27 Se la sofferenza diventa poesia
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27 Se la sofferenza diventa poesia
P A G I N A CRONACA 27 SondrioSocietà IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 13 NOVEMBRE 2010 PROGETTO CARCERE PUBBLICATO UN LIBRO CON I TESTI ELABORATI DAI DETENUTI Se la sofferenza diventa poesia C L’opera ha visto la luce dopo quattro anni di lavoro dietro le mura di via Caimi: un frutto del laboratorio di scrittura creativa nel progetto di educazione alla legalità di MILLY GUALTERONI lità della Casa circondariale della città. Con lui hanno lavorato educatrici, come Patrizia Luisa De Santis e altri tre volontari: le due giovani attrici Elena Riva e Marina Martinelli, che hanno coinvolto i detenuti nella pratica di drammatizzazione e rappresentazione teatrale, e il musicista, Angelo Marveggio, che con la sua chitarra MINORI PER CHI SI TROVA IN DIFFICOLTÀ ha trasformato le poesie in canzoni. «I detenuti che hanno scelto liberamente di partecipare al corso non hanno fatto una scelta facile», ha detto Racchetti. «Hanno scelto di mettersi in gioco, di togliersi le maschere, attivare meccanismi emotivi dolorosi, rischiare il confronto, sempre difficile, con gli altri scoprendo se stessi». Per que- sto le parole che si sono così formulate hanno un grande, prezioso valore, portatrici di verità e di senso etico. “Figlia”, “Viaggiare in treno”, “Il labirinto”, “Quello che ti direi”. Ancora: “Pensiero innocente”, “Mi sento come un animale”, “Salita a una nuova vita”. Sono alcuni titoli delle poesie di Carlo M., Paolo R., Marino P., Tommaso T., Pierantonio P., Claudio S., Alessandro L., Angelo C., Luca R., Michele P., Davide M., Fabrizio P., Lorenzo G., Massimo P., Johnnes S., Claudio P. Testi che raccontano la difficile consapevolezza della colpa, l’abbruttimento della vita carceraria, la voglia di riscatto, la speranza di una vita nuova, il desiderio di ritrovare gli affetti lasciati fuori. Versi semplici e intensi, pennel- ESSERE ACCOGLIENTI Progetto «Fuori Luogo» Famiglie insieme S econdo i dati ufficiali, nel 2009 ci sono stati nella provincia di Sondrio quaranta casi di reati commessi da minorenni, ragazzi di età inferiore ai quattordici anni, non punibili per legge. Il dato numerico è contenuto, tuttavia è un segnale di un disagio sociale. La Cooperativa sociale Ippogrifo di Sondrio ha dato, perciò quest’anno il via al progetto Fuori Luogo, che prevede interventi di prevenzione, accompagnamento e sostegno per minori che mostrano comportamenti a rischio e per le loro famiglie. Il progetto si rivolge non solo ai minori e alle loro famiglie, ma anche ai servizi territoriali, alle forze dell’ordine, alle scuole, alle realtà aggregative del territorio e a tutta la cittadinanza con l’obiettivo di contribuire allo sviluppo della cultura della legalità, della responsabilità individuale e sociale e alla prevenzione di comportamenti antisociali. L’obiettivo principale è, dunque, un’opera efficace di prevenzione e di diffusione della conoscenza del fenomeno e a questo scopo Ippogrifo ha aperto un “Punto informativo”, che offre informazione e consulenza, giuridica, sociale e psicologica, a tutti coloro che siano coinvolti in un reato compiuto da mi- norenni. L’ufficio del Punto Informativo si trova a Sondrio, in piazza Campello, numero 5, al primo piano. È aperto il venerdì, dalle ore 14.00 alle ore 17.00 ed è contattabile al numero di telefono 0342-191325 o all’indirizzo mail pro getto.fuoriluogo@ippogri fo.it. Il progetto Fuori Luogo è diretto dalla psicologa Elisa D’Anza, che è anche direttrice di Ippogrifo, ed è stato finan- ziato dalla Regione Lombardia nel “Piano Regionale per la promozione e lo sviluppo di una rete a favore delle persone sottoposte a provvedimenti dell’autorità giudiziaria e delle loro famiglie” ed è sviluppato in collaborazione con gli Uffici di Piano dei distretti di Chiavenna, Morbegno, Sondrio, Tirano e Bormio, Lavops Sondrio e Sol.Co. Sondrio. M.G. TORNA LA COLLETTA ALIMENTARE Venerdì 12 novembre alle ore 21.00, a Sondrio, presso la sala Besta, il presidente della Federazione nazionale dei Banchi di Solidarietà, Andrea Franchi, presenterà la 14a Giornata Nazionale della Colletta Alimentare, che si svolgerà sabato 27 novembre anche nei supermercati della provincia. L’incontro è rivolto in particolare ai volontari e a quanti desiderano conoscere l’iniziativa e dare il proprio contributo. Quest’anno il testo di giudizio e paragone per la Giornata della Colletta è «Il povero è un uomo solo. Condividere gratuitamente questo dramma risveglia il vero desiderio che è nel cuore di ciascuno: essere amato. La Carità è il dono più grande che Dio ha fatto agli uomini... perché è amore ricevuto e amore donato (Caritas in Veritate). Fare la spesa e donarla a chi è più povero è occasione di un immediato e positivo cambiamento». L’associazione Il tralcio, i volontari della Piccola Opera, la Filodrammatica, il Gruppo Amicizia e l’oratorio di Traona promuovono, domenica 14 novembre, Famiglie in festa. L’iniziativa, giunta alla sua settima edizione, si terrà a Traona. Alle ore 10.30 è in programma la Santa Messa, a seguire il pranzo insieme. Nel pomeriggio, a partire dalle ore 14.30, giochi per i ragazzi e momento di confronto per gli adulti: dibattito con Giuseppe Zecca, la psicoterapeuta Gabriella Passerini e i coniugi Liveriero sulla figura e il ruolo dei nonni. Alle ore 16.00, presso l’Auditorium, spettacolo per tutti con l’illusionista Natale Salini. a cooperativa sociale Ippogrifo presenta il progetto Week-end Solidali allo scopo di favorire e promuovere l’incontro fra famiglie con bambini con disabilità fino ai 10 anni e famiglie “accoglienti”. Le famiglie partecipanti al progetto si renderanno disponibili a trascorrere insieme alcuni momenti di svago e tempo libero a loro scelta, ad esempio organizzando una merenda insieme, una piccola gita, oppure alternandosi nell’andare a prendere i figli a scuola nel caso frequentassero lo stesso istituto… Questa parte del progetto sarà preceduta da 3 momenti di incontro e confronto con gli operatori del progetto e che saranno in seguito disponibili ad affiancare e supportare i nuclei familiari nei momenti di accoglienza e condivisione. Finalità ultima del progetto è creare legami e amicizie informali tra le due o più famiglie, perché possano darsi vicendevolmente una mano nelle incombenze di tutti i giorni e scambiarsi esperienze. In base alla disabilità del bambino, le famiglie sceglieranno insieme la modalità migliore per sviluppare questo legame, che potrà anche prevedere in questi momenti di tempo libero e gioco anche la presenza della famiglia del bambino, supportata però dalla vicinanza e amicizia della famiglia “accogliente”, e non necessariamente la “delega” in toto del bambino con disabilità. Per ora il progetto, promosso dall’Ufficio di Piano dell’ambito territoriale di Sondrio, è al momento in sperimentazione sul distretto di Sondrio. L’èquipe del progetto della cooperativa sociale Ippogrifo è a disposizione per chiarimenti ed informazioni: telefono 0342-211308. L ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ che raccolgono, appunto, le poesie di alcuni detenuti del carcere sondriese. L’opera ha visto la luce dopo un paziente e faticoso lavoro che si è svolto negli ultimi quattro anni dietro le mura di via Caimi grazie a Francesco Racchetti, che dal 2007 guida il laboratorio di scrittura creativa nato all’interno del Progetto di educazione alla lega- ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ he senso può avere leggere le poesie scritte da detenuti del carcere di Sondrio? Che senso può avere ascoltare un cd che raccoglie parte dei loro scritti trasformati in canzoni? Certo può essere un atto di carità e amore per rispondere, sotto diversa forma, all’invito di Cristo «ero carcerato e mi avete visitato». In realtà, è molto di più. Vuol dire compiere il l’impervio sforzo di incontrare l’altro che temiamo, l’altro che disprezziamo, l’altro che ci piace sapere sbarrato, a nostra tutela, dietro invalicabili mura per scoprire – e questa è la sfida cui Cristo ci chiama – che le sue, le loro parole, possono esser per noi fonte di conoscenza, che ci arricchisce e ci aiuta a comprendere non solo loro, “i cattivi”, ma anche noi stessi “i buoni”. Entrando in contatto con quella parte oscura che ci abita tutti, nostro malgrado. E questa è stata la scoperta rivelata da molte persone presenti all’incontro-evento che si è svolto il 30 ottobre scorso nella sede della biblioteca comunale “Ezio Vanoni” a Morbegno. Oggetto dell’incontro la presentazione del libro e del cd intitolati: Sotto lo stesso cielo, ma in gabbie diverse, late che ci rivelano una realtà sconosciuta, canzoni di pianto, di rabbia, canzoni d’amore. «La sofferenza può stimolare e far scoprire insospettate capacità di espressione e comunicazione. La privazione che si vive in carcere può essere ottundente, ma anche suscitare creatività e immaginazione», ha detto ancora Racchetti. Alcuni versi? Eccoli: «Vedo ad ogni istante le campate di cemento slanciarsi senza pietà, senza alcuna comprensione»; scrive Tommaso P. «Possono toglierci la libertà, ma non l’amore, l’anima, il pensiero, soprattutto la speranza”, firma Angelo C. «Non dare la colpa a questo o a quello. Sii uomo. Affronta con dignità il tuo futuro», sigla Pierantonio T. E Davide M. sviluppa una felice intuizione: l’anagramma di carcere è cercare. Cercare la forza e il coraggio per non cadere sfiniti dal vuoto, dalla solitudine, dalla fitta cortina di regole, norme, disposizioni, celle, porte, sbarre, chiavi. Cercare per «progettare un ritorno a una vita migliore, fatta di lavoro, affetti, progetti.., perché sbagliare è umano, perseverare è disumano», scrive ancora Davide. Il libro raccoglie anche le testimonianze di alcuni studenti di Scuola media superiore che, nell’ambito del progetto, sono entrati nell’Istituto penitenziario. «Speriamo che, usciti dal carcere, gli ex-detenuti siano accolti senza troppi ostacoli. Se iniziamo noi a non avere pregiudizi questo sarà più facile, perché la società siamo noi», scrive uno studente che non si firma. E la studentessa Claudia Cambiaghi precisa: «Oltre quel portone, abbiamo oltrepassato quel muro mentale che dall’esterno ti fa parlare del carcere come di un deposito di ferri vecchi, come se lì dentro non ci fossero che rifiuti, come se fosse un cubo di cemento senz’anima». E, invece, di anime ce ne sono molte, sofferenti, tormentate, spaventate. Libro e cd sono stati pubblicati nell’ambito del progetto “Il filo di Arianna”, finanziato su bando volontariato 2008 del Coordinamento dei Centri Servizi al Volontariato della Lombardia, Csv-Lavops, Fondazione Cariplo e Co. Ge., e promosso dalle Associazioni Quarto di Luna, AFAAT, Il richiamo del Jobél, con la cooperazione della Cooperativa sociale Ippogrifo e il sostegno della Casa circondariale di Sondrio e dell’Ufficio Esecuzione Penale Esterna di Como. Sarà possibile acquistare con libera offerta libro e cd nelle librerie e nelle biblioteche. Il 14 dicembre prossimo ci sarà una nuova serata-evento presso la Biblioteca comunale di Sondrio. L’attività continua, nella volontà di agire affinché «il carcere non si traduca in una perdita di umanità e la detenzione non sia concepita solo come pena, ma come occasione di recupero e di riabilitazione», ha scritto la direttrice Antonina D’Onofrio, in una sua lettera di commento al progetto.