Stylus Photo R3000: qualità fine-art per tutti

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Stylus Photo R3000: qualità fine-art per tutti
Stampanti
Stylus Photo
R3000: qualità
fine-art per tutti
La Epson Stylus Photo R3000 si inserisce tra la R2880 e la Pro 3800: stampa sino
al formato A3+, ha dimensioni contenute, cartucce di inchiostro ad alta capacità e
caricamento frontale dei supporti fine-art. Ed in più la connessione WiFi.
C’era una volta la camera oscura. Bacinelle,
pinzette, chimici, ingranditore ed accordi
diplomatici con il resto della famiglia per
poter avere qualche ora di uso esclusivo del
bagno in cui insediare temporaneamente il
nostro laboratorio casalingo.
Si sono poi affacciate sul mercato le prime
stampanti ink-jet a colori: erano gli anni
’90. La risoluzione era appena sufficiente
per stampare grafici e clipart ed era assai
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difficile immaginare che la qualità potesse
anche solo avvicinarsi a quella delle stampe
che realizzavamo in camera oscura o che ci
venivanoconsegnatedallaboratorio.Infatti
è stata ancora molta la chimica che ha fatto
in tempo a transitare dalle nostre bacinelle,
ma molti sono anche stati i modelli di stampantechenelfrattemposisonoavvicendati
sul mercato.
Nel panorama dei produttori, già di per sè
ristretto, uno più di tutti ha rivolto la sua
attenzione al mercato fotografico, presentando stampanti destinate a diventare veri
e propri punti di riferimento della stampa
digitale, sia in ambito casalingo che professionale. È infatti nel 1995 che Epson
ha introdotto la famiglia Stylus Photo, il
cui nome è già una dichiarazione di intenti.
A tale linea appartengono, solo per citare
alcuni modelli del nuovo millennio, stam-
La Stylus Photo R3000
soddisfa ogni esigenza
di connessione: USB
2.0, Ethernet 10/100,
WiFi e PictBridge.
Il display della R3000.
Non appena accesa per la prima volta,
la nostra nuova Stylus Photo R3000 dà
inizio alla procedura di installazione. A
causa del posizionamento dei serbatoi
di inchiostro separato dal carrello di
stampa, l’operazione di inizializzazione
richiederà qualche istante. La stampante,
infatti, dovrà provvedere al riempimento
dei tubicini che portano l’inchiostro alla
testa di stampa.
Terminata la procedura di caricamento, possiamo avere una prima
visione delle cinque principali voci
del menù: Cambio inchiostro nero,
Caricamento supporti ad elevato
spessore, Caricamento CD/DVD,
Caricamento carta in rotolo, Setup
stampante. Quest’ultima voce permette di accedere ad alcune utility,
tra cui quella che consente l’impostazione dei parametri per la connessione di rete, fissa e wireless.
L’installazione del driver sul computer
è veloce e priva di complicazioni. Si
noti che anche l’interfaccia del driver
è assolutamente identica a quella delle
versioni Stylus Pro.
panti come la 2100 (la prima con inchiostri
a pigmenti per ovviare al problema di durata delle stampe), la R2400 (caratterizzata
dagli inchiostri Ultrachrome K3 con 3 neri
perl’ottimizzazionedellestampebianconero) e la R2880 (che impiega inchiostri ad
ampio gamut colore Ultrachrome K3 Vivid
Magenta). Ciascuna di queste stampanti
mutuava le innovazioni via via presentate
da Epson sulle stampanti professionali di
grande formato, note con il nome di plotter,
appartenenti alla famiglia Stylus Pro.
L’ennesima rivoluzione della casa giapponese è avvenuta nel 2006 con la presentazione di un modello che ha costituito
una sorta di anello di unione fra la gamma
“amatoriale” e quella “professionale”: la
Stylus Pro 3800, poi evolutasi in 3880.
Questestampantirappresentanounasorta
di semplificazione delle “sorelle maggiori”
(chetuttavianonneintaccaqualitàeprestazioni) e si rivolgono a quanti richiedono una
qualitàelevataconvolumidistampatroppo
grandi per le classiche stampanti desktop,
ma non abbastanza corposi da giustificare
l’acquisto di un plotter.
Le Stylus Pro 3800 e 3880, infatti, sono
stampanti in grado di superare i limiti del
formato A3+, il massimo ottenibile dalle
stampanti casalinghe, arrivando sino al
formato A2 (circa 40x60cm); nello stesso
tempo il loro prezzo è decisamente inferiore a quello delle precedenti stampanti di
pari formato. E soprattutto hanno un costo
di gestione ridotto, grazie all’impiego di
cartucce di inchiostri ad elevata capacità.
A fronte di queste importanti innovazioni,
rimangonopursempredellestampantisensibilmentepiùingombrantirispettoaquelle
che solitamente si trovano sulla scrivania
dei fotoamatori; ecco perché, a distanza di
cinqueanni,EpsonpresentalanuovaStylus
Photo R3000.
Se 3800 e 3880 prendevano spunto dalla famiglia dei plotter, la R3000 trae sicuramente origine dalle stampanti“casalinghe”tipo
la R2400 e la R2880. È anche importante
segnalare come la R3000, esteticamente e
“costruttivamente”, ricordi più le sorelle
maggiori che non i modelli più piccoli, che
peraltro rimangono in produzione.
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La prova
La R3000 è destinata ad
un
pubblico
esigente;
Immaginiamo quindi che molti
dei suoi utenti faranno ricorso
a sistemi per la creazione di
profili colore personalizzati.
Anche noi, quindi, ricorriamo
a Datacolor Spyder3Studio
SR per realizzare un profilo di
stampa “custom”.
Stampa con
profilo della
Premium
Glossy
personalizzato.
Stampa con
profilo della
Premium
Glossy
installato dal
driver
La differenza tra una stampa con profilo colore personalizzato ed una con il profilo installato dal driver.
Siamo finalmente pronti per collaudare la nostra R3000, e lo facciamo con
quella che rappresenta l’eccellenza delle
cartefotografichedelproduttoregiapponese: la Premium Glossy Photo Paper.
Probabilmente uno dei primi supporti
specificatamente dedicati alle stampanti della famiglia Stylus Photo; la
Premium Glossy è, ancor’oggi, la carta
inkjet Epson che più ricorda la classica
carta fotografica “analogica” politenata:
estremamente lucida e dal peso di 255
grammi.
Il gamut colore ed i livelli di nitidezza
che la superficie di questa carta consente
di raggiungere sono notevoli. Il ritratto
della nostra “modella con Passport”
assume infatti fisicità sulla Premium
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Glossy senza intaccare la qualità dei 50
milioni di pixel dell’Hasselblad H4D
con cui è stato scattato.
La brillantezza e saturazione delle patch
della ColorChecker, così come la leggibilità della trama del maglione della
modella sin nelle ombre, sono sempre
eccellenti, e l’incarnato è reso in modo
assolutamente naturale e senza strappi
nellesfumature.Benconoscendocomele
carte lucide mettano a dura prova anche
le stampanti più performanti, proseguiamo l’analisi della nostra stampa con un
angolo di visione estremamente inclinato. In tali condizioni le stampe inkjet su
carta lucida mostrano spesso degli aloni
quasi metallici nelle zone di transizione
fra aree chiare ed aree scure. Tale difetto,
sino a poco tempo fa molto comune, non
viene rilevato sulla nostra stampa, né
sui riquadri della ColorChecker, né sui
bordi dell’incarnato. Ciò significa che
la R3000 dispone di una tecnologia di
stampa ulteriormente migliorata e riesce
oggi a sfruttare in maniera ottimale gli
inchiostri Light, e soprattutto i grigi, per
uniformare la transizione in queste zone
solitamente critiche senza necessità del
Gloss Optimizer impiegato invece da
altri modelli.
Cronometro alla mano, le nostre stampe
A3+ “senza bordi” sono state prodotte
in 11 minuti e 5 secondi impostando la
massima risoluzione, tempo che viene di
fatto dimezzato (5’20”)“accontentandosi” di stampare a 1400x1440 dpi.
La procedura per cambiare l’inchiostro nero
La procedura di
cambioinchiostro
è guidata sul display.
Il caricamento dei supporti di elevato spessore è stato totalmente
riprogettato ed avviene ora dal
fronte. Il tutto con migliorata semplicità e riduzione degli ingombri
sul retro, non è più necessario il
montaggio di una guida aggiuntiva. Le operazioni di caricamento
dei cartoncini vengono attivate
dal pannello comandi della stampante ed il display indica passo
passo l’operatività. Anche su questi supporti è possibile la stampa
“al vivo”, tuttavia preferiamo un passpartout bianco per conferire
alla nostra immagine un aspetto più “artigianale”.
I felici possessori della Stylus Photo R3000 non si limiteranno di sicuro a stampare su comune carta fotografica, ed
infatti questa stampante è stata pensata per stampare anche
su supporti fine-art matt di elevato spessore e grammatura,
sia per quanto riguarda gli inchiostri, che per il caricamento
della carta.
Per ottenere una elevata D-Max (densità massima) sulle
carte matt è necessario ricorrere ad un apposito inchiostro
nero: il cosiddetto “nero matt”. Sulle stampanti “casalinghe”
l’operazione di passaggio da un tipo di nero all’altro è sinora
avvenuta sostituendo fisicamente la cartuccia. Nella R3000,
invece, l’operazione di “cambio inchiostro” avviene automaticamente, come sulle stampanti della famiglia professionale,
avviando un’apposita procedura dal pannello comandi della
La vocazione di stampante “domestica” è
chiara sin dall’inizio: design, compattezza,
ingombri contenuti, oltre alla possibilità di
stampare da dispositivi wireless, sono gli
argomenti messi in campo dalla R3000
per farsi ben accettare anche dal resto della
famiglia.
La parentela con i modelli superiori è evidente per la qualità di stampa, l’adozione
degli inchiostri Ultrachrome K3 Vivid,
doppio nero (photo e matte) e il nuovo
formato di cartucce ad elevata capacità per
abbassare il costo copia.
La Epson Stylus Photo R3000 realizza
stampante. Per quanto semplice ed agevole, ricordiamo che
ogni ciclo di passaggio da un tipo di nero all’altro “spreca”
comunque un poco di inchiostro. Il consiglio, pertanto, è
quello di raggruppare le stampe da produrre su carta matt per
evitare cicli di cambio inchiostro troppo frequenti. Il passaggio da nero foto a nero matt richiede circa 2 minuti, mentre il
passaggio da nero matt a nero foto circa 5.
Portato a termine il cambio inchiostro, possiamo proseguire
con le stampe su carta fine-art. A tale proposito la nostra scelta ricade su due dei quatto supporti recentemente introdotti
da Epson: la Cold Press Natural e la Hot Press Bright. Il
driver della R3000 non dispone dei profili per tali carte, pertanto procediamo alla loro realizzazione sempre per mezzo
di Spyder3Studio SR.
stampesinoalformatoA3+,eventualmente
anche senza bordo, e può stampare in fogli od in rotolo. In quest’ultimo caso sarà
necessario provvedere al taglio manuale
delle immagini in quanto la stampante non
dispone di una taglierina.
La dotazione prevede anche un vassoio per
la stampa di CD e DVD “printable” ed è importantesegnalarecomeiprogettistiEpson
sisianosforzatiperripensareintegralmente
il percorso di alimentazione della carta.
Data l’utenza a cui la macchina si rivolge,
infatti, l’uso di carte e cartoncini fine-art
spessi e rigidi sarà tutt’altro che saltuario;
ecco perché è stata posta una particolare
attenzione alle modalità di caricamento dei
fogli pesanti. Il caricamento di tali supporti
avvieneorafrontalmenteedèguidatopasso
passo per mezzo del display LCD a colori
da 2,5 pollici, per la prima volta presente su
questa classe di macchine.
Cambia la posizione
degli inchiostri
Una novità introdotta per la prima volta su
una stampante A3+ è la disposizione delle
taniche di inchiostro. Come avviene per
i modelli più grandi, i serbatoi non sono
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La stampa su carta fine-art
Passiamo ora alla stampa sulle carte Cold Press Natural e
Hot Press Bright. La stampa a colori eseguita sulla Hot Press
Bright ci fa quasi dubitare che sia stata utilizzata una carta
fine-art matt: la saturazione del blu del cielo e del rosso delle
imposte sono infatti inusuali per una carta di questo tipo, solitamente incapace di restituire certi cromatismi.
Tale impressione viene
confermataanchemettendo a confronto il gamut colore della Hot Press Bright
(linea gialla) con quello
di un altro dei cavalli di
battaglia Epson, la Velvet
fine-art (linea azzurra). Il
confronto sarebbe ancora
più impari, sempre a favore della nuova carta, confrontandola con altre carte
quali la Archival Matte.
Non possiamo ovviamente non provare la stampa del bianconero:
dopo aver convertito la nostra immagine simulando digitalmente
l’impiego di un filtro rosso in fase di ripresa, la stampiamo sia sulla
carta Hot Press Bright che sulla carta Cold Press Natural. Eccezion
fatta per le differenze di tono (lievemente più caldo per l’immagine
sulla carta Natural) e di finitura superficiale (più “artistica” per
quella sulla carta Cold Press), entrambe le stampe presentano una
D-Max, una nitidezza ed una neutralità eccellenti. Contrariamente
a quanto si possa pensare, nonostante la differenza del tono di base,
le caratteristiche cromatiche delle due carte sono assolutamente
equivalenti. Lo si può notare dal grafico del loro spazio colore in cui
la differenza più evidente è proprio rappresentata dalle “crocette”
che indicano la posizione del punto di bianco.
A confronto il gamut
colore della Hot Press
Bright (linea gialla) con
la Cold Press Natural
(linea verde).
Digigraphie e le nuove carte fine-art
Dato che sono numerosi i fotografi che si
sono avvicinati alla cosiddetta stampa fineart, Epson ha da qualche anno introdotto
“Digigraphie”, un programma di certificazione dedicato ad artisti, gallerie e musei che
fanno ricorso alla tecnologia delle stampanti
Epson per la produzione o riproduzione di
stampe artistiche. Tra i requisiti fondamentali e necessari affinché una stampa possa
fregiarsi della certificazione “Digigraphie”
troviamo: realizzazione con una stampante
professionale Epson Stylus Pro; impiego di
inchiostri a pigmenti Epson UltraChrome
e UltraChrome K3; autenticazione della
stampa con numerazione, firma dell’artista,
timbro a secco e certificato e l’impiego di
una delle carte previste dal programma che,
oltre ai supporti Epson, prevede anche carte
di altre case.
Proprio in seguito al successo ottenuto dal
programma “Digigraphie”, da circa un anno
Epsonhaintrodottoingammaquattronuovi
supporti fine art: le carte artistiche Epson
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Cold Press Bright, Cold Press Natural, Hot
Press Bright, Hot Press Natural.
Si tratta di quattro supporti caratterizzati da
superficie matt, peso elevato (340 grammi
per le Cold Press, 330 grammi per le Hot
Press), 100% cotone, esenti da lignina e pH
neutro. Le versioni Hot Press sono ottenute
con uno speciale cilindro formatore a caldo,
e la loro superficie è una delle più lisce ed
uniformi nel panorama delle carte fine art.
Le versioni Cold Press, al contrario, presentanounasuperficieleggermentegoffrata,
che ricorda quella tipica delle carte artistiche
per acquerello. Le versioni Natural, infine,
sonocaratterizzatedauntonodibasebianco
“caldo”in quanto realizzate senza sbiancanti
ottici, presenti invece nelle versioni Bright
che, come suggerisce il nome, sono caratterizzate da un punto di bianco decisamente
più brillante.
Tutte e quattro le versioni consentono l’ottenimento di valori di D-Max estremamente
elevati, una gamma cromatica decisamente
ampia ed una durata delle stampe assolutamente “Archival” (se realizzate con inchiostri Ultrachrome).
La cura posta da Epson in questa nuova
gamma non si limita al prodotto, ma si estendesinoallaconfezione:estremamenterobusta e, come se non bastasse, con un notevole
bordo posto a protezione del contenuto.
Le nuove carte Cold Press ed Hot Press sono
disponibili nei formati A3+, A2 ed in rotolo
nelle larghezze 17”-43cm, 24”-61cm, 44”111cm, 60”-152cm.
Ulteriori informazioni sul programma Digigraphie al sito dedicato:
www.digigraphie.com/it/
L’importanza della calibrazione colore
Se ai tempi della camera oscura analogica costanza e ripetibilità dei risultati erano affidate ad accessori quali marginatori,
termometri, timer e bacinelle termostatate, ai tempi della
camera chiara digitale dipendono dagli strumenti di calibrazione colore.
Così come ai tempi della stampa con l’ingranditore potevamo rinunciare all’acquisto del timer, sostituendolo con buffi
conteggi a voce del tipo “milleuno-milledue-milletre” ed accettando una fluttuazione dei risultati da una stampa all’altra,
anche oggi possiamo affidare la gestione del colore a certi
automatismi presenti nei software.
I risultati raggiungibili in automatico possono essere più che
soddisfacenti per un’ampia gamma di utenti, ma è anche vero
che vi sono situazioni in cui è imprescindibile implementare
una gestione colore personalizzata.
La necessità di prevedibilità di risultati, la stampa di un bianco e nero assolutamente neutro o la stampa di qualità su una
carta non espressamente elencata nel driver sono alcuni di
questi casi.
Non è possibile iniziare a parlare di gestione colore se non
riferendoci al monitor. La sua calibrazione, infatti, ci consentirà di riportare il nostro “banco di lavoro” in una condizione
costante, ripetibile ed affidabile per la valutazione e, soprattutto, la modifica dei nostri file.
Passando poi alla stampa, così come una volta inviando la
stessa diapositiva a più laboratori si ottenevano risultati differenti, anche oggi i risultati variano stampando lo stesso file
su più stampanti (o addirittura sulla stessa stampante, ma con
carte od impostazioni differenti).
Disponendo però di un monitor calibrato e del profilo colore
della nostra stampante (che, lo ricordiamo, descrive il comportamento colorimetrico di tutto l’insieme stampante+settaggi
driver+carta+inchiostri), potremo visualizzare in anticipo
quale sarà l’aspetto della nostra stampa. In tale modo avremo
la possibilità di mettere in atto tutta una serie di eventuali ottimizzazioni senza necessità di costosi provini, ovvero ancor
prima di mettere... inchiostro su carta.
Per un’analisi più approfondita dell’operatività di calibrazione monitor e stampante rimandiamo a quanto già più volte
analizzato sulle nostre riviste (PC Photo Dicembre 2010, TF
Giugno 2009).
Bisogna altresì aggiungere che oggigiorno i calibratori colore
sono decisamente alla portata di tutti, sia in senso economico
che tecnologico: oltre a costare meno di quanto costassero in
passato, infatti, i software di cui sono corredati sono decisamente molto più semplici ed intuitivi.
Sebbene esistano delle soluzioni ancora più economiche,
calibratori monitor adatti alle esigenze dei fotografi sono
disponibili a partire da € 150, mentre intorno a € 500 si
possono trovare soluzioni integrate di calibrazione monitor
e stampante.
Datacolor Spyder3 Studio SR, che abbiamo utilizzato per
la prova della Epson Stylus Photo R3000, ha un prezzo
di € 500; è distribuito da Aproma, via Cimabue 9, 20032
Cormano. www.aproma.it - www.apromastore.com
[email protected]
Quanto Costa
più posizionati direttamente sulla testa di
stampa, ma trovano alloggiamento nella
parte frontale della stampante. Ciò ha consentito una riprogettazione del carrello di
stampa, ora più leggero, con un beneficio
sulla velocità di stampa: un A3 su carta
fotografica ed a risoluzione 1440x1440 dpi
viene ora prodotto in poco più di 3 minuti,
con un risparmio di tempo del 20% rispetto
al precedente modello R2880.
Importante notare come la capacità dei
serbatoi di inchiostro sia passata dagli 11,4
ml dei precedenti modelli ai 25,9 ml, per
rendere i cambi meno frequenti e meno costosi. Le cartucce sempre installate sono 9 e
comprendono sia il nero “photo”, necessariopergarantirelabrillantezzadellestampe
su carta fotografica, che il nero “matte”,
necessario per ottenere la giusta corposità
sulle carte opache.
Per rimanere in tema di inchiostri, ricordiamo che anche la dimensione della goccia
di stampa si è ridotta, passando dai 3 ai 2
picolitri e che Epson si avvale della tecnologia di stampa a goccia variabile (VariableSized Droplet Technology); inoltre grazie
ad un particolare trattamento ink-repelling
sulla testina di stampa, il posizionamento di
ogni singola goccia di inchiostro sulla carta
è ancora più preciso. La risoluzione massima di stampa è di 5760 x 1440 dpi.
Le connessioni
La Stylus Photo R3000 soddisfa ogni esigenza di connessione: USB 2.0, Ethernet
10/100, WiFi e PictBridge. Le prime due
sono sicuramente quelle più indicate per
l’uso prettamente fotografico: sopportano
infatti benissimo gli ampi volumi di dati
tipici della stampa di immagini ad alta
risoluzione.
La connessione WiFi è forse più indicata
per la stampa “al volo” di documenti generici, solitamente più leggeri; potrebbe
infatti non garantire la stabilità ed il flusso
di dati necessari per la stampa di fotografie.
La connessione PictBridge, infine, potrebbe quasi sembrare “riduttiva” su questo
tipo di stampante, ma può trovare la sua
utilità per una veloce stampa di provini e,
perché no, può servire per far meglio accettare la R3000 anche dai componenti della
famiglia che non hanno dimestichezza con
Photoshop!
Epson R3000: € 800
Distribuzione: Epson,
via M. Vigano De Vizzi, 93/95,
Cinisello balsamo (MI).
www.epson.it.
Il giudizio
Abbiamo provato a lungo la R3000; il risultato è che è facile farsi prendere la mano
da questa Epson: velocità, qualità e semplicità di utilizzo ci invogliano a stampare
una dietro l’altra le immagini della nostra
libreria.
Oltretutto, nonostante la quantità di foto
stampate e per di più in grande formato,
il livello delle nuove cartucce ad elevata
capacità non accenna a diminuire.
Pratica e versatile, la Stylus Photo R3000
può essere considerata la definitiva incarnazione digitale di ingranditore e bacinelle
di analogica memoria. E se proprio ci manca l’immagine che compare nella bacinella,
beh…possiamosempreaprireilcoperchio
edammirareilmovimentodellatestinache
la disegna riga dopo riga!
Giancarlo Vinci
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