il tempo libero... - Viguzzolo – Un Paese Per Tutti 2.0
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il tempo libero... - Viguzzolo – Un Paese Per Tutti 2.0
...il tempo libero... Qui Viguzzolo 2010 A R R E DA M E N T I 2 Qui Viguzzolo 2010 In copertina: un gruppo di giovani Viguzzolesi sul carrettino trainato da un pony, mentre trascorrono la festa di Carnevale (1963) Indice Pag. 3 Pag. 4 Pag. 5 Saluto del presidente della Pro Loco Saluto del Sindaco Presentazione Valentina Nicolini Luigi Butteri Rolandi Simone Pellegrin Associazioni Pag. 6 Pag. 7 Pag. 10 Pag. 12 Pag. 14 Pag. 15 Pag. 16 Pag. 18 Pag. 20 Quelli che nel tempo libero Le attività della nuova Pro Loco Il programma per il 2011 Un po‟ di tempo libero dedicato alla cultura Gruppo Parrocchiale Caritas Santa Elisabetta d‟Ungheria Un anno importante per la S.M.S. “La Fraterna” Benvenuto Summer Vigu! Il Centro Anziani Bruno e Carla Cadirola Valentina Nicolini Augusta Tallone Cinzia Rescia Roberto Zampiero Don Gino Bava Mario Mensi Maria Rita Torlasco Giulio Marchese Attualità e avvenimenti Pag. 21 Pag. 22 Pag. 23 Pag. 24 Pag. 24 Pag. 25 Pag. 26 Pag. 28 Il doppio Capodanno Prendiamoci un momento per noi Il nuovo parco giochi visto dai bambini La scuola materna estiva Una piazza in festa Una vera passione L‟Estate Ragazzi 2010 Le stagioni a Viguzzolo Bonaventura Francesca Pasino Susanna Pagella M.P. Lorenzo Lossano Jenny Tosonotti Paolo Casaschi Qui Viguzzolo 2010 3 Pag. 31 Pag. 32 Pag. 33 Pag. 34 Pag. 36 Pag. 38 L‟evoluzione della popolazione a Viguzzolo Il gemellaggio Viguzzolo - Leonforte “Si era ora e ce l‟abbiamo fatta!” I recenti restauri nella chiesa Parrocchiale Ricordi da El Carmen, Perù L‟ultimo giorno di scuola Marina Mascarone e Barbara Torriglia Valentina Nicolini Enrico Pertusi Marina Mascarone Padre Lorenzo Bergantin Elisabetta Montaldi Tra storia e tradizione Pag. 43 Pag. 46 Pag. 49 Pag. 50 Pag. 52 Pag. 54 Atmosfere e ricordi dai bar di Viguzzolo Arrivano i capelloni! Suoni e voci delle campane della parrocchia La “Signora di Viguzzolo” I garibaldini di Viguzzolo I torchi a casa Mensi Pier Luigi Piccinini Alessio Marino Mario Marini Emanuela Carniglia Cl. III D - Scuola media Giuseppe Mensi Ricordi Pag. 56 Pag. 57 Pag. 58 Pag. 60 “Gioia”, il campanaro provetto Ricordo di Fausto Contardi Per non dimenticare un viguzzolese illustre: Giuseppe Lunassi (1845 - 1879 Ricordando il geom. Francesco Serra (Bruno) Mario Marini Gabriella Lunassi Cultura Pag. 61 Pag. 62 Pag. 64 Pag. 66 Pag. 68 Pag. 71 Pag. 72 Le campane: curiosità e ricordi Il Borgo Insigne Appunti per una storia su Viguzzolo e dintorni Il Mulino della Cavallina Biblioteca di Viguzzolo - Un anno di attività 2010 Aldo Nove - Mi chiamo Roberta, ho 40 anni, guadagno 250 euro al mese... Un patrimonio culturale da salvare: u dialet ad Vicsö Mario Marini Silvia Magrassi Domenico Peverone Mauro Sartor Pierluigi Pernigotti Michela Moratto Cinzia Rescia Sport Pag. 73 Pag. 74 Pag. 74 Pag. 75 Pag. 78 Pag. 79 Il Gruppo Bocciofilo viguzzolese Il Basket Club Viguzzolo Il centro sportivo viguzzolese Una campionessa a Viguzzolo L‟attività del calcetto all‟oratorio P. G. Frassati Intervista al capitano Nadio Pellegrin Enrico Marina Enrico Pertusi Andrea Torriglia Francesca Bassignana e Valentina Quaglini Chi vigsö Pag. 39 Pag. 40 Pag. 41 Pag. 42 Il granturco e ra pulente Poesie dialettali (Ra pulente, Capìs no, Dètu „r‟ “vino batesato”) A fam ra pulente con… Ar piasì e ar crüsie da scriv in dialet A cura di Valter e Sergio Ponta Supplemento al n° 7 del 26 febbraio 2011 di “Sette Giorni a Tortona” Aut. Trib. Tortona 30-12-64 n.46 - Dir. resp. Mauro Maruffo - Stampa Litocoop Srl 4 Qui Viguzzolo 2010 Saluti Cari Viguzzolesi, auguro a tutti voi un sereno 2011 ed una piacevole lettura di Qui Viguzzolo. Molti concittadini hanno domandato le ragioni che mi hanno portato ad accettare l‟incarico di Presidente Pro Loco, forse perché un poco sorpresi dal fatto che volessi aggiungere un ulteriore impegno a quelli che ormai da trent‟anni mi competono e che svolgo con dedizione e passione in quanto dipendente dell‟Amministrazione comunale. Prendendo a pretesto la necessità di dare una risposta alla curiosità di quei concittadini, vorrei, in questa sede ribadire a tutti i viguzzolesi i motivi di tale scelta. Essi vanno ricercati nel mio desiderio di contribuire attivamente e a titolo gratuito a rinnovare di anno in anno l‟appuntamento con le ricorrenze della tradizione, creando momenti nuovi di aggregazione e di divertimento e dando un tocco innovativo ai programmi sociali, per risvegliare in questo modo i Vostri interessi e avere quindi l‟opportunità di crescere insieme sia come individui, sia come comunità. Esiste poi una motivazione più personale ma altrettanto valida e che coincide con la gratificazione, l‟equilibrio e la serenità che derivano dal sentirmi vicina alle persone della mia comunità, supportandole nella risoluzione dei loro problemi e cercando di soddisfare le loro necessità. Con l‟uscita del nuovo numero di Qui Viguzzolo, voglio presentare i nuovi membri del Consiglio Direttivo della Pro Loco, che insieme a me hanno deciso di intraprendere questa avventura: Luigino Torriglia – Vicepresidente Enrico Pertusi – Vicepresidente Augusta Tallone – Segretario e Tesoriere Ada Barattini – Consigliere Luigi Chiesa – Consigliere Nella Filippini – Consigliere Amleto Macor – Consigliere Mario Mensi – Consigliere Un sentito ringraziamento a nome di tutta l‟associazione va al Dr. Bruno Cadirola e alla signora Carla, sempre puntuali nel dispensare il loro aiuto economico a favore della Pro Loco e grazie anche a tutti i cittadini che collaborano a vario titolo nella realizzazione del programma della nostra Associazione. Il Presidente della Pro Loco Valentina Nicolini Qui Viguzzolo 2010 5 Saluti Carissimi Concittadini, come consuetudine scrivo queste poche righe d'apertura sulla ormai tradizionalissima pubblicazione “Qui Viguzzolo” edita dalla nostra Pro Loco. Innanzitutto un doveroso ringraziamento al nuovo Presidente Valentina Nicolini e al nuovo consiglio direttivo dell'Associazione che, anche quest'anno mi danno l'opportunità di porgere da queste pagine un saluto affettuoso e i tradizionali auguri di buon anno 2011 a tutti i Viguzzolesi. Come sempre scrivo in chiusura dell'anno e quindi il mio pensiero si focalizza sul consuntivo dell'annata, su quello che avevamo programmato di fare, su quello che è stato fatto, cosa invece non siamo riusciti a portare a termine e su tutti i progetti che vorremmo vedere realizzati. I tempi che stiamo vivendo non sono incoraggianti, siamo passati da una tremenda crisi economica che ha attanagliato il mondo intero e che sta ancora incidendo in modo pesante sull'economia nazionale. Sto pensando soprattutto ai giovani che faticano ad entrare nel mondo del lavoro, alle giovani famiglie che si trovano in difficoltà economiche perchè uno dei coniugi ha perso il lavoro, con i figli da crescere, il mutuo da pagare e tanti altri problemi che incidono alla fine sugli stati d'animo e quindi sulla qualità della vita. La crisi economica non ha risparmiato neppure i Comuni che hanno visto falcidiati i trasferimenti erariali con tutte le ricadute che ne derivano. Nonostante tutto, il nostro Comune ha cercato di mantenere inalterati i servizi erogati, confermando sia gli standard qualitativi/quantitativi che le tariffe per i servizi a domanda (mense scolastiche, scuolabus ecc.), facendo sforzi notevoli per tenere in equilibrio il bilancio. Come sempre però occorre essere ottimisti e guardare avanti sperando che questo contesto muti e si torni ad avere un orizzonte più sereno. Ai nostri piccoli concittadini, a me tanto cari, da queste colonne del precedente “Qui Viguzzolo” avevo promesso un bellissimo parco giochi e le promesse, specialmente se fatte ai fanciulli, vanno onorate. Penso, vista l'affluenza, di essere riuscito ad accontentarli. Per quanto riguarda i nostri anziani sono molto soddisfatto di come sta funzionando il centro “Bruno e Carla Cadirola” soprattutto per l'impegno costante del consiglio direttivo e del loro presidente Giulio Marchese che da queste colonne voglio ringraziare. Mi preme comunicare che a breve inizieranno i lavori di sistemazione dei canali e tetti del nostro Cimitero, infatti si è appena concluso l'appalto e l'assegnazione dei lavori. Prima di concludere, il mio pensiero come sempre va alle famiglie che in questo anno 2010 hanno perso i loro cari, a tutti loro esprimo la mia solidarietà e la mia vicinanza. Un ringraziamento caloroso va a tutte le Associazioni che operano in paese a favore della nostra comunità e a tutte quelle persone che senza nulla chiedere e magari nell'ombra si adoperano a favore dei più emarginati e più bisognosi. A tutti i Viguzzolesi residenti e a quelli sparsi per il mondo che avranno la possibilità di leggere sul web questa pubblicazione, un caloroso abbraccio e gli auguri più sinceri di un felice 2011. Il Sindaco Luigi Butteri Rolandi 6 Qui Viguzzolo 2010 Presentazione Il Qui Viguzzolo 2010 riprende una trasformazione incominciata un anno fa, introducendo aspetti ancora più innovativi. Per prima cosa, il nuovo consiglio direttivo della Pro Loco, uscito dalle votazioni di maggio, ha confermato le intenzioni di realizzare un‟opera importante di sdoganamento davvero al passo con i tempi: non più un Qui Viguzzolo visto come giornalino esclusivo della Pro Loco, ma un Qui Viguzzolo da vedere come giornalino dei viguzzolesi. La scelta coraggiosa e senza dubbio altruista, permette a tutte le associazioni di parteciparvi. Una apertura, questa, che rende l‟associazione “principe” un soggetto all‟avanguardia, e che costituisce un presupposto indispensabile per scongiurare quel tutti-contro-tutti che nei piccoli paesi come il nostro non ha davvero senso di esistere. Perché se le associazioni si parlano e si intendono, arrivando magari anche a collaborare, la comunità tutta non può che trarne giovamento. Quest‟anno si è costituita una vera e propria redazione che da alcuni mesi lavora al giornale. Permettetemi quindi di condividere l‟onore di dare vita all‟annuario, con i miei collaboratori: il Presidente della Pro Loco, Valentina Nicolini, Pierluigi Pernigotti, Valter Ponta ed Enrico Pertusi. Rispetto allo scorso anno sono state mantenute le stesse sezioni ma è stata introdotta una importante novità: il tema conduttore. In questo 2010 appena trascorso abbiamo scelto di parlare del tempo libero, argomento trasversale che tocca tutti, in vari modi, chi più e chi meno, oggi come ieri. Naturalmente le rubriche classiche sono state mantenute, lasciando spazio all‟attualità, alla storia, alla cultura, tanto che non si può certo parlare di un numero monotematico: anche perché non era certo questa la nostra intenzione. Al contrario, sono davvero numerosi i temi trattati, tra cui è opportuno ricordare il centocinquantesimo compleanno della nostra Unità d‟Italia. Il volume di quest‟anno è più curato anche graficamente, frutto di uno sforzo di modernizzazione intrapreso per rendere il giornale al passo con i tempi. Un Qui Viguzzolo che si presenta quindi rinnovato, pronto ad incontrare anche i gusti dei giovani, purtroppo fisiologicamente poco interessati alla vita della propria comunità locale. Quei giovani che rappresentano una risorsa davvero importante e che abbiamo voluto coinvolgere, come lo scorso anno, nella realizzazione di questo giornale. Il risultato è un nuovo numero di Qui Viguzzolo, un‟edizione dedicata al tempo libero, scritta da tanti viguzzolesi durante il loro tempo libero, che speriamo possa allietare il vostro, di tempo libero, facendovi conoscere, anche quest‟anno, qualcosa in più sul nostro caro paese. L‟Assessore alla Cultura Simone Pellegrin Qui Viguzzolo 2010 7 Associazioni di Redazione Quelli che nel tempo libero…(le associazioni) Quelli che nel tempo libero... organizzano eventi; … piuttosto che partecipare agli eventi del paese, vanno all‟Iper; … nonostante sappiano che in molti preferiscono l‟Iper agli eventi del paese, continuano ad organizzarli; … dicono che a Viguzzolo non c‟è mai niente e quando ci sono le manifestazioni vanno a quelle dei paesi intorno, che sì, loro ne fanno a bizzeffe! … parlan sempre male di quello che si fa per il paese, a prescindere; … spesso “han sentito dire che…” e spesso è qualcosa di assolutamente inventato; … inventano qualcosa da dire di appositamente fasullo e spesso lo fanno per scopi ben precisi… … vanno ad attaccare i manifesti sui semafori, sui pali, sugli alberi...e quando finiscono di metterli comincia a piovere e addio manifesti! … quando vanno alle cene della Pro Loco e c‟è da aspettare due minuti si imbufaliscono, sbraitano e rivogliono i soldi indietro...dimenticandosi che sono cene della Pro Loco! … non sono “gli organizzatori” ma spostano sedie e tavoli, lavano, fanno pulizie e sudano ma non sono “gli organizzatori”, quindi… … vanno alla sagra di Gavazzana (duemila coperti) a mangiare il pesce, poi vanno a Montecanino (duecento coperti) e dicono “eh ma di là sono organizzati meglio!”; … vanno a vedere uno spettacolo in SOMS e si stupiscono di dover pagare ; … non sanno che la SOMS (Società Operaia di Mutuo Soccorso) in realtà è una SMS (Società di Mutuo Soccorso) e c‟è una bella differenza! … non sanno che tutte le domeniche pomeriggio l‟ACV apre e organizza visite guidate nel monumento più importante di Viguzzolo...la Pieve; … aiutano ad organizzare gli eventi sacrificando altro e poi se le sentono dire perché c‟è sempre qualcosa che non va; … giustificano quelli che criticano sempre, dicendo “eh ma t‟al sé me cl‟è a Vigsoe”; certo che continuando a dire così le cose non cambiano di certo! … i van a fa na gira ar Centro Anziani (e sono tantissimi!); … davanti al Cremlino guardano le macchine che passano su e giù per la via I maggio… e aspettano che si faccia sera; … non hanno ancora capito la differenza tra Comune, Pro Loco, SOMS, ACV etc...ma partecipano a tutte le cose che si fanno per il paese; … si sorbiscono l‟ennesima serata “dei materassi”, per aiutare le associazioni, che ormai, se chiedi in giro, non c‟è viguzzolese che non ne abbia fatta almeno una! Quelli che nel tempo libero…(gli sport) Quelli che nel tempo libero… giocano alle bocce, ma non nella squadra del loro paese, perché così è troppo facile! … non vanno a giocare a bocce perché è uno sport da vecchi, invece stare a casa sul divano in pantofole a guardare la televisione no… … vorrebbero giocare a calcetto a Viguzzolo, e anche quando la palestra è aperta vanno comunque a giocare da Cerchi a Vho; … fanno fare sport ai figli, e finalmente possono farglieli fare a Viguzzolo! … giocano a calcio e sudano, soffrono, prendon freddo e 8 Qui Viguzzolo 2010 acqua e non guadagnano i miliardi...anzi non guadagnano proprio nulla! … seguono la loro squadra del cuore in TV, pagano SKY e fanno il tifo per chi guadagna i miliardi; … preferiscono seguire e soffrire per la loro squadra di paese, che non saranno miliardari, ma che gioia quando segnano! … corrono, sudano, fanno canestro e poi per una manciata di punti non salgono di categoria! … diventano campioni italiani di kickboxing e fanno parte della nazionale, così, nel tempo libero! di Valentina Nicolini Le attività della nuova Pro Loco Le collaboratrici della serata Siciliana: (da sinistra) Rosa Fanuele, Barbara Marino, Maria Buonanno, Pina Pappalardo, Augusta Tallone, Anna Baraldo, Anna Fagioli Sabato 24 luglio come da tanti anni a questa parte, Viguzzolo ha celebrato la coltivazione della pesca, al centro della sua tradizione agricola, con la sagra che ormai è storicamente conosciuta come il “Cuor di Pesca”. La manifestazione si è svolta in piazza che per l‟occasione si è vestita a festa per una serata all‟insegna della convivialità e del buon cibo, il tutto allietato dalla musica dal vivo e dalle danze. Prima l‟aperitivo, con cocktail, vino e sangria, un ricco buffet ed il piacevole sottofondo jazzistico delle chitarre e della batteria dei Malassortiti, quindi la cena a base di pesche e il dopocena sulla pista da ballo con la musica latino-americana e il liscio dell‟Orchestra Piccolo Evento. La prima delle serate svolte al Colle di S. Bartolomeo è stata dedicata alla cucina siciliana e si è svolta sabato 17 luglio. Per la scelta e la realizzazione del menù gran parte delle siciliane residenti a Viguzzolo (Marino Barbara, Fanuele Rosa, Mannarà Filippa, Lizzio Pierina) hanno collaborato con la nostra associazione Pro Loco. Ne è nato uno strepitoso menù composto dalle maggiori delizie tipiche siciliane tra cui gli arancini, la pasta alla norma, le melanzane alla parmigiana, i cannoli, la cassata, e tanti altri. Si è creata così un atmosfera conviviale e gioiosa accompagnata dalla musica di Pino di Maira. La serata è nata in collaborazione con il Comune di Viguzzolo che, avendo previsto il gemellaggio con il Comune di Leonforte, ha voluto dare un assaggio delle delizie siciliane. Le collaboratrici del Cuor di Pesca: (da sinistra) Marcella Curone, Claudia Noce, Pina Pappalardo, Nobile Gianfranco, Anna Fagioli, Augusta Tallone, Tina Nicolini, Ada Barattini, Angela Mandirola, Nella Filippini, Franco Pagella, Enrico Pertusi, Marianna Leardi, Pierluigi Frascaroli Le ragazze del Centro Estivo 2010 si sono esibite sulla pista con balli di danza moderna e sudamericani seguito dai maestri di ballo Danila e Gigi. Qui Viguzzolo 2010 9 Associazioni Sempre nell‟ambito della manifestazione, domenica 25 luglio i Viguzzolesi hanno anche avuto modo di apprezzare la campagna e le sue ricchezze in una radiosa e fresca mattina estiva grazie alla biciclettata organizzata dalla associazione, che li ha condotti alla scoperta delle coltivazioni locali, a stretto contatto con la natura. Il gruppo dei ciclisti è partito dall‟area dell‟ex mercato coperto e dopo aver percorso strada Todeschina, strada Castelletto e strada Berzano, aver guadato il Grue e dopo una breve sosta presso il frutteto dell‟azienda agricola di Giulio Daffunchio, ha raggiunto il nuovo parcheggio di via Vittorio Veneto dove ad attenderlo e ad alleviare la fatica della pedalata ha trovato un rinfrescante punto di ristoro. I partecipanti alla pedalata di Cuor di Pesca, durante una pausa tra le pesche Le serate al Colle nell‟estate sono state numerose, ognuna delle quali denominata da un tema gastronomico, cene a base di pesce, grigliate, piatti tipici locali. La tradizionale festa del santo patrono Bartolomeo, che si celebra il 24 agosto, si è svolta come di consueto sul colle che trae il nome dall‟illustre martire e, come ogni anno, ha invitato i Viguzzolesi - e non solo, giacché sono intervenuti anche molti Tortonesi - a trascorrere alcune dolci serate estive in aperta campagna, lontano dai quotidiani luoghi dove si svolge la vita cittadina, uniti come comunità e riuniti alla prospera natura che circonda il paese. Serata di San Batolomeo al colle di Montecanino I collaboratori della Pro Loco durante la festa di San Bartolomeo al colle: da sinistra Benedetta Gatti, Pina Pappalardo, Nella Filippini, Enrico Pertusi, Anna Fagioli, Tina Nicolini, Angela Mandirola, Daniela Filippini, Augusta Tallone, Francesca Bassignana, Sonia Veronese, Valentina Quaglini, Marina Martignetta, Giuseppe Chiesa, Debora Di Pasqua, Marika Stanelli 10 Qui Viguzzolo 2010 di Valentina Nicolini Il merito della succulenza dei piatti va dunque alle collaboratrici della Pro Loco che hanno messo la loro perizia culinaria al servizio della comunità, quello relativo all‟organizzazione va ai cantonieri comunali, tutti i volontari e soci Pro Loco, che hanno risolto egregiamente non pochi problemi logistici, dall‟approntamento della cucina all‟allestimento dell‟area riservata agli ospiti. E proprio dall‟ampio spazio livellato su cui si è svolta la festa, ai piedi della chiesetta dedicata a San Bartolomeo, i Viguzzolesi hanno potuto godere la vista della valle e del paese giù in fondo, allietati dalla musica dal vivo dei gruppi che si sono alternati sul palco durante le serate e rallegrati dal buon vino locale, così come lo sono stati per decenni i loro progenitori prima di loro. Gita a Milano organizzata dalla Pro Loco il 5 dicembre: foto di gruppo in piazza del Duomo Il 5 dicembre un nutrito gruppo di compaesani è partito alla volta della bella Milano. Del resto si sa, Milano agli inizi di dicembre si veste “a Natale” ed acquisisce quell‟atmosfera affascinante e caratteristica di ogni grande città che, solitamente caotica e distratta, in quel periodo sembra più raccolta. Le eterne bellezze quali il Duomo, la Scala, la Mostra del Cardinale Borromeo sono state tappe fondamentali di questa gita. Il gruppo dopo essersi rifocillato in un noto ristorante milanese si è dedicato allo shopping per le vetrine del centro! Soddisfatti di aver trascorso una giornata fuori porta diversa, i partecipanti si sono dati appuntamento alle numerose gite che la Pro Loco ha organizzato nei mesi estivi del 2011. Come da tradizione, anche quest‟anno i Viguzzolesi si sono scambiati gli auguri di Natale la notte della vigilia in piazza della Libertà. La Pro Loco, per rendere più piacevole questo momento di aggregazione, ha allestito presso la sua sede un punto di ristoro in cui i cittadini hanno potuto gustare vin brulé, marmellate di pesche e fragole e i formaggi locali quali il Montebore, il Primosale e quelli di capra prodotti in zona. Dopo la pausa natalizia, l‟Associazione ha invitato nuovamente i cittadini a fare festa insieme, nel giorno di Santo Stefano, questa volta alla Società La Fraterna, proponendo un pomeriggio rallegrato dal karaoke di Pino di Maira e dal suo repertorio anni „60, in occasione del quale sono spiccati tra i solisti Gabriele Cosola, Vanessa Pizzuto e Martina Trillò. Al karaoke ha fatto seguito la performance di balli latino-americani delle allieve della scuola di Romina Girotto: le otto ballerine si sono impegnate in una divertente esibizione di cha cha cha, bachata, rumba, salsa e merengue. Qui Viguzzolo 2010 11 Associazioni Il programma per il 2011 Il 2011 sarà per i Viguzzolesi un anno ricco di eventi legati all‟intrattenimento enogastronomico e allo svago ma anche di occasioni per viaggiare, conoscere e divertirsi. Questa è la promessa che giunge dal programma messo a punto dalla Pro Loco comunale per i mesi a venire. Se alcune iniziative rimarranno invariate, come per esempio i tradizionali ed immancabili festeggiamenti del Carnevale in piazza, accompagnati da polenta e salamini, ed il Cuor di Pesca, molte nuove proposte sono pronte ad allettare i cittadini. Si parte con le “passeggiate campestri” che, nel periodo primaverile per quattro domeniche, offriranno agli abitanti del paese un‟occasione conviviale per mantenersi attivi camminando e al contempo per sco- no, per finire nel mese di giugno con il pellegrinaggio a Lourdes. Il soggiorno in Calabria comprenderà la visita di alcune tra le sue località più rinomate e caratteristiche: la Riviera del Cedro, Tropea, Paola, Diamante, Scalea e Pizzo Calabro. Per chi preferisce la montagna invece il fuori porta a St. Moritz, oltre allo shopping nell‟esclusiva località, riserverà il suggestivo percorso con il trenino rosso del Bernina per ammirare il meraviglioso panorama delle Alpi svizzere. In occasione dei festeggiamenti per i 150 anni dell‟Unità d‟Italia in maggio si partirà invece alla volta di Torino, la cui visita si concluderà con una piccola crociera sul fiume Po. Foto di gruppo dei collaboratori dell‟associazione Pro Loco: da sinistra Sonego Camillo, Marchese Giulio, Filippini Nella, Buonanno Maria, Noce Claudia, Arecco Anna, Albano Elvira, Rebellato Guerrino, Murari Elisa, Mandirola Angela, Nicolini Valentina, Tallone Augusta, Murari Dario, Carrivale Pina, Buonanno Cristina, Pavanello Dante prire i caratteristici luoghi di campagna circostanti: San Bartolomeo, Castelletto, la località Valle e Campoltrone. Lo spunto viene proprio dall‟osservazione delle abitudini dei Viguzzolesi che, con sempre maggiore frequenza e piacere, investono il loro tempo libero domenicale passeggiando all‟aria aperta. Le “passeggiate campestri” sono anche un‟ottima occasione per prepararsi alla prima edizione della “Straviguzzolo”, corsa podistica aperta a tutti che si svolgerà il 10 luglio prossimo, grazie all‟interessamento ed all‟impegno di Enrico Pertusi, noto corridore locale. Per quanto riguarda le gite, le destinazioni previste sono quattro: ad aprile la Calabria, a maggio St. Moritz e Tori- 12 Qui Viguzzolo 2010 Non saranno però soltanto gli adulti e le famiglie a viaggiare. Tra le novità del prossimo anno, infatti, entra a pieno titolo il soggiorno estivo in Sicilia per ragazzi di età compresa tra i tredici e i sedici anni, non soltanto per godere del meraviglioso mare, ma anche per scoprire le bellezze delle località che visiteremo: Palermo, Cefalù, Tindari e Capo d‟Orlando. Con questi propositi, dunque, l‟attività della Pro Loco riconferma la volontà di tradurre in atti concreti i suoi capisaldi di promozione delle attività di solidarietà sociale e di svago per la popolazione. L‟invito a tesserarsi è caldamente rivolto a tutti coloro che desiderino prendere parte alle attività organizzate dalla nostra associazione. di Augusta Tallone Martedì 8 Marzo CARNEVALE Dal 2 al 4 Giugno LOURDES Polenta e salamini in Piazza della Libertà. Pellegrinaggio e preghiera Dal 21 Marzo PASSEGGIATE CAMPESTRI Itinerari: 1 San Bartolomeo 2 Reg. Castelletto 3 Reg. Valle 4 Reg. Campoltrone Dall’1 all’8 Luglio SOGGIORNO ESTATE RAGAZZI SICILIA (dai 13 ai 16 anni) Le passeggiate si svolgeranno tutte le domeniche dalle ore 9.30 in preparazione della I edizione della “Straviguzzolo” che si svolgerà il 10 Luglio 2001– Corsa podistica e non. Capo d’Orlando Palermo Cefalù Tindari Sabato 30 Luglio CUOR DI PESCA Dal 23 al 26 Aprile Gita in CALABRIA e RIVIERA DEL CEDRO Serata in Piazza della Libertà Pizzo Calabro Tropea Paola Diamante Scalea SERATE AL COLLE DI S. BARTOLOMEO Sabato 14 Maggio In gita sul TRENINO ROSSO DEL BERNINA Sabato 13 Agosto Panorami mozzafiato e shopping a S. Moritz Domenica 21 Agosto Domenica 22 Maggio Gita a TORINO E NAVIGAZIONE SUL Po Mercoledì 24 Agosto FESTA DI S. BARTOLOMEO Sabato 16 Luglio: CENA A BASE DI PESCE Sabato 23 Luglio: CENA MENU’ TIPICO Sabato 6 Agosto Sabato 20 Agosto SERATE GASTRONOMICHE Festeggiamenti per i 150 anni dell’Unità d’Italia Quest’anno abbiamo costituito una redazione con lo scopo di realizzare un altro bel numero di Qui Viguzzolo. Il risultato speriamo sia di vostro gradimento: noi ce l’abbiamo messa tutta! Che l’impegno da parte di tutti sia stato eccezionale è dimostrato dal Qui Viguzzolo più corposo di sempre. Da sempre questa pubblicazione vuole dare voce al paese, ai suoi ricordi e ai suoi pensieri, per ricordare il passato e capire qualcosa un più sul nostro presente. Ci auguriamo che nel tempo questa tradizione continui, interessando un numero sempre più ampio di concittadini. È per questi motivi che vogliamo invitare tutti i nostri concittadini a scrivere per questa rivista e a collaborare con noi, anche inviandoci materiale fotografico ormai datato e che merita di uscire da qualche buio cassetto di casa dei nonni per finire sul Qui Viguzzolo. A questo proposito chiediamo a tutti i nostri compaesani, qualora capitasse loro in mano qualche bella foto dei tempi passati, di portarla presso la Biblioteca Comunale, dove ne faremo una copia e riporteremo il cognome della famiglia donatrice. Se invece disponete di materiale già in formato digitale, mandatelo all’indirizzo di posta elettronica [email protected] Grazie a tutti per la preziosa collaborazione! Qui Viguzzolo 2010 13 Associazioni Un po’ di tempo libero dedicato alla cultura Come ogni anno, la nostra Associazione si è impegnata per promuovere e offrire al paese qualche momento culturale e con grande soddisfazione possiamo dire che anche il 2010 è stato un anno parecchio intenso e ricco di attività e proposte che hanno riscosso un buon successo di pubblico, ma soprattutto di alcune novità che ci hanno dato modo di iniziare interessanti e proficue collaborazioni. L‟ACV ha inaugurato l‟anno con le due repliche, una a Paderna e l‟altra a Pontecurone, della commedia parzialmente dialettale di Alberto Contardi, “Natale con i tuoi”: questo è ormai diventato un appuntamento “tradizionale” e irrinunciabile per l‟ACV che dal 2008 ha portato questo spettacolo teatrale nelle sale di quasi tutti i paesi del circondario!!! L‟iniziativa dedicata ai bambini invece ha preso come spunto il Carnevale e così il 20 e 21 febbraio è stata allestita nella sala del Comune una mostra di Maschere Tradizionali, mentre la domenica pomeriggio si è svolto “Carnevalando” un momento di attività per i più piccoli, che potevano disegnare la loro maschera preferita o farsela disegnare sul viso da un‟esperta truccatrice, per dedicarsi poi a giochi di gruppo e all‟ascolto di filastrocche sul Carnevale. Foto di gruppo dell‟ACV durante la manifestazione Carnevalando Altra novità è stata l‟iniziativa “La Pieve vista ed interpretata dai bambini” che si è svolta nel mese di aprile: scopo di questo progetto, nato da una collaborazione con la sezione C della scuola dell‟Infanzia, è stato di proporre ai bambini un avvicinamento alla Pieve Romanica del paese, bene artistico e storico, utilizzando un linguaggio adeguato per le spiegazioni e chiedendo di riprodurre con disegni e dipinti quanto visto. I loro lavori sono poi stati esposti in mostra alla Pieve. Anche da qui è nata una proficua collaborazione fra l‟ACV e le scuole di Viguzzolo che si concretizzerà con diverse iniziative a partire dal 2011. Sempre in aprile abbiamo ripetuto l‟esperienza della gita e anche questa volta siamo andati a Milano dove abbiamo visitato la GAM – Galleria d‟Arte Moderna, museo ricco di capolavori di grandi artisti fra i quali Pellizza, Canova, Cezanne, Renoir, Van Gogh, Manet, Induno e Boccioni. Questo momento di aggregazione è particolarmente caro alla nostra associazione, perché ci dà modo di conoscere più approfonditamente il vasto patrimonio culturale che il nostro paese possiede. Il 20 maggio un‟altra importante iniziativa: la visita al mulino ad acqua di Viguzzolo. Il proposito di questo progetto, nato da una collaborazione tra l‟Associazione Culturale Viguzzolese, la sezione C della scuola dell‟Infanzia di Viguzzolo e i Fratelli Marchesi - che con l‟occasione ringraziamo nuovamente di cuore per il loro fondamentale supporto -, ci ha permesso di dare ai bambini una dimostrazione pratica di diverse discipline come storia e cultura contadina e scienze naturali, con la trasformazione del mais in farina, tecnica, con la possibilità di vedere in funzione una macchina che trasforma l‟energia dell‟acqua in movimento rotatorio utile a macinare i cere- Prima novità per l‟ACV è stata l‟adesione all‟iniziativa Bonsai AID AIDS 2010: nella domenica di Pasqua abbiamo allestito un banchetto per distribuire piantine bonsai in cambio di un‟offerta e fornire informazioni sull‟HIV/ AIDS. Questo è stato un appuntamento particolarmente impegnativo per la nostra associazione, ma sicuramente di grande soddisfazione perché ci ha dato modo di collaborare con un‟associazione che ormai da quasi 20 anni opera per realizzare importanti progetti, fra cui vanno ricordate azioni a favore della ricerca e della formazione (progetti di ricerca e borse di studio), donazioni di apparecchiature scientifiche e diagnostiche ad ospedali ed altre strutture e acquisto e/o ristrutturazione di Case Alloggio per malati di AIDS. I ragazzi impegnati nella vendita benefica dei bonsai 14 Qui Viguzzolo 2010 di Cinzia Rescia ali, nonché la riscoperta di prodotti come la farina integrale e mestieri come quello del mugnaio che i più non conoscono. A fine maggio è poi iniziata la stagione delle visite guidate alla Pieve Romanica, che resta per l‟ACV il primo obiettivo: il nostro monumento storico è stato aperto dai nostri volontari tutte le domeniche dal 30 maggio al 26 settembre, e poi anche durante la settimana per soddisfare le sempre crescenti richieste per visite guidate di gruppi scolastici e non. In occasione dell‟inaugurazione delle aperture abbiamo organizzato la mostra personale del pittore sarezzanese Domenico Bottari che è rimasta aperta fino al 6 giugno. Quest‟anno il tradizionale appuntamento con il Mercatino degli Hobby Creativi, che si è tenuto domenica 13 giugno nel parco della Pieve, è stato arricchito dalla presenza di I bambini della scuola dell‟infanzia mentre disegnano la Pieve due mostre, la mostra di pittura della sezione C della scuola dell‟Infanzia di Viguzzolo La Pieve…vista ed “interpretata” dai bambini della scuola dell‟infanzia e la mostra di pittura “La fatica ed il lavoro dell'uomo" nell‟interpretazione di Simone Repetto. Una domenica, insomma, dedicata ai creatori di ogni arte ed età! A luglio un‟altra mostra personale, questa volta del pittore Paolo Bosco, autodidatta dal 1971, che sin dai primi approcci all‟arte della pittura ha simpatizzato con paesaggi e ricordi di vita vissuta, trasferendoli sulla tela con immagini e colori. Infatti, i quadri in mostra presentavano uno stile pluricromatico, semplice e fresco, caratterizzato da piccole e grandi macchie con giochi a fasci di luce. Come sempre il “Settembre Viguzzolese” dell‟ACV si è aperto con la Commemorazione dell‟8 settembre: quest‟anno siamo partiti dalla domanda “Ma i giovani d‟oggi sono consapevoli dell‟importanza di non dimenticare cosa hanno fatto per loro i “ragazzi del „43”? e abbiamo così rispolverato la memoria di questa data e dimostrato che ancora oggi ciò che è stato vissuto in quegli anni non è poi così lontano dalle realtà di guerra dei nostri tempi. A conferma di questa tesi, l‟intervento di Alia, una nostra nuova compaesana, nata nella Striscia di Gaza, che ci ha raccontato la sua esperienza di vita in una terra divisa, occupata e dove lei stessa è vista come “straniera”. Da sabato 11 a lunedì 13 settembre, invece, all‟interno della Pieve Romanica era possibile visitare una mostra personale di scultura. L'esposizione ha voluto rendere omaggio ad un artista viguzzolese, Pietro Boveri, nato 100 anni fa e morto nel 1979, le cui opere sono state particolarmente apprezzate con premi e plausi ufficiali. Domenica 17 ottobre appuntamento con la mostra “Da Fattori a Casorati - Capolavori della collezione Ojetti". L‟ACV ha offerto ai suoi soci e amici una visita guidata a questa mostra, ospitata nei rinnovati spazi espositivi del Palazzetto Medievale a Tortona, che è il frutto di un meticoloso e paziente lavoro di ricerca e documentazione, grazie al quale è stato possibile ricostruire una delle più importanti e prestigiose raccolte di opere d‟arte dell‟ottonovecento. Ultimo appuntamento dell‟anno ancora dedicato ai più piccoli in occasione della festa per eccellenza: il Natale. Dopo incontri preliminari con le insegnanti abbiamo maturato questo progetto di collaborazione tra l‟Associazione Culturale Viguzzolese e gli studenti delle classi 4°, 5°A, 5°B della scuola primaria. Alcuni gruppi di alunni, coordinati dalle insegnanti, sono stati invitati a scrivere parti di un racconto a tema natalizio; il testo finale è stato letto ed interpretato a cura degli attori del laboratorio di recitazione dell‟Unitre di Tortona in una rappresentazione pubblica, "I Nonni raccontano il Natale", il 22 dicembre. Gli alunni, di fatto, sono stati sia scrittori sia ascoltatori: un duplice ruolo con l‟obiettivo di potenziare l‟interesse per la scrittura e la lettura animata. Qui Viguzzolo 2010 15 Associazioni di Roberto Zampiero Gruppo Parrocchiale Caritas Nel comprensorio del nostro paese la Caritas Parrocchiale fornisce supporto a circa quaranta famiglie (circa centoventi persone) alle quali di volta in volta si aggiungono bisognosi provenienti da aree limitrofe. Le richieste non sono solo alimentari, ma riguardano anche altri bisogni primari come l‟abitazione, il riscaldamento, il vestiario. Ci troviamo tristemente a rilevare che il numero delle persone alla ricerca del nostro aiuto tende continuamente ad aumentare, riflesso di una generale tendenza all‟impoverimento. La raccolta di fondi attraverso la vendita delle torte Le risorse che abbiamo a disposizione, per sostenere nel limite delle possibilità queste esigenze, provengono da più canali. In particolare vogliamo citare il contributo del Banco Alimentare di Novi Ligure che con cadenza quasi mensile ci conferisce prodotti commestibili, oltre al generoso supporto di alcuni benefattori e, soprattutto, l‟impegno, non solo economico, di tanti concittadini che con pazienza e spirito di collaborazione ci hanno aiutato nelle manifestazioni che abbiamo organizzato nel corso dell‟anno, come il pranzo di primavera, che si è tenuto nei saloni dell‟oratorio Pier Giorgio Frassati, il torneo di bocce per principianti, organizzato in collaborazione con il Gruppo Bocciofilo di Viguzzolo, presso il bocciodromo comunale G. Veronese, e ancora le due manifestazioni presso la Società La Fraterna, ovvero il “The danzante” nei primi giorni di ottobre ed il torneo di burraco poco più in là. Un altro pranzo di beneficenza è stato preparato 16 Qui Viguzzolo 2010 in occasione della festa di Santa Cecilia, il 22 novembre, e verso la fine dell‟anno si è tenuta l‟immancabile distribuzione di torte e dolciumi in piazza della Libertà e la vendita di oggettini natalizi, naturalmente con scopi di solidarietà. Senza l‟aiuto di tanti, che non citiamo per timore di dimenticarne alcuni sicuramente non saremmo riusciti nei nostri intenti. Una riconoscimento particolare va alle istituzioni ed alle associazioni, al dottor Cadirola ed alla famiglia Fascioli. Nell‟anno ormai trascorso, inoltre, abbiamo assistito con estrema soddisfazione all‟impegno delle educatrici e delle famiglie degli alunni della scuola dell‟infanzia. Quando un piccolo seme di carità viene instillato nell‟animo di un bimbo, mette radici e cresce insieme a lui. A tutti i viguzzolesi che hanno collaborato va un grande ringraziamento e la speranza che il loro aiuto non venga a mancare nel futuro. E quando l‟anno si chiude è tempo di bilanci e anche di programmi. Non vorremmo sembrare egoisti se diciamo che dobbiamo aumentare le risorse; inoltre dobbiamo fare di più e meglio, perchè di più ci stanno chiedendo, perchè sicuramente avremo fatto degli errori, ma abbiamo in buona fede e se qualcuno vorrà aiutarci in futuro, sarà il benvenuto. Il pranzo benefico in occasione di S. Cecilia di Don Gino Bava Sant’Elisabetta di Ungheria Santa Elisabetta d‟Ungheria, chi era costei? Alcuni se lo sono domandati da quando la nostra Caritas parrocchiale l‟ha scelta come Patrona. Una chiara risposta ce l‟ha data il Santo Padre Benedetto XVI, il quale mercoledì 20 ottobre scorso, durante la consueta catechesi, ha parlato ai pellegrini riuniti in piazza San Pietro proprio di Santa Elisabetta. Vogliamo proporre a tutti i viguzzolesi questa bella pagina di vita cristiana. La nostra Caritas parrocchiale si raccomanda costantemente all‟intercessione della sua Patrona per i molteplici bisogni cui deve far fronte. Arrivare a tutte le necessità delle persone in difficoltà economica, familiare o personale è sempre più difficile: ecco perché ci si rivolge alla preghiera dei santi ed in particolare l‟esempio di Sant‟Elisabetta ci sprona a continuare. CATECHESI DEL SANTO PADRE BENEDETTO XVI Cari fratelli e sorelle, oggi vorrei parlarvi di una delle donne del Medioevo che ha suscitato maggiore ammirazione; si tratta di sant‟Elisabetta d‟Ungheria, chiamata anche Elisabetta di Turingia. Nacque nel 1207; gli storici discutono sul luogo. Suo padre era Andrea II, ricco e potente re di Ungheria (…) Elisabetta amava il gioco, la musica e la danza; recitava con fedeltà le sue preghiere e mostrava già particolare attenzione verso i poveri, che aiutava con una buona parola o con un gesto affettuoso. La sua fanciullezza felice fu bruscamente interrotta quando, dalla lontana Turingia, giunsero dei cavalieri per portarla nella sua nuova sede in Germania centrale. Secondo i costumi di quel tempo, infatti, suo padre aveva stabilito che Elisabetta diventasse principessa di Turingia. (…) Elisabetta praticava assiduamente le opere di misericordia: dava da bere e da mangiare a chi bussava alla sua porta, procurava vestiti, pagava i debiti, si prendeva cura degli infermi e seppelliva i morti. Scendendo dal suo castello, si recava spesso con le sue ancelle nelle case dei poveri, portando pane, carne, farina e altri alimenti. Consegnava i cibi personalmente e controllava con attenzione gli abiti e i giacigli dei poveri. Questo comportamento fu riferito al marito, il quale non solo non ne fu dispiaciuto, ma rispose agli accusatori: “Fin quando non mi vende il castello, ne sono contento!”. In questo contesto si colloca il miracolo del pane trasformato in rose: mentre Elisabetta andava per la strada con il suo grembiule pieno di pane per i poveri, incontrò il marito che le chiese cosa stesse portando. Lei aprì il grembiule e, invece del pane, comparvero magnifiche rose. Questo simbolo di carità è presente molte volte nelle raffigurazioni di santa Elisabetta. Il suo fu un matrimonio profondamente felice: Elisabetta aiutava il coniuge ad elevare le sue qualità umane a livello soprannaturale, ed egli, in cambio, proteggeva la moglie nella sua generosità verso i poveri e nelle sue pratiche religiose. Sempre più ammirato per la grande fede della sposa, Ludovico, riferendosi alla sua attenzione verso i poveri, le disse: “Cara Elisabetta, è Cristo che hai lavato, cibato e di cui ti sei presa cura”. Una chiara testimonianza di come la fede e l‟amore verso Dio e verso il prossimo rafforzino la vita familiare e rendano ancora più profonda l‟unione matrimoniale. La giovane coppia trovò appoggio spirituale nei Frati Minori, che, dal 1222, si diffusero in Turingia. (…) Una dura prova fu l‟addio al marito, a fine giugno del 1227 quando Ludovico IV si associò alla crociata dell‟imperatore Federico II, ricordando alla sposa che quella era una tradizione per i sovrani di Turingia. Elisabetta rispose: “Non ti tratterrò. Ho dato tutta me stessa a Dio ed ora devo dare anche te”. La febbre, però, decimò le truppe e Ludovico stesso cadde malato e morì ad Otranto, prima di imbarcarsi, nel settembre 1227, all‟età di ventisette anni. (…) “Il venerdì santo del 1228, poste le mani sull’altare nella cappella della sua città Eisenach, dove aveva accolto i Frati Minori, alla presenza di alcuni frati e familiari, Elisabetta rinunziò alla propria volontà e a tutte le vanità del mondo. Ella voleva rinunziare anche a tutti i possedimenti, ma io la dissuasi per amore dei poveri. Poco dopo costruì un ospedale, raccolse malati e invalidi e servì alla propria mensa i più miserabili e i più derelitti. Avendola io rimproverata su queste cose, Elisabetta rispose che dai poveri riceveva una speciale grazia ed umiltà” (Epistula magistri Conradi, 14-17). Nel novembre del 1231 fu colpita da forti febbri. Quando la notizia della sua malattia si propagò, moltissima gente accorse a vederla. Dopo una decina di giorni, chiese che le porte fossero chiuse, per rimanere da sola con Dio. Nella notte del 17 novembre si addormentò dolcemente nel Signore. Le testimonianze sulla sua santità furono tante e tali che, solo quattro anni più tardi, il Papa Gregorio IX la proclamò Santa e, nello stesso anno, fu consacrata la bella chiesa costruita in suo onore a Marburgo. Potete trovare l’intera catechesi di Papa Benedetto su sant’ Elisabetta sul sito della Santa Sede: http://www.vatican.va/holy_father/benedict_xvi/ audiences/2010/documents/hf_benxvi_aud_20101020_it.html Qui Viguzzolo 2010 17 Associazioni Un anno importante per la S. M. S. “La Fraterna” Alcune righe per informare i nostri concittadini sulle attività e sui programmi della nostra Società di Mutuo Soccorso. Dalla primavera del 2010 a seguito di un controllo dei Vigili del Fuoco abbiamo dovuto interrompere tutte le attività in quanto le caratteristiche della struttura non soddisfacevano le normative vigenti in materia di sicurezza ed incendi. A questo punto dopo la convocazione di un Consiglio, su proposta del direttivo, l‟assemblea ha deciso di provvedere agli adeguamenti e cominciare così i lavori che si sono protratti per tutta l‟estate. Per far fronte al grande impegno economico si è dovuto far ricorso al finanziamento di 10.000 Euro presso la Cariparma di Viguzzolo e ad una richiesta inviata a tutti i soci di versamento sul nostro conto corrente sotto forma di sottoscrizione; proprio questo invito ha avuto, con nostra grande soddisfazione, un ottimo risultato tanto da raccogliere 5.150 Euro. Sinteticamente elenchiamo gli interventi che sono stati eseguiti: - creazione di un sistema antincendio per la galleria (posa nuovo contatore, nuova linea tubazioni, due nuovi estintori NASPI); - sostituzione di tutte le segnalazioni luminose di sicurezza (16 impianti luminosi); - montaggio di un sistema automatico di apertura finestre in caso di incendio; - riverniciatura, con vernice ignifuga, di tutto il palcoscenico; - riverniciatura di tutta la galleria, sempre con vernice ignifuga; - lavaggio e trattamento con materiale ignifugo per tutti i tendaggi della sala; - installazione di nuove centraline di comando dell‟impianto di illuminazione della sala (fino ad oggi per poter accendere e spegnere le luci durante uno spettacolo era necessaria la presenza contemporanea di almeno tre persone); - è stato approntato un sistema di segnalazione sonora in caso di incendio; - creazione di una funzionale e moderna cabina di regia per la sala, da cui poter comandare luci, audio e video. (La cabina esistente era fatiscente, senza pavimento, impianto elettrico, norme di sicurezza); - imbiancatura totale della sala; - riparazione il tetto in cui si insinuavano continuamente dannose infiltrazioni d‟acqua; - montaggio di un sistema audio professionale, che giaceva inutilizzato da più di dieci anni. Dopo questi importanti lavori, certificati dal sopralluogo dei Vigili del Fuoco, finalmente siamo riusciti a riaprire il 3 settembre con l‟inaugurazione della mostra fotografica “L‟Airone alto nel nostro cielo” dedicata a Fausto Coppi (che già aveva avuto un enorme successo a Tortona, Napoli, Monza, Torino) con una serata conviviale in ricordo dell‟indimenticato Campionissimo. Sempre nel mese di settembre, sono stati organizzati quattro convegni a tema medico per tutta la popolazione, con relatori alcuni medici dell‟ASL di Alessandria: il 27 settembre “Prevenzione e stili di vita” con relatori i dottori Elena Duilio ed Eugenio Rizzi; 30 settembre “La qualità di vita nella malattia dal bambino all‟anziano” relatori i dottori A sinistra la foto della cabina di regia prima della ristrutturazione. Sotto, la stanza alla fine dei lavori 18 Qui Viguzzolo 2010 di Mario Mensi La galleria prima dei lavori di ristrutturazione Franco Fontana e Silvio Roldi; 7 ottobre “Prevenzione, primo soccorso e disostruzione delle vie aeree nel bambino” e il 14 ottobre “Prevenzione del diabete” relatore dottor Massimo Baiardi. Abbiamo proseguito quindi con: - una serata musicale di beneficienza, al fine di raccogliere fondi per l‟acquisto di un automezzo per il trasporto di ragazzi disabili; - visite oftalmiche gratuite; - una rappresentazione teatrale; - il “The danzante delle terza età” organizzato in collaborazione con il Centro Anziani; - la serata giovani Disco Party, organizzata dai ragazzi delle scuole superiori; - tributo a Bruce Springsteen; - torneo di Burraco. Abbiamo concluso in bellezza con il grande Capodanno a cui hanno partecipato più di 230 persone facendo registrare il tutto esaurito. A questo punto dobbiamo dire un grande grazie ai sottoscrittori del finanziamento soci, alla famiglia Bruno e La galleria dopo i lavori di ristrutturazione Carla Cadirola che ogni due mesi effettua un versamento sul nostro conto e al Comune di Viguzzolo che sostiene la spesa del mutuo contratto negli anni 90 per una generale ristrutturazione. Purtroppo a rattristare quest‟anno appena trascorso la dolorosa scomparsa, avvenuta il 9 ottobre 2010, del nostro amato consigliere Fausto Contardi a cui va tutta la nostra gratitudine per la serenità, la correttezza, l‟esempio e i buoni consigli che ha saputo trasmetterci con la sua disarmante semplicità. Molto importante per noi è anche aumentare il numero dei soci, quindi vi invitiamo a fare la richiesta. La società di Mutuo Soccorso “ La Fraterna “ è di tutti i viguzzolesi. Facciamola vivere. Vi aspettiamo Ancora oggi purtroppo ci sono da saldare diversi interventi, e confidiamo ancora sia nella sottoscrizione volontaria sul Conto Corrente Postale 391 00 540 intestato a: Società Mutuo Soccorso La Fraterna. Per restare sempre in contatto con noi potete visitare il nuovo sito : www.lafraterna.it Il cenone di Capodanno 2011 alla Fraterna visto dalla galleria Qui Viguzzolo 2010 19 Associazioni Benvenuto Summer Vigu! Nato agli inizi della passata estate, il Summer Vigu altro non è che un gruppo di giovani volenterosi e ricchi di idee, uniti per portare una ventata di giovinezza negli eventi proposti dal ricco calendario estivo viguzzolese. Il loro debutto ufficiale è coincisa con la manifestazione Cuor di Pesca in modalità aperitivo, che ha visto la partecipazione anche dei più giovani dovuta sia alla novità di come si è svolto l‟evento, sia alla presenza di questi ragazzi che hanno sicuramente promosso l‟evento ed attirato coetanei, fino a quel momento restii a partecipare alla vita festaiola del paese. Durante la spaghetta: (di spalle) Ricardo Ciccotti Anna Guida, Maria Rita Torlasco, Simone Pellegrin, Susanna Pagella, Giulia Pisani Il Cuor di Pesca: Michela Bicajanu, Enrico Pertusi, Mattia Annori, Luana Meta, Jenny Tosonotti, Sandro Fanuele, Simone Pellegrin Questo gruppo unito ed affiatato ha coadiuvato inoltre la Pro Loco in occasione delle “Serate al Colle” che hanno registrato il massimo delle presenze. Estremamente versatili e disponibili, questi giovani si sono messi a disposizione della nostra comunità per supportare gli organizzatori. In alcune occasioni, per esempio nella spaghettata di mezzanotte, che si è svolta durante la Festa Patronale, hanno ricoperto in prima persona, il vero e proprio ruolo di motore della vita viguzzolese. In assoluto è doveroso riconoscere gli sforzi ed il successo riportato nella serata del lunedì della Festa Patronale in cui, con una forma giovanile e “nuova” per la nostra realtà, hanno accompagnato il decorso della serata tra fuochi d‟artificio ed il tributo della Mercury Band distribuendo panini, patatine e birre. Vedere tutti questi ragazzi cooperare, lavorare nel vero senso della parola, stanchi ma divertiti e felici per la riuscita della loro idea, è stato davvero appagante. I numerosi complimenti delle persone presenti a quella serata hanno incoraggiato e spronato il gruppo a continuare ad essere partecipe negli eventi della comunità. In questi mesi invernali, il gruppo non ha smesso di esistere ma è rimasto unito in attesa che la bella stagione porti nuove sfide da affrontare insieme per il nostro bel paese. Penso faccia orgoglio a tutti i viguzzolesi sapere che vi sono ancora giovani disponibili e profondamente legati alle loro radici, che vogliono e lavorano per un paese vivo ed attivo. Che dire di più? “Benvenuto Summer Vigu”. I membri del Summer Vigu 2010 sono: Maria Rita Torlasco, Anna Guida, Serena Pagella, Federico Cacisi, Sandro Fanuele, Jenny Tosonotti, Davide Zuccarelli, Michela Bicajanu, Enrico Pertusi, Simone Pasqualetto, Luana Meta, Agnese Annori, Susanna Pagella, Mattia Annori, Simone Pellegrin, Giulia Pisani, Francesca Roldi, Riccardo Ciccotti, Francesca Bassignana, Valentina Quaglini, Eleonora Dirito. Acconciature Via Crevenzolo, 5 20 Qui Viguzzolo 2010 di Maria Rita Torlasco Foto di gruppo: Maria Rita Torlasco, Federico Cacisi, Sandro Fanuele, Jenny Tosonotti, Michela Bicajanu, Simone Pasqualetto, Luana Meta, Agnese Annori, Susanna Pagella, Mattia Annori, Simone Pellegrin, Giulia Pisani, Francesca Roldi Quest‟estate noi, ragazzi e ragazze di Viguzzolo, per iniziativa di Simo, Susy e Mary, ci siamo riuniti e abbiamo formato un gruppo, il Summer Vigu. Pieni di entusiasmo ci siamo immersi in questa nuova esperienza e, con tanto di magliette personalizzate, abbiamo iniziato a promuovere gli eventi organizzati dal nostro comune, come dei veri e propri PR! Poi, pensando in grande, ci siamo dati da fare per organizzare due serate magnifiche: la spaghettata di mezzanotte e la prima serata per i giovani a Viguzzolo, nella quale ha suonato la Mercury‟s band. Quella vissuta quest‟estate è stata un‟esperienza piena di bellissimi momenti e che sicuramente dovremo ripetere, di nuovo, tutti insieme. Valentina All‟inizio il nostro gruppo non era molto numeroso, ma in poco tempo molti altri ragazzi, spinti dalla voglia di divertirsi e di organizzare qualcosa di diverso, fatto su misura per i giovani, hanno incominciato ad aggregarsi, fino a formare un vero e proprio team vincente, con tanto di mascotte: Bill il pesce (un pesce di peluches vinto nella gita a Gardaland ndr)! Credo che sia stato proprio questo il merito del Summer Vigu, riunire alcuni dei ragazzi del nostro paese, dando loro modo di divertirsi tutti insieme, come una grande compagnia, simile a quelle che c‟erano una volta nei paesini, dove più si è e più ci si diverte, e della quale abbiamo tanto sentito parlare dai nostri nonni e genitori. Francesca In estate le iniziative per trascorrere giornate e serate in compagnia di tutti i viguzzolesi e non solo sono molte e la mia partecipazione e collaborazione con altri ragazzi ha contribuito a un fine positivo. Il lavoro è stato tanto, il sacrificio maggiore ma il divertimento immenso, permettendoci di non sentire neanche la stanchezza a fine giornata. Grazie a tutti e alla prossima estate! Giulia Marisa Viguzzolo Tel - 0131 898200 Qui Viguzzolo 2010 21 Associazioni di Giulio Marchese Il Centro Anziani Bruno e Carla Cadirola L‟anno 2010 è da poco finito. E‟ il secondo anno di attività di questo meraviglioso sodalizio voluto e sostenuto dal dottor Bruno Cadirola e consorte che con la loro piena disponibilità ci consentono di continuare nelle nostre attività a realizzare questo magnifico progetto per le persone non più giovani. Un grazie altrettanto grande vada all‟Amministrazione comunale e al sindaco Luigi Butteri Rolandi in particolare, per la loro fattiva collaborazione. Il centro anche per il secondo anno di vita è frequentato con larga partecipazione: contava 220 tesserati nell‟anno passato e ci auguriamo possa continuare così anche nel prossimo. Le attività svolte in questo anno sono state molteplici: l‟inizio dell‟anno è stato salutato con un ceno- ne organizzato con cura dalle nostre signore; i giochi delle carte sono sempre in costante aumento e lo stesso si può dire per quanto riguarda la programmazione sportiva alla televisione (anche se chiamarla televisione è riduttivo visto lo schermo davvero grande e all‟avanguardia!). Quest‟anno abbiamo allestito anche una giornata dedicata alle caldarroste ottenendo un buon riscontro e una grande partecipazione. Nei locali a fianco al Centro Anziani funziona sempre regolarmente il laboratorio di prelievo ed analisi del sangue. Abbiamo riaperto l‟ufficio per il rin- Qui sopra una partita a carte tra Taverna Luigi, Lunghi Rosa, la signora Rita di Tortona e (di spalle) Pallavicini Natalina A fianco, il corso di uncinetto con: (da sinistra) la signora Gabriella, Repregosi Giuliana (la maestra), Mancin Erminia, Bianchi Marilena, Filippini Nella, Daffunchio Maria Teresa 22 Qui Viguzzolo 2010 Un‟immagine estiva che ritrae quattro frequentatori del Centro Anziani: da sinistra Carano Elio, Binatti Walter, Lolla Pierino e Rizzitelli Domenico novo delle patenti ed il porto d‟armi (aperto il secondo ed il quarto mercoledì di ogni mese dalle 17.30 alle 18.00). Il giovedì pomeriggio (ore 15.00) si svolgono attività per signore di lavoro all‟uncinetto, per coloro che intendono imparare questa meravigliosa attività. La partecipazione al corso è gratuita e per questo va ringraziata in particolare la “maestra” Giuliana. Durante i pomeriggi dei giorni festivi si gioca alla tombola con grande partecipazione. Inoltre quest‟anno abbiamo ospitato la piacevole visita dei bambini della scuola quinta elementare, che nel loro ultimo giorno di scuola sono venuti a trovarci per conoscere qualcosa in più sull‟infanzia dei loro concittadini più anziani. Colgo l‟occasione per informare tutti i signori associati che con il nuovo anno sono cominciate le iscrizioni – tesseramenti 2011. Naturalmente voglio rivolgere un pensiero ed una preghiera a tutti i soci che ci hanno lasciato durante l‟anno passato. Concludo questo intervento su queste sempre gradite pagine, ringraziando tutti i tesserati e rivolgendo a loro e a tutti i viguzzolesi un sincero augurio di buon anno da parte del “Centro Anziani Bruno e Carla Cadirola”. Attualità e avvenimenti di Bonaventura Il doppio Capodanno L‟autore è lieto di trovare asilo su questa importante rassegna, per i suoi versi irriverenti. Come lo scorso anno, non intende certamente mancare di rispetto nei confronti di nessuno e se ciò dovesse accadere si scusa fin d‟ora. Questa storiella, trae nuovamente spunto dalle vicende del nostro amato Viguzzolo, per animare un po‟ il chiacchiericcio che la questione della piazza lo scorso anno e la faccenda del Capodanno appena trascorso, hanno portato con sé, insieme agli inevitabili commenti delle comari del paesino. L‟unico proposito dell‟autore è di strappare un sorriso al lettore, e se così anche stavolta sarà, promette: un altr‟anno ritornerà. Ringrazio la redazione se avrà il coraggio di pubblicare questi versi, ben sapendo le critiche a cui si esporrà parlando di personaggi così in vista! Qui vi voglio raccontare di un pasticcio colossale, che i più ricorderanno come il doppio Capodanno! E‟ un‟ impresa, non certo un gioco: Comune, Soms, Acv e Pro Loco, che sanciscono un sodalizio nel manifesto natalizio. Anni fa il rosso attraente, sostenuto da molta gente, va alla caccia di notorietà: divien presidente della Società. Le proposte non sono poche: la Pro Loco farà un karaoke, alla Soms spetta il veglione, al Comune il concertone. Molto più recentemente, a fine maggio precisamente, presso la Piazza, in una saletta, la Pro Loco è stata eletta. La Presidente ci ripensa: “Faccio una cosa piccola in mensa”. Ora il Rosso è assai spiazzato, chiama il Sindaco infuriato. Ora il vertice è una donna, una Presidente con la gonna! “Lei è molto popolare, lavora in Comune nel sociale”. “Si è rimangiata quanto detto; mi fa concorrenza, non è corretto!” Ma si giustifica la Presidente: “Facciamo una cena per poca gente”. E con lei, persone in vista: politici, esattori, anche un podista; persino il geometra barzellettiere, macellai, camionisti e cuciniere. Il confronto diviene aspro, divide il paese: che disastro! Ma è normale che per brindare ci si mandi a … spigolare?! A Natale il tempo è maturo; dice il geometra sicuro: “Vedrete queste associazioni tutte unite nelle intenzioni”. Qui lo dico a voi forestieri, non stupitevi: fino a ieri litigavamo per dieci parcheggi ora stà attento a dove festeggi! Bar Milano di Orlandi M. Graziella & C. s.a.s. Viguzzolo - via Circonvallazione n. 37 - Tel. 0131/898057 Gelateria artigianale e pizzeria Qui Viguzzolo 2010 23 Attualità e avvenimenti di Francesca Pasino Prendiamoci un momento per noi Sono tempi frenetici in cui ritagliarsi qualche momento per sé diventa sempre più difficile. Lavoro, famiglia, volontariato, amici, sembrano rubare all‟uomo contemporaneo anche quei piccoli spazi che gli sarebbero dovuti per coltivare passioni o anche solo riflettere su se stesso e riposarsi. Ci troviamo costretti a prenderci ferie in momenti sbagliati o a non poterlo fare quando le batterie sono vicine allo scaricarsi e le responsabilità si fanno ingombranti. Il timore è quello di non riuscire a godersi le gioie sparse in qualche momento della giornata perché sopraffatti da mille preoccupazioni. Ognuno di noi ha il dovere verso se stesso e la propria serenità, verso i figli e la famiglia, verso gli amici e i colleghi, di prendersi del tempo libero, il tempo di farsi un‟oretta di corsa o di palestra, di cucinare un piatto fantasioso, di leggere un libro o suonare qualche nota al pianoforte. Gli hobby che tanto rincorriamo o che tanto ci rammarichiamo di non poter coltivare più in realtà diventano impegni, appuntamenti fissi, obblighi irrinunciabili, la lezione di pittura due volte a settimana un appuntamento fisso, le prove col gruppo musicale irrimandabili, le riunioni dei gruppi, il catechismo, l‟animazione, si trasformano in impegni gravosi e stressanti, snaturando il motivo per cui li avevamo scelti, per cui li apprezzavamo, per cui non potevamo farne a meno. All‟interno di questo sistema complesso fatto di obblighi e responsabilità si salva poco tempo libero, il tempo di sedersi sulla poltrona cinque minuti che ci sembrano sprecati perché ci sarebbe così tanto da fare, l„aspirapolvere da passare, vestiti da stirare, la macchina da lavare o la lampadina da cambiare. Fermarsi un istante diventa una colpa. Ma poi, ecco che all‟improvviso i nostri occhi si posano su quel mobile nero alla parete che da anni ormai è solo un ingombro da spolverare, lo apriamo e come per magia le nostre dita vi scorrono sopra capaci come anni prima di produrre una musica dolce e restiamo lì per minuti che sembrano ore accorgendoci che forse il tempo per noi, per colmare il nostro spirito, per sederci e prenderci cura di noi, lo possiamo trovare. Se invece abbiamo la fortuna di avere più tempo libero che impegnato, se siamo pensionati o studenti senza lavoro, abbiamo la fortuna allegata di poter scegliere i nostri impegni, di decidere quando inserirli nella nostra giornata per non essere sopraffatti, di studiare la mattina e fare una passeggiata al pomeriggio, un‟attività sportiva, di curare il giardino o portare a spasso i nostri nipoti, di dare una mano ai nostri figli frenetici ricordandogli ogni tanto di riposarsi, di vivere una vita parrocchiale attiva senza che questo snaturi la spinta di gioia e fraternità che ci spinge a scegliere i ragazzi dell‟oratorio piuttosto che un‟isolata attività casalinga rimandabile. Ogni età, ogni posizione, ogni mestiere, hanno il loro tempo libero, tempo da passare con la famiglia, tempo per abbracciare o meno altre attività, senza dimenticare che è libero e possiamo gestirlo come vogliamo, fosse anche solo un‟ora della nostra giornata, insieme a chi ci circonda. Magari rimandando qualcosa di più importante… anche se in realtà niente è più importante di noi stessi. CHIESA STUFE A LEGNA MACCHINE PER : GIARDINAGGIO CASALINGHI ELETTRICITA’ Via Arzani, 27 VIGUZZOLO 24 Qui Viguzzolo 2010 Il nuovo parco giochi visto dai bambini Quelli che seguono non sono quadri esistenzialisti e nemmeno opere post-impressioniste. Semplicemente, abbiamo chiesto ai bambini della scuola dell‟infanzia di descriverci il nuovo parco giochi Bruno e Carla Cadirola, situato in via Gramsci ed inaugurato nel settembre dell‟anno passato. Alcuni di loro ci hanno regalato un pensierino, altri un disegno. Qui di seguito ve ne mostriamo una serie... Il parco giochi è bello e grande e mi piace andarci perché gioco con i miei amici. Giacomo Mi piace andare al parco giochi perché ci sono tantissimi bambini e mi diverto con i giochi che sono bellissimi. Pietro L. Mi piace andare al parco giochi perché è molto bello e mi piace andare sull‟altalena e sullo scivolo. Giulia Mi piace andare al parco giochi perché è molto bello e mi diverto sulla ragnatela. Angelica M. Mi piace andare al parco giochi perché ci sono le mie amiche. Alexandra Mi piace andare al parco giochi perché aiuto il mio amico Luca ad allenarsi ad un gioco. Nicolas Mi piace andare al parco giochi perché è molto bello e ci sono tantissimi giochi per divertirmi. Lorenzo Mi piace andare giochi perché ci giochi bellissimi e verto con tanti Sofia LUIGI E PELLET E AGRICOLTURA E UTENSILERIA (AL) Tel. 0131 898709 al parco sono dei io mi dibambini. GARANTIAMO ASSISTENZA Qui Viguzzolo 2010 25 Attualità e avvenimenti di Susanna Pagella La scuola materna estiva Anche quest‟anno la scuola materna estiva ha riscosso un buon successo grazie alle numerose iscrizioni avute per tutti i quatto turni. Le tre educatrici (Marcella Curone, Claudia Noce e Susanna Pagella), in collaborazione con la coordinatrice Anna Di Tomasso, hanno scelto di basare le attività e i giochi giornalieri leggendo e raccontando la storia di Pelucco, la bellissima vicenda di un extraterrestre venuto sulla Terra per fare amicizia con i bambini. Così durante i laboratori di disegno, grazie alla fantasia dei piccoli artisti, sono state raffigurate le prime immagini di Pelucco, della sua navicella e dei suoi amici incontrati sulla Terra. Durante le ore di laboratorio creativo, i bambini si sono dedicati alla creazione vera e propria dei personaggi, dando vita alla storia e costruendo, con diversi materiali, alcune piccole scenografie rappresentanti i vari luoghi in cui Pelucco e i suoi amici hanno vissuto le loro avventure. Un‟altra attività apprezzatissima dai bambini è stata la realizzazione della pasta di sale con cui successivamente sono state create le forme più disparate: fiori, animali, bambini, personaggi della storia e tanti altri. Ovviamente non sono mancate le ore di gioco, dove i bambini hanno preferito scherzare con l‟acqua data la stagione calda. Si sono così divertiti con una serie di attività che li ha portati a bagnarsi, per rinfrescarsi durante le ore più assolate. I bambini hanno apprezzato molto le giornate trascorse insieme, ci auguriamo che anche i genitori possano dichiararsi soddisfatti di questo bel progetto, che ha saputo ancora una volta trasformare il tempo libero estivo dei piccoli in un'ottima esperienza di crescita e di svago. Da sinistra: Irene, Linda, Andrea, Alessandro, Vittoria, Arianna, Lorenzo, Martina, Gianlucio, Marco, Edoardo Una piazza in festa La piazza, ogni anno, da cuore nel centro storico del paese, si trasforma in cuore della Festa del Santo Patrono. E come ogni anno, anche lo scorso mese di settembre, la piazza ha ospitato le tantissime persone che hanno assistito alla ormai classica tombola della domenica pomeriggio, ai tanti spettacoli e concerti le cui melodie si diffondono nelle vie del paese. Un grande successo per la serata del sabato, come dimostrano la partecipazione alla Processione e alla spaghettata di mezzanotte con oltre trecento presenti. Durante la domenica le vie e la piazza del paese si sono riempite di 26 Qui Viguzzolo 2010 tantissime persone attratte dai famosissimi banchi del rinomato mercato di Forte dei Marmi, dalla mostra delle macchine agricole, dalla fiera degli animali nel cortile del palazzo comunale. Alla sera, a riscaldare l‟aria un po‟ freddina, l‟esibizione di Pino Ferro, gradita da un pubblico di tutte le età. Una festa che ha saputo stupire gli adulti con gli spettacoli teatrali nei cortili delle case, e rallegrare e far divertire i più giovani grazie al parco giochi, inaugurato qualche giorno prima della festa, ed al calciobalilla umano. A tutto questo si aggiunge un ingrediente che non può mancare alla festa di Viguzzolo, un ingrediente che quest‟anno ha saputo donare quel tocco in più alla festa: i fuochi! Un grande spettacolo pirotecnico che ha saputo ancora una volta stupire i viguzzolesi e non solo, seguito da un concerto in piazza che ha attirato, sulle musiche dei Queen, tanti giovani e non solo, che hanno gremito la piazza come non si vedeva da tempo. Una tre giorni ben riuscita, che anche quest‟anno ha regalato a tanti compaesani occasioni di divertimento in cui trascorrere il proprio tempo libero tutti insieme, come da sempre succede, anche nel nostro piccolo borgo, durante i festeggiamenti della Festa Patronale. M.P. di Lorenzo Lossano Una vera passione La passione per l‟agricoltura mi è stata trasmessa dal mio nonno paterno Gino, poiché anche lui, come me, amava i suoi campi, le sue piante, le diverse tipologie di colture, in parole povere la sua terra. Mio nonno ha sempre avuto due grandi passioni: di notte lavorava nel suo forno come panettiere, mentre di giorno si dedicava completamente ai suoi frutteti. Ma mentre per lui la campagna era un passatempo, uno svago nel tempo libero, per me invece spero diventi un vero e proprio lavoro. Seguendo i suoi consigli, mi sarebbe piaciuto continuare ciò che lui aveva iniziato, ossia coltivare i nostri terreni piantando piante da frutto (pesche, albicocche…), ma purtroppo i tempi sono cambiati e questo tipo di agricoltura, a mio avviso, non ha ad oggi alcun futuro. Da allora sono cambiati completamente molti aspetti, basti pensare ad esempio alla chiusura dei mercati ortofrutticoli di Viguzzolo e Volpedo: mi ricordo ancora la prima volta che mio nonno mi portò al mercato del nostro paese, pieno di trattori e carri stracolmi di pesche… ne rimasi incantato e fu amore a prima vista! Oggi le regole del mercato sono cambiate; al posto dei due mercati sopracitati è nata la cooperativa Volpedofrutta e sono sorti grandi centri commerciali e di distribuzio- Un Lorenzo bambino mostra già una grande passione per la natura (qui sopra) e per le macchine agricole (a destra) ne che importano, purtroppo, tantissimi prodotti direttamente dall‟estero. La mia personale esperienza di lavoro e collaborazione con la Cooperativa (alla quale fornisco pesche ed albicocche) è stata abbastanza soddisfacente, ma di certo molto meno coinvolgente ed affascinante di quella che viveva un giovane agricoltore in un mercato di trent‟anni fa. Una volta esisteva un rapporto diretto tra l‟agricoltore che vendeva ed il commerciante che comprava, fatto di contrattazioni e discussioni che comunque portavano sempre ad un accordo che andava bene ad entrambi: oggi invece chi produce è costretto ad accettare il prezzo imposto dalle cooperative o dai centri di raccolta, oltretutto solo dopo aver conferito i prodotti. Come si dice nel nostro dialetto: “u var giràs, cacià ar man drèra drà schèna e ciapà quel chi‟t dan!” Anche i costi di produzione della frutta sono lievitati enormemente (manodopera, prezzi dei prodotti per i tratta- menti, materiali per l‟imballaggio), mentre sono drasticamente calati i ricavi: per questo motivo sono sempre più convinto a trasformare i miei terreni in colture seminative di grano, orzo, mais ed erba medica, riservando solo qualche ettaro alle pesche ed alle albicocche. Nonostante ritengo sia questo l‟unico futuro per la nostra agricoltura, esistono ancora nel nostro paese vecchi e stimati agricoltori che credono nella frutticoltura, come ad esempio Angelo Carlevari, Giulio “dra sucala” ed il mio amico Gian Carlo Daffonchio con cui mi capita spesso di parlare e discutere di problemi agricoli, constatando quanto lui ami ancora questo tipo di lavoro e di coltivazione, proprio come la pensava mio nonno Gino. Probabilmente la mia passione per l‟agricoltura è una cosa ereditaria, essendo stato anche il mio nonno materno Giuseppe un “addetto ai lavori”, avendo commerciato frutta per tanti anni: dai suoi racconti ho capito che fino agli anni ‟90 gran parte dei terreni agricoli del nostro paese erano coltivati a frutta, mentre basta fare un giro per le nostre campagne oggi per rendersi conto i pescheti sono quasi interamente scomparsi. L‟agricoltura, soprattutto nei nostri territori, sta pertanto vivendo una situazione alquanto critica, determinata da vari e molteplici fattori: ciò ha scoraggiato molti giovani lavoratori ad intraprendere la vita agricola, ma essendo io un ottimista per natura, ritengo che ci possa essere comunque un futuro per questo che è uno dei lavori più antichi dell‟uomo. Qui Viguzzolo 2010 27 Attualità e avvenimenti L’ Estate Ragazzi 2010 Anche quest‟anno si è svolta a Viguzzolo l‟Estate Ragazzi (conosciuto anche come Centro Estivo per quelli più “anzianotti”, come me). Quest‟anno, proprio come l‟anno scorso, è durato fino alla prima settimana di agosto, per dare un maggiore servizio alle famiglie. Come tutti gli anni, terminata la scuola ci si ritrova tutti insieme per passare allegramente le giornate estive. Bambini dai 7 agli 11 anni vengono seguiti da simpaticissimi educatori (come sono modesta!), e lasciando alle spalle un anno di compiti e di interrogazioni, si ritrovano per stare ancora insieme, per passare un po‟ di questo loro tempo libero all‟insegna di nuove attività, diverse ogni giorno, per divertirsi, ridere, giocare e stare ancora insieme, ma non più dietro ai banchi di scuola. Con l‟Estate Ragazzi inizia l‟estate, inizia il divertimento! In piedi da sinistra: Luca, Vanessa, Pietro, Aldo, Carlotta, Azzurra, Nicola, Alessandra. In basso da sinistra: Edoardo, Alessandro, Sharon, Eric, Leonardo, Riccardo, Margherita, Ives, Matteo Purtroppo quest‟anno durante la prima settimana il tempo non è stato molto dalla nostra parte e infatti ha continuato a piovere e con molta tristezza abbiamo dovuto dire addio alla piscina per quei giorni, ma di certo non ci siamo buttati giù di morale per qualche goccia (leggi: diluvio). Con un po‟ di creatività di noi educatori, ma soprattutto con la fantasia dei bimbi, siamo riusciti a far passare le giornate con qualche gioco in palestra, un po‟ di disegni, la pasta modellabile, i cartoni animati, i balletti, le partite a calcio, e inoltre sono venute a trovarci due splendide signore del paese che hanno insegnato ai bimbi a lavorare a maglia. Un grazie particolare per queste giornate un po‟ grigie va ai bambini, che si sono sempre dimostrati interessati alle attività proposte e si impegnavano a cercare un qualcosa da fare tutti insieme per far passere il tempo. La giornata 28 Qui Viguzzolo 2010 passava sempre con un bel sorriso e ogni giorno si tornava a casa con la speranza che smettesse di piovere, ma l‟importante era stare insieme e divertirsi. E finalmente quel periodo di piogge passò. Le giornate erano sempre molto intense e ricche di attività (ogni giorno qualcosa di diverso). A volte si arrivava a casa davvero stanchi ma sempre felici e ansiosi di iniziare un nuovo giorno carico di sorprese. Ovviamente non poteva mancare la piscina, che era in programma due/tre volte a settimana a Salice Terme. Siamo stati ospiti alla serra Fiorita di Viguzzolo dove i bimbi hanno imparato a mettere le piantine nei vasi e, alla fine, hanno portato a casa i loro lavoretti. Siamo andati a visitare l‟Osservatorio a Casasco, un pomeriggio molto interessante e pieno di nuove scoperte, e anche in questa occasione i bimbi si sono dimostrati incuriositi e interessati a quello che sentivano e vedevano infatti hanno sommerso di domande le persone che ci hanno ospitati! Abbiamo affrontato la paura, con spirito d'avventura e con tanta adrenalina in corpo, andando all‟Adventure Park in Val Borbera e muniti di carrucole e caschetti, i bimbi si lanciavano da alberi, attraversavano ponti traballanti o corde a penzoloni... Un pomeriggio un po‟ diverso dal solito, davvero pieno di avventura! Sempre in questa zona della Val Borbera abbiamo affrontato un altro spirito di avventura, un po‟ più acquatico. Siamo stati alle piscine “Bolleblu” dove abbiamo passato una giornata tra scivoli, schizzi d‟acqua, onde e balli con gli animatori. Abbiamo partecipato a gite molto interessanti nella nostra zona con l‟Associazione Pietra Verde e, in quelle occasioni, i bimbi hanno trovato dei minerali, anche molto antichi, persino fossili e siamo stati a stretto contatto con la natura; le persone dell‟associazione sono state molto disponibili a spiegarci e raccontarci tutto quello che ci circondava. Abbiamo avuto anche un altro contatto più ravvicinato con la natura, anzi direi con il mondo animale. Siamo stati ospiti al maneggio, dove i bambini hanno imparato a spazzolare e pulire un cavallo, ad avere un rapporto con questo animale e alla fine questa amabile bestiola ha sopportato i bimbi uno alla volta sulla sua groppa e tutti si sono fatti un bel giretto. Il Comune ha inoltre organizzato anche alcune gite fuori dalla nostra zona, per esempio siamo andati a visitare San Fruttuoso e Lavagna dove oltre aver goduto delle bellezze caratteristiche di questi posti, abbiamo trascorso una bella giornata al mare. Quando invece stavamo in sede (luogo dove ci trovavamo tutte le mattine, per chi non lo sapesse dietro alle scuole medie), i bimbi a volte giocavano a tennis ed erano seguiti da un istruttore, facevano i tornei di calcio, calcetto e ping pong con relativi vincitori e fantastici premi. Quan- di Jenny Tosonotti Foto di gruppo del secondo turno durante la gita a Cavi di Lavagna do stavamo nel nostro paesello andavamo nella mensa vicino al Municipio a mangiare mentre quando andavamo fuori in trasferta la cuoca ci preparava dei panini squisiti, e un ringraziamento particolare vorrei farlo proprio a lei che ha sempre sopportato quel po' di “casino” quando stavamo in mensa, ma che riusciva sempre a farci leccare i baffi. Insomma, abbiamo capito che il tempo libero di cui disponiamo è da sfruttare appieno; ci sono tantissime belle attività che si possono fare piuttosto che stare a casa a guardare la televisione, o a giocare con i video-game. Bambini, lo dico soprattutto a voi, non perdetevi la gioia di passare un bel giorno all‟aria aperta a contatto con la natura, scoprendo ogni giorno nuove attività, nuovi giochi da fare insieme. Non sprecate mai il vostro tempo libero, è prezioso se vissuto al cento per cento. E tra mille sorrisi, a volte alcune sgridate, tanti giochi e attività, le giornate sono passate molto velocemente, lasciando nei nostri cuori un bel ricordo di questa estate passata insieme. Scrivo io, ma penso sia il pensiero di tutti quanti gli altri educatori: un‟estate che non dimenticheremo mai, non dimenticheremo mai nessuno di voi perché ci avete sempre regalato emozioni e felicità. È stato bello condividere questa esperienza insieme, ci siamo affezionati ad ognuno di voi e vi ringraziamo perché avete fatto tornare un po‟ bambini anche noi educatori. Speriamo davvero che anche voi vi siate divertiti e che dire…vi aspettiamo la prossima estate: venite a passare giornate ricche di nuove attività! Foto di gruppo a S. Fruttuoso Qui Viguzzolo 2010 29 Attualità e avvenimenti Le stagioni a Viguzzolo Da sempre, quando penso alle stagioni, le identifico ognuna con luoghi, odori, sapori, suoni, rumori, ricordi diversi fra loro, che hanno però tutti una radice comune e cioè essere legati a Viguzzolo ed al suo territorio. Così facendo sento più intimamente le stagioni, riconoscendo il loro approssimarsi, il loro scorrere od il loro spirare, per come si manifestano nel mio paese; di converso mi sembrano invece strane, diverse quando mi concentro su di esse mentre mi trovo altrove. Mi piace iniziare dall‟autunno. Tra fine settembre e la prima decade di ottobre considero che la Festa è finita da un po‟, poi mi accorgo che sta arrivando l‟autunno perché all‟imbrunire sento nell‟aria odore di fumo di legna, perché quando percorro via Nuova la sera in bicicletta, inizio a vedere un poco di nebbiolina e perché a S. Bartolomeo di giorno la luce non è più quella dell‟estate e non vedo più le vigne e la campagna sottostante di un verde uniforme, ma qua e là apparire belle increspature di giallo e di rosso. Mano a mano la stagione si inoltra, la temperatura scende, compare la nebbia e poi, di solito ai primi di novem- nonna, dopo che li avevo fatti abbrustolire sulla stufa di ghisa, ed infine l‟apparire e lo scomparire improvvisi e silenziosi nelle vie del centro storico degli anziani in bicicletta, con il mantello nero (“ra piligrenae”) ed il cappello. Poi, di solito nella prima quindicina di dicembre, l‟aria si riempie di un freddo secco, al mattino i fossi ed i campi sono coperti di brina, dall‟imbrunire in poi c‟è silenzio per le vie del paese, in piazza campeggia il grande albero di Natale: è arrivato l‟inverno. L‟inverno si manifesta in tutta evidenza in gennaio ed in parte anche in febbraio, quando i campi e le colline sono coperti di neve, quando il suono delle campane è attutito durante le nevicate, quando con il tempo sereno, al mattino, anche gli alberi, soprattutto nella piana fra la Todeschina e strada Valle, sono ricoperti di galaverna, quando percorrendo la strada per Pontecurone si vedono bene le lepri correre nei campi innevati, quando le pozzanghere delle strade vicinali ghiacciano, quando anche il Grue qua e là ghiaccia, quando se vai in bicicletta ti fa male la faccia dal freddo e quando in una mattinata di sole inver- bre, ecco apparire il misto fra nebbiolina e pioggerellina fine fine (si dice che “scarnebbia”), mentre cala dappertutto l‟odore di umidità. Di questo periodo mi piacciono tre vecchi ricordi: il profumo dei salamini appena fatti da mio nonno in macelleria, il gusto degli agnolotti di mia nale se ti fermi in regione Ferrara e guardi le colline, le vedi limpide e respirando l‟aria freddissima avverti una sensazione come di pulito. Dell‟inverno amo ricordare le “cavalle” di neve in cortile più alte di me bambino ed il profumo emanato delle buc- 30 Qui Viguzzolo 2010 di Paolo Casaschi ce di mandarino posate sulla stufa di ghisa, polenta e saLuglio pervade di luce il paese e la campagna, la sera i lamini a Carnevale in piazza e, ancora oggi, fuochi che muri delle case sono caldi, fuori dall‟abitato di giorno le bruciano i rami potati delle viti e delle piante di pesco. cicale fanno sentire la loro musica e di notte i grilli ci Verso fine marzo, a volte, il vento porta con sé un odore accompagnano con il loro cri-cri . quasi di mare ed asciuga bene la campagna; un po‟ più Da un po' di anni, in luglio, sono tornate le lucciole, le avanti nei fossi di strada Berzano nascono le prime viole: vado spesso a vedere lungo la salita di San Bartolomeo o finalmente la primavera. lungo quella della Ghisa, nel silenzio della sera che ormai Mi piacciono quelle prime giornate più lunghe, più tiepiquasi diventa notte; quella stessa notte in cui, appunto de, luminose, che in aprile fanno venire voglia di correre, sulla collina a San Bartolomeo, guardando il cielo, lo si magari sull‟argine del Grue che, da silenzioso che era, ammira pieno di stelle come mai in nessun altro periodo comincia ad animarsi di insetti, di uccelli, di qualche pedell‟anno. sce e di vegetazione. L‟apice dell‟estate si raggiunge di solito nel corso Poi, ad inizio maggio, la dell‟ultima decade di lucampagna assume dapglio e poi anche agli inizi pertutto un colore verde di agosto, quando l‟aria in intenso, il vento fa storpaese è caldissima ed mire le fronde e, sopratanche un po‟ umida, tutto nella zona di strada quando la notte rinfresca Valle, si sente un buon solo verso l‟alba, quando odore di terra tiepida, poi i pescheti sono carichi di maturano le fragole, si frutti, quando nei pescheti iniziano a sentire i grilli, stessi ci sono le zanzare la stagione prosegue, i anche il mattino, quando campi di grano imbionin paese tra l‟una e le discono: è bello guardarcinque del pomeriggio li dall‟alto, dalla collina non c‟è in giro quasi nesdi San Bartolomeo o suno, quando il Grue è in In alto: una veduta estiva dal colle di S. Bartolomeo dalla Montagnola, cosecca e nei pochi punti Nella pagina a fianco: la Pieve vista nelle quattro stagioni gliendo il contrasto tra il dove c‟è acqua, questa è verde degli alberi ed il giallo, poi bruno, dei campi di quasi verde, quando è bello andare alla Montagnola, segrano e di orzo. dersi all‟ombra di un noce, godere di qualche raro refolo Della primavera ricordo che i miei amici ed io eravamo di brezza e guardare Viguzzolo nella luce che c‟è solo contenti di poter finalmente scorrazzare in bicicletta, e d‟estate. poi in moto, per Viguzzolo e per la campagna, senza più Dopo la festa di San Bartolomeo la stagione inizia a defreddo; mi piace anche accorgermi che le persone tornano clinare lentamente, la luce è meno intensa, fa ancora cala percorrere le vie del paese a piedi, si fermano, parlano do, ma la notte si avverte il fresco, l‟uva non è più verde fra loro e gli avventori dei bar cominciano a sedersi e piccola ma assume forma, dimensione e colore propri all‟aperto. della maturazione. Presto sarà ora di vendemmia e Il caldo inizia a farsi sentire e, con la mietitura, nell‟aria l‟estate sarà finita. Ma prima ci saranno da apprezzare la si sparge un buon odore di paglia scaldata dal sole. Festa di Viguzzolo ed il suo lunedì. Dell‟estate ricordo i L‟erba medica tagliata e seccata al sole inonda l‟aria di bagni nel Curone che facevo con i miei coetanei e la liun profumo inconfondibile che ti fa entrare dentro bertà di girovagare per Viguzzolo; oggi durante quel peril‟estate. odo cerco il profumo delle pesche e mi fermo in campagna a sentire nelle gambe il calore che sale dalla terra. Qui Viguzzolo 2010 31 Attualità e avvenimenti Alla scoperta del nostro paese L‟anno scolastico 2009-2010 della Scuola dell‟Infanzia di Viguzzolo è stato particolarmente ricco di attività: una di queste ha interessato gli alunni di cinque anni, i quali hanno potuto conoscere alcuni luoghi caratteristici del nostro paese, grazie ad una proficua collaborazione con l‟Associazione Culturale Viguzzolese. I membri di questa associazione hanno guidato i bambini e le loro insegnanti alla scoperta della nostra bellissima Pieve Romanica, raccontandone la storia e facendone scoprire le principali caratteristiche. I bambini si sono quindi cimentati nella riproduzione dal vivo del monumento, alla quale hanno fatto seguire un dipinto dello stesso. Successivamente la scoperta del nostro paese è proseguita con una visita al vecchio mulino ad acqua di proprietà dei fratelli Marchesi. Poiché tale mulino è perfettamente funzionante, è stato messo in funzione per macinare del mais, dal quale è stata ottenuta la farina gialla. Anche I bambini curiosi di esplorare la Pieve quest‟esperienza è stata riprodotta graficamente dai bambini, e tutti i lavori prodotti in questa giornata sono stati poi esposti nel corso di una mostra allestita all‟interno della Pieve durante il mese di giugno. L‟esperienza, che è stata estremamente positiva e stimolante, ci consente di capire quanto una realtà come la nostra Associazione Culturale Viguzzolese possa essere di grande aiuto nel far conoscere il territorio ai bambini. Un ringraziamento particolare meritano Valter e Sergio Ponta, i quali hanno coordinato le insegnanti, organizzato e guidato le visite ed hanno inoltre realizzato un cd-rom per ogni singolo bambino contenente le foto che illustrano entrambe le esperienze. Un altro ringraziamento va anche ai fratelli Marchesi per la loro disponibilità. Foro di gruppo dei bambini della scuola dell‟infanzia in visita alla Pieve Romanica via Marconi, 78 - Viguzzolo (AL) Fax: 0131899057 cell: 335 1302939 e-mail: [email protected] 32 Qui Viguzzolo 2010 di M. Mascarone e B. Torriglia L’evoluzione della popolazione a Viguzzolo Analizzando l‟anagrafe della popolazione del nostro paese nell‟ultimo mezzo secolo possiamo notare che il numero degli abitanti ha continuamente oscillato attorno alle tremila unità fino all‟anno 2000, con un picco considerevole nell‟ultimo decennio, anche sulla spinta dell‟immigrazione da paesi esteri, come confermato dall‟analisi e dai grafici sotto riportati. La popolazione di Viguzzolo negli ultimi decenni Dati al 31 Dicembre dell'anno 2.984 2.876 Emigrazione ed Immigrazione 1,0% 2,0% 3,0% 4,0% 5,0% 6,0% 7,0% 3.109 3.206 2.930 2.935 + 7,4 % dal 1960 ad oggi Peso percentuale sul totale popolazione al 31 dicembre dell'anno 0,0% 3.072 8,0% 9,0% 1961 1970 1980 1990 1999 2000 2009 La popolazione di Viguzzolo ha superato le 3.200 unità nel 2009. Una crescita non sempre costante ma tangibile sul lungo periodo: oltre 200 abitanti in più negli ultimi 50 anni. Questo mutamento è legato a molteplici dinamiche: un primo flusso migratorio dalle regioni del Sud Italia e del Nord Est negli anni ‟60. Incremento delle nascite negli anni ‟70-‟80. In anni recenti torna ad essere marcato il fenomeno migratorio, sia da altri Comuni che dall‟estero. 1961 1970 1980 1990 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 Immigrazione da paesi esteri 2006 Peso percentuale degli immigrati da paesi esteri sul totale popolazione 2007 immigrata 2008 A partire dal 2003 aumenta la percentuale di immigrati da estero 2009 % Immigrati (altri Comuni+estero) 22,2% % Emigrati (altri Comuni+estero) Nel corso degli ultimi 50 anni il rapporto tra immigrati ed emigrati, per quanto riguarda il nostro Comune, è piuttosto bilanciato. Si notano alcune eccezioni: il numero degli immigrati (altri comuni italiani+estero) nel ‟61 è decisamente importante. Questo fenomeno è evidente anche negli anni 2000 fino ad oggi ed in questo caso l‟aumento dell‟immigrazione verso il nostro Comune è probabilmente legato alle possibilità abitative offerte dalle nuove zone residenziali, alla vicinanza a Tortona e non ultimo al fenomeno migratorio da paesi esteri. L‟anno 2003 segna un aumento della presenza straniera: alla regolarizzazione degli anni 2002-2003 (Legge 198/2002) ha fatto seguito un incremento delle iscrizioni anagrafiche negli anni 2003-2004, da parte di persone per lo più già residenti nel Comune per motivi lavorativi senza però essere regolarmente iscritte all‟anagrafe. 20,5% 18,5% 14,7% 10,8% 10,8% 15,5% 10,9% 7,1% 1961 1970 1980 1990 2000 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 Negli ultimi anni la componente di immigrazione da paesi esteri è diventata importante. Il caso di Viguzzolo è un piccolo esempio di quanto si osserva a livello nazionale. Qui Viguzzolo 2010 33 Attualità e avvenimenti di Valentina Nicolini Il gemellaggio Viguzzolo - Leonforte Viguzzolo e Leonforte sono due paesi dalle connotazioni molto diverse nonostante la comune predisposizione all‟attività agricola: il primo adagiato sulla pianura del Piemonte orientale, il secondo arroccato su una collina a 600 metri dal livello del mare in terra sicula, nel centro della Sicilia. Entrambi appartengono a ben vedere a due realtà distinte, specchio della varietà socio demografica e culturale dell‟Italia. I bambini del paese mostrano le danze tipiche locali durante la Sagra della pesca di Leonforte Esiste però un legame che li unisce, un legame umano che va ricercato addirittura nella storia stessa dell‟Italia e dei flussi migratori interni. Negli anni 1960 infatti, numerose famiglie leonfortesi lasciano il paese natio in cerca di migliori condizioni di vita e si installano a Viguzzolo, crescendo qui i propri figli ed integrandosi con gli abitanti del luogo, ma mantenendo in molti casi stretti contatti con i parenti rimasti al Sud. A distanza di anni, nel 2010, si può ben dire che le radici di molti viguzzolesi siano da ricercare proprio a Leonforte. Questo motivo, unitamente alla consapevolezza di quanto i Leonfortesi conoscano Viguzzolo e tendano ad identificare l‟intero Piemonte con il paese (consapevolezza acquisita dal Sindaco Butteri Rolandi durante un soggiorno culturale in Sicilia), ha spinto l‟Amministrazione comunale ad istituire un gemellaggio tra le due comunità. Nell‟ottica di tale gemellaggio le delegazioni dei singoli paesi hanno deciso di rendere visita alla comunità amica e dopo la gradita presenza del Sindaco di Leonforte a Viguzzolo lo scorso anno, è giunto il turno della rappresentanza viguzzolese in Sicilia. Tra il 1° e il 4 ottobre, una sessantina di persone tra cui il Sindaco, il vice Sindaco e alcuni consiglieri, unitamente ad alcuni discendenti dei Leonfortesi emigrati e un folto gruppo di viguzzolesi d.o.c., attratti da questo incontro culturale nonché dall‟allettante programma turistico pianificato dalla Pro Loco a complemento del viaggio, sono partiti alla volta di Leonforte per partecipare alla cerimonia istituzionale durante la quale è stato siglato il patto di vicinanza e solidarietà tra le due comunità. Il viaggio ha permesso di conoscere il paese e le sue opere storiche come la Chiesa Grande, Palazzo Branciforti, la fontana detta Gran Fonte, il Corso Umberto I Piazza Margherita, come anche i suoi abitanti e i loro usi e costumi. In quest‟ottica di avvicinamento alla cultura leonfortese, i Viguzzolesi hanno poi partecipato alla sagra delle Pesche e dei prodotti tipici, assistendo alla processione in abiti folcloristici, presenziando attivamente con una stand dedicato ai prodotti di Viguzzolo e degustando le prelibatezze agricole locali: olive, ricotte, vino, pesche e legumi. Il gemellaggio ha inoltre consentito ai partecipanti di visitare le città di Enna ed Agrigento nonché lo splendido complesso teatrale di Taormina, di passeggiare sull‟Etna, di salire i gradini della celebre scalinata di Santa Maria del Monte di Caltagirone, di ammirare i mosaici di Piazza Armerina e il bellissimo duomo della città di Enna. Foto di gruppo durante la visita alla valle dei Templi ad Agrigento 34 Qui Viguzzolo 2010 di Enrico Pertusi “Sì, era ora e ce l’abbiamo fatta!” Era nell‟aria da tanto tempo ma dall‟ottobre 2010 Viguzzolo e Leonforte sono gemellate! Gran parte del merito va al nostro Sindaco, perché proprio in seguito ad una sua vacanza estiva nella fantastica terra sicula, si trovò a passare per Leonforte, ben sapendo che quello è il paese d‟origine di tanti nostri concittadini. Entrato in paese, chiese ad un passante alcune informazioni e quest‟ultimo si accorse che il suo accento non era un accento locale, allora gli disse: “Ma lei è del nord!” “Sì”, rispose il nostro sindaco, “Sono del Piemonte”. E il passante: “Ma allora è di Viguzzolo!” Vi lascio immaginare lo stupore e la felicità che ha avvolto l‟animo del nostro primo cittadino; a questo punto, non si poteva più rinviare, questo matrimonio s‟aveva da fare! Il resto è cronaca dei giorni nostri… Io, Enrico Pertusi, per molti “Baggio”, vorrei lasciare un‟annotazione personale al gemellaggio fra i due paesi: ho vissuto la mia infanzia e la mia adolescenza, con amici del sud, tant‟è vero che so parlare benissimo il loro dialetto! Andando a casa loro quotidianamente, fin da bambino, mi raccontavano e mi parlavano di Leonforte e di tutte le sue bellezze artistiche e non solo: il lungo corso Umberto, la fontana dei 24 cannoli, palazzo Branciforti, le loro svariate squisitezze culinarie fra le quali, gli arancini, i cannoli e la brioche con la granita! Ecco, proprio per tutto questo, la mia voglia di conoscere e di toccare con mano quella terra cresceva sempre di più… per me Leonforte era diventata mitica. Quando per la prima volta nella mia vita sono arrivato lì e sono sceso dal pullman, appoggiando i piedi a terra ho provato un‟emozione unica che non dimenticherò mai più! Crescendo e frequentando amici e famiglie meridionali, ho imparato usi, costumi e modi di vivere di questa gente, ho conosciuto la loro grande bontà d‟animo e la loro grande ospitalità. Vivere con loro mi ha aiutato a crescere e a capire tante cose, mi ha fatto capire che è bello ricevere, ma che è più bello dare, mi ha fatto capire l‟importanza dell‟amicizia e tutto ciò che ne deriva. Per tutto questo il gemellaggio con Leonforte è stato un bellissimo traguardo della mia vita e sono veramente fiero di avervi partecipato. Adesso possiamo dirlo: Leonforte e Viguzzolo, insieme per sempre! I partecipanti al gemellaggio con Leonforte Qui Viguzzolo 2010 35 Attualità e avvenimenti I recenti restauri nella chiesa Parrocchiale Nel corso del 2010 la nostra chiesa parrocchiale ha visto portati a termine due importanti lavori di restauro e conservazione, che hanno coinvolto la navata destra con l‟altare della Madonna del Rosario e l‟organo storico Serassi nella sua sede al di sopra del portale d‟ingresso. La nostra chiesa ha più di quattro secoli e la sua storia è sancita dalla posa e benedizione della prima pietra il giorno 27 agosto 1598. Consacrata nel 1603 dal Vescovo di Tortona Mons. Maffeo Gambara, nel corso dei suoi 400 anni è stata arricchita di oggetti di culto, decori e testimonianze di fede che ne fanno, ad oggi, un prezioso scrigno di opere d‟arte. L‟attività di conservazione del patrimonio d‟arte della nostra chiesa parrocchiale è sempre stata pressoché continua, andando a toccare di volta in volta le componenti dell‟edificio e dell‟arredo sacro più bisognose d‟intervento. Nel corso del 2010 le aree interessate da lavori di restauro sono state principalmente due: la navata destra, nella parte contigua all‟abside, con l‟altare del Rosario e l‟organo che ha sede sopra il portone di ingresso. L‟altare del Rosario Dominato da una nicchia centrale che ospita una statua lignea della Madonna del Rosario, è arricchito da decori a foglia d‟oro, particolarmente splendidi oggi dopo i restau- L'altare della Madonna del Rosario 36 Qui Viguzzolo 2010 ri. Ai lati dell‟altare sono poste simmetricamente le due statue che si dice rappresentino, a sinistra per chi guarda, S. Giuseppe (o forse anche S. Bartolomeo) e, a destra, S. Pio V. Tutto attorno alla nicchia centrale corre una serie di quadretti raffiguranti i Misteri del Rosario. Si tratta di 15 tele di piccole dimensioni, 40x30 o 30x30, dipinte ad olio: il tratto era quasi irriconoscibile ma il restauro ha restituito tutta la luce ai colori. I quadri risalgono al 1682 e sono opera di due artisti viguzzolesi, Francesco e Gerolamo Barbetta. La famiglia Barbetta insigne a Viguzzolo, vede tra i suoi membri pittori ma anche cariche municipali, notai ed esponenti del clero, tra cui Pietro Maria Barbetta, Arciprete a Viguzzolo tra il 1615 ed il 1644 (nel 1642 il paese subì il saccheggio da parte delle truppe francesi). Come pittori i Barbetta, hanno lasciato molte tracce del proprio lavoro nella chiesa parrocchiale e sui muri del paese. Le tele dell‟altare del Rosario sono state commissionate ai Barbetta dall‟Arciprete Gramegna, per essere destinate proprio a questo altare che le ospita ancora oggi. Un piccolo mistero: le annotazioni del Gramegna ci riferiscono di 12 tele, mentre le attuali sono 15 più una posta in alto a cuspide sull‟altare. Le tele rappresentano, in alto, da sinistra: l‟Annunciazione dell‟angelo a Maria Vergine, la Visitazione di Maria a S. Elisabetta, la Nascita di Gesù e la presentazione di Gesù al Tempio. A sinistra, dal secondo in alto: la crocifissione e morte di Gesù, la Resurrezione, l‟Ascensione al cielo di Gesù, la discesa dello Spirito Santo al Cenacolo, il viaggio al Calvario di Gesù carico della croce. A destra, dal secondo in alto: il ritrovamento di Gesù al Tempio, l‟agonia di Gesù nel Getsemani, la flagellazione, l‟incoronazione di spine, l‟Assunzione in cielo di Maria. Infine la piccola tela posta in alto raffigura l‟Incoronazione di Maria Regina del cielo e della terra. L‟organo La chiesa di Viguzzolo può vantare un organo dal prestigioso marchio, costruito dalla fabbrica Fratelli Serassi di Bergamo, come si legge da iscrizione posta sullo strumento che recita: Fratelli Serassi di Bergamo – n. 359 – anno 1817. L‟Imperial Regia Fabbrica Serassi è attiva tra il 1700 e 1800 e acquista fama grazie a perfezionamenti alla meccanica e ad invenzioni originali tali da valere numerosi riconoscimenti da parte di istituzioni ed accademie. Il restauro dell‟organo della parrocchiale di Viguzzolo, di Marina Mascarone Vescovo titolare di Famagosta nel 1576. L‟iscrizione è conservata solo in parte, ecco il testo completo e la traduzione: D.O.M. Plebanum hoc et paroeciale templum quod primum anno MDLXXVI Hieronimus Famangustanus Episcopus Apostolicus Visitator deinde Episcopi successores in pristinam dignitatem restituire decreverunt Carolus Fran.cus Ceva mediolanensis Episcopus Derthonae Marchio Comes etc. angendo cultui erga ss. Patronos Ad pia vota populi Cleri et Marchionis Fiduciarij Canonicorum Collegio insignivit Anno MDCXCIII Viguzzolenses grati animi monumentum Pio et beneficentissimo Praesuli P.P.» La sede dell'organo dopo i lavori fortemente voluto dal parroco don Gino Bava, è stato ultimato nell'ultimo scorcio dell'anno e presentato nel corso di una solenne benedizione ed inaugurazione, il 19 dicembre 2010. Va segnalato come nel corso dei lavori di restauro dell‟organo sia venuta alla luce un‟iscrizione posta al di sopra del portale principale, nascosta dall‟organo e visibile solo per breve periodo prima che l‟organo restaurato abbia ritrovato la sua collocazione. L‟iscrizione venne posta in ricordo della cerimonia di costituzione della chiesa parrocchiale di Viguzzolo in A Dio Ottimo Massimo Questo tempio pievano e parrocchiale che in un primo tempo nell‟anno 1576 Gerolamo Vescovo di Famagosta Visitatore Apostolico quindi i Vescovi (suoi) successori decretarono fosse restituito alla dignità antica Carlo Francesco Ceva milanese Vescovo di Tortona Marchese e Conte ecc. accrescendo così il culto verso i santi patroni venendo incontro ai pii desideri del popolo, del clero e del marchese fiduciario (del Duca di Milano) insignì del titolo di Collegiata (questo tempio) I Viguzzolesi come ricordo di gratitudine al Pio e beneficentissimo Presule nel 1693 posero. Nota bibliografica essenziale L'iscrizione nascosta dietro l'organo Serassi Collegiata, avvenuta il 4 novembre del 1693: nel corso di una solenne funzione presieduta dal vescovo Carlo Francesco Ceva, la chiesa si vide restituire due Canonicati che nel 1690 erano stati uniti al Seminario di Tortona. Questo atto sancisce il ritorno della nostra chiesa al rango di Collegiata, tributato già dal Visitatore Apostolico Gerolamo Giuseppe Cervetta, A proposito del restauro della facciata della Chiesa Parrocchiale, in “Qui Viguzzolo” 1980 Francesco Serra, La chiesa della Beata Vergine Assunta in Viguzzolo, in “Qui Viguzzolo” 1982 Giuseppe Decarlini, I fabbricieri della Chiesa parrocchiale di Viguzzolo, in “Qui Viguzzolo” 1991 Manuela Marini, L' altare del SS.mo Rosario della Chiesa parrocchiale, in “Qui Viguzzolo” 1992 Domenico Peverone, Dei pittori Barbetta, in “Qui Viguzzolo” 1995 Alessandro Gavio, Gli arcipreti di Viguzzolo, Voghera 2009 Domenico Peverone, Il borgo insigne, Viguzzolo 2010 Si ringraziano il parroco don Gino Bava per la collaborazione e Mario Mensi per le foto del cantiere dell’organo. Qui Viguzzolo 2010 37 Attualità e avvenimenti Ricordi da El Carmen, Perù 30 Novembre del 2010. Sto tornando a casa, a Viguzzolo. Dopo un lungo viaggio sono arrivato a Milano. C‟é una soffice e delicata neve ad accogliermi. Lentamente, però con caparbietà, sta ricoprendo con un manto leggero e candido ogni cosa. Mi sembra sia la mano pietosa di qualcuno che voglia coprire con un velo l‟altro mio viaggio, quello che é durato dieci anni, tra le genti afrodiscendenti del Perù. Eh già, sono stato ne El Carmen, un paese a duecento kilometri al sud di Lima, per dieci anni e adesso mi pesa molto il bagaglio che devo portare nel cuore. Questi dieci anni sono passati in fretta. Mi sembra ieri quando arrivai e ricordo ancora vivamente l‟impressione che ebbi di trovarmi in Africa. Gli stessi sguardi interessati, gli stessi sorrisi aperti, lo stesso calore, le stesse mani dure per il lavoro ma piene di amicizia, che avevo lasciato in Congo. Per me la vita ricominciava. Presto seppi che la mia nuova parrocchia era costituita da gente meravigliosa. Con grandi problemi e molte limitazioni, però piena di gioia di vivere e desiderio di migliorarsi. Spesi i primi tempi cercando di capire e di farmi capire. Capire non é un fatto di lingua, per niente! É un evento culturale, un‟avventura umana, una dinamica dove il primo passo é ascoltare e il secondo é l‟empatia. Voglio dire che bisogna sforzarsi e mettersi nei panni dell‟altro e vederlo con un'ottica positiva. Capire é apprezzare, condividere e partecipare, ponendo sulle proprie spalle le difficoltà e i problemi dell‟altro. In un tempo relativamente breve, ebbi l‟impressione di trovarmi a casa. Ero capito e accettato. A questo punto potevo portare il mio contributo. Finalmente mi sentivo pronto a proporre e organizzare, senza che questo potesse essere visto come imposizione o come la velleità di chi si sentiva superiore. Tutti dovevano percepire che la mia presenza in mezzo a loro era l‟azione di un missionario arrivato lì per amore di Cristo e desideroso di prodigarsi per il bene di tutti. Così feci un piccolo piano che ruotava su due assi: fede e cultura. La gente de El Carmen é molto religiosa e la vita, non solo quella di fede, ruota attorno a due grandi eventi annuali: la festa della Madonna del Monte Carmelo, il 16 di luglio, e le tradizioni natalizie che vivono la loro apoteosi il 27 di dicembre, ancora una volta con una solenne festa della loro patrona, la Vergine Maria. Quindi quello che ho cercato di fare é stato organizzare e ampliare la partecipazione della gente a questi due grandi eventi, accrescendone la coscienza. Poi, una seconda e importante conquista é stata la partecipazione dei genitori nel processo catechetico dei loro figli. Ne El Carmen, normalmente, si amministra il sacramento della Cresima a circa 120 ragazzi e la Prima Comunione a circa 250 bambini. I genitori non svolgevano nessun ruolo nella preparazione dei loro figli. Così abbiamo organizzato giornate per i genito- 38 Qui Viguzzolo 2010 ri e anche veri e propri ritiri favorendo una maggior comprensione con i figli e migliorando le capacità familiari di condividere i momenti buoni e meno buoni della famiglia. Queste iniziative verso i genitori sono state molto apprezzate; lo dimostra il fatto che, nel 2007, anno del terremoto, quando furono sospese, abbiamo ricevuto molte lamentele. I genitori avevano capito che in questi incontri s‟imparava qualcosa di buono. Altro aspetto importante fu la riconsiderazione del territorio. El Carmen é una parrocchia di circa 15.000 abitanti con circa trenta paesini dei quali ventuno con la loro chiesetta. Le messe erano centralizzate così come l‟insegnamento del catechismo. Noi abbiamo cercato di fondare nei paesi anche in quelli minuscoli una piccola comunità di base ponendo i laici più impegnati come coordinatori. Queste comunità dovevano occuparsi di organizzare e vivere la fede nei loro rispettivi paesi. Il sacerdote, per lo meno una volta al mese, andava a visitarle e celebrava con loro l‟Eucarestia. Anche questo é piaciuto molto e l‟ho potuto constatare perché le feste patronali di ogni piccolo centro abitato crescevano, con il passare degli anni, in partecipazione e presenze. Ragazzi dell‟oratorio guardano la partita L‟altro asse é stato la cultura. Gli Afrodiscendenti del Perù portano su di sé il peso di essere stati schiavizzati. Ciò ha lasciato ferite profonde per quel che concerne una concezione positiva della propria identità e della propria storia. Per aiutare in questo campo abbiamo fondato un‟associazione che si chiama “Centro de la Cultura Afroperuana San Daniele Comboni”. Questo Centro, che finalmente nel 2005 poté funzionare in una sede propria, ha il compito di valorizzare e far conoscere la cultura afro. Siamo arrivati a questa iniziativa grazie a un percorso fatto di seminari e works-shop e altre attività organizzati in parrocchia e in molti piccoli centri periferici. In seguito, sono passato a una fase di costruzione. Prima di Padre Lorenzo Bergantin abbiamo ricostruito la chiesa di Hoja Redonda, un paese di 2.500 abitanti il cui tempio languiva ed era ai limiti della pericolosità. Poi é venuto il momento dell‟oratorio parrocchiale. Abbiamo comprato un terreno di 2400 metri quadrati e lì sono stati realizzati una casa per ritiri giovanili, un anfiteatro, un campo da calcetto e un parco giochi per i bambini piccoli più la sede del Centro Culturale. Eravamo tutti presi con queste costruzioni quando, nel 2007, il 15 di agosto, c'é piombato addosso il disastro del struito 9 chiese di varie dimensioni, progettato e costruito un centro di formazione. Calcolo che tra gli aiuti in generi vari e quelli della ricostruzione sono riuscito a gestire più di un milione di dollari. Questo é dovuto alla generosità di tanti amici e a un lavoro fatto con lo sforzo di essere razionali e trasparenti cercando di arrivare a tutti, specialmente ai più dimenticati. In particolare, ricordo con molta ammirazione certe iniziative realizzate a Viguzzolo e l‟accoglienza sempre calorosa dei miei compaesani, ultima in ordine cronologico: la bella serata del concerto di Natale 2009, con la partecipazione di tanti bambini e genitori, il cui ricavato è stato destinato alla ricostruzione ne El Carmen. Ho ricevuto vari riconoscimenti che se da un lato mi lusingano dall‟altro mi rattristano perché lasciano nell‟ombra tanta gente che ha lavorato e continua a farlo con abnegazione e altruismo e che sinceramente meriterebbero di andare sulle pagine dei giornali ed essere additati come esempio che ancor oggi é possibile impegnarsi e lavorare con generosità solo per aiutare quelli più sfortunati di noi. Quando penso a El Carmen e al terremoto, penso che al mondo c‟é tantissima gente buona, anche qui a Viguzzolo, per cui, alla fine, sono contento di essere tornato. Magdalena: strada principale dopo il terremoto terremoto. Quei tre terribili minuti ci hanno stravolto la vita, spingendo nella disperazione migliaia di famiglie e mettendo sulle nostre spalle una quantità di lavoro che sembrava impossibile da fare. Da agosto 2007 a marzo 2008 abbiamo cercato di gestire l‟emergenza organizzando l‟arrivo degli aiuti e la razionalizzazione della distribuzione allestendo due centri di raccolta. Ci siamo avvalsi di molti volontari e anche della tecnologia impiegando computer e altro riuscendo a dare aiuti a circa 14.000 persone a scadenze regolari. Però già dall‟ottobre del 2007 ci siamo occupati, dapprima con lentezza poi con un impegno sempre più forte, della ricostruzione di case e chiese. Il sunto della nostra azione può sintetizzarsi in questo modo: nel triennio 2007-2010 abbiamo organizzato sei seminari dove si insegnava a riparare e costruire case per chi voleva darsi all‟autocostruzione, abbiamo ricostruito circa 150 case e aiutato altre 40 famiglie a farlo, abbiamo riparato o rico- Magdalena: strada principale dopo la ricostruzione Qui Viguzzolo 2010 39 Attualità e avvenimenti di Elisabetta Montaldi L’ultimo giorno di scuola Ancora pochi giorni trascorsi insieme sui banchi della scuola primaria e poi per i bambini di 5 A e B tutto sarebbe cambiato: la scuola, il gruppo di amici, i professori, i libri, le responsabilità e, sicuramente, anche la statura. Un momento importante, da non dimenticare e noi maestre a volerci “inventare” un modo per imprimere nella memoria dei nostri alunni l‟“ultimo giorno di scuola”. E quale modo migliore se non decidere di giocare proprio con la memoria: rispolverare i giochi e i racconti dei nostri nonni abbandonando lo studio in aula per buttarci in un‟esperienza “sul campo” o meglio, per le strade del nostro Paese “bicicletta” datato inizio „900. Nella splendida cornice dei giardini della Pieve Romanica sono stati coinvolti in una divertentissima gara di fionda ed in altre sfide nelle quali gli “strumenti” del mestiere erano solo sassi e legno. Al Centro Anziani i bambini hanno poi vissuto un momento più tranquillo e carico di concentrazione: hanno ripercorso i ricordi legati ad un‟epoca in cui andare a scuola era un po‟ più complicato di oggi: la scuola era più difficile da raggiungere perché non c‟erano mezzi pubblici né automobili, bisognava camminare e le scarpe non sempre erano comode! Le classi 5 A e 5 B nell‟ultimo giorno di scuola. Da sinistra: Massimiliano, Alessio, Giovanni, Daniel, Riccardo, Marian, Luca, Nicolò, Pietro Pes., Max, Pietro Per., Marco, Pietro M., Rebecca, Chiara, Mattia D., Lucia, Francesca, Camilla, Mattia T., Nahid, Simone, Stefania, Silvia La mattinata del 10 giugno è quindi stata all‟insegna del ricordo: grazie alla collaborazione di tanti “professionisti” dei giochi del passato e di appassionati conoscitori del paese, i bambini divisi in tre gruppi e “capitanati “ dalle loro maestre hanno fatto un viaggio nel tempo a ritroso di quasi un secolo. Abituati ai loro tecnologici video-games, i bambini hanno invece giocato, in un angolo ombreggiato della nostra piazza, con gli stessi giochi usati dai loro nonni: la lippa, la fionda, le biglie e addirittura un modellino di 40 Qui Viguzzolo 2010 Ripercorrendo le strade di Viguzzolo sono poi arrivati fino al Vecchio Mulino che, per l‟occasione è stato rimesso in funzione. Una giornata importante e ben riuscita, per i bambini, per tutte le persone che hanno collaborato in questa iniziativa e per noi maestre che nel turbinio di emozioni siamo riuscite anche a versare qualche lacrima nel salutare i nostri adorati ragazzi di quinta. Le maestre Chi Vigsö 2010 Il granturco e “ra pulente” La coltivazione del mais oggi viene fatta su grandi estensioni dove è disponibile una fonte per l‟irrigazione. Una volta, invece, si piantavano anche poche pertiche di mais per assicurarsi la farina per la polenta da fare in casa. Questo alimento ci identifica con le nostre origini, quasi sepolte dai molti abiti professionali che oggi indossiamo, ci riporta alla terra, al nostro passato che ad essa rimane legato seppur sotto mentite spoglie e ci aiuta a ritrovare una parte di noi stessi. Nessun cibo infatti richiede un rituale simile, utensili particolari, un dosaggio ottimale degli ingredienti e una cura così scrupolosa e attenta. Il tempo scorreva più lentamente una volta, seguiva i ritmi delle stagioni e non creava l‟ansia di arrivare in orario a timbrare il cartellino. E la polenta che lentamente coceva sul fuoco ne seguiva lo scorrere. Sul vocabolario alla voce mais si trova: pianta annuale delle graminacee che può raggiungere i 3 metri di altezza dal fusto duro e segmentato simile al bambu, è uno dei prodotti agricoli più importanti nel mondo ed uno dei pochi importati dall‟America. La storia del mais non era forse conosciuta dai nostri nonni ma il lavoro necessario per ottenere il granturco (ra mergä) lo era! Infatti si iniziava a seminare in aprile-maggio quando la terra iniziava ad essere calda, con l‟apposito attrezzo ra cavegie, poi veniva il periodo di togliere l‟erba, che soffocava le piantine, poi con la zappa si tagliavano le piantine in eccesso (inrairì) e ancora si levava l‟erba. Infine si faceva un rincalzo (incalsà) di terreno per ricoprire la base delle piantine e costruire dei solchi per l‟irrigazione. Solo allora si cominciava in modo sistematico ad innaffiare. Una settimana dopo la fioritura si andava a cimare (sumà) tagliando la parte alta della pianta in modo che le pannocchie maturassero e seccassero bene. Le cime tagliate si usavano come foraggio per asini e buoi. Tra settembre ed ottobre si procedeva alla raccolta delle pannocchie e alla sera ci si riuniva per sfuià (liberare le pannocchie dalle foglie) cantando o chiacchierando. Le pannocchie venivano lasciate ad asciugare qualche settimana e poi, sgranate con un apposita trebbiatrice (ra machnine da bat), le foglie invece, si utilizzavano per fare i pagliericci (pajas), comodi ed economici materassi. L‟ultima operazione sul granturco prima della essiccazione finale era la ventilazione, lavoro manuale con il quale si toglievano le residue impurità. Si stendevano quindi i chicchi a seccare al sole ed infine si insaccavano. Come d‟uso i contadini trattenevano qualche sacco di granturco da macinare per la polenta. Questo alimento, se pur povero, era spesso indispensabile a chi non poteva avere altro. Alcuni autori hanno usato la polenta per descrivere l‟ambiente povero delle campagne o della città dove si poteva trovare a buon mercato nelle mense più povere accompagnata da fagioli o dall‟aringa affumicata appesa sopra il desco, o da merluzzo (pulente e marlüs), mentre raramente faceva la sua comparsa nelle mense dei benestanti che male sopportavano il senso di gonfiore che provoca e le preferivano cose più nutrienti e gustose. Un detto ancor oggi diffuso è “ra pulente a contente, ma ar capon l‟è puse bon”. La polenta oggi è sinonimo di allegria, di pranzi all‟insegna della sobrietà e dell‟amicizia accomunando tutti allo stesso tavolo. Si accompagna con molte pietanze e con un bicchiere di vino buono e va consumata calda! Anche Giuvanen ne era convinto ricordate la fiaba di Giuvanen sense pagure apparso in Qui Viguzzolo nel 1997? Lui in quel caso non aveva nessuno con cui dividere la polenta e quando si presentò l‟omone gli disse solo “Se ne vuoi devi fartene perché la mia me la mangio io!” E che dire di quella ragazza che vedendo Giuvanen, che finita la polenta era “da dre da l‟us con ra cove dar marlüs che u la ciuciave”? Lo amò immediatamente e andò dalla mamma dicendo “Voi spusà col bel giuanen col ch‟u piante i ravanen au cer dra lone”. Altri tempi? Forse, ma anche oggi certi incontri si fanno davanti a un piatto di polenta fumante! Qui Viguzzolo 2010 41 Ra pulente Capìs no A disen dar vu∫ infurmà che na fiorä stṳfä da mangià pulente e arie ad l‟üs a vrive mangià almeno un po ad marlüs. Con le am sintivä un corp e un‟anme sulä. As vighivom da svens ma as parlvom poc e ma perche mi a son ad Vigsö e le dra Muntà. Alure as à spusà e per un po l‟a andate ben ag avive pan pansete e ven propi un paradi∫. Ma un an ar pos l‟a dvintà sbri∫ Ra terä seche la fat poc gran icsì gnente farenä e sul poc bran. Ar gugnen ung erä no, e a sa vansà con di gran pagarò. Ra pulente l‟a ni bonä alurä e le as lamintave fort ancorä. “Pulintas pulintas triqual ca tröv a las” a dzive! Almeno ag avesen un pes e u so om, cu la sintivä, ug bragiave spës Un di as a stufa da avig ra fam ados e me j‟ a∫nen l’a piantà u ros. L‟a ni a ca l‟om e us a mita a bragia “disgrasià tam me gnanchä fat da mangià! Va veje alure se no at pei a bot” E le sensa fasel di du vot l‟a pià su ra so valisä, sa fate e sense di gnente as na andate. L‟om che ug avivä fam, l‟a mita ar cadarnen ins ar fiam. Pö, me se un fos suces gnente, L‟a trat su ra farene e us a fat ra pulente. L‟era cote, ul a vardà e l‟a det “O pṳlente traditure che per ti o pers ra siure!” Pö us l‟a mangià tüte e l‟ha bivu du biciron per dabon. L‟a spità che ra done a nes indrerä ma da l‟autṳn l’a ni premeverä….. E ra done l‟ha ristà inde che l‟erä! I testi contenuti in queste pagine sono scritti da Sergio e Valter Ponta. Un ringraziamento va all’amico Maurizio Cabella. A serä inamurà ad le sulä e a vrive dichiaram verament, alure un di ag ö det con sentiment: “Il mio cuore stravacca d‟amore ogni mattina am amet anche ti mia bella Marietina ?” Le am a vardà pinsende che an fos no giost Pö am fa ”Sa distu et ciucu a parlö cume un buraten?” E l‟ha cmincià a rig bumben Tot a preme ag son rista ma, ma pö o pinsà “l‟è propi vere l‟avis”, “don e bo peji du to pais!” Forse sta done l‟avivä no capi ar me intension ma mi da parlà me le an son propi no bon! Dètu „r‟ “vino batesato” (di Mario Marini) L‟er un dî ch‟u fava cad E Dètu, cun in tâestâe un caplèn‟d cartâe da giurnal, u dav‟ar biâench a cà‟d Giuani‟d Muntanàr.(1) A ra matèn un biviva no e parlava pòch, ma a u dopdisnà, tâente vot bên, u fav‟inchè ra part ad ra matèn. Giuàni ul sivâe e l’iva mêus A ra butegl‟in frêusch, ma‟r ven ch‟ugh era dreantâe l‟era mêusc. (2) Apena che Dètu u l‟ha sagià l‟ha stralasà da lavurà e cu‟r mâen int i fiâench u s‟ha cacià a ciamà: -Giuni, ven un po‟ in sa!..Quâend ch‟u s‟ha presenta „r padròn, puntâend‟un digh invâer a ra butegliâe ugh ha det: - Stam a sintì, planciutòn!...- (3) -Libera Chiesa in libero Stato u va bèn, ma‟r <<vino batesato>> gnâench‟ un fraghinèn: o ta vâe in cantenâe t‟al pèi bon e t‟al port sü, o chi‟d biâench ua n‟ir dà pü !- (4) NOTE: 1) La famiglia del droghiere Carlevari 2) Il vino era annacquato 3)Sinonimo di pelandrone 4)O vai a prendere del buon vino, o il lavoro non prosegue 42 Qui Viguzzolo 2010 A fam ra pulente con... Ci sono molti modi per cucinare la polenta, ma di sicuro la bontà della farina di granoturco è fondamentale per questo piatto, come rimane importantissima la macina “a pietra naturale” dei chicchi di granoturco, e la cottura, a dev stacas dar kadarnen! Per secoli, la polenta con il merluzzo, o la polenta con la saracca, ha rappresentato il piatto del venerdì, giorno in cui si doveva rigorosamente mangiare di magro, di molte famiglie viguzzolesi, ecco la ricetta. Ra pulente cor marlüs Ingredienti per 6 persone (ma se a mengen me di bö u var fan un pò pusè. U var regulas): 500gr. di farina di mais, sale q.b., acqua q.b. Come fare: Riempire di acqua un paiolo di rame ar kadarnen, portare ad ebollizione e salare. Versate a pioggia la farina di granoturco, mescolando in continuazione con la stecca di legno ar kanè dal basso verso l‟alto. Far cuocere per 60 minuti a fiamma bassa. Rovesciare la polenta sul tagliere e dividerla a fette con un filo di refe. La polenta veniva e viene servita in molti modi, accompagnata con vari condimenti, i più tradizionali erano: polenta e passerotti pasaren che venivano rosolati a pezzi in casseruola tasarole ed adagiati sulla polenta con salvia e burro fuso ar butir ; polenta e fons, che potevano essere porcini nivariö o prataioli stubiarö, chiodini gabarö, tutti questi sono comunque buoni; basta tritare una cipolla e farla appassire nel burro in padella, aggiungere i funghi affettati, salare e lasciare cuocere sino che l‟acqua di vegetazione evapori, cospargere in fine con un po‟ di prezzemolo arburent tritato. Sicuramente però la polenta con il merluzzo marlüs rimane tra i piatti della tradizione viguzzolese. Ricordo ancora l‟anciuè, che veniva nei cortili spingendo il carretto con i barilotti delle acciughe e delle aringhe, il merluzzo sotto sale, le saracche ed i saracchini ed invitava le massaie ad acquistare. Questi pesci erano considerati di scarso valore e quindi usati per accompagnare la polenta nelle mense della povera gente. Ingredienti per 4 persone: 1 kg. di merluzzo sotto sale, 600 gr. di pomodori pelati, 2 cipolle, 2 spicchi di aglio, farina q.b., olio extra vergine di oliva, un pizzico di sale, una manciatina di prezzemolo. Come fare: Mettere a bagno in acqua il merluzzo per 2 giorni cambiando 4 o 5 volte l‟acqua. Preparare la polenta seguendo la ricetta descritta in precedenza. Friggere in una padella nell‟olio la cipolla tagliata a fette sottili e l‟aglio. Aggiungere i pelati a dadini e cuocere a fuoco lento a lungo (in tar canton dra stive). Tagliare il merluzzo asciugarlo bene, infarinarlo e friggerlo in padella a fuoco vivace. Unire il merluzzo al sugo di pomodoro, salare e cospargere di prezzemolo tritato. E con ra pulenta vansà… sag famen? Il giorno successivo alla preparazione diventa ottima soprattutto se tagliata a fette e fritta in padella o leggermente abbrustolita sulla piastra, ma ricordo di nonne che trasformavano la polenta avanzata dalla cena in una gustosa polenta fritta dolce da servire a colazione. Come tante altre massaie tagliavano una prima volta la polenta a fette sottili con il filo di refe e la ritagliavano una seconda volta in piccoli cubetti, che lasciavano abbrustolire in un padellino per servirli caldi e croccanti in un piatto cosparsi di zucchero. Ma si sa questo è il tempo passato, col dar mangià dna votä! Azienda Agricola Vitivinicola Penacca Franco Qui Viguzzolo 2010 43 Ar piasì e ar crüsie da scriv in dialet Percorrendo l‟Italia ci accorgiamo che il dialetto cambia in ogni provincia, in ogni comune, in ogni frazione, a volte di poco a volte drasticamente. Il motivo? Il dialetto è prevalentemente una lingua parlata che si impara in famiglia; le parole, i suoni, le inflessioni sono quelli della famiglia, o di una ristretta cerchia di conoscenti. Manca quindi una codificazione rigorosa scritta a cui uniformarsi ed il modo di esprimersi della famiglia diventa una regola a sé stante, magari in contrapposizione al modo in cui ci si esprime a pochi chilometri di distanza. Premesso questo, ogni volta che ci mettiamo a scrivere in dialetto di Viguzzolo lo facciamo con due sentimenti, ar piasì e ar crüsie da scriv in dialet: il piacere di mettere per scritto parole, frasi idiomatiche, ricordi e il pensiero di non avere regole semplici e chiare da rispettare per scrivere correttamente in viguzzolese. Le esigenze di chi voglia scrivere in dialetto sono quelle di rappresentare tutto ciò che del dialetto sembra veramente importante e di rappresentarlo nel modo più semplice, ma, non esistendo una codificazione vincolante, ognuno scrive un po‟ come vuole, seguendo in parte propri convincimenti e in parte adattandosi ai pochi che scrivono oggi nel nostro dialetto come ad esempio il maestro Il Centro Anziani del nostro paese è senza dubbio un ambiente in cui il dialetto bisgulè è ancora molto utilizzato 44 Qui Viguzzolo 2010 Mario Marini. In realtà, fin dagli inizi della collaborazione con “Qui Viguzzolo”, noi abbiamo proposto una “ipotesi di scrittura” con lo scopo di ricercare un sistema di scrivere e leggere il dialetto più conveniente, ben consapevoli che per la trascrizione dei dialetti è necessario usare i segni diacritici o fonetici, vale a dire quei segni grafici che modificano i normali suoni di consonanti e vocali. Sempre considerando “normali” le lettere dell‟alfabeto italiano. Ci siamo tuttavia resi conto che nonostante la buona volontà, non avendo competenze specialistiche in dialettologia, ma da semplici amatori della parlata locale, non riusciamo a scrivere correttamente: per cui abbiamo pensato di rivolgerci ad un amico, l‟esperto linguista Maurizio Cabella, e di chiedere il suo aiuto. L‟obiettivo è di raccogliere in questa rubrica alcune parole e di farle scrivere con gli appropriati simboli. Sia chiaro, il processo di unificazione linguistica dell'Italia è stata un'operazione grandiosa, dal forte significato democratico. Ciò che invece interessa noi è fare in modo che questo patrimonio linguistico dialettale, non soltanto non venga disperso, ma sia salvaguardato nel migliore dei modi dal rischio di sparizione, come purtroppo sta succedendo per molti dialetti e per molte lingue. Tra storia e tradizione di Pier Luigi Piccinini Atmosfere e ricordi dai bar di Viguzzolo In un'edizione di Qui Viguzzolo che ha per filo conduttore il tempo libero, ci è sembrato doveroso parlare dei nostri bar, luoghi in cui il tempo, a volte, sembra essersi fermato, impresso per sempre nelle nostre memorie. Il presente articolo non ha l'intenzione di pubblicizzare alcuni bar a discapito di altri ma solo di raccontare momenti, episodi e suggestioni direttamente vissuti da chi scrive e altri semplicemente ascoltati e riportati in queste righe. Pertanto, fatti e riferimenti non sono puramente casuali ma assolutamente tratti dalla realtà. Parlare dei bar di un paese è come consultare un immenso archivio di ricordi, di aneddoti e di atmosfere che meritano di essere tramandate quali momenti piacevoli e goliardici prima che l'inevitabile distanza temporale si trasformi in oblio definitivo. Nel nostro caso, l'archivio si fa immagine viva, plastica, nei racconti di chi è stato ed è ancora assiduo frequentatore dei bar di Viguzzolo. Chi scrive ricorda un paese animato da ben sette bar, otto se si tiene conto della piccola stanza dei combattenti che ha sede in piazza della Libertà, ognuno con una clientela diversa e affezionata che dava un'impronta indelebile ad ogni singolo locale. Il bar Sport (Tre Mori), il bar Italia, il bar La Cantina non esistono più da tempo, il primo sostituito dall'attuale farmacia Fassino, il secondo dalla pasticceria Chiesa e il terzo, che si trovava nello stabile del condominio Sant'Antonio in via Nuova, venne chiuso per inagibilità dei locali. Negli anni '80 noi ragazzi delle scuole medie, data la giovane età, non eravamo di certo abituali frequentatori dei bar del paese, tuttavia ricordo la pizza del sabato sera al bar Sport e le partite a biliardino nel mede- del gestore di un caffè della Little Italy newyorkese. Del bar-ristorante La Cantina aperto negli anni '70, quindi il più giovane fra i bar sopraindicati, ricordo il forte pro- La celebre saletta sotterranea del bar Moderno, la Tavernetta I gestori del vecchio bar i Tre Mori "Rusine e Giùvani" (poi divenuti gestori del bar Sport) simo locale dove, a volte, assistevamo da spettatori immaturi al gioco delle bocce, immancabilmente accompagnato dai coloriti improperi dei nostri veementi e più anziani compaesani. Il bar Italia era gestito, in quegli anni, dal signor Dragotto, che credo sia stato anche l'ultimo proprietario; baffetti alla Fred Buscaglione, gilet, capelli impomatati di brillantina, il suo accento faceva trasparire un'origine meridionale e i suoi modi piuttosto riservati ricordavano quelli fumo di fritto misto sprigionato dalle cucine che, essendo a pochi passi da casa mia, arrivava, nella bella stagione, a lambire i nasi di noi vicini. Dal primo piano, adibito esclusivamente a bar, si accedeva, per una breve scala, al piano inferiore composto, se ben ricordo, da due stanze dal soffitto piuttosto basso dove un cameriere allampanato ed elegante serviva ai tavoli con eccessiva formalità, come se si trattasse del Biffi o del Savini di Milano. Anche il cuoco era un personaggio pittoresco, familiarmente chiamato “lo chef”, non molto alto di statura, baffuto, grassoccio e con pochi capelli, lo ricordo al volante di una rombante Fiat sport coupè 1600 bicolore e con la fanaleria anteriore delle auto da rally. Dei bar ancora in attività oltre alle riminiscenze personali ho avuto modo, negli anni, di raccogliere, discorrendo con chi ne è stato diretto protagonista, un'enorme mole di racconti che possono tranquillamente stare alla pari e molte volte superare la miglior tradizione comicofarsesca italiana letteraria e cinematografica. Il bar Moderno che in origine si trovava nei locali dell'attuale Bottega del Borgo, era frequentato da una clientela piuttosto varia e caratterizzato da una forte atmosfera felliniana. La pelle di un enorme serpente, credo fosse Qui Viguzzolo 2010 45 Tra storia e tradizione un'anaconda, campeggiava sulla parete di fronte alla porta d'ingresso; entrando, sulla sinistra si trovava il bancone e al centro della sala un robusto biliardo faceva bella mostra di sé. Gli aneddoti che ho ascoltato da chi è stato un assiduo frequentatore di questo locale sono talmente esilaranti da fare invidia ai film del compianto Monicelli e alcuni, quelli più soft, li possiamo ricordare: in un giorno d'estate, un ciclista stanco e accaldato decise di fermarsi per mangiare un panino, quando, un improvvisato cameriere si fece avanti e gli chiese se volesse anche dell'acqua fresca; alla risposta affermativa del povero cliente e al grido “Acqua!” fece immediatamente seguito un gavettone lanciato dall'alto da mano invisibile che rinfrescò per bene il malcapitato. Un'altra volta al compianto prof. Giovanni De Matti, indefesso habitué del bar Moderno, misero il cappotto in freezer, consegnandolo surgelato all'atto- spazio, oltre al tempo, è tiranno e non ci è concesso dilungarci oltre. Il bar Milano, invece, era tradizionalmente frequentato da una clientela in prevalenza giovane, animato dalla esuberante personalità di Gustavo, l'infaticabile barista dal dialetto montanaro, che per circa vent'anni è stato il protagonista indiscusso di una stagione movimentata, che ha visto il “dopolavoro” (u dop lavù) come viene ancora chiamato dai viguzzolesi, animato, talvolta, fino alle luci dell'alba. E' Gustavo stesso a raccontare di aver fatto, in più occasioni, “ciclo continuo”, di non essersi mai fermato, per accogliere la clientela del Mayerling, soprattutto i buttafuori, che sapeva avrebbero fatto tappa fissa al bar Milano, seguiti da alcune “ballerine” e da nottambuli psichedelici bisognosi di un caffè ricostituente. Proprio una di quelle notti le serrande del bar si chiusero I clienti affezionati della Tavernetta, da sinistra Massimo Mancin, Dellalibera Flavio, Ricciuti Sergio, Accarino Franco, Giacobone Francesco, Giulio Marchese nito proprietario che evidentemente dovette aspettare lo sbrinamento prima di tornarsene a casa. E che dire dello spumante offerto da un noto compaesano e accuratamente addizionato con un potente purgante? L'effetto sorpresa colse tutti impreparati tanto che il nostro Celestino Mancin, storico gestore del bar Moderno, corse prontamente ai ripari e scrisse sulla porta dei bagni:”Non dico di far centro ma di farla dentro!”. Lo stesso compaesano si dilettava anche a lanciare petardi nello stesso bar tanto che un giorno uno di questi andò a finire, sorvolando gli atterriti clienti, proprio sulla pelle del serpente facendo infuriare il Maresciallo Teodoro Taverna che alzandosi all'improvviso e allargando le braccia esclamò: “E no...questo è un attentato!”. Erano gli anni '70. Si potrebbe proseguire ancora a lungo ma lo 46 Qui Viguzzolo 2010 per non mostrare quel che stava succedendo all'interno e cioè che un signore, del quale non posso fare il nome, piuttosto alterato dai fumi dell'alcool, se ne girava mezzo nudo e con la testa (calva) quasi completamente dipinta di rossetto cantando “il cobra non è un serpento” (proprio con la o), libero arrangiamento della nota canzone di Donatella Rettore. Il “pittore” pare sia stato Tony del Mayerling, proprio lui, il noto e “sbrigativo” buttafuori, si era dilettato sulla superficie del cranio liscio e ovale dell'inconsapevole avvinazzato. Negli anni passati ricordo il juke box in continua attività, freneticamente sollecitato da una miriade di giovani e giovanissimi che inserivano le loro 100 lire per ascoltare Tozzi, Fausto Leali, i Pooh, e che non di rado s'incantava provocando le imprecazioni più colorite del nostro Gustavo, pronunciate rigorosamen- di Pier Luigi Piccinini te nell'idioma dell'alta Val Curone. Il bar della piazza si trovava nei locali adiacenti all'odierno bar Capriccio che ospitano, attualmente, il comando dei vigili urbani, ed era gestito da una robusta signora bionda della quale non ricordo il nome. Prima ancora la gestione era affidata al signor Tonio Lessio e se andiamo più indietro negli anni a Lino Orsi (Tirisolæ) padre di Elio ed Eugenio, il nostro meccanico dentista. Conservo immagini abbastanza sfuocate di questo bar, frequentato a suo tempo, da una clientela quasi esclusivamente adulta. Il banco a destra dell'ingresso e i tavoli sulla sinistra con le tovaglie a quadri è tutto ciò che riaffiora nella memoria. Della Trattoria bar Commercio, tuttora in attività e appartenente alla famiglia Bosco da diverse generazioni ho ben presenti, invece, sia gli avventori che l'ambiente, molto briscola. Nella sala attigua c'era un consumato biliardo e da una porta si accedeva direttamente nella cucina che oggi, dopo i restauri, è stata ampliata e adibita a sala da pranzo, la cucina odierna si trova in fondo a quest'ultima. La clientela di questo locale, che è il più antico fra quelli ancora in attività sia come struttura che come gestione, annoverava fra le sue fila figure folkloristiche, ricordo in L‟interno “du dop lavù” con i gestori Vittorio, Mentina, la piccola Grazia e Tonio Il bar Milano nel periodo dal 1950 al 1965 circa, in una giornata estiva. A quei tempi era “u dop lavù” diverso da quello di oggi. Essendo Davide Bosco mio coscritto e compagno di scuola alle elementari e alle medie, capitava spesso che insieme agli altri coetanei ci si trovasse nel bar a mangiare un panino o semplicemente a scambiare quattro chiacchiere fra di noi. Erano gli anni '80 e la struttura interna del bar aveva ancora l'impronta delle osterie del primo novecento. Il pavimento era formato da piastrelle ottagonali le une di colore rosso, le altre più chiare. Il bancone era nella posizione attuale sempre sulla destra mentre, di fronte, accanto allo spesso muro divisorio, una fila di tavolini con le classiche tovaglie a quadri grossi ospitavano fumatori di toscani e alfa senza filtro intenti ad interminabili partite a scopa e a particolare Antonio Magrassi (Tonino), basette folte e lunghe seduto sotto la veranda esterna del locale a gambe accavallate con le smisurate scarpe bicolore che gli conferivano un aspetto da dandy paesano, il fratello Francesco (Rachèlae) con l'inseparabile stuzzicadenti fra le labbra e la battuta sempre pronta, il signor Armando Bosco il decano della famiglia, sanguigno conduttore del tonante Landini testa calda che non lesinava sonori ceffoni al nostro coscritto, il nipote Davide; insomma, c'era da divertirsi. I tempi sono cambiati in questo ultimo quarto di secolo e così anche i nostri bar hanno subito l'inevitabile cambio generazionale che ha visto scemare le grandi compagnie che affollavano i locali pubblici e le panchine del paese; a quanto pare anche quel momento sommamente goliardico che era la “festa dei coscritti” non è più sentita fra le nuove leve. Qualcuno cantava “Cosa resterà di questi anni ottanta?”; in queste brevi righe qualcosa è rimasto, immagini vive di luoghi e persone di un passato recente, ma ci sono circostanze e momenti che attendono ancora, impazienti, di essere narrati. Qui Viguzzolo 2010 47 Tra storia e tradizione Arrivano i capelloni! Complessi beat nella Tortona degli anni 60 Nel precedente numero della rivista (“Qui Viguzzolo” 2009) avevamo analizzato complessi beat e pop degli anni 60 e 70 caratterizzati dalla presenza in formazione di uno o più ragazzi di Viguzzolo (Gemelli, Fedeli, Five Killers, Trappers, Amici…); quel lavoro era stato redatto dopo il successo della mostra “Viguzzolo Beat Festival” (settembre 2009) che suscitò molto interesse fra i “ragazzi” degli anni 60, e non solo. In questo numero continuiamo la ricerca spostandoci di pochi chilometri ed andando a curiosare fra alcune delle tante formazioni di punta della scena musicale tortonese, gruppi che spesso e volentieri venivano a Viguzzolo a suonare alla Tavernetta o alla Società… Niente di esaustivo, dato lo spazio ristretto che possiamo rubare a “Qui Viguzzolo”, ma resta comunque un modo per ricordare nomi e immagini di quel decennio e (perché no?) provocare un po‟ di nostalgia in chi ha vissuto i mitici anni 60! Dedichiamo l‟articolo alla memoria di un amico scomparso nel 2010, quel Dino Crocco che partecipò all‟inaugurazione del Viguzzolo Beat Festival. Omaggiano la Torre del castello, simbolo della città di Tortona, i Cinque della Torre. Nascono nel 1960 e sono fra le prime formazioni cittadine a dedicarsi al Twist e al Rock & Roll: Gianni De Giovanni (piano), Aldo Mauro (voce), Pino Cremante (chitarra, basso), Gianni Torretta (sax), Archelito Canobbio (tromba) e Pino Tanzi (batteria). Il gruppo, fra gli ampi consensi di pubblico, continuò fino al 1966 con diversi cambi di formazione includendo, per un breve periodo, anche il vogherese Bruno Risi (successivamente nei Frenetici). Il complesso riesce anche a registrare un 45 giri per la Melody (“Resterò” / “Non piangerò”) e un altro 45 per la Arp Musica (“Vogata sul mare” / “Il dolore”) che in realtà è inciso dal solo Aldo Mauro con l‟accompagnamento musicale del complesso novese de i Colibry, anche se accreditato ai nostri ragazzi tortonesi. I 5 della Torre 48 Qui Viguzzolo 2010 I pinguini I Pinguini, altro gruppo della prima ora, nascono nel 1961 e, oltre a suonare nei locali della nostra provincia, si spinsero in tournèe anche all‟estero (Istanbul) portando il loro repertorio condito da Twist, Cha-cha-cha e Rock & Roll. La formazione originaria vedeva Luciano “Lucky” Carrea (voce), Santino Galli (chitarra), Luigi Gabetta (piano), Piero Casarollo (sax) e Mimmo Berti (batteria). Ci saranno anche diversi cambi di componenti come Giuliano Marchesi (voce), Vittorio Cristina (batteria) e Stefano Bidone (chitarra). Il gruppo si scioglie dopo qualche anno. Le Ombre si formano come sestetto nel 1964 e, dopo qualche cambio di formazione e una riduzione dell‟organico, nel 1967 scelgono il nome i Più. La forma- di Alessio Marino I nottambuli zione vedeva Aldo Arachide (batteria), Giuseppe Lucarno (basso), Biagio Di Stefano (chitarra), Romeo Fiorentini (organo). Suonano stabilmente a Tortona ma hanno anche una lunga serie di date nella provincia pavese. Nel ‟67 partecipano a Loano al festival “Riviera delle palme”, piazzandosi al terzo posto. Il tutto venne documentato dal settimanale musicale “Ciao Amici” in diversi numeri. Il loro repertorio spazia fra classici brani americani e francesi (che meglio si adattano alla voce del cantante) arrangiati da loro e dal maestro Rossi della “Sonora”. Nei primi anni 70 il gruppo si scioglie. Il gruppo di Tortona dei Nottambuli passa alla storia per la militanza di Bruno Noli, alias Bruno D‟Andrea, ancora oggi stimato cantante che nel suo curriculum vanta la sigla di Mork & Mindy (“Na-no Na-no”) e la partecipazione al Festival di Sanremo nel 1980 (“Mara”). Si formano nel 1964: Bruno Noli (chitarra, voce), Pino Della Giovanna (chitarra), Marco Cardoni (tromba, voce), Mario Ferrari (basso) e Bruno “Blich” Vito (batteria). Col tempo troveremo, fra i vari cambi di formazione: Carlo Riccardi (organo), Pino Cremante (chitarra), Pier Luigi Bertolini (batteria), Pier Giorgio Moro (sax)... e tanti altri musicisti che si alternano in questa longeva formazione. Tante le esperienze che il gruppo riesce a fare: a Todi (Perugia) partecipano alla finalissima per accedere al Cantagiro 1967, sono invitati al “Canzoniere del Turi- smo” di Amalfi, partecipano al Grammofono d‟oro al Dancing Valentia di Valenza, sono ospiti del varietà radiofonico “Batto quattro” e sempre per la radio sono invitati a “Il sabato del villaggio” e “Disc Jokey”. Hanno pubblicato tre 45 giri, fra cui una loro personale versione di “Eternità”, brano storico dei Camaleonti. Le Anime nascono nel ‟65 grazie a Tanino Castellani (batteria), Lindo Battistutta (chitarra), Lucio Leo (chitarra), Renzo Marassi (basso) e Delio Galli (organo). Fino al ‟68 partecipano a svariati concorsi per complessi, piazzandosi sempre al meglio. Nel ‟68 si sciolgono e dalle loro ceneri nascono i Beathovens, In formazione ci sono Castellani, Leo e Marassi (tutti ex Anime nere) a cui si aggiungono Michele Ventura (organo) e Piero Morini (chitarra), quest’ultimo proveniente dai disciolti Diamonds. Questa è solo la prima formazione che avrà ampio successo nei dancing della zona: i cambi di membri I Beathovens Le anime nere saranno frequentissimi e continui ma il gruppo è ancora attivo dopo 42 anni! I New Beat cominciano nel „65 a provare in una vecchia cascina di Viguzzolo. Dopo lo sforzo di aver creato un buon repertorio arrivano i contratti in alcuni locali come alla Pinetina di Castelnuovo Bormida o alla Rosa dei Venti di Melazzo (Acqui Terme). Vincono il trofeo “Giovani „66” e si classificano secondi al concorso voci nuove del Caffè Lugano di Tortona. Partecipano anche ad una selezione Scotch in Lomellina, valida per il Cantagiro del ‟67. In formazione troviamo Franco Zadra (chitarra), Giuseppe Lucarno (organo), Roberto Marson (chitarra), Pierino Taverna (basso) e Nando Nicorelli (batteria). Prendono il nome dallo stemma cittadino i Leoni, gruppo pop formato da Carlo Riccardi (organo e voce, ex Diamonds e Nottambuli), Giorgio Borgarelli (basso e chitarQui Viguzzolo 2010 49 Tra storia e tradizione di Alessio Marino ra, ex Diamonds) e Pier Luigi “Bombo” Bertolini (batteria, ex 4 Jolly e Nottambuli). Il gruppo viene seguito dai noti compositori tortonesi Enrico Riccardi e Luigi Albertelli che li portano alla casa discografica Ricordi per incidere il primo 45 giri nel 1970, “Ogni notte” / “Le bottiglie”. Segue poi il loro capolavoro, l‟LP “La foresta” che raccoglie una serie di canzoni legate fra loro dalla tematica dei testi. Esce il 45 giri “Il rinoceronte”/“Baciare Baciare” e appaiono in un LP dal titolo “Sanremo „71” con “La folle corsa”. L‟ultimo brano inciso dal gruppo è “I colori di S. Francesco” che fu trasmesso in una puntata tv di “Speciale tre milioni” della Rai (1971). Nell‟ultimo periodo della carriera si aggiunse un quarto componente, Paolo Stella (ex Hoods di Alessandria). Il gruppo continuò l‟attività dal vivo fino al ‟73, con un repertorio di musica da ballo e qualche successo del periodo, per poi sciogliersi. Carlo aprirà assieme ad altri musicisti l‟etichetta discografica Phantom Records. I new beat Lo spazio che mi è stato gentilmente offerto non basta per raccontarvi di altri gruppi… Sarò ben lieto di ricevere testimonianze e foto da ex membri ed appassionati per continuare la ricerca che prosegue sui libri e riviste che il mio Centro Studi pubblica periodicamente: Beat Boutique 67 - Centro Studi sul Beat Italiano, [email protected], telefono 0131 898600. I più 50 Qui Viguzzolo 2010 di Mario Marini Suoni e voci delle campane della parrocchiale Le campane – forse non tutti lo sanno - si chiamano così perché sono nate in Campania e, difatti, ancora oggi nel Meridione esistono fabbriche provette con lunghe esperienze alle spalle. A riprova di ciò, protettore dei campanari è considerato San Paolino, vescovo di Nola (Napoli). La più grossa campana costruita dalla ditta Mazzola è quella che si può ammirare sul campanile del Santuario della Consolata di Torino: pesa 46 quintali. Le più piccole campane pesano quattro chili, ma i Mazzola sono sempre stati restii a farle perché richiedono tanto impegno quanto una grande. La produzione normale comincia da 15 chili ed oltre. Tralasciando altri dati prettamente tecnici e statistici, vorrei descrivere i ricordi ancora vivi e la commozione che ancora suscitano certi rintocchi che per me erano sì suoni, ma anche “voci” che svegliavano, avvertivano, spaventavano o rallegravano: suoni che esprimevano anche dolori, lutti o calamità naturali ed invitavano a pregare. Le cinque campane della parrocchiale, secondo il peso o il suono di ciascuna avevano, tutte, un nome assegnato loro e tramandatoci da generazioni di “bisgulé”: erano e sono tutt'ora: “a ra pecula”, “a ra campanela”, che segnalava l'imminenza di una funzione dopo i tre suoni canonici; “a ra msâena”: la mezzana, quando mancavano pochi minuti all'inizio delle lezioni, sempre verso le ore nove, ed avvertiva i ragazzi, con rintocchi decisi e ben cadenzati, che stava iniziando la scuola. A mezzogiorno “a ra grosâe” inviava un invito festoso alla mensa; a sera, poi, era ancora “a ra campanela” a suonare a distesa la squilla della sera; “a ra grosâe” interveniva quando “a ra pecula” e “a ra campanela” suonavano a festa; “ar campanon” aveva un suono possente, a volte quasi intimidatorio, specialmente quando avvertiva la scomparsa di qualche povero compaesano: era un suono cupo, monotono, triste per indicare anche le misere condizioni del defunto che non aveva mezzi per la bara, né per i fiori, né per i confratelli degli oratori, né per un loculo del cimitero urbano: in questo caso interveniva il Comune. La “pecula” e la “campanela” intervenivano sempre con motivi anche gioiosi ai funerali dei bambini, neonati e non, ed era quasi un sottofondo musicale alle preghiere recitate ad alta voce. Dalla chiesa al cimitero le piccole bare erano portate a mano dai ragazzini che avevano il nastrino, azzurro o rosa, puntato sulla spalla. Mi raccontava il nonno che, ancora nei primi anni del Novecento, la campana mezzana suonava, dopo cena, a distesa, per avvertire i consiglieri ad essere presenti alla convocazione del consiglio comunale. Capitava sovente di trovarsi in campagna a lavorare, a Montecanino, alla Montagnola o alla Mogliazza e, sentendo i rintocchi delle campane anche da lontano, la mamma od il nonno, decisi, esclamavano: “u sona da fôegh, l'è int ar pais” oppure: “l'è fôera int'na casena!” (è fuori dal concentrico): le campane suonavano e dalla rapidità o dall‟intervallo dei rintocchi essi capivano ed esclamavano: “L‟è „na donâe, a la porten su cu‟r capitulén” (è una donna e al funerale parteciperanno i confratelli in cappa bianca dell‟Oratorio della Madonna del Gonfalone o quelli in cappa rossa dell‟Oratorio di Sant'Antonio fuori le mura). Gli stessi rintocchi delle campane, ma molto più rapidi e prolungati segnalavano invece la presenza di ladri o di malviventi in paese: se poi era di notte, incutevano spavento: “u ghe i lader, sâera i'us cu'r fureugg e cu'r cadnàss!”. Se si trattava di incendi, entrava in scena, velocemente, la squadra dei pompieri volontari che, muniti di due pompe, una delle quali aspirante e premente, in dotazione, con la capacità di mille litri ciascuna, tenute sempre piene, trainate da cavalli, accorrevano sul posto e, sbarrando l‟acqua della roggia Ligozzo per tutto il suo tratto in paese, riuscivano, molto spesso, a risolvere anche situazioni disperate. Questi Viguzzolesi volontari erano il fiore all‟occhiello della nostra Comunità ed intendiamo parlarne per esteso nel prossimo numero di Qui Viguzzolo, con dovizia di particolari per ricordarli ed additarli ad esempio di volontariato genuino perché animati soltanto dall‟amore per la nostra terra. Qui Viguzzolo 2010 51 Tra storia e tradizione La “Signora di Viguzzolo” Quando mi è stato chiesto di scrivere un articolo per il nuovo Qui Viguzzolo avente come tematica il tempo libero ho chiesto qualche suggerimento e quando tra le tante idee che mi sono state proposte è arrivata la possibilità di scrivere qualcosa su come il fulcro della vita del paese siano divenuti i locali sulla via principale del paese il legame è stato immediato. Quale esempio migliore, se non addirittura emblema del tempo libero, del nuovo Centro Anziani: una realtà che nel tempo ha saputo trasformarsi accogliendo realtà differenti. E‟ venuto così, da sé, voler intraprendere questo seppur breve viaggio per ripercorrere decenni di questo edificio e alcuni momenti salienti del nostro paese. Oggi Viguzzolo ha una struttura stupenda che pochi paesi hanno, e che molti gli invidiano. Una realtà in grado di divenire tempio del tempo libero, un luogo conviviale dove chi si ferma a trascorrere il pomeriggio o anche solo qualche ora, ciò che respira non è altro che l‟aria ed il calore di una casa. Sale affrescate adibite a scopi ludici e ricreativi e una veranda abitabile, il tutto realizzato grazie al contributo e al fattivo interessamento del benefattore Bruno Cadirola, milanese di adozione ma di origini viguzzolesi. Peraltro, il centro non è solo un punto di ritrovo per gli anziani, ha anche una funzionalità in quanto al suo interno è stata ricavata una stanza allestita per il prelievo del sangue che viene effettuato una volta la settimana. Questa è la destinazione di tale struttura che oggi tutti chiamano “Centro Anziani Bruno e Carla Cadirola”, ma quanti nomi ha avuto nella storia? Principessa Camilla, Cremlino, stazione ferroviaria?! Quanti nomi, tutti a simboleggiare una struttura che si erge nella via principale del paese, una struttura che ha un nome per ogni funzionalità che negli anni l‟ha vista modificarsi per soddisfare quelle che erano le aspettative. Percorriamo questo viaggio per capire come da “Signora della tranvia Tortona – Monleale” si sia trasformata in “Signora del tempo libero”. E partirei da una citazione di Manlio Guidobono comparsa sul “Qui Viguzzolo” del 1975, ripresa anche da Pierluigi Pernigotti nel “Qui Viguzzolo” del 1994: “La “Principessa Camilla” era la regina della tranvia Tortona – Monleale. Allora era una giovane signora, possente, sbuffante, veloce, precisa, Né la neve, né la nebbia, né il Una foto della stazione della tramvia scattata negli anni „30 52 Qui Viguzzolo 2010 maltempo la fermavano nella sua diuturna fatica: quattro volte al giorno, puntuale come un cronometro ginevrino, il suo prolungato fischio richiamava alla stazione operai, studenti, professionisti, massaie per trasportarle a Tortona, o scaricarle al paese”. E se anche “la Principessa Camilla” era la “cara e vecchia vaporiera” è un nome così altisonante che ben si sposa con l‟eleganza delle finiture della struttura. Stiamo parlando degli anni tra metà e fine dell‟ottocento, siamo nel pieno dell‟attività ferroviaria e la stazione è il Il Cremlino durante il periodo in cui la struttura è stata adibita a stazione delle corriere cuore della vita e del commercio. Ma è con il nuovo secolo, e in particolare con gli anni venti, che inizia il declino della linea tranviaria e la “Signora della Tranvia – Monleale” non sa ancora che, nel salutare l‟ultimo viaggiatore del 10 luglio 1934, il suo destino sta per cambiare e una nuova pagina della sua storia sta per essere scritta. Nel frattempo nello scenario politico nazionale fanno capolino il Partito Socialista Italiano, fondato nel 1892, e qualche anno dopo, ed esattamente nel 1921, per scissione della mozione di sinistra del Partito Socialista Italiano, guidata da Amedeo Bordiga e Antonio Gramsci, nasce il Partito Comunista Italiano. Sicuramente molti di voi si staranno chiedendo la ragione di questa digressione a prima vista un po‟ “fuori tema”, ma chi conosce la storia di Viguzzolo sa che con queste mie citazioni si sta scrivendo la nuova pagina della storia di Emanuela Carniglia della struttura del Centro Anziani. La bella “Signora” infatti si trasformerà e questo nome lascerà il posto ad un nuovo appellativo: Cremlino. Una denominazione che ben si addice, anche questa volta, a quella che sarà la sua futura connotazione. Cremlino che in russo si scrive Кремль, in italiano vuol dire fortezza, cittadella o castello; ed è proprio questo che l‟ex “Signora della tranvia Tortona – Monleale” diverrà: la fortezza del Partito Comunista e del Partito Socialista, ospitando, per alcuni decenni, la sezione di un partito al piano terra e quella dell‟altro al primo piano. Ma la storia è pronta a scrivere un nuovo capitolo per la nostra “Bella Signora” e forse il destino vuole che torni Il Cremlino oggi: Centro Anziani Bruno e Carla Cadirola alla sua vocazione originale. Infatti, intorno agli anni ottanta, ai tempi delle vecchie Unità Socio Sanitarie Locali, le sezioni dei partiti lasciano spazio al distretto sanitario che occuperà il primo piano; mentre il piano terreno senza saperlo torna ad essere simbolo di una storia, quella passata legata alla “Principessa Camilla” ma che lancia uno sguardo al futuro “Centro Anziani Bruno e Carla Cadirola”. Il pian terreno, infatti, per anni sarà la sala d‟aspetto per i pendolari e il punto di ritrovo degli anziani del paese. Ed ecco il legame con il passato e come per magia le parole di Manlio Guidobono prendono nuovamente vita: “Sostavano, dirimpettai, le genti in attesa di partire o di ricevere o di curiosare. Perché tu eri un polo di attrazione per la vita di ieri; passaggio obbligato per tutti noi, giovani od anziani, ricchi o poveri, raccoglievi gioie e dolori, speranze o trepidazioni e molte volte attese rimaste purtroppo vane”. […] “Ricordi, vecchia Signora, il passeggio, “la gente mira ed è ammirata”, gli ombrellini ed i cappellini e le fruscianti vesti delle Signore, i rigidi colletti dei signori, impeccabili nelle loro finanziere, ed i canti che salivano nell‟attesa ed i gridii di gioia allorchè il fischio della vaporiera annunciava il suo arrivo?” Ed è la fermata delle corriere che ha riportato alla luce i ricordi di un passato glorioso dettando al paese quella che era la sua vera vocazione. Un luogo di incontro, di aggregazione: il cuore del paese. E chissà che l‟ultimo capitolo della sua storia lo abbia voluto scrivere proprio la bella “Signora”… ERRATA CORRIGE L’articolo “Tanti giovani, anche viguzzolesi, soldati sulla neve rossa del Don” , all’interno della pubblicazione Qui Viguzzolo 2009, non riporta per dimenticanza, fra i soldati viguzzolesi tornati in Patria, il nominativo Serra Giuseppe Luigi (nato a Viguzzolo il 24 settembre 1921), artigliere chiamato sotto le armi ed inviato in guerra sul fronte russo negli anni 1941 - 1942. Il ricordo dei combattimenti, del terribile freddo dei mesi invernali, della fame, della lontananza dalla famiglia e degli amici che assieme a lui erano partiti per il fronte e non più tornati in Patria, l’hanno accompagnato per tutta la sua vita. Tel. 0131.898152 VIA 1° MAGGIO VIGUZZOLO (AL) Qui Viguzzolo 2010 53 Tra storia e tradizione I garibaldini di Viguzzolo Il testo che proponiamo qui di seguito fa parte di un elaborato realizzato dai ragazzi della classe III D della Scuola Media di Viguzzolo nell'ambito del concorso “La nostra terra, le nostre genti” bandito dalla Comunità Montana “Terre del Giarolo” in collaborazione con il Comune e la Biblioteca civica di Viguzzolo, il Centro di Cultura popolare di Gremiasco, il Museo della civiltà contadina “Bracco” di Morigliassi e l'Anpi di Tortona, nell'ambito delle celebrazioni per il 150° dell'Unità d'Italia. La cerimonia di premiazione del concorso, aperto a tutte le scuole di ogni ordine e grado del territorio tortonese e delle valli Borbera, Curone, Grue, Ossona e Spinti, avverrà nel corso di una giornata commemorativa organizzata dal Comune di Viguzzolo nel mese di maggio 2011. Viguzzolo, piccolo borgo nelle vicinanze di Tortona, ha contribuito in modo significativo all‟unificazione italiana; alcuni giovani infatti parteciparono alle guerre di indipendenza e all‟impresa dei mille sotto il comando di Giuseppe Garibaldi. Questi giovani chi erano? Le loro origini, semplici; la maggior parte erano contadini, altri studenti, ma con un ideale comune: lottare per liberare l‟Italia dallo straniero. Viguzzolo nell‟Ottocento era un paesello con una economia prevalentemente agricola; un‟agricoltura che permetteva una vita dignitosa ma resa dura dal lavoro assiduo nei campi. La produzione agricola viguzzolese (frumento, mais, uva, foraggio, frutta, bachicoltura, gualdo, coltivazione del tabacco) era realizzata attraverso una tecnologia ancora arretrata, basata sulla forza manuale ed animale; vanghe, zappe, rastrelli, carri trainati dai buoi o dai cavalli. In questo ambiente sono vissuti questi ragazzi: Alberto Leardi Andrea Butteri Giuseppe Lunassi Giuseppe Binaschi Luigi Bosco Pio Butteri Giuseppe Caldirola Pietro Doga Giuseppe Veronese Ma perché hanno partecipato alle lotte per l‟unificazione italiana? La risposta non può essere certa, ma sicuramente questi giovani erano a conoscenza delle insurrezioni avvenute in Italia nel 1821 e negli anni seguenti, del desiderio di libertà che caratterizzava la società di quel periodo. Il 1848 segna sicuramente un momento significativo e lo scoppio della prima guerra di indipendenza con la sconfitta piemontese ha certamente influito sulla Alberto Leardi, Tortona 1836 Milazzo gioventù di quel periodo; e poi dobbia1860. Archivio famiglia Ruffini mo pensare che il confine con l‟Austria era molto vicino a Viguzzolo... Ecco nascere allora quel sentimento patriottico che ha contrassegnato la gioventù risorgimentale; combattere per la patria unita, sfidando la morte! Non tutti hanno combattuto le medesime battaglie, alcuni prima, come Alberto Leardi nell‟impresa dei Mille, altri dopo nella terza guerra di indipendenza; alcuni sono tornati alle proprie case, altri sono morti in battaglia. Una menzione particolare è per il capitano Alberto Leardi (1836-1860), volontario con Garibaldi nell‟impresa dei Mille, La cappella della fam. Leardi morì nella presa di Milazzo, dopo aver all‟interno dell‟antico cimitero. Archi- vittoriosamente guidato la carica della vio famiglia Ruffini Pellegrin Nadio Decoratore Via I Maggio, 94 VIGUZZOLO (AL) Tel. 0131.898397 - Cell. 346.2432003 54 Qui Viguzzolo 2010 sua compagnia ed essere stato lodato sul campo da Garibaldi stesso. Viguzzolo li ha ricordati con una lapide commemorativa che tramanda il loro ricordo ai ragazzi di oggi: il loro esempio non è da dimenticare… 1861. L’Italia è unita da nord a sud, finalmente dopo più di mille anni gli italiani sono uniti in un'unica nazione! Ma quanti problemi per il nuovo stato, politici, economi- A Viguzzolo, centro agricolo, i cambiamenti sono lenti, la società contadina ha suoi ritmi millenari ed è restia al cambiamento, l‟emancipazione però c‟è, si avverte nelle votazioni per il rinnovo del consiglio comunale, nelle votazioni per il parlamento italiano: rappresentanti importanti della nostra realtà locale sono stati alcuni politici della famiglia Leardi originaria di Viguzzolo e Tortona. Citiamo a tal proposito Carlo Leardi deputato per quattro legislature al parlamento nazionale, sindaco di Viguzzolo Genestrello (Pv), settembre 1866: Garibaldi, seduto al centro in primo piano, fotografato insieme ad alcuni garibaldini dell'Oltrepò nella villa Pallavicino Trivulzio (oggi villa Mazza) ci, sociali; per troppo tempo gli italiani erano stati divisi, ogni regione aveva avuto una propria storia, diverse tradizioni e modi di vita, diversa lingua… era necessario adesso rendere gli italiani un unico popolo. Come primo atto era necessario trasportare la capitale a Roma: ciò è avvenuto dopo alcuni anni; istruire poi gli italiani, insegnando la lingua italiana nelle scuole pubbliche rendendola obbligatoria per tre anni; istituire la leva obbligatoria nell‟esercito per i giovani diciottenni, emanazione di nuove tasse per sopperire ai bisogni dello stato (servizi, strade, ferrovie, edifici scolastici). Queste novità hanno influito non poco sull‟opinione pubblica che ha accolto i cambiamenti a volte con entusiasmo, ma altre con indifferenza o addirittura con malumore e rabbia (in Italia meridionale si incrementa il brigantaggio). e fondatore della Società di mutuo soccorso e della Banca popolare; Diodato Leardi deputato al parlamento nazionale per tre legislature e sindaco di Viguzzolo. Era appunto in queste occasioni che nei locali pubblici del paese si parlava di politica ed erano questi i luoghi ove si diffondevano le idee liberali, socialiste che stavano diffondendosi in Italia in questo periodo. Sorge la scuola pubblica nell‟edificio che era stato un convento importante per il paese nei secoli passati, i bambini vanno ad imparare a “leggere, scrivere e far di conto”, nascono nella vicina Tortona le prime fabbriche e alcuni paesani diventano operai, si formano cioè le basi per quella che sarà l‟Italia di oggi! I ragazzi della classe III D della Scuola secondaria di primo grado di Viguzzolo (coordinamento prof. Giovanni Daglio) Qui Viguzzolo 2010 55 Tra storia e tradizione I torchi a casa Mensi La vendemmia è sempre stata una festa per gli agricoltori che con questo raccolto chiudevano l‟annata agraria. Un raccolto tra i più attesi anche perché la vigna era quella che dava più lavoro, il quale non sempre veniva ripagato dalla qualità dell‟uva; dipendeva da troppi fattori quali il tempo, la pioggia, le malattie che allora si curavano con pochi prodotti, zolfo e verderame mentre adesso … lasciamo perdere ! A casa mia la vendemmia assumeva anche un altro aspetto: papà aveva poca vigna e la raccolta impegnava solo una giornata scarsa. Vendemmia per noi significava l‟inizio del lavoro con i torchi che il nonno aveva iniziato nel 1914 comperandone uno di seconda mano, per poi arrivare ad averne tre. Il lavoro dei torchi La vendemmia: Stramesi Francesco, Gabriella Stanchi, Rita Stramesi, Carrù Irma dell‟onomatopeico. Dopo la spillatura entrava in funzione il torchio: si toglievano le vinacce, che allora avevano anche il raspo, si mettevano nella gabbia del torchio e con forza venivano premute da un grosso piatto metallico; usciva da questa spremitura una bevanda detta “turcià”. A Viguzzolo bisognava venire da mio papà per prenotarlo fissando il giorno e l‟ora dell‟importante operazione. Da qui infatti si potevano produrre ancora alcune damigiane di vino aspro e duro ma che a qui tempi si sapeva ben apprezzare. Quattro quintali di vinaccia producevano in media circa tre damigiane (150 litri) di vino. Siamo nel 1939: dopo la raccolta le uve venivano mostate con i piedi; poi il tutto, mosto e vinaccia, veniva messo nei tini dove fermentava con il rumore caratteristico come quello dell‟acqua che bolle in pentola, per almeno 810 giorni. Quindi si spillava il mosto fattosi vino; il colore con cui usciva dal rubinetto era di fondamentale importanza. Più scuro era meglio era. La scodella bianca in ceramica fungeva da cartina di tornasole: “Ug ha na bela smagia” e allora andava tutto bene. Per essere sicuri del colore cupo ed intenso in quasi tutte le vigne si piantavano viti dette “tinturè” il cui nome sa proprio Al torchio Mensi Mario e Mensi Giuseppe. Anno 1954 Dopo aver portato il torchio “a domicilio” la paga del sevizio non consisteva in denaro: la vinaccia pressata era la moneta che ripagava l‟affitto del torchio a mio padre. Essa manteneva ancora un certo valore in quanto veniva successivamente trasportata a casa nostra dove veniva disfatta con la forca, “ benedetta” e rinfrescata con buona acqua della pompa. Questa attività coinvolgeva anche noi bambini, con le mie sorelle salivamo sui mucchi e dovevamo (per noi per gioco), sminuzzare il più possibile i blocchetti rimasti. La fase successiva prevedeva la setacSi mosta l'uva raccolta nelle ceste 56 Qui Viguzzolo 2010 di Giuseppe Mensi ciatura con il “ crebi‟ “ un grosso setaccio con la rete a maglia larga, che permetteva la fuoriuscita dei semi, vinaccioli, che vendevamo a parte per l‟estrazione dell‟olio. A questo punto si era pronti per l‟ultima torchiatura con un torchio fisso e molto potente nel cortile (oggi ancora visibile all‟interno del cortile di via Madonna 1 ). Dopo la fine della guerra cominciava la grande ricostruzione, c‟era richiesta di tutto, anche per il torchio iniziava una nuova era. Si cominciò a ritirare i frutti dei gelsi, i “muron‟” e appena dopo le mele, sempre allo scopo di ottenere bibite alcoliche. I primi sono frutti della dimensione di un‟oliva, dolcissimi; dopo averli torchiati davano un succo che fermentato appariva simile al vino ed arrivava ad una gradazione di circa 7 gradi alcolici. La raccolta dei gelsi era una vera novità accolta con grande en- Sulla bigoncia Mensi Mario - Mensi Giuseppe Tutti sulla bigoncia tusiasmo. Pagavamo i frutti 5 lire al kg e tutti i mezzi erano buoni per la raccolta, secchi, mastelli del bucato, teloni di iuta. Era un‟ulteriore spinta all‟economia del nostro piccolo borgo. Dopo la raccolta dei gelsi iniziava quella delle mele che pagavamo 4 lire al kg. Anche in questo caso il sidro ottenuto veniva venduto come surrogato del vino. La polpa della mela veniva fatta essiccare e poteva essere bruciata nella stufa l‟anno successivo. Non si sprecava nulla. Era tutto una continua trasformazione. I due particolari raccolti funzionarono solo per alcuni anni fino a quando prese il completo sopravvento la vendemmia. La montagnola San Bartolomeo e le nostre colline erano tutte ricoperte di vigne ! ANDREA & MARCO 346/0678909 VIGUZZOLO VIA I MAGGIO 87 BAR MODERNO PARTITE SKY CAMPIONATO - UEFA CHAMPIONS LEAGUE COCKTAIL e APERITIVI SPECIALI Vieni a divertirti da noi... Qui Viguzzolo 2010 57 Ricordi di Mario Marini “Gioia”, il campanaro provetto Quella che sto per scrivere è la storia vera e straordinaria vissuta da un contadino viguzzolese che s‟era specializzato a suonare a festa le campane. E non suonava solo quelle delle tre chiese del paese, con un esercizio ed un impegno quasi quotidiano, ma per la bravura dimostrata nelle esecuzioni ogni domenica o festività riceveva inviti da paesi piccoli e grandi: da Castelnuovo Scrivia e dalle Parrocchie della Bassa Valle Scrivia; da Novi Ligure a Busalla, da Ronco nell‟Alta Valle Scrivia e dal genovesato. M‟ha raccontato i fatti, con buona memoria dei particolari, il maestro Giuseppe Guidobono, Viguzzolese a tutti gli effetti (anche se abitante a Tortona) che, a sua volta, li ha appresi dal papà Ernesto “ar murêut” (portiere nella squadra di calcio viguzzolese negli anni ‟30). Il campanaro in questione era, certamente, un trisavolo dei Guidobono su accennati, al quale era stato assegnato l‟epiteto di “Gioia”, tramandato e giunto fino a noi. Di nome era Giuseppe, (Pipèn); egli aveva una corporatura esile, ma resistente alle fatiche, come si può intuire da questo fatto: era stato invitato dall‟Arciprete di Castelnuovo Scrivia per accompagnare con i suoi festosi rintocchi, nel giorno della festa patronale, la processione per le vie del paese. Tanta gente, curiosi ed ammiratori, s‟erano portati sulla strada principale per accoglierlo, con applausi. Con grande stupore, però, improvvisamente, Pipèn “Gioia”, iniziò il suo inimitabile concerto lasciando di stucco tutti quanti: era giunto in paese, a piedi, partendo da Viguzzolo e passando per strada Valle; una volta giunto era salito velocemente sul campanile, senza essere notato: non era un gigante di statura, ma mingherlino e tenace. Terminato il concerto, tanti Castelnovesi lo aspettavano sul sagrato della Chiesa per un caloroso e lungo applauso, anche da parte delle autorità locali. Altro aspetto interessante del “Gioia campanaro” è la conservazione dell‟invito musicale che un gruppo di Genovesi gli rivolgevano e che il nostro Giuseppe ha ricordato, tramandatogli dal papà, e messo per iscritto: “Oh! “Gioia” vurì venì…” Oh! Gioia vurì venì a Şena, a Şena Oh! Gioia vurì venì a Şena cun mi? L‟è festa da i monti au mà Oh! Gioia, nì a sunà! E fè cantà e campane Che a festa l‟è rivà! Oh! Gioia vurì venì a Şena, a Şena Oh! Gioia vurì venì a Şena cun mi? Az. Agr. Produzione e vendita piante Via I Maggio, 168 - Viguzzolo (AL) Tel. 0131.898490 - Fax 0131.898490 www.serrafiorita.it [email protected] 58 Qui Viguzzolo 2010 Ricordo di Fausto Contardi Quando dalla redazione di “Qui Viguzzolo” mi hanno chiesto di scrivere qualcosa su Fausto, in un primo tempo mi sono rifiutato: innanzitutto perchè quello che una persona prova nel proprio intimo è estremamente difficile da esternare e poi perchè parlare di Fausto in poche righe sarebbe stato estremamente riduttivo visto la statura morale di questa persona. Dopo varie insistenze da parte della redazione, ho deciso di prendere carta e penna, soprattutto perchè ho sentito la necessità di lasciare alla memoria storica, una persona, un amico che ha vissuto nella massima semplicità, ha abbandonato in punta di piedi questo mondo, lasciando in tutti noi un vuoto incolmabile. Conoscevo Fausto da sempre, dai momenti della giovinezza e via via per tutto il corso della vita. Ho condiviso con lui i momenti più spensierati e i momenti più tristi, ma non voglio parlare di queste cose che accomunano più o meno tutte le persone. Voglio invece parlare di Fausto come di una persona speciale, che ha vissuto la sua esistenza terrena secondo il messaggio evangelico. Il lavoro, la moglie Carla che tanto amava, gli amici, una spiritualità gestita non solo con la preghiera ma anche con l'impegno sociale, inizialmente con il C.S.I. poi alla Casa Alpina Diocesana di Brusson. A Fausto piaceva stare con i giovani, per tutti aveva consigli ma aveva soprattutto una grandissima dote: sapeva ascoltarli e capirli. L'impegno sociale, la capacità di comunicare con il prossimo, la forza e il coraggio di vivere secondo i canoni classici della nostra cultura Cristiana, il disprezzo per il guadagno disonesto, il disinteresse per il lusso o la marcata esternazione della ricchezza materiale erano le caratteristiche di Fausto. Caro amico, hai saputo affrontare la malattia con una serenità disarmante e per chi veniva a trovarti eri tu a consolarlo e a dargli coraggio, segno questo che eri pronto e in pace per affrontare con fede il passaggio all'altra vita. Ricordo il giorno delle esequie, la chiesa gremita all'inverosimile, ragazzi, giovani che tanto amavi, persone che ti avevano conosciuto, che ti stimavano, e amici, tanti amici, i tuoi amici. Ricordo che durante l'omelia, mentre il nostro Parroco Don Gino ti ricordava, con lo sguardo ho notato gli amici di sempre: Brunetto, Carlo, Elio, Giulio, Giuseppe, Silvano, Mario, Angelo e tutti gli altri con gli occhi lucidi di pianto e con lo sguardo perduto nel vuoto. Tutti pensavano alla fortuna di averti avuto amico sincero e del vuoto che in tutti noi stavi lasciando. È vero caro Fausto, hai lasciato un grande vuoto ma nello stesso tempo un grande esempio, in particolar modo ai giovani che ti hanno conosciuto ed è appunto per questo che ho accettato di scrivere queste poche righe. I grandi uomini pur nella loro semplicità,vanno ricordati, evidenziati affinché i lettori, specialmente quelli più giovani, possano trarre spunti di riferimento per vivere una vita che valga la pena di essere vissuta e per un domani migliore. Avere ricordato Fausto con queste poche ma sentite righe, ha gratificato anche me che in un primo tempo non volevo scriverle. Addio caro Fausto, ci mancherai, ci mancherà il tuo aspetto semplice e bonario, il tuo sorriso dissacrante che amavi dispensare a tutti coloro che si rivolgevano a te per qualsiasi cosa. Da lassù caro Fausto dove ci hai preceduti mi par quasi di vederti e sentirti dire con aria di rimprovero: “Mah mah cosa stai scrivendo...” Uno dei tuoi amici Qui Viguzzolo 2010 59 Ricordi Per non dimenticare un viguzzolese illustre: Giuseppe Lunassi (1845-1879) Le persone muoiono quando vengono dimenticate Nella soffitta della vecchia casa Lunassi - nell'allora via per Castellaro, oggi via G. Marconi - , fino agli anni tra il 1920 e il 1930, c’era una cassapanca, andata poi dispersa, contenente documenti “vecchi”; quanto sarebbe stato prezioso per me questo tesoro! Forse la mia passione per la genealogia è nata proprio quando ho saputo di questi “vecchi documenti”, allora ho iniziato un‟opera di ricerca, a tutt'oggi senza fine, per trovare il maggior numero di informazioni possibili sulla famiglia Lunassi. Giuseppe Lunassi nasce a Viguzzolo martedì 1 luglio 1845 alle ore sei di mattina ed è battezzato lo stesso giorno dal Signor Canonico Alessandro Cadirola, gli vengono imposti i nomi di Carlo Giuseppe Vincenzo. Figlio di Pietro Lunassi (nato a Viguzzolo da Giuseppe Maria e Angela Cacciatore) e di Angela Angelini (nata a Sale da Paolo e Clara Maggi), è il quarto di otto figli, morti tutti in tenera età, eccetto una sorella, Carlotta, morta nel 1918. “[…]. Un intimo, irresistibile bisogno spinge l‟uomo ad interrogare il passato. Risalendo a ritroso nei secoli, egli cerca le dotte carte depositarie delle glorie e delle sventure degli avi; s‟arresta meravigliato e commosso d‟innanzi ai monumenti d‟una antica grandezza; passa melanconico sulle maestose rovine; discopre l‟urne e ne rompe il secolare silenzio; raccoglie armi, medaglie, utensili; studia le lingue, i miti, i costumi; e da tutto ritrae una parola, che narra le vicende delle antiche età. Né tuttavia pago s‟arresta; ma quando d‟ogni intorno gli vengon meno i vestigi materiali della civiltà, quando il cammino si fa deserto, egli intende l‟orecchio alla voce lontana della tradizione orale e prosegue finché anche questa diviene fioca e svanisce, e il sentiero si perde nel silenzio e nella oscurità dei remotissimi tempi.” Così scriveva Giuseppe Lunassi nel suo volume Della Legge Storica (Voghera 1876). Ed è proprio di questo personaggio della mia famiglia che desidero riportare alcune notizie. Il padre Pietro è per vari anni Sindaco di Viguzzolo e per più di 30 anni partecipa attivamente alla vita politica del paese; alla sua morte la figlia Carlotta dona al Comune la casa paterna sita in via Romana al n. 1. Giuseppe rimane orfano di mamma all‟età di dieci anni; frequenta il Ginnasio a Voghera ed ha come insegnante il professor Ricotti; passa poi al Liceo Plana di Alessandria, dove ha come insegnante il professor Carlo Avalle, e si diploma nel 1864. Successivamente frequenta l‟Università di Torino, dove si laurea in lettere avendo come insegnante, tra gli altri, il professor Michele Coppino. Durante la terza guerra d‟indipendenza, si arruola fra i Garibaldini, nel Corpo Volontari Italiani e partecipa alla battaglia di Bezzecca il 23 luglio 1866, in qualità di furiere1. Memore di questa militanza, nel 1874 fonderà a Voghera la Società dei Reduci delle Patrie Battaglie. È professore di storia e di lettere presso il Ginnasio di Susa, poi in quello di Pallanza, e frequenta a Torino an- 60 Qui Viguzzolo 2010 di Graziella Lunassi che un corso di legge, che abbandona nel 1871 quando ottiene la cattedra di insegnante di storia al Liceo Comunale di Voghera. In una lettera inviata il 12 maggio 1876 all‟allora Ministro della Pubblica Istruzione Michele Coppino, Giuseppe Lunassi scrive: “Ed ora, Venerat.mo prof.re mio, parmi anche quasi un dovere il dirle pure due parole di me, avvegnanché da una parte spero le possano tornare di qualche aggradimento, e mi affranca dall‟altra la coscienza di non avere altra brama che di meritarmi in parte il suo benevolo ricordo. Le dirò adunque che quanto al mio corso di legge, ho fatto tutti gli esami speciali meno tre, ma nel tempo stesso mi svanì così dall‟animo la prima illusione che delle noie e della fatiche sopportate mi parve non dovessi cercar più altro frutto da quello infuori delle nuove e buone cognizioni acquisite, né so ora quando più m‟indurrò a far la ultima prova per carpire, come è l‟uso, alla buona Temi2 il facile alloro. Altre cagioni però concorsero a questo effetto. Nel 1871 apertosi a Voghera un liceo comunale con gli stipendi sulla base dei governativi, concorsi tosto per la cattedra di storia e, ottenutala, lasciai il servizio del governo. Inducevami a tal passo, innanzitutto il venire, si può dire, a mia casa (sendo io di Viguzzolo, borgo tra Voghera e Tortona), poi la voglia grande di darmi particolarmente agli studi storici, sempre da me prediletti, e infine un po‟ anche l‟indole dell‟animo mio poco sofferente di vincoli, parendomi allora grave catena quella del Governo, per le cui anella vedeva a chi e come fosse dato arrampicarsi con poco sudore... Abbandonandomi allo studio della storia, ho impreso a trattare ed ho ormai condotto a termine un‟opera colla quale ho speranza di poterle fra poco dimostrare, meglio che con le parole, non essere venuto meno in me il buon ricordo della S.V. e, ciò che è la stessa cosa, la fede alla scienza e alla patria. Tal lavoro, benchè ingente, non mi ha impedito, nel tempo stesso, di poter tenere la direzione del giornale della Città e del Circondario, “Il Cittadino”, propugnandovi con fermo e caldo animo i principii di una giusta libertà (In jure libertas, è il motto che v‟apposi) e gli interessi locali e della Provincia…” Lunassi è, infatti, dal 14 gennaio 1873, direttore del giornale “Il Cittadino” giornale della città e del circondario di Voghera, e tale resterà fino alla sospensione dell'uscita del periodico, avvenuta il 9 gennaio 1874. Il 22 dicembre 1875 il giornale riprende le pubblicazioni, sempre diretto dal professor Lunassi, fino a pochi mesi prima della sua morte, il 30 luglio 1879. Oltre a diversi articoli apparsi sul suo giornale e al già citato Della legge storica, ho trovato un'altra monografia da lui pubblicata: Del Giuramento politico nel regime monarchico costituzionale e parole in morte di A. Manzoni, di A. Billia e di G. Guerrazzi, Voghera 1874. Egli muore a Viguzzolo mercoledì 30 luglio 1879 alle ore quattro e trenta pomeridiane all‟età di soli 34 anni. Il giornale “Il Cittadino” pubblica il 5 agosto 1879 un supplemento a lui dedicato, con la pubblicazione del discorso commemorativo tenuto dal Preside dell‟Istituto Tecnico prof. G. Gatti e con la cronaca delle esequie celebrate a Viguzzolo alle ore 5 del 31 luglio, cui presero parte molti viguzzolesi, amici, discepoli e professori, la banda musicale di Viguzzolo, i bambini dell‟asilo, gli alunni e le alunne delle scuole elementari, tutto il Clero della Collegiata. I cordoni della bara erano tenuti dal Sindaco di Viguzzolo, dall‟On. Avv. A. Balladore, assessore alla Pubblica Istruzione, dal prof. G. Gatti, dal prof. G. Pasotti, presidente della Società degli Insegnanti, dall‟ing. Meardi, rappresentante la stampa vogherese, e dal Capitano Nobile, Vice-Presidente della Società dei reduci. Seguivano inoltre rappresentanti delle Società operaie di Viguzzolo e di Pontecurone; chiudeva il corteo una parte della banda di Voghera. 1) Il nome di Giuseppe Lunassi (“foriere”), infatti, è tra quelli ricordati nella lapide “I garibaldini di Viguzzolo a G. Garibaldi”, risalente al 1915 e apposta sulla facciata della casa in piazza don Gatti, di fronte all'imbocco di via Nuova. 2) Temi (o Themis) è una figura della mitologia greca. Secondo Esiodo Temi era una Titanide, figlia di Urano e di Gea, e fu una delle spose di Zeus. Il significato del nome Temi è "irremovibile" e forse per questo motivo questa figura mitologica fu considerata non tanto una dea, quanto la personificazione dell'ordine, della giustizia e del diritto, tanto che si usava invocarla nel momento in cui qualcuno doveva prestare un giuramento. Da qui discende la sua invocazione da parte di Giuseppe Lunassi, laureando in legge. Documenti consultati Presso l’Archivio Parrocchiale di Viguzzolo: Atti di nascita, di battesimo e di morte. Presso la Biblioteca e l'Archivio storico comunale di Viguzzolo: Fra' Chichibio e l’avventura del “Gagliaudo” di Gian Luigi Ferraris (Alessandria 2007); Della Legge Storica di Giuseppe Lunassi (Voghera 1877). Presso la Biblioteca Ricottiana di Voghera: “Il cittadino”, giornale del circondario e della città di Voghera; Dizionario Garibaldino dell’Oltrepò Pavese di Fabrizio Bernini (Pavia 2007); Storia del Giornalismo Vogherese di Alessandro Maragliano (Voghera 1908); Liceo Ginnasio Giovanni Plana Alessandria. Annuario 1861-2002 (Alessandria 2003). Ringraziamenti Don Gino Bava Arciprete di Viguzzolo, il dottor Pierluigi Pernigotti della Biblioteca di Viguzzolo e la signora Marica Rescia della Biblioteca Ricottiana di Voghera. Qui Viguzzolo 2010 61 Ricordi Ricordando il geom. Francesco Serra (Bruno) La redazione del Qui Viguzzolo, insieme con tutti i soci della Pro Loco, ricordano con gratitudine Bruno Serra, fondatore della Pro Loco ed ideatore della rivista che stiamo leggendo e per la quale ha scritto per molti anni. Ci ha lasciati in una nebbiosa giornata d‟autunno, tra i famigliari in lacrime e con amici e conoscenti sinceramente commossi. Sì, perché Bruno “u geometra” era un Viguzzolese stimato, preparato e capace, così da essere richiesto e benvoluto anche nei Comuni limitrofi. A diciotto anni s‟è diplomato e subito ha lavorato a Viguzzolo come tecnico comunale e poi anche in imprese edili della zona. Nel 1973 è stato eletto Presidente della nostra nuova Pro-Loco. Era legato alla nostra terra il cui territorio era per lui oggetto di studi e di ricerche approfondite: sulle acque del Curone e sulla loro micro-canalizzazione, attraverso la roggia Ligozzo, di gran parte della pianura a nord del concentrico. Egli mise anche in evidenza la fertilità dei terreni di alcune zone agrarie del nostro Comune. Tanti si rivolgevano a lui per un parere, per una pratica da seguire o per un utile consiglio da ricevere: a tutti rispondeva in merito, non tralasciando, però, quelle espressioni di buon senso proprie del buon padre di famiglia. Seguendo la sua innata umiltà, lo lasciamo dicendo Ti ricorderemo così! Certo, perché sei stato un Viguzzolese che ha ben meritato! Riportiamo qui di seguito uno stralcio della prefazione al Qui Viguzzolo all'edizione del 1973, scritta da Bruno nel 1973: “Da tempo, specialmente dai giovani, era auspicata anche a Viguzzolo la costituzione di una associazione Pro Loco che operasse per il bene comune della collettività. Ora fresca di nuova costituzione, la Pro Loco di Viguzzolo si presenta a voi concittadini, attraverso le pagine di questa pubblicazione, per farsi conoscere e per conoscervi.” Via vecchia Fornace, 13/a Viguzzolo (AL) Tel. 0131 899361 - Fax 0131 897770 www.simeon.it [email protected] 62 Qui Viguzzolo 2010 Cultura di Mario Marini Le campane: curiosità e ricordi La revisione della torre campanaria e la relativa e recente manutenzione straordinaria delle campane della Chiesa Parrocchiale, resasi necessaria per lo stato di usura delle parti colpite dal battacchio; la possibilità, poi, di rivederle rimesse a nuovo sul sagrato della Chiesa, ascoltando anche il loro suono in un piacevole concerto, m'ha risvegliato un'infinità di ricordi, unitamente ai Viguzzolesi presenti e non più giovani. Con le belle immagini forniteci dall'amico Ugo Pasini, cominciamo col dire che “fondere campane è un'arte raffinata vecchia di secoli” (Giovanni Arpino). È dal 1452 che il miracolo a Valduggia1, si è ripetuto fino a pochi anni fa. Veniva fuso il bronzo costituito, come si sa, da 78 parti di rame e da 22 parti di stagno e quindi veniva calato dentro la forma, in creta, della campana, interrata per impedire che scoppiasse. I risultati, fino agli ultimi anni, sono sempre stati buoni, ma immaginiamoci cosa doveva essere nel 1400. Allora, con la difficoltà delle comunicazioni e con i pedaggi che bisognava pagare per andare di paese in paese, il fondatore della premiata ditta Achille Mazzola si recava, con una fila di muli e di carri, a fondere proprio sotto il campanile che abbisognava di campane e sul quale le stesse, dovevano poi essere issate. Più che di miracolo, allora probabilmente, tutta l'operazione aveva un po' l'aria quasi d'una stregoneria poiché, a dorso di mulo, venivano trasportati tutti gli attrezzi ed i materiali occorrenti: le forme già pronte, le crete, gli aggeggi: una fatica tremenda, a volte anche su strade impervie, collinari e montane, pericolosissime. Il miracolo rimaneva poi all'oscuro fino a quando il metallo non s'era raffreddato ed il rivestimento di creta non s'era tolto: solo allora l'artefice sapeva se la sua fatica era stata premiata o se si doveva ricominciare da capo. Non abbiamo certo la pretesa di descrivere fedelmente le varie fasi della fusione, ma abbiamo riportato solo quanto può bastare per far capire la preparazione, la forza e la destrezza di quegli operatori. La fatica immensa veniva però premiata nel giorno della fusione con l'arrivo del Vescovo che impartiva la benedizione e si dava così l'avvio alle fasi finali. A colata terminata le campane uscivano dalla terra come frutti da fantascienza, ma ancora mute: sospendendole e percuotendole con un'asticella metallica, se la fusione era stata perfetta, essa doveva vibrare, cioè emettere il proprio suono per un minuto e mezzo circa. Ancora qualche anno fa a Luzzogno, in Val Strona 2, esisteva una campana che portava la firma: “Mazzola 1475” e che suonava meravigliosamente. 1) Valduggia: comune in Provincia di Vercelli dove, nel 1403, è stata fondata la “Premiata Ditta” Achille Mazzola. 2) Strona: fiume del Piemonte che scorre per 40 chilometri in Provincia di Novara. Nasce dal monte Capezzone e percorre la valle omonima ricca di minerali. A Gravellona Toce si biforca: il ramo occidentale sfocia nel Toce, quello orientale nel Lago Maggiore. Strona è anche il nome di un comune in provincia di Biella. Qui Viguzzolo 2010 63 Cultura Il Borgo Insigne Quest‟anno il nostro ridente paese è stato onorato con una pubblicazione in suo onore. Il compianto viguzzolese Domenico Peverone ha infatti dedicato un intenso lavoro di ricerca alla storia del nostro borgo, “Il Borgo insigne” ricco di storia, una storia millenaria. Il manoscritto raccoglie in esso, in maniera dettagliata, gli avvenimenti ed i fatti che hanno portato Viguzzolo ad essere ciò che è oggi. Nessun altro titolo avrebbe potuto trasmettere in maniera più diretta ciò che il lettore andrà a leggere. Da queste semplici parole inizia il viaggio di Domenico Peverone nel passato del nostro paese:... “La storia di Viguzzolo, di per sé poco importante perchè non annovera avvenimenti significativamente determinanti, se inserita in un più ampio contesto, assume un proprio valore. Questa terra di minuscole proporzioni che, per mancanza di motivi, occasioni o fatti degni di nota, non è stata onorata ai suoi albori dalla testimonianza degli storici, ha avuto, tuttavia, la sua storia”. Noi di questa storia facciamo proprio parte. Domenico Peverone, viguzzolese nato il 19 giugno 1927, da alcuni anni purtroppo venuto a mancare, autore del libro “Viguzzolo, Il Borgo Insigne”, ha dedicato anni della sua vita a cercare origini, punti di partenza, intrecci storico-politici, e vicende che hanno plasmato la vita della nostra popolazione. E‟ stato un grande appassionato di storia locale ed ha sempre sostenuto che solo chi sa da dove proviene, sa dove va; l‟Amministrazione comunale di Viguzzolo ha quindi dato alla stampa questa sua altra opera postuma, dopo il successo della pubblicazione del libro “Il Monastero della SS. Annunziata”, al fine di avvicinare quanto più possibile la popolazione a quello spirito di impegno e di amore per il proprio paese, per le proprie origini e per i propri concittadini espresso da Domenico Peverone, e per rendere noto il suo personale lavoro, un positivo esempio di dedizione, studio, perseveranza, passione, ricerca delle propri radici e quindi del proprio essere. Infatti, questo libro è un vero e proprio trattato di storia, frutto di anni di lavoro e ricerche in biblioteche ed archivi. Lo studio della nascita del nostro paese ha inizio sin dalla più approfondita ricerca della prima volta che nella storia è stato menzionato il nome di un certo “Vicuciolo”, in un atto notarile del 27 aprile 804, redatto in Viguzzolo (acto Vicuciolo), dal notaio Tousso (o Tiusso); in un successivo documento del 24 Novembre 893, atto dell‟Imperatore Lamberto, si faceva menzione alla presenza di una chiesa che costituiva già all‟epoca un motivo di prestigio per il paese, fulcro dell‟aggregazione spirituale, religiosa e comunitaria, e di un ricco mercato annuale in onore di San Martino, protettore dei Viandanti, proprio in un paese sito in quello che già allora era un importante crocevia tra Tortona e Piacenza. La documentazione delle origini del nostro paese non poteva per l‟autore scindere dal cercare il significato etimologico di Viguzzolo: piccolo Vico, ossia piccolo Paese, op- Viguzzolo (AL), via Tortona 7 - Tel. 0131.898989 64 Qui Viguzzolo 2010 di Silvia Magrassi pure "vicus solis" o "vicus solus" perchè attraversato da a Viguzzolo si trovava proprio “ di fronte alla casa del una sola strada, altrimenti "vicus solus", perchè isolato sagrestano (...) unita all‟Oratorio del Gonfalone”, quanin mezzo a campagne, in parte ancora acquitrinose, fra il do si faceva uso per la comunicazione delle sentenze, del Grue ed il Curone. famoso Crocefisso sito ora nella Pieve Romanica. DescriL‟autore spazia quindi dal menzionare, con minuziosa ve le epidemie, con un inquadramento storico ed eziolodescrizione, ritrovamenti e reperti nei nostri terreni che gico, e con la stessa precisione storica spiega i movimenti testimoniano le origini del nostro paese, a partire dagli demografici di Viguzzolo: la nostra popolazione da un insediamenti da cui ha preso vita il centro abitato; dal valore stimato al 1458 di circa 2.150 abitanti, raggiunse principio si stabilirono nelle nostre terre i Liguri, cui seminimi di 650 abitanti nello sfortunato anno 1630, l‟anno guirono i Romani, come si può intuire dalla radice romadella famosa peste citata dal Manzoni, sino ad arrivare a na del nome Viguzzolo (vicus) e dalla sua urbanizzazione contare 2576 abitanti all‟inizio del XX secolo. a pianta quadrata. Fu In una seconda parte apquindi la volta dei Barbaprofondisce la trattazione ri; giunsero quindi i Londelle Istituzioni Viguzzogobardi, insediatisi a lesi: la nostra Pieve, il Tortona, sino a quando il Monastero della SS. Annostro paese, ai tempi del nunziata, Chiese ed OraSacro Romano Impero, tori che sono giunti modifu affidato da Carlo Maficati nella loro architetgno ad un condottiero tura sino ai giorni nostri, chiamato Marescotti, e e di molti altri edifici che così via tra Visconti, purtroppo sono andati Sforza, Fogliani Sforza distrutti nel tempo. d‟Aragona, ecc. Questo libro rappresenta Narra di carestie ed atti s i c u r a m e n t e di coraggiosa disobbeun‟opportunità per tutte dienza dei Viguzzolesi le famiglie viguzzolesi di nei confronti dei Signori comprendere meglio le La presentazione del volume il Borgo Insigne presso la Sala Considel Ducato di Milano, proprie radici, il vissuto gliare. Da sinistra Fabrizio Priano per la Fondazione CRAL, Alberto dell‟incendio che tanto è De Francisci (il grafico), il vicesindaco Silvia Magrassi, il Sindaco di chi ci ha preceduto ed richiamato alla memoria Luigi Butteri Rolandi, il vice Presidente Ugo Cavallera, l‟Assessore ha costruito il Comune di dai nostri vecchi, leggen- alla Cultura Simone Pellegrin e Pierluigi Pernigotti Viguzzolo, di chi ha conda che è stata a lungo diviso i momenti più o tramandata ma che invece ha precise radici storiche, promeno fortunati della storia di questo paese, insieme, legababilmente frutto di questo contrastato rapporto con i ti, accomunati da uno spirito di cittadinanza e responsabiSignori del Ducato di Milano. Tratta delle influenze e lità, attaccamento per le proprie origini, uno spirito di delle ripercussioni che il nostro paese ha subito, travolto rispetto comunitario, di vicinanza, che più che mai è nedalle vicende nazionali e tortonesi. Nel ricordare i saccessario riscoprire sin dai banchi di scuola e nella nostra cheggi dei francesi (ottobre 1642), rende scorci storici di vita quotidiana, all‟interno delle nostre famiglie. incredibile realismo così come nel trattare del periodo della Sacra Inquisizione, quando la casa dell‟Inquisizione Qui Viguzzolo 2010 65 Cultura Appunti per una storia su Viguzzolo e dintorni Nella certezza che la lettura di questo testo, che l‟autore sottotitolava semplicemente “Appunti per una storia su Viguzzolo e dintorni”, risulterà affascinante, appassionante, curiosa e più che mai utile per riportarci alla nostra vita, ai nostri valori ed ai nostri obiettivi, vogliamo rendere un ulteriore omaggio a Domenico Peverone pubblicando alcuni stralci inediti del capitolo primo del manoscritto da cui trae origine il libro “Viguzzolo, Il Borgo Insigne”. Trattando della storia delle popolazioni liguri con una connotazione nazionale piuttosto che locale, per garantire un equo trattamento nel testo di ogni fase storica e di ogni capitolo della vita del nostro paese, abbiamo preferito proporvi questo excursus nella rivista alla quale il nostro “storico locale” ha sempre prestato la sua opera, Qui Viguzzolo, arricchendola ed impreziosendola coi suoi contributi. Scrive G. Manfredi che i Liguri di origine celtica, vennero in Italia dalla Provenza 576 anni prima dell‟edificazione di Roma. Secondo Alessandro Tonso i Liguri furono i “primi popolatori d‟Italia. Circa il tempo in cui trasmigrarono dalla Liburnia in Italia, tutto ciò che possiam dire, si è ch‟esso non è posteriore all‟anno 1500, avanti l‟era volgare...La regione più atta al loro trasmigrare sia per la bontà del clima, sia per la facilità e opportunità del passaggio, fu l‟Italia...il più facile, e ovvio passaggio dalla Liburnia (ora Croazia) in Italia si è quello delle Alpi Carniche pel monte Ocra, ch‟è delle Alpi il più basso. Ora egli è certo, che fin all‟Alpi Carniche giungevano anticamente i Liguri...” Varcando quindi la pianura occuparono il territorio fra il Magra, il Po, le Alpi Marittime ed il Tirreno, stanziandosi nell‟attuale Liguria, nel Piemonte meridionale, nell‟Oltrepò pavese ed in una parte del piacentino comunque non oltre il Po, al di là del quale erano i Celti. La nostra pianura, coperta da immense paludi formatesi per lo straripamento dei fiumi e dei torrenti che scorrevano in ampie depressioni e dove crescevano spontaneamente fitte boscaglie, non potendo dar loro ospitalità, li costrinse a stanziarsi sulle alture. "Non era difatti conforme ai loro costumi (comuni in ciò a tutti i primitivi rozzi popoli) un piano, o per dir meglio valle, massimamente resa incomodissima dalle tante paludi, laghi, fiumi disalveati, inondazioni continue, che dovevano allora abbondarvi soverchiamente...” “Tutto il paese abbonda di fiumi e di paludi...anche gran parte della Cispadana era occupata da paludi per le quali Annibale con difficoltà passò in Tirrenia...” dice Strabone. In quei tempi era più agevole valicare un passo alpino che avventurarsi nelle paludi e nei ghiaieti della Val Padana. La terra posta in alto era pertanto l‟unica che poteva essere lavorata e fornire qualche, seppur scarsa, possibilità di sopravvivenza: pochi furono i nuclei sorti al piano o nelle valli. A mezza costa costruirono i loro villaggi fatti di miseri tuguri in pietre sovrapposte, laddove le pietre erano facilmente reperibili, o di capanne conteste di rami ed intonacate di fango, oppure in caverne. Dice P.Barocelli, riportando una descrizione di Posidonio presso Diodoro Siculo che, verso il 100 a.C, “i Liguri abitano una terra aspra e del tutto sterile...il faticoso 66 Qui Viguzzolo 2010 lavoro e la costanza vincono la natura, ma dai molti sforzi raccolgono a stento scarsi frutti. Per il continuo esercizio e per la scarsità dei cibi i loro corpi sono scarni e nervosi. Il loro più frequente ricovero è sotto rocce od in caverne naturali.” Aristotele riferisce la credenza popolare che i Liguri avessero soltanto sette costole. Forti di natura, di costumi rudi, sobri e laboriosi, intraprendenti ed animati da spirito indipendente, tempravano i loro figli al gelo e li soggiacevano in lunghe ed estenuanti camminate. Le donne avevano la forza degli uomini e gli uomini quella delle fiere. Le mogli erano soggette all‟autorità dei mariti ed i figli a quella dei padri. In origine i Liguri non traevano altro governo se non dalle regole nate in seno al nucleo familiare, pur essendo costituiti in piccoli gruppi o tribù autonome ma interdipendenti anche se disseminati in un territorio più vasto. Queste tribù erano, probabilmente, chiamate dai Liguri ceive, peive, pieive, pieve, donde il plebe degli scrittori romani. Avevano i loro regoli, cioè i Re, che però non sappiamo se erano elettivi od ereditari (anche se vi furono esempi di figli successi al padre), “che però dalla picciolezza dei regni e poca autorità di Re, nasceva che la dignità regale non era oggetto di molta ambizione! I Re portavano lunga barba ed avevano, come scettro, un ramo di quercia nella mano destra. Le loro leggi erano poche e semplici ma, più che sulle leggi, si reggevano sugli usi e sulle tradizioni dei padri e le consuetudini religiose venivano trasferite ed applicate nell‟ambito civile per derimere le controversie e le ingiustizie. I Liguri erano dediti alla caccia ed al lavoro della terra dalla quale, con attrezzi imperfettissimi, traevano di che vivere aiutati dalle donne che attendevano anche alla pastorizia. Col passare del tempo, non bastando più a se stessi, sentirono il bisogno e la necessità degli scambi e si misero a trafficare con i vicini. Consideravano l‟olmo un albero sacro e sotto di esso si radunavano i maggiorenti per prendere le loro decisioni o trattare questioni. Credevano in un Dio che essi chiamavano con il nome antichissimo di Vel, che Strabone scrive anche Kel, corrottosi poi in Cel. Un atto di religione era il culto dei morti. Le loro prime tombe consistevano nel coprire il cadavere di Domenico Peverone con sassi. Più tardi adottarono l‟uso romano di costruire delle casse formate da lastroni di terra cotta, dove ponevano i morti: a volte, invece, sistemavano sul cadavere dei grossi mattoni a mo‟ di capanna. Adottarono anche il rito della cremazione che praticarono dall‟inizio dell‟età del bronzo fino ai primi secoli dell‟Impero. Il Ligure fu, comunque, un popolo non ben conosciuto le cui vicende sono note soprattutto a partire dal momento in cui avvenne il suo impatto col mondo greco e romano. Nell‟anno 328 avanti l‟era volgare i Romani, condotti da Gracco, invasero le nostre regioni devastandone gran parte e conducendo prigionieri, in Corsica ed in Sardegna, un gran numero di liguri. Una seconda invasione di Romani nel tortonese, capitanata dal Console Cornelio, avvenne nell‟anno 237 a.C. e nella quale furono uccisi 24.000 Liguri e 5.000 furono condotti prigionieri a Roma. La terza invasione sarebbe avvenuta nell‟anno 236 a.C. sotto il consolato di Cornelio Lentulo e Licinio Varo. Con un‟arma vennero assaliti i Boi ed i Liguri arrecando distruzioni, saccheggi, spoliazioni di terre e di villaggi. L‟anno successivo, però, i Liguri riconquistarono quanto era stato loro sottratto per cui, nel 234 a.C., i Romani furono costretti nuovamente ad intervenire. Nel 223 a.C. i Romani stabilirono la loro dominazione nel tortonese anche se, successivamente, dovettero sedare reiterati tentativi di ribellione. Infatti nell‟anno 197 a.C, il Console Q.Minucio Rufo, per debellare la tenace ostilità dei Liguri d‟oltre Appennino e rendere più sicuro il transito sulla via GenovaDerthona-Piacenza, che allora si snodava su un tracciato di piste montane, valicò i Giovi e, sboccando nel piano, con violente battaglie occupò Libarna, Iria e Clastidium. I Liguri, strenui difensori della loro terra, anche se aspra ed ostile, trovarono nei Romani degni avversari. Da questi furono sopraffatti per la superiorità nell‟arte della guerra, per la migliore tecnica nell‟uso delle armi e per la più approfondita conoscenza delle tecniche belliche. Le frequenti e quasi ricorrenti guerre che si combattevano fra i Romani e i Liguri, fra i Romani e gli Insubri, si spiegano col fatto che anche questi due popoli non latini della Padania, seppure ancestralmente ostili fra di loro, esigendolo la necessità, si siano a volte alleati contro Roma. Prova ne sia il fatto che quando Annibale, nel 218 a.C, scese dalle Alpi, se li trovò alleati mentre Genova, che era alleata di Roma, fu distrutta da Magone, fratello minore di Annibale. Dice il Gabotto che il Ligure fu “un antico popolo fortissimo che aveva dato in altri tempi molto travaglio a Roma, e che Roma non era riuscita a conquistare interamente se non in capo di parecchi secoli, all‟apice della sua potenza.” Comunque la vita in comune dei due popoli, col passare del tempo, creò una specie di amalgama di linguaggio, di costumi, di comportamenti e di leggi. Ma questa integrazione non avvenne in maniera uniforme. Dove i costumi, le tradizioni e le leggi dei Liguri resistettero più a lungo a tale processo, fu nelle campagne dove il contatto con l‟elemento e la realtà romani furono meno frequenti che nelle città. Anche se la civiltà dei vincitori, a poco a poco in un divenire naturale delle cose, si sovrappose trasformando il loro modo di vivere, i Liguri mantennero quei principi fondamentali che li avevano sempre informati, anche perchè i Romani, dove arrivavano, non distruggevano ma latinizzavano, rispettosi del jus gentium. Il Goggi sostiene che tutti i fiumi, quasi tutti i monti e la stragrande maggioranza dei paesi antichi, hanno nomi liguri. Ci si deve pertanto affidare alla toponomastica e alle molte forme dialettali. Sarebbero di origine ligure quelli che terminano in asco, asca, assi, allo, come ad esempio Vigallo, così come i composti di ar, var, ver. I Liguri, pur essendo privi di scrittura, avevano una propria parlata di origine ariana, indoeuropeizzata, in seguito, con il contributo del Celti che, pur essendosi successivamente ibridata per effetto della dominazione romana, si mantenne in alcune espressioni che ancor oggi sopravvivono nel nostro dialetto. Scrive il Goggi: “La parte del linguaggio ligure di maggior uso che fu sostituita dal latino andò perduta. Furono conservate invece le parole che formavano la base della toponomastica...altre, non molte, furono conservate dal dialetto. Qui Viguzzolo 2010 67 Cultura Il Mulino della Cavallina Nel maggio dell‟anno appena trascorso, grazie ad una collaborazione tra l‟ACV, la sezione C della scuola dell‟Infanzia di Viguzzolo e i Fratelli Marchesi, è stata organizzata una visita al Mulino della Cavallina. Questa interessante esperienza ha dato ai bimbi una dimostrazione pratica di diverse discipline: storia, cultura contadina, scienze naturali, tecnica, ed ancora la riscoperta di prodotti come la farina integrale e di mestieri come quello del mugnaio che i più non conoscevano. Aiutati dal libro “La valle dei mulini” di Italo Cammarata anche noi possiamo riflettere su questa esperienza. Il bacino idrografico del Curone non è particolarmente ampio, circa 240 kmq per una lunghezza di 52 km, dimensioni modeste, quindi, e con portate d‟acqua discontinue; nonostante questo lungo il suo corso sono sorte nei secoli 30 ruote idrauliche utili per macinare, pestare, segare, follare. Questa inaspettata ricchezza si deve ad una complessa struttura politica del periodo feudale dominata dalle grandi famiglie della zona. Un esempio è il diritto sulle acque del Curone e del Grue da parte del Comune di Tortona, diritto che questi fece valere nel 1234 quando ordinò di scavare una roggia per alimentare, con l‟acqua del Curone prelevata a Volpedo, i mulini posti a Viguzzolo. renza di chi macinava meglio ed a minor prezzo. Dopo l‟unità d‟Italia, molti impianti si rinnovarono montando la ruota idraulica in ferro che “riceve l‟acqua verso la sua sommità ed, in grazia della particolar forma delle cassette, la ritiene sin presso il punto più basso”. Durante la seconda guerra mondiale i mulini ad acqua tornarono ad avere una grande importanza ed a sfamare la gente, ma l‟avvento dei grandi impianti a cilindri e la fine della panificazione familiare provocarono il tramonto irreversibile dei mulini idraulici. La tecnologia del mulino ad acqua è stata la forma più evoluta di sfruttamento di un‟energia rinnovabile: infatti il mulino non esaurisce l‟energia dell‟acqua e questa, Figura 1 Avere un mulino era, per ogni feudatario, una vera e propria responsabilità, perché era un modo di prestare un servizio pubblico, dapprima con costruzioni modeste in legno con il tetto di paglia, poi in muratura con il tetto in coppi. Con l‟installazione dei mulini ad acqua nacque la figura del mugnaio, lo specialista che prendeva in affitto il mulino mettendo poi a disposizione dei clienti l‟impianto e la sua capacità, in cambio di una percentuale del macinato. Questo fino al 1797, quando Napoleone cancellò l‟ordine feudale permettendo quindi l‟iniziativa privata di piccoli imprenditori di mulini e la nascita di una virtuosa concor- 68 Qui Viguzzolo 2010 uscita dalla ruota, è già disponibile per far girare un‟altra ruota appena più a valle. Per questo motivo sulla roggia intorno al paese potevano funzionare nello stesso momento più mulini. Esistevano diversi tipi di impianti, ma a Viguzzolo erano tutti costruiti sulla terraferma e con uno schema classico costituito essenzialmente da una presa d‟acqua ed una roggia per l‟alimentazione, opere di cui abbiamo scritto all‟inizio e che per centinaia di anni sono state oggetto di contestazione. Parte fondamentale del sistema era la ruota idraulica, inizialmente in legno di melo, ma dal XIX secolo realizzata in ferro; la sua velocità di rotazione poteva di Mauro Sartor essere regolata dagli incastri posti lungo la roggia, mentre l‟accelerazione era registrabile dall‟interno del mulino (come visibile in fig. 1). L‟asse della ruota idraulica (T) portava il movimento ad una serie di ingranaggi (M,N) e quindi al palmento (B), il meccanismo molitorio vero e proprio delle granaglie. Nel palmento le macine in pietra erano due e disposte orizzontalmente, quella inferiore (Q) era fissa mentre quella superiore (R) ruotava sul proprio asse. Nella fessura tra le due mole (E), i cereali venivano frantumati ed espulsi all‟esterno dalla forza centrifuga. Le due macine erano coperte da una protezione in legno con I bambini della scuola dell‟infanzia durante la gita al vecchio mulino un foro centrale e su di essa poggiava la tramoggia (A), una struttura l‟autorità politica, le organizzazioni locali e la scuola si sempre in legno in cui si versava il sacco delle granaglie rendano conto di quanto sia importante questo patrimonio (S) che gradatamente scendevano nel foro centrale della e quanto sia necessario adoperarsi per conservarlo prima mola rotante per essere macinate. Durante la molitura, il che venga distrutto dal “progresso”. Un primo tentativo sistema permetteva al mugnaio di intervenire continuadi valorizzazione si è concretizzato con l‟iniziativa mente come tecnico che regolava la quantità d'acqua per “Visita al mulino ad acqua di Viguzzolo”. Il progetto la ruota idraulica (H) e la distanza delle mole. A mulino prevedeva la spiegazione del principio di funzionamento fermo invece interveniva come artigiano rabbigliatore del macchinario, usando un linguaggio semplice e comdelle proprie macine per ravvivarne i solchi consumati e prensibile ai bambini, la visita dell‟impianto, la messa in come riparatore degli ingranaggi consumati. Alla fine del funzione della ruota idraulica da parte dei mugnai e la processo un sistema di setacciatura (G) permetteva di macina del mais. In un secondo momento, nell‟area circoseparare la farina (L) dalla crusca. stante il mulino, i bambini hanno realizzato disegni a In tempi di comunicazioni difficili, per andare a macinare pennarelli che riproducevano quanto visto. non esistevano prenotazioni: la regola era di andare di Un‟esperienza senza dubbio molto positiva, che ha acpersona con i sacchi di cereali e mettersi in fila; chi arricontentato i bambini, le maestre Bruna, Maria e Adriana, vava prima, prima veniva servito. Ecco che il mulino la dirigente scolastica Dott.ssa Carozzo, i genitori e i mudiventava allora un punto di incontro, di aggregazione; vi gnai Rico e Giulio. Proprio loro dobbiamo ringraziare per arrivavano i contadini a portare i cereali, i fornai ed i paeil grande lavoro di restauro del Molino della Cavallina: sani a prelevare la farina, ma anche i nobili e gli ecclesiaun altro importante monumento che arricchisce il patristici vi passavano di sovente. Al mulino la gente in attesa monio storico e culturale del nostro paese. chiacchierava, circolavano le idee, e le novità arrivavano da lontano con i tecnici per la manutenzione dell‟impianto che venivano anche da posti sconosciuti. Il mulino era un “centro culturale” e il mugnaio una persoBibliografia na tendenzialmente attenta alle novità. Viguzzolo è il paese delle valli Curone e Grue dove si è Italo Cammarata realizzata nei secoli la più alta concentrazione di mulini, La valle dei mulini Storia e geografia degli impianti idraulici mossi dalle acproprio grazie alla famosa roggia. In un documento del que del Curone e del Grue. EDO Edizioni Oltrepò, 1997 10 febbraio 1665, il Ragionatto della Comunità di Viguzzolo elenca i quattro mulini: 1) Molino Vecchio o degli I mulini della val Curone Squarzoni 2) Molino della Cavallina 3) Molino di Sotto Tesi. Autore: Chiara Lovazzano. Ateneo: Università di fuori della Porta Sottana 4) Molino Nuovo, distrutto dai Genova- Facoltà di architettura. Anno Accademico 20022003 Francesi nel 1642. A memoria, noi ricordiamo solo quello vicino alla Pieve e quello funzionante della Cavallina. http://www.istsuperiore-lissone.net/Lavori/mulini/index.htm Queste poche righe non possono certo esaurire questo http://www.tuscany.name/CORNUCOPIA/testi/ argomento così ricco di storia, ma la speranza è che mulitxt.htm#1 Qui Viguzzolo 2010 69 Cultura Biblioteca di Viguzzolo Un anno di attività – 2010 L'anno appena trascorso ha portato finalmente alla conclusione della transizione della biblioteca dal primo piano al piano terra del locale ricavato nel sedime un tempo occupato dalla vecchia palestra delle scuole elementari, all'interno del cortile municipale. Portati a termine nel 2009 i lavori di ristrutturazione della nuova sede, nel corso dell'ultimo anno si è provveduto alla installazione della scaffalatura a muro, realizzata dall'architetto Enrica Delfino su due piani di cui uno sopraelevato, sostenuto da una struttura metallica. Alla fine dell'estate scorsa si è quindi potuto procedere con il trasloco, prima le scaffalature mobili e infine il materiale librario: la sezione Ragazzi e tutta la Narrativa (Autori Italiani e Autori Stranieri), insieme ad altri settori di minore consistenza, hanno trovato posto al piano su terra, mentre la “saggistica” e le opere di consultazione (Filosofia e Psicologia, Religione, Scienze, Storia, Geografia, Arti ecc) sono state collocate sugli scaffali del soppalco, raggiungibile tramite una funzionale scala addossata alla parete di fondo del locale. Si è così conclusa una ancor più lunga transizione, iniziata nel 1999, allorché la Biblioteca aveva abbandonato l'originaria collocazione in piazza della Libertà, occupata dall'apertura avvenuta nell'aprile 1991. Il locale al primo piano, sopra la rinnovata Biblioteca, potrà ora tornare alla sua destinazione d'uso originaria, vale a dire quella di sede dell'Archivio Storico Comunale. Insieme, Archivio e Biblioteca, vengono così a costituire un omogeneo polo culturale e documentario. Il lavoro di allestimento delle strutture e di spostamento del materiale librario è stato reso possibile, come sempre, dalla preziosa disponibilità di alcuni collaboratori volontari, che qui ringraziamo: Sandro Bindella, Michela Moratto e Flavio Toscani, insieme ai giovanissimi fratelli I bambini della I B della Scuola Primaria di Viguzzolo in visita presso la biblioteca lo scorso 12 dicembre 2010 70 Qui Viguzzolo 2010 Andrea e Pietro Pesce. L'apertura al pubblico pomeridiana su scala annuale è stata consentita in particolare dalla disponibilità del prof. Flavio Toscani, che è in servizio attivo volontario presso la biblioteca ormai dal 2004. Ricordiamo che l'orario minimo di apertura settimanale è garantito da sempre per un minimo di 12 ore, attualmente tutte pomeridiane (lunedì, La “Sezione Ragazzi” allestita presso la nuova sede della biblioteca, al piano terra del locale posto nel cortile municipale mercoledì, giovedì e venerdì, ore 15.00-18.00). La presenza del bibliotecario – la cui disponibilità viguzzolese è ridotta dal fatto di prestare servizio su diverse sedi nell'ambito della Comunità Collinare Basso Grue-Curone e della convenzione con il Comune di Volpedo - è invece legata alle ore mattutine, consentendogli la gestione informatica dell'andamento dei prestiti e dell'utenza, la politica degli acquisti e della catalogazione, il disbrigo delle pratiche amministrative, il mantenimento del rapporto con le scuole, garantendo la possibilità delle costanti e sempre più assidue visite settimanali delle classi delle scuole locali. Di tutto questo, come sempre, bisogna tener conto nel valutare gli elementi statistici relativi all'anno 2010, che ora proponiamo all'attenzione del lettore, ancora una volta con l'aiuto delle accurate elaborazioni statistiche di Alessandro Poggi (che nuovamente ringraziamo). Prestito interbibliotecario Tutti gli utenti iscritti alle biblioteche aderenti al Sistema Bibliotecario Nazionale (vedi box nella pagina) possono accedere al servizio di prestito interbibliotecario, grazie al quale si possono ottenere volumi non reperibili nella biblioteca locale ricevendoli in prestito da una qualsiasi delle altre biblioteche aderenti. Nel corso del 2010 sono stati effettuati dalla biblioteca di Viguzzolo 37 prestiti di Pierluigi Pernigotti interbibliotecari (erano stati 13 nell‟anno precedente), tutti a favore di biblioteche esterne: 16 prestiti alla civica di Garbagna, 12 alla comunale di Casalnoceto, 4 alla civica di Tortona, 2 a quella di Alessandria, e 1 ciascuno alla Biblioteca Astense, alla civica di Valenza e alla “Ricottiana” di Voghera. Servizio Bibliotecario Nazionale La biblioteca civica di Viguzzolo a partire dal marzo 2004 aderisce al Servizio Bibliotecario Nazionale (Sbn), che è un servizio in rete, accessibile a tutti in versione Opac, con il servizio “Librinlinea” della Regione Piemonte, direttamente all’indirizzo http://sbnweb.csi.it:8092. Attraverso “Librinlinea” è possibile avere informazioni dirette circa la disponibilità libraria di ogni singola biblioteca aderente in ambito regionale, compresa ovviamente la civica di Viguzzolo. Il polo nazionale Sbn è invece consultabile all'indirizzo http://opac.sbn.it/. Per avere ulteriori informazioni si può scrivere direttamente all'ind i ri zzo di posta elettronica [email protected]. Patrimonio e acquisizioni librarie Il patrimonio librario inventariato al 31 dicembre 2010 assomma a 9.686 unità bibliografiche (erano 9.439 un anno prima, si è quindi registrato un incremento di 247 volumi). I 247 volumi acquisiti nel corso dell'anno (erano stati in tutto 118 nel 2009), sono quasi equamente suddivisi tra acquisti veri e propri (118 volumi, contro i 115 del 2009) e donazioni (129 volumi, solo 3 nel 2009). Tutti i volumi di nuovo accessionamento vengono inventariati e successivamente inseriti in Sbn direttamente in biblioteca a Viguzzolo: in questo è di valido aiuto soprattutto Michela Moratto, il cui intervento consente di velocizzare le operazioni, garantendo nello stesso tempo l'autonomia e l'autosufficienza della nostra biblioteca rispetto alle prestazioni di catalogazione eventualmente disponibili presso il Sistema Bibliotecario di Tortona e del Tortonese. Catalogazione Al 31 dicembre 2010 i volumi catalogati in Sbn assommano in totale a 7.136, mentre erano 6.752 alla stessa data del 2009, con un incremento pari a 384 volumi. Considerato che il totale del patrimonio librario posseduto assomma, come detto in precedenza, a 9.686 volumi, la catalogazione effettuata è quindi pari a circa il 73,7% del totale, mentre era poco oltre il 71,5% un anno prima. Ricordiamo di passaggio che a fine 2004 (primo anno di attività in Sbn) tale percentuale era al 27%, per passare al 48% nel 2005, al 57% del 2006, al 64% nel 2007. Le nuove acquisizioni vengono inserite subito al momento dell‟arrivo in biblioteca, mentre per il pregresso si procede sistematicamente seguendo a ritroso il numero di inventario: ad oggi sono state inserite tutte le acquisizioni a partire da quelle che recano la data di inventario del giugno 1993. Pertanto chi consulta la base-dati “Librinlinea” (http://sbnweb.csi.it:8092) è in grado di conoscere tutte le novità appena acquisite dalla biblioteca (siano acquisti oppure donazioni), nonché tutti i titoli entrati negli ultimi diciassette anni, su un totale di ormai quasi venti anni di attività (il “compleanno” è fissato per il 1° aprile 2011). Utenti Gli utenti che effettivamente hanno usufruito del servizio di prestito librario presso la civica di Viguzzolo nel corso dell‟anno, prendendo in prestito almeno un volume tra il 1° gennaio e il 31 dicembre 2010, sono stati 360, mentre erano stati 326 nello scorso anno. Dei 360 utenti “attivi” nel corso del 2010, 86 risultano essere nuovi iscritti (73 nel 2009). Di questi 86 nuovi utenti annuali, ben 70 sono ragazzi sotto i 14 anni, effetto delle periodiche visite delle classi della scuola primaria e anche della scuola media. I ragazzi sotto i 14 anni sono stati infatti 253 sul totale degli utenti annuali, mentre 100 sono stati i maggiori di tale età e 7 gli enti (prestiti interbibliotecari). Prestiti L‟anno che si è appena concluso ha fatto registrare un numero significativo di prestiti, in netta ripresa rispetto al 2009, anno che era stato caratterizzato dalla forzata sosta estiva a causa dei lavori di ristrutturazione: sono stati infatti 2.708 i volumi usciti in prestito librario nel 2010, contro i 2.034 dell‟anno precedente. L‟indice prestiti/utenti (prestiti effettuati in media da ogni utente nel corso dell‟anno) è stato di 7,5 nel 2010, mentre era stato pari a 6,2 l'anno precedente. Vediamo ora i dati nel dettaglio, riportando tra parentesi il raffronto con l‟anno precedente. La media mensile è stata di circa 226 prestiti (170 nel 2009), con un indice annuale di prestiti per abitante di 0,83 (0,68). L‟indice è un indicatore obiettivo in quanto è dato dal numero dei prestiti annuale diviso il numero degli abitanti (3.262 al 31/12/2010). A questo punto vale forse la pena di aprire un inciso relativo alla costante crescita fatta registrare dalla popolazione viguzzolese negli ultimi anni: il dato più basso si era infatti registrato a fine 2002, con 2.866 abitanti; da allora è iniziata una costante crescita che ha portato al dato, già sopra segnalato, di 3.262 abitanti al 31/12/2010. I più letti dagli Adulti Vediamo ora gli autori che si sono conquistati i primi dieci posti tra i più letti dal pubblico viguzzolese “adulto”, non senza segnalare una maggiore dispersione delle preferenze rispetto al recente passato: il primo classificato del 2009, Andrea Camilleri, aveva conquistato il primato con 22 prestiti, mentre il primo classificato del 2010, Henning Mankell, ha fatto registrare solo 16 prestiti tra tutti i suoi titoli in catalogo. Segue Elizabeth George a 15 prestiti, a pari merito con le guide turistiche del Touring Club Italiano. Qui va segnaQui Viguzzolo 2010 71 Cultura lato come le altre principali guide turistiche a disposizione degli utenti, quelle della editrice Edt, sono registrate al prestito per autore, e quindi non risultano in questa classifica, a vantaggio di quelle del Touring, che non hanno un autore proprio e quindi vanno tutte registrate sotto il nome dell'editore. Le guide turistiche, di cui la biblioteca di Viguzzolo vanta un cospicuo e aggiornato catalogo, costituiscono comunque la stragrande maggioranza dei 42 prestiti fatti registrare alla voce “Storia e Geografia” nella tabella sotto riportata. Proseguiamo nella nostra classifica con Michael Connelly, quarto con 12 prestiti, seguito da Italo Calvino, primo degli italiani con 11 prestiti, e da Andrea Camilleri, sesto a pari merito con John Grisham e Stephen King, tutti con 10 prestiti. Al nono posto, con 9 prestiti ciascuno, abbiamo Claude Izner e Andrea Vitale; chiudono, al decimo posto con 8 prestiti ciascuno, Lynda la Plante, Valerio Massimo Manfredi, e Wilbur Smith. Spicca molto nettamente in classifica, come sempre, la predominanza dei giallisti; vanno quindi salutate con favore le presenze di autori italiani quali il divulgatore storico Manfredi e il narratore puro Vitali, oltre a un Calvino che, con tutta evidenza, è sempre in testa alle liste di lettura consigliate dalla scuola I più letti dai Ragazzi La classifica degli autori preferiti dai ragazzi presenta, come di consueto, valori assoluti molto più elevati, essendo le preferenze in questo ambito decisamente più polarizzate. La graduatoria è aperta, abbastanza prevedibilmente, dal duo costituito da Geronimo Stilton, con 287 prestiti e da James Gelsey (“Scooby-Doo”) con 168; segue Angelo Petrosino (“Valentina”) che, con 101 prestiti arriva quasi a raddoppiare il dato precedente (55). Al quarto posto, stabile, abbiamo R.L. Stine (“Piccoli brividi”) con 80 prestiti (85 nel 2009). Seguono Prunella Bat (“Milla Sugar”), che pure raddoppia il dato precedente, con 61 prestiti contro 30 e Ron Roy (“Piccoli investigatori”) con 46 prestiti (25 nel 2009). Dal settimo al nono posto abbiamo tre autori prediletti dai più piccoli lettori: Joe Carrot con 40 prestiti, Dav Pilkey con 39 e K.H. McMullan con 30. Chiude la classifica dei primi dieci Nick Arnold (“Brutte scienze”, “Brutta storia” ecc.) con 28 prestiti. Da segnalare, nelle posizioni di immediato rincalzo, brave autrici italiane quali Nicoletta Costa (23 prestiti), Anna Lavatelli, Moony Witcher e Paola Zannoner (tutte a 13 prestiti), ma anche Aurora Marsotto ed Elisabetta Gnone con, rispettivamente, 12 e 11 prestiti. Non dimentichiamo, inoltre, i “sempreverde” quali Roald Dahl e Roberto Piumini (17 e 16 prestiti ciascuno) e un nuovo autore che sta andando per la maggiore tra i ragazzi, italiano a dispetto del “nom de plume” di Ulyssess Moore: Pier Domenico Baccalario (questo il suo nome vero) ha fatto registrare 11 prestiti presso la nostra biblioteca con i suoi fantasiosi e avventurosi volumi. Iniziative di promozione della lettura Nel corso dell‟anno scolastico è stata confermata la consuetudine delle periodiche visite delle classi della scuola primaria, grazie al sempre positivo e collaborativo rapporto instaurato con le insegnanti e con la direzione dell‟Istituto comprensivo di Viguzzolo. Come già nei due I bambini di V elementare nella recita “L‟inferno per gioco”. Da sinistra: Massimiliano, Stefan, Marco, Riccardo, Giulia, Nicolò, Marian, Stefania, Chiara, Rebecca, Nahid, Mattia, Alessio, Daniel, Giovanni, Pietro, Max, legge Camilla. Anni Scolastici precedenti, alle classi della primaria, già da tempo coinvolte, si sono aggiunte alcune classi della scuola media (le tre sezioni “D” e la II A): la prof.ssa Denise Giocondini ha quindi affiancato la collega Iside Ponta, già referente per quanto concerne il calendario di visita delle classi della scuola media. I lettori ci scuseranno ora la divagazione: a Iside Ponta, recentissima mamma, e al piccolo Filippo, vadano i più affettuosi auguri di “Qui Viguzzolo”! Le categorie di prestito più rappresentate sono state le seguenti: LIBRI PER RAGAZZI 1.848 prestiti (1.072 nel 2009), pari al 68% del totale (53%) LETTERATURA ADULTI 733 prestiti (838 nel 2009), pari al 27% del totale (41%) STORIA e GEOGRAFIA 42 prestiti, pari quasi al 2% del totale PERIODICI 36 prestiti, pari a poco oltre l'1%. I prestiti restanti sono suddivisi nelle categorie meno rappresentate secondo il seguente riparto: OPERE DI CONSULTAZIONE 12 prestiti SCIENZE (pure e applicate) 11 prestiti ARTI 7 prestiti SCIENZE SOCIALI 7 prestiti RELIGIONI 5 prestiti FILOSOFIA E PSICOLOGIA 4 prestiti SEZIONE LOCALE 3 prestiti 72 Qui Viguzzolo 2010 di Pierluigi Pernigotti È stato riproposto, inoltre, per il quinto anno consecutivo, il rapporto di particolare assiduità con la classe V della scuola primaria, cui è stato dedicato il laboratorio di lettura creativa “Leggo e scrivo uno spettacolo”, sostenuto dal Sistema bibliotecario di Tortona e condotto da Massimo Cauzzi, che ha portato alla realizzazione di un vero e proprio spettacolo teatrale, basato sull'Inferno dantesco. Lo spettacolo è stato messo in scena, con il solito grande successo, alla palestra polifunzionale nel pomeriggio di martedì 8 giugno 2010, chiudendo in allegria l‟anno sco- lastico dei ragazzi. Proprio in questi giorni di inizio anno abbiamo avuto conferma da parte del Sistema bibliotecario di Tortona e del Tortonese che saranno disponibili le risorse (di provenienza regionale) per confermare anche per quest'anno scolastico 2010-2011 il laboratorio e il relativo spettacolo conclusivo, per cui il progetto verrà attivato anche nella prossima primavera, sempre con la classe V della scuola primaria. di Michela Moratto Aldo Nove Mi chiamo Roberta, ho 40 anni, guadagno 250 euro al mese... … ma potrebbe chiamarsi anche Alessandra, Riccardo, Angelo, Maria, Giovanna, Fabio... Storie di persone vere, mai raccontate però. Chi lavora in agenzie web, nei call center, chi fa il pastore, chi vive flessibilità di ogni genere, chi fa lo stagista a vita, chi lavora da precario in uno studio da avvocato ma si mantiene facendo il cameriere... Storie di tanti, oggi, che nella “società liquida” devono incastrare i pezzi della loro vita lavorativa (nei casi più fortunati solo di quella lavorativa, nei più intricati anche di quella sentimentale) come un puzzle per cercare alla fine del mese di avere uno stipendio, comunque da fame. Cosa succede nella vita di queste persone, spesso con un titolo di studio, o anche più di uno? Lavorano come minimo 12 ore al giorno e le restanti le passano su mezzi per “trasportarsi” da un luogo di lavoro all'altro, la loro vita sociale viene annullata, il tempo libero è solo un bel ricordo di quando erano bambini o giovani studenti, i profitti vengono spesi per pagare l'affitto (perché spesso questi lavori sono anche lontano dalla città di origine) e i trasporti per cercare di ritornare almeno nei fine settimana dai propri cari. Poi il dramma di quando viene offerto un nuovo “lavoro”: non ci si può permettere di rifiutarlo, ma nello stesso tempo nemmeno di perdere quelli che già si avevano perché sono “contatti” che possono sempre servire, e allora sempre meno tempo libero, sempre meno ore di sonno e più pezzi del puzzle da incastrare Aldo Nove (Mi chiamo Roberta, ho 40 anni, guadagno 250 euro al mese, Einaudi 2006, 178 p.) presenta una grande inchiesta, un docu-drama italiano, un reportage struggente in cui le storie vere di giovani e non più giovani dovrebbero aiutare chi il posto fisso ce l'ha e chi invece sta cercando un posto (a progetto, di collaborazione, precario, interinale, sul web...) a capire come funziona il nuovo sistema lavorativo, a capire che ormai bisogna essere flessibili, non affezionarsi a luoghi e persone perché durano poco e quando ti sembra che tutto vada per il meglio, che ti ci sei ambientato, devi cambiare. Storie che aiutano anche ad essere “coraggiosi”, come l'inchiesta che ci troviamo davanti agli occhi leggendo questo libro, e a sognare, in grande, anche se ciò che ci troviamo davanti è piccolo e senza speranze: non essere, come si legge sul retro di copertina, una generazione di giovani-adulti costretti a forza a rimanere bambini, ma giovani e adulti con grandi speranze e grandi sogni per il futuro. Qui Viguzzolo 2010 73 Cultura di Cinzia Rescia Un patrimonio culturale da salvare: u dialet ad Vicsö Ormai da diversi anni, alcuni appassionati della parlata locale stanno portando avanti nelle pagine di questo annuale un proposito a volte più evidente alle volte meno: la raccolta e catalogazione di parole, modi di dire, proverbi, conte, canti e racconti della tradizione orale in dialetto viguzzolese. La domanda è “Perché?” Credo fermamente che ogni dialetto sia lo strumento perfetto per la gente che lo parla di descrivere la propria realtà, la propria cultura, il proprio ambiente. Non esistono lingue o dialetti migliori di altre e non esistono lingue superiori proprio perché ogni idioma serve a chi lo parla per esprimere ciò che è e da dove viene, ovvero la propria storia. Il dialetto è tipico di una zona, è un elemento essenziale per definire la natura di un paese. Non dobbiamo dimenticare che alla nascita dello Stato (non-nazione) italiano, la lingua italiana era parlata dal 3% circa della popolazione della penisola; questo non perché vi fosse ignoranza diffusa, ma semplicemente perché si parlava ladino, milanese, veneto, francese, piemontese, viguzzolese, ma non l‟italiano. Il progressivo abbandono del dialetto è iniziato nel secondo dopoguerra, nel nome di una supposta crescita culturale, quasi che le parlate storiche fossero qualcosa da cancellare. Escluso dall‟ambito scolastico, anche il dialetto viguzzolese è oggi in condizioni quantomeno precarie, tanto che, nel giro di un paio di generazioni, potrebbe scomparire del tutto. Il passaggio è peraltro logico: c‟è ancora una generazione che lo capisce e lo parla, la generazione successiva si limiterà a comprenderlo ma non ad utilizzarlo e l‟ultimo stadio (che ci auguriamo non arrivi) potrebbe corrispondere alla morte – l‟ennesima – di una parlata millenaria. È indubbio che soprattutto in una situazione di tale emergenza non si possa indugiare oltre, ma occorrono interventi mirati, e soprattutto diversificati. Sicuramente il primo passo è rendersi conto che il nostro dialetto è un prezioso bene culturale. In un‟epoca in cui giustamente è riconosciuto il valore dei beni monumentali e ambientali, e si cerca di tutelarli nel modo più incisivo possibile, è necessario che lo stesso avvenga per le parlate dialettali. Se Viguzzolo perdesse il suo dialetto, un pezzo della sua storia, della sua cultura millenaria andrebbe perduto. Scomparirebbe quell‟insieme di sensazioni, sonorità, emozioni che solo il dialetto ci sa dare perché è parte delle nostre radici. Proprio per questo motivo, è necessario far crollare il pregiudizio che classifica il dialetto come una “lingua di serie B” rispetto all‟italiano. Il dialetto, da un punto di vista glottologico, è un idioma a sé stante, di pari dignità all‟italiano (cioè al toscano), che si è evoluta parallelamente a questo. Il dialetto è, a tutti gli effetti, in grado di esprimere ogni tipo di emozione e di sentimento. Occorrerebbe dunque, proprio in quanto consapevoli di 74 Qui Viguzzolo 2010 ciò, procedere alla tutela incisiva di quanto è esistente. Un lavoro a ritroso verso il passato, ma con lo sguardo proiettato avanti, verso le generazioni future. Si tratta, cioè, di trasformare il dialetto in un patrimonio da tramandare e da far apprezzare in tutta la sua ricchezza e valenza culturale alle giovani generazioni. Come si può dunque procedere concretamente in questa direzione? - Innanzitutto, parlare in dialetto senza vergogna, senza timore di sembrare “poco colti”: parlando in viguzzolese si parla una lingua con tutti i crismi. E soprattutto parlarlo con i giovani e lasciare che anche loro provino a parlarlo, senza deriderli nel caso in cui dicano “di strafusari”: correggerli sì, ma incoraggiandoli a parlare in dialetto. - Registrare su un supporto audio o video il dialetto, specialmente quello parlato dai vecchi che ancora hanno una pronuncia senza troppe contaminazioni. All‟interno dell‟Associazione Culturale Viguzzolese si è creato un gruppo di lavoro i cui membri, pur non avendo competenze specialistiche in dialettologia, ma da semplici amatori della parlata locale, vogliono creare un archivio multimediale del dialetto viguzzolese. In particolare, il lavoro prevede: raccolta di registrazioni audio Mp3 e video della dizione dialettale, di espressioni tipiche, modi di dire, proverbi, canti, conte, ecc.; questo, al fine di conservare memoria della reale pronuncia della nostra parlata, che nessuna trascrizione fonetica, per quanto accurata, può adeguatamente restituire a chi conosca poco o niente il dialetto; catalogazione per argomenti dei file ricevuti; pubblicazione sul sito dell‟ACV del materiale raccolto in forma ipertestuale, multimediale e interattiva. L‟invito a collaborare, dunque, è chiaro: salviamo tutti insieme… „u noster dialet!‟ ed è rivolto a tutti coloro che sono sensibili a questo tema. Ci auguriamo di cuore che questo progetto possa realizzarsi e con l‟aiuto di tutti i viguzzolesi potremo impegnarci a salvaguardare e tramandare „u dialet ad Vicsö‟!!! Chiunque abbia a cuore il dialetto può registrare su un supporto audio o video brani della nostra parlata e consegnarne una copia a: Mauro Sartor, Sergio Ponta o a Alberto Contardi, altrimenti può inviare una mail a questo indirizzo di posta elettronica: [email protected] con allegato il file da archiviare. Sport di Nadio Pellegrin Il Gruppo Bocciofilo viguzzolese Il Gruppo Bocciofilo Viguzzolese, importante realtà sportiva del nostro paese, conta nell‟anno appena trascorso circa 20 atleti tesserati, i quali disputano nel corso della stagione agonistica diversi tornei e gare regionali, ben difendendo i colori della nostra maglia. L‟attività del Gruppo trova il suo culmine durante l‟organizzazione delle gare che si svolgono presso il nostro bocciodromo Guido Veronese, sito in via Bernardelli. A settembre la stagione è iniziata con il Torneo per principianti organizzato in collaborazione con la Caritas parrocchiale (un ringraziamento particolare va alla signora Licia Fassino ed al direttore di gara Armano Natalino). Le due serate si sono svolte in un clima allegro, con le coppie sorteggiate che si sfidavano a colpi di accosto e tiri, talvolta così improvvisati da risultare addirittura vincenti! Ad aggiudicarsi il trofeo quest‟anno è stata la coppia Fioravanti – Roldi. La stagione è proseguita con l‟organizzazione, in occasione della Festa patronale, del Torneo Settembre Viguzzolese, gara regionale con 128 atleti partecipanti. Ad aggiudicarsi la gara è stato il giocatore Massimo Zerba, del Centro Sportivo Vogherese. Il Trofeo Danilo Lugano, giunto alla seconda edizione, si è invece svolto dal 4 al 19 ottobre, anche questa volta con un ottimo successo di pubblico, ed ha visto trionfare la coppia della società Campagnolese del comitato di Reggio Emilia, costituita da Mauro Perotti e M. Bonifaci. Grazie al sostegno, anche economico, di brillanti concittadini come Danilo Lugano è possibile per uno sport bello e antico come il nostro, continuare ad esistere. Il bocciodromo comunale è aperto tutte le sere dalle 20.30 grazie all’impegno di quattro soci: Giancarlo Cebrelli, Ennio Marchesini, Mario Pietranera, Giorgio Filippini. I vincitori del II Trofeo Lugano, Bonifaci e Perotti. Alla loro destra il patron della manifestazione, Danilo Lugano, ed il presidente del Gruppo Bocciofilo, Nadio Pellegrin (in veste di presentatore) U şôegh dër buc Us parla sempr’ad tänti sport, ma ar meno numinà l’è u şôegh dër buc. Se iôen un l’ha mai vüst un pôe nò savì cme ch’l’è, ar regul ch’u gha, ma na vota che u l’impara magari ugh piä güst. A vardà i bon u smiä un şôegh ad grän facilità, u guar mandà ra buciä dar balen; a dil l’è facil però quänd ch’tè lì a şugà no tüti i şugad i venan ben. At tir ra buciä, u smia ch’a va drita, ma a và da là e u sociu ut varda stort cme dì “me ch’l’è?” e lì për lì ut vena ad dì “t’al sé, ar cämp l’è difetà” o “l’ha picà partèra”, però a pensagh ben forsi l’è vera ch’a te sbaglià a şugà. Se l’aversari u şôega una buciä propi bela e ar pont l’è dificil da calà, u guar buciala e se t’la tac e ta la mänd in fond at risigh da fa ar pont. A la fen dra partida i vincitur i sortn’insèma a quëi ch’i’han pers e lur i disen ch’i son stat sfurtünà, che l’è una giurnà storta e tüt l’è girà mà. Ra sira dop, però, ra partidä a và ar cuntrari e a la fen i restn’a pari. I sfutën e discutën, ma l’è bel che quänd ch’i vän a cà in vëghen no l’ura ad ritruvas u dì dop lì a şugà. I vincitori del Torneo per principianti, Fioravanti (al centro Licia Fassino, presidente Caritas), Francesca Roldi e più indietro Natalino Armano, direttore di gara. Giancarlo Cebrelli Qui Viguzzolo 2010 75 Sport di Enrico Marina Il Basket Club Viguzzolo Il Basket Club Viguzzolo partecipa anche quest'anno al campionato regionale di Promozione con lo spirito di disputare un altro ottimo campionato come quello dell'anno scorso, che si è concluso con la partecipazione alle finali per la promozione nella serie superiore. La compagine Viguzzolese si è piazzata ad un passo dall‟ avanzamento alla serie D, sconfitta solo in finale da Montalto Dora che così conquista la promozione: così, con un pizzico di amarezza, è terminato il campionato 2009/2010 della Prima squadra, sponsorizzata Cantine Volpi. Di fronte al nostro pubblico, presenti anche il Sindaco e l'assessore allo Sport, abbiamo vinto l'incontro di andata per 72-62 ma purtroppo ci siamo dovuti arrendere nel ritorno a Montalto Dora per 84-66, venendo così eliminati solo per differenza punti. Anche quest'anno vorremmo ripetere lo straordinario campionato della stagione scorsa. La squadra è rimasta pressochè invariata, sempre ottimamente allenata dal coach Matteo Armana e composta, tra gli altri, anche da ex giocatori del Derthona basket quali Tava, Picchi, Arbasino, Canegallo, Galvani. Il BC Viguzzolo è stato inserito nel girone C regionale con squadre delle province di Alessandria, Asti e, nelle finali, di Torino. Immutato è anche il nostro impegno per i ragazzi, infatti anche quest'anno proponiamo corsi di Mini Basket per i ragazzi delle scuole elementari e medie di Viguzzolo e dei paesi limitrofi sotto la guida dell'istruttore Marco Car- tasegna. In primavera si svolgeranno le partite dei ragazzi contro i pari età di Castelnuovo, Tortona e Voghera per ripetere le sfide combattute della scorsa stagione. Per l'organizzazione di questi corsi vogliamo pubblicamente ringraziare il Comune di Viguzzolo, l'Assessorato allo Sport della Provincia di Alessandria e le "Cantine Volpi" di Tortona quale sponsor della prima squadra. La prima squadra del Viguzzolo Basket Club Ricordiamo a chi fosse interessato a venire a sostenere i nostri portacolori che le gare casalinghe vengono disputate al Palazzetto di Viguzzolo di via Marconi al venerdì sera. Il centro sportivo viguzzolese Per un piccolo paese come Viguzzolo, sede di un istituto comprensivo davvero ampio, il fatto di poter avere molteplici attività sportive dedicate ai bambini è al contempo una novità ed una importante risorsa. Per questo motivo, il centro sportivo di via Marconi (composto da palazzetto e campo da tennis), costituisce un luogo ideale dove poter svolgere diversi sport. Dall‟ottobre 2010, nel Palazzetto dello Sport di Viguzzolo, sono iniziate numerose attività sportive per giovani e adulti, gestite dall'Associazione sportiva dilettantistica "Acquarello". Oltre ai corsi di tennis e danza, i bambini della scuola elementare possono frequentare gratuitamente le lezioni del gruppo sportivo. Gli adulti, invece, possono apprendere il ballo latino americano o migliorare la propria forma fisica con corsi di fitness. Ulteriori attività saranno implementate nei mesi a venire, cercando di incontrare i gusti e le necessità di tutti i cittadini, al fine di giungere ad un utilizzo ottimale di risorse così importanti, come le strutture esistenti. I corsi di avviamento allo sport sono tenuti da istruttori qualificati, che hanno come obiettivo la crescita psicomotoria dei bambini, i quali imparano le tecniche e la socializzazione attraverso il gioco. 76 Qui Viguzzolo 2010 Il gruppo di bambine a scuola di danza classica La struttura è a disposizione per chi la volesse affittare, per organizzare incontri di calcetto, pallavolo o pallacanestro. Da marzo sarà attivo anche il campo da tennis! Per info e prenotazioni: 3664158831 di Enrico Pertusi Una campionessa a Viguzzolo È Ramona Carniglia figlia di Guido Carniglia (detto Guido Peju) Viguzzolese DOC! Siamo fieri e onorati di avere fra noi una nostra compaesana che sta tagliando diversi traguardi in ambito sportivo a livello nazionale ed europeo. Ramona si è laureata campionessa italiana e vice campionessa europea in una specialità chiamata kickboxing. Siamo molto curiosi e quindi non ci resta che farle alcune domande Tanto per cominciare, oltre a questo sport, che cosa fai nella vita? Attualmente sto studiando per prendere la laurea specialistica in criminologia, nel frattempo sono commessa e responsabile di un negozio di calzature. Hobby? Le arti marziali, in particolare la kickboxing. In che cosa consiste? Questo sport è suddiviso in varie specialità dette “da ring” (combattimento a pieno contatto quindi con la possibilità del ko) sono: full contact, lowkick (in cui sono Gadget CARTOLIBRERIA Articoli regalo Monica Giocattoli Bigiotteria valide le tecniche sotto la cintura), k1 oppure da “contatto leggero” (stesse regole delle precedenti ma i colpi portati devono essere più tecnici e precisi) sono: light contact, semi contact, kicklight (in cui valgono le tecniche sotto la cintura). In gara gli atleti sono divisi per categorie di peso, sesso e grado di cintura. Come hai cominciato, come ti alleni, chi era il tuo insegnante? Ho cominciato per caso, o meglio…ho iniziato perché volevo riallacciare i rapporti con mia cugina: ho scoperto che lei frequentava il corso di kickboxing. E‟ stato circa dieci anni fa, in quegli anni questo sport era appena agli esordi e quando ho fatto la prima lezione non sapevo nemmeno di cosa si trattasse. Dopo tre mesi ho fatto il mio primo torneo a Milano vincendolo. Da lì non sono più riuscita a smettere! Il mio primo insegnante era Gianfranco Marcucci, è stato lui a trasmettermi l‟amore per questo sport e farmi capire che c‟era molto di più dietro alle “semplici botte”, ciò che chi non è dell‟ambiente riesce solamente a vedere! In realtà c‟è molto sacrificio, passione e tanto tanto cuore! Perché come diceva Muhammad Alì: “I campioni non si fanno nelle palestre. I campioni si fanno con qualcosa che hanno nel loro profondo: un desiderio, un sogno, una visione”. Attualmente mi sto allenando a Valenza sotto la supervisione del Commissario Tecnico della nazionale di k1, Giorgio Iannelli, con cui mi ero già allenata molti anni fa quando purtroppo Gianfranco Marcucci è stato portato via da una brutta malattia, per questo ogni mia vittoria la dedico a lui perché nonostante la malattia ha allenato i suoi allievi fino all‟ultimo, portandoli a gareggiare in giro per l‟Italia. L‟allenamento solitamente dura due ore e si fa tre/quattro volte a settimana, dipende se ci sono gare a breve, ed è Via I maggio 84 Viguzzolo (Al) Testi scolastici Ricariche telefonoche Tel e fax 0131896373 Qui Viguzzolo 2010 77 Sport composto da esercizi e circuiti, mirati al potenziamento dei colpi, alla precisione, fluidità e velocità delle tecniche. In più c‟è un lavoro sia tecnico che morale da fare col proprio maestro e credo sia la parte fondamentale di un buon allenamento: deve instaurarsi un rapporto di estrema fiducia fra insegnante e allievo, perché sul ring è come se si salisse in due e se non c‟è feeling purtroppo l‟atleta ne risente, soprattutto perché i minuti prima del match sono fondamentali ed ogni atleta li vive in maniera diversa. In più almeno una volta a settimana un allenamento “fuori palestra” dedicato esclusivamente a far fia- In alto Ramona ai campionati europei con Bruno Campiglia to. Parlami di ciò che ti dà o ti ha dato nella tua vita questo sport, dei risultati. Beh ultimamente direi che mi ha dato molte soddisfazioni. Ma ciò che purtroppo molte persone non capiscono è che non è uno sport “violento”, non sono “botte da strada”. Probabilmente ci si fa più male ad andare allo stadio a vedere una partita! Nonostante principalmente sia uno sport individuale,quando entri a far parte di una squadra (che può essere la tua palestra) o della nazionale, vivi tutte le emozioni, le lacrime delle vittorie o delle sconfitte assieme a loro! Posso dirti veramente di essere “innamorata” di questo sport. Non è solo passione, è qualcosa che ti prende dentro, che nonostante tutti gli infortuni che mi sono fatta (dita dei piedi rotte, sterno rotto, contusioni varie agli zigomi, tibie) - meno male 78 Qui Viguzzolo 2010 che non era uno sport violento! - o le condizioni climatiche a cui a volte si va incontro (correre sotto pioggia o neve, oppure d‟estate con due felpe per perdere peso e rientrare in categoria) mi spinge ad andare avanti, a stringere i denti e ad andare ad allenarmi con le stampelle, perché sai dentro di te che i sacrifici che stai facendo ora ti porteranno da qualche parte! L‟ultima esperienza da me vissuta può sicuramente racchiudere tutto questo pensiero. Due settimane prima di partire con la Nazionale Italiana di kicklight (di cui sono titolare dal mese di giugno) alla volta del campionato europeo, svoltosi ad Atene, mi sono dislocata e stirata i legamenti di due dita del piede, quindi lo avevo steccato e avevo l‟obbligo delle stampelle. Nonostante questo mi sono ugualmente allenata perché volevo raggiungere un obiettivo. Quando sono arrivata in aeroporto ho incontrato tutti gli atleti della Nazionale e da lì è partita un‟avventura che mi ha lasciato dentro un bagaglio emozionale immenso e delle sensazioni che non scorderò mai. La prima sicuramente è stata la consegna della divisa Italiana. La sognavo da anni e finalmente potevo indossarla! Eravamo 11 atleti (4 donne e 7 uomini) più il CT della Nazionale Bruno Campiglia e il coach Omar Vergallo, abbiamo vissuto tutta la settimana di gara in cui ci spostavamo assieme ovunque! Eravamo un gruppo che si muoveva all‟unisono, legati tutti dallo stesso sogno: salire sul tetto dell‟Europa, ma non ci rendevamo conto che solamente essere lì, i migliori d‟Italia (scelti attraverso qualificazioni, gare, collegiali) era già un sogno realizzato! Si è instaurato un legame veramente particolare. Bruno è una persona meravigliosa, carica di esperienza (è stato più volte campione del mondo) e con una grandissima umanità. Ogni sera, dopo cena, ci riunivamo per gli ultimi dettagli tecnici prima di gare o allenamenti e lui sapeva trasmetterti, attraverso le parole, la voglia di vincere, la sicurezza che serve in manifestazioni così importanti! Omar è un coach straordinario, ti segue passo a passo, sa osservarti e in pochi minuti dirti gli errori che Palmares Anno 2001: 1° posto torneo New Treford Milano (la mia prima gara) Kicklight Anno 2002: 2° posto campionati italiani Full contact Anno 2006: vice campionessa Interregionale e Campionessa Italiana Light contact Anno 2007: vice campionessa Interregionale,2° posto coppa del Presidente, 2° posto alla Coppa del Mondo di Salsomaggiore, 2° posto Golden Glove (light contact) Anno 2008: Campionessa Interregionale, 2° posto Golden Glove (light contact) Anno 2009: 2° posto Golden Glove, 3° posto coppa del Presidente (light contact) Anno 2010: Campionessa Interregionale, 2° posto Coppa Italia, 1° posto Golden Belt, Campionessa Italiana pro, Vice Campionessa Europea kicklight Negli anni ho ricevuto 2 medaglie di riconoscimento dalla città di Padova per meriti sportivi. di Enrico Pertusi fai, ma allo stesso tempo valorizzare le tue caratteristiche personali, utili per poterti perfezionare. Beh, che dire degli altri 10 atleti, solamente un grazie immenso! Perchè sono persone che hanno un cuore grandissimo, con cui è nata un‟amicizia, un legame profondo e speciale che sicuramente non scorderò mai, riassunto dalle parole di Paolo che ha vinto l‟oro: “Quando ho vinto mi sono girato e vi ho visto tutti lì…che mi siete corsi incontro…non ho vinto solo io, abbiamo vinto tutti assieme!”. I risultati che ho raggiunto in questi anni sono molteplici sicuramente quello più importante è stato aggiudicarmi il posto in Nazionale e partire a difendere i colori dell‟Italia ad Atene. Sono ritornata a casa con una bellissima medaglia d‟argento, con il titolo di Vice Campionessa Europea, perdendo la finale per un punto contro l‟ungherese Ramona mentre mostra orgogliosa la divisa della nazionale pluricampionessa del mondo in carica (considerando che gli atleti dei paesi dell‟est lo fanno come mestiere, un po‟ come i nostri calciatori, mentre per noi purtroppo è ancora un hobby che non ti permette di vivere). Ma quest‟anno in vista dei mondiali di Dublino, che si terranno ancora a novembre, mi allenerò ancora di più per puntare al gradino più alto del podio! Hai mai pensato un giorno di insegnare? Quand‟ero a Padova davo una mano nella palestra dove mi allenavo con il corso per bambini, perché questo è uno sport che si può già iniziare dall‟età di 5 anni, mentre le gare cominciano dagli 8 anni. Insegna la disciplina, l‟ordine e il rispetto per i compagni e le altre persone che ci circondano. Comunque è uno sport completo perché alleni braccia, gambe, addominali, schiena ed è rilassante, perché ti dà la possibilità di scaricare tutti i pensieri! Consiglio di provarlo anche a chi non è intenzionato all‟agonismo, perché è veramente bello! Un giorno sicuramente inizierò ad insegnare, anche se non ti nascondo che se avessi la disponibilità di un posto mi piacerebbe iniziare già da ora un corso, sia per bambini che per adulti! Prossimi obiettivi ed impegni? I miei obiettivi principali sono sicuramente quello di mantenere il posto in Nazionale e onorare la divisa, impegnandomi nelle gare come atleta azzurra. Poi in programma c‟è la possibilità d‟incominciare a fare qualche incontro di boxe dilettantistico e le eliminatorie per poter entrare nella Nazionale di Low-kick (contatto pieno). I prossimi impegni invece saranno a febbraio alla fiera di Milano per difendere il Titolo Italiano, le eliminatorie per gli Italiani di kicklight e lowkick. Mentre nei mesi successivi ci saranno varie gare internazionali e i campionati italiani. Dopo questo colloquio con te, penso proprio che sei una ragazza veramente in gamba, e che realizzerai tutti i tuoi obiettivi! Siamo fieri di essere tuoi compaesani e ti ringraziamo per aver portato con te un pezzo di Viguzzolo. Brava Ramona sei un esempio per capire che nella vita nulla è impossibile basta volerlo e tu l‟hai voluto! Te lo dice uno che di traguardi se ne intende e sa quanto è duro raggiungerli. Non mi resta che dirti che Viguzzolo sarà sempre con te e che tutti noi aspettiamo le prossime vittorie! Forza Ramona vinci per noi! Qui Viguzzolo 2010 79 Sport di Andrea Torriglia L’attività del calcetto all’oratorio P. G. Frassati Anche nel 2010 è proseguita l‟attività del calcio a 5 praticata presso l‟oratorio “Beato Pier Giorgio Frassati” di Viguzzolo. Le categorie interessate sono quella dei bambini 1998-99 e dei ragazzi 1996. Entrambe le squadre hanno partecipato all‟inizio di maggio al “IX Memorial Don Viano” a Novi Ligure, con ottimi risultati: 1° posto per i bambini, dimostrando ottimo gioco e spirito di squadra, superando tra le altre, squadre temibili come due oratori di Torino, e 2° posto per i ragazzi più grandi, risultato che è andato al di là di ogni previsione, con una finale persa solamente ai calci di rigore, dopo un torneo ben giocato sotto tutti gli aspetti, dimostrando una buona sintonia, dovuta soprattutto al fatto che ormai da diverso tempo questi giovani giocano insieme. nettamente la prima partita e saremo impegnati fino ad aprile. La sfida scapoli-ammogliati. In piedi da sinistra: Lanza Filippo, Zuccarelli Davide, Battaiola Simone, Ciccotti Riccardo, Torlasco Filippo, Tarditi Andrea, Torriglia Andrea, Guidobono Paolo,Timalo Sergio; accosciati da sinistra: Bergantin Giacomo, Rateni Sergio, Pizzuto Giuseppe, Migliora Andrea I ragazzi della categoria 1996. Da sinistra Torlasco Filippo, Poggi Dario, Panzanini Marco, Bassignana Federico, Bianchi Matteo, Beffumo Giovanni, Mogni Mattia, Quaglini Paolo, Ratti Edoardo Tra i mesi di maggio e giugno è stato disputato alla Casa del Giovane di Tortona l‟ormai tradizionale torneo “Massimo Prizzon”, dove abbiamo partecipato con due squadre di bambini: i 1998 (cat. Giovanissimi) ed i 1999 (cat. Esordienti). I Giovanissimi, sfortunati in quanto inseriti in un girone con ragazzi aventi un anno di più, purtroppo hanno avuto poca fortuna, mentre ha particolarmente brillato la squadra dei bambini più piccoli, ottenendo uno straordinario 1° posto, sui 4 oratori della zona partecipanti. La squadra, nonostante fosse composta solamente da 7 bambini, ha dimostrato un‟ottima costanza e altrettanto impegno, vincendo il torneo soprattutto grazie all‟affiatamento ed all‟applicazione in campo degli insegnamenti appresi, con enorme soddisfazione per responsabili, genitori e sostenitori. Al momento stiamo partecipando con la categoria 1999 al Torneo invernale degli Oratori che si sta disputando in una palestra a Novi Ligure, siamo partiti bene vincendo 80 Qui Viguzzolo 2010 Si ringraziano tutti i collaboratori ed i sostenitori del “Gruppo calcio” dell‟Oratorio, che hanno permesso la pratica del calcetto presso il nostro oratorio a bambini e ragazzi del nostro paese, e si spera di proseguire in futuro con un‟ulteriore collaborazione da parte di più persone, in modo tale da poter fare disputare un maggior numero di tornei a sempre più ragazzi, con la possibilità di partecipare alle diverse iniziative calcistiche proposte presso gli oratori della nostra zona, le quali rappresentano al contempo un momento di svago e di crescita. I ragazzi della categoria 1999. In piedi da sinistra: Bergantin Leopoldo, Razza Nicolas, Bergantin Luca, Daffunchio Mattia, Torriglia Andrea, Timalo Marco, Pesce Pietro, Cosola Davide, Currò Christian, Panzanini Alberto, Visciglia Nicolò, Bonadio Simone di Valentina Quaglini e Francesca Bassignana Intervista al capitano Come di consueto anche quest‟anno sul Qui Viguzzolo non potevano mancare pagine riguardanti lo sport, una parte integrante della vita viguzzolese. Quest‟anno abbiamo pensato di intervistare Massimo Trecate, ormai da molti anni capitano della Prima Squadra dell‟Unione Sportiva Viguzzolese di calcio. A lui abbiamo chiesto sia dell‟esperienza attuale nel mondo calcistico, sia di rispolverare alcuni ricordi... Massimo, da quanto tempo gioca nella Viguzzolese? E da quando è il capitano della squadra? Mi sono trasferito a Viguzzolo nel 1999, sono più o meno 12 anni che gioco nella Viguzzolese e da 10 ne sono capitano. Sappiamo che non è nato a Viguzzolo. Vorremmo dunque sapere dove è cominciata la sua avventura sportiva e in quali altre squadre ha giocato? Ho fatto le giovanili nel Derthona, ho poi giocato in altre piccole squadre fino ad arrivare nella Viguzzolese. Una volta arrivato nella Viguzzolese, quale ambiente ha trovato? C‟era un buon affiatamento? Si, mi sono da subito trovato bene, ero avvantaggiato in quanto conoscevo già tutti e loro conoscevano me, non è stato difficile ambientarsi. Il gioco di squadra è determinato anche dall‟amicizia tra compagni: ci sono mai state, anche in anni passati, liti gravi all‟interno della squadra che ricordi? Che io mi ricordi no, solo le solite scaramucce tra compagni e avversari. Per giocare a calcio bisogna avere tempo libero e costanza, quindi in alcuni casi si penalizza la propria famiglia e anche il lavoro. Lei riesci a mettere insieme le tre cose senza dover penalizzare nessuna? Se sì come fai? Non è difficile, più che altro è faticoso. Del resto però giocare a calcio è anche un ottimo modo per sfogarsi dopo una lunga giornata di lavoro. Vorrei chiederle un parere sull‟anno calcistico appena trascorso. Cosa si aspetta per dall‟annata in corso? Una delle prime foto di Massimo calciatore: è il bambino in piedi a destra Diciamo che quest‟annata non va molto bene poiché siamo ultimi in classifica e quindi siamo in lotta per non retrocedere. Speriamo di riprenderci presto nella prossima partita contro l‟Ovada. Qual è il ricordo più bello che ha insieme alla squadra? Il ricordo certamente più bello è quando siamo passati di categoria. Durante gli ultimi incontri molta gente era venuta a vederci e a sostenerci nonostante giocassimo fuori casa. Quand‟è stato il primo calcio tirato al pallone? Avevo 4 anni, i calci però non erano tirati ad un pallone bensì ad un barattolo del latte. Come le sembrano le squadre dei settori giovanili della Viguzzolese? Con rammarico ho notato che tra i giovani non c‟è più la passione e la voglia di giocare che avevamo ed abbiamo tutt‟oggi noi, quelli della vecchia generazione. In piedi da sinistra: Di Poce, Allegro, Stramesi, Bini, Bassi, Moratto, Trecate, Casagrande, il Mister Guaraglia, Mutti. Accosciati da sinistra: Quaroni, Pieroni Scarmato L., Zaimaj, Scarmato F., Chilelli, Marchesotti Qui Viguzzolo 2010 81 82 Qui Viguzzolo 2010 Qui Viguzzolo 2010 83