Quelle bancarelle, specchio di un`Italia da dimenticare

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Quelle bancarelle, specchio di un`Italia da dimenticare
Quelle bancarelle, specchio
di un'Italia da dimenticare
di ERALDO AFFINATI
La Grande Accozzaglia di piazza
Navona, tutto quell'insieme di
bancarelle, giostre e palloncini
colorati, lotterie nazionali e zucchero
filato, pop corn, salsicce e caldarroste,
se ne va via per sempre. Scompare
lassù, a cavalcioni sulla scopa della
befana, passando davanti alla luna
piena, oltre la cupola appena
restaurata di Sant'Agnese. Sarà vero,
oppure si tratta di uno scherzo?
CONTINUA A PAGINA 2
Quelle bancarelle, specchio di un'I talia da dimenticare 1 IL PRESEPE
U n po' dece? rato è l'unica tosi
ricordi il cak
~
7
I CAPOLAVORI
Davanti alle opere di
Bernini e Borromini una
pernacchia strapaesana
MASCHERA
La befana
è la regina
indiscussa di
piazza Navona.
Di tutte le
dimensioni
e di tutti i colori è
uno dei pupazzi
in assoluto più
richiesti dai
bambini che
sono in visita
alle bancarelle
SEGUE DALLA PRIMA
«Èvero, è vero» soffia tra i baffi '
bianchi di stoppa il Babbo Natale
talmente grosso chefa fatica a stare seduto sul calesse d i legno con
le renne pronte a partire. ~ S e m o
l'urtimi rimasti. conferma la sfinge egizia dopo essere scesa dal trespolo ed aver abbandonato la sua
veste dorata. Dal prossimo anno
la celebre piazza sarà definitivamente assegnata ai pittori ufficiali, chiamiamoli cosi, quelli con il
cavalletto d'ordinanza, le cui dimensioni non dovranno superare
una certa misura per non impedire la visione delle fontane e delle
chiese. Ogni ritrattista avrà la
sua postazione: quarantadue per
l'esattezza,metà da una parte, metà dall'altra.
E chissà che Piazza Navona non
assomigli un po' a Montmartre. Ci
avremmo perso o guadagnato?
Certo è che. da trovvo temwo ormai, a detta di m01ti:~uestomercatino dei pinocchietti e dei torroni giganti, dei gufi, dei folletti e
dei draghi celtici, posti con qualche eccessiva disinvoltura vicino
agli angeli e ai pastori. a Gesù
Bambino e alla Madonna, più che
l'Epifania,pareva celebrare i fasti
del cattivo gusto. Era, non da oggi, il trionfo del kitsch più spudorato. 171 pieno centro storico, il festiva1 del provincialismo assoluto.
Davanti ai capolavori di Bernini e Borromini, una pernacchia
strapaesana.
Prima ancora che i pastori e i
Re Magi, potevi trovarci l'armatura i n plastica del gladiatore, il
sombrero messicano, i talismani e
le erbe mediche. E cosi,farsi un ultimo giro nei resti del più scalcinato luna park capitolino, può risultare ancora oggi istruttivo. Ti lasci alla spalle Palazzo Madama e
hai l'impressione di entrare nella
,
1
brutta copia d i un'ltalia che avre- azzurro fuori stagione, insieme ai
sti voluto dimenticare.
marziani e ai robot telecomandaLa Fontana dei Fiumi è i n ri- ti. Non bisogna meravigliarsi nemstrutturazione: segno dei tempi meno delle scimmie ginnaste che,
che avanzano. Ma tutto il resto alimentate dalla batteria, si stansembra essere rimasto identico a no esercitando agli anelli: fanno
come te lo ricordavi da piccolo: la la trazione ascensionale e poi la
foto con l'oroscopo, la porchetta piroetta. Meglio concentrarsi suldi Righetto, le cialde calde der le befane, presenti in tutte le salse,
. ciambellaro, le scope scaccia- ma come? Urlanti, con la calamiguai, la bigiotteria, le pistole e il ta, semoventi, perfino sassofonicinturone da cow boy. Ti fai largo ste, e addirittura col sedere scoperin mezzo alla folla alla ricerca dei to, quasi fossero diventate anche
vecchi simboli tradizionali. Mac- loro seducenti e sexy.
Solo il presepe, leggermente deché. A sinistra spunta Geronimo.
centrato rispetto alla piazza, ramA destra Asterix.
Sei appena uscito dal marasma menta il calendario. Ti accosti
quando, ecco, arrivano i tiri al ber- non senza qualche riguardo, per
saglio con la carabina dal colpo osservarlo da vicino con affetto,
singolo, le bottiglie di spumante come se volessi risarcirlo di tanta
da vincere lanciando il cerchietto disattenzione, di una cosi evidene quell'assurda canzone di Edith te incuria: in quel momento ti semPiaf. Vietato protestare. Ti rispon- bra perfino bello. Ma qualche spiderebbero: fa parte del gioco an- rito critico, in mezzo al pubblico,
che questo sole incongruo, questo osservando la Nabività, collocata
dietro a uno svecchio divisorio.
scopre la tua ingenuità esclaman:
do: .E mejo quello de casa nostra!~
I bambini, per fortuna, sono sempre gli stessi: se ne vanno via soddisfatti con le tigri di pezza infilate dentro ai sacchetti di plastica,
sgranocchiando il mandorlato,
nella speranza di non ricevere il
carbone. Nel caso in cui qualcuno
si perdesse, niente paura. Una casetta espone il cartello: Annunci
dei bambini smarriti. A sei, otto
anni, basta una stella filante per
sognare altri mondi, altre vite, altre piazze. Certi genitori, vedendo
i proprio figli appagati, si accontentano di questo: sarebbe difficile biasimarli. Ma il giudizio più
sferzante arriva da una coppia di
l BAMBINI
nonni che, venendo dietro alla famigliola, carichi di passato, quinLoro sono sempre gli stessi, se ne vunno di poco propensi a transigere, sibilano: .Anche stavorta, che delusiosoddisjatti sperando di evitare il carbone .ne!*
Eraldo Affinati
CORRIERE DELLA WRA
ROMA
I