Lab di educazione alla creativ

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Lab di educazione alla creativ
LABORATORIO DI EDUCAZIONE
ALLA CREATIVITÀ
Sede:
Conduttrice:
Scuole partecipanti:
Suddivisione:
Scuola dell’infanzia di Caccivio
Ins. Sig.ra Tiziana Ferroni
Binago, Caccivio, Lurate “Catelli”, Montano Lucino “Dedicato ai Caduti”
e “Mater Domini” Villaguardia fraz. Maccio e Villaguardia fraz. Civello
in vari gruppi.
Favorire la vita creativa del bambino
“Espressione, creatività sono parole ricorrenti nel discorso educativo di chi svolge attività con i bambini. Ma questi due termini sono soggetti a molte interpretazioni. Gli adulti hanno la tendenza a imporre al bambino i propri criteri di espressività e di creatività al fine di ottenere da lui un prodotto
estetico rispondente a una realtà culturale preconcetta. Il bambino viene così condizionato anche
nelle sue doti più profonde e genuine.
Inibito, distolto dalla sua realtà, come potrà mantenere la forza di esprimere se stesso?”
Arno Stern
)
“Fantasia” di Bruno Munari,
ediz. Laterza
Stimolazione alla creatività
La creatività, come uso finalizzato della fantasia e dell’invenzione, si forma e si trasforma continuamente.
L’individuo creativo è quindi in continua evoluzione e le sue possibilità creative nascono dal continuo
aggiornamento e dall’allargamento della conoscenza in ogni campo.
Le tecniche della sperimentazione e della ricerca aiutano lo sviluppo della creatività. Molte insegnanti
dicono: “Noi lasciamo i bambini completamente liberi di fare ciò che vogliono, diamo loro i colori e
la creta e loro si esprimono liberamente”. Ma se a questi bambini non viene allargata la conoscenza
con “giochi creativi”, essi non potranno fare quelle relazioni tra le cose conosciute, così che la loro
fantasia non si svilupperà.
La creatività va quindi stimolata, ma come? Si tratta di inventare dei giochi attraverso i quali i bambini
possano imparare sempre qualcosa di nuovo, possano impadronirsi di tecniche nuove, possano capire
le regole del linguaggio visivo.
Si può provare a mettere a disposizione dei bambini, sempre come gioco, dei fogli di carta di misure
e forme molto variate: rettangoli di 10 cm per 140 cm (ricavato dai fogli di carta da pacchi), fogli quaQuaderno n.01: QUALE EDUCAZIONE DELL’INFANZIA, OGGI?
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drati, triangolari, ovali, irregolari, romboidali e di ogni forma strana che si possa ottenere tagliando
o strappando la carta. Fogli grandi, grandissimi e piccoli, piccolissimi.
Tutti questi fogli diversi saranno tagliati al momento, alla presenza dei bambini: basta dire loro di scegliersi il foglio preferito e di disegnare o dipingere con qualunque mezzo, quello che la forma del
foglio suggerisce loro.
Effettivamente può essere comprensibile come un foglio stretto e lungo, visto orizzontalmente, possa
far venire in mente tutto ciò che ha quella forma (serpente, treno, sommergibile…), mentre se lo stesso
foglio viene considerato dal bambino in senso verticale allora l’immagine che ne consegue può essere
un missile, una torre, un grattacielo…
Si può dire con certezza che osservando il bambino mentre pensa che cosa disegnerà sul foglio scelto,
pare di veder nascere la creatività o la fantasia, dall’espressione del suo viso.
Quindi è necessario presentare ai bambini, sempre sotto forma di gioco, nuove tecniche, antiche e moderne, dalla tempera all’acquerello, alla stampa, alle incisioni, ai colori a spruzzo, alle pitture su carta
bagnata, ai collages con carte veline, a quelli con cartone, a quelli con le figure dei giornali, agli effetti
dei colori con l’amido, con le colle, con le spugne, con i timbri, alle composizione materiche.
Nel campo delle tre dimensioni si possono fare costruzioni con tubi di cartone, oggetti di plastica,
scatole, vassoi delle uova, fili di ferro, con centomila cose che normalmente buttiamo via.
Queste tecniche “vanno date” ai bambini una alla volta, spiegandone le caratteristiche, il modo d’uso,
con che cosa si attaccano, insegnare le regole, spiegare le difficoltà e poi lasciar fare ai bambini. Mai
dire un soggetto.
Laboratorio creativo
Il laboratorio creativo è inteso come un luogo di lavoro, di manipolazione, di sperimentazione e di fusione dei linguaggi grafici, plastici, pittorici, che possono essere funzionali o alternativi a quelli verbali
e simbolici. Utilizzando i diversi materiali e impadronendosi delle varie tecniche, il bambino e la bambina sono messi nelle condizioni ideali per intraprendere un percorso che li condurrà a soluzioni che
gli adulti che li circondano non avevano neppure ipotizzato.
La ricerca personale è la parte più viva e interessante del laboratorio, l’ambito in cui realmente si incontra la creatività; è il momento in cui l’ingegnosità permette di superare le difficoltà del lavoro, affiancando elementi fino a quel momento distanti tra loro. È tuttavia è gratificante per i bambini arrivare
al termine di questa “avventura” avendo realizzato degli oggetti da utilizzare, oggetti che possono
anche testimoniare quanta strada sia stata fatta e di quale portata siano i progressi ottenuti.
Attraverso l’esperienza sensoriale, la manipolazione ed il tatto il bambino esplora e scopre ciò che diversi materiali possono comunicare ed impara ad usarli.
Le attività manipolative sollecitano la percezione, educano al controllo del gesto e permettono di acquisire padronanza nei segni e capacità di rappresentazione.
Per aiutare i piccoli a sviluppare il proprio stile è indispensabile esplorare tecniche e attrezzi, accostamenti di colore e forma, avere a disposizione superfici e materiali molto diversi tra loro.
Occorre soprattutto sostenere e stimolare le soluzioni personali e divergenti.
Ciò sarà più facile se l’adulto adotta uno stile educativo di rispecchiamento e di conferma, apprezzando
e incoraggiando le diverse soluzioni e trasferendo così anche ai piccoli il comportamento di accettazione.
Per evitare risultati convenzionali, soluzioni stereotipate e omologate occorre stimolare la ricombinazione di elementi, la realizzazione anche stravagante, purché frutto di una ricerca di un’espressione
personale.
È importante far seguire al momento laboratoriale la verbalizzazione che può avere come fine sia
l’identificazione dei passaggi del procedimento (“cosa abbiamo fatto?”) sia l’estrinsecazione dei vissuti
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su quanto prodotto (“ti piace quello che hai fatto?”) o sul processo di realizzazione (“ti è piaciuto
farlo?”).
Spesso è possibile che il laboratorio produca oggetti funzionali ad altra attività (maschere, strumenti
musicali…) interessando quindi le abilità manipolative, il movimento corporeo, il linguaggio sonoro
e così via.
È questa l’occasione per offrire delle esperienze globali.
LABORATORIO EDUCAZIONE CRITICO-CREATIVA
Giochi creativi
Giocare con la luce: costruire delle diapositive proiettando direttamente il materiale (piume, pelle di
cipolla, fili di lana, foglie…); occorre un proiettore fisso da diapositive e dei telaietti.
Giocare con la fotocopiatrice: tutto è fotocopiabile, si eseguono composizioni di immagini, di oggetti,
di vegetali, pizzi, ci si fotocopia. I risultati della propria creatività sono immediatamente visibili in
fotografie che non hanno bisogno di sviluppo.
Giocare con elementi vegetali: produrre ikebana usando normali verdure, foglie, rametti, scoprire
“rose nell’insalata”.
Giocare con i libri costruendoli: facilmente leggibili anche senza parole perché immediati, stimolanti,
vivaci, stupefacenti; libri con una pagina, con due, quattro ecc…, libri pieghevoli, libri lunghissimi,
libri circolari, libri di stoffa, libri tagliati e strappati.
Giocare con le macchie: si possono produrre dei veri capolavori, personaggi, paesaggi, scenografie,
quadri per un’esposizione. All’interno di questa tecnica, altre tecniche (sale grosso, amido…) per trattare la macchia in modo sempre imprevedibile.
Giocare con la carta, con il collage, con tecniche miste: da trattare in mille modi per creare immagini
“impensate” senza limiti alla creatività tante sono le possibilità che questo materiale offre.
Giocare con il colore: il colore può essere avulso dalla forma, una ricerca in cui il colore puro, sfumato,
stampato, graffiato, stropicciato, combinato, porta alla costruzione di mille itinerari.
Giocare con la forma e i formati: disegnare o pitturare su fogli dalla forma strana, di varia forma (circolari, quadrati, triangolari), fogli tagliati, strappati, bucati…
Giocare narrando: immagini e giochi come pretesti per creare e narrare fiabe, libri macchia per raccontare storie sempre diverse, l’albero delle parole (si scrive su una foglia una parola che scaturisce
da una sensazione, da un’emozione, nata dai brani ascoltati o dai racconti dei vissuti, si attacca la
foglia al ramo con il filo di ferro sottile poi suddividendosi in piccoli gruppi, ognuno sceglie una parola
foglia e s’inventa un racconto, una filastrocca, una canzoncina, una drammatizzazione), le parole-immagini-colore (una poesia può metamorfosarsi in immagini grafiche o in colori).
Giocare con la natura: trattasi di giochi che, mediante l’uso di svariate tecniche, consentono di creare
una natura fantastica o realistica secondo il gusto personale.
Si può anche partire da questi giochi per uno studio scientifico della natura stessa: disegnare le nuvole,
colorare il cielo, colorare l’acqua, modellare la terra, costruire l’albero, colorare il bosco, inventare le
rocce…
Giocare con il tatto: dobbiamo riconquistare questo strumento di conoscenza diretta che la natura ci
ha dato.
Nel laboratorio tattile si fa uso dei più disparati materiali, dei giochi più strani: si fanno girotondi
tattili, mosche cieche con i piedi, si percorrono sentieri tattili, si producono racconti tattili, composizioni tattili, indovinelli tattili.
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Obiettivi generali
Gli obiettivi che si raggiungono dell’attivazione di questi giochi creativi sono:
Far conoscere strumenti, materiali, tecniche, sia per esprimersi che per sperimentare, in modo da offrire
ai discenti una vasta gamma di scelte operative, scelte che dovranno essere eseguite in base al lavoro
che si sta compiendo.
Lavorare con metodo basato non solo sulla scelta di strumenti, materiali, tecniche, ma anche sul procedere dal livello più semplice a quello più complesso nel tentativo di risolvere problemi che il lavoro
presenta nelle sue varie fasi di sviluppo.
Riconoscere e risolvere i vari problemi che si presentano con rigore e logica secondo le capacità di
ognuno.
Rispettare i tempi e le modalità di lavoro lasciando lo spazio necessario all’acquisizione ed elaborazione di concetti.
Potenziare le capacità innate in ogni individuo, di creare liberamente secondo le proprie esperienze,
il proprio vissuto, i propri sentimenti, il proprio modo di percepire se stesso, gli altri, il mondo circostante.
Acquisire fiducia in se stessi in quanto vengono riconosciute le capacità di ognuno.
Rispettare sia l’ambiente che le persone, che il lavoro altrui.
Suggerimenti… per attività molto, molto creative
Il sapore dei colori
Anziché pretendere che a tre anni imparino correttamente parole come … giallo, rosso, verde e blu...
perché non lasciare che i bambini entrino nei colori “assaggiandoli”e collegandoli ad un ricordo di
sensazioni positive?
Forse neanche con l’attività proposta i bambini impareranno subito i nomi dei colori, ma ne avranno
una coscienza vissuta che poi li porterà a chiamarli con il nome giusto e a saper associare un colore
all’emozione vissuta.
Bianco, giallo, rosso, arancio, marrone, verde, nero, blu saranno associati a un prodotto buono da mangiare, profumato, gustoso, piacevole al tatto.
Esempio:
Il color farina (che poi diventerà bianco): imbiancamento, impronte mani e piedi, giochi con pezze
di stoffa o carta bianca (bandiere, scie…), giochi con farina e acqua (colla, pizza, pane…)
Il color polenta (che poi diventerà giallo): per la scoperta di questo nuovo elemento procedere come
il color farina.
Il color cacao (che poi diventerà marrone): stampare la mano impolverata che è diventata a sua volta
matrice, assaggiare, annusare e ricordare… sapori.
Come nomenclatura aggiungeremo... giallo polenta, bianco farina, marrone cacao…
Il color arancia (che poi diventerà arancione): a seconda della stagione utilizzare succo d’arancia, o i
frutti… L’importante è assaggiare, immergere le mani, annusare, gustare… colorare con tempere ed
acquarelli, giocare con i drappi colorati
Il colore mela (che poi diventerà rosso): annusare, manipolare, lucidare, mordere, stampare con la
frutta… ripetere le esperienze dei drappi colorati.
Il color menta ( che poi diventerà verde): utilizzare shampoo o bagnoschiuma verde per annusarlo,
agitarlo ed ottenere così le bolle di sapone… osservarle volare, cadere, sparire...; continuare i giochi
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con i drappi colorati.
Altri colori potranno essere “ assaporati” in maniera analoga, l’importante sarà far scoprire ai bambini
i colori attraverso esperienze che abbiano a che fare con la natura o con materiali non convenzionali.
Giocare con la carta
La carta è un materiale povero, duttile e facilmente reperibile. Esistono carte di diversa consistenza,
spessore, lucidità, trasparenza, morbidezza: la carta lucida e colorata delle riviste, le carte regalo, la
carta velina che fa vedere come attraverso una nebbia, la carta crespa nella quale possiamo ricavare
delle “onde”con le dita, le carte delle uova di Pasqua che fanno anche rumore, la carta riciclata, la
carta assorbente, la carta igienica.
Un foglio di carta può essere tagliato, spezzato, incollato con facilità, intessuto, cucito, piegato, colorato senza problemi, “suonato” (xilofono ad acqua...). L’esplorazione della carta è una occasione per
stimolare i bambini a fare ricerche e scoperte, è una ricca opportunità per dare libero sfogo all’immaginazione e alla fantasia. Nel foglio si possono fare buchi, tagli, strisce, rotolini, cilindri, anelli…
archi, ponti, scivoli, collane di carta, sculture a incastro, maschere.
Giocare con la natura
Abituare i bambini a guardarsi attorno, a ricercare nelle pietre, nei pezzi di corteccia o nelle nervature
delle foglie le linee, i colori, i contorni e le forme esteticamente interessanti: si possono comporre ikebana, con il frottage si prendono le “impronte digitali” di un albero, di una foglia… si può fare il découpage con le foglie.
E cosa dire invece della versatilità di un sasso? Alcuni sassi, soprattutto quelli provenienti dal greto
di fiumi o torrenti, presentano venature e forme interessanti.
Si possono colorare i sassi con le matite e i pastelli a cera, le tempere e i colori acrilici.
Anche con un guscio d’uovo si possono realizzare facce o personaggi a dir poco creativi: occorre qualche semino di frumento e un po’ di bambagia e il gioco è fatto.
Giocare con i colori
Con cosa dipingere? La scelta è ampia: pennelli classici o inventati, spazzolini da denti, segatura,
farina di mais o pangrattato… che consentono di realizzare dei disegni ruvidi. Stimoli ed idee possono
nascere anche dalla forma del foglio che può essere quadrato, rotondo, ovale, a spicchio, lungo,
ampio… Anche le tecniche sono molteplici: a carta umida, colla e tempera, stencil, con lo zucchero,
stampa in rilievo e poi le paste da modellare come il pongo fatto in casa ( olio, farina, acqua, sale
fino..), la pasta gommosa (amido di mais, acqua) la pasta di sale (farina bianca, sale, acqua ).
Giocare con gli scarti
Gli artisti ci hanno lasciato degli esempi illuminanti sull’arte del riciclare e ci invitano a sfruttare la
suggestione delle forme, reinventandone funzioni e contesti. Come orientarsi per la raccolta? Iniziando
con un assortimento di imballaggi: il polistirolo, il politene a bolle, le anime cilindriche delle stoffe e
della carta igienica, scatole di varie forme, dimensioni e materiali, le retine delle arance e dei limoni,
i cestelli della frutta o dei formaggi molli, i vassoi in cartone o i contenitori in plastica delle uova,
moquette, lastre di legno…
L’assemblaggio di materiali così diversi è facilmente affrontabile: per la carta usa la colla stick, per il
cartone la colla vinilica e poi ancora il biadesivo o la cucitrice.
I bambini in questa miniera di opportunità possono essere lasciati liberi di assemblare e costruire seguendo l’estro del momento; il titolo che troveranno alla fine riuscirà in modo sorprendente a valorizzare e a dare credibilità alle loro opere d’arte. Oppure invitarli a inventare macchine, case, paesaggi,
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personaggi o animali reali o fantastici. Alcuni esempi: le scatole del latte diventano burattini a bocca
aperta, coccodrilli o mangiatoie per gli uccellini, bottiglie di plastica tagliate si trasformano in ragni
più o meno minacciosi con bottigliette, semi, chiodi, scatoline, cilindri di cartone, conchiglie, assicelle,
sabbia, …è possibile dar vita ad una intera orchestrina: maracas di ogni tipo, bastoni della pioggia,
tricche-balacche, sbatola, stregoni... e il megafono per il cantante.
Suggerimenti per l’allestimento dei laboratori
Oltre all’atelier di pittura, altri spazi di laboratorio offrono ai bambini situazioni di gioco “organizzate,
ma libere dal giudizio degli adulti”. Le attività che i bambini incontrano nei laboratori favoriscono
l’espressione e la realizzazione della creatività di ogni bambino. Ecco alcuni esempi
Laboratorio del travestimento
Il travestimento è un gioco simbolico che, in quanto tale, consente al bambino di rivivere le proprie
esperienze passate ed è uno tra i più efficaci veicoli per dare un senso e un significato alla realtà. Scegliendo di vestirsi in un certo modo, il bambino ha la possibilità di inventarsi un personaggio e di giocare
coinvolgendo tutta la sua persona. Basta uno specchio, un appendiabiti, una cassettiera, vestiti, gioielli,
copricapo… e il gioco è fatto: l’insegnante deve solo controllare che le regole siano rispettate, mediare
nel caso insorgano confitti o competizioni tra bambini, garantire che si creino le condizioni affinché
questa esperienza ludica dia il maggior spazio possibile alla fantasia e all’individualità del bambino.
Non è da sottovalutare comunque la valenza sociale del gioco del travestimento: ogni bambino, pur
mantenendo il ruolo che si è scelto, partecipa ad un gioco ideato insieme agli altri compagni.
Il laboratorio della costruzione
Qualsiasi oggetto può diventare un gioco grazie alla fantasia e alla manualità. Giocare è cercare un
materiale per realizzare un’idea: nella mente il bambino elabora ipotesi, immagina, fantastica. Costruire
stimola la fantasia e sviluppa l’abilità motoria delle mani, le competenze sensoriali, lo spirito di esplorazione, la creatività e spinge il bambino ad usare le mani per il piacere di saper fare, costruire, sentendosi realizzato.
Nel laboratorio vengono messi a disposizione vari materiali per costruire: scatolette di varia forma e
dimensione, stoffe, cilindri di cartone, forbici, colla vinilica da dosare con il pennello, corde e nastri,
nastro adesivo.
Il bambino è libero di realizzare la costruzione che preferisce, scegliendo i materiali più adatti e il metodo di assemblaggio che ritiene più opportuno. Il lavoro è individuale e l’attività è tutelata da “regole
semplici ma precise”: non disturbare o intervenire sul lavoro dei compagni; prendere solo il materiale
necessario; tenere lo spazio di azione in ordine; dosare con cautela la colla e gli altri materiali; impugnare correttamente gli attrezzi (forbici, pennello, nastro… ).
L’insegnante è a disposizione del bambino per tutelare lo spazio di lavoro di ciascuno; evitare competizioni o giudizi, vigilare sul rispetto delle regole, sostituire il materiale mancante.
Laboratorio della creta
Nello spazio “creta” il bambino ha la possibilità di modellare, plasmare il materiale secondo le sue
necessità e di esprimersi liberamente. “Egli pensa con le mani”: la mano s’impone alla mente e lascia
delle tracce non sempre volute, ma dettate da un bisogno profondo e naturale, perché il bambino con
tutto l’essere, plasma il suo mondo e con le sue mani organizza la sua esperienza. La creta, per la sua
fragilità, pone notevoli ostacoli alla conservazione: è bene dunque prevenire la delusione che in bambini possano provare davanti al loro gioco, al quale hanno dedicato tanta energia e che possono vedere
il giorno dopo deformato e screpolato. Per questo solitamente i loro lavori non vengono conservati: il
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gioco inizia e termina nel laboratorio-creta durante l’ora di attività; lo spazio può essere predisposto
nell’aula stessa: basta fissare al tavolo col nastro adesivo una tavoletta, per permettere al bambino una
maggiore libertà di movimento.
Laboratorio di musica
È un viaggio che il bambino vive in modo creativo nel “fare musica”, riscoprendola in se stesso, nei
suoni e nelle vibrazioni degli strumenti naturali.
Il bambino dà l’impressione di essere nella sua casa naturale; recuperare con l’esperienza musicale
questo rapporto con i suoni primitivi è la riscoperta di un mondo sonoro che appartiene al bambino,
che lo emoziona e lo parta a scoprire che tutto, intorno, è musica.
I materiali scelti sono quelli naturali, quelli che da sempre l’uomo utilizza per produrre o imitare i
suoni della terra: legni, sassi, conchiglie, semi, canne, sabbia…
L’insegnante opera una selezione tra gli strumenti in base alle qualità sonore dei materiali e alle azioni
necessarie a suonarli; aiuta a trovare i gesti adeguati all’emissione dei suoni; è punto di riferimento
costante per armonizzare le diverse produzioni sonore tra loro.
L’attività si compone di momenti di produzione individuale, a coppie, di gruppo, nei quali il bambino
scopre che ogni materiale ha i suoi punti di vibrazione sonora e lo fa “parlare” attraverso il gesto,
esplorandone le sonorità; momenti di ascolto nei quali il bambino si lascia penetrare dai suoni prodotti
dagli altri, diventandogli naturale il restare in silenzio; danza ritmica è il momento del coinvolgimento
totale, quando suono-corpo-mente sono tutt’uno nel movimento, inteso come necessità espressiva.
Accanto ai vari tipi di sonagli e sonagliere realizzate (cinture, bracciali, cavigliere, orecchini, maracas… ai legni e bastoni, ai fasci di foglie è utile dotare questo laboratorio di alcuni strumenti etnici.
Il laboratorio dell’odore
Questo spazio offre ai bambini la possibilità di esplorare il mondo degli odori. Attraverso l’olfatto il
bambino può entrare in un mondo magico fatto di essenze e aromi che creano un’atmosfera quasi irreale. Può inventarsi dei giochi: esplorando e mischiando aromi diversi nascono itinerari in cui s’intrecciano il reale col fantastico: essenze di fiori secchi, spezie, erbe aromatiche, terra… possono
diventare filtri magici, veleni per streghe, profumi delicati per principesse o tutto ciò che la fantasia
di un bambino può elaborare.
Lo spazio può essere allestito anche nell’aula: prima dell’inizio dell’attività, su due tavoli vengono
disposti i vasetti contenenti gli aromi, i bicchieri di vetro, alcune stecche di legno, i contagocce. Ogni
bambino ha a disposizione il bicchiere, la stecca e il contagocce. Anche in questo tipo di laboratorio
l’azione di controllo da parte dell’insegnante è basilare.
CONCRETIZZAZIONE DEL LABORATORIO
Giocare con la luce
Giocare con la fotocopiatrice
Giocare con gli elementi vegetali
Giocare con i libri costruendoli
Giocare con le macchie
Giocare con il collage
Giocare con il colore
Giocare con la forma e i formati
Giocare narrando
Giocare con la natura
Giocare con il tatto
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Le pagine che seguono è la testimonianza delle esperienze effettuate durante il laboratorio ma,
vista la vasta gamma di produzione, è stato necessario fare una cernita dei prodotti.
GIOCARE CON LA LUCE
... Costruzione di diapositive con elementi naturali e loro proiezione:
. erba,
- rami,
- piume,
- lana
GIOCARE CON LA
FOTOCOPIATRICE
Tutto è fotocopiabile: oggetti, immagini, vegetali, pizzi…, vere e proprie fotografie che
non hanno bisogno di sviluppo.
...il bosco di Pollicino
... il giardino della
Regina delle nevi
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... farfalle che volano
GIOCARE CON GLI ELEMENTI NATURALI
Produrre ikebana: rametti, foglie, bastoncini
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GIOCARE CON I LIBRI
…leggibili anche senza parole perché immediati, stimolanti, vivaci, stupefacenti
……con una
scatola per la
pizza ecco qua la
torre della strega
Teodora e del suo
amico Draghetto
GIOCARE CON LE MACCHIE
…si possono produrre dei veri capolavori,
personaggi, scenografie, paesaggi.
…con il sale grosso
ecco un profondo
mare blu
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GIOCARE CON IL COLLAGE
…senza limiti alla creatività tante sono le possibilità che questo materiale offre
….collage con l’utilizzo
di macchie simmetriche
GIOCARE CON IL COLORE
…si possono costruire innumerevoli itinerari
… colore stampato
il bosco (acqua e colore)
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GIOCARE CON LA FORMA E I FORMATI
…disegnare o pitturare su fogli dalla forma strana
…la barca a vela
GIOCARE NARRANDO
…immagini e giochi per creare e narrare fiabe - Il libro macchia
…l’albero delle parole
……c’era una volta un pesce ghiottone di nome Gedeone, al quale
piaceva molto viaggiare tra le onde
del mare.
Le uova erano il suo cibo preferito
e prelibato ma fino ad ora poche
volte aveva provato.
E fu così che viaggiando sul fondo
marino il suo grande occhio
marrone…
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……fu attratto da macchie colorate.
Gedeone incuriosito si avvicinò
piano piano e… snif, snif con il suo
fine odorato non poteva credere al
suo naso: erano le sue tanto amate
uova !!!
Preso dal suo impeto di golosità se
le mangiò tutte in un sol boccone
ma……accidenti! Il suo odorato
l’aveva tradito, aveva mangiato
bolle di colore.
Erano tanto amare, ma così amare
che con tutta la sua forza le sputò e
le onde del mare diventarono di
mille colori……rosse, gialle, blu,
arancione, marroni, verdi e da quel
giorno gli abitanti del posto chiamarono il loro mare “arcobaleno”.
GIOCARE CON IL TATTO
…girotondi tattili, sentieri tattili, mosche cieche con i piedi
per produrre racconti, composizioni, indovinelli tattili
…composizione
tattile.
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GIOCARE CON LA NATURA
……creare una natura fantastica o realistica secondo il gusto personale
…il bosco: stampa con limoni e frottage di foglie
……costruire l’albero
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