Frasi celebri nel ciclismo

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Frasi celebri nel ciclismo
Frasi celebri nel ciclismo
No, non mollare bicicletta. Se tu capitolassi, non solo un periodo dello
sport, un capitolo del costume umano sarà finito, ma si restringerà ancor
più il superstite dominio della illusione, dove trovano respiro i cuori
semplici. (Dino Buzzati)
Fu allora, sotto la pioggia che veniva giù mescolata alla grandine, che io
vidi venire al mondo Coppi. Ne avevo visti di scalatori; avevo visto i muli
come Martano e Pesenti, avevo visto il “camoscio” Camusso e la
prodigiosa, isterica “pulce dei Pirenei”, Vicente Trueba. Avevo visto
Binda, avevo visto Bartali. Ma adesso vedevo qualcosa di nuovo: aquila,
rondine, alcione, non saprei come dire, che sotto alla frusta della pioggia
e al tamburello della grandine, le mani alte e leggere sul manubrio, le
gambe che bilanciavano nelle curve, le ginocchia magre che giravano
implacabili, come ignorando la fatica, volava, letteralmente volava su
per le dure scale del monte, fra il silenzio della folla che non sapeva chi
fosse e come chiamarlo. (Orio Vergani)
I giardini di Trieste non hanno più fiori. Le campane di Trieste non hanno
più suoni. Le bandiere di Trieste non hanno più palpiti. Le labbra di
Trieste non hanno più baci. I fiori, i palpiti, i suoni, i baci sono stati tutti
donati al Giro d’Italia. (Bruno Roghi)
La bicicletta è l’immagine visibile del vento. (Cesare Angelini)
La bicicletta è il mezzo di trasporto più civile che l’uomo conosca. Altre
forme di trasporto diventano ogni giorno più da incubo. Solo la bicicletta
resta pura di cuore. (Iris Murdoch)
Chi è Pantani? Uno che ha sofferto tanto. E che in bici si è divertito e,
soprattutto, ha divertito. (Marco Pantani)
Nel ’46, Coppi, vince la Milano-Sanremo: pronti via e subito in fuga. A
Pavia il suo plotoncino ha 6 minuti di vantaggio; sul Turchino gli sta a
ruota solo Teisseire; a Sanremo dà 14 minuti al francese e 18 e mezzo al
gruppo con Bartali. Comincia la rivalità tra i due e dalla radio si sente:
“Primo classificato Coppi, in attesa del secondo, trasmettiamo musica
da ballo.”
Coppi pedalava in testa saltando dal pavè al sentiero laterale nella
polvere, nel tumulto, rasando una folla urlante che invocava il suo nome
più degli altri. Conservava un’espressione lontana, con i suoi tratti
distesi, lo sguardo calmo dietro gli occhiali scuri. Ecco lo stile, quello
dell’uomo solo, che al di là del risultato conservava un’attitudine in cui si
nascondeva una sorta di imparziale indifferenza. (Serge Groussard,
Parigi Roubaix ’52)
A Fausto debbo una parte della mia popolarità. Io e te ci si voleva bene.
Gli altri ci hanno imposto per anni la parte del cane e del gatto. Te ne sei
andato nella tua ultima fuga. Ora capisco quanto ti volevo bene. Ti sei
portato via una parte di me: venti anni di battaglie e quanto altro. Mi
sento più vecchio. Pace a te, Fausto: che nessuno ha mai chiamato
vecchio. (Gino Bartali)
Poche chiacchiere e menare. (Felice Gimondi)
La corsa è corsa, pietà l’è morta. (Federico Gay)
Magni ebbe dalla sua la ventura di non somigliare né a Coppi né a
Bartali, e quindi d’essere, per dir così, pari a loro per prestigio e
popolarità, ma con una personalità, anche agonistica, che per qualche
verso addirittura sopravanzava i suoi due primari rivali. (Sergio Zavoli)
Quando la strada sale non ti puoi nascondere. (Eddy Merckx)
Verità e riconciliazione, non c’è altra soluzione per invertire questa
tendenza. Io adesso sono nell’occhio del ciclone, ma la questione non
riguarda un singolo corridore, nè una squadra o un direttore sportivo, ma
l’intero ciclismo. E, a esser franchi, anche tutti gli sport di resistenza.
Esporre al pubblico ludibrio un atleta o un team non risolve il problema.
Si deve formare una commissione sul doping nel ciclismo e poi
procedere a un’amnistia. (Lance Armstrong)
La bicicletta ha un’anima. Se si riesce ad amarla, vi darà emozioni che
non dimenticherete mai. (Mario Cipollini)
Il peggior nemico delle biciclette non sono le automobili, sono i
pregiudizi. (Margot Wallström)
La Montagna é solo per pochi. (Marco Pantani)
Quando hanno preso la mia bicicletta per passarla dallo scanner gli ho
detto di far passare anche me dallo scanner perchè il motore è dentro di
me. (Fabian Cancellara)
Il ciclismo è la fatica più sporca addosso alla gente più pulita
(Giampaolo Ormezzano)
Santa bicicletta: sempre lei protagonista. da bambini e da grandi, da
amatori e da campioni. Non serve farle un monumento. Nel cuore c’è già.
(Candido Cannavò)
Aveva davanti la pietraia infinita, trapunta di piccoli papaveri gialli,
preziosi come pepite d’ oro, di raponzoli di roccia blu miniaturizzati dal
vento. Una duna infinita di un biancore abbagliante, con le piccole
macchie verdi del ginepro nano, dove cerca protezione la Vipera ursinii
ursinii. Lì Pantani scattava. Sul cranio le vene scolpite come canali di un
deserto lunare. Uno scatto, due scatti, tre scatti… Al decimo scatto
frullava via, libero. (Claudio Gregori, Mont Ventoux 2000)
Correre in mezzo alla gente, alla mia fantastica gente. Ecco perché amo
la mia vita. (Ivan Basso)
Inseguii l’ombra di Coppi per tutte le strade su cui aveva lasciato una
traccia, ma trovai solo lapidi… Una volta m’è parso d’intravederla,
quell’ombra, dietro un tornante. Sullo Stelvio, l’ultimo giorno del Giro del
‘75, vinto da un omino inatteso che si chiamava anche lui Fausto.
Bertoglio difendeva con i denti la sua maglia rosa dallo spagnolo
Galdos… Salivano insieme e io, dietro a loro in motocicletta, sussurravo
la mia radiocronaca. Torriani aveva raccomandato il silenzio, perché la
neve si stava sciogliendo al sole e c’era il rischio di una valanga. Lo
Stelvio fece il miracolo e trasformò una passerella di ballerine stanche,
le calze a rete sdrucite, in una sfida: per un attimo mi parve
d’intravederla dietro un tornante quell’ombra. Per la prima e ultima volta
pronunciai la frase di mio padre: “Un uomo solo…”. L’ombra svanì.
(Claudio Ferretti)
I suoi vantaggi non erano niente. Bisogna aver visto la scioltezza del suo
stile, la sua perfezione. Non l’ho visto una sola volta alzarsi sui pedali.
(Henry Desgrange parlando di Bottecchia)
Se uno parte rassegnato va poco lontano, questo è il principio al quale
mi sono sempre assoggettato. Sono contento di aver sempre ragionato
così, io ho valutato come e dove avrei potuto migliorare, non mi sono
mai fermato, ho sempre cercato di avere le carte in regola per vincere, in
bici e nella vita. (Fiorenzo Magni)
La bicicletta insegna cos’è la fatica, cosa significa salire e scendere –
non solo dalle montagne, ma anche nelle fortune e nei dispiaceri –
insegna a vivere. Il ciclismo è un lungo viaggio alla ricerca di se stessi.
(Ivan Basso)
Le corse finiscono sulla riga bianca. (Roger)
Le biciclette sono catalizzatori sociali che attraggono una categoria di
gente superiore. (Chip Brown)
Per vincere certe corse non bisogna aver paura di perdere. da
“Eurosport”
Mi è capitato più volte di dirlo. Io tifoso di Coppi, mi sono innamorato di
Bartali. Del Bartali, diciamo così, vecchio, che guidava la sua macchina,
facendo migliaia di chilometri, e dovunque si fermasse, a Belluno o a
Capo Passero, creava un magico convegno. “C’è Bartali, c’è Bartali”. E
nella folla non c’erano solo uomini maturi che si erano cibati della sua
epopea, ma anche ragazzini che, non so come, lo conoscevano e lo
adulavano come si fa con un nonno. Dopo Sandro Pertini non c’è stato un
italiano popolare a amato come Gino. Candido Cannavò
L’incontro con la neve in alta quota, l’incontro con le ripide ascese che
la Valtellina e la Valchiavenna offrono agli appassionati dello sport
ciclistico, rappresenta sempre una cornice tinta di epopea per i corridori
ma anche un severo esame per il fisico degli stessi. (Giancarlo Gozzi)
Vito Taccone veniva dalla campagna e dalla montagna, abitava con
contadini e pastori, era stato elettricista e telefonista, conviveva con
industriali e carcerati. Brigante o mercante, profeta o anacoreta,
anarchico o autarchico, campione o corsaro. Comunque furioso. Sapeva
tutto, conosceva tutto, parlava di tutto. Era fuoco: falò, incendio, inferno.
Ricevuto da Giovanni XXIII, gli dette del tu: «Caro Papa, per quale
corridore fai il tifo?» (Marco Pastonesi)
Il momento del rifornimento è quello che più si presta ai tentativi di fuga.
Mai lasciarsi sorprendere, dunque, e caso mai approfittare delle
distrazioni altrui, senza contare che afferrare al volo la sacchetta dalle
mani del suiveur comporta il rischio di cadere o, come minimo, di
perdere una buona posizione. E poi sempre in testa al plotone, per
evitare di essere travolti da altri corridori o di ricevere fra i raggi le
sacchette vuote o di scivolare su di una buccia di banana. (Biagio
Cavanna)
Il ciclismo è come la vita, non ci sono formule matematiche quando sei
davanti ad un avversario. Si tratta di saper soffrire più di lui, i più grandi
campioni hanno sempre fatto la differenza col cuore. (Lance Armstrong)
Il piacere della bicicletta è quello stesso della libertà. Andarsene
ovunque, ad ogni momento, arrestandosi alla prima velleità di un
capriccio, senza preoccupazioni come per un cavallo, senza servitù
come in un treno. La bicicletta siamo ancora noi che vinciamo lo spazio
e il tempo. (Alfredo Oriani)
Il ciclismo a me piace perché non è uno sport qualunque. Nel ciclismo
non perde mai nessuno, tutti vincono nel loro piccolo, chi si migliora, chi
ha scoperto di poter scalare una vetta in meno tempo dell’anno
precedente, chi piange per essere arrivato in cima, chi ride per una
battuta del suo compagno di allenamento, chi non è mai stanco, chi
stringe i denti, chi non molla, chi non si perde d’animo, chi non si sente
mai solo. Tutti siamo una famiglia, nessuno verrà mai dimenticato. Chi,
scalando una vetta, ti saluta, anche se ti ha visto per la prima volta, ti
incita, ti dice che “è finita”, di non mollare. Questo è il ciclismo, per me.
(Marco Pantani)
“La bicicletta ha un’anima. Se si riesce ad amarla, vi darà emozioni che
non dimenticherete mai.” (Mario Cipollini)
I corridori ritardatari, anime dannate che Dante si è dimenticato di
cantare. (Vasco Pratolini)
Per un corridore ciclista sufficientemente alimentato non esiste un
superallenamento. (Biagio Cavanna)
Il ciclista non è mai solo. Egli è accompagnato dai suoi pensieri, perché
ne ha e sono dolci. E’ accompagnato dai suoi ricordi, perché ne ha e li
ricorda: non li rimuove. Vede le prospettive, le luci, i rapporti tra loro.
Sente gli odori buoni e quelli cattivi, tenta le strade dove il buono
aumenta anche lievemente, si ritrova a percorrere per istinto olfattivo i
luoghi belli. Capisce in un attimo dove si trova e dove si trova è il mondo
vasto e piccolo. Inoltre è pieno di amici e amiche. (Rota Fixa)
La bici è più di uno sport, è un bene sociale. (Pierre Giffard)
I miei figli li ho visti poco. Mi consolo pensando di aver sostituito la
presenza con l’esempio. (Gino Bartali)
Le corse si vincono quando si può, raramente quando si vuole. (Fausto
Coppi)
Qualunque strada tu prenda sarà sempre in salita e controvento.
(Anonimo)
Oggi il ciclismo è certamente cambiato, ha raggiunto una
“democratizzazione” molto più evidente: tutti posso vincere, tutti hanno
la possibilità di fare la loro corsa, e le spinte, dopo un patto fra
galantuomini, sono state definitivamente bandite. (Adriano De Zan)
Tu giovane, che stai salendo la breve strada del successo, ricorda
sempre una cosa sola: se lo sport non è scuola di umanità non vale nulla,
e la prima lezione di questa grande scuola è quella dell’amicizia vera e
leale fra te e coloro che ti aiutano. Non solo per interesse. (Gino Bartali)
Ho l’impressione che il ciclismo sia un’orchestra con degli ottimi
elementi, ma con un pessimo direttore. Ecco perché‚ questo sport è
diventato un casino. E degli altri perché non si parla mai? Noi siamo 150
persone in tutto. Dov’è il tennis, dov’è il calcio? (Alexandre Vinokourov)
Il ciclismo è lo sport più popolare perché non si paga il biglietto. (Pier
Paolo Pasolini)
Il ciclismo, per lungo tempo, è stato un dolce racconto mediatico che ha
fatto leva sulla fantasia del narratore e di chi ne ha fruito. (Adriano De
Zan)
Nell’ombra della notte si ritorna soli. È l’ora che preferisco per viaggiare
in bicicletta, al raggio delle stelle su la strada vuota, per la bianchezza
della quale l’occhio vede da lungi sicuramente. Dove si corre? (Alfredo
Oriani)
Il ciclismo è il massimo di possibilità poetica consentita al corpo umano.
Una bicicletta può ben valere una biblioteca. (Alfredo Oriani)
Pronte sono le biciclette lustrate come nobili cavalli alla vigilia del
torneo. Il cartellino rosa del numero è fissato al telaio coi sigilli. Il
lubrificante le ha abbeverate al punto giusto. I sottili pneumatici lisci e
tesi come giovani serpenti. (Dino Buzzati)
Quando uno stacca tutti dalla ruota è uno spettacolo, è questo l’aspetto
più bello del ciclismo. (Marco Pantani)
Quello che non va bene per il ciclismo e soprattutto per i tifosi, è non
vedere correre i grandi campioni per tutta la stagione; questo si che fa
male al ciclismo. (Francesco Moser)
Prima di diventare un astro del ciclismo Bottecchia non era nulla.
Carrettiere o muratore, il suo destino era la fatica. La fatica dall’alba alla
sera accanto alla stanga della bestia, a fianco del carro carico, o la
fatica del muratore per ore e ore ritto in piedi contro il riflesso cocente
del muro. (Giuseppe Ambrosini)
Volare come un uccello: ecco il sogno; correre sulla bicicletta: ecco oggi
il piacere. Si torna giovani, si diventa poeti. (Alfredo Oriani)
“Merckx era talmente forte che quando tirava, per stargli a ruota
dovevamo darci i cambi…” (Francesco Moser)
Lui il vento non lo subisce… lo crea (Un giornalista parlando di Ulrich)
Dio c’e… ed è pelato (Uno striscione sul Mortirolo)
Elli durante la salita del Ghisallo rallenta di botto si avvicina a M.Lanza
gli guarda il contachilometri e gli dice “guarda che quando arriva a zero
cadi”.
“La strada era talmente ripida che il lombrichi che l’attraversavano
rotolavano a valle”. (Anonimo)
La bicicletta è un modo di accordare la vita con il tempo e lo spazio, è
l’andare e lo stare dentro misure ancora umane. (Sergio Zavoli)
Il corridore fora in allenamento solo quando non guarda dove cammina,
oppure quando è “cotto”. E poiché la “cotta” è concepibile solo in corsa,
chi fora in allenamento ci rimette la frutta! (Biagio Cavanna)
…e poi voglio coricarmi in uno di quei famosi campi di girasoli francesi e
spirare tranquillamente, in perfetta contraddizione con la violenta morte
prematura che un tempo mi hanno preannunciato. (Lance Armstrong)
Corridore: non tollera ombre sulla propria ombra. (Elias Canetti)
Boxe e ciclismo, sport di poveri per poveri. (Mario Fossati)
Gli italiani sono un popolo di sedentari. Chi fa carriera ottiene una
poltrona. (Gino Bartali)
I corridori devono avere un’anima misteriosa, come i cavalli di razza che
sentono l’ora del gran premio prima che arrivi dalle vibrazioni del vento.
(Bruno Raschi)
Vado così forte in salita per abbreviare la mia agonia. (Marco Pantani)
La bici incarna il mito dell’uomo libero. (Aligi Sassu)
“Un uomo solo al comando… la sua maglia è bianca e celeste… il suo
nome è Fausto Coppi”. (Mario Ferretti nella radiocronaca della tappa
Cuneo-Pinerolo del Giro d’Italia del 1949)
Per un corridore il momento più esaltante non è quando si taglia il
traguardo da vincitori. E’ invece quello della decisione, di quando si
decide di scattare, di quando si decide di andare avanti e continuare
anche se il traguardo è lontano. (Fausto Coppi)
Cavendish non penso sia salito in macchina sull’Etna, e se ha avuto degli
aiuti non mi interessa. Alla mattina mi guardo in faccia e sono sereno.
(Alessandro Petacchi)
Quando viene maggio, qualcosa di ineluttabile, per la puntualità e
l’urgenza mi riporta sulla via Emilia, dopo il ponte di Tiberio in attesa del
Giro d’Italia. (Sergio Zavoli)
Non ha senso che debba restare a casa mentre a Contador è permesso
di correre, anche se sono contento che sia presente. (Marzio Bruseghin)
Solo in provincia si coltivano le grandi malinconie, il silenzio e la
solitudine indispensabili per riuscire in uno sport così faticoso come il
ciclismo. (Gianni Brera)
Certamente avrei dovuto accorgermi che qualcosa non andava in me. Ma
gli atleti e specialmente i ciclisti cercano sempre di mentire. Negano
tutti i dolori e le sofferenze perchè devono finire la gara. E’ uno sport di
violenza su se stessi. (Lance Armstrong)
Nel corso dell’ultimo conflitto mondiale con encomiabile spirito cristiano
e preclara virtù civica, collaborò con una struttura clandestina che diede
ospitalità ed assistenza ai perseguitati politici e a quanti sfuggirono ai
rastrellamenti nazifascisti in Toscana, riuscendo a salvare circa 800
cittadini ebrei. Motivazione della Medaglia d’oro al merito civile alla
memoria conferita a Gino Bartali il 25 aprile 2006
Undici anni da professionista e a guardare quello che succede giorno
dopo giorno di ciclismo mi sembra di capirci sempre meno. (Marzio
Bruseghin)
La bicicletta non è un viluppo di metallo, un insieme inerte di leve e
ruote. E’ arpa birmana. Sinfonia. Un dono della vita. Trasforma in musica
storie di uomini. Anche tragedie. (Claudio Gregori)
Se i pedoni si ignorano, se gli automobilisti si insultano, i ciclisti si
sorridono, si salutano e si uniscono. (Jacques Goddet, patron del Tour de
France)
Fausto era ancora nella camera ardente. Arrivò Bartali. Prese la mano di
Fausto e disse: “È incredibile, è incredibile”. Pianse e pregò alla sua
maniera. Il grande duello era finito per sempre. (Candido Cannavò)
Il piacere di andare in bicicletta è uno di quei piaceri di una volta che
hanno il diritto di ritornare perchè insostituibili. Dalla sella della
bicicletta vediamo il mondo in modo un po’ diverso, lo cogliamo in un
certo senso dall’alto. Muovendoci ad una velocità che ci consente di
leggerlo bene, lo gustiamo nei suoi particolari e possiamo soffermarci su
dettagli interessanti e suggestivi. (Dino Villani)
La vita è come andare in bicicletta: se vuoi stare in equilibrio devi
muoverti. (Albert Einstein)
Le salite hanno strade strette e conducono là dove la vita è beata e un
po’ incredula. (Gianluca Favetto)
Il Giro d’Italia è un viaggio di tre settimane nel quale ogni giorno cambia
l’accento delle persone con cui parli, cambiano i sapori del cibo, gli odori
della natura, i paesaggi. Tutto ciò si mescola con l’avventura sportiva
più faticosa. Chi ha la possibilità di vivere tutto ciò non se ne scorda.
(Andrea Berton)
La bicicletta è un modo di accordare la vita con il tempo e lo spazio, è
l’andare e lo stare dentro misure ancora umane. (Sergio Zavoli)
Visto di spalle, già lontano, sembrava un bambino che pedala per la
prima volta. (Anna Maria Ortese di Fausto Coppi)
Tutti somigliavano ad altrettanti Cristi crocifissi. (Dino Buzzati)
Sono qui per chiederle una cortesia. Vorrei riprendere a correre ma non
ho una bicicletta. (Fausto Coppi al giornalista Gino Palumbo)
Siete degli assassini! (Octave Lapize agli organizzatori del Tour de
France dopo la prima tappa pirenaica della storia, 1910)
Via a tutta, perché se quello esce dall’ospedale ci viene a prendere
ancora tutti. (Renzo Zanazzi dopo la caduta di Coppi al Giro 1950 in cui il
Campionissimo si fratturò il bacino)
Andare a vedere il ciclismo è una cosa che se ci pensi non ci credi. Stai
sul bordo di una strada, aspetti, aspetti, poi ad un certo punto arrivano,
come una ventata colorata, i ciclisti, e ti strisciano negli occhi. Se non
sei sullo Stelvio è una faccenda di trenta secondi. Hai il tempo di dire
arrivano e già li vedi di schiena…
La struttura morfologica di Coppi, se permettete, sembra un invenzione
della natura per completare il modestissimo estro meccanico della
bicicletta. (Gianni Brera, “Coppi e il Diavolo”)
La poesia la vedete voi che guardate, quando sei lì non sai quello che
stai facendo, c’è soltanto una salita e tu devi dare il massimo. E’ a
vedere da fuori che ci trovi la poesia. Da dentro forse c’è stato uno solo
che qualche poesia l’ha fatta veramente, Marco Pantani. In salita era di
un altro livello ed era il più amato, andava via come una farfalla. (Danilo
Di Luca)
Pantani era uno che entusiasmava anche me, pativo i suoi scatti, mi
faceva soffrire da bestia. Pregavo che non partisse perché quando
partiva costringeva tutti ad una tripla fatica, ma porco cane era
magnifico quando se ne andava. Capisci che ha senso che tutti noi
facciamo i ciclisti, che tutti noi ci si scassi sulla strada se poi c’è uno
che inventa cose come lui. (Marzio Bruseghin)