La Belle Epoque

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La Belle Epoque
LA BELLE EPOQUE
Si stava diffondendo un enorme culto della patria,
che avrebbe portato a nazionalismi esasperati,
razzismo e xenofobia
Grazie alle scoperte scientifiche, ai progressi, al benessere diffuso,
all’assenza di guerre, in molti pensavano che per l’umanità
si stesse aprendo un periodo di felicità, sicurezza, pace,
tanto che quest’epoca fu chiamata “belle époque”.
Trionfo di una società borghese dinamica,
ricca intraprendente, sicura di se stessa
e delle proprie possibilità
Tuttavia le contraddizioni
di quest’epoca erano molte
La capitale di quest’Europa in pieno sviluppo era Parigi,
la ville lumiere, la città della luce, con i suoi grandi viali,
i boulevards, illuminati elettricamente,
i caffè concerto, i cinematografi
era ricca, ma con profonde
disuguaglianze economiche e sociali
era in prevalenza liberale, ma dominata da un’elite industriale
e finanziaria sempre più caratterizzata dalla presenza
di grandi monopoli e decisa a far valere ad ogni costo i propri interessi
Un rilievo particolare ebbe l’antisemitismo ,
soprattutto in Francia, Germania,
Austria e Russia: gli ebrei venivano
accusati di tramare un complotto volto
alla dominazione dell’intero mondo
ad opera delle banche, delle grandi
industrie, della stampa e dei partiti politici
Stava nascendo un nuovo tipo di cultura, basata
sull’azione istintiva, violenta e irrazionale
la visione dell’inconscio di Freud metteva in crisi
la visione del mondo razionalista e positivista
le scoperte di Einstein aprivano nuovi interrogativi alla scienza
mostrava una fiducia incrollabile nel razionalismo e nella scienza,
ma vedeva crescere al suo interno in forme sempre più
aggressive movimenti che si ispiravano a ideologie
irrazionalistiche quali il nazionalismo e il razzismo
Nel 1855 fu pubblicato il “Saggio
sull’ineguaglianza delle razze
umane” del francese Arthur de
Gobineau, che teorizzava la diversità
delle razze umane e la superiorità
della razza ariana; nel 1899 un
intellettuale tedesco di origine
inglese, Houston Stewart
Chamberlein, sosteneva la
superiorità della razza ariana
da identificarsi, a suo parere,
con il popolo tedesco
Sulla base di tali teorie si diffuse il pangermanesimo
: all’inizio si manifestò nella volontà di riunire in un
solo Stato tutti i popoli germanici; poi, dopo la salita
al trono di Guglielmo II, si trasformò nell’esaltazione
dell’assoluta superiorità della razza germanica,
la sola degna di essere la guida del mondo