Barocco in Sicilia
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Barocco in Sicilia
Corso di Storia dell'Arte Itinerario nel Barocco di Catania Definizione di barocco Il Barocco è lo stile dominante nell'arte e nell'architettura dei paesi europei e di alcune colonie delle Americhe nel periodo approssimativamente compreso tra il 1600 e il 1750. Le origini della parola 'barocco' sono poco chiare. Il termine potrebbe derivare dal portoghese barocco o dallo spagnolo barrueco, sostantivo che designava un genere di perla dalla forma irregolare. Verso la fine del XVIII secolo, tuttavia, il termine barocco, usato nell'accezione di 'bizzarro', 'stravagante' e 'grottesco', era ormai entrato nel vocabolario della critica per definire lo stile artistico del Seicento, considerato allora troppo capriccioso ed eccentrico per essere qualificato, secondo i criteri estetici del tempo, come 'vera arte'. Ancora nel XIX secolo lo storico svizzero Burckhardt giudicava questo stile semplicemente una manifestazione esausta e decadente del Rinascimento; fu il suo allievo Wolfflin il primo a riconoscere all'arte dei secoli XVI e XVII fisionomia e caratteri propri, affermando che “il barocco non rappresenta né un'ascesa né un declino del classico, ma un'arte totalmente diversa” (Concetti fondamentali della storia dell'arte, 1915). Corso di Storia dell'Arte Gli storici dell'Ottocento vedevano nel barocco un decorativismo eccessivo e ridondante. Infatti, il barocco si connotò per un’immagine ricca di decorazioni, intendendo con il termine «decorazione» un qualcosa che è aggiunto per abbellire. Questo abbellimento era visto come qualcosa di applicato, di sovrapposto, che non nasceva dalla sostanza delle cose. Palermo, chiesa di Casa Professa Itinerario nel Barocco di Catania Corso di Storia dell'Arte Itinerario nel Barocco di Catania Contesto storico Il XVII secolo segnò la nascita della scienza moderna e vide la progressiva espansione degli imperi coloniali europei. Questi cambiamenti influenzarono non poco lo sviluppo delle arti, al pari di altri grandi eventi storici, quali la Controriforma e il consolidamento degli stati nazionali a opera di grandi monarchi come Luigi XIV. Gli studi e la divulgazione degli scritti di Galileo spiegano la precisione quasi 'matematica' riscontrabile in molte opere figurative dell'epoca, così come l'affermazione del sistema copernicano, che priva l'uomo della centralità nell'universo riservatagli dal sistema tolemaico fino ad allora invalso, si tradusse nel trionfo della pittura di paesaggio, nella quale le presenze umane si riducono fino a scomparire. Le controversie e i movimenti religiosi influenzarono profondamente l'arte barocca. La Chiesa cattolica divenne uno dei più convinti mecenati e la Controriforma contribuì alla nascita di un'arte emozionale, drammatica e naturalistica, dalla quale traspare una chiara volontà di divulgazione della fede. Retablo lignei Corso di Storia dell'Arte Itinerario nel Barocco di Catania Lo sfarzo, la volontà di stupire, il gusto per la sottigliezza e il paradosso portarono spesso nell'arte a una drammatizzazione delle situazioni e degli episodi e a un'esasperazione dei caratteri psicologici quando tali tendenze non furono energicamente contrastate dall'opposta e altrettanto forte esigenza di ordine e solidità. Il mondo fu percepito come un teatro nel quale l'individuo, spinto ad agire secondo logica e razionalità tra evidenze sensibili, vive tuttavia con la consapevolezza che il proprio destino è riposto nella imperscrutabile grazia divina. Corso di Storia dell'Arte Itinerario nel Barocco di Catania Elementi del Barocco Movimento, energia e tensione sono fra le caratteristiche principali dell'arte barocca; forti contrasti di luce e ombra accentuano l'effetto drammatico di dipinti, sculture e opere architettoniche. Nei quadri, negli affreschi, nei rilievi e nelle statue barocche vi sono inoltre spesso elementi che suggeriscono una proiezione verso lo spazio circostante, indistinto e infinito, grazie anche a un'attenta resa volumetrica e prospettica. Caravaggio, Deposizione, 1604 Pietro da Cortona, Trionfo della Divina Provvidenza, 1633-39, Salone di Palazzo Barberini, Roma Canaletto, Piazza S. Marco, 1735 Corso di Storia dell'Arte Itinerario nel Barocco di Catania La tendenza naturalistica è un'altra componente fondamentale dell'arte barocca; le figure umane ritratte non sono stereotipi, bensì individui, ognuno ben caratterizzato. Gli artisti di questo periodo erano affascinati dagli intimi meccanismi della mente e dalle convulse passioni dell'anima, che vollero ritrarre attraverso le caratteristiche fisiognomiche dei loro soggetti. Un senso di intensa spiritualità è presente in molte opere, in particolare nelle rappresentazioni di estasi, martiri o apparizioni miracolose, soprattutto a opera di artisti di paesi cattolici come l'Italia, la Spagna e la Francia. L'intensità, l'immediatezza, la cura per il dettaglio dell'arte barocca ne fanno tuttora uno degli stili più coinvolgenti per lo spettatore in tutto l'arco dell'arte occidentale. Carracci, Mangiatore di fagioli, fine '500 Bernini, Estasi di Santa Teresa, 1647 Corso di Storia dell'Arte Itinerario nel Barocco di Catania Un parametro stilistico del barocco è sicuramente la complessità e la teatralità L’effetto che un’opera barocca deve suscitare è sempre la meraviglia. Per questo c'è un forte sviluppo dell'arte della scenografia e la città stessa viene concepita come una grande scenografia all'aperto. Fratelli Bibiena, Scenografia a d angolo, 1650 ca. Palermo, i quattro canti (piazza Vigliena) detti anche “Teatro del Sole” Corso di Storia dell'Arte Itinerario nel Barocco di Catania Un'altra caratteristica del barocco può essere considerato l’horror vacui cioè la tendenza a non lasciare alcun vuoto nella realizzazione di un’opera. In un quadro, ad esempio, ogni centimetro della superficie veniva sfruttato per inserire quante più figure possibili. In una superficie architettonica non vi era neppure un angolo che non fosse stuccato con cornici dorate o inserti di marmo. A sinistra Palermo, chiesa di Casa Professa; sopra, particolari decorativi a Noto Corso di Storia dell'Arte Itinerario nel Barocco di Catania Un'altro parametro dello stile barocco è infine l’effetto scenografico. Le opere barocche, in particolare quelle architettoniche e monumentali in genere, costituiscono sempre dei complessi molto estesi che segnano con la loro presenza tutto lo spazio disponibile. In tal modo il barocco è la quinta teatrale per eccellenza che faceva da cornice alla vita del tempo, anch’essa regolata da aspetti e cerimoniali improntati a grande decoro. Andrea Pozzo, Il trionfo di Sant’Ignazio, 1691-94, Chiesa di Sant’Ignazio, Roma Corso di Storia dell'Arte Itinerario nel Barocco di Catania L’edificio rinascimentale aveva un principio di regolarità geometrica che doveva imporsi sugli spazi circostanti, che dovevano loro adattarsi all’edificio, e non viceversa. In realtà, quanto fosse pretestuosa e difficilmente perseguibile una simile ottica, apparve alla fine evidente. E gli architetti barocchi, piuttosto che modificare gli spazi urbani in funzione dell’edificio che andavano a progettare, preferirono adattare quest’ultimo al contesto, inserendolo senza forzature eccessive. Le città, in cui si trovarono ad operare sia gli architetti rinascimentali sia barocchi, si erano in larga parte formate e modificate nel medioevo, secondo visioni quindi tutt’altro che geometriche. Le città, tranne parti ben limitate, avevano per lo più forme irregolari. L’architetto barocco, senza nessuna pretesa di regolarizzare l’irregolare, sfruttò anzi tale complessità morfologica per ottenere spazi urbani più mossi e ricchi di scorci suggestivi. Roma, piazza Navona Torino, palazzo Carignano Modica, chiesa di S. Giorgio Modica, chiesa di S. Pietro Corso di Storia dell'Arte Itinerario nel Barocco di Catania Alla fine, l’architetto barocco, dato che aveva concettualmente separato la struttura dalla decorazione, finì per modificare l’aspetto delle città, se non la struttura, molto di più di quanto avessero fatto gli architetti precedenti. Infatti in questo periodo, si provvide ad un sostanziale rinnovo urbano, che interessò facciate di palazzi, o interni di chiese, che assunsero un aspetto decisamente barocco. La nuova architettura, abbiamo detto, instaurava un rapporto nuovo tra edifici e spazi urbani. Gli ambiti cittadini erano considerati alla stregua di spazi teatrali, e i prospetti degli edifici fungevano da quinte scenografiche. Ma gli spazi urbani non si compongono solo di edifici. In essi vi sono fontane, scalinate, monumenti ed altro, che arricchiscono questi spazi di altre presenze significative. Ed il barocco dedicò notevole attenzione a questi elementi di arredo urbano. A Roma, notevoli esempi sono la Fontana di Trevi e la scalinata di Trinità dei Monti, per citare solo due tra gli esempi più noti. Corso di Storia dell'Arte Itinerario nel Barocco di Catania L'architettura barocca sviluppa alcune tendenze già evidenti nel Manierismo alla fine del XV secolo, il quale a sua volta aveva infranto il rigore formale del Rinascimento. Le alterazioni delle proporzioni e le tensioni espresse da Michelangelo nel Vestibolo della Biblioteca Laurenziana a Firenze sono già un'anticipazione dello spirito del barocco. Del resto l'aggiunta michelangiolesca del massiccio cornicione al palazzo Farnese suscitò all'epoca reazioni, proprio per l'alterazione in senso drammatico delle proporzioni classiche. Se gli architetti manieristi alterano l'impaginazione rigorosa delle facciate rinascimentali aggiungendovi temi e decorazioni caratterizzati da un raffinato e oscuro intellettualismo, senza modificare la logica planimetrica e strutturale delle facciate negli edifici, gli architetti barocchi modificano quell'architettura sia nelle piante, sia nelle partiture di facciata, in funzione di una concezione spaziale nuova. Le facciate delle chiese non costituiscono più la terminazione logica della sezione interna, ma divengono un organismo plastico che segna il passaggio dallo spazio interno alla scena urbana. Corso di Storia dell'Arte Itinerario nel Barocco di Catania Un dato stilistico fondamentale del barocco fu la linea curva. Nulla procede per linee rette, tutto assume andamenti sinuosi: persino le gambe di una sedia o di un tavolo sono curvi, anche se ciò non sempre può essere razionale. Il rinascimento aveva idealmente adottato come propria cifra stilistica il cerchio, che appariva la figura geometrica più perfetta ed armoniosa. Altre linee curve erano considerate irrazionali o bizzarre. Le curve usate nell'arte barocca, invece, sono più complesse: si va dalle ellissi alle spirali, dalle parabole alle iperboli, con una preferenza per tutte le curve a costruzione policentrica. E queste curve non erano mai esibite in modo esplicito, ma erano ulteriormente complicate da intersezioni o sovrapposizioni, così che risultassero quasi indecifrabili. Corso di Storia dell'Arte Itinerario nel Barocco di Catania La concezione della curva ci permette di distinguere due momenti nella vicenda del barocco: una prima fase, in cui si cercava di movimentare secondo linee curve anche la struttura e la spazialità degli edifici; una seconda fase, in cui gli edifici divennero più regolari, e adottarono linee curve solo nella decorazione. La prima fase è senz’altro quella più interessante ed innovativa. Essa prese avvio a Roma, agli inizi del Seicento, grazie ad alcuni architetti di notevole livello artistico: Francesco Borromini, Gian Lorenzo Bernini e Pietro da Cortona. Benché i loro edifici furono il frutto di una evoluzione continua, che trovava le premesse nell’ultima architettura rinascimentale romana, tuttavia furono concepiti con una idea rivoluzionaria: quella di rendere curve le piante degli edifici. Soprattutto il Borromini, in alcune chiese come S. Carlo alle Quattro Fontane o Sant’Ivo alla Sapienza, ruppe decisamente con le tipologie fino allora adottate, inventandosi delle chiese, ad aula unica, dalla morfologia e dalla spazialità assolutamente originali. Corso di Storia dell'Arte Itinerario nel Barocco di Catania Il Bernini, nel disegnare il colonnato di San Pietro, adottò un’ellissi, e raccordò il colonnato alla facciata con due linee non parallele ma convergenti: una chiara dimostrazione del nuovo gusto barocco. Pietro da Cortona, nella chiesa di S. Maria della Pace, curvò a tal punto gli elementi del prospetto, da creare un inedito rapporto tra edificio e spazio urbano. La curvatura dei prospetti divenne uno dei motivi più felici dell’architettura barocca a Roma, trovando applicazioni notevoli per tutto il Seicento e il Settecento. Chiesa di Santa Maria della Pace Corso di Storia dell'Arte Itinerario nel Barocco di Catania Come era già successo precedentemente, con altri ordini religiosi o monastici, il barocco divenne lo stile architettonico dei gesuiti, che esportarono questo stile anche nelle loro missioni estere. Ma divenne anche lo stile della controriforma cattolica. Il Concilio di Trento affrontò, oltre a varie questioni dottrinarie, anche aspetti della liturgia, che ebbero notevoli riflessi sull’architettura religiosa. Nel riadattare le chiese a queste nuove liturgie post-tridentine, molti edifici di costruzione medievale furono «rinnovati», mediante abbellimenti con stucchi, marmi e decorazioni varie, che fecero assumere a queste l’aspetto di chiese barocche. Lecce, chiesa del Gesù Roma, chiesa del Gesù Noto, chiesa di S. Carlo Borromeo Palermo, chiesa della Martorana Corso di Storia dell'Arte Itinerario nel Barocco di Catania In campo europeo il barocco ebbe notevole diffusione, soprattutto nei paesi latini. Il Portogallo e la Spagna ebbero un’adesione immediata a questo stile, esportandolo anche nelle loro colonie dell’America Latina. Dal Messico all’Argentina, dalla Bolivia al Cile, il barocco divenne lo stile dei nuovi conquistatori. L’Europa centro-settentrionale si convertì al barocco soprattutto alla fine del XVII secolo, e dalla Francia all’Austria, trovò applicazioni quanto mai fantasiose e ricche. Divenne lo stile del Re Sole, e degli Asburgo, oltre che dei Borbone, creando quel mondo di eleganza e di sfarzosità nelle corti europee del XVIII secolo. Nel Settecento, questo stile, soprattutto in Francia, prese anche il nome di rococò. Zacatecas cattedrale barocca Città del Messico cattedrale barocca Santiago de Compostela cattedrale barocca Palazzi di Versailles e Schoenbrunn Corso di Storia dell'Arte Itinerario nel Barocco di Catania Il Barocco siciliano A proposito dello sviluppo del Barocco in Sicilia, Andrè Chastel commentava "urbanistica e architettura vi sono più strettamente legate che altrove e l'architettura spiega tutte le risorse di un apparato ornamentale in cui il Barocco sembra eguagliare lo splendore dei mosaici e dei marmi del XII secolo ". In questo stile si ebbero numerose costruzioni a Palermo, a Bagheria, a Catania e Ragusa ed a Noto nel siracusano. In tale ultima cittadina, alle pendici dei monti Iblei, continuava Chastel "il locale tufo bianco, simile alla pietra di Lecce, si presta a una lavorazione da orafo, sicchè facciate, balconi, cornici sono di una ricchezza e di un virtuosismo eccezionali come si può vedere al Convento del Salvatore ed al Palazzo Nicolaci". Quest'ultima è una grandiosa costruzione di circa 90 stanze voluta da Don Giacomo Nicolaci con l'intervento dell'architetto Sinatra ed altri. L'edificio ha tutte le caratteristiche di una prestigiosa residenza di tipo nobiliare secondo i canoni dell'epoca (primo settecento). Il palazzo è decorato da diverse balconate magnificamente decorate. Le figure delle decorazioni sono varie ed interessanti : sirene, ippogrifi, sfingi, cavalli alati ecc. Bagheria, villa Cattolica; sopra Ragusa, chiesa di S. Giuseppe Corso di Storia dell'Arte Itinerario nel Barocco di Catania Tutti questi decori, elaborati ed apparentemente pesanti, concorrono a conferire una particolare armonia a tutto il fabbricato. Il barocco di Noto è però molto di più. Scriveva il citato Chastel "quel che è maggiormente significativo è la stessa composizione della città, concepita come un vasto teatro dove rapide prospettive si formano grazie ai cornicioni nelle strade in salita. Questo complesso straordinario, capolavoro della scenografia barocca, si deve ad architetti locali: il Landolina, il Nicolaci, il Carnevalari". Nel 2003 tutta la Val di Noto per via del suo patrimonio culturale è stata inserita nella speciale lista dell'Unesco. Noto, palazzo Nicolaci, balconi detti del “turco” e degli "adolescenti" Corso di Storia dell'Arte Itinerario nel Barocco di Catania L'Unesco, il 26 gennaio del 2003, ha inserito l'area del Val di Noto nella lista del Patrimonio Mondiale dell'Umanità e, in particolare le seguenti città: Modica, Noto, Palazzolo Acreide, Ragusa Ibla, Scicli, Catania, Caltagirone e Militello Val di Catania. Catania "Questo gruppo di città del sud-est della Sicilia fornisce una notevole testimonianza del genio esuberante dell'arte e dell'architettura del tardo Barocco. Le città del Val di Noto rappresentano l'apice e la fioritura finale dell'arte Barocca in Europa. L'eccezionale qualità dell'arte e dell'architettura del tardo Barocco del Val di Noto la posizionano in una omogeneità geografica e cronologica, così come la sua ricchezza è il risultato del terremoto, in questa zona, del 1693. Le otto città del sud-est della Sicilia che hanno presentato questa richiesta sono l'esempio di sistemazione urbanistica in questa zona permanentemente a rischio di terremoti ed eruzioni da parte dell'Etna". Caltagirone Scicli Modica Ragusa Ibla Noto Palazzolo Acreide Militello Val di Catania Corso di Storia dell'Arte Itinerario nel Barocco di Catania Con l'espressione Barocco siciliano si intende la speciale forma assunta dall'architettura barocca in Sicilia nei secoli XVII e XVIII, riconoscibile non solo dalle sue tipiche linee curve e motivi decorativi barocchi ma anche dalle ghignanti maschere e putti, e dall'apparenza particolarmente sgargiante raramente visibile altrove. Fino a poco tempo fa questo stile era stato poco studiato, riconosciuto e apprezzato, nonostante lo studio pionieristico di Anthony Blunt. Lo stile del Barocco Siciliano emerse in seguito al fiorire di interventi di ricostruzione succeduti al devastante terremoto che investì il Val di Noto nel 1693. In seguito al sisma, architetti locali, molti dei quali educati a Roma, trovarono una abbondanza di opportunità di ricreare il più sofisticato Barocco popolare del tempo. Il loro lavoro, e il nuovo genere introdotto ispirò ulteriori architetti locali a seguirne l'esempio. Intorno al 1730 architetti nativi competenti e padroni dello stile Barocco pervennero ai vertici dell'architettura dell'isola. La loro interpretazione dello stile condusse ad una forma d'arte personalizzata e radicata nel territorio. Il Barocco siciliano, adorno e riccamente decorato, rifletteva perfettamente la storia sociale del paese simboleggiando il canto del cigno della sua nobiltà. Il fenomeno indicato come Alto Barocco Siciliano durò solo 50 anni, ma lasciò sull'isola un marchio di identità architettonica destinato a durare fino al XXI secolo. Marcheroni lapidei del Val di Noto Corso di Storia dell'Arte Itinerario nel Barocco di Catania I primi esempi dello stile Barocco in Sicilia erano in genere versioni impacciate e mal proporzionate di ciò che i viaggiatori avevano visto a Roma, Firenze e Napoli in occasione delle loro visite. Alla metà del XVIII secolo, quando il Barocco Siciliano era ormai ben diverso dal Barocco del continente, aveva iniziato spesso ad esibire almeno due o tre delle seguenti caratteristiche specifiche: 1. Grottesche maschere e putti, spesso a supporto di balconi o a decorazione delle varie parti orizzontali delle trabeazioni di un edificio; questi volti furiosi o ghignanti sono vestigia del Manierismo architettonico Siciliano. 2. Balconate, dopo il 1633 spesso accompagnate da intricate balaustre in ferro battuto, e prima di allora da balaustre più semplici. Gelosie panciute si trovano anche a guardia di finestre. 3. Scale esterne. La maggior parte delle Ville e dei Palazzi erano progettate con un ingresso per carrozze attraverso un'arcata nella facciata principale, conducente ad un cortile interno. Da qui si levano doppie scale, anche a tenaglia, fino al piano nobile. Anche le Chiese, a causa della topografia del siti, erano spesso precedute da lunghe scalinate che richiamano la Scalinata di Piazza di Spagna a Roma. Un esempio tipico è la scalinata di San Giorgio a Modica che copre un dislivello di decine di metri con gradini molto ripidi fiancheggiati da giardini pensili. 4. Sia chiese che palazzi spesso esibiscono spesso facciate curve, concave o convesse. Talvolta ville e palazzi mostrano scale esterne appoggiate alla curva della facciata. Noto, palazzo Nicolaci, balconi detti del “turco” e degli "adolescenti" Corso di Storia dell'Arte Itinerario nel Barocco di Catania 5. Il campanile siciliano non era posizionato a fianco della chiesa come torre campanaria, come nel resto d'Italia, ma a sovrasta la facciata stessa, spesso al di sopra del timpano, con una o più campane, ciascuna chiaramente in vista sotto il suo arco. In una chiesa con molte campane questo produce una struttura riccamente modellata in cima alla facciata principale, come nella Chiesa della Collegiata a Catania. Si tratta di uno dei più duraturi e caratteristici aspetti dell'architettura del Barocco Siciliano. 6. Gli interni chiesastici esibiscono una gran profusione di marmi intarsiati (marmi mischi e frammischi) sia come pavimentazione che come rivestimento delle pareti. 7. In Sicilia, specialmente nelle prime opere barocche, raramente si incontrano colonne raggruppate insieme. Le colonne, anche se molto lavorate, sono solitamente singole, a supporto di archi semplici, mostrando l'influenza della precedente architettura del periodo normanno. 8. Bugnato decorato. Gli architetti siciliani barocchi ornavano i blocchi con sculture di foglie, squame, perfino con dolci e conchiglie; le conchiglie in seguito sarebbero diventate i simboli ornamentali prevalenti dello stile Barocco. A volte il bugnato veniva usato per i pilastri anziché per le pareti. 9. Molti edifici del Barocco Siciliano sono costruiti con la pietra lavica locale, essendo questa la più facile da reperire. Le sue sfumature di nero e grigio erano spesso usate per creare effetti decorativi con forti contrasti di luce e ombra. 10. Infine l'influenza architettonica dei governanti Spagnoli è spesso riconoscibile, sebbene in maniera più discreta di quella normanna. Lo stile spagnolo è particolarmente evidente nella Sicilia orientale. La monumentale Porta Grazia di Messina (1680) starebbe bene in qualsiasi cittadella costruita dagli spagnoli nelle loro colonie estere. Lo stile di questa porta cittadina ad arco fu diffusamente copiata per tutta Catania subito dopo il terremoto. Corso di Storia dell'Arte Itinerario nel Barocco di Catania Prima del grande terremoto del 1693 occorre ricordare che nel 1669 avvenne l’eruzione dell'Etna più conosciuta e distruttiva che raggiunse e superò dal lato occidentale la città di Catania distruggendone la parte esterna alle mura, circondando il Castello Ursino che sorgeva su uno sperone roccioso allungato sul mare e superandolo creò oltre un chilometro di nuova terraferma. L’eruzione fu annunciata da un fortissimo boato e da un terremoto che distrusse Nicolosi e danneggiò altri paesi etnei. Poi si aprì una enorme fenditura a partire dalla zona sommitale e sopra Nicolosi iniziò l’emissione di un’enorme quantità di lava. Il gigantesco fronte lavico avanzò inesorabilmente seppellendo Malpasso, Mompilieri, Camporotondo, San Pietro Clarenza, San Giovanni Galermo e Misterbianco dirigendosi verso il mare; si formarono i due coni piroclastici che oggi sono denominati Monti Rossi e si trovano a nord di Nicolosi. L’eruzione durò 122 giorni ed emise un volume di lava di circa 950 milioni di metri cubi. Corso di Storia dell'Arte Itinerario nel Barocco di Catania La vicenda del terremoto iniziò alle 3 e tre quarti della notte del 9 gennaio 1693. Nella prima notte, secondo gli scritti riportati dall'Abate Ferrara, i siciliani dormivano profondamente. La Luna mutò il suo colore e dopo un'ora venne la prima grande scossa, annunciata da un fragore sotterraneo simile a un tuono rimbombante. Il primo giorno del sisma registrò migliaia di vittime. Il terzo giorno, il fenomeno si rivelò nella sua dimensione più apocalittica. Si aprirono delle fratture nella terra, il mare si ritrasse e poi rifluì con le sue acque, gli animali vennero sbalzati dalla forza del sisma. Questa è la descrizione dell'evento così come viene riscritto secondo le testimonianze di allora, nelle cronache del tempo. Il grande terremoto danneggiò gravemente cinquantaquattro città e 300 villaggi. L'epicentro del disastro fu nel Val di Noto, dove la città di Noto fu completamente rasa al suolo, mentre la città di Catania fu danneggiata in modo molto grave. Fu stimato che un totale di più di 100.000 persone rimasero uccise. Subirono gravi danni anche Ragusa, Modica, Scicli e Ispica. La ricostruzione iniziò immediatamente. La sontuosità dell'architettura che stava per sorgere dal disastro è connessa alla politica della Sicilia del tempo ancora ufficialmente sotto il controllo spagnolo, ma in realtà governata dalla sua aristocrazia. Questa era guidata dal Duca di Camastra, che gli Spagnoli avevano nominato viceré. L'aristocrazia condivideva il proprio potere solo con la Chiesa. Molti preti e vescovi erano a loro volta membri dell'aristocrazia, e la ricchezza della Chiesa di Sicilia era ulteriormente aumentata dalla tradizione di spingere i cadetti maschi e femmine verso monasteri e conventi, per preservare l'eredità della famiglia dalla sua divisione; una pesante tassa veniva di solito pagata alla Chiesa sotto forma di proprietà, gioielli o denaro. Così la ricchezza di molti ordini religiosi crebbe fuori da ogni proporzione rispetto alla crescita economica di qualsiasi altro gruppo sociale del tempo. Ed è il motivo per cui così tante chiese barocche furono ricostruite con grande lusso. Corso di Storia dell'Arte 1 – Cattedrale 2 – Seminario dei Chierici 3 – Chiesa e convento di S. Chiara 4 – Chiesa di S. Martino 5 – Badia di S. Agata 6 – Chiesa di S. Francesco d'Assisi e monastero Itinerario nel Barocco di Catania 7 – Chiesa di S. Nicola e monastero dei Benedettini 8 – Convento di S. Benedetto 9 – Chiesa di S. Francesco Borgia e collegio dei Gesuiti 10 – Chiesa di S. Maria dell'elemosina o Collegiata 11 – Chiesa e convento di S. Giuliano 12 – Chiesa di S. Agata la Vetere e chiesa del Santo Carcere 13 – Collegio dei nobili (convitto Cutelli) Corso di Storia dell'Arte Itinerario nel Barocco di Catania CATANIA Catania fu la più gravemente danneggiata delle città importanti nel 1693, quando solo il medievale Castello Ursino e tre navate della cattedrale rimasero in piedi. Così essa fu riprogettata e ricostruita. Il nuovo progetto separò la città in quartieri, divisi da due strade principali che si intersecano nella Piazza del Duomo. La ricostruzione fu supervisionata dal Vescovo di Catania ed unico architetto sopravvissuto della città, Alonzo di Benedetto che diresse una squadra di architetti chiamati da Messina, aprendo subito il cantiere di Piazza Duomo. Corso di Storia dell'Arte Itinerario nel Barocco di Catania Nel piano del Duca di Camastra del 1694, la larghezza delle principali strade viene definita in misura standard, di 8, 6 e 4 “canne” (16, 12 e 8 metri circa). Le nuove strade, larghe, interrotte da frequenti piazze regolari, costituivano una precauzione antisismica. In senso nord-sud vengono realizzate via Etnea (via Uzeda), via Manzoni e via Crociferi. Perpendicolarmente viene tracciato il corso Vittorio Emanuele sui cui lati si allineano i palazzi e le chiese più prestigiose, creando una scenografia in prospettiva. L'attuale via Garibaldi venne aperta per l'esigenza religiosa di dare una prospettiva frontale alla Cattedrale, soprattutto mirando alla spettacolarità delle processioni. Più a nord, la via di Sangiuliano incrocia la via Etnea a formare i Quattro Canti. Corso di Storia dell'Arte Itinerario nel Barocco di Catania VIA CROCIFERI Anticamente la via Sacra, prende il nome dai padri crociferi della chiesa di San Camillo. E' fra le strade settecentesche più belle d'Italia e vi lavorarono numerosi artisti, tra i quali: Vaccarini, Italia, Di Benedetto, gli Amato, i Battaglia. Il tracciato della via è antichissimo se già al tempo dei romani vi sorgevano i tre templi di Ercole, di Castore e Polluce e di Esculapio. Su di essi furono costruite le basiliche di San Benedetto, San Giuliano, S. Francesco Borgia e San Camillo. Essa, appartata e silenziosa, cuore della città, è chiusa da due archi: l'Arco di San Benedetto e quello di Villa Cerami, che conclude la serie di monasteri e giardini che adornano la via. Corso di Storia dell'Arte Itinerario nel Barocco di Catania PALAZZO BISCARI Palazzo Biscari è il più importante ed elegante palazzo barocco privato di Catania. Venne realizzato per volere della famiglia Paternò Castello di Biscari a partire dalla fine del '600 e per gran parte del secolo successivo. Il nuovo palazzo venne edificato sulle mura cinquecentesche che avevano in parte resistito alla furia del terremoto: i Biscari furono una delle poche famiglie aristocratiche della città che ottenne il permesso regio di costruire su di esse. La parte più antica del palazzo fu costruita dall'architetto Alonzo Di Benedetto, mentre la decorazione dei sette splendidi finestroni affacciati sulla marina sono opera dello scultore messinese Antonino Amato. Successivamente il palazzo fu ampliato verso est su progetto di Giuseppe Palazzotto e Francesco Battaglia. L'edificio venne infine ultimato nel 1763 ed inaugurato con grandiosi festeggiamenti. Al palazzo si accede attraverso un grande portale su via Museo Biscari, che immette nel cortile centrale, adorno di una grande scala a tenaglia. All'interno, si trova il "salone delle feste", di stile rococò dalla complessa decorazione fatta di specchi, stucchi e affreschi. Il cupolino centrale era usato come alloggiamento dell'orchesta. Corso di Storia dell'Arte Itinerario nel Barocco di Catania OPERE DI GIOVANNI BATTISTA VACCARINI Nel 1730 Giovanni Battista Vaccarini venne chiamato a Catania come architetto della città e immediatamente impresse sui nuovi lavori lo stile Barocco Romano. Nato a Palermo nel 1702, fu chiamato nella città terremotata dal vescovo Galletti, quando aveva ventisette anni. Aveva studiato a Roma, dove aveva conosciuto Vanvitelli e Carlo Fontana ed approfondito le opere di Bernini e di Borromini. A trentun'anni gli fu assegnato il prospetto della Cattedrale di Catania con il compito di restaurarlo, inserendovi le colonne marmoree dell'Odeon greco e del Circo romano. Innumerevoli sono le opere che ci ha lasciato, ma il suo capolavoro è la Chiesa della Badia di Sant'Agata edificata in Piazza Duomo, proprio dove costruì in seguito la fontana dell'Elefante ed il Palazzo Sanatorio. Su corso Vittorio Emanuele realizzò i Palazzi Valle e Serravalle; su via Crociferi la Chiesa di San Giuliano; in piazza degli Studi partecipò ai lavori dell'Università e del Palazzo di Sangiuliano; realizzò ancora il Collegio Cutelli, Casa Vaccarini, la biblioteca del Monastero dei Benedettini e la Badia delle monache di San Benedetto. Di lui lo studioso Fichera disse “Egli aveva il segreto del ritmo, un dono che Dio offre ai grandi architetti ed ai grandi musicisti” e ancora “Con Vaccarini si rinnovò il miracolo italiano, per cui ciascuna delle cento città nostre ha una sua figura ed un suo privilegio: Firenze ha quello di rappresentare il Rinascimento, Catania il Barocco”. Corso di Storia dell'Arte Itinerario nel Barocco di Catania IL DUOMO Vaccarini ne disegnò la facciata nel 1711. Il prospetto è a tre ordini compositi in stile corinzio e attico completamente in marmo di Carrara. Il primo ordine è costituito da sei colonne di spoglio in granito provenienti forse dal teatro romano. Il secondo ordine ha anch'esso sei colonne grandi e due piccole poste ai lati dell'ampio finestrone centrale. Tutti gli ordini sono adornati con con statue marmoree. Il portone principale in legno è costituito da trentadue formelle, finemente scolpite, illustranti episodi della vita e del martirio di sant'Agata, stemmi di diversi papi e simboli della cristianità. Ai lati della porta centrale, su due alti supporti, sono poste le statue in marmo dei santi Pietro e Paolo. La cupola risale al 1802 ed è munita di colonne e ampi finestroni che illuminano la chiesa. Corso di Storia dell'Arte Itinerario nel Barocco di Catania IL LIOTRO La fontana del Vaccarini rappresenta tre civiltà: la punica, l'egizia e la cristiana. L'elefante, probabilmente di fattura bizantina, è il simbolo della sconfitta dei cartaginesi venuti a conquistare la città a cavallo degli enormi pachidermi; l'obelisco, probabilmente portato a Catania dall'Egitto ai tempi delle crociate, apparteneva al Circo Massimo romano e rappresenta la civiltà egizia; la croce, le palme ed il globo che coronano il monumento rappresentano la civiltà cristiana. Il liotro deriva il nome dal mago Eliodoro-Liotru, che avrebbe usato il pachiderma come cavalcatura. Il Vaccarini, su modello dell'Elefante di Minerva a Roma del Bernini, sistemò il liotro e l'obelisco componendovi la fontana. Corso di Storia dell'Arte Itinerario nel Barocco di Catania BADIA DI SANT'AGATA Di fronte al prospetto nord della cattedrale, affacciata sulla via V. Emanuele, la chiesa della Badia di S. Agata occupa, insieme all’annesso ex monastero un intero isolato. L’edificio poggia sulle rovine dell’antica chiesa e convento dedicati a S. Agata, nel 1620, da Erasmo Cicala e crollati a causa del terremoto. Vaccarini qui applicò il bagaglio delle sue nozioni considerando attentamente il luogo in cui doveva operare: luogo inteso come scena fisica preesistente e come caratteri figurativi della tradizione. Ha saputo realizzare un’architettura in armonia con i principi del suo tempo e, insieme, del tutto catanese (le palme, la corona e i gigli dei capitelli sono simboli di Sant'Agata), tanto intimamente egli seppe penetrare il carattere distintivo dei materiali locali e del loro effetto cromatico alla luce e tanto egli seppe interpretare gli stilemi del repertorio tradizionale. Corso di Storia dell'Arte Itinerario nel Barocco di Catania La chiesa della Badia di S. Agata, capolavoro architettonico del Vaccarini ha la pianta a croce greca allungata inscritta in un ovale; la facciata, con la sua alternanza di superfici convessa-concava-convessa, al primo ordine, e tre volte concava al piano attico, ripropone il tema barocco del movimento in architettura. La prodigiosa vitalità visiva fa sì che le linee spezzate dell’edificio esprimano un tale effetto di modellazione plastica da infondere movimento all’intera struttura e a tutte le sue parti decorative. La costruzione è chiusa, in alto, da una cupola. La forza espressiva della costruzione è replicata nella parte interna dove la scelta della croce greca rivela un’aspirazione alla perfezione, nell’equilibrio tra staticità ed armonia. La decorazione interna è molto semplice ed essenziale, stucchi bianchi alle pareti, statue, e marmo sul pavimento. Corso di Storia dell'Arte Itinerario nel Barocco di Catania PALAZZO SENATORIO Vaccarini ne rifece il prospetto nel 1732, quando già era stato elevato il primo piano con bugne a diamante alternate da bugne a cuscino. Egli continuò le paraste a bugne con piatte e chiare lesene. Il materiale utilizzato fu la pietra calcarea siracusana. A pianta quadrata con una corte centrale, porticata su due lati, l'edificio ha un atrio d'ingresso su ognuno dei quattro prospetti. Il portone è posto fra quattro colonne di granito disposte a coppia reggenti il ballatoio. La parte superiore è ritmata dalle finestre, anch'esse semplici. L'uso dell'ordine architettonico, che nelle successive opere non trova più ostacoli, è qui costretto a integrarsi a preesistenze di gusto decorativo enfaticamente barocco. Anche nella facciata della cattedrale l'autore fu costretto a sottomettere l'idea dell'unità e dell'ordine all'uso di elementi eterogenei imposto dalla committenza. Corso di Storia dell'Arte Itinerario nel Barocco di Catania PALAZZO DELL'UNIVERSITA' Fondata nel 1434 da Alfonso V d'Aragona, detto il Magnanimo, l'Università fu restaurata già nel 1700, dopo il terremoto del 1693. L'opera è frutto di diverse maestranze: vi lavorarono gli architetti Palazzotto, il Battaglia, che disegnò il prospetto nel 1785, il Di Stefano, del quale è la facciata disegnata a seguito del terremoto del 1818, Piparo, che affrescò la volta dell'Aula Magna ed il primo piano, e Stefano Ittar. Del Vaccarini sono il cortile interno a due piani ed il colonnato. La corte, ariosa, che se si escludono gli elementi barocchi potrebbe sembrare rinascimentale, è un elemento tipologico introdotto nella città dal maestro. La pavimentazione del cortile in ciottoli neri e calcare bianco, ricorda quella sotto le arcate dei vaccariniani collegi Cutelli e dei Gesuiti. Oggi l'edificio settecentesco ospita il Rettorato, gli uffici e la biblioteca Regionale dell'Università. Corso di Storia dell'Arte Itinerario nel Barocco di Catania PALAZZO DI SANGIULIANO Posto di fronte al palazzo dell'Università, oggi sede di parte della facoltà di Lettere e Filosofia, fu eretto su progetto del Vaccarini tra il 1738 e il 1745. E' anch'esso un palazzo a blocco su un unico isolato, con grande corte. Corso di Storia dell'Arte Itinerario nel Barocco di Catania CHIESA DI SANGIULIANO IN VIA CROCIFERI Capolavoro del Vaccarini, fu edificata tra il 1738 ed il 1760. E' situata di fronte San Francesco Borgia ed è attigua al convento di San Giuliano, oggi sede della Camera del Lavoro. E' a pianta ellittica come la gemella chiesa di Santa Chiara, incompleta quest'ultima nel prospetto. La facciata, dai chiaroscuri marcati, è sormontata da un tiburio ottagonale coronato da una merlatura simile a quella di S. Chiara. Il tiburio cela una volta e non una cupola come accade per tale tipologia. L'illusione era, infatti, uno dei tipici temi barocchi, tesi a creare spazi scenografici e a stupire per attrarre lo spettatore. Un movimento convesso al centro coinvolge il prospetto, su cui si aprono fittizi accessi alle navate laterali. Le fruttiere in cima ad i pilastri sono una decorazione tipica del maestro. Due statue di figure femminili sono posate sul frontone spezzato. All'interno, ove domina una solare luce dorata, l'uso della bicromia nell'altare, creata dal gioco di agate e lapislazzuli, mostra la raffinatezza del gusto dell'architetto. Corso di Storia dell'Arte Itinerario nel Barocco di Catania MONASTERO DEI BENEDETTINI (San Nicola) Edificato nel 1558, è il più grande edificio religioso d'Europa insieme al monastero di Mafra in Estremadura. Vi si accede da piazza Dante, attraverso un portale barocco. Furono dapprima costruiti la chiesa, rivolta verso la città, e, nel 1598, il chiostro dell'architetto Giulio Lasso, costituito da 52 colonne e 12 statue di marmo. Il monastero, distrutto dal terremoto, fu successivamente ricostruito. Il progetto voluto dai benedettini era talmente sontuoso che rimase incompleto per mancanza dei mezzi finanziari. Era una città nella città, aperta a coloro che abitavano le umili case circostanti. Moltissimi furono gli artisti che vi lavorarono. Il prospetto meridionale è di Alonzo di Benedetto, che lo realizzò nel 1716. La cupola della chiesa, alta 62 metri, è di Stefano Ittar. L'interno a tre navate è lungo 105 metri. Ai lati delle absidi si aprono sei cappelle semicircolari con balaustra. Il messinese Tommaso Amato disegnò nel 1726 i dormitori ad est, che si incontrano appena entrati nel cortile. Corso di Storia dell'Arte Itinerario nel Barocco di Catania I corpi bassi addossati alle mura esterne erano scuderie, locali che stupiscono per i particolari decorativi. Del Vaccarini sono i due refrettori e la biblioteca, affrescati da Piparo; la biblioteca, per l'estrema semplicità, è quasi una sfida alla sontuosità del complesso. Dopo il terremoto del 1693, Antonino Amato si occupò dell'impianto del monastero e lo rese ancora più monumentale con una coppia di chiostri appoggiati al fianco meridionale della chiesa del Contini. Altri chiostri, che non poterono essere realizzati per le ragioni già dette, avrebbero dovuto simmetricamente completare il complesso. Nel 1748 iniziano i lavori nella prestigiosa sacrestia, decorata da Antonino Emanuele e lavorata dallo scultore Gaetano Francese, e Francesco Battaglia si occupa dei lavori al ponte, alla chiesa e al museo, iniziati dal Vaccarini. La piazza, chiusa scenograficamente da una esedra, fu disegnata da Stefano Ittar. Oggi il monastero è occupato dall'Università come sede della Facoltà di Lettere e Filosofia. Corso di Storia dell'Arte Itinerario nel Barocco di Catania COLLEGIO CUTELLI Il prospetto neoclassico sulla via Vittorio Emanuele è opera del Battaglia e continua sul lato di via Monsignor Ventimiglia e su quello di via Teatro Massimo. Del Vaccarini è la corte circolare interna, che si eleva per tre piani: in quello inferiore alcune colonne tuscaniche, affiancate da archi a tutto sesto, reggono l'architrave; al piano superiore un ballatoio continuo collega i diversi ambienti, i vari sostegni e coronamenti; l'attico corona l'insieme e mostra motivi geometrici e classici. Le aperture sono incorniciate da lesene con capitelli geometrici. Corso di Storia dell'Arte PALAZZO VALLE Sito al numero 120 di Via Vittorio Emanuele, è un edificio dal telaio semplice. Le curve con garbata e misurata figura danno movimento ai ballatoi, alle mostre dei balconi, alle cornici. Uniche decorazioni sono lo scudo con le armi di casa Valle e i peducci floreali dei capitelli. La porta è fiancheggiata da due pilastri. Francesco Fichera, in Giovanni Battista Vaccarini, scrive: Palazzo Valle é l'archetipo dei palazzi signorili catanesi. Itinerario nel Barocco di Catania Corso di Storia dell'Arte Itinerario nel Barocco di Catania OPERE DI STEFANO ITTAR Stefano Ittar nacque nel 1724 in Polonia. Nel 1754 si trasferì a Roma dove perfezionò la sua preparazione e dove risiedette fino al 1765, quando giunse a Catania. Qui nel 1767 sposò Rosaria, figlia di Francesco Battaglia, importante architetto. Insieme al suocero, Stefano realizzò la porta Ferdinandea (1768), la piazza S. Filippo (oggi Mazzini) (1768-69) e la chiesa della Trinità. Gli si attribuiscono i prospetti della Basilica Collegiata (dal 1768) e della chiesa di S. Martino dei Bianchi (1774) e la chiesa del monastero di S. Placido (1769). Per il monastero benedettino di S. Nicola la Rena realizzò la cupola della chiesa (1768-80) e l’attuale piazza Dante (1774-75). Gli si attribuiscono, inoltre, il completamento del Palazzo di città, il Priorato della Cattedrale, i palazzi Pardo e Misterbianco, la chiesa e una parte del monastero della SS. Annunziata di Paternò (dal 1768) e la ricostruzione della cupola del duomo di Noto, poi crollata nel XIX sec. Corso di Storia dell'Arte Itinerario nel Barocco di Catania BASILICA COLLEGIATA La facciata (1758), liberamente fantasiosa e riccamente ornata, è opera di Stefano Ittar e si puo' considerare come la migliore espressione del barocco tardo a Catania. E' su due ordini di cui il primo con sei colonne in pietra, sormontate da una balaustra. Nel secondo ordine vi è un finestrone centrale ed ai lati quattro grandi statue di S. Pietro S. Paolo, Sant'Agata e Santa Apollonia. Sul secondo ordine un elemento centrale ospita le campane. Vi si accede mediante una grande scalinata, sulla quale, a delimitare il sagrato, è posta una cancellata in ferro battuto. L'interno a croce latina è a tre navate delimitate da otto pilastri. In fondo alla navata è posto l'altare dell'Immacolata, protetto da una balaustra in marmo, su cui è posta una statua in marmo della Madonna. Nell'abside della navata centrale è posto l'altare maggiore con una preziosa icona della Madonna probabilmente di fattura russa. Lateralmente un coro ligneo con 36 stalli. Sulla volta della cupola e della chiesa una serie di affreschi dello Sciuti con diverse immagini della Beata Vergine Maria con angeli e santi. Nella navata di sinistra nella parte absidale è posta la cappella del SS. Sacramento con altare in marmo. Corso di Storia dell'Arte Itinerario nel Barocco di Catania PORTA FERDINANDEA La "Porta Ferdinandea" (o Porta Garibaldi) è un arco trionfale costruito nel 1768, su progetto di Ittar per commemorare le nozze di Ferdinando I delle due Sicilie e Maria Carolina d'Asburgo. Si trova tra piazza Palestro e piazza Crocifisso, alla fine di via Giuseppe Garibaldi. È di solito chiamato u Furtinu in ricordo di un fortino costruito dal duca di Ligne (ormai scomparso, rimane solo una porta in una via limitrofa). La Porta Ferdinandea era stata ideata come ingresso alla città dal lato occidentale, in modo tale da formare un tutt'uno con i complessi architettonici di via Garibaldi, piazza Giuseppe Mazzini e piazza del Duomo. Si pensava anche di realizzare una piazza simmetrica all'odierna piazza Palestro, con dei grandi palazzi anch'essi simmetrici e con tre grandi strade che confluissero proprio nella porta. Corso di Storia dell'Arte Itinerario nel Barocco di Catania CHIESA DI SAN PLACIDO Di fronte al Palazzo Biscari è situato il Convento di San Placido. Sul lato meridionale sono visibili il Portone seicentesco di pietra ed un' edicola della stessa epoca che incornicia un rilievo di Sant'Agata. Esso sorse sul Tempio di Bacco. La facciata barocca della Chiesa di San Placido è di Stefano Ittar, che la realizzò nel 1769. L'interno è a navata unica e custodisce affreschi di G.B. Piparo e dipinti di M. Rapisardi.