SALUTO DEL CONSOLE GENERALE DEL GIAPPONE SIGNOR

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SALUTO DEL CONSOLE GENERALE DEL GIAPPONE SIGNOR
SALUTO DEL CONSOLE GENERALE DEL GIAPPONE SIGNOR SHIGEMI JOMORI AL RICEVIMENTO “AD UN ANNO DAL GRANDE TERREMOTO DEL GIAPPONE ORIENTALE” Gentili Signore, Autorità e Signori, Desidero ringraziarVi sentitamente per aver voluto essere qui con noi questa sera. E’ già trascorso un anno dalla terribile tragedia che ha colpito il Giappone. L’11 marzo del 2011, alle ore 14.16, a 130 km a est delle coste del Tohoku e ad una profondità di 24 km, si è verificato un terremoto di magnitudo 9.0. La placca geologica del Pacifico si è scontrata ed è scivolata sotto a quella sulla quale è situato il Giappone. A seguito di questa frizione avvenuta nel fondale marino, nel punto di scontro tra le due placche, si è verificato uno slittamento di circa 30 m. La costa orientale del Tokohu, si è spostata di circa un metro in direzione del continente americano, tanto che per esempio, anche la città di Tokyo si è mossa nella medesima direzione di 28 cm. Un terremoto di queste proporzioni è un evento davvero raro, tanto che si dice si manifesti una volta ogni mille anni. Il vero problema di questa enorme tragedia in questo caso però, è stato lo tsunami. L’onda anomala, in molti punti, ha superato i 10 m di altezza, fino a raggiungere un’altezza massima di 40 m, superando ogni previsione e causando una vera tragedia. Immagini della catastrofe sono state trasmesse in tutto in mondo e credo che tutti Voi possiate ben ricordarle. Lo stesso tsunami, ha causato poi il gravissimo incidente della centrale nucleare di Fukushima, con il relativo difficile problema legato alla radioattività. Il tratto della costa interessata ha un’estensione di oltre 500 km e in quell’area le prefetture di Miyagi, di Fukushima e di Iwate sono state molto danneggiate. Secondo recenti dati ufficiali, hanno perso la vita 15.854 persone. E voglio esprimere ancora una volta il mio cordoglio ai famigliari e ai parenti delle vittime. Secondo la stessa fonte i dispersi sono attualmente 3.272, mentre gli sfollati, allora, raggiungevano il numero di 340.000. Le abitazioni andate completamente distrutte sono circa 128.000 e 930.000 quelle semi o parzialmente distrutte. L’ammontare dei danni materiali limitati alle case e alle infrastrutture, è stato stimato intorno ai 160 miliardi di euro. Già a partire dallo stesso giorno della tragedia, sono giunte numerosissime le parole di solidarietà e di cordoglio verso il mio Paese e i miei concittadini, da parte di autorità, associazioni, società, italiani, giapponesi, stranieri e dall’intero Corpo Consolare di Milano. L’allora Arcivescovo Dionigi Tettamanzi celebrò una Santa Messa in Duomo. Il precedente Sindaco di Milano Letizia Moratti mi contattò immediatamente per 1 esprimere il cordoglio e il sostegno della Città di Milano. Lo stesso Presidente della Provincia di Milano Guido Podestà mi comunicò direttamente sua solidarietà. A Milano e in tutte le Regioni del Nord Italia, sono fiorite innumerevoli attività di ogni tipo a scopo di beneficenza, talmente tante da non poterle citare una per una. Ne nominerò solo alcune, così per portarvi qualche esempio. L’Italia è il Paese della musica, e infatti i concerti sono stati gli eventi più frequenti. L’associazione più attiva nell’organizzarli è stata L’Isola della Speranza. A Varese, pittori e artisti del territorio, hanno creato, esposto e venduto le loro opere. Alcuni designers hanno ideato e realizzato vere e proprie charity box, divenute oggetto di esposizione e allo stesso tempo di raccolta fondi. Si sono susseguite mostre di fotografia e moltissime altre originali iniziative di beneficenza. Alcuni studenti dell’American School of Milan, hanno organizzato tra loro una colletta. L’azienda vinicola Venica & Venica, ancora oggi, continua a vendere alcuni dei suoi vini pregiati per beneficenza e il prossimo 26 marzo, durante l’inaugurazione di Vinitaly 2012, renderà noto l’esito dell’iniziativa. Tra i numerosi progetti mi piace ricordare quello realizzato da Alessandro Del Piero, Capitano della squadra di Calcio Juventus di Torino, intitolato “Ale10friendsforJapan”. Si è trattato di una raccolta fondi principalmente basata sulla vendita di T‐shirts, e che ha avuto la sua conclusione lo scorso autunno. Il contributo complessivo di circa 300 mila dollari, è stato devoluto direttamente in Giappone. Anche diversi sportivi giapponesi presenti sul territorio italiano, come per esempio il calciatore dell’Inter Yuto Nagatomo, del Novara Calcio Takayuki Morimoto per citare solo i più famosi, si sono adoperati per sostenere i loro concittadini disastrati. Il Consolato perciò, per poter ricevere tutti questi oboli, ha predisposto un conto corrente bancario speciale. Non tutte le donazioni però sono passate attraverso questo canale. E’ il caso della raccolta realizzata da Alessandro Del Piero, o di altre organizzazioni che essendo già legate con alcune zone del Tohoku, hanno seguito canali diretti e separati. Anche se escludiamo queste ultime, il numero dei versamenti effettuati sul conto corrente istituito dal Consolato è di 270, e posso dire che l’importo in euro è una somma pari a 6 cifre, peraltro già completamente trasferita alla Croce Rossa in Giappone. Era mia intenzione questa sera, invitare tutte le persone che hanno offerto il loro sostegno, chi ha intrapreso iniziative benefiche, e chi ha inviato offerte al Consolato. Ciò che desideravo era poter incontrare ognuna delle persona che avessero svolto una qualsiasi di queste attività, ma ciò è stato fisicamente impossibile. So anche di sicuro che tantissime altre persone si sono impegnate a sostenere il Giappone, senza che io ne sia venuto finora a conoscenza. Nel mio ruolo di Console Generale del Giappone a Milano e in rappresentanza del Governo Giapponese, della popolazione sinistrata e 2 dell’intera nazione giapponese, desidero oggi rivolgere il più caloroso ringraziamento a tutti coloro che ci hanno dimostrato questo grande affetto. La vicinanza al Giappone, non è stata solo una caratteristica italiana. Aiuti ci sono giunti da tutte le parti del mondo. Per questo motivo gli Ambasciatori e i Consoli Generali del Giappone all’estero, organizzano in questi giorni un ricevimento simile a questo, per esprimere la gratitudine del Giappone al mondo intero. Il ricevimento della nostra Ambasciata a Roma è stato lo scorso 8 marzo e l’Ambasciatore Signor Kono, ha potuto annoverare tra i suoi illustri ospiti, il Presidente della Repubblica Italiana Giorgio Napolitano. La somma di tutte le donazioni provenienti sia dal Giappone che dal mondo intero, raggiunge indicativamente 3.466 milioni di euro, e non cessano di pervenire. Non arriva solo denaro, ma anche volontari e persone famose visitano continuamente e incoraggiano il popolo del Tohoku. Quindi, in occasione del primo anniversario della tragedia del terremoto e tsunami, vogliamo comunicare a tutti voi, oltre alla nostra profonda gratitudine, la nostra determinazione, il nostro massimo impegno, per la ricostruzione delle zone disastrate. Oggi abbiamo posizionato 30 pannelli fotografici che ritraggono e confrontano i momenti immediatamente post‐terremoto e tsunami, a quelli della ricostruzione che ne è seguita. Vorrei che tutti voi possiate guardarli. E già da oggi, queste fotografie sono state pubblicate anche sul sito del Consolato. Ma queste fotografie sono soltanto qualche esempio di ciò che è accaduto. Il territorio che ha subito danni a causa del terremoto e tsunami infatti, si estende per oltre 500 km, e purtroppo, in alcune aree, la ricostruzione procede con difficoltà. Nel corso dell’anno finanziario 2011, che terminerà il prossimo 31 marzo, al bilancio iniziale, sono stati introdotti altri successivi quattro bilanci aggiuntivi pari a 21 miliardi di euro circa, destinati a fronteggiare i problemi causati dal terremoto e tsunami compresi quelli delle radiazioni nucleari. Anche nel bilancio 2012, sono già stati pianificati diversi provvedimenti ed un sollecito impegno per una più rapida ricostruzione possibile. I Comuni, la popolazione di tutte le zone colpite, si stanno impegnando in tal senso con tutte le loro forze, ed in stretta collaborazione con gli enti e la popolazione giapponese tutta, ed anche con l’aiuto di organizzazioni del mondo. È certo che, per riportare la zona colpita alla normalità, saranno necessari parecchi anni. L’area da restaurare è davvero molto vasta e i danni sono stati veramente ingenti. Ma sono sicuro però che già dal prossimo anno potremo mostrarvi un Giappone ancor più ricostruito. E fortunatamente, per quest’anno, si preannuncia anche un andamento positivo per l’economia giapponese. Anche il problema delle radiazioni si sta normalizzando; infatti a Fukushima, a parte alcune zone calde vicine alle centrali nucleari, le radiazioni 3 rilevate sono inferiori allo 0,1 µSv, livello più basso se confrontato con quello della città di Roma, che è di circa lo 0,25 µSv. E fuori da Fukushima questo livello risulta essere ancora più basso. Anche alcuni cibi giapponesi presentano radioattività residue. Ma anche per gli alimenti, in Giappone sono stati introdotti criteri molto più severi sui livelli di radioattività. Viene pertanto impedito l’accesso sia al mercato giapponese, che a quelli stranieri di tutte le merci che oltrepassano questi restrittivi livelli, garantendo così la sicurezza anche degli alimenti da esportazione. Ma bisogna poi considerare che buona parte degli articoli giapponesi presenti a Milano e in Italia, sono quasi tutti prodotti in Europa e pertanto non ci si deve preoccupare. Dunque, a parte alcune zone pericolose all’interno di Fukushima, altrove il problema della radioattività non sussiste, ne sul territorio e nemmeno sugli alimenti. Così adesso il Giappone, sotto questi aspetti, è tornato ad essere ciò che era prima della tragedia ed è un Paese sicuro. Vi invito perciò a tornare in Giappone da turisti, per business o per studio e vivere il Paese senza timore alcuno. E perciò concludo ringraziandovi nuovamente. Abbiamo preparato un po’ di pietanze giapponesi e di sakè del Tohoku. Mentre l’importatore Biscaldi desidera offrire Birra Asahi agli ospiti intervenuti. E vi invito a servirvi e a gustarle. Al momento di congedarvi, non scordatevi di ritirare all’uscita uno degli oggetti dell’artigianato tradizionale giapponese che hanno origine proprio nelle zone disastrate. Sono stati inviati espressamente per voi. Uno tra questi oggetti, è la okiagari‐koboshi. Si tratta di una bambola di cartapesta con un peso sul fondo che, ogni volta che viene spinta a terra, si rialza; si rimette sempre in piedi. Simboleggia perciò lo spirito di noi giapponesi adesso. Grazie. 4