“DALLE STELLE ALLE STRADE”
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“DALLE STELLE ALLE STRADE”
Di Pino Giuseppe – Operatore di strada “DALLE STELLE ALLE STRADE” Ivrea – 29 novembre 2013 “Un altro sforzo di fantasia, coraggio! — esortò Sheringham. Maxted si aggiustò la cuffia, sistemandosi meglio gli auricolari. Si concentrò mentre il nastro ricominciava a svolgersi, tentando di captare qualche eco riconoscibile”. J.G. Ballard Amplificazione “Non è lo scegliere che determina le cose, ma la nostra disponibilità verso gli altri”. Jean Claude Izzo Chourmo Il cuore di Marsiglia ARTHUR C. CLARKE 1917 - 2008 LA CITTÀ E LE STELLE 1956 GIOVENTÚ ESTRANEITÁ CONFINI SOCIALI LA CITTÀ E LE STELLE 1956 “Lo straniero aveva imparato a parlare la lingua dell'imperatore, o l'imperatore a capire la lingua dello straniero”. Italo Calvino Le città invisibili “Voglio dire che devo cambiare il mio approccio, devo guardare il mondo con un'altra ottica, un'altra logica, altri metodi di conoscenza e di verifica”. Italo Calvino Lezioni americane - Leggerezza “Quello era il moomento di fare la scelta. Fino a un attimo prima avrebbe potuto tornare sui suoi passi. Ma se varcava quella soglia sapeva cosa sarebbe accaduto, anche se non poteva immaginare come sarebbe andata a finire la sua avventura”; Arthur C. Clarke “La città e le stelle” MARIA TERESA TORTI 1951 - 2001 SOGLIA e NOTTE I luoghi del divertimento, i clubs, le discoteche e i rave, sono mondi paralleli nei quali si varca la soglia della normalità diurna per entrare in uno spazio-tempo eccezionale in cui salta il valore stesso della normalità. SOGLIA e SERVIZI Andare incontro ai consumatori è un movimento nello spazio e nella relazione, nel quale le pratiche e gli strumenti devono adeguarsi a un setting che è naturale per i destinatari degli interventi e non per gli operatori. SOGLIA e NOTTE I luoghi del divertimento, i clubs, le discoteche e i rave, sono mondi paralleli nei quali la soglia della normalità diurna viene varcata per entrare in uno spazio-tempo eccezionale in cui salta il valore stesso della normalità. SOGLIA e IDENTITÀ I giovani sono soggetti polidentitari per necessità. La flessibilità e la mobilità sono le due qualità che il mercato del lavoro richiede loro. Devono saper essere camerieri, studenti, addetti alle vendite e baby sitter. Viviamo in una società in cui il consumo conquista una posizione dominante rispetto alla produzione dell'identità di cittadino POLICONSUMATORE: INTEGRATO POLI-IDENTARIO PRESTANTE Di fronte alle identità multiple dei ragazzi noi dobbiamo attrezzare risposte multiple: LA PROSPETTIVA PLURALISTA Cecile Edelstein Nella prospettiva normativa, il paragone fra un modello di comportamento superiore e gli altri diversi che sono inferiori genera anche dicotomie e gerarchie, mentre nella prospettiva pluralista quello che si costruisce è un confronto che sostiene il riconoscimento reciproco e l'incontro. Nella prospettiva normativa, il paragone fra un modello di comportamento superiore e gli altri diversi che sono inferiori genera anche dicotomie e gerarchie, mentre nella prospettiva pluralista quello che si costruisce è un confronto che sostiene il riconoscimento reciproco e l'incontro. “Non è lo scegliere che determina le cose, ma la nostra disponibilità verso gli altri” andare incontro; riconoscere e accolgliere; abitare la domanda; valorizzare le diversità; valorizzare le competenze dei consumatori; promuovere la cittadinanza per promuovere il benessere; lavorare con un approccio multidisciplinare per rispondere a identità e bisogni multipli. I giovani come stranieri sono invisibili alle città che spesso non si fanno carico dei bisogni di spazio e di opportunità. Noi operatori del welfare in questo segmento dobbiamo assumerci il ruolo di svelare i giovani alle istituzioni. Andare incontro ai fenomeni, uscire dall'istituzione e stare in strada abbassando la soglia: LE UNITÀ MOBILI Le unità di strada che fanno riduzione dei rischi stanno nei contesti di festa. È un dispositivo complesso che lavora sull'informazione, sull'empowerment dei consumatori e sull'ambiente. Si sono trasformate esse stesse dal superamento di quella soglia: gli operatori devono abbandonare il camper tradizionale e allestire aree complesse in cui l'intervento si realizza fra il sanitario, l'educativo e l'animativo. Niente in chill out è solo ciò che appare. Noi siamo un'opportunità che se vuoi cogliere bene, altrimenti possiamo aspettare. Fuori dalla festa i consumatori sono altro, e come abbiamo detto prima in questi contesti il lavoro deve svolgersi su piani diversi di cui l'uso di sostanze è solo una parte. IL PEER SUPPORT: Abbiamo di fronte dei cittadini competenti. I veri esperti del consumo di sostanze, del bad trip, delle dosi utili e delle dosi eccessive sono i consumatori. Tengo a precisare che non sono fra quelli che pensano ai pari come a strumenti da utilizzare ai fini del servizio: io credo fermamente che il peer support sia uno stile di promozione della cittadinanza doveroso per le istituzioni; che ha delle ovvie ricadute positive nell'operatività. È un po' la differenza fra tattica e strategia. Il peer support non è un modo per regolare i messaggi sui linguaggi dei destinatari coinvolgendone qualcuno (tattica), ma è includere nella progettazione dei messaggi i destinatari (strategia). Il peer support non funziona senza la partecipazione. È un'altra cosa. “Aprire l'Istituzione non è aprire una porta, ma la nostra testa di fronte a "questo" malato”. Franco Basaglia (da Lezione agli infermieri, Trieste 1979). “DALLE STELLE ALLE STRADE” Di Pino Giuseppe – Operatore di strada [email protected] Ivrea – 29 novembre 2013