 2 gruppi (maschi e femmine) indicando di esplicitare per iscritto 5 caratteristiche attribuibili alla mascolinità alle femmine e 5 attribuibili alla femminilità ai maschi. Successivamente a turno ciascun gruppo, posti uno di fronte all’altro, leggerà una caratteristica e avverrà un dibattito, obiettivo è far confrontare i due generi sulle caratteristiche individuate. KIT ANTIDISCRIMINAZIONE per ciano_Layout 1 22/10/13 18.08 Pagina 95 3.2 Unaalpiccola 3.2 Una piccola cassetta degli attrezzi ⎢ Educare rispettocassetta dei dirittidegli delleattrezzi donne n Utilizzare l’opuscolo “Lo sai che” per rendere consapevoli i giovani delle conseguenze che si producono con comportamenti devianti e violenti. Obiettivo è far riconoscere i ragazzi come soggetti giuridici, responsabili delle proprie azioni, consapevoli di essere imputabili e assoggettabili a procedimento penale, nonostante siano minori. Per informazioni su come ricevere l’opuscolo www.telefonorosa.it n Utilizzare l’opuscolo “Il vino è un nemico? Istruzioni per l’uso”, con l’obiettivo di offrire indicazioni sul consumo consapevole dell’alcool che sottolinea i danni del cosiddetto extreme drinking, rivendicando il ruolo culturale e sociale di un bere moderato e consapevole. Per informazioni su come ricevere l’opuscolo www.telefonorosa.it autentico, il film racconta la drammatica vicenda della giovane Sarah che una sera, nel locale in cui lavora come cameriera, viene violentata da tre ragazzi tra l'incitamento generale degli avventori. Il procuratore che si occupa del caso accetta un patteggiamento per lesioni colpose (escludendo così lo stupro) per i tre aggressori. Spinto dalla vittima però, con la quale instaura pian piano un rapporto di solidarietà, si rende conto di aver condotto superficialmente il caso e decide di portare in tribunale anche tutti gli uomini che hanno istigato i tre alla violenza. Scuola secondaria di secondo grado FILM n Sotto accusa di Jonathan Kaplan [1988] Un film denuncia dalla costruzione esemplare, uno dei primi lavori di Hollywood a testimoniare così esplicitamente il tema dello stupro. Ispirato ad un fatto 95 KIT ANTIDISCRIMINAZIONE per ciano_Layout 1 22/10/13 18.08 Pagina 96 Una piccola piccolacassetta cassettadegli degliattrezzi attrezzi 3.2 Una ⎢ Rispetto dei diritti delle persone LGBT SPIEGARE EDUCARE AL RISPETTO DEI DIRITTI DELLE PERSONE LGBT Scuola primaria L'obiettivo degli interventi è quello di un'educazione affettiva in cui vengono letti albi illustrati per spiegare il senso e il significato delle emozioni: cosa vuol dire perché ci arrabbiamo o spaventiamo e diventiamo tristi. L'omosessualità rientra quindi nella possibilità di voler bene qualcuno e nella educazione al rispetto dei propri sentimenti, delle proprie emozioni che non si scelgono ma si provano. All'interno di questo lavoro più ampio si segnala un Albo illustrato in cui si spiega ai più piccoli come sta cambiando la composizione della famiglia tradizionale: - Piccolo Uovo (di Francesca Pardi, 2011, Edizioni Lo Stampatello), libro illustrato che si avvale delle tavole dell’illustratore Francesco Tullio Altan. Una parte del lavoro molto importante è quella con i genitori, in cui si passano strumenti di non giudizio o correzione dei gusti del/la proprio/a figlio/a: il rispetto per i suoi giochi preferiti anche se ritenuti culturalmente poco femminili o poco maschili, la scelta dei compagni di classe con cui giocare ecc.... 96 Scuola secondaria di primo grado Gli strumenti didattici utilizzati consistono prima di tutto nell'uso del Circle Time: disposizione della classe in cerchio in cui ci si confronta sui propri vissuti rispetto alle proprie caratteristiche o alle proprie somiglianze/differenze (fisiche, caratteriali, comportamentali). La forma del cerchio accoglie tutti i vissuti e le differenze e non si danno giudizi. Inoltre un'altra esperienza molto utile è quella dell'altra sponda: si divide la classe in due e si crea la città e il fuori città. Il conduttore/docente fa il sindaco e fa le leggi di esclusione: dice che tutti quelli che hanno una determinata caratteristica vanno fuori dalla città e non possono rientrare. A questo punto chiede un feedback dei sentimenti e dei vissuti dello stare in città o fuori. Poi fa un'altra legge. In questo modo i ragazzi sperimentano la discriminazione e l'esclusione per delle caratteristiche o dei “gusti” naturali come quelli dell'omosessualità. LIBRI n L'identità sessuale a scuola. Educare alla diversità e prevenire l'omofobia (a cura di Federico Batini e Barbara Santoni ), 2009, Liguori Editore KIT ANTIDISCRIMINAZIONE per ciano_Layout 1 22/10/13 18.08 Pagina 97 Una piccola cassetta degli attrezzi 3.2 Una piccola cassetta degli attrezzi ⎢3.2 Rispetto dei diritti delle persone LGBT n L'offesa Peggiore. L'atteggiamento verso l'omosessualità: nuovi approcci psicologici ed educativi (di Luca Pietrantoni), 1999, Edizioni Del Cerro Inoltre un link sul quale si possono trovare tutte le esperienze da poter proporre ai ragazzi e che è ad uso di docenti è: www.eurialo.eu FILM n Nessuno uguale di Claudio Cipelletti (1988) Il filmato mostra un gruppo di giovani eterosessuali ed omosessuali delle Superiori che si confrontano sul tema della sessualità. Il filmato ha il valore didattico di far vedere una modalità di confronto rispettosa accogliente ed inclusiva del vissuto di ogni partecipante al gruppo. Successivamente si può lavorare o con un semplice dibattito chiedendo impressioni e vissuti che suscita il filmato, oppure riproporre la composizione a cerchio dei ragazzi che si vede nel film-documentario (Circle Time) per far esprimere le loro emozioni. La modalità di conduzione del lavoro è non giudicante ed accogliente. Questo strumento può essere utilizzato anche nelle scuole secondarie di secondo grado. Scuola secondaria di secondo grado GIOCHI D’AULA Gli strumenti didattici utilizzati consistono prima di tutto nell'uso del Circle Time: disposizione della classe in cerchio in cui ci si confronta sui propri vissuti rispetto alle proprie caratteristiche o alle proprie somiglianze/differenze (fisiche, caratteriali, comportamentali). La forma del cerchio accoglie tutti i vissuti e le differenze e non si danno giudizi. Un'esperienza da poter proporre ai ragazzi è quella di far vedere alcune foto di vita familiare: una donna con un aspirapolvere, un uomo con un aspirapolvere, famiglie composte da mamma e papà o da due mamme o da due papà, ecc... e proporre loro di ordinarle dalla più normale alla meno normale: ovviamente l'obiettivo dell'esperienza è quello di provocare il concetto di normalità e di avviare una discussione attraverso la quale far emergere gli stereotipi e i pregiudizi che ci sono dentro di noi senza giudicarli ma promuovendo una consapevolezza degli stessi. Il clima da produrre è quello della discussione rispettosa e civile, in cui ogni opinione e sensazione va ascol97 KIT ANTIDISCRIMINAZIONE per ciano_Layout 1 22/10/13 18.08 Pagina 98 Una piccola piccolacassetta cassettadegli degliattrezzi attrezzi 3.2 Una ⎢ Rispetto dei diritti delle persone LGBT SPIEGARE tata, accolta e non giudicata. Per quanto riguarda i testi consigliati per condurre esperienze in classe, si vedano i testi proposti nella sezione precedente Scuola secondaria di primo grado FILM n L’altra altra metà del cielo di Maria Laura Annibali (2008) Si tratta di “un documentario che raccoglie testimonianze di donne omosessuali che si sono dichiarate tali e che vivono apertamente la propria diversità. (…) Alcune ricoprono ruoli pubblici battendosi per eliminare la discriminazione nei confronti delle persone LGBT, altre conducono le loro piccole battaglie sul posto di lavoro e nella vita di tutti i giorni. (…) il documentario si propone di mostrare attraverso l’intreccio tra vita affettiva, lavorativa e politica la positiva presenza delle lesbiche nella società; vuole essere un invito a fuggire dalle discriminazioni e analizzare con spirito critico tutti i luoghi comuni e gli stereotipi socioculturali sull’omosessualità per scardinarli e mostrarne l’inadeguatezza.” 98 n L’altra altra metà del cielo… continua di Maria Laura Annibali (2012) Il tessuto di questo secondo film è ancora l’intreccio di varie interviste, sei, a donne molto diverse tra loro che hanno in comune la scelta lesbica: due giovanissime studenti con la loro determinazione potente a far diventare la loro storia, nonostante la loro giovane età, l’amore per sempre; una mamma che ha avuto la sua bambina attraverso l’inseminazione artificiale, il racconto di una esperienza non facile che però le ha fatto realizzare un sogno; una donna straniera, cino-portoghese a volte divertita, a volte stralunata dagli incontri nostrani. E poi una storica con le sue indagini e riflessioni sul modo in cui il secolo scorso ha vissuto il lesbismo e le tracce che ne sono rimaste. Chiudono il film le testimonianze di una ‘regina della notte’ con le sue invenzioni di un divertimento diverso e di una leader del movimento gay e lesbico. n Tutto su mia madre di Pedro Almodovar [1999] Madrid: Manuela ha un figlio di diciassette anni che muore travolto dalla macchina su cui viaggia una famosa attrice impegnata nella pièce Un tram che si chiama desiderio. Manuela decide di trovare il padre del ragazzo che vive a Barcellona ed è diventato Lola, un travestito. La donna incontra Agrado, altro travestito, che fa la vita, conosce anche l'attrice indiretta responsabile della morte del figlio. Alla fine Manuela, che aveva esperienza KIT ANTIDISCRIMINAZIONE per ciano_Layout 1 22/10/13 18.08 Pagina 99 Una piccola cassetta degli attrezzi 3.2 Una piccola cassetta degli attrezzi ⎢3.2 Rispetto dei diritti delle persone LGBT di palcoscenico, reciterà nel Tram. Nel frattempo ecco una suora incinta (anche lei di Lola), e un paio di uomini assolutamente idioti e sessualmente confusi. Variabile straordinaria, di Almodovar. Il suo miglior film, completo e consapevole. n Mine vaganti di Ferzan Ozpetek [2010] La famiglia Cantone è proprietaria di uno dei più importanti pastifici del Salento. Il rientro a casa del rampollo più giovane Tommaso, trasferitosi a Roma per studiare economia e commercio, è il momento per la famiglia di sancire ufficialmente il passaggio della gestione aziendale ai due figli maschi. Tommaso è pronto a sconvolgere i piani del pater familias dichiarando apertamente la propria omosessualità e il desiderio di seguire aspirazioni letterarie, ma durante la cena ufficiale per festeggiare il nuovo corso aziendale, viene anticipato dal fratello maggiore Antonio che, dopo tanti anni di fedele servizio agli affari di famiglia, si dichiara omosessuale prima di lui e viene per questo espulso dalla casa e dalla direzione dell'azienda. n Come non detto di Ivan Silvestrini [2012] Il dilemma del "coming out" è vissuto qui nei toni leggeri e brillanti di una sofisticata opera prima, che riesce a narrare con intelligenza la normalità, il diritto e la gioia della propria omosessualità. È la storia di Mattia che, fresco di laurea, si appresta a lasciare la sua città, Roma, per raggiungere il fidanzato spagnolo e vivere liberamente la propria omosessualità, mai rivelata alla famiglia. All’improvviso, il fidanzato di Mattia, convinto con l'inganno che i genitori di quest'ultimo siano informati e consenzienti, si presenta nella capitale per poterli finalmente conoscere: è panico totale per Mattia. Quando finalmente prenderà coraggio, avrà inattese reazioni: nella vita accettarsi e farsi accettare è più facile di quello che si pensa. MATERIALI DIDATTICI Progetto NISO Si tratta di un progetto europeo contro l´omofobia nelle scuole: l´edu-game con cui gli studenti, attraverso la creazione di prodotti multimediali, hanno realizzato una proposta politica e di comunicazione per combattere le discriminazioni verso persone lesbiche, gay e trans. Nel progetto NISO (2011-2012) hanno collaborato quattro organizzazioni provenienti da Belgio, Estonia, Italia e Olanda. I destinatari sono gli studenti, i responsabili delle politiche e i politici nazionali e internazionali. 99 KIT ANTIDISCRIMINAZIONE per ciano_Layout 1 22/10/13 18.08 Pagina 100 3.2 Una piccola cassetta degli attrezzi ⎢ Rispetto dei diritti dei minori PROGETTO “Educare alla diversità a scuola” a cura di Istituto A.T. Beck Linee guida per un insegnamento più accogliente e rispettoso delle differenze. Il progetto, promosso dal Dipartimento per le pari opportunità e dall’UNAR, presenta kit didattici per i diversi ordini di scuola. http://www.istitutobeck.com/blog/2013/06/13/progetto-unar-2 SPIEGARE link http://www.nisoproject.eu http://www.provincia.roma.it/il-progetto-niso http://www.voiceout.eu 100 EDUCARE AL RISPETTO DEI DIRITTI DEI MINORI Parlare di violenza e discriminazione all’interno di una scuola primaria prevede un approccio che permetta di valorizzare il gruppo come promotore di positive regole di convivenza.Lo sviluppo psicologico, durante gli anni della scuola primaria, determina la necessità di utilizzare approcci psico-educativi adattati alle varie fasce di età. Il minimo comune denominatore, dal quale affrontare queste tematiche, è l’alfabetizzazione emotiva. I bambini attraverso giochi, attività, favole devono imparare a distinguere la differenza tra emozioni piacevoli e spiacevoli, individuandone le caratteristiche e decodificandone le espressioni non verbali. Le attività permettono di prevenire fenomeni di violenza e di discriminazione, nel momento in cui all’interno della classe viene valorizzato e promosso il concetto di empatia, ossia di capacità di “mettersi nei panni degli altri”. Nei fenomeni di bullismo i comportamenti violenti nascono dalla necessità di avere un ruolo all’interno della classe; l’isolamento dei bambini più violenti e l’esclusione dal gruppo dei pari non può che accentuare queste condotte. A tal fine, si propongono attività che promuovano il ruolo del singolo all’interno del gruppo, responsabilizzando i membri rispetto al vissuto emotivo dei propri compagni. La discriminazione è purtroppo un atteggiamento acquisito KIT ANTIDISCRIMINAZIONE per ciano_Layout 1 22/10/13 18.08 Pagina 101 3.2 Una degli 3.2 Una piccola cassetta degli attrezzi ⎢ piccola Rispettocassetta dei diritti deiattrezzi minori per imitazione, spesso appreso dalle figure adulte di riferimento. In un percorso educativo volto ad arginare questo rischio è importante, quindi, la valorizzazione delle storie personali di ogni singolo elemento del gruppo (provenienza, cultura, genere) come elemento di arricchimento e di evoluzione del gruppo stesso. Lavorare sull’alfabetizzazione emotiva permette al docente e all’operatore di entrare subito in contatto con le capacità dei bambini di esprimere le proprie emozioni, un percorso che non può essere forzato, ma stimolato. In certi casi, potrebbe emergere la necessità di educare alcuni bambini nel gestire le proprie emozioni al fine di prevenire comportamenti nocivi o dannosi per se stessi e per il gruppo. Il gruppo classe offre un sistema che richiede regole di convivenza attraverso il quale il bambino può sperimentare ed allenare la gestione delle proprie emozioni; a tal fine, i conduttori devono essere accoglienti e non giudicanti per garantire una fluida espressione dei vissuti dei bambini. L’identificazione dei personaggi tratti da alcune storie agevola un percorso di riconoscimento delle emozioni, soprattutto nei più piccoli; nei più grandi è, invece, importante privilegiare il confronto tra pari e la ricerca di strategie efficaci ed adeguate per arginare gli effetti delle emozioni negative. In questo senso, si privilegiano con i più piccoli metodologie psico-pedagogiche sviluppate attraverso letture, disegni e drammatizzazioni. Le attività con i più grandi, invece, prevedono un approccio di coinvolgimento diretto mediante role-playing, story-telling e brainstorming, volto a promuovere il confronto con i coetanei. Che si tratti di violenza o di discriminazione, l’approccio educativo deve focalizzarsi non sulle individualità, ma sulla valorizzazione del gruppo come detentore di un messaggio anti-violento e anti-discriminante, sottolineando la responsabilità sociale dei singoli membri nei confronti dei compagni. A tal fine, elencheremo alcuni tipi di attività, divisi per fascia di età, che possano permettere al docente o all’operatore di promuovere un’alfabetizzazione emotiva e una valorizzazione del processo empatico, come vere forme di prevenzione primaria alla violenza e alla discriminazione. Scuola primaria GIOCHI D’AULA n Classi I-III Primaria (si sceglie una favola o una breve storia da leggere) Il conduttore invita i bambini a riconoscere e a nominare le emozioni provate dai protagonisti distinguendole 101 KIT ANTIDISCRIMINAZIONE per ciano_Layout 1 22/10/13 18.08 Pagina 102 3.2 Una piccola cassetta degli attrezzi ⎢ Rispetto dei diritti dei minori in piacevoli e spiacevoli. Il conduttore chiede ai bambini se conoscono altre emozioni oltre a quelle riconosciute nei personaggi. Le emozioni vengono scritte su un cartellone. A questo punto si spiega insieme ai bambini cosa è un’emozione, riflettendo sull’esistenza di emozioni piacevoli ed emozioni spiacevoli. SPIEGARE n Classi I-III Primaria Attività “Esprimi un’emozione” A turno ogni bambino va alla cattedra e l’insegnante suggerisce all’orecchio un tipo di emozione tra quelle individuate; l’alunno deve mimare l’emozione come se fosse una fotografia vivente e gli altri compagni devono individuare che emozione sta provando e da quali elementi l’hanno riconosciuta, valorizzando il canale non verbale. n Classi I-V Primaria “Mi sono sentito quando” Si consegna un foglio diviso a metà: i bambini dovranno disegnare o scrivere dei momenti in cui hanno provato un’emozione piacevole ed una spiacevole. Al termine, il conduttore invita ciascun alunno a raccontare e descrivere il lavoro svolto, senza forzarne l’espressione. 102 n Classi III-V Primaria Attività “L’amico segreto” Ciascun bambino estrarrà il nome di un proprio compagno che diventerà per una settimana il suo amico segreto. Ciò significa che non dovrà rivelare, a lui e a nessun altro, di essere l’amico segreto, ma dovrà comportarsi in maniera gentile aiutandolo nei compiti o nel fare la cartella. L’obiettivo è quello di migliorare il clima all’interno della classe favorendo le relazioni positive. n Classe III-V Primaria “parlare di emozioni” Ecco un esempio di come potere parlare di emozioni con i bambini utilizzando parole semplici: “Sapete cosa sono le emozioni?” e successivamente “Conoscete altre emozioni oltre a quelle scritte alla lavagna?”. Riprendendo quanto detto dai bambini si cercherà di giungere ad una definizione accurata di emozione: “l’emozione è una reazione affettiva che arriva all’improvviso, è intensa e di breve durata; è una risposta a qualcosa che succede all’esterno e che provoca dentro di noi dei cambiamenti nel corpo (es. battito del cuore, rossore, sudore, respirazione, mal di pancia… fare es. di giostre di Gardaland, interrogazione…), nel comportamento (es. espressioni facciali, tono di voce, postura…) e nel modo in cui ci sentiamo (es. bene / male; se la rabbia dura tanto, sono arrabbiato)”. Una volta condiviso cosa sono e quali sono le emozioni, portare i bambini a riflettere sull’importanza che KIT ANTIDISCRIMINAZIONE per ciano_Layout 1 22/10/13 18.08 Pagina 103 3.2 Una degli 3.2 Una piccola cassetta degli attrezzi ⎢ piccola Rispettocassetta dei diritti deiattrezzi minori rivestono nella nostra vita. Si chiederà: “A cosa servono le emozioni?” Partendo dalle loro parole, evidenziare che sono importanti perché ci permettono di capire quali cose ci fanno stare bene e quali cose ci fanno stare male; sono un segnale, quando ci sentiamo male vuol dire che c’è qualcosa che non va sulla quale dobbiamo riflettere e se necessario chiedere aiuto. Ma le emozioni ci dicono anche come si sentono gli altri, ci fanno capire se sono in difficoltà e qual è l’effetto che il nostro comportamento ha su di loro (ad esempio capire quando un nostro scherzo diverte anche il compagno che lo riceve o quando invece lo fa sentire a disagio). n Classe IV-V Primaria “mi metto nei panni di…” L’obiettivo è promuovere la riflessione sull’importanza dell’empatia come capacità per entrare in relazione con l’altro e per comprenderlo. “Adesso facciamo insieme un gioco che ci permette di allenare la capacità di metterci nei panni dell’altro”. Dividere il gruppo classe in coppie e spiegare il gioco: “Ognuno dà all’altro 2-3 oggetti che ha addosso, come ad esempio, il maglione, o l’orologio, le scarpe o lo zaino… quello che preferite. Anche un braccialetto va bene, o una forcina per capelli o la cintura. Ora potete camminare un po’ per la stanza con addosso le cose del compagno. Bene, potete tornare a sedervi. Adesso, a turno, ognuno di voi prova a presentarsi come se fosse l’altra persona, dicendo mi chiamo (e il nome del compagno), mi piace… (uno sport, una squadra di calcio, un hobby ecc.)”. Dopo che tutti si sono presentati con il nome del compagno, si dice loro che possono restituirsi gli oggetti. “Bene, ora che vi siete restituiti gli oggetti, raccontateci un po’: come vi siete sentiti nei panni del compagno/a? (spazio ai bambini uno per uno). E ti ritrovi nella descrizione che ha fatto di te il tuo compagno? Vuoi aggiungere o cambiare qualcosa? Era tutto giusto? La capacità di mettersi nei panni degli altri, di capire come stanno, cosa provano, ecc. ha un nome, chi lo sa? (se nessuno lo sa, si dice che si chiama “empatia”). L’empatia è un’abilità importante, per capire meglio gli altri, entrare in relazione con loro, essere di aiuto in caso di bisogno”. Introdurre l’attività successiva: “Questa capacità che abbiamo appena allenato ci servirà per il prossimo gioco nel quale proveremo ad immaginare l’arrivo nella vostra classe di nuovi compagni, cercando di “metterci nei loro panni”. 103 KIT ANTIDISCRIMINAZIONE per ciano_Layout 1 22/10/13 18.08 Pagina 104 3.2 Una piccola cassetta degli attrezzi ⎢ Rispetto dei diritti dei minori n Classi IV e V “Che cosa mi doni?” Si introduce il tema della diversità come ricchezza: il nuovo compagno, che ha una lingua o una cultura o una religione o un colore differenti dai nostri, è per ogni bambino possibilità di conoscere quello che non sappiamo o non abbiamo mai visto e quindi ci rende più ricchi, perché ci permette di avere qualcosa che prima non avevamo. Lo stesso vale per il nuovo compagno che verrà a contatto con la nostra lingua, cultura, tradizioni, religione. Nell’ottica dello scambio, ognuna delle parti si arricchisce “donando” ciò che gli altri non hanno e “accogliendo” ciò che ci viene offerto. Spiegare ai bambini che “Quando una nuova persona, bambino o adulto che sia, arriva in un gruppo che non conosce, porta con sé delle cose da scoprire, dei “doni” che ci possono arricchire. Secondo voi quali possono essere questi “doni”?” Consegnare ad ogni bambino un cartoncino a forma di regalo con questa consegna “Scrivete su questo cartoncino uno o più doni che secondo voi un nuovo compagno porta con sé quando arriva per la prima volta in una classe”. SPIEGARE 104 Quando tutti i bambini avranno completato il cartoncino, uno alla volta lo leggeranno e lo incolleranno al cartellone. Chiedere ai bambini perché considerino le cose elencate un dono, in che modo li rendano più ricchi. Quando tutti i doni saranno incollati stimolare i bambini a riflettere su “solo chi è veramente motivato a sapere, conoscere e diventare “più ricco” può riuscire a scoprire questi doni: come? facendo in modo che il nuovo compagno sia disposto a raccontarsi. Infatti, per fare in modo che il nuovo arrivato ci faccia scoprire i suoi doni, bisogna che si senta a suo agio, accolto. Come e cosa possiamo fare per farlo sentire accolto?” n Classi IV e V “La scatola dei pensieri” Costruire una scatola in cui i bambini possono inserire dei loro biglietti, anche in forma anonima, in cui potere esprimere i propri pensieri, dubbi ed emozioni. Trascorsa una settimana l’insegnante leggerà i biglietti in classe e cercherà di offrire delle strategie adeguate alle singole problematiche emerse, mantenendo un approccio rivolto al gruppo e non alle individualità. KIT ANTIDISCRIMINAZIONE per ciano_Layout 1 22/10/13 18.08 Pagina 105 3.2Rispetto Una piccola deglireligiose attrezzi 3.2 Una piccola cassetta degli attrezzi ⎢ dellecassetta convinzioni EDUCARE AL RISPETTO DELLE CONVINZIONI RELIGIOSE Di seguito verranno offerti al lettore alcuni suggerimenti didattici per conoscere la realtà delle religioni in Italia, che possono essere utilizzati in diverse tipologie di scuola. FILMOGRAFIA E INTERNET Nell’ambito della pedagogia sociale e scolastica, internet e cinema sono due mezzi di comunicazione maggiormente condivisi da una eterogeneità di persone: da chi cerca il contatto in tempo reale con un i propri “amici”, chi invece è affascinato dagli effetti speciali, chi preferisce immedesimarsi con i protagonisti di storie rocambolesche, chi infine apprezza i contenuti pedagogici e formativi. I siti internet e i film sotto riportati sono stati pensati per offrire non solo informazioni generali sulle religioni, ma anche per il loro apporto pedagogico e formativo, in special modo in ambito scolastico. Infatti i titoli scelti sono di storie attraverso le quali è possibile conoscere le maggiori religioni presenti in Italia e inducono i ragazzi spettatori a riflettere sui valori universali che ogni religione porta all’umanità. BUDDISTA La coppa di Khyentse Norbu [1999] I protagonisti della storia sono i giovani iniziati di un monastero del Tibet. I giovani, appassionati di calcio, cercando di non farsi scoprire, fuggono ogni notte a vedere le partite in un bar vicino. I monaci lo vengono a sapere ma poi accettano l'idea dei ragazzi di mettere una parabola satellitare nell'edificio per vedere la mitica finale dei mondiali di calcio tra Francia e Brasile. n n Il piccolo Buddha di Bernardo Bertolucci [1993] Jesse Konrad è un bambino che vive a Seattle con il padre, ingegnere, Dean e la madre, insegnante, Lisa. Un giorno la famiglia trova sulla porta di casa una delegazione di monaci buddisti del lontano regno del Bhutan. I monaci, guidati dal Lama Norbu con il suo assistente Champa, credono che Jesse sia la reincarnazione di uno dei loro più rispettati lama e vorrebbero portare Jesse in Bhutan a studiare le pratiche buddiste. Increduli, ma curiosi, i Konrad accolgono i monaci e permettono loro di passare del tempo con Jesse. Dean, intanto, viene travolto da una crisi professionale e personale e decide di accettare la proposta dei monaci e accompagnare Jesse in Bhutan, superando le obiezioni di Lisa. 105 KIT ANTIDISCRIMINAZIONE per ciano_Layout 1 22/10/13 18.08 Pagina 106 3.2 Una piccola cassetta degli attrezzi ⎢ Rispetto delle convinzioni religiose n Morte di un maestro del tè di Kei Kumai [1990]. Tratto dal libro “Le memorie del monaco Honkaku”, il film è basato su elementi e figure realmente esistite e racconta il tentativo dei due discepoli di ricostruire l'ultimo periodo di vita del maestro e le cause che lo portarono al suicidio rituale (Seppuku). SPIEGARE n Kundun di Martin Scorsese [1997]. Tibet 1937. In una famiglia di contadini viene trovato in un bambino di due anni il Kundun, la reincarnazione umana del Buddha della Compassione, il successore del 13° Dalai Lama, morto nel 1933. Si segue la sua crescita (a due, cinque, dodici anni) e formazione fino all'investitura che avviene a diciotto anni. Intanto nel 1950 l'esercito della Repubblica Popolare Cinese invade il Tibet. Nel 1953 il 14° Dalai Lama cerca una collaborazione costruttiva col governo degli invasori ma, dopo un colloquio a Pechino col presidente Mao Tse Tung, rinuncia. Scoppiata una rivolta nel 1959, duramente repressa, il Dalai Lama ripara in India. CRISTIANO n Romero di John Duigan [1990] Il film è la biografia dell'arcivescovo di El Salvador Oscar 106 Romero e ne racconta la trasformazione da timido e passivo sacerdote in coraggioso e ardente difensore della Chiesa e del suo popolo fino al giorno - 14 marzo 1980 in cui fu assassinato in chiesa da sicari del governo. Il film è la prima pellicola finanziata ufficialmente dalla Chiesa cattolica degli Stati Uniti. n Centochiodi di Ermanno Olmi [2006] Un giovane professore di filosofia della religione che insegna all'università di Bologna, con un clamoroso gesto simbolico di ribellione – "crocifigge" letteralmente cento preziosi incunaboli della biblioteca universitaria – abbandona la propria vita di intellettuale affermato, scompare senza lasciare alcuna traccia e, mentre le forze dell'ordine lo cercano per quel vandalismo sacrilego, sceglie di stabilirsi in un cascinale in rovina lungo le rive del fiume Po, dove «impara a vivere con lentezza, a entrare in sintonia con la natura»e viene accolto con semplicità dagli abitanti del luogo, che lo chiamano, scherzosamente ma non troppo, Gesù, per il suo aspetto e la sua scelta di vita. n Luther di Eric Till [2004] La narrazione del film ha inizio il 10 novembre nel 1505, durante un temporale. Lutero, temendo di perdere la vita, stringe un patto con Dio promettendo che se fosse sopravvissuto a quella tempesta si sarebbe fatto prete e così accade nel 1507 quando intraprende la via del KIT ANTIDISCRIMINAZIONE per ciano_Layout 1 22/10/13 18.08 Pagina 107 3.2 Una piccola cassetta degli attrezzi ⎢ Rispetto delle convinzioni religiose monachesimo. Durante il tempo trascorso al convento è continuamente agitato a causa della visione di Dio come una divinità di odio e vendetta. Lutero è così incoraggiato da Johann von Staupitz, un monaco più anziano che è il suo supervisore e mentore. Più tardi Lutero invia una lettera per Staupitz a Roma, città della quale non condivide il modo di vivere; lì vede un cranio che si pensava fosse quello di Giovanni Battista ed acquista un'indulgenza. È a questo punto che Lutero comincia a mettere in dubbio la veracità delle indulgenze. Ritornando in Germania, Lutero comincia a predicare nella sua chiesa che Dio non è un Dio di odio, ma un Dio di amore. Affigge così le 95 tesi di Lutero sulla porta della chiesa di Wittenberg, le quali si diffondono velocemente grazie alla recente invenzione della stampa, causando un dibattito aperto riguardo alle indulgenze. n Mission di Roland Joffé [1986] Sud America 1750, nella piccola foresta pluviale sopra le Cascate dell'Iguazú al confine tra Argentina, Brasile e Paraguay. Padre Gabriel è il primo missionario gesuita che grazie alla musica del suo oboe riesce ad avvicinarsi amichevolmente alla tribù di Indios " Guaranì ", ancora allo stato selvaggio, che in passato avevano già fatto martire un gesuita che aveva tentato di convertirli alla fede di Dio. I missionari con il tempo hanno realizzato varie missioni tra i "Guaranì" costruendo un vero e proprio villaggio situato nel Rio Grande do Sul. I rappre- sentanti dei coloni spagnoli e portoghesi iniziano a vedere queste missioni dei gesuiti scomode e potenziali minacce per i loro affari economici. Il vescovo Luìs Altamirano, nonostante riconosca la grande bontà delle missioni gesuite, ordina ai religiosi di abbandonarle per accogliere le richieste dei sovrani europei. Messi a conoscenza di questa decisione, i religiosi e gli indios rifiutano di lasciare le terre di São Miguel das Missões fino all'ultimatum pacifico dei coloni e decidono di combattere per difenderle. EBRAICO n Concorrenza Sleale di Ettore Scola [2001] Roma, 1938: Umberto Melchiorri e Leone Della Rocca sono due commercianti di stoffa che lavorano sulla stessa via. Il primo, un milanese cattolico, prepara abiti su misura mentre il secondo, un ebreo romano, vende capi confezionati. I due commercianti sono perennemente in concorrenza. Essi adottano continuamente svariate strategie per attrarre i clienti nei propri negozi e molto spesso litigano per futili motivi. Il loro pessimo rapporto subisce una radicale svolta, dopo la promulgazione delle leggi razziali in Italia. 107 KIT ANTIDISCRIMINAZIONE per ciano_Layout 1 22/10/13 18.08 Pagina 108 3.2 Una piccola cassetta degli attrezzi ⎢ Rispetto delle convinzioni religiose n Ogni Cosa è Illuminata di Liev Screiber [2005] Il giovane Jonathan Safran Foer è un ebreo nato e vissuto negli Stati Uniti, di origine ucraina. Essendo un "collezionista di ricordi di famiglia", decide di fare un viaggio in Ucraina per trovare il piccolo e sperduto villaggio di Trachimbrod, in cui visse suo nonno. Nel suo viaggio si affiderà a una guida locale e al nipote della guida Alex, suo coetaneo, che con il suo strano inglese, lo aiuterà seriamente nella sua rigida ricerca attraversando i bellissimi paesaggi ucraini "on the road" a bordo di una Trabant. La ricerca di Jonathan Safran Foer si trasformerà poco a poco in una ricerca intima di tutti e tre: il primo alla ricerca delle origini della famiglia, il nonno alla ricerca del suo passato e il nipote alla ricerca delle proprie origini ucraine. SPIEGARE n Parole D’amore di Scott Mec Gehee e David Siegel [2005] I Naumann sembrano la classica famiglia perfetta: altoborghesi, spirituali e apparentemente molto uniti fra loro. Saul è uno studioso di religioni. Sua moglie Miriam, è una donna devota, convertita al giudaismo una volta sposata. Il figlio maggiore Aaron, per volere dei genitori, sta seguendo le orme del padre. La più piccola in fami108 glia Eliza, di undici anni, invece ha un talento naturale per lo spelling, al punto di qualificarsi alle finali del torneo nazionale, che si terranno a Washington. Questo rende il padre cosi orgoglioso di lei, da farlo concentrare sulla figlia come non aveva mai fatto prima, togliendo attenzioni ad Aaron, che dal canto suo comincerà a sviluppare una profonda crisi religiosa rivolgendosi verso il buddhismo. n La vita è bella di Roberto Benigni [1997] Vincitore di tre premi Oscar, è un inno alla vita, in cui si affronta la tragedia dell’olocausto attraverso gli occhi di un bambino. È la storia di Guido Orefice, un giovane ebreo pieno di allegria e vitalità, che vive in Toscana nella seconda metà degli anni Trenta. Dal grande amore con Dora, la sua “principessa”, nasce Giosuè. La loro felicità viene presto spezzata dalle leggi razziali contro gli ebrei: tutta la famiglia viene deportata in un lager nazista. Per salvare il figlio dall’orrore che li circonda, Guido gli farà credere che tutto ciò che vedono è parte di un grande gioco, in cui dovranno affrontare prove difficili per vincere il meraviglioso premio finale. n Schindler’s List di Steven Spielberg [1993] Basato sulla storia vera di Oskar Schindler, un intraprendente imprenditore tedesco che finisce per trovarsi sempre più coinvolto in un sistematico impegno umanitario teso a salvare vite umane. Poco dopo l'inizio della seconda guerra mondiale, una volta terminata l'invasione KIT ANTIDISCRIMINAZIONE per ciano_Layout 1 22/10/13 18.08 Pagina 109 3.2 Una piccola cassetta degli attrezzi ⎢ Rispetto delle convinzioni religiose della Polonia, gli ebrei polacchi che risiedono nei dintorni di Cracovia sono obbligati a recarvisi per essere registrati e schedati. L'enorme afflusso di persone induce Schindler ad approfittare del divieto imposto agli ebrei di avere attività commerciali ed a stringere solidi rapporti d'affari con i nazisti, riuscendo così a farsi assegnare la proprietà di una fabbrica confiscata agli ebrei. Per la produzione utilizza manodopera ebrea non retribuita. Con il passare del tempo e il crescere delle persecuzioni, la sua fabbrica comincia a dar rifugio ad un numero crescente di ebrei ed a salvarli dalla deportazione nei lager e da una morte sicura. A guerra finita, l’industriale avrà esaurito completamente il suo patrimonio, ma si meriterà il dono di un anello in oro con incisa una citazione del Talmud "Chi salva una vita salva il mondo intero", ovvero la riconoscenza di più di mille ebrei e dei loro discendenti. INDUISMO n Devdas, di Sanjay Leela Bhansali [2002] La storia di un amore oltre ogni cosa... anche la vita. La storia di un uomo di nome Devdas che ha amato, semplicemente amato. Devdas ha condiviso una magnifica infanzia con la sua graziosa compagna, Paro, dove l'amore supremo fra i due esisteva già prima che fosse riconosciuto tale. Quando la giovinezza finiva, l'amore diventava più forte. Ma in un momento di debolezza di Devdas si creava un muro fra lui e la ragazza. Da una parte del muro c'era Paro con il cuore spezzato che sposava un altro uomo; dall'altra un Devdas completamente devastato. Incapace di sopportare l'agonia di una vita senza Paro, Devdas fa dell'alcool il suo inseparabile amico, ma questo non gli fa dimenticare il dolore pungente. Neppure la devozione di Chandrasmukhi, una cortigiana, lenisce il dolore della perdita dell'amata... n Monsoon Wedding, di Mira Nair [2001] Il tema trattato è il matrimonio combinato tra due importanti famiglie borghesi indiane: una rimasta in India (quella della sposa) e l'altra emigrata negli USA in Texas. Nello svilupparsi del film si intrecciano storie diverse tra i vari protagonisti, si trattano temi d'effetto quali: l'abuso da parte di uno zio della cugina della sposa nell'infanzia e la sua nuova ricaduta con un'altra parente degli sposi, il passato di passione della sposa che riaffiora durante i preparativi del matrimonio, la confessione da parte della sposa della propria passione allo sposo e relative ripercussioni, l'amore semplice ed intenso tra la serva e l'organizzatore del matrimonio, l'amore adolescenziale tra due parenti dei futuri sposi, i problemi della famiglia della sposa in relazione alla preparazione maniacale del matrimonio (problemi finanziari e familiari). 109 KIT ANTIDISCRIMINAZIONE per ciano_Layout 1 22/10/13 18.08 Pagina 110 3.2 Una piccola cassetta degli attrezzi ⎢ Rispetto delle convinzioni religiose n Water, di Deepa Mehta [2006] Chuya è una bambina di otto anni costretta a sposarsi in tenera età, ma sfortunatamente suo marito muore ben presto e così, come impongono le dure leggi della religione indù, è costretta a vivere il resto dei suoi giorni in penitenza, insieme ad altre vedove come lei, in una squallida casa dove consumare la clausura della propria esistenza. E’ il 1938, in un’India ancora colonia inglese e fortemente legata alle sue assurde tradizioni religiose, capaci di relegare i cosiddetti “intoccabili” (le vedove, appunto) in un mondo-a-parte e senza alcuna speranza di dare una svolta ai propri destini. La piccola Chuya viene trasportata di peso nella città santa di Benares, dove incontra altre “intoccabili vedove” come lei, dalla materna Shakuntala alla giovane (e bellissima) Kalyani – l’unica con i capelli lunghi, le altre invece tutte con la testa rasata a zero – costretta dalla cinica Madhumati a prostituirsi pur di guadagnare qualche soldo in più al fine di rendere più agevole la vita grama delle povere vedove, relegate ad un’esistenza di stenti, preghiera e solitudine. SPIEGARE ISLAM n Io, l’altro, di Mohsen Melliti [2006] Yousef e Giuseppe sono amici di lunga data. Lavorano 110 insieme da più di dieci anni. Quando Yousef arrivò esule dalla Tunisia iniziò a lavorare su un peschereccio, è lì che conobbe quello che sarebbe diventato il suo miglior amico: Giuseppe. Dopo molti anni di sangue e sudore trascorsi sotto “Padrone”, i due amici decidono di mettersi in proprio acquistando un piccolo peschereccio usato che ribattezzano Medea. Dopo i fatti drammatici dell’undici settembre, il mondo sembra essere cambiato in tutto. Il film parte con i due amici che invece di raccogliere i frutti del loro sacrificio, sono alle prese con le ritorsioni economiche e pratiche, dell’ex “Padrone”, che gestisce il mercato del pesce. Il mondo è sconvolto dall’ennesimo attentato terroristico, in Spagna un treno è saltato in aria uccidendo centinaia di persone, ma per Yousef e Giuseppe la vita deve andare avanti. Si trovano per una battuta di pesca in mezzo al mare quando la radio annuncia che Yousef è il terrorista ricercato dalla Polizia internazionale. Un tragico caso di omonimia che travolgerà distruggendole le vite dei due protagonisti. n Un bacio appassionato, di Ken Loach [2005] Il film è incentrato su una storia d'amore in cui i protagonisti provengono da contesti culturali completamente diversi. Cassim è un pakistano nato e cresciuto a Glasgow che lavora come dj e vorrebbe un locale tutto suo ma nello stesso tempo rispetta i limiti culturali che gli sono imposti dalla sua famiglia. Accetta di sposare una KIT ANTIDISCRIMINAZIONE per ciano_Layout 1 22/10/13 18.08 Pagina 111 3.2 Una piccola cassetta degli attrezzi ⎢ Rispetto delle convinzioni religiose sua cugina senza averla mai conosciuta. Ma le cose si complicano quando casualmente conosce Roisin, un'irlandese che insegna musica nella scuola cattolica di Glasgow frequentata da sua sorella Tahara. La storia d'amore che nasce tra Cassim e Roisin sarà difficile. Cassim deve scontrarsi con la sua famiglia che ha sempre rispettato. Roisin dovrà affrontare le norme morali della scuola cattolica in cui insegna. n Monsieur Ibrahim e i fiori del Corano, di Francois Dupeyron [2003] Negli anni sessanta, in un quartiere della classe operaia di Parigi, un sedicenne ebreo di nome Moїse – che vive da solo con un padre assente e scostante – inizia a frequentare abitualmente le prostitute che esercitano in pieno giorno di fronte alla sua abitazione. Il ragazzo è anche affascinato dalla personalità di Ibrahim – un anziano sufi che gestisce un negozio di alimentari – che gli dispensa preziosi consigli su come amministrare il denaro e su come ricercare la felicità. La loro amicizia si sviluppa e presto Moїse si sente più vicino a Ibrahim che al padre. Ibrahim chiama Moїse affettuosamente «Momo» e lo adotta quando il padre si suicida. I due partono per un viaggio in Turchia, patria di Ibrahim, dove questi muore in un incidente stradale; Momo eredita tutti i suoi beni e il suo Corano. LIBRI n n n n n n n n n I musulmani e la società italiana. Percezioni reciproche, conflitti culturali, trasformazioni sociali, (di Allievi S.) 2009, Franco Angeli Linguaggi dell’identità e della diversità. La comunicazione interculturale nel processo educativo, (di Aa.Vv.), 2000 Esi. Simboli e pratiche religiose nell'Italia “multiculturale”, (a cura di De Oto A.),2010, Ediesse. Simbolo, (di Nanni A.), 2008 EMI. Il dialogo intrareligioso (di Panikkar R.), 2001 Cittadella Incontro delle religioni: l’indispensabile dialogo, (di Panikkar R.), 2001 Jaca Book. La guerra dei simboli, (di Rivera A.) 2005, Dedalo Interculturalità e futuro. Analisi, riflessioni, proposte pedagogiche ed educative, (a cura di Santelli Beccegato L.), 2003, Levante Religioni, dialogo, integrazione Vademecum (di Aa. Vv.,), 2013, a cura del Dip. per le Libertà Civili e l'Immigrazione Direzione Centrale per gli Affari dei Culti, Ministero dell'Interno, COM Nuovi Tempi - IDOS 111 KIT ANTIDISCRIMINAZIONE per ciano_Layout 1 22/10/13 18.08 Pagina 112 Appendice Numero verde 800 90 10 10 www.unar.it Numeri utili 114 Emergenza Infanzia 1522 Antiviolenza donna Punto di contatto per segnalazioni di emergenza e pericolo dei minori "114 Emergenza Minori" è il numero di emergenza gratuito, messo a disposizione dal Dipartimento per le Pari Opportunità, al quale rivolgersi per segnalare situazioni di emergenza e pericolo che coinvolgono bambini e adolescenti. E’ attivo tutto l’anno, 24 ore su 24. Gestito da Telefono Azzurro, è uno strumento concreto costituito per fronteggiare le situazioni di emergenza e per combattere ogni forma di violenza nei confronti dei minori. Numero 1522, attivo 24 ore su 24 per tutti i giorni dell'anno ed è accessibile dall'intero territorio nazionale gratuitamente, sia da rete fissa che mobile, con un'accoglienza disponibile nelle lingue italiano, inglese, francese, spagnolo, russo e arabo. Le operatrici telefoniche dedicate al servizio forniscono una prima risposta ai bisogni delle vittime di violenza di genere e stalking, offrendo informazioni utili e un orientamento verso i servizi sociosanitari pubblici e privati attivi a livello locale.Il servizio è finanziato dal Dipartimento per le Pari Opportunità la compilazione di un format via web Contact center UNAR, Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali presso il Dipartimento per le pari opportunità Vittime o testimoni di fenomeni discriminatori possono liberamente accedere al servizio Contact Center UNAR mediante: Il numero verde gratuito è attivo dal lunedì al venerdì, dalle 8 alle 20 ed è disponibile in italiano, inglese, francese, spagnolo, arabo, russo, rumeno, polacco, cinese. 112