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con il contributo di
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La presente cartella stampa è stata realizzata in occasione delle conferenze stampa
di presentazione del 30° Torino Film Festival:
Roma, 6 novembre 2012, ore 11.00, Casa del Cinema
Torino, 6 novembre 2012, ore 18.30, Multisala Cinema Massimo
Torino Film Festival
Via Montebello, 15 – 10124 Torino
Tel. +39 011 8138811, fax +39 011 8138890
http: //www.torinofilmfest.org
e-mail: [email protected]
30° TORINO FILM FESTIVAL
1
Indice
30° TORINO FILM FESTIVAL - informazioni & utilities
3
30° TORINO FILM FESTIVAL - numeri e ospiti
7
30° TORINO FILM FESTIVAL – apertura e chiusura
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GRAN PREMIO TORINO
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TORINO 30
10
FESTA MOBILE
13
RAPPORTO CONFIDENZIALE
19
TORINO XXX
22
TFFdoc
24
ITALIANA.CORTI
30
ONDE
31
FIGLI E AMANTI
35
SPAZIO TORINO
36
TORINOFILMLAB – i film
37
JOSEPH LOSEY
38
PREMIO CIPPUTI – i film
40
PREMI
41
PREMI COLLATERALI
42
30° TORINO FILM FESTIVAL - temi ricorrenti
43
COLOPHON
45
TORINOFILMLAB
50
30° TORINO FILM FESTIVAL
2
30° TORINO FILM FESTIVAL
informazioni & utilities
SEDE
Sede: Via Montebello, 15 - 10124 Torino
Tel.: +39 011 8138811
Fax: +39 011 8138890
Http: //www.torinofilmfest.org
E-mail: [email protected]
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https://twitter.com/torinofilmfest
UFFICI TEMPORANEI NEL PERIODO DEL FESTIVAL (23 NOVEMBRE - 1 DICEMBRE 2012)
Centralino: +39 011 19887500
RAI – Museo della Radio e della Televisione - Via G. Verdi, 16 – Torino
Accrediti
RAI – Palazzo della Radio - Via G. Verdi, 31 – Torino
Direzione: +39 011 19887501
Segreteria generale: +39 011 19887505
Coordinamento del programma e ricerca film: +39 011 19887507, fax +39 011 19887527
TFFdoc, Italiana.corti e Spazio Torino: +39 011 19887508, fax +39 011 19887527
Ufficio ospitalità: +39 011 19887509, +39 011 19887510, +39 011 19887511, fax +39 011 19887527
Ufficio stampa: +39 011 19887515, +39 011 19887516, fax +39 011 19887528
Ufficio stampa internazionale: +39 011 19887522
PROIEZIONI
MULTISALA CINEMA MASSIMO - Via G. Verdi, 18
+39 011 8138574
(Sale accessibili ai disabili)
MULTISALA REPOSI - Via XX settembre, 15
+39 011 532448
(Sale 1, 2, 3 accessibili ai disabili)
MULTISALA LUX - Galleria San Federico, 33
+39 011 5628907
(Sale accessibili ai disabili)
CONFERENZE E ATTIVITÀ STAMPA
Xké? Il LABORATORIO DELLA CURIOSITÀ
Via Gaudenzio Ferrari 1 – Torino
(Dal 24 novembre al 1 dicembre dalle ore 10.00 alle ore 17.00)
30° TORINO FILM FESTIVAL
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MODALITÀ DI INGRESSO
Accesso alle proiezioni
È consentito agli spettatori muniti di biglietto, tessere di accredito e abbonamenti,
compatibilmente con i posti disponibili. Gli spettatori muniti di biglietto dovranno accedere alla
sala almeno 5 minuti prima dell’inizio dello spettacolo. Per non creare disturbo agli altri
spettatori non sarà comunque consentito l’ingresso in sala a proiezioni iniziate. L’accesso alle
proiezioni dei film senza visto di censura non è consentito ai minori di 18 anni.
Abbonamenti e biglietti non possono essere sostituti o rimborsati se non per proiezioni annullate
da parte dell’organizzazione.
I film in lingue straniere sono sempre sottotitolati in italiano. La sottotitolazione in altre lingue
è indicata per ogni proiezione nel programma di sala. In caso di uscita anticipata dalla sala,
preghiamo gli accreditati e gli abbonati di segnalarlo al personale addetto.
Acquisto tramite biglietteria online
I biglietti e gli abbonamenti a tariffa intera potranno essere acquistati sul sito del festival
www.torinofilmfest.org a partire dal 12 novembre e per tutta la durata del festival, fino a 24
ore prima dell’inizio di ogni proiezione. I biglietti e gli abbonamenti acquistati online potranno
essere ritirati durante il Festival presso le casse dei cinema, nei normali orari di apertura
presentando il codice ricevuto all’atto dell’acquisto. Per il ritiro è consigliabile presentarsi con
un anticipo di almeno 15 minuti rispetto all’inizio della proiezione.
Acquisto presso le biglietterie dei cinema
L’apertura delle casse per l’acquisto o il ritiro dei biglietti preacquistati ha luogo 30 minuti
prima dell’inizio della programmazione fino a 30 minuti dopo l’inizio dell’ultimo spettacolo.
Cinema Massimo dal 23 novembre dalle ore 13.00, Cinema Reposi e Cinema Lux dal 24
novembre. Presso le casse dei cinema potranno essere acquistati biglietti e abbonamenti sia a
tariffa intera che a tariffa ridotta. Per questi ultimi è necessario presentare documenti (carta
d’identità) o tessere convenzionate.
Abbonati e accreditati
Le proiezioni saranno contrassegnate sul programma di sala da colori diversi.
Colore grigio: indica una proiezione alla quale gli accreditati e gli abbonati potranno accedere,
compatibilmente con i posti disponibili, presentando all’ingresso della sala il proprio accredito o
abbonamento.
Colore blu: indica le proiezioni per le quali gli accreditati e gli abbonati devono ritirare
gratuitamente un titolo d’ingresso presso le apposite biglietterie presenti in tutti i cinema del
Festival (il giorno 23 novembre saranno aperte esclusivamente le casse dei cinema Massimo e
Reposi dalle ore 13.00 alle ore 20.00, nei giorni a seguire saranno operative le casse presso i
tutti i cinema da 30 minuti prima dell’inizio della programmazione a 30 minuti dopo l’inizio
dell’ultimo spettacolo). Il ritiro deve avvenire tra le 12.00 del giorno precedente la proiezione e
le 13.00 del giorno della proiezione. L’ingresso in sala per i possessori di biglietti è consentito
fino a cinque minuti prima dell’inizio della proiezione.
Nel caso di posti ancora disponibili nei cinque minuti che precedono la proiezione, gli accreditati
e gli abbonati non provvisti di biglietto potranno accedere alla sala attraverso una rush line
appositamente predisposta.
Attenzione: nel caso in cui due proiezioni si sovrappongano anche parzialmente, è possibile
richiedere un solo titolo di accesso.
Se qualcuno non utilizzasse per due volte (anche non consecutive) questo tipo di biglietto, non
avrà più la possibilità di riceverne altri. Per questo motivo, è possibile restituire alle casse dei
cinema un biglietto già ritirato evitando così di incorrere in penalità. Il biglietto deve essere
restituito almeno due ore prima dell’inizio della proiezione.
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Colore giallo – PROIEZIONI STAMPA: indica le proiezioni riservate esclusivamente agli accreditati
stampa. Le proiezioni si terranno al cinema Massimo 2 durante l’intera giornata e per tutta la
durata del festival. Avranno priorità di accesso gli accrediti stampa sui quali è applicato un
bollino giallo.
Inaugurazione
L’accesso alla cerimonia inaugurale e successiva proiezione all’Auditorium Giovanni Agnelli sarà
consentito ai possessori di biglietto d’ingresso. I posti disponibili saranno messi in vendita
esclusivamente online a partire dal 12 novembre. Solo per questo evento non sarà richiesto il
ritiro di un biglietto, ma sarà sufficiente presentarsi con il modulo stampato ricevuto all’atto
dell’acquisto e riportante il codice a barre.
Chiusura
La serata di chiusura del 1 dicembre al cinema Reposi è esclusivamente a inviti.
Repliche domenica 2 dicembre
Le repliche dei film vincitori avranno luogo presso il cinema Massimo il giorno 2 dicembre a
partire dalle ore 14.30 circa. Il programma sarà pubblicato sul sito del festival il giorno 1
dicembre a partire dalle ore 15.00
Ingresso diversamente abili in sedie a rotelle
L’ingresso è consentito a titolo gratuito, senza accompagnatore, compatibilmente con la
disponibilità di posti per diversamente abili.
Calendario incontri in sala
Nel caso di presenza degli autori, gli incontri con il pubblico si tengono alla fine della proiezione
ufficiale. Le conferenze stampa del festival si tengono ogni mattina dalle ore 10.00 alle 13.00
presso il Xke'? Il laboratorio della curiosità, via Gaudenzio Ferrari 1.
Il calendario degli incontri e delle conferenze stampa sarà disponibile nei cinema, all’ufficio
accrediti e online dal 23 novembre.
Tariffe biglietti e abbonamenti
Biglietto serata di apertura: EURO 10,00
Abbonamento intero (*): EURO 80,00
Abbonamento ridotto (*): EURO 55,00
(Aiace, Musei Torino Piemonte, Universitari, Over 60)
Strettamente personale e non cedibile, consente l’accesso a tutti gli spettatori ad esclusione
della serata inaugurale e cerimonia di premiazione.
Abbonamento 9-19 (*): EURO 35,00
Strettamente personale e non cedibile, consente l’accesso a tutti gli spettacoli il cui orario di
inizio sia entro le ore 19.00.
Pass giornaliero 9-19 (*): EURO 10,00
Consente l’accesso agli spettacoli il cui orario di inizio sia entro le ore 19.00 del giorno di
emissione.
Biglietto intero: EURO 7,00
Biglietto ridotto: EURO 5,00
(Aiace, Musei Torino Piemonte, Universitari, Over 60)
(*) gli abbonamenti e i pass giornalieri non consentono l’ingresso alle proiezioni blu senza il
titolo d’ingresso da ritirarsi gratuitamente presso le biglietterie dedicate.
Per tutti gli abbonati ingresso a tariffa ridotta al Museo Nazionale del Cinema
www.museocinema.it
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LIBRI
Catalogo generale
Edizioni Museo Nazionale del Cinema
Italiano/English
Euro 10,00 (anziché Euro 12,50)
Joseph Losey
a cura di Emanuela Martini
Editrice Il Castoro
Euro 26,00
Per accreditati e abbonati Euro 15,00
Per il pubblico Euro 20,00
I prezzi speciali sono praticati solo presso il Bookstore della Mole Antonelliana.
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30° TORINO FILM FESTIVAL
numeri e ospiti
Sono 223 i titoli di Torino Film Festival 2012 di cui
70 lungometraggi opere prime e seconde
43 anteprime mondiali
11 anteprime internazionali
13 anteprime europee
81 anteprime italiane
Selezionati su circa 4000 film visionati (tra corti, medi e lungometraggi)
Tra le presenze finora confermate:
Antonio Albanese, Altan, Ambra Angiolini, Fernando Arrabal, Carlo Bachschmidt,
Karl Baumgartner, Sophie Blondy, Margherita Buy, Felice Cappa, Lou Castel, Luciana Castellina,
Michel Ciment, Francesca Comencini, Pappi Corsicato, Carlo Cotti, Gloria De Antoni,
Susana De Sousa Dias, Anna Di Francisca, Luigi Faccini, Pierfrancesco Favino, Ilaria Fraioli,
Matteo Garrone, Claudia Gerini, Marco Tullio Giordana, Valeria Golino, Miguel Gomes, João Rui
Guerra da Mata, Ken Jacobs, Terrill Lee Lankford, Joe Lansdale, Paul Laverty, Ken Loach,
Marek Losey, Patricia Losey, Jennifer Lynch, Miki Manojlović, Alina Marazzi, Neri Marcorè,
Franco Maresco, Francesco Ranieri Martinotti, Mario Masini, Giovanna Mezzogiorno, Morando
Morandini, Francesco Munzi, Yousry Nasrallah, György Pálfi, Luca Pastore, Hila Peleg,
Giuseppe Piccioni, Marina Piperno, Constantin Popescu, Sally Potter, Joana Preiss, Alessandro
Preziosi, Domenico Procacci, James Quandt, Michele Riondino, João Pedro Rodrigues, Riccardo
Scamarcio, Filippo Scicchitano,Ettore Scola, Daniele Segre, Michele Serra, Paolo Sorrentino,
Jules Stewart, Tchéky Karyo, Filippo Timi, Daniele Vicari, Werner Weick.
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30° TORINO FILM FESTIVAL
Film d’apertura
23 novembre, Auditorium “Giovanni Agnelli”, Torino
Quartet (UK, 2012, DCP, 95’)
di Dustin Hoffman
con Maggie Smith, Tom Courtenay, Billy Connelly, Pauline Collins e Michael Gambon
Madrina della serata Claudia Gerini
A settantacinque anni, Dustin Hoffman esordisce alla regia con una commedia piena di humor,
tenerezza, malinconia, eccentricità, dove il rap si mescola con Mozart e l'arte e la musica
curano i disastri e le paure della vecchiaia. Sceneggiato da Ronald Harwood (Il servo di scena, Il
pianista, Lo scafandro e la farfalla) dalla sua commedia, Quartet ha la vitalità dell'intelligenza e
l'armonia del quartetto del Rigoletto che lo conclude. Guidano il concerto cinque magnifiche
"prime donne": Maggie Smith, Tom Courtenay, Billy Connelly, Pauline Collins e Michael Gambon.
A Beecham House, una casa di riposo per cantanti lirici e musicisti immersa nella campagna
inglese, si prepara come ogni anno il grande spettacolo per l'anniversario della nascita di
Giuseppe Verdi. Tutti gli artisti residenti tornano sulla scena per raccogliere fondi per
mantenere Beecham e, tra gorgheggi e capricci, rinascono ansie da prima donna, rivalità tra
istrioni, isterismi. Qualcuno si sente male, qualcuno beve di nascosto, qualcuno rifiuta di
cantare. E, ad aumentare la confusione, arriva una nuova pensionante: la diva della lirica Jean
Horton, che ritrova Reggie, Wilf e Cissy, gli altri componenti di un quartetto leggendario.
Reggie è il suo ex marito e il quartetto si sciolse quando divorziarono.
Quartet è distribuito in Italia da Bim e uscirà in sala nel 2013.
Film di chiusura
1° dicembre, Multisala Reposi, Torino
Ginger & Rosa (UK, 2012, DCP, 89’)
di Sally Potter
con Elle Fanning, Alice Englert, Alessandro Nivola, Annette Benning e Oliver Platt
Madrina della serata Ambra Angiolini
La politica, le marce antinucleari, le discussioni su sesso, religione e moda uniscono Ginger e
Rosa, le due amiche adolescenti nate il giorno della bomba di Hiroshima e cresciute inseparabili
nella Londra degli anni '60; ma una crisi affettiva minaccia di dividerle. Elle Fanning e Alice
Enghert, circondate da un supporting cast eccellente (Christina Hendricks, Alessandro Nivola,
Annette Bening), trasmettono energia e dubbi nella bella storia di maturazione e inquietudini
firmata da Sally Potter: dopo lavori "teorici" come Orlando e The Gold Diggers, la regista
britannica torna agli anni della sua adolescenza con un'intensità vitale e partecipe.
Londra, 1962. Ginger e Rosa sono nate il giorno della bomba su Hiroshima e sono cresciute
inseparabili in un’epoca di grandi cambiamenti. La politica, le marce antinucleari, le discussioni
su sesso, religione e moda le uniscono, ma una crisi affettiva minaccia di dividerle. Sally Potter
firma un coming of age intenso, ironico e vitale. Con Elle Fanning, Christina Hendricks,
Alessandro Nivola, Annette Bening.
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GRAN PREMIO TORINO
Ken Loach e Ettore Scola
Istituito nel 2009, il Gran Premio Torino è un riconoscimento assegnato ogni anno ai cineasti che,
dall’emergere delle nouvelle vague in poi, hanno contribuito al rinnovamento del linguaggio
cinematografico, alla creazione di nuovi modelli estetici, alla diffusione delle tendenze più
significative del cinema contemporaneo.
In questa edizione, il premio viene assegnato a due importanti autori europei.
Il primo sarà consegnato lunedì 26 novembre a Ken Loach per l'umanità, l'umorismo e la forza
morale e intellettuale che trasmette con i suoi ritratti di gente vera, sia quando racconta, tra
commedia e dramma, storie contemporanee (Riff Raff, Piovono pietre, Ladybird Ladybird,
Sweet Sexteen, Paul, Mick e gli altri, My Name Is Joe, Il mio amico Eric), sia quando si dedica a
lucide ricostruzioni storiche (Terra e libertà, Il vento che accarezza l’erba, Palma d’oro nel
2006).
Dopo la consegna del premio, verrà presentato, in anteprima italiana, di La parte degli angeli,
la nuova commedia diretta da Loach e scritta dallo sceneggiatore Paul Laverty che racconta di
come un gruppo di giovani disoccupati di Glasgow che trova la salvezza e una vita migliore grazie
al più puro malto scozzese. Distribuito in Italia da Bim, La parte degli angeli ha vinto il Premio
della giuria all’ultimo festival di Cannes.
Sarà invece Ettore Scola a ricevere il Gran Premio Torino nel corso della serata di chiusura del
30° Torino Film Festival, sabato 1° dicembre, per l'attenzione ironica e pietosa con cui per
quarant'anni ha tratteggiato con il suo cinema l'affresco culturale e sociale del nostro paese.
Maestro del film "corale", Scola esordisce alla regia nel 1964 con il film a episodi Se permettete
parliamo di donne, si afferma tra i pilastri della commedia all'italiana con una serie di film nei
quali la carica comica volge sempre di più alla satira sociale. Dopo l'anomalo Trevico-Torino,
viaggio nel Fiat-Nam, dramma militante sull'emigrazione, nel 1974 Scola realizza C'eravamo
tanto amati, ritratto ironico e amarissimo degli ultimi trent'anni di storia italiana. Da allora ha
continuato ad attraversare e raccontare la nostra società, i suoi "mostri", le sue illusioni e i suoi
insanabili difetti con storie a più voci come Brutti, sporchi e cattivi (1976), La terrazza (1980),
Ballando ballando (1983), La famiglia (1987), La cena (1998) e con ritratti più intimi come Una
giornata particolare (1977), Splendor (1989), Romanzo di un giovane povero (1995), Concorrenza
sleale (2001).
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TORINO 30
È riservata ad autori alla prima, seconda o terza opera la principale sezione competitiva del
festival, che presenterà sedici film di nuova produzione, inediti in Italia. Come sempre
incentrato sul cinema “giovane”, il concorso si rivolge principalmente alla ricerca e alla scoperta
di talenti innovativi, che esprimano le migliori tendenze contemporanee del cinema
indipendente internazionale. Nel corso degli anni sono stati premiati ai loro inizi autori come
Tsai Ming-liang, David Gordon Green, Chen Kaige, Lisandro Alonso, Pietro Marcello, Debra
Granik. Un cinema “del futuro”, rappresentativo di generi, linguaggi e tendenze.
Nel 2011, Á Annan Veg di Hafsteinn Gunnar Sigurdsson (Islanda) ha vinto come Miglior film, 17
Filles di Delphine e Muriel Coulin (Francia) e Tayeb, Khalas, Yalla di Rania Attieh e Daniel Garcia
(UAE/Libano) hanno ottenuto ex æquo il Premio speciale della giuria, Renate Krössner per
Vergiss dein Ende di Andreas Kannengliesser (Germania) ha vinto il Premio per la migliore
attrice, Martin Compston il Premio per il miglior attore per il film Ghosted di Craig Viveiros (UK).
AM HIMMEL DER TAG / BREAKING HORIZON di Pola Beck (Germania, 2012, DCP, 86’)
Lara ha ventisei anni, è inquieta e insoddisfatta e passa le notti in giro per locali con la sua
amica Nora. Ma un giorno si accorge di essere rimasta incinta, dopo un incontro occasionale, e
deve decidere se tenere o no il bambino. Dramma tutto al femminile, dai toni asciutti e
misurati, che racconta di solitudine, maturità e maternità senza sottrarsi al dubbio, al dolore,
alla tenerezza.
ARTHUR NEWMAN di Dante Ariola (USA, 2012, DCP, 101’)
Insoddisfatto, divorziato, con il figlio adolescente che non vuole nemmeno incontrarlo, un uomo
decide di cambiare vita, di botto. Compra una falsa identità e scompare. Sulla strada, incontra
una ragazza con un sacco di problemi. Colin Firth ed Emily Blunt nella storia amara, pietosa e a
tratti divertita di un'avventura esistenziale che tutti abbiamo avuto la tentazione di vivere.
Dirige l'esordiente Dante Ariola.
AZ DO MESTA AS / MADE IN ASH di Iveta Grófová (Repubblica Ceca/Slovacchia, 2012, DCP, 84’)
per Premio Cipputi
Dorota vive in un paesino della Slovacchia con la famiglia e fa progetti con il fidanzato. La
mancanza di lavoro la costringe a cercare fortuna in Repubblica Ceca, dove la attendono i turni
in una fabbrica tessile e la rinuncia a tutti i suoi sogni. Sospesa tra ostinazione a non mollare,
rassegnazione e qualche speranza, l’opera prima della documentarista Iveta Grófová affronta
senza sconti un tema di stringente attualità.
CALL GIRL di Mikael Marcimain (Svezia/Irlanda/Norvegia/Finlandia, 2012, DCP, 140’)
Stoccolma, 1976: due quattordicenni ospiti di un istituto per minori vengono reclutate in un giro
di prostituzione frequentato da politici e diplomatici. Ispirato a uno scandalo realmente
accaduto, un film che è insieme dramma personale e thriller politico, e che guarda all’estetica
vintage di La talpa e al rigore morale di Tutti gli uomini del presidente. Pernilla August
scatenata nella parte della maîtresse.
I.D. di Kamal K.M (India, 2012, DCP, 90’)
per Premio Cipputi
Una donna parla al telefono mentre un operaio le tinteggia il salotto. L’uomo ha un malore. La
donna ignora la sua identità e decide di scoprirla per restituire dignità a un volto senza nome.
Viaggio affannoso nella megalopoli indiana e riflessione morale sull’immigrazione clandestina e
sul dramma dei lavoratori anonimi e dimenticati che popolano strade e cantieri, vittime di una
modernità senz’anima.
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THE LIABILITY di Craig Viveiros (UK, 2012, DCP, 92’)
Un diciannovenne viene spedito dal patrigno malavitoso a far da autista a un sicario silenzioso e
meticoloso, per imparare i rudimenti del mestiere: ma le cose non vanno lisce. Noir-pulp
laconico e crepuscolare, venato da un black humor tutto british, e con finale aperto a una
paradossale speranza. Enormi Tim Roth (l’imperturbabile killer) e Peter Mullan (il perfido
patrigno). Dal regista di Ghosted, in concorso nel 2011.
UNA NOCHE di Lucy Mulloy (Cuba/UK/USA, 2012, DCP, 90’)
Lila si veste come un ragazzino ed è scontrosa, Elio è pieno di vita: sono fratelli, legatissimi, e
vivono all’Avana. Quando Elio diventa amico di Raul, comincia a progettare la fuga; insieme
vogliono raggiungere Miami attraverso l’oceano. Una storia di formazione ostinata e dolorosa,
segnata dalla voglia di libertà e girata in una Cuba sensuale, che oscilla tra morbosità e vitalità,
dall’esordiente Lucy Mulloy.
NOI NON SIAMO COME JAMES BOND di Mario Balsamo (Italia, 2012, HDCam, 73’)
Due amici e un viaggio che è rimasto indelebile nei loro ricordi: natura, gioventù, il mito di
James Bond. Ora, dopo molti anni e una malattia che entrambi si sono lasciati alle spalle, è
giunto il momento di fare i conti con il presente: quindi, telefonano a Sean Connery. Con ironia
e senza compiacimento, scritto e interpretato da Mario Balsamo con Guido Gabrielli, un film che
è un romanzo autobiografico, un gesto rabbioso di rivolta, una pubblica confessione.
PAVILION di Tim Sutton (USA, 2012, HDCam, 72’)
Frammenti di vita di teenager americani, tra i boschi lussureggianti dello stato di New York e le
desolazioni lunari dell’Arizona, skate e primi amori, gite al lago e corse in BMX. Semplice e
imponente, ipnotico e impressionista, un’opera prima ultraindipendente girata da Tim Sutton
con una consapevolezza, una spontaneità e una libertà non comuni. Echi di Gus Van Sant in una
vera ode all’adolescenza.
PRESENT TENSE di Belmin Söylemez (Turchia, 2012, DCP, 100’)
per Premio Cipputi
Giovane donna sola, divorziata e senza lavoro si finge esperta nella lettura dei fondi di caffè e
viene assunta in un locale. Predicendo il futuro alle clienti darà voce alle proprie frustrazioni, in
un toccante incrocio di solitudini al femminile. Elegia silenziosa che racconta per indizi il sogno
di riscatto della donna turca e lo sforzo di dare una direzione precisa al proprio nebuloso
destino.
SHELL di Scott Graham (UK, 2012, DCP, 87’)
Padre e figlia gestiscono una pompa di benzina in un posto remoto delle Highlands scozzesi.
Pochi incontri, molti silenzi, sguardi impietriti dal passare del tempo, attrazioni inconfessate. La
ragazza sogna la fuga ma anche questo semplice desiderio sembra irrealizzabile. Un film
doloroso e lieve, concentrato sui personaggi. Con una protagonista che non si dimentica e un
paesaggio capace di ipnotizzare.
SMETTERE DI FUMARE FUMANDO di Gipi (Italia, 2012, HDCam, 68’)
“Devo pensare alle cose che mi piacciono. Non devo pensare al cinema”. Questo sembra essere
il mantra di Gianni Pacinotti, in arte Gipi, dopo le fatiche del suo esordio cinematografico,
L’ultimo terrestre. Da quaranta sigarette a zero, in un acido, ironico, anarchico diario pubblico,
pensato come una scommessa e girato come un combattimento. Indefinibile e vulcanico, proprio
come il suo autore.
SU RE di Giovanni Columbu (Italia, 2012, 35mm, 87’)
La Passione di Gesù, dall’Ultima Cena alla Crocifissione, raccontata attraverso una lettura
sinottica dei quattro Vangeli. L’opera seconda di Giovanni Columbu, autore di Arcipelaghi,
rielabora la storia sacra per dargli un nuovo senso, individuale e collettivo. Un film schietto,
duro e coinvolgente, sospeso tra digressioni teologiche e spirito popolare, tra sincera
compassione e infuocata pietà.
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SUN DON’T SHINE di Amy Seimetz (USA, 2012, HDCam, 82’)
Lui, lei, un’auto e una corsa contro il tempo. La fuga ansiogena di una giovane coppia che si
deve liberare del fardello fisico e metaforico della colpa prima che sia troppo tardi. Nel
paesaggio selvaggio della Florida, un noir on the road che guarda a Malick e Cassavetes, nervoso
e tagliente, allucinato e onirico, scritto e diretto dall’attrice indie Amy Seimetz, esordiente
nella regia.
TABUN MAHABUDA / THE FIRST AGGREGATE di Emyr ap Richard e Darhad Erdenibulag (Mongolia,
2012, DCP, 90’)
per Premio Cipputi
Uno stuntman torna in città appena guarito da una brutta ferita alla testa e tramite una donna
ottiene finalmente una parte da protagonista in un film incentrato su un attore. Laconica storia
di corpi come involucri da abitare, spiriti e contatti umani insondabili, osservati con sguardo
straniato ma anche benevolo, con rigore e intensità secondo la lezione del taiwanese Tsai Mingliang.
TERRADOS di Demian Sabini (Spagna, 2011, DCP, 76’)
per Premio Cipputi
Una Spagna inedita, tutta vista dall’alto delle terrazze sui tetti dove Leo, un avvocato
disoccupato da cinque mesi, passa le giornate insieme ad altri amici che hanno perso il lavoro.
Fumano, chiacchierano, scherzano, sempre più disorientati e sconnessi dal mondo. Demian
Sabini, regista e protagonista, racconta la situazione terribile in cui versa la Spagna con un tono
solo apparentemente scanzonato.
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FESTA MOBILE
Personaggi stravaganti o eccessivi, figure umanissime o stilizzate, idee di generi e linguaggi si
rincorrono e si alternano nella Festa mobile 2012, come sempre una carrellata libera sulle
invenzioni, gli autori, le cinematografie che ci hanno colpito durante l’anno e che, speriamo,
colpiscano anche gli spettatori. Davanti a tutti, i magnifici istrioni che bisticciano, si vogliono
bene o si detestano nella casa di riposo per cantanti lirici che fa da sfondo all’opera prima
dell’esordiente fuoriclasse che apre il festival: Quartet, diretto da Dustin Hoffman e
interpretato, tra gli altri, da Maggie Smith, Tom Courtenay, Billy Connelly e Pauline Collins.
Intorno a loro, alla rinfusa, Anna Karenina e i suoi amori nella versione pop del romanzo di
Tolstoi diretta da Joe Wright e scritta da Tom Stoppard, i mille volti di Graham Chapman e degli
altri Python nella biografia bugiarda creata dai disegni di 15 diversi studi di animazione in A
Liar’s Autobiography, Amleto che divaga, irridente e insanguinato, nella rilettura
shakespeariana scritta e interpretata da Filippo Timi e girata in 3D da Felice Cappa, Biancaneve
e i nani toreador nella fiaba trasformata in mélo (muto e in bianco e nero) da Pablo Berger in
Blancanieves, la disarmante Ruby Sparks, ragazza ideale inventata da uno scrittore in crisi, nel
nuovo film dei registi di Miss Little Sunshine, il sornione accademico sloveno Slavoj Žižek che in
The Pervert’s Guide to Ideology ci racconta tutto su cinema e ideologia, le due famiglie (una
israeliana e una palestinese) che si studiano e si sfidano per tentare di amarsi e comprendersi in
Les fils de l’autre di Loraine Levy, Iggy Pop che in Etoile du jour di Sophie Blondy fa l’angelo
custode in moto e il vero pastore che a Natale porta le pecore in Piazza Duomo a Milano
(L’ultimo pastore di Marco Bonfanti). Temi ostici, come il desiderio sessuale di un paraplegico,
vengono trattati con la tenerezza della commedia (The Sessions di Ben Lewin, con Helen Hunt) e
banali fatti di cronaca si trasformano in viaggi oscuri nelle nostre realtà parallele (i rom di
Dimmi che destino avrò di Peter Marcias); il coreano Jong–Bin Yoon fa un gangster film alla
Scorsese (Nameless Gangster) e gli indie Shari Berman e Robert Pulcini dirigono Kristen Wiig e
Annette Bening in una slapstick comedy al femminile (Imogene); e mentre a Londra negli anni
Sessanta Ginger & Rosa crescono discutendo di marce antinucleari e tagli di capelli (nel film di
Sally Potter), nell’Irlanda del nord lo sfaccendato Terry Hooley inventa quasi per caso l’etichetta
discografica del punk (in Good Vibrations di Glenn Leyburn e Lisa Barros D’Sa) e una donna
oscilla tra Ira e servizi segreti (in Shadow Dancer di James Marsh, il regista di Man on Wire).
Il mondo in un pugno di film, con il segmento classics, dove si riparla di Sorpasso e Furio
Scarpelli, di Rossellini/Bergman e Una voce umana, di Francesco Pasinetti e, soprattutto, di una
persona cui vogliamo tutti bene, Morando Morandini, che si racconta in Morando’s Music di Luigi
Faccini.
28 HOTEL ROOMS di Matt Ross (USA, 2012, HDCam, 82’)
Lui e lei si conoscono in un hotel. Passano la notte insieme: il primo di 28 appuntamenti adulteri
e clandestini, che vedranno crescere le complicazioni, montare le gelosie, complicarsi i legami.
L’impossibilità del sesso senza implicazioni e le ipocrisie dei sentimenti raccontate attraverso un
flusso di parole leggere e pesanti, in una serie di non-luoghi algidi. Esordio nella regia
dell’attore Matt Ross.
AMLETO2 di Felice Cappa (Italia, 2012, DCP, 90’)
Irridente e istrionico, Amleto siede sul trono in abiti femminili. Con lui, un ragazzo e una
ragazza, che il principe tocca e accarezza, abbandonandosi a un flusso verbale travolgente.
Monologo o non monologo? Uffa! Shakespeare e Petrolini, sangue sulla scena, la regina a gambe
larghe, Ofelia e Lucio Battisti. In 3D, lo spettacolo cult scritto e interpretato da Filippo Timi.
ANNA KARENINA di Joe Wright (UK, 2012, DCP, 130’)
Sontuoso, folle, supremamente kitsch, l'adattamento letterario che non ci si aspetta: la storia
tragica dell'eroina di Tolstoi chiusa nello spazio di un palcoscenico che si allarga e deforma a
dismisura inglobando strade di Mosca e balli a palazzo. Tra Baz Luhrmann e Ken Russell,
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un'operazione pop diretta da Joe Wright e scritta da Tom Stoppard (Shakespeare in Love), con
Keira Knightley, Jude Law e Aaron Johnson.
THE ANGELS’ SHARE/LA PARTE DEGLI ANGELI di Ken Loach (UK/Francia, 2012, 35mm, 106’)
per Gran Premio Torino_Ken Loach
Robbie aspetta un figlio dalla sua compagna ed evita il carcere grazie alla lungimiranza di un
giudice che lo assegna ai servizi sociali. Il suo supervisore lo educa ai piaceri del whisky e scopre
in Robbie un assaggiatore particolarmente dotato. L’ultimo film di Ken Loach, scritto da Paul
Laverty, è una commedia proletaria vitale e irrefrenabile costruita come un action ad alto tasso
alcolico.
BEOM-JOE-WA-EUI-JEON-JAENG/NAMELESS GANGSTER: RULES OF THE TIME di Jong-Bin Yoon
(Corea del Sud, 2012, DCP, 133’)
Costruita con uno stringente andirivieni temporale, un'epopea gangster con un grande ruolo non
scontato per la star coreana Choi Min-sik (da applauso) nei panni di un doganiere corrotto nel
mondo della malavita degli anni 80. Dal regista di The Unforgiven, un successo enorme in patria,
dove l’hanno paragonato ai gangster movie di Martin Scorsese (primo fra tutti Quei bravi
ragazzi). Non a torto.
BLANCANIEVES di Pablo Berger (Spagna/Francia, 2012, DCP, 104’)
In Spagna, negli anni Venti, Carmen è la figlia di un ex torero, che si è risposato con l'ambiziosa
Encarna. Per sottrarsi alla tirannia della matrigna, Carmen fugge con un gruppo di nani toreador.
La storia di Biancaneve trasformata in uno spettacolare mélo muto e in bianco e nero da Pablo
Berger, che coltivava il progetto da molti anni ma è riuscito a realizzarlo solo dopo il successo di
The Artist.
COMO ESTRELLAS FUGACES / LIKE SHOOTING STARS di Anna Di Francisca (Italia, 2012, DCP, 98’)
Un compositore, stufo di accettare lavori di cui si vergogna, va in visita da un amico in un
villaggio spagnolo dove vorrebbe ritrovare la serenità e inventarsi un’occasione per incontrare la
figlia che vede raramente. Ma non riesce a sottrarsi alla richiesta di dirigere un coro di
dilettanti. Commedia agrodolce con Miki Manojlovic, Maribel Verdù e Neri Marcorè nel ruolo di
un barbiere spagnolo.
COULEUR DE PEAU: MIEL / APPROVED FOR ADOPTION di Jung e Laurent Boileau (Francia, 2012, 35mm, 75’)
Il piccolo Jung, coreano, viene adottato a sei anni da una coppia belga che ha già quattro figli.
Per lui, dopo l’orfanotrofio, inizia una nuova vita fatta di contraddizioni e ribellioni per arrivare
all’accettazione di sé. La vera storia di uno dei due registi diventa film d’animazione con inserti
in live action e filmini familiari in Super 8. Premio del pubblico al Festival di Annecy 2012.
DE JUEVES A DOMINGO / THURSDAY TILL SUNDAY di Dominga Sotomayor (Cile/Olanda, 2012, DCP, 96’)
Padre, madre e due figli in viaggio in macchina attraverso il paesaggio maestoso del Cile
settentrionale. Le dinamiche familiari viste dal punto di vista dei ragazzi, narrate mettendo la
macchina da presa alla loro altezza, osservando il mondo degli adulti dalla loro prospettiva.
Un’opera prima che sotto una superficie placida nasconde sottili increspature e psicologie
essenziali e precise.
DIMMI CHE DESTINO AVRÒ di Peter Marcias (Italia, 2012, DCP, 80’)
Un commissario di polizia disilluso, una comunità rom ai margini della società: il presunto
rapimento di una donna fa avvicinare due mondi distanti. Dalla Sardegna, un dramma di volti e
di corpi inconsueto nel panorama italiano, con una capacità di raccontare che si apre a squarci
documentaristici imprevedibili. Il commissario interpretato da Salvatore Cantalupo (Gomorra,
Corpo celeste) è un poliziotto che non si dimentica.
L’ÉTOILE DU JOUR / THE STAR OF THAT DAY di Sophie Blondy (Francia, 2012, DCP, 80’)
Invidie, gelosie e meschinità in uno scalcinato circo, popolato da bizzarri personaggi: un
romantico clown (Denis Lavant), la sua amata (Natacha Régnier), una zingara visionaria (Béatrice
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Dalle), un malvagio direttore (Tchéky Karyo). A vegliare su tutto l’angelo custode interpretato
da Iggy Pop. Dedicata a Guillaume Depardieu, l’opera seconda di Sophie Blondy omaggia Fellini e
rievoca Carax.
LE FILS DE L’AUTRE / IL FIGLIO DELL’ALTRA di Lorraine Lévy (Francia, 2012, 35mm, 105’)
Joseph, un giovane israeliano, fa gli esami del sangue per entrare nell’aviazione. Ma c’è
qualcosa di strano. La madre, medico, decide di andare a fondo e scopre che la notte della sua
nascita Joseph è stato scambiato con Yacine, figlio di una coppia palestinese. I ragazzi
s’incontrano, la vita delle due famiglie è scombussolata. Interpretato da Emmanuelle Devos, un
intenso squarcio storico e culturale.
GINGER & ROSA di Sally Potter (UK, 2012, DCP, 89’)
Londra, 1962. Ginger e Rosa sono nate il giorno della bomba su Hiroshima e sono cresciute
inseparabili in un’epoca di grandi cambiamenti. La politica, le marce antinucleari, le discussioni
su sesso, religione e moda le uniscono, ma una crisi affettiva minaccia di dividerle. Sally Potter
firma un coming of age intenso, ironico e vitale. Con Elle Fanning, Christina Hendricks,
Alessandro Nivola, Annette Bening.
GOOD VIBRATIONS di Glenn Leyburn e Lisa Barros D’Sa (UK, 2012, 35mm, 97’)
Autentico footage e finzione si mescolano per raccontare la vera storia di un'icona della musica
nordirlandese degli anni 70: Terry Hooley. Il suo piccolo negozio di dischi diventa quasi
casualmente la culla del punk in una Belfast devastata dalla guerra civile. La sua etichetta
discografica è lo spiraglio di luce capace di regalare speranza in tempi bui. Il potere della
musica emerge con leggerezza e ironia.
IMOGENE di Robert Pulcini e Shari Springer Berman (USA, 2012, DCP, 103’)
Il fidanzato upper class la lascia, e Imogene, convinta di aver fatto strada a Manhattan, capisce
di non aver concluso niente e tenta il suicidio. Presa in custodia dalla mamma, si ritrova nella
provincia cheap da cui viene. Dai registi di American Splendor, una slapstick commedy al
femminile, con Kristen Wiig (Bridesmaids), Annette Bening e Matt Dillon (che, come il vino
buono, migliorano sempre).
A LIAR'S AUTOBIOGRAPHY - THE UNTRUE STORY OF MONTHY PYTHON'S GRAHAM CHAPMAN 3D
di Bill Jones, Jeff Simpson e Ben Timlett (UK, 2012, DCP, 85’)
Basata sulla falsa autobiografia del Python Graham Chapman (morto nel 1989), ecco la storia,
delirante, della sua vita, ricostruita attraverso il lavoro di quindici diversi gruppi di animatori in
un collage surreale e irresistibile: dalla scuola di medicina, al coming out, al suo rapimento da
parte degli alieni. Partecipano Cleese, Gilliam, Jones e Palin, nella parte di se stessi e di molti
altri.
THE PERVERT’S GUIDE TO IDEOLOGY di Sophie Fiennes (UK, 2012, DCP, 134’)
Tra gli zombie di Essi vivono di Carpenter, con Julie Andrews nei prati di Tutti insieme
appassionatamente, nel Korova Milk Bar di Arancia meccanica: Slavoj Žižek, accademico
istrionico e controverso e appassionato di cinema, torna sei anni dopo A Pervert's Guide to
Cinema, per raccontarci il messaggio ideologico esplicito e, spesso, implicito di film
insospettabili. Con spezzoni magnifici. È già cult.
QUARTET di Dustin Hoffman (UK, 2012, DCP, 95’)
In Inghilterra, in una casa di riposo per cantanti lirici e musicisti, si ritrovano amici, ex colleghi,
ex rivali, ex coniugi. Dustin Hoffman esordisce nella regia con una commedia piena di humor,
rimpianti, battibecchi, eccentricità, scritta da Ronald Harwood (Il servo di scena, Il pianista, Lo
scafandro e la farfalla). Guidano il concerto quattro istrioni strepitosi: Maggie Smith, Tom
Courtenay, Billy Connelly e Pauline Collins.
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RUBY SPARKS di Jonathan Dayton e Valerie Faris (USA, 2012, DCP, 104’)
Ha avuto successo al primo romanzo, ma ora Calvin è bloccato. Finchè un giorno, finalmente,
crea un personaggio: la ragazza dei suoi sogni, Ruby Sparks, che una mattina, all'improvviso,
diventa viva. Con lo scatenato Paul Dano e l'imprevedibile Zoe Kazan (nipote di Elia, anche
sceneggiatrice), una commedia acutissima sui rapporti tra i sessi, diretta dalla coppia
Dayton&Faris di Little Miss Sunshine.
RUFUS STONE di Josh Appignanesi (UK, 2012, HDCam, 30’)
Un uomo torna in un villaggio dell'Inghilterra meridionale per vendere una casa. Adolescente,
fuggì a Londra a causa del perbenismo gretto e dell'intolleranza degli abitanti, lasciandosi dietro
un caro amico. Diretta da Josh Appignanesi (il regista di The Infidel) e realizzata nell'ambito di
un progetto di ricerca sulla vecchiaia nelle comunità rurali, una storia di affetti, sogni spezzati e
solidarietà.
THE SESSIONS di Ben Lewin (USA, 2012, DCP, 95’)
A causa della poliomelite, un uomo ha passato quasi tutta la vita in un polmone d'acciaio. E'
diventato poeta e giornalista, ma ha un desiderio: perdere la verginità. Con l'aiuto di un prete
non bigotto, si rivolge a una terapista sessuale. Ispirati a una storia vera, gli incontri tenerissimi
di due corpi e due sensibilità, orchestrati da Ben Lewin, scrittore e regista, e interpretati da
John Hawkes e Helen Hunt.
SHADOW DANCER di James Marsh (UK, 2012, 35mm, 100’)
La sorella di un bambino ucciso dall’esercito inglese durante una manifestazione in Irlanda del
Nord entra nell’Ira ma si fa catturare. Un ufficiale dei servizi segreti le offre protezione in
cambio del tradimento dei suoi ideali. Ruvida e tesa spy-story, è il primo film di finzione del
documentarista James Marsh, autore di Man on Wire e Project Nim, con Clive Owen e Andrea
Riseborough.
SILENT YOUTH di Diemo Kemmesies (Germania, 2012, HDCam, 73’)
Due ragazzi s’incontrano e si piacciono, ma sono imbarazzati, si guardano e non sanno cosa dire.
L’inizio di una storia d’amore? Facce spigolose poco stereotipate per un coming (out) of age che
cresce a poco a poco, fra silenzi e timori, incertezze e paure con tenerezza e sincerità. Quando
il cinema queer è bello perché non strepita e non proclama, ma racconta una vicenda semplice e
quotidiana.
L’ULTIMO PASTORE di Marco Bonfanti (Italia, 2012, DCP, 73’)
per Premio Cipputi
Renato Zucchelli fa il pastore per passione e vocazione. La vita solitaria sugli alpeggi, i prati di
periferia, la bizzarra famiglia che vive ai margini della città. Quando gli chiedono di far vedere
le pecore ai bambini di una scuola elementare, il ciclopico pastore scende con il suo gregge a
Milano e si presenta in piazza Duomo. La realtà supera la finzione nel ritratto di un mondo
sospeso tra modernità e tradizione.
WHISKY GALORE! / WHISKY A VOLONTÀ di Alexander Mackendrick (UK, 1949, 35mm, 82’)
Gran Premio Torino_Ken Loach
Alla fine della guerra, in pieno razionamento, una nave diretta in America con un carico di
whisky si incaglia al largo delle coste scozzesi. A corto di "acqua della vita", gli abitanti decidono
di recuperare con ogni mezzo (e illegalmente) il prezioso nettare. Commedia Ealing autarchica
ed esilarante, diretta da Alexander Mackendrick, uno degli "inventori" del genere, ideale
antenata di The Angels' Share.
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festa mobile classics
VIVA LA MUERTE di Fernando Arrabal (Francia, 1971, DigiBeta, 90’)
ARRABAL di Humberto Lopez Y Guerra (Svezia, 1979, DigiBeta, 61’)
L’esordio del co-fondatore del cosiddetto “cinema pánico” è un delirio di Franchismo e di Edipo
(per stomaci forti, e sconsigliato agli animalisti), racconto di un’infanzia fra immaginazione e
realtà, surrealismo e scatologia contro ogni dittatura. I disegni dei titoli di testa sono di Roland
Topor. Al film è abbinato il raro ritratto documentaristico del 1979 che Humberto López y
Guerra dedicò all’artista.
L’ESTATE DI BRUNO CORTONA di Gloria De Antoni (Italia, 2012, DigiBeta, 45’)
Le spiagge di Castiglioncello a cinquant’anni da Il sorpasso. Malinconico documentario della
coppia di autori e conduttori televisivi De Antoni-De Fornari (già fiori all’occhiello
dell’innovativa Rai3 di Guglielmi): un pellegrinaggio sui luoghi culto del film, con interviste alle
comparse e dietro le quinte amatoriali in 8mm. Bagliori lontani di una stagione gloriosa e di un
paese dissolto nell’aria.
MORANDO’S MUSIC di Luigi Faccini (Italia, 2012, DigiBeta, 42’)
Nella sua bella casa viva e vissuta, all'edicola e al bar all'angolo, intento a scrivere sulla sua
fidata Everest (rigorosamente manuale) o a chiacchierare con la faccia tragica e comica di
Buster Keaton, Morando Morandini ci racconta la sua giornata, la sua storia, le sue delusioni e i
suoi amori. Cortese, ironico, franco e appassionato, in un ritratto senza ombre né reticenze
diretto da Luigi Faccini.
PASINETTI AVREBBE CENT’ANNI
Omaggio a Francesco Pasinetti, il primo critico italiano a considerare il cinema un'arte. Attivo in
Italia fra le due guerre, fu anche regista di raffinati documentari per lo più dedicati alla sua
Venezia. Come le elegie urbane Città bianca, Lumiei e Latte per la città, sulle professioni in
laguna, e Il canale degli angeli, inventivo nell'intersecare due immagini di Venezia, una reale e
una sognata.
FURIO SCARPELLI: IL RACCONTO PRIMA DI TUTTO di Francesco Ranieri Martinotti (Italia, 2012,
DigiBeta, 65’)
Il lascito umano e professionale di un gigante del cinema italiano, lo storico sceneggiatore (in
coppia con Age) di oltre cento film chiave della commedia all’italiana, da I soliti ignoti a
L’armata Brancaleone, da I mostri a La famiglia. Il figlio Giacomo dischiude il retrobottega del
padre (il disegno, lo studio del dettaglio), con la testimonianza degli allievi Paolo Virzì e
Francesca Archibugi.
MANILA PALOMA BLANCA di Daniele Segre (Italia, 1992, 35mm, 90’)
per Premio Maria Adriana Prolo alla Carriera 2012
Carlo (Carlo Colnaghi) ha alle spalle una carriera d’attore e vari ricoveri in ospedali psichiatrici.
Vive di espedienti, frequentando balordi e ripensando alle occasioni perdute. Intanto conosce
Sara, benestante, che lo spinge a lavorare a un testo teatrale. Ma non c’è salvezza per un uomo
alla deriva e senza pelle. Un cortocircuito tra realtà e finzione nel secondo lungometraggio di
Daniele Segre.
VIAGGIO IN ITALIA di Roberto Rossellini (Italia, 1954, 35mm, 97’)
Coniugi inglesi in profonda crisi di coppia arrivano a Napoli e la visitano in solitudine, ma alla
fine del viaggio si sentono cambiati e forse pronti a riavvicinarsi. Rovine e scorci etnografici
tanto vividi ed esatti quanto simbolici e interiori, la potenza del documento e l’astrazione dello
sguardo. Rossellini in stato di grazia, forse il suo capolavoro (in una copia restaurata). Allora solo
la critica francese lo riconobbe.
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O QUE ARDE CURA/AS THE FLAMES ROSE di João Rui Guerra da Mata (Portogallo, 2012, HDCam, 27’)
Interpretata da João Pedro Rodrigues (il regista di O fantasma e Morrer como um homem) e
diretta da João Rui Guerra de Mata, una rilettura del monologo di Cocteau: un uomo parla al
telefono con l'amante che l'ha lasciato mentre in tv e alla radio scorrono le immagini e la
cronaca dell'incendio che nel 1988 devastò interi quartieri di Lisbona.
UNA VOCE UMANA di Roberto Rossellini (Italia, 1948, 35mm, 30’)
THE HUMAN VOICE di Ted Kotcheff (USA, 1966, video, 50’)
Una donna al telefono con l’uomo che la sta abbandonando tocca il fondo della disperazione. Le
pene d’amore anatomizzate senza pietà nel famoso monologo one woman show scritto da Jean
Cocteau nel 1930, qui prova di talento per due attrici straordinarie: a confronto Anna Magnani
diretta da Roberto Rossellini (L’amore, 1948) e Ingrid Bergman in una versione televisiva del
1966.
LA LUNGA ESTATE DI HERMANN HESSE di Werner Weick (Svizzera, 1986, video, 52’)
per Premio Gli occhiali di Gandhi
Nel 1919 Hermann Hesse attraversa una profonda crisi personale e artistica. Trova pace nel
Canton Ticino, a Montagnola, dove si trasferisce e dove rimarrà fino alla fine dei suoi giorni. Il
documentarista Werner Weick firma un ritratto del grande autore tedesco utilizzando inedite
foto d’epoca, i ricordi dei figli Bruno e Heiner e le testimonianze di amici, ma soprattutto dando
voce alle sue pagine.
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RAPPORTO CONFIDENZIALE
ossessioni & possessioni
Le paure che ci tormentano, i luoghi che ci inquietano, le figure, più o meno realistiche,
attraverso le quali esorcizziamo i nostri incubi, e le passioni, più o meno colpevoli, alle quali ci
abbandoniamo per compensare la nostra endemica insicurezza. Non siamo sicuri del nostro
lavoro, del nostro futuro, della nostra sessualità, della sopravvivenza del nostro pianeta e di
quanto possiamo fidarci di amici e vicini. La paura circola dappertutto e spesso si accompagna,
inevitabilmente, ai sensi di colpa. Come accade sempre nei periodi di crisi, il cinema reagisce; e
se non lo fa, come in passato, con l’esplosione di un genere popolare dominante, semina però
indizi e suggestioni trasversali: per esempio, il senso di intrappolamento, di “conto alla
rovescia”, di incubo claustrofobico che accomuna generi come l’horror e il thriller a storie
ambientate in contesti quotidiani e realistici. Un luccicante Natale suburbano popolato di
zombie (in Christmas with the Dead, tratto da un racconto di Joe Lansdale, anche produttore) e
un ufficio surreale nel quale un impiegato licenziato si ostina a tornare ogni giorno (in Wrong di
Quentin Dupieux), un malinconico sobborgo giapponese evacuato per l’esplosione di un reattore
atomico (in The Land of Hope di Sion Sono) e un’isoletta messicana che pare popolata di soli
bambini (in Come Out and Play di Makinov), un robot “badante” che, in un futuro molto
prossimo, accudisce un vecchio ladro in pensione (in Robot & Frank) e le scatenate drag queens
che popolano il carcere nel quale si trova rinchiuso un discografico losangelino (in K-11 di Jules
Stewart, la mamma della Kristen di Twilight), i casermoni opprimenti dell’edilizia popolare
britannica (nel thriller ad altissimo tasso ansiogeno Tower Block e nell’horror Citadel) e lo
scorcio dei Pirenei nel quale all’improvviso orologi, cellulari e auto si bloccano (in Fin di Jorge
Terragrossa), la fuga nell’alcol, nel cibo, nel sesso (nelle commedie Smashed e Thanks for
Sharing), la fuga nella musica (la dj di The Lords of Salem di Rob Zombie). Prendi un taxi e il
tassista è un maniaco (Chained di Jennifer Lynch); vendi hamburger e un poliziotto telefona
dicendo che sei una ladra e devono perquisirti (la cameriera di Compliance); vai in gita a un
ipermercato finlandese e ti ritrovi in trappola tra i cannibali (i turisti russi di Shopping Tour):
questi sono solo alcuni dei luoghi e dei personaggi inquietanti che popolano Rapporto
Confidenziale 2012.
BOBBY YEAH di Robert Morgan (UK, 2011, HDCam, 23’)
Come se Svankmajer avesse aiutato Lynch a dirigere un episodio di Wallace & Gromit: un corto
favolosamente ripugnante, incubo surrealista con pupazzi in stop-motion che bisogna vedere per
crederci!
CHAINED di Jennifer Lynch (USA, 2012, DCP, 98’)
Una donna e il suo bambino un giorno prendono un taxi per tornare a casa. Ma hanno scelto il
tassista sbagliato: infatti l’uomo li tramortisce e li porta nella sua casa isolata, dalla quale non
usciranno più. Passano gli anni e il bambino cresce, incatenato. Vincent D’Onofrio, Eamon
Farren e Julia Ormond sono i protagonisti del nuovo incubo di Jennifer Lynch (figlia di David),
molto maturata dai tempi di Boxing Helena.
CHRISTMAS WITH THE DEAD di Terrill Lee Lankford (USA, 2012, HDCam, 88’)
Calvin festeggia il Natale con la moglie e la figlia quando, tra le decorazioni e le luci, si
affacciano volti lividi e figure barcollanti. Natale in casa Lansdale: da un racconto di Joe
Lansdale (anche produttore), una storia di zombie sceneggiata dal figlio Keith e diretta da T. L.
Lankford. Girato sotto casa (a Nacogdoches, Texas), con un piccolo budget, uno sberleffo
eccentrico che ricorda La notte del drive-in.
CITADEL di Ciaran Foy (Irlanda, 2012, DCP, 84’)
Dopo che tre ragazzini aggrediscono e uccidono la moglie, un giovane sviluppa una grave
agorafobia paranoica. Sono guai quando gli incappucciati tornano per minacciare lui e la figlia.
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Un horror irlandese ansiogeno e dalle atmosfere malate e squallide, inno metaforico al
superamento di paure metropolitane ed esistenziali, che non dimentica le esigenze del genere e
strizza l’occhio ai fan di Silent Hill.
COME OUT AND PLAY di Makinov (Messico, 2012, DCP, 95’)
Una coppia di turisti americani in attesa di un bambino in fuga romantica su un’isoletta
messicana: un paradiso di sole, mare, luce, con tanti bambini e nessun adulto. Diretto da
Makinov, il regista russo che si nasconde dietro l’anonimato, il remake di un cult spagnolo del
1976: Ma come si può uccidere un bambino? di Narciso Ibanez Serrador. L’ossessione dell’Altro
personificato dall’infanzia.
COMPLIANCE di Craig Zobel (USA, 2012, DCP, 90’)
Una telefonata di un sedicente poliziotto accusa una giovane cameriera di fast food di essere
una ladra. L’impostore convince la direttrice e i dipendenti a diventare carcerieri e poi aguzzini
della ragazza. Riflessione scomoda e tagliente sull’idiozia e sul pecoronismo, sulla fiducia cieca
di fronte all’”autorità”, sulla facilità con cui rinunciamo ai nostri diritti. L’orrore dell’“eseguivo
solo degli ordini”.
FIN di Jorge Torregrossa (Spagna, 2012, DCP, 90’)
Alcuni amici che non si vedono da vent’anni organizzano un weekend in una località sperduta dei
Pirenei. Mentre la rimpatriata si trasforma in un inquietante ritorno al passato, gli orologi e i
cellulari si bloccano, le auto non si avviano. Jorge Torregrossa esordisce nel lungometraggio con
un’incursione nel filone “fine del mondo”, intrecciando antichi sensi di colpa e minacce
apocalittiche. Ad alta tensione.
K-11 di Jules Stewart (USA, 2012, DCP, 87’)
Dopo una notte di bagordi, un discografico finisce in carcere. Per di più, nell’ala destinata a gay,
trans e pedofili. Da incubo ad occhi aperti a lotta per la sopravvivenza, tra secondini sadici e
queen bees in tacchi a spillo e look fetish. Esordio di Jules Stewart (la tatuatissima mamma della
Kristen di Twilight), un prison movie che gioca con il trash e se ne frega della correttezza
politica.
KIBOU NO KUNI/THE LAND OF HOPE di Sion Sono (Giappone, 2012, DCP, 133’)
La famiglia Ono vive in pace nella sua piccola fattoria a Nagashima. Un giorno, un terremoto fa
esplodere il reattore della vicina centrale nucleare e tutti gli abitanti sono costretti
all’evacuazione. Sion Sono riflette sulle conseguenze umane del disastro di Fukushima con uno
stile piano e sofferto e immagini di sapore documentaristico. Nessun effetto speciale, ma uno
sguardo intimo e una desolazione infinita e commovente.
THE LORDS OF SALEM di Rob Zombie (USA/UK/Canada, 2012, DCP, 101’)
A Salem, nel Seicento, si fronteggiavano streghe e inquisitori. A Salem, oggi, il soprannaturale
passa attraverso la musica heavy metal e le interviste trasmesse di notte da una radio. Finchè la
dj mette sul piatto il vecchio vinile di un gruppo sconosciuto, The Lords. Allucinato e
claustrofobico, il nuovo film di Rob Zombie spiazza i fan e conquista nuovi ammiratori con
un’atmosfera cautamente costruita e ossessiva.
MANIAC di Franck Khalfoun (Francia, 2012, DCP, 89’)
Dal regista di -2 Livello del terrore, e prodotto dall’enfant prodige del nuovo horror Alexandre
Aja, il remake del celeberrimo e omonimo gore anni 80 di William Lustig (qui anche coproduttore): quasi tutto in soggettiva, con l’angelico Elijah Wood nel ruolo che fu del laido e
indimenticato Joe Spinell, un pugno nello stomaco con punte di feticismo selvaggio che lasciano
allibiti. Spettatori avvisati.
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ROBOT & FRANK di Jake Schreier (USA, 2012, HDCam, 89’)
In un futuro molto vicino, un anziano ex ladro di gioielli vive solo e sta perdendo la memoria. Il
figlio gli impone una “badante”: un robot programmato per prendersi cura delle persone. Frank
è recalcitrante ma piano piano fa amicizia con Robot. Con Frank Langella, Liv Tyler, Susan
Sarandon e James Marsden, una commedia malinconica sui disagi e i disastri della vecchiaia,
sulla paura e l’attrazione della tecnologia.
SHOPPING TOUR di Mikhail Brashinsky (Russia, 2012, DCP, 70’)
Dalla Russia con poco amore: una comitiva di russi in gita consumistica in Finlandia avrà qualche
sorpresa dentro un ipermercato. Tra loro, una madre e il figlio adolescente che tentano di
rinsaldare un rapporto in crisi. Un horror in stile found footage (ma con un ultimo “scarto”
filmico geniale), in equilibrio perfetto fra splatter e sarcasmo, dove i rituali della società fanno
più ribrezzo di un arto mozzato.
SMASHED di James Ponsoldt (USA, 2011, DCP, 85’)
Kate e Charlie sono una coppia di alcolisti, apparentemente felici. Lei insegna alle elementari e
vuole disintossicarsi, mentre il marito non ha nessuna intenzione di rinunciare alle sue cattive
abitudini. La dipendenza come ossessione sociopatica è raccontata con toni quasi da commedia,
senza retorica e falsi moralismi. Con Mary Elizabeth Winstead (Scott Pilgrim vs. the World) e
Aaron Paul (Breaking Bad).
THANKS FOR SHARING/TENTAZIONI (IR)RESISTIBILI di Stuart Blumberg (USA, 2012, DCP, 110’)
Adam, Mike e Neil frequentano un gruppo di sostegno per sex addicts. Mentre i primi due stanno
superando la “malattia”, il giovane Neil ci ricasca continuamente. Ma le delusioni della vita sono
una trappola per tutti. Dal regista di The Kids Are All Right, una commedia amara sulle
compensazioni nevrotiche che ci regaliamo e che ci intrappolano. Con Mark Ruffalo, Tim
Robbins, Gwyneth Paltrow e Josh Gad.
TOWER BLOCK di Ronnie Thompson e James Nunn (UK, 2012, DCP, 87’)
Un palazzone popolare di East London in via di demolizione; gli ultimi inquilini stanno per
andarsene, ma si ritrovano presi di mira da un cecchino che, dall’esterno, li fa fuori uno a uno.
Secco, teso, spietato: dalla Gran Bretagna un film a cavallo tra thriller e horror che guarda al
ruvido entertainment del cinema di genere anni 70 senza tralasciare la dimensione politica né lo
spessore psicologico dei personaggi.
V/H/S di Radio Silence, David Bruckner, Glenn McQuaid, Joe Swanberg, Ti West e Adam Wingard
(USA, 2012, DCP, 116’)
Un gruppo di sbandati entra in una casa abbandonata per rubare un certo videotape. Per
trovarlo, devono guardarli tutti. Horror found footage a episodi girato nello stile dei vecchi
nastri vhs, drop-out e “tremolii” compresi. Fra creature alate, lune di miele tragiche e party al
sangue, alcuni giovani filmmaker omaggiano un’epoca e uno strumento tecnologico superato.
Tra loro, Joe Swanberg, Ti West e Adam Wingard.
WRONG di Quentin Dupieux (USA, 2012, HDCam, 94’)
Un uomo si sveglia e scopre che il suo cane è stato sequestrato, poi va a lavorare in un ufficio
dal quale è stato licenziato mesi prima: è l’inizio di una serie di situazioni sempre più
paradossali. Dopo Rubber, Quentin Dupieux (aka Mr. Oizo) dirige un film (in) acido, sospeso tra
noir e commedia, tra David Lynch e i fratelli Marx. Dietro le quinte del teatro dell’assurdo, ci
parla di solitudine e alienazione.
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TORINO XXX
Il Torino Film Festival compie trent’anni. S’inaugurò il 25 settembre del 1982, ideato e diretto
da Ansano Giannarelli e Gianni Rondolino: si chiamava Festival Internazionale Cinema Giovani e
si concentrava soprattutto sulla cultura, le storie e i linguaggi dei giovani. Giovani cineasti e
giovani spettatori, in un arco che, a 360 gradi, copriva paesi, identità, idee, stili diversi. Il
festival è stato il punto di partenza di moltissimi cineasti, ed è restato un momento di scoperta,
riflessione, analisi e curiosità anche quando, dalla sedicesima edizione, ha cambiato il proprio
nome in Torino Film Festival. Da Torino sono passati, citando alla rinfusa, i primi film di Jane
Campion, Atom Egoyan, Alexander Payne, David Gordon Greene, Tsai Ming-liang, Wong Kar-wai,
Jafar Panhai, Olivier Assayas, Laurent Cantet, Leos Carax, Matteo Garrone, Daniele Vicari,
Michael Winterbottom, Takeshi Kitano, Stanley Kwan. E, anche negli ultimi anni, sono
continuate le conferme di autori che hanno esordito al Tff e si sono poi affermati nei circuiti
internazionali, da Pablo Larrain a Pietro Marcello a Debra Granik.
Per il suo “compleanno”, il festival presenta i nuovi film di alcuni di questi autori.
11.25 JIKETSU NO HI, MISHIMA YUKIO TO WAKAMONOTACHI / 11/25 THE DAY MISHIMA CHOSE HIS
OWN FATE di Koji Wakamatsu (Giappone, 2012, DCP, 120’)
Fedele e articolata ricostruzione degli eventi che, nel 1970, hanno portato al suicidio rituale e
“politico” dello scrittore Yukio Mishima. Il penultimo film del grande Koji Wakamatsu,
scomparso poche settimane fa, ancora una profonda, spassionata dissezione della storia del
Giappone, l’altra faccia di United Red Army, secondo capitolo di un dittico ideale. Un film
essenziale e complesso, morbido e tagliente. A suo modo, enigmatico.
BAAD EL MAWKEAA / AFTER THE BATTLE di Yousry Nasrallah (Egitto, 2012, 35mm, 122’)
Dopo gli scontri del 2/2/2011 in piazza Tahir, una benestante e illuminata rivoluzionaria e un
cavaliere povero e manipolato stringono un forte legame. Yousry Nasrallah (al Tff nel 2004 con
La Porte du soleil) racconta la primavera araba con uno stile nervoso e diretto, debitore sia del
documentarismo che del neorealismo di stampo rosselliniano, e con uno sguardo rigorosamente
dall’interno.
CASA DOLCE CASA di Tonino De Bernardi (Italia, 2012, DigiBeta, 120’)
A Parigi, un pusher (Lou Castel) legge Marx e muove “roba” a livello globale, mentre una donna
in nero (Joana Preiss), inquieta e inquietante, va tra strade e appartamenti, e una spacciatrice
col cuore a pezzi (Catherine Libert) non si dà pace... Tonino De Bernardi, storica presenza
underground del Tff, in un noir cavernoso ed en plein air, di ombre e di furie quiete. Con Ghezzi
“Mr. Hyde” e Abel Ferrara in concerto.
FINAL CUT - LADIES AND GENTLEMEN di György Pálfi (Ungheria, 2012, DCP, 85’)
Film di montaggio composto da scene tratte da circa 500 film della storia del cinema, per lo più
classici, assemblati in modo da creare anacronistici (e irresistibili) intrecci sentimentali fra le
icone di celluloide di tutti i tempi. L’amore sub specie cinematografica. L'eccentrico regista
ungherese Pálfi (Huckle, al Tff 2002, e Taxidermia) ha lavorato più di tre anni al banco di
montaggio. Produce Béla Tarr.
HOLY MOTORS di Leos Carax (Francia, 2012, DCP, 115’)
L’enfant terrible del cinema francese (Boy Meets Girl, al Tff del 1984, Rosso sangue, Gli amanti
del Pont-Neuf) torna con un film folle e inconcepibile già cult, dove c’è dentro tutto e niente,
classico e moderno, finzione, disperazione e ricordo, passato presente e futuro. Alla fine, vince
il cinema. Con l’attore feticcio Denis Lavant, Michel Piccoli, Eva Mendes e la principessa del pop
Kylie Minogue.
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NO di Pablo Larraín (Cile, 2012, 35mm, 115’)
Cile, 1988. Pinochet indice un referendum per prolungare la sua dittatura. Le opposizioni
ottengono il diritto di replica in spazi tv. Un pubblicitario (Gael García Bernal) dalle idee
rivoluzionarie prova a rinnovare il linguaggio politico attraverso ottimismo e leggerezza. Pablo
Larraín, vincitore del Tff 2008 con Tony Manero, dirige un affresco libero e lucidissimo sulla
macchina del consenso.
STARLET di Sean Baker (USA, 2012, DCP, 103’)
Dopo essersi conosciute per caso, una ventunenne senza radici né bussola e un’anziana bisbetica
stringono un insolito rapporto d’amicizia. Sean Baker torna a Torino dopo Prince of Broadway
(premio della giuria al Tff 2008), con un film essenziale e sincero sull’incastro commovente di
due solitudini. Bravissime le protagoniste: Dree Hemingway (figlia di Mariel) e l’85enne
esordiente Besedka Johnson.
TERRA DI MEZZO di Matteo Garrone (Italia, 1996, 35mm, 78’)
La giornata degli immigrati nell’Italia degli anni 90, in tre episodi: le prostitute nigeriane alla
periferia di Roma, gli albanesi sul ciglio della strada, un benzinaio egiziano abusivo. Esordio
rivelazione di Matteo Garrone, che capisce gli umili e filma già a metà fra documentario e senso
pittorico dell’inquadratura. Artigianalmente autoprodotto e completato grazie al Sacher d’oro
1996. Fu il primo premio Cipputi del festival.
WHAT RICHARD DID di Lenny Abrahamson (Irlanda, 2012, DCP, 87’)
La vita quotidiana di alcuni ragazzi della buona borghesia irlandese. Il più brillante e invidiato è
Richard: bello, atletico, realizzato. Quando a una festa accade l’impensabile, il suo mondo
rischia di andare in pezzi. Per difendersi non resta altro che mentire. L’aspro ritratto di un
gruppo di privilegiati si trasforma a poco a poco in un incubo. Dal regista di Garage, vincitore del
Tff 2007.
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TFFdoc
Dai Lumière a Méliès, fin dalle sue origini il cinema si è confrontato con il reale e l'immaginario,
tra documentario e finzione. L'idea di creare all'interno del Tff una sezione interamente
dedicata al cinema documentario non è però la banale replica di questa dicotomia...
In TFFdoc si rischia (e si spera) di essere sorpresi! Grazie alle tre aree in cui è divisa la sezione
scoprirete che il documentario e la finzione non sono così lontani e che ogni film proposto si
situa tra i due poli cercando di farli andare in cortocircuito.
Nei due concorsi, internazionale.doc e italiana.doc, troverete opere prime che arrivano
dall'Italia, dalla Corea, dalla Tailandia, dalla Francia; tematiche importanti (Fukushima due anni
dopo, le miniere sarde, la gentrification, la primavera egiziana, la migrazione, il passaggio
all'età adulta, la morte e l'elaborazione del lutto) e storie personali in cui forti sono però le
aperture verso il mondo; registi giovani, altri che confermano i cammini intrapresi e autori
affermati, fino al film di chiusura dei concorsi, l'atto d'amore che Julien Temple dedica alla sua
città natale: London –The Modern Babylon (di fresca nomina per l'European Film Awards).
Nello spazio fuori competizione, che abbiamo chiamato documenti, il documentario si espande
e deborda dallo schermo a tracciare percorsi solo apparentemente divisi.
Alcuni film riflettono su come il cinema possa raccontare la cronaca politica e i movimenti
sociali attraverso un caleidoscopio di punti di vista e di formati: Occupy Wall Street colto in 3D
da uno dei maestri dell'avanguardia statunitense, Ken Jacobs; il pre-elezioni russe del film
collettivo di un gruppo di studenti della Scuola di Teatro e Cinema Documentario di Marina
Razbezhkina e Mikhail Ugarov; la lunga lotta dei ribelli contro la dittatura siriana messa in rete
con immagini captate dai cellulari e analizzata dal regista teatrale libanese Rabih Mroué e
dall'italiano Antonio Martino; la crisi greca filmata in Super 8 e 16mm nei 12 corti del programma
curato da Vassily Bourikas; il G8 di Genova dai video di documentazione raccolti per i processi, a
Black Block, fino a Diaz in un incontro con Carlo A. Bachschmidt.
Due autori che amiamo molto, João Pedro Rodrigues e Ben Russell, si guardano allo specchio
attraverso i loro due film corti, sovvertendo le regole del documentario; trasformando un
“rituale” in un film horror e lasciandosi andare alla vertigine dell'eterna giovinezza.
E a proposito di vertigini: un eccentrico ricordo di Carmelo Bene attraverso le rushes di Nostra
Signora dei Turchi, le immagini delle prove del Macbeth raccolte da Ferruccio Marotti in
Concerto per attore solo e un incontro con Luca Buoncristiano e Mario Masini, coordinato da
Fulvio Baglivi, dal titolo Materiali da distruzione, dimostrazione di come il lavoro di Bene sia
l'orizzonte impossibile e pericoloso a cui il cinema italiano dovrebbe sempre guardare.
Così come il cinema italiano molto deve a Franco Maresco che sarà a Torino per narrare con
Tatti Sanguineti gli ultimi 20 anni della Sicilia (e dell'Italia) attraverso Cinico
Tv e Belluscone, l'ultimo film che Maresco sta terminando e di cui mostrerà alcune immagini in
anteprima assoluta.
L'era berlusconiana e le tracce potenti che ha lasciato nell'immaginario saranno analizzate anche
attraverso altri sguardi: quelli delle autrici del libro Lo schermo del potere, Alessandra Gribaldo
e Giovanna Zapperi, della studiosa Liliana Ellena e della regista Alina Marazzi.
Infine una proiezione speciale: Anija – La nave di Roland Sejko, film epico e insieme intimo, in
grado di ridare volti e corpi all'epopea degli sbarchi albanesi in Puglia negli anni 90.
internazionale.doc
4 BÂTIMENTS, FACE À LA MER di Philippe Rouy (Francia, 2012, Blu-Ray, 47’)
Nel giugno 2011, come prova di trasparenza, TEPCO installa una livecam sul sito della centrale di
Fukushima, che rivela la portata del disastro: una finestra sul paesaggio spettrale di un futuro
apocalittico, popolato di creature uscite dall'immaginario di Honda Ishirō. Ma il gesto inaspettato
di un operatore, rivolto alla camera, ci ricorda dove siamo e quali sono le nostre responsabilità.
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THE CAT THAT LIVED A MILLION TIMES di Kotani Tadasuke (Giappone, 2012, HDCam, 91’)
“C'era una volta un gatto che morì e rinacque per un milione di volte. Nel corso di tutte le sue
esistenze visse un milione di avventure ma non amò mai nessuno. Un giorno però...”. Tratto
dall'omonimo libro illustrato di Yoko Sano, uno dei testi per bambini più amati in Giappone, il
film è un ritratto della scrittrice e una placida meditazione sul senso della vita carica di affetto
ed emozione.
LA CHICA DEL SUR di José Luis Garcia (Argentina, 2012, Blu-Ray, 93’)
Il caso portò il regista in Corea del Nord nell'89 per il Festival Internazionale della Gioventù,
poco dopo il massacro di Tian’anmen e poco prima della caduta del muro di Berlino. L'evento
venne scombinato dall'arrivo di Im Su-kyong, la “ragazza del Sud” arrivata al Nord con una
promessa di pace e unità. Ossessionato dai Super VHS filmati durante quel viaggio il regista
decide di tornare in Corea del Sud in cerca di quella ragazza.
DEMAIN C LOIN di Jean Baptiste Saurel e Pierre-Emmanuel Urcun (Francia, 2012, DCP, 73’)
Quattro adolescenti della banlieue parigina assistono alla Coppa del Mondo in Sud Africa. Tra
giochi, confidenze e amori che sbocciano in un mondo tutto da scoprire, vivono un'avventura
indimenticabile e il ritorno alla realtà del quartiere è carico di nostalgia. Il passaggio
dall'adolescenza all'età adulta, raccontato con ironia e leggerezza, nell'incertezza di un domani
ancora lontano.
LEVIATHAN di Lucien Castaing-Taylor e Véréna Paravel (UK/Francia/USA, 2012, DCP, 87’)
Nel buio della notte, in quelle stesse acque nelle quali il Pequod melvilliano diede la caccia a
Moby Dick, Leviathan cattura un epico scontro fra uomo, macchina e natura. Un film che è
un'esperienza sensoriale senza precedenti: dodici camere passate continuamente fra filmmaker,
pescatori e bracci meccanici danno vita ad un affresco cosmico di rara potenza.
MOTHER di Vorakorn Ruetaivanichkul (Tailandia, 2012, DCP, 65’)
Un ritratto delicato e surreale del complicato rapporto tra il giovane Verakorn e la madre
malata, rimasta disabile in seguito ad un tentativo di suicidio. Un evento drammatico che ha
cambiato radicalmente i rapporti all'interno della sua famiglia e che si fa paradigma dei profondi
mutamenti prodotti nella società thailandese dalla crisi finanziaria asiatica del 1997.
TCHOUPITOULAS di Bill e Turner Ross (USA, 2012, HDCam, 82’)
Al suono del carillon, come in una fiaba, tre giovani fratelli intraprendono un viaggio segreto. Al
calar del sole attraversano il fiume, verso un'isola del piacere che gli è sempre stata proibita:
quell'isola si chiama New Orleans. Bill e Turner Ross tornano al Tff dopo il successo di 45365 con
un documentario sospeso fra improvvisazione e messa in scena, carico di musica, desiderio,
paure, sogni.
A ÚLTIMA VEZ QUE VI MACAU di João Rui Guerra da Mata e João Pedro Rodrigues
(Portogallo/Francia, 2012, HDCam, 85’)
“Dopo 30 anni sono diretto a Macao, dove non torno da quando ero bambino. Ho ricevuto una
mail da Candy, un'amica che non sento da tanto. Mi dice che si è di nuovo immischiata con le
persone sbagliate. È in pericolo e mi chiede di raggiungerla”. Oltre i confini del documentario in
cerca del Film Noir perfetto, fatto di luoghi, sguardi e segreti, dove la memoria è un'isola
misteriosa dalla quale si rischia di non fare mai più ritorno.
WONSIRIM / VIRGIN FOREST di Lee Hyun-jung (Corea del Sud, 2012, HDCam, 73’)
Visitare la casa della nonna materna, dopo il suo funerale, fa pensare Hyun-jung al passato ma
ogni sforzo di catturare il tempo felice dell'infanzia è vano. In Corea domina una cultura
maschilista, insensibile al passato e incurante del futuro, e per Hyun-jung il rito funebre
catalizza un bisogno di cambiamento che passa da una nuova esperienza morale e spirituale.
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WHAT IS THIS FILM CALLED LOVE? di Mark Cousins (UK, 2012, HDCam, 77’)
Il suo The Story of Film è appena passato nelle sale italiane. Dopo i 6 anni occorsi alla
realizzazione di quest'opera monumentale e divertentissima, il caso porta Mark Cousins a
fermarsi 3 giorni a Città del Messico dove nasce un diario poetico in bilico fra fantasia e realtà,
filmato con un cellulare e 10 sterline di budget. Musiche di P.J. Harvey e “cameo” di Sergej
Ejzenstejn (!).
LONDON - THE MODERN BABYLON di Julien Temple (UK, 2012, DCP, 128’)
Julien Temple conduce un viaggio nel tempo nel cuore della sua città natale: attraverso
musicisti, scrittori e artisti, pericolosi pensatori, politici radicali e gente comune, dipinge un
affresco di una città molteplice, capace di mettere in gioco la propria identità.
italiana.doc
L’AMORE E LA FOLLIA di Giuseppe Casu (Italia/Francia, 2012, DigiBeta, 60’)
per Premio Cipputi
Sulcis Iglesiente. Manlio e Silvestro. Le loro vite si alternano intrecciandosi sempre più, fino a
unirsi nella miniera di San Giovanni, dove nel '92 si barricano per mesi, minando l'ingresso con
l'esplosivo per scongiurarne la chiusura. Nei ricordi della rivolta i loro spiriti da combattenti
fanno rivivere il trauma della fine delle miniere.
ANITA di Luca Magi (Italia, 2012, DCP, 55’)
Anita è un film fatto di incontri e personaggi senza tempo trovati lungo il percorso
dell'immaginario viaggio di Guido e Anita, gli amanti protagonisti dell'inedito soggetto di Fellini
Viaggio con Anita. Un'ipnotica regressione all'infanzia di un'Italia segreta, l'inconscio di un paese
custodito nei vecchi Super 8 dimenticati in soffitta.
FATTI CORSARI di Stefano Petti e Alberto Testone (Italia, 2012, DCP, 79')
Alberto Testone, odontotecnico della borgata romana di Fidene, sogna di fare l'attore. Sosia di
P. P. Pasolini, chiamato ad interpretarlo a teatro e poi al cinema, decide di mettersi sulle tracce
del suo fantasma. Ogni tappa del viaggio è il frammento di uno specchio, che lo porterà a
riscoprire sé stesso nei luoghi e nei volti che Pasolini ha raccontato, filmato, amato.
HOME SWEET HOME di Enrica Colusso (Francia/Italia, 2012, DigiBeta, 91’)
Realizzato nell'arco di 4 anni, Home Sweet Home svela le forze in gioco nelle trasformazioni che
investono le nostre città attraverso il racconto di un massiccio piano di riqualificazione urbana
nel cuore di Londra. Un viaggio al contempo intimo e di investigazione che pone a tutti una
domanda fondamentale: quale tipo di società stiamo veramente costruendo?
I DON’T SPEAK VERY GOOD, I DANCE BETTER di Maged El Mahedy (Egitto/Italia, 2012, DigiBeta, 80’)
Egitto, Il Cairo: il dramma del fratello e della sorella di Maged, gravemente malati, si rispecchia
nella rivoluzione in corso, minacciata dalle contraddizioni interne e dall'emergenza sanitaria.
Dramma intimista, thriller politico, reportage giornalistico, ma soprattutto film musicale, sui
passi dei grandi Mahmud Reda e Farida Fahmy, alla ricerca dello spazio/tempo estatico del
derviscio.
L’ÎLE DES MORTS di François Farellacci (Francia/Italia, 2012, BLU-RAY, 60’)
La Corsica ha il tasso di incidenti stradali mortali più alto di Francia. Anche la nonna del regista
morì vittima di un incidente, una lontana estate del 1982. I suoi abitanti sembrano considerare
la morte come una vecchia amica che potrebbe far visita in qualsiasi momento, una familiarità
che infonde loro una forma di intensa vitalità.
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NADEA E SVETA di Maura Delpero (Italia, 2012, DCP, 62’)
per Premio Cipputi
Due amiche moldave, un lavoro in Italia, gli affetti lontani. Nadea e Sveta è la storia di due
destini che si incrociano fino a scambiarsi: un film intimo e curioso sulla maternità, l'amore, la
fuga dalla solitudine, la ricerca della propria casa.
PARALLAX SOUNDS di Augusto Contento (Francia/Germania/Finlandia/Italia, 2012, Blu-Ray, 95’)
Parallax Sounds esplora, attraverso le parole dei suoi protagonisti, le inestricabili connessioni tra
Chicago e la sua eccezionale scena musicale, nota come “movimento post-rock”. Sullo sfondo, le
immagini stratiformi della città dialogano con le composizioni originali di Ken Vandermark e
Dave Grubbs, in un'ipnotica sinfonia audiovisiva orgogliosamente Made in Chicago.
LA SECONDA NATURA di Marcello Sannino (Italia, 2012, DCP, 58')
L'avvocato Marotta è stato dal dopoguerra uno dei protagonisti della vita culturale e filosofica
italiana. In una Napoli un tempo capitale del pensiero, Marotta continua a lottare ogni giorno
con pervicacia dalla sede dell'Istituto Italiano per gli Studi Filosofici per un'altra idea di
Meridione e d'Italia.
L’UOMO DOPPIO di Cosimo Terlizzi (Italia/Svizzera, 2012, DCP, 63’)
“Distruggi il tuo ego” è la frase scritta sul muro dell’appartamento di un’amica, morta in
tragiche circostanze. Queste parole spingono il regista a riflettere su se stesso e registrare le sue
riflessioni come in un diario audiovisivo fatto di vita di coppia, voyeurismo, spostamenti
geografici compulsivi, tradimenti multimediali e letture.
VARIATIONS ORDINAIRES di Anna Marziano (Francia/Italia, 2012, DCP, 48’)
Come veniamo trasformati quotidianamente dalle parole degli altri? E come le nostre stesse
parole agiscono sull’altro? La parola diventa traccia di questi mutamenti reciproci e l’ascolto
diventa l’esperienza centrale che guida il film. E tra l’estraneità dei paesaggi e l’intima
vicinanza delle voci, si apre al pubblico la possibilità di attraversare lo spazio ambiguo
dell’identità.
documenti
BLANKETS FOR INDIANS di Ken Jacobs (USA, 2012, DCP, 57’)
Ken Jacobs, maestro dell'avanguardia americana, racconta Zuccotti Park e Occupy Wall Street. Il
tentativo di girare un film astratto sulla fontana della City Hall diventa così una lettera ironica e
sprezzante rivolta al Sindaco Bloomberg e al suo “esercito” di poliziotti. Il tutto piegando alle
ragioni dell'arte e dell'azione diretta la massima espressione della spettacolarità hollywoodiana:
il 3D.
ISQAT AL NIZAM - AI CONFINI DEL REGIME di Antonio Martino (Italia, 2012, HDCam, 74’)
Il duro e toccante racconto della "Primavera siriana" è racchiuso nelle immagini registrate da
centinaia di cellulari, segretamente tradotti oltreconfine a rischio della vita. Sono già 20.000 i
rifugiati in Turchia, dove i ribelli hanno organizzato la resistenza mediatica al feroce regime di
Assad, che inizia a perdere uomini: anche molti soldati e ufficiali stanno disertando.
THE PIXELATED REVOLUTION di Rabih Mroué (Libano, 2012, video, 25’)
Il regista teatrale, attore e scrittore Rabih Mroué, sotto forma di una “lezione non accademica”
a partire dalle immagini raccolte con i cellulari e diffuse sui social media nella rivolta siriana, si
e ci pone delle questioni necessarie sul rapporto tra le immagini (virtuali?) e i corpi (reali?) della
rivoluzione. Una cassetta degli attrezzi capace di darci degli utensili indispensabili per vedere il
mondo contemporaneo.
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THE SHIT AND THE FAN [programma cortometraggi in Super 8 e 16mm]
“Tutti i media, cinema compreso, sono ampiamente responsabili di una crisi che va al di là della
politica e dell'economia. In Grecia è difficile distinguere tra le proverbiali feci e il ventilatore
mediatico che ne sparge gli odori. Ci sarà sempre della merda, ma noi siamo alla ricerca di
differenti ventilatori” (Vassily Bourikas, curatore del programma).
SUPER G8 [incontro con Carlo A. Bachschmidt]
Carlo A. Bachschmidt, responsabile dell'ufficio del Genova Legal Forum e regista di Black Block,
attraverso la proiezione di materiali video e di spezzoni del suo film, racconta e analizza il
processo che dall'immagine come dato/testimonianza porta all'immagine documentaria per
arrivare alla finzione. Dove si situa la realtà?
ZIMA, UHODI! / WINTER, GO AWAY! di AA.VV. (Russia, 2012, Blu-Ray, 79’)
Dieci registi, diplomati alla Scuola di cinema e teatro documentario di Marina Razbezhkina a
Mosca, hanno filmato gli accadimenti svoltisi intorno a loro all'inizio del 2012 per documentare
l’ultimo «inverno russo» e le proteste contro la rielezione di Vladimir Putin. Gente, volti,
conversazioni, trionfi e miserie si uniscono in una cronaca a più voci di grande attualità.
MANHÃ DE SANTO ANTÓNIO di João Pedro Rodrigues (Portogallo/Francia, 2012, DCP, 25’)
Da tradizione il 13 giugno, giorno di Sant'Antonio, Patrono di Lisbona, gli innamorati offrono al
Santo un piccolo vaso di basilico come pegno d'amore. I lampioni si spengono. Il giorno del Santo
comincia. Come zombie, giovani amanti vagano per le strade della città deserta in cerca di
vendetta.
PONCE DE LEÓN di Jim Drain e Ben Russell (USA, 2012, DCP, 26’)
All'inizio del 1500 Juan Ponce de León sbarcò nell'attuale Florida, dove cercò a lungo la
leggendaria fonte dell'eterna giovinezza. “Potrei fare miracoli se non avessi un corpo. Ma il
corpo mi trattiene, mi rallenta, mi imprigiona” Ponce de León.
CONCERTO PER ATTORE SOLO di Ferruccio Marotti (Italia, 1984, DigiBeta, 80’)
Insieme a Le tecniche dell'assenza, Concerto per attore solo è l'unico video esistente a
testimoniare Carmelo Bene in prova a teatro. Eccezionale videoregistrazione in tempo reale di
32 giornate di prove del Macbeth, lascia emergere gli elementi di fondo della sua poetica: le
tecniche dell'assenza, il depensamento, il flusso di coscienza, la phoné, la macchina attoriale, la
sospensione del tragico, l'incomunicabilità, l'irrappresentabilità.
NOSTRA SIGNORA DEI TURCHI RUSHES di Carmelo Bene (Italia, 1968, 690’) [installazione]
I giornalieri stampati in bianco e nero per la copia lavoro del lungometraggio d’esordio di
Carmelo Bene. I materiali “grezzi”, senza sonoro, prima di essere (s)montati e massacrati dalla
furia creatrice, distruttiva del genio di Bene. Uno dei film più estremi e selvaggi del ’68 nella
flagranza del suo disfarsi nel filmare la sfida (corps) à corps perdu tra CB e il cinema.
MATERIALI DA DISTRUZIONE _incontro con Fulvio Baglivi, Luca Buoncristiano e Mario Masini
Discussione intorno ai margini del lavoro di Carmelo Bene. Il girato di Nostra Signora dei Turchi
come spunto di una partenza, già in sé fallita, di cogliere il mistero della nolontà creatrice del
genio salentino. Schegge, frammenti abbozzi più o meno sfiniti di quell’atto titanico, per un
attore solo e per nessuno, che è l’opera di Carmelo Bene.
SIGNO’ BELLUSCONE…DICA! [incontro con Franco Maresco e Tatti Sanguineti]
Nel mondo di Ciprì e Maresco, ogni riferimento a fatti o persone reali è evitato con maniacale
accuratezza, con una sola eccezione: Silvio Berlusconi. Maresco sta terminando Belluscone, una
storia siciliana, un film che definisce "non soltanto il ritratto di una Sicilia complice e collusa con
Berlusconi, ma anche il mio cupo commiato da una Palermo che non riconosco più, da una città
brutale e feroce come poche, che però una volta aveva anche un'anima, una sua folle vitalità.
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Ora non è più niente e chi dice il contrario è un bugiardo". Da Cinico TV a Belluscone, un viaggio
per immagini con Franco Maresco.
LO SCHERMO DEL POTERE [incontro con Alessandra Gribaldo, Giovanna Zapperi, Liliana Ellena e
Alina Marazzi]
A partire dal libro di Alessandra Gribaldo e Giovanna Zapperi, Lo schermo del potere –
Femminismo e regime della visibiltà (ombre corte, 2012), che riflette sull'immagine femminile
nell'Italia (post?) berlusconiana, un incontro con le autrici insieme a Liliana Ellena e Alina
Marazzi, alla ricerca di immaginari discordanti.
Proiezione speciale
ANIJA / LA NAVE di Roland Sejko (Italia, 2012, HDCam, 80’)
All'inizio del marzo 1991, all’orizzonte della costa adriatica dell’Italia meridionale, fecero la loro
apparizione alcune navi cariche di uomini, donne e bambini: segnarono l’inizio del cosiddetto
“Esodo degli Albanesi”. Mai nella storia del dopoguerra si era vista una fuga di massa di quelle
dimensioni. Chi erano? Da cosa scappavano? E dove sono oggi, 20 anni dopo?
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ITALIANA.CORTI
Il concorso è riservato a cortometraggi italiani inediti, caratterizzati dall’autonomia e originalità
di linguaggio. La selezione di quest'anno è particolarmente significativa della volontà da parte
del festival e dei suoi autori di considerare il “corto” come una forma specifica di cinema,
capace di confrontarsi appieno con la sperimentazione, la narrazione, la documentazione e
l'animazione.
Nel 2011 sono stati premiati Via Curiel 8 di Mara Cerri e Magda Guidi (Miglior cortometraggio) e
Occhio di vetro, cuore non dorme di Gabriele di Munzio (Premio speciale della giuria).
cosmogonie
RITRATTI di {movimentomilc} (Italia, 2012, MiniDV, 11’)
L'emigrazione come un viaggio, scelta o costrizione. Il viaggio che scardina chiusure e
isolamenti. Ritratti di donne, interlocutrici privilegiate come riferimento per una vita possibile.
SPIRITI di Yukai Ebisuno e Raffaella Mantegazza (Italia/Honduras, 2012, Blu-Ray, 24’)
Esiste un luogo tra le montagne dell'Honduras dove i riti e le preghiere scandiscono il trascorrere
del tempo. Spiriti sono le voci degli antenati e il coraggio di una piccola comunità indigena che
preferisce continuare a prendersi cura della Terra piuttosto che venderla.
MICHELE NELLA TERRA di Grazia Tricarico (Italia, 2012, DCP, 35’)
Sulle tracce dell’oracolo del Gargano: facce, corpi, luoghi e odori misteriosi. Un mondo primitivo
in cui religione e magia si fondono alla ricerca di una dimensione sovrannaturale.
UN MONDO MEGLIO CHE NIENTE di Cobol Pongide e Marco Santarelli (Italia, 2012, Blu-Ray, 39’)
Un esploratore spaziale approda su un pianeta un tempo abitato presumibilmente da umani.
Inizia un lavoro di esplorazione, diventando la sentinella di quel disabitato e incantato mondo:
“Ho assecondato un lato del mio carattere: prendermi cura delle cose che qualcuno, come voi,
aveva gettate. Io sono fatto così; ed esser così è meglio ch’esser niente".
ma l’amor mio non muore
IN NESSUN LUOGO RESTA di Maria Giovanna Cicciari (Italia, 2012, DigiBeta, 11’)
Il fumo che fuoriesce dalle rocce del vulcano e si disperde, senza forma; nei paesi abbandonati,
solo alcune tracce rimandano a una presenza umana; i corpi dell’antichità sono “addormentati”;
quelli dei vivi, invece, vagano indolenti. Un viaggio nella Calabria grecanica in Super 8.
IF I MAKE IT, I WIN di Roberto Ferri (USA/Italia, 2012, DigiBeta, 13’)
Un giovane regista è alle prese con i permessi per girare il suo film, uno dei più famosi pugili
della storia del cinema veglia benevolo e uno dei più importanti artisti del Novecento guarda da
un vetro rotto. Storia di un incontro impossibile.
NITRO ÉTUDE #1 di Pietro Balla (Italia, 2012, DCP, 32’)
Tre abbandoni: una giovane attrice abbandona il suo regista pigmalione; un operaio abbandona
lo stesso regista, con cui ha realizzato un documentario; un grande marchio di automobili si
impegna per rendere ancora più merdoso a una nazione intera questo passaggio storico.
IL FIRMAMENTO di Fabio Badolato e Jonny Costantino (Italia, 2012, DigiBeta, 19’)
"Il firmamento in primo piano, come una grande macchina scenica: enorme, pulsante e vivo… Nei
momenti di silenzio, quando lui e lei smettono di parlare, il firmamento si percepisce
acusticamente in tutta la sua inconcepibile estensione, come un enorme organismo che respira"
(da Il Firmamento di Antonio Moresco).
30° TORINO FILM FESTIVAL
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ONDE
Mai come quest'anno in transito nella varietà di formati, linguaggi e tecnologie che la ricerca del
cinema contemporaneo immancabilmente attiva, la sezione Onde dà il suo contributo al XXX
Torino Film Festival con una selezione che coniuga la scoperta di nuove prospettive dello
sguardo e l'attesa di narrazioni che si spingano al di là delle facili certezze. Partendo
dall'esperienza di un maestro purtroppo scomparso come Stephen Dwoskin, di cui presentiamo il
film testamento, Age Is..., Onde ritrova l'entusiasmo di Ken Jacobs per l'immagine che riscopre
la sua inesausta vitalità, e si spinge nell'Omaggio a Miguel Gomes, che racconta il cinema
sempre imprevedibile di quello che è considerato il nuovo maestro della tradizione portoghese.
Il cartellone di Onde, del resto, è segnato quest'anno da una particolare attenzione per il cinema
lusitano (Sandro Aguilar e Basil da Cunha), così come per quello francese (Antoine Barraud,
Sébastien Betbeder, Claire Doyon e Medhi Meddaci). Ma è in realtà l'Europa in sé a confermarsi
territorio di giovani sensibilità spinte in avanti (dal finlandese Matti Harju allo spagnolo Victor
Iriarte, alla islandese Katrín Ólafsdóttir). Il cinema statunitense, poi, si conferma capace di una
inesausta giovinezza di ricerca con i film di Zach Weintraub, Cory McAbee, Lee Isaac Chiung e
Danielle Lessovitz. Un solo contributo – ma di rilevante valore – dall'Asia, con il cinese Zhou Yan.
Infine il cinema italiano, che quest'anno è presente in Onde con l'esordio in apnea sull'amore di
Alessandro Scippa, la persistenza degli antichi gesti di Carlo Michele Schirinzi e l'Omaggio a
ZimmerFrei che racconta lo sguardo sui luoghi di questo collettivo artistico bolognese
apprezzato nei festival di tutto il continente.
ABIGAIL HARM di Lee Isaac Chung (USA, 2012, HDCam, 80’)
Non più giovane, Abigail (Amanda Plummer) scalda la sua solitudine con la coperta della
samaritana, accudendo il padre (Burt Young) e i non vedenti. L'amore, quello assoluto, arriverà
come un “angelo” avuto in dono da un “povero cristo” (Will Patton). Un dolce apologo su
dipendenza e libertà, ricerca interiore e comunione col mondo, che l'asiamericano Lee Isaac
Chung (già in Onde con Lucky Life) ha tratto da una leggenda coreana.
AFRIKKA di Matti Harju (Finlandia, 2012, DigiBeta, 9’)
In Glenn s'è rotto qualcosa: la confusione di suoni, voci, pensieri che sente fa paura a lui e al suo
unico amico, che non sa come stargli accanto. Un saggio sulla psicosi, lucido e agghiacciante, in
empatico scollamento dalla percezione dalla realtà.
AGE IS… di Stephen Dwoskin (UK, 2012, HDCam, 72’)
La lentezza dei movimenti, il dormiveglia della memoria: l'esile resistenza del tempo nell'elegia
della vecchiaia. Il film testamento di Stephen Dwoskin (scomparso lo scorso 28 giugno) è un
lascito di tenerezza per un mondo che si aggrappa ai margini dell'esistere. Al di là del dolore e
dei ricordi, nella persistenza del presente. Filmato (anche) da cineasti a lui vicini e musicato da
Alexander Balanescu.
ARIANNA di Alessandro Scippa (Italia, 2012, DCP, 61’)
Arianna usa il filo per cucire abiti. Il suo amore, Adolfo, alleva api che volano via. Lui la ama
profondamente, ma il bisogno di andarsene incombe. Lei attende che la sua presenza diventi
assenza, trattenendo il respiro dell'amore. Un film sulla nostalgia che già abita la casa da
lasciare, scritto con gesti pazienti e tesi, un po' come fosse Garrel, tra strappi e abbracci che
non danno tregua all'amore.
BABY BIRD, UNBORN di Katrin Olafsdottir (Islanda, 2012, Betacam, 10’)
I sogni, i ricordi, le proiezioni di un uomo e di un bambino danno vita a un caleidoscopio libero di
immagini, di frammenti in Super 8, di pensieri sull’impossibilità di aprirsi pienamente alla
realtà. Oppure, all’opposto, sulla possibilità di spiccare il volo e sparire.
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CRAZY & THIEF di Cory McAbee (USA, 2012, HDCam, 56’)
Due bambini vagano per le strade di Brooklyn guidati dai disegni di stelle che trovano lungo il
cammino. Aiutati da un ciclope e da un gigante, arriveranno a Bethlehem, Pennsylvania.
McAbee, già leader della band newyorkese Billy Nayer Show, mette la macchina da presa ad
altezza di bambino e come in una striscia dei Peanuts racconta la commovente e serissima favola
di due innocenti alla scoperta del mondo.
CYCLOPEAN 3D: LIFE WITH A BEAUTIFUL WOMAN di Ken Jacobs (USA, 2012, Blu-Ray, 45’)
I figli, gli amici e, soprattutto, la moglie Flo: Ken Jacobs firma un atto d'amore per la flagranza
della vita partendo dal suo album di famiglia, tra foto e home movies. La tecnica del 3D supera
la performance ottica, per restituire le immagini alla profondità del dettaglio vitale. Tra le
figure in campo il drammaturgo Richard Foreman, il critico Jim Hoberman e Mike Snow...
LES GOUFFRES di Antoine Barraud (Francia, 2012, DCP, 65’)
Al seguito del marito geologo (Mathieu Amalric), giunto in un altopiano sudamericano per
esplorare cinque gigantesche gole sotterranee, una donna si ritrova sola in un grande casa, dove
l’attrazione per il vuoto aperto dalle gole la trascinerà in uno spaventoso viaggio al centro della
Terra. Onirico, oscuro, scioccante: Barraud dà forma agli incubi della psiche, tra Jules Verne e
William Blake.
THE EARTHQUAKE di Danielle Lessovitz (USA, 2012, HDCam, 10’)
Esuli haitiani in un appartamento di New York, il ricordo del terremoto, una ragazza incinta, i
giochi dei bambini per scacciare la paura. Un film a contatto con la pelle dei personaggi, capace
di evocare la tragedia ma soprattutto di privilegiare i segni di vita di un mondo nascosto.
THE INTERNATIONAL SIGN FOR CHOKING di Zach Weintraub (USA, 2012, HDCam, 80’)
A Buenos Aires per un servizio fotografo, l’americano Josh è in realtà alla ricerca della sua ex e
tra l’inedia e la frustrazione trova il tempo di andare a letto con la compagna d’alloggio. Con un
talento visivo che supera il minimalismo indie e sfocia nell’iperrealismo, Weintraub gira lo
strambo coming of age di un uomo ridicolo, straniero fuori quadro e adolescente fuori tempo.
INVISIBLE di Víctor Iriarte (Spagna, 2012, DigiBeta, 65’)
Il film che non c'è, quello perfetto, perché puoi solo immaginarlo: una storia di vampiri
innamorati e in fuga, senza figure né luoghi, raccontata dal regista alla sua ex ragazza in un
dialogo muto, detto per didascalie. Intanto, in uno studio di registrazione, una musicista crea il
corpo impalpabile delle immagini con strumenti, voce e fiato. Un “horror” virtuale e
malinconico sul mancare (delle immagini) e sul desiderio (di vedere)...
NATURA MORTA IN GIALLO di Carlo Michele Schirinzi (Italia, 2012, DCP, 20’)
Mani antiche intrecciano fili di canapa: nel controluce vespertino del Salento, il tempo è sospeso
sui gesti lontani, sempre presenti, di un artigianato che è respiro vitale. Still life sull'estinzione
di una tradizione, ritratto da Schirinzi assieme agli studenti di un istituto salentino.
LES NUITS AVEC THÉODORE di Sébastien Betbeder (Francia, 2012, DCP, 67’)
Ogni notte Anna e Théodore ritrovano il loro amore nel parco delle Buttes-Chaumont, perdendosi
nell'abbraccio di quel luogo caro ai culti esoterici parigini, sospesi sull'enigma di presenze e
anfratti misteriosi. Betbeder (La vie lointaine) torna in Onde con un film che percorre le
topografie dell'anima, svelando mondi paralleli e accarezzando personaggi smarriti nel
turbamento che precede il dolore o la salvezza.
PENELOPE di Claire Doyon (Francia, 2012, HDCam, 50’)
Madre di una bambina autistica, Claire Doyon parte per un avventuroso viaggio verso la Siberia
alla ricerca di uno sciamano guaritore. Dal suo sguardo di occidentale sperduta in un Oriente
sconosciuto nasce un diario intimo, a metà tra il doc e il road movie, dove quotidiani gesti di
amore, apprensione e dolcezza riverberano in immensi scenari degni di Marco Polo.
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PUDE VER UN PUMA di Teddy Williams (Argentina, 2012, 35mm, 17’)
Cosa resta di una città dopo la distruzione? Macerie, paludi, derive di personaggi verso il nulla.
Un viaggio visionario e folgorante in uno spazio “dove sperimentare il dubbio ed entrare in un
mondo che è questo, ma anche un altro, poi ancora questo e poi un altro ancora…”.
SINAIS DE SERENIDADE POR COISAS SEM SENTIDO / SIGNS OF STILLNESS OUT OF MEANINGLESS
THINGS di Sandro Aguilar (Portogallo, 2012, DCP, 28’)
Nell'ombra di una palude, nel buio di una casa, qualcuno cerca qualcosa, qualcun altro attende.
Un po' horror, un po' avventura, senza che mai il narrato prenda il sopravvento sul magnifico
filmare: Sandro Aguilar perlustra il mistero della realtà col suo cinema delle meraviglie sensibili.
SHI LUO ZHI DI / THE LOST LAND di Zhuo Yan (Cina, 2012, HDCam, 10’)
Suzhou, nel sud della Cina, un tempo la «Venezia dell’est», è oggi una città distrutta dalla
speculazione edilizia. Nelle terre di nessuno invase dai bulldozer c’è però ancora spazio per una
storia d’amore e di resistenza, mentre le acque del fiume si portano via ricordi e segreti.
TENIR LES MURS di Mehdi Meddaci (Francia, 2011, DCP, 56’)
Un gruppo di arabi francesi, la sospensione dello spazio urbano in terra straniera, il ritorno ad
Algeri come sogno che unisce le generazioni. A partire da un’installazione, l’artista francoalgerino Mehdi Meddaci riflette in termini puramente visivi sull’idea di esilio e trova una
personale forma di cinema sociale con uno sguardo attonito, militante e idealmente vicino a
Pedro Costa.
OS VIVOS TAMBEM CHORAM di Basil da Cunha (Svizzera, 2012, DCP, 30’)
Ze, guardiano del porto di Lisbona, ha un sogno: abbandonare la miseria e imbarcarsi da
capitano su una grande nave. Farà di tutto per realizzarlo. Come un Kaurismaki neorealista Basil
da Cunha canta l’elegia di un santo straccione in un film di toccante e tragicomica bellezza.
omaggio a zimmerfrei
Spazi come personaggi, figure come ambienti, città come panorami, quartieri come volti: questo
è ZimmerFrei, il collettivo artistico bolognese (Massimo Carozzi, Anna de Manincor, Anna Rispoli)
che si muove tra cinema, teatro, musica e live performance, rivelando con istintiva saggezza la
pulsione espressiva
che soggiace a ogni luogo. Dalla romana Piazza del Popolo
(Panorama_Roma) al quartiere popolare Nørrebro di Copenhagen (The Hill), sino all'Ottavo
Distretto di Budapest del recentissimo Temporary 8th (realizzato per il festival Placcc 2012), un
percorso nell'opera di questo collettivo, per il quale filmare lo spazio è identificare il limite tra
un luogo e la sua idea.
omaggio a miguel gomes
ENTRETANTO (Portogallo, 1999, 35mm, 25’)
Rui, Nuno e Rita: due ragazzi e una ragazza, l'estate, una piscina, le partite di rugby, il mare, le
feste. Due sono una coppia, tre... forse pure! L'esordio di Gomes è un triangolo alla Jules e Jim,
già vivido di innocenza e passione, attese irrisolte e giochi di un'infanzia che non vuole finire.
INVENTÁRIO DE NATAL (Portogallo, 2000, 35mm, 23’)
Il Natale inventariato come un piccolo musical familiare, attorno al pranzo della festa, coi
cappotti degli ospiti riposti sul letto, gli adulti che giocano con i doni dei bambini, il
caleidoscopio di colori della carta da regalo che si accende come un carosello. Gomes cataloga
le sue memorie dagli anni 80.
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31 (Portogallo, 2001, 35mm, 27’)
Aprile 1974: un ragazzo e una ragazza giocano a tennis e, al di là del recinto, scoprono un mondo
che non conoscono. La Rivoluzione dei garofani secondo Miguel Gomes in un saggio politico
semiserio, tra lo slapstick, l'home movie e il cinegiornale d'epoca attualizzato.
KALKITOS (Portogallo, 2002, Betacam, 19’)
Ha 20 anni, ma vorrebbe averne 10 e giocare a palla con dei bambini che lo deridono. O forse,
come sostiene lui, di anni ne ha 10 e ne dimostra il doppio. Le età, nel cinema di Gomes, sono
una variabile in fuga dal mondo. Una parabola in punta di fado, che anticipa per gioco il cinema
in forma muta di Tabu.
CÂNTICO DAS CRIATURAS (Portogallo, 2006, 35mm, 24’)
2005: un trovadore ad Assisi suona il Cantico come una ballata. 1212: Francesco, smemorato,
viene accudito da Chiara. Dai fotogrammi di vecchi documentari, creature di ogni specie lodano
il santo. L'universo, secondo Gomes, in transito tra la vita e la sua rappresentazione. Ma sempre
con molta ironia.
A CARA QUE MERECES (Portogallo, 2004, 35mm, 108’)
“Sino a 30 anni hai la faccia che Dio t'ha dato, dopo hai la faccia che ti meriti”: è ciò che
ripetono a Francisco nel giorno del suo trentesimo compleanno. Lui intanto si aggira per la sua
festa in costume da cow-boy, come fosse uno di quei bambini ai quali insegna senza sopportarli.
L'età adulta tra mistero e avventura, in cerca di una storia da interpretare, tra le tante che si
sono imparate da bambini. Amore compreso.
AQUELE QUERIDO MÊS DE AGOSTO (Portogallo, 2008, 35mm, 150’)
Le feste di paese, il karaoke, i fuochi d’artificio, la caccia al cinghiale, i tuffi dal ponte, gli
amori che si consumano nell’unico mese dell’anno in cui le regioni dell’entroterra portoghese si
ripopolano. Un po’ antropologo e un po’ affabulatore, Gomes cattura l’anima del suo paese
trasformando un piccolo mondo innocente in un universo di volti, luoghi e storie da raccontare.
TABU (Portogallo, 2012, 35mm, 111’)
Il ricordo di un amore perduto nel passato coloniale del Portogallo diventa per Gomes un mélo
da restituire con i modi e gli umori del cinema muto, rievocato e liberamente reinventato nel
segno di Murnau. Meglio di The Artist e prima di Blancanieves, una geniale riflessione sulla
memoria e la storia del ’900, sospeso tra un’ironia iconoclasta e uno smisurato amore per il
cinema.
30° TORINO FILM FESTIVAL
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FIGLI E AMANTI
La nascita di una passione, il colpo di fulmine, la visione di un film che ha scatenato una
vocazione, il debito che il cinema di oggi paga al cinema del passato e ai suoi maestri.
A tutto questo è dedicata la sezione Figli e Amanti che, quest'anno, mette in coppia un regista e
un attore che hanno lavorato insieme e che insieme commenteranno un film che li ha
particolarmente uniti. Si inizia lunedì 26 novembre con Francesca Comencini e Filippo Scicchitano che propongono
The Wild Bunch / Il mucchio selvaggio di Sam Peckinpah. Giuseppe Piccioni con Margherita Buy presentano Gloria di John Cassavetes. Pappi Corsicato e
Alessandro Preziosi dialogheranno intorno al film del regista tedesco Max Ophuls, Lettera da
una sconosciuta. Daniele Vicari e Michele Riondino discuteranno di Badlands / La rabbia
giovane di Terrence Malick. Infine Marco Tullio Giordana e Pier Francesco Favino concludono
con un film italiano, Il bell’Antonio di Mauro Bolognini.
BADLANDS / LA RABBIA GIOVANE di Terrence Malick (USA, 1973, 35mm, 95’)
La sanguinosa fuga di una giovane coppia nelle “terre cattive”, cioè desertiche e selvagge, del
South Dakota, dopo l’omicidio del padre della ragazza. Opera prima di Terrence Malick,
fulminante per la lucidità con cui racconta il falso ribellismo e l’incoscienza di una generazione,
unica nello sguardo visionario, ironico e distaccato. Una pietra preziosa del cinema americano,
con Martin Sheen e Sissy Spacek.
IL BELL’ANTONIO di Mauro Bolognini (Italia, 1960, 35mm, 105’)
Presunto dongiovanni torna in Sicilia e si accasa con una ragazza di cui è pazzamente
innamorato, ma un anno dopo si scopre che la sposa è intonsa. Il romanzo di Vitaliano Brancati
ricollocato nell’Italia degli anni 50, con sceneggiatura di Pier Paolo Pasolini e regia di Mauro
Bolognini. Commedia intimistica e sorniona, dal ritmo languido, con un Mastroianni al top della
forma e una splendente Cardinale.
GLORIA / GLORIA - UNA NOTTE D’ESTATE di John Cassavetes (USA, 1980, 35mm, 123’)
Gloria, ex pupa del capo non più giovanissima che odia i bambini, si ritrova in fuga dalla mala
newyorkese con dei libri contabili che scottano. Insieme a lei, un portoricano di sei anni molto
macho, che detesta le femmine. Tra battibecchi e ceffoni, i due finiscono per volersi un gran
bene. Grande performance di Gena Rowlands, tacchi a spillo, tailleur vistosi e pistola in pugno,
in un film di Cassavetes scatenato e commosso.
LETTER FROM UN UNKNOWN WOMAN / LETTERA DA UNA SCONOSCIUTA di Max Ophuls (USA, 1948, 35mm, 86’)
Romantica donna viennese porta alle estreme conseguenze la sua infatuazione giovanile per un
vacuo, e ignaro, pianista, rivelandogli di aver avuto un figlio da lui solo attraverso una lettera
postuma. Tratto dall’omonimo racconto di Stefan Zweig, un melodramma barocco e onirico,
sontuosamente diretto da un maestro del genere e interpretato da Joan Fontaine, insolita eroina
testarda e vittima di se stessa.
THE WILD BUNCH / IL MUCCHIO SELVAGGIO di Sam Peckinpah (USA, 1969, 35mm, 143’)
"Let's go" "Why not?": le ultime fulminanti battute del Mucchio in azione, dopo quasi due ore di
rapine sanguinose, scontri con gli agenti della Pinkerton e i venduti cacciatori di taglie, pause
malinconiche davanti al fuoco e bisbocce tra amici. Poi, l'ultimo leggendario showdown.
Indiscusso capolavoro di Sam Peckinpah del 1969, intessuto di nostalgia, rimpianto, morte, con
molti vecchi leoni hollywoodiani.
30° TORINO FILM FESTIVAL
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SPAZIO TORINO
Il concorso presenta i migliori cortometraggi realizzati da cineasti nati o residenti in Piemonte,
un’area geografica da sempre caratterizzata da un’intensa attività cinematografica.
Nel 2011 è stato premiato Se davvero, prenderò il volo di Filippo Vallegra.
IL MARE DI BEPPE di Carlo Cagnasso (Italia, 2012, Blu-Ray, 5’)
Il cane bianco accompagna il vecchio all'ombra dell'albero. Il vecchio passa la mano sulla testa
del cane e guarda il mare di pietra.
DE GARE di Lorenzo Farò (Italia, 2011, HDCam, 10’)
Un regista si rifugia in una casetta vicino a quel che rimane del campo di concentramento di
Borgo San Dalmazzo, da cui sei mesi prima era partito per un lungo cammino verso Auschwitz.
Riceve la visita di un amico a cui affida il materiale girato durante il viaggio.
TITANIO di Elisa Micalef (Italia, 2012, Blu-Ray, 9’)
Maria, affascinata dal lavoro di Felice che sta verniciando di bianco un armadio, non resiste alla
tentazione di avvicinarsi e di tempestare l’uomo di domande. Liberamente ispirato all’omonimo
racconto di Primo Levi.
INCHIOSTRO NELL’ACQUA di Enrico Maria Orsi e Riccardo Tagliapietra (Italia, 2012, Blu-Ray, 13’)
Un figlio e un padre, due modi diversi per elaborare lo stesso dolore. È possibile riscrivere le
trame del destino futuro e cambiare il corso degli eventi per scongiurarne l'irreversibilità?
VOCI BIANCHE di Francesco Ghiaccio (Italia, 2012, DVD, 17’)
Un coro di voci bianche formati da giovani adolescenti è alle prese con i cambiamenti che il
passaggio all'età adulta costringe loro ad affrontare. Tra i canti del coro la vita si prende il suo
spazio.
INSIDEAUT di Rocco Riccio (Italia, 2012, Blu-Ray, 8’)
Una città contenitore di entità distinte e anonime, metafora di ingressi e uscite, di transito, di
movimento. Una partita di rugby. La storia di un rapporto fulmineo, improvviso e casuale, di un
dialogo parallelo tra un uomo affetto da autismo e una donna.
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TORINOFILMLAB
i film
Il TorinoFilmLab nasce nel 2008 dal desiderio di affiancare al Torino Film Festival un’officina
dedicata ai filmmaker emergenti.
In questi cinque anni di attività ha sostenuto 20 progetti di cui 13 sono già andati o stanno per
entrare in produzione. I progetti sostenuti dal TorinoFilmLab, una volta completati, sono
presentati in un’apposita sezione del Torino Film Festival, che quest’anno include i seguenti
titoli: Djeca /Buon anno Sarajevo, Kebun Binatang / Postcards from the zoo, Leones / Lions,
Nahrani me z Besedami / Feed me with your words, Wadjda, Yek Khanévadéh-E Mohtaram / A
Respectable Family. DJECA / BUON ANNO SARAJEVO di Aida Begic (Bosnia/Germania/Francia/Turchia, 2012, DCP, 90’)
Una coppia di orfani di guerra nella Sarajevo di oggi. La sorella maggiore, un tempo scapestrata,
deve fare i salti mortali per mantenere l’affido del fratellino che, invece, fa di tutto per
mettersi nei guai. Un dramma rigoroso, che dribbla gli stereotipi del genere e racconta con
calda energia la complessa realtà odierna della ex Jugoslavia. Candidato all’Oscar per il miglior
film straniero.
KEBUN BINATANG / POSTCARDS FROM THE ZOO di Edwin (Indonesia, 2012, 35mm, 90’)
Lana vive nello zoo di Jakarta da quando aveva tre anni. Adolescente, esce per la prima volta da
quel mondo sospeso grazie all’incontro con un affascinante mago. Lirico e materiale, incentrato
su sentimenti elementari e complessi come solitudine, appartenenza, mancanza, è un mix di
struggente malinconia e pacificata serenità che ti si appiccica addosso senza che tu te ne sia
nemmeno accorto.
LEONES di Jazmin López (Argentina/Francia/Olanda, 2012, DCP, 77’)
Un gruppo di ragazzi vaga in un bosco facendo giochi di parole, cercando una simbiosi con la
natura, parlando e confessandosi liberamente. Un’atmosfera sospesa e senza tempo, con
qualcosa di misterioso nell’aria. Un film di fantasmi, quasi una riflessione lirica sulla morte.
L’opera prima di Jasmin Lopez è un viaggio onirico verso l’ignoto, in cerca di un oceano che
sembra non mostrarsi mai.
NAHRANI ME Z BESEDAMI / FEED ME WITH YOUR WORDS di Martin Turk (Slovenia, 2012, 35mm, 88’)
Robert è sparito a Torino. Sulle sue tracce giungono dalla Slovenia il fratello Matej e il vecchio
padre. Controvoglia, Matej ha lasciato la moglie e la figlioletta nella casa isolata dove vive la
madre demente. Da un lato il mistero si infittisce, mentre dall’altro la tensione sale...
Raccontata secondo tre diversi punti di vista, è un’opera prima che esplora le mai facili relazioni
familiari.
WADJDA di Haifaa al Mansour (Arabia Saudita/Germania, 2012, DCP, 98’)
Wadjda, adolescente che vive a Riyadh con la madre e il padre poco presente, ricorre a vari
stratagemmi per realizzare il suo sogno: comprarsi una bicicletta. E si scontra con le rigide
regole islamiche che non permettono alle donne alcuna libertà. Uno sguardo sulla società
saudita dal suo interno nel debutto di Haifaa Al Mansour, anche sceneggiatrice, prima donna a
realizzare un film nel suo Paese.
YEK KHANÉVADÉH-E MOHTARAM / A RESPECTABLE FAMILY di Massoud Bakhshi (Iran, 2012, DCP, 90’)
Arash, accademico che vive in Europa, torna in Iran a distanza di 22 anni su invito dell’università
di Shiraz. Ritrova la madre e deve affrontare problemi familiari ed economici. Ma il rimpatrio è
anche l’occasione per rievocare la guerra tra Iran e Iraq degli anni 80. Un’implacabile analisi di
cosa è diventato il suo Paese nell’opera prima di Massoud Bakhshi (classe 1972).
30° TORINO FILM FESTIVAL
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JOSEPH LOSEY
Andrea Forzano, Victor Hanbury, Joseph Walton: chi sono costoro? Tre registi che, tra il 1952 e il
1956, firmarono tre film. In realtà, tre registi falsi, inesistenti; tre nomi rubati da Joseph Losey
(al figlio del padrone degli studi, a un produttore e alla bisnonna paterna) per firmare i propri
film negli anni in cui, messo sotto inchiesta dalla Commissione per le attività antiamericane del
senatore McCarthy, era stato bandito da Hollywood, dall’America e persino dal proprio lavoro.
Esule in Inghilterra, senza un soldo, senza nome, Losey, che aveva lavorato con Brecht e iniziava
ad affermarsi tra gli autori emergenti della Hollywood impegnata, riuscì a sopravvivere senza
rinunciare al suo mestiere; e quando, a metà degli anni Cinquanta, riacquistò il proprio nome,
firmò subito una serie di thriller di impressionante vigore: L’alibi dell’ultima ora, L’inchiesta
dell’ispettore Morgan, Giungla di cemento. Come altri registi americani suoi contemporanei,
Losey lavorava sui generi, amava il noir come specchio della società, usava la fantascienza per
costruire favole profetiche (Hallucination) e il mélo per ritrarre rapporti senza speranza (Eva). E
quando incontrò lo sceneggiatore ideale (Harold Pinter), realizzò tre capolavori del cinema
moderno: Il servo, L’incidente e Messaggero d’amore. Negli anni Sessanta e Settanta veniva
paragonato spesso ad Antonioni e a Bergman, per il malinconico disincanto e la lucidità con cui
rappresentava il presente. Ma più che a loro, forse, andrebbe accostato a Orson Welles, per il
girovagare inquieto, per i tanti (troppi) progetti non realizzati, per l’ossessione del tempo, dello
spazio, degli specchi, dei doppi, che incombe sulle sue immagini e sulle sue storie. E l’ossessione
dei nomi, nomi perduti o presi in prestito, come i suoi, o nomi disgraziatamente condivisi, come
quello di Mr. Klein, uno dei suoi ultimi, giganteschi personaggi.
Il Torino Film Festival presenterà tutti i lungometraggi di Joseph Losey e alcuni dei film
pubblicitari e dei documentari realizzati negli anni Quaranta e Cinquanta.
Saranno presenti a Torino Patricia Mohan Losey, vedova dell’autore e sua collaboratrice durante
la seconda parte della sua carriera (tra l’altro, è stata cosceneggiatrice di Les routes du Sud,
Don Giovanni e Steaming), e Marek Losey, il nipote, a sua volta regista, del quale viene
presentato il lungometraggio d’esordio, The Hide, del 2008.
I film presentati
PETE ROLEUM AND HIS COUSINS (Usa, 1939, 35mm, 25’, col., anim.)
A CHILD WENT FORTH (Usa, 1941, 35mm, 18’, bn)
YOUTH GETS A BREAK (Usa, 1941, 35mm, 20’, bn)
A GUN IN HIS HAND (Usa, 1945, 35mm, 19’, bn)
THE BOY WITH GREEN HAIR / IL RAGAZZO DAI CAPELLI VERDI (Usa, 1948, 35mm, 82’, col.)
THE LAWLESS / LINCIAGGIO (Usa, 1950, 35mm, 83’, bn)
M / M (Usa, 1951, 35mm, 88’, bn)
THE PROWLER / SCIACALLI NELL’OMBRA (Usa, 1951, 35mm, 92’, bn)
THE BIG NIGHT / LA GRANDE NOTTE (Usa, 1951, 35mm, 75’, bn)
STRANGER ON THE PROWL / IMBARCO A MEZZANOTTE (Italia, 1952, 35mm, 90’, bn)
THE SLEEPING TIGER / LA TIGRE NELL’OMBRA (Regno Unito, 1954, 35mm, 89’, bn)
A MAN ON THE BEACH (Regno Unito, 1955, 35mm, 29’, col.)
FINGERS OF GUILT aka THE INTIMATE STRANGER / L’AMANTE MISTERIOSA (Regno Unito, 1956, 95’, 35mm, bn)
TIME WITHOUT PITY / L’ALIBI DELL’ULTIMA ORA (Regno Unito, 1957, 35mm, 85’, bn)
THE GYPSY AND THE GENTLEMAN / LA ZINGARA ROSSA (Regno Unito, 1958, 35mm, 103’, 35mm, col.)
BLIND DATE / L’INCHIESTA DELL’ISPETTORE MORGAN (Regno Unito, 1959, 35mm, 95’, col.)
FIRST ON THE ROAD (Regno Unito, 1959, 16mm, 12’, col.)
THE CRIMINAL / GIUNGLA D’ASFALTO (Regno Unito, 1960, 35mm, 97’, bn)
EVA / EVA (Regno Unito-Francia-Italia, 1962, 35mm, 135’, bn)
THE DAMNED (Hallucination) (Regno Unito, 1963, 35mm, 87’, col.)
THE SERVANT / IL SERVO (Regno Unito, 1963, 35mm, 112’, bn)
30° TORINO FILM FESTIVAL
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KING & COUNTRY / PER IL RE E PER LA PATRIA (Regno Unito, 1964, 35mm, 88’, bn)
MODESTY BLAISE / MODESTY BLAISE. LA BELLISSIMA CHE UCCIDE (Regno Unito, 1966, 35mm, 112’, bn)
ACCIDENT / L’INCIDENTE (Regno Unito, 1967, 35mm, 105’, col.)
BOOM! / LA SCOGLIERA DEI DESIDERI (Regno Unito, 1968, 35mm, 113’, col.)
SECRET CEREMONY / CERIMONIA SEGRETA (Regno Unito, 1968, 35mm, 109’, col.)
FIGURES IN A LANDSCAPE / CACCIA SADICA (Regno Unito, 1970, 35mm, 110’, col.)
THE GO-BETWEEN / MESSAGGERO D’AMORE (Regno Unito, 1970, 35mm, 118’, col.
THE ASSASSINATION OF TROTSKY / L’ASSASSINIO DI TROTSKY (Italia-Francia-Regno Unito,
1972, 35mm, 103’, col.)
A DOLL’S HOUSE / CASA DI BAMBOLA (Regno Unito-Francia, 1973, 35mm, 106’, col.)
GALILEO / GALILEO (Regno Unito-Canada, 1974, 35mm, 145’, col.)
THE ROMANTIC ENGLISHWOMAN / UNA ROMANTICA DONNA INGLESE (Regno Unito-Francia,
1975, 35mm, 116’, col.)
MR. KLEIN / MR. KLEIN (Francia-Italia, 1976, 35mm, 123’, col.)
LES ROUTES DU SUD / LE STRADE DEL SUD (Francia-Spagna, 1978, 35mm, 100’, col.)
DON GIOVANNI / DON GIOVANNI (Italia-Francia-RFT, 1979, 35mm, 184’, col.)
LA TRUITE (Francia, 1982, 35mm, 103’, col.)
STEAMING / STEAMING - AL BAGNO TURCO (Regno Unito, 1985, 35mm, 96’, col.)
THE HIDE di Marek Losey (Regno Unito, 2008, 35mm, 82’, col.)
30° TORINO FILM FESTIVAL
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PREMIO CIPPUTI
i film
Concorrono al Premio Cipputi, 8 film presentati nelle sezioni TORINO 30, FESTA MOBILE e
TFFdoc_italiana.doc.
TORINO 30
AZ DO MESTA AS / MADE IN ASH di Iveta Grófová (Repubblica Ceca/Slovacchia, 2012, DCP, 84’)
I.D. di Kamal K.M (India, 2012, DCP, 90’)
PRESENT TENSE di Belmin Söylemez (Turchia, 2012, DCP, 100’)
TABUN MAHABUDA / THE FIRST AGGREGATE di Emyr ap Richard e Darhad Erdenibulag (Mongolia,
2012, DCP, 90’)
TERRADOS di Demian Sabini (Spagna, 2011, DCP, 76’)
FESTA MOBILE
L'ULTIMO PASTORE di Marco Bonfanti (Italia, 2012, DCP, 73’)
TFFdoc_italiana.doc
L'AMORE E LA FOLLIA di Giuseppe Casu (Italia/Francia, 2012, DigiBeta, 60’)
NADEA E SVETA di Maura Delpero (Italia, 2012, DCP, 62’)
30° TORINO FILM FESTIVAL
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PREMI
GRAN PREMIO TORINO
A Ken Loach
A Ettore Scola
TORINO 30
Concorso internazionale lungometraggi: euro 20.000
Premio speciale della giuria: euro 8.000
Premio per la miglior attrice, in collaborazione con Max
Premio per il miglior attore, in collaborazione con Max
TFFdoc
Premio miglior film internazionale.doc: euro 7.000
Premio miglior film italiana.doc, in collaborazione con Persol: euro 7.000
Premio speciale della giuria italiana.doc: euro 3.000
PREMIO FIPRESCI
Miglior film Torino 30
Italiana.corti
Concorso cortometraggi italiani
Miglior film: euro 5.000
Premio speciale della Giuria – Premio Kodak: euro 3.000 in pellicola cinematografica
Premio Cipputi
Miglior film sul mondo del lavoro
Spazio Torino
Concorso cortometraggi realizzati da registi nati o residenti in Piemonte
Premio Chicca Richelmy per il miglior film: euro 2.500
(offerti dall’Associazione Chicca Richelmy)
In collaborazione con “La Stampa” – “Torino Sette” – Premio Achille Valdata
30° TORINO FILM FESTIVAL
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PREMI COLLATERALI
Premio Achille Valdata
Giuria dei lettori di “Torino Sette”
Miglior film Torino 30
Premio Avanti!
Distribuzione delle opere prime premiate nella rete dei cineforum e dei cineclub
Migliori cortometraggi e documentari italiani
Premio BASSAN – Arte & Mestiere
Premio per la miglior scenografia assegnato dall’Associazione Italiana Scenografi e Costumisti:
euro 1.500
Premio “Gli occhiali di Gandhi”
Assegnato dal Centro Studi “Sereno Regis” (Torino) al film che meglio interpreta la visione
gandhiana del mondo: 1500 euro messi a disposizione dalla Fondazione Bottari Lattes
Premio Scuola Holden
Premio miglior sceneggiatura di Torino 30
Premio UCCA – Venti Città
Distribuzione del film vincitore del concorso italiana.doc in almeno venti città presso circoli e
sale associate all’UCCA
30° TORINO FILM FESTIVAL
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30° TORINO FILM FESTIVAL
temi ricorrenti
Claustrofobia. CHAINED di Jennifer Lynch, V/H/S di Radio Silence, David Bruckner, Glenn
McQuaid, Joe Swanberg, Ti West, Adam Wingard, TOWER BLOCK di James Nunn, Ronnie
Thompson, CHRISTMAS WITH THE DEAD di Terrill Lee Lankford, CITADEL di Ciaran Foy, K-11 di
Jules Stewart, COMPLIANCE di Craig Zobel, SHOPPING TOUR di Mikhail Brashinsky, COME OUT
AND PLAY di Makinov, THE HIDE di Marek Losey, 28 HOTEL ROOMS di Matt Ross.
Coming of age. AM HIMMEL DER TAG / BREAKING HORIZON di Pola Beck, CALL GIRL di Mikael
Marcimain, THE LIABILITY di Craig Viveiros, UNA NOCHE di Lucy Mulloy, SHELL di Scott Graham,
GINGER & ROSA di Sally Potter, RUFUS STONE di Josh Appignagnesi, SILENT YOUTH di Demo
Kemmesies, PUDE VER UN PUMA / COULD SEE A PUMA di Eduardo “Teddy” Williams, LEONES di
Jasmin Lopez, WADJDA di Haifaa Al Mansour, TCHOUPITOULAS di Bill e Turner Ross, DEMAIN C
LOIN di Jean Baptiste Saurel e Pierre-Emmanuel Urcun, COULEUR DE PEAU: MIEL / APPROVED
FOR ADOPTION di Jung e Laurent Boileau, DE JUEVES A DOMINGO di Dominga Sotomayor, LE FILS
DE L’AUTRE/ THE OTHER SON di Lorrain Lévy, CHAINED di Jennifer Lynch, ROBOT&FRANK di Jake
Schreier, CITADEL di Ciaran Foy, JUEGO DE NIÑOS / COME OUT AND PLAY di Makinov, MOTHER di
Vorakorn Ruetaivanichkul, NAHRANI ME Z BESEDAMI / FEED ME WITH YOUR WORDS di Martin
Turk, KEBUN BINATANG / POSTCARDS FROM THE ZOO di Edwin, THE ANGELS’ SHARE/LA PARTE
DEGLI ANGELI di Ken Loach, NADEA E SVETA di Maura Delpero.
Corpi / Sessualità. 28 HOTEL ROOMS di Matt Ross, RUFUS STONE di Josh Appignagnesi, SILENT
YOUTH di Demo Kemmesies, THANKS FOR SHARING di Stuart Blumberg, K-11 di Jules Stewart,
THE INTERNATIONAL SIGN FOR CHOKING di Zach Weintraub, AM HIMMEL DER TAG / BREAKING
HORIZON di Pola Beck, ARTHUR NEWMAN di Dante Ariola, CALL GIRL di Mikael Marcimain, I.D. di
Kamal K.M, NOI NON SIAMO COME JAMES BOND di Mario Balsamo, SMETTERE DI FUMARE
FUMANDO di Gipi, SU RE di Giovanni Columbu, TABUN MAHABUDA/THE FIRST AGGREGATE di
Emyr ap Richard e Darhad Erdenibulag, THE SESSIONS di Ben Lewin, V/H/S di Radio Silence,
David Bruckner, Glenn McQuaid, Joe Swanberg, Ti West, Adam Wingard, L’UOMO DOPPIO di
Cosimo Terlizzi.
Dipendenze. SMETTERE DI FUMARE FUMANDO di Gipi, IMOGENE di Robert Pulcini, SMASHED di
James Ponsoldt, THANKS FOR SHARING di Stuart Blumberg, MANIAC di Franck Khalfoun, STARLET
di Sean Baker, TABU di Miguel Gomes.
Incroci di culture. COULEUR DE PEAU: MIEL / APPROVED FOR ADOPTION di Jung e Laurent
Boileau, DIMMI CHE DESTINO AVRÒ di Peter Marcias, LE FILS DE L’AUTRE/ THE OTHER SON di
Lorrain Lévy, RUFUS STONE di Josh Appignagnesi, K-11 di Jules Stewart, SHOPPING TOUR di
Mikhail Brashinsky, BAAD EL MAWKEAA / AFTER THE BATTLE di Yousry Nasrallah, DJECA / BUON
ANNO SARAJEVO di Aida Begić, I DON’T SPEAK VERY GOOD, I DANCE BETTER di Maged El Mahedy,
LA CHICA DEL SUR di José Luis Garcia, ZIMA, UHODI! / WINTER, GO AWAY! di AA.VV., ISQAT AL
NIZAM - AI CONFINI DEL REGIME di Antonio Martino, THE PIXELATED REVOLUTION di Rabih Mroué.
Lavoro. AZ DO MESTA AS / MADE IN ASH di Iveta Grófová, CALL GIRL di Mikael Marcimain,
PRESENT TENSE di Belmin Söylemez, SHELL di Scott Graham, TABUN MAHABUDA/THE FIRST
AGGREGATE di Emyr ap Richard e Darhad Erdenibulag, TERRADOS di Demian Sabini, ANGELS’
SHARE/LA PARTE DEGLI ANGELI di Ken Loach, WADJDA di Haifaa Al Mansour, WRONG di Quentin
Dupieux, I.D. di Kamal K.M, COMPLIANCE di Craig Zobel, LEVIATHAN di Lucien Castaing-Taylor,
L’AMORE E LA FOLLIA di Giuseppe Casu, NADEA E SVETA di Maura Delpero.
Letteratura. ANNA KARENINA di Joe Wright, BLANCANIEVES di Pablo Berger, COULEUR DE PEAU:
MIEL / APPROVED FOR ADOPTION di Jung e Laurent Boileau, A LIAR’S AUTOBIOGRAPHY – THE
UNTRUE STORY OF MONTY PYTHON’S GRAHAM CHAPMAN 3D di Bill Jones, Jeff Simpson & Ben
30° TORINO FILM FESTIVAL
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Timlett, SU RE di Giovanni Columbu, 11.25 JIKETSU NO HI: MISHIMA YUKIO TO WAKAMONO-TACHI
di Koji Wakamatsu, LEVIATHAN di Lucien Castaing-Taylor, Véréna Paravel, CHRISTMAS WITH THE
DEAD di Terrill Lee Lankford, THE CAT THAT LIVED A MILLION TIMES di Kotani Tadasuke.
Musica. GOOD VIBRATIONS di Lisa Barros D’Sa, COMO ESTRELLAS FUGACES di Anna di Francisca,
Glenn Leyburn, LONDON THE MODERN BABYLON di Julien Temple, ETOILE DU JOUR / THE STAR
OF THE DAY di Sophie Blondy, QUARTET di Dustin Hoffman, INVISIBLE di Victor Iriarte, THE
LORDS OF SALEM di Rob Zombie, PARALLAX SOUNDS di Augusto Contento.
Potere. CALL GIRL di Mikael Marcimain, THE LIABILITY di Craig Viveiros, BEOM-JOE-WA-EUIJEON-JAENG / NAMELESS GANGSTER: RULES OF THE TIME di Jong-Bin Yonn, COMPLIANCE di Craig
Zobel, SHADOW DANCER di James Marsh, NO di Pablo Larrain, THE PERVERT’S GUIDE TO
IDEOLOGY di Sophie Fiennes, ZIMA, UHODI! / WINTER, GO AWAY! di AA.VV., ISQAT AL NIZAM - AI
CONFINI DEL REGIME di Antonio Martino, THE PIXELATED REVOLUTION di Rabih Mroué, BLANKETS
FOR INDIANS di Ken Jacobs.
Viaggio. ARTHUR NEWMAN di Dante Ariola, UNA NOCHE di Lucy Mulloy, NOI NON SIAMO COME
JAMES BOND di Mario Balsamo, SUN DON’T SHINE di Amy Seimetz, JUEGO DE NIÑOS / COME OUT
AND PLAY di Makinov, CRAZY & THIEF di Cory McAbee, LONDON THE MODERN BABYLON di Julien
Temple, A ÚLTIMA VEZ QUE VI MACAU / THE LAST TIME I SAW MACAO di João Rui Guerra da Mata
e João Pedro Rodrigues, DE JUEVES A DOMINGO di Dominga Sotomayor, NAHRANI ME Z BESEDAMI
/ FEED ME WITH YOUR WORDS di Martin Turk, TCHOUPITOULAS di Bill e Turner Ross, ANITA di
Luca Magi, LEVIATHAN di Lucien Castaing-Taylor, SPEAK VERY GOOD, I DANCE BETTER di Maged El
Mahedy, WHAT IS THIS FILM CALLED LOVE? di Mark Cousins, ANIJA / LA NAVE di Roland Sejko.
30° TORINO FILM FESTIVAL
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COLOPHON
ASSOCIAZIONE CINEMA GIOVANI
Lorenzo Ventavoli (presidente)
Marco Vallora (vicepresidente)
Alberto Barbera
Davide Bracco
Valerio Castronovo
Francesco De Bartolomeis
Stefano Della Casa
Paolo Manera
Giuseppe Riconda
Baldo Vallero
Gianni Vattimo
Giovanni Zanetti
MUSEO NAZIONALE DEL CINEMA
presidente
Ugo Nespolo
direttore
Alberto Barbera
assistente di direzione
e coordinamento dei festival
Angela Savoldi
coordinatore generale
Daniele Tinti
conservatore capo
Donata Pesenti Campagnoni
comunicazione, promozione
e marketing
Maria Grazia Girotto
ufficio stampa
Veronica Geraci
amministrazione
Erika Pichler
30° TORINO FILM FESTIVAL
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30° TORINO FILM FESTIVAL
23 NOVEMBRE – 1 DICEMBRE 2012
direttore
Gianni Amelio
vice direttore
Emanuela Martini
segretario generale
Bruna Ponti
Assistente alla direzione
Mara Signori
con la collaborazione di
Paola Ramello
coordinamento del programma
e ricerca film
Luca Andreotti
con la collaborazione di
Mario Galasso
logistica
Flavio Armone
TFFdoc, Italiana.corti,
e Spazio Torino
Davide Oberto
con la collaborazione di
Francesco Giai Via, Luca Cechet Sansoé
organizzazione e rapporti con gli autori
Paola Cassano
consulenti per la selezione
Marì Alberione, Pier Maria Bocchi,
Federico Gironi, Barbara Grespi,
Federico Pedroni
Onde
Massimo Causo
con la collaborazione di
Roberto Manassero
corrispondenti
Rodrigo Diaz (America Latina)
Giovanna Fulvi (Cina, Giappone, Indonesia, Corea del Sud, Tailandia, Taiwan),
Roger Garcia (Cambogia, Filippine, India, Laos, Malesia, Singapore, Vietnam),
Jim Healy (Nord America),
Erich Sargeant (Regno Unito, Irlanda, Nuova Zelanda, Australia),
Peter Shepotinnik (Russia, ex Repubbliche Unione Sovietica)
30° TORINO FILM FESTIVAL
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retrospettiva Joseph Losey
Emanuela Martini
con la collaborazione di
Luca Andreotti
comunicazione e marketing
Maria Grazia Girotto
ufficio stampa
Studio Sottocorno – Lorena Borghi, Patrizia Wachter
con la collaborazione di
Tiziana Ciancetta, Marta Franceschetti,
Francesca Galletto, Roberta Montepeloso
Stefania Bianucci (stagiaire)
ufficio stampa e PR internazionale
Doris Longoni
comunicazione web
Mauro Gervasini (coordinamento)
Stefano Milano (sito), Davide Licordari (social network), Cristina Gallotti, Marco Petrilli
(documentazione)
conferenze stampa (moderatore)
Bruno Fornara
ufficio ospitalità
Elisabetta Bassignana
con la collaborazione di
Elisa Liani, Dina Buzio, Dario Cazzola
coordinamento autori
Michele Altomonte, Cristina Camarda, Glenda Manzetto,
Ricke Merighi, Alina Rosini, Laura Scolaro, Livia Siciliano
segreteria giurie
Simona Ceppa, Silvia Fessia, Chiara Girardi
ufficio accrediti
Arianna Campo
con la collaborazione di
Ramona Rugman, Monika Crha
amministrazione
Andrea Merlo
catalogo generale
Roberto Manassero (curatore), Maicol Casale (progetto grafico e impaginazione), Mara Dompè
(redazione), Cristina Gallotti, Marco Petrilli (testi), Gail McDowell, Olivia Jung (traduzioni)
assistenza logistica
Thomas De Forti
proiezione Auditorium Giovanni Agnelli - Lingotto
Angelo D’Alessio
30° TORINO FILM FESTIVAL
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supervisione proiezioni
Sergio Geninatti Chiolero
supervisione cinema digitale
Angelo D’Alessio
supervisione videoproiezioni
Pierluigi Patriarca
interpreti
Anna Ribotta, Marina Mocetti Spagnuolo,
Giliola Viglietti, Eugenia Gaglianone
sottotitoli elettronici
Sub-Ti Limited, Londra
biglietteria elettronica
Soft-Solutions, Torino
servizio maschere
REAR, Torino
illustrazione
© ALTAN/QUIPOS
logo e grafica
Flarvet, Torino
stampa
G. Canale & C. Spa, Borgaro T.se
Graficat, Torino
servizi fotografici
Marco Piovanotto
con la collaborazione di
Marco Borsato
trasporti
DHL International Spa
auto
Lancia
autisti
Tomaso Clavarino, Valentino Della Casa, Andrea Grassi, Andrea Jannon, Luciano Maramotti,
Alberto Nota, Simone Riva, Alberto Zamboni
servizi assicurativi
Reale Mutua Assicurazioni
sigla
Enarmonia, Chicca Richelmy (regia), Fabio Barovero (musica)
30° TORINO FILM FESTIVAL
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ideazioni e progetto uffici temporanei
e installazioni scenografiche
Elena D’Agnolo Vallan, Marco Ostini
Allestimenti: Ideazione srl, Torino
Interfiere stand & exhibition, Moncalieri
cleaning services
Multiservizi, Torino
agenzia viaggi
Amarganta Viaggi, Torino
Protravel Inc., NYC
il Festival ringrazia per la collaborazione
Associazione Amici del Torino Film Festival,
Susanna Gianandrea, Nello Rassu, Chiara Simonigh, Mauro Brondi e Arci Torino.
La retrospettiva Joseph Losey è stata realizzata in collaborazione con:
20th Century Fox, A.R.I.E.S., British Film Institute, Cinémathèque Québècoise, Cineteca di
Bologna, Classic Films Distribucion, University of Colorado – Film Studies Program, Gaumont
Catalogue, George Eastman House, Exclusive Media, Harvard Film Archive, Hollywood Classics,
Institut Français – Département Cinéma, Ivy Video, KinoLorber, The Museum of Modern Art – New
York, NARA – National Archives at College Park, Nero Film Classics, Paramount Pictures, Park
Circus, Tamasa International, Sony Pictures, UCLA Film & Television Archive, Universal Studios,
Warner Bros.
Un ringraziamento particolare a:
Patricia Losey, Michel Ciment e la rivista «Positif», Arturo Invernici, Dave McCall.
A.R.I.E.S. (Laure-Anne Rossignol, Evelyne Francfort), British Film Institute (Fleur Buckley,
George Watson), Cinémathèque Québècoise (Marie-Pierre Lessard, Jean Gagnon), Cineteca di
Bologna (Gianluca Farinelli, Anna Fiaccarini, Carmen Accaputo), Classic Films Distribucion
(Eduard Ferrer), University of Colorado – Film Studies Program (Pablo Kjolseth), Gaumont
Catalogue (Morgane Toulouse), George Eastman House (Daniel Bish), Exclusive Media (Bill Lynn),
Harvard Film Archive (Mark Johnson), Jim Healy, Hollywood Classics (Geraldine Higgins), Institut
Français – Département Cinéma (Christine Houard), Ivy Video (Joshua Tiger), KinoLorber (Gary
Palmucci), The Museum of Modern Art – New York (Anne Morra, Mary Keene), NARA – National
Archives at College Park (Daniel Rooney), Nero Film Classics (Harold Nebenzal), Park Circus
(Nicholas Varley), James Quandt, Tamasa International (Laurence Berbon), UCLA Film &
Television Archive (Todd Wiener, Steven K. Hill), Universal Studios (Peter Langs).
Il Festival aderisce alla FIAPF e all’AFIC.
30° TORINO FILM FESTIVAL
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5° TorinoFilmLab Meeting Event
Torino, 25 – 27 novembre 2012
www.torinofilmlab.it
Nato dal desiderio di affiancare al Torino Film Festival un’officina dedicata ai filmmaker emergenti, il
TorinoFilmLab è un laboratorio internazionale che, attraverso attività di training, development e
funding, sostiene giovani talenti di tutto il mondo impegnati nella realizzazione del loro primo o
secondo lungometraggio. Creato nel 2008 grazie al sostegno della Città di Torino, della Regione
Piemonte, e del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, il TFL è promosso dal Museo Nazionale del
Cinema e dalla Film Commission Torino Piemonte. Varie delle sue attività di Training sono sostenute
dai programmi MEDIA e MEDIA Mundus dell’UE, e il Meeting Event è supportato da MEDIA
Promotion.
Dal 2008 il TorinoFilmLab ha premiato 20 progetti, di cui 13 sono già andati o stanno per entrare in
produzione. Tra quelli già completati e premiati nei festival più prestigiosi del mondo ricordiamo:
- Agua Fría de Mar di Paz Fábrega (Costa Rica), 120.000 Euro, Tiger Award al Festival di Rotterdam
2010
- Le Quattro Volte di Michelangelo Frammartino (Italia), 150.000 Euro, proiettato alla Quinzaine des
Réalisateurs di Cannes 2010 e vincitore del premio Europa Cinemas Label al Miglior Film Europeo; è
stato venduto in oltre 40 Paesi
- Postcards from the Zoo di Edwin (Indonesia), 180.000 Euro, selezionato in concorso ufficiale alla
Berlinale 2012
- Children of Sarajevo di Aida Begić (Bosnia-Erzegovina), 100.000 Euro, Menzione Speciale della
Giuria in Un Certain Regard a Cannes 2012
Nel corso del 30° Torino Film Festival si terrà il 5° TorinoFilmLab Meeting Event (25-27 novembre)
che coinvolgerà oltre 150 professionisti tra sceneggiatori/registi, produttori, sales agents, distributori
e altri professionisti di tutto il mondo. Un incontro di tre giorni che è insieme una presentazione
pubblica dei progetti sviluppati, un mercato di co-produzione internazionale e un’occasione per
premiare i progetti migliori con fondi di produzione.
Il Meeting Event è il momento conclusivo di vari corsi avanzati del TorinoFilmLab svoltisi durante
tutto l’anno: Script&Pitch, dedicato allo sviluppo delle sceneggiature e rivolto a progetti alle fasi
iniziali della loro stesura, FrameWork, incentrato sulle strategie di co-produzione e finanziamento e
rivolto a progetti che hanno già un produttore, e il nuovo AdaptLab, incentrato sull’adattamento
cinematografico di romanzi. Si concludono durante il Meeting Event anche il programma Writer’s
Room, rivolto a produttori, story architect, game designer, scrittori, registi interessati a sviluppare “in
squadra” un progetto transmedia – cioè ideato per essere fruito attraverso piattaforme multiple
(cinema, televisione, videogiochi, internet, social network…) –, e quello dedicato all’elaborazione di
strategie di audience engagement, Audience Design.
TorinoFilmLab 2012 – I PROGETTI SELEZIONATI
FrameWork
11 progetti in fase di sviluppo avanzato o di pre-produzione, e in cerca di co-produttori, si
contenderanno vari Production Awards di valore tra i 50.000€ e 200.000€. I premi saranno
assegnati da una giuria internazionale composta da Alberto Barbera (Italia), direttore del Museo
Nazionale del Cinema di Torino e della Mostra del Cinema di Venezia, Aida Begić (BosniaErzegovina), regista e Alumna del TorinoFilmLab, Vânia Catani (Brasile), produttrice, Karel Och
(Repubblica Ceca), Direttore Artistico del Karlovy Vary Film Festival, Aditya Assarat (Thailandia),
regista e sceneggiatore. Saranno assegnati tra questi progetti anche un Audience Award e un Post-
Production Award.
Mauro Andrizzi – The Love of The Enemies (Argentina), Niles Atallah – Rey (Cile), Jonas Selberg
Augustsén – The Garbage Helicopter (Svezia), Ritesh Batra – The Lunchbox (India), Babak Jalali –
Land (Regno Unito), Simon Jaquemet – War (Svizzera), Christelle Lheureux – Le Vent des Ombres
(Francia), Michael Pearce – Beast (Regno Unito), Avishai Sivan – Tikkun (Israele), Martijn Maria
Smits – Everything We Always Had Was Now (Olanda), Yorgos Zois – Stage Fright (Grecia).
Script&Pitch
16 progetti a uno stadio di sviluppo più precoce competeranno per l’International Relations ARTE
Prize, un premio di 6.000€ offerto dall’ARTE International Relations Department. Inoltre fino a sei di
questi progetti potranno essere in seguito selezionati per partecipare al programma FrameWork 2013
del TorinoFilmLab.
Tommaso Capolicchio – Love at The Time of An Earthquake (Italia), Clément Cogitore – The Wakhan
Front (Francia), Daniel Elliott – Frontier (Regno Unito), Daan Gielis – La Holandesa (Olanda),
Fernando Guzzoni – No One’s Boy (Cile), Frederik Jacobi – The Wilderness (Danimarca), Ralston
Jover – The Dog Show (Filippine), Sabrina B. Karine & Alice Vial – In The Name of The Mother
(Francia), Yaelle Kayam – The Mountain (Israele), Lina Luzyte – Do You Love Me (Lituania), Johan
Melin – I Fly (Svezia), Kevin Meul – My First Highway (Belgio), Christopher Murray – Parable of A
Blind Christ (Cile), Laszlo Nemes – Iris (Ungheria), Ralitza Petrova – Salvation (Bulgaria), David
Verbeek – Dead & Beautiful (Olanda).
Al programma Script&Pitch partecipano inoltre le story editor trainee: Natasa Damnjanovic (Serbia),
Nadja Dumouchel (Francia), Nicole Gerhards (Germania), e Britta Krause (Germania). E gli
Audience Designer: Nicolò Gallio (Italia), Helena Mielonen (Finlandia), Juan M. Morali (Spagna), e
Riina Spørring Zachariassen (Danimarca).
AdaptLab
Saranno presentati anche 8 progetti di adattamento tratti da libri di scrittori italiani e sviluppati da
sceneggiatori europei durante i tre workshop della prima edizione del programma AdaptLab.
Jacob Beckman (Svezia) – La ballata delle canaglie di Enrico Remmert, Gaëlle Denis (Francia) – La
legge di Fonzi di Omar Di Monopoli, Raluca Durbacă (Romania) – Re di bastoni, in piedi di Francesca
Battistella, Lars Hubrich (Germania) – Il pontile sul lago di Marco Polillo, Miguel Ibáñez Monroy
(Spagna) – L’ombra del Commissario Sensi di Susanna Raule, Elizampetta Ilia-Georgiadou (Grecia)
– Scusate la polvere di Elvira Seminara, Matija Radeljak (Croazia) – L’amore imperfetto di Irene Di
Caccamo, Laetitia Ricklin (Francia/Brasile) – Palermo Solo di Philippe Fusaro.
Writer’s Room
Il progetto transmedia sviluppato nel corso dei tre workshop è Sequence di Adam Sigel (USA). I
partecipanti dell’edizione 2012 sono Aliya Curmally (India), Laura D’Asta (Italia), Ádám Dobay
(Ungheria), Suvi Andrea Helminen (Danimarca) e Lee Thomas (Regno Unito).
Special Guest e The Pixel Lab
Al Meeting Event saranno inoltre presentati il progetto di lungometraggio The Space Within di
Umesh Kulkarni (India), invitato come Special Guest, e 2 progetti cross-media sviluppati all’interno di
The Pixel Lab: Zeru, prodotto da Laurent Nègre (Francia/Svizzera) e Loud prodotto da Aneta
Lesnikovska (Macedonia/Olanda).