Articolo 140714 secolo

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Articolo 140714 secolo
la spezia
IL SECOLO XIX
LUNEDÌ
14 LUGLIO 2014
17
LA DEPOSIZIONE DELL’EX PRESIDENTE DEL PARCO 5 TERRE
IL REPORTAGE
SONDRA COGGIO
“IL procuratore Scirocco non c’entra. Non mi ha mai consigliato di
mettere i guanti di lattice, come sostenevo nelle intercettazioni, e di
scrivere gli esposti anonimi che ho
fatto nel 2010. So di averlo nominato spesso, e anche dopo l’arresto, e
più volte, quale ispiratore delle mie
azioni:manonèstatolui,asuggerirmi cosa fare. E’ per me uno dei punti
più imbarazzanti di questa vicenda,
e ora voglio porgere le mie scuse, al
magistrato, per quelle mie parole”.
A scagionare l’ex magistrato spezzino è Franco Bonanini: la stessa persona che quattro anni fa lo aveva
chiamato in causa. messo in mezzo.
OggiBonaninismentiscesestesso,e
chiede scusa. Ritira tutto. Il colpo di
scena è avvenuto in aula. Bonanini
ha risposto al suo avvocato, Carlo Di
Bugno, in merito agli esposti anonimi che ideò nell’estate del 2010:
controilbardellasorelladiunaconsigliera comunale di opposizione, e
contro il commissario di polizia giudiziaria Andrea Mozzachiodi. Nel
merito di quel che scrisse, Bonanini
ha ribadito di essere stato e di rimanere convinto delle accuse che mosse:ediritenereinfondatal’accusadi
calunnia, reato del quale è chiamato
ora a rispondere. Le rivelazioni più
inaspettate, le ha fatte però sul metodo: affermando di non aver mai
incontrato Scirocco, e di aver costruito nella sua mente quel consiglio, del quale parlò all’epoca anche
al giudice delle indagini preliminari. Il magistrato era finito in prima
pagina,quandosierasaputocheBonanini lo citava quaranta volte, nelle intercettazioni. Va detto che non
fumaistatocoinvoltoinalcunmodo
nell’inchiesta: ma suscitò clamore,
il fatto che anche dopo l’arresto, l’ex
presidente del parco delle Cinque
Terre continuasse a ripetere di aver
fatto gli esposti anonimi perché
confortato “dall’autorevolezza” dei
consigli di Scirocco. Qualcuno si
Bonanini “scagiona”
il procuratore Scirocco
«Non mi ha mai consigliato sugli esposti anonimi»
IL FARAONE
CHIEDE SCUSA
Devo chiedere scusa a
Scirocco. Non mi hai
mai consigliato di
usare guanti di lattice
per i pizzini anonimi
FRANCO BONANINI
Ex presidente del Parco Cinque terre
Franco Bonanini (in primo piano) con l’avvocato difensore Carlo Di Bugno
spinse ad ipotizzare che il procuratore potesse essere chiamato a spiegare, se non a giustificare, quei presunti suggerimenti imbarazzanti:
visto che nel mirino di Bonanini
c’era fra gli altri anche un investigatore di polizia. Non accadde. La Procura non ritenne di convocarlo,
nemmeno per chiarire. Si ipotizzò
anche un possibile trasferimento
del processo a Torino, visto che nelle intercettazioni compariva così
tante volte il nome di un magistrato
spezzino. Non accadde neanche
questo. Nel frattempo, Scirocco andòin pensione, e non se ne parlò più.
Sotto processo, finì la sua segretaria
di allora, una funzionaria della cancelleria, che risulta oggi fra i 15 imputati:conl’accusa-cheLuciaCambi respinge - di aver rivelato informazioni riservate, attraverso il comandantedeivigiliAldoCampi,che
contesta a sua volta ogni addebito.
Comunque sia, la novità è la svolta
avvenuta in aula. Ora Bonanini so-
stiene di aver inventato tutto, ma precisa anche, assolvendosi da ogni
colpa - di averlo fatto in buona fede.
L’immagine di Scirocco che gli dice
di indossare “i guanti di lattice” e di
compilare esposti anonimi, dice oggi, era stata solo “una creazione della sua mente”: imbottita di farmaci.
Testualmente, questo è stato il contraddittorio in aula. Il suo avvocato,
CarloDiBugno,glihachiestoinmodo diretto: “Fu Scirocco a consigliarla?”. Bonanini: “Io ero comple-
tamente fuori, per me era un’ossessione..”. Di Bugno: “Risponda alla
domanda: fu Scirocco?”. Bonanini:
“No. Il rapporto con Scirocco è sempre stato di correttezza”. Di Bugno:
“Ma lei nel 2010 ha detto queste cose, più volte, nelle intercettazioni: e
poi lo ha scritto in una lettera, agli
inquirenti, e successivamente ha
deposto in questo modo anche di
fronte al Gip”. Bonanini: “Sì, ed è
uno dei punti più imbarazzanti, per
me..”. Di Bugno: “Ma insomma, era
stato Scirocco o no?”. Bonanini:
“No, no. Io gli avevo segnalato solo
di essere stato dal procuratore Tiziana Lottini, a lamentarmi del ruolo del commissario Andrea Mozzachiodi, che mi sembrava imporsi sui
pubblici ministeri. Devo chiedere
scusa a Scirocco. Me lo sono creato
io, nella mia testa, questo consiglio
che non mi ha mai dato. Nel mio statod’animodialloramicreavoquello
che volevo..”. Di Bugno ha ricordato
cheeraseriamentemalato,echesubì il trapianto di fegato, e che assumeva farmaci forti, e gli ha chiesto
allora se all’epoca “fosse convinto di
dire il vero o sapeva di dire cose non
vere”. Bonanini ha risposto: “Ero
certo di dire il vero. Me lo ero creato
io, quell’episodio, ero convinto che
fosse successo: ma Scirocco non mi
aveva detto assolutamente niente.
Nonl’homaiincontrato.Sonorimasto convinto di questa cosa per diversimesi”.Bonanini,insomma,sostiene di aver inventato tutto, ma
senza mentire. Sostiene che fu una
allucinazione che durò dei mesi.
Oraaffermadiaverecapitolaverità,
e di dover “solo chiedere scusa al
dottor Scirocco”. La Corte, presieduta da Francesco Sorrentino, giudici a latere De Bellis e Pavich, ha
preso atto. Nulla si sposta sul piano
processuale, perché a Scirocco nessuno ha mai chiesto conto di quel
che Bonanini disse all’epoca, ma il
colpo di scena c’è tutto. Bonanini in
aula aveva già risposto al procuratore Luca Monteverde di non voler rivelare il nome della talpa, che dal
tribunale lo informava sulle indagini a suo carico: “Non voglio tradire
chi mi ha fatto del bene”. Ora sostiene di aver nominato Scirocco quaranta volte, a causa di una allucinazione. Intercettazioni a parte, resta
agliattidelprocessoanchelalettera
che scrisse il 23 novembre del 2010,
per ribadire agli inquirenti che era
stato proprio il magistrato, che definìun“gentiluomo”,adindicarglicome fermare Mozzachiodi: ma anche
su questo, Bonanini precisa che il
suo gesto avvenne sotto l’effetto
delle stesse alterazioni di allora, dovute ai farmaci. Alterazioni che - dice - durarono per mesi e mesi.
PALIO DEL GOLFO, PROSEGUE LA POLEMICA SULLO “SCARRELLAMENTO” DELL’ARMO BIANCOROSSO
«Le Grazie è la più forte e dà fastidio»
Tranciante Mario Conte, uno dei “miti” cadamoti: «Smettiamola con scuse simili»
tore che hanno semplicemente la
“colpa” di essere almeno due span«LE GRAZIE “scarrella”? Ma non ne sopra tutti gli altri. E allora si sofatemi ridere. La verità è che, quan- no attaccati alla scusa dello “scardo al Palio c’è un equipaggio netta- rellamento” e alla conseguente viomente più forte degli altri, gli avver- lazione del regolamento. Ma è tutta
saricercanointuttiimodidiscredi- una manfrina».
tarlo. È sempre stato così».
Lei ha visto vogare l’equipaggio
Mario Conte, uno dei miti di Cadi- delle Grazie e gli altri. Non ha nomare nei ruggenti anni ‘60-’70, re- tato alcuna differenza?
sta un polemista nato, nonostante i «Certo. Che Le Grazie è l’equipag69 anni vissuti con un intramonta- gionettamentepiùforte,ingradodi
bile amore per la voga e il Palio. Me- dare cento metri di distacco agli avmorabili le sue
versari. Il loro sequattro vittorie di
greto è la certosina
fila col Cadimare
preparazione. SoDOPING D’ANTAN
dal 1969 al 1972 e le
no in mare già alle
sanguigne polemisei del mattino e
«Ai miei tempi,
che con il Canaletpoi ci tornano al
per vincere,
to
guidato
pomeriggio. La vedall'amico-nemirità è questa»
ci “drogavamo”
co (e coetaneo),
Vabbé,
però
con fugassa
Gianni Casali, un
“scarrellare” è
e menestrón»
altro di quelli tosti.
vietato.
“Marietto” Conte
«Che cosa significa
vinse il suo primo
“scarrellare”, aiuPalio con gli juniores (allora sui 2 tarsi nella voga con le gambe? Tutti
milametri)nel1964e,dopoavervo- lo abbiamo fatto e tutti lo fanno. Chi
gatoperanni,haallenatoilCadima- conosce una barca da Palio,sa perre, il San Terenzo, il Marola. Inutile fettamente che è impossibile non
rimarcare che non si perde una pre muovere le gambe ma su un bancopalio ed è al corrente di quanto suc- ne largo 20 centimetri c’è ben poca
cede nel Barnum del golfo.
possibilità di avvantaggiarsi della
Qual è la sua opinione sul “fat- spinta. Io vogavo con un una gamba
taccio” della stagione ?
sul fermapiedi e una libera . Lo face«C’è un attacco feroce, da parte di vano tutti e nessuno ha mai gridato
qualche borgata tra le quali, per for- allo scandalo. Lo chieda anche ad
tuna, non c’è il Cadimare, nei con- Antonio Flautone, mio compagno
fronti delle Grazie e del suo allena- in quell’equipaggio plurivittorioso.
AMERIGO LUALDI
Anche lui glielo confermerà».
Secondoleièunattaccopersonaleversol’allenatoredelleGrazie,
Luca Cavallini?
«Sembra proprio di sì. Per me Cavallini è stato un grande atleta ed è
una persona onesta. Lo dico con cognizione di causa per averlo allenato nel 1999 a Cadimare, anno in cui
vincemmo il Palio»
Anche quell’anno ci fu una mezza rivoluzione: per Cavallini che
proveniva dal sedile mobile e per
lo “straniero” Striani.
«Si, ricordo. La solita storia. Eravamo i più forti e abbiamo vinto».
Passiamo all’altro argomento
scottante, il doping. Secondo lei
circolano sostanze proibite tra i
vogatori?
«Secondo la mia esperienza, da vogatore prima e da allenatore in seguito, le rispondo di no o, perlomeno, io non sono mai venuto a conoscenza di movimenti strani e, ancor
meno, della somministrazione di
sostanze dopanti».
Ma ai vostri tempi qualche
“bombetta” non la prendevate?
«Come no. Fugassa e menestrón.
Con la fame che ci ritrovavamo non
c’era bisogno d’altro. Erano dei corroboranti eccezionali. Poi, una volta terminati gli allenamenti e le gare, tutte le fontane di Cadimare e
delle borgate erano le nostre. Le
prosciugavano, tanta era la sete che
L’equipaggio senior delle Grazie, grande favorito al Palio
avevamo in corpo».
PRE PALIO DI SAN TERENZO ORGANIZZATA DALLA VENERE AZZURRA
La “corazzata” di Cavallini fa il vuoto
Nella gara femminile vittoria del Crdd. Canatto primo negli juniores
LE GRAZIE fa il vuoto nei seniores, vincono anche le
ragazze del Crdd e gli juniores del Canaletto. E’ il verdettodellaprepalio organizzatadallaVenereAzzurra
sul campo di gara allestito dietro il castello di San Terenzo. L’armo femminile del Crdd, composto da
Claudia Calzetta, Elisa Carpena, Serena Capellini,
Martina Schiffini, timoniere Martina De Cesare, è arrivatoprimocoltempodi5’50”32distaccandodioltre
3 secondi il Canaletto. Nella gara junior altro grande
successo del Canaletto di Leonardo Richiusa, Andrea
Frascadore, Luca Castellani, Claudio Gori, timoniere
Alessandro Bonacorsi hanno vinto col tempo di
5’30”37. Nuovo, incontestabile successo dell’armo
delle Grazie di Daniele Zampieri, Giacomo Mori, GiuseppeLiberatore,DiegoD’Imporzano,timoniereStefano Angeloni, con il crono di 11’09”96. Il distacco inflitto al secondo arrivato, il Canaletto, è stato superiore ai 6 secondi. Terzo Fezzano in 11’17”41. Decimo Cadimare in 11’42”81.
P.C.