N° 1 – Marzo 2016 - Dal Marconi alla città: la voce della scuola
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N° 1 – Marzo 2016 - Dal Marconi alla città: la voce della scuola
N° 1 – Marzo 2016 - Dal La EDITORIALE Redazione di VOLTA PAGINA ha deciso di non pubblicare un articolo di presentazione del primo numero della seconda edizione del giornale d'Istituto lasciando lo spazio ad una sentita rievocazione di un'alunna carissima che ci ha lasciato. Aicha 15 GENNAIO 2016, UNA VITA SPENTA… una ragazza solare di quattordici anni, ha dovuto combattere con un male terribile. Non poteva nemmeno vederlo in faccia, perché era dentro di lei. Nonostante questo, lei ha lottato con una forza sovrumana e con una grande voglia di vivere. Ma, purtroppo, non c'è l'ha fatta. Questo dimostra quanto la vita sia breve e maledettamente ingiusta. Non ci sono parole per descrivere la sofferenza, ma ci sono parole per descrivere la forza. L'abbiamo conosciuta ad inizio Settembre, una ragazza come tutte noi della classe. Poco tempo dopo, la scoperta della patologia che le ha strappato la vita. Sempre sorridente, carismatica, vera e trasparente, pronta ad affrontare la vita giorno per giorno. Era così che faceva: viveva come se ogni giorno fosse l'ultimo, fino alla fine. Non avevevamo mai conosciuto nessuna così forte, forte come lei, ci sentiamo di dire che siamo cresciute con il suo esempio. Ci ha insegnato tanto, perché non è detto che bisogna essere grandi per insegnare. Di Aicha ricorderemo per sempre il Marconi alla città: la voce della scuola sorriso, che non smetterà mai di brillare. Aicha resterà per sempre con noi ! … Caro Angelo … non ti conosciamo da molto tempo, ma per quel poco tempo che siamo state insieme, hai reso le nostre giornate piene di gioia, felicità e amore. Sei stata una compagna di banco speciale perché tu riuscivi a farci divertire in qualsiasi circostanza e le ore di scuola noiose le hai rese piene di allegria, facendo ridere fino allo svenimento tutte noi. Sei stata e sarai la nostra piccola Aicha che odia le croccantelle e che mangia tantissime patatine, che non ha mai paura di quello che pensano gli altri e che ha affrontato sempre tutto e tutti a testa alta … sei stata una guerriera e così rimarrai nel nostro ricordo … L'intervista di M. Palombaro continua nelle pagine 2 e 3 2 - NON È SOLO TERRORISMO Non è solo terrorismo è anche una forma di razzismo, contro di noi, diversi da loro. Verso la nostra libertà: di pensiero, di parola. Non tollerano il nostro modo di percepire la vita. Non è Islam, è ISIS: un' organizzazione nata sullo sfruttamento della religione musulmana per compiere atti osceni, come il più recente di Parigi. ANDREEA CHIRILA, MARTINA MALANDRA, BENEDETTA TRABUCCO ATTUALITÀ: Guerre, terrorismo e storie di persone 1 - M: "TU CREDI ?" A: "IO CREDO IN ALLAH" Intervista a cura di Margherita Palombaro M « : "E cosa vorresti dire a queste persone che ti giudicano come terrorista a priori?". A: "Soltanto una cosa: non odiatemi» Uomini, donne, ragazzi, bambini... un'intera popolazione scossa a causa di pochi, ma astuti elementi che ci raggirano a loro piacimento. Gli forniamo le armi, li aiutiamo economicamente con l'acquisto del petrolio. La guerra ce la stiamo facendo da soli. Occorre aprire gli occhi e guardare in faccia la realtà. "Puoi dire che sono un sognatore ma non sono il solo spero che ti unirai a noi anche tu un giorno e il mondo vivrà in armonia” Da “Imagine” di John Lennon BENEDETTA TRABUCCO “VOLTA PAGINA” - Numero 1 - Marzo 2016 - 1 L'intervista di M. Palombaro continua da pagina 1. M: "TU CREDI ?" A: "IO CREDO IN ALLAH" M: "Tu credi?" A: "Io credo in Allah". Amal è una ragazza di 17 anni, una comunissima adolescente come me, alla mia domanda non esita a rispondere, certamente non si vergogna di essere sé stessa perché nell'essere musulmana, come lei stessa mi spiega, non c'è nulla di male, al contrario di ciò che molti sono portati a pensare dai pregiudizi. Quando l'ho contattata, ad un ritardo di un mio messaggio mi ha scritto: "Non ti preoccupare, non ti faccio saltare in aria se mi rispondi"; Amal scherza sull'argomento, nascondendo i suoi veri sentimenti, tra i quali forse il più forte è la paura. Paura non solo dettata dal terrorismo, ma anche a causa delle persone con cui di solito ha sempre vissuto con serenità, quelle stesse persone che adesso per strada la giudicano con le parole e con lo sguardo. In seguito alla serie di attentati terroristici a Parigi, Amal non può più uscire di casa tranquillamente: ha paura di ciò che gli altri pensano, di come la giudicano e di come la guardano quando passa per le strade di quella che considera ormai la sua città, soffre perché sente gli sguardi accusatori delle persone su di sé, sente i loro commenti, frasi di odio e di razzismo di persone ignoranti, che giudicano in maniera errata tutti i musulmani, identificandoli automaticamente tutti come un pericolo. In realtà, Amal mi spiega come di religioso ci sia ben poco nei motivi per cui l'ISIS agisce, anche se potrebbe sembrare il contrario. A: "Nel Corano (4,36) si dice che bisogna adorare Dio, senza associargli nessuna cosa, che bisogna fare del bene ai genitori, ai parenti, agli orfani, ai poveri, al vicino che vi è parente e al vicino che vi è estraneo, al compagno di viaggio, al viandante e allo schiavo, poiché Dio non ama chi è superbo. Questo è uno dei passi che amo di più, qui non viene assolutamente detto di far del male al prossimo, anzi tutt'altro. Di frasi che esprimono concetti come questi ce ne sono parecchie, il problema è che gli estremisti si basano sulla sola interpretazione del concetto di Jihad." M: "Cos'è per voi la Jihad?" A: "Nella nostra religione si parla di due forme diverse di Jihad: la Jihad maggiore e quella minore, la prima riguarda una lotta interna agli esseri umani, contro ciò che di sbagliato c'è in noi, per arrivare ad uno stato di pace, mentre la seconda è la vera e propria guerra, diciamo contro gli infedeli." M:"Quindi effettivamente questo principio c'è." A: "Si, ma è un qualcosa di minimo in confronto alla grande quantità di frasi che predicano l'opposto, ossia valori di fratellanza, tolleranza e uguaglianza, insomma gli stessi valori che vengono predicati anche nella Bibbia. Per esempio, nel Corano la violenza viene condannata spesso, in particolare in un altro passo che mi piace molto (5.32), che dice che se uccidi un uomo è come se avessi ucciso una popolazione intera e se lo salvi è come se avessi salvato una popolazione intera. Del resto, probabilmente, anche interpretando alla lettera o in modo sbagliato dei passi di altri testi sacri si correrebbe il rischio di incappare in violenze." M: "Alla fine, quindi, il Corano non è molto diverso dagli altri testi sacri, anche la nostra Bibbia. Il problema sono più le interpretazioni che vengono fatte, le intere ideologie basate su singole frasi." A: "Esatto, ideologie che poi vanno ad interessare più la politica e l'economia che la religione. In ciò che l'Isis fa in realtà c'è molto poco di religioso, nonostante vogliano far passare che gli attentati siano in nome di Allah. Di fatto, alla radice, ci sono persone che hanno altri interessi, appunto economici o politici, che manipolano la mente degli altri portandoli a credere in simili cose. Magari a volte le menti sono facili da manipolare, anche perché tra noi musulmani c'è spesso una sorta di rabbia repressa nei confronti dell'occidente che per anni ha tormentato le nostre vite, solo che poi c'è chi ragiona e mette da parte la rabbia per vivere in pace adesso e chi invece preferisce agire come degli animali." M: "Tu, come la tua famiglia, nonostante le accuse che ti rivolgono, non ti senti per niente vicina a chi commette questi atti terroristici, giusto?" A: "Si. Noi come molti altri musulmani. Noi stessi viviamo e abbiamo vissuto in passato momenti di terrore e situazioni come questa, abbiamo sempre subito atti violenti da parte anche dei musulmani estremisti, ma questo molti lo ignorano e dobbiamo convivere con l'odio di chi ha pregiudizi nei nostri confronti. Certe persone dovrebbero capire che non tutti i musulmani sono terroristi e che molto probabilmente non tutti i terroristi sono musulmani." M: "In che senso?" A: "Nell'Isis ci sono moltissime persone, sparse in tutto il mondo, non tutte possono essere musulmane, molte persone si uniscono all'Isis per altri motivi, “VOLTA PAGINA” - Numero 1 - Marzo 2016 - 2 persone di cui magari in molti non andrebbero neanche a dubitare, magari perché sono troppo occupati a puntare il dito su chi, come me, non c'entra niente. E all'Isis tutto questo fa comodo: i pregiudizi scatenano diffidenza, panico, con un clima così è più facile dare inizio ad una vera e propria guerra." M: "Perché pensi che ci siano questi pregiudizi?" A: "Purtroppo spesso la colpa non è neanche di chi per strada mi grida di saltare in aria da un'altra parte, bensì di chi per anni ha tenuto queste persone all'oscuro di ciò che gli estremisti hanno fatto prima a noi e di chi continua a tenerle nell'ignoranza, cosa che sembra far sempre comodo a tutti." M: "Le persone, secondo te, non sanno che in fondo le persone vittime del terrorismo dell'Isis siano stati prima i musulmani stessi?". A: "Beh, magari alcuni lo hanno sentito, ma nessuno ha mai dato davvero importanza a ciò che succedeva finché i terroristi non sono arrivati nelle loro case o comunque nelle case dei loro vicini, quindi forse chi lo ha sentito lo ha subito dimenticato." M: "Troppo lontano per preoccuparsene." A: "Esatto. Ora devo essere vittima di discriminazioni e insulti solo per la mia religione. Mi chiedo solo perché devo soffrire solo perché credo? Io credo in un dio buono, che mi guida a comportarmi bene, seguendo valori giusti, non in un dio che mi ordina di uccidere chi è diverso da me come un generale senza cuore. Allah non vorrebbe mai questo. Il dio in cui credo non è senza cuore, lui un cuore lo ha ed è enorme, tanto da amare tutti, anche chi è diverso." M:”E cosa vorresti dire a queste persone che ti giudicano come terrorista a priori?" A: "Soltanto una cosa: non odiatemi. Non disprezzatemi, per quante differenze possono esserci tra noi, io soffro come voi, amo come voi e credo come voi. Non guardatemi con sospetto, non mettetevi contro di me, contro i musulmani in generale, perché questo è quello che vogliono. Non fate il loro gioco." MARGHERITA PALOMBARO 3 - ISIS: L’UMANITÀ STA FINENDO ? Una sera del venerdì 13 novembre 2015 ci sono stati diversi attacchi terroristici a Parigi. Oramai la gente non può più andare al ristorante o sentire un concerto metal a teatro, che rischia la vita. 129 morti e 433 feriti (di cui 80 gravissimi). Centoventinove vite stroncate all’improvviso, senza nessun ritegno. Vite che non torneranno più indietro. La maggior parte delle vittime del Bataclan erano minorenni. Loro non vivranno mai più, le loro vite sono state strappate non dal “Tristo Mietitore,” ma da pazzi muniti di bombe e kalashnikov che uccidono in nome di Allah. E il bello è che qualcuno ci crede. Si pensa che tutti i musulmani siano terroristi, che uccidono e che siano matti. Ma non viene in mente, nemmeno per un secondo, che non tutti sono così ? Non viene in mente che solo una minoranza vuole instaurare una dittatura universale come settant’anni fa ? Evidentemente no. Altri non vogliono la dittatura, vogliono essere liberi. Per questo, invece di litigare come il gatto e il topo, dobbiamo reagire. La soluzione non è la guerra; non pensate che sia ora di potenziare l'Intelligence ? E non credete che sia l’ora di avere informazioni precise ? Sì, è ora. Lo sapevate che l’Italia compra il petrolio dall’Isis perché costa poco? Sapevate che l’America non combatte veramente l’Isis ? Anzi, forse lo aiuta pure. E sapevate che noi diamo le armi all’Arabia Saudita ? Che tanto decanta d'essere nostro alleato, ma consegna le armi all’Isis ? “Perché ?”, vi chiederete voi. Ebbene, i piani alti non vogliono farci sapere la verità. Forse perché hanno interessi da tutelare; in realtà se si continua con guerre, segreti e tradimenti, si rischia veramente la dittatura. Tutto questo che osserviamo, purtroppo, non è un film. MARTINA MALANDRA 4 – LE VITTIME CAMBIANO, LA GUERRA RESTA Ancora oggi, nel 2016, era di progresso, traguardi e innovazione, ci troviamo a dover mettere in discussione la tolleranza, la giustizia e tutti quei valori che ci siamo sempre illusi di perseguire, a dover scavare a fondo tra le menzogne da cui veniamo sommersi,dai pregiudizi, per poter davvero capire cosa sta accadendo intorno a noi. La Francia è stata una delle ultime vittime di un processo di intolleranza e follia entrato a far parte della Siria l' 8 aprile 2013. Le origini del gruppo terroristico islamista risalgono ad "al-Qāʿida in Iraq" (2004-2006), per combattere l’occupazione americana dell’Iraq e il governo iracheno sciita sostenuto dagli USA dopo il rovesciamento di Saddam Hussein. A partire dal 2012 è intervenuto nella guerra civile siriana contro il governo di Baššār al-Asad e nel giugno 2014 l'attuale capo, Abu Bakr alBaghdadi ha proclamato la nascita di un califfato nei “VOLTA PAGINA” - Numero 1 - Marzo 2016 - 3 territori caduti sotto il suo controllo. L'attentato del 13 novembre 2015 a Parigi è uno degli ultimi esempi dei numerosi attentati e morti di cui l'Isis, già da tempo, è l'artefice. Dal 2011 al 2014 in Siria si registrano 200 mila morti,dal Marzo 2015 ad agosto i morti sono 71.781 civili e 88616 combattenti. Ma come mai di queste vittime non si parla? Come mai tutti i gesti di solidarietà fatti per l'attentato a Parigi, e quello precedente in America,non sono stati fatti anche per le vittime siriane? I terroristi stanno vincendo. Hanno seminato caos, paura e odio. La paura per lo straniero, il pregiudizio verso il musulmano ormai è all'ordine del giorno,quasi fosse legittimato. Il colpevole è l'Islam. Ci siamo dimenticati di tutti coloro che sono stati uccisi in Siria esattamente come le vittime europee che tanto piangiamo. non prendere parte contro o a favore di sistemi culturali millenari,basandoci solo su gli avvenimenti più recenti,ma leggendo la storia in modo globale,ricordandoci che l'America ha avuto un ruolo destabilizzante sui paesi del Medio Oriente (già nel 1953 la CIA appoggia un colpo di stato iraniano e nel 1990 George Bush invade l'Iraq). Guardiamo, quindi, anche gli errori della nostra società, che per troppo tempo ha sfruttato le risorse delle minoranze, e si è ricordata di intervenire per risolvere il problema del terrorismo solo quando questo ci ha coinvolti direttamente, invadendo il nostro territorio. Abbattiamo almeno una delle più antiche cause della guerra,abbattiamo l'ignoranza. BENEDETTA URSINI 4 - GUERRA situazione esclusivamente dall'ottica dei media (per i quali la strage di Parigi sembrerebbe un episodio tanto grave, quanto isolato); in effetti, tutti dovrebbero rendersi conto di quant'è grave la situazione mondiale che, da tempo, non riguarda solo il terrorismo dell'ISIS. Colpiti dalla ferocia, dimentichiamo gli altri problemi che affliggono l'umanità: la fame nel mondo, i profughi che arrivano ogni giorno in Italia sia morti che vivi. Basta sangue, basta lacrime, basta urla strazianti di una madre che ha perso i figli, mettiamo un punto a questa brutta storia ! Le controversie si possono risolvere anche in modo pacifico; perché dobbiamo per forza fare la guerra ? ANDREEA CHIRILÀ MONDO GLOBALE 1 - IMMIGRATI "L'uomo ha inventato la bomba atomica ma nessun topo al mondo costruirebbe una trappola per topi” (A. Einstein) Quello che sta succedendo in ''Siamo stati aggrediti, ora saremo spietati su tutti i fronti”,queste sono le parole di Francois Hollande che decide di intervenire militarmente insieme a tutti gli Stati che hanno accolto l'appello. Sembra che la guerra e l'odio razziale siano la soluzione,ma sono davvero soluzioni nuove ed efficacie? Dopo l'attentato terroristico dell'11 Settembre negli USA abbiamo risposto bombardando, causando 1milione di civili iracheni morti, 220 mila civili afgani, 80 mila civili pachistani, ma il terrorismo sembra più forte di prima e le vittime tornano ad essere sempre e solo i civili. Proviamo,invece,a mettere da parte il nostro etnocentrismo e questi ultimi anni è una situazione che fa spavento; uomini che uccidono uomini, fame, miseria e povertà. Si dice che questo sia il 21° secolo di innovazione, nuove scoperte tecnologiche e purtroppo anche l'epoca di armi sempre più avanzate e perfezionate. Il 21° dovrebbe essere un secolo di pace di amore, non di guerre, di lacrime, di fame e di morte. Ci sono persone che usano armi ultimo modello ed io mi chiedo: come riescono a dormire sapendo che stanno alimentando atrocità senza pensare al futuro dei loro figli che vivranno in un mondo di guerre ? È una situazione vergognosa: tutti parlano, si dispiacciono, ma nessuno fa nulla di concreto per mettere fine a questo terrore dilagante. Non bisogna considerare la gravità della Il problema dell'immigrazione in questi ultimi anni sta diventando sempre più evidente; in Italia, ogni giorno arrivano migranti; non arrivano in aereo, in treno o in macchina, ma arrivano con dei barconi per mare, non arrivano da paesi sviluppati come quelli occidentali … bensì dalla Libia e Siria dove ci sono le guerre e le donne e gli uomini vengono qui per assicurare un futuro migliore ai propri figli, ma non sempre è possibile perché i barconi sono super affollati e molti muoiono cadendo in mare; molte volte ci sono famiglie che partono unite e si ritrovano a destinazione senza qualche membro. Ne è una testimonianza Aylan il bambino morto sulla spiaggia “VOLTA PAGINA” - Numero 1 - Marzo 2016 - 4 insieme al fratello Galip di 5 anni; immaginiamo il dolore infinito che avranno provato i genitori causato dal pensiero che non potranno mai più abbracciare i loro figli. Noi ci dovremmo vergognare: nel 2016 dobbiamo vedere queste immagini e partecipare a questi episodi atroci; noi occidentali siamo tranquilli nelle nostre case al caldo mentre ci sono persone che negli stessi istanti muoiono di freddo e di fame. Noi giovani che ci lamentiamo e facciamo i capricci perché non abbiamo l'ultimo modello di smartphone o l'ultimo modello di scarpe della Nike proviamo a pensare a quei ragazzi che sono felici se per un pezzo di pane sul loro tavolo da condividere con i loro famigliari. Visto quello che sta accadendo noi occidentali dobbiamo ritenerci soddisfatti del nostro sistema di vita piuttosto che lamentarci di quello che desideriamo ancora senza minimamente pensare agli altri. ANDREEA CHIRILÀ MONDO GLOBALE TRA MEMORIA E PRESENTE 1 - UN ADDIO ALLA GUERRA O UN SEMPLICE ARRIVEDERCI ? 12 Novembre 1989- 12 Novembre 2014: la fine di un incubo grazie ai giovani. Le nozze d' argento della caduta del muro di Berlino È proprio vero, sono già passati ben 25 anni da quando tutti gli abitanti di Berlino Est e Berlino Ovest si sono felicemente rincontrati. Quel 9 Novembre 1989 a Berlino pioveva a dirotto. I cittadini vagavano sotto la pioggia increduli, non riuscivano minimamente a credere ai loro occhi: la frontiera era stata abbattuta. Tutto partì il 18 Ottobre 1989 dove Honecker, capo di Stato e del partito comunista della DDR si dimise e lasciò il posto a Krenz, che disse di essere entrato in carica solo "per mantenere la sovranità statale della DDR". Il popolo protestava nelle piazze e gridava: "Wir sind das Wolk!", "Noi simo il Popolo!", parole che, da quel 12 Novembre, non vennero più pronunciate perché quel colosso, lungo 155 km venne abbattuto, fu cancellato dalla 'faccia' della città e la Germania fu di nuovo unita. Ora, del muro di Berlino, non rimane che un piccolo frammento di 1,3 km. E' noto a tutti come East Side Gallery, l' esposizione d'arte all' aperto più grande del mondo, ma anche una delle poche testimonianze della recente storia tedesca. Moltissimi artisti di varie nazionalità, celebrano la caduta del muro decorrando la parte rimanente con oltre 150 coloratissimi murales. I graffiti più famosi nel mondo sono: "The Mortal Kiss" che rappresenta il bacio tra Honecker e Breznev, scambiatosi nel 1979, e la Trabant, simbolo dell' ex Germania dell' Est, che sfonda il muro. BENEDETTA TRABUCCO 2 - 27 Gennaio 1945: LA MEMORIA DELLA LIBERTÀ 27 Gennaio 1945, i carri armati dell’esercito sovietico liberano migliaia di ebrei dall’inferno. Un inferno durato sette anni, sette anni di agonia, di timore, di paura, e di sofferenza. Ora siamo nel 2016 dove noi ragazzi non ci accorgiamo veramente di quanto terribile fu quel folle sterminio perfettamente “razionale” della seconda guerra mondiale, forse perché molto lontano da noi, dal nostro mondo e dalla nostra epoca. Io ho assistito ad uno spettacolo teatrale (“Ceneri” dell'Associazione DEPOSITO DEI SEGNI ONLUS) che è stata una lezione di vita. Due attori eccellenti hanno fatto comprendere, a me e alla mia classe, cosa è stata veramente la seconda guerra mondiale, dove gli ebrei non erano più uomini, ma scheletri con la loro striscia di pelle sottilissima che permetteva di contare le ossa. Negli spezzoni di filmati, durante lo spettacolo, ho visto negli occhi delle donne solo la disperazione di non avere più i figli al loro fianco e di non sapere se i loro mariti fossero vivi. Ho visto bambini strappati dalle braccia delle madri, malnutriti e scheletrici. Ho visto cadaveri di uomini presi con ruspe come fossero terra. Non ci sono parole per descrivere questi anni; soltanto la memoria va conservata per poter trasmettere alle future generazioni l’idea che non esistono “razze” superiori, bensì un’unica “razza”: quella umana. Di tutti i popoli non dovrà essere più calpestata la dignità, ad ogni uomo non si dovrà mancare di rispetto, perché tutti siamo diversi e speciali, ognuno a modo suo, ed è ciò che rende bello il mondo. “VOLTA PAGINA” - Numero 1 - Marzo 2016 - 5 ANDREEA CHIRILÀ 3 - PENSIERI L’atrocità degli uomini non è paragonabile a nulla. Il ricordo deve rimanere sempre vivo. Il ricordo di quella strage di innocenti; di persone che amavano il loro stesso sesso, che erano parte di una minoranza etnica: questa non è vita, questo non è rispetto. Trattati come animali, senza più nome, senza più dignità; solo un numero. Solo uno dei tanti numeri. Più di sei milioni di vite stroncate senza colpa. Uomini, donne, bambini, anziani, uccisi senza un vero e proprio criterio. Sfruttati per i lavori più pesanti e umiliati nella loro persone. C’era solo odio, odio e onniscienza. Questa è storia, parte di noi, della nostra memoria. BENEDETTA TRABUCCO 4 - DISPERAZIONE Sei milioni di ebrei, gitani ed omosessuali morti per mano di pazzi. Sei milioni di persone sofferenti e disperate. Il fumo nero sale: gente che ride e gente che muore. MARTINA MALANDRA MONDO GLOBALE CULTURE 1 - BIHAKU: QUANDO LA BELLEZZA È UN’OSSESSIONE Il Sol Levante, Paese che nonostante la grande tecnologia dovuta alla globalizzazione e all’occidentalizzazione , mantiene immutate tradizioni e ideali di bellezza vecchi di migliaia di anni. E’ proprio di questo oggi ne parleremo. Un’ideale di bellezza in giapponese si indica con la parola BIHAKU ( BI= bello, HAKU= bianco). Infatti i giapponesi, soprattutto le femmine, sono letteralmente ossessionate ad avere una pelle bianca come la porcellana, associata a concetti di purezza e nobiltà. Giappone). Le giapponesi, insomma, dedicano molta cura alla propria pelle. E qui mi chiedo: “Quanto tempo dedicano a far felici sé stesse, invece del loro futuro (o attuale) marito?”. MARTINA MALANDRA MONDO GLOBALE CULTURE 2 - ESPERIENZE L'acqua non parla, ascolta l'acqua non scaccia, abbraccia l'acqua non giudica, conosce l'acqua non ostacola le differenze, le appoggia Al contrario della carnagione abbronzata, considerata “brutta” perché sinonimo di lavoro umile all’aria aperta. Per questo le giapponesi hanno una cura della pelle maniacale, inoltre due volte al giorno (una la mattina e una la sera) si dedicano al “layering”, parola inglese che significa “sovrapposizione di strati”. I procedimenti sono sette: 1) Il démaquillage con l’olio, 2) La detersione, 3) La lozione, 4) Il siero, 5) Il contorno occhi, 6) La crema da giorno o da notte, 7) Il balsamo labbra. Nelle giornate calde passeggiano con l’ombrello e al mare si coprono completamente. “Tutto questo perché?”, vi chiederete voi. Ebbene lo fanno per essere prese in moglie. Per i giapponesi, infatti, il viso candido e rotondo è un elemento di seduzione irresistibile. E anche dopo il matrimonio devono avere una pelle perfetta, per essere motivo di orgoglio del marito. Secondo loro, è anche utile perché ci si regala del tempo per curare la nostra pelle. Le ragazze giapponesi sono felici di sentirsi dire: ”Hai la pelle come un mochi!”. (Il mochi è un cremoso dolce di riso tipico del Queste poche righe possono sembrare banali e forse è così, ma queste sono le emozioni che mi vengono in mente quando penso all'importanza che il nuoto ha nella mia vita. Questo sport per me non è una semplice attività fisica, ma è un modo per dimostrare che le differenze possono essere considerate un arricchimento e che anche chi ha un qualunque problema fisico può cercare di trarre il meglio dalle "carte" che la vita offre. "Se puoi sognarlo, puoi farlo." “VOLTA PAGINA” - Numero 1 - Marzo 2016 - 6 MARIA DE NICOLA MONDO GLOBALE CULTURE 3 - VERBA VOLANT, POESIA MANENT “Muoiono i poeti ma non muore la poesia perché la poesia è infinita come la vita.” (Aldo Palazzeschi) Il suo fascino enigmatico ed armonico sin da piccoli ci ha sedotto. Le sue rime e i suoi personaggi ci hanno da subito colpiti, accompagnando da allora le nostre vite; ma la poesia, portavoce di secoli di storia, è in crisi. Così scrivono critici e letterati in giornali, riviste e blog. La maligna voce serpeggia tra gli addetti al settore, che additano la colpa a questa sciatta società che ha creato generazioni apatiche e insensibili, menefreghiste della cultura e del mondo che li circonda. Dalle loro torri d’avorio i grandi autori, critici, saggisti ed esperti hanno celebrato il funerale della poesia, ciechi però di ciò che accadeva al di fuori della torre, dove essa è più viva che mai. Proprio sotto la torre, e quindi impossibilitati ad assistere data la loro visione “così alta”, la poesia cresce e si evolve, illuminata dalla luce di un nuovo giovane Sole. “La poesia non è morta” gridiamo noi giovani tutti insieme, consci della sua evoluzione, della sua presa sociale e politica e della sua nuova diffusione. La bugia più grande che possa essere detta è che non si leggono poesie. Forse una decina di anni fa, ma adesso sui social network e sulle riviste si nota molto interesse per la poesia, per poeti come Bukowski, Baudelaire, ecc.... Forse è un interesse superficiale, ma almeno tra i giovani si leggono poesie e le ricontestualizzano, perché essi si riconoscono nelle situazioni di angoscia tipiche di alcuni autori. Secondo i dati rilasciati dalla Nielsen, nel 2014 le opere poetiche hanno avuto un aumento delle vendite del 6% rispetto al 2013. Probabilmente il clima attuale di crisi economica e sociale ci ha fatto riavvicinare ai versi dei grandi autori, c’è stata una presa di coscienza nei confronti del baratro culturale in cui è sceso il nostro Paese. Anche nelle scuole, i giovani sono sempre più attratti dalla poesia e sono esortati a scriverne. Autori come Pennac compiono opere di avvicinamento alla lettura e alla poesia, viste come elementi sociali di grande importanza. Le poesie esercitano ancora il loro fascino originario, saranno sempre gemme da decifrare che ci rimangono impresse nella mente. I libri di poesie continueranno ad affollare le nostre librerie, ad occupare i nostri comodini, ad essere aperti e farci rimanere colpiti dai loro versi. Ciò di cui ci lamentiamo spesso è la poca popolarità e l’apparente scarsa produzione poetica dei nostri tempi, ma il problema di fondo risale nella morale della società attuale. La moderna società non ammette il “politically incorrect” e l’ “explicit content”, i prodotti che vengono marchiati di queste etichette sono sempre ai margini della società, fuori da spettacoli televisivi o dall’elite letteraria. Questa censura non fa altro che troncare la vena ispirativa e spontanea della poesia, che non si pone limiti. I poeti molto spesso sono accantonati se osano esprimere pareri contrastanti o prendere chiare posizioni politiche. Un chiaro e recente esempio è il processo che vedeva imputato il poeta Erri De Luca, per alcune sue dichiarazioni contro la TAV. Il fatto dovrebbe far comprendere la situazione tragica in cui versa la libertà di espressione in Italia, al punto che si voleva rinchiudere per 8 mesi uno dei più importanti scrittori italiani degli ultimi 20 anni per una sua dichiarazione scomoda. Numerosi classici poetici all’epoca della loro pubblicazione furono ritenuti oggetti di scandalo, le poesie più famose sono diventate tali poiché erano per i loro tempi rivoluzionarie, era il nuovo che avanzava e apriva la strada verso il futuro. Tappare la bocca ai poeti, questo è il più grande autogol che uno Stato o una comunità può fare per vedere affossare completamente il panorama letterario. Bisogna promuovere la libera espressione, in qualunque forma, affinchè si torni ad essere la terra dei poeti, la terra di Dante, Petrarca e Boccaccio. La poesia oggi non è più inchiostro su pagine di volumi di sproporzionate dimensioni, ma sono anche i versi che accompagnano le melodie più disparate, che siano chitarre o che siano sintetizzatori. La poesia ha conquistato il campo della musica, ma qualcuno continua a chiudere un occhio, eppure sono 50 anni che il cantautorato sforna poetiche che nulla hanno da invidiare alle poesie “classiche”. I testi musicali spesso sono considerati di serie B, solo negli ultimissimi “VOLTA PAGINA” - Numero 1 - Marzo 2016 - 7 anni qualcosa sta cambiando, con l’aggiunta di alcuni brani nelle antologie scolastiche (De Andrè, Dalla, Bob Dylan…). Vorrei ricordarlo a chiunque proclami la morte della poesia, che i testi dei grandi cantautori italiani e non, sono meritevoli di essere considerati poesia e sulla scia dei grandi autori il fenomeno della musica d’autore sta sempre più prendendo piede. Numerosi cantanti si cimentano nella stesura di testi impegnati, con risvolti poetici, riuscendo a ridare importanza al testo, che il mercato musicale pop cerca sempre più di sminuire a favore della ritmica. Inoltre sempre più spesso nei testi vengono citati poeti e grandi scrittori, contemporanei e non solo. Un esempio recente è l’album “Pop up” di Luca Carboni, nel quale per stessa ammissione del cantante vengono citati Jacques Prèvert e la polacca Szymborska (Nobel per la letterature 1996). Murubutu è un rapper che ha pubblicato 3 album hip-hop completamente rivestiti di poesia, ma non s’intende solamente i contenuti bensì anche di metrica e rime. Il suo genere unico, definito letteraturap, è un misto di poesia, musica e storia: quando non è su un palco, Murubutu è infatti il professore di filosofia e storia di un liceo classico. A coloro che storcono il naso a questa nuova evoluzione della poesia, vorrei ricordare che la poesia stessa nasce come forma di trasmissione orale, per poi evolversi nella forma scritta per avere maggiore diffusione. Analoga situazione attuale, nella quale la musica torna nella sua forma orale per avere una diffusione più ampia. Nell’analizzare la poesia nel corso del tempo si è chiaramente notato che essa si evolve, ma per evolversi e continuare a vivere non ha bisogno di limiti o di censure. La poesia è viva, bisogna solamente coglierla perché essa si nasconda dentro una canzone, dentro le intrinseche parole di un libro che a prima vista pare incomprensibile. Ma la poesia c’è, è universale, ce n’è tanta dentro un’opera di Shakespeare quanto in una ballata di Bob Dylan, dobbiamo imparare a riconoscerla e ad apprezzarla. Cari letterati, continuate a sproloquiare nei vostri circoli, nei vostri giornali; qui sotto nel mondo reale, nel mondo vissuto noi continuiamo ad emozionarci ancora davanti la poesia e, che sia un inno politico o una canzone pop, continuiamo ancora a credere nella sua bellezza. FEDERICO ACCONCIAMESSA MONDO GLOBALE CULTURE 3 - POLITICA La nostra tradizione politica ha mandato avanti diverse correnti di pensiero, discordanti, simili, affini e contraddittorie. L'avanzare di una società odierna sviluppata non ha fatto in modo che le menti umane si ponessero il problema di cosa possa essere l'arte del "politicare", chi siano i politicanti e chi i politici. Ebbene, sembrano parole quasi errate, ma ci sono da fare delle precisazioni, dei chiarimenti e delle delucidazioni: l'arte del "politicare" esiste, così come esistono i politicanti ed i politici, ed a loro volta esistono coloro che tentano di seguire questa strada, vi entrano non si sa in quale maniera e vi rimangono per molto tempo, nonostante non sappiano concretizzare le loro opere. La politica, come la vita, può essere una meravigliosa opera d'arte, se attuata seguendo le regole dettate dall'ideologia, dal popolo, dal pensatore e dall'azione. L'arte del politicare è una delle forme artistiche più arcaiche, che getta le sue basi nella preistoria, per poi essere perfezionata dai romani. Come per la pittura e per il teatro, questa branca artistica deve avere degli esponenti che guidino le varie fazioni, le varie correnti ideologiche. L'operato politico è come un quadro: se dipinto bene, è un qualcosa di meraviglioso, ma se viene dipinto male, risulta un'opera da bancarella ambulante. L'arte del "politicare" non si può spiegare, così come qualsiasi altra forma artistica. Se chiedessimo ad un pittore di spiegare cos'è per lui la pittura, egli non saprebbe rispondere a dovere. Ma la cosa che accomuna qualsiasi forma artistica è una: creare un'opera che susciti emozioni, sensazioni, stati d'animo. Difatti, possiamo chiedere ad un artista di descriverci un'opera, ma non di descriverci la branca artistica a cui appartiene, poiché oramai il nostro mondo tende puramente a categorizzare qualsiasi cosa, tralasciando il fatto che ogni tanto dovremmo fermarci per qualche secondo ad osservare e ad essere critici. La volontà nostra, quindi, dovrà essere quella di (ri)dare un nuovo volto a quella che è una delle forme artistiche più arcaiche: la politica. Non esistono semplicemente politicanti e politici, ma anche falsi interpreti, o impostori, e copioni. Un pittore che dipinge un quadro orrendo, ad esempio, è un falso interprete, che non ha nulla a che fare con la pittura; un pittore che copia pari pari “VOLTA PAGINA” - Numero 1 - Marzo 2016 - 8 un'opera, minore o maggiore d'importanza, è un copione che può avere fortuna. Passiamo, invece, a coloro che realmente sono destinati a questa branca artistica: politicanti e politici. I politicanti sono i praticanti della politica, che interessatisi a questa forma d'arte, cercano di imparare dai loro maestri, oppure, scelta saggia ma rischiosa, di formarsi da autodidatta. Una volta che la formazione è completa si può diventare politici, e di politici veri e propri ne esistono veramente pochi. Il termine "politico" riferito alla professione è stato spesso stuprato da falsi interpreti che non hanno saputo realizzare una meravigliosa opera d'arte, opere realizzate dai grandi condottieri del passato come, ad esempio, Giulio Cesare. Il mestiere del politico è un mestiere strano, ambiguo, che dovrebbe rispettare i canoni standard degli artisti: Michelangelo veniva pagato per il suo lavoro e, soprattutto, quando lavorava. Un buon politico, quindi, non dovrebbe riempirsi di privilegi e, cosa più importante, dovrebbe ricevere una paga giusta, onesta, a seconda del lavoro che ha svolto per la comunità. La stessa cosa è per l'arte della pittura: gli affreschi di Michelangelo nel Vaticano non sono stati un semplice lavoro, o una pura richiesta da parte di un esperto, ma un servizio per la comunità mondiale, poiché il suo operato è apprezzato tutt'oggi. Così deve essere anche per il politico: a seconda del buon lavoro svolto deve percepire un salario che deve corrispondere a ciò che artisticamente ha creato per la nazione. Discorso che, ai giorni nostri, risulta alquanto complicato, se non impossibile da affrontare, poiché gli elettori hanno perso la fiducia e si rifanno alle classiche frasi dell'uomo medio, quale quella del dire che "sono tutti uguali, rubano tutti", anche se così non è o non dovrebbe essere. La forma d'arte politica è la più difficile da mettere in pratica, e difficile è essere tranquilli se non si fa di tutto per soddisfare le richieste che vengono dal basso. A questo punto, bisogna diffidare e riflettere su chi siano i veri politici, i politicanti in formazione e gli impostori. Dell'ultima categoria il mondo ne è pieno e piena ne è la classe politica. Le ideologie sono state stuprate dagli impostori, dai falsi interpreti, poiché è diventato tutto così confuso. Se chiedessimo ad un liberale di spiegarci il concetto di liberalismo e se chiedessimo, al tempo stesso, ad un democratico di spiegarci il concetto di democrazia, ci risponderebbero in una maniera molto simile, se non uguale. Stessa sorte se chiedessimo ad un democristiano di spiegarci il concetto di cristianesimo democratico e ad un conservatore di spiegarci il concetto di conservatorismo. Ed è per questo che, dalla fine di una vecchia idea di far politica, dovrebbe sorgere una nuova idea, un nuovo ideale, una nuova ideologia, anche se quest'ultima frase viene spesso ripetuta, lasciando le parole al vento, poiché spesso si rischia di divenire nuovi impostori politici, ma tutto è affidato al caso, e noi non pensiamo ad altro che al buon senso ed al bene della nostra nazione. MANUEL DI PASQUALE LETTERARTURE: RECENSIONI 1 - LEGGENDO LA LIBERTÀ… Recensione: “Il Mio Splendido Migliore Amico” di A. G. Howard Salve amanti di libri, oggi vi recensirò un libro davvero spettacolare: “Il Mio Splendido Migliore Amico” di A. G. Howard. Titolo originale: Splintered Serie: Splintered #1 Prezzo: euro 9,90 Pagine: 408 Genere: fantasy, paranormal, young adult Editore: Newton Compton TRAMA: Alyssa Gardner ha il dono di poter sentire i sussurri dei fiori e dei bruchi. Peccato che per lo stesso dono sua madre è finita in un ospedale psichiatrico. Questa maledizione affligge la famiglia di Alyssa fin dai tempi della sua antenata Alice Liddell, colei che ha ispirato a Lewis Carroll il suo Alice nel Paese delle Meraviglie. Chissà, forse anche Alyssa è pazza, ma niente sembra ancora compromesso, almeno per ora. Quando la malattia mentale della madre peggiora improvvisamente, Alyssa scopre che quello che lei pensava fosse solo finzione è un’incredibile verità: il Paese delle Meraviglie esiste davvero, è molto più oscuro di come l’abbia dipinto Carroll e quasi tutti i personaggi sono in realtà perfidi e mostruosi. Per sopravvivere, Alyssa deve superare una serie di prove, tra cui asciugare il lago di lacrime di Alice, rimanere sveglia all’ora del tè soporifero, domare un feroce Serpente. Di chi potrà fidarsi? Di Jeb, il suo “VOLTA PAGINA” - Numero 1 - Marzo 2016 - 9 migliore amico, di cui è segretamente innamorata? Oppure dell’ambiguo e attraente Morpheus, la sua guida nel Paese delle Meraviglie? RECENSIONE: <<Ricaccio indietro un grido a fatica. La crinolina probabilmente serve a nascondere l’addome globoso e le filiere, le ghiandole con cui ha creato questa galleria di ragnatele>>. G. Howard, Il Mio Splendido Migliore Amico.Chiunque legge questo libro rimane piacevolmente affascinato, come se avesse una forza attrattiva che spinge a non staccare la faccia dal libro. Letteralmente. La protagonista, Alyssa, è una ragazza molto complicata: fin da quando era piccola ha subìto vessazioni dai suoi compagni di classe perché imparentata con Alice, il misterioso “dono” tramandato dalle donne della sua famiglia ha fatto impazzire la madre e un padre distrutto dal dolore. Nonostante tutto, non ha ceduto mai, in parte per il padre e in parte per il suo migliore amico, per cui prova qualcosa di più di una semplice amicizia. E’ una ragazza forte e determinata, e nemmeno il Paese delle Meraviglie riesce ad intimorirla. Per quanto riguarda Jeb, lo si può trovare un personaggio dolce, ma stupido. Si pensa che se ami una persona, perché mettersi con un’altra invece di confessare i sentimenti una volta per tutte? Lo fai per “proteggerla”? Tutte scuse. Riguardo Morpheus, personalmente, lo amo. Nonostante i suoi inganni, non si riesce ad odiarlo. Si vede solo una “persona” innamorata di Alyssa, ma troppo concentrato a salvare la madrepatria, da trascurarla sotto il profilo sentimentale. Tutto questo, combinato con un Paese delle Meraviglie macabro e oscuro, creano un mix esplosivo. Lo stile di scrittura della Howard è fluido e ricco di descrizioni dettagliate, ma senza esagerare. In sintesi: è una lettura scorrevole ed elettrizzante, con un ritmo incalzante e mai noioso. Considerando il prezzo, è un vero e proprio affare! episodi più frequenti: liti e battibecchi tra due fandom (gruppi di persone che seguono lo stesso artista) che si offendono a vicenda, come se fossero dei bambini che confrontano i loro giocattoli. MARTINA MALANDRA Ma la musica non è solo questo. La musica è libertà. La musica è la colonna sonora della nostra vita. Molti ragazzi la utilizzano come sfogo, come rivincita, magari verso quelle persone che li avevanosminuiti o abbattuti, impegnando tutti loro stessi nello studiare uno strumento e coltivare il grande sogno di diventare qualcuno ed entrare a far parte della musica. Altrettanti sono i ragazzi che suonano, cantano o ascoltano la musica per svago, per rilassarsi dopo una giornata di studio o di lavoro.C'è anche chi lo fa solo per passione e per divertimento; chi lo fa per gioco e chi per lavoro. La musica è un mondo parallelo, un mondo più bello di questo, un mondo vero. BENEDETTA TRABUCCO 2 - LA MUSICA: FONTE DI ISPIRAZIONE E DI VITA PER I GIOVANI D'OGGI E vivremo con le cuffie nelle orecchie, ascoltando parole di chi ci ha capito senza bisogno di conoscerci. Sugli autobus, nelle scuole, per le vie del centro: è impossibile non notare la moltitudine di giovani con le cuffiette alle orecchie. E' ormai affermato che la maggior parte dei ragazzi si affida alla musica come compagna d'avventure e come passatempo, assumendo un ruolo che va ben oltre il semplice ascolto. Sin dagli anni sessanta, con il grandissimo fenomeno dei Beatles, è nata la figura dell' "IDOLO". Sbagliato o no, quel personaggio, donna o uomo, ragazza o ragazzo che sia, ruba un pezzo del nostro cuore, della nostra mente. Sarà l'aspetto fisico, il modo di vestire, il timbro di voce... ci affidiamo a quest' ultima come nostra fonte d'ispirazione. L'idolo è quella figura alla quale teniamo come una sorella o un fratello, che difenderemo fino all'utimo, anche a costo di discutere e non smettere mai più. Sono proprio questi gli 3 - SANREMO: TEMPO DI CAMBIARE Come di consueta tradizione, è tornato anche quest’anno il Festival della Canzone Italiana, meglio conosciuto da tutti come Festival di Sanremo, dal nome della località ligure dove si svolge il concorso. La sessantaseiesima edizione del Festival ha visto per il secondo anno consecutivo la conduzione di Carlo Conti, a cui è anche affidata la direzione artistica. Tra i partecipanti abbiamo avuto 20 “campioni” e 8 “nuove proposte”, che impegneranno il palco dell’Ariston da martedì 9 febbraio a sabato 13. Ripassando brevemente la storia del Festival nazional-popolare, Sanremo è stata una tappa quasi “obbligata” per ogni cantante che voleva vendere dischi. Negli anni “VOLTA PAGINA” - Numero 1 - Marzo 2016 - 10 ‘50/’60 il palco vedeva le comparse delle grandi voci della musica italiana (Gigli, Pizzi, Modugno, Villa…), finché verso fine anni ’60 non si passa al cantautorato leggero (Celentano, Endrigo, Dalla…) e al beat italiano (Dik Dik, New Trolls…). Dagli anni ’80 viene introdotto il playback nelle esibizioni e la conseguente soppressione dell’orchestra, che spoglia il festival della sua vera anima. Dagli anni ’90 ricomincia la risalita, segnando un cambio anche nella scelta degli artisti, pescando sempre più spesso nel circuito alternativo (Elio e le storie tese, Avion Travel, Subsonica…). Come visto, nelle ultime edizioni del Festival si è cercato di attuare un ricambio generazionale, portando in gara artisti più giovani a discapito dei “mostri sacri” della musica leggera italiana, che come vedremo tanto sacri non sono. La lista degli esclusi degli ultimi Festival comprende nomi noti come Loredana Bertè, Matia Bazar, Fausto Leali e tanti altri. Inoltre per rendere il programma più aperto ai giovani, si è pescato sempre più spesso dai talent show come Amici o X-Factor, o scegliendo tra i nomi rappresentativi dei generi musicali più in voga, andando quindi su rapper di ultima generazione. Uno svecchiamento che in termini di ascolto ha aiutato molto il Festival: dati Auditel alla mano, l’edizione del Festival 2015 ha avuto uno share del 48% (quasi un italiano su due era sintonizzato nella visione dello show, risultata la più vista dal 2005), e uno share del 50% nella fascia 15-24 anni. I dati parlano chiaro, la cura Carlo Conti ha riportato in auge il concorso musicale più famoso dello Stivale. Ma in termini qualitativi quanto ha guadagnato lo show? Si sa, purtroppo Sanremo non brilla per la grande qualità delle canzoni proposte. Se negli anni passati ha peccato per aver escluso troppo spesso veri pilastri della canzone italiana (De Andrè, Battisti, Graziani, Battiato…), ultimamente si può rimproverare una scelta degli artisti troppo dettata dal mercato radiofonico e discografico. L’industria discografica della RTL, comprendente numerosi artisti, si è sempre più intromessa nella selezione degli artisti in gara, promuovendo propri cantanti. Casi eclatanti degli ultimi anni sono il secondo posto dell’improvvisato trio PupoFiliberto-Canonici (a cui è seguita anche una protesta dell’orchestra, che ha lanciato gli spartiti in aria) o la scelta tra i “Campioni” di Lorenzo Fragola, il giorno successivo alla vittoria di X-Factor. Ciò dimostra come il Festival sia sempre stato poco attento alla reale qualità degli artisti, ma molto furbo nello scegliere quali artisti potessero avere più impatto commerciale. Tale situazione sarebbe potuta avvenire in concorsi come il Festivalbar, ma in un concorso che si dichiara il Festival della Canzone Italiana, simili strategie di marketing non sono ben accette. Ultimamente si è visto qualche movimento che ha fatto ben sperare, come la partecipazione dei Bloody Beetroots insieme a Gualazzi, o di artisti del circuito alternativo (Afterhours, Marlene Kuntz…) che finalmente dopo decenni di carriera sono stati notati dagli arguti critici sanremesi. Ovviamente l’alto share tra i giovani è dovuto alla presenza dei cosiddetti “artisti del momento” come Rocco Hunt, Clementino o lo stesso Fragola, e quindi ad un supporto al proprio artista. La visione non è quindi completa, ma si ferma al momento del proprio idolo e basta. Non sono considerati gli altri artisti, non è considerato il contesto puramente musicale, ma viene considerato solamente il momento del proprio cantante. Ciò porta ad un appiattimento culturale della scena sanremese e del pubblico, il quale non sono più in un rapporto critico e di riflessione, ma in un semplice rapporto di “tifo”. Il Festival di Sanremo è uno dei pochi momenti in cui la musica diviene protagonista nella tv italiana e non va sprecata così una simile occasione, considerando che è trasmesso anche in eurovisione. Si ha a disposizione un’orchestra di validissimi elementi, che non sempre è usata al massimo delle proprie potenzialità. Se Sanremo vuole continuare ad essere un evento di portata internazionale, ha bisogno di un “ricambio culturale”, che porti sul palco i più promettenti artisti italiani che troppo poco spazio trovano nel nostro paese, asfissiati dalla fredda industria discografica e dalla poca cultura musicale diffusa in Italia, ferma ancora ad MTV. Come cantavano i Matia Bazar, “c’è tutto un mondo intorno” ma Sanremo pare sfortunatamente che preferisca starne ancora. “VOLTA PAGINA” - Numero 1 - Marzo 2016 - 11 FEDERICO ACCONCIAMESSA CHIARA DI LUZIO In occasione dell'uscita del primo numero di «VOLTA PAGINA» 2016, la Redazione presenta in stampa alcune opere d'una giovane artista, Chiara Di Luzio, nata a Penne il 6 Giugno 1994; Chiara ha frequentato l’ITCG “G. Marconi” di Penne studiando i primi due anni Turismo e gli ultimi tre Ragioneria. Diplomata con un risultato di 91/100 ha deciso di non continuare i suoi studi in ambito commerciale, ma di sviluppare la passione che ha sempre avuto per il disegno. Si è infatti iscritta subito “VOLTA PAGINA” - Numero 1 - Marzo 2016 - 12 dopo le superiori alla Scuola Internazionale di Comics a Pescara, dove ha imparato nuove tecniche che le hanno permesso di maturare molto come artista; tra quelle imparate, predilige e si rapporta meglio con matita, acrilico, pastelli e penna. In futuro vorrebbe dedicarsi principalmente all’animazione nel ruolo di character design, in quanto adora creare nuovi personaggi con diversi stili. Dell'artista sarà allestita una mostra – presso l'Aula magna dell'Istituto – fruibile da tutta la comunità scolastica; si potranno conoscere le opere di Chiara Di Luzio ed apprezzare la sua interessante interpretazione della cultura nipponica. In occasione dell'uscita del primo numero di «VOLTA PAGINA», la Redazione presenta in stampa alcune opere d'una giovane artista, Chiara Di Luzio, nata a Penne il 6 Giugno 1994; Chiara ha frequentato l’ITCG “G. Marconi” di Penne studiando i primi due anni Turismo e gli ultimi tre Ragioneria. Diplomata con un risultato di 91/100 ha deciso di non continuare i suoi studi in ambito commerciale, ma di sviluppare la passione che ha sempre avuto per il disegno. Si è infatti iscritta subito dopo le superiori alla Scuola Internazionale di Comics a Pescara, dove ha imparato nuove tecniche che le hanno permesso di maturare molto come artista; tra quelle imparate, predilige e si rapporta meglio con matita, acrilico, pastelli e penna. In futuro vorrebbe dedicarsi principalmente all’animazione nel ruolo di character design, in quanto adora creare nuovi personaggi con diversi stili. Dell'artista sarà allestita una mostra – presso l'Aula magna dell'Istituto – fruibile da tutta la comunità scolastica; si potranno conoscere le opere di Chiara Di Luzio ed apprezzare la sua interessante interpretazione della cultura nipponica. CHIARA DI LUZIO “VOLTA PAGINA” - Numero 1 - Marzo 2016 - 13 ULTIM'ORA ! O 1LIMPIADI DI FILOSOFIA – XXIV EDIZIONE – A.S. 20152016 – SELEZIONI REGIONALI – Due studenti del Liceo statale G. Marconi di Pescara – Bonfitto Sarah della Classe V “A” Liceo delle Scienze umane e Acconciamessa Federico della Classe V “E” Liceo linguistico, superando apposita selezione, hanno partecipato alla fase regionale delle Olimpiadi della Filosofia in programma per il giorno 4 Marzo 2016 presso il Liceo Scientifico “A. Volta” – Via G. Cirillo 22 – Francavilla (CH) للغة والثقافة العربية D 2 opo lunga gestazione organizzativa, presso il Liceo statale G. Marconi di Pescara s’avvierà a breve il primo Corso di Lingua e letteratura araba. Nell’ambito delle proposte d’attività integrative del P.O.F. d’Istituto per l’A .s. 2015/2016, agli studenti interessati sarà proposta l’attività formativa d’alfabetizzazione linguistico-culturale con Docenti in possesso di specifiche competenze, tra le quali anche l’abilitazione all’insegnamento della Lingua araba e, eventualmente, madre – lingua, mediante apposita Selezione pubblica per titoli necessaria al conferimento di incarico d’insegnamento da attribuire ad un esperto esterno. Nella certezza di accoglimento dell’iniziativa, l’utenza scolastica di tutti gli Indirizzi di studio presenti – Liceo delle Scienze umane / Liceo delle Scienze umane Opzione economico-sociale / Liceo linguistico – può segnalare (Classe e n° partecipanti) tempestivamente al Docente che ha progettato l’attività e referente d’Istituto, Prof. G. Dursi, l’adesione al Corso di Lingua e cultura araba. Fermo restando la peculiarità formativa scolastica, l’iniziativa è rivolta anche ad utenze ulteriori, qualora le correlate iscrizioni siano in numero sufficiente affinchè il Corso possa ampliarsi alla partecipazione di altre categorie sociali interessate. L’iniziativa concorre alla promozione di eventi multiculturali in grado, come in questo caso, di sviluppare la conoscenza e competenza linguistico-culturale nell’etnica reciprocità esperenziale, ma anche di favorire, ad esempio, scambi significativi con apposita pianificazione di mostre interattive, concerti, laboratori teatrali che attivino sul territorio un’autentica comunicazione interculturale valorizzando e coordinando i gruppi e le realtà sociali già presenti. A questo numero 1 di “VOLTA PAGINA” hanno collaborato: FEDERICO ACCONCIAMESSA, ANDREEA CHIRILA, MARIA DE NICOLA, MARTINA MALANDRA, MARGHERITA PALOMBARO, BENEDETTA TRABUCCO, BENEDETTA URSINI Collaboratore esterno alla Redazione: MANUEL DI PASQUALE ► [email protected] è l'e-mail dell'Ufficio stampa del LICEO STATALE G. MARCONI e della Redazione di «VOLTA PAGINA – Dal Marconi alla città: la voce della scuola» Distretto scolastico n° 12 Via Marino da Caramanico, 26 65100 PESCARA Telefono 085 60856 – 62350 Fax 085 4518805 E-mail: [email protected] @pec.istruzione.it Sito web: www.liceomarconipescara.gov.it Codice identificativo: PEPM020004 - Codice fiscale n° 80007470687 “VOLTA PAGINA” - Numero 1 - Marzo 2016 - 14