il nostro itinerario “sui passi del montfort”

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il nostro itinerario “sui passi del montfort”
MISSIONARI MONFORTANI - 50° PROVINCIA D’ITALIA
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IL NOSTRO ITINERARIO
“SUI PASSI DEL MONTFORT”
Giorno
Mattina
Pomeriggio
Giovedì
2 settembre
ore 5,30: partenza in pullman
da Bergamo-Redona .
Ars: visita e S. Messa.
Macon: cena e pernottamento
Venerdì
3 settembre
Nevers: visita al convento
di santa Bernardette
S. Messa.
Pranzo in ristorante
Saumur: visita
Notre-Dame-des-Ardilliers.
In serata arrivo a
Saint-Laurent-sur-Sèvre
Sabato
4 settembre
La Rochelle: visita
ai luoghi monfortani
La Rochelle: visita
ai luoghi monfortani
Domenica
5 settembre
Saint-Laurent-sur-Sèvre:
Visita ai luoghi monfortani
La Garnache e La Chevrolière:
visita ai luoghi monfortani
Lunedì
6 settembre
Saint-Laurent-sur-Sèvre:
inizio Esercizi Spirituali
La Seguinière: visita
ai luoghi monfortani
Martedì
7 settembre
Saint-Laurent-sur-Sèvre:
Esercizi Spirituali
Saint- Amand-sur-Sèvre:
visita ai luoghi monfortani
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«SUI PASSI DI MONTFORT» - 300° CALVARIO DI PONTCHÂTEAU
Giorno
Mattina
Pomeriggio
Mercoledì
8 settembre
Montfort: visita
ai luoghi monfortani
Montfort: visita
ai luoghi monfortani
Giovedì
9 settembre
Saint-Laurent-sur-Sèvre:
Esercizi Spirituali
Mervant: visita
ai luoghi monfortani
Saint-Laurent-sur-Sèvre:
Esercizi Spirituali
Saint-Laurent-sur-Sèvre:
Esercizi Spirituali
In serata: spettacolo
al Puy du Fou
Sabato
11 settembre
Poitiers: visita
ai luoghi monfortani
Poitiers: visita
ai luoghi monfortani
Domenica
12 settembre
Pontchâteau: celebrazioni
del 300° del Calvario
Pontchâteau: celebrazioni
del 300° del Calvario.
Rientro
a Saint-Laurent-sur-Sèvre
Lunedì
13 settembre
Partenza per Tours:
visita alla cattedrale.
Pranzo al sacco
Paray le Monial: visita
alla chiesa del Sacro Cuore.
S. Messa.
In serata arrivo a Macon.
Cena e pernottamento.
Martedì
14 settembre
Partenza per Annecy: visita
al convento delle Visitandine.
Santa Messa.
Pranzo in ristorante
Rientro in serata a Bergamo.
Venerdì
10 settembre
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MISSIONARI MONFORTANI - 50° PROVINCIA D’ITALIA
UNA STORIA
SCOLPITA NELLA PIETRA
Vi è in Francia un blocco di roccia piantato sul mare, fiero e
incantevole insieme, proteso verso l’orizzonte che si spegne là,
oltre la Manica. È la Bretagna!
Da secoli, poeti e scrittori ne hanno cantato e descritto la
bellezza: immensi campi pieni di sole, macchie di alberi
antichissimi, tramonti che affascinano. E poi paesi con il loro
campanile a punta, posti a ridosso delle colline o racccolti attorno a
famose città.
Sono i luoghi delle più grandi leggende che da sempre fanno
sognare grandi e piccoli. Vi si narrano anche storie vere che sono
poi le favole più belle. Storie di uomini soprattutto, di grandi
ideali, di lotte, di passioni, di amore...Storie di santi.
Sono trasportate dal vento: se tendi l’orecchio le puoi ancora
ascoltare! Sono scolpite nella pietra: se sai cercare, finirai per
scoprirle. Storie come questa, incisa sul granito di una tomba a
Saint-Laurent-sur-Sèvre in Vandea:
«Tu che passi, cosa vedi?
una luce spenta
un uomo consumato dalla fiamma dell'amore
che s'è fatto tutto a tutti
Luigi-Maria Grignion da Montfort.
Se indaghi sulla sua vita, nessuna fu più pura,
se sulla sua penitenza, nessuna più austera,
se sul suo zelo, nessuno più ardente,
se sulla sua devozione a Maria
nessuno somigliò meglio di lui a s. Bernardo.
Sacerdote di Cristo, di Cristo ha seguito le orme,
«SUI PASSI DI MONTFORT» - 300° CALVARIO DI PONTCHÂTEAU
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con la parola Cristo dovunque annunciò,
instancabile, solo nella tomba trovò riposo,
Padre dei poveri,
difensore degli orfani,
riconciliatore dei peccatori,
la sua gloriosa morte fu simile alla vita,
come visse, cessò di vivere.
Maturo per Dio volò in cielo.
Morì il 28 aprile dell'anno del Signore 1716
all'età di 43 anni»
Le parole sono solo piccole tessere di un puzzle. Serve la
pazienza di raccoglierle, accostarle le une alle altre: solo così la
storia parla veramente e diventa un po’ anche nostra! Inizia allora
il nostro viaggio, alla ricerca di quest’uomo
«consumato dalla fiamma dell'amore,
che s'è fatto tutto a tutti,
Luigi-Maria Grignion da Montfort».
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Venerdì
3 settembre
SAUMUR
CRONOLOGIA
Ottobre 1701: viaggio da Nantes a Poitiers, sosta a Fontevrault e
novena a Notre-Dame-des-Ardilliers; settembre 1706: pellegrinaggio al Mont-St-Michel, soggiorno a Saumur presso le suore di
Ste-Anne de la Providence; marzo 1716: pellegrinaggio a Saumur
dopo quello dei 33 “Penitenti Bianchi” di St-Pompain.
GEOGRAFIA DELLO SPIRITO
Notre-Dame-des-Ardilliers è uno dei luoghi mariani più cari a Luigi Maria. Infatti la Pietà di Saumur ebbe tanta parte nella sua devozione, durante i sedici anni del suo lavoro apostolico. La preghiera corale dei Penitenti, è l’ultima iniziativa presa dal Fondatore in favore della Compagnia di Maria. È il gesto con il quale egli
si spoglia della sua ansia e si “disappropria” del suo progetto: una
volta di più depone l’una e l’altro ai piedi di Maria, non serbando
per sé nient’altro che la speranza. Più libero, come chi ormai ha
dato tutto, parte, al ritorno da Saumur, per recarsi a St-Laurent-surSèvre ove predicherà l’ultima missione.
I LUOGHI DELLA MEMORIA
SAUMUR. Graziosa cittadina dell’Anjou, a 47 km da Angers e a 88
da Poitiers, posta sulla riva sinistra della Loira che vi forma un’isola, dominata dall’altura del castello, costruito alla fine del ‘300 e
rimaneggiato nell’interno alla fine del ‘400.
«SUI PASSI DI MONTFORT» - 300° CALVARIO DI PONTCHÂTEAU
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IL SANTUARIO. Sorse nel sobborgo di Fenêt e la sua costruzione
venne iniziata nel 1655, interrotta nel 1659, ripresa nel 1689 e terminata nel 1693, distrutta nel 1940 e 1944 ed infine restaurata nel
1952. Dal 1695 questo duomo si innalza in tutta la sua bellezza al
di sopra della Loira. La cupola misura 20,33 m. di diametro, l’altezza all’interno è di 27 m., all’esterno è di 42 m. dal suolo fino
alla sommità del campanile. Nel 1877 venne aggiunta la galleria
che circonda la cupola e il globo sormontato da una croce che copre a cappello il campanile. L’imponente facciata data degli anni
1655-1659.
Alla cappella primitiva, corrispondente oggi alla sagrestia, grande
coro, piccolo coro e navata centrale, fu aggiunta la cappella detta
de Richelieu. La costruzione primitiva fatta edificare dal celebre
cardinale nel 1634, in seguito ad un voto, venne demolita nel 1842
perché attaccata dal salnitro, dovuto alla forte umidità del terreno.
Ricostruita su progetto dell’arch. Joly-Leterne dal 1849 al 1855.
L’altare è del prete-scultore Choyer.
Fu aggiunto anche il coro del pellegrino, che ospita la statua di
Notre-Dame-des-Ardilliers, poi simmetricamente, la cappella detta
di Servin ed infine l’ammirevole rotonda.
Vi è anche la cappella dedicata a Jeanne Delanoue, che passò tutta la sua vita nel quartiere di Fenêt e vi morì il 17.6.1736. L’altare
e la pala sono della fine XVII sec. e vennero offerti da Mme de
Montespan che aveva la sua cappella nel santuario. Il basamento
dei pilastri porta ancora lo stemma araldico della celebre marchesa
(1641-1707). A questo altare Mft celebrò la S. Messa in occasione
di uno dei suoi passaggi a Saumur. Il quadro data del 1899 ed è
opera di Bottoni e rappresenta le gravi conseguenze di una frana
della collinetta, a causa della friabilità della sua roccia, che coinvolse l’abitazione dove la Santa accoglieva i suoi poveri.
Il santuario fu visitato da santi e da principi. Luigi XIII, la regina
sua sposa Anna d’Austria, e Maria de’ Medici sua madre nel 1614
vi si consacrarono alla Madonna. In quell’occasione les Ardilliers
sono donati solennemente agli Oratoriani del Bérulle. Nel 1641, vi
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si recò l’Olier per implorare da Maria la benedizione sulla fondazione del Seminario di St. Sulpice.
NOTRE-DAME-DES-ARDILLIERS. La statuetta è scolpita nella pietra, è alta circa 35 cm, rappresenta l’Addolorata seduta con Gesù
morto sulle ginocchia. Scoperta nel 1454 da un contadino che vangava l’argilla (ardille) del suo campo, fu a lungo venerata su un’arcata presso la fontana esterna. Sistemata in un luogo più decoroso,
“scomparve” nei saccheggi della rivoluzione del 1793. Dopo il ritrovamento fu ricomposta; viso, fronte e velo sono resti preziosi
dell’antica statua, gli altri pezzi, della medesima pietra, sono stati
“incollati” ad una Pietà più grande e differentemente orientata.
LA CASA DELL’ORATORIO. Luigi XIII, amico del Bérulle, fece
costruire il maestoso insieme di edifici dal 1628 al 1643. Nel 1649
viene ultimato il Seminario. Sarà l’inizio di una Scuola di teologia
che conoscerà celebri momenti. Espulsi gli Oratoriani nel 1793, a
partire dal 1796 la casa sarà affidata alla suore di J. Delanoue come
ospizio per poveri ed infermi.
L’HOSTELLERIE (FORESTERIA) DE LA FONTAINE. Adibita per
alloggio ai cappellani ed ai pellegrini, venne restaurata nel 1649
per essere la prima sede della comunità oratoriana. In seguito sarà
la casa madre delle suore di J. Delanoue. In questo luogo entrò il
Mft il 9.9.1706 al mattino, prima e dopo la celebrazione eucaristica
nella quale confermava la scelta di vita della Santa, dopo averla
“provata”.
LES ARDILLIERS OGGI. Il santuario è affidato al clero diocesano.
Dal 1847 al 1940 venne assunto dai Padri de Chavagnes. Custodi
attente del sacro luogo dal 1796 sono le suore di J. Delanoue, al
servizio di preti pensionati e alla stesso tempo responsabili di una
scuola tecnica commerciale aperta nel 1951.
«SUI PASSI DI MONTFORT» - 300° CALVARIO DI PONTCHÂTEAU
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MFT E LES ARDILLIERS
La novena: abbiamo piena certezza della sosta di 9 giorni che fece
a Saumur nel corso del suo viaggio da Nantes a Poitiers verso l’ottobre dello stesso anno 1701: Infatti scrive al Lechassier: «Il Signor Lévêque (...) avendomi dato, per sommo di bontà, un po’ di
denaro per fare il viaggio a Poitiers, io lo distribuii tutto ai poveri
prima di uscire da Saumur, dove feci una novena» (L 11).
L’incontro con Jeanne Delanoue: siamo nel 1706. Secondo il
Grandet il Santo è tornato da poco da Roma (fine agosto). Dopo un
ritiro di otto giorni presso un parroco amico, nella diocesi di Angers, è andato a Saumur. Il Besnard vi aggiunge l’episodio di un
incontro con Jeanne Delanoue. «Fu in quella città che la virtuosa
Jeanne Delanoue, fondatrice della casa della Provvidenza, lo consultò per sapere se doveva arrendersi alle osservazioni delle consorelle, che facevano pressione perché mitigasse il genere di vita
estremamente austera che conduceva. Dopo aver celebrato la santa
messa per chiedere la grazia di conoscere la via per la quale Dio la
voleva guidare, egli le disse che doveva continuare nelle sue pratiche di penitenza: È veramente lo spirito di Dio che vi conduce e vi
ispira queste austerità, e tenete per certo che questa è la vostra vocazione e lo stato in cui Egli vi vuole» (Besnard, I, 104).
I Penitenti bianchi. C’è un altro fatto, più importante dei precedenti: il rapporto stabilito dal Santo, nel 1716, tra Notre-Dame-desArdilliers e la Compagnia di Maria. Si era nel mese di marzo. Dopo la missione di Villiers-en-Plaine, egli prendeva un po’ di respiro
a St-Pompain, in casa del parroco Jean Mulot, fratello maggiore di
René Mulot. Qualcuno ebbe l’idea - secondo il Grandet, con il locale gruppo dei “Pénitents Blancs” - di organizzare un pellegrinaggio a Saumur. Nel rapporto di quel pellegrinaggio il P. Mulot scrive: «Eravamo [lui e il p. Vatel] con 33 penitenti, tutti a piedi e
spesso a piedi nudi, alla discrezione d’un buon vecchio gottoso che
aveva espresso il desiderio di venire con noi a cavallo. Si camminava sette leghe al giorno, cantando cantici, salmodiando il santo
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MISSIONARI MONFORTANI - 50° PROVINCIA D’ITALIA
rosario e facendo orazione” (Besnard, II, 159). Da St-Pompain a
Saumur sono 80 Km e ci sarebbero voluti più giorni per l’intero
percorso.
Il Mft nel suo Regolamento pose però due condizioni che daranno
un senso particolare e tutto monfortano a questa iniziativa di fede:
«In questo pellegrinaggio non avrete altro scopo se non di ottenere
da Dio, per l’intercessione dello Vergine santa: 1) buoni missionari
che seguono le orme degli apostoli con un intero abbandono alla
divina Provvidenza e con la pratica di tutte le virtù, sotto la protezione della Madonna; 2) il dono della Sapienza per conoscere, gustare e mettere in pratica la verità, e farla amare e praticare dagli
altri» (SPS 1).
Al ritorno dei Penitenti bianchi, il Santo volle fare a sua volta, accompagnato da qualche Fratello, il medesimo percorso.
«SUI PASSI DI MONTFORT» - 300° CALVARIO DI PONTCHÂTEAU
Sabato
4 settembre
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LA ROCHELLE
CRONOLOGIA
1711: Mtf entra a La Rochelle e predica la grande missione cittadina; agosto-settembre 1713: missione di Mauzé e intervento chirurgico all’Ospedale Auffrédy; 1714: riprende dopo due mesi l’attività missionaria; entra nella diocesi di Saintes dove è colpito da
ennesimo interdetto; agosto: viaggio a Rouen e visita all’amico J.
B. Blain; novembre: apertura delle scuole di carità e convocazione
delle due Figlie della Sapienza da Poitiers; 1715 2.2.: trasfigurazione del Mtf nella chiesa dei Domenicani: fine marzo: arrivo del Figlie della Sapienza a La Rochelle; 15.4.: incontro al Petit Plessis;
luglio: redazione definitiva delle Regole delle Figlie della Sapienza; luglio-agosto: organizzazione dell’Istituto; 1.8.: approvazione
delle Regole da parte di mons. E. de Champflour; marzo 1716:
soggiorno al presbiterio di St-Pompain; 28.4.: muore a St-Laurentsur-Sèvre.
GEOGRAFIA DELLO SPIRITO
Nel maggio 1711 Mft giungeva a La Rochelle, stabilendo il suo
domicilio nel sobborgo di St-Eloi. Tolte le assenze per due viaggi
(Parigi 1713 e Rouen 1714) e qualche missione nella vicina diocesi
di Luçon, Mft vi soggiornerà per cinque anni, per il periodo più
prolungato e intenso di ministero. Dopo undici anni di vita sacerdotale e 10 interdetti di predicazione in altrettante diocesi, il lavoro
missionario nella diocesi di La Rochelle rappresenta la fase matura
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MISSIONARI MONFORTANI - 50° PROVINCIA D’ITALIA
del suo ministero sacerdotale. Mft anzitutto ha trovato un equilibrio tra spiritualità contemplativa e spiritualità missionaria. Mft in
questa diocesi ha predicato circa 25 missioni, tra le quali vanno
ricordate quella sull’isola d’Yeu e in modo particolare quella nella
stessa città. Besnard scrive: «Tutta la città de la Rochelle fu toccata, commossa quasi interamente mutata. I singhiozzi scoppiavano
in mezzo all’uditorio».
Oltre alla predicazione delle missioni, Mft opera in favore dell’apertura delle scuole gratuite per i ragazzi, le “écoles charitables”.
Per questo fa venire Maria-Luisa Trichet da Poitiers, con la sua
prima compagna Caterina Brunet, per avviare il progetto. «Parti,
figlia mia, parti al più presto: il momento di dover iniziare la fondazione delle Figlie della Sapienza è arrivato finalmente!» (L 28).
La Rochelle è quindi la città che, dopo tredici anni, vede concretizzarsi il sogno della fondazione delle Figlie della Sapienza che avranno il riconoscimento il 1° agosto 1715.
I LUOGHI DELLA MEMORIA
LA ROCHELLE. Capitale dell’Aunis, pittoresca città della costa
atlantica, situata al fondo di una munita baia, porto commerciale e
notevole centro balneare e turistico. La Rochelle è menzionata la
prima volta nei documenti intorno all’anno mille, ma è solo a partire dal XII secolo che si afferma, nel corso di qualche decennio, come una delle prime città dell’Ovest atlantico. Protetta dai Re, la sua
posizione rimarrà incontrastata - seppure in rivalità con Bordeaux fino al novembre 1628 data della capitolazione di La Rochelle come roccaforte ugonotta.
I Papi durante il XIV secolo fanno transitare da La Rochelle le rendite che ricavano dal Portogallo. Gli archivi di La Rochelle conservano il più antico documento di assicurazione marittima (XV sec.),
pratica importata da Italia e Spagna. Inoltre i mercanti di La Rochelle furono i primi sulle rotte transoceaniche.
Già dal 1588 si costituisce in città il primo nucleo di una Eglise
«SUI PASSI DI MONTFORT» - 300° CALVARIO DI PONTCHÂTEAU
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reformée con l’arrivo del primo pastore. I Rocellesi passano in
maggioranza al protestantesimo. Se all’inizio ebbe effetti benefici
tuttavia a lungo andare si rivelò una scelta sbagliata. La città si risollevò dalla sconfitta subita sotto Luigi XIII ma non superò che in
parte le persecuzioni religiose. La Rivoluzione e l’Impero con le
guerre e la rovina del commercio coloniale segnarono il declino
della città.
IL VECCHIO PORTO. È il punto più pittoresco. Lo contornano a
ovest l’ampio e alberato cours Wilson, e a nord il quai Duperré, sul
quale si apre la Porte de la Grosse-Horologe, torrione quadrato
duecentesco, sormontato da un padiglione del ‘600. A sud il porto
è chiuso da due possenti torrioni: la tour St-Nicolas, del 1384
(nell’interno sono visitabili alcune sale e una cappella) e la tozza
tour de la Châine, del 1375. Vi è poi la tour de la Lanterne, del 1468, torrione cilindrico a merli, coronato da ardita guglia. Nel 1794
vi avvenne un massacro di preti refrattari al giuramento fra i quali i
padri Dauche e Verger della Compagnia di Maria.
RUE DU PALAIS. Corre dalla porte de la Grosse-Horloge alla place
de Verdun, fiancheggiata da portici del ‘500 e ‘600 e da qualche
palazzo settecentesco, come, a sinistra l’Hôtel de la Bourse (1785)
e il Palais de Justice (1789). Nella rue des Augustins, che si apre
sulla destra, al n. 11 bis è la graziosa casa di Diana di Pitiers
(1555), dalla facciata a logge sovrapposte. Sulla vasta place de
Verdun si leva la severa Cattedrale, edificata nel sec. XVIII.
HÔTEL DE VILLE. Sorge su una piazza al centro della città vecchia, di cui è il più bel monumento. Al centro della piazza è il monumento a Jean Guiton (1911), sindaco e difensore della città nel
1628; su un lato è la Posta, del 1904. Precede il municipio un muro
di cinta del 1490, coronato da grossi merli su beccatelli e con due
torricine angolari cilindriche. Per due ornate porte goticofiammeggianti si entra nel cortile d’onore, su cui dà la bella faccia-
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MISSIONARI MONFORTANI - 50° PROVINCIA D’ITALIA
ta rinascimentale del palazzo, costruito sotto Enrico IV (15951607), a basso portico terreno, con ampi finestroni tra nicchie con
statue e ricco coronamento di abbaini. Nell’interno decorazioni e
suppellettili dei ‘600. Dietro l’Hôtel de Ville ha inizio la rue des
Merciers, la più caratteristica della città, tutta a portici e fiancheggiato da case a graticcio del ‘500 e ‘600, alcune con curiose sculture in pietra o in legno. Altre vecchie case si vedono nella rue StSauveur, che corre quasi sul fianco destro dell’Hôtel de Ville, dominata da un gotico torrione del sec. XV.
ST-ELOI. Nel sobborgo omonimo, una persona caritatevole aveva
lasciato a Mtf l’usufrutto di una piccola casa situata tra due giardinetti. Mtf la elesse a suo romitaggio, dove andava a riposarsi dalle
fatiche delle missioni. In questo luogo il Fondatore ha redatto le
Regole dei suoi Istituti e, con ogni probabilità la Vera Devozione.
Si può visitare il piccolo oratorio, sulla sinistra entrando si ammira
una piccola scultura attribuita al Mtf. In fondo al giardino si nota
una croce, su di una porta chiusa, che indica la direzione del Petit
Plessis.
PETIT-PLESSIS. Quest’edificio - oggi scomparso - era una fattoria
che serviva da casa di campagna ai Gesuiti. Al Petit Plessis c’era
pure una cappella aperta al pubblico, il cui portale d’entrata dava
sulla strada. La rue St-Saens sembra essere l’ubicazione più probabile. Fu in questo luogo che avvenne il primo incontro di Mtf con
le Figlie della Sapienza giunte da Poitiers.
HÔPITAL ST-LOUIS. Dal 1693 vi erano “rinchiusi” trovatelli, orfani e vecchi infermi. La direzione affidata ai laici lasciava a desiderare; così nel 1715 suor de la Conception e Michelle Dansereau
entrano nell’ospedale in veste di governanti laiche e sono assunte
sotto il significativo titolo di Soeurs de l’Obéissance. Nel 1716 le
Figlie della Sapienza lasciano l’ospedale. Vi ritorneranno nel 1725.
Dopo la tormenta rivoluzionaria riprenderanno la direzione il 2-
«SUI PASSI DI MONTFORT» - 300° CALVARIO DI PONTCHÂTEAU
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2.12.1804. Nei 1845 undici medaglie a undici suore ricompensano
la loro dedizione durante la terribile epidemia di colera che infierisce sulla città e nell’Aunis. Il 28.2.1987 le Figlie della Sapienza.
lasciano l’ospedale St-Louis. «Da più di 250 anni - scrive il vescovo di La Rochelle Jacques David - vi lavoravano al servizio dei
malati. Non dimenticheremo, certo, le religiose che lì a centinaia,
hanno dato la loro vita e la testimonianza della loro fede». Per i
monfortani è un luogo di indiscutibile importanza: il Mft vi ha predicato sovente e soprattutto i primi monfortani del ‘700 hanno prestato il loro servizio di cappellani. È pure il luogo di sepoltura di
Catherine Brunet e di mons. E. de Champflour. Si può visitare la
stanza di Caterina Brunet e di Maria Luisa Trichet.
LA MISSIONE CITTADINA DEL 1711. Da questo ospedale il Mft
inizierà tre missioni importanti: una per gli uomini, una per le donne e l’ultima per i soldati. Vennero predicate nella chiesa dei Domenicani (Jocobins), vasto monumento, oggi trasformato in magazzino generale, situato presso Notre-Dame, non lontano dalla
Porta di Cougnes. Ebbe come collaboratori: suo fratello GabrielFrançois Grignion, il des Bastières e diversi domenicani, in particolare i padri Le Compte, superiore provinciale e Doiteau, forse
anche il p. Collusson sj. La missione delle donne ebbe un reportage
d’eccezione, autore l’ing. Claude Masse, che ha lasciato il notissimo acquarello conservato negli archivi di La Rochelle.
LA CATTEDRALE. A sinistra, in fondo, la cappella dedicata al Mft
con la bella vetrata: “La Rochelle non dimentica”. La costruzione
sobria e severa è stata edificata in parte sulla chiesa di S. Bartolomeo. La facciata, un po’ pesante, è sormontata da volute stile Luigi
XVI. Vi è pure una lapide che ricorda i missionari Jacques Dauche
e André Verger trucidati al Porto Vecchio nel marzo 1793. In sagrestia il ritratto di mons. de Champflour.
RUE RAMBAUD. Nel luglio 1712 il Mft, dopo aver predicato una
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MISSIONARI MONFORTANI - 50° PROVINCIA D’ITALIA
missione a St-Christoph-du-Lignerons e un ritiro a la Garnache è di
ritorno a La Rochelle. Subito le ospedaliere di S. Agostino di rue
Rambaud gli chiesero un ritiro. Il Mft accetta a condizione che per
l’istruzione della sera la cappella venga aperta al pubblico. E qui
avvenne la conversione di Benigne Pagé (cf. Besnard, II, 268-271),
che diede origine alla composizione del C 143.
CAPPELLA DELLE SOEURS DE LA PROVIDENCE. È il luogo d’incontro tra il p. Vatel e il Mft (cf. Besnard 415*-418*). Il 22.8. 1715
Mft consegna l’abito delle Figlie della Sapienza a Marie Régnier
(sr. de la Croix) e a Marie Valleau (sr. de la Conception). Nella
casa di Parigi delle Soeurs de St-Joseph de la Providence, situata
nella parrocchia di St-Sulpice, Luise Grignion, sorella del Mft,
venne ammessa all’età di 18 anni.
HÔPITAL AUFFRÉDY. Al suo ritorno da Parigi nel 1713, Mft nel
mese di agosto raggiunge la parrocchia di Mauzé, sui confini della
diocesi di La Rochelle. Vi predica una missione, ma viene minato
dalla febbre. Confida ai suoi collaboratori che, ogni anno, per la
festa dell’Esaltazione della Santa Croce, Dio gli fa grazia di
«porzioni della sua Croce». Al termine della missione è trasportato
all’ospedale dei Frères de la Charité (i Frères de St-Jean-de-Dieu).
L’ospedale porta il nome d’Auffrédy, il suo fondatore (1203). Il
celebre chirurgo del tempo, Pierre Seignette, si meraviglia del coraggio del suo malato che, sotto i colpi di bisturi canta: Vive Jésus,
vive sa Croix. Due mesi di sofferenza e poi di nuovo in missione
nella parrocchia di Courçon e all’ospedale St-Louis. All’Auffrédy
si rifugiò Fr. Pierre sfuggito ai massacri del 1794 a St-Laurent.
Terminò i suoi giorni servendo i poveri prima di andare a morire
all’Ospedale St-Louis «comme pauvre parmi les pauvre».
«SUI PASSI DI MONTFORT» - 300° CALVARIO DI PONTCHÂTEAU
Domenica
5 settembre
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SAINT LAURENT
SUR SÈVRE
CRONOLOGIA
1° aprile 1716: arrivo del Montfort a St-Laurent-sur-Sèvre;
5 aprile: inizio della missione; 22 aprile: visita pastorale di mons.
E. de Champflour, vescovo di La Rochelle; 28 aprile: morte di san
Luigi Maria.
GEOGRAFIA DELLO SPIRITO
Nello scorcio estremo dei suoi giorni, il Mtf di cui si favoleggia
soltanto l’indole lavica, secerne ancora
miele di una straordinaria dolcezza, come il legno del sandalo profuma la scure
che l’abbatte. Il 28 aprile 1716 verso le
quattro del pomeriggio, una piccola folla
in lacrime si stringe alla porta del missionario: chiedono di rivederlo, di avere
la sua benedizione. Il Mtf sente quel brusio e, saputo di che si tratta, insiste dolcemente: «Fateli entrare». Per tre volte la
camera si riempie di fedeli cui egli impartisce, levando il crocifisso, la benedizione. Verso le otto di sera, i nomi di
Gesù e di Maria si spengono sulle labbra
del Santo e insieme alla sua vita dopo 43 anni, 2 mesi e 28 giorni.
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MISSIONARI MONFORTANI - 50° PROVINCIA D’ITALIA
I LUOGHI DELLA MEMORIA
SAINT-LAURENT-SUR-SÉVRE. È una cittadina del Poitou, del dipartimento della Vandea. Chi vi arriva per la prima volta ha l’impressione di trovarsi avvolto in un clima profondamente spirituale,
fatto di silenzio e contemplazione.
LA BASILICA DI SAN LUIGI MARIA DA MONTFORT. I lavori di
costruzione iniziarono nel 1889, l’anno
dopo la beatificazione del Padre di
Montfort (22-1-1888). Si costruì la
cripta, il coro e il transetto oltre al
campanile; in seguito i lavori si fermarono per mancanza di finanziamenti. Si
concluderanno solo nel 1949. Dal 1963
è Basilica minore. Il transetto è diviso
in cinque navate. Le vetrate hanno per
soggetto i misteri del rosario, la vita di
Mtf e dei Monfortani, delle Figlie della
Sapienza e dei Fratelli di San Gabriele.
La porta principale si trova sul luogo
del pulpito dell’antica chiesa, dove il
santo missionario pronunciò i suoi ultimi sermoni. Le tombe dei
Fondatori sono collocate nel luogo dove nell’antica chiesa sorgeva la cappella della Vergine .
L’ORATORIO DOVE MORI’ SAN LUIGI MARIA. Piccola stanza della locanda dove il Mtf morente dettò il testamento e si spense. Trasformato in oratorio nel 1922, le vetrate, le scritte e la stessa arca
con la statua del santo morente raccontano in sintesi tutta la sua
avventura umana e spirituale.
CAPPELLA DEI FONDATORI. Era la prima cappella iniziata nel 1773 e terminata nel 1782. Pur conservando la sua impronta origina-
«SUI PASSI DI MONTFORT» - 300° CALVARIO DI PONTCHÂTEAU
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ria, è divenuta “Sala dei Fondatori”. Sul muro di fondo, presso i
ritratti di Luigi Maria e di Maria Luisa di Gesù, c’è la così detta
Croce di Poitiers. A sinistra della cappella è presentata la spiritualità monfortana incentrata sull’importanza del battesimo per vivere
da cristiani, il tutto simboleggiato dal cero pasquale e dalla vasca.
CAPPELLA SAGESSE. È il più ammirato dei monumenti di SaintLaurent, le cui fondamenta vennero gettate nel maggio 1860. Fu
consacrata nel 1869. Lo stile neo-gotico
riprende modelli del XIV sec., le sue linee
sono armoniose e l’insieme di una grande
leggerezza. Le immense vetrate, che raccontano la vita del Montfort, illuminano la
navata di una luce quasi soprannaturale. Il
pulpito è una finissima scultura di rara bellezza. Infine, il campanile, con una magnifica sede campanaria, è un vero ricamo di
granito la cui flèche traforata arriva fino ad
80 m. d’altezza.
LE CHÉNE VERT. Anch’essa era una antica locanda, donata ai primi Padri dal marchese di Magnane. Nel 1722 qui venne eletto dal
primo gruppo di monfortani, il Superiore Generale p. Mulot, costituendo definitivamente la Compagnia di Maria. La casa divenne
poi abitazione delle Figlie della Sapienza.
LE SAINT ESPRIT. In via Giovanni Paolo II, a 100 metri dalla basilica, sulla destra, un grande portale introduce nei luoghi dove, dopo
sei anni dalla morte del Fondatore, si sono raggruppati i primi
membri della Compagnia di Maria.
Vi si trova la Maison Longue. Antica locanda, dell’inizio del
XVIII sec. Venne acquistata poco a poco dalle Figlie della Sapienza. Nel 1723 fu scambiata da Maria-Luisa con le Chéne Verte, la
casa dei Padri, perché ormai troppo piccola per il crescente numero
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MISSIONARI MONFORTANI - 50° PROVINCIA D’ITALIA
delle suore. Divenuta abitazione dei Padri, inglobò un magazzino
che servì da cappella fino alla costruzione della chiesa da parte del
padre G. Deshayes.
La comunità abitò in seguito il grande caseggiato situato nel centro
del giardino, chiamato anche Saint Esprit, con la chiesa della
B.V. del Rosario edificata dal 1850 al 1854. La costruzione è in
stile neo-gotico formata da una sola navata, con un bel coro realizzato da abili falegnami della Comunità.
Nel giardino vi è anche una lapide in ricordo dei 3 Fratelli lì trucidati durante la rivoluzione, il 1° febbraio 1794. Si tratta di fr. Boucher di 60 anni, di fr. Jean e fr. Olivier che di anni ne avevano entrambi 30.
IL CIMITERO. Vi sono sepolti i missionari monfortani, in particolare il p. G. Deshayes, e le Figlie della Sapienza.
IL CALVARIO PARROCCHIALE. Uno dei più belli della regione per
la sua posizione e per la sua architettura. Fu inaugurato nel 1843,
alla chiusura della missione. Il timpano della cappella raffigura il
Mtf che riceve il mandato apostolico dal papa Clemente XI.
SAINT-GABRIEL. Di fronte alla Basilica, una via stretta conduce
attraverso la piazza St-Gabriel alla Casa Supiot, prima abitazione
dei Fratelli di San Gabriele. A 50 metri il Centro Monfortano Gabrielista offre un’abbondante documentazione sullo spirito, la storia e la missione della Congregazione. Vi è poi l’Istituto San Gabriele che assicura a migliaia di giovani l’educazione nello spirito
gabrielista.
«SUI PASSI DI MONTFORT» - 300° CALVARIO DI PONTCHÂTEAU
Domenica
5 settembre
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LA GARNACHE
La Garnache si trova a circa 40 Km da La Roche-sur-Yon e a
50 da Nantes. Montfort vi si reca in tre occasioni.
La prima nel 1711 per una missione. Si racconta di come abbia
trovato un eccellente modo per insegnare la carità. Mentre egli
stesso fa sedere alla sua tavola due o tre poveri, scelti tra i più indigenti, per sua richiesta ogni famiglia ne adotta uno e lo sostenta. Si
racconta anche che, avendo accettato l’invito a pranzo del parroco,
prima di mettersi a tavola si era ritirato in giardino per terminare
l’Ufficio. Giunto l’orario, notata l’assenza del missionario, il parroco manda un chierichetto a chiamarlo; di ritorno, questi riferisce
semplicemente: «L’ho chiamato, ma non ha voluto rispondermi:
stava parlando con una bella signora bianca, sospesa in aria».
Nella parrocchia vi era una cappella in rovina, una volta dedicata a
San Leonardo. Il missionario ne intraprese il restauro, e la dotò di
una statua della Santa Vergine che chiamò Nostra Signora della
Vittoria, in ricordo della battaglia di Lepanto.
Come promesso, il Montfort tornò a La Garnache il 5 maggio
1712 per benedire la cappella. L’annuncio della cerimonia aveva
attirato una grande folla e per questo la predicazione ebbe luogo
all’aperto. Ora durante la predica scoppiò un violento temporale;
intrepidi nella loro devozione, gli uomini rimasero a capo scoperto, sotto la pioggia, in segno di rispetto per la Parola di Dio. Fu necessaria una ingiunzione in piena regola del predicatore per convincerli a coprirsi.
MISSIONARI MONFORTANI - 50° PROVINCIA D’ITALIA
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Dopo la missione a St-Christophe, si recò per la terza volta a La
Garnache per predicare un ritiro sulla preparazione alla buona morte.
Oggi si può visitare:
- l’antica cappella Nostra Signora delle Vittorie, con la statua della
Vergine;
- la chiesa parrocchiale con le vetrate a soggetto monfortano;
- il Calvario “du grand pont” ricostruito sullo stesso luogo di quello del Montfort.
Il carillon del campanile suona secondo la musica del Cantico
89 del Montfort: Il trionfo dell’Ave.
LA
CHEVROLIÈRE
La Chevrolière si trova vicino al lago del Grand-Lieu, a 15 km
a sud di Nantes.
Nel 1708 il Mtf vi predica la missione, aiutato dal giovane prete
des Bastières. La missione è assai movimentata, per l’opposizione
del parroco il quale insinua nei suoi parrocchiani che la missione è
una perdita di tempo. Il Mtf compone qui il Cantico 155 a Nostra
Signora delle Ombre.
Da ricordare anche la sua miracolosa guarigione. Stremato dalla febbre e da violenti coliche, egli organizza l’ultima processione,
su strade inzuppate d’acqua e infangate, a piedi e testa nudi. Al
termine è guarito.
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Lunedì
6 settembre
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LA SEGUINIÈRE
Siamo nell’ultima fase della vita del Mtf, che ha una quarantina d’anni ed è nel pieno della sua maturità apostolica.
Verso la fine del maggio 1713, Mft giungeva a La Seguinière,
parrocchia vicina alla città di Cholet, a 17 km da St-Laurent. Vi era
lì un prete di origine irlandese, Pietro Kaenting che il Montfort aveva conosciuto a La Rochelle nel 1712 e che chiamava «il parroco
secondo il mio cuore» (Grandet, 205). Sin dall’apertura della missione l’affluenza fu notevole. Alle predicazioni e alla fatica del
confessionale, più dura nel mese di giugno, aggiunse il restauro di
una cappella che fece dedicare a Notre Dame de toute Patience.
Tra il Montfort e La Seguinière rimarrà un forte legame. Nel
suo testamento farà dono alla parrocchia di tre suoi stendardi del
Rosario e comporrà il Cantico 145 in onore a Notre Dame de toute
Patience. Secondo la tradizione, a La Seguinière i Fratelli hanno
emesso i loro primi voti il 9 giugno 1715, solennità di Pentecoste.
Oggi si può visitare:
* il ponte sulla Moine, attraversato dal Mtf e dove fu ricevuto con
onore dal parroco (cfr. una vetrata della chiesa);
* la chiesa parrocchiale con vetrate alternate: Montfort e la guerra
di Vandea;
* la piccola cappella con la statua di Notre Dame de toute Patience: è attribuita al Mtf che l’avrebbe scolpita col suo coltello. Ogni
anno si viene in pellegrinaggio in settembre e spesso le mamme
vi portano i loro bambini che hanno problemi di deambulazione;
* il “pozzo” del Padre di Montfort.
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Martedì
7 settembre
SAINT AMAND
SUR SÈVRE
Nel febbraio-marzo del 1715 il Mtf ha tenuto due missioni a
sud di La Rochelle; dalla metà di marzo al 14 aprile una a Taugon
la Ronde; il 15 aprile era a La Rochelle per incontrare Maria Luisa
di Gesù. Il 19 aprile, venerdì santo, aprì la missione a St-Amand
sur Sèvre, a 13 km da St-Laurent.
Mtf vi giunge con il suo nuovo compagno, il Vatel e due altri
missionari. Solo lui si farà carico delle prediche e delle conferenze,
mentre gli altri preti lo aiuteranno per le confessioni. Viene accolto
con grande fede e a lui conducono malati e infermi. Recita su di
essi un passo del vangelo e quando sopravviene la guarigione, il
missionario chiede loro di offrire al Bambino Gesù un pane per i
suoi poveri.
Nella parrocchia regna la superstizione, insieme a profonde
divisioni. Si crede ai sortilegi. Il missionario riuscì a ristabilire la
pace, come pure la reputazione di famiglie ingiustamente sospettate di stregoneria.
La missione di St-Amand ebbe un grande successo. L’affluenza fu così grande che Mtf dovette sistemare il suo uditorio sui bordi della Sèvre; e là, dopo aver pregato davanti a un cespuglio di
biancospino, predicò sul Rosario: nessuno, nonostante la distanza,
perse una sola delle sue parole. Rimarrà una venerazione per il
«biancospino».
Un’altra volta, fece trasportare il pulpito su un albero; la folla
tacque, non senza qualche spinta e urto.
«SUI PASSI DI MONTFORT» - 300° CALVARIO DI PONTCHÂTEAU
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«Non spingete, figli», disse il buon Padre, «Dio m’ha fatto la grazia di dominare tutto il mio uditorio. Sentirete tutti bene». Difatti,
testimonia il Fratello che era presente: «Mi trovavo in un campo tra
i più lontani, e sentivo come se fossi ai piedi dell’albero».
A ricordo della missione, il Mtf fece piantare tre croci: una al
cimitero, un’altra davanti al castello di la Garche, e la terza nel villaggio de la Barangerie. Quest’ultima, molto possente, dominava il
paese; per lungo tempo si venne in pellegrinaggio. Cosa resta di
questa croce della missione? Nel 18° secolo i fedeli presero l’abitudine di staccare piccoli pezzi di legno come reliquie. Nel 1780 il
parroco d’allora salvò ciò che poté. Fece fare due piccole croci con
i resti della grande. Una piccola cappella a la Barangerie, ne conserva una. Un’altra croce si trova nella cappella della Misericordia, costruita nel 1821. Una terza croce, all’entrata dei “Petits Baillanges”, fu trasportata all’altro lato della strada, nel maggio 1938,
dopo l’erezione del monumento in onore di Nostra Signore dei
Campi.
A St-Amand si può vedere:
- in chiesa, la statuetta della Vergine attribuita a Montfort;
- sempre nella chiesa la bellissima vetrata che raffigura l’apparizione della Vergine al Padre di Montfort;
- a fianco della canonica, a destra della chiesa, il probabile luogo
della “Providence”, l’alloggio dei missionari durante la missione.
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Mercoledì
8 settembre
MONTFORT
SUR MEU
CRONOLOGIA
31-1-1673: nascita; 1.2.1673: battesimo nella chiesa parrocchiale
di St-Jean; primavera 1673-primavera 1675: a balia dalla sig.ra
Françoise Andrè a Bachelleraie; 1675-1685: in famiglia al BoisMarquer; 1-11-1706: visita a Montfort; luglio 1707: predicazione
della missione.
GEOGRAFIA DELLO SPIRITO
Montfort, nome sonante di pugnace resistenza, borgo materiato di
querce, granito e d’ardesia. Luigi vi nasce il 31 gennaio 1673, primogenito di Giovan Battista Grignion e di Giovanna Robert, una
coppia subito prolifica e angustiata. Sangue difficile, tutto tempeste, quello del padre, avvocato a corto di clienti. La madre, al contrario distilla tenerezza.
Nel 1675 i Grignion si trasferiscono in una casa padronale di campagna, a Iffendic. Alla scuola di un paesaggio rustico e immenso,
Luigi impara la realtà e l’anelito d’infinito che lo percorre. E mentre sugge il latte sacerdotale e zingaresco del popolo bretone, gli
cresce un’anima verticale come la chiesina del villaggio.
I LUOGHI DELLA MEMORIA
MONTFORT-SUR MEU. Il paese natale del Santo è situato in Bretagna, a 25 Km da Rennes. Per lungo tempo si è distinto dalle altre
«SUI PASSI DI MONTFORT» - 300° CALVARIO DI PONTCHÂTEAU
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cittadine omonime con l’appellativo di “la Cane”, che in francese
significa “anitra”. La tradizione, che si tramandava ancora ai tempi
del Santo, riferisce di una giovinetta di St-Gill che morì senza aver
potuto soddisfare un voto a San Nicola che l’aveva salvata da un’accusa infamante. Un’anitra, comparsa da non si sa dove, si era
assunta il compito di adempiere quella promessa, venendo ogni
anno con i suoi anatroccoli nella chiesa di St-Nicolas di Montfort.
L’ultima apparizione, attestata con rogito notarile, è del 1739.
a) La Motte: collina rialzata che proteggeva la città fortificata e
che serviva da polveriera sotterranea. Verso settembre 1707 Mtf
coinvolgerà i suoi concittadini nel progetto di erigere su questa
collinetta un calvario monumentale per il quale aveva acquistato la
croce e i personaggi a St-Brieuc. L’opposizione dei Signori de
Montfort, che rivendicavano la proprietà della terreno bloccò il
progetto. Luigi Maria avrebbe allora profetizzato che lì sarebbe
stato costruito un santuario.
b) L’attuale chiesa. Prima della rivoluzione, Montfort contava tre
piccole parrocchie: quella decanale di St-Jean, con la cinta muraria
e il sobborgo omonimo; poi la parrocchia di St-Nicolas che era costituita da una sola via e formava il sobborgo nord; infine quella di
Coulon. Nel 1850 la chiesa attuale, costruita sulla Motte, divenne
il centro dell’unica parrocchia. Dal 1947, anno della canonizzazione di Luigi Maria, è dedicata al Santo, richiamato nelle due vetrate
del coro e in una statua collocata in chiesa.
c) La torre. Costruita nel 1376, è ciò che resta con altre vestigia
murarie dell’antica città fortificata di Montfort. L’architettura interna è alquanto pregevole.
d) L’antico presbiterio di St-Jean. È una casa bassa, molto antica, ora di fronte al monumento dei caduti. Fino al 1707, residenza
del rettore di St-Jean e decano di Montfort. È senz’altro in questo
presbiterio che nel 1707 il vescovo di St-Malo, su querela del procuratore fiscale, convocò Luigi Maria.
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MISSIONARI MONFORTANI - 50° PROVINCIA D’ITALIA
e) Il Comune. Occupa lo stabile dell’antico convento delle Orsoline, costruito nel 1639. Il paese aveva chiesto alle religiose di aprirvi una scuola per esterni e un pensionato per le ragazze, al quale
ebbe accesso la maggior parte delle giovani Grignion.
f) St-Jean e cappella St-Joseph. Nell’antica chiesa di St-Jean ha
predicato San Vincenzo Ferreri, preannunciando profeticamente la
nascita di Luigi Maria che qui ricevette il battesimo, mercoledì 1°
febbraio 1673. Nel 1707 il gruppo del Leuduger ha fatto una missione durante la quale Luigi Maria ha tenuto la predica «muette»
del crocifisso che emozionò tantissimo gli ascoltatori. La chiesa,
ormai in rovina, fu demolita nel 1851. E’ rimasta l’antica sacrestia,
alla quale si accede attraverso il cimitero, nella quale secondo la
tradizione fu redatto l’atto di battesimo di Luigi Maria. Il registro è
oggi conservato con cura nel Comune di Montfort.
La cappella St-Joseph sostituisce l’antica chiesa di St-JeanBaptiste di cui si è conservato solo lo splendido portale.
CASA NATALE. Situata in rue de la Saulnerie (in onore degli antichi fabbricanti di sale), il corpo del fabbricato non ha alcuna unità:
è composto di tre case distinte. Facciate di pietra, tetti spioventi di
ardesia, senza prestigi archittettonici, la “casa natale” è costruita
retrostante la strada, composta di due vani.
La porta d’entrata del primo da su un piccolo cortile. Il secondo,
con le sue grandi finestre e le
sue travi massicce parallele alla
facciata, tipiche delle case bretoni, è per costante tradizione il
luogo della nascita di Luigi
Grignion. È opportuno spendere due parole sulle opere artistiche di p. Leidi che arricchiscono l’ambiente. In particolare:
«SUI PASSI DI MONTFORT» - 300° CALVARIO DI PONTCHÂTEAU
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♦ la ceramica del Battesimo. È alta 2,10 m e larga 1,60 m. ed è
giunta dall’Italia il 19 settembre 1983 insieme con il tabernacolo.
Sono rappresentati 15 personaggi e le due case della Maison Natale
e del Bois Marques I nove personaggi della parte centrale sono gli
stessi che hanno firmato l’Atto di battesimo. Da sinistra a destra
compaiono: lo zio Felix Grignion, p. Alain Regnier, prete di S.
Giovanni con un libro di canti, il padrino Luigi Hubert che porta un
cero, il papà Giovanbattista, la madrina
Maria Lemoyene che sorregge il bambino sul fonte battesimale (ricorda quello
di Iffendic), p. Pietro Hindré rettore di S.
Giovanni e decano di Montfort, Francesca Timel, nonna con il vasetto del sale
benedetto, Elena Cornillet moglie di Luigi Hubert con la veste bianca, Giovanna
Dupré mamma di Maria Lemoyene che
porta i santi oli. In basso a destra la
mamma di Luigi che aspetta il ritorno
dal gruppo a casa con Andreina, la nutrice. A sinistra, Luigi divenuto adulto, firma il “Contratto di Alleanza”.
La ceramica presenta in sintesi l’insegnamento del Montfort sul
Battesimo.
Nel sacramento Maria genera il Cristo nel battezzato e provvede
maternamente ad ottenergli la grazia par la sua crescita spirituale.
Il battezzato è un consacrato (santi oli) e diviene possesso di Cristo
con una vita di santità (veste bianca), tesa verso l’acquisto della
Sapienza (sale). Il battezzato deve essere luce di Cristo nel mondo
(cero) per la gloria di Dio solo (canto).
La presenza della madre e della nutrice richiamano il compito di
curare la formazione umana e spirituale. Con la coscienza degli
impegni battesimali bisogna ratificare l’alleanza con Dio per mezzo della Consacrazione.
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MISSIONARI MONFORTANI - 50° PROVINCIA D’ITALIA
La ceramica “Aprite a Gesù Cristo”. È alta 2,10 m. e larga 2,60
ed è stata inaugurata nel 2000. È composta da 5 medaglioni che
rappresentano avvenimenti accaduti in zona: l’«Aprite a Gesù Cristo» di Dinan; la predica silenziosa nella chiesa di St-Jean a Montfort; il pranzo dei poveri presso i suoi genitori al Couascavre; la
prima comunità a St-Lazare; l’incontro con la mère André. In tutto
vi sono rappresentati 26 personaggi.
Vi è poi la sala adibita a cappella che permette ai pellegrini di assimilare nella preghiera e nel raccoglimento il messaggio spirituale
del Mtf. Alcune mattonelle risalgono al pavimento originale.
La belle statua di N.D. de la Sagesse è stata scolpita dalle sue mani
durante il soggiorno a St-Lazaire nel 1707-1708, come pure il Cristo crocifisso con la testa chinata e dolorante, in legno, sistemato
qui nel 2001. L’altare, con una pietra della soglia d’ingresso della
casa, poggia su un imponente pezzo di corteccia proveniente dal
famoso “Chêne au vendeur”, albero millenario della foresta di
Montfort. Il tabernacolo illustra l’origine del mondo e l’apparire
dei primi uomini in un disordine che richiama la torre di Babele. È
ora illuminato da un magnifico sole. Il mosaico dietro il tabernacolo rappresenta una colomba dalle ali spiegate, figura dello Spirito
Santo che scende sul mondo e visita la Vergine Maria per chiederle
il consenso a nome dell’intera umanità.
L’ABBAYE ST-JACQUES. La prima pietra fu posta il 1 marzo 1152
da Guillaume de Montfort. La cappella, restaurata nel XIII e XIV
secolo, ha un bellissimo portale trilobato. In essa furono sepolti
Jean-Baptiste Grignion (1647-1716), papà di Luigi Maria; Françoise-Marguerite Grignion (1679-1721), la sorella che per un problema agli occhi non aveva potuto fare professione nel monastero di
Fontevrault nel 1701; Jeanne-Marguerite Grignion (1691-1708),
terziaria francescana, la più giovane delle sorelle. Luigi Maria,
stando a St-Lazaire, parteciperà alle sue esequie. L’Abbaye fu per
mezzo secolo il seminario delle missioni monfortane di Francia.
«SUI PASSI DI MONTFORT» - 300° CALVARIO DI PONTCHÂTEAU
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LA BACHELLERAYE. Luogo che vide il Santo a balia, dopo la nascita, dalla mère Françoise André. Qui vi passò i primi due, forse
tre, anni di vita. L’abitazione si componeva di un pianterreno, rischiarato da una sola finestra e sormontato da un solaio. Aveva un
tetto di paglia, sostituito in seguito da un tetto di ardesia. Vicino si
trova l’antico forno del villaggio già esistente ai tempi del Mft.
BOIS-MARQUER. Il 16.6.1675, il padre del Santo, Jean Baptiste,
acquista un vecchio maniero dotato di fondo rustico di circa cinquanta ettari, situato nella parrocchia di Iffendic, a 6 Km da Montfort. Tre mesi più tardi, la famiglia vi si trasferisce e il piccoli Luigi vivrà in questa casa fino alla sua partenza per Rennes (1685).
IFFENDIC. È uno dei più antichi santuari della regione. La magnifica vetrata del coro, datata 1542, con le sue nove tavole era una sorta di catechismo illustrato che il giovane Luigi Maria ha certamente meditato. Tra il 1676 e il 1685 furono condotti al fonte battesimale di Iffendic dieci tra fratelli e sorelle di Luigi Maria, tra cui
Sylvie (1677), Jeanne-Guyonne (1680) e Gabriel (1682). L’archivio del Municipio conserva il registro dei battesimi dove Luigi,
all’età di 8 anni, firma come testimone del
battesimo della sorella Françoise-Thérèse il
17 agosto 1681. Si vede chiaramente che,
malgrado l’età, non è ancora capace di scrivere correttamente il suo nome e che la sua
mano è guidata da un adulto. Qui Luigi Maria riceve anche la sua Prima Comunione. In
quanto proprietari della tenuta del BoisMarquer, i Grignion avevano il loro banco
riservato vicino alla porta del campanile, di
fronte all’altare laterale dedicato a St-Michel
Michele e St-André. Sotto il banco si trovava la stanza dove furono
sepolte due sorelle e un fratello di Luigi Maria come pure un cugino e diversi nipoti.
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MISSIONARI MONFORTANI - 50° PROVINCIA D’ITALIA
ST-LAZARE. È il luogo di ritiro e di preghiera di Luigi Maria e dove si è raccolta la prima comunità formata da lui e dai primi due
“fratelli”: Maturino e Giovanni. Il lazzaretto venne fondato nel XII
secolo per la cura dei lebbrosi. Mtf arriva in questo luogo verso
settembre-ottobre 1707. Restaura la cappella, mettendo al centro il
nome di Gesù a
grandi caratteri, sopra una colomba,
simbolo dello Spirito Santo, e sotto una
statua della Vergine
con il bambino che
chiama Notre-Dame
de la Sagesse, ora
nella casa natale.
Inoltra lascia sul
posto un grande rosario come invito alla preghiera. Da notare l’oratorio dove il Santo celebrava e, a sinistra dell’edificio, la stanza
dove abitava. Con sé aveva il crocifisso di legno che egli avrebbe
scolpito e che oggi è custodito alla casa natale, insieme con il grande rosario. Ben presto l’eremo di St-Lazaire divenne un santuario,
luogo di continuo pellegrinaggio dei poveri. Quando c’è tanta folla
il Santo predica all’aperto sotto la grande quercia tuttora esistente.
Nell’estate del 1708, il vescovo Desmaretz, spinto dall’invidia dei
parroci vicini, proibisce ogni attività pastorale. Tra i capi di accusa
contro il missionario, si trova citato: «predica la misericordia, le
tenerezze della Santa Vergine e i vagabondi dappertutto gli fanno
corona».
Mtf decide allora di passare nella diocesi di Nantes, dopo aver assicurato la custodia della cappella. La terziaria francescana Guillaumette Rounel assume l’incarico e per 20 anni, fino alla sua morte,
essa vivrà a St-Lazaire delle elemosine dei fedeli, ai quali permetteva di venerare la statuetta di N.D. de la Sagesse e di recitare il
rosario.
«SUI PASSI DI MONTFORT» - 300° CALVARIO DI PONTCHÂTEAU
Giovedì
9 settembre
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MERVENT
CRONOLOGIA
Maggio 1715: missione di Mervent e soggiorno alla grotta; 25.8:
apertura della missione di Fontenay-le-Comte; settembre-ottobre:
soggiorno alla grotta di Mervent; ritiro alle religiose di Fontenay;
vocazione del p. René Mulot; autunno: missione di Vouvant.
GEOGRAFIA DELLO SPIRITO
L’uomo che ha gridato su tutte le vie il suo “Dio solo” non avrebbe
potuto trovare un simbolo più perfetto di spogliamento di quella
sua dimora immersa nel creato. Tutto il silenzio della foresta sembra custodire la solitudine umilissima della “grotta dei cerbiatti”,
cantata in un suo capolavoro: il Cantico nuovo in lode alla solitudine (C 157). La vista dalla grotta di Mervent è un dolce paesaggio
dove una natura grandiosa parla al Santo nell’intimità del cuore. Il
“nascondersi” diviene per Mft un’immedesimarsi in una natura innocente e l’incanto delle bellezze naturali è l’incanto stesso di Dio
perché non hanno che Dio per loro autore.
I LUOGHI DELLA MEMORIA
LA FORESTA DI MERVENT - VOUVANT. Mervent si trova a 57 km
da St-Laurent-sur-Sèvre. La foresta copre 2500 ha su un altopiano
granitico rivestito di sabbie e d’argille. I fusti di querce, di castagni
e di faggi la rendono scura e profonda e talvolta si possono intrave-
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MISSIONARI MONFORTANI - 50° PROVINCIA D’ITALIA
dere cervi, caprioli e cinghiali. Nel XII sec. la foresta apparteneva
all’ordine dei Templari, così pure il castello di Mervent e ai signori
di Vouvant, i Lusignan, altri proprietari del castello. Aggregata al
demanio reale nel 1674, è data in appannaggio al conte d’Artois
nel 1778. La Rivoluzione ne fa una proprietà dello Stato.
LA GROTTA. Sorge in alto, dominando, attraverso l’intrico del verde, la visione selvatica e stupenda dei pendii fitti di alberi e dell’ampia curva disegnata dal fiume che scorre nel fondovalle. Qualche masso rugoso, possente, e all’interno uno spazio minuscolo che
ha odore di terra e di bosco: in quello spazio scalpellato nella roccia e protetto dal muro di un vestibolo forse saranno potuti entrare,
un tavolo, una seggiola e un crocefisso. Oggi è trasformata in cappellina: un altarino con la statua del missionario (cotta e stola, crocifisso nella destra), un’inferriata divisoria, sullo stile del tempo,
quadri-ricordo ed ex-voto.
In diversi periodi della vita il Mft pensa alla scelta della vita contemplativa. Dopo la delusione del primo inserimento nella comunità missionaria di Levesque a Nantes, solo sei mesi dopo l’ordinazione, egli scrive a Leschassier esprimendo il segreto amore al ritiro ed alla vita nascosta (cf L 5). Blain annota che il Mft nel 1703 a
Parigi, chiuso nel sottoscala di via Pot-de-fer, aveva espresso a p.
Descartes, suo padre spirituale, il desiderio per la scelta della vita
contemplativa, ma questi si era opposto. Quindi la tendenza per il
ritiro, la solitudine e la contemplazione è una costante della vita
spirituale del fondatore. La presenza di Mft a Mervent nè un segno.
A metà maggio 1715, dopo la missione a Mervent, per la prima
volta si ritira nella solitudine della foresta. Dopo le missioni a Fontenay, in ottobre, di nuovo il fondatore trova il tempo per ritirarsi
nella grotta. Per la terza volta, nel giro di pochi mesi, Mft va a
Mervent dopo gli esercizi spirituali alle suore a Fontenay durante i
quali ha incontrato il sacerdote Renato Mulot che sarà il suo successore. L’intervento dei tre incaricati statali per la tutela della fo-
«SUI PASSI DI MONTFORT» - 300° CALVARIO DI PONTCHÂTEAU
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resta il 28. 10. 1715, interrompe il suo soggiorno.
Il fondatore ha voluto trasmettere ai suoi missionari l’amore per la
preghiera come una delle fonti della sapienza apostolica. Nelle Regole dei missionari scrive: «Il ministero della predicazione della
parola di Dio è il più vasto, salutare e difficile di tutti, perciò i missionari si dedicano costantemente allo studio ed alla preghiera per
ottenere il dono della sapienza, tanto necessario ad ogni vero predicatore per conoscere, gustare e far gustare la verità alle anime» (RM 60). Mervent è un luogo che ai monfortani ricorda che il
Mtf è stato non solo un audace uomo di azione ma anche un uomo
di contemplazione.
MERVENT OGGI. È una meta di visite durante tutto l’anno, ma particolarmente nei mesi di luglio e agosto. Il sabato e la domenica
anche fino a due o tre mila persone salgono alla grotta, spesso senza sapere che cos’è e chi è il Padre di Montfort. Vi sono anche pellegrinaggi organizzati e la seconda domenica di settembre, ci si
riunisce nella foresta per la messa solenne e, nel pomeriggio, per il
rosario meditato.
MISSIONARI MONFORTANI - 50° PROVINCIA D’ITALIA
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Venerdì
10 settembre
IL
PUY-DU-FOU
La “Cinéscénie” nasce nel 1978. La
storia, che abbraccia 700 anni di vita
delle genti della regione vandeana, in
un’alternarsi di momenti lieti e tragici, viene narrata seguendo le gesta del
capostipite di una famiglia, Jacques
Maupillier e di tutti i discendenti che
portano il suo nome di battesimo fino
alla fine della seconda guerra mondiale. Scene di vita quotidiana nei villaggi, feste, guerre sanguinose,
speranze, delusioni, ma soprattutto e in ogni frangente, desiderio di
guardare avanti nella ricerca di un domani sempre migliore per le
generazioni future.
Non manca il riferimento a san Luigi Maria de Montfort che, insieme ai suoi discepoli «mulotins» o «monfortains», ha lasciato una
profonda impronta su ciò che sarebbe diventata la Vandea.
Oltre 1000 attori, tutti volontari, che indossano nella serata oltre
4600 costumi, si muovono all'interno di un teatro all'aperto di ben
23 ettari alla presenza di 14.000 spettatori. Grandiose le scenografie e le coreografie, con effetti speciali e fuochi d'artificio. Alcune
fontane d’acqua si elevano a comando nel centro del lago e 12 speciali proiettori animano uno schermo cinematografico virtuale lungo 400 metri che abbraccia il castello e la vegetazione circostante.
E per finire, scenografie mobili che appaiono come per incanto ad
ogni cambio di scena, scandito dallo spegnimento di tutte le luci
che lasciano alla notte il compito di chiudere l’immenso sipario.
«SUI PASSI DI MONTFORT» - 300° CALVARIO DI PONTCHÂTEAU
Sabato
11 settembre
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POITIERS
CRONOLOGIA
29.4-1.5.1701: viaggio da Fontevrault a Poitiers seguito da un ritiro; 4.5.: udienza da mons. Girard, poi ritorno a Nantes; ottobre:
viaggio da Nantes a Poitiers con sosta a Fontevrault e novena a
Notre-Dame-des-Ardilliers; novembre: soggiorno al PetitSéminaire, ministero in città; fine novembre: entra come cappellano all’Ospedale generale di Poitiers; 1702 primavera: prime difficoltà e ritiro dai Gesuiti; estate: viaggio da Poitiers a Parigi in soccorso di Louise-Guyonne; ottobre 1702-Pasqua 1703: soggiorno
all’Ospedale; 2.2.1703: vestizione di Maria Luisa Trichet; marzo
1704: supplica dei poveri dell’Ospedale; ritorno del Mft da Parigi;
1704-1705: ministero all’Ospedale, a cui seguono nuove difficoltà
con l’amministrazione e l’uscita definitiva; 1705: missione di
Montbernage, nelle parrocchie di St-Savin e del Calvaire; 1706
gennaio-febbraio: missione di St-Saturnin; primavera: pellegrinaggio a Roma; 25.8.: messa di ringraziamento all’abbazia di Ligugé; fine agosto: ritiro di 8 giorni fuori Poitiers.
GEOGRAFIA DELLO SPIRITO
Poitiers rappresenta, per il prete rigido e giovane appena uscito
dagli studi e dalla compagnia di «persone scelte, ragionevoli, ferventi», un incomparabile investimento umano. Di colpo si trova
immerso nella feccia della società di cui ha conosciuto finora solo
MISSIONARI MONFORTANI - 50° PROVINCIA D’ITALIA
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un versante.
Leggendo il cantico del Mft Il grido dei poveri (C 18), si rimane
colpiti dal realismo della sua visione dei poveri. Ha penetrato il
dramma di una condizione umana della quale la miseria materiale
non rappresenta il risvolto più grave; e l’ha abbracciata, secondo
una disponibilità senza limiti, dura e dolce insieme. Gli è facile
identificare, impulsivamente, i preferiti del Vangelo con la classe
degli emarginati, con i barboni dell’ospedale, con i “suoi” poveri
amati nella loro carne inamabile, il cui disadattamento rende più
dolce chiamarli fratelli. Per Mft Poitiers sarà il luogo di ricerca
della propria identità, di definitiva liberazione dall’ideale sulpiziano di prete. Il Fondatore sceglie non solo di essere il prete per i
poveri, ma il prete povero con i poveri in opposizione alla figura
culturale del sacerdote del suo tempo. Folle è la parola che ben
presto Mft si addosserà pienamente, trasformandola nel cardine di
una visione spirituale che avrà un suo plastico riflesso nella Croce
della Sapienza di Poitiers.
I LUOGHI DELLA MEMORIA
POITIERS. Capoluogo di dipartimento e del Poitou, pittoresca e
tranquilla città situata sopra uno sperone alla confluenza del Clain
e della Boivre. Fu particolarmente importante sotto i Romani
(Limonum) e nell’Alto Medio Evo; nel 732 Carlo Martello vi fermò l’invasione araba.
ST-PORCHAIRE. Tutto ciò che resta della chiesa è un possente portico-campanile a più ordini di aperture, del sec. XI. Il campanile
ospita la campana dell’Università fusa nel 1451, a suo tempo utilizzata per annunciare la chiusura dei corsi. Mft confessò spesso in
questo chiesa ed è uno dei luoghi probabili dell’incontro con Maria
Luisa Trichet nel 1701.
PALAIS
DE
JUSTICE. Dalla facciata ottocentesca il Palais de Justi-
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ce racchiude i resti dell’antico Palazzo Ducale. Salendo la gradinata, si entra nella Grande Sala o Sala dei Passi Perduti, dei sec. XIIXIII, percorsa all’intorno da arcate cieche e aperta su un lato da tre
fioriti finestroni gotici sotto i quali è uno stupendo camino tripartito e sormontato da un balcone a traforo (fine del ‘300). La sala,
un’immensa navata lunga 47 m. e larga 17, era riservata alle udienze solenni, ai grandi processi, alle assemblee degli Stati provinciali. Dopo 113 gradini in cima al frontone si scorge una bellissima
veduta su Poitiers, dai tetti d’ardesia e di tegole.
Nella rue des Cordeliers, a destra del palazzo, sopra un giardinetto,
ove sono visibili resti della cinta gallo-romana, dà l’esterno trecentesco della Grande Sala, a cuspide, rafforzato da contrafforti e con
torricine angolari. Sulla sua destra il torrione, a pianta quadrata con
torrioni rotondi agli angoli e contrafforti, detto tour Moubergeon,
risale al XII sec.; venne trasformato in appartamento da Jean de
Berry. In questo palazzo, nel 1429, Jean d’Arc subì un interrogatorio davanti ad una commissione del parlamento e venne riconosciuta investita d’una missione divina. Julien Trichet, padre di Maria
Luisa vi esercitò come procuratore, carica acquistatagli dai genitori
al siège présidial di Poitiers.
NOTRE-DAME-LA-GRANDE. La chiesa, della fine del sec. XI, è il
capolavoro dell’architettura romanica del Poitou. La facciata, fiancheggiata da due pilastri a fascio coronati da edicolette a pigna,
presenta tre arcate in basso e due ordini di loggette cieche in alto a
lato del finestrone, ed è tutta rivestita di statue e rilievi con scene
dell’Antico e Nuovo Testamento che si riferiscono alla Vergine.
Sul fianco destro, ad alte arcate cieche, sporgono due portichetti,
del sec. XV l’uno e dell’XI l’altro; sulla crociera si leva il bel campanile del sec. XII. L’interno è a tre navate, su pilastri compositi,
senza transetto, e con coro a deambulatorio. Nella volta del coro,
grande affresco con la Vergine in trono e Santi, del sec. XII. Nella
gotica cappella a destra del coro, gruppo della Deposizione, del
‘500.
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MISSIONARI MONFORTANI - 50° PROVINCIA D’ITALIA
CATTEDRALE ST-PIERRE. È un imponente edificio costruito in
forme gotiche dal sec. XII al XVI. La vasta facciata, serrata tra due
torri e tripartita da pilastri, è aperta in basso da tre ampi portali cuspidati duecenteschi, ornati di rilievi (nel timpano del portale centrale, Giudizio Finale; in quello di sinistra, Morte e Incoronazione
di Maria; in quello di destra, Storie di S. Tommaso). Vasto interno
a tre navate divise da ampie arcate su pilastri. Lungo le pareti corre
un partito di arcate cieche sormontate da balaustra e ornate di protomi. Nel coro, recinto da bella cancellata, stalli duecenteschi. Alle
finestre, stupende vetrate dell’inizio del ‘200. Nel tesoro, oreficerie
medioevali e messali miniati del ‘400.
BATTISTERO ST-JEAN. È forse il più antico edificio cristiano della
Francia. Consta di un corpo rettangolare munito di cella, e di un
nartece poligonale d’ingresso, aggiunto, insieme con le due absidiole laterali, nel sec. XII. Nell’interno, al centro della sala, vasca
battesimale a immersione, resti delle costruzioni romane e sarcofagi merovingi. Alle pareti, lungo le quali si aprono arcate su colonne
romane, vari affreschi dei sec. XII-XIII. Mft intraprese il suo restauro nel luglio del 1705. Quest’opera parve così importante che
la gente disse: «solo un santo ha potuto compierla!».
STE-RADEGONDE. Fondata nel 560 dalla santa regina Radegonda,
la chiesa venne rifatta nel sec. XI e poi largamente rimaneggiata
nel sec. XIII. Le fa da facciata un bel portico-torre (sec. XI), a cui
fu aggiunto nel ‘400 il portale fiammeggiante. L’interno è a una
navata con coro a deambulatorio sopraelevato sulla cripta, la quale
custodisce il sepolcro della Santa. Nella navata, notare le protomi;
nel coro i capitelli policromi, capolavori romanici.
ST-HILAIRE-LE-GRAND. La romanica chiesa (assai rimaneggiata)
risale ai sec. XI-XII; bella è la parte absidale semicircolare, cinta
da deambulatorio da cui sporgono le quattro absidiole delle cappelle. L’interno, di complessa architettura, presenta ben sette navate,
«SUI PASSI DI MONTFORT» - 300° CALVARIO DI PONTCHÂTEAU
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di cui la centrale coperta da tre cupole, con transetto e coro a deambulatorio e sopraelevati sulla cripta.
MONTIERNEUF. Nella parte nord della città, che scende verso il
Clain, si trova la chiesa di Montierneuf (moutier neuf) del sec. XI
che dipendeva da un’abbazia cluniacense, ma rimaneggiata nel
‘600, il cui coro romanico, sopraelevato nel ‘300, ripete le forme di
quello di St-Hilaire.
L’HÔPITAL GÉNÉRAL. Nel 1662, un editto di Luigi XIV imponeva a tutte le città l’obbligo di stabilire un rifugio per i poveri. Poitiers erige il suo Ospedale nel 1657, sistemandolo in locali avventurosi e insufficienti, nella parte bassa della città nel quartiere
Montierneuf (quartiere della famiglia di Maria Luisa Trichet). Alcuni ecclesiastici s’interessano di quel vasto agglomerato di miseria; un bureau frequentato da notabili della città ne cura la gestione; un gruppo di governanti, infoltito dalle ragazze della borghesia,
che si dedicano al loro compito con spirito di patronesse, presiede
quotidianamente alla organizzazione assistenziale. Importunato
dalle grida dei poveri, mons. de la Poype de Vertrieu, vescovo di
Poitiers, affretta ai primi di novembre del 1701 l’ingresso del Mft
nell’Ospedale. All’epoca ospita circa quattrocento mendicanti:
«una casa di disordine ove la pace non regna» commenterà realisticamente il Mft; la sua presenza in mezzo ai poveri si trasforma in
«una continua missione» (L 11). Viene riconosciuto dai poveri come uno di loro (cf L 6). Così è cominciata la vicenda difficile e
contraddittoria del Fondatore a Poitiers. Sarà un’esperienza di ripetuta accoglienza e di rifiuto, che si ripeterà per tre volte nell’Ospedale e una volta nell’attività missionaria in città, inizio di una dinamica che segnerà tutta la vita del Santo.
Oggi l’edificio è stato restaurato. Di fronte alla facciata principale,
sulla sinistra, le vecchie case che furono adibite per il primo Ospedale; al primo piano, la camera di Maria Luisa Trichet; entrando
nell’Ospedale, sulla sinistra, il cortile degli uomini, sulla destra,
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MISSIONARI MONFORTANI - 50° PROVINCIA D’ITALIA
quello delle donne; di fronte sul fondo la camera di Luigi Maria; al
pianterreno: la Sagesse, culla della congregazione della Sapienza.
Qui Mft e la Trichet hanno servito i poveri. Nel 1715 Maria Luisa
e Caterina Brunet lasciano l’Ospedale per partire per la Rochelle.
MONTBERNAGE. Nel mese di luglio del 1705 Mft intraprende una
missione a Montbernage, un quartiere popolarissimo, dove piaceva
il vino e il ballo, dove si bestemmiava e si lavorava la domenica
probabilmente per sopravvivere. Mft aveva scelto questo ambiente
per operarvi una trasformazione cristiana. Egli familiarizza con le
categorie più misere, si immerge nella loro cultura come si evince
dalla umanissima lettera circolare inviata agli abitanti del sobborgo
prima di partire per Roma. Ai poveri di Montbernage il Mft non
esita a rimproverare i loro difetti, ma si preoccupa soprattutto di
responsabilizzarli circa l’esigenza di testimoniare un cristianesimo
autentico ed impegnato. Ad essi ricorda il contenuto essenziale della sua predicazione: fedele osservanza delle promesse del battesimo, che si traducono in un ardente amore a Cristo, nella frequenza
ai sacramenti e nelle altre pratiche di vita cristiana. Ma per compiere tutto questo, il Mft indica l’efficacia di una genuina devozione
alla Vergine come mezzo di sequela di Cristo e di perseveranza (cf.
LM 5).
Nel sobborgo si trovava un granaio denominato la Grange de la
Bergerie, ritrovo abituale della gioventù per balli e feste. Mft fa
una questua per acquistarlo e in poco tempo, dopo i restauri necessari, la sala da ballo è trasformata in cappella. Il Mft vi colloca un
crocifisso e quindici stendardi che rappresentano i quindici misteri
del rosario. A chiusura della missione, oltre alla rinnovazione solenne delle promesse battesimali. si innalza la croce di fronte al
nuovo santuario. A motivo dei cuori che l’adornano la si chiama la
croix des bons coeurs. Mft chiamerà l’ex-granaio Notre-Dame-desCoeurs. Un operaio, Jacques Goudeau, si offre per recitare qui il
rosario, le domeniche e le feste e di cantare la Coroncina a mezzogiorno. Mtf come promesso gli lascia l’immagine della Vergine.
«SUI PASSI DI MONTFORT» - 300° CALVARIO DI PONTCHÂTEAU
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D’ora innanzi la statua si chiamerà Marie Reine des Coeurs e sarà
sempre venerata in questo santuario. E Jacques Goudeau vi presiederà per quarant’anni la recita del rosario.
Verso il mese d’agosto del 1733 viene fondata una comunità delle
Figlie della Sapienza. A Montbernage saranno le “Dames des Coeurs”.
PONT-JOUBERT. Vicino a Montbernage si trova il Pont-Joubert. Su
uno dei pilastri si elevava un piccolo oratorio dedicato alla Vergine
sotto il titolo di “Reine des Anges”. Costruito verso la metà del
XIII sec., venne ricostruito nel XVI sec.; all’epoca del Mft non vi
erano altro che rovine. Il Missionario si sentì in dovere di restaurare questo piccolo santuario e fece incidere sul frontone questa graziosa quartina “Si l’amour de Marie / dans ton coeur est gravé, /
en passant, ne t’oublie / de lui dire un Ave”. L’oratorio oggi è
scomparso, ma la statua è sempre venerata nella chiesa di Ste Radegonde. Nel 1715 Maria Luisa di Gesù era ostacolata dalla madre
nel suo progetto di partire per La Rochelle. Vicino alla Vergine del
Pont-Joubert vi era una povera ragazza cieca. La Trichet la sollecita ad intercedere presso la Vergine del ponte. A quest’umile mediatrice Maria Luisa attribuì sempre lo sblocco della situazione e il
permesso di partire da parte di sua madre.
SOBBORGO ST-SATURNIN. Si estende lungo la riva destra del
Clain, ai piedi di una scogliera rocciosa e fa da confine su ogni lato
la rue Faubourg-du-Pont-Neuf. Il boulevard Coligny sale in cima al
“plateau des Dunes”, sul quale domina la statua di N.-D.-desDunes, che allarga il suo braccio protettore verso la città e le caserme della vecchia scuola d’artiglieria. Davanti all’entrata di quest’ultima si scorge una bella vista su Poitiers. In basso si nota uno
sperone roccioso, il “rocher Coligny” servì da posto di osservazione all’ammiraglio Coligny quando i protestanti assediarono la città
nel 1569. In questo quartiere il Mft predicò una missione nel gennaio 1706.
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MISSIONARI MONFORTANI - 50° PROVINCIA D’ITALIA
JARDIN DES QUATRES FIGURES. Si trovava nel sobborgo di StSaturnin, vicino al fiume; era così chiamato a motivo di quattro
statue che l’ornavano, ma che la gente denominava de “la Goretterie”. Luogo malfamato, ritrovo di libertini è motivo per il Mft di
una personale penitenza espiatoria e, in occasione della missione di
St-Saturnin, di una processione generale di riparazione. Mft predice che sarà un luogo di preghiera e ci verranno delle religiose. Nel
1758 la profezia si avvera con la fondazione dell’ospedale degli
Incurabili: le Figlie della Sapienza ne assumono l’amministrazione.
«SUI PASSI DI MONTFORT» - 300° CALVARIO DI PONTCHÂTEAU
Domenica
12 settembre
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PONTCHÂTEAU
CRONOLOGIA
Metà aprile-inizio maggio 1709: missione di Pontchâteau; estate:
inizio dei lavori del Calvario; agosto 1710: il Calvario è ultimato;
13 settembre 1710: benedizione interdetta.
GEOGRAFIA DELLO SPIRITO
L’esistenza del Mtf è segnata dalla croce: non solo sofferenze fisiche, malattie, mortificazioni, ma anche incomprensioni, persecuzioni, notti mistiche,
crisi determinate soprattutto dalle sue scelte
evangeliche. A riprova di questo, la vicenda
del Calvario di Pontchâteau è la massima
espressione del segno di contraddizione che è
la Sapienza della croce nella vita del Santo.
È simbolo della vita incompresa e perseguitata del Mtf, santo “dell’incompiuto” ma è
anche cifra della sua conformazione a Cristo
crocifisso.
I LUOGHI DELLA MEMORIA
LA LANDE DE LA MADELAINE. Brughiera, diremmo noi, è sempre
stata terra incolta, magro pascolo per le greggi e qualche casupola
qua e là. Confina con una foresta in cui sorgeva un lebbrosario; al
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MISSIONARI MONFORTANI - 50° PROVINCIA D’ITALIA
limitare della foresta una piccola cappella dedicata a S. Maria
Maddalena.
UNA LEGGENDA. Avvolge di mistero l’origine del Calvario; nel
gennaio 1673 la gente del luogo notò un prodigio straordinario:
croci luminose e stendardi sacri apparvero in cielo sullo zenith della landa; un tuono scosse la regione, le greggi fuggirono spaventate; seguirono canti melodiosi eseguiti dalle voci celesti. Ebbene,
proprio in quel giorno nasceva, a 100 Km di distanza, san Luigi.
LA STORIA DEL CALVARIO. La Missione venne aperta all’inizio di
aprile 1709 e dovette chiudersi il 1° maggio. Verso la fine della
missione Luigi Maria fece conoscere il suo progetto di erigere un
Calvario monumentale. I lavori iniziano nell’ottobre del 1709 con
grande partecipazione della gente. Il 14 settembre 1710 si doveva
benedite il Calvario: più di 20.000 pellegrini erano presenti per la
funzione della vigilia. Verso le 16.00 arriva l’interdetto del vescovo. Mtf corre a Nantes, ma è tutto inutile: l’ordine di demolizione
viene dalla corte del Re. Una compagnia di soldati arriva sul posto
e requisisce 500 contadini perché distruggano il monumentale
complesso. Il Santo si ritira per una settimana di preghiera, ritrovando serenità: «Visto che non possiamo piantare la croce nel calvario, piantiamola nel nostro cuor», dirà.
Seguiranno diversi tentativi di ricostruzione, in occasione di successive predicazioni di missioni da parte dei missionari monfortani
negli anni 1747, 1783-1784; 1793. Nel 1821 vengono intrapresi
immensi lavori che faranno di un dosso l’attuale collinetta e nel
1913 il calvario assume l’attuale fisionomia. Ancora oggi il complesso è meta ininterrotta di pellegrinaggi.
IL COMPLESSO DEL CALVARIO
♦ La Cappella ai piedi del calvario. Costruita nel 1747, fu in-
cendiata durante la Rivoluzione del 1793 e riedificata nel 1821. E’
«SUI PASSI DI MONTFORT» - 300° CALVARIO DI PONTCHÂTEAU
46
possibile ammirare il maestoso
Cristo in legno, alto quasi due
metri. Mtf ne aveva ordinato la
scultura ad un artista di SaintBrieuc, ispirandone la realizzazione. A quel tempo (17081709), si era aggiunto ai compagni del padre Leuduger per tenere le missioni nella diocesi di
Saint-Brieuc. Le difficoltà e i
disaccordi tra i missionari portarono alla loro separazione. E
poiché la comunità di padre
Leuduger si rifiutava di pagare
il lavoro dello scultore, Luigi
Maria fece una questua nella
città. Raccolse 80 libbre e con
queste acquistò il Cristo abbandonato. Mtf si trasferisce in seguito
nella diocesi di Saint-Malo, portandosi la scultura tra i suoi bagagli. Verso la fine del 1707 predica una missione nella sua parrocchia natale, a Montfort-la-Cane. Credeva fosse giunto il momento
di innalzare un monumento in onore di Gesù crocifisso. Aveva
scelto il luogo, ‘la collinetta della Motte’ che è il luogo ove è situata attualmente la chiesa parrocchiale. Ma egli ne fu impedito dal
signore di Montfort, il duca di Trémoille. Di nuovo, impedito di
predicare nella diocesi di Saint-Malo, il missionario si dirige verso
la diocesi di Nantes, ponendo il Cristo di Saint-Brieuc su un carro
insieme alle sue cose. È probabile che il Cristo sia restato a Nantes
per tutto il tempo delle sue missioni nei dintorni di questa città.
Ma si sa che quando cominciarono i lavori del Calvario, vi fu trasportato per essere venerato dagli operai in una grotta di fortuna
rischiarata da luce di una candela. Era stato fissato su una croce
ricavata da un bel castagno che misurava di 50 piedi (16,25 m.)
trovato a Missillac e trascinato con dei buoi fino al Calvario.
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MISSIONARI MONFORTANI - 50° PROVINCIA D’ITALIA
Al momento della distruzione del calvario, Luigi Maria porta personalmente il suo Cristo a Nantes. «Lo fece trasportare su un carro
fino ai bordi della Loira. È là che, non potendosi far aiutare dai
barcaioli che gli rispondevano con ingiurie e canzonature, lo si vide solo in un acquitrino con acqua e fango fino a metà gamba, portare sulle sue spalle fino alla barca il suo prezioso fardello.
Nel 1728 il Cristo sarà trasferito a St. Laurent presso i padri monfortani. Sfuggirà alla rivoluzione del 1793. Finalmente, nel 1821,
p. Gouray intraprende e conduce a buon fine il secondo restauro
del Calvario del Padre di Montfort. Alla sua richiesta il p. Gabriel
Deshayes consente che il prezioso Cristo vada a riprendere il suo
posto. Da allora il Cristo è conservato nella cappella.
Ci troviamo davanti ad una delle reliquie più antiche e più preziose
che noi abbiamo del Montfort. Il legno che sostiene il corpo è di
un’epoca posteriore (1821). Il bel Cristo ha un particolare raro nell’arte: il sangue sgorga dal fianco destro.
I raggi di gloria che escono all’altezza della testa, dicono che la
croce infame è divenuta la croce gloriosa grazie a Colui che sorregge. Numerosi cuori sono stati apposti attorno alla croce. Ricorda ad ogni passante che «La Sapienza s'è fatta uomo solo per attirare i cuori degli uomini alla sua amicizia ed alla sua imitazione».
(AES 117).
Nella cappella si trovano poi gli affreschi dipinti nel 1943 dal Lemasson, restaurati nel 1981, descrivono alcuni episodi della vita
del Padre de Montfort:
- da bambino, insegna a pregare a sua sorella;
- accetta un invito a pranzo dai genitori «a condizione di portare i
suoi amici» e arriva con diversi poveri;
- mentre si dirige verso Parigi per diventare sacerdote, distribuisce
ogni sua cosa ai poveri;
- interrompe un ballo;
- soccorso un quartiere di Nantes, isolato da una inondazione;
«SUI PASSI DI MONTFORT» - 300° CALVARIO DI PONTCHÂTEAU
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- l’«Aprite a Gesù Cristo»;
- guarisce un bambino, malato di tigna;
- Montfort predica;
- la sua morte: «Non peccherò più».
♦ L’itinerario di fede. Fonde due devozioni: il Rosario, con la
meditazione dei Misteri Gioiosi, Dolorosi e Gloriosi di Cristo, contemplati con lo sguardo di Maria, e la Via Crucis.
Dalla grande Cappella del Pellegrinaggio il percorso si snoda passando attraverso i “santuari” che richiamano luoghi ed eventi significativi del mistero di Cristo e della storia della salvezza: il
“Tempio di Gerusalemme”, con le sue alte mura merlate e affreschi sulla vita di Cristo; la “Casa di Nazaret” che riproduce quella
della Santa Famiglia; la Visitazione con gli affreschi che ricordano
le scene evangeliche riguardanti Giovanni Battista; la Scala Sancta, monumento imponente e maestoso ben proporzionato, in stile
classico. Fu il primo ad essere costruito (1890) dopo il restauro del
Calvario. E poi la grotta di Betlemme e del Cenacolo, la statua del
Sacro Cuore.
Segue il Mulino del Padre di Montfort. È un mulino molto antico
la cui data di costruzione si legge nel granito sul retro dell’architrave della porta: 1560, con il monogramma di Nostro Signore Gesù
Cristo. I lavori per la trasformazione in piedestallo della statua del
Padre di Montfort (oltre tre metri) sono cominciati nell’agosto 1914 e la benedizione ebbe luogo il 19 luglio 1916 in occasione del
secondo centenario della sua morte. Con la mano destra il santo
indica il Calvario. E con la sua mano sinistra invita le genti ad avvicinarsi.
Ci sono, poi, i richiami all’Ascensione, all’Assunzione, con infine
la Grotta dell’Agonia. Prima di raggiungere la cima del calvario si
incontra la Grotta di Adamo. Intorno alla collina, si notano i fossati
da cui furono estratti terra, pietre e rocce per la costruzione del
Calvario.