Elaborato IG20 - Comune di Ventimiglia
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Elaborato IG20 - Comune di Ventimiglia
Studio di Geologia Tecnica e Servizi per l’Ambiente – dott. geol. Serra F. , dott. Gerosa D. INDICE GENERALE 1. CARATTERISTICHE SISMOTETTONICHE E DEFINIZIONE DELLA ZONAZIONE SISMOGENETICA ........................................................................................................... 3 2. DESCRIZIONE DELLA SISMICITÀ............................................................................. 6 2.1 SISMICITÀ STORICA........................................................................................ 6 2.2 IL TERREMOTO DEL 1887............................................................................. 10 2.3 SISMICITÀ STRUMENTALE RECENTE......................................................... 11 2.4 IL TERREMOTO DI VENTIMIGLIA DEL 1995 ................................................ 13 3 CARATTERIZZAZIONE DELLA SISMICITA’ ............................................................. 14 4 PERICOLOSITA’ SISMICA......................................................................................... 17 4.1 NORMATIVA SISMICA ................................................................................... 19 5 CALCOLO DEL MOTO DI RIFERIMENTO................................................................. 24 6 BIBLIOGRAFIA........................................................................................................... 35 2 Studio di Geologia Tecnica e Servizi per l’Ambiente – dott. geol. Serra F. , dott. Gerosa D. 1. CARATTERISTICHE SISMOTETTONICHE E DEFINIZIONE DELLA ZONAZIONE SISMOGENETICA Secondo la zonazione sismogenetica ZS9 (Rapporto conclusivo INGV, 2004), che sostituisce la zonazione sismogenetica finora utilizzata per il calcolo della pericolosità sismica a scala nazionale (zonazione ZS4, Scandone e Stucchi, 2000), il territorio del comune di Ventimiglia (IM) si trova nella zona identificata come 910, così come mostrato in figura 1. La nuova zonazione ZS9 rappresenta il risultato di modifiche, accorpamenti ed elisioni delle numerose zone della zonazione ZS4 e dell’introduzione di nuove zone. La revisione della zonazione ZS4 e la successiva elaborazione di una nuova zonazione, si è resa necessaria in quanto nel frattempo sono state acquisite maggiori conoscenze sulla geometria delle sorgenti sismogenetiche e maggiore completezza del catalogo sismico (CPTI04, INGV 2002). Tali nuove conoscenze rappresentano due elementi chiave attraverso i quali si è operata una revisione critica della zonazione ZS4 finora utilizzata. Inoltre, un importante elemento di novità rispetto alla zonazione passata è rappresentato dall’utilizzo del database delle soluzioni dei meccanismi focali dei terremoti italiani, recentemente pubblicato da Vannucci e Gasperini (2003). La zona sismogenetica 910 (22 nella zonazione ZS4) risulta tuttora poco caratterizzata dal punto di vista sismotettonico, nonostante studi recenti (Eva et al., 2000) ed il fatto che ad essa sia riferibile il forte terremoto del 1887, (catalogo sismico NT4.1, CPTI99 e CPTI04). Dal punto di vista strutturale, essa è considerata come l’area di svincolo che consente l’arretramento dell’arco alpino occidentale (Meletti et al., 2000) e caratterizzata da meccanismi di fagliazione prevalenti attesi di tipo inverso (si veda la figura 2); tuttavia rispetto ai settori in arretramento, la zona 910 risulta caratterizzata da una sismicità più elevata. 3 Studio di Geologia Tecnica e Servizi per l’Ambiente – dott. geol. Serra F. , dott. Gerosa D. Figura 1: Zonazione sismogenetica ZS9 del territorio italiano (Rapporto Conclusivo INGV, 2004). 4 Studio di Geologia Tecnica e Servizi per l’Ambiente – dott. geol. Serra F. , dott. Gerosa D. Figura 2: Meccanismo di fagliazione prevalente atteso per le diverse zone sismogenetiche che compongono la zonazione sismogenetica ZS9. L’assegnazione è stata fatta su una combinazione dei meccanismi focali osservati con dati geologici a varie scale (Rapporto Conclusivo INGV, 2004). 5 Studio di Geologia Tecnica e Servizi per l’Ambiente – dott. geol. Serra F. , dott. Gerosa D. 2. DESCRIZIONE DELLA SISMICITÀ 2.1 Sismicità storica Ai fini della caratterizzazione sismica di un’area, la distribuzione spazio-temporale dei terremoti per ciascuna zona sismotettonica riveste un ruolo di notevole importanza; per la definizione della storia sismica, relativa alla zona sismogenetica 910, sono stati consultati tutti i cataloghi sismici redatti dall’Istituto Nazione di Geofisica e Vulcanologia (INGV) e disponibili in rete; nello specifico si è fato riferimento al: Catalogo DOM4.1 [Monachesi e Stucchi, 1997]; Catalogo NT4.1 e NT4.1.1 [Camassi e Stucchi, 1996, 1992]; Catalogo dei forti terremoti italiani CFTI1 e CFTI2 [Boschi et al, 1997; Boschi et al., 2000]; Catalogo parametrico dei terremoti italiani CPTI99 e CPTI04 [Gruppo di lavoro CPTI, 1999 e 2004]. Nelle elaborazioni successive, si è deciso di dare maggior “peso” ai dati riportati nel catalogo CPTI04, in quanto quest’ultimo rappresenta il catalogo più “completo” (intervallo temporale 10002002), frutto di aggiornamenti, aggiunte, revisioni e correzioni di quanto contenuto nei cataloghi precedenti; nel catalogo CPTI04 viene riportato il numero della zona sorgente della zonazione ZS9 cui l’evento è associato, i codici di aggancio con i cataloghi NT4.1.1, CFTI2 e CPTI99 e costituisce il database sismologico utilizzato nella redazione della nuova mappa della pericolosità sismica (INGV, elaborazione 2004 in seguito all’emanazione dell’Ordinanza 3274). Ai fini del calcolo della pericolosità sismica il catalogo CPTI04 è stato suddiviso in 12 intervalli o classi di magnitudo secondo la seguente relazione Mo–0.115 ≤ Mo <Mo+0.115 a partire dal valore centrale di Mo pari a 4.76. In tabella 1 si riporta il numero di terremoti di CPTI04 per la zona 910 per ciascuna delle 12 classi di magnitudo. ZS 910 Mo 4.76 4.99 5.22 5.45 5.68 5.91 6.14 6.37 6.6 N 7 3 2 3 2 1 0 1 0 6.83 7.06 7.29 0 0 0 Tabella 1: Distribuzione dei terremoti di CPTI04 nei 12 intervalli di magnitudo relativi alla zona ZS910 (Rapporto Conclusivo INGV, 2004), N = numero di eventi. 6 Studio di Geologia Tecnica e Servizi per l’Ambiente – dott. geol. Serra F. , dott. Gerosa D. Al fine di parametrizzare i tassi di sismicità per la zona sismogenetica in esame è stata eseguita un’analisi di completezza del catalogo sismico. Seguendo i criteri contenuti nel rapporto conclusivo dell’INGV, sono stati valutati gli intervalli di completezza sia di tipo “storico”, ovvero utilizzando le stime di completezza dei dati storici di sito [Albini et al. 2002], sia di tipo “statistico”, ovvero considerando le stime di tipo statistico ottenute dall’applicazione della metodologia di Albarello et al (2001). In tabella 2 e 3 si riportano gli intervalli di completezza storici e statistici per relativi a ciascuna delle 12 classi di magnitudo in cui il catalogo è stato suddiviso. ZS 910 Mo 4.76 4.99 5.22 5.45 5.68 5.91 6.14 6.37 6.6 6.83 7.06 7.29 anno 1871 1871 1700 1700 1530 1530 1300 1300 1300 1300 1300 1300 Tabella 2: Intervalli di completezza “storici” per la zona 910: viene indicato l’anno, per ciascuna classe di magnitudo, a partire dal quale il catalogo sismico viene supposto come “completo”. ZS 910 Mo 4.76 4.99 5.22 5.45 5.68 5.91 6.14 6.37 6.6 6.83 7.06 7.29 anno 1910 1871 1871 1700 1700 1530 1530 1300 1300 1300 1300 1300 Tabella 3: Intervalli di completezza “statistici” per la zona 910: viene indicato l’anno, per ciascuna classe di magnitudo, a partire dal quale il catalogo sismico viene supposto come “completo”. Infine nella tabella 4, si riportano tutti gli eventi riconducibili alla zona della Liguria centrooccidentale, utili ai fini del calcolo della pericolosità, ottenuti incrociando tutti i vari dati dei cataloghi sismici ed inserendo anche eventi recenti con una magnitudo M>4.5, registrati dalle reti di monitoraggio delle Alpi Sud Occidentali sia italiane che francesi distribuite in prossimità del confine italo-francese (Dipteris, LDG, ReNaSS). Nell’ultima colonna della tabella 4, si riporta la distanza epicentrale espressa in km, calcolata considerando le coordinate epicentrali dei terremoti riportati nel catalogo CPTI04 e le coordinate del comune di Ventimiglia (43.7902N e 7.607875 E). Dall’analisi dei dati riportati in tabella 4 si può osservare che: 7 Studio di Geologia Tecnica e Servizi per l’Ambiente – dott. geol. Serra F. , dott. Gerosa D. l’evento contraddistinto da magnitudo maggiore per la zona sismogenetica 910 risulta l’evento del 1887 contraddistinto da una magnitudo Mw pari a 6,3 posto ad una distanza epicentrale stimata di circa 40 Km; Oltre a questo evento, l’intervallo temporale considerato mostra la presenza di altri due terremoti con magnitudo considerevole: l’evento delle Alpi Marittime del 1564 con Mw=5.8, detto anche “Nizzardo”, posto ad una distanza epicentrale stimata di circa 37 km e l’evento del Mar Ligure del 1963 con Mw=5.9 ad una distanza stimata attorno ai 72 km; Per quanto riguarda la storia sismica più recente, si segnala l’evento del 1989 con magnitudo Mw pari a 4.6 e l’evento del 1995 con magnitudo ML =4.7: quest’ultimo non riportato nel catalogo CPTI04 in quanto posto appena al di là del confine nazionale (Courboulex et al. , 1998). Nel complesso si può affermare che le informazioni disponibili dalla consultazione dei cataloghi sismici, redatti ai fine del calcolo della pericolosità, delineano un quadro in cui la pericolosità appare determinata dal contemporaneo apporto di eventi di media magnitudo con brevi distanze epicentrali e di eventi di maggiori dimensioni localizzati a distanze epicentrali maggiori. 8 Studio di Geologia Tecnica e Servizi per l’Ambiente – dott. geol. Serra F. , dott. Gerosa D. N 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31 32 33 34 35 36 37 38 39 40 41 42 43 44 45 39 46 188 232 243 244 259 306 309 315 349 537 704 708 737 741 790 793 895 1102 1128 1189 1247 1257 1282 1326 1327 1372 1373 1403 1442 1558 1697 1716 1762 1899 1923 1967 2003 2194 2304 2309 2421 2472 Tr Anno Me Gi DI DI DI DI DI DI DI CP DI DI DI CP CP CP DI DI DI CP DI CP DI CP CP DI CP CP CP CP CP CP DI CP DI CP CP CP DI CP DI DI CP DI CP DI 1182 1217 1494 1537 1547 1549 1564 1610 1612 1618 1644 1751 1806 1807 1818 1819 1831 1831 1854 1885 1887 1892 1895 1896 1897 1900 1900 1903 1903 1904 1906 1912 1919 1921 1924 1934 1936 1941 1947 1963 1971 1972 1981 1989 1995 8 1 6 11 7 5 7 5 1 1 2 11 3 9 2 1 5 11 12 1 2 5 12 10 10 4 4 3 4 11 8 1 11 5 9 11 12 2 2 7 9 1 4 12 4 Or Mi Se AE 15 8 13 31 3 20 14 31 18 15 21 31 5 23 8 26 25 29 24 23 8 25 16 12 5 22 21 4 15 11 14 28 3 21 21 11 23 17 19 25 18 22 26 21 9 9 8 1 18 22 10 0 1 20 5 7 4 20 41 10 30 10 30 30 45 45 12 21 10 47 7 22 0 21 1 19 9 3 21 8 20 10 17 20 0 5 10 23 4 19 8 5 27 20 35 41 16 58 11 38 23 18 26 25 12 12 45 34 26 26 59 2 1 50 30 56 13 12 42 33 5 24 58 56 GENOVA GENOVA Alpi marittime SAVONA SAVONA SAVONA ALPI MARITTIME NIZZA ROCCA BIGLIERA NIZZARDO Alpi marittime MAR LIGURE MAR LIGURE MAR LIGURE Liguria occidentale Liguria occidentale Liguria occidentale BUSSANA Liguria occidentale MAR LIGURE Liguria occidentale TAGGIA MAR LIGURE ALBENGA BORGOMARO BAGNI BUSSANA BAGNI MAR LIGURE CERIANA TAGGIA MAR LIGURE ALPI MARITTIME MAR LIGURE GENOVA MAR LIGURE OR. PIGNA CIRIEGIA Alpi occidentali MAR LIGURE MAR LIGURE RIVIERA DI PONENTE MAR LIGURE MAR LIGURE VENTIMIGLIA Rt Np Imx DOM DOM CFTI DOM DOM DOM DOM POS85 DOM DOM CFTI POS85 POS85 POS85 CFTI CFTI CFTI POS85 CFTI POS85 CFTI POS85 POS85 DOM POS85 POS85 POS85 POS85 POS85 POS85 DOM POS85 DOM POS85 POS85 NT DOM POS85 CFTI DOM POS85 DOM CST03 BMING 1 1 4 1 1 1 18 60 55 55 60 55 65 85 6 7 26 65 70 85 46 6 32 80 65 85 86 75 1515 100 60 60 82 55 24 55 12 60 283 70 55 50 41 65 290 55 TL Maw 60 44,419 8,898 A 55 44,419 8,898 A 55 43,680 7,250 A 60 44,307 8,480 A 55 44,307 8,480 A 65 44,307 8,480 A 85 44,022 7,278 A 55 43,667 7,250 65 43,949 7,613 A 70 43,921 7,298 A 85 43,980 7,320 A 60 44,250 9,250 60 43,750 7,500 60 44,000 8,500 75 M 43,920 8,034 M 65 M 44,050 8,200 A 80 43,850 7,850 A 60 43,833 7,833 75 43,820 7,550 A 60 43,833 8,000 90 43,920 8,070 A 60 43,867 7,833 60 43,700 8,050 60 43,909 7,872 A 55 43,967 7,833 60 44,300 7,050 60 43,800 7,933 55 44,300 7,050 55 43,700 8,050 55 43,900 7,783 55 43,962 7,801 A 55 43,700 8,050 55 44,173 7,764 A 60 43,500 7,500 55 44,400 8,950 43,750 10,000 60 43,931 7,669 A 60 44,133 7,283 55 44,420 6,750 A 43,300 8,200 S 60 44,233 8,683 60 44,203 8,163 A 43,497 8,542 50 43,634 7,676 S 43,778 7,559 4,83 4,63 4,63 4,83 4,63 5,03 5,79 4,63 5,26 5,18 5,88 4,83 4,83 4,83 5,55 5,34 5,54 4,83 5,77 4,83 6,29 4,83 4,83 4,90 4,63 4,83 4,83 4,63 4,63 4,63 4,56 4,63 4,95 4,92 4,63 4,76 4,65 4,83 4,90 5,91 4,65 4,76 4,73 4,63 4,70 Io TI Lat Lon Daw TW Mas Das TS Msp Dsp 0,26 4,30 0,39 4,53 0,36 0,13 4,00 0,20 4,25 0,19 0,13 4,00 0,20 4,25 0,19 0,26 4,30 0,39 4,53 0,36 0,13 4,00 0,20 4,25 0,19 0,33 4,60 0,49 4,80 0,45 0,12 5,73 0,18 5,73 0,18 0,13 4,00 0,20 4,25 0,19 0,27 4,94 0,40 5,12 0,37 0,25 4,81 0,37 5,00 0,34 0,11 5,85 0,17 5,85 0,17 0,26 4,30 0,39 4,53 0,36 0,26 4,30 0,39 4,53 0,36 0,26 4,30 0,39 4,53 0,36 0,13 5,37 0,20 5,52 0,20 0,24 5,06 0,35 5,23 0,32 0,13 5,35 0,19 5,50 0,19 0,26 4,30 0,39 4,53 0,36 0,07 5,69 0,10 5,69 0,10 0,26 4,30 0,39 4,53 0,36 0,10 6,29 0,10 6,29 0,10 0,26 4,30 0,39 4,53 0,36 0,26 4,30 0,39 4,53 0,36 0,15 4,40 0,23 4,62 0,21 0,13 4,00 0,20 4,25 0,19 0,26 4,30 0,39 4,53 0,36 0,26 4,30 0,39 4,53 0,36 0,13 4,00 0,20 4,25 0,19 0,13 4,00 0,20 4,25 0,19 0,13 4,00 0,20 4,25 0,19 0,11 3,89 0,16 4,15 0,15 0,13 4,00 0,20 4,25 0,19 0,08 4,48 0,12 4,69 0,11 0,15 4,43 0,22 4,65 0,20 0,13 4,00 0,20 4,25 0,19 0,19 4,20 0,28 4,43 0,26 0,15 4,03 0,22 4,28 0,20 0,15 4,30 0,22 4,53 0,20 0,06 4,40 0,09 4,62 0,08 0,09 5,90 0,14 5,90 0,14 0,15 4,03 0,22 4,28 0,20 0,21 4,19 0,31 4,42 0,29 0,13 4,20 0,20 4,44 0,19 0,10 4,22 0,12 4,45 0,11 ZS9 TZ Ncft Nnt 203 910 G 230 910 910 910 G A A 256 910 910 910 910 910 910 910 910 G G G G G G G G 910 910 910 910 910 G G G G G 910 910 G G 910 A 910 910 910 G G A 910 A 366 369 377 402 436 510 504 505 467 506 507 508 468 493 469 470 471 509 494 498 472 473 474 475 476 478 479 480 499 481 482 483 484 485 500 486 487 501 489 502 511 539 490 491 462 503 514 515 Ncpt 39 46 188 232 243 244 259 306 309 315 349 537 704 708 737 741 790 793 895 1102 1128 1189 1247 1257 1282 1326 1327 1372 1373 1403 1442 1558 1697 1716 1762 1899 1923 1967 2003 2194 2304 2309 9010 2475 Distance (km) 124,413 124,413 31,234 90,274 90,274 90,274 36,891 31,831 17,651 28,771 31,247 140,809 9,741 75,144 37,066 55,494 20,518 18,668 5,702 31,801 39,739 19,963 36,880 24,945 26,667 72,073 26,101 72,073 36,880 18,597 24,571 36,880 44,331 33,393 126,740 191,994 16,395 46,111 97,893 72,398 99,011 63,822 81,847 18,199 4,123 Tabella 4: Eventi sismici riconducibili alla zona della Liguria centro-occidentale ottenuti consultando i diversi cataloghi sismici 9 Studio di Geologia Tecnica e Servizi per l’Ambiente – dott. geol. Serra F. , dott. Gerosa D. 2.2 IL TERREMOTO DEL 1887 Il terremoto del 1887 costituisce il terremoto più distruttivo che si sia verificato in Liguria per periodo di osservazione 1000-2005; secondo quanto riportato nei vari cataloghi sismici esso si verificò il 23 febbraio 1887 con un valore di magnitudo stimato di M= 6.2-6.4 (Intensità epicentrale Io valutata del IX° MCS) e causò molteplici danni strutturali agli edifici e molte persone persero la vita. Riferendosi al lavoro di Capponi et al. (1980) la sequenza sismica iniziò con alcuni piccoli “foreshocks”, dopo i quali si verificarono tre scosse distruttive con il valore di magnitudo più elevato, M=6.2-6.3 (Ferrari, 1991). Dopo questi eventi, nell’anno successivo si verificarono più di 750 “aftershocks” (Eva et al., 1990) e la configurazione del piano macrosismico mostra che la maggior parte dei danni più imponenti, corrispondenti al IX grado della MCS, si verificarono nella zona di Imperia. Non ci sono registrazioni di questo evento e le uniche informazioni disponibili a questo riguardo si possono ottenere dai report storici. Secondo il catalogo CFT3 (Catalogo dei Forti terremoti, 2000), la scossa principale avvenne il 23 febbraio 1887 alle ore 05:21.50 GMT con latitudine 43.88 e longitudine 8.00, seguita da un “aftershock” alle ore 07:51:00 GMT nello stesso giorno, con latitudine 43.90 e longitudine 8.03. L’evento principale fu risentito in un’area di circa 568000 Km2 ed i danni maggiori furono osservati per 100 km lungo la costa ligure. La provincia di Imperia e la parte più occidentale della provincia di Savona subirono numerosi danni, legati anche a fenomeni di amplificazione sismica locale. L’analisi della distribuzione del danno conduce alla definizione di un “range” di valori di magnitudo per l’evento: risulta difficile attribuire un valore univoco di magnitudo, anche perchè non si conosce l’esatta ubicazione della sorgente, se non per il fatto che si trova in mare, al largo della costa ligure, nel tratto di pertinenza della provincia di Imperia. Poiché l’evento del 1887 rappresenta, probabilmente, l’evento massimo per la zona, una sua corretta definizione costituisce un passo importante per una corretta analisi della pericolosità dell’area. Studi recenti (Spallarossa et al., 2003) sono stati svolti in questo senso, cercando di ottenere una più precisa localizzazione dell’evento, cercando di correlarlo ad una struttura sismogenetica, a partire dai dati geologico-strutturali rilevati recentemente sia tramite la geologia di superficie sia da profili di sismica a riflessione off-shore. L’acquisizione di un quadro geologicostrutturale più dettagliato ha permesso di eseguire una più corretta correlazione tra sismicità e strutture e a partire da ciò formulare un’ipotesi più attendibile sulla localizzazione dell’evento del 1887. La localizzazione in mare sembra essere la più probabile e consente di ottenere un valore di magnitudo comparabile con quello reperibile in letteratura. Inoltre le simulazioni effettuate per differenti meccanismi di faglia, portano ad concludere che l’evento del 1887 sia imputabile ad una faglia con direzione E-W, parallela alla costa e con meccanismo di sorgente di tipo transpressivo (si veda la figura 3). 10 Studio di Geologia Tecnica e Servizi per l’Ambiente – dott. geol. Serra F. , dott. Gerosa D. Figura 3:Schema strutturale della Liguria occidentale con ubicazione dei terremoti recenti (Courboulex et al., 1998). 2.3 SISMICITÀ STRUMENTALE RECENTE Per quanto riguarda l’analisi della sismicità attuale, si è fatto riferimento ai lavori pubblicati dall’Università di Genova (Eva et al, 2003), in cui sono stati considerati tutti i dati rilevati nel periodo 1983-1999 dalla rete sismica regionale (pagina web http://www.dipteris.unige.it/geofisical/) e da quelle francesi localizzate lungo il margine occidentale delle Alpi Occidentali (la rete dell’LDG e quella dell’istituto ReNaSS). In totale per l’area della Liguria Occidentale, sono stati localizzati oltre 7000 eventi con 1.5≤M≤5.0: per le analisi sismotettoniche si sono considerati solo quelli contraddistinti da una minore incertezza nelle localizzazioni (errori sulle coordinate epicentrali e sulla profondità). In questo modo è possibile con una discreta precisione costruire le correlazioni struttura tettonica-sismicità. Dalla figura 4, in cui si riporta la distribuzione della sismicità per l’area dell’estremo ponente ligure, si possono trarre alcuni aspetti significativi e peculiari dell’area: le aree di maggiore attività 11 Studio di Geologia Tecnica e Servizi per l’Ambiente – dott. geol. Serra F. , dott. Gerosa D. sono circoscritte alla parte centrale del Mar Ligure e ad una o più fasce in corrispondenza della scarpata e del piede di scarpata continentale, mentre a terra, gli eventi tendono ad allinearsi con andamento NW-SE, lungo la linea strutturale Saorge-Taggia (ST). Le localizzazioni indicano una maggiore superficialità con profondità mediamente inferiori a 7 km degli eventi localizzati su terra, mentre tendono ad approfondirsi sino a 15-20 km in prossimità del margine continentale. L’analisi della microsismicità recente mostra una discreta congruità con la sismicità storica di quest’area. I principali eventi storici, pur nella loro incertezza nelle localizzazioni, tendono a distribuirsi lungo la costa, mentre gli eventi rilevanti più recenti (sequenza del luglio 1963) invece furono localizzati in quel cluster di attività che viene a trovarsi a circa 60-70 km dalla costa ligure, nella parte centrale del Mar Ligure. Gli eventi a terra risultano, sempre nell’indeterminatezza dei terremoti più antichi, essere associati alla fascia di attività che si estende dalla costa sino al massiccio dell’Argentera: in questa area l’attività sismica tende maggiormente a clasterizzarsi sviluppandosi talora sotto forma di sequenze sismiche di moderata energia (Mmax superiore a 5). Ciò sta a dimostrare come la sismicità recente, registrata negli ultimi 20-30 anni, tenda ad essere generata da strutture che sono state attive anche nel passato. Figura 4: Mappa della sismicità strumentale registrata nel periodo 1983-1999; con ST viene indicato il sistema di faglie Saorge-Taggia mentre con BSM individua il sistema Briel-SospelMonaco. (Eva et al., 2000) 12 Studio di Geologia Tecnica e Servizi per l’Ambiente – dott. geol. Serra F. , dott. Gerosa D. 2.4 IL TERREMOTO DI VENTIMIGLIA DEL 1995 Il terremoto di Ventimiglia del 1995 è avvenuto il 21 Aprile alle ore 08:02 GMT in prossimità della costa del mediterraneo, lungo il confine italo-francese. L’evento causò il danneggiamento di alcune costruzioni nell’area epicentrale di Ventimiglia e fu avvertito con una certa enfasi a Nizza. Tale evento fu registrato da differenti reti di monitoraggio: la rete dell’LDG, dell’istituto ReNaSS, dell’osservatorio di Grenoble SISMALP e la rete italiana del Dister. Le numerose registrazioni hanno permesso una buona localizzazione dell’evento, a pochi chilometri dal confine tra Italia e Francia a circa 8 km di profondità (si veda la figura 5); analisi successive (Courboulex et al., 1998) individuano il meccanismo sorgente come di tipo trascorrente-inverso associato ad una faglia con direzione NW-SE. Figura 5: Ubicazione e geometria del meccanismo focale del terremoto di Ventimiglia del 1995 (Courboulex et al., 1998). 13 Studio di Geologia Tecnica e Servizi per l’Ambiente – dott. geol. Serra F. , dott. Gerosa D. 3 CARATTERIZZAZIONE DELLA SISMICITA’ Ai fini del calcolo delle pericolosità sismica, i dati riportati nelle tabelle 1, 2 e 3, ottenuti dall’analisi del catalogo sismico, vengono utilizzati per la valutazione dei parametri α e β della relazione di Gutenberg-Richter (GR). Tale relazione definisce la distribuzione dell’entità degli eventi, per cui in un dato periodo di tempo il numero di terremoti N che eccede una certa magnitudo M (fino ad una magnitudo massima che tronca la relazione) è proporzionale a: Log N(M>Mo) = α-βM dove N(M>Mo) è il numero di terremoti che eccedono una certa magnitudo: il parametro β, che determina la pendenza della curva GR, caratterizza la sismicità dell’area. Per quanto riguarda la zona sismogenetica 910 i valori dei parametri delle relazione GR risultano: ZS β α Tasso Mmax 910 -1.12 14.5 0.14 Tabella 5: Valori dei parametri α e β delle relazione Gutenber-Richter calcolati per la zona sismogenetica 910 e tasso di sismicità relativo all’evento con magnitudo massima Mmax. Il valore di MMAX è stato stimato utilizzando un criterio di tipo cautelativo, ovvero sovrastimando il valore di magnitudo massima contenuta nei cataloghi sismici; questo in modo da tenere in considerazione la possibilità, anche se minima, che si verifichino eventi di magnitudo superiore a quella verificatasi nel periodo di osservazione. In tabella 6 si riporta il valore di MMAX, stimato con il criterio sopra esposto, per la zona sismogenetica 910. 14 Studio di Geologia Tecnica e Servizi per l’Ambiente – dott. geol. Serra F. , dott. Gerosa D. ZS MwMax – MwMax – MwMax – DISS2 CPTI2 CPTI2* 6.3 6.29 6.37 910 MMax 6.4 Tabella 6 : Determinazione della magnitudo massima Mmax per la zona sismogenetica 910; con MwMax-DISS2 viene indicato il valore di magnitudo massima consultando il catalogo DISS2 (Valensise et al.), con MwMax-CPTI2 il valore di magnitudo massima consultando il catalogo CPTI04, mentre con MwMax-CPTI2* il valore di magnitudo massima applicando l’analisi di completezza. Infine sono state analizzate le caratteristiche sismotettoniche delle zone sorgenti confinanti: nello specifico le zone 908, 909, 911, D ed E. Tale analisi mostra come le zone confinanti siano contraddistinte da una magnitudo massima inferiore a quella che caratterizza la zona 910 (Mw=6.4) e con distanze epicentrali maggiori e quindi vengono considerate non rilevanti ai fini della valutazione del terremoto di riferimento per la zona in esame. Sulla base di quanto precedentemente riportato, il terremoto del 1887 risulta il terremoto più forte che ha colpito la zona: data l’importanza delle opere in progetto si è ritenuto ragionevole, anche in via cautelativa, assumere come terremoto di “riferimento o di scenario” il terremoto tipo quello del 1887, così definito: • Magnitudo Mw= 6.4; • Distanza Struttura Sorgente Ds= 15 km; La distanza dalla struttura sorgente è stata valutata sulla base di considerazioni strutturali e sismotettoniche. (si veda la figura 3 e 6 ed i lavori di Eva et al., 2003, Spallarosa et l. 2003). 15 Studio di Geologia Tecnica e Servizi per l’Ambiente – dott. geol. Serra F. , dott. Gerosa D. Figura 6: Mappa strutturale semplificata del margine Nord-Occidentale del Mar della Liguria e mappa della sismicità recente (Eva et al., 2000). 16 Studio di Geologia Tecnica e Servizi per l’Ambiente – dott. geol. Serra F. , dott. Gerosa D. 4 PERICOLOSITA’ SISMICA La pericolosità sismica (PS) consiste nella valutazione probabilistica del moto atteso in un determinato sito e costituisce quindi l’elemento basilare per la definizione delle azioni sismiche prescritte dalle norme; l’approccio probabilistico nella definizione della pericolosità sismica costituisce uno standard adottato e riconosciuto a livello internazionale, basato sullo schema classico proposto da Cornell (Cornell, 1968). La mappa della pericolosità sismica, mostrata in figura 7 ed elaborata dall’INGV (Rapporto Conclusivo 2004) con l’utilizzo del codice SEISRISKIII (Bender e Perkins, 1987), riporta il valore dell’accelerazione orizzontale massima (PGA) che ha la probabilità del 10% di essere superato almeno 1 volta nei prossimi 50 anni; tale valore di probabilità, che corrisponde ad un periodo di ritorno di 475 anni, viene assunto come riferimento dalla normativa sismica allegata all’Ordinanza 3274 (Allegato 1,2c). Tale carta è stata calcolata per una maglia regolare che copre l’intero territorio con una spaziatura di 5×5 km (griglia con passo di 0.05° Lat-Long), così come previsto dall’Ordinanza stessa. Facendo riferimento alla mappa di pericolosità di cui si mostra un ingrandimento per la Regione Liguria in figura 8, il territorio di Ventimiglia risulta contraddistinto da un valore di PGA riferito ad un suolo molto rigido o roccioso (suolo di categoria A come definito dall’ordinanza 3274), che ha la probabilità di essere ecceduto almeno 1 volta in 50 anni, compreso tra 0.1 e 0.15g. Tale valore di PGA viene confrontato con il valore di PGA che si ottiene impiegando la relazione di attenuazione di Ambraseys [Ambraseys et al., 2005]. Il valore di PGA viene determinato in funzione della coppia magnitudo-distanza sorgente, a partire dalla seguente equazione: Log ( y ) = a1 + a 2 + M w + (a 3 + a 4 M w ) Log d 2 + a52 + a 6 S S + a 7 S A + a8 FN + a9 FT + a10 F0 dove Mw è il valore della magnitudo, d è la distanza in km dalla struttura sorgente, Ss e Sa parametrizzano la natura del suolo (“rock soil”, “soft soil” e “stiff soil”), FN, FT e F0 il meccanismo sorgente (meccanismo inverso, normale e trascorrente) mentre a1-a10 sono dei coefficienti i cui valori sono in funzione del periodo T0. Il valore di PGA, calcolato con la relazione AMB05 per l’evento del 1887, ritenuto il terremoto più forte che ha colpito la zona, contraddistinto da una coppia M-D pari a 6.4 Mw e 15 km di distanza, così come definito nel capitolo precedente, risulta pari a 0,14 g, ovvero molto 17 Studio di Geologia Tecnica e Servizi per l’Ambiente – dott. geol. Serra F. , dott. Gerosa D. prossimo al valore riportato nella mappa di pericolosità sismica (si tratta tuttavia di una fortuita coincidenza dato che i due valori di PGA derivano da approcci in linea di principio non direttamente confrontabili). Il valore di PGA è stato calcolato anche in questo caso per un suolo roccioso. Figura 7: Mappa di pericolosità sismica del territorio nazionale, elaborazione Aprile 2004, INGV (Aprile 2004); viene riportato il valore di PGA che ha la probabilità del 10% di essere ecceduto almeno una volta nei prossimi 50 anni, calcolato con il codice di calcolo SEISRISKIII. 18 Studio di Geologia Tecnica e Servizi per l’Ambiente – dott. geol. Serra F. , dott. Gerosa D. Figura 8: Mappa della pericolosità sismica relativa al territorio della Liguria in cui si riporta il valore di PGA con la probabilità del 10% di essere ecceduto in 50 anni (INGV elaborazione Aprile 2004) 4.1 Normativa sismica L’Ordinanza del Consiglio dei Ministri n° 3274 del 20 Marzo 2003 recante “Primi elementi in materia di criteri generali per la classificazione sismica del territorio nazionale e di normative tecniche per la costruzione in zona sismica”, pubblicata sulla gazzetta ufficiale n. 105 del 8-5 2003, stabilisce una nuova classificazione sismica del territorio nazionale in risposta sia all’adeguamento 19 Studio di Geologia Tecnica e Servizi per l’Ambiente – dott. geol. Serra F. , dott. Gerosa D. del territorio rispetto alle nuove conoscenze scientifiche in materia sismica (acquisite dopo la precedente legge di indirizzo sismico del ’74), ma soprattutto dato il ripetersi di eventi sismici calamitosi che hanno interessato anche zone non classificate come sismiche (sempre facendo riferimento alla Legge 64/74). La nuova classificazione è articolata in 4 zone: le prime tre corrispondono, dal punto di vista della relazione con gli adempimenti previsti dalla Legge 64/74, alle zone di sismicità alta (S=12), media (S=9) e bassa (S=6), mentre la zona 4 è di nuova introduzione. Ciascuna zona viene identificata da un determinato parametro di accelerazione orizzontale massima ag, come riportato nella tabella 7. L’Ordinanza oltre a proporre una nuova classificazione sismica del territorio, detta le norme per la progettazione antisismica degli edifici soggetti ad azioni sismiche, così come definite nel capitolo 3 della normativa stessa. Secondo l’Ordinanza 3274, il comune di Ventimilgia risulta classificato in zona 3 e contraddistinto da un valore di accelerazione ag pari a 0.15 g. Zona Valori di ag 1 0,35 g 2 0,25 g 3 0,15 g 4 0,05 g Tabella 7: Valori di accelerazione massima orizzontale ag che contraddistinguono le 4 zone sismiche in cui è diviso il territorio nazionale (Ordinanza 3274) Le norme tecniche allegate all’ordinanza stabiliscono anche il modello di riferimento per la descrizione del moto sismico in un punto della superficie del suolo. Tale modello è costituito dallo spettro di risposta elastico Se(T), la cui forma spettrale è definita dalle seguenti relazioni: ¾ per la componente orizzontale (equazioni 1-4): ⎡ T ⎤ S e (T ) = a g ⋅ S ⎢1 + (η ⋅ 2,5 − 1)⎥ per 0≤T<Tb ⎣ Tb ⎦ S e (T ) = a g ⋅ S ⋅ η ⋅ 2,5 per Tb≤T<Tc 20 Studio di Geologia Tecnica e Servizi per l’Ambiente – dott. geol. Serra F. , dott. Gerosa D. ⎛T ⎞ S e (T ) = a g ⋅ S ⋅ η ⋅ 2,5 ⋅ ⎜ c ⎟ ⎝T ⎠ per Tc≤T<Td ⎛T T ⎞ S e (T ) = a g ⋅ S ⋅ η ⋅ 2,5 ⋅ ⎜ c 2d ⎟ ⎝ T ⎠ per Td≤T. ¾ per la componente verticale (equazioni 5-8): ⎡ T ⎤ S ve (T ) = 0,9 ⋅ a g ⋅ S ⎢1 + (η ⋅ 3,0 − 1)⎥ per 0≤T<Tb ⎣ Tb ⎦ Sve (T ) = 0,9 ⋅ a g ⋅ S ⋅ η ⋅ 3,0 per Tb≤T<Tc ⎛T ⎞ S ve (T ) = 0,9 ⋅ a g ⋅ S ⋅ η ⋅ 3,0 ⋅ ⎜ c ⎟ ⎝T ⎠ ⎛T T ⎞ S ve (T ) = 0,9 ⋅ a g ⋅ S ⋅ η ⋅ 3,0 ⋅ ⎜ c 2d ⎟ ⎝ T ⎠ per Tc≤T<Td per Td≤T. dove T rappresenta il periodo di vibrazione dell’oscillatore semplice, mentre η ( η = 10 /(5 + ε ) ) è un fattore correttivo che tiene conto del coefficiente di smorzamento viscoso equivalente ε (generalmente si assume ε = 5 %, per cui η= 1). Il valore di accelerazione orizzontale massima ag viene attribuito in base alla zona sismica (si veda la tabella 7), mentre i valori di S, Tb, Tc Td, che determinano la morfologia dello spettro, dipendono dalla categoria di assegnazione del suolo di fondazione. Le categorie di suolo di fondazione previste (le profondità si riferiscono al piano di posa delle fondazioni) risultano: A. Formazioni litoidi o suoli omogenei molto rigidi, caratterizzati da valori di Vs30 superiori a 800 m/s, comprendenti eventuali strati di alterazione superficiale di spessore massimo pari a 5 m. B. Depositi di sabbie o ghiaie molto addensate o argille molto consistenti, con spessori di diverse decine di metri, caratterizzati da un graduale miglioramento delle proprietà meccaniche con la profondità e da valori di Vs30 compresi tra 360 e 800 21 Studio di Geologia Tecnica e Servizi per l’Ambiente – dott. geol. Serra F. , dott. Gerosa D. m/s (ovvero resistenza penetrometrica Nspt > 50, o coesione non drenata cu> 250 kPa). C. Depositi di sabbie e ghiaie mediamente addensate o di argille di media consistenza, con spessori variabili da diverse decine fino a centinaia di metri, caratterizzati da valori di Vs30 compresi tra 180 e 360 m/s (15 < Nspt < 50, 70<cu<250 kPa). D. Depositi di terreni granulari da sciolti a poco addensati oppure coesivi da poco a mediamente consistenti, caratterizzati da valori di Vs30 < 180 m/s (Nspt< 15, cu<70 kPa). E. Profili di terreno costituiti da strati superficiali alluvionali, con valori di Vs30 simili a quelli dei tipi C o D e spessore compreso tra 5 e 20 m, giacenti su di un substrato di materiale più rigido con Vs30 > 800m/s. dove Vs30 è la velocità media di propagazione entro 30 m di profondità delle onde di taglio, ricavabile dai risultati delle prove SPT (relazione di Otha e Goto (1978), consigliata dal Manuale internazionale TC4 per la zonazione dei rischi geotecnici.) o comunque utilizzando prove penetrometriche correlabili alle SPT. I valori per i diversi parametri presenti nelle espressioni (1-8) sono riportati nelle due seguenti tabelle: Categoria suolo S Tb Tc Td A 1,0 0,15 0,40 2,0 B,C,E 1,25 0,15 0,50 2,0 D 1,35 0,20 0,80 2,0 Tabella 8: Valori dei parametri utilizzati nel calcolo dello spettro di risposta orizzontale (equazioni 1-4) , così come definiti dalla normativa. Categoria suolo S Tb Tc Td A,B, C,D,E 1,0 0,05 0,15 1,0 Tabella 9: Valori dei parametri utilizzati nel calcolo dello spettro di risposta verticale (equazioni 58), così come definiti dalla normativa. 22 Studio di Geologia Tecnica e Servizi per l’Ambiente – dott. geol. Serra F. , dott. Gerosa D. In figura 9 si riporta lo spettro elastico orizzontale per suolo tipo A (suolo roccioso) per la zona sismica 3 e lo spettro elastico (smorzamento del 5 %) ottenuto applicando la relazione AMB05 per la coppia M-D pari a 6.4-15 km (si veda il capitolo 3 e 4). Si può notare come la forma spettrale ottenuta dalla relazione AMB05 risulti più piccata e concentrata intorno a periodi di 0.2 s, mentre si osserva una buona corrispondenza (in termini relativi) nella curva di “decadimento” dello spettro per periodi superiori a 0.4 s (fine del plateau). A titolo di confronto sempre in figura 9 si riporta, con la linea di colore verde, lo spettro a probabilità uniforme derivante dalla PS per il comune di Ventimiglia (Romeo, R., Università di Urbino, www.uniurb.it). Figura 9: Spettro di risposta elastico secondo l’ordinanza 3274 (magenta) per la zona sismica 3, spettro di risposta ottenuto con la relazione AMB05 (blu) e spettro di risposta a probabilità uniforme (verde), tutti calcolati per suolo tipo A e per uno smorzamento pari al 5%. 23 Studio di Geologia Tecnica e Servizi per l’Ambiente – dott. geol. Serra F. , dott. Gerosa D. 5 CALCOLO DEL MOTO DI RIFERIMENTO La definizione del moto sismico di riferimento è un passaggio di notevole importanza ai fini della definizione della pericolosità sismica a scala locale; il moto di riferimento infatti è l’elemento di connessione tra la pericolosità a scala regionale e quella locale (Marcellini et al., 2001). Tuttavia le analisi di pericolosità in termini probabilistici non permettono il calcolo di storie temporali rappresentative dei valori di pericolosità. Infatti non esiste una corrispondenza biunivoca tra lo spettro di risposta e l’accelerogramma utilizzato per il suo calcolo. Ciò ha spinto alla messa a punto di diverse tecniche, che basandosi su criteri differenti, permettono di associare ad uno spettro una storia temporale di accelerazione con caratteristiche coerenti ai parametri previsti dalla normativa sismica. L’uso di accelerogrammi per la verifica degli stati limite (SLU e SLD) è previsto anche dalla normativa sismica (punto 3.2.7 delle norme tecniche per gli edifici), ma il ricorso ad accelerogrammi di riferimento risulta indispensabile nella valutazione degli effetti di sito. La scelta dei segnali di riferimento è stata fatta consultando il database degli accelerogrammi contenuti nell’ “European Strong Motion Database – CD-ROM Vol. 2” [Ambraseys N., Douglas J., Sigbjornsson R., Berge-Thierry C., Suhadolc P., Costa G., Smith P., 2004], secondo i seguenti criteri: 1. Selezionando gli accelerogrammi la cui forma spettrale normalizzata (storie temporali opportunamente moltiplicate per un fattore di scala) meglio approssima la forma dello spettro di risposta previsto dall’ordinanza per un suolo tipo A in zona sismica 3; 2. Selezionando gli accelerogrammi la cui forma spettrale normalizzata (storie temporali opportunamente moltiplicate per un fattore di scala) meglio approssima la forma dello spettro di risposta derivante dalla relazione AMB05 per M=6.4 e Ds=15 Km; 3. Selezionando gli accelerogrammi la cui forma spettrale normalizzata (storie temporali opportunamente moltiplicate per un fattore di scala) meglio approssima la forma dello spettro di risposta derivante dalla relazione AMB05 più una deviazione standard per M=6.4 e Ds=15 Km; Si ricorda che nella selezione degli accelerogrammi si è tenuto conto di quanto prescritto dalla norma al punto 3.2.7: “L’ordinata spettrale media non dovrà presentare uno scarto in difetto superiore del 10% rispetto alla corrispondente dello spettro elastico in alcun punto dell’intervallo di periodi 0.15-2.0 s” (si veda la figura 13). 24 Studio di Geologia Tecnica e Servizi per l’Ambiente – dott. geol. Serra F. , dott. Gerosa D. A completamento sono stati selezionati, consultando diversi database di registrazioni sismiche, degli accelerogrammi contraddistinti da una coppia M-D compatibile con quella del terremoto di riferimento per l’area in esame (capitolo 3). In figura 10,11 e 12 si mostrano le storie temporali degli accelerogrammi selezionati secondo i criteri 1-3 sopra esposti, mentre nelle figure 13, 14, 15 e 16 si riportano gli spettri degli accelerogrammi selezionati confrontati con lo spettro di riferimento utilizzato come criterio di selezione; nella figura 13 si riporta un confronto tra gli spettri degli accelerogrammi selezionati e lo spettro elastico previsto dall’Ordinanza per un suolo A in zona sismica 3. Si noti come la media dell’ordinata spettrale degli accelerogrammi selezionati sia maggiore dello spettro elastico previsto dalla norma diminuito del 10% (linea nera tratteggiata). In tabella 10 si riportano tutte le informazioni relative agli accelerogrammi selezionati: i numeri di identificazione si riferiscono alla numerazione contenuta nel database “European Strong Motion CD-ROM Vol. 2” del 2004. L’accelerogramma 001708 comp. TRAN è stato utilizzato nei casi 1 e 3 con diversi fattori di scala. 25 Studio di Geologia Tecnica e Servizi per l’Ambiente – dott. geol. Serra F. , dott. Gerosa D. Figura 10: Storie temporali in accelerazione selezionate utilizzando il criterio 1 (si rimanda al testo). 26 Studio di Geologia Tecnica e Servizi per l’Ambiente – dott. geol. Serra F. , dott. Gerosa D. Figura 11: Storie temporali in accelerazione selezionate utilizzando il criterio 2 (si rimanda al testo). 27 Studio di Geologia Tecnica e Servizi per l’Ambiente – dott. geol. Serra F. , dott. Gerosa D. Figura 12: Storie temporali in accelerazione selezionate utilizzando il criterio 3 (si rimanda al testo). 28 Studio di Geologia Tecnica e Servizi per l’Ambiente – dott. geol. Serra F. , dott. Gerosa D. Figura 13: Spettri di risposta degli accelerogrammi selezionati con il criterio 1 confrontati con lo spettro di risposta previsto dall’Ordinanza 3274 per un suolo A in zona sismica 3 (linea nera); con la linea nera tratteggiata si riporta lo spettro dell’ordinanza scalato in difetto del 10%. 29 Studio di Geologia Tecnica e Servizi per l’Ambiente – dott. geol. Serra F. , dott. Gerosa D. Figura 14: Ingrandimento della figura precedente, in cui si mostra come la media degli accelerogammi selezionati non sia inferiore allo spettro previsto dall’ordinanza scalato del 10%. 30 Studio di Geologia Tecnica e Servizi per l’Ambiente – dott. geol. Serra F. , dott. Gerosa D. Figura 15: Spettri di risposta degli accelerogrammi selezionati con il criterio 2 confrontati con lo spettro di risposta ottenuto con la relazione AMB05 (linea nera). 31 Studio di Geologia Tecnica e Servizi per l’Ambiente – dott. geol. Serra F. , dott. Gerosa D. Figura 16: Spettri di risposta degli accelerogrammi selezionati con il criterio 3 confrontati con lo spettro di risposta ottenuto con la relazione AMB05 (linea nera) e lo spettro ottenuto dalla relazione di AMB05 più una deviazione standard (linea rossa). 32 Studio di Geologia Tecnica e Servizi per l’Ambiente – dott. geol. Serra F. , dott. Gerosa D. CRITERIO 1 accelerogramma 001218 terremoto : Izmit (TURCHIA) 17/08/1999 Ms=7.8 Prof= 17 Km stazione : istanbul-bayindirlik distanza epicentrale : 86 Km comp. EW geologia : Pga originale : 0.42 m/s/s Pga scalata : 1.54 m/s/s durata significativa : 37 s accelerogramma 000292 terremoto : Campano Lucano (ITALIA) 23/11/1980 Ms=6.9 Prof= 16 Km stazione : auletta distanza epicentrale : 25 Km comp. NS geologia : VS_30=1090 m/s Pga originale : 0.57 m/s/s Pga scalata : 1.65 m/s/s durata significativa : 40 s accelerogramma 001314 terremoto : Ano Liosa (GRECIA) 07/09/1999 Ms=5.9 Prof= 17 Km stazione : athens 4 distanza epicentrale : 17 Km comp. N160 geologia : VS_30=390 m/s Pga originale : 1.11 m/s/s Pga scalata : 1.98 m/s/s durata significativa : 5 s CRITERIO 2 accelerogramma 000182 terremoto : Tabas (IRAN) 16/09/1978 Ms=7.4 Prof= 4 Km stazione : dayhook distanza epicentrale : 12 Km comp. N80W geologia : Vs_30=830 m/s Pga originale : 3.16 m/s/s Pga scalata : 1.15 m/s/s durata significativa : 33 s accelerogramma 004340 terremoto : Izmit (TURCHIA) 17/08/1999 Ms=7.8 Prof= 17 Km stazione : istanbul-mecidiyekoy distanza epicentrale : 9 Km comp. NS geologia : Pga originale : 0.51 m/s/s Pga scalata : 1.30 m/s/s durata significativa : 35 s accelerogramma 001708 terremoto : Ano Liosa (GRECIA) 07/09/1999 Ms=5.9 Prof= 17 Km stazione : athens-neo psihiko distanza epicentrale : 19 Km comp. TRAN geologia : depositi terziari - Vs_30=350 m/s Pga originale : 0.99 m/s/s Pga scalata : 1.18 m/s/s durata significativa : 9 s CRITERIO 3 accelerogramma 000147 terremoto : Friuli (ITALIA) stazione : san rocco geologia : Vs_30=600 m/s Pga originale : 2.29 m/s/s durata significativa : 3 s 15/09/1976 Ms=6.0 Prof= 8 Km distanza epicentrale : 14 Km comp. WE Pga scalata : 2.70 m/s/s accelerogramma 001708 33 Studio di Geologia Tecnica e Servizi per l’Ambiente – dott. geol. Serra F. , dott. Gerosa D. terremoto : Ano Liosa (GRECIA) 07/09/1999 Ms=5.9 Prof= 17 Km stazione : athens-neo psihiko distanza epicentrale : 19 Km comp. TRAN geologia : depositi terziari - Vs_30=350 m/s Pga originale : 0.99 m/s/s Pga scalata : 2.36 m/s/s durata significativa : 9 s accelerogramma 006498 terremoto : Duzce 1 (TURCHIA) Ms=7.3 Prof= 14 Km stazione : LDEO n. C1062 FI distanza epicentrale : 28 Km geologia : Vs_30=340 m/s Pga originale : 1.14 m/s/s Pga scalata : 2.51 m/s/s durata significativa : 16 s comp. NS Tabella 10: Informazioni relative alle storie temporali in accelerazione selezionate secondo i criteri 1-3 e mostrate nelle figure 10-12. Tutte le informazioni sono state estratte dal database “European Strong Motion – Vol 2, 2004” 34 Studio di Geologia Tecnica e Servizi per l’Ambiente – dott. geol. Serra F. , dott. Gerosa D. 6 BIBLIOGRAFIA 1. Albini P., Stucchi M., Mirto C., “Valutazione di completezza, su base storica, dei dati del catalogo sismico CPTI (1999) nell’area corrispondente alle ZS n.5 e n.6 in ZS4”, Progetto GNDT – Scenari di danno in area veneto-friulana, Rapporto tecnico INGV-MI, 2002. 2. Albarello D., Camassi R., Rebez A, “Detenction of space and time heterogeneity in the completeness level of a seismic catalogue by a “robust” statistical approach: an application to the Italian area”, BSSA, 91, 6, 1694-1703, 2001. 3. Ambraseys N., Douglas J., Sarma S. K., SMIT P. 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