vijay, il mio amico indiano

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vijay, il mio amico indiano
Entre Chien et Loup
Samsa Film
Pandora Filmproduktion
presentano
MORITZ BLEIBTREU
PATRICIA ARQUETTE
VIJAY, IL MIO AMICO INDIANO
un film di
SAM GARBARSKI
uscita: 13 febbraio 2014
durata: 96 minuti
distribuzione
www.officineubu.com
Ufficio stampa Film
Valentina Guidi tel. 335.6887778
Mario Locurcio tel. 335.8383364
[email protected] - www.guidilocurcio.it
Ufficio stampa web
Alessandro De Simone tel. 329.4225448 [email protected]
Federica Aliano tel. 393.9435664 [email protected]
VIJAY, IL MIO AMICO INDIANO
CAST ARTISTICO
MORITZ BLEIBTREU
PATRICIA ARQUETTE
DANNY PUDI
MICHAEL IMPERIOLI
CATHERINE MISSAL
JEANNIE BERLIN
MONI MOSHONOV
HANNA SCHYGULLA
MICHAEL GWISDEK
TANIA GARBARSKI
Will
Julia
Rad
Micky
Lili (la figlia)
Mrs Korkowski
Mr Korkowski
Madre di Will
Padre di Will
Alex (regista TV)
CAST TECNICO
REGIA
SCENEGGIATURA
SOGGETTO ORIGINALE
FOTOGRAFIA
MONTAGGIO
SCENOGRAFIE
SUONO
COSTUMI
TRUCCO
ACCONCIATURE
FOTO DI SCENA
PRODOTTO DA
PRODUZIONE
Sam Garbarski
Philippe Blasband
Matthew Robbins
Sam Garbarski
Sam Garbarski
Alain Duplantier
Sandrine Deegen
Véronique Sacrez
François Dumont
Catherine Marchand
Claudine Moureaud
Rene Jordan
Patrick Müller
Sebastien Delloye
Jani Thiltges
Reinhard Brundig
Entre Chien et Loup (Belgio)
Samsa Film (Lussemburgo)
Pandora Filmproduktion (Germania)
Durata: 96 minuti
Anno: 2013
Formato schermo: DCP HD 2K, Scope, Dolby SRD, Colore
Origine: Belgio / Lussemburgo / Germania
i materiali stampa sono disponibili su:
www.guidilocurcio.it
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VIJAY, IL MIO AMICO INDIANO
SINOSSI
Will Wilder è un po’ depresso perché sembra proprio che la sua famiglia e gli amici si siano
dimenticati del suo 40° compleanno. Ora, poi, lo credono tutti morto dato che la sua macchina
- appena rubata - è stata ritrovata dopo un terribile incidente.
La vita non potrebbe andare peggio per Will, che sarebbe un bravo attore newyorchese ma è
costretto nel frustrante ruolo del verde Coniglietto della Sfortuna in uno show televisivo per
bambini.
Will decide così di realizzare un suo vecchio desiderio e va al proprio funerale, per scoprire
cosa pensano veramente i suoi cari di lui. Con la complicità del suo migliore amico Rad, un
ristoratore indiano, si traveste e diventa Vijay Singh, un distinto e galante Sikh, completo di
barba e turbante.
Incredibilmente, la moglie di Will, Julia, comincia a provare un certo interesse per
l’affascinante straniero Vijay e Will, protetto dal suo stesso travestimento, in pochissimo
tempo si trova a corteggiare la propria vedova!
Nei panni di Vijay, Will inizierà a conoscere delle verità imbarazzanti su di sé e si troverà a
confrontarsi con un solo problema: Vijay gli piace molto di più di quanto si sia mai piaciuto
quando era Will. E così sta succedendo a tutti gli altri!
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VIJAY, IL MIO AMICO INDIANO
NOTE DI REGIA
PARTECIPARE AL PROPRIO FUNERALE
Will è un attore nevrotico e paranoico che finge di essere morto in modo da poter partecipare
al proprio funerale. Già frustrato dai suoi ultimi 20 anni di vita, ora pensa che tutti abbiano
dimenticato il suo quarantesimo compleanno. Sente così il bisogno di sapere cosa gli altri
pensano veramente di lui. L’ingannevole verità celata dietro questo bisogno è che le persone
che vogliono sapere cosa pensano gli altri di loro, lo sanno benissimo, ma vorrebbero sentire
qualcosa di diverso, essere qualcun altro. Oltretutto, “de mortuis nihil nisi bene”, le persone
mentono ai funerali! Mi sono sempre chiesto per quale motivo alle persone importi così tanto
conoscere il parere degli altri e specialmente cosa direbbero dopo la propria morte. Non ci
saranno nemmeno più! E se chiedete alla gente se vorrebbe a partecipare al proprio funerale,
quasi nessuno direbbe “oh, si!”. Mi sembrava che quest’idea potesse costituire una base
divertente da cui sviluppare una storia, tra realtà e fantasia. E’ un tema tanto umano quanto
universale, pieno di sogni, un’incredibile base di partenza per la sceneggiatura di un film. Per
anni mi sono divertito annotando idee divertenti, a volte assurde, ma molto adatte al tema
scrivendo e riscrivendo la storia. Due anni fa, il mio amico Philippe Blasband si è unito a me,
come al solito, per aggiungere il suo humor e il suo talento e poi lo scrittore americano
Matthew Robbins mi ha aiutato a rifinire la storia che avevo in mente, fin nei minimi dettagli.
LETTI SEPARATI
“Vijay, il mio amico indiano” è la storia di una coppia dall’amore un po’ spento, dopo molti anni
di matrimonio. La prima scena del film riassume lo stato attuale del matrimonio di Will e Julia:
i letti separati. Sono stati sposati per 20 anni. Sono passati dal fare l’amore ogni notte, al
coccolarsi, fino al “Non oggi, sono troppo stanco”. L’assurda decisione di Will permetterà alla
coppia ormai estinta di vivere una seconda giovinezza. Mentre Julia inizierà a conoscere
Vijay, Will avrà l’opportunità unica di riscoprire sua moglie.
NEW YORK
Tutte le scene all’aperto sono state girate a New York City, gli interni in studio in
Lussemburgo e in Germania. Sembra stupido, ma tutti i clichés sono veri – New York è
magica, stimolante e dà un’energia incredibile. Una storia come questa non potrebbe che
accadere a New York! Il mio scopo non era quello di fare un “American movie”. In un certo
senso si tratta della storia di un uomo di origine tedesca, la storia di un immigrato che cerca di
farcela laggiù. Il protagonista si chiama Will Wilder, che è un cenno non solo a Billy Wilder,
ma anche agli altri straordinari artisti tedeschi che partirono per l’America negli anni Trenta e
Quaranta. Questo è più che lo sfondo della storia, è il tono stesso della storia e soprattutto è
la storia di Moritz Bleibtreu, che si trasferì là a venti anni, per studiare recitazione per un
anno. Disse che se fosse rimasto a New York, avrebbe potuto fare la fine di Will, interprete di
un personaggio per bambini come il Coniglio della Sfortuna!
TRASFORMARE MORITZ IN VIJAY
L’attore Moritz Bleibtreu si è sottoposto a diverse ore di trucco ogni giorno in cui doveva
essere trasformato in Vijay. Sta così bene negli abiti Sikh che penso gli sia persino piaciuta la
sua trasformazione! Con i make-up & hair designers Claudine Moureaud e Renee Jordan ho
passato parecchio tempo a cercare la giusta consistenza, colore e taglio di barba, capelli e
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VIJAY, IL MIO AMICO INDIANO
tutto il resto per far si che Moritz diventasse il mio elegante Vijay. Alcune volte questo lungo
procedimento ha fatto impazzire Moritz, ma ne è valsa la pena perché é effettivamente
diventato il seducente Vijay.
TRAVESTIMENTO COMPLETO
Una notte a Colonia Moritz tornò in hotel ancora travestito da Vijay. Nessuno lo riconobbe alla
reception. Gli chiesero chi fosse in inglese. Conoscevano Moritz Bleibtreu molto bene da
diverse settimane, ma non avevano riconosciuto questo indiano! Fu la dimostrazione che
avevamo fatto un buon lavoro con la trasformazione. Questo travestimento è completo –
colore della pelle, barba, capelli, turbante, ceretta. In fin dei conti si tratta di un film. Le
persone vogliono essere trasportate (o meno) nella storia. Generalmente vogliamo crederci e
stare a vedere cosa succede. La storia del cinema ci offre molte situazioni esemplari in cui gli
uomini vengono scambiati per amanti o addirittura per donne, o le donne per uomini. La lista
è lunga: Hollywood Party, A Qualcuno piace caldo, Tootsie, Yentl, Mrs Doubtfire, Victor
Victoria... Ogni volta è un ci crediamo con grande piacere. Nella commedia ci sono delle
convenzioni. Una volta stabilite, vengono accettate, divenendo normali e consentendoci il
piacere di innamorarci di una storia, a prescindere da quanto folle o assurda essa sia.
UN VIAGGIO DA SOGNO
Pensavo che il travestimento da Sikh fosse elegante e seducente. Pensavo sarebbe stato
perfetto per nascondere qualcuno, con la barba, i capelli e il turbante. Inoltre aveva senso
all’interno della storia dal momento che a New York c’è una grande comunità indiana,
soprattutto di Sikh. I Sikh completamente integrati vivono lì da più generazioni, così come
quelli parzialmente integrati e quelli totalmente non-integrati. Nella mia mente la storia si è
sempre svolta a NY. Ma quando ci tornai per una preliminare ricerca delle location, fui
sorpreso dal vedere come il quartiere “indo-colombiano” di Jackson Heights, e gli “yuppies” di
Brooklyn Heights dove si svolge il resto della storia, erano esattamente quello che avevo
immaginato con Matthew, il mio co-sceneggiatore americano. Tutto funzionava. Tanto quanto
il viaggio di Will nel Sikhismo, data la nevrosi del personaggio. Egli ha sempre voluto essere
qualcun altro, qualcuno di migliore. Il Sikhismo è un viaggio da sogno per Will. Più di una
religione, è una filosofia di una vita nobile: tolleranza della diversità, ottimismo, la salvezza
che è in questo mondo ed è accessibile a tutti, ecc. Tutto ciò ha fatto crescere il personaggio
e il suo viaggio spirituale interiore. Per di più, a Moritz è piaciuto molto immergersi nel
Sikhismo e diventare un Sikh.
CAMBIARE LA PROPRIA VITA
A volte mi piace viaggiare in altre storie in modo da lasciare le mie alle spalle. Amos Oz disse
che un buon lettore/ascoltatore non cerca tracce dell’autore nella storia, ma tracce di se
stesso. Quindi mi chiedo, chi non ha mai voluto cambiare la propria vita? Chi non ha mai
sognato di essere qualcun altro? E chi non ha mai sognato di poter andare al proprio
funerale? Io non penso mai a connessioni tra i miei film. Detto ciò, “Vijay, il mio amico
indiano” parla del bisogno di cambiare la propria vita in un certo modo. E’ un tema che è già
stato presente in altri miei film. Anch’io ho cambiato la mia vita nella vita reale, per fare film e
per raccontare la storia di altre vite. Quindi probabilmente è un tema che risiede in me.
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VIJAY, IL MIO AMICO INDIANO
DRAMMA E UMORISMO INSIEME
L’autoironia è il mio rimedio universale contro tutti i più piccoli e i più grandi problemi della
vita. Sin dalla mia prima infanzia l’umorismo mi ha aiutato ad affrontare le prove della vita.
Sicuramente, è in parte genetico, umorismo ebreo da “Schtetl” (Europa Centrale). Ma
consciamente, sono Laurel e Hardy e, prima di tutti, Charlot che mi hanno insegnato a ridere
e piangere davanti alla grandi sventure della vita. Poi Lubitsch e Wilder arrivarono nella mia
vita con il loro umorismo ebreo, tedesco e americano. Dopodichè scoprii da alcuni film
neorealisti italiani, specialmente quelli di Dino Risi e Vittorio de Sica, l’autocritica, il tipo più
nobile di umorismo. E’ diventata la mia ricetta miracolosa contro ogni problema. Cerco
automaticamente il lato divertente, assurdo o inaspettato per distrarmi, cercare una soluzione,
evitare la depressione o tutte queste cose insieme. Guardo questi film ancora e ancora, con
un piacere fisico che non è mai diminuito. L’umorismo semplice di molte commedie oggi crea
l’illusione di una risata spontanea, ma esse non mi portano mai a provare una sensazione di
benessere. Coscientemente o meno, questi film e i loro registi mi hanno ispirato durante la
stesura del copione e durante le riprese. Paradossalmente fare una commedia non è la cosa
più semplice da fare in un film. Volevo che “Vijay, il mio amico indiano” fosse divertente in un
modo sottile ed elegante. E volevo che fosse anche il più realistico possibile, quindi spero di
avergli dato anche un certo tocco drammatico. Per me dramma e umorismo non sono solo
molto vicini, sono sposati e non possono divorziare.
MORITZ BLEIBTREU NEL RUOLO DI WILL WILDER
Moritz è un attore fisico e genuino. Una volta entrato in sintonia con te, dà il meglio di se
stesso. Arrivava ogni giorno con così tanti suggerimenti che li dovevo filtrare con molta
diplomazia. Far interpretare Will Wilder a Moritz si è rivelato un acquisto incredibile a livello
artistico. Quando ero a NY per il casting di Will/Vijay, lessi per caso in una rivista che Moritz
Bleibtreu aveva studiato a NY. Decisi di inviargli il copione sapendo che eravamo lontani
dall’idea genuina di attore americano. A Moritz piacque così tanto che mi rispose il giorno
stesso in cui lo ricevette. Ci incontrammo qualche giorno più tardi e iniziammo a farneticare
insieme circa il film che avremmo fatto. Questo mi diede un’idea: perché non poteva essere
europeo? Un immigrato, un giovane artista tedesco (Moritz ed io siamo nati a Monaco) che è
arrivato in America per diventare ricco e famoso. (E Will ci riesce, anche se nei panni di un
coniglio verde!). L’idea mi sembrò invitante. Il film ha mantenuto la sua personalità naturale,
ma abbiamo piantato le nostre stesse radici nella storia per dargli una dimensione in più. Il
sogno americano, il successo e la relatività di esso.
PATRICIA ARQUETTE NEL RUOLO DI JULIA
Patricia è diventata Julia ed ha saputo fare di meglio di quanto io non potessi sperare. E’
un’abile professionista che fa molte, molte domande. Dal momento che le piacevano tutti i
dettagli del proprio personaggio, ha avuto bisogno di poca direzione. Abbiamo avuto una
discussione riguardante gli psichiatri. Sua madre era psichiatra, ma lo era anche la mia exmoglie. Alla fine Julia è diventata un affascinante miscuglio di entrambe le nostre esperienze
nel campo. Patricia è una di quelle perle che saresti molto fortunato a trovare in un’ostrica.
Inoltre è una persona molto buona e completa. Una volta mi disse che per lei diventare una
celebrità sembrava inutile a meno che non fosse riuscita ad esserlo al fine di sostenere una
buona causa. Lei supporta costantemente diversi progetti umanitari.
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VIJAY, IL MIO AMICO INDIANO
DANNY PUDI NEL RUOLO DI RAD
Mi è stato chiaro che Danny doveva essere Rad dal momento in cui gli ho parlato al telefono
la prima volta. E’ un brillante giovane talento, molto divertente e disponibile. Danny e Moritz
hanno legato immediatamente e si sono divertiti nel corso di tutte le 8 settimane di riprese.
Danny è un vero attore comico, sempre divertente. A volte ho dovuto trattenere alcuni dei
suoi momenti comici per rimanere più vicino alla sfumatura più sottile che desideravo. E’ un
lavoro duro per un regista, ma io non cercavo una risata dietro l’altra. Fortunatamente, come
tutti i grandi attori comici, Danny sa fare tutto, incluso essere meravigliosamente triste.
SAM GARBARSKI (REGIA)
“Vijay, il mio amico indiano” è il quarto lungometraggio di Sam Garbarski.
Interpretato da Moritz Bleibtreu, Patricia Arquette e Danny Pudi, “Vijay, il mio amico Indiano”
ha avuto la sua premiere mondiale al Locarno Film Festival del 2013.
Il secondo lungometraggio di Garbarski, Irina Palm, è stato un successo internazionale,
distribuito in oltre 40 paesi e presentato in quasi trenta festival, dopo essere stato in concorso
al festival di Berlino. Interpretato da Marianne Faithfull, questo grande successo ha vinto
anche premi prestigiosi, tra cui il David di Donatello per il miglior film europeo.
Altri film di Garbarski sono A Distant Neighborhood (Quartier Lointain), basato sul noto
manga di Jiro Tanaguchi, e Rashevski’s Tango (Le Tango des Rachevski), vincitore al
Gerusalemme Film Festival del 2004.
Nato in Germania, ma vissuto in Belgio per molti anni, Garbaski ha iniziato a dirigere corti nel
1997. The Turkey, Life, Death, Soccer e Merry Christmas, Rachid sono stati grandi hit ai
festival e sono stati ampiamente trasmessi in televisione. Garbarski ha iniziato come regista
pubblicitario, fondando l’agenzia pubblicitaria Garbarski Euro RSCG. Ha diretto oltre 50 spot,
molti dei quali hanno vinto premi a festival internazionali.
Filmografia essenziale
2013 “Vijay, il mio amico Indiano”
2010 A Distant Neighborhood (Quartier Lointain)
2007 Irina Palm
2003 Rashevski’s Tango (Le Tango des Rachevski)
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VIJAY, IL MIO AMICO INDIANO
MORITZ BLEIBTREU (Will / Vijay)
Filmografia essenziale
Film
regia
“Il Quinto Potere”
Bill Condon
“World War Z”
Marc Forster
“Passioni e desideri”
Fernando Meirelles
“Il mio miglior nemico”
Wolfgang Murnberger
“Goethe!”
Phillip Stölzl
“Vallanzasca – gli angeli del male”
Michele Placido
“Zeiten ändern Dich”
Uli Edel
“Soul Kitchen”
Fatih Akin
“Female Agents”
Jean-Paul Salomè
“Adam Resurrected”
Paul Schrader
“La Banda Baader Meinhof”
Uli Edel
“Speed Racer”
Fratelli Wachowski
“La Masseria delle Allodole”
Paolo e Vittorio Taviani
“The Walker”
Paul Schrader
“L’Eletto”
Giullaume Nicloux
“Le particelle elementari”
Oskar Roehler
“Munich”
Steven Spielberg
“Il fachiro di Bilbao”
Peter Flinth
“Solino”
Fatih Akin
“A torto o a ragione”
Istvàn Szabò
“Verità apparente”
Adam Brooks
“The Experiment”
Oliver Hirschbiegel
“Im Juli”
Fatih Akin
“Luna Papa”
Bakhtyar Khudojnazarov
“Lola Corre”
Tom Tykwer
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VIJAY, IL MIO AMICO INDIANO
PATRICIA ARQUETTE (Julia)
Filmografia essenziale
Film
regia
”Vijay and I”
Sam Garbarski
“A glimpse inside the mind of Charles Swan III” Roman Coppola
“Girl in progress”
Patricia Riggen
“Fast Food Nation”
Richard Linklater
“Tiptoes”
Matthew Bright
“Holes – Buchi nel deserto”
Andrew Davis
“Abby Singer”
Ryan Williams
“The Badge – Inchiesta scandalo”
Robby Henson
“Human Nature”
Michel Gondry
“Little Nicky – un diavolo a Manhattan” Steven Brill
“Al di là della vita”
Martin Scorsese
“Stigmate”
Rupert Wainwright
“Hi-Lo Country”
Stephen Frears
“Goodbye Lover”
Roland Joffè
“Nightwatch – il guardiano della notte” Ole Bornedal
“Strade perdute”
David Lynch
“L’agente segreto”
Christopher Hampton
“Infinity”
Matthew Broderick
“Amori e Disastri”
David O. Russell
“Oltre Rangoon”
John Boorman
“Ed Wood”
Tim Burton
“Marito a sorpresa”
Leonard Nimoy
“Ethan Frome”
John Madden
“Una vita al massimo”
Tony Scott
“Harry e Kit”
Jeffrey Reiner
“Inside Monkey Zetterland”
Jefery Levy
“La domenica specialmente”
Francesco Barilli e Giuseppe Bertolucci
“Lupo solitario”
Sean Penn
“La banda dei rollerboys”
Rick King
“Io e zio Buck”
John Hughes
“Far North, estremo Nord”
Sam Shepard
“Pretty Smart”
Dimitri Logothetis
“Nightmare 3: i guerriere del sogno”
Chuck Russell
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VIJAY, IL MIO AMICO INDIANO
OFFICINE UBU (distribuzione)
Officine UBU è l’evoluzione di UBU Film, casa di produzione fondata nel 2001 a Milano da
Franco Zuliani. Da sempre attenta alla promozione di nuovi talenti ed alla realizzazione di
opere innovative e di qualità, ha realizzato tra il 2002 e il 2003 i lungometraggi La Spettatrice,
opera prima del regista Paolo Franchi con Barbora Bobulova, Andrea Renzi e Brigitte
Catillon, e Fame Chimica, opera prima dei registi Paolo Vari e Antonio Bocola con Valeria
Solarino, Marco Foschi e Teco Celio.
Per la produzione di questi film Franco Zuliani ha ricevuto nel 2004 il Premio F.I.C.E.
(Federazione Italiana Cinema d’Essai) come miglior produttore di film di qualità.
Nel 2006 Officine UBU ha esordito nella Distribuzione in Sala e in Home Video (in partnership
con RAI Cinema, Sony Pictures H.E., Giangiacomo Feltrinelli Editore), mantenendo sempre lo
stesso filo conduttore: la continua ricerca dell’originalità, della qualità e dell’innovazione.
Nel 2013 Officine UBU ha inaugurato la divisione UBU DOC, dedicata alla distribuzione di
documentari di qualità. Tra gli ultimi titoli acquisiti: La Maison de la radio di Nicolas Philibert,
Un mondo in pericolo (More than Honey) di Markus Imhoof - il candidato svizzero agli Oscar
2014 per la categoria miglior film straniero, La sostanza - Storia dell’LSD di Martin Witz, Bert
Stern - L'uomo che fotografò Marilyn di Shannah Laumeister, The Pervert’s guide to Ideology
e The pervert’s guide to Cinema di Sophie Fiennes con Slavoj Zizek, Casting by di Tom
Donahue, Waste Land di Lucy Walker, RIZE - Alzati e balla di David LaChapelle.
Tra i film distribuiti in sala:
2014 2 GIORNI A NEW YORK (2 Days in New York) di e con Julie Delpy, Chris Rock,
Vincent Gallo. Presentato al Sundance F.F.
2013 IL TOCCO DEL PECCATO (A Touch of Sin), di Jia Zhangke. Miglior Sceneggiatura al
Festival di Cannes 2013.
2013 SACRO GRA di Gianfranco Rosi. Leone d'Oro alla 70.a Mostra Internazionale d'Arte
Cinematografica di Venezia.
2013 UN MONDO IN PERICOLO (More than honey), di Markus Imhoof. Candidato agli
Oscar della Svizzera come Miglior film straniero.
2013 LA RELIGIOSA (La religieuse), di Guillaume Nicloux. In concorso al Festival di Berlino
2013.
2013 A LADY IN PARIS, di Ilmar Raag. In concorso al Festival di Locarno 2012.
2013 IL VOLTO DI UN’ALTRA, di Pappi Corsicato. In concorso al Festival del Film di Roma
2012.
2013 QUALCOSA NELL’ARIA (Aprés Mai), di Olivier Assayas. Vincitore del Premio per la
Miglior Sceneggiatura alla 69a Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia.
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VIJAY, IL MIO AMICO INDIANO
2012 E LA CHIAMANO ESTATE, di Paolo Franchi. Vincitore dei Premi Migliore Regia e
Migliore Interpretazione Femminile al Festival del Film di Roma 2012.
2012 ELLES, di Malgoska Szumowska. Presentato alla Berlinale 2012 - Panorama.
2012 MONSIEUR LAZHAR, di Philippe Falardeau. Candidato ai Premi Oscar 2012 nella
categoria Miglior Film Straniero.
2012 DETACHMENT - Il distacco, di Tony Kaye. Premio della Critica al Festival di Deauville,
Miglior Film al Festival di San Paolo, Miglior contributo artistico al Festival di Tokio.
2012 POLLO ALLE PRUGNE (Poulet aux Prunes), di Marjane Satrapi e Vincent Paronnaud.
In concorso alla 68a Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia.
2011 THIS IS ENGLAND, di Shane Meadows. Miglior Film BAFTA Award 2008, Premio
Speciale della Giuria al Festival di Roma.
2011 YATTAMAN - Il Film, di Takashi Miike.
2011 DICIOTTANNI - Il mondo ai miei piedi, di Elisabetta Rocchetti. Vincitore al Terra di
Siena Film Festival dei Premi della Critica e Migliore Attore Protagonista.
2010 NON È ANCORA DOMANI (LA PIVELLINA), di Tizza Covi e Rainer Frimmel. Miglior
Film Europeo al Festival di Cannes 2009, Menzione Speciale ai Nastri d’Argento, candidato
agli Oscar 2011 dall’Austria.
2009 BERLIN CALLING, di Hannes Stöhr.
2009 GENOVA, di Michael Winterbottom.
2008 SOLO UN BACIO PER FAVORE (Un baiser, s'il vous plaît!), di Emmanuel Mouret.
2007 TIDELAND - IL MONDO CAPOVOLTO (Tideland), di Terry Gilliam.
2007 FINCHÉ NOZZE NON CI SEPARINO (Le plus beau jour de ma vie), di Julie Lipinski.
2006 RIZE - Alzati e balla (Rize), di David LaChapelle.
Tra i film prossimamente distribuiti in sala da Officine UBU:
MISTER MORGAN (Mr. Morgan’s Last Love) di Sandra Nettelbeck. In concorso al Festival di
Locarno 2013
UNA PROMESSA (A Promise), di Patrice Leconte. Presentato alla 70a Mostra Internazionale
d'Arte Cinematografica di Venezia.
SCHERZI DA PRETE (The Priest's Children), di Vinco Bresan. In concorso al Festival di
Karlovy Vary 2013.
GABRIELLE - UN AMORE FUORI DAL CORO (Gabrielle), di Louise Archambault. Premio del
pubblico al Festival di Locarno 2013, candidato agli Oscar del Canada come Miglior Film
Straniero.
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