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n. 2 / 22 marzo 20
estratto da www.dday.it
p.
EDITORIALE
Io sono giapponese
Noi tutti siamo inevitabilmente in grande vicinanza
affettiva con il Giappone. Da
lì sono arrivate le più grandi
innovazioni nel mondo
dell’elettronica ed è singolare se si pensa che il nostro
mercato nasce praticamente
nell’immediato dopoguerra; una guerra, la Seconda
Guerra Mondiale, dalla
quale il Giappone era uscito
duramente sconfitto. Ciò non
ha impedito a questa nazione
circondata dal mare di arrivare in tutto il Mondo rendendo
famosi i suoi marchi: Canon,
Fujifilm, JVC, Nikon, Panasonic, Pioneer, Sanyo, Sharp,
Sony, Toshiba, Yamaha, tanto
per citarne alcuni. I giapponesi sono forti, compatti,
motivati, con un senso del
dovere e della responsabilità
che dalle nostre parti è merce
rara, se non del tutto estinta.
Vedere cosa è successo pochi
giorni fa, tra terremoto e
tsunami è stato terribile ed
emotivamente coinvolgente,
in particolar modo per me
che ero rientrato proprio
dal Giappone da sei giorni.
Abbiamo visto i loro palazzi
uscire praticamente indenni
da una scossa che da noi
avrebbe cancellato intere città;
abbiamo visto i giapponesi
durante il terremoto sempre
calmi e mai in preda al panico; abbiamo visto lo tsunami,
evidentemente non previsto
in questa dimensione, far
fuori intere città costiere;
abbiamo anche ascoltato i
resoconti giornalistici che
non danno notizia di alcun
fenomeno di sciacallaggio o
speculazione. Il Giappone è
molto diverso dall’Italia: per
questo è bello visitarlo. E per
questo si rialzerà ancora una
volta. E, per parafrasare Kennedy a Berlino, affermo con
forza: “Io sono giapponese!”.
Gianfranco Giardina
AUDIO VIDEO / Il 2011 è l’anno delle Smart TV, le soluzioni sono veramente tante e con qualche limite
Smart TV, vi aiutiamo a scegliere bene
Abbiamo analizzato le piattaforme Smart TV presentate quest’anno dalle case produttrici e che stanno arrivando
Valutate (con tanto di voti) le principali funzioni: le possibilità di sviluppo non mancano ma si potrebbe fare meglio
di R. Pezzali
Q
uest’anno la parola d’ordine
è Smart TV: sia che si scriva
attaccato o staccato, il concetto di TV intelligente connessa al
web è la scommessa dei produttori
per il 2011.
Una scommessa davvero difficile,
molto più del 3D e di altre tecnologie,
a causa della sua natura più complessa e slegata dal prodotto.
La Smart TV, infatti, per essere venduta dev’essere spiegata in negozio, dimostrata con un TV connesso
a Internet (e non sempre nei negozi
si trovano TV connessi in rete) e soprattutto supportata da una serie di
servizi che in Italia arrancano, perché la nostra lingua non aiuta, ma
anche perché la miopia di chi detiene i diritti dei contenuti audio-video
ha impedito alle aziende di guardare con interesse ai nuovi mezzi di
distribuzione, rimanendo focalizzate ancora su un modello di mercato,
quello del supporto, che invece è in
continuo ed inesorabile declino.
Abbiamo quindi deciso di realizzare
una specie di mappa che vi possa
guidare nel mondo delle Smart TV,
guida nella quale abbiamo analizzato i vari aspetti delle piattaforme,
tra app, servizi, funzioni aggiuntive
e versatilità. Abbiamo purtroppo
dovuto dividere la nostra guida in
base ai produttori perché l’assenza
di uno standard comune ha fatto in
modo che ognuno sviluppasse la
propria piattaforma Smart TV, ciò ha
portato un’inevitabile conseguenza:
la totale assenza di dialogo tra le diverse piattaforme.
Tutti questi sistemi sono completamente aggiornabili, lasciando
aperti notevoli spiragli di miglioramento; nel corso dell’anno potrebbero quindi arrivare nuovi servizi e
aggiornamenti di cui al momento
ovviamente non possiamo essere a
conoscenza.
segue a pag. 3
AUDIO VIDEO / Botta e risposta tra i due colossi, chi ha ragione?
Panasonic attacca il 3D polarizzato
LG Italia risponde colpo su colpo
Durante il nostro tour in Giappone abbiamo ascoltato i tecnici Panasonic
LG Italia, per bocca del direttore marketing, affida a DDAY.it la sua replica
di C. Stellari
I
l 3D piace, ma gli occhiali attivi
costano (parecchio) e fanno lievitare il prezzo di acquisto del sistema, specie considerando che ne
occorrono almeno un paio per ogni
componente del nucleo famigliare.
Per risolvere il problema LG propone
il sistema polarizzato: un filtro posto
davanti allo schermo del TV permette di ottenere due quadri destinati al
nostri occhi, visibili in modo separato
indossando appositi occhiali, ottenendo così l’effetto 3D. I costi si riducono perchè gli occhialini sono più
semplici, non utilizzano schermi LCD
per oscurare in modo sincronizzato
la visione dell’occhio destro e sinistro
ma semplici lenti, risultando più leg-
geri e confortevoli, vantaggi non da
poco, quindi.
Ma ci sono anche alcuni svantaggi,
almeno secondo i tecnici giapponesi
di Panasonic, svantaggi che ci hanno
puntualmente elencato in occasione
della nostra visita agli stabilimenti in
giappone. Ovviamente LG non ci sta
e Andrea Marino, direttore marketing
di LG, in un’intervista risponde alle
motivazioni addotte da Panasonic. Se
volete saperne di più non vi resta che
saltare a pagina 5 per leggere i nostri
articoli, se desiderate approfondire
potete anche leggere la nostra prova del TV LG LW650G con sistema 3D
polarizzato, accessibile selezionando
questo link. Buona lettura.
IN QUESTO NUMERO...
 Inchiesta: gli italiani e
lo smartphone pag. 2
 LG e Sony pronte ad
essere amiche pag. 3
 Philips, tutte
le novità 2011 pag. 7
 I TV Panasonic si controllano con l’app pag. 11
 Denon, tre modelli di
cuffie per tutti pag. 12
 I giochi 3D sulle console deludono pag. 15
 Nuovo Windows Phone
il prossimo anno? pag. 19
 Fotografie creative con
iPhone e Android pag. 20
 Anche Canon abbraccia
Thunderbolt pag. 22
 Little Big Disk, il primo
Lacie Thunderbolt pag. 23
 Test: Netgear Wi-Fi
Internet Adapter pag. 25
 Test: Acer Iconia, due
touch per il futuro pag. 27
 Test: Mac Book Pro 17”
il professionista pag. 28
 Giappone, l’impatto
sull’hi-tech pag. 29
n. 2 / 22 marzo 20
estratto da www.dday.it
PEOPLE & MARKET / Gli italiani sono telefonino-dipendenti, ma soprattutto tra i più giovani lo smartphone è ancora poco interessante
p.2
Gli italiani e la tecnologia: come usate lo smartphone?
Lo abbiamo chiesto a voi, raccogliendo le impressioni nel centro di una grande città come Milano e le sorprese non sono certo mancate
di M.C. Candiago, P. Centofanti
I
l cellulare sembrerebbe il gadget
tecnologico più diffuso tra gli italiani (89,5% degli italiani secondo
un’indagine ISTAT del 2010 ne possiede almeno uno) e il più utilizzato,
al primo posto nella tecno-lista degli
apparecchi presenti nelle nostre case
e nelle nostre vite, come TV, PC, console e in genere altri device per l’intrattenimento domestico. Sarà anche
vero che gli italiani sono un popolo
di telefonino-dipendenti, ma quanto
conosciamo davvero il nostro gadget
preferito? E soprattutto, lo utilizziamo
al massimo delle sue potenzialità? Lo
conosciamo insomma davvero così
bene? Chiedendolo direttamente alla
gente, abbiamo scoperto che non è
proprio tutto così scontato…
Siamo andati in centro a Milano per
sondare il rapporto tra gli italiani e la
tecnologia, ponendo delle semplicissime domande a chi ci ha concesso
gentilmente un po’ del suo tempo:
possiedi un cellulare o smartphone?
E quanto lo conosci? Le risposte ci
hanno un po stupiti: tra gli intervistati appartenenti alla fascia più giovane
(tendenzialmente non ancora in età
lavorativa) pochi hanno dichiarato di
possedere uno smartphone, mentre
molti hanno ancora un cellulare “normale” con il quale sostanzialmente
telefonano.
Pochi però tra i giovanissimi si sono
detti interessati a possederne uno.
Sanno di che cosa si tratta e conoscono le funzioni base dello smartphone; dovendo indicare un modello, è
proprio il telefono di Apple a farla da
padrone: chi possiede ancora un cellulare “di vecchia generazione” ed è
aperto all’acquisto di uno smartphone, dichiara di voler acquistare proprio
il famoso telefonino Apple.
Fanno eccezione gli stranieri (per lo
più americani quelli che abbiamo incontrato) tra i quali è stato più facile
trovare chi avesse uno smartphone.
Sale l’età degli intervistati, e aumenta anche la probabilità di incontrare
chi possiede uno smartphone: anche
qui a fare la parte del leone è sempre
“lui”, l’iPhone, solo un intervistato ha
dichiarato di possedere un BlackBerry, mentre qualcun altro possedeva
smartphone Nokia. Sembra incredibile
(e probabilmente è stato un caso) ma
in tutta la giornata non siamo riusciti
a incontrare qualcuno con uno smartphone Android. Chi possiede un
iPhone, inoltre, sembra essere tendenzialmente più interessato al download
delle apps - in generale piacciono
di più quelle gratuite - rispetto a chi
possede altri tipi di telefoni. Infine, alla
possibilità di poter utilizzare il cellulare
anche per effettuare piccoli pagamenti quotidiani (come fanno già alcuni
modelli di telefoni Samsung, BlackBerry…), molti intervistati hanno espresso
sincero interesse o comunque curiosità e pochi hanno manifestato dubbi
sulla reale utilità di questa ulteriore
potenzialità del telefonino, e c’è anche
chi considera questa caratteristica da
sola in grado di giustificare l’acquisto
di uno smartphone.
Insomma, l’impressione è che tutti
hanno un telefonino, ma in realtà in
pochi sembrerebbero essere davvero
interessati a utilizzarlo per fare qualcos’altro oltre che telefonare: ovviamente non possiamo parlare di un
campione statisticamente significativo,
ma chi non ha ancora uno smartphone sembra accontentarsi di quello che
ha già ignorando, o comunque giudicando poco interessante, quello che
uno smartphone gli consentirebbe di
fare. Un atteggiamento curiosamente
molto diffuso soprattutto tra i più giovani che spesso vengono dipinti come
i più “smanettoni”.
Insomma, lo smartphone piace soprattutto a chi ce l’ha già.
video
Sul canale DDAYVideo di YouTube è stato pubblicato il video dell’intervista che abbiamo realizzato sull’utilizzo degli
smartphone. Clicca qui per andare direttamente al video.
“....Non possiedo
uno smartphone e
non sono interessata ad acquistarlo,
preferico spendere
i miei soldi in modo
diverso, per altre
cose....”
“....Uso il telefono
solo per chiamare,
mi basta questa
funzione. Poter fare
dei micropagamenti mi pare una cosa
sensata....”
“....Non ho uno
smartphone ma
un iPhone lo comprerei volentieri.
La funzione NFC
la valuto molto
interessante e
comoda....”
“....abbiamo iPhone e lo utilizziamo
principalmente
per le mail, per lavorare da remoto,
app varie specie
quelle gratuite,
l’ultima scaricata è
il Sudoku.... “
“...Ho un BlackBerry, lo uso per comunicare, per lavoro
e per messenger.
Scarico molte app,
l’ultima è stata DJ.
Il backup lo faccio
ogni due giorni....”
n. 2 / 22 marzo 20
estratto da www.dday.it
PEOPLE & MARKET / LG Display punta a stringere un accordo per fornire i pannelli LCD a Sony
LG e Sony, quasi pronte a fare amicizia
Nonostante la battaglia a suon di brevetti LG sarebbe pronta a fornire a Sony i pannelli per i TV di grandi dimensioni
di A. Spaziani
D
opo le dispute tra i due giganti per i diritti sul Blu-ray, di
cui potete leggere gli sviluppi
in questa stessa pagina, che hanno
portato anche a momentanei blocchi dell’importazione delle PS3 nel
vecchio continente, il Korea Times
riporta una dichiarazione dell’amministratore delegato di LG Display,
Kwon Young-soo, che a margine di
un forum tecnologico a Seoul avrebbe rivelato: “Stiamo negoziando con
la Sony per ampliare le nostre forniture
di LCD con quelli di grandi dimensioni”,
non volendo fornire altri dettagli e
specificando che l’accordo non è ancora stato firmato.
A gennaio erano ripresi dopo sei anni
i rapporti tra i due colossi per le forniture di LCD per dispositivi mobili e
di piccolo e medio taglio prodotti da
LG. Questo nuovo cliente potrebbe
far pendere l’ago della bilancia dalla
parte di LG nello scontro con il suo
diretto concorrente Samsung a cui lo
scorso anno ha già tolto una buona
fetta di mercato nel settore TV. Apple, altro grosso cliente, ha inoltre
confermato nel suo iPad 2 lo schermo da 9,7 pollici già adottato dal pri-
mo modello. Kwon
Young-soo è fiducioso sulla riuscita
del nuovo prodotto che si annuncia
come un best seller
e che farà la fortuna
anche della divisione display del gigante coreano.
Altra indicazione
che arriva dall’AD
di LG Display è che
la richiesta di LCD
con funzioni avanzate come 3D e
retroilluminazione a LED è in crescita
esponenziale: ad esempio la domanda in Cina è stata, durante i 5 giorni
di festa per il nuovo anno lunare, pari
a quella dell’intero anno precedente,
facendo intravedere una vera svolta
nella vendita di schermi piatti per
l’ultimo quarto del 2011.
“Conosciamo tutte le polemiche legate
alla sicurezza che riguardano i televisori e le tecnologie 3D. Siamo pronti a
dimostrare al mondo che noi abbiamo
la soluzione che potrebbe calmare le
preoccupazioni circa la salute e la qua-
PEOPLE & MARKET
Le Sony PS3 “sdoganate” e LG multata
La disputa LG/Sony per i brevetti Blu-ray sulle PS3 è giunta a
una brutta svolta per LG , ma la battaglia legale non finisce qui
di M. C. Candiago
Ne avevamo già parlato, ma il match tra i due giganti asiatici Sony e LG per
la questione di violazione di brevetti sulla tecnologia Blu-ray impiegata sulla
PS3 è giunta a un nuovo round. Come abbiamo già riportato, 300mila PS3 si
trovano bloccate alla dogana olandese, ma ora parrebbe essere giunta una
svolta importante per Sony. La legge prevede che i beni sequestrati possano
essere trattenuti in dogana per un periodo di 10 giorni ma se l’accusa dovesse
dimostrarsi infondata, allora LG dovrebbe rispondere in questo caso dei costi dell’azione legale e delle perdite economiche inflitte a Sony dal ritiro delle
console dal mercato per tutto quel tempo. Il risultato di questa prima battuta
è che LG dovrà quindi restituire immediatamente tutte le console sequestrate
e per di più pagare a Sony una multa di 130mila euro, con l’aggiunta di un’ ulteriore ammenda di 200mila euro per ogni giorno di ritardo nella restituzione
delle PS3! Nonostante questo primo smacco, per ora non sembra che LG abbia
intenzione di lasciar perdere il colpo e la battaglia legale tra i due colossi potrebbe avere presto altri risvolti su altri fronti legali. To be continued…
lità dell’immagine”, altra dichiarazione
che lascia intravedere la sicurezza
negli sviluppi di LG delle TV 3D con
il nuovo Film-type Patterned Retarder (FPR). Questa tecnologia è alla
sua seconda implementazione, impiega un film sul pannello LCD che
polarizza attivamente l’immagine e
permette l’utilizzo di occhiali passivi
senza però perdere risoluzione e secondo LG, permetterà di eliminare il
“crosstalk” e il flickering, che rimangono i maggiori limiti dei TV 3D con
tecnologia LCD.
p.3
PEOPLE & MARKET
Western Digital
acquisisce
Hitachi GST
Grande cambiamento di equilibri
nel mercato degli Hard Disk.
Western Digital, la società
californiana famosa nel mondo
per la produzione di Hard Disk
e supporti ottici di memoria, ha
concretizzato l’acquisto di uno
dei suoi principali competitor,
Hitachi GST, per la cifra di 4.3
miliardi di dollari.
Nel dettaglio, la transazione sarà
eseguita con 3.5 miliardi di dollari
in denaro liquido e 750 milioni in
azioni della WD.
Il presidente di Hitachi GST,
Steve Milligan, probabilmente
affiancherà il suo collega della
Western Digital nella scelta delle
future strategie di mercato.
Questa mossa aziendale fa
seguito a quella di Seagate, l’altro
gigante del settore, che nel 2005
aveva acquistato Maxtor per 2
miliardi di dollari, divenendo la
società leader nella produzione
di supporti di memorizzazione
di massa. Cosa significa questa
mossa per i consumatori
(oltre all’instaurazione di un
duopolio) è presto per dirlo, ma
sicuramente ci attendono diverse
novità a partire dal prossimo
semestre.
PEOPLE & MARKET / Vendite record per il dispositivo per Xbox 360
Microsoft da Guinness con Kinect
Oltre 130.000 unità vendute al giorno, il dispositivo per Xbox è il prodotto
elettronico più venduto nei primi 60 giorni dalla commercializzazione
di A. Lojacono
F
in dal suo ingresso sul mercato
Kinect per Xbox 360 di Microsoft
è stato un grande successo, ma
forse in pochi pensavano che avrebbe
raggiunto un vero record mondiale
entrando nel “Guinness World Records”: è infatti il prodotto di elettronica
di consumo più venduto nei primi 60
giorni di commercializzazione; dal 4
novembre 2010 al 3 gennaio 2011 ha
venduto un totale di 8 milioni di unità
con una media di oltre 130mila al giorno. Facendo una stima fino ad oggi,
Microsoft ha comunicato che la cifra
è aumentata, infatti sono stati venduti ben 10 milioni di sensori Kinect nel
mondo.
Lo schiacciante
successo è
confermato anche
dalla vendita di più
di 10 milioni di giochi. E questo dato
non è dovuto al fatto che ogni Kinect venduto ha in bundle un gioco
e quindi è molto facile raggiungere
tale cifra, perché il conto dei giochi
venduti è stato formulato basandosi
su quelli venduti separatamente, non
in bundle con l’apparecchio.
n. 2 / 22 marzo 20
estratto da www.dday.it
AUDIO VIDEO / Il sistema 3D migliore è quello con occhiali attivi, questo almeno è il pensiero dei tecnici giapponesi
p.
Panasonic “smonta” il 3D polarizzato, troppi limiti
Nel tour guidato presso il quartier generale di Panasonic a Osaka i tecnici ci hanno elencato i compromessi della soluzione con polarizzatore, vediamoli
di G. Giardina
P
anasonic non crede nel 3D con
occhiali polarizzati. Durante il
seminario che DDAY.it ha seguito presso il quartier generale di
Osaka, la società ha chiarito perché
ritiene che il 3D senza occhiali attivi,
quello proposto da LG sotto il nome
di 3D Cinema tanto per intenderci,
sia fortemente limitante, adducendo
quattro motivazioni, vediamole in
dettaglio.
Angolo di visione ridotto: ovviamente gli ingegneri Panasonic si riferiscono all’angolo verticale. In effetti, come
anche già anticipato da DDAY.it dopo
la visione dei primi prototipi, il sistema 3D Cinema di LG, che prevede
l’applicazione di un filtro polarizzato a
righe alternate direttamente sul pannello LCD, è molto sensibile al corretto posizionamento verticale dello
spettatore. Se si guarda il TV da una
posizione non centrata sulla verticale
(quindi troppo alto o troppo basso)
si vedono comparire alcuni sdoppiamenti dell’immagine sicuramente
fastidiosi. È un limite di certo, ma se si
guarda il TV dalla stessa altezza dello
schermo, il crosstalk è completamente assente.
Deterioramento dell’immagine in
2D: l’applicazione del filtro, secondo
quanto affermato da Panasonic, sarebbe di nocumento alla qualità di
visione a occhio nudo di materiali in
2D. Non è stato chiarito però il perché
ci sarebbe questo presunto deterioramento e neppure è possibile dimostrare che ci sia.
Luminosità ridotta fino al 50%: il filtro polarizzato assorbe una parte della
luce rendendo il TV meno luminoso e
parallelamente anche meno efficiente
dal punto di vista energetico. La per-
centuale di assorbimento dichiarata
da Panasonic ci sembra un po’ troppo
alta, ma l’effetto c ‘è sicuramente.
I pannelli utilizzati rischiano di essere di “serie B”: questa è un’argomentazione che non regge completamente
ma che sicuramente pone una riflessione. Il discorso è questo: con gli occhiali polarizzati non servono pannelli
LCD particolarmente veloci visto che
la scansione resta a 50 Hz. C’è quindi il
rischio - tutto da dimostrare - che chi
realizza TV 3D con filtro polarizzatore
frontale possa essere tentato, per contenere i costi, di utilizzare pannelli di
vecchia generazione e quindi meno
performanti.
Alla fine Panasonic non esclude che
il TV 3D con occhiali polarizzati possa
avere un ruolo nel panorama della TV
tridimensionale, ma limitato ad alcuni
ambiti, come per esempio l’utilizzo in-
dustriale o con pubblico numeroso (a
causa del costo trascurabile degli occhiali) oppure, in futuro, nella gamma
entry level (visto che è possibile usare
pannelli meno sofisticati). La società
ha comunque confermato che non
ha piani che prevedono di adottare i
TV con occhiali polarizzati e che continuerà a proporre la soluzione con
occhiali attivi.
AUDIO VIDEO / LG affida a DDAY.it la risposta alle dichiarazioni di Panasonic da noi raccolte in merito alla tecnologia 3D con occhiali polarizzati
LG replica a Panasonic: Cinema 3D è molto meglio
In un’intervista Andrea Marino, direttore marketing di LG, fa il punto sulla situazione e ribatte colpo su colpo alle dichiarzioni dei tecnici giapponesi
di G. Giardina
C
ome si può leggere nella news
pubblicata qui sopra, Panasonic ha elencato alcuni motivi
per i quali, a loro avviso, la soluzione
Cinema 3D non sarebbe soddisfacente. LG Display, già al CES 2011
di Las Vegas aveva chiarito, da parte
sua, quelli che ritiene essere i punti
di forza della loro tecnologia.
LG Italia ci ha chiesto di poter replicare alle affermazioni fatte dai tecnici di Panasonic. Per questo motivo
abbiamo incontrato Andrea Marino,
direttore marketing della società,
che in questa intervista ci espone il
suo pensiero.
DDAY.it: Panasonic, in un incontro
presso il quartier generale di Osaka
al quale abbiamo partecipato, ha
mostrato un vostro TV con tecnologia Cinema 3D identificandone alcuni limiti…
Andrea Marino: “In realtà noi siamo
contenti che si stia aprendo un dibattito sul Cinema 3D, è segno del grande
interesse che suscita anche in molti
dei nostri concorrenti che ad oggi non
dispongono di questa tecnologia. Permettetemi la battuta, ma mi sembra
un po’ il gioco della volpe che non
riesce ad arrivare all’uva e quindi dice
che è marcia. In ogni caso ogni nostra
innovazione è realizzata con in mente
i vantaggi per l’utilizzatore, è questo il
nostro unico e inappellabile giudice;
sarà il consumatore a giudicare. Noi
stiamo realizzando tantissime aree
esperienziali su tutto il territorio nazionale per far provare la tecnologia
Cinema 3D e invitiamo chiunque sia
curioso e aperto alle novità a provarlo
nei negozi. Mettetevi gli occhialini e
guardate: questo è il solo giudizio che
conta!”.
DDAY.it: Panasonic ha affermato
che l’angolo di visione verticale in
cui l’immagine è di qualità sarebbe
limitato e basta guardarlo da una
posizione più alta o più bassa dello
schermo per avere un consistente
crosstalk. Siete d’accordo?
Marino: “Il Cinema 3D è la seconda
generazione del 3D (dopo quello ad
occhiali attivi, ndr) proprio perché
risolve i principali problemi di angolo
di visuale orizzontale, che peraltro si
riscontrano con molti prodotti attuali. Oggi, con la TV 3D tradizionale, se
ci sono diversi spettatori, quelli nelle
segue a pag. 6
n. 2 / 22 marzo 20
estratto da www.dday.it
p.6
AUDIO VIDEO
AUDIO VIDEO
LG replica a Panasonic
segue da pag. posizioni più angolate sperimentano
non pochi problemi. I nuovi Cinema
3D di LG offrono un’ampiezza di visione 3D quasi a 180 gradi, con massimo
effetto 3D da qualsiasi posizione…”
DDAY.it: Ma il problema dell’angolo
verticale?
Marino: “Il problema dell’angolo verticale è in realtà un non-problema,
semplicemente perché si riscontra
solo in condizioni non realistiche, ossia estrema vicinanza al televisore e
angolazione spinta, condizioni in cui
anche i TV 3D di prima generazione
hanno una performance 3D scadente
a causa della vicinanza dallo schermo.
In condizioni reali, ossia a distanze di
circa 2 metri dallo schermo, la visione
è assolutamente perfetta, senza problemi di angolazione verticale. Anzi,
direi che la visione 3D è molto migliore
della maggior parte dei TV attuali.”
DDAY.it: In negozio magari capita
di vedere un modello da distanze
ravvicinate…
Marino: “Bisogna sempre pensare a
quelle che saranno le condizioni reali
di utilizzo e cercare di simularle in negozio e su queste fare il confronto. Tra
le altre cose, nella visione domestica
reale, può capitare che non si tenga
lo sguardo fisso allo schermo: ci si distrae, si guarda il telefono, si manda
un messaggino, ci si alza un attimo. E
se ciò viene fatto con i TV 3D di prima
generazione, si rischia di perdere la
sincronizzazione tra TV e occhialino.
Solo con la nuova tecnologia Cinema
3D, gli occhialini non sono elettrici, per
cui oltre a un maggiore comfort è possibile fare tutte le cose che una persona comune fa mentre guarda un film”.
DDAY.it: Un altro punto sollevato
da Panasonic riguarda la visione in
2D, che sui TV Cinema 3D sarebbe
qualitativamente inferiore…
Marino: “Anche questa obiezione è
assolutamente falsa. È vero piuttosto
il contrario, la qualità è sempre massima. Quando il TV riproduce le immagini in 2D il filtro dei nostri schermi Cinema 3D è assolutamente trasparente
e quindi non modifica in nessun modo
l’immagine”.
DDAY.it: Ma la luminosità non viene
un po’ abbattuta dal filtro?
Marino: “No, la luminosità è perfetta.
Innanzitutto il filtro LG è di tecnologia avanzatissima, fatto da materiali
di ultima generazione e di spessore
paragonabile a una pellicola. Inoltre,
durante trasmissioni in 2D, il filtro è
totalmente trasparente, quindi non
produce alcun effetto. Durante le trasmissioni in 3D, il software gestisce automaticamente la luminosità tenendo
conto dell’utilizzo con gli occhiali, in
modo da produrre comunque un risultato finale perfetto”.
DDAY.it: Quindi il consumo energetico in una visione 2D viene aumentato con questa tecnologia?
Marino: “Parlando di risparmio energetico, tutti i TV Cinema 3D - così
come tutti i nostri televisori - hanno
un’efficienza energetica ai massimi
livelli del mercato. Essi sono dotati di
un’apposita funzione di energy saving che può automaticamente impostare i parametri del TV in modo da
raggiungere risparmi energetici fino
al 70% rispetto ai settaggi standard
mantenendo al top le prestazioni di
immagine. Infine, LG dichiara apertamente i consumi dei propri TV e si
può verificare che il TV Cinema 3D ha
un consumo medio esattamente pari
a un TV non 3D (a parità di altre caratteristiche). Piuttosto è vero che con
i TV 3D tradizionali, per colpa del forte
abbattimento di luminosità degli occhiali con otturatore attivo, la visione tridimensionale richiede un forte
aumento della luminosità e quindi
un incremento dei consumi in questa
modalità”.
DDAY.it: Panasonic sospetta anche
che sui TV Cinema 3D possano essere
montati pannelli di “serie B”, visto che
questa tecnologia non richiede il raddoppio della velocità di scansione…
Marino: “Come prima cosa voglio
dire, per chi non lo sapesse, che LG è
un’azienda leader a livello mondiale nella produzione di pannelli LCD
e plasma; molte aziende produttrici
nostre concorrenti sul mercato commerciale acquistano pannelli realizzati da LG, ci tengo che questo punto
sia noto. Nel merito, i nostri TV Cinema 3D utilizzano soltanto i migliori
pannelli esistenti sul mercato. Se noi
pensiamo ai TV 3D tradizionali, con
gli occhiali con l’otturatore, non solo
l’occhio percepisce una sorta di sfar-
fallio che determina stanchezza dopo
pochi minuti, ma di fatto ha una percezione dimezzata della frequenza del
pannello. Una cosa vera è che la tecnologia Cinema 3D consente l’utilizzo
di un ampio range di pannelli e non
vincola più alla scelta dei soli pannelli
a frequenza elevata, ma questo non è
un limite della nostra tecnologia ma
la risoluzione di un problema di quella tradizionale”.
DDAY.it: Pensate quindi anche voi
di allestire agli eventi di presentazione e alle conferenze stampa delle dimostrazioni fianco a fianco tra
i vostri TV Cinema 3D e quelli della
concorrenza?
Marino: “Non è nel nostro stile e
non lo faremo. Anche perché siamo
convinti che la differenza di qualità
d’immagine e di comfort di visione dei
nostri TV Cinema 3D sia tale da convincere i consumatori anche senza un
confronto ‘side-by-side’”.
DDAY.it: Si è parlato anche di una
nuova generazione di TV 3D con
occhiali polarizzati realizzata utilizzando non più i filtri statici su righe
alternate ma un grande filtro attivo
su tutta la dimensione dello schermo, eliminando così anche il limite
della risoluzione…
Marino: “Se ne parla, ma siamo ancora lontani dalla realizzazione di un
prodotto commerciale con questa
tecnologia. Anche perché abbiamo
ottenuto tutte le certificazioni per
considerare i nostri attuali TV Cinema 3D pienamente Full HD. Infatti le
due immagini provenienti dall’occhio
destro e dall’occhio sinistro vengono riunite dal cervello a ricomporre
un’immagine pienamente Full HD (le
argomentazioni tecniche portate
da LG a supporto di questo punto di vista verranno esposte in un
successivo articolo, ndr). Insomma,
non a caso definiamo la tecnologia
Cinema 3D la ‘seconda generazione
del 3D’, che risolve i problemi dei TV
3D attuali e di occhialini elettronici.
Nessuna batteria, nessuna necessità
di ricarica, nessun effetto sfarfallio,
nessuna stanchezza agli occhi; in
più gli occhiali sono gratis. Siamo
davvero di fronte a una qualità e un
comfort di visione davvero impressionanti: provare per credere. Chi lo ha
già fatto ce lo ha confermato senza
alcun dubbio”.
Il futuro del 3D?
Forse è in una
palla di vetro
Se siete stanchi del solito 3D
ballerino e volete liberarvi del
pesante fardello degli occhialini
potreste provare la Holoart
Crystal Display Ball
di G. De Gaetani
Il curioso dispositivo, in vendita sul
sito giapponese www.japantrendshop.com, riproduce una qualsiasi
fonte video in un ologramma dentro una sfera. Le dimensioni dell’ologramma sono lillipuziane viste
le modeste dimensioni della sfera
(appena dieci centimetri di diametro), tuttavia, secondo il venditore,
la “boccia”, posizionata strategicamente all’interno di un locale pubblico, dovrebbe garantire, grazie
allo spettacolare effetto riprodotto,
un richiamo per i clienti assicurando
così affari sicuri. Nulla vieta, precisa il
venditore, di poter utilizzare la magica sfera anche per vedere film, foto
e videogame. Il curioso dispositivo
è infatti dotato di un tradizionale
ingresso video per il collegamento
di qualsiasi sorgente. Purtroppo, a
dispetto delle modeste dimensioni,
il prezzo non è alla portata di tutti:
quasi 5 mila dollari!
n. 2 / 22 marzo 20
estratto da www.dday.it
AUDIO VIDEO / Presentata in un evento ufficiale a Barcellona la gamma di TV del costruttore europeo, ecco tutte le novità
p.
Philips: un 20 tutto all’insegna di 3D e Smart TV
Le serie 9000, 8000 e 7000 si rinnovano nel design e nelle funzionalità, arriva anche un TV in formato 21:9 un po’ più piccolo e con 3D polarizzato
di R. Pezzali
P
hilips toglie i veli alla gamma
2011. L’azienda europea infatti, non esponendo al Ces di
Las Vegas, organizza un’esposizione
europea a Barcellona per mostrare i
nuovi prodotti. DDay.it ovviamente
è presente per raccogliere le prime
impressioni e sensazioni d’uso.
Prima di tutto però vediamo le caratteristiche e le novità principali
della gamma di TV, le nuove serie
6000, 7000, 8000 e 9000.
Smart TV, quattro funzioni
Smart TV è un concetto che racchiude quattro diverse funzionalità: Simply Share, Net TV, Control e Program.
Simply Share è legato alla connettività: i nuovi TV Philips sono DLNA
per connettersi alla rete domestica
con funzione Media Connect per
riprodurre via Wi-Fi tutto ciò che
viene visualizzato sul desktop di un
computer, che sia un gioco o un programma.
Net TV è la versione più evoluta della Internet TV dello scorso anno, ma
con nuove applicazioni e nuovi widget.
Con Control Philips fa riferimento alla
possibilità di controllare TV e altri
dispositivi tramite applicazioni per
iOS e Android: saranno disponibili
apps per i più comuni smartphone
e tablet.
Infine Program: Philips ha aggiunto
alle sue TV la funzionalità PVR per
poter registrare su chiavetta o Hard
Disk esterno i vari programmi.
Un nuovo 21:9 più “piccolo”
Philips non abbandona il progetto
di TV 21:9 dedicata al cinema, quest’anno saranno presenti due modelli, Philips Cinema 3D Platinum
e il nuovo Philips Cinema 3D Gold
(foto qui a fianco). Quest’ultimo ha
un pannello da 50 “, ridimensionato
rispetto al 58” dello scorso anno, e
un prezzo di ingresso più basso. Il
Cinema 3D Gold avrà filtro 3D frontale e utilizzerà quindi gli occhialini
3D polarizzati in linea con la filosofia
Easy 3D di Philips. La risoluzione del
50PFL7956 sarà di 2560 x 1080 pixel
con illuminazione Full LED e a proposito di Led non mancherà anche
l’Ambilight Spectra 2.
Il nuovo TV 21:9 eredita anche molte
novità dalla nuova serie top di gamma: i diffusori non saranno più inseriti nella TV ma direttamente nella
base e ci saranno sia la Smart TV sia
il processore video evoluto Pixel Precise HD.
Relativamente alla Smart Tv Philips
sfrutta a pieno la larghezza dello
schermo in formato Cinemascope
con la modalità Multiview: quando
si guardano trasmissioni in 4:3 a
fianco dello schermo appaiono informazioni dalla rete come notizie,
tweet e notifiche dall’account Facebook.
Serie 9000
Full LED local dimming 3D
più potente grazie a una doppia fila
di LED.
La serie 9000 sarà inoltre 3D Max
con il trasmettitore inserito nella
cornice e due occhiali in bundle con
la televisione. La retroilluminazione
è Full LED local dimming, ci sarà il
circuito 400 Hz Clear LCD e un rinnovato Engine Perfect Pixel HD con
alcune istruzioni dedicate al processing del 3D.
Secondo Philips una delle novità più
rilevanti è costituita dal Moth Eye
Filter, un nuovo filtro a nanostruttura che elimina del tutto le riflessioni
e garantisce un livello di contrasto
praticamente infinito. La serie 9000
avrà tutte le funzioni Smart TV con
connessione wireless integrata.
Serie 8000
TV slim Edge di qualità
3D anche polarizzato
Doppio 3D quest’anno per Philips:
la serie 8000 e 9000 avranno il 3D
Max, occhiali attivi Xpand e il massimo delle performance mentre la
serie 7000 sarà Easy 3D, con occhiali
di tipo polarizzato stile Cinema 3D
di LG.
Philips nel 2011 ha introdotto anche
la conversione 2D – 3D e la modalità “Two Player FullScreen Gaming”.
Grazie a questa funzione due persone potranno giocare in multiplayer
e ognuno vedrà sullo schermo solo
la sua sessione di gioco, ovviamente
indossando gli occhialini.
La serie 9000 resta il top di gamma
delle TV Philips 2011, se escludiamo
ovviamente i modelli 21:9. I TV della
serie 9000 hanno spessore inferiore
a 4 cm e nuovo Ambilight Specra XL,
Design e funzionalità rinnovate anche per la serie 8000, che non è Full
LED ma LED Edge.
Anche la serie 8000 adotta la tec-
nologia 3D Max, quindi occhiali
attivi, oltre a tutte le funzionalità
Smart TV con Wi-fi integrato.
Rispetto alla serie 9000 manca il filtro Moth Eye, l’Ambilight è di tipo
Spectra 2, e non Spectra XL, e il
Clear LCD è a 200 Hz al posto dei
400 Hz del modello superiore.
Serie 7000
con 3D polarizzato
Se la serie 7000 dello scorso anno
era Full LED, quest’anno la serie
7000 diventa LED Edge con Easy 3D.
Bastano quindi economici occhiali
polarizzati per vedere in 3D, e questo grazie al filtro posto direttamente di fronte al pannello.
Per quanto riguarda le altre caratteristiche tecniche, la serie 7000 non
è poi molto diversa dalla serie 8000:
non ha il Wi-Fi integrato ma è Smart
TV, e il circuito Clear LCD è a 100 Hz
al posto dei 200 della serie 8000 e
dei 400 della serie 9000.
Oltre alle tre serie top 3D nella gamma TV Philips troviamo anche una
serie 6000 Smart TV non 3D e le due
serie 5000 e 4000, entry level senza
smart TV e senza 3D.
Design in collaborazione con
JACOB JENSEN DESIGN
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I veri Momenti KODAK
arrivano quando condividete
I veri Momenti KODAK
arrivano quando condividete
n. 2 / 22 marzo 20
estratto da www.dday.it
AUDIO VIDEO / In un seminario tecnico sono state illustrate le tecnologie applicate ai nuovi TV, analizziamole insieme
p.
Tutti i segreti tecnologici dei TV LED Philips 20
Danny Tuck, responsabile qualità dei TV Philips, ci ha guidato alla scoperta delle novità tecniche della gamma TV di quest’anno: un nuovo filtro
abbatte i riflessi, migliora la gestione della retroilluminazione, meno crosstalk, nuovi avanzati filtri e regolazioni per la qualità delle immagini
di R. Pezzali
L
e novità dei TV Philips partono
dalla base, che integra i diffusori e che non saranno più inseriti
nel TV: il collegamento avviene mediante un invisibile cavetto. La base
si potrà usare poi come piedistallo,
ma anche come aggancio a muro:
svitando il supporto e riavvitandolo
al contrario è possibile appendere il
TV a muro, eliminando così la necessità di dover acquistare un’apposita
staffa. Del resto però si tratta di una
scelta obbligata, gli altoparlanti sono
infatti integrati nella staffa e separando i due pezzi si dovrebbe rinunciare
all’audio.
Dal punto di vista hardware la novità
più grossa riguarda la serie 9000 ed è
il nuovo Moth Eye Filter: questo filtro
è realizzato utilizzando le nanotecnologie e abbatte in modo considerevole i riflessi, aumentando così anche il
contrasto percepito.
Se il Moth Eye Filter è una prerogativa
della serie 9000, per gli altri TV è stato
usato un nuovo filtro antiriflesso: le
TV Philips del 2010 avevano un valore di riflettività 20 (in uno specchio
è pari a 100), i nuovi modelli hanno
abbassato l’indice di riflettenza a 8, al
pari dei TV Sharp e LG, poco meno di
Samsung e Sony.
Per quanto riguarda la tecnologia di
retroilluminazione, i TV Philips serie
9000 continuano ad utilizzare i LED
Pro e Bright Pro. LED Pro è il local
dimming, che quest’anno funzionerà anche con la modalità 3D attiva.
Sarà presente solo sui modelli da 40”,
46” e 52” della serie 9000. Bright Pro
invece è un sistema che garantisce il
doppio della luminosità nelle scene
più chiare: Philips usa in pratica LED
più potenti e anche più costosi ed è
questo il motivo per il quale ha scelto
questa tecnologia solo sul 46” della
serie 9000. Nonostante il pannello
local dimming e la retroilluminazione
LED lo spessore del TV è comunque
sceso (dai 65 mm dei modelli 2010)
a 39 mm.
La retroilluminazione gioca un ruolo
chiave anche nel 3D: i pannelli dello
scorso anno della serie 8000 avevano
illuminazione Edge Led sopra e sot-
to, e così facendo si poteva gestire il
400 Hz solo utilizzando il back light
blinking, ovvero facendo lampeggiare la retroilluminazione. Quest’anno
i nuovi pannelli hanno i led ai lati e
questo permette di effettuare uno
scanning della retroilluminazione gestendo meglio il sync con gli occhiali
e quindi il crosstalk.
La serie 9000 invece utilizza un sistema ancora più avanzato: al posto di 8
linee di scansione ne vengono utilizzate ben 10 e questo permette di avere non solo meno crosstalk ma anche
una luminosità di uscita più elevata.
Secondo quanto affermato da Philips
le TV Panasonic offrono al momento
il miglior sistema 3D disponibile ma
sono davvero buie in modalità 3D.
Nel 2011 la resa delle TV Philips dovrebbe essere equivalente a quella
dei TV Panasonic ma con maggior
luminosità di picco.
Philips ha introdotto quest’anno anche la conversione 2D – 3D, regolabile a piacere dall’utente mediante
moltissimi parametri. Non solo, infatti,
si può scegliere l’entità dell’effetto di
conversione ma si può anche scegliere la profondità, ovvero quanto l’effetto deve “uscire” dallo schermo.
Grande spazio è stato dato ai filtri
digitali, da sempre fiore all’occhiello
dei TV Philips. Si parte con un filtro
dedicato ai contenuti compressi, sia
da Youtube che da server DLNA e da
chiavette. Chi guarda i film in DIVX potrà contare su un circuito di riduzione
artefatti efficace che permetterà di
godere della bassa definizione compressa anche su uno schermo molto
grande, seppur con ovvi limiti. Tra i
nuovi filtri inseriti nel processore Perfect Pixel HD anche il nuovo 3D Super
Resolution, una sorta di maschera di
contrasto da applicare con i contenuti
3D per rendere più nitidi i bordi degli
elementi che si staccano dallo sfondo. Per la gioia degli “smanettoni” che
desiderano regolare al meglio la qualità delle immagini, Philips ha anche
introdotto le modalità di calibrazione
ISF con una serie di controlli dedicati
e un vasto numero di test pattern per
la calibrazione della TV.
Nella foto sopra l’effetto del Moth Eye Filter, il TV a destra dispone del filtro.
La base ha una tripla funzione: integra il sistema audio (il collegamento al
TV avviene mediante un invisibile cavetto), svolge la funzione di sostegno e si
può utilizzare anche come staffa per fissare il TV alla parete.
Le tecnologie di retroilluminazione LED utilizzate non pregiudicano lo spessore
dei TV, il sistema local dimming Led Pro funziona anche con la modalità 3D
attiva, Bright Pro è riservato al 46” della serie 000 e offre luminosità doppia.
I veri Momenti KODAK
arrivano quando condividete
I veri Momenti KODAK
arrivano quando condividete
n. 2 / 22 marzo 20
estratto da www.dday.it
AUDIO VIDEO / Ecco le classi energetiche della gamma TV 2011 del produttore olandese, 5 modelli sono A+
I TV Philips sono sempre più ecologici
Il carattere verde dalle gamma TV 2011 è certificato da consumi tra i più ridotti della categoria e dall’impiego
di materiali facilmente riciclabili; secondo Philips già l’anno scorso i suoi TV 40/42” battevano la concorrenza
di M. Dalli
Durante la presentazione della
gamma 2011, Philips ha dato grande importanza anche al risparmio
energetico, adottando fin da subito
la nuova etichetta EcoLabel dell’Unione Europea. Secondo questa
classificazione, i TV Philips sono tutti
sopra il “C”, considerata comunque
green, mentre ben 5 modelli sono
classificati A+. Questa categoria viene assegnata a Philips sia per il basso
consumo energetico del TV, che per
l’utilizzo di materiali riciclati e facilmente riciclabili. Le serie coinvolte
sono la Econova (la prima a potersi
AUDIO VIDEO
Il media player
Android sfida
Apple TV
La prossima frontiera dei media
player sembra essere decisa:
avranno a bordo Android.
Dopo l’annuncio del prossimo
Xtreamer arriva anche Eminent
di R. Pezzali
fregiare della classe A+), la serie 5000
e la 6000.
Piccola frecciatina anche ai concorrenti: secondo Philips, i suoi TV da
40/42 pollici dello scorso anno sono
più ecologici di quelli di Samsung,
Sony e LG, oltre a essere molto più
“green” dei tradizionali LCD retroilluminati con lampade a fluorescenza e
dei plasma.
AUDIO VIDEO / Il formato SuperAudio CD è destinato a sparire perché non interessa agli utenti
Philips “annuncia” la morte del SACD
Il formato audio ad alta risoluzione, lanciato insieme a Sony 10 anni fa, non sarà più supportato dalla nuova
gamma di Blu-ray e di lettori dell’azienda olandese. Spazio invece a 3D, alla piattaforma Smart TV e a YouTube
di R. Pezzali
S
arà il SACD il prossimo formato a sparire nel nulla. Il
“poco” famoso Super Audio
CD, evoluzione del CD e acerrimo
nemico dell’ancor meno duraturo
DVD-Audio, è stato abbandonato
anche da chi ha contribuito a crearlo. Philips ha infatti annunciato che
il formato audio ad alta risoluzione
non sarà più supportato da tutta la
sua nuova gamma di lettori Blu-ray
e dai suoi sistemi audio. E pensare
che Philips, in quanto creatore con
Sony del formato, non paga neppure le royalties: la sua quindi non è
una scelta dettata dalla volontà di
risparmiare, ma una stategia ben
precisa; semplicemente il SACD non
interessa più al pubblico da cui la
decisione di non includerlo più tra
i formati supportati.
Al momento, quindi, chi desidera
comprare un lettore SACD ha ben
poche scelte: o rivolge le sue attenzioni ai vari brand hi-end che
producono ancora questo tipo di
lettori, oppure restano disponibili
solo i lettori Sony compatibili con
il formato SACD e il top di gamma
p.0
Philips, l’ottimo BDP9600, che resterà a catalogo fino al prossimo IFA.
I due nuovi lettori proposti dalla casa olandese, il BDP3200 e il
BDP5200, si muovono invece in
direzione diametralmente opposta
rispetto al SACD. Il BDP3200 infatti
sarà Wi-fi Ready, leggerà ogni tipo
di formato e sarà il primo lettore
con YouTube Leanback, l’interfaccia
di YouTube ottimizzata per l’uso con
il telecomando.
Il BDP5200 invece sarà dotato della
piattaforma Smart TV, sarà 3D e con
Wi-Fi integrato.
Il SACD sembra quindi avviarsi a
grandi passi verso il viale del tramonto, per fare posto a nuove funzionalità, perché questo alla fine è
quello che ora chiede la gente.
Tra qualche mese arriveranno
sul mercato i media player di
nuova generazione, e la grossa
novità sarà la presenza a bordo di Android. Sia Xtreamer sia
Eminent, infatti, hanno annunciato l’uscita di piccoli set top
box dalle caratteristiche tecniche capaci di far letteralmente
impallidire la Apple TV.
Il nuovo EM7297 di prossima
uscita sarà un media player capace di riprodurre ogni formato video esistente tramite rete
oppure tramite porta USB (3.0)
e grazie ad Android come OS
potrà anche scaricare e lanciare le applicazioni dell’Android
Market. Oltre a questo il player
supporterà anche Flash Player
10 e le librerie OpenGL per grafica 3D di qualità. Il nuovo player
Eminent avrà a bordo anche un
browser completo, anche se al
momento non è dato sapere
quale.
Altri elementi “ignoti” riguardano il prezzo e soprattutto le applicazioni che possono essere
lanciate: non è chiaro se si potranno emulare tutte le applicazioni del market Android a pieno schermo oppure se saranno
applicazioni specifiche per questo sistema.
Sempre che dietro questo “Android” non si nasconda in realtà
la nuova Google TV per processori Arm, basata su Android e
da tempo ormai oggetto di frequenti e numerosi rumors.
I veri Momenti KODAK
arrivano quando condividete
I veri Momenti KODAK
arrivano quando condividete
n. 2 / 22 marzo 20
estratto da www.dday.it
AUDIO VIDEO
LG decisa ad
investire sulla
tecnologia OLED
AUDIO VIDEO / Un’applicazione per iPhone permetterà di controllare i TV Viera 2011
p.
Navigare sui TV Panasonic sarà semplice
Gestire le funzioni dell’interfaccia Viera Connect sarà ancora più immediato, la tastiera virtuale consentirà
ad esempio di introdurre il testo molto più facilmente. L’app sarà gratuita ma funzionerà solo con i nuovi TV
di G. Giardina
D
Nel corso dell’assemblea
annuale LG ha mostrato agli
azionisti i piani per lo sviluppo:
a fine anno arrivano gli LCD a
OLED e dal 2013 le TV OLED
vere e proprie
di R. Pezzali
Non sono più voci ma conferme
che arrivano direttamente dall’assemblea degli azionisti dell’azienda coreana: le TV OLED arriveranno nel 2013 e con costi neppure
troppo alti.
Prima però ci sarà una fase di
transizione dove l’OLED prenderà
il posto del LED come sistema di
retroilluminazione dei TV. LG, al
momento infatti, ha un sistema di
retroilluminazione molto costoso:
il Nano Full LED con i suoi 2000
Led su un substrato riflettente
decisamente particolare ha costi
di produzione ben più alti dei LED
Edge della concorrenza, e passare
a un foglio OLED bianco con filtro
colore frontale, realizzando quindi
un sistema simile a quello degli
LCD a LED attuali è indubbiamente molto più conveniente.
LG ha già mostrato questa tecnologia in passato e sembra che
anche Apple abbia fornito a LG
investimenti per sviluppare l’illuminazione a OLED bianco; lo scopo è abbastanza ovvio: utilizzare
questa tecnica, una volta a punto,
per notebook e tablet.
I primi TV LCD a OLED dovrebbero
vedere la luce nel 2012 e qualche
campione potrebbe addirittura
essere esposto al prossimo IFA di
Berlino. Staremo a vedere, le premesse sono senza dubbio molto
interessanti.
urante la visita al quartier generale di Panasonic a Osaka,
abbiamo avuto modo di dare
una prima occhiata all’applicazione
per iPhone e iPad che la casa giapponese sta mettendo a punto per
il controllo a distanza dei propri TV
Viera. Si tratta di un’applicazione
ottimizzata per iPhone (funziona anche su iPad ma in modalità riscalata)
compatibile solo con i TV Viera Connect, ovverosia quelli della gamma
2011 in arrivo; non è prevista un’applicazione compatibile con i TV 2010
e precedenti. L’applicazione permette di gestire il TV (proprio come fa il
telecomando), ma soprattutto di interagire in maniera molto più veloce
ed evoluta con l’interfaccia di Smart
TV Viera Connect: praticamente la
video
Sul canale DDAYVideo di YouTube è stato pubblicato il video
che mostra il funzionamento dell’app realizzata da Panasonic per i propri TV. Clicca qui per andare direttamente al video.
superficie dell’iPhone o dell’iPad si
comporta come un grande pad grazie al quale è possibile selezionare le
funzioni offerte dall’interfaccia grafica. Un’altra area di grande comodità
riguarda la necessità, in alcuni contesti (per esempio per fare una ricerca su YouTube) di inserire del testo:
tramite l’applicazione per iPhone
l’operazione può essere compiuta
utilizzando la tastiera sullo schermo
e non la scomoda modalità di inserimento dal tastierino numerico. L’applicazione Viera Connect permette
di controllare tutti i TV compatibili
presenti sulla propria rete locale e
sarà resa disponibile gratuitamente
sull’app store di iTunes entro due
mesi.
AUDIO VIDEO / DTS annuncia i primi prodotti compatibili con il nuovo DTS Neo:X, gli ampli Onkyo
DTS Neo:X, 2 diffusori per una follia 3D
L’algoritmo elabora l’audio a 11.1 canali per meglio accompagnare il video 3D, siete già pronti a fargli spazio?
di R. Pezzali
I
l DTS Neo:X è la risposta al Dolby
Pro Logic IIz, un algoritmo audio
che rende le colonne sonore
Home Cinema più adeguate ai sistemi video 3D. Il nuovo sistema è
stato presentato da DTS al CES di
Las Vegas e ora sono stati annunciati i primi prodotti che adotteranno
il nuovo sistema, si tratta di sintoamplificatori Onkyo. Il DTS Neo:X
in pratica è un DSP che trasforma le
colonne sonore in 5.1 e 7.1 in audio
ai 11.1 canali, aggiungendo anche la
componente verticale grazie a quattro diffusori in più nella zona frontale, due posti tra i side e i frontali e
due posti sopra i frontali stessi. Una
configurazione da cinema, probabilmente non troppo adatta a un ambiente casalingo.
In un periodo dove l’Home Theater
vede un calo di interesse sempre
maggiore, che senso ha complicare
ancora le cose? Il boom dei sistemi
2.1 dovrebbe far riflettere sul fatto
che la gente necessita di semplicità
e immediatezza, e anche se la vo-
lontà di avere un audio migliore c’è,
sistemi come questo non fanno altro
che scoraggiare l’acquirente interessato a farsi un sistema audio decente
in casa. E se al posto dell’11.1 DTS
realizzasse un algoritmo pensato per
portare audio di qualità in tutte le
case? Forse sarebbe più utile.
I veri Momenti KODAK
arrivano quando condividete
I veri Momenti KODAK
arrivano quando condividete
n. 2 / 22 marzo 20
estratto da www.dday.it
AUDIO VIDEO / Presentati tre modelli di cuffie di livello medio con prestazioni interessanti
Denon gioca il suo nuovo tris di cuffie
Due sono mid-size, una ha dimensioni classiche: sono l’ideale per chi cerca qualità e praticità anche a passeggio
p.2
AUDIO VIDEO
Logitech
rilancia il
cinema in casa
di A. Spaziani
L
e tre cuffie, che vanno a inserirsi in un ampio catalogo del
produttore giapponese, sono
due mid-size, AH-D310 e AH-D510
e una full-size, AH-D1100. Si posizionano su un livello medio basso del
listino Denon, venendo incontro sia
a esigenze economiche che prestazionali.
La più piccola, il modello AH-D310
è dotata di driver da 42mm in neodimio con risposta in frequenza da
10Hz a 22kHz per un’impedenza di
32 ohm. È semplice da pilotare, è dotata dell’esclusiva tecnologia Acustic
Optimizer di Denon, il suo prezzo di
listino è 59 euro; grazie al peso contenuto (153 g) e all’archetto costruito con materiali ibridi, è in grado di
garantire un eccellente comfort.
La AH-D510, modello dimensionalmente uguale alla AH-D310, è dotata di una risposta in frequenza più
estesa (8Hz-24 kHz) e di un archetto
molto sofisticato in alluminio e resina, che migliora ancora il comfort
mantenendo la stessa grammatura
del modello precedente. In dotazione, come per gli altri due modelli, ha
il cavo di prolunga da 3,5 m e l’adat-
tatore da 3,5mm a 6,3mm; il prezzo
sale a 98 euro.
La AH-D1100 è una cuffia di dimensioni classiche, ha driver da 50 mm
e una risposta in frequenza molto
estesa, da 4 Hz a 37 kHz. L’ archetto
è in alluminio e resina, i padiglioni
acustici sono orientati in asse con
l’orecchio, offre una costruzione solida e un buon comfort: pesa solo
poco di più degli altri modelli più
piccoli (189 g contro i 153 g). Il prezzo della AH-D1100 è di 169 euro, alla
dotazione standard si aggiunge una
comoda borsa da trasporto.
Logitech rinnova il proprio
sistema audio surround 5.1
di punta Z-5500, sempre con
l’obiettivo di godere, anche a
casa, di un’esperienza sonora
cinematografica
di G. De Gaetani
AH-D30 - Driver da 42 mm in neodimio, peso 3 grammi, risposta
in frequenza 0 - 22.000 Hz
AH-D0 - Archetto in alluminio e
resina, peso 3 grammi, risposta
in frequenza 8 - 24.000 Hz
AH-D00 - Driver da 0 mm, peso
8 grammi, risposta in frequenza
4 - 3.000 Hz
AUDIO VIDEO / Philips lancia un sistema stereo con AirPlay
Philips Fidelio AirPlay: che prezzo!
Si chiama Fidelio SoundSphere: ha un design elegante, dock per iPod
e iPhone e offre il Wi-Fi integrato, al modico prezzo di “soli” 799 euro
Estratto dal quotidiano online
www.dday.it
Registrazione Tribunale di Milano
n. 416 del 28 settembre 2009
direttore responsabile
Gianfranco Giardina
editing
Cristina Dainese, Claudio Stellari
Editore
Scripta Manent Servizi Editoriali srl
via Gallarate, 6 - 20 Milano
P.I. 6004
Per informazioni
[email protected]
Per la pubblicità
[email protected]
di P. Centofanti
P
hilips ha annunciato diverse
novità audio, tra cui il sistema
Fidelio SoundSphere che integra in un unico prodotto una dock
per iPod e due diffusori SoundSphere dall’originale ed elegante design.
La caratteristica più interessante è
però la connettività Wi-Fi con supporto della tecnologia AirPlay di
Apple, che permette lo streaming
senza complicazione da iTunes e
dispositivi iOS (iPhone, iPad e iPod
Touch) verso i diffusori. Philips non
ha annunciato specifiche dettagliate
del sistema ma abbiamo prezzo e disponibilità: Fidelio SoundSphere sarà
sul mercato a partire da maggio ma
non sarà economicissimo, il prezzo
di listino è di 799 euro.
Logitech annuncia il sistema completo 5.1 canali Surround Sound
Speakers Z-906. Le differenze rispetto alla precedente serie sono
una diversa distribuzione della
potenza tra i diffusori e il design
migliorato della console di comando. Il sistema è certificato
THX e dotato di decodifica Dolby
Digital 5.1 e DTS, può essere configurato per collegare contemporaneamente fino a sei sorgenti
audio, tra queste TV, lettori Bluray/DVD, console, riproduttori
multimediali.
La potenza RMS di 500W viene ripartita sui 5 satelliti da 67W e sul
subwoofer da 165W. I quattro satelliti e il diffusore centrale si possono montare a parete, mentre la
console di controllo, accessoriata
di telecomando infrarossi, può
essere adesso impilata, facilitandone così la collocazione insieme
agli altri dispositivi che compongono il proprio impianto audio/
video. Grazie all’ampio display si
possono configurare e regolare
le sorgenti modificandone il volume e le altre impostazioni.
Logitech garantisce un’esperienza sonora avvolgente, in grado di
non far rimpiangere la sala cinematografica; la potenza e qualità
del sistema daranno la massima
soddisfazione di ascolto anche
con videogiochi e musica.
Il sistema è in vendita al prezzo di
349 euro.
I veri Momenti KODAK
arrivano quando condividete
I veri Momenti KODAK
arrivano quando condividete
n. 2 / 22 marzo 20
estratto da www.dday.it
ENTERTAINMENT / L’industria cinematografica commetterà gli stessi errori di quella discografica?
Hollywood teme più lo streaming del P2P
I dirigenti degli studi hollywoodiani vedono nel successo di Netflix una minaccia per i loro business tradizionali
di P. Centofanti
I
nuovi scenari tecnologici aperti da
Internet e i nuovi dispositivi che
hanno radicalmente trasformato
il modo di distribuire e consumare
i contenuti digitali non interessano
solo la musica, anzi. Fino a oggi, però,
Hollywood sembra aver retto bene il
colpo, merito delle differenti fonti di
ricavi a cui si prestano i film: cinema,
Pay TV, video on demand, televisione
tradizionale, DVD, Blu-ray Disc e ora
Internet. Ciò non vuol dire però che i
grandi studi cinematografici siano al
riparo dal commettere gli stessi errori
delle etichette discografiche. E stando
a un report di Cnet, che ha parlato con
diversi dirigenti di Hollywood, il rischio
è dietro l’angolo.
Hollywood ha, infatti, paura di Netflix, il servizio di video noleggio e ora
streaming, che sta conoscendo una
vera e propria esplosione negli Stati
Uniti. Netflix permette di accedere in
streaming e su un gran numero di dispositivi (tablet, smartphone, DVD, televisori, console) a un vasto catalogo
di film e serie TV, a fronte di un canone
mensile di una decina di dollari. Una
formula che agli americani piace, forse troppo per Hollywood, che vede in
questo nuovo modello una minaccia
nei confronti dei suoi ben più numerosi “canali” tradizionali: TV via cavo e
Home Video. Soprattutto quest’ultimo
mercato ha subito una sensibile contrazione nonostante l’arrivo del Blu-ray
Disc; ma un po’ come per l’industria discografica, anche per Hollywood vendere dischi di plastica è un business
importante. Allo
stesso tempo lo
streaming minaccia le TV via cavo,
con un’offerta sul
web sempre più
competitiva
sul
fronte della qualità dei contenuti
e dell’interattività.
Per fronteggiare il
successo di Netflix e proteggere i mercati più conservativi, Hollywood pensa
allora di agire riducendo i contenuti “di
grido” su questo tipo di servizi: nella
visione dei dirigenti cinematografici lo
streaming può essere un servizio interessante per accedere a titoli di catalogo e di meno richiamo come fonte
secondaria di introiti. Ed è qui che potrebbero commettere un errore fatale.
Il successo di Netflix è facile da spiegare ed è legato a doppio filo con la popolarità del P2P. Al di là del costo zero,
il file sharing ha fatto conoscere alla
massa un nuovo modo di guardare i
propri contenuti preferiti: i file scaricati
da Internet si possono riprodurre su
un gran numero di dispositivi diversi,
quando e dove vogliamo. Ma trovare
quello che si cerca su Internet non è
neppure così immediato. C’è il rischio
di scaricare virus o attendere ore per
ritrovarsi sull’Hard Disk file dal contenuto quanto meno imbarazzante.
Servizi come Netflix offrono un’alternativa per certi versi anche più versatile, ma con un’esperienza di utilizzo
assai più semplice e al sicuro da brutte
sorprese, con un costo non così folle
(soprattutto se si considera che c’è chi
paga per accedere a servizi di hosting
per scaricare contenuti pirata). Ma tutto ciò vale naturalmente nella misura
in cui l’utente può trovare nell’offerta
legale quello che cerca. E se così non
dovesse essere, è comunque facile ritornare al P2P che è sempre lì. Lo sappiamo bene qui in Italia dove servizi
come Netflix ancora sono lontani dal
diventare una realtà. E così il rischio
per Hollywood è quello di tarpare sul
nascere le ali alla migliore arma anti
P2P che si trovano tra le mani. Perché, come la storia recente dell’industria discografica insegna, non c’è più
modo di tornare indietro. Il mondo
dell’intrattenimento è cambiato sotto
la spinta di un’evoluzione tecnologica
che ha ridefinito abitudini e consumi.
Cercare di proteggere mercati “vecchi” senza la volontà di accettare con
coraggio la sfida del cambiamento è
una strada che ha portato sul baratro
il mondo del disco. Ma Hollywood è
ancora in tempo per non commettere
lo stesso errore.
ENTERTAINMENT /Secondo Jon Bon Jovi il sistema Apple sarebbe alla base della morte della vera musica
Steve Jobs ha davvero ucciso la musica?
L’artista americano lo ritiene responsabile della morte della musica che fa battere il cuore, ma è davvero così?
di R. Pezzali
Ogni tanto c’è qualcuno che si scaglia contro la musica digitale, questa
volta è il turno di Jon Bon Jovi. L’artista americano non punta il dito sul
sistema e sulla pirateria e non parla di
distruzione economica del business
musicale, ma si sofferma sull’aspetto
passionale della musica.
Il download, store come iTunes e
l’ascolto in cuffia mentre si passeggia hanno, secondo Bon Jovi, ucciso
la vera essenza della musica. E il colpevole è solo uno, sempre lui, Steve
Jobs. Sempre secondo Bon Jovi, l’arrivo della musica digitale ha contribuito alla chiusura di molti negozi,
cancellando quindi il piacere di comprare dischi nei negozi stessi, magari
scoprendo artisti nuovi incuriositi
dalle copertine. Oppure la magia di
ascoltare per la prima volta un brano
comprato, uccisa dalle preview di 30
secondi che non permettono una visione di insieme sul brano.
p.3
ENTERTAINMENT
I film Warner
sbarcano su
Facebook
Nonostante le major abbiano
paura dello streaming
(legale), Warner si dimostra
insolitamente aperta da questo
punto di vista e, dopo aver
lanciato il noleggio dei film
tramite App Store di Apple,
arriva ora la possibilità di
noleggiare i titoli anche da
Facebook.
Al momento è disponibile un
solo film (Batman - Il cavaliere
oscuro) ed esclusivamente
per il mercato americano, ma
nei prossimi mesi il catalogo
dovrebbe espandersi con altri
titoli. Il costo del noleggio
è di 30 crediti Facebook, 3
dollari, per la versione SD
(l’alta definizione non sembra
al momento contemplata). La
durata del noleggio è di 48 ore.
Per il momento noi europei
stiamo a guardare, ma è
interessante notare che
qualcosa si muove.
ENTERTAINMENT
Lucas cede al
lato oscuro
Star Wars in 3D
Periodo d’oro per Star Wars (e
per le tasche della Lucasfilm).
Dopo l’annuncio di Star Wars
in Blu-ray, Lucasfilm e George
Lucas hanno annunciato la data
di uscita nei cinema di Star Wars
in 3D. Il 10 febbraio 2012 tutti
i fan della saga più famosa al
mondo potranno rivivere i primi
anni di vita di Anakin Skywalker
in tre dimensioni.
L’annuncio della conversione
in 3D era già stato dato a
settembre, ma mancava la
data ufficiale. Chi ha potuto
vedere qualche scena parla di
resa 3D impressionante, ma
conoscendo Lucas è probabile
che la versione casalinga non
la vedremo prima di un paio
d’anni. Forse troppi.
Trasformate ogni momento
in un ricordo premendo
un solo pulsante
BASTA PREMERE
M530
M531
M550
M575
M580
M590
n. 2 / 22 marzo 20
estratto da www.dday.it
ENTERTAINMENT / In prova gli ultimi giochi per PS3 in 3D: Killzone 3 e MotorStorm Apocalypse
Anche il miglior 3D sulle console delude
Buona profondità ma qualità bassa e purtroppo non ci sono soluzioni: la potenza delle attuali console non basta
In questo modo il gaming 3D non decolla e non può nemmeno funzionare come lancio per il passaggio al 3D
di R. Pezzali
I
l gaming 3D sarà un’esclusiva del
PC, con grande gioia di nVidia che
ci ha puntato tanto fin dall’inizio.
Come avevamo già segnalato più volte infatti, le console di attuale generazione non sono fatte per il 3D: anche
se Xbox 360 e PS3 non hanno ancora
raggiunto la fine del loro ciclo di vita,
si tratta comunque di prodotti lanciati da qualche anno, con una potenza
grafica decisamente limitata che rende impossibile anche il gioco in Full
HD con un frame rate elevato.
E per ottenere un buon 3D la potenza
deve necessariamente raddoppiare,
perché i fotogrammi da renderizzare
sono due nel caso di immagine stereoscopica. Questo non è un discorso
nuovo, ritorniamo ora sull’argomento
perché iniziano a uscire giochi che
avrebbero dovuto rappresentare lo
stato dell’arte del gaming 3D.
MotorStorm Apocalypse e Killzone 3
sono due di questi giochi, prodotti
concepiti e pensati anche in ottica
3D quindi non semplici conversioni e
adattamenti. Abbiamo provato questi
due giochi sul nuovo TV 3D LED Panasonic, per vedere se dopo un primo
periodo di assestamento e di test il
gaming in 3D su console ha raggiunto un livello di qualità accettabile ma
i risultati, ve lo anticipiamo, purtroppo
non sono stati confortanti.
Killzone 3
risoluzione bassissima
Killzone 3 è un bellissimo gioco con
un’ottima grafica, ma se scegliamo
la modalità 3D si guadagna solo un
p.
ENTERTAINMENT
PlayStation,Xbox
e Wii specie in via
di estinzione
Secondo il creatore di God Of
War la prossima generazione
di console sarà l’ultima:
dispositivi, distribuzione ed
esperienza di gioco saranno
rivoluzionati
di G. De Gaetani
po’ di profondità, ottenendo come
contropartita una riduzione della risoluzione, pari a 640 x 720 per occhio,
quindi decisamente bassa rispetto a
quella originale. La perdita di risoluzione si ripercuote non solo sull’aspetto
visivo ma anche sul gameplay, perché
in certe situazioni è davvero difficile
identificare i nemici se questi sono
lontani. La modalità 3D di Killzone si
attiva nel menù opzioni, e assieme a
questa si può anche scegliere il livello dell’effetto 3D con un massimo del
100%. Dopo diversi tentativi abbiamo
visto che a 100 forse l’effetto è troppo
spinto, quasi fastidioso e genera anche
troppo crosstalk, soprattutto nelle fasi
iniziali del gioco dove il protagonista
indossa l’elmo da Helghast e l’HUD
provoca troppi fastidi. La soluzione
intermedia è la migliore, 50 / 55, tuttavia la qualità delle immagini continua
a essere abbastanza carente in molte
situazioni. A questo si aggiunge anche
il fastidio causato dal 3D stesso, che
in un gioco così frenetico porta a fare
una pausa dopo circa un’ora.
MotorStorm Apocalypse
il migliore
Il secondo gioco che abbiamo provato, di prossima uscita, è MotorStorm
Apocalypse. Qui la sezione 3D è curata meglio e la resa è sicuramente
migliore di quella di Killzone. MotorStorm, come resa grafica, è forse il miglior gioco in 3D attualmente disponibile per una console, e dobbiamo
dire che l’aumento di profondità dovuto alla stereoscopia aiuta anche ad
anticipare qualche curva e a guidare
meglio. MotorStorm si presta anche
meglio di Killzone al 3D: è un gioco di
guida, ha colori più accesi e brillanti
e la sensazione è quella di un miglior
impegno da parte degli sviluppatori,
come si può vedere dalle scene tra
una gara e l’altra, dai menu e dall’interfaccia in 3D di grande effetto.
La qualità delle texture è più alta di
quella di Killzone, e anche il crosstalk
è ridotto, tuttavia sembra che manchi ancora qualcosa.
Il gaming su console non
funziona come lancio per il 3D
Nonostante gli impegni degli sviluppatori e di Sony, sembra che il gaming 3D su console sia proprio una
forzatura e se la qualità resta questa
è davvero difficile usare il gaming
come cavallo di troia per il 3D, non
funziona. Sony ha rilasciato anche il
trailer del gioco da riprodurre sui nostri TV 3D: basta cliccare su questo
link per scaricarlo in formato MP4.
Ma vi avvertiamo: anche se il trailer
è spettacolare e a 720p scordatevi
questa qualità nel gioco reale.
Siamo davvero distanti.
Secondo David Jaffe, fondatore
della software house Eat Sleep
Play e creatore del noto gioco
God Of War, la prossima generazione di console potrebbe essere
l’ultima. Secondo Jaffe, è probabile che le prossime PS4, Xbox
720 e Wii2 - di cui ancora non
si conoscono i nomi ufficiali, caratteristiche e tempi di distribuzione - concluderanno un ciclo
di approccio ai videogiochi che,
nonostante internet, è rimasto
sostanzialmente immutato negli
anni.
Secondo il creatore di God Of
War, tra pochi anni la distribuzione del gioco “scatolato” scomparirà per essere sostituita da
una più efficiente e meno onerosa distribuzione digitale: servizi
come Steam troveranno sempre
più spazio e non è da escludere
che le stesse Microsoft e Sony
possano lanciare piattaforme di
cloud gaming simili a quelle fornite da OnLive. Anche i prezzi dei
videogame dovranno subire una
riduzione, è impensabile, spiega Jaffe, spendere oltre 60 euro
per un videogame la cui durata
è spesso di poche ore. Il costo
d’acquisto dovrebbe ridursi a
qualche decina di euro, favorendo i contenuti aggiuntivi così da
lasciare libero il consumatore di
modulare la spesa in funzione dei
contenuti a cui è realmente interessato. D’altra parte l’esperienza
dei videogame per smartphone,
conclude Jaffe, dovrebbe servire
da insegnamento a Microsoft e
Sony poiché è la dimostrazione
che è possibile produrre giochi
di qualità a bassi prezzi, ma con
ottimi profitti per le software
house.
n. 2 / 22 marzo 20
estratto da www.dday.it
ENTERTAINMENT / Funziona sia con gli occhiali attivi 3D Max sia con quelli polarizzati 3D Easy
3D Dual Gaming: ecco come funziona
La nuova modalità dei TV Philips permette di giocare in multiplayer vedendo ognuno solo la propria schermata
di R. Pezzali
L
a maggior parte dei giochi per
Xbox o PlayStation3, soprattutto quelli di auto, permettono di giocare in multiplayer con la
modalità split screen, ovvero metà
schermo per un giocatore e metà
per un altro. Una situazione questa
che rende la sfida un po’ “impari”:
si può sempre sbirciare quello che
sta facendo l’avversario e reagire di
conseguenza. Sui nuovi modelli di
TV Philips viene introdotta una modalità gaming avanzata, grazie alla
quale ogni giocatore, con indosso
un paio di occhiali 3D può vedere
solo ed esclusivamente la parte di
gioco che gli compete.
Il principio di funzionamento è tutto
sommato abbastanza semplice: basta scegliere se lo schermo è stato
diviso in due verticalmente oppure
orizzontalmente e forzare sul TV la
modalità 3D top bottom o side by
side. Il resto lo fanno gli occhiali, che
faranno vedere solo una delle due
immagini. Questa modalità di visione funziona sia con il 3D Max, quindi
con gli occhiali di tipo attivo, sia con
il 3D Easy, cioè con gli occhiali di
tipo polarizzato. Nel primo caso gli
occhiali dispongono di un piccolo
interruttore che permette di scegliere tra 3D normale, giocatore A o giocatore B; con il 3D Easy in dotazione
assieme al TV ci sono occhialini speciali per il giocatore A e per il giocatore B, occhiali che hanno le due
lenti polarizzate nello stesso modo
e permettono quindi di vedere solo
una parte dell’immagine.
Abbiamo potuto provarlo con gli occhialini di tipo polarizzato e la resa è
davvero buona: l’assenza di crosstalk
è totale e anche concentrandosi
non si scorge in alcun modo l’ombra della schermata relativa all’altro
giocatore.
Abbiamo anche catturato qualche
fotografia attraverso gli occhiali, per
dare un’idea più precisa di quello
che succede. L’unico svantaggio presente, ovviamente, è la deformazione dell’immagine: quando la Xbox
o la PlayStation3 realizzano lo split
screen generano due scene una sopra l’altra o una accanto all’altra, ma
proporzionate e, quando espandiamo queste scene a pieno schermo,
inevitabilmente si introduce una deformazione dell’immagine.
Visione in modalità split screen
Visione senza occhiali
Visione con occhiali, giocatore A
Visione con occhiali, giocatore B
ENTERTAINMENT / Ecco come saranno i giochi del futuro, semplicemente reali, vedere per credere!
Con Unreal Engine 3 grafica da paura
Epic Games mostra a San Francisco una demo mozzafiato del motore grafico Unreal Engine 3 con DirectX 11
di E. Villa
U
nreal Engine 3 è un framework
di sviluppo multipiattaforma
ideale per la realizzazione di
giochi dall’altissimo impatto grafico per PC, Xbox 360, PlayStation
3 e iOS. Per mostrare al mondo la
potenza della nuova tecnologia applicata alle DirectX 11, Epic Games
ha approfittato della Game Developers Conference di San Francisco
per mostrare una demo “real-time”
intitolata Samaritan, per vedere il
filmato basta fare click sull’immagine qui accanto.
Samaritan non è la preview di un
gioco vero e proprio: nonostante
le possibilità di
vederlo un giorno sugli scaffali
dei negozi siano minime, la
demo è più che
sufficiente per
sfruttare al massimo il nuovo
motore grafico;
basta
vedere
la qualità delle
immagini che si riflettono su superfici di diverso tipo e lucentezza,
l’anti-alias, i riflessi della luce e gli
altissimi contrasti per rendersi con-
to della distanza che intercorre tra
l’attuale generazione di videogame
e la prossima. Appuntamento ad un
futuro molto, molto vicino.
p.6
ENTERTAINMENT
Sony ottiene
gli IP di chi
legge Geohot
Alla fine Sony l’ha incredibilmente
spuntata e ha ottenuto dal
giudice un’ingiunzione per
ottenere gli indirizzi IP di tutti i
naviganti che dal 2009 hanno
visitato il blog di Geohot, il
celebre hacker che per primo ha
violato la console di Sony. Non
solo, Sony ha diritto a ricevere
qualsiasi informazione relativa
al blog di Geohot, compresi
form compilati e file scaricati.
L’obiettivo per la compagnia
è in particolare avere i dati su
quanti hanno scaricato il file
Jailbreak.zip, il primo vero hack
per la console PlayStation 3, per
dimostrare come Geohot abbia
di fatto distribuito al grande
pubblico le informazioni “sensibili”
necessarie a violare la sicurezza
della piattaforma. Il giudice ha
autorizzato anche la richiesta di
ricevere da Google i dati relativi
a chi ha visualizzato il video su
YouTube “Jailbroken PS3 3.55
with Homebrew” sempre postato
da Geohot. Quali siano le basi
per una richiesta del genere
non è dato saperlo, né a cosa
servano realmente a Sony queste
informazioni, se non a generare
l’allarmismo nella community.
MOBILE
USA: Internet
supera la carta
ma non la TV
Qual è il mezzo preferito dalle
persone per informarsi? Per gli
americani, in testa c’è sempre la
televisione, ma nel 2010 Internet
ha scavalcato per la prima volta la
carta stampata.
Secondo la ricerca del Pew
Research Center, inoltre, la
distanza tra TV e Internet sarebbe
addirittura in diminuzione.
Interessante anche vedere che
chi ha proposto siti di notizie a
pagamento ha abbandonato
presto l’idea, dato che solo l’uno
per cento degli utenti pagava.
E voi? Preferite ancora la carta
stampata oppure ormai Internet
è in pole position?
n. 2 / 22 marzo 20
estratto da www.dday.it
MOBILE
Toshiba conferma
il tablet per maggio
MOBILE / Salone dell’Auto di Ginevra: Volkswagen e Tata portano Internet all’interno dell’auto
p.
Un iPad per comandare le auto del futuro?
Basta spoiler, kit racing e cerchi in lega: per far fare il salto di qualità alla vostra auto è sufficiente installare un iPad
di M. Monti
Il General Manager di
Toshiba Australia conferma
l’uscita del tablet con
Honeycomb a maggio.
Verrà commercializzato dai
rivenditori di PC e portatili
Stando all’ultimo Salone dell’Auto di
Ginevra, l’iPad è stato adottato da alcuni costruttori, come Tata e Volkswagen,
per snellire e rendere nel contempo
decisamente fashion la plancia di comando di alcune loro proposte, come
la citycar Pixel o il microbus elettrico
Bulli (concept del leggendario T1).
Portare Internet all’interno dell’auto è
di A. Spaziani
“Siamo certi di poter eguagliare il
prezzo di Apple per il nuovo iPad 2
con un prodotto che è più ricco di
funzionalità. Stiamo mostrando ai
rivenditori l’apparecchio con il nuovo
Honeycomb di Google e, quando a
maggio inizieremo la distribuzione,
avremo una versione completa di
Honeycomb funzionante“: a rivelarlo
è Rob Wilkinson, General Manager
di Toshiba Australia Information
Systems Division, confermando le
anticipazioni dello scorso mese.
“Crediamo che il nostro apparecchio
sia superiore a quello di Apple, sarà
leggermente più pesante (773g) ma
avrà molte funzionalità che l’iPad 2
non avrà”, riferendosi alla porta USB
classica, mini-USB per la sincronizzazione e lo slot per SD card che
permette di espandere la memoria
interna da 32 GB. Altro vantaggio è
l’utilizzo di una batteria rimovibile
che, oltre a consentire un’autonomia dichiarata di 10 ore, può essere
sostituita mentre si è in viaggio.
“Abbiamo un compito da svolgere: convincere gli utenti a scegliere
il sistema operativo Android Honeycomb. È nostra opinione che il
canale di distribuzione per questo
apparecchio debba essere il tradizionale rivenditore di PC e portatili. Hanno le conoscenze e l’esperienza per
venderlo in Australia”. La scelta del
canale PC consente di diversificarsi
anche da Samsung, che pensa ai
carrier per veicolare il suo tablet. La
sfida all’iPad si fa sempre più interessante e affollata!
il prossimo grosso business in atto nel
settore automobilistico, e un apparecchio come l’iPad sembra la scelta ottimale per replicare, una volta al volante,
sia le funzioni di entertainment che di
assistenza alla guida che si è soliti utilizzare durante il resto della giornata:
video, musica, streaming web, ma anche navigazione GPS, ricerche in tempo reale, bollettini sul traffico
e tanto altro ancora. Usare un
tablet, secondo i costruttori,
non solo consoliderebbe e
amplificherebbe l’uso di un
apparecchio che si sta sempre più affermando come
strumento tecnologico “forte”,
da affiancare a smartphone e
notebook, ma permetterebbe
di risparmiare peso e materiali
MOBILE
MOBILE
La nostra recente visita in
Giappone presso gli stabilimenti
Panasonic è stata l’occasione
anche per approfondire lo stato
del Viera Tablet, dispositivo mobile
annunciato durante lo scorso
CES di Las Vegas e poi finito sotto
silenzio per due mesi. Il tablet
Android, in teoria progettato
per interfacciarsi ai servizi Viera
Connect presenti sulle TV Viera
di Panasonic sarebbe, secondo i
responsabili giapponesi, passato
dalla divisione consumer a quella
professionale. Il nome Viera non
dovrebbe infatti trarre in inganno:
non sarebbe un riferimento
esplicito alla gamma di TV, ma
un marchio molto conosciuto in
Giappone (c’è anche un telefono
con questo nome) che Panasonic
vorrebbe sfruttare per lanciare
appunto il tablet. Il problema,
però, è che in Panasonic non
hanno idea di quando questo
tablet potrà effettivamente vedere
la luce, se mai la vedrà. Non ci
resta quindi che aspettare ulteriori
sviluppi: è inutile illudersi però,
difficilmente lo vedremo a breve.
PlayBook, il tablet di RIM atteso
per quest’anno, avrebbe potuto
essere già sul mercato. La società
canadese ha deciso all’ultimo
momento di cambiare il chipset
della Marvell, un Dual Core da 1
GHz, per un Texas Instruments
OMAP4430. RIM avrebbe lavorato
per quasi sei mesi con Marvell
prima di prendere la decisione
di passare a Texas a causa di
diversi problemi nello sviluppo
della piattaforma. Se RIM avesse
collaborato fin dall’inizio con
Texas Instruments, probabilmente
sarebbe riuscita a battere sul
tempo Motorola con il suo Xoom.
Altri rumor parlano anche di una
batteria che penalizza l’utilizzo del
PlayBook, offrendo un’autonomia
molto ridotta, motivo principale
per cui il tablet di RIM si starebbe
attardando ad uscire sul mercato.
Viera Tablet
chi l’ha visto?
In ritardo il tablet
PlayBook di RIM
nella costruzione della plancia dell’auto, che verrebbe unificata in un unico,
versatile e trasportabile apparecchio
multifunzione. Certo, a questo punto
emerge il grosso problema della sicurezza, che può essere messa in pericolo dalle possibili distrazioni indotte da
tutta questa multimedialità. Sarà quindi compito delle case automobilistiche
fare in modo che, durante la guida, siano disponibili solo le applicazioni necessarie sfruttando, per una migliore
esperienza al volante, tecnologie già
disponibili ma da integrare e amalgamare al meglio, come ad esempio il
riconoscimento vocale per impartire a
navigatore, smartphone o web browser le più svariate richieste senza mai
staccare gli occhi dalla strada e le mani
dal volante.
MOBILE
Primi problemi al
display per iPad 2
Il lancio di iPad 2 negli USA è stato
un successo, con una stima di un
milione di unità vendute nel primo
weekend, ma già iniziano i primi
problemi. Alcuni utenti su vari
forum hanno segnalato problemi
al display LCD, che è stato reso
più sottile rispetto al modello
precedente. In particolare, il
problema riguarderebbe la
retroilluminazione e la cornice del
display, che lascerebbe passare
della luce spuria sul display, come
si vede nella foto in alto. Problema
serio o difetto di produzione
di un lotto limitato? È ancora
presto per dirlo, ma in ogni caso
ci auguriamo che possa essere
risolto al più presto, quanto
meno prima che iPad 2 faccia il
suo esordio sul nostro mercato,
previsto per il 25 marzo).
n. 2 / 22 marzo 20
estratto da www.dday.it
PEOPLE & MARKET
La tecnologia
e i disturbi
del sonno
PEOPLE & MARKET / Anche l’elettronica di consumo si affida agli outlet online e couponing
Tecnologia: outlet online per spendere poco
Per contrastare la crisi economica molti siti propongono prodotti di qualità a prezzi spesso stracciati
di A. Spaziani
L
a crisi economica si fa sentire e
così anche i produttori dell’elettronica di consumo cercano
nuovi veicoli e possibilità commerciali nell’outlet online e nelle pratiche di
couponing. I servizi online prolificano
in tal senso e sono ormai consolidati,
occupandosi della vendita diretta di
Usare tablet e smartphone fino
a un’ora prima di coricarsi fa
male al sonno: si dorme poco e
male. La tecnologia può essere
troppo stimolante
di M.C. Candiago
Secondo un recente sondaggio
intitolato Sleep in America della
National Sleep Foundation, negli
Stati Uniti il 43% delle persone
tra i 13 e i 46 anni dichiara di
dormire un numero di ore insufficiente rispetto al reale fabbisogno durante le settimana: ma il
dato interessante è che il 95% di
chi denuncia problemi di insonnia fa uso di tecnologie quali PC,
tablet, smartphone un’ora prima
di andare a letto.
Inoltre, il 9% dei ragazzi di età
compresa tra 13 e18 anni (la cosiddetta generazione Z) dichiara
di essere disturbata in particolare dal telefonino, per l’arrivo di
SMS, mail o di telefonate durante la notte.
Non tutte le tecnologie però
hanno lo stesso impatto sul sonno: la TV e lo stereo ad esempio
non coinvolgerebbero aree cerebrali che stimolino l’attenzione e la veglia, cosa che invece
accadrebbe con il PC e il cellulare. La luce artificiale emessa
dagli schermi di questi dispositivi invece sembrerebbe inibire il
rilascio di melatonina alterando
così il ritmo sonno/veglia, soprattutto nella luce crepuscolare
e se ci esponiamo entro un’ora
dall’andare a letto.
Insomma, prima di andare a dormire sembrerebbe essere meglio svagarsi con una tecnologia
meno stimolante e più “passiva”.
p.8
beni e servizi o sconti da poter successivamente spendere in vari settori: dall’abbigliamento ai viaggi, dai
ristoranti ai trattamenti estetici, fino
ad arrivare, appunto, all’elettronica di
consumo. Anche grandi aziende italiane si stanno cimentando in questo
nuovo campo, ad esempio Mondadori con il sito www.easyshop.it.
La nostra attenzione è stata attratta dalle offerte che ultimamente
riguardano Denon, Fatman, Roth,
Polaroid, Asus e Samsung, ma che
nell’ultimo anno hanno interessato anche altri big dell’elettronica di consumo come Philips per
l’outlet e dell’informatica come
Logitech per il couponing. È il
Questa è la lista di alcuni siti italiani
caso per esempio del Galaxy Tab,
sui quali è possibile trovare offerte
disponibile in pochi pezzi addirittecnologiche interessanti:
tura a 399 euro. Ma come fanno
http://www.groupon.it
questi siti ad avere prodotti così
http://it.buyvip.com
scontati? La logica è semplice:
http://www.vente-privee.com
a volte si tratta di prodotti della
http://it.groupalia.com
passata stagione e talvolta invece
http://www.saldiprivati.com
sono prodotti nuovi, recenti ma
http://www.cartaperdue.it
disponibili in pochissimi pezzi
http://www.kgbdeal.it
che si accaparrano i fortunati che
http://www.easyshop.it
si collegano e comprano senza
MOBILE
LTE in Italia a rischio?
Nella bozza del piano di ripartizione delle frequenze mancano all’appello parte di quelle necessarie per lanciare l’LTE
di P. Centofanti
La distribuzione delle frequenze in Italia è sempre stata una giungla selvaggia,
ma ora la posta in gioco comincia a farsi davvero alta. In ballo c’è l’asta per le
frequenze da destinare all’LTE, la rete mobile di quarta generazione che aprirebbe le porte alla larga banda in mobilità. Nella bozza del piano nazionale di
ripartizione delle frequenze infatti non compaiono quelle intorno alla banda
dei 2.6 GHz indispensabili per lanciare la rete veloce nelle aree metropolitane.
L’asta per l’LTE doveva includere due blocchi, i canali dal 61 al 69 della banda
degli 800 MHz attualmente destinati alle TV locali e appunto una fetta di 190
MHz intorno ai 2.6 GHz. Il problema è che 135 MHz sono bloccati dalla difesa,
che per liberarli (nonostante non li utilizzi), vuole una contropartita economica, e così i 2.6 GHz spariscono dalla gara, fattore che a questo punto potrebbe
scoraggiare le compagnie di telecomunicazioni dal parteciparvi. Anche perché
le TV locali sono sul piede di guerra e non hanno nessuna intenzione di farsi
sfrattare così facilmente, e quando c’è di mezzo la televisione nel nostro Paese
si sa dove va a pendere l’ago della bilancia. Difficile per gli operatori telefonici
fare un salto nel buio su queste basi, visto anche che lo Stato conta di ricavare
qualcosa come 2.4 miliardi di euro dall’asta.
esitare non appena parte l’offerta. Ma
ci sono anche le offerte di couponing,
i co-buy: se si raggiungono un tot di
persone che comprano un oggetto
si arriva ad uno sconto collettivo che
spesso è molto alto. Gli sconti spesso
sono arrivati anche al 70% sui modelli
dell’anno precedente e le iniziative,
con finalità che variano dalla promozione del proprio sito di e-commerce
alla svendita dei modelli dell’anno
precedente, possono essere promosse direttamente dal produttore o dal
distributore.
Il fenomeno si è esteso a livello planetario con la nascita di siti specializzati
che propongono nuovi modelli di
acquisto, raggiungendo casi estremi
come quello proposto dalla fondatrice del sito http://www.howtoshopforfree.net/, che ha anche pubblicato
un libro in proposito. Il successo di
questa pratica sta spingendo i giganti
dell’informatica ad approfittarne per
attrarre nuovi utenti con servizi dedicati, come conferma la news del
lancio del servizio di Microsoft, Bing
Daily Deals, che copre per ora 14.000
città degli Stati Uniti.
MOBILE
Apple: niente NFC
a breve
Chi sperava in un prossimo iPhone
dotato di NFC dovrà trattenere
l’entusiasmo: stando a quanto
riporta il quotidiano britannico
“The Independent” sembra che
Apple abbia rivelato ad alcuni
operatori inglesi che la prossima
versione dell’iPhone non avrà
al suo interno la tecnologia
NFC che consente di utilizzare il
telefono per micro-pagamenti,
semplicemente appoggiandolo a
un apposito lettore. La ragione di
questo rifiuto sarebbe da ricercarsi
nella preoccupazione di Apple per
l’assenza di uno standard condiviso
da tutta l’industria. Nonostante
questo, però, pare che Apple sia al
lavoro a una sua versione dell’NFC
che si integri con iTunes. Non resta
che attendere l’annuncio ufficiale
del nuovo iPhone, atteso per
giugno o luglio.
n. 2 / 22 marzo 20
estratto da www.dday.it
MOBILE
Easy Rock
il cellulare
della terza età
I cellulari ITTM Monaco
della gamma Easy non
saranno degli evoluti
smartphone, ma sono
sinonimo di semplicità
e comodità di utilizzo.
Uno dei nuovi modelli
si chiama Rock ed è il
primo cellulare dotato di
lente di ingrandimento:
ideale come strumento
di lettura per chi ha qualche
problema di vista. Non mancano
un’impugnatura antiscivolo
e una protezione anticaduta
per garantire una maggiore
resistenza nel tempo. Easy Rock
è un telefono GSM dotato di un
display LCD da 2,2” antiriflesso,
tastiera retroilluminata con tasti
grandi per rendere semplicissima
la digitazione, volume potenziato
delle suonerie e dell’altoparlante,
un tasto SOS per le chiamate di
emergenza e due tasti a richiamo
diretto per i numeri preferiti.
Insomma un terminale pensato
soprattutto per chi è un po’ avanti
con l’età e ha bisogno di qualcosa
di facile e resistente. C’è persino
una torcia per non rimanere mai
senza luce! È disponibile in colore
nero a 119 euro.
MOBILE
Android + Tegra
= PlayStation
nVidia ha annunciato il rilascio
della piattaforma PlayStation
Suite per gli smartphone e i tablet
Android basati sul processore
Tegra 2. Tutto ciò rappresenta
un indizio molto interessante su
una possibile, futura addizione di
Tegra 2 per i prossimi smartphone
Android a marchio Sony Ericsson. Il
comunicato non scende in dettagli
sui terminali compatibili e sulla
data di lancio, che comunque non
sarà successiva alla fine del 2011.
Annunciati, invece, i primi giochi
coinvolti, tra cui alcuni classici quali
Wild Arms, Cool Boarders 2 e Syphon
Filter, e parrebbe certo il rilascio di
giochi appartenenti alla library di
PlayStation 2, oltre a quelli della PS
originale.
MOBILE / Microsoft e Nokia? Un affare da 1 miliardo di dollari e un accordo di almeno 5 anni
p.
Nuovo Windows Phone: solo il prossimo anno?
I lavori sulla prossima versione di Windows Phone sarebbero tutt’altro che a buon punto, tanto che si parla di inizio
2012 per le nuove funzionalità. Intanto Microsoft darà a Nokia 1 miliardo di dollari per utilizzare la piattaforma
di P. Centofanti
L
a prossima major release di Windows Phone 7 (nome in codice
“mango”) potrebbe poi non essere così dietro l’angolo. L’aggiornamento che dovrebbe portare sulla piattaforma Microsoft importanti novità come
il multi-tasking e Internet Explorer 9
con supporto a HTML5 infatti, secondo le fonti di Windows IT Pro, potrebbe venire finalizzato non prima di fine
anno, rendendo la promessa di una disponibilità entro il 2011 impossibile da
mantenere. In questi giorni Microsoft è
ancora alle prese con un problema relativo al primo aggiornamento minore
di Windows Phone 7. Un pre-aggiornamento necessario per l’installazione
dell’update infatti non è piaciuto ai
terminali Samsung. La prima versione
non era in grado di installarsi su circa il
10% degli esemplari e un secondo rilascio specifico sembra non aver risolto
completamente la situazione. Il primo
aggiornamento di Windows Phone 7,
denominato NoDo, dovrebbe essere
ormai imminente e conterrà il copiaincolla e per lo più bug fix ed era inizialmente previsto per dicembre dello
scorso anno.
L’accordo Microsoft e Nokia
Bloomberg sarebbe riuscito a svelare
alcuni dettagli sullo storico accordo
tra Nokia e Microsoft che porterà a una
profonda trasformazione dell’offerta
smartphone del produttore finlande-
MOBILE / Prime immagini degli smartphone Prime e Pyramid
Design più moderno per i nuovi HTC
Una nuova serie di smartphone verrà presentata al CTIA, tra cui un
Android con display da 4.3 pollici e due nuovi Windows Phone 7
di P. Centofanti
A Barcellona non ci sono state molte
novità per quanto riguarda Windows
Phone, ma HTC sembra avere in serbo un paio di sorprese per il CTIA che
si svolge in questi giorni a Orlando.
Sono tre i presunti nuovi smartphone HTC di cui stanno uscendo le
prime immagini e i dettagli, due dei
quali con sistema operativo Microsoft: l’HTC Ignite e Prime. Quest’ultimo è interessante anche perché
dotato di tastiera QWERTY di tipo
slider. Prime dovrebbe avere un display LCD da 3.7 pollici e fotocamera
da 5 Megapixel. l’HTC Ignite sarebbe
invece completamente touchscreen
con caratterisitche simili, ma con un
HTC Prime
HTC Pyramid
design più in stile Desire.
Il terzo telefono (sopra) si chiamerebbe Pyramid e sarebbe un terminale Android. Il sito cinese che ha
pubblicato per primo il rumor e le
immagini parla di Android 3.0, ma è
alquanto improbabile. Si tratterebbe
comunque di uno smartphone con
processore da 1.2 GHz, display da
4.3 pollici con risoluzione di 540x960
pixel, fotocamera frontale e posteriore da 8 Megapixel e 768 Mbyte di
RAM.
Presto avremo modo di scoprire se i
rumor si concretizzeranno in un vero
e proprio annuncio.
se. In particolare Microsoft pagherà a
Nokia qualcosa come oltre un miliardo
di dollari per adottare Windows Phone
come nuovo sistema operativo per i
suoi terminali. In cambio Nokia pagherà, come tutti gli altri produttori, una
licenza a Microsoft per ogni telefono
con Windows Phone che venderà. In
realtà questo costo dovrebbe fare il
paio con il risparmio che Nokia avrà
riducendo i suoi investimenti di ricerca
e sviluppo. Secondo le fonti di Bloomberg, che hanno voluto rimanere anonime, l’accordo non sarebbe ancora
stato firmato e prevederebbe per le
due aziende un impegno di almeno 5
anni di collaborazione nella promozione e nello sviluppo della piattaforma.
MOBILE
Apre lo store
mobile di Opera
È stato ufficialmente lanciato
lo store mobile di Opera, che
consente di scaricare applicazioni
per quasi tutte le piattaforme,
da Android a Palm, Symbian,
Blackberry e l’universale Java.
Da notare la mancanza di iOS, in
quanto Apple non consente la
creazione di altri negozi virtuali
oltre il suo, ma non è da escludere
che Opera possa includere a breve
una sezione dedicata ad iPhone
e iPad, semplicemente inserendo
link che faranno riferimento
all’App Store. D’altra parte Opera
Mini è già disponibile anche per i
dispositivi Apple. Lo store è infatti
integrato anche nelle varie versioni
del browser norvegese. Opera
batte così sul tempo Amazon,
che aprirà un suo
store dedicato
su Android
entro la fine di
questo mese.
La maggioranza
delle applicazioni
è gratuita, ed
è possibile
testarne le
funzionalità fin
da subito.
n. 2 / 22 marzo 20
estratto da www.dday.it
MOBILE / Cinque applicazioni per iPhone e altrettante per Android da non perdere per dare un tocco di originalità alle nostre foto
p.20
Fotografia e smartphone: generazione Lo-Fi in crescita
Lo smartphone riporta in vita le fotocamere giocattolo analogiche di una volta e rilancia la creatività della fotografia a bassa fedeltà con effetti speciali
di P. Centofanti
L
a fotocamera più utilizzata dagli
utenti di Flickr? Per lunghissimo
tempo è stata quella dell’iPhone
3G. Il cellulare ha per molti sostituito
la classica fotocamera compatta: ce
l’abbiamo sempre con noi, è leggero e ha insospettabili potenzialità.
Questo grazie a un gran numero di
applicazioni che, nonostante la qualità non sempre eccezionale di ottica
(se così possiamo chiamare le micro
lenti dei cellulari) e sensori, permette
comunque di esprimere la propria
creatività con filtri ed effetti speciali
che riescono a dare un tocco unico a
ogni scatto, anche quello apparentemente più banale.
E così grazie a smartphone come
iPhone e i diversi terminali Android
sta nascendo una sorta di cultura fotografica Lo-Fi che produce
migliaia di piccoli capolavori ogni
giorno. Il cellulare insomma è diventato la nuova fotocamera a pellicola
giocattolo, o la nuova Polariod se
vogliamo. Solo che invece di stampare istantanee si pubblicano scatti
su Facebook, Twitter o su nuovi social network di clamoroso successo
come Instagram.
In questo articolo abbiamo voluto
selezionare alcune delle applicazioni
più interessanti: ne abbiamo scelte 5
per iPhone e 5 per Android.
Apps per iPhone
Hipstamatic
1.59 euro
“La fotografia digitale
non è mai stata così
analogica” recita lo
slogan sul sito dello sviluppatore e
sulla pagina dell’App Store. È in assoluto una delle applicazioni di fotografie più popolari dello store di iTunes
e a ragione. È un simulatore di una
vecchia fotocamera Lo-Fi analogica,
la Hipstamatic 100. In pratica permette di scegliere liberamente tra diverse
lenti, pellicole, flash e gel. Nell’applicazione troviamo una dotazione di
base di filtri, ma tramite gli acquisti
in-app è possibile aggiungere HipstaPack con nuove lenti e pellicole.
CameraBag
1.59 euro
Una delle primissime
“retro camera” per
iPhone, ma ancora
una delle più semplici e con gli effetti migliori dell’App Store (esiste
anche una versione desktop per
Windows e Mac che abbiamo recensito qualche tempo fa). Ci sono
13 effetti predefiniti tra cui scegliere
(pochi ma buoni) ma con l’ultimo
aggiornamento è anche possibile
ottenere infinite variazioni casuali
di ciascuno di essi con un semplice
doppio tocco dell’anteprima.
Instagram - gratis
Instagram
è
sia
un’applicazione con
interessanti filtri “retro” che un social
network che permette di “seguire”
gli scatti dei propri contatti. In soli
quattro mesi ha conquistato più di 2
milioni di utenti. Supporta il geotagging e permette di condividere con
facilità le fotografie su Facebook,
Twitter, Flickr e Foursquare. Unico
limite le foto vengono esportate,
per ora, in bassa risoluzione. Ma è
gratuita e i filtri sono tra i migliori in
circolazione.
TiltShift Generator
gratis / 0.79 euro
Questa applicazione
simula un obiettivo
basculante (Tiltshift)
per creare interessantissimi effetti
di profondità di campo. In più permette di regolare contrasto, luminosità, saturazione e vignettatura.
La versione gratuita è limitata nella
risoluzione massima di esportazione e non permette di elaborare le
foto già nel rullino dell’iPhone, ma la
versione completa costa appena 79
centesimi.
lo-mob - 1.59 euro
Come Hipstamatic
permette di emulare
diversi tipi di emulsioni e fotocamere
analogiche, ma dispone di diversi
filtri davvero originali (come i mirini
elettronici). Le immagini possono
essere ritagliate con il semplice pinch-to-zoom e ciascun filtro può essere personalizzato entro certi limiti.
lo-mob supporta poi in uscita qualsiasi risoluzione, anche superiore ai
5 Megapixel dell’iPhone 4.
Apps per Android
Vignette - 2.89
euro
Una delle app di questo tipo più versatili
disponibili
sull’Android Market con 68 effetti diversi e
56 cornici. La selezione comprende
sia toy camera e pellicole vintage
che effetti particolari come il Tiltshift. In più i filtri possono essere
combinati per creare effetti personalizzati. L’applicazione supporta il
geotagging e offre anche zoom e
autoscatto.
Retro Camera
gratis / 2.15 euro
(Plus)
Come Camera Bag
per iPhone ha pochi
effetti, ma buoni. Nelle intenzioni
degli autori l’app vuole riportare in
vita lo spirito delle varie Lomo, Holga, Polaroid e Hipstamatic. Anche
l’interfaccia richiama le fotocamere
giocattolo.
È disponibile in due versioni: gratuita con pubblicità o a pagamento
ed esiste anche una versione per
iPhone.
FxCamera - gratis
Un’altra applicazione
che simula diverse fotocamere analogiche:
gli effetti non sono
moltissimi, ma ha il vantaggio di essere
una delle poche applicazioni di questo
tipo completamente gratuita (con pubblicità) e, con 5 milioni di download, è
una delle più popolari del market. Non
può certo competere con Instagram
(che dovrebbe arrivare anche per Android), ma se avete uno smartphone
Android vale la pena provarla.
Pudding Camera
gratis
Non ha la stessa versatilità di Hipstamatic
per iPhone ma è gratuita e il concetto è simile: è possibile
scegliere tra diversi modelli di fotocamere (virtuali) e pellicole. Unico limite
è la risoluzione massima in uscita non
elevatissima e attualmente l’app è disponibile solo in coreano, il che complica un po’ l’utilizzo per quanto sia
semplice nel complesso.
Mini Instax Cam
gratis
Questa app consente
di simulare l’effetto di
una fotocamera “instax
mini” di Fuji. Sulle foto e sulla cornice
bianca si può poi scrivere o fare disegni a mano libera; l’utente ha anche la
possibilità di cambiare il colore della
pellicola, oltre a condividere gli scatti
direttamente su Facebook. Richiede
Android 2.0 per essere installata.
Questa sera potete guardare un film.
Oppure guardare avanti.
Nasce Loewe Connect, la perfezione con una doppia
personalità. Home entertainment, nuove applicazioni
ed accesso ad internet, finalmente insieme.
Benvenuti nello straordinario mondo di Loewe Connect, dove avrete libero
accesso a tutto ciò che desiderate. Potrete godervi l´home entertainment,
sfruttare il ricevitore HDTV integrato per digitale terrestre e satellitare, due
interfacce CI+ e la retroilluminazione LED; accedere ad internet direttamente
dal TV grazie al browser integrato; guardare film, foto e ascoltare la musica
dalla rete di casa. Con il nuovo MediaNet disporrete di tante applicazioni
Web come eBay, Picasa e Cinetrailer. Buona visione.
Scoprite la rete di negozi su www.loewe.it
Studio di design: Loewe Design, Design 3
n. 2 / 22 marzo 20
estratto da www.dday.it
p.22
DIGITAL IMAGING / Il gruppo dei “sostenitori” dell’interfaccia Intel aumenta di giorno in giorno
DIGITAL IMAGING
Dopo Apple, LaCie e Promise, ora è la volta di Canon: l’interfaccia verrà impiegata sulle videocamere professionali
Lexar Media ha annunciato la
disponibilità della prima scheda
SDXC da ben 128 GB.
L’ultima evoluzione dello
standard SD promette capacità
fino a 2 TB di dati, ma prima di
raggiungere questa capacità
occorrerà ancora un po’ di
tempo. In ogni caso, avere in
pochi centimetri quadrati una
simile capacità era impensabile
fino a poco tempo fa. La scheda
di memoria di Lexar (che sarà
disponibile anche in taglio da 64
GB), è certificata Classe 10 133x,
cioè garantisce una velocità di
trasferimento dati minima di
160 Mbit/s, pari a 20 MByte/s.
Non siamo ancora ai livelli di
un hard disk, ma certamente si
tratta di una evoluzione molto
interessante, soprattutto in
ambito video.
La scheda ha un costo, negli
Stati Uniti, di 329.99 dollari.
Anche Canon abbraccia Thunderbolt
di M. Dalli
T
hunderbolt, nota in precedenza
come Lightpeak, è la nuova interfaccia di Intel in grado di trasferire dati a 10 Gbps (bidirezionale).
Dopo Apple, che l’ha integrata nei
nuovi MacBook Pro, e LaCie e Promise
che hanno annunciato i primi dischi
esterni ultra-veloci, arriva ora un mezzo annuncio di Canon per bocca del
suo direttore dei prodotti video, Hiroo
Edakubo. Non si sa ancora quando arriveranno i prodotti sul mercato, né
quali saranno, ma è facile ipotizzare
che si tratterà, almeno all’inizio, di
prodotti di fascia professionale. Sono
infatti i professionisti a dover scaricare nel minor tempo possibile grandi
quantità di dati, come filmati 1080p
ad alto bitrate (50 o 100 Megabit/s) o
a risoluzioni ancora più elevate.
Si tratta in ogni caso di un annuncio
di un certo peso che, se non altro, dà
un senso alla scelta di Apple, considerato anche che i Mac sono spesso impiegati dai professionisti che
devono iniziare un montaggio video
ENTERTAINMENT
PC & MULTIMEDIA / Nuova piattaforma HW in arrivo per i tablet
Il quotidiano per iPad lanciato
negli States da Rupert Murdoch
poco più di un mese fa è già
seguito da centinaia di migliaia
di persone. Il successo è dovuto
al fatto che “The Daily” si pone
in modo innovativo, con video
interattivi , foto a 360 gradi e
contenuti 3D direttamente sul
tablet Apple a un prezzo molto
appetibile: 1 dollaro a settimana,
40 dollari all’anno. Secondo
Jonathan Miller, Chief Digital
Officer di News Corporation
(l’azienda di Rupert Murdoch),
“The Daily” potrebbe arrivare
anche nel Vecchio Continente
nella prima metà dell’anno. L’arrivo
dipenderà dalla disponibilità
anche per il nostro continente
del servizio di sottoscrizione
in-app di Apple. Un’ottima
notiza e un valido concorrente
per alcuni quotidiani nazionali
che, su tablet, propongono un
prezzo sostanzialmente identico
all’edizione cartacea.
Peccato che “The Daily”, con
tutta probabilità, rimarrà
esclusivamente in lingua inglese.
Dopo l’accordo tra Windows e ARM Intel rilancia: i nuovi dispositivi
potrebbero essere presentati già ad aprile all’Intel Developer Forum
The Daily per iPad
arriva in Europa
o valutare il girato direttamente sul
campo. Mancano ancora all’appello i
produttori di PC, ma se la diffusione
dello standard procede non tarderanno certo ad arrivare.
Intel si allea con Android
di G. Cupini
D
opo che Microsoft ha siglato l’accordo per l’apertura di
Windows ai processori ARM,
Intel ha deciso di collaborare con alcuni produttori hardware di Taiwan,
tra i quali spiccano Inventec e Compal Electronics, già fornitori di HP
e Toshiba, per produrre dei device
basati su Android. La presentazione
ufficiale dei primi prodotti dovrebbe avvenire ad aprile, durante l’IDF,
Intel Developer Forum di Pechino.
Intel punta quindi ad avere il proprio
hardware compatibile con tutte le
piattaforme disponibili, a partire dal
progetto in collaborazione con Nokia, MeeGo, passando per Windows
ed ora Android, garantendo ai produttori una scelta quanto più possibile ampia sul sistema operativo da
montare sui propri dispositivi.
Oltre ad Android, la collaborazione con Google prevede anche una
serie di prodotti basati su Chrome
OS, che dovrebbero essere
presentati nella seconda
metà del 2011. Gli analisti
ritengono queste mosse
necessarie, in quanto il
mercato sta fortemente
chiedendo nuove soluzioni al di fuori del binomio,
finora standard, Intel/
Windows, e per questo è
necessario che le opzioni
disponibili diventino molteplici in casa Intel.
Arrivano le SD
card da 28 GB
PC & MULTIMEDIA
YouTube vuole
migliorare la
qualità dei video
Trentacinque ore di filmati ogni
minuto: questa l’impressionante
quantità di video caricati su
YouTube in tutto il mondo.
Purtroppo il problema è che
non tutti questi contributi sono
realizzati con videocamere
di qualità anzi, molto spesso
si tratta di video girati con
videofonini o webcam che
hanno qualche anno sulle
spalle.
Proprio per cercare di offrire
comunque un’esperienza di
qualità all’utente, Google ha
acquisito una giovane startup
dublinese, Green Parrot
Pictures. Lo scopo, a quanto
pare, sarebbe quello di portarsi
in casa la stessa tecnologia di
miglioramento del video già
usata ad esempio per film del
calibro de Il Signore degli Anelli,
X-Men o Spider Man.
Addio finalmente ai filmati
“pixellosi” e mossi quindi?
Noi ovviamente ce lo
auguriamo di tutto cuore.
n. 2 / 22 marzo 20
estratto da www.dday.it
PC & MULTIMEDIA / LaCie presenta un disco esterno che promette una velocità da primato
La prima volta di Lacie con Thunderbolt
Il Little Big Disk sarà tra i primi dispositivi con la tecnologia di I/O sviluppata da Intel e Apple; al suo interno due veloci
dischi SSD da 250 GB in configurazioneRAID 0. Sarà disponibile dalla prossima estate al prezzo di circa 1.000 euro
di G. De Gaetani
D
opo Promise anche LaCie si
appresta a lanciare sul mercato il suo primo dispositivo
dotato della nuova tecnologia I/O
Thunderbolt. La nuova connessione,
sviluppata da Intel e Apple, presentata in occasione del lancio del nuovo
MacBook Pro, offre, con un’ampiezza
di banda di ben 10 Gbit/s in entrambe le direzioni, una velocità di oltre 20
volte superiori a quella di una comune connessione USB 2.0 e di due volte
superiore a quella di una più recente
USB 3.0.
Il Little Big Disk utilizzerà tale connessione con due dischi Intel allo stato
solido da 250 GB in configurazione
RAID 0, per un totale quindi di 500
GB, con possibilità di estenderne le
capacità montando in catena altri
dispositivi. Tutto lascia immaginare
quindi che le prestazioni in termini di
velocità e di tempi di accesso saranno
notevoli.
Secondo LaCie, il Big Disk sarà il candidato ideale per tutte quelle attività
di video editing che richiedono di trasferire contenuti in alta definizione in
pochi minuti e senza compromettere
l’ampiezza di banda e le prestazioni,
nonché per backup veloci e per poter
accedere velocemente alle proprie
librerie multimediali. Purtroppo per
andare veloci bisognerà attendere
ancora qualche mese: il Little Big
Disk, primo di una serie di soluzioni di
PC & MULTIMEDIA
PC & MULTIMEDIA / Soluzioni per la nuova era del computer
WebOS arriverà
anche sui PC HP
HP ha perso la sua anima
innovatrice, almeno secondo
il suo CEO Leo Apotheker. Il
problema sarebbe dovuto
al ritardo con cui le novità
importanti arrivano sul mercato.
L’idea per dare nuovo appeal alla
gamma di PC passa per WebOS,
sistema operativo, sviluppato
da Palm per gli smartphone e
che HP ha portato sui tablet con
l’HP TouchPad, che sul mercato
in effetti ancora non si è visto.
WebOS sarà offerto come
opzione in modalità dual boot
a fianco di Windows 7 sui PC
HP a partire dal prossimo anno.
Tutti i PC utilizzeranno schermi
touchscreen o WebOS verrà
opportunatamente modificato
per un utilizzo con mouse e
tastiera? Non si sa, ma l’obiettivo
di HP sembra quello di allargare
soprattutto il bacino di utenza
dell’application store di WebOS,
estendendolo magari anche ad
altri dispositivi, come le stampanti,
oltre a naturalmente tablet
e smartphone, per offrire un
ecosistema in grado di rendere
i prodotti HP più interessanti
rispetto a quelli della concorrenza.
storage e periferiche di LaCie ad utilizzare la tecnologia Thunderbolt, sarà
immesso sul mercato nell’estate di
quest’anno. Il prezzo di vendita, non
ancora reso noto, dovrebbe aggirarsi
intorno ai 1.000 euro.
In un video pubblicato sul web, Microsoft presenta il prototipo di una nuova
interfaccia di controllo. Sarà davvero questa l’evoluzione del computing?
di G. Cupini
S
Clicca qui per guardare il
PC &MULTIMEDIA
Samsung taglia
il traguardo
dei 4 TeraByte
Una nuova tecnologia
sviluppata da Samsung
permetterebbe agli Hard Disk
di raggiungere il ragguardevole
traguardo di 4 TB e, a breve,
anche 10 TB
di M. Dalli
Microsoft mostra il futuro
appiamo che il settore tecnologico richiede continui e ingenti investimenti in sviluppo
e una ricerca da parte delle società
del settore; investimenti che sono
spesso invisibili e che danno luogo
a prototipi che raramente vedranno la luce ma i cui contenuti tecnici
generano una proficua ricaduta sui
prodotti che entreranno poi effettivamente in produzione. Tuttavia
qualche volta vengono aperte delle
porte che ci permettono di intravedere qualcosa, di guardare cosa c’è
dietro a un prodotto finito. È succes-
p.23
so ad esempio con Apple, quando
vennero mostrate le foto delle sale
anecoiche dove vengono testate le
prestazioni delle antenne degli iPhone, ora succede nuovamente con
un video diffuso da Microsoft, dove
Craig Mundie, capo del dipartimento di ricerca e sviluppo, mostra una
futuristica interfaccia che potrebbe
rappresentare un primo approccio al
futuro del computing.
Interessanti spunti possono essere
tratti da questo video; di sicuro interesse è la strada intrapresa verso la
socialità (intesa come connessione
completa con la vita
privata), cardine del
video
rinnovamento tecnologico del futuro,
visione che sembra
aver iniziato a prendere corpo anche
negli attuali Windows Phone 7, con
cui qualche rimando
in questa interfaccia
è ravvisabile.
Dopo un breve periodo di stallo,
la corsa al gigabyte è ripresa più
veloce che mai. Anzi, sarebbe il
caso di parlare di corsa al terabyte, visti i recenti Hard Disk da
3 TB e, soprattutto, vista la nuova
tecnologia di Samsung che promette, a breve, dischi da 4 TB.
A beneficiarne non sarebbero
solo i classici Hard Disk da 3,5
pollici, che avrebbero al loro interno quattro piattelli da 1 TB
l’uno (attualmente ci sono piattelli da 750 GB), ma anche i dischi
per notebook da 2,5 pollici. Con
due piattelli da 500 GB si avrebbe un disco da 1 TB con altezza
standard. Gli attuali dischi da 1 TB,
infatti, sono troppo alti (12,5 mm)
per essere utilizzati all’interno dei
notebook tradizionali.
I nuovi dischi da 4 TB faranno
parte della linea EcoGreen, con
velocità di rotazione di 5.400 giri
al minuto e una cache da 32 MB.
Aggiornatissima anche l’interfaccia, che dovrebbe essere SATA III
da 6 Gbps. Non si sa ancora esattamente quando arriveranno, ma
molto probabilmente porteranno a un ribasso di prezzo per i
modelli da 3 TB (e a cascata per
tutti i tagli inferiori).
Questa nuova tecnologia di Samsung dovrebbe portare alla costruzione di Hard Disk da ben 10
TB “in breve tempo”. Quanto breve non è ovviamente dato sapere, ma siamo impazienti quanto
voi di scoprirlo.
n. 2 / 22 marzo 20
estratto da www.dday.it
p.24
PC & MULTIMEDIA
PC & MULTIMEDIA / Presentata ufficialmente la nuova versione del popolare browser
Jay Sullivan, Vice Presidente di
Firefox, vede in HTML5 il futuro
del Web. Dopo Apple, Google
e Microsoft, un altro durissimo
colpo per Adobe. Flash ha i
giorni contati?
È fino a sei volte più veloce e offre grande supporto ad HTML 5, si può provare scaricando la release candidate
Anche Firefox
contro Flash
di M. Dalli
Tempi duri per Adobe: la “guerra
di religione” scatenata da Steve
Jobs con il grande “rifiuto” di Flash
sui dispositivi mobili di Cupertino
(iPhone e iPad) ha trovato insospettati alleati, quali Google e Microsoft. Al gruppetto si aggiunge
ora anche Firefox, nella persona del
suo Vice Presidente Jay Sullivan, il
quale ha dichiarato che il futuro è
HTML5, non la “prigione di plug-in”
in cui si trovano ora i browser.
Flash sparirà? “Alla lunga penso di sì”,
dice Sullivan. “E molto per merito di
HTML5: con Firefox 4, Internet Explorer 9 [uscito il 15 marzo in Italiai, ndr]
e Chrome, forniremo le funzionalità
necessarie in un numero sufficiente
di browser, poi gli sviluppatori passeranno a HTML5, specialmente nel
mobile, dove non si può avere Flash
su tutte le pagine solo per fare qualche piccola animazione. L’idea di
dover caricare un’intera istanza del
Flash player solo per riprodurre 30
secondi di audio è una follia”.
Come Jobs, anche Sullivan si lamenta poi della stabilità del plugin di Adobe, responsabile più di
qualsiasi altro plug-in dei crash
di Firefox. Insomma, “HTML5 è la
risposta a lungo termine e noi
siamo su quella strada”. Riuscirà
Adobe a risollevare le sorti del suo
figlioccio, continuamente afflitto
da bachi di sicurezza (di cui l’ultimo scoperto da pochissimo) e
bersagliato dall’industria?
Firefox 4, balzo di velocità e versatilità
di P. Centofanti
I
l 10 marzo è stata pubblicata la prima release candidate di Firefox 4, la
nuova major release del browser sviluppato dalla Mozilla Foundation che
detiene qualcosa come il 30% di mercato. Le novità sono tantissime: nuova
interfaccia (con alcuni cambiamenti radicali), un nuovo motore Javascript decisamente più veloce, nuova gestione
delle estensioni e grande supporto ad
HTML 5 e alle sue funzionalità più avanzate. Firefox 4 è più compatto per dare
più spazio ai contenuti della pagina: le
schede passano sopra alla barra degli
indirizzi e dei segnalibri e Mozilla ha aggiunto alcune funzionalità per rendere
più facile gestire i tanti siti aperti contemporaneamente. In particolare, la
funzione Panorama consente non solo
di visualizzare contemporaneamente
tutte le schede aperte per individuare
facilmente quella cercata, ma anche
di dividerle in gruppi, in modo tale da
separare le “aree tematiche” del nostro
lavoro: un gruppo di lavoro dedicato
ai social network ad esempio e uno a
delle ricerche che stiamo effettuando.
L’aspetto interessante è che nella barra
in alto solo le schede del gruppo selezionato al momento saranno visibili
evitando così di avere un elenco infi-
Firefox 4: funzione panorama
nito di tabs. Un aspetto importante è
quello della velocità: il nuovo motore
Javascript mette questa nuova versione al paio con Internet Explorer 9,
mentre nei diversi benchmark Firefox
4 è più veloce di un fattore compreso
tra le 3.5 e 6 volte rispetto alla precedente versione 3.6 del browser. Per
quanto riguarda il supporto HTML5,
Mozilla conferma l’integrazione nativa
dei soli codec open source (o presunti
tali) come Ogg Theora e WebM mentre
il supporto ad H.264 sarà possibile solo
tramite flash o plug-in di terze parti.
Firefox 4 si piazza però tra i browser più
all’avanguardia per quanto riguarda la
compatibilità con il nascente standard
del futuro: rendering 3D webGL, font
personalizzati, animazioni 2D e tanto
altro ancora. Una demo di tutte le nuove funzionalità supportate è disponibile all’indirizzo: https://demos.mozilla.
org/it. Un altro aspetto importantissimo è che Firefox 4 sarà disponibile anche in versione mobile per Android e
MeeGo con sincronizzazione automatica tra versione desktop e smartphone
di cronologia, segnalibri, ultime schede
aperte e, cosa non da poco, password
per l’accesso ai propri siti preferiti. La
sincronizzazione avviene “in the cloud”
in forma completamente criptata per
mantenere la privacy totale dei dati
dell’utente.
È possibile provare le nuove funzionalità di Firefox 4 scaricando la release
candidate dalla pagina: http://www.
mozilla.com/it/firefox/RC/.
PC & MULTIMEDIA / Chi usa il Wi-Fi per collegarsi al modem ADSL perde circa il 30% di velocità
Internet lento? È (anche) colpa del Wi-Fi
A tanto ammonterebbe la perdita in download secondo una ricerca di Epitiro, nessun problema per le pagine Web
di M.Dalli
S
pesso sentiamo utenti lamentarsi delle scarse prestazioni
delle connessioni ADSL. Al di
là dei problemi della linea, però, un
concorso di colpa ce l’avrebbe anche
il Wi-Fi, almeno secondo una ricerca
di Epitiro. L’azienda di ricerca ha infatti condotto un’indagine su 14.000
connessioni in America, Regno Unito,
Spagna e Italia, scoprendo che chi usa
il Wi-Fi per collegarsi a Internet perde
in media il 30 per cento della velocità
di download rispetto a chi usa il cavo.
Il calcolo non è difficile: prendiamo ad
esempio una linea ADSL a 20 Mbit/s e
un collegamento Wi-Fi 802.11g, come
quello integrato in molti router dati
dagli operatori in comodato d’uso
(più o meno gratuito). Questo tipo di
connessione, oltre ad aumentare la
latenza di un valore compreso tra il
10 e il 20 per cento, abbassa sensibilmente la velocità, sia per limiti intrinseci, sia a causa di interferenze con
muri e altre sorgenti radio (Bluetooth,
forni a microonde, telefoni cordless),
sia per l’interferenza con altre reti WiFi. Molti di questi router, infatti, sono
impostati su un’unica frequenza che
o non è possibile cambiare, oppure
l’utente non sa come farlo.Alla prova
pratica, un collegamento Wi-Fi G po-
trebbe non superare i 16 Mbit/s, ben
al di sotto del potenziale massimo di
una ADSL da 20 Mbit/s. Ancora di più
se prendiamo come esempio l’offerta
Fibra 100 di Fastweb, fornita anch’essa con un router Wi-Fi G. A risentirne maggiormente sono i contenuti
“pesanti”, come downloadi di file di
grosse dimensioni oppure di video
su YouTube. Le pagine web, sempre
secondo Epitiro, si caricherebbero sostanzialmente nello stesso tempo del
cavo, in quanto composte da componenti di piccole dimensioni.
E voi, cosa usate per collegarvi a Internet? Cavo o Wi-Fi?
n. 2 / 22 marzo 20
estratto da www.dday.it
PC & MULTIMEDIA / In prova l’adattatore Netgear WNCE2001, per collegare alla rete gli apparecchi sprovvisti di Wi-Fi
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TV senza Wi-Fi? Netgear ha una soluzione economica
Si chiama Netgear Universal WiFi Internet Adapter, permette di collegare alla rete senza fili gli apparecchi che sono privi di connessione Wi-Fi
È molto semplice da utilizzare e funziona bene per lo streaming e con i servizi di Video On Demand, non altrettanto con i contenuti in alta definizione
di M. Dalli
T
V, lettori Blu-ray, Media Player:
tutti questi dispositivi hanno
sempre più bisogno di un collegamento alla rete, sia domestica che
Internet, per rendere al meglio. Questo aspetto sarà sempre più rilevante
nei prossimi mesi, con la maggiore
disponibilità di servizi di streaming
online da poter vedere direttamente
dal TV. Il vero problema è che non tutti hanno la fortuna di poter far arrivare un cavo di rete dietro al TV; alcuni
produttori mettono in vendita degli
adattatori Wi-Fi da collegare ai dispositivi tramite la porta USB, ma si tratta
quasi sempre di soluzioni proprietarie, dal costo non troppo popolare e,
soprattutto, non riutilizzabili per altri
apparecchi. Ecco quindi che gli adattatori Wi-Fi/Ethernet tornano di grande utilità, come il Netgear WNCE2001
(Universal WiFi Internet Adapter) che
abbiamo provato.
Il concetto è molto semplice: questo
adattatore si collega da una parte tramite segnale radio a una rete wireless
esistente (802.11n su 2.4 GHz), dall’altra “gira” la connessione su una porta
Ethernet, quindi con cavo. A questa
porta può essere collegato un qualsiasi apparecchio dotato di presa di
rete Ethernet cablata, ma anche uno
switch per condividere la connessione con più apparecchi allo stesso
tempo: in questo modo, per esempio,
si possono collegare TV, Blu-ray, lettore multimediale, console, decoder,
ecc, usando un solo adattatore Wi-Fi,
una soluzione decisamente più economica rispetto a quella di dotare tutti questi apparecchi separatamente di
connettività wireless.
Ottimo per lo streaming
soffre con l’alta definizione
Ma come funziona? Quali sono i
suoi limiti? Per scoprirlo l’abbiamo
provato in una situazione “domestica”. Innanzitutto la configurazione
iniziale è molto semplice: bisogna
collegare l’adattatore a un PC oppure
un dispositivo con browser (meglio
il PC, in ogni caso) e seguire la breve procedura guidata in cui ci verrà
chiesto a quale rete Wi-Fi collegarsi e
le eventuali credenziali di accesso (è
supportata anche la tecnologia WPS
per il collegamente automatico a un
router o access point compatibile).
Fatto questo l’adattatore può essere
scollegato dal PC e messo nella sua
posizione definitiva, anche tramite
due pratici strap in velcro forniti nella
confezione: le impostazioni rimarranno infatti in memoria. Il Netgear
WNCE2001 può essere alimentato
anche tramite porta USB, nella confezione è incluso l’apposito cavo. Collegato a un lettore multimediale non
ha avuto problemi di alimentazione,
ma, nel caso si avessero difficoltà, nella confezione è incluso anche un alimentatore di rete elettrica. Una volta
messo in funzione, abbiamo provato
a riprodurre alcuni contenuti, sia da
rete domestica che da Internet. In
generale il Netgear si è rivelato decisamente affidabile per lo streaming
di contenuti con bitrate non eccessivo, inferiore a 15 Megabit/s. Tutti i
contenuti provenienti da Internet e i
filmati con qualità medio/alta vengono quindi riprodotti senza problemi
e con un tempo di buffering prima
della riproduzione solo leggermente
superiore rispetto alla soluzione via
Le connessioni sono elementari: basta collegare il dispositivo all’apparecchio che si desidera inserire in rete. È supportata anche la tecnologia WPS
per il collegamente automatico a un router o access point compatibile.
cavo. Il test è stato condotto utilizzando un router Wi-Fi sempre di Netgear, il WNDR3700, in grado di servire
connettività 802.11n sia sulla banda
dei 2.4 GHz che su quella dei 5 GHz. Il
WNCE2001 è però in grado di sfruttare solo la prima, pur con velocità “n”.
Nonostante la velocità dichiarata di
300 Mbps, però, i contenuti multimediali con bitrate superiore ai 15 Mbps
subiscono continue interruzioni, risultando decisamente inguardabili.
Se, inoltre, alla stessa rete Wi-Fi si collega un dispositivo non “n”, come per
esempio uno smartphone o un portatile non di ultimissima generazione,
tutti gli apparecchi connessi alla rete
(adattatore Netgear compreso) diminuiscono la velocità di connessione,
uniformandosi a quella dell’anello
più debole della catena. In questo
scenario, la riproduzione di qualsiasi
contenuto HD diventa assai complicata.
Buono per il Video on Demand
Alla luce dei fatti, il Netgear Universal
WiFi Internet Adapter è una soluzione molto interessante ed economica
se si ha bisogno di collegare il televisore o il decoder alla rete per vedere alcuni contenuti in streaming, ad
esempio per sfruttare i nuovi servizi
di Video On Demand come Premium
Net TV di Mediaset o le nuove piattaforme di Smart TV. Discorso diverso
per chi invece ha una collezione di
filmati in HD ad alto bitrate: in questo
caso, purtroppo, il cavo è ancora più
robusto e affidabile.
Il Netgear Universal WiFi Internet Adapter WNCE200 (a destra) e il router
wireless n Netgear WNDR300 (a sinistra) utilizzato per il test, in grado di
fornire connettività n sia sui 2.4 che sui GHz.
AISTMAR
ONLUS
AISTMAR
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assistenza
nelle gravidanze difficili
n. 2 / 22 marzo 20
estratto da www.dday.it
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TEST / In prova il computer portatile Acer Iconia con doppio schemo touchscreen e senza tastiera fisica, un notebook decisamente “particolare”
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Doppio schermo touch, è il futuro del notebook?
Iconia offre eleganti finiture in alluminio, dotazione all’altezza e un’interfaccia personalizzata. L’uso richiede però un certo periodo di confidenza
di S. Chieppa e M. Dalli
I
display multitouch conquistano
anche i PC portatili, al punto che
Acer nel suo nuovissimo Iconia ne
ha inseriti ben due. Si tratta di un PC
di nuova concezione che utilizza due
display LCD retroilluminati a LED da
14 pollici con risoluzione di 1.366x768
pixel, entrambi multitouch e capaci
di riconoscere la pressione di tutte le
dita delle mani. Il modello in prova è
dotato di CPU Dual Core Intel Core i5480M a 2,66 GHz; sono tuttavia disponibili anche configurazioni con CPU
di fascia alta e top di gamma. La dotazione è completata da 4 GB di RAM
DDR3 (espandibili a 8 GB), 640 GB di
Hard Disk e scheda grafica integrata
Intel HD3000 con 128 MB di RAM dedicata. Non è invece presente un’unità ottica. L’apparato radio comprende
la scheda wireless n espandibile con i
moduli Bluetooth e UMTS opzionali.
Linee squadrate
L’azienda taiwanese ha optato per
linee squadrate, quasi futuristiche,
mentre dimensioni e peso sono notevoli. I coperchi, superiore e inferiore,
sono realizzati in alluminio, con un
bordo di circa 1 cm in gomma; all’interno domina il vetro dei due display,
realizzati con tecnologia Corning Gorilla Glass ultra-resistente.
La dotazione di connessioni è completa: sul lato sinistro troviamo la
presa per il caricabatterie, due USB
2.0 e una connessione HDMI. Sul lato
destro invece sono presenti una porta
Gigabit Ethernet, l’uscita VGA, l’attacco Kensington, una porta USB 3.0 e
le prese per microfono e cuffie (quest’ultima condivisa con l’uscita audio
digitale S/PDIF ottica). La ventilazione
è assicurata da un condotto sul lato
sinistro e da una griglia nella parte
inferiore, che risulta ben sollevata dal
piano grazie ai piedini d’appoggio abbastanza alti.
L’interfaccia richiede pratica
I due display hanno un rapporto
d’aspetto pari a 16:9 che si presta
molto bene alla visione dei film, sono
inoltre provvisti del filtro di esaltazione
del contrasto che in condizioni di luce
normali non riflette più di tanto. I neri
risentono della tecnologia LCD e anche con la luminosità regolata al minimo sono un po’ al di sotto della media.
La tecnologia multitouch non è molto
intuitiva e richiede un po’ di pratica,
soprattutto nelle operazioni di trascinamento, ridimensionamento e zoom.
Per il display inferiore è possibile scegliere fra tre modalità: estensione del
desktop, tastiera virtuale o Acer Ring.
Nel secondo caso, la tastiera (richiamabile tramite il tasto del lato sinistro
del case o premendo con i dieci polpastrelli sul display inferiore) ha di default
i tasti molto grandi e un touchpad decisamente piccolo: è quindi preferibile
controllare il cursore del mouse attraverso il display superiore che è touch.
Dopo qualche giorno di allenamento,
la scrittura risulterà comunque comoda anche a chi non è troppo abituato
a questo genere di tastiera. Nella parte
superiore di essa ci sono tutti i controlli necessari a pilotare il volume e i
player multimediali, nonché un tasto
che permette di nasconderla in favore
di uno spazio dedicato alla scrittura a
mano, che viene ben riconosciuta in
stampatello e un po’ meno in corsivo.
Accedendo alle impostazioni della
tastiera si può regolarne la luminosità
indipendentemente dall’altro display
e cambiare la skin scegliendo tra le tre
integrate o inserendo un’immagine da
una cartella personale. La terza modalità permette invece di controllare
le principali funzioni del notebook attraverso le gesture. Facendo pressione
con i polpastrelli di una mano è possibile accedere al menù Acer Ring che
tramite scorrimento circolare permette
video
Sul canale DDAYVideo di YouTube è stato pubblicato il video che mostra le caratteristiche del computer portatile
Acer Iconia. Clicca qui per andare direttamente al video.
PC portatile Acer Iconia - .4 EURO
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Design
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8
la commutazione delle sotto-modalità.
Ce ne sono ben sette: le prime tre, Video, Photo, e Music, consentono la fruizione dei contenuti multimediali salvati nel PC, controllabili tramite il display
inferiore. Abbiamo poi il Browser che,
visualizza le pagine web su entrambi i
display, come se in realtà fossero uno
solo, cosicché lo scorrimento delle pagine risulta molto piacevole e d’effetto.
È inoltre possibile selezionare una parte di pagina per poi salvarla in formato
immagine. La modalità più interessante è forse quella chiamata Jogger,
attraverso la quale, sempre nel display
inferiore, vengono visualizzati alcuni
“widget” (tipo le app degli smarphone)
con cui si accede ai contenuti social.
Di default ce ne sono tre: Facebook,
YouTube e Flickr. Chiudiamo la serie
con ScrapBook e MyJournal: il primo
consente di creare un diario personale,
volendo si possono inserire fotografie
(posizionabili tramite “pizzicamento”) o
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8
Value
scritte a mano libera; il secondo è una
home page realizzata come se fosse
un giornale in cui decidiamo noi quali
sono le notizie da visualizzare, più che
altro sono delle piccole finestre che
visualizzano un’anteprima di siti web
scelti e con accesso tramite doppia
pressione. Sempre riguardo l’Acer Ring,
c’è la possibilità di personalizzare le gesture tramite un’interfaccia e assegnare l’esecuzione di un programma o di
un’azione tramite una di esse.
Vale il suo prezzo
Complessivamente il notebook vale il
prezzo proposto: l’idea dei due display
è originale, ma forse il mercato non è
ancora pronto per questo genere di
prodotto. Sarebbe stato meglio utilizzare un display inferiore più piccolo e
dedicato solo alla tastiera, per contenere le dimensioni e la luminosità che
al buio, sommata a quella del display
superiore, risulta un po’ fastidiosa.
video
Sul canale DDAYVideo di YouTube è stato pubblicato il video che mostra l’innovativa interfaccia di Acer
Iconia. Clicca qui per andare direttamente al video.
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TEST / In prova il MacBook Pro con schermo da 17 pollici, modello top della recentemente rinnovata gamma di computer portatili Apple
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Tutto potenza e stile, è ottimo per i professionisti
Nuovi processori, scheda grafica AMD e interfaccia Thunderbolt: sono i MacBook Pro della gamma 2011, tanta potenza nel classico design Unibody
di M. Dalli
A
pple ha rinnovato la gamma di
portatili MacBook Pro introducendo una serie di novità interessanti, tra cui spiccano i processori
Intel Sandy Bridge, l’adozione di schede grafiche AMD e la porta Thunderbolt. Il top di gamma, il MacBook Pro
da 17 pollici offre processore quad
core Intel Core i7 da 2,2 GHz, 4 GB
di RAM, 750 GB di disco (a 5400 giri
al minuto) e scheda grafica AMD Radeon 6750M con 1 GB di memoria
dedicata. Il sistema operativo è Mac
OS X Snow Leopard (versione 10.6).
Il design non cambia
L’aspetto è identico a quello dei modelli precedenti: lo chassis Unibody
è interamente in alluminio e scavato
dal pieno, con due griglie per gli altoparlanti ai lati della tastiera retroilluminata. Sotto la tastiera troviamo
il trackpad, di dimensioni generose,
anche se rispetto all’intera struttura
può quasi sembrare piccolo. Sul fronte connessioni troviamo il classico
connettore di alimentazione MagSafe
con attacco magnetico, affiancato da
una porta FireWire 800, 3 porte USB
2.0, ingresso per cuffie e microfono
(condiviso con un’uscita audio S/PDIF
ottica), slot Express Card 34 e indicatore di carica della batteria. Manca su
questo modello lo slot per le card SD,
presente sui tagli più piccoli da 13 e
15 pollici. La vera novità è però il connettore Thunderbolt, che consente di
trasferire su un unico cavo un segnale
video HD e un canale dati fino a 10
Gbps in entrambe le direzioni. Thunderbolt utilizza il connettore mini
DisplayPort, col quale resta compatibile, ma al momento non esistono
ancora in commercio dispositivi dotati di questa nuova interfaccia. Sul
lato destro del portatile troviamo
l’aggancio per il cavo Kensington e lo
slot per il DVD; manca infatti il lettore
Blu-ray, tecnologia “rifiutata” da Apple.
Altra piccola novità per questi nuovi
MacBook Pro è la fotocamera integrata, che diventa finalmente HD (fino a
720p) e in grado di effettuare videochiamate anche in alta definizione
con iPhone 4, iPad 2 e iPod Touch,
oltre che altri MacBook.
Prestazioni al top
Thunderbolt a parte, il nostro interesse
per questi MacBook è dovuto alla presenza del processore quad core e della
grafica AMD. Il 17 pollici ha potenza
“da vendere”, tanto da poterlo tranquillamente classificare come desktop replacement, viste anche le dimensioni
non proprio ridotte. Spicca il display
da 17 pollici in formato 16:10, con risoluzione di 1920x1200 pixel, di ottima
fattura: il rivestimento dello schermo
è lucido, chi ha necessità di lavorare
spesso all’aria aperta può richiedere
opzionalmente il rivestimento anti-riflesso per 50 euro in più. In interni lo
schermo non dà fastidio e non sembra
riflettere troppo l’ambiente circostante. Il processore quad core Intel Core
i7 della famiglia Sandy Bridge è estremamente performante: utilizzando
iMovie 11, abbiamo ricodificato un
video HD 720p di 40 minuti, mantenendo la stessa risoluzione; lo stesso
filmato ricodificato su un MacBook
Pro da 13 pollici dello scorso anno con
processore dual core Intel Core 2 Duo,
ha richiesto 1 ora e 50 minuti, quasi il
triplo del tempo. L’impressione, inoltre,
è che si possa fare anche di meglio: il
vecchio MacBook ha mantenuto la
CPU al 100% durante tutto il processo,
mentre il nuovo 17 pollici non è salito sopra il 60-70% di occupazione del
processore. Un iMovie meglio ottimizzato potrebbe quindi dare risultati ancora migliori, oppure è possibile usare
il portatile per altre funzioni anche
durante la codifica di un filmato in alta
definizione.
Sul fronte grafica 3D abbiamo messo
alla prova il nuovo processore con
Blender 2 (versione 2.56a beta) e Maxon CineBench R11.5. Con il primo
abbiamo eseguito il test.blend, renderizzando l’immagine in 7.45 secondi
utilizzando 8 thread, 7.10 secondi con
16 thread attivi (il processore quad
core utilizza la tecnologia HyperThreading che raddoppia il numero di
processori fisici, portando a 8 quindi il
numero di processori virtuali disponibili). Con Cinebench, invece, abbiamo
registrato un valore di 4.96 punti nel
test CPU con 8 thread, mentre nel test
single core 1.21 punti (più di 4 volte
Apple MacBook Pro ” (20)- 2.4 EURO
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Design
8
0
tanto - un valore così alto è dovuto al
fatto che vengono sfruttati 8 processi
in parallelo, anziché uno solo). Nel test
OpenGL, invece, il punteggio fatto segnare da questo MacBook Pro è stato
di 34.49 fps.
Nonostante i Mac non siano espressamente macchine da gioco, il trend
sembra quello di portare il gaming “serio” anche sulla mela. Abbiamo quindi
provato a vedere come si comporta
questo modello con Call of Duty 4:
Modern Warfare. L’esperienza di gioco
è molto fluida, con i frame al secondo
che raramente scendono sotto i 30 fps,
mantenendosi in linea di massima su
un valore compreso tra 50 e 60. Non
è certo un punteggio “invidiabile”, ma
considerata la natura della macchina
è più che accettabile.
Una nota, infine, sulla batteria: Apple
dichiara 7 ore di navigazione Web su
siti con contenuti Flash, valore che
può essere tranquillamente superato
se ci si limita a un uso come “macchina
da scrivere” o poco più (si può arrivare a 9 ore di utilizzo lontano dalla rete
elettrica). Stressando invece processore e scheda grafica, si può raggiungere
una durata di 1 ora e 30 minuti. In quest’ottica, chi ha bisogno del portatile
per codificare video in mobilità può
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Value
6
contare su un buon periodo di sopravvivenza prima di vedersi scaricare
completamente la batteria.
Prezzo alto ma giustificato
Il MacBook Pro da 17 pollici è un portatile destinato a un uso chiaramente
professionale. Il passaggio al quad
core lo rende una macchina perfetta
per chi vuole lavorare con programmi
di grafica 3D o video editing anche in
mobilità. Ovviamente la portabilità risulta leggermente compromessa dal
display da 17 pollici, anche se il peso
complessivo è di poco superiore a
quello di molti modelli da 15 pollici.
Come sempre nel caso di Apple, il
prezzo (2.500 euro) non è certo abbordabile, ma nel complesso è giustificato dalle novità tecnologiche
introdotte. Si sente un po’ la mancanza di un disco SSD, che avrebbe
forse migliorato ulteriormente alcune
prestazioni, ma è anche vero che ciò
porterebbe a una capienza del disco
decisamente inferiore ai 750 GB presenti nel modello da 17 pollici. Manca
al momento un riscontro oggettivo su
Thunderbolt, ci riserviamo di riprovare
questo MacBook Pro nel momento in
cui usciranno i primi dispositivi dotati
di questa nuova interfaccia.
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PEOPLE & MARKET / Il Giappone, patria della tecnologia, è in ginocchio dopo l’immane tragedia avvenuta venerdì 11 marzo
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Giappone: il dramma e l’impatto sull’hi-technology
Oltre al dramma umano, che è assolutamente prioritario, c’è anche un impatto economico da non trascurare. Ecco una triste analisi
di F. Regis e M.C. Candiago
U
n disastro di proporzioni immani si è abbattuto sul Giappone
venerdì 11 marzo: la terra ha
tremato per diversi minuti con una forza devastante e ha poi sommerso con
un’onda spaventosa le coste, aggravando tutto, come se non bastasse, con
una terribile minaccia nucleare.
Una tragedia che è naturalmente tale
prima di tutto dal punto di vista umano, ma che accresce ulteriormente il
suo tono di dramma se consideriamo
l’impatto economico sul mercato dell’elettronica di consumo, che nel solo
Giappone ha avuto nel 2010 un peso
pari al 13.9% delle entrate globali.
DDay.it è un magazine di tecnologia e,
anche se di fronte ad una tale tragedia
l’ultima delle preoccupazioni dovrebbe
essere quello che succederà ai nostri
amati gadget, abbiamo pensato ugualmente di fare una analisi di quello che
è uno dei mercati più evoluti del paese del Sol Levante, anche perché sarà
proprio attraverso la tecnologia e i suoi
introiti che il Giappone potrà trovare i
mezzi e i fondi per ricostruire.
Tante aziende e colossi mondiali del
settore dell’elettronica di consumo,
del computer, delle telecomunicazioni
hanno sede in Giappone: Sony, Panasonic, Fujitsu, Canon, Toshiba, Olympus,
Nikon, sono alcuni tra i produttori giapponesi più noti che hanno dovuto fare
i conti con questo dramma. Anche se
è presto per fare una stima precisa dei
danni, il problema grave risiede nell’interruzione degli impianti di approvvigionamento e distribuzione e nella
produzione di alcuni componenti più
che nella distruzione delle fabbriche
stesse, che comunque hanno subito
danni ingenti in molti casi. Ma c’è anche
la parte logistica: il Giappone è rimasto
in molte zone privo di infrastrutture,
con l’energia razionata e con l’impossibilità quindi di spostare componenti
e prodotti in ingresso e in uscita anche
se le fabbriche dovessero riprendere la
produzione a pieno regime.
Una stima dei danni
Un certo numero di produttori di tecnologia giapponese, tra cui Sony, Panasonic Corp. e Fujitsu Ltd., hanno annunciato la chiusura di alcuni impianti per
procedere alla valutazione dei danni,
oltre al fatto che è in corso un razionamento della corrente elettrica e che
durerà per diverse settimane.
Il Giappone è la patria di molti produttori di chip di memoria, tra cui Elpida
Memory Inc. e Toshiba Corp., il secondo
maggior produttore di chip di memoria
flash NAND al mondo (memorie che
vengono utilizzate ad esempio da Apple per l’iPhone e l’iPad) dopo la coreana Samsung Electronics Co.
Molte conseguenze devastanti potrebbero riguardare la produzione giapponese di componenti di pannelli LCD: la
produzione di grandi pannelli LCD nel
2010 ha inciso per il 6,2% degli 86,3 miliardi di dollari del mercato globale. Per
non contare il fatto che le aziende giapponesi sono al terzo posto nella produzione di semiconduttori e di LED, ormai
usati in tutti i dispositivi. Panasonic,
Fujifilm, Nikon e Canon hanno interrotto nelle regioni colpite dal terremoto
la produzione di fotocamere digitali e
di lenti. Secondo le stime di Canon, la
produzione di cartucce a inchiostro per
le proprie stampanti e le lenti intercambiabili saranno bloccate per un paio di
settimane. Anche Toshiba ha affermato
che un impianto di chip nella prefettura di Iwate aveva sospeso le operazioni,
mentre la società stava valutando la
situazione. La società ha affermato poi
che non sembra esserci nessun danno
significativo alla fabbrica, ma che non è
ancora certa di quando la produzione
dei chip potrà essere ripresa.
Le fabbriche LCD Toshiba &
Hitachi ferme per un mese
Mentre stiamo chiudendo questo numero del nostro magazine arrivano gli
ultimi aggiornamenti e non sono buoni: l’agenzia internazionale per l’Energia Atomica ha innalzato il livello di
allerta nucleare per la centrale di Fukushima-Daiichi. Sul fronte economico,
meno drammatico, ma importante, vi
è la notizia della chiusura per almeno
un mese degli impianti di produzione
Toshiba e Hitachi. Sono solo le prime
avvisagli di quanto ipotizzavamo poco
sopra,: a breve la disponibilità di panelli
e componenti potrebbe scarseggiare.
Scongiurare la crescita
incontrollata dei prezzi
Gli analisti si aspettano a breve termine una crescita dei prezzi con una
conseguente crescita dei costi per i
produttori mondiali di elettronica di
consumo. “Ci aspettiamo un’oscillazione
fenomenale di prezzo a breve termine a
causa di questo terremoto”, ha affermato
Jim Handy, analista presso Objective
Analysis. “Oltre il 40% delle flash NAND
del mondo sono fabbricate in Giappone.
Non ci vuole una forte diminuzione della
produzione perché i prezzi aumentino in
modo drammatico.” Il prezzo dei chip
flash NAND da 32 Gigabit, utilizzati ad
esempio negli smartphone, è salito del
17,7% in vista delle difficoltà attese nella fornitura delle materie prime.
Come aiutare concretamente
Pur nella difficoltà estrema in cui il Paese versa oggi, molti protagonisti del
settore Consumer Electronics hanno
fatto fronte comune per affrontare la
tragedia: Canon, Panasonic, e Sony
hanno piazzato 3,67 milioni di dollari
in donazioni, cui si aggiungono le iniziative di siti come Apple che tramite
iTunes permette di effettuare una donazione fino a 200 dollari, o ancora di
amazon.com e di Costco.com che hanno aggiunto la possibilità di effettuare
donazioni alla Croce Rossa Americana.
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prematuri.
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CUD, 730
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scrivi
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delle associazioni di promozione sociale e delle associazioni riconosciute
che operano nei settori di cui all’art. 10, c. 1, lett a),
del D.Lgs. n. 460 del 1997 e delle fondazioni nazionali di carattere culturale
FIRMA
Mario Rossi
Ogni anno in Italia nascono 30.000 bambini prematuri,
di cui circa 5000 hanno un peso inferiore a 1500 gr.
Questi bambini hanno bisogno di
e assistenza per molti anni.
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genitori hanno bisogno del tuo aiuto.
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e alla sua famiglia nel percorso di sviluppo e crescita
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........................................................................
Codice fiscale del
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9 7 0 2 8 2 1 0 1 5 7
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AUDIO VIDEO
Guida Smart TV
segue da pag. LG – Smart TV
Wand da usare come una bacchetta
magica per navigare tra le varie funzioni e i menù, dall’altra c’è anche un
telecomando con tastiera QWERTY
che sarà presto disponibile come
accessorio. Oltre a questo è prevista
in futuro anche l’applicazione per
smartphone e tablet.
Panasonic – Viera Connect
LG era partita proponendo un piccolo
portale con i servizi Picasa, YouTube e
Accuweather. La piattaforma si è poi
evoluta arricchendosi di nuovi servizi
come Chili TV, alcuni giochi e AceTrax
per il Video on Demand, ma è solo nel
2011 che raggiunge la sua piena maturazione. La versione di quest’anno è
più completa sia come integrazione
sia come possibilità, guadagna un
browser e anche l’Apps Store.
App: 7
Il sistema per lo sviluppo delle app si
basa sulla piattaforma Plex. C’è uno
store dal quale si possono scaricare
le applicazioni, al momento tutte gratuite. Il loro numero è ancora basso,
circa una trentina, ci sono comunque
quelle di base, da YouTube a Twitter, si
spera che in futuro possano crescere.
LG non ha ancora reso disponibile un
SDK che permetta agli sviluppatori di
produrre le proprie applicazioni.
Video on Demand: 7
Al momento sono disponibili solo
Chili.tv, la TV di Fastweb con alcuni
canali on Demand liberi e AceTrax,
una piattaforma per l’acquisto e il noleggio di film online. AceTrax ha però
prezzi davvero alti, 15 euro per una
novità neppure in HD. Meglio lasciarla perdere.
Browser: 7
Il web browser LG è abbastanza
completo manca però il player Flash
integrato. Se l’assenza di Flash non
pesa su uno smartphone, sul TV poteva essere utile per accedere a molti
servizi, come per esempio Video.Mediaset.TV.
Controllo: 9
Doppio dispositivo di controllo per
LG: da una parte la pratica Magic
Panasonic rinnova la piattaforma
Vieracast trasformandola in Viera
Connect, rendendo il TV una sorta
di hub multimediale che può essere usato per connettere dispositivi
e anche per giocare. Si può, infatti,
collegare il TV a gamepad, dispositivi
fitness e altri controller per interagire
direttamente con le applicazioni scaricate dal Viera AppStore.
App: 7
Al momento sul Viera AppStore 2011
sono presenti una trentina di applicazioni con una decina di giochi, si
tratta quasi esclusivamente di applicazioni destinate ad altri mercati europei. Per l’Italia ci sono comunque
le app di base, da Facebook a Twitter
a Skype, ma mancano quelle un certo livello, capaci di alzare il grado di
interesse.
Video on Demand: 6
Anche per Panasonic l’unica piattaforma di Video on Demand presente è Acetrax. E vale il discorso sui
prezzi fatto per LG, molto meglio
rinunciare.
Browser: nd
Al momento non è previsto un browser
per la navigazione web libera.
Controllo: 10
Ai TV Panasonic possono essere
collegati mouse e tastiera, sia a filo
che wireless. Un bel vantaggio per
chi vuole chattare con Skype, condividere informazioni su Facebook e
retwittare. Inoltre, ci sono anche le
app per smartphone e tablet.
Philips, Sharp e Loewe Net TV
Gli unici a mettersi d’accordo per
una piattaforma comune sono:
Philips, Loewe e Sharp.
La loro Internet TV non è una piattaforma complessa e questo è un
grande vantaggio: si può infatti
aggiornare. Net TV è l’unica che da
qualche anno a questa parte è stata migliorata, ma sostanzialmente
si tratta dello stesso sistema. Manca
comunque una sezione “pay” per
app di qualità e il fatto di usare webapp limita le funzionalità.
App: 8
Quelle che vengono chiamate “app”
non sono altro che versioni di siti
e servizi già esistenti, ottimizzate
per le TV. Un po’ come avviene per
le versioni “mobile” dei siti Internet,
che sono versioni con grafica e stile
dimensionate all’uso su un dispositivo di piccole dimensioni, allo stesso
modo la Net TV prevede che molti
siti, tra i quali anche il Corriere.it e la
Gazzetta.it, vengano visualizzati con
uno stile navigabile senza problemi
da telecomando. Un modo intelligente di gestire la cosa, che non
richiede particolari oneri di sviluppo, ma solo un nuovo foglio di stile.
L’unico “scoglio” è al momento l’impossibilità per gli utenti di aggiungere app, le aziende decidono cosa
può essere scaricato.
Video on Demand: 5
Sempre con la stessa logica delle
app di cui abbiamo parlato sopra,
sono presenti anche alcuni sistemi
di Video on Demand. Il voto insufficiente è dovuto al fatto che al momento tutti i servizi sono dedicati
al resto dell’Europa e per l’Italia, al
momento, non c’è nulla.
Browser: 6
Trattandosi di un sistema basato sul
browsing di pagine speciali ottimizzati per i TV, il browser web è integrato e permette la navigazione libera
delle pagine a cui siamo interessati.
Purtroppo non è un’esperienza molto gratificante, manca Flash, è lento
e soprattutto, con il telecomando,
l’usabilità è ridottissima.
Controllo: 7
Philips e Sharp permettono il controllo della Net TV con applicazioni
per smartphone e tablet, mentre per
Loewe ancora non sappiamo nulla
di preciso. La gamma di TV 2011 di
Philips permette, inoltre, il collegamento di una tastiera wireless che in
molti casi si rivela utile e, nel corso
dell’anno, dovrebbe esser reso disponibile anche un telecomando
con tastierina QWERTY integrata.
Samsung Smart TV
Samsung è stata la prima a credere
nelle TV connesse via Internet, la
versione 2011 di Smart TV è la piattaforma al momento più evoluta sul
mercato, grazie anche all’integrazione con Adobe Air, con Flash e al notevole supporto da parte dell’azienda agli sviluppatori.
Purtroppo chi ha acquistato la TV nel
2009 non ha potuto aggiornare la
piattaforma alla versione 2010, e lo
stesso vale per chi ha preso la TV lo
scorso anno. Ci si chiede, quindi, se
la nuova piattaforma sarà definitiva
oppure se nel 2012 cambierà nuovamente tutto.
App: 9
La piattaforma Samsung è la più evoluta anche sotto questo punto di vista.
L’unico limite al momento è l’impossibilità per gli utenti di caricare le app
sullo store, tuttavia gli sviluppatori sono
incentivati a programmare mediante
concorsi a premi e sul sito dell’azienda
sono disponibili gli SDK e i tutorial per
sviluppare le applicazioni. Per il resto
Samsung ha moltissime app, si è aggiudicata contenuti in esclusiva (la testata
giornalistica La Repubblica, ad esempio)
ed è quella che sta lavorando più assiduamente per localizzare molte applicazioni e sviluppare app locali.
segue a pag. 32
AISTMAR
ONLUS
AISTMAR
ONLUS
assistenza
nelle gravidanze difficili
n. 2 / 22 marzo 20
estratto da www.dday.it
follow up multidisciplinare
per neonati a rischio
p.32
AUDIO VIDEO
Guida Smart TV
segue da pag. 3
Video on Demand: 8
Acetrax c’è anche sui TV Samsung, ma
Samsung vuole fare di più e a breve
fornirà altri servizi di Video on Demand.
Samsung può anche contare sull’esclusiva Cubovision che garantisce il noleggio di film anche in alta definizione e in
3D a prezzi decisamente competitivi.
Browser: 9
Grazie alla partnership con Adobe,
sulle TV Samsung c’è un Full Web
Browser con Flash integrato. Ancora
dobbiamo provarlo, ma le premesse
per una navigazione di qualità ci sono
tutte. Con grande gioia per chi vuole
vedere Megavideo sul proprio TV.
Controllo: 7
Il voto è condizionato dal fatto che
Samsung è l’azienda che più di tutte crede nella Smart TV e quindi ci si
aspettava uno sforzo maggiore. Ci
sono le app per tablet e smartphone,
volendo c’è il “premium remote” con
pannello touchscreen e forse arriverà anche in Italia il telecomando con
tastiera QWERTY. Bastava aggiungere
un modulo Bluetooth o il supporto a
tastiera e mouse per avere un sistema
completo.
Sony Bravia Internet
Sony nell’indecisione non ha realizzato
una piattaforma vera e propria, ma ha
aggiunto ai suoi TV le funzioni Internet
più richieste: c’è la parte social, ci sono
i servizi di Video on Demand e c’è pure
il browser. Anche se tutte le funzionalità sono sparse nell’interfaccia Cross
Media Bar, a seconda delle loro funzioni. La scelta di Sony è decisamente buona, perché non si lega ad un
ambiente che potrebbe cambiare tra
qualche anno. Se infatti Sony dovesse
passare a Google TV potrebbe portare
tutte le sue app nel sistema di Google
senza grandi stravolgimenti.
App: 7
Sony non ha delle vere e proprie app
e uno store, ma una serie di blocchi
sparsi qui e là. C’è il browser, c’è la parte di Video on Demand e soprattutto
ci sono i vari sistemi di social network
come Facebook, Twitter e c’è pure
Skype. Decide Sony cosa includere nel
sistema.
Video on Demand: 9
La piattaforma Sony è quella più completa sotto questo punto di vista. Oltre
ad una serie di canali Bravia Internet
Video, i TV possono contare anche su
Qriocity un vasto catalogo di film da
vedere in streaming a prezzi decisamente contenuti. Oltre a questo, c’è
anche Qriocity Music Unlimited, per lo
streaming musicale e Rai.TV, la Catch
Up TV della Rai.
Browser: 7
Nella gamma di TV 2011 Sony ha inserito come browser Opera, una scelta
di qualità anche se manca la possibilità di riprodurre contenuti Flash che,
considerata la vocazione di una TV a
riprodurre video, sarebbero stati assai
graditi.
Controllo: 8
Sony permette di collegare alla TV una
tastiera per scrivere e facilitare così le
ricerche. Non mancano le applicazioni
per tablet e smartphone, sia Android
che Apple.
Toshiba - Places
Anche Toshiba avrà la sua Smart TV di
nome Places, anche se le informazioni
sono ancora abbastanza scarse e vedremo tutto solo tra qualche settimana quando a Roma verrà presentata in
anteprima europea la nuova gamma
di televisori. Ci riserviamo, quindi, di
aggiornare questo articolo quando
avremo una panoramica anche delle
funzionalità di Places.
Cosa non ci convince delle
attuali Smart TV
Lo diciamo subito: nei voti siamo stati
abbastanza larghi, potevamo essere
più cattivi, anche se capiamo che non
è facile organizzare un sistema come
quello della Smart TV il cui 70% dev’essere personalizzato a livello locale.
E in Italia, si sa, non sempre è facile
fare queste cose. Ci sono alcuni aspetti
però delle Smart TV che devono essere
cambiati o modificati soprattutto in ottica futura, vediamoli.
Manca una piattaforma unica
Ogni Smart TV è realizzata su una sua
piattaforma proprietaria e non sempre
aperta. Questo non solo vuol dire disperdere energie, ma anche rendere la
vita difficile ai fornitori di servizi di terze
parti che devono approntare sistemi
multipiattaforma. Un sistema Smart TV
globale sarebbe davvero la soluzione.
Sviluppatori poco incentivati
Solo Samsung sta facendo qualcosa
per incentivare gli sviluppatori, ma
la situazione è ben diversa da quella
che vediamo nel mondo smartphone,
dove anche l’ultimo arrivato, Windows
Phone 7, conta già oltre 10.000 apps.
L’assenza di SDK liberi, l’impossibilità di
pubblicare le Apps lasciando che sia il
pubblico a decidere cosa scaricare e le
diverse piattaforme esistenti scoraggiano gli sviluppatori e i risultati si vedono:
poco meno di 300 apps se sommiamo
tutti i sistemi.
App a pagamento
Gli sviluppatori lavorano e per questo
devono essere pagati. Il sistema degli
Appstore per smartphone funziona,
mentre sulle TV non esiste un sistema
analogo. Poche app free sovvenzionate dalle aziende ma manca la possibilità di far soldi. Eppure le premesse ci
sarebbero tutte: Guide TV intelligenti,
client Bit Torrent, tools di calibrazione
e tanto altro sarebbero in cime alla lista
delle Apps acquistate.
Dispositivi di controllo
Il telecomando è vecchio e non è certo adeguato ad un TV che si collega al
web e che richiede anche l’immissione
di testi, per commentare film, scrivere
in chat e re-twittare. C’è chi ha trovato
soluzioni alternative come telecomandi
particolari e con tastiere QWERTY, tuttavia la soluzione definitiva sembra lontana. Telecomandi come quello Sony per
la Google TV sono una soluzione, così
come lo sono le varie applicazioni per
smartphone e tablet, tuttavia una bella
tastiera collegata in wireless alla TV non
sarebbe male. Basterebbe farla blue-
tooth, compatibile con tutti i dispositivi
in commercio.
Scarsa integrazione con il TV
Un altro punto a sfavore dell’attuale
Smart TV è la scarsa integrazione con
il TV stesso. La Smart TV, infatti, non aggiunge nulla che non venga già fatto
da un tablet, e se a breve tramite soluzioni come Airplay sarà possibile inviare alla TV wireless il segnale dei tablet a
piena risoluzione la Smart TV così com’è
avrà poche possibilità. Serve maggiore
integrazione, sarebbe bello mentre si
guarda un film poterlo commentare
con i propri amici, vedere le schede dei
protagonisti e fare ricerche contestuali
tutto in una interfaccia armonizzata.
Esistono cose simili, vedi Boxee Box,
ma sono set top box esterni.
Aggiornabilità non garantita
Nessuno assicura che la Smart TV 2012
sarà compatibile con quella del 2011.
Chi ha comprato una TV nel 2010 lo sa
bene: le piattaforme verranno parzialmente aggiornate. I processori delle
nuove TV sono infatti molto più potenti e permettono il lancio di applicazioni Air e Flash, cosa che i processori
della passata stagione non facevano.
E in un’ottica di app a pagamento, chi
compra delle applicazioni sapendo
che se cambia TV queste non andranno bene? Le aziende devono scegliere una strada e impegnarsi a seguirla,
ottimizzando il codice e facendo in
modo che nei prossimi anni le funzioni principali siano garantite anche per
i modelli precedenti.
L’ombra di Google TV
Google non sa neppure lei cosa fare,
ma se trova la strada giusta sarebbe
inarrestabile. Ha dalla sua parte sviluppatori, risorse e può creare un
sistema cross-platform che sarebbe
subito abbracciato da molti produttori. Chi rischia di comprare oggi una
Smart TV quando le cose potrebbero
cambiare ancora?
La spina nel fianco, MHP
In Italia la Smart TV ha un rivale di
nome MHP che blocca lo sviluppo
di certe funzionalità che sarebbero
apprezzatissime. Premium NetTV per
esempio è una di queste, ma la stessa
applicazione di Cubovision e le varie
catch-up TV sono esempi di funzioni
che dovrebbero essere sulla Smart TV
e non in MHP.