Ali di terra 1993 - Teatro dei Colori
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Ali di terra 1993 - Teatro dei Colori
Ali di terra 1993 dalla leggenda persiana Il Simorg di Farid Al – Din Attar sec. XIII Testo: Gabriele Ciaccia, Gabriella Montuori Interpreti : Tiziana Taucci, Candida D’Abate, Dario Di Berardino, Gabriela Ciaccia Scene : Tiziana Taucci Figure : Dario Di Berardino Suono Luce: Guerrino Novelli Organizzazione : Gabriela Montuori “… il viso del Simorg è brillante come il sole, non lo si può guardare in volto così ha fatto uno specchio per riflettersi …. Ma qual’ è questo specchio?… E’ il suo cuore … perché mi parli sempre per enigmi ?” La leggenda del Simorg è un tracciato della vita, una metafora della ricerca dei “perché” dell’esistenza. L’uomo rivive le contraddizioni del suo carattere, momenti come la scoperta, la saggezza, l’ingordigia, la reticenza, l’intolleranza, l’amore si diluiscono in un messaggio contro la schiavitù ed il falso potere. “… andiamo uccelli dalle ali veloci, raccogliete il vostro cuore e partiamo, perché si alza il velo della felicità…”. Sotto forma di parabola l’Upupa guida gli altri uccelli – uomini nel lungo percorso alla ricerca del loro “Re”, il Simorg, simbolo della verità. Attori e spettatori uniti in questo viaggio lo costruiscono, con i colori s’intravedono le valli della ricerca, dell’amore, della conoscenza, del nulla, dell’unità, dello stupore, della morte. “… nessuno è d’accordo sulla lunghezza di questo percorso. Ognuno va avanti secondo il ritmo del suo cammino …. Perché il Simorg è in noi … è la nostra vita”. Nello spettacolo l’attore racconta e nella sua funzione di maestro di scena, costruisce gli spazi colorati, ombre, pupazzi, maschere, descrivono i personaggi in volo. Uno spazio circolare , sabbia deposta sul piano del pubblico, illuminata dal basso con una luce radente, è un deserto. La sabbia diventa un sentiero a forma di spirale, in fondo un altro piccolo mucchio, sembra una duna o forse un’alta montagna. Sul fondale delle leggere stoffe bianche imitano il cielo, le nuvole, il fumo. Lungo il “deserto” sono deposte delle pietre, una rosa del deserto, qualche conchiglia, ciottoli: a destra, a metà del percorso, pietre e vetrini colorati consumati dall’acqua del mare, sono pietre preziose. Sul lato sinistro un vecchio ramo d’albero, una ciotola d’acqua, dei legni che ancora bruciano di un piccolo fuoco, sul fondo, a sinistra, alcuni oggetti orientali: un narghilè, delle ampolle, una gabbia, danno in controluce l’idea di una piccola città ai limiti delle rocce. Produzione: Teatro dei Colori