Pan-Amp - Nutshell
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Pan-Amp - Nutshell
Nut & Co. Pan Amp L’idea di questo ampli è venuta un giorno in cui avrei voluto suonare in camera con un buon suono e la mia SLO100 non mi permetteva di farlo. E’ il problema tipico di ogni chitarrista: c’è bisogno di volume per avere il giusto suono, e poi in pratica non è mai possibile averlo. Oltre a tutto ciò desideravo anche qualcosa di trasportabile con facilità, per andare alle prove comodamente, per fare una jam con gli amici, per fare qualche seratina a volume contenuto etc.. Dunque ecco che scatta la molla e il cervello si mette in moto. Penso subito a un AC30.. poi meglio DC30, ma penso anche che quell’ampli lo desidero per suonarci con la 2x12”, e non come “mini ampli”.. Perciò il progetto cambia forma e va oltre oceano, e prende ispirazione dal più bell’ampli di piccola taglia che abbia mai provato: Fender deluxe reverb; ne ho provato uno originale anni ‘60 revisionato da Orlando che era uno spettacolo.. Ovviamente non rispondeva in toto alle mie esigenze. L’ampli che avevo in mente doveva essere leggero e piccolo, possibilmente economico, e soprattutto minimal, senza nulla di superfluo. Quindi via il tremolo, via il reverb, via il cono da 12” in favore di un più piccolo cono da 10” che entra a regime a volumi minori di uno da 12”.. ovviamente combo. Poi penso che va bene aver tolto tremolo e reverb, ma a questo punto a che mi serve il secondo canale del fender?! Decido di sostituirlo quindi con un secondo preamp di matrice diversa; questo è utile! Perciò non ci devo neanche pensare, poche settimane prima avevo riparato un ampli fantastico, una JCM800 2203: Sarà quello il mio secondo canale! Quindi in definitiva l’ampli sarebbe stato un “doppio monocanale”. Terminate le scelte passo al progetto vero e proprio, e cerco di disegnare in cad tutto quello che posso per non avere sorprese alla fine durante il montaggio. E allora ecco che per prima cosa bisogna disegnare lo chassis. Per fare ciò ho bisogno di conoscere le misure di tutto ciò che esso deve ospitare, quindi per prima cosa ordino i trasformatori. Come al solito il buon Beppe Delbini prepara a tempo di record tre meravigliosi trasformatori, venendomi incontro al massimo delle sue possibilità nel cercare di contenerne le dimensioni, pur mantenendo la filosofia costruttiva del “sovradimensionato è meglio”. Abbiamo dunque: PT: Primario: 230V Secondario I: 350-0-50-350V @125mA Secondario II: 6,3V CT @4A Secondario III: 5V @3A OT: 50W Primario: 6,6 Kohm Secondari: 4-8-16 ohm Choke: 10H; 100mA Il tutto pagato intorno agli 80 euro tutto compreso. Ricevuti i trasformatori ho potuto disegnare alcune versioni dello chassis. Il problema principale nel disegnarlo sta nel capire dove è meglio posizionare tutte le parti in modo tale che non si diano fastidio a vicenda, in particolare per il campo magnetico dei trasformatori) e in modo tale che gli ingombri risultino adeguati all’alloggiamento nel cabinet, che ricordiamo dovrà contenere anche uno speaker. Per fare ciò ho scaricato il datasheet del cono jensen p10r che avevo intenzione di usare e ho valutato ogni possibile posizione dei trasformatori, finchè non ho trovato il modo di posizionare tutto. Montati questi ho scelto gli zoccoli belton per le valvole, molto meglio di quelli ceramici che ho usato su altri amplificatori, e prendendo le misure dai relativi datasheet, ho posizionato tutti gli zoccoli su una linea in modo che poi la pcb potesse avere tutti i cavetti uscenti su un solo lato. Stessa cosa ho fatto dallo stesso lato, per il pannello posteriore, posizionando lo switch di accensione, stand by, speaker output ecc, mentre dal lato opposto ho posizionato i potenziometri, input, switch per il canale e pilot light. Per la realizzazione mi sono rivolto a una ditta che ha una punzonatrice CNC e con il progetto in formato “dxf” hanno “stampato” lo chassis su una lamiera di acciaio da 1,5 mm. La piegatura finale ha completato il lavoro di carpenteria e ho potuto verniciare il tutto. Montati i trasformatori mi sono trovato finalmente davanti a qualcosa che somigliava vagamente ad un amplificatore! Purtroppo la ditta che ha realizzato lo chassis era abbastanza costosa e il lavoro mi è costato 80 euro. Tuttavia i costi erano dovuti principalmente all'allestimento della punzonatrice CNC per il mio progetto, e spendendo solo per il materiale in più ho avuto altri tre chassis uguali, per un totale di 4 chassis a 100 euro . Il passo successivo è stato quello di ordinare i componenti, e disegnare le pcb. Oltre agli zoccoli belton ho preso condensatori di filtro sprague atom (e due F&T solo per il canale 2203), il resto dei condensatori è mallory 150 e silver mica per i valori più piccoli, resistenze Xicon ½ watt a impasto di carbone, reistenze 2 watt Kiwame in film di carbone, trimmer/pot per il bias CTS (consigliatissimo per regolare il bias senza dover smontare nulla!), cavetto “solid core” rivestito in stoffa, cavetti george L’s per le connessioni interne che richiedono cavo schermato. Gli switch sono tutti Carling (tranne quello pentode/triode), prese jack della CLIFF, potenziometri alpha 24mm M8 “full shaft”.Come valvole ho preso 3x JJ 12ax7, 1x EH 12at7, 2x EH 6V6GT, 1x JJ GZ34. Non ho messo nulla di esoterico quindi, ma di buona qualità e le valvole le ho prese con i triodi bilanciati e con le finali ovviamente accoppiate. In attesa dei componenti ho realizzato le prime pcb con il bromografo e basette presensibilizzate spendendo 20 euro circa in tutto. La spesa per tutto questo si aggira intorno ai 250 euro. E la nota spese raggiunge così i 450 euro circa. Arrivati i componenti ho installato tutto l’hardware, cablato i trafi, ho popolato le pcb e connesso tutto secondo lo schema. Arriviamo dunque alla prima accensione: un disastro. Oscillazioni ovunque, rumore di fondo ecc.. La cosa mi ha lasciato perplesso: Avevo fatto attenzione a tutto, non avevo sbagliato valori, ma non era bastato! Fortunatamente non mi sono dato per vinto, ho guardato dentro lo chassis e ho iniziato a muovere un pò di cose finchè improvvisamente non mi sono accorto del fatto che il cavo del primario del TU passava sotto la pcb parallelamente ad essa e creava grossi disturbi. Muovendolo anche di poco la situazione migliorava parecchio, quindi nei miei appunti segnai di trovare un passaggio migliore per quel cavo come prima cosa. Altri problemi riscontrati erano nell'alimentazione: Sul primo condensatore di filtro mi ritrovavo 478V e i miei caps erano da 475V. Il problema non era per la differenza di 3V, perchè anche se avessi avuto 475V su quel cap avrei avuto problemi in quanto è sempre bene tenersi "larghi" visto che il condensatore ha bisogno di un certo "margine" di sicurezza entro cui lavorare. Stando sempre al limite era ovvio che avrebbe ceduto presto, e così è stato.. portandosi dietro anche la rettificatrice e per fortuna non il trasformatore di alimentazione! Ho segnato negli appunti di aggiungere un fusibile sul secondario a 5V in modo che un eventuale altro corto della rettificatrice non possa danneggiare il trasformatore. Il terzo problema grave stava nel fatto che la prima versione della pcb l'avevo disegnata senza tenere conto della posizione delle valvole, e quindi mi ritrovavo con dei cavetti abbastanza lunghi in certi casi. Mi resi conto presto che l'unica soluzione era quella di ridisegnare il layout delle due pcb. Per l'alimentazione l'esigenza del nuovo layout veniva principalmente dal fatto che nel primo stadio di filtro, al posto di un solo cap da 16uF 475V ho messo due bestioni da 20uF 600V in parallelo.. bestioni che misurano 10cm X 3cm! L'unica soluzione per il posizionamento di questi due condensatori è stata quella di inserirli sulla seconda faccia del circuito, perchè altrimenti non ci sarebbe stato lo spazio. Il nuovo layout del circuito dell'ampli invece è stato semplicemente modificato per ristringerlo un pò in modo da far coincidere tutti i cavetti in posizione adeguata rispetto alle valvole e rispetto ai controlli. In più, per limitare il numero di cavi fra pcb e controlli ho deciso di realizzare il tonestack direttamente sui potenziometri. A questo punto è stato assemblato tutto di nuovo, e alla prima accensione il risultato è stato assai più gradevole, ma non ancora perfetto. Ci stavano ancora degli accorgimenti da prendere. I supporti delle pcb per esempio erano in metallo ed erano a contatto con la massa sul circuito, e al tempo stesso erano a contatto con lo chassis: questo genera dei loop di massa! In questo caso la soluzione è stata semplicissima: è bastato sostituire i supporti con altri uguali ma in materiale plastico. Anche con questo accorgimento i risultati sono stati notevoli, ma non hanno eliminato tutti i problemi. Cosa c'era ancora che non quadrava? Tutto il rumore di tipo "hum" era andato via, i rumori tipo "shhh" e "hisss" non c'erano. Vittoria! L'ampli suona bene, ma ho deciso di sostituire il cono jensen da 10" con un cono weber da 12" in alnico, come il progetto originale, tuttavia non sono del tutto soddisfatto. L'ampli non suona proprio come immaginavo. E' bello, non c'è niente da dire, sicuramente sopra la media e sono molto molto contento, ma non è uguale al fender che ho provato. Non saprei a cosa imputare questa cosa. Le valvole sono di buona qualità, non sono NOS, ma sono selezionate e di buona marca. Il bias è regolato correttamente, il cono che ho scelto da quel che ho sentito per i fender è il top. Allora cos'è? Sinceramente non ho una risposta. Le resistenze che ho usato sono esteticamente come quelle del mio pro reverb del 75, e anche i condensatori mallory 150 si rifanno a quelli in qualche modo. Ho pensato al trasformatore di uscita.. potrebbe essere lui il responsabile? Sicuramente il trasformatore di uscita ha un ruolo fondamentale nella riuscita di un amplificatore, e comincio a pensare che il cuore di un ampli sia lì, dopotutto io non ho ordinato un CLONE del trasformatore originale, ma semplicemente un trafo di uscita indicando solo impedenza di ingresso, di uscita, e potenza, tra l'altro sovradimensionata.. è ovvio che suoni diverso. Forse è vero che negli ampli blackface ci sta qualcosa di magico! Una cosa che ho notato è che l'ampli non ha una riserva di clean ampissima, ma satura in modo particolare e credo che la saturazione venga dalla phase inverter quando riceve con un livello troppo alto. Comunque è molto bello quando satura, e in "triode" anche se perde un pò di definizione è più gestibile, anche se la differenza di volume fra pentode e triode è ridicola. E' più interessante come cambio di sound piuttosto che come dimezzamento della potenza che si avverte solo come leggera riduzione della proiezione del suono e minore presenza. Il tonestack lavora bene, io ho aggiunto il potenziometro dei medi, usando lo schema del tonestack dei modelli successivi.. che è identico a parte il pot dei medi, e poi utilizzando il tonestack calculator ho fatto qualche prova per vedere in che modo avrei potuto simulare il tonestack con i soli controlli di alti e bassi, e basta portare a un estremo (non ricordo se al massimo o al minimo adesso) il pot dei medi, quindi è ininfluente come modifica se si vuole una risposta come il "blackface", ma aggiunge qualche possibilità in più se serve. Queste considerazioni riguardavano solo il canale "fender deluxe", perchè invece per quanto riguarda il canale "2203" il discorso è diverso. La cosa che si nota subito è una maggiore presenza, dovuta penso alle due valvole di preamp invece dell'unica del canale fender. Il tonestack è diverso, e si sente molto, e in più suona tutto più aperto e con meno basse. Ho notato che è leggermente meno silenzioso questo canale, anche perchè ha più gain, e con tutti i controlli al massimo ha un suono veramente hard rock. E ammetto di aver avuto il coraggio di mettere tutto al massimo.. cosa che non ho mai fatto con la SLO perchè sentivo la cassa che non reggeva nonostante sia fatta per reggere 120W in teoria. Suona bene con pickups humbucker, mentre con i single coil è un pò troppo "lametta". Tengo i toni abbastanza chiusi e ottengo un buon compromesso. Il carattere della 2203 che mi piace è che è "secca". Era proprio il risultato che volevo ottenere, era quello che mi aveva colpito e che mi piaceva per i suoni hard rock tipo AC/DC per capirci. Ma appena chiudo leggermente il tono della chitarra il suono diventa più smooth e si presta a fare soli un pò alla john mayer. Devo dire che anche nella configurazione 1x12" non mi ha deluso per niente anche in sala prove (La sala dove provo io è un ex studio di registrazione, la sala è molto molto grande, sarà sugli 80mq con un tetto alto 6m e un acustica fantastica, quindi si suona bene con qualunque volume, non mi riferisco a un garage adattato a sala prove in cui anche con la 4x12" si finisce a fare la guerra di volume con la batteria) in cui riesco a suonare rock/blues senza alcun problema. Suonando pop non ce la faccio, il clean non è abbastanza presente e tende a saturare se alzo di più, ma sono convinto che in configurazione 2x12" potrei suonare anche con un clean sufficientemente alto. Ho una tavola di mogano già tagliata perfettamente con gli incastri finger joint per fare l'extension cabinet e sto meditando di farlo in questi giorni, perchè così potrei usarlo nei locali tranquillamente. Tanto mi servirebbe solo il cono, la spesa per il resto ormai l'ho fatta. Probabilmente utilizzerò un cono di diverso tipo, sia per limitare la spesa, sia per aumentare l'headroom di cui il cono alnico non è proprio provvisto. Ecco il risultato finale dei miei sforzi durati diversi mesi. La spesa non è stata affatto irrisoria, ma in compenso ho un amplificatore fantastico, che ho sognato per tanto tempo! Per eventuali domande non esitate a contattarmi: [email protected] Ciao, Paolo (Nut) Nicotra.