Dibattito sull`adozione da parte di coppie gay.

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Dibattito sull`adozione da parte di coppie gay.
Dibattito sull’adozione da parte di coppie gay.
Romeo Lucioni
Anche se se ne parla da molto tempo (ormai da diversi anni in paesi come
l’Argentina, l’Inghilterra, il Belgio, l’Olanda, gli Stati Uniti, ecc.) il tema della libera
adozione di bambini da parte di coppie gay (omosessuali) scoppia
improvvisamente anche in Italia a seguito di una sentenza e quindi di un atto
giuridico.
In linea di massima, questa problematica sociale è dalla gente condannata e
criticata (anche con violenza, come succede oggi in Francia) proprio perché viene
intesa come antinaturale, oltre che contraria alle leggi ed alle tradizioni del nostro
paese a netta superiorità cattolica che interpreta “… la famiglia formata da una
madre e da un padre con i loro figli”: il fondamento per una “… società normale,
efficiente, efficace ed atta alla formazione fisica, psichica e spirituale dei bambini
e dei futuri cittadini”.
Questa “formula tradizionale nella nostra cultura” non tende certamente ad
affrontare le problematiche che oggi emergono non solo nel piano politico-sociale,
ma anche in quello psicologico, pedagogico e, soprattutto, nell’ordine della
psicologia evolutiva, delle scienze umane, delle neuroscienze in senso lato ed
anche nella dimensione psicoanalitica.
Va da sé che la discussione su un tema tanto delicato e complesso, dovrebbe
essere liberato da preconcetti ideologici ed anche da imposizioni teologicoreligiose, per il fatto che … la società, in un ordine moderno di rispetto delle
libertà individuali, deve veramente trovare il cammino della “giustizia”, della
parità dei diritti e, soprattutto, della migliore scelta antropologica, psicologica e
sociologica … anche perché il mondo intero, il mondo dell’uomo, sta affrontando
una crisi globale (economica, istituzionale, sociale, culturale … ed anche
psicologico-educativa) che spesso resta dubbiosa, sorpresa e annichilita di fronte
a fatti di violenza gravissimi e ingiustificabili … che vengono riferiti ad una
fondamentale perdita dei valori fondamentali, delle basi strutturanti per una
società equilibrata, rispettosa della vita, delle pari opportunità e fondata sulla
giustizia, sul senso comune, sulla sussidiarietà e soprattutto sulla libertà.
Il discorso sulla adattabilità da parte delle coppie eterosessuali o omosessuali, ma
anche da parte di singoli soggetti, si impernia sulla concettualizzazione che
riguarda l’obbligo di … agire per il bene dei bambini e, in questo modo, pre
predisporre le migliori condizioni per uno sviluppo ordinato della società ed anche
nella ricerca di una situazione di felicità o per lo meno di serenità nella società
futura.
Per operare in favore dei bambini, va tenuto in conto che non esiste il “… diritto
di adottare”, ma quello di “… poter essere adottati” in un ordine di idee per il
quale ogni agire deve operare il favore dei bambini, deve essere il fulcro ed il
fondamento assoluto della società proprio perché:
- ogni bambino è al di sopra dei desideri dei padri e va tanto conto che un “…
disordine nelle dinamiche familiari è di per sé una perdita che ha già
dovuto soffrire”;
- ogni caso ha in sé caratteristiche peculiari che devono essere sempre prese
in considerazione per poter servire al bambino a raggiungere le condizioni
migliori per il suo sviluppo e perché possa raggiungere il massimo livello
offerto dalle sue potenzialità e capacità intrinseche.
Lo sviluppo psico-mentale di un bambino (… che è il “piccolo umano” che nasce
immaturo, vale a dire incapace di provvedere ai propri bisogni fisici e psichici)
non può essere considerato alla stregua di un “… processo lineare e automatico”.
Se lo sviluppo fisico dell’uomo (che riguarda tutti gli organi che provvedono al
metabolismo del corpo) può essere assimilato a quello di qualsiasi altro animale, è
lo sviluppo cerebro-mentale quello che porta l’uomo a differenziarsi da qualsiasi
altro essere-vivente
Lo sviluppo del “homo sapiens” riguarda la sua integrazione nello spazio, nel
tempo, nelle relazioni, nel linguaggio, nella partecipazione, nei vissuti consci ed
inconsci, nelle modalità caratteristiche delle dinamiche emotivo-affettive, nelle
attitudini conoscitive e creative, nelle possibilità di trascendere il proprio stato per
aderire al mondo della volontà, della decisionalità, delle scelte razionali e
finalizzate, dei pensieri e di quelle dinamiche che chiamiamo psico-mentali,
creative, immaginarie, simboliche, trascendenti: funzioni che accompagnano la
organizzazione della “cultura”.
L’enorme complessità dello “sviluppo psico-mentale del homo sapiens non può
essere risolta e compresa in un “sistema semplicemente adattivo” e si evidenzia
come “… processo creativo che nell’ordine teleològico e teleonòmico, porta a:
- organizzare sistemi complessi di circuiti neuronali e concomitanti ormonaliimmunitarie-neuroumorali ed epigenetiche che rispondono anche a stimoli
relazionali, sensitivo-sensoriali, partecipativi;
- definire quelle dinamiche emotive, affettive, cognitive ed intuitive che
costituiscono quella che chiamiamo “mente tetradica”;
- elaborare quelle funzioni teleonòmiche che si caratterizzano nelle “funzioni
superiori che definiscono l’autocoscienza e la coscienza degli oggetti.
Tutti questi passaggi “organizzativo-evolutivi” rappresentano “funzioni psicomentali di ordine specifico e decisamente umanizzanti”, che rispondono ai
complessi stimoli formativo-organizzativi, sostenuti dalle dinamiche:
- delle relazioni primarie;
- della immissione nel linguaggio parlato;
- della integrazione culturale.
La lettura delle “dinamiche psico-evolutive” (cognitive ed affettive), nella loro
complessità, giustificano ampiamente quella “… intuizione del senso comune” che
la nostra tradizione culturale ha anche definito nei termini di “… bisogno di
famiglia”.
Questa necessità è anche ribadita nella “convenzione sui diritti dei bambini”
approvata dalla “organizzazione delle Nazioni Unite” nel 1989, che ha sottolineato
la finalità di “… rispettare sempre gli interessi superiori di ogni bambino”.
Spesso si leggono dichiarazioni contundenti su come “… la famiglia tradizionale
non rappresenti più il modello dominante” e, quindi, bisognerebbe stabilire con
chiarezza quale “… senso vogliamo dare alla famiglia” e, soprattutto, stabilire con
precisione:
- quale è il “ruolo della madre”;
- quale è il “ruolo del padre”;
- che valore vero ha la famiglia nella società dal momento che “… la crisi
d’oggi colpisce non solo la società e l’economia, ma anche la cultura, le
certezze scientifiche ed anche le scienze umane, ecc.;
che valore ha oggi la “struttura della scuola” nell’ordine della formazione
sociale e individuale, oltre che della organizzazione psico-mentale degli
allievi; ecc;
- quali sono i cambiamenti indotti nella “psicologia evolutiva” sulla base delle
più nuove puntualizzazioni neuroscientifiche e, soprattutto, psicologiche e
psicoanalitiche.
Tutte queste considerazioni assumono un valore decisivo e fondamentale per
poter affrontare il tema sollevato nell’attualità sulla possibilità che coppie
omosessuali adottino dei bambini nel rispetto delle pari opportunità e della
libertà individuale, prescindendo da diversità nell’ordine psico-sessuale.
La questione più contundente fa riferimento alla “espressione tradizionalistica e
della cultura” per la quale “… il bambino ha bisogno di entrambe le figure di
riferimento della famiglia tradizionale”. La madre ed il padre, in questo ordine di
idee e con il sostegno di una amplissima letteratura psicologica e psicoanalitica,
sarebbero “… figure di riferimento indispensabili per un normale, adeguato e
armonico sviluppo psico-mentale, nell’ordine cognitivo, ma soprattutto in quello
psico-affettivo.
La crisi della società, della cultura e della famiglia, nell’attuale organizzazione
sociale post-moderna, ha aperto un profondo dibattito generale che ha portato a
rivedere i fondamenti della psicologia-evolutiva, della psicodinamica, delle scienze
umane applicate ed anche delle scienze pedagogico-formative.
Questa revisione che è attualmente in atto, supporta indubbiamente una
situazione di critica serrata sulle questioni del valore della famiglia e delle
dinamiche relazionali che tuttavia non hanno interessato i termini di quel “codice
simbolico” (delineato da Franco Fornari) che sostiene l’importanza e l’essenzialità
della funzione materna ed anche di quella paterna.
- La funzione materna rispecchia la dimensione natale di cura, di condivisione
affettiva, di protezione, di resilienza che si completano nel “… dono di quel
senso di verità che accompagnerà il soggetto in tutta la sua vita, donandogli
sicurezza e volontà evolutivo-creativa.
- La funzione paterna fa riferimento al riconoscimento di sé, al sostegno
dell’autostima
e
dell’indipendenza,
alla
spinta
volitivo-esplorativa
nell’affermazione personale, ma soprattutto nell’elaborazione di quelle
dinamiche che, nella logica della “funzione Nome del Padre”, portano
all’immissione nella “Legge del Padre” che è riconoscimento del valore di quel
“amore sociale” che è la base per lo “sviluppo psico-sociale, solidale, altruistico
e sussidiario”, che risulterà il “pilastro fondamentale contro le derive
oppositive, violente, egoistiche e disruptive”.
-
Tutto questo non significa che un bambino/a a cui venga a mancare il padre o la
madre sia condannato a soffrire una psico-patologia o un disturbo di personalità.
Resta però del tutto evidente che le dinamiche di disagio, le espressioni di
violenza, l’aumento dei disturbi di personalità, ecc.ecc. che caratterizzano la crisi
socio-culturale attuale e soprattutto le difficoltà esistenziali dei giovani e degli
adolescenti richiedano un urgente ridimensionamento conoscitivo, culturale,
sociale e politico capace di dare nuove linee-guida alle applicazioni educative,
formative, evolutive, psico-somatiche ed anche psicologiche e psicodinamiche.
Visto sotto questo profilo, risulta evidente che anche il problema odierno riferito
alla richiesta adottiva delle coppie omosessuali, richiede un aggiornamento
nell’ordine
psicologico,
psicodinamico,
psico-sociale,
psico-educativo,
sufficientemente adeguato per offrire alle nuove generazioni la possibilità di
espletare il proprio diritto ad una vita serena, produttiva, creativa, evolutiva e
ampiamente aperta a sviluppare non solo le conoscenze, ma anche e soprattutto
le dinamiche timologiche, psico-relazionali, evolutive e creative, necessarie per
una vita felice e carica di autosoddisfazione e di apertura a prospettive che
chiamiamo post-moderne.
La problematica in discussione richiede poi un preciso, accurato, libero e sincero
approfondimento sul rischio di non riuscire a rispettare il diritto dei bambini di
raggiungere uno sviluppo psico-mentale, psico-affettivo, psico-sessuale e psicosociale armonico, integrato, equilibrato ed anche soddisfacente.
Per questo si richiamano studi che danno (… in maniera non univoca) risposte
sulle problematiche che vengono lette come conseguenze dell’adozione in ambiti
familiari di tipo omosessuale:
- aumento del numero degli omosessuali sino ad oltre il 60%;
- incremento delle situazioni di disagio e di tendenza a reazioni autolesioniste
e suicide;
- difficoltà di integrazione sociale anche e a causa di inevitabili rifiuti ed
emarginazioni da parte dei coetanei e della società;
- problematiche della “… integrazione psico-mentale” legate alla mancanza di
un duplice riferimento: materno e paterno;
- confusione psico-sessuale di difficile soluzione;
- tendenza alla chiusura su se stessi e alla limitazione nelle relazioni sociali
di tipo promiscuo e bisessuali;
- pericolo di restringere la propria vita sociale in un ambito preferentemente
omosessuale.
Queste e sicuramente altre difficoltà che potranno essere messe in evidenza, non
hanno sicuramente un carattere assoluto proprio perché la crisi della società,
della cultura, della famiglia, della scuola e della occupazione lavorativa, sono
purtroppo cause ormai palesi e drammatiche del aumento dei suicidi giovanili,
dell’aumento dei disturbi psicomentale nell’adolescenza, dell’incremento
vertiginoso dell’uso di psicofarmaci e di derive verso le dipendenze di tutti i tipi,
dell’esplosione di atteggiamenti nullistici, violenti, antisociali e criminali,
l’incremento degli stupri e degli atti di violenza verso le donne (anche nello stesso
ambito familiare), la perdita dei valori fondanti di una società equilibrata e
solidale, lo svilimento delle valenze spirituali e trascendenti, sostituite da
atteggiamenti narcisistici, masochistici e di dipendenza psico-affettiva.