suggerimenti per la stesura della tesi di laurea
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suggerimenti per la stesura della tesi di laurea
SUGGERIMENTI PER LA STESURA DELLA TESI DI LAUREA IL CONTENUTO Attraverso la tesi di laurea lo studente deve elaborare in modo approfondito ed originale l’argomento di ricerca assegnato. Il lavoro di tesi non deve limitarsi ad una rassegna, per quanto esaustiva, della produzione letteraria esistente, bensì offrire spunti critici ed una chiave di lettura personale. Il candidato deve essere in grado, quantomeno, di rielaborare e combinare la letteratura di riferimento in modo originale, coerente e lineare. Svolgere un lavoro di tesi significa: 1. 2. 3. 4. effettuare un’accurata opera di ricerca e raccolta bibliografica; esaminare ed organizzare le informazioni raccolte; acquisire piena consapevolezza dell’argomento assegnato; sviluppare un elaborato personale sull’argomento. Una tesi di laurea ben scritta richiede il rispetto di una serie di principi elementari: 1. i concetti devono essere esposti in modo chiaro e lineare, in modo da risultare comprensibili al lettore; 2. la sequenza dei concetti esposti deve seguire un ordine logico coerente; 3. ogni frase deve possedere un ritmo regolare e collegarsi in modo armonioso a ciò che segue; 4. la struttura grammaticale delle singole frasi deve risultare assolutamente corretta; 5. evitare l’impiego eccessivo di inglesismi. Se per un termine straniero esiste un vocabolo equivalente in italiano impiegare quest’ultimo. Riportare in corsivo i vocaboli in lingua straniera; 6. inserire in nota le informazioni necessarie a chiarire taluni aspetti del ragionamento il cui inserimento nel testo ne ridurrebbe la snellezza e la facilità di lettura; 7. prima della consegna il lavoro va attentamente riletto in modo da eliminare eventuali refusi ed errori di battitura. Prima di procedere è utile disporre di uno schema degli argomenti che si intende affrontare, un indice di riferimento che descriva la struttura dei capitoli e, al loro interno, dei diversi paragrafi. Per ogni sezione dell’indice lo studente dovrebbe avere chiari i riferimenti bibliografici che intende adoperare. LA STRUTTURA La struttura della tesi dovrebbe aderire al seguente schema: Indice Introduzione Capitolo 1 1.1 Titolo paragrafo 1.1.1 Titolo sotto-paragrafo 1.1.2 ….. ……. ….. 1.2 Titolo paragrafo 1.2.1 Titolo sotto-paragrafo 1.2.2 ….. ……. ….. Capitolo 2 2.1 Titolo paragrafo 2.1.1 Titolo sotto-paragrafo 2.1.2 ….. ……. ….. 2.2 Titolo paragrafo 2.2.1 Titolo sotto-paragrafo 2.2.2 ….. ……. ….. Capitolo 3 3.1 Titolo paragrafo 3.1.1 Titolo sotto-paragrafo 3.1.2 ….. ……. ….. 3.2 Titolo paragrafo 3.2.1 Titolo sotto-paragrafo 3.2.2 ….. ……. ….. Conclusioni Bibliografia L’introduzione deve essere scritta al termine del lavoro sui singoli capitoli, quando il contenuto della tesi è ormai ben definito. L’introduzione costituisce la “vetrina” della tesi e, come tale, andrebbe curata con particolare attenzione. Il contenuto dell’introduzione deve descrivere, con un linguaggio chiaro e scorrevole, l’argomento trattato nella tesi, i motivi del suo interesse e le modalità con cui è stato affrontato nei diversi capitoli. I risultati del lavoro svolto vanno riportati, invece, nella sezione dedicata alle conclusioni. In tale sede, lo studente deve saper “tirare le somme”, dedicando alcune pagine ad una serie di pensieri utili a “fotografare” i risultati a cui ha condotto il proprio lavoro di ricerca, fornendo spunti di riflessione e dimostrando, per lo meno in tale sezione, sufficiente originalità. LE FONTI BIBLIOGRAFICHE Nel corso della ricerca bibliografica è opportuno riferirsi, in primo luogo, alla produzione libraria. I libri reperiti permetteranno, infatti, di acquisire una visione sufficientemente ampia e completa dell’argomento di ricerca. Si rivela, inoltre, necessaria un’accurata consultazione della più recente stampa specializzata (periodici e riviste di settore ed atti di convegni), indispensabile per dare profondità di analisi a specifiche tematiche di ricerca. A valle dello studio del materiale cartaceo è utile procedere anche ad una ricerca sul web ricordando tuttavia che, a fronte dell’ampia disponibilità di informazioni in rete, il contenuto delle stesse non risulta, in molti casi, sufficientemente attendibile e completo. Nella fase di ricerca delle fonti bibliografiche ci si può orientare consultando: l’archivio disponibile presso la biblioteca di Facoltà; l’archivio elettronico della biblioteca economico-giuridica Felice Chirò di San Severo (www.bibliobancapulia.it); i cataloghi delle maggiori case editrici del settore (www.bancariaeditrice.it, www.egeaonline.it, www.mcgraw-hill.it, www.utet.it, www.cedam.com, www.giappichelli.it, ecc.); i motori di ricerca bibliografica disponibili in rete. Un utile riferimento può essere il seguente http://212.239.33.154/zwebsvr/zetesis.asp?WCI=Generic&WCE=HTZLNG&WCU=ITA; il repertorio bibliografico citato all’interno dei libri e degli articoli raccolti. Nel corso dell’approfondimento bibliografico, è opportuno registrare il materiale esaminato, annotando con cura la fonte bibliografica ed i suoi principali contenuti. Sin dalla prima stesura delle bozze devono essere inclusi tutti i riferimenti bibliografici. In tale modo si risparmia tempo e si conferisce maggiore leggibilità al testo. E’ inoltre fondamentale riportare gli autori e le fonti delle informazioni raccolte: il lettore deve poter distinguere, in modo chiaro e inequivocabile, i pensieri originali dello studente dai concetti estrapolati dalla letteratura. GLI STANDARD EDITORIALI L'aspetto grafico del lavoro deve essere ben curato ed assolutamente omogeneo. A tal fine si consiglia quanto segue. Frontespizio La copertina della tesi deve riportare, nell’ordine: - l'indicazione dell'Università degli Studi di Foggia, della Facoltà di Economia e del corso di laurea; il titolo della tesi; il nome dell'autore e del relatore; la sessione di laurea e l'anno accademico. Layout pagina e testo Impostare l'orientamento verticale della pagina ed inserire la numerazione delle pagine in basso. I margini della pagina dovrebbero essere i seguenti: superiore, inferiore e destro di 3 cm, sinistro di 4 cm. Impiegare caratteri di dimensione 12 punti (10 per le note a piè di pagina) ed adottare un’interlinea di 1,5. Giustificare sia il testo che le note a piè di pagina. La tesi deve essere rilegata fronte e retro. Ogni sezione (indice, introduzione, capitoli, conclusioni e bibliografia) dovrebbe cominciare sulla destra, ovvero su una pagina dispari. In base allo stesso principio, la copia del frontespizio dovrebbe occupare la prima pagina mentre gli eventuali ringraziamenti o dediche dovrebbero essere inseriti nella terza. Figure, grafici e tabelle Figure, grafici e tabelle devono essere contrassegnati da un titolo (che ne individui chiaramente il contenuto) e da una numerazione progressiva (ad esempio, per le tabelle incluse nel capitolo 1: tab.1.1, tab.1.2, …; per le tabelle incluse nel capitolo 2: tab.2.1, tab.2.2, …; ecc.). Deve inoltre essere riportata la fonte bibliografica da cui si è prelevato l’elemento o le informazioni necessarie alla sua realizzazione. Elenchi puntati o numerati Nel caso di elenchi puntati o numerati, la frase che li precede termina con i due punti mentre la lista termina con un punto. Ciascun elemento dell’elenco inizia con la minuscola e termina con il punto e virgola. Evitare di appesantire gli elenchi con concetti particolarmente ampi ed articolati. Citazioni Le citazioni devono essere riportate tra virgolette, avendo cura di riportare fedelmente il testo originale. Se si omettete qualcosa, l’omissione va segnalata inserendo il simbolo [...]; Note bibliografiche Lo stile delle citazioni bibliografiche riportate in nota a piè di pagina deve rispettare un preciso schema di riferimento, diverso a seconda della natura della fonte. Se si tratta di un libro, riportare in sequenza (separati da una virgola): - l’autore: l’iniziale puntata del nome ed il cognome (se si tratta di più autori separare i loro nomi con una virgola); il titolo (in corsivo); la casa editrice e la città dove ha sede; l’anno dell’edizione. Ad esempio: R. Ruozi, Economia e gestione della banca, Egea, Milano, 2002. Se si tratta di un capitolo all’interno di una raccolta di saggi di autori diversi è necessario riportare, oltre all’autore ed al titolo del capitolo, il curatore della raccolta ed il titolo della stessa. Lo schema è il seguente: - autore del capitolo: l’iniziale puntata del nome ed il cognome (se si tratta di più autori separare i loro nomi con una virgola); titolo del capitolo (tra virgolette); curatore della raccolta: preceduto da “in” e seguito da “(a cura di)”; titolo della raccolta (in corsivo); casa editrice e relativa città; anno dell’edizione. Ad esempio: M. Anolli, “Gli strumenti derivati”, in A. Banfi (a cura di), I mercati e gli strumenti finanziari, UTET, Torino, 2003. Nel caso, invece, di un articolo contenuto all’interno di una rivista è necessario riportare in sequenza: - l’autore dell’articolo: l’iniziale puntata del nome ed il cognome (se si tratta di più autori separare i loro nomi con una virgola); il titolo dell’articolo (tra virgolette); il titolo della rivista (in corsivo e preceduto da “in”); il numero della rivista (o il mese di pubblicazione); l’anno di pubblicazione. Ad esempio: A. Resti, “Il risparmio gestito in Europa”, in Bancaria, n. 1, 2004. M. Cecchini, “Euro ai minimi storici contro il dollaro USA”, in Corriere della Sera, 17 febbraio 1999. Infine, nel caso si tratti di informazioni prelevate da un sito internet è opportuno adottare una forma simile a quella impiegata per i riferimenti classici, con l’aggiunta dell’indirizzo web. Non tutte le informazioni sono necessariamente disponibili. In tal caso, riportare quantomeno l’indirizzo internet di riferimento. Ad esempio: Centro studi Borsa Italiana s.p.a., “La borsa nel 2003”. http://www.borsaitaliana.it. G. King, M. Tomz, J. Wittenberg, ”Making the most of statistical analyses: improving interpretation and presentation”, Settembre 1998. http://gking.harvard.edu/preprints.html. Qualora uno stesso riferimento bibliografico sia citato in più note a piè di pagina, è sufficiente indicare la fonte per esteso una prima volta, adottando nei richiami successivi il seguente schema di riferimento: - autore: l’iniziale puntata del nome ed il cognome (se si tratta di più autori separare i loro nomi con una virgola); “op. cit.” (in corsivo); anno di pubblicazione. Ad esempio: R. Ruozi, op. cit., 2002. M. Anolli, op. cit., 2003. A. Resti, op. cit., 2004. LA BIBLIOGRAFIA L’ultima sezione della tesi è dedicata alla bibliografia, destinata ad accogliere (in base all’ordine alfabetico del cognome dell’autore) tutti i riferimenti bibliografici citati nei capitoli della tesi. Lo schema bibliografico coincide con quello adoperato nelle note a piè di pagina, salvo far precedere il cognome al nome dell’autore ed indicare l’anno di pubblicazione (tra parentesi) tra il nome dell’autore ed il titolo dell’opera. Ad esempio: Anolli M. (2003), “Gli strumenti derivati”, in A. Banfi (a cura di), I mercati e gli strumenti finanziari, UTET, Torino. Cecchini M. (1999), “Euro ai minimi storici contro il dollaro USA”, in Corriere della Sera, 17 febbraio. Resti A. (2004), “Il risparmio gestito in Europa”, in Bancaria, n. 1. Ruozi R. (2002), Economia e gestione della banca, Egea, Milano. LE SCADENZE BUROCRATICHE Deve essere cura del candidato il rispetto delle scadenze formali previste per l’assegnazione del lavoro di tesi e l'iscrizione all'esame di laurea.