Numero 11 - Istituto Comprensivo Chignolo Po

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Numero 11 - Istituto Comprensivo Chignolo Po
Pi@net@ Scuol@
Maggio 2013
Istituto Comprensivo Chignolo Po-Dirigente Scolastico Dott.ssa Loredana Lanati
Numero 11
IL GIORNALINO DELLA SCUOLA PRIMARIA DI CHIGNOLO PO
Oggi, nel mondo degli adulti il significato e l'importanza delle fiabe è spesso
frainteso o sottovalutato.
Alcuni adulti pensano che le fiabe siano utili solo ai bambini, pertanto, si
limitano a leggerle ai loro figli, senza riservare troppo interesse ai messaggi che
queste contengono.
In realtà le fiabe sono preziose perle di saggezza che possono aiutare bambini ed
adulti a crescere in maniera equilibrata, trovando il significato e le giuste
motivazioni del quotidiano vivere.
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La parola al nostro Dirigente Scolastico Dott.ssa Loredana Lanati
La fiaba come genere narrativo è nata e si è tramandata fin dai tempi più antichi
ed ha accompagnato la crescita di ciascuno di noi.
Le molteplici interpretazioni letterarie ritengono che la fiaba sia particolarmente
adatta ai bambini per i messaggi positivi che trasmette.
Nelle fiabe, classiche e moderne, c’è sempre
un “aiutante buono” che viene in
soccorso al protagonista, spesso debole e indifeso, e lo aiuta a superare prove e
difficoltà che da solo non potrebbe affrontare.
Il “lieto fine” che caratterizza la fiaba rappresenta per il bambino un messaggio
rassicurante perché pur attraverso molteplici peripezie
(l’incontro con mostri,
streghe, e situazioni problematiche di ogni tipo) c’è la certezza di una felice
conclusione della vicenda, il prevalere dei buoni sentimenti e delle buone azioni e
il “cattivo” risulta sempre punito.
Autorevoli autori sostengono, da un
punto di vista psicologico, la valenza
“terapeutica” della fiaba proprio perchè non esplicita
promuove processi
“insegnamenti”, ma
di empatia e identificazione da parte
del bambino con i
personaggi fiabeschi.
Per i genitori e i nonni la lettura delle fiabe ai propri bambini o nipotini è un modo
per rivivere con i piccoli un mondo fantastico dove prevalgono buoni propositi e
buoni sentimenti che con l’azione educativa vogliamo far crescere.
I docenti della scuola primaria, che ringrazio per il lavoro svolto,
hanno voluto
valorizzare la fiaba rendendo ancora una volta gli alunni protagonisti.
E con la lettura delle fiabe…. auguro a tutti serene vacanze.
Il Dirigente Scolastico
Dott.ssa Loredana Lanati
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Biancaneve… in 1^A
In classe abbiamo letto la storia di Biancaneve e i sette nani:
insieme abbiamo pensato di ricostruirla attraverso le immagini
che, con piacere, abbiamo colorato. Ecco il nostro lavoro!
C'era una volta una bella principessa di nome
Biancaneve: aveva i capelli neri come l'ebano, la bocca
rossa come una rosa e la carnagione bianca come la neve.
La sua cattiva matrigna, la regina, possedeva uno specchio
magico, a cui rivolgeva sempre la stessa domanda.
"Specchio, servo delle mie brame, chi è la più bella del reame?"
E sempre lo specchio rispondeva: "Sei tu la più bella del reame!"
La regina, però, temendo che un giorno la bellezza della
principessa superasse la sua, vestì la piccola di stracci. E la costrinse ai lavori più
pesanti. Biancaneve, però era sempre allegra e cresceva più graziosa che mai. Così
un giorno, lo specchio disse che era lei la più bella del reame.
Arrabbiatissima, la regina incaricò allora un
cacciatore di ucciderla.
Ma l'uomo non ne ebbe il coraggio: suggerì alla
fanciulla di fuggire e non tornare mai più alla
reggia. Biancaneve corse via spaventata e si
rifugiò nel bosco buio.
Laggiù scorse una casetta.
"E' permesso?" chiese, entrando.
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Non c'era nessuno. I proprietari erano sette nani del bosco: Dotto, Gongolo, Pisolo,
Eolo, Brontolo, Mammolo e Cucciolo. Al loro ritorno, rimasero meravigliati nel
trovare un'estranea in casa. "Sono Biancaneve," si presentò allora la principessa e
raccontò la sua triste storia.
I nanetti, commossi, l'invitarono a rimanere a vivere con loro. La fanciulla
accettò felice.
Ma la regina scoprì che Biancaneve era
ancora viva! Grazie a un filtro magico, si
trasformò in una strega e
avvelenò una mela. Poi si recò nel bosco e,
fingendosi una mendicante, offrì a
Biancaneve la mela stregata. "Coraggio,
dalle un morso!" Non appena la fanciulla
l'ebbe assaggiata, per incantesimo, cadde
in un sonno profondo. Intanto gli
animali del bosco erano corsi ad avvertire
i nani. "Eccola là!" esclamarono, vedendo
la strega che si allontanava veloce.
Mentre la inseguirono, scoppiò un terribile
temporale. La malvagia regina si
arrampicò fin sulla cima di un profondo
burrone. Proprio allora, un fulmine la
fece precipitare dalla roccia.
I nani decisero di costruire un'urna di cristallo e
oro, dove deposero Biancaneve. Finché un giorno
passò di là un principe, che rimase incantato
dalla bellezza della
giovane. Sceso da cavallo, la baciò.
Quel bacio ruppe l'incantesimo e Biancaneve si
svegliò. Che gioia per tutti! Biancaneve e il
principe si sposarono e vissero sempre felici e
contenti.
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Biancaneve…in 1/B
Ai bambini piace ascoltare le fiabe. Le fiabe ci deliziano fin dall’infanzia e ci accompagnano
per tutta la vita: principi, principesse, streghe, maghi, regine stimolano la nostra fantasia e ci
fanno sognare, sorridere, essere felici. Così i bambini di classe prima B si sono divertiti a
raccontare e colorare la fiaba di Biancaneve e i sette nani.
C’era una volta una bella fanciulla di
nome Biancaneve. La sua matrigna
voleva ucciderla, perciò Biancaneve si
nascose nella casetta dei sette nani.
Allora la regina si trasformò in una vecchia
strega e preparò una mela avvelenata per
Biancaneve.
Appena Biancaneve mangiò la mela
cadde a terra. Poi i nani la misero sui
lettini
Per fortuna arrivò il principe che baciò la
fanciulla. Biancaneve si svegliò e con il
principe andò al castello e vissero felici e
contenti.
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IL RE LEONE
Noi alunni di classe seconda abbiamo scelto la fiaba del “RE LEONE”.
E’ la storia del piccolo Simba che nasce dall’amore dei genitori e si affaccia alla vita dalla
rupe, con grandi festeggiamenti da parte di tutta la comunità.
Il leoncino scopre la realtà che lo circonda, con esplorazioni impavide e scorribande con gli
amici. Con ingenuità corre i primi pericoli e fa le prime scoperte, come quella del destino che
lo attende, un destino da re.
A noi è piaciuta moltissimo la figura del padre, il Re Mufasa, che non si può non amare con
trasporto ma è senza dubbio affascinante anche quella del perfido zio Scar.
L’eterna lotta fra il bene e il male:
è questa la vera chiave di lettura del “cerchio della vita”.
“ In quella giostra che va” ci rientrano il lutto e i tradimenti, la disonestà, l’abbandono.
Ma per fortuna questa fiaba ci insegna che è proprio quando tutto sembra perduto, quando
ciò che ci circonda è una desolata prateria sterminata dagli incendi, quando lo sconforto ci fa
perdere la fiducia in noi stessi, che qualcosa può davvero cambiare e troviamo la forza
per riappropriarci di ciò che ci spetta. (che nel caso di Simba è il regno della Savana, nel
nostro caso può essere qualsiasi cosa che per un motivo o per l’altro abbiamo abbandonato,
fosse anche solo un sogno)
Senza perdere il buon cuore, Simba ormai grande diventa forte e coraggioso, lascia da parte
la paura e il senso di inadeguatezza e si scopre Re.
Guidato dalla sua stella (il padre) scopre anche l’amore e si rimette in cammino per lottare e
rimettere in moto quella giostra che è la vita di ognuno e di tutti noi.
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IL CERCHIO DELLA VITA
E un bel giorno ti accorgi che esisti
Che sei parte del mondo anche tu
Non per tua volontà. E ti chiedi chissà
Siamo qui per volere di chi
Poi un raggio di sole ti abbraccia
I tuoi occhi si tingon di blu
E ti basta così, ogni dubbio va via
E i perché non esistono più.
E' una giostra che va questa vita che
Gira insieme a noi e non si ferma mai
E ogni vita lo sa che rinascerà
In un fiore che ancora vivrà.
Poi un soffio di vento ti sfiora
E il calore
cheche
senti
sarà alcuni valori fondamentali della nostra
Lo stemma della Repubblica Italiana, è composto
da simboli
richiamano
Costituzione.
La forza di cui hai bisogno.
Se vuoi resterà forte dentro di te.
Devi solo sentirti al sicuro
C'è qualcuno che è sempre con noi.
Alza gli occhi e se vuoi
tu vederlo potrai
e i perché svaniranno nel blu.
E' una giostra che va questa vita che
Gira insieme a noi e non si ferma mai
E ogni vita lo sa che rinascerà
In un fiore che vita sarà.
E' una giostra che va questa vita che
Gira insieme a noi e non si ferma mai
E ogni vita lo sa che rinascerà.
In un fiore che ancora vivrà.
ancora vivrà.
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Alice nel paese
delle meraviglie
Abbiamo scelto questa fiaba dopo averla letta e aver visto il film perché un po’ ci assomiglia: è piena di
fantasia e di invenzioni!
Tra tutti i personaggi, poi ne abbiamo scelti due: lo Stregatto per la 3°A e il Bianconiglio per la 3°B,
per
rappresentarci
durante
la
manifestazione
sportiva
di
sabato
11
maggio.
Sul testo abbiamo lavorato ricavandone un riassunto, perché in classe, in questo periodo, ci siamo dedicati
con impegno ad imparare a ridurre i testi all’essenziale conservandone l’ordine logico e i fatti più significativi.
Ecco il nostro lavoro.
C’era una volta una ragazzina di nome Alice. Un giorno sua sorella maggiore le leggeva un libro di storia nel
parco, ma Alice si annoiava tanto e pensava che tutti i libri avrebbero dovuto avere delle immagini e tutto
sarebbe stato ASSURDO !
All’improvviso un coniglio bianco le passò accanto correndo: “Sono in ritardo, sono in ritardo!” gridava.
Alice stupita e incuriosita lo seguì nella sua tana. D’un tratto il suolo si aprì sotto di lei e Alice cominciò a
cadere nel vuoto.
Arrivata in fondo trovò una porticina e dopo essere riuscita a passare dall’altra parte si ritrovò in una foresta.
Lì si imbattè in due gemelli davvero particolari. Pinco Panco e Panco Pinco che raccontarono ad Alice la
storia di un tricheco, un carpentiere e tante piccole ostriche.
Proseguendo il suo cammino Alice si ritrovò in un giardino dai fiori parlanti. Tutt’intorno a lei c’erano
bellissimi e vanitosissimi fiori, che si interrogavano, ma non riuscivano a decidere a che tipo di fiori
appartenesse Alice. Alice ascoltò il loro melodioso canto, ma lei sapeva bene chi era: un essere umano, non
certo un fiore!
Alice ripartì alla ricerca del Bianconiglio e ben presto si perse di nuovo.
Allora sentì una voce che proveniva da un albero:”Diddledidum, duddedadiddle, caddledidum!”.
Alice alzò lo sguardo e non vide nulla, poi improvvisamente apparve lo Stregatto. Alice gli disse che stava
cercando il Bianconiglio e lo Stregatto la indirizzò dalla Lepre Marzolina e dal Cappellaio Matto.
Poi scomparve.
Alice si diresse verso la casa del Cappellaio Matto e lo trovò in compagnia della Lepre Marzolina che stava
prendendo il tè, mentre cantavano la canzone del “Buon non compleanno”
“Eh, sì” spiegò il Cappellaio Matto: “Ci sono 365 giorni in un anno e questo comporta che ci sia un
compleanno e 364 non compleanni!!!”
Alice riprese il suo cammino e si addentrò nella foresta, così si imbattè in tre carte da gioco impegnate a
dipingere di rosso alcune rose bianche. In quell’istante ecco il Bianconiglio annunciare sua altezza la Regina
di cuori. La Regina invitò Alice a giocare a croquet, ma Alice fu più abile di lei, così la presuntuosa regina
ordinò di tagliarle la testa.
Alice venne processata e condannata: era proprio in un brutto guaio. Allora si mise a correre e arrivò alla
porticina che l’aveva condotta in quel mondo strano e assurdo. Senza sapere come, dal buco della serratura
vide se stessa che stava dormendo sotto un albero: “SVEGLIATI!” si gridò Alice.
Alice era tornata, sua sorella era accanto a lei.
Era stato solo un sogno, un magnifico, assurdo, strabiliante
SOGNO!
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Infine abbiamo illustrato le sequenze in cui abbiamo suddiviso il testo
realizzando otto cartelloni, raffiguranti i personaggi e i momenti fondamentali
della fiaba.
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Il Libro della Giungla
tratto dal romanzo di R.Kipling
Perché questa scelta?
In classe avevamo parlato a lungo dell’Amicizia.
Tutti abbiamo compreso quanto sia importante per le nostre vite, presenti e future,
essere circondati da amici, perché la loro presenza ci aiuta a essere migliori.
Abbiamo scritto anche dei testi sui nostri amici.
Abbiamo espresso il significato della parola amicizia componendo un acrostico
A micizia è
M igliorare qualcuno
I nsegnare qualcosa
C ollaborare
I mparare a crescere
Z ittire quando occorre
I ncontrare gli altri
A mare
Da qui è nata la nostra scelta, perché “il libro della giungla” narra la storia di un cucciolo di uomo,
“Mowgli” che incontra nella giungla i migliori amici che un bambino possa desiderare:
la fedele pantera Baghera e Baloo, l’orso pacioccone.
PERCORSO DA NOI EFFETTUATO
UNITA’ DIDATTICA
1.Italiano (Ricerca dei vari
significati della parola
giungla)
2.Educazione all’immagine
(Personaggi con utilizzo di
varie tecniche)
4.Educazione musicale
(Canzoni tratte dal CD)
3.Geografia (Ricerca dei
territori interessati)
5. Balletto finale
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I diversi significati della parola “Giungla”.
• Territorio nei paesi tropicali, incolto, selvaggio, denso di vegetazione spontanee e intricatissime, insediato
da animali di ogni genere.
• Ogni luogo dove la vegetazione nasce spontanea e intricate (un giardino abbandonato fa presto a diventare
una giungla).
• Un luogo dove si deve lottare per vivere, dove spesso l’intelligenza deve sottostare alle leggi della violenza,
dell’astuzia, della corruzione (nelle grandi metropoli spesso vigono le leggi della giungla).
• Situazione di gronde, disordine caratterizzate da anomalie spesso ingiustificabili (es. giungla retributiva
che riguarda gli stipendi; giungla pensionistica…).
Il percorso per giungere al finale del balletto è stato faticoso ma divertente.
Un grazie di CUORE
da parte di tutti noi alle persone che hanno contribuito in modo gratuito, spontaneo ed entusiasta
alla realizzazione dello spettacolo finale:
a Greta (ballo), a Iolanda (canto) a Sara (realizzazione di costumi).
Abbiamo lavorato, collaborato e soprattutto compreso che:
“ la scuola è un cantiere meraviglioso, in cui si cresce, in cui si incontrano davvero tanti amici, tanti
compagni di viaggio con cui percorrere la lunga strada verso il nostro, speriamo radioso, futuro.”
Chissà se anche noi saremo fortunati come Mowgli!
Sarebbe stupendo avere al nostro fianco tante Baghera e tanti Baloo.
Ciao Baghera, Ciao Baloo
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Le classi quinte e
“Le avventure di Pinocchio”
Per lo spettacolo di fine anno, le classi quinte stanno preparando, con l’aiuto della paziente
e competente Greta Arensi,
il balletto “Sballo”,
tratto dal musical dei Pooh “Pinocchio”:
L’ASSEMBLEA
COSTITUENTE
siamo nel momento in cui il burattino entra nel paese dei Balocchi e ne rimane affascinato.
Fiaba senza tempo, Pinocchio ha avuto il merito di aver interessato diversi aspetti culturali:
la letteratura, l’arte cinematografica, d’animazione e musicale. Non pochi pensatori hanno
dato interessanti interpretazioni sul significato ultimo del racconto.
Il Cardinal Giacomo Biffi nel suo saggio “Contro Maestro Ciliegia”, commento teologico alle
avventure di Pinocchio, fornisce alcuni spunti di riflessione sempre attuali: la vicenda del
burattino è la condizione dell’uomo che, creato da un Padre, vive la sua esistenza teso a
diventare ciò per cui è fatto, cioè un bambino (leggi persona). Rinuncia però alla condizione
privilegiata di figlio, in nome di quella libertà proposta dalle varie tentazioni del mondo (il
Gatto e la Volpe, il paese dei Balocchi …). L’uomo mette se stesso al centro, dopo aver
eliminato dalla propria vita Dio. Ogni volta che Pinocchio si mette in situazioni senza
scampo interviene la Grazia (Fata Turchina) a dare quell’aiuto di cui Pinocchio ha bisogno
per ravvedersi e ritornare sulla retta via. In quest’ultimo anno condiviso con le classi quinte,
noi insegnanti desideriamo augurare ai nostri ragazzi di ascoltare sempre il Grillo Parlante
e di obbedirgli, nella certezza che la Fata Turchina, presenza invisibile, li accompagnerà nel
loro cammino.
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Le fiabe ci hanno accompagnato anche durante la manifestazione sportiva
di sabato 11 maggio
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Per la stampa di questo numero si ringraziano:
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