La Sinistra Rivista – Rivista Quadrimestrale - ISSN 2282

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La Sinistra Rivista – Rivista Quadrimestrale - ISSN 2282
LaSinistraRivista–RivistaQuadrimestrale-ISSN2282-3808-Autorizzazionen.23/2013-
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N.9Gennaio2016-Direttoreresponsabile:AlfonsoMarino
LaSinistraRivista–RivistaQuadrimestrale
N.9–Gennaio2016ISSN2282-3808
Direttoreresponsabile:AlfonsoMarino
Redazione:CarloVerdino
Luogodipubblicazione:Napoli/Italia-
Editoreeproprietà:AssociazioneTranseuropaPiazzaCarolina10,80132Napoli(IT)
Presidente:MarcelloChessa
INDICE
Sintesitrattada“Zibaldone”n.426del10gennaio2016……..………...pag.3
ChristopherPhelps.Inovant’annidiPaulSweezy………….……….…......pag.11
AlfonsoMarino.Thepresentashistory:PaulSweezy……........................pag.17
JonKofas.ParisBombingandWestern“Terrorism”Policy……........pag.23
Rapporto.Italiaipocrita,ripudialaguerramavendearmiper54miliardidi
euro…….…………………………………………………………………………………….....pag.27
AlainBourdinChercheur.FrançoisAscher,unepenséepourl’avenir..pag.31
MichaelLöwy.LaudatoSi—L’enciclicaantisistemicadelPapa……...pag.37
AugustoCiuffetti.Cibo,economiemorali,mercatieflussimigratori..pag.41
Banco Mundial. Los efectos del cambio climático sobre la pobreza pueden
reducirse con políticas agrícolas, de gestión de riesgos de desastres y de
salud.………………………………………………………………………………………..…...pag.45
Panxto Ramas from Barcelona en Comú. Ramas: The Municipality of
Barcelonahasanemotionallinkwiththepeople………………………...pag.50
Note da Alfonso Marino nel “Lo spettacolo dell'economia. Paura, povertà,
possibilità”,libreriauniversitariaeditore.…………………………………...pag.53
GiulioAlfredoMaccacaro.Chiòṡa…………………………………………………..pag.54
AbstractandReporttodownload:Don’tBankontheBomb2015…...pag.54
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Da“Zibaldone”n.426del10gennaio2016
Zibaldone
Letture democratiche
Per amici e amici degli amici
L’uomoelemacchine
(ErikBrynjolfssoneAndrewMcAfee,WashingtonPost)Davveroilavoratoririschianodiessererimpiazzati
dalle macchine come è successo ai cavalli un secolo fa? In realtà, abbiamo ancora notevoli margini di
vantaggiosiasugliequinichesullemacchine,acominciaredallacapacitàdigestireilcambiamento.Maè
oradidiscuteredeltipodisocietàchesivuolecostruireintornoaun’economiaabassaintensitàdilavoro.
Nel 1930, dopo l’avvento dell’elettrificazione e del motore a combustione interna, John Maynard Keynes
predissechequelleinnovazioniavrebberoportatoaunaumentodellaprosperitàmaterialemaancheauna
diffusa “disoccupazione tecnologica”. Nel 1964, all’alba dell’era dei computer, un gruppo di scienziati e
teorici sociali inviò al presidente statunitense Lyndon Johnson una lettera aperta per ammonire che la
cibernetizzazione <comporta una capacità produttiva pressoché illimitata, che richiederà sempre meno
manodopera umana>. Di recente, molti hanno sostenuto che il rapido progresso delle tecnologie digitali
potrebbelasciareperstradamoltilavoratori:equestoècertamentevero.
Sull’altrofrontecisonocolorochenonvedonopericoliperilavoratori.Lastoriaèdallaloroparte:isalari
realieilnumerodeipostidilavorohannoconosciutounaumentorelativamentecostanteintuttoilmondo
industrializzatosindallametàdell’Ottocento,ancheafrontediunosviluppotecnologicosenzaprecedenti.
Un rapporto della National Academy of Sciences del 1987 ne spiegava i motivi: <Riducendo i costi di
produzione e abbassando di conseguenza il prezzo di un particolare bene in un mercato competitivo, il
cambiamento tecnologico comporta spesso un aumento della domanda di produzione: una maggiore
domandadiproduzionegeneraunaumentodellaproduzionestessaequindidellamanodoperanecessaria
aprodurrequeldatobene>.
Quest’idea-ovverocheilprogressotecnologicopossaridurreeilivellidioccupazione–èstataliquidata
come<l’erroredellaquantitàfissadilavoro>.Sarebbeunerroreperchénonesisteunaquantitàstaticadi
lavoro,dalmomentocheilavoripossonocrescereall’infinito.Nel1983l’economistapremioNobelWassily
Leontiefreseildibattitopiùpopolareintroducendounconfrontotragliesseriumanieicavalli.Permolti
decenni,l’impiegodeicavallierasembratoresistereaicambiamentitecnologici.Perfinoquandoiltelegrafo
aveva soppiantato il Pony Express, la popolazione equina degli Stati Uniti aveva continuato a crescere,
aumentandodiseivoltetrail1840eil1900,sinoasuperarei21milionitracavalliemuli.Glianimalierano
fondamentalinonsoltantonellefattoriemaancheneicentriurbaniinrapidosviluppo,dovetrasportavano
merciepersone.
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Poi, però, con l’avvento e la diffusione del motore a combustione interna, la tendenza subì una brusca
inversione. Quando i motori furono applicati alle automobili in città e ai trattori in campagna, i cavalli
divenneroinlargamisurairrilevanti.Nel1960,negliStatiUnitisenecontavanoormaiappenatremilioni.
Se all’inizio del Novecento si fosse aperto un dibattito sul destino del cavallo, qualcuno magari avrebbe
formulato una equine labor fallacy, basata sulla resilienza dimostrata dall’animale fino ad allora. Ma la
teoriasisarebbedimostratabenprestofalsa:unavoltaaffermatasilatecnologiagiusta,lasortedelcavallo
comeforzalavoroerasegnata.Èpossibileunasvoltasimileperlaforzalavoroumana?Iveicoliautonomi,i
chioschi self service, i robot da magazzino e i supercomputer sono i segni premonitori di un’ondata di
progressotecnologicocheallafinespazzeràviagliesseriumanidallascenaeconomica?
Perl’economistaLeontieflarispostaeraaffermativa:<Ilruolodell’uomocomefattorefondamentaledella
produzionenonpotràcheridursi,propriocomeilruolodeicavalli>.Magliesseriumani,perfortuna,non
sono cavalli e a Leontief erano sfuggite alcune differenze, molte delle quali fanno pensare che l’uomo
rimarràunfattoreimportantedell’economia.Seppureillavoroumanodiventassemoltomenonecessario,
lepersone,adifferenzadeicavalli,possonoadoperarsiperscongiurarel’irrilevanzaeconomica. Ilmotivo
piùcomuneaddottoperdimostrarechelaquantitàdilavorononèfissaeimmutabileècheibisogniumani
sono infiniti. In effetti, nel corso dell’intera storia moderna i consumi procapite non hanno fatto che
aumentare.Questatesi,perquantoconfortante,èerronea,perchélatecnologiapuòrecidereillegametra
desideri infiniti e piena occupazione. Gli ultimi progressi lasciano intendere che non è più fantascienza
immaginareminiere,fattorie,fabbricheeretilogistichecompletamenteautomatizzatecherifornisconola
popolazionedituttoilciboeiprodottidicuinecessita.
Molti servizi e lavori intellettuali potranno essere anch’essi automatizzati, dal ricevere ordinazioni
all’assistenza clienti, all’esecuzione dei pagamenti. Forse in un mondo siffatto ci sarà ancora bisogno di
esseriumanichesappianoidearenuovibenieservizidaconsumare–manonneservirannomolti.Ibisogni
illimitati non sono una garanzia di piena occupazione in un mondo dalla tecnologia sufficientemente
avanzata. Dopo tutto, se anche le esigenze di trasporto degli umani crescessero all’infinito – e sono
cresciute enormemente nel secolo scorso – ciò avrebbe scarse ripercussioni sulla domanda di cavalli.A
menoche,ovviamente,noncirifiutiamodifarciservireesclusivamentedarobot.Èquestalabarrierapiù
solida contro un’economia totalmente automatizzata e il motivo più valido per cui la forza lavoro umana
nonscompariràinunprossimofuturo.
Noi siamo una specie profondamente sociale, e il desiderio di contatti umani si riflette sulla nostra vita
economica.Inmoltedellecosepercuispendiamoinostrisoldic’èunesplicitoelementointerpersonale.Ci
riuniamo,ateatrooallostadio,perapprezzarel’espressivitàol’abilitàumane.Iclientiabitualidiuncerto
bar o ristorante vi si recano non soltanto per il cibo e le bevande, ma anche per l’ospitalità. Allenatori e
trainer forniscono una motivazione che è impossibile trovare nei libri o nei video di esercizi. I buoni
insegnanti trasmettono agli studenti l’ispirazione per continuare ad apprendere, psicologi e terapeuti
stringonoconipazientilegamicheliaiutanoaguarire.Inquestiemoltialtricasi,l’interazioneumananonè
marginale bensì cruciale per la transazione economica. Anziché enfatizzare la quantità delle esigenze
umane, sarebbe meglio concentrarsi sulla loro qualità. Gli esseri umani hanno bisogni economici che
possonoesseresoddisfattisoltantodaaltriesseriumani,eciòrendemenoprobabilechefacciamolafine
deicavalli.
Comecambiaillavoro
(Roger Abravanel, Corriere) Il lavoro cambia ma i vecchi riti restano. E a farne le spese sono le relazioni
industriali, che invece di adattarsi alla competitività complessiva del sistema, privilegiano un semplice
mantenimentodellasituazioneattuale.Bastipensareallegametralavoroetempodipermanenzasulluogo
di impiego che è andato modificandosi nel corso degli ultimi anni. Il ministro Poletti ha sì provato a
introdurreiltema,ricevendoincambiosolounapiccatareazionedelsindacatochelohadefinitounUfo,
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colpevoledivolerripristinareilregimedelcottimo(l’operaioerapagatoinfunzionedelnumerodeipezzi
che produceva). Chi conosce il mondo del lavoro del XXI secolo, sa quanto è cambiato il contenuto e le
competenze di chi lavora oggi nelle imprese industriali. Sono finiti i tempi quando operai alla linea di
montaggiooimpiegatiallineatiingrandistanzonieranooccupatiaprodurrepezziefatture,secondocerte
proceduredecisedaicapi.
Oggiimanufattisonomoltopiùcomplessi,siatecnologicamentesiaoperativamente,glioperailavoranoin
squadra, modificano i progetti dei componenti se non funzionano, e vanno all’estero da soli a montarli,
quando bisogna assemblare l’intera macchina, oppure a fare la manutenzione. Persino l’assemblaggio di
un’autononèpiùlastessacosa,ilnumerodivariantidiunmodelloèenormementepiùgrandeelacatena
diapprovvigionamentosullalineaèdiventataimaoperazionecomplicata,dovel’operaiohaunruolochiave
nel risolvere problemi. Alla fine, anche nelle fabbriche conta sempre meno la presenza o l’assenza
dell’operaio e sempre di più la qualità della sua prestazione. Il cottimo paventato da Susanna Camusso è
poco applicabile, anche volendo. Ma c’è un altro aspetto importante. I lavoratori nelle fabbriche
diminuiscono progressivamente; ormai l’occupazione è soprattutto nei servizi (telecomunicazioni,
assicurazioni,commercio,turismo,professioni,trasporti)cheoggirappresentanol’8o%deipostidilavoro.
Neiservizi,iltempospesodallavoratorecontaancorameno:noncisiaspettapiùdall’addettaalcheck-indi
un aeroporto solo che sia presente e accetti il più alto numero di passeggeri, ma che sappia risolvere
problemisenzachiamareilcaposcaloquandounvoloècancellatoeilsuocliente-passeggerodeveessere
reindirizzato. L’addetto al cali center di una società di telefonia o di una pay tv che deve risolvere un
problemadiunclientespessonervoso,nonpuòesserevalutatosolosultempochepassaallapostazioneo
sul numero delle chiamate a cui risponde. Tanto più che le tecnologie digitali rendono inoltre il tempo
fisicamente passato sul posto di lavoro ancor meno rilevante. Queste tendenze accelerano la
marginalizzazionedelsindacatoiniziataconlariduzionedell’importanzadeicontrattinazionaliafavoredi
quelliaziendali.Iltemadelrapportotempo-lavorohaapertounverovasodiPandora.
Oggi, un operaio o impiegato non deve essere più tutelato dal sindacato nei confronti di capi
rappresentantidiunpadronesfruttatore.Illavoratoreconsensodiresponsabilità,spiritocritico,capacità
dirisolvereproblemièluistessouncapoesehaunsupervisorenonèpiùqualcunochecontrollalesue
pause,maunapersonachesipreoccupadelsuogradodimotivazioneedicrescitaperdareilmegliodisé.
Nel XXI secolo, il lavoratore capace per l’azienda è diventato un patrimonio, che vale più di costose
macchineautomatizzate.Perilsindacatoquestetendenzesonounrischioquasifataleperchéloescludono
definitivamentedalsuoruolostoricodiunicatuteladellavoratore(ovviamentesoloquelloiscritto).Restail
temachiavedistabilirequalirelazioniindustriali,daicontrattidilavoroaisistemidiincentivazione,siano
adattealXXIsecoloenonaquelloscorso.
Comecambianogliassettisociali
(MauroMagatti,Corriere)Gliassettisociali,politicieistituzionalideiPaesiavanzatisonosottopressione.È
evidente che siamo entrati in un nuovo mondo: ne saremo all’altezza? In una società sommersa dai beni
materialieavvoltadalflussocontinuodellacomunicazionenonèpiùladisuguaglianza,comedovrebbe,a
strutturareilconflittosociale.Almenoapparentemente,aprevalereèpiuttostolaquestionedellasicurezza
epersinodellaintegritàfisica:isingoliindividui,inseritiinretisocialisemprepiùpiccoleefragili,sisentono
esposti a tutto: alla violenza, al terrorismo, alla delinquenza spicciola, all’inquinamento, alle sofisticazioni
alimentari,allescorribandefinanziarie.Vulnerabiliesoliinunasituazionedigrandeinstabilità:comesifaa
non essere arrabbiati? In realtà, l’intensità di questo sentimento di abbandono ricalca in modo piuttosto
preciso la curva delle disuguaglianze sociali. I ceti più abbienti e più istruiti avvertono solo debolmente
questi rischi, sia perché ne sono obiettivamente più protetti; sia perché hanno più strumenti culturali a LaSinistraRivista–RivistaQuadrimestrale-ISSN2282-3808-Autorizzazionen.23/2013-
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disposizione per leggere quanto sta avvenendo. Sono invece soprattutto i ceti popolari, verso cui
convergonoquotesemprepiùampiedelcetomedioimpoverito,aesserneinteressati.
Le conseguenze sui sistemi politici, già evidenti da molti anni, esplodono oggi di fronte alle bombe dei
terroristieairischidiguerra.Conilrisultatocheinquestafasestorica(enonèlaprimavolta!)laprotesta
sociale viene monopolizzata da partiti populisti e di una nuova destra. Si guardi lo stato delle principali
democrazie: dappertutto si vedranno partiti istituzionali indifferentemente di centrodestra o di
centrosinistrailcuiobiettivoècercaredisalvareilsalvabile.Semprepiùspessoconun’alleanzadigoverno
che mette insieme quello che rimane dei partiti tradizionali per mantenere la governabilità (scenario nel
quale da tempo si trovano Germania e Italia e verso cui tendono le recenti elezioni in Francia e Spagna).
Tutto attorno, quasi fisicamente, nei palazzi del potere si organizzano i gruppi che crescono sfruttando il
malcontento.Traiqualiprevaleunimmaginariolegatoall’ideadiordineedipulizia.NonsoloinUngheriae
in Polonia, ma persino in Svezia, a crescere sono i partiti che si richiamano a questi principi. Di fatto, dal
FrontNationalfrancese,allaLegaitaliana,finoall’AmericadiTrump:nessunPaese,inquestomomento,ne
èimmune.
Sonoormaiannichetaledinamicasièinnescata.Eperquantosipossadirecheglianticorpidemocratici
sonoforti,ilcerchiosembrastringersisempredipiù.Ancheperché,acausadellepersistentiinstabilità,la
basesocialechesostienel’ordineelademocraziatendearestringersi,stretticomesiamotraledifficoltà
interne e gli attacchi esterni. La protesta va nella direzione di una società che vuole chiudersi. Quasi il
ritornodiunpendolo:dopolastagionedell’individualismospinto,l’aperturavienevistacomeilfattoreche
radicalizzaiproblemisociali.Neifatti,lacapacitàdiattrazionedelpensieroneoliberistasièenormemente
ridottarispettoaitempidiReaganedellaThatcher.
Ancheperché,damoltipuntidivista,èproprioilliberismoselvaggiounadellecausedellasituazionenella
quale ci troviamo. A difendere i resti di quella dottrina rimane solo un establishment economico,
istituzionale, culturale, tendenzialmente impaurito e privo di idee, che fatica a capire quello che sta
accadendo:ecioècheilprogettodell’ultimapartedelsecolo,chesiimmaginavaunindividualismosempre
più spinto associato a un cosmopolitismo astratto, non funziona più. Ancora dominate dall’etica
individualisticaeconsumistica(cheovviamenterimaneprevalenteancheneglistessiceticheprotestano),
leéliteostinatamentesembranononsaperriconoscere,eancormenointerpretare,ilbisognodiffusodiun
maggiorlegamesociale.Un’ombracheavvolgetantolapopolazioneanzianaquantoquellagiovanile.
Attenzioneperò:aessereregressivesonolerisposteprospettate,nonladomandachesaledallasocietà.
Forsequistailpunto,checontinuaaessererimosso:unavoltachelastoriacihacostrettialasciarealle
spalleilneoliberismo,qualemodellodicrescitacapacedicombinarelaproiezionealcambiamentoconil
bisogno di radicamento è possibile immaginare? È nella difficoltà a rispondere a questa domanda che si
misural’inadeguatezzadell’offertapoliticadiquestianni.Percolmareildivariochesièaccumulatotrala
vita delle persone e i modelli teorici di riferimento, occorre aggiornare al più presto le nostre mappe
cognitiveeconcettuali.Reintegrandoilbisognodisicurezzanellacornicedellanostravitasociale.Nell’idea
stessadicrescita.Abbiamopocotempo.Malarispostagiustapuònasceresolosesiascoltaesirisponde
alladomandachesaledalprofondodellenostresocietà.
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IntervistaaAngusDeaton
PremioNobelperl’Economia
(Paolo Mastrolilli, La Stampa) <Il rallentamento della crescita economica nel mondo ricco, a partire
dall’Europa anche prima della crisi finanziaria, è una delle minacce più gravi che abbiamo davanti>. E’
l’allarme che lancia il professore della Princeton University Angus Deaton, poco dopo aver ricevuto il
premioNobelperl’economia.Intervistaviastreaming.Direcenteleihadetto:<Ilmiomessaggiogenerale,
le mie misurazioni, tendono a mostrare che le cose stanno migliorando, ma c’è ancora molto lavoro da
fare>. Questo miglioramento è vero anche per l'Europa, e qual è il lavoro che essa deve ancora fare per
ottenereunacrescitaeconomicapiùforte?<E’verochehopassatoparecchiotempoadimostrarecomeil
mondostiadiventandounluogomigliore.Durantegliultimi250annil’umanitàsiètrasformatadall’essere
una entità vicina alla povertà estrema, a una società dove molti di noi vivono vite più ricche e possono
esprimere al meglio i propri talenti e le proprie capacità. Però enfatizzo anche che c’è ancora molto da
fare>.
LeiècresciutoIncondizionieconomichedifficili:quantol'hainfluenzataquestofattonellasceltadeitemi
dastudiare?<Hoavutopochisoldialmenofinoaquandohofattoildottorato.Nondicocheesserepovero
aiuta,peròtidàunaprospettivapiùchiaradelmondo.Cisonopersonechevivonoinquestacondizione,eil
loro stato ha serie conseguenze per ognuno di noi. Ci sono minacce, e una delle più gravi per tutti è il
rallentamentodellacrescitaeconomicanelmondoricco,decenniodopodecennio,ancheprimadellacrisi
finanziaria del 2008. Questa crisi però ha reso la situazione ancora più dura>. Perché? <Il rallentamento
rende tutto più difficile, complica le scelte della politica, abbassa la qualità della vita delle persone,
soprattuttoperlagenteinfondoallascalasociale.Sesommiquestofattoallacrescentediseguaglianza,ti
rendicontochemoltagentenelmondoriccostasoffrendo.Lelorovitepeggiorano,eparecchivedonoil
peggioramento come una conseguenza delle buone cose che invece stanno accadendo nel resto del
mondo.Questoèunsentimentodavverodifficiledaaffrontare>.
Come mai fatichiamo a capirlo? <Se mio padre non si fosse ammalato di tubercolosi durante la Seconda
GuerraMondiale,iononsareineanchenato,perchéluisarebbemortoinun’operazionemilitareacuiera
stato destinato, dove tutti i soldati persero la vita. Poi fu lui, minatore del carbone, a spingermi verso
l’accademia>. A cosa si sta dedicando ora? <Studio soprattutto l’impressionante aumento della mortalità
fra gli americani di mezza età. Persone che si tolgono la vita, o muoiono di overdose. Ritengo che la
disuguaglianza sia una delle minacce più gravi della nostra società, perché influenza tutto. Ha un effetto
sulla politica, ma anche sulle scelte riguardo i cambiamenti climatici, che molti rifiutano di affrontare
perché vanno contro i loro interessi. Temo un mondo dove i ricchi fanno le regole, e gli altri devono
obbedire.C’èmoltagentechestasoffrendo,acausadellaglobalizzazione.Personedimezzaetà,istruitee
non,chevedonosvanirelepromessedibenessereconcuieranocresciute,evedonocrollareilororedditi.
Sonolepersonechemuoionodioverdoseosisuicidano,estannocambiandol’interoprofilodellamortalità
negli Stati Uniti. Non dico che tutto questo sia provocato in maniera diretta dalla disuguaglianza, ma
certamentel’estremadisuguaglianzastapeggiorandolecose,creandoquestaemergenzacheorastudio>.
Estremasinistra
(Michele Salvati, Corriere) L’ultimo libro di Marco Revelli, Dentro e Contro, è un attacco all’arma bianca
control’attualecapodelgovernoitaliano.Diquestoinfattisitratta,unpamphletpartigianoscrittodaun
punto di vista di estrema sinistra. Chi condivide questo punto di vista troverà nel libro, esposte in modo
brillante,tutteleaccusechequestapartepoliticarivolgecontroRenzi.Accusecheriguardanolafasedella LaSinistraRivista–RivistaQuadrimestrale-ISSN2282-3808-Autorizzazionen.23/2013-
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“resistibile ascesa” del premier/segretario e dunque rivolte, oltre che contro di lui, contro chi non l’ha
impedita: contro l’insipienza di chi gli era contrario nel partito e contro la connivenza delle supreme
istituzioni(leggiNapolitano),neldifacilitarlonellasuascalata.MaancheaccusecheriguardanoilRenzidi
governo,controleriformechehapromossoelepolitichechehaperseguito.Illettorenontroveràinvece
un’analisiragionatasullesuemodalitàdiconquistarelamaggioranzanelsuopartitoeunampioconsenso
nelPaese.PerqualiaspettiessedifferisconodaquelleadottatedaileaderdemocraticidialtriPaesi?Edi
nuovo il lettore non troverà un’analisi - di nuovo, ragionata e comparata - delle riforme che in parte ha
fattoostatentandodifare:checosafannodiradicalmentediversoicapideigovernidemocraticidialtri
Paesi?
MarcoRevellièprofessorediscienzepoliticheall’UniversitàdelPiemonteOrientaleeconosceleprofonde
trasformazioni che hanno attraversato negli ultimi vent’anni le modalità di conquista del consenso
democratico: possono non piacerci, possiamo rimpiangere la vecchia democrazia dei partiti, ma nella
democraziapersonalizzataetelevisivadioggi,confuseoprofondamentetrasformatelevecchiefratturedi
classe,inutilizzabililevecchienarrazioniideologiche,lemodalitàorganizzativeecomunicativedelpassato
sono destinate alla sconfitta: ha fatto male Renzi, per cercare la vittoria, a rivoluzionare le forme di
comunicazionepoliticadelsuopartito,aimperniareilsuomessaggiosullarottamazioneesulsuocarisma
personale?Èpopulismoquesto?Sesì,allorasonopo-pulistigranpartedeileaderdemocraticieuropei.E,
ancorpiùimportante,sonopopulistelepolitichechehaadottatoinseguito,quandoèdiventatopresidente
delConsiglio?
IlconcettodipopulismoèdifficiledadefinireeladefinizionechenedàRevellinelsuosaggio-proprioper
includerviilpopulismodiRenzi-alledifficoltàchegiàcisono,aggiungeunaconfusioneevitabile:seSyriza,
Podemos, il Front National, la Lega, il Movimento 5 Stelle sono populisti, come gran parte degli studiosi
affermano,allorailPddiRenzinonloè,perchésostienepoliticheoppostealleloro,politichecompatibili
con i vincoli europei e accettabili dall’Unione. Uno dei pochi caratteri comuni a tutti i populismi è invece
quello di proporre politiche molto popolari allo scopo di ottenere un facile consenso elettorale, politiche
all’apparenzafavorevoliallagranmassadellapopolazione,machepoinonpossonoesseresostenutedal
reddito del Paese e sono incompatibili con i vincoli europei o internazionali. Politiche che, se attuate,
condurrebberoadisastri,perevitareiqualidovrebberorapidamenteessererevocate:insommaquelloche
èsuccessoinGrecia.Naturalmentequestavalutazionepuòesserecontestata,maallorabisognafarlocon
buoni argomenti, ad esempio dimostrando che un’uscita dall’euro non sarebbe così traumatica per un
grandePaesecomeilnostroeledifficoltàinizialisarebberorapidamentesuperatedaunperiodosuccessivo
difortecrescita.Diquestadimostrazionenellibrononc’èneppureiltentativo.
Lasciandodapartelaconfusionesulconcettodipopulismoediconseguenzal’accusaaRenzidi“populismo
digoverno”,moltopiùsemplicementesipuòaccusareRenzidinonfarelepolitichedisinistrachepiacciono
a Revelli o a quelli che la pensano come lui. Il che è vero, naturalmente, ma Renzi non ha mai detto di
volerlefare.HaottenutoilconsensodelsuopartitoestacercandoilconsensodelPaesesuunprogramma
deltuttodiverso-liberaldemocratico,dicentrosinistra,ocomecomunquelosivogliadefinire-sostenendo
che le riforme da lui proposte avvieranno l’Italia verso una fase di maggiore governabilità, di buona
efficienzaamministrativa,dicrescitapiùforteemegliodistribuita.Equidicritichenepossiamofarfioccare
aiosa,esumoltiaspettidelleriformerenziane:loscostamentotragliobiettividichiaratieirisultatisinora
ottenuti sta infatti raggiungendo un’ampiezza preoccupante (anche se ci sono quelli che sostengono che
rispetto al passato si sono fatti passi da gigante). Ma si tratterebbe di critiche che, per orientamento e
natura,sarebberomoltodiversedaquellecheglirivolgeRevelli.
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Problemiditraduzione
(MassimoGramellini,LaStampa)Afineanno,ilblogdiBeppeGrillorilanciaval’intervistaalFinancialTimes
del premier in pectore dei Cinquestelle, Luigi Di Maio. I toni del blog erano enfatici e un po’ provinciali,
comesuccedespessoanoiitalianiquandoun’istituzionebritannicasidegnadiabbassarelosguardosulle
nostremeschineesistenze.Ilgiornaledellasupercastadeisoldi,consacravalaparaboladeipentastellatifin
daltitolo,definendoli<maturiperilgoverno>.Sfuggonoleragionipercuiunmovimentocheprendevotiin
odioall’establishmentdovrebbeguairedifelicitàpergliattestatidistimadelnemico.Mapersinoquesta
bizzarria sarebbe passata inosservata in mezzo ai botti di san Silvestro, se non fosse accaduta una cosa
inaudita:qualcunosièpresolabrigadileggereilFinancialTimesinoriginale.Equestoqualcunoèunbieco
economistaedeputatodelPd(duedisgrazieinunsolodestino).GiampaoloGalli-ilnomedelreprobo-ha
scoperto che il titolo originale era più controverso e comunque diverso: <Il M5S vuole essere preso sul
serio>.Echealcuneparolineantipatichecomepopulisteranomisteriosamentescomparsenellatraduzione
italiana.Ora,delleduel’una.Oigrillininonconosconol’inglese(probabile),eallorasonodeidilettantiné
più né meno (ma forse un po’ di più) di chi ci governa. Oppure lo conoscono così bene da avere
volutamente manipolato la realtà a fini di propaganda. E anche in questo caso si stenta purtroppo a
scorgereunagrandedifferenzaconlaclassedirigentechevorrebberosostituire.
Perditeditempo
(Luca Sofri, Wittgenstein.it) Giuliano Ferrara scrive sul Foglio della grandissima “perdita di tempo” che è
protagonista delle nostre vite, costituita attualità irrilevanti. Dice Ferrara: <Vedo le immagini del povero,
simpaticoeinutileSalvinichesiaggiraperMoscaconunasciarpaeunsorrisosperduto:quantechiacchiere
su di lui, quante ipotesi, e che enorme perdita di tempo. Tutti quei sondaggi, quegli interrogativi su
abboccamentisegreti,laricostruzionedelladestra,laliteconglizingari,l’ereditàdellalegadiBossi,iltorso
nudo,lacravattonaverde,padroniacasanostra,l’abbraccioconLePen.Rivadoal2015comeannogreco:
quantotempoabbiamopersoappressoalleubbiediVaroufakis,allegradevolimainessenzialimondanitàe
accademiedell’economistagrecoscatenatocontroilMinotauroglobale.Eraunabanalequestionedidebito
edipoliticadeisoldi,sièconstatatochel’ascetismohaunlimite,nonsopportaillimitedeisessantaeuro
quotidiani di contante erogato da banche in stato fallimentare, e ci vuole altro debito per sostenere il
debito,eperconvincereicreditoribisognafareibraviragazzi,nonglispendaccioniumanitari.Maeratutto
chiarodasubito,poimesiemesidistorytellingnelpaesecheciavevadatoilmito,lastoriografiaealtre
coseclassicheeserissime.Saràcosì,ancoracosì,ancoratempopersoinquantità,ancheperTrump,perle
Le Pen, per Pablo Iglesias e gli altri? Quanto tempo perdiamo appresso alle esagerazioni di Brunetta, Di
Battista e altri vocianti e petulanti? Insomma, il tempo ha un suo peso, un suo profilo, una sua stretta
necessità; il fatto di dissiparlo a vanvera non può non avere conseguenze>. Così scrive Ferrara, che ha
completamenteragione:lamediocritàeinutilitàdeicontenutidellapoliticamaanchedellacronacadicui
siamo indotti a preoccuparci non è solo una questione da imbarazzata e rassegnata alzata di spalle,
accompagnatadalcommento“chescemenzeinutili”,mentreceneandiamodaun’altraparte.Noncene
andiamodanessunaparte,invece.Lafuffaoccupaquotidianamenteedestesamentelospazioeiltempo
che potrebbero essere destinati a pensieri e progetti migliori, a più proficue comprensioni delle cose. Il
fatto è che la “perdita di tempo” intorno a temi volatili e insignificanti è un prodotto commerciale come
altri, alla cui utilità siamo portati a credere, dal sistema dei media soprattutto. Corrisponde come altri a
quelvecchiodiscorsosui“bisogniindotti”,osuiprodottichecompriamoanchesenonciservonoperchéun
sistema culturale e di comunicazione ci convince che ci servano: “notizie” cicliche e ripetute ogni volta
uguali,allarmi,storiefalseelelorosmentiteepoidaccapo,uscitedall’euro,tensionieconcitazioniintorno LaSinistraRivista–RivistaQuadrimestrale-ISSN2282-3808-Autorizzazionen.23/2013-
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al nulla, scissioni del Pd, tutte queste cose sono un prodotto, in assenza del quale i media sarebbero
costrettiacercaredivendernealtri,magaridiminoreimpattosulmercato.Perchédiquestecoseintanto
c’èdomanda,unadomandaottusacreataappuntoartificiosamentegraziealconcorsoquasiunanimedel
sistemadell’informazioneedeiprodottieditoriali.Estiamoparlandodiun’industriaestesissima,congrandi
volumieconomici(eincrisi,quindiinmaggioraffannoepanicodasvendita)emoltissimepersonecheci
lavorano.Rinunciarequindialla“perditaditempo”,comeproponeFerrara-olimitarla-sitrattidiSalvinio
diBrunettaodimoltialtri,èlastessacosachenonvedereilnuovoGuerreStellariononascoltareilnuovo
discodiAdeleononcambiareiltelefoninoognidueanni.Sipuò,mailmondointornoticonvincediessere
unestraneoetifatemeredistareperdendoqualcosadifondamentale:nonloèquasimai,esirivelaogni
voltanelgirodipochigiorni,rendendopalesequaleperditaditemposiastata.Manonfacciamointempoa
rifletterci,perchéstiamogiàperdendotempoconqualcos’altro.
Citazione
C’èmaistatoungovernochenonsisiadichiaratoriformista?Mai:tuttiigoverni,didestraedisinistra,di
sopra e di sotto, ci hanno sventolato sul naso le proprie riforme. D’altronde ogni legge introduce una
riformasullalegislazionepreesistente,eigovernistannolìproprioperdettareleleggi(MicheleAinis)
[email protected]
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IlfondatoredellaMonthlyReview(Maggio1999–numerospecialeperilcinquantenariodellarivista)
INOVANT'ANNIDIPAULSWEEZY
diChristopherPhelps
Paul M. Sweezy compie novant'anni, e vogliamo dire che gli siamo grati. Grati perché, nella nostra
giovinezza,èstatounodiquellichecihainsegnatounmarxismoconvintoeappassionatomanonirrigidito
dal dogmatismo, sempre aperto al confronto delle idee e curioso dei fatti. E perché, in un grande
isolamento, negli anni più duri dell'America della guerra fredda, ha continuato una battaglia culturale e
politica mantenendosi sul terreno di una lucida razionalità e con inesauribili risorse di speranze. Perciò
pubblichiamoun'ampiapartediun'intervistanellaquale,parlandodellasuavita,raccontaanchelastoria
"delmarxismosuoedeisuoicompagni"(Huberman,Baran,Magdoff,Bravermann).
Uno dei fondatori della Monthly Review, Paul Sweezy ha dato un contributo ampiamente riconosciuto
all'economia,allastoriaeall'analisipolitica.Natonel1910aNewYorkCity,figliodiundirigentedibancadi
Wall Street, Sweezy ha studiato alla Philips Exeter Academy e alla Harvard University, dove è stato
presidente degli "Harvard Crimson". Si è laureato nel 1931. Ha trascorso poi l'anno accademico 1932-33
presso la London School of Economics, dove è entrato in contatto col marxismo, e ha fatto ritorno ad
Harvardperildottorato.Nel1937haottenutoilP.h.D.discutendolatesiMonopolyandCompetitioninthe
EnglishCoalTrade,1550-1800,pubblicatal'annosuccessivodallaHarvardUniversityPress.Neicinqueanni
seguenti Sweezy ha insegnato economia a Harvard per poi passare - nello stesso anno in cui è stato
pubblicatoilsuosaggiofondamentaleTheTheoryofCapitalistDevelopment,OxfordUniversityPress,1942
(La teoria dello sviluppo capitalistico, Einaudi) - alla divisione di analisi e ricerca dell'Office of Strategic
Services (che diventerà dopo la guerra la Central Intelligence Agency) per il quale ha curato il rapporto
riservatoEuropeanPoliticalReport.TornatonegliStatiUnitinell'autunnodel1945,Sweezydecise,difronte
alla sicura minaccia di vedersi rifiutare la cattedra, di lasciare Harvard. Nel 1946 ottenne una borsa dal
SocialScienceResearchCouncilesitrasferìnelNewHampshire,dovescrisseSocialism(McGraw-Hill,1949).
Tutte le sue opere successive sono state pubblicate dalla Monthly Review Press. Sweezy è co-autore di
Cuba: Anatomy of a Revolution, (1960) (Cuba: anatomia di una rivoluzione, Einaudi) e di Socialism in
Cuba,1969,conLeoHuberman(IlsocialismoaCuba,Dedalo);diMonopolyCapital(1966)conPaulA.Baran
(Il capitale monopolistico, Einaudi); e con Harry Magdoff, di The Dynamics of U.S. Capitalism (1970), The
EndofProsperity(1977),TheDeepeningCrisisofU.S.Capitalism(1980),StagnationandFinancialExplosion
(1987)eTheIrreversibleCrisis(1988).IsuoiarticolieconferenzesonoraccoltiinThePresentasHistory,
(1953) (Il presente come storia, Einaudi), Modern Capitalism and Other Essays (1972) (Capitalismo
moderno,Liguori),PostRevulutionarySociety(1980)eFourLecturesonMarxism(1981).
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Ilmarxismodella"MonthlyReview"
Quali sono, a tuo avviso, i maggiori contributi teorici apportati alla teoria marxista dalla Monthly
Review?
L'approcciodellaMonthlyReviewerainsintoniaconlospiritodiMarx-rivoluzionario,non-riformista,nonrevisionista-ederaaltempostessonon-dogmaticoenon-fondamentalista,poichéavevacapitocheMarx
nonrappresentaundogmaassoluto,maneanchel'opposto.Abbiamopresoattocheunsecolodoposono
sortinuovifenomenidiognisorta,chedevonoessereaffrontatinellospiritodiMarxenondaunqualche
tipodiesegesidiMarx.Direichequestaèlaprimae,inuncertosenso,laprincipalecaratteristicadiquesta
tendenza. Esiste una divisione all'interno del marxismo internazionale e di quello nordamericano, tra chi
vuoleliberarsidigranpartediciòcheèessenzialeevalidonelmarxismo-comelacentralitàdelleclassiola
teoriadelvaloredellavoroeisuoicorollari-echiinvecesostieneunatendenzaoppostaecercatuttele
rispostenelCapitale.Trairevisionistiradicali,chevoglionoeliminaretuttooriesaminarloinogniparte,e
quelli che non vorrebbero cambiare nulla, noi stavamo proprio tra i due poli opposti, nel senso che
volevamo mantenere le metodologie, lo spirito e il carattere centrali del marxismo ma non in un senso
fondamentalistaedogmatico.
Questo ha portato allo sviluppo di diverse idee nuove volte ad affrontare i cambiamenti che hanno
caratterizzato quest'ultimo secolo. Tra queste, molte risalgono certamente al passato. Per esempio,
l'origine di problematiche legate all'attività finanziaria e al monopolio è da ricondurre con Hilferding
intorno al 1909-1910 e senza dubbio a Lenin. Non c'è niente di totalmente nuovo al riguardo, ma i
fondamentalisti non hanno mai veramente voluto cambiare niente delle teorie originarie per sviluppare
ideechenonsitrovasseroneitestisacridelpassato,inparticolaredell'epocadiStalin.Lamaggiorpartedi
questi temi, non tutti ma la maggior parte, vengono almeno accennati nella Teoria dello sviluppo
capitalistico: approcci non nuovi ma recenti e aggiornati su questioni quali il ciclo economico, la lunga
stagnazione salariale, l'intera questione del comportamento macroeconomico del capitalismo, il processo
diaccumulazione,ecc.Lenuoveideesulprocessodiaccumulazionechehasemprepiùintegratoglisviluppi
monopolistici e finanziari delle grandi imprese multinazionali e così via, che hanno cominciato a sorgere
intorno all'inizio del nuovo secolo, vengono completamente negate dai fondamentalisti: loro sostengono
che non vi sia stato un cambiamento effettivo poiché la grande impresa avrebbe sostituito la piccola
impresagiàapartiredall'epocamarxista;lateoriaoriginariacontienegiàtuttoquestoepuòspiegareogni
cosa;laconcorrenzasimanifestasìinmodidiversi,maproducendoglistessieffetti.Questaideanonera
rispondenteallanostraemisembrachestiadiventandosempremenodiffusatraimarxisti.
IlsecondoargomentoriguardailpassoavantidiBaransulrapportotraleareesviluppateesottosviluppate
del mondo capitalista, cioè la teoria secondo cui il capitalismo non si è diffuso creando un sistema
omogeneoaimmagineesomiglianzadeipaesisviluppati,bensìcreandounsistemaglobalepolarizzatotra
aree sviluppate e aree sottosviluppate, in una correlazione dialettica di parti non omogenee e anzi
destinate a non diventare mai omogenee. Questo porta più o meno direttamente all'interpretazione del
fatto storico che le rivoluzioni, a partire dalla seconda guerra mondiale, non siano scoppiate nei paesi
capitalistipiùavanzati,bensìneimenosviluppati,neipaesicapitalistisottosviluppati.LaRivoluzionerussaè
statainuncertosensoforieradiquesto,maquestanonèesattamentel'interpretazionecheleèstatadata.
Inseguito,quellochehascrittoMarxnegliultimidecennihamostratocheeglistavapropriocominciandoa
pensareneiterminidiunrapportodialetticotraipaesiavanzatieipaesisottosviluppati.
Poic'èstatal'enfasipostadaHarryMagdoffsull'imperialismo,legatamoltodavicinoallavorodiBaraneal
lavorosulcapitalemonopolisticoesulprocessodiaccumulazione,mapostiinuncontestoeapplicatialla
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storiadellasecondaguerramondialeealdopoguerra.L'etàdell'imperialismoèunasortadiricapitolazione
dimoltissiminuovisviluppi,siaempiricisiateorici,raggruppatiinuninsiemecoerente.
Il contributo di Braverman consiste in sostanza in un ritorno alle idee di Marx, in particolare al primo
volume del Capitale, sulla divisione del lavoro e sull'applicazione del sapere scientifico ai processi della
produzione, i cambiamenti nel processo del lavoro e il degrado derivante dal processo del lavoro
parcellizzato, la concentrazione delle competenze e delle conoscenze sulla produzione nelle mani del
dirigente d'impresa e la trasformazione dei lavoratori in parti più o meno integranti di un processo
meccanico invece che in esseri intelligenti in grado di comprendere e di dominare i meccanismi di
funzionamentodeimezzidiproduzioneedeimateriali.
Cisonoaltrepartidelquadrogeneraledicuiritengoabbiamoappenacominciatoaoccuparciconsuccesso,
comeilnuovoruolodellafinanzanegliultimivent'anni.Ilprocessodiaccumulazionedelcapitaletendeaun
puntomortonelleultimeformazionicapitalistiche.Invecediprovocareuncrollo,comeneglianniTrenta,e
unagrandecrisicheèduratauninterodecennioedacuisièpotutiusciresoltantograzieallaguerra,nel
secondo dopoguerra vi è stata una tendenza diversa, per cui un analogo stallo ha generato determinate
controazioninelsettoredellafinanza.Oggistiamoassistendoaunanuovamanifestazionedellatendenza
delcapitaleadirigersinontantoversolaproduzionedibeniediserviziutili,quantoversolamanipolazione
del denaro e la speculazione, per produrre denaro direttamente senza l'intermediazione del processo di
produzione.
Èsemprestatocosì;fapartedelcapitalismosindall'inizio.Ineffetti,comedicevaesottolineavaMarx,le
primeformedelcapitaleeranoinrealtàcapitalemercantile,eradenarocheaumentavasenzapassareper
laproduzionemaattraversoloscambiodimerci.Sicompraapocoprezzo,sitrasportanolemerciinuna
zona in cui vi è maggiore penuria e si ottiene l'espansione di M in M', i due poli del processo di
accumulazione,senzabisognocheintervengaunprocessodiproduzione.Questofuineffettisuperatocon
ilnasceredell'eraindustrialeintornoallafinedelSettecentoepertuttoilsecolosuccessivo;maoggisiamo
nuovamenteentratiinunafasepercuilatrasformazionedeldenaroinaltrodenarosiaffermasempredi
piùsenzal'intermediazionedellafasediproduzione,ilcheconducedirettamenteaunacrescitaincredibile
deldebito,allacrescitadeimercatifinanziarichesonototalmenteslegatidaqualsiasiproduzionereale.È
stupefacente il grado ormai raggiunto da questo fenomeno; esso finirà per creare probabilmente una
propriaformadicrollo,masaràditipocompletamentenuovorispettoallecrisidelpassato.
Il capitalismo si modifica continuamente; non è mai uguale a se stesso. Questa integrazione globale di
produzioneefinanzainunateoriageneraledelprocessocapitalistastaancoramuovendoiprimissimipassi;
non viene mai trattata in modo esauriente. In Keynes vi sono alcuni accenni e anche Marx suggerisce
qualcosa al riguardo, ma una vera e propria elaborazione teorica sarebbe avvenuta solo in una concreta
fase storica che avrebbe reso necessaria la nuova teoria. E questo sta avvenendo oggi. Sia io sia Harry
Magdoff sentiamo di essere forse troppo vecchi e non abbastanza agili intellettualmente per occuparci
dellaquestione.Quellochepossiamofareèincoraggiareipiùgiovaniarifletterviemagariasaltarefuori
con qualche idea. Oggi si stanno producendo moltissimi nuovi sviluppi e dovrebbero essere formulate
nuoveideeenuovesintesiperseguirlitutti.Vorreitornareaesseregiovaneepotermeneoccupare.
Sulsocialismoelasocietàpost-rivoluzionaria
Comedefinirestiilsocialismooggi?
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Definisco socialismo l'opposto o l'alternativa al capitalismo. Non considero nessun criterio utopistico; si
trattarealmentedell'Altro,eritengochesiaquestalacosaimportante.
Quandohaiiniziatoapubblicarelarivista,nel1949,misembrachedefiniviilsocialismocomelaproprietà
stataledeicentrivitalidell'economiaedellaproduzioneinaccordoconunpianoeconomico.
Ritengo che fosse così, ma non credo che debba essere preso troppo sul serio. Penso che sia necessario
rimanere piuttosto aperti rispetto a un possibile futuro; chiunque pretenda di conoscere quale sarà lo
sviluppodeglieventicommetteunerrore.Sappiamochenonèilcapitalismo.CredosiaquestocheMarx
abbiasempresostenuto.
Verso la fine degli anni Sessanta alcuni tuoi scritti indicavano che ritenevi ormai inadeguata la tua
precedente definizione - proprietà dello Stato e pianificazione. In parte perché all'epoca ritenevi che la
proprietà statale dei centri vitali dell'economia non sarebbe bastata a impedire il fiorire della piccola
impresa, che avrebbe portato di nuovo all'affermazione completa del capitalismo. In sostanza, stavi
cercando di trovare una risposta al problema del mercato nelle società post-rivoluzionarie. Come si è
sviluppatoiltuopensierodaallora?
Non credo che valga la pena dedicare troppo tempo al tentativo di elaborarla come un'idea centrale.
Concordocertamente-misembrachesiastatoLeninasottolinearlo-sulfattochel'economiadimercato
seppureadottatainminimaparterappresentiunpericolo,comeunvirusdestinatoapropagarsi.Bisogna
stare attenti al mercato; non si può assolutamente rifiutare di servirsene, ma se prende il sopravvento
alloraquellochestaaccadendooggineiPaesidell'Estdiventainevitabile.
LaRivoluzionecubanaèsemprestatamoltoimportanteperlaMonthlyReview.QuandoseistatoaCuba
nel1960haiincontratosiaFidelCastrosiailCheGuevara.Cheimpressionihaiavuto?
Siamo stati invitati da alcuni amici latinoamericani, dei colleghi conosciuti con cui eravamo rimasti in
contatto. La nostra posizione era molto inusuale per l'epoca, cioè che la Rivoluzione cubana fosse una
rivoluzione socialista; e credo che questo si sia poi confermato. Ci sentivamo totalmente votati ad essa,
entusiasti-ingenuamente,suppongo-diquellamagnificarivoluzione.
Quandohaiscrittoiltuosecondolibro,SocialisminCubanel1969,latuaposizionecontenevaunmonito
esiconcludevaconunadiscussionesulpaternalismoelaburocraziavisticomedeipericoli.Cosapensi
rispettoall'evoluzionediCubadaallora?
Nesonorimasticomeintrappolati.NoinonconsideriamoperòlamaturitàdellaRivoluzionecubanacome
un suo "inquinamento". Non avevamo l'abitudine di assumere posizioni che dei veri socialisti non
avrebberoavutoalcundirittodiprendere.All'epocahovistolaRivoluzionecubanacomeunodeglisviluppi
più entusiasmanti e promettenti e ho sempre continuato a considerarla tale. Si tratta di questioni
complesse,enonsipuòsemplicementeassumereunaposizionesemplicistica;maritengodinonessermi
maipentitodinessunadelleposizionidameassunteriguardoaCuba.
Anche la Rivoluzione cinese è stata importante per la rivista. Rispetto agli anni Sessanta, quando eravate
attiratidall'anti-autoritarismo-cosìlovedevate-dellaRivoluzioneculturale,letueideesullestrutturedi
partecipazionenellesocietàpost-rivoluzionariesonocambiate?
No, non sono cambiate. L'intera faccenda della Rivoluzione culturale, l'insegnamento o comunque lo si
vogliachiamare,èchenonsipuòstabilireun'alternativaalcapitalismonell'arcodiunanottata,néinpochi
anni.Èunalottamolto,moltolunga.InquestosensoritengocheMaosiastatol'unicoadaveraffrontato
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realmente il problema, ad essersene occupato. Lo ha fatto senza successo, ma ciò non toglie che il suo
tentativosiastatoimportantissimo.
PerqualiragioniritienichelaRivoluzioneculturalenonabbiaavutosuccesso?
Eraunalottatralaviacapitalistaequellasocialista,equellacapitalistahavintolabattaglia.Pensochein
realtànonsiaaltrochequesto.Auncertopuntohannosicuramentegiocatounruoloimportanteproblemi
diognitipoediverselottespecifiche,macredochelaposizionediBillHintonsiaquellachepiùsiavvicina
ad essere realistica. Non sono totalmente sicuro che abbia sempre ragione per alcuni dettagli, ma la sua
prospettivageneraledivederelecosemisembradigranlungalamigliore.
SeimaistatoinCina?
Sì,nel1974conmiamoglieeiMagdoffsiamostatiospitipiùdiunmesediunistitutopergliamicistranieri
inCina.Siamostatitrattatibenissimo,eabbiamotrascorsounosplendidoperiodo.
HaiconosciutoMao?
No, non ci siamo mai incontrati. L'ho visto una volta, in Unione Sovietica nel 1957, e gli sono stato
abbastanza vicino da poterlo toccare. Fu in occasione di una grande celebrazione: il quarantesimo
anniversario della Rivoluzione d'Ottobre. C'erano diverse categorie di invitati, tra cui i "radicals" non
organizzati, suppongo; io fui invitato. Fummo trattati molto bene anche in quell'occasione. Ho scritto
qualcosa al riguardo dopo il mio rientro, ma niente di tanto assennato quanto alcune delle cose che ho
dettodiritornodallaCina[ride].
Cosahaidettoallora?
Be',pensavochel'UnioneSovieticastessepercorrendounabuonastrada.Inseguito,abbiamoassuntouna
posizionemoltopiùcriticasulpaese.Manel1957qualchepiccolaillusioneeraancoraviva.
Seipentitodialcuneposizionipreseneiprimiannidivitadellarivista?Peresempiol'articolopubblicatoin
occasionedellamortediStalin,nel1953,lodefinivaunodeipiùgrandiuomininellastoria,misembra.
Qualcosadelgenere.Inuncertolosensoloera,ancheseavevaunaltrolatonascosto.Pensocheavremmo
dovutoesserepiùcauti,macredochefossenecessarioassumereposizioninonambigue.Così,sieraproo
controiregimi,ipaesisocialistieffettivamenteesistentiallora.Avreidovutoesserecertamentemoltopiù
perspicace,selettivoemeglioinformato,nonc'èdubbio.Sonosicurochenonscrivereipiùlestessecose
chehoscrittoinpassato,manonmipiacerebbetornareindietropercercarediriscriverequegliarticoli.
NeglianniSessantaletuecriticheall'UnioneSovieticaeranopiuttostoacuteefondamentali,dal
momentocheladefiniviunanuovasocietàdiclasse.
Sì, a mio modo di vedere, il problema delle rivoluzioni del Ventesimo secolo è che queste non hanno
portato al potere il proletariato organizzato come classe. Hanno invece portato al potere dei partiti
rivoluzionari saldamente organizzati e con radici in diversi settori della società. Quei partiti hanno
espropriatolaborghesiatradizionalemanonhannoeliminatoilrapportocapitale-lavoroinquantotale.Ai
capitalisti privati hanno sostituito lo Stato come datore di lavoro, unificando i diversi capitali che erano
cresciuti indipendentemente uno dall'altro nel corso della storia capitalista. Questo non vuol dire
certamentechetutteleunitàdelcapitalesianostatemessesottounasoladirezione,masoltantochetutte
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ledirezioniautonomesonostatesottomessedaun'unicamassimaautorità,chehaassuntoipoteridivitae
dimorteprimaesercitatidalleforzeimpersonalidelmercato.
AquelpuntosorselaquestionedicomechiamarequegliStati:noneranosocialisti,masipotevanodefinire
capitalisti? Ebbi degli scambi d'opinione al riguardo con Charles Bettelheim, oltre che con altri, che
durarono alcuni anni. Bettelheim riteneva che l'Unione Sovietica dovesse essere definita una società
capitalista, ma io pensavo che questo avrebbe introdotto nella nostra analisi dei preconcetti, delle
aspettativeedelleideecheavrebberoinevitabilmenteinfluenzatolenostreconclusioniecreatomaggiore
confusione.Amiomododivedere,ilpotere,ilprestigioeiprivilegideigovernantisovieticinonderivavano
dallaproprietàdellericchezzeprivatemadalcontrollononmediatosull'apparatostataleedalìsulcapitale
sociale totale. L'Unione Sovietica, benché fosse una società di classe e non una società socialista come
diceva di essere, non aveva nessun comportamento economico paragonabile a quelli del capitalismo. Ad
esempiononc'eranulladisimilealladisoccupazionecronicadell'Occidente.
L'esatta terminologia non faceva a mio parere una grande differenza a livello pratico, perciò definivo
l'Unione Sovietica, in maniera piuttosto indeterminata, una società post-rivoluzionaria. Sostenevo che la
maggior parte delle distorsioni nelle società post-rivoluzionarie fossero da ricondurre alle condizioni
determinatedall'ostilitàcapitalista,echeilcomportamentoel'ideologiadellaclassedominantesovietica
fosseilrisultatodellasualungalottacontrounnemicoeconomicamenteemilitarmentepiùpotente.
Prospettiveperilmarxismo
Qualiritienisianoimaggioriproblemiconcuilateoriamarxistadeveconfrontarsioggi?
La mia critica all'attuale movimento intellettuale marxista negli Stati Uniti riguarda, direi, il suo
"accademismo".Esistesoprattuttoall'internodelmondoaccademicoepossiedemoltissimedelledebolezze
proprie di questo mondo: le separazioni in settori, in una sorta di specializzazioni. In un certo senso ci si
aspettacheunmarxistafaccialostessotipodicosechefauncomunestudiosouniversitario,maconuna
prospettiva marxista. Così si resta intrappolati in un ripetere più che altro versioni marxiste delle
specializzazioniedellemodeaccademiche;cosìcomeglieconomistimarxistihannolatendenzaadiventare
economisti matematici perché gli economisti borghesi sono matematici; funziona così, invece di portare
avanti una reinterpretazione molto più radicale dell'esperienza storica americana, che non è poi così
avanzataoalmeno,penso,nonancora.
Paul,pensidiesserepiùvicinoalsocialismooggirispettoaquandohaicominciatoconlaMonthly
Review,oinseguito?
Be', se il socialismo dovesse mai realizzarsi, allora saremmo più vicini oggi di quanto non fossimo allora
[ride].
MonthlyReview(traduzionediFrancescaBuffo)
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Thepresentashistory:PaulSweezy
diAlfonsoMarino
LariflessioneprendespuntodallibrodiPaulSweezydel1953Ilpresentecomestoria,pubblicatoinItaliada
Einaudinel1962.ChièPaulSweezy?InquestonumerodiLaSinistraRivistaincollaborazioneconMonthly
Review,unsuoricordo,partendodall’esperienzadellaMonthlyReview.
ChièPaulSweezy
Una biografia completa di Paul Sweezy non è oggetto di questa riflessione ma, alcune vicende del suo
percorso culturale e politico, sono interessanti per ricostruire il suo profilo di studioso e intellettuale.
Sweezynascenel1910daunafamigliabenestanteaNewYork(èfigliodiungrandebanchiereamericano,
dellaFirstNationalBank).StudiaadHarvarddovesilaureanel1931eottieneilPh.D.nel1937.Neiprimi
anniTrenta,gliannidellaGrandeCrisi,studiainEuropaallaLondonSchoolofEconomics.IlgiovaneSweezy
èinfluenzatodalpensierodiLaskieconosceFriedrichAugustvonHayek,ilgrandepensatoreliberaledel
Novecento,antagonistadiKeynes.RitornatoadHarvard,ottieneunpostodiassistentepressolacattedradi
Schumpeter,http://www.economia.rai.it/articoli/joseph-schumpeter/13859/default.aspx,perilqualecura
irapporticonglistudentieseminaritematici,oltreallapartecipazioneallelezionidiSchumpeterperpochi
allievi. In particolare, partecipa da allievo ad un seminario ristretto (partecipano quattro-cinque persone;
fra queste quella che sarà la futura moglie di Sweezy, storica economica, Elizabeth Boody, e altri che
segnano il pensiero economico dopo qualche anno, ad esempio Paul Samuelson, Premio Nobel per
l’Economia).SweezyeraconsideratodaSchumpeterunodeisuoimiglioriallievieneglianniseguentiaffidò
ilcorsoTheEconomicsofSocialismalgiovanePaul,lapartecipazioneeraperinvitietraquestic’eraanche
un altro premio Nobel per l’economia, Robert Solow. Il corso di Economia del Socialismo aveva una
impostazioneampiaesviluppavaancheletematicheinerentilaricostruzionedelletradizioniteorichedel
socialismo, non solo marxiste. Il corso era strutturato con lezioni quantitative e qualitative e utilizzava
anche scritti di economisti europei, frutto del periodo trascorso alla LBS. Questo tipo di impostazione i
lettorilaritrovanoinunadellesueopere:Lateoriadellosviluppocapitalistico,pubblicatanel1942(Italia:
Einaudi nel 1951 e Boringhieri nel 1970). All’inizio degli anni 40, pubblicò alcuni articoli: “American
EconomicReview”(TheThinnessoftheStockMarket),“JournalofPoliticalEconomy”(Onthedefinitionof
Monopoly)“QuarterlyJournalofEconomics”(DemandUnderConditionsofOligopoly)ritenutiimportanti.
DemandUnderConditionsofOligopoly,èuncontributofondamentalesullacurvadidomandaspezzatain
oligopolioefiniscerapidamenteconl’esserecitataneilibriditesto,scusateladigressionemaricordoilmio
esameconAugustoGrazianinelqualeunadelledomanderiguardavaproprioquestocontributodiSweezy
allo studio dell’oligopolio. Pubblicazioni e relazioni tra cui quella con Schumpeter, sono le basi solide per
unacarrieraaccademica.Nellaricostruzionediquestoprofiloèimportantericordareche“unaaltragrande
forzaspiegavalesueali”[GucciniLaLocomotiva],unaforzachesichiamaKeynesekeynesismo.Nel1936
ecco la Teoria Generale, gli Usa sono in crisi economica e sociale ma anche culturale dal 1929, nel 1932
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oltre il 25% della popolazione è senza lavoro. Le agenzie del New Deal sono luoghi di ricerca e azione
all’intero delle quali anche Paul Sweezy si cimenta e grazie all’esperienza vissuta nelle Agenzie scrive il
rapporto: The Structure of the American Economy che, in qualche modo, propone il percorso di uscita
keynesiano dalla crisi. Questi per Sweezy sono gli anni nei quali inizia le sue riflessioni in merito al
monopolio e alla concorrenza prima con studi di settore e dopo qualche anno con la formulazione della
teoriagenerale.Sonolepubblicazionidellasvolta,lasuaattenzione,intelligenzaecuriositàdiricercasono
rivolte altrove in particolare al percorso marxista alla struttura del pensiero di Marx. La svolta, allontana
l’opportunitàdellacarrieraaccademica,Sweezyparte,lasciaHarvardperunpaiodianni,eratitolarediun
contrattotemporaneodicinqueanni.Inquelperiodo,insuaassenza,diventaconcretalaprospettivaperil
ruolo permanente all’Università di Harvard. Schumpeter lo propone, ma, nonostante l’appoggio, Harvard
nonlovuole:perchéèunmarxista.Schumpeternel1911(datadistampa1912)avevapubblicatounlibro
fondamentale: “Teoria dello sviluppo economico”. L’imprenditore è il faro, l’eroe che senza il banchiere
peròèdebole;losviluppocapitalisticoèendogeno,dunque,ilcapitalismosiriproduceperforzainterna.Lo
sviluppononècomenell’impostazioneneoclassicadominatodaigustiedallesceltedeiconsumatori,maè
soggetto alla sovranità delle imprese e delle banche che le finanziano, mentre i lavoratori sono soggetti
passivi. Schumpeter afferma che il socialismo è più efficiente del capitalismo; quest’ultimo è destinato al
crollo, ma non per ragioni economiche. Sweezy al ritorno, poteva lavorare ancora due anni, aveva un
contrattodicinque,manessunovolevaunmarxistacomedocentediruolo.Nel1953,nelpienodellacaccia
alle streghe comuniste (McCarthy), Sweezy viene convocato e interrogato in un processo, viene
condannatoesiappellaallaCorteSuprema,chenel1957glidaràragione.All’iniziodeglianniSessantacon
Paul Baran, l’unico economista marxista riuscito ad essere titolare di una cattedra nelle Università degli
USA,Sweezyiniziaaprepararelasuasecondarilevantesistematizzazioneteorica,pubblicatanel1966(in
italiano da Einaudi nel 1968): Il capitale monopolistico. La Teoria dello sviluppo capitalistico era una
introduzione al marxismo in tutti i suoi vari aspetti: teoria del valore, teoria della crisi, teoria
dell’imperialismo. Il capitale monopolistico studia quello che viene definito come il passaggio dalla fase
concorrenzialedelcapitalismo,dell’epocadiMarx,allafasemonopolistica.Èunsaggioscrittonellinguaggio
tradizionale dell’economia del tempo, dunque keynesiano-istituzionale ma, anche con richiami
all’impostazione neo-classica. Nel 1949, con Leo Huberman, Sweezy fonda la “Monthly Review”, il primo
numerosiapreconunarticolofamoso:PerchéilSocialismodiA.Einstein.Articolotradottodallaredazione
di “La Sinistra Rivista in collaborazione con Monthly Review” nel numero 6, gennaio 2015 del
quadrimestrale. La rivista, mensile, dal 1949 non ha mai cessato le pubblicazioni, affermandosi con un
decisosuccessodivenditeediinfluenzanegliUsaenonsolo:tradottaancheinaltripaesi,compresal’Italia
negli anni 80, è al momento nell’esperienza italiana con “La Sinistra Rivista”. Monthly Review ospita e
sviluppa numerose esperienze, da Mao alla Rivoluzione Cubana (Sweezy pubblica due libri con Leo
Huberman:nel1960Cuba:anatomiadiunarivoluzione,tradottodaEinaudil’annosuccessivo,enel1969
Socialism in Cuba). Da economista e professore di economia, formato nella Facoltà di Economia,
nell’UniversitàdiNapolichesignificavaall’epocapercitarneunoAugustoGraziani,daprofessoreconuna
discretaesperienzainternazionaleedalettorediMonthlyReviewdaquarant’anni,possoaffermarecheil
contributodatodaPaulSweezyedaisuoicollaboratorialladiffusionediunpensieromarxistaindipendente
è unico per intelligenza e sensibilità. Monthly Review ha la capacità di rendere in un linguaggio
comprensibile, concetti e teorizzazioni non sempre accessibili. Indubbio valore e interesse scientifico -
culturalepresentanoifilonidistudio,ricercaeproposterelativialfordismoeallecrisidarealizzo:domanda
effettiva e tendenziale, il ricorso all’inflazione tipica del capitalismo monopolistico, l’analisi della
finanziarizzazionedell’economiacapitalistica,leasprepolemicheconCharlesBettelheimsulleeconomiee
sullesocietàpost-rivoluzionarie,glistudiinmeritoalruolodelcapitalismocommercialeeall’integrazione
della classe operaia occidentale nel capitalismo e la relativa speranza di un cambiamento rivoluzionario
18
nella periferia e nelle lotte di liberazione nazionale, sono alcuni dei filoni di studio e ricerca proposti in
questiannidaMonthlyReview.
Perchéinquestonumero?
Studi, ricerche, proposte di grande attualità e interesse scientifico culturale: il presente come storia.
“Monthly Review”, nella storia della sinistra, è un riferimento sociologico, economico e politico. Se si
rileggonoivecchiscrittièinteressantenotarelapresenzadialcunitemiallanascita,adesempio,leragioni
delloscambioedelletransizioni,lanaturasocialeedeconomicadellesocietàpost-rivoluzionarie,ilcapitale
monopolistico, la funzione e il ruolo della finanziarizzazione dunque, la funzione di elementi esterni al
rapporto di produzione, le lotte studentesche e la critica dell’auto rappresentazione dei movimenti che
determinano isolamento e l’attualità al 2016 tra quelli non citati in precedenza della dispersione della
sinistraamericanainpiccoleisole,percuiogniazionehailmedesimopeso,ognunoportaavantiilproprio
percorso come principale, le differenti identità si affermano evitando qualsiasi confronto e analisi dei
rapportidipotere.
L’invitocherivolgoallepersonecheleggonoquestamiariflessioneèquellodellarilettura,diMonthly
Reviewdelperiodo,adesempiodiquestaintervistawww.glovesoff.org/history_files/sweezy/sweezy_tonak.html
percomprendereilpassatoesaràfacilenonperdereilpresentedellarivista,ilpresentecomestoria.
La sinistra italiana è, siamo, dentro un minimalismo culturale, tematico e di pensiero, è strategico
riprendereunadiscussioneculturale,unodeiluoghisonoleriviste,lacondivisionedellospaziocheanche
LaSinistraRivistaincollaborazioneMonthlyReviewoffre.Analisiericercadigrandericchezza,conalcune
criticità. Ad esempio, nella “Teoria dello sviluppo capitalistico” non è particolarmente presente il tema
dell’analisidelprocessolavorativoedellasuatrasformazionecapitalistica.Maènelgruppodella“Monthly
Review”, quando Sweezy e Baran stanno pubblicando gli studi sul capitale monopolistico, che Harry
Braverman prepara e pubblica nel 1974 il suo libro sul “lavoro, [Lavoro e capitale monopolistico]” nel
taylorismo e fordismo. In questa occasione emerge nettamente una qualità di Sweezy: quella di non
lavorarequasimaidasoloecomprenderequalisonoifilonidiricercadasviluppareecompletare.Iltema
dellametamorfosicapitalisticadelprocessodilavoro,dell’organizzazionedellavoro,anchesediinteresse
minore, era nella collaborazione con Braverman ritornata al centro della riflessione e ancora oggetto di
confrontoconapproccieimpostazionidifferenticheconcordanoinmeritoalpensieroelavorodiSweezy:
la ricerca concepita come scienza sociale. Questa impostazione ha conseguenze robuste in merito agli
strumentianaliticichel’economistapuòedeveadottare.Unodeglistrumentianaliticipiùimportanti,ma
da tempo dimenticato, è il concetto di classe sociale: è dal 2000 con le prime emersioni della crisi
finanziaria che siamo ancora incagliati nel dimostrare come le posizioni di monopolio determinano
asimmetrie di potere e gestione, dunque povertà diffusa e accumulazione per pochi. Il lavoro degli
economistiinquestoversantelatitaèframmentato,spessodiqualitàmaisolato,rivoltoalpropriogruppo
diriferimentoepocopiù.Lacomunicazionesvolgeunruolodeterminantepersopirei“pensantiavversi”,
poche cifre crescenti dallo 0,3 allo 0,7, al mitico 1% e parte il miracolo, la magia dei numeri porta via la
vetustàdelmodello,ilsuopuzzodistantio,unmodelloeconomicoeproduttivotuttolineare. L’industria
tedesca produce nel 2016 quanto produceva alla fine degli anni 90, secondo i dati Eurostat, mentre la
Franciahapersocircail15%dellasuaproduzioneindustriale,l’Italiail30%,laSpagnail35%elaGreciail
40%. Lo stesso modello che ha determinato la crisi, ascoltando lor signori determina la sua uscita, la
crescitagaudentemapericolosadegliaccordiconlavenditadellearmi,almomentoundoloresenzafine.
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Queste problematiche rappresentano, lo stato attuale di una delle due principali classi; quella operaia,
frammentata in tante periferie e centri [Samir Amin, La Sinistra Rivista n. 8], in piena assenza di
rappresentanzapolitica.
Laframmentazionedelleorganizzazionipoliticheèterribile,inparticolareperlasinistrasitrattadell’idea
gramsciana del radicamento del partito nella vita reale, di realizzare dal contatto diretto col mondo del
lavoroglielementiessenzialidellaletturacriticadellasocietàedunqueilpercorsoperlatrasformazione.
Unpercorsoattentoallinguaggioeallerivendicazionideimovimentieinteressatoaldialogoconleforme
emergentidellasoggettivitàperrafforzareecambiarel’organizzazionepolitica:unaculturasostituitaconil
partito leggero e da ultimo televisivo, per immagine e 140 caratteri, un degrado con scarso impegno ad
affrontareilproblemadelgovernareedicomegestireunafuoriuscitadallepolitichediausterità.Questo
delradicamentodelpartitonellavitarealeèunmetodoperdareunnostrocontributoadunabattagliache
nonpuòcheessereeuropea.Unmetodolontanodall’apparirechelavoraperl’essere,unmetodocondiviso
dapochi.
Confrontarsi per unire le impostazioni, gli approcci, significa adottare nella nostra ricerca il concetto di
classesocialerivendicandonelapotenzaanalitica,nonsiamopiùabituatiaporcidomandedifondoeallo
stesso tempo sono rimosse da chi le ritiene importanti. Economia e potere, le relazioni tra il modello
economicoeilgovernodelpoterenonsonotemidesueti,stantiima,ilnostroviverequotidiano,ildestino
delle nostre vite è dentro quelle relazioni e quel governo, appaiono come entità lontane da noi che
determinano il nostro vivere. In questo percorso Marx è ineludibile, i temi di ricerca proposti da Sweezy
fondamentali.Laclasseoperaia,nellenuoveformediquestiannisisentesfruttatama,crededinonpoter
scalfire l’enorme potere che la schiaccia, la coscienza di classe, una straordinaria eccezione, il ruolo del
partitoedelsindacato,temichenonpossonoessereelusi,dimenticati.Ilpoterecapitalistico,soprattutto
finanziario come una delle forme di accumulazione, si esplica quando può incidere sui processi di
valorizzazionedellasoggettivitàedellavoro,accadedatempoma,dal2000conformeemodalitàrobuste
enoncisonodifese,argini.
L’accumulazione del capitale si fonda sul rapporto capitale-lavoro e in questo rapporto Sweezy evidenzia
che quando c’è una crisi, i rapporti di causalità economica e sociale non sono mai imputabili al lavoro
salariato,dunqueillavorosalariatononècausadellecrisi.Sweezylosostieneall’iniziodegliannisettanta,
l’analisièancoratanellostudiodeirapportidipoterenelconflittodiclasse.“MonthlyReview”rappresenta
dal1949lapuntualeriflessionesultemaeanchesedaoltreventianninelnostroPaese,questaidentitàè
ritenuta obsoleta, da scaffale, sostituita con categorie come italiani, occidentali, il conflitto di classe è
presente, si materializza nella nostra quotidianità, nella nostra vita frammentata, esiste una classe di
lavoratori che vengono messi gli uni contro gli altri, gerarchie economiche e sociali come pensiero unico.
Comerompereilpensierounico?Laformazioneèdeterminante:
-Ripartiresignifica,combatterecontroquesto;nonsiamoallafinedellavorosalariato,pensoallelotteper
la protezione del lavoro e dei diritti elementari. I giovani che incontro nella quotidianità declinano crisi e
scarsità di risorse, sono sulla difensiva, raccolti, chiusi, impauriti, al meglio accoccolati senza traiettorie,
percorsi vincenti, è la vita di questa epoca. Come aiutarli per uscire da questa lunga fase difensiva?
Ricostruirelecondizionidelpensierocriticoèimportanteelaformazioneèunodeiluoghi,ritornaSweezy,
ilsuopensiero,ilpresentecomestoria;
- le traiettorie dell’immigrazione che è crisi umanitaria, le migrazioni verso l’Europa nel contesto delle
trasformazioni politiche in atto, del diffuso e duraturo conflitto militare in differenti aree geopolitiche si
impongono come una questione economica e sociale nodale per l’Europa. Non solo per gli stati membri
della sponda Sud alle prese con la gestione continua dell’accoglienza, ma per l’intero assetto della
20
governance europea . Risposte politiche realistiche dipendono dalla capacità del governo europeo e dei
singoli governi nazionali di organizzare in modo condiviso la natura complessa dei processi migratori e
avviareazioni,inunaprospettivacheguardioltrel’emergenzacomeproblemapermanente,superandola
fragilitàdelleproposteattuali.AncheinquestocasoalcunicontributipubblicatidaMonthlyReviewnelsuo
primo decennio di vita, ripresi negli anni 60 e riformulati alla luce degli accadimenti recenti dal 2000 al
2016,rappresentanounpercorsointeressante,inpartesintetizzatonell’intervistaalSenatoreManconinel
numero
http://www.lasinistrarivista.org/intervista-al-senatore-luigi-manconi-presidente-della-commissione-suidiritti-umani-e-le-tutele-del-senato-della-repubblica-roma-palazzo-madama-giugno-2014/
Fare vedere che esiste concretamente un’altra strada per combattere il terrorismo islamico è oggi una
priorità politica per chi vuole costruire un futuro diverso per l’Europa. Questa è la sfida per la Sinistra
EuropeanelXXIsecolo.
- La concentrazione della ricchezza nelle mani di pochi, una ricchezza concentrata e diffusa frutto di un
capitalecheattraversoillavorosalariato,laspeculazionefinanziariael’assenzadeidirittidivideilgenere,
gliadultidall’adolescente,l’etniaesfruttaumanienatura,richiedeapprofondimentidianalisiestudioche
almomentononsonoindividuabilinelsoggettopolitico.
Sinistra,nelpartitoconquesteoriginiestoria,significaessereinmezzoaunconflittosocialeacutochenon
puòridursialposizionamentopersonaleodigruppiinrelazioneallealleanzeistituzionaliedipotere.
L’attenzione di Sinistra Rivista è in questa direzione, il conflitto sociale, per comprendere, apprendere,
proporre.
PostScriptumJanuary2016
November2015wasbornItalianLeft.ItalianLeft(SI)isyetanotherattempttotheleftinItaly.ItalianLeft
(SI)ismadeupofmultitudeofmicroorganizationandmovements.Attemptsatunificationarelostintime.
I would start from 1970, with Partito Socialista Italiano di Unità Proletaria, (Psiup) Avanguardia Operaia
(AO)andLottaContinua(LC)-DemocraziaProletaria(DP)party-disappearsafterafewnationalandlocal
election campaign. November 2015, the previous composition of Sinistra Ecologia e Liberta, (SEL)
RifondazioneComunista(RC)joinedwithsomeformerDemocraticParty(PD),havecreatedtheItalianLeft:
parliamentarygroupandlittlemore.
SEL’s parliamentary group, exist thanks to the agreement with the PD (Bersani leader). SEL parliament
presence,istheresultofanelectoralagreementwiththePD.Thisagreementwasinterestingtobuildaleft
governmentinourcountry.Thestrongadvanceofotherpoliticalgroups,basingonanti-politics,cause:
-theweakvictoryoftheDemocraticParty;
-theminimumcontributionofleft-wingmovements.
These two elements, together with others, determine choices different from those programmed. After
threeyearsofmeetings,discussionsandfights,(sincemarch2013)ithasnotyetbeenreachedtheunit,
evenasfarastheparliament.Isthereanythingelse?
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Left has been dissolved and reassembled about every 10 years in Italy. Senior people from the Christian
Democrats,(DC)respondwithawell-knownadageoftheirhistoricleader"powerwearsoutthosewhodo
nothaveone".Thisresponseisastartingpoint,therealityiscomplex,let'sbreakitdown.
IleavePDinbackground.Thetransformationfromamasspartyinahierarchywithonemaninchargeis
thewinningpath.
FollowingsomeoftheinsightsthatIhavenotfoundintheofficialdocumentsofSIfromNovember2015to
January2016:
- Italian Left (there are no references in the name of Europe, a choice? An oversight?), began as the
parliamentarygroup.Thisusefuloptiontoobtainpublicfundingdoesnotkeepalivethepoliticalactivityin
thecountry.
-SELasparliamentarygroupmaybestrong,butclubsarefewandnoteasytoidentify.Alsoitisknownthat
theculturalandpoliciesinitiativesaregatheringneartheelections,local,regionalandnational,andalways
have the characteristic of being related to a different areas of the same political party: coming from
communists,ecologistorcivilrights:willchangethisbehaviorintheemergingItalianLeft?
- Relations between SEL’s parliamentary group and members, relating for example, the exchange of
information, construction of thematic, working groups, training school, magazines on which to write and
discuss,isalwaysabsent:theItalianLeftwillbuildtheserelationships?
- Italian left has to decide whether to give over national and local alliances with the Democratic Party
ahead of elections, or resume the hard work of building themes and values, culture and power to select
leadersandopportunitiesforpower.Opposingpathsthatcan’tbetogether.
-RecentmeetingofJanuary2016doesnotseemtofollowapaththatreconstructstherelationshipwith
the territories. Clubs are mostly paid by senators and deputies both local and central institutions, with
enormous power by the latter in decisions about the choice of candidates to be presented to election:
changethisbehaviorwiththeItalianLeft?
-Thesebehaviors,typicalofPD,wherepoliticalpowerisimpressive(forexamplepresidenciesofregions,
mayorsofmetropolitancities)Is’talsovalidforSI?WearetalkingofItalianLeft,ofadifferentpartywhich
shouldusedifferentmethods,itwillbeso?
- Organizational model lacks a charismatic leader, isn’t structured as a mass party, does’t have its own
meansofcommunication:willchangewithSI?
-Justbethe"conscience"ofacorruptmodel?Becausethereareonlyafewsuggestionsaboutthemoral
issuethatisoneofthecancersofItaliansociety?
ThesearesomepointsofcomparisonthatIconsiderusefulfortheItalianLeft.SI,willbeastateofmindif
doesn’tperformtheseissues.
Myopinion:buildamasspartywithagoodlocalpresence.Along-termprojectwhichreversesthecurrent
compositionofSI,fairlywidespreadininstitutionsbutweakintheworkplace,inschoolsanduniversities:
weakpublicprofile.Thisweakpublicprofileisoneofpointsisprovokingwidespreaddemoralizationonthe
ItalianLeft.
Strongpublicprofile,thelongworkamongthepeople,thestrengthoftheorganizationisincreasedbylocal
victories, their means of communication, the presence in national media, in Syriza and Podemos
22
experience’s,arethemainelementsfortheinstitutionalrecognitionandnotviceversa.Idonotconsider
usefultocomparethedifferentexperiencesofthesepost-electionparties,stressaddtothediscussionon
how they achieved those results. Syriza and Podemos used a completely different action from SI, as
mentionedearlier.
DocumentandassemblyofNovemberandJanuary,reiteratingtheneedforafluidorganization,smartand
online,showsattentiononlytomovementismandshiftingalliances.
Iamworriedaboutthelackofcuriositytoknow,analysis,interpretationofrealitytobuildapoliticalproject
ofradicalchangeinthedevelopmentmodel.Iamworriedaboutthelackofdepthonissuesoflabor:for
exampleclass,propertyrightsandfreedomofthemarket.
Italian Left today seems unable to propose reforms, actions to undermine governance models offering
singlemenincommandorright-wingpopulists.
ParisBombingandWestern“Terrorism”Policy
ByJonKofas
ThebombingthattookplaceinPariswithmanycasualtieswasahumantragedyandapoliticaldisasterfor
Westernanti-terrorismpolicy.AdaybeforeISISsuicidebombersinParis,thebombinginBeirut,Lebanon
demonstratedtheeasewithwhichjihadistsfightingagainsttheAssadregimeareabletooperate.Inboth
casesthejihadistgroupISISoperatinginSyriaandIraqclaimedresponsibilityandcelebrateditssuccessin
retaliationforthosetryingtostrikeatISIStargets.ItisalsolikelythatanISISaffiliateinEgyptbombeda
Russianpassengerplanekilling224peopleon31October2015.
Threebombingswithinaremarkablyshortspanoftimedemonstratethereachofanorganizationthatwas
oncebackedbyUSalliesintheMiddleEast,andpossiblybytheUSindirectlyinthewarthattheUSstarted
to bring down the Assad regime, all in the name of freedom and democracy, just as the US has been
deliveringfreedomanddemocracyinLibya.ThequesttodestabilizeandultimatelyoverthrowAssadhas
failedinthelastcoupleofyearsandmademattersworseforeveryone,aboveallthepeopleofSyria.The
USanditsEuropeanandregionalallieshavemanagedtocreateanewforcethathassomeappealatleast
withtheradicalizedSunniMuslimsnotjustinSyriaandIraqbutacrosstheMiddleEastandbeyond.Now
that US secretary of State John Kerry has been in talks with Russia about how to stabilize Syria, perhaps
agreeonlimitedspheresofinfluenceasimperialists,sothatthegreaterthreatofISISiscontained.
Basedontheresultsalone,onecouldconcludethattheUSpolicyofdestabilizationthathelpedtocreate
the conditions for ISIS to operate is a miserable failure with horrible consequences. Of course, if one
advocatesapolicyofredrawingthemapofSyriaandIraq,asmanyWesternersandZionistsdo,thenthe
policyhasbeenaresoundingsuccess.Afterall,bothcountriesarealreadybadlydividedalongsectarianand
ethniclines,andwhatcouldbeabetterwayoflimitingtheinfluenceofIraninIranandSyriaandRussiain
SyriaotherthanredrawingthemapjustasWesternimperialistsalmostdidacenturyago?
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One would think that the lessons learned from the US policy of supporting jihadists in the 1980s in
Afghanistanagainstthepro-USSRregimehadbecomealessonforpolicychangethatwouldactuallyyield
thedesiredresults.Onthecontrary,asastatusquopowerimmersedinColdWarideology,theUSdoesnot
changepolicyjustbecauseitbackfireswithdireconsequencesforitselfanditsallies.Themilitarysolution
optionistheonlyoneonthetablefortheUSforacombinationofreasons.Thismeansthatcycleofjihadist
attackswillcontinueaswilltheresponsewithconventionalmilitaristsolutionsthatwouldinfactproduce
moreunconventionalwarfare.Lookingbeyondthemilitarysolutiontotherootcauses –social,economic
and politic injustice – is out of the question during the era when neoliberal thinking prevails across the
WesternWorld.
The obsession of projecting strength through raw military power in the world as a way of retaining Pax
Americanalive.
Nomatterthefailuresofthemilitarysolution,andunintendedbenefitstoUSrivalsRussia,ChinaandIran
that do not want the US to have exclusive role in determining the balance of power in the Middle East,
policymakers in Washington, backed by the corporate world and media do not deviate from the failed
military solution option until there is no choice as was the case with Iran and the nuclear deal. The
empiricalevidencesuggeststhatwhilemilitarysolutionsasameansofmaintainingPaxAmericanabeganto
showweaknessesasfarbackasthe1960sduringtheVietnamWar.Yet,theUSwillnotabandonapolicy
that has failed to deliver. Pax American was dead and buried during Vietnam, and President Johnson
implied as much when he announced on TV that he would not seek reelection, knowing the failure of
VietnamwasaresoundingfailureforPaxAmericanhewassupposedtoguardandexpand.However,the
lessons of Vietnam included everything but political solutions to crises. Instead, a commitment to go
deeperintodebtasanation–currently$17trillionoraboutequaltoGDP–sothatPaxAmericana’sglory
couldliveonifnotintherealworld,atleastinthemindsofdelusionalpoliticianswhiledefensecontractors
madehugeprofits.
Ideological commitment to militarism and imperialism, despite the evolution of new multi-polar world in
whichChinaplaysadeterminingrole.
The diehard ideologues to right-wing solutions have been around from the early days of the Truman
administrationadvocatingunilateralactioninaworldwheretheUSdefineditsnationalsecurityinterests
notjustwithinitssovereignterritory,notjustintheWesternHemisphereaspartofthelong-standingPanAmericanismperspectivethatdatesbacktotheMonroeDoctrine,butacrosstheworldastherecklessand
dysfunctional world’s policeman. Unable to exist as a society that is content with playing a role
commensurate to its actual economic, political and economic power in the world, the ideologues
advocating unilateralism, militarism and imperialism (intervention via over military action or covert
operations) have proved detrimental to the security of the nation and to the destabilization of all places
wherethereisintervention.
The US invaded and occupied Iraq under Saddam Hussein on a series of blatant lies, created chaos and
divisionswithanotherwiseunifiedcountry,andaboveallitisresponsibleformillionsofrefugeesthatarea
huge problem for neighboring nations. Similarly, the US goal to bring down Syria’s Assad and make that
country a US satellite instead of one where Russia and Iran enjoy influence has entailed the creation of
millions of refugees for which the right-wing American ideologues want harsh punishment instead of
amnesty by EU nations. Blinded by the notion of an invincible America pursuing its destiny to exert
preeminent influence if not dominate the world, these ideologues making money as consultants,
politicians, media analysts and above all defense contractors thrive on destabilization and what they call
crisismanagement;ironicallyforcrisestheycreatebutthenproposeto“manage”.
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Tangibleinterestsofprofitsbydefensecontractorswhohireformerpoliticiansandhighleveldefenseand
intelligenceofficerstoworkandlobbyforthem.
President Eisenhower’s warning to the American people about the military industrial complex that was
actuallyforgedduringtheWilsonadministrationtomanageWorldWarImayhavecometoolate.Tothis
day,noonetakesseriouslytheEisenhowerwarning,partlybecausehewasthenadvisedbytheIMFthat
thedollarasareservecurrencywasbecomingweakandwouldultimatelybecomeevenweakerowingto
balanceofpaymentsdeficits.AlthoughtheUScouldhardlyaffordbothgunsandbutter,Johnsonpursued
sucharecklesspolicybyescalatingtheVietnamWartothedelightofdefensecompanies.
Becausethereisinstability,jihadistterrorism,regionalconflicts,andneglectofdiplomacyasthefirstrather
thanthelastoptiontoresolveconflict,theprofitsofdefensecontractorsriseastheirstockmarketprice
indicates,andindeedtheprofitsofeverycompanyfromfoodandsoftdrinksupplierstodefensetomakers
ofdrones.Onecannotpossiblyignorethepowerofthedefensecontractorsandallindustriesfeedingoff
thedefenseandintelligencebudgetsthatsimplydriveupthepublicdebtandweakenthecivilianeconomy.
Thesepeoplethriveoneventsthatdrivegovernmentsraisedefensespendingjustatthetimetheyshould
be cutting it and considering political solutions that may actually work against the reality of unending
military solution failures that only generate more “unconventional warfare” or terrorism. As cynical as it
may sound, all those making a living from the defense and intelligence domain delight in events such as
that of Paris on 13 November 2015. These people know that peace and stability means cuts in their
business,sotheyhavenointerestinpoliticalsolutionstoconflict.
Themediaisalwaystheretopumpupmilitarismasthesolesolution.
TheWesternmediahadnoproblemwithISISstrikingdowntheRussianplaneandBeirutwhereHezbollah
wasthetarget.Infact,thewesternmediawascriticizingRussianpresidentPutinforstrikingatISIStargets,
prompting the US to indirectly assist ISIS by sending air cover to protect certain pro-West assets in Syria
alongtheTurkishborder.Themedia,reflectingUSofficialposition,sentthemessagetotheworldthatthe
problem at hand was really Putin and Assad, rather than the barbaric ISIS that Russian planes were
targeting;thatisuntiltheParisbombingthathadsomearguingdrivetheideaintopeoples’headsthatitis
possibletowipeoutunconventionaltypeofwar,orterrorismbysimplystrikinghardattheenemy.
While the media does not create terrorism, it celebrates militarism by selecting news analysts and by
reportingonstoriesofmilitarysolutionstoconflict.Itmaybearguedthatthemediamustreflectthestatus
quoandmirrorwhatgovernmentsarepursuing.Editorialdecisionsaremadeonwhatstoriestocover,how
tocoverthem,andwhatspintoputonthem,notjustonFOXNEWSthathasbeencalledoutbyanumber
of organizations for extreme right wing coverage, but the New York Timesthat many regard as liberal
newspaper,yetithardlydiffersingoalsfromFOX.
WillTerrorismSubsideorproliferate.
ContrarytowhatmanypoliticiansincludingtheFrenchPresidentannouncedaboutclosingtheborderand
adoptingothersuch“securitymeasures”topreemptanystrikesonFrenchsoil,andcontrarytowhatBritish
PM announced about striking down and ending jihadist activities, terrorism will continue and proliferate.
Thisisbecausetheunderlyingcausesofterrorismarenotaddressed,andtheyincludeWesternmilitarism
andeconomicimperialism,complementedbyracismandreligiousprejudice.
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In2015,wehavemuchgreaterandwiderformsofterrorismthanwedidwhentheUSannounceditswar
on terror after 9/11. The public relations exercises intended for mass consumption project the idea that
government has the solution at hand and it is in position of protecting its citizens. However, jihadists
alreadyresidewithinthenationstheywishtostrikeandhistoryhasdemonstratedthatunconventionalwar
has never been won by conventional military means. One could argue that the Russian Tsars in the 19th
centurylackedthesophisticatedscienceandtechnologyavailabletotheWestin2015.
Fair enough, but how do then explain the Paris bombings taking place when France is well known for its
sophisticatedintelligenceandtechnologyavailable?Thisdoesnotmeanthatmeasurescannotbetakenfor
greater security of citizens, but it does mean that there will never be a full proof method of combating
unconventionalwarfare(terrorism)becauseofitsnatureunlesstheunderlyingcausesareaddressed.The
politicalsolutionremainstheonlyoptiontoeradicateterrorismwhichissimplyapublicitystuntthatnever
bringsaboutsystemicchangetowardgreatersocialjusticebecauseitlacksgrassrootssupportandalienates
peoplethatwouldotherwisesympathizewiththecauseofsocialjustice.
IntheaftermathoftheParisbombings,theresponseIexpectfromtheWesterncountriesisonesimilarto
theUSin9/11,althoughRussiawilltakeadvantageofthesituationandonceagainproposeamultilateral
approach for a conventional strike against ISIS. One would think that if ISIS was able to bring down the
RussiaplaneoverEgypt,hitattheheartofHezbollahinBeirutandhitPariswithinafewdays,theremust
beawidenetworkofsupportbehinditwithsignificantlinks.
Therearestillquestionsaboutwhichgovernments,corporationsandvarietiesofbusinessmenstillmaintain
indirecttiestothisgroupthatneedssuchcooperationtomanageitsconsiderableeconomicandstrategic
affairs.Similarly,therearequestionsabouttheUSpolicytowardSyriathatonetheonehand,claimstobe
fighting to undermine ISIS, but on the other hand, it wants to bring Assad down and undermines Russia
effortstofightISIS.Clearly,acoordinatedpolicybetweenUS-NATOwithRussia,ChinaandIrancouldgoa
verylongwaytocontainISIS.However,thisisnothowUSideologuesseethematterresolved;thisisnot
what the defense contractors want, and this is not what the populist Republicans and rightwing media
advocate.Itmakessensethattheykeepcitizenslivinginastateofperpetualfearasameansofimposing
sociopoliticalconformityamidaperiodwhenthesocioeconomicgaphasbeenwideningontheUSdespite
a modest economic recovery. Unless systemic problems of the Muslims – social justice issues – and the
relationshipofMuslimnationswiththeWestareaddressed,terrorismisarealitythatwillbecomemore
prominentinthenextdecade
14November2015
http://jonkofas.blogspot.ca/
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Italiaipocrita,ripudialaguerramavendearmiper54miliardidieuro
Il rapporto
di Alessandro Da Rold
Nataallafinedeglianni’80all’insegnadella«trasparenza»edella«correttezza»,dopoventicinqueannila
leggen.185del9lugliodel1990sulcommerciodellearmiall’esteroèdiventatal’esattoopposto.Leregole
non vengono rispettate,il traffico delle armi dall’Italia ormai è totalmente fuori controlloe le
autorizzazionisonospessodifficilidacontrollare.Imotivisonomolteplici,tragliinteressidellariccalobby
delle armi italiana fino alle banche che incassano ingenti guadagni dall’intermediazione delle vendite. È
questoilfiloconduttorepercapirelarelazionechelaReteItalianaperilDisarmohapresentatoil9luglioa
Roma.Sitrattadelprimobilanciodiunquartodisecolodiesportazionidell’industriaarmieraitaliana,trale
numerounoalmondo.Analisichepermettedivederecomegliultimigoverninonabbianofattoaltroche
aggirarepossibilimodificheallanormativa,lasciandotuttoinalterato.
Acuradi:GiorgioBerettadiOpalBrescia
Eseallafinedeglianni’70e’80ilproblemaeralatotalenoncuranzasuiPaesiacuivenivanovendutele
armi, in barba a ogni possibile rispetto dei diritti umani, lo stesso problema sembra porsi oggi. Con un
governoeunParlamentoancoraincapacidicontrollareitrafficidalnostroPaeseversoStatiinconflitto. LaSinistraRivista–RivistaQuadrimestrale-ISSN2282-3808-Autorizzazionen.23/2013-
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N.9Gennaio2016-Direttoreresponsabile:AlfonsoMarino
Basta guardare i numeri e i dati per notare come ad un aumento delle tensioni in Medio Oriente
corrispondal’incrementodell’esportazionediarmamentiversopaesicomeAlgeriaoLibia
Eppurela185prevedevaildivietodiesportazionediarmamentiversoPaesiinstatodiconflittoarmato,o
paesilacuipoliticacontrastaconl’articolo11dellaCostituzioneitaliana,quellosecondocui«L’Italiaripudia
la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle
controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità
necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le
organizzazioniinternazionalirivolteatalescopo».Lecosesonoandatediversamente.
A cura di: Giorgio Beretta di Opal Brescia
Dalleanalisidelgruppodilavorodell'ArchivioDisarmo(costituitodaLuigiBarbato,LauraZeppaeMaurizio
Simoncelli) con Giorgio Beretta di Opal e il coordinatore Francesco Vignarca, emerge una semplice
domanda.«L’esportazionedall’Italiadiarmamentièstataeffettuatadaivarigoverniconrigore?Agiudicare
dainumerièlecitosollevarepiùdiqualchedubbio.Inquesti25anni,infatti,isistemimilitariitalianisono
statiesportatiaben123nazioni,tracuialleforzeamatediregimiautoritarididiversipaesicomel’Arabia
Saudita,gliEmiratiArabiUniti,l’Egitto,laLibia,laSiria,KazakistaneTurkmenistan,apaesiinconflittocome
India,Pakistan,IsraelemaanchelastessaTurchia,finoapaesiconunindicedisviluppoumanobassocome
ilCiad,l’EritreaelaNigeria.Chetipodicontrollisianostatimessiinattosull’utilizzodapartedeidestinatari
finalinonèperòdatodisapere».
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Acuradi:GiorgioBerettadiOpalBrescia
Inumerifannoimpressione.«Nelcorsodiquesti25annisonostateautorizzateesportazionidall’Italia,in
valori costanti, per oltre54 miliardi di euroe consegnati armamenti per più di 36 miliardi con un trend
decisamente crescente nell’ultimo decennio». Non solo. «In particolare, più della metà (il 50,3%) delle
esportazionihariguardatopaesialdifuoridelleprincipalialleanzepolitico-militaridell’Italiaecioèipaesi
nonappartenentiall’UEoallaNato:undatopreoccupantesesiconsiderache–secondolalegge185/1990
–leesportazionidiarmamenti«devonoessereconformiallapoliticaesteraedidifesadell’Italia».
Acuradi:GiorgioBerettadiOpalBrescia
Maancorapiùpreoccupantisonolezonegeopolitichedidestinazione.«Seprimeggianoipaesidell’UE(più
di 19,4 miliardi di euro pari al 35,9 per cento), sono però di assoluto rilievo anche le autorizzazioni per LaSinistraRivista–RivistaQuadrimestrale-ISSN2282-3808-Autorizzazionen.23/2013-
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N.9Gennaio2016-Direttoreresponsabile:AlfonsoMarino
esportazioni di sistemi militari verso le aree di maggior conflittualità del mondo come i paesi delMedio
OrienteeNordAfrica(MENA)chenell’insiemesuperanoi12,5miliardidieuro(23,2percento)edell’Asia
(8,3miliardiparial15,4percento).
Ai paesi del Nord America sono stati esportati armamenti per 5 miliardi (9,3 per cento) mentre ai Paesi
europei non-Ue (tra cui la Turchia) materiale per oltre 3,8 miliardi (7,1 per cento). Minori, ma non
irrilevanti, anche le autorizzazioni che riguardano i paesi dell’America Latina (2,4 miliardi pari al 4,5 per
cento), dell’Africa subsahariana (oltre 1,3 miliardi pari al 2,4 per cento), tra cui soprattutto Sudafrica e
Nigeria. Ma c’è anche l’Oceania (1,1 miliardi pari al 2,1 per cento). E proprio verso le zone di maggior
tensionedelmondo,comeipaesidelMedioOrienteedelNordAfrica,sonoandatecrescendonegliultimi
annileesportazioni».
Acuradi:GiorgioBerettadiOpalBrescia
http://www.linkiesta.it
30
FrançoisAscher,unepenséepourl’avenir
parAlainBourdinChercheur
Directeurdel’Institutfrançaisd’urbanisme
FrançoisAscherm’ademandédeparlerensonnomlorsdecettecérémonie.Jemesurelagageure,maisje
vais cependant m’appliquer à cette tâche. François Ascher voulait que l’on consacre cette journée au
dialogueentrelarechercheetl’actiondansl’urbanismeetleprogrammearespectécettevolonté.Ill’aurait
terminéeenaffirmantlanécessitésociale,politique,durenforcementdecelien.
Ilportaitsurlarecherchelemêmeregardquesurl’urbanisme.Lafonctionlepassionnait,maisilrépugnait
à l’enfermer dans les codes et les règles étroites d’une profession, d’où son hostilité aux systèmes
d’évaluationtropformelsetauconformismequienvahitparfoislemondedeschercheurs.Commefonction
sociale,larechercheconsisteàproduiredemanièreorganiséedesconnaissancesnouvelles.Onlesjustifie
par une argumentation rationnelle et falsifiable, donc permettant une discussion à armes égales entre
pairs. On les vérifie autant que possible dans la réalité ou dans l’expérimentation. On les met en œuvre
directement ou indirectement dans l’action. Cette fonction s’exerce dans un processus qui articule des
séquences très différentes. Selon celle que l’on privilégie, on n’adopte pas la même posture et l’on ne
mobilisepaslesmêmescompétences.Ilyadoncplusieursmanièresd’êtrechercheur.
Tour à tour homme de terrain, initiateur des recherches des autres, vulgarisateur, médiateur entre la
recherche et le monde des urbanistes, François Ascher est plus que tout un théoricien et un intellectuel.
Comme théoricien, il s’inscrit fortement dans la lignée des théories de la modernité qui ont joué un rôle
majeurdanslapenséemondialeaucoursdesdernièresdécennieset,àtraversdespersonnalitéscomme
UlrichBeck,ontcontribuéàlaconstructiondel’idéededéveloppementdurable.Commeintellectuel,iln’a
cessé de mobiliser les concepts, les synthèses, les métaphores, les fables qui permettent d’interpeller le
mondedel’action,etd’abordceluidelapolitique.
La recherche selon François Ascher, c’est un risque, une aventure, un jeu sérieux avec la théorie, avec
l’action, avec le savoir. C’est, dans une perspective qui doit tout aux Lumières, l’aventure joyeuse de la
connaissancetriomphantdesbêtesdel’Apocalypseetdel’obscurantisme.
Lui-même était une figure exemplaire de chercheur en sciences sociales, théoricien de la ville et de
l’hypermodernité. Homme d’idées et de débats tourné vers le monde de l’action, il était également un
lecteurpassionnédelaproductionensciencessociales.Ceconsommateuraddictifdedonnéesstatistiques,
en particulier celles concernant les modes de vie, avait depuis longtemps franchi les frontières de sa
LaSinistraRivista–RivistaQuadrimestrale-ISSN2282-3808-Autorizzazionen.23/2013-
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N.9Gennaio2016-Direttoreresponsabile:AlfonsoMarino
disciplined’originel’économie,pourlireleshistoriens,lessociologues,lesphilosophes,lesthéoriciensdes
sciencescognitives,toutcommeilsepassionnaitpourlemouvementdessciencesengénéraletpourles
innovations technologiques. Sa pensée s’alimentait des données les plus classiques et les plus établies
comme de l’attention aux faits polémiques que porte la vie quotidienne: petite transformation
technologiquequipeutouvrirdenouveauxhorizons,comportementsimprévusquiobligentàreconsidérer
les choses sous un autre angle. Il mobilisait également son experience personnelle, adoptant une
démarche, dont il comprenait les règles et les difficultés et qui s’enracine fortement dans les apports
irremplaçablesdelatraditiongermaniquedessciencessociales,avecnotammentlaphénoménologieetla
sociologiedeMaxWeberetGeorgSimmel.
Dans cette enceinte, s’exprimant comme théoricien, médiateur, intellectuel il se serait certainement
adresséàsesjeunescollègueschercheurs,enleurdisant,j’imagine:Onvousdemandeaujourd’huidefaire
la course pour publier des articles dans des revues bénéficiant des labels officiels. Cela sert à améliorer
votrenotationpersonnelle,celledevotrelaboratoireetéventuellementàfairemonterl’universitédansle
classementdeShanghai.
Iln’empêchequel’écrasantemajoritédecesarticlesn’aaucunintérêt,d’ailleurspresquepersonneneles
lit.Faiteslesconcessionsindispensables,maissurlefond,refusezunepratiqueconventionnelle,routinière
et un peu autiste de la recherche qui aboutit à la fabrication de petites bulles de chercheurs au sein
desquelles on ressasse les mêmes choses en se différenciant sur des détails sans véritable enjeu. Ne
désertez pas ce front essentiel et terriblement abandonné par la recherche urbaine qu’est la théorie.
Prenez des risques, explorez des chemins réellement inconnus, soyez éclectiques, c’est beaucoup plus
amusantetplusproductif.
N’hésitezpasdevantl’expertise,pourvuqu’ellealimentevotrepenséeavantvotreportefeuille.Et,puisque
vousêtesdansledomaineurbain,passionnezvouspourlesvillesetpourletravaildeceuxquilesfontet
quilesgèrent.
Pourquoil’urbanismea-t-ilbesoindelarecherche?Laréponsesetrouvedanslespositionsquifigurentau
début du livre Organiser la ville hypermoderne. François Ascher y dit : « Lesactions urbaines s’inscrivent
généralement dans des durées longues. Or, nos sociétés sont marquées par des incertitudes croissantes.
Agiràlongtermedansunmondeincertainnécessitedoncdedistinguerd’unepartdesobjectifsmajeurs
[…]quisontdel’ordreduprojetd’ensembleetdelastratégie,d’autrepartlesobjectifsparticuliersplusou
moinscirconstanciels,quisontdel’ordredelaréactivitéetdelatactique.
Articulerdestactiquesetdesréactionsàunestratégienécessiteuneforteréflexivité,c’est-à-diredefaire
unretourenpermanencesurl’analysedesrésultatsdesactionsprécédentes.
32
L’action informe ainsi l’action, sans pour autant verser dans l’empirisme. On peut qualifier ce type
d’urbanisme de management stratégique urbain. » Et plus loin : « La production de la ville mobilise des
acteurs variés, aux intérêts et aux modes de fonctionnement différents, voire divergents. Les dispositifs
urbanistiques,leursresponsablesetleursdonneursd’ordredoiventdoncaccorderuneplaceparticulièreà
l’analysedesjeuxdesacteursetàleurslogiquesspécifiques…»Etencore:«Lesinvestissementsurbains
sonttrèscoûteuxetengagentl’aveniràlongterme.Ilseraitutilequel’onyconsacredesmoyensd’études
etderecherchébeaucoupplusimportantsqu’aujourd’hui».
Ainsisedessineletableaud’uneactionurbainequinepeutproduireetgérerlavillequ’enélaborantsans
cessedesconnaissancessurl’action,cequiestparticulièrementduressortdessciencessociales,etpour
l’actioncequiimpliqueunegrandediversitédedisciplines.
Lacrise,quipourraitdemaindevenirunecriseurbaine,leprojetdudéveloppementdurablequis’élabore
actuellement,toutcelaaugmenteralacomplexitédelaville,exigeraencoreplusderéflexivitéainsiquela
capacitéàmobilisertouteslesinnovationstechnologiques,gestionnaires,socialespossibles.Ondevrasans
cesse scruter le monde, les acteurs urbains et leur action et pour cela élaborer de nouveaux dispositifs
cognitifs.
La recherche devra affirmer sa présence en tous lieux, non seulement dans ses laboratoires et dans les
universités, non seulement par des études ex ante et ex post, mais également au cœur de l’action, de
l’élaborationdesprojetsetdesdécisionsurbaines,delagestionquotidienneetdelamaîtrisedel’usage.
Ceci suppose que les chercheurs interviennent dans trois postures différentes : celle de l’observateur
impartial,quileurestfamilière,celleduconseillerdelamaîtrised’ouvrage(unpeuplusqu’unspectateur
engagé),etcelleduparticipantàl’élaborationd’unprojet,cequiestbeaucoupplusloindeleurshabitudes
etdeleurssavoirfaire.
Quellerecherchepourcenouveaucontexte?ÉcoutonsFrançoisAscher:«Larechercheenurbanismen’est
pasunitaire.D’unepart,ilyalesrecherchessurlesvillesetl’urbanisme,d’autrepartdesrecherchespour
l’urbanisme[…].Lafrontièreentrecesdeuxtypesderecherchedoitêtreaussipeuétanchequepossible,
même si elles s’inscrivent dans des perspectives sensiblement différentes et relèvent de critères
d’évaluationdistincts.
Ces recherches peuvent être pluridisciplinaires (économie urbaine par exemple) ou pluridisciplinaires et
thématiques(surl’habitatouleprojeturbainparexemple).
Lesrecherchestantsurl’urbanismequepourl’urbanisme(surlesoutilsdesprojetsurbainsparexemple)
sontaujourd’huiinsuffisammentnombreusesetmériteraientd’êtredéveloppées.»
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N.9Gennaio2016-Direttoreresponsabile:AlfonsoMarino
Ailleursilpréciseque,dansl’organisationdelarechercheurbaine,«ilfautfairefaceàunedoubleexigence
l’ancragedisciplinairedeséquipes(leurexcellenceetleurreconnaissancedansleurproprediscipline)etla
pluridisciplinarité… Pour cela il faut des équipes ayant une certaine consistance, travaillant dans des
laboratoiresbienidentifiés.Lapluridisciplinariténedoitpasaffaiblirlaqualitéscientifiquedansunesorte
deculturegénérale.Ilfautquel’ancragedisciplinaireserveaussiàféconderdesrecherchesthématiques,
notamment en favorisant des transferts théoriques méthodologiques des recherches qui avancent sur
d’autresthèmesquel’urbain.»
Sansdouteaurait-ilencoreinsistésurladimensionréflexivedecetterecherche.Aujourd’huilesexigences
de la lutte contre le réchauffement et plus généralement la mobilisation de l’État et des collectivités sur
l’objectifdelavilledurableconduisentàdonneruneprioritéabsolueauxrecherchesquisecontententde
donner des réponses, de préférence techniques, aux questions fermées qu’on lui pose. Pourtant, la ville
durable c’est-à-dire une nouvelle manière de faire et de gérer la ville, n’est pas encore inventée et ne
sauraittenirdansunelistedeprescriptionsàappliquer.Onaplusquejamaisbesoind’unerecherchequi
élaboredenouvellesquestions,justementcellesauxquellesl’actiondevrarépondredanslesdécenniesqui
viennent. C’est la même erreur, tragique car elle diminue notre capacité à gérer l’avenir, qui conduit le
Centre national de la fonction publique territoriale (CNFPT) à interdire le concours d’ingénieur territorial
auxdiplômésdesinstitutsd’urbanisme.
IlrestequedanslarechercheFrançaiselesétudesurbainessontbeaucoupplusfaiblesquedansd’autres
grands pays, qu’hormis la science politique avec la gouvernance et certains secteurs des sciences de
l’ingénieur,cellesdesgrandesdisciplinesquiavaientvocationàlefairen’ontpasbeaucoupdéveloppéleur
secteur urbain. Il reste surtout que la recherche pour l’urbanisme est insuffisamment structurée. C’est
cette structuration nouvelle que François, Ascher beaucoup de nos collègues et moi-même recherchions
lorsque nous avons crée le Lab’urba, laboratoire commun à l’Institut d’urbanisme de Paris (IUP) et à
l’Institutfrançaisd’urbanisme(IFU)quiexisteofficiellementdepuisjanvier2009.
Mais, dit François Ascher, « la recherche est un « monde » avec ses paradigmes, ses temporalités, son
vocabulaire,sesrègles.Pourpouvoirutilementlemobiliser,ilfautdes«traducteurs»etdes«médiateurs
» avec les « mondes de l’action ». Il faut se donner les moyens de transformer les résultats (et les
questions) de la recherche en informations et connaissances utilisables par les mondes de l’action. Et
réciproquement, il faut se donner les moyens de transformer les problèmes de l’action en questions
compréhensibles par le monde de la recherche, susceptibles de l’intéresser (intellectuellement et…
matériellement).»
34
Ilremarqueégalementquebeaucoupdeproblèmesneseposentqu’unefoisàbiendesacteurs.Decefait,
explique-t-il, « ils n’ont pas le sentiment qu’un investissement (nécessairement à moyen et long terme)
puisselesaider.Ilfautdoncdesdispositifsdemédiationetdetraductiondanslesdeuxsens.»
J’ajouteraiquel’onn’insistejamaisassezsurlaspécificitédecetteactivitédemédiation.Labonnevolonté
n’y suffit pas. Elle nécessite du temps et des outils qui ne sont pas seulement de l’ordre de la
communicationmaisappartiennentàlacognition.
Commentyparvenir?FrançoisAscherproposequelquessolutionsconcrètes.Ilsouhaited’abordlacréation
d’ungrandorganismesurlemodèleduDIFUallemand(institutallemandpourl’urbanisme)quiassocierait
l’état, les collectivités locales (en particulier les communautés urbaines) des professionnels (voire des
organisationsprofessionnelles)desuniversitairesetdeschercheurs.Cetorganismedontlavocationserait
la traduction ou médiation évoquées à l’instant, le développement de l’expertise et la stimulation de la
recherche et de l’innovation, serait financé par les cotisations des collectivités locales, le sponsoring des
acteursprivés,lessubventionsdel’état.
Il serait au centre d’un système dans lequel on trouverait également des « organismes sans enjeux
immédiats,niacadémiques,niprofessionnels…capablesd’identifierdesthèmesémergentsàl’agendadela
recherche».
SelonFrançoisAscher,«l’Institutpourlavilleenmouvementestunbonexempledecetypededémarche
indépendantedesjeuxd’acteursdel’universitéetdel’aménagement».
Onytrouveraitégalementcequ’ilappelledescentresurbanistiquesuniversitaires(CUU).
« Je pense, dit il, au modèle des centres hospitaliers universitaires, où des cliniciens de haut niveau
travaillentauxcotésdechercheursousonteuxmêmesimpliquésdanslarecherche.
Lescentresurbanistiquesuniversitairespourraienttraiterdesproblèmesurbanistiquescomplexes,unpeu
commecequis’estpasséaveccertaineséquipesduconcourssurleGrandParismaisentravaillantsurla
durée. Certains gros instituts d’urbanisme pourraient devenir des centres urbanistiques universitaires et
assurerainsisimultanémentlaformationdejeunesurbanistesmaisaussitraiterlesproblèmestroplourds
ettropcomplexespouruneéquipeclassiqued’urbanistesprivésoupublics.»Ilajoutaitque«demanière
générale,ilfautfavoriserlamobilisationdeschercheurscommeexperts».
Ceprojet,ilespéraitleréaliseràlaCitéDescartes,enassociantl’IFUetl’IUPetenliaisonavecl’université
de Paris Est Marne la Vallée, l’École nationale des ponts et chaussées (ENPC), l’École d’architecture de la
villeetdesterritoires.Celaimpliquaitquel’IFU,presentsurcesitemaisencorerattachéàl’universitéde
ParisVIIISaint-Denis,devienneunecomposantedel’universitédeParis-EstMarne-la-Vallée.Ils’estbattu
pourcelaetc’estpourquoic’estavectristesseetcolèrequenousavonsapprisquemoinsd’unmoisaprès
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samortetjusteavantquenotrechangementd’universitésoitopéré,leprésidentdel’universitédeParis
VIII avait décidé d’affecter son poste à un autre secteur universitaire pour l’attribuer à un homme
politique.
FrançoisAschernouslaisseunepenséepourl’avenir,ilnouslègueunprogrammedetravail.Ànousdele
réaliser.Enassociationavecquelquesunsdesesproches,jeproposeàmescollèguesdel’IFU,del’IUPet
duPôlederechercheetd’enseignementsupérieur(PRES)Paris-Est,ainsiqu’auClubville-aménagement,au
PUCA et à l’Institut pour la ville en mouvement d’organiser au printemps un colloque auquel nous
aimerionsassocierl’ensembledesprofessionsetdesacteursdel’urbanismeainsiquelepôlescientifiqueet
techniqueduMEEDDMquivas’installeràlaCitéDescartes.Cecolloque,dédiéàFrançoisAscher,aurapour
but d’explorer le programme auquel il nous invite et sa réalisation. Des chercheurs et des acteurs de
différentspayseuropéensviendrontdirecequ’ilssaventdesrelationsentrerechercheexpertiseetaction.
Leprojetd’uncentreurbanistiqueuniversitaireyseraétudié.
François Ascher aurait souhaité que ce Grand Prix soit l’occasion du lancement d’une nouvelle alliance
entrel’urbanismeetlarecherche.J’espèredetoutcœurqu’ilenseraainsi.
http://www.developpement-durable.gouv.fr
DAMONTHLYREVIEWDICEMBRE2015
MICHAELLÖWY,autoredidiversilibri,dicuisegnaliamo:Ecosocialism:ARadicalAlternativetoCapitalist
Catastrophe(Haymarket,2015).L’articolooriginaleèinspagnolopubblicatodaPapeles.
LaudatoSi—L’enciclicaantisistemicadelPapa
diMichaelLöwy
“L’enciclica ecologia” di Papa Francesco è un evento - nei suoi richiami religiosi, etici, sociali, politici,- di
importanza planetaria. Considerando l’enorme influenza della Chiesa Cattolica nel mondo, questo è un
contributocrucialeperlosviluppodiunacoscienzaecologicacritica.E’statasalutataconentusiasmodachi
difende l’ambiente; tuttavia ha suscitato disagio, reazioni e rifiuto da parte dei religiosi conservatori,
rappresentanti del capitale e ideologi del “mercato ecologico”. E’ un documento di grande ricchezza e
complessità che propone una nuova interpretazione Giudeo – Cristiana, una rottura con il “sogno di
Prometeodidominareilmondo,”eunaradicaleprofondariflessionesullecausedellacrisiecologica.Molti
aspettidellaTeologiadellaLiberazione,inparticolarelaeco–teologiadiLeonardBoff,possonoessereletti
come riflessioni della inseparabile associazione tra “il grido della terra” e il “grido dei poveri”. Nelle note
cheseguono,sonointeressatoadenfatizzarel’aspettodell’enciclicachespiegalaresistenzachel’enciclica
hatrovatonelmondoeconomicoedeimedia:questoèilsuocarattereanti–sistemico.
PerPapaFrancesco,disastroecologicoecambiamentoclimatico,giocanounruolochenonpuòessereil
risultato di semplici comportamenti individuali, quanto il risultato del modello di produzione e consumi.
Bergogliononèunmarxistaelaparola“capitalismo”nonappareintuttalasuaenciclica.E’chiaroperòche
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per Lui, i drammatici problemi ecologici del nostro tempo, sono il risultato del “meccanismo dell’attuale
globalizzazione economica”, un meccanismo che costituisce un sistema globale, “un sistema di relazioni
commercialiediproprietàstrutturalmenteperverso”.
Quali sono per Papa Francesco queste caratteristiche “strutturalmente perverse”? Molte risiedono in un
sistema che presenta “limitati interessi di impresa” e “una mentalità economica discutibile” che assume
precedenza, in una logica strumentale e presenta la massimizzazione del profitto come unico obbiettivo.
Tuttavia,“ilprincipiodellamassimizzazionedelprofitto,disolitoisolatodallealtreconsiderazioni,rifletteil
modelloeconomico.L’attenzioneèperlaproduzionecheaumenta,quasinullainmeritoalcostoetempo
dasostenereperilbenessereel’ambiente.”Questadistorsione,questaperversioneeticaesociale,nonèdi
unsoloPaese,mailprodotto,nellesueparole,diun“sistemaglobale”conprioritàperlaspeculazioneeil
guadagnodellafinanza,lasciandosullosfondoitemidelladignitàumanaedell’ambiente.“E’chiarocomeil
deterioramentodell’ambienteeildegradoumanoedeticopresentanounlegameforte”.
Altre caratteristiche, della perversione del sistema includono, l’ossessione per lo sviluppo illimitato, il
consumosfrenato,latecnocrazia,ildominiototaledellafinanzaeladeificazionedelmercato.Questalogica
distruttiva riduce tutto al mercato e “al calcolo finanziario costi benefici”. Tuttavia, sappiamo che
“l’ambienteèunodiqueibenichenonpuòessereadeguatamentesalvaguardatoopromossodalleforzedi
mercato.”Ilmercatoèincapacedidarevalorietici,sociali,umani,naturali,inaltreparole,“valorichesono
incalcolabili”.
Comeverificatonellarecentecrisibancaria,l’”assoluto”poteredellaspeculazionedelcapitalefinanziarioè
parteessenzialedelsistema.Ilcommentodell’enciclicainmeritoèprofondoedemistificante:
……….Salvarelebancheilorocosti,facendopagareilprezzoalpubblico,commissionandoalle
impresel’impegnodirivedereeriformarel’interosistema:unpoterechenonhafuturoedaràcorso
allenuovecrisidopounlentoecostosoapparenterecupero.Lacrisifinanziariadel2007–08,poteva
essereunaopportunitàpersviluppareunanuovaEconomia,piùattentaaiprincipieticienuovi
percorsiperregolarelafinanzaspeculative,pratichedibenessere.Malarispostaallacrisinonha
inclusoilripensarel’antiquatocriteriochecontinuaagovernareilmondo.
Questa dinamica perversa del sistema globale che “continua a governare il mondo” causa i summit sul
ambiente, finiti tutti in una serie di fallimenti: “Ci sono troppi interessi, economici che facilmente
deteriorano,distruggonoibenicomuniemanipolanol’informazionefinoalpuntocheiveriinteressiegli
effetti non emergono”. Da tempo, è predominante l’imperativo del potere economico dei gruppi
dominanti,“l’attenzionemassimapuòesseresuperficiale,retorica,prevederesporadiciattidifilantropiaed
espressioni di solidarietà, mentre i rari genuini tentativi di gruppi dentro la società di introdurre
cambiamentisonovisticonfastidiooillusioniromantiche,oppureostacolichedevonoessereaggirati.”
Inquestoconteso,l’enciclicasviluppaunacriticaradicaleall’irresponsabilitàdei“responsabili“,delleelite
dominanti,delleoligarchieedeilorointeressiinrelazioneallacrisiecologica:
Moltidiquesti,possiedorisorse,potereeconomicoepoliticoutilizzatopermascherareiproblemio
conciliare i sintomi, offrendo la riduzione di alcuni impatti negative del cambiamento climatico.
Comunque,moltidiquestisintomidichiaratiinviadisoluzione,continuanoconl’attualemodellodi
produzioneeconsumo.
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Il confronto tra il drammatico processo di distruzione ecologica del pianeta e il senza precedenti
scenario del cambiamento climatico continua, cosa stanno facendo Governi e rappresentanti
internazionale(IMF,WorldBank,etc.)?Leproposteruotanointornoall’ideadi“svilupposostenibile”,
un concetto che utilizzato presenta molti significati e spesso è privo di significato, un flatus vocis, [
NdR-flatusvocislocuz.lat.(propr.«emissionedivoce»).–Espressionetradizionalmenteattribuitaal
filosofoRoscellinodiCompiègne(mortointornoal1120),massimorappresentantedelnominalismo
medievale, secondo il quale i concetti universali non hanno alcuna realtà oggettiva e sono soltanto
semplici nomi (cioè, appunto, dei flatus vocis). È talora ripetuta nel linguaggio comune, riferita in
sensopolemicoadiscorsiprividiconsistenzaoapromessechenonhannoseguito]comeglistudiosi
delMedioevodicevano.Francescononhaillusioniinmeritoallamistificazionetecnocratica:“parlare
disvilupposostenibileèunamodalitàpernonfocalizzarel’attenzionesulmodellodisviluppoelasua
offerta. Linguaggio e valori ecologici sono tradotti ad uso e consumo delle finanzia e della
tecnocrazia,leresponsabilitàsocialieambientalidegliaffarispessoriduconoadunaseriediindicidi
mercatoeimmaginilaproblematica.”
Ilmetodoconcreto,propostodall’oligarchiatecno-finanziariaèidentificabileperesempiocon“ilmercato
delcarbone”,perfettamenteinefficiente.PapaFrancesco,proponecritichepungenti,allafalsasoluzionedi
questeproblematiche,contenutenell’enciclica.Citando,ildocumentofinaledellaConferenzaEpiscopalein
Bolivia,Bergoglioscrive:
La strategia di vendere e comprare “crediti di carbonio” può condurre verso nuove forme di
speculazione che potrebbero non aiutare la riduzione di emissioni di gas serra nel mondo. Questa
sistemasembrafornireapparentisoluzionifacilievelociperl’ambiente,mainnessuncasopermette
il cambiamento radicale che le circostanze chiedono. E’ semplice invece, utilizzare qualche
stratagemmapermantenereiconsumidialcunipaesiesettori.
Riflessioni come queste, spiegano lo scarso entusiasmo per Laudato Si nei circuiti “ufficiali” e dei
sostenitoridel“mercatoecologico”odel“capitalismoverde”.
Francesco insiste sempre sul fatto che la relazione tra questione ecologica e sociale, ha bisogno di
interventiradicalieprofondicambiamentiperilgovernodiquestadoppiasfida.Questiiprincipaliostacoli
alla natura perversa del sistema: “l’assenza di questa mentalità sia nel prendere decisioni radicali per
cambiareiltrenddelriscaldamentoglobalechepereleminarelapovertà.”
Abbastanza interessante, l’invito del Papa per Naomi Klein alla conferenza di giugno 2015 Laudato Si a
Roma.Probabilmente,perlaprimavolta,“lalaicafemministaebraica,”comevienedefinitedallastampa
ufficiale della Chiesa, è stata invitata in Vaticano. Commentando il significato dell’enciclica Lei scrive: “Se
unadellepiùanticheetradizionaliistituzioninelmondopuòcambiareilproprioinsegnamentoepraticain
modo cosi radicale, come Francesco dimostra, anche tutte le altre istituzioni, elastiche o rigide, possono
farlo.”
LadiagnosidiLaudatoSiinmeritoallacrisiecologicaèchiaraecoerente,leazionipropostesonolimitate.
Certo,moltedelleindicazionicontenuteneltestosonoutilienecessarie,peresempio:incoraggiare“nuove
forme di cooperazione e organizzazioni di comunità……per difendere gli interessi dei piccoli produttori e
preservare l’ecosistema locale dalla distruzione.” L’enciclica in modo molto significativo, sottolinea la
necessità, nelle società sviluppate, di “contenere lo sviluppo utilizzando alcuni limiti ragionevoli anche
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riformulandoalcunescelteprimachesiatroppotardi”;inaltreparole“bisognaaccettarecheinalcuneparti
delmondolacrescitadiminuisca,alfinedifornirerisorseperaltriluoghidovesirealizzaunacrescitasana.”
Nell’enciclicasiprecisal’importanzadi“misuredrastiche”attualmenteassenti,comeKleinsottolineanel
suo ultimo libro This Changes Everything. Lei propone una pausa, prima che sia troppo tardi, al carbon
fossili(carbone,petrolio),lasciandolinellaterra.E’durapensarecheunatransizionedall’attualesituazione,
perversa struttura di produzione e consumo, senza una combinazione di iniziative anti-establishment
riferite alla proprietà privata e al ruolo delle multinazionali dell’energia fossile (BP, Shell, Total, etc.) sia
possibile. L’importanza di questa impostazione è ribadita nella necessità di “una ampia strategia per
fermareildegradodell’ambienteeincoraggiareunaculturadicurachepermeituttalasocietà”,maquesto
aspettostrategicoèunodiquellinonsviluppatinell’enciclica.
Comprendendo che “l’attuale sistema è insostenibile,” Bergoglio propende per una alternativa globale
che chiama “cultura ecologica,” un cambiamento che “non può essere ridotto ad una serie di misure
urgentieparzialiperrispondereall’immediatoproblemadell’inquinamento,ildecadimentoambientalee
l’esaurimento delle risorse naturali. Questi bisogni sono un modo distintivo di guardare, un modo di
pensare, di fare politica, di educare, stile di vita e spiritualità che insieme possono generare resistenza
all’assalto del paradigma tecnocratico.” Comunque, ci sono alcuni segnali di una nuova economia, una
nuova società che corrisponde alla cultura ecologica. Non stiamo chiedendo al Papa di adottare l’eco
socialismo,malasuaalternativarimanemoltoastratta.
PapaFrancescoapprovale“opzionichepreferisconoipiùpoveri”dell’AmericaLatina.L’enciclicalancia
unchiaroimperativoplanetario:“nellacondizioneattuale,l’interasocietà,dovelagiustiziascarseggiaeun
crescente numero di persone è deprivata dei diritti umani di base considerati sacrificabili, il principio del
bene comune diventa immediatamente logico e inevitabile insieme alla solidarietà e alla preferenza di
aiutareipiùpoverieilorofratelliesorelle.”
Inognicaso,nell’Enciclica,ilpoverononèprotagonistadellaproprialiberazionedicuilateologiadella
liberazioneèpiena.Labattagliadelpovero,contadini,gruppiindigenti,indifesadelleforeste,dell’acquae
dellaterra,controlemultinazionaliel’agrobusinesssonotemilargamenteassentinell’enciclicaLaudatoSi.
Francescodirecentehaorganizzatounmeeting.,ilprimonellamillenariastoriadellaChiesaCattolica,coni
movimenti sociali, evento storico significativo. Nell’enciclica, ci sono alcuni riferimenti alle attività dei
movimentisocialichesonoiprincipaliattoridellelotteinmeritoalcambiamentoclimatica,adesempioVia
Campesina,ClimateJustice,andtheWorldSocialForum.
Naturalmente,comeBergogliosottolineanell’enciclica,laChiesanonhailcompitodisostituirsialruolo
deipartitipoliticinelleproposteeprogrammiditrasformazionesociale.Questaanalisianti–sistemicadella
crisi connessa all’inseparabile questione sociale della protezione ambientale, da “piange il povero” al
“piange la terra,” (Laudato Si) è una inestimabile contributo alle idee e azioni necessarie per salvare la
naturael’umanitàdallacatastrofe.
Perchidesideraapprofondire
http://speciali.espresso.repubblica.it/pdf/laudato_si.pdf
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N.9Gennaio2016-Direttoreresponsabile:AlfonsoMarino
Cibo,economiemorali,mercatieflussimigratori
di Augusto Ciuffetti
RicercatorediStoriaEconomicapressolaFacoltàdiEconomia"GiorgioFuà"dell'UniversitàPolitecnicadelle
Marche.
Cisonotemiequestioniche,inunaprospettivadilungoperiodo,travalicanoogniscansionetemporalee
dall’attualità affondano le loro radici nel lento e complesso svolgimento della storia delle società
occidentalienonsolo.Unodiquestitemi,chenell’annodell’Expoavrebbemeritatoun’attenzionediversa
daquellacheleèstatariservata,èquellodellascarsitàdellerisorsealimentari,cioèdellecarenzechesi
verificano sul lato dell’offerta, da coniugare anche e soprattutto in altri termini, come quelli
dell’impossibilità, da parte di ampi strati della popolazione mondiale di accedere all’acqua e al cibo per
soddisfarebisognivitali.Èsullatodelladistribuzionedellerisorse,infatti,cheattualmentesigeneranole
diseguaglianzepiùprofonde.
Nella sostanza, si tratta delle teorie sull’Entitlement Approach, messe a punto da Amartya Sen nei primi
anni Ottanta del Novecento, in base alle quali “la morte per fame è dovuta al fatto che gli individui non
hanno abbastanza cibo per nutrirsi, e non al fatto che non esiste cibo sufficiente per nutrirsi”. Secondo
l’economista indiano per combattere la fame, piuttosto che agire sulla scarsa produzione alimentare, è
necessariooperaresullemodalitàdiaccessoaibenieaiservizi,tenendocontodellostatusdellepersonee
delle possibilità offerte dai sistemi politici. È in questa prospettiva che viene interpretata l’insicurezza
alimentaredipaesicomeilBangladeshosispiegalagrandecarestiadelBengaladel1943-1944.
Come è noto, le teorie di Sen hanno contribuito ad una ridefinizione delle politiche alimentari in ambito
internazionale, consentendo il superamento di un approccio a questo problema di tipo malthusiano. Le
suggestioni che derivano dalla lettura dei suoi testi si possono ampiamente applicare anche all’analisi
storica,neltentativodicomprendereleinterazionitracondizionisocialidellepersone,logichedimercatoe
diritto alla sopravvivenza degli individui. Si tenga conto, infatti, che in età medievale e moderna molto
spessolacarestiavieneassociataaiprezzideicerealiparticolarmenteelevati,piuttostocheadun’effettiva
carenzadicibo.Apparedunqueevidente,comequestotema,perillungoperiodopreindustriale,vadaletto
non solo su un piano economico e sociale, ma anche e soprattutto politico. All’urgenza sociale della
mancanzadiacquaecibo,sisommasempre,cioè,ildatopoliticooistituzionalechesia,poichésappiamo
benissimo,oggicomenelpassato,comeilpoteresifondisempresulcontrolloelagestionedellerisorse
alimentariedenergeticheesuidiversiepossibiliusidellestesse,nonsoloafinialimentari.Peravvicinarsi,
dunque, in una prospettiva storica, a tali dinamiche è opportuno muoversi tra due poli: uno di natura
economicael’altropiùsquisitamentepolitico,perchéèallastoriasocialedelleistituzioniedichilegoverna
esimuoveallorointernopersoddisfareibisognidellacollettività,mamoltopiùspesso,persalvaguardarei
propriinteressi,chebisognarivolgersiperrivelaremeccanismi,atteggiamenti,praticheeconsuetudini.
Ripartendo da Sen ed utilizzando in un’ottica diversa categorie e definizioni ampiamente consolidate si
possonoelaborare,dunque,delleriflessionivolteadefiniredeipossibilipercorsi,ingradodioffrirequalche
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indicazionesulperchémalnutrizione,fame,povertàeingiustiziesocialinonsianosemprelaconseguenza
direttadimancanzeedassenze,maancheilrisultatodisceltepoliticheedeconomichevolteadiscriminare.
In altre parole, è forse ancora necessario sottolineare come e quando si è realizzato il superamento di
un’economia,seppurrivoltaalprofitto,ingradodipreservaredeterminatiequilibrisociali.
Due poli, quindi, quasi come le due rive di un fiume, quello della carenza delle risorse alimentari o
dell’impossibilità di accedervi, che scorre agitato ed impetuoso oltre ogni confine, oltre ogni spazio
temporale. Un fiume che i soggetti sociali e politici collocati sulle opposte rive, nel corso della storia,
dall’antichitàadoggi,hannosemprecercatodiattraversare,gestire,metterearegime.Suunarivacisono
gliuomini,icontadini,sevogliamo,diunaqualsiasicomunitàruraledell’Italiapreindustriale,chelavorano
per soddisfare i loro bisogni primordiali: qualcosa da mangiare, dei panni per vestirsi e una casa dove
abitare, il tutto finalizzato alla sopravvivenza e che guardano dall’altra parte del fiume, dove risiedono le
istituzionieicetidominanti,utilizzandounalenteparticolare,quella,ricorrendoadunanotadefinizionedi
Edward Thompson, dell’economia morale, che dovrebbe imporre a questi ultimi determinati ruoli e
comportamenti.
Sull’altra riva del nostro fiume troviamo, dunque, i ceti dominanti, i proprietari delle terre, i cui bisogni
vanno ben oltre le più immediate esigenze della sopravvivenza e che possono soddisfare anche i loro
desideripiùeffimeri,machenellostessotempohannounanecessità,funzionalealloropotere,quelladel
riconoscimento del loro status e dei loro privilegi. Per gran parte dell’età preindustriale, esiste un ponte,
seppur fragile, che unisce queste due sponde ed è, appunto, quello dell’economia morale. Un ponte
destinato a crollare e ad essere ricostruito in continuazione. Se rivolte e ribellioni popolari dettano le
scansioni temporali dell’età preindustriale, è pur vero che esse si intensificano nel momento in cui si
verificano le cause naturali che producono le carestie e quando c’è una chiara percezione di un
“tradimento”,dapartedeicetieminenti,propriosulterrenodiquellaeconomiamoraleattraversolaquale
passaogniformadidialogotracetieminentiesubalterni.
Nelcorsodellastoriamoderna,asostegnodelpontedell’economiamorale,sonostatepostedellepietre
lavorate in modo tale che possano resistere più a lungo, garantendo equilibri sociali e politici tali da
consentire,aipiùpoveri,diaveremarginidisopravvivenzapiùampi.Unadiquestepietreèl’affermazione,
nel mondo rurale del basso medioevo, di nuovi rapporti di produzione regolati da inediti contratti.
Nell’Italiacentraleepoiinaltriterritoridell’Europaoccidentale,lamezzadriaèqualcosadiprofondamente
diverso rispetto al lavoro servile posto alla base dei vincoli feudali dell’alto medioevo, in realtà capaci di
sopravvivere,indeterminateareedelvecchiocontinente,findentrolosviluppodelcapitalismo.Èpurvero
chequestenuoveformediconduzionedellaterra,accompagnatedaunasempremaggiorepenetrazione
dell’economia di mercato nelle campagne, saranno destinate a produrre nuove forme di povertà, senza
riuscirealenireladebolezzadeicetisubalterni,siadifronteallecarestieedallecrisidisussistenza,sianei
rapporticonipadronidelleterre.Cisono,poi,altrepietre,alcunefinementemodellate,comegliusicivici,
le comunanze agrarie, i beni collettivi e cioè tutti quei diversi modi di possedere, parafrasando un
importante studio di Paolo Grossi, in parte accettati dalle élites, in grado di aumentare i livelli di
sopravvivenzadeipiùpoveri,soprattuttoinaree,comequellemontane,menogenerosedalpuntodivista
climaticoedellaproduttività.Altrepiccolepietresonolenormeeleconsuetudininonscrittecheregolanoi
rapportitraiverticielabasedellasocietà,oppurealcuneistituzionicomelemagistraturedell’abbondanza
o dell’annona, che agiscono in occasione delle carestie o quando il prezzo del pane tende a salire
eccessivamente.
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Quandoesplodonolecarestie,determinatenonsolodacausenaturali,maanchedalleguerre,edilagano
immediatamente le epidemie, pur di resistere, i contadini mangiano anche l’erba dei campi. È il classico
modello malthusiano: nel momento in cui la popolazione cresce eccessivamente rispetto alle sue risorse,
andandoincontroallamalnutrizione,glispazidellasussistenzacalanodrasticamente.Inquestocontesto,le
epidemie aggrediscono le fasce più deboli della popolazione, provocando una mortalità catastrofica in
grado di riportare in equilibrio il rapporto tra popolazione e risorse. In tali situazioni, per avere qualche
possibilità di salvezza non ci sono alternative rispetto alla fuga: bisogna mettersi in cammino. Quelle dei
poveri,inetàmoderna,sonodellemassefluttuantiinperennemovimento,cheaumentanoneiperiodidi
crisi per dirigersi verso le città, dove ci sono le strutture assistenziali degli enti religiosi, insieme alla
beneficenzadeiricchi,maanchemaggioriopportunitàdilavoro.
È l’istinto della sopravvivenza che spinge uomini, donne e bambini, nel passato come oggi, verso i luoghi
dove si intravede un barlume di speranza. Cambiano le scale, ma non le dinamiche e soprattutto le
mentalità. Braudel affermava che l’immenso Mediterraneo dell’autunno del medioevo, durante l’età
contemporanea, per effetto delle rivoluzioni economiche che investono i trasporti, è destinato a
trasformarsiinunpiccololago.L’Europacheoggisipensaassediatadaimigrantiinfugadafameeguerreè
molto simile agli spazi urbani dell’età moderna, verso i quali affluivano i contadini delle campagne
circostanti.Oggicomeallora,ilpoverochearrivaèconsideratounostranieroequindiunvagabondo,un
deviante,alqualeattribuireognicrimine.
Nel corso dell’età moderna, mentre sopravvive l’economia morale, si mette in moto il processo di
accumulazione del capitale, che muta profondamente gli equilibri sui quali si regge quest’ultima.
Contemporaneamente, il mercato tende a conquistare una definitiva centralità in ogni rapporto
economico.Ilfiumeevocatoinprecedenzasiingrossa,gliargininonriesconopiùacontenerelesueacque,
mentre le sponde, soprattutto quelle dove vivono poveri, marginali e contadini, iniziano a cedere: le
campagne sono inondate, i ponti trascinati via. Nelle forme di riconoscimento e di legittimazione del
potere,leéliteshannosempremenobisognodell’economiamorale,sostituitadall’eserciziodelpotereinsé
e dall’accumulazione della ricchezza. Si tratta, ancora una volta, di una dinamica che contiene molte
corrispondenzeconilmondoattuale.
Le logiche di mercato e la ricerca di profitti sempre maggiori erodono gli spazi della sopravvivenza per
poveri e contadini. Durante l’età moderna, la carestia si associa sempre di più al repentino aumento dei
prezzichesiformanosuimercati,tantochesiconsolidaanchelariflessionesulgiustoprezzodiderivazione
medievale.Ilcapitalismopenetranellecampagne,dagliopenfilds,cioèilmodellodeicampiaperti,lacui
agricolturaèfinalizzataalsostentamentodellecomunitàrurali,sipassaalsistemadeicampichiusi,cioèalla
lororecinzione(ilfenomenoinglesedelleenclusures),cherafforzalaproprietàprivata.Inquesto“mondo
nuovo” non si produce più per la sopravvivenza, ma per il mercato, cioè per quel profitto che spezza la
contiguitàtrapoveriepossidenti:usiciviciebenicollettivivengonoattaccati,lepiccoleproprietàcontadine
travolte. Tutto ciò produce un costante aumento di braccianti senza terra che vivono ai limiti della
sussistenza.Ledistanzetraleduespondedelfiumedellecarenzealimentariaumentanoenoncisonopiù
ponti in grado di superarlo: da un lato cresce la ricchezza concentrata nelle mani di una ristretta élite di
mercanti,aristocraticieborghesiinforteascesasociale;dall’altroaumentalaprecarietà.
Le città iniziano a respingere i miserabili, destinati a trasformarsi in mendicanti e si tenta anche una
paradossale, quanto iniqua ed inutile distinzione tra i poveri veri, meritevoli di essere aiutati, ai quali si
fornisce una patente ufficiale di mendicità, e i falsi poveri, che cercano di approfittare delle situazioni. In
generale,siprocedeallalororeclusioneall’internodienormiospiziedospedali,iqualinonsiconfigurano,
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ovviamente,comedeiluoghidicura.Nonimportacosaaccadaocomesipossavivereoltrelemuradicinta
di tali edifici: il dato fondamentale è impedire a questi poveri di circolare liberamente nelle vie e nelle
piazze, disturbando la quiete pubblica e gli abitanti ben vestiti, infastiditi dalle continue richieste di
elemosine. I poveri, al pari di quanto accadrà agli operai degli slums della rivoluzione industriale inglese,
devono diventare invisibili. Il Seicento, nella storia sociale dell’Europa moderna, è indicato anche come il
secolodella“grandereclusione”,unparadigmavalidoancheperilmondoattuale,semprepiùsegnatodalla
presenzadimurierettinellarealtàcomenellecoscienze.
Senell’etàmodernailmercatorafforzalasuacentralità,nellostessotempo,loStatotendeadintervenire
per regolamentarlo, perché in fondo è proprio il nascente Stato moderno, quello stato che dovrebbe
occuparsidellafelicitàdeisuoicittadini,adereditareiprincipidell’economiamorale.ÈtraSeieSettecento
chesiconsolidauncontinuoconflitto,seppurcontraddittorioesfuggente,acausadelcamaleontismodegli
attori in gioco, tra la supposta libertà del mercato e la sua crescente regolamentazione, perseguita dalle
autoritàpubbliche.Sitratta,insostanza,delledinamichedeldoppiomovimentodescrittedaKarlPolanyi,le
quali oscillano tra le pratiche del liberismo economico e i principi della protezione sociale. È un conflitto
forte,oppureunsemplicegiocodelleparti,quindiuncontrastoapparente,quellochesembraseparareil
mercatodalloStato,dalmomentochequest’ultimoèsaldamentenellemanidichidetieneancheleleve
delpotereeconomicoedellaricchezza?Èalquantodifficilerispondereaquestadomanda,purricorrendo
alle sollecitazioni che provengono, in tal senso, dal dibattito neo-istituzionalista e dalle analisi che si
richiamanoall’economiadelleconvenzioni.Dicerto,mercantiecapitalisti,purdiaumentareiloroprofitti,
di fronte a norme ritenute troppo stringenti, tese a difendere, almeno esteriormente, la collettività e i
settoripiùdebolidellasocietà,sisentonoautorizzati,aldilàdiognietica,aricorrereafrodieraggiri,come
delrestoaccadeancheoggi.
Conillorocaricodicontraddizionieconflitti,dunque,lesocietàdell’Europaoccidentalesonoprogreditein
direzionediunaeconomia-mondo,utilizzandoladefinizionediImmanuelWallerstein,semprepiùspietata,
la quale, nel momento in cui assegna potere e sostanziali forme di democrazia al centro, consente le
pratiche dello sfruttamento e della schiavitù nelle aree periferiche del sistema, queste ultime funzionali
solo ed esclusivamente al benessere del centro stesso. Si determinano, così, le “magnifiche sorti e
progressive”delmondoattuale,lesuebasieconomicheepolitichevotateall’ingiustiziaeall’ineguaglianza.
Indefinitiva,questoraccontocontienealsuointernounastoriamoltopiùsempliceebanale,valeadirela
perditadellacentralitàdell’uomonellasocietàcontemporanea,sostituitodalmercatoedallesue“regole”,
conunatempestivaconseguenza,destinataaprodurrealtrieffettipiùgravi,interminidiguerre,odirazziali
e conflitti religiosi, cioè che le condizioni di coloro “più immediatamente toccati dall’azione deleteria del
mercato”, utilizzando le parole di Karl Polanyi, e di un certo capitalismo, risultano sempre meno
salvaguardate. Se l’azione dello Stato settecentesco avrebbe dovuto rivolgersi al benessere dei suoi
cittadini,ancorapiùforteeinsuperabileappareilcontrastoconl’uomocontemporaneo,semprepiùsoloe
infelice.
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Los efectos del cambio climático sobre la pobreza pueden reducirse con
políticasagrícolas,degestiónderiesgosdedesastresydesalud
byBancoMundial
El cambio climático y la pobreza están estrechamente relacionados. El cambio climático amenaza los
esfuerzos por erradicar la pobreza, pero sus impactos futuros en ella dependen de las políticas que se
adoptenahora:undesarrollorápido,inclusivoycompatibleconelclimapuedeprevenirlamayoríadelos
impactos,mientrasquelafaltadepolíticasdedesarrolloadecuadaspodríaempujaralapobrezaamásde
otros100millonesdepersonaspara2030.Sololaadopcióninmediatadepolíticasdestinadasareducirlas
emisionespuedeimpedirqueelcambioclimáticoamenacelosesfuerzosporerradicarlapobrezaalargo
plazo. Mediante políticas adecuadamente diseñadas y respaldo internacional se puede garantizar una
mitigacióndelcambioclimáticoquenoimpidaavanzar,enelcortoplazo,hacialareduccióndelapobreza.
La presente es la segunda de tres notas de políticas extraídas de Shock Waves: Managing the Impacts of
Climate Change on Poverty (2015) (Ondas de choque: Contener los impactos del cambio climático en la
pobreza), por Stéphane Hallegatte, Mook Bangalore, Laura Bonzanigo, Marianne Fay, Tamaro Kane, Ulf
Narloch,JulieRozenberg,DavidTregueryAdrienVogt-Schilb(serieCambioclimáticoydesarrollo,ciudadde
Washington, Banco Mundial). En ella se formulan recomendaciones sobre políticas sectoriales. En la
primeranotadepolíticasseofreceunavisióndeconjuntodelinforme,yenlaterceraseanalizaeltema
transversaldelaprotecciónsocial.
Undesarrollorápidoeinclusivopuedeprevenirbuenapartedelosefectosdelcambioclimáticosobrela
gente pobre si esta con-cebido para que tenga un correcto desempeño en condiciones climáticas
cambiantes,detalformaqueelpropiodesarrollonogenerenuevosfactoresdevulnerabilidad.
Pero también son necesarias acciones puntuales orientadas a reducir la vulnerabilidad socioeconómica
frente a los efectos del cambio climático. Algunas de estas acciones políticas son meras medidas de
adaptación al cambio climático, como por ejemplo, cambiar las normas de uso del suelo para tomar en
cuenta la subida del nivel del mar. Otras pueden considerarse, en general, como medidas de “desarrollo
adecuado”, que tendrían sentido incluso si no existiera el cambio climático, como mejorar acceso a los
serviciosfinancieros.
Esta nota de políticas se encentra en acciones que pueden emprenderse en tres sectores en los que los
efectosdelcambioclimáticosobrelapobrezatienenespecialimportancia:laagricul-turaylosecosistemas,
lagestiónderiesgosdedesastres,ylasalud.Cadapaíspuededeterminarsupropiopaquetedemedidasen
funcióndesusprioridadespolíticasydecómoesperaqueleafecteelcambioclimático.Porejemplo,enlos
casos en que una prioridad política sea la planificación urbana, una opción obvia es que en su diseño se
tuvieranencuentalosriesgosnaturalesydelcambioclimático.
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Agriculturaclimáticamenteinteligenteyecosistemasprotegidos
Gráfico1:Reducciónpromediadelnúmerodepersonasafectadasporsequíascadaaño
Elcambioclimáticoesunaamenazaparalosecosistemasylosser-viciosqueproporcionan,asícomopara
elvolumenylaestabilidaddelaproducciónalimentariaprovenientedelaagricultura.Ladependenciade
laspersonaspobresdelosecosistemasydelaagriculturaesmuyelevada,comolosonsusposibilidadesde
verse muy afectadas. No obstante, son muchas las opciones políticas disponibles para promover una
agricultura climáticamente inteli-gente y proteger los ecosistemas frente al cambio climático. Entre ellas
figuran:
Desarrollar prácticas y variedades de cultivo y de ganado con mayor resistencia al clima adaptadas al
contextoyclimadecadapaís.Lasprácticasmásproductivasyresis-tentesprecisarándeuncambioradical
enlaformaenquesegestionanlatierra,elaguaylosnutrientesdelsuelo.Lamejoradeloscultivos,unuso
más inteligente de los insumos, prácticas como la del policultivo para fortalecer la resistencia de las
cosechas frente a plagas y enfermeda-des, así como una reducción de pérdidas posteriores a la cosecha,
puedencontribuiraunaintensificaciónsosteni-bledelaagriculturayaunincrementodelaproducciónde
alimentos.Esasnuevastécnicasderivadasdelainnova-cióndebenadoptarsedeformageneralizada,yen
parti-cularentrelosagricultorespobres.Unaformademejorarladifusiónyadopcióndeestasprácticases
medianteser-viciosdeextensiónagrícola,esdecir,ladivulgacióndebuenasprácticasagrícolasatravésde
laformacióndelosagricultores.EnUganda,lacombinacióndenuevasvarie-dadesdecultivoydevisitasde
extensiónagrícolamásfre-cuentesincrementólosingresosagrícolasdeloshogaresenaproximadamente
un16%.
Desarrollarinfraestructurasyprotecciónsocialparahacerfrentealassubidasdepreciodelosalimentos.
Lospobressonespecialmentevulnerablesalassubidasenlospreciosagrícolasporquegastanenalimentos
unapartemayordesusingresos:enloshogarespobres,másdelamitaddelosgastossesueledestinarala
alimenta-ción. Para reducir la frecuencia y magnitud de las subi-das en el precio de los alimentos, los LaSinistraRivista–RivistaQuadrimestrale-ISSN2282-3808-Autorizzazionen.23/2013-
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Gobiernos pueden desarrollar infraestructuras de transporte que faciliten el acceso a los mercados
nacionaleseinternacionales.Perolasmedidaspreventivasporsísolasnopuedenanularelriesgodequese
produzcan crisis alimentarias. Los Gobiernos también pueden aportar protección a los hogares pobres
ofreciéndolescoberturasocial,porejem-plousandotransferenciasmonetariasindexadasporelpreciode
losalimentos.
Diseñarpolíticasclimáticasrelacionadasalusodesue-losquebeneficienalaspersonaspobresyprotejanla
seguridad alimentaria. Los países tendrán que considerar políticas de reducciones de emisiones
relacionadasconelusodesuelosparaestabilizarelcambioclimático.Esaspolíticasdebendiseñarsecon
cuidado, prestando atención a sus efectos sobre los precios de los alimentos. De hecho, políticas de
mitigación incorrectamente concebidas pue-den tener consecuencias sobre el precio de los alimentos
peores que las del cambio climático. Por otra parte, cier-tas opciones de reducción de emisiones bien
diseñadaspuedenfortalecerlaproductividaddelaagriculturaylosecosistemas,incrementarlosingresos
localesyreducirlapobreza.Porejemplo,siselesdaunaorientaciónespecí-ficahacialospobres,secalcula
quepara2030entre25y50millonesdehogaresdeingresobajopodríanbeneficiardepagosporservicios
ambientales.
Reducir las tensiones ajenas al cambio climático sobre los ecosistemas. Los ecosistemas sanos son más
resisten-tes, por lo que su protección y la restauración de las tierras degradadas pueden incrementar su
capacidad para sopor-tar choques climáticos. Por ejemplo, la incorporación de árboles a las tierras de
cultivopuedereducirlavulnera-bilidaddeloshogaresfrentealassequías,yaumentarelalmacenamiento
decarbono(gráfico1).
Regulacionessobreelusodelatierra,mejoresinfraestructurasypreparaciónfrentealosriesgosnaturales
En muchas regiones, los riesgos naturales como tormentas, inun-daciones y sequías se intensificarán y
seránmásfrecuentesacausaelcambioclimático.Variaspolíticaspuedenreducirlavulnerabi-lidadfrentea
losriesgosnaturales:
Financiar infraestructura más robusta y que beneficie más a personas pobres. Muchos países pobres
carecendeltipodeinfraestructurasdeprotecciónhabitualesenlospaísesmásricos.Loshogarespobres,
porejemplo,sue-lenestarexpuestosainundacionesperiódicasporquenodisponendeinfraestructurasde
protección, como diques y sistemas de alcantarillado, o si las tienen, su manteni-miento es deficiente.
Aunque estos eventos recurrentes no beneficien de cobertura mediática ni de la atención de los
responsablespolíticos,puedenimponerunacargaconsi-derablesobrelospobres.Paraacabarconlafalta
deinfraes-tructuraenlospaísesendesarrolloharíafaltaalrededordeUS$1billónporaño.Eliminaresta
carenciacontribuiríaenormementealareduccióndelavulnerabilidaddeloshogarespobres,perosolosi
esas nuevas infraestructuras se pusieran a su servicio. Si la inversión se concibe solo para maximizar el
beneficiofinanciero,elriesgoesquesecon-centreenáreasconlosvalorespatrimonialesmáselevados,y
beneficie finalmente a los grupos más ricos. Es necesario un esfuerzo explícito que garantice que no se
excluya a los pobres, por ejemplo, mediante procesos de selección de proyectos que tomen en cuenta
efectos en materia distri-butiva y sobre la pobreza. Y hace falta diseñar nuevas infraestructuras que no
pierdan su eficiencia a causa de los cambios en el clima y otras variables medioambientales. Métodos
innovadores, conocidos en conjunto como toma de decisiones bajo incertidumbre, pueden servir para
gestionar la incerti-dumbre sobre el momento y el modo en que cambiará el clima localmente, así como
objetivosdepolíticasmúltiplesyavecescontradictorios,quelosresponsablespolíticosenfrentan.Estos
métodossehanutilizadoendiversosproyectospilotodelBancoMundialparaayudaraesosresponsables
adiseñarinversionesteniendopre-senteelcambioclimático,comoporejemplo,paraelsuministrodeagua
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enLima,lagestiónderiesgosdeinundaciónenHoChiMinhyColombo,laenergíahidroeléctricaenNepal,
ylaadaptaciónderedesvialesenPerúyenÁfrica.
Complementarreglasdezonificaciónconservicioseinfraestructurasadecuados.Actualmente,muchaspersonaspobresseestablecenenlugaresexpuestosainunda-cionesycorrimientosdetierras.Optanporestos
lugaresporquelesofrecenoportunidadescomoaccesoalempleo,escuelasyatenciónmédica.El44%de
loshogaresdeMumbaisituadosenáreaspropensasalasinundacionescontestaronenunaencuestaque,
entre los factores que les harían considerar trasladarse a una zona más segura, la infraestructura de
transporte, la disponibilidad de servi-cios de salud, escuelas y redes sociales, son lo más influen-tes. Los
Gobiernostienenqueinvestigarytomarencuentalosmotivosporlosquelospobresdecidenasentarseen
zonas de riesgo, y complementar las regulaciones de zonificación con las inversiones necesarias en
transporte, educación y salud en lugares seguros para permitir que la población se establezca en otros
lugaresmanteniendoelaccesoaigualesosimilaresempleosyservicios.
Facilitar el acceso a la información sobre riesgos y a sis-temas de alerta temprana. La implementación
efectivadepolíticasdegestióndelriesgodedesastresexigedisponerdedatosadecuadossobreriesgosy
amenazas, cuyo acceso es limitado en zonas de ingreso bajo. Para solucionar esta carencia, el Banco
MundialyelFondoMundialparalaReduccióndelosDesastresylaRecuperación(GFDRR)estánrealizando
inversioneseninformaciónsobreriesgos.LainiciativadelGFDRROpenDataforResilience(Datosabier-tos
paralaresiliencia)respaldalacreacióndelaplataformaenlíneaGeoNode,paraeldesarrollo,intercambio,
gestiónydivulgacióndedatosgeoespacialesabiertos.Iniciativascomoestapuedenayudarlagestióndel
riesgoanivellocal,travéslafacilitaciónalaccesoalainformaciónsobreriesgosnosoloalosprofesionales
sinoalpúblicoengeneral.
Lainformaciónsobrelosriesgosincluyetambiénsistemasdealertatempranamediantelosquesepueda
avisaralapoblaciónanteamenazasnaturalesinminentes.Lacombinacióndesistemasdeobservación,de
sistemas de alerta temprana y de preparación—por ejemplo, mediante planes de contingencia o
simulacionesperiódi-casquemejorenlacapacidaddehogaresyempresasparaactuarencasodealerta—
puede salvar muchas vidas a un costo bajo. Cuando en 2013 el ciclón Phailin entró en tie-rra cerca de
Gopalpur,enIndia,causólamuertedemenosdeuncentenardepersonas.Estoesmuchomenosquelas
10 000 muertes que ocasionó una tormenta similar en 1999, antes de la creación de sistemas de alerta
tempranayplanesdeevacuación.Engeneral,lainversiónensistemasdealertatempranaesmuyrentable,
pues por cada dólar invertido se genera un beneficio de más de cuatro dólares en pérdidas evitadas. No
obstante,alolargodelosúltimos15o20años,lasituacióndemuchosservicioshidrome-teorológicosen
los países en desarrollo ha empeorado, reduciéndo su capacidad para detectar, anticipar y adaptarse al
cambioclimático.
Además de las políticas enunciadas anteriormente, los Gobiernos pueden incrementar la inclusión
financiera para reducir la vulnerabilidad del patrimonio de los hogares pobres, mejorar su capacidad de
invertir en gestión de riesgos y mejorar su capacidad de amortiguar el efecto de los choques sobre el
consumo.Tambiénpuedenpromulgarnormasdeedificaciónquetenganencuentalosriesgosclimaticos,y
pueden conceder dere-chos de propiedad a los pobres para incentivar las inversiones en la calidad y la
resilienciadelasviviendas.
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Mejorinfraestructuradesaludycoberturasanitariauniversal
Lapoblacióndelospaisesmáspobrespaganunporcentajealtodesusgastosdesaud,adiferenciadelo
queocurreenlospaísesricos.Fuente:Wattsetal.2015.“HealthandClimateChange:PolicyResponsesto
ProtectPublicHealth.”TheLancet.
Elcambioclimáticopuederevertirlosprogresosrealizadosenlacontencióndeenfermedadestransmitidas
por vectores y por el agua, como la malaria y la diarrea. Varias opciones pueden ayudar a reducir la
vulnerabilidaddelaspersonaspobresfrentealosefectosdelcambioclimático.Entreellasfiguran:
Avanzarhaciaunacoberturasanitariauniversal.Elaccesoasegurosdesaludenlospaísesdeingresobajoy
mediano-bajoeslimitado,yunapersonapuedeacabarpagandodesubolsillomásdel50%deloscostos
de salud, una cifra muy superior al aproximadamente 15 % que gas-tan los que viven en países ricos
(gráfico 2). Sin embargo, en economías emergentes y de ingreso bajo es posible una cobertura sanitaria
másamplia.EnRwanda,elGobiernoinviertoencoberturasanitariauniversalen1994,yenlaactualidad
casiel80%desupoblaciónestácubierta,loquehacontribuidoaquelaesperanzadevidasehayamás
que duplicado. En cuanto a oferta, los Gobiernos pueden invertir en infraestructuras sanitarias, en
formacióndetrabajadoresdesaludyenelincrementodelacalidadasistencial.
Invertirenmásinvestigaciónydesarrolloparaelcon-trolylaerradicacióndeenfermedadesqueafectana
lospobres,queempeoraránporelcambioclimático.Sonvariaslasenfermedadestropicalesdesatendidas
—como el dengue, la leishmaniosis y la chikunguña— que prosperan, en especial, entre las poblaciones
más pobres del mundo y que son particularmente sensibles a las condiciones climáticas. Hace falta
investigación pública y privada para encontrar las soluciones adecuadas a estos problemas. En la
actualidad,elgastoanualeninvestiga-ciónydesarrolloenelcampodelasenfermedadesinfec-ciosasde
especialinterésparalospaísesdeingresobajoydeingresomedianoasciendesoloaUS$3milmillones,una
pequeñaporcióndeloscasiUS$250milmillonesgastadosanualmenteeninvestigaciónydesarrollosobre
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lasalud.Además,lospaísesnecesitansistemassólidosdemonitoreoyvigilanciaparadetectarproblemas
sani-tariosquepodríanemergerenconsecuenciaalcambioclimático.
http://www.tysmagazine.com
RAMAS: THE MUNICIPALITY OF BARCELONA HAS AN EMOTIONAL LINK
WITHTHEPEOPLE
PanxtoRamasfromBarcelonaenComú
interviewedbyIgorStokfiszewski
IgorStokfiszewski(1979)isaliteraryandtheatrecriticspecialisinginpoliticallyengagedart.Since2006he
has been a member of the Polish leftwing movement Political Critique, where he works as activist, editor
andjournalist.Hewasamemberoftheteamoverseeingthe7th.BerlinBiennale(2012).Heisauthorofthe
bookZwrotpolityczny(ThePoliticalTurn,2009).
Igor Stokfiszewski: Barcelona en Comú’s and Ada Colau’s nomination for mayor of the city in this year’s
Spanish local elections was an electoral success. That must have been a very emotional issue for social
movementsinthecapitalofCatalonia.Ibelieveitwasalsoimportantforthosewhohadmadeaneffortto
transformsocialenergiesemergingfromthe15thofMaymovementrevolutionintopoliticalsuccess.
PantxoRamas:It’strue.IrememberthefirstmeetingsintheheadquartersofBarcelonaenComújustafter
thevotingtookplace.Wewereworriedwe’dwin!ThatwasbecauseofthecomplexsituationinBarcelona,
inSpain,andinEurope.Butwewerealsoawareofboththeresponsibilityandthenecessityofbeingina
positionofpower,ofhavingthepossibilitytochangethelifeofthecity.
WhatexactlydoyoumeanbythecomplexityofthesituationinthecaseofBarcelona?
Thecomplexityismarkedbythefactthatyouinterveneinthesituationofcrisis,ofprecarityandpoverty,
especiallyontheperipheriesofBarcelonabutnotonlythere.Andthatitallhappensinacitycapturedby
flowsofcapitalinaveryamaterialsense.PublicspaceinBarcelonaisentirelytakenoverbytourism.Social
productionincultureorinwaysoflivingisinvadedbythelogicofextractionofvalue.
InawayBarcelonaenComúandAdaColauweregiventheinstrumentsforaninstitutionalisedmunicipal
revolution.
The real challenge is not the installation of a new operating system within the city. It is mostly about a
transitionofawelfaresystemthathadbeenwipedoutbythemachineofneoliberalisationinthelast20
years. Secondly, on the level of the Spanish State, with the victory of many coalitions of change in local
electionsallaroundSpain,thechallengeiscreatearealandconcretealternativetothesystemofbipolarity
of the Socialist Party and the Popular Party that has – as in most of western democracies with a bipolar
politicallandscape–constructedafakemodelofrepresentation.
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What’sBarcelonaenComú’sandAdaColau’sroadmaptowardstheimplementationofchange?Whatare
yourmainobjectivesandmeansofachievingthem?
BarcelonaenComú,bothintermsofprogrammeandorganisation,followsfourdifferentlines.
The first one is the necessity of a different organisation of the city’s economic production. The great
innovationthatBarcelonaenComúwantstointroduceisanimprovementtothecooperativeeconomyand
recognitionofthereproductiveeconomyofthecity’slife.Itdemandsacriticalengagementinthepresent
formofeconomicproductioninthecity,thatiswithtourism,technology,thecrisisofFordism,ifyouwant.
The point is how you deal with this hegemony of neoliberalism in order to produce a different way of
managing this social production. In this sense the idea of cooperativism, the idea of reproduction, of a
critiqueoftheappropriationandexploitationmachinethatneoliberalismhasproducedinthelast20years
issurelyoneofthelines.Onaninstitutionallevel,thatobjectivereferstothequestionoftransformingthe
institutionsofeconomicactivationthatthemunicipalbodycontrolsinordertoperformthistransition.
The second matter is that of social and civil rights. Questions we raise in this dimension are: is there a
possibility,onthemunicipallevel,forthere-appropriationofwelfare?Then–howcanwethinkaboutthe
constructionofcivilandsocialrights,socialservices,ofprogrammesofwelfarewhichareconstructedfrom
thebottomupandtowardstheappropriationofthestate?Thechallengehereistoredesignpoliciesina
waythatintervenesandparticipatesinthelifeofthepeopleinmanyaspects:forexampleinthecycleof
life, the inclusion of children and old people, in matters of gender or poverty. We need an ecological
transitionwhichmaintainsthelifeofwelfarebutchangesthelogicofthislife.
Thenwehavethequestionofthereinventionofdemocracy,whichiscompletelylinkedtothefirsttwo.We
cannot reinvent democracy without thinking about the economic circuit, without thinking about the reappropriationofwelfarethatstartsfromthepeople.Butitisalsotheneedtorethinkthecoreoftheword
“participation”thathasbeenemptiedoutbyneoliberalpolicies.So,weaskourselvesaquestion:howcan
people become a part of the production of public policies? That means: a part of the production of
knowledge about society and the technicalities of public policies, as well as the management of these
policies. Participation is a process that involves different sides of social life – public workers, social
organisations,movements,butalsosocietyinamuchbroadersense.Howtoputalloftheminaposition
wheretheycannotonlydecidewhichplanforthestreettheyliveontoimplement,buttheycansitinthe
street, look at the street, discuss it and decide what needs to happen there, then see what are the
resources and instruments we can use to modify the street and eventually in fact modify it. A matter of
participationthenbecomesamatterofbeingpartofapoliticalproductionofpublicpolicies.
The fourth element is the urban dimension. How we can rethink the logic of public space, rethink the
ecologyofthecityinasensethat–again–itstrivestowardstheinventionofanewrelationshipbetween
sociallife–thenaturallifeofthecityintermsofanaturalhumanlife–andthelifeofthecitythatneedsto
contrastthelogicofspeculation,ofexploitation,thelogicofdispossessionthatneoliberalismisimposing
onthecity?Onthemateriallevelthatisamatterofhowwedealwithnaturalresources,withmobility,the
constructionofpublicspace,theconstructionofevents.
In this sense we have a circuit – the economy, social and civil rights, the mechanism of political
participationassocialandpoliticalproduction,andfinallyanecologicalunderstandingofwhatthelifeof
the city is. That has been the construction of the administrative organisation of the municipality on an
institutionallevelinthesemonths.
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Whatdoyouperceiveasthemostchallengingobstaclesagainstachievingtheseobjectives?Wheredoyou
expecttofacethestrongestresistance?Doyouthinkitcouldcomefromapoliticaloreconomicdirection?
Maybefromasocialoneaswell?
Well,fromallofthembutindifferentways.Thefirsttwoareclearabouthavingcontrastinginterestswith
us. The interest of the political elites of Catalonia, Spain, and Europe are obviously against us. This is a
problem,thisisadangerbutthisisalsoareasonforustopersevere.Weknowthatthere’saconflictthere
andwewanttobetheprotagonistofthisconflict.Now,thequestionis–Ithink–howdowemaintainthe
socialtensionwithinthepeopleofBarcelonainordertobeapartofthisconflictalltogether.Ifthistension
between the social and the institutional weakens, the possibilities of contrasting political and economic
oppressionswillbescarce.Inthissensethere’saresponsibilityonthosewhoareinthemunicipalityandin
thepoliticalpartyBarcelonaenComú.Thewaytocarrythisresponsibilityistobetruthfulandsincere,to
beclearaboutwhatwearedoing,whatarethepossibilities,itistobeethicalandapartofsocietyinthe
firstplace–andonlythenapartofinstitutions.
Ontheotherhand,atthebaseoftheinstitutionwhatisnecessaryisadimensionofgenerousattention.
Thatdoesn’tmeantonotbecritical,buttojuststayactive.Weneedtohavepeopleinthecitythatdonot
think that it’s the government’s responsibility. The task of maintaining these tensions against elites
dependsonapermanentmobilizationofthepeopleandpermanentparticipationofthepeople.Here’san
exampleofacurrentissue:there’sacalloftherefugees’citiesincludingBarcelonathatwasco-initiatedby
AdaColau.Thisisthemomentofclaimingtherighttothecitybothbytheinstitutionsandthepeople.For
the institution it means disobedience against the institutional instruments of Europe and Spain about
migration through providing resources, maintaining public debate on these questions. But there’s the
responsibility of the people who have produced a critical discourse about migration and welcoming
attitudestowardsrefugeesandmigrantsinthelast20,30years.Today,theyfirstlyhavetheresponsibility
of being the protagonists of these welcoming policies. These policies can be different only in the case of
publicinstitutionsproducingalegalpossibilitywhichisthenappropriatedbythepeople,inhabitedbythe
socialcircuitsofproduction,becomespartofthesocialproductionofthecity.Wecannotseewelcomingas
anassistantpolicy,wemustseeitasanencounteroftherealproductiveforcesofEuropetoday,thatis–
thepeople.
Ada Colau and Barcelona en Comú are communicating an emotional link between the institution and
society. This emotion is a flow which allows these policies to become real, truthful, sincere and then –
somethingthatcanchangethecity.
Whenspeakingaboutthepossibilitiesofovercomingobstacles–oneofthemisalsocreatingcoalitions.As
you’vementioned,BarcelonaisnottheonlymunicipalityinSpainrunbyemancipatoryleftistforcesafter
the local elections in May. There are eight more including Madrid, Saragossa, and others. Recently, the
“rebelcities”networkheldameetinginBarcelona.CanthismunicipalcoalitionmovementgrowinSpain
andbecomearelevantpoliticalsubjectivityintermsofpushingforwardtheimplementationofpoliciesyou
werespeakingaboutonanationallevelandbeyond?
The municipal dimension is very important but cannot be the only one. In practical terms – the
competencesofmunicipalitiesarespecific,thecompetencesofnationalgovernmentareanothermatter,
thecompetencesofsocietyareyetanotheroneandthedimensionofEuropeiscrucialtomodifywhat’s
happening.Thismomentoflocalelectionswascrucialinordertostrengthenthemunicipal,localchallenge
tothehegemonyofneoliberalismbutitalsoneedstotriggerotherprocesses.Inthesamesenseasthe15
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MaymovementhasbeenatriggertoPodemosandthismunicipalattack,thismunicipalattackhastobea
triggerfornewsocialproliferation.Wecannotthinkthisistheresponsibilityofmunicipalitiesonly,norof
Podemosthemselves,norofsocialmovementsormobilisedsociety.Wehavetothinkabouttheseforces
as ones that inhabit an ecology that has to grow. When we have a tree, underneath we have grass, the
grasscangrowbecausethetreehasleaveswhichproduceshade,whichallowswatertoremainlongerin
the ground. Many times in the tradition of autonomous politics or social movements, we have seen an
understanding of the social against the political in a moral sense. The social is a good, the political is
corrupt.Theideaofecologyallowsustothinkintermsofmaterialnecessity.Weneedthepoliticalforthe
socialtosurviveandweneedthesocialtosurviveinordertomakethepoliticalstronger.Understanding
theserelationshipsinanecologicaldimensionis–accordingtome–averyimportantstepforwardsthat
hasbeenmadeinthelastyearstowardsintroducingchange.Whatcanwelearn–forinstance–fromwhat
hashappenedtoSyrizaandAlexisTsipras?WecanhaveapoliticaldefeatonanationalandEuropeanarena
asinthecaseofTsipras,butuntilthere’snobetrayalagainstsocialmovementsandsocietyinaboarder
sense,changeisalwayspossible.ThisisthechallengeinBarcelonatoday.
toseeintegralversionlinkinterviewabove
http://politicalcritique.org/interviews/2015
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In questo numero di La sinistra rivista, pubblichiamo da Monthly Review – dicembre 2015 – l’articolo
tradottodall’inglesediMichaelLowy,autoredidiversilibri.
Inquestopercorso,laredazione,ritieneutilesegnalareallettoreleriflessionirecentilavoratedaAlfonso
Marinonelsuo“Lospettacolodell'economia.Paura,povertà,possibilità”,libreriauniversitariaeditore.
Un testo di critica dell’economia, del suo continuo spettacolo e dei suoi noiosi interpreti. Un testo senza
indice,doveilnumeroèl’orientamentoelaparola,ilpercorso.Ilpercorsoeconomicoesocialedelnostro
tempo,untempopienodispettacolo,spessoescludenteeviolentodiunaviolenzamentalechedisintegra,
interrompe,frantumalavolontàdiagire.Tuttoapparecomodo,ètuttopossibile,nelsognocolorato.Ma
poi, nella realtà del quotidiano, siamo distanti e soli nel grande spettacolo dell’economia: il regno della
paura,dellapovertàediqualchepossibilità.Untestodaaprireeleggereancheguidatidalcaso,scegliendo
un verso, una pagina: può essere letto dalla fine, nel mezzo, solo l’inizio, sapendo che tutto aiuta la
riflessione,ilconfronto,l’approfondimento.
Sicurezzaerisentimento……..cresceunagenerazione
……….altreduecategorieemergono,velociedevidenzianocomelacausaefficientedellasocietà
termoindustrialeèinfasediframmentazione:democraziaeCO2epochi,ripartonodaqui,dallanecessità
dirivedereilparadigmadellacrescita,pochiaffermanochequestomodelloelapoliticachehasupportato
questomodelloèsoldout.
Ireggentidelmodellolineare
…….“Lo spettacolo è il momento in cui la merce è pervenuta all’occupazione totale della vita sociale”
affermaDebord.
Gliavvisiignorati
LaCO2prodotta
Inumeriuno
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………Inquestoscenario,isedicentiduellantitelevisivibasanoleloropolitichesulrisentimentoe“ildiscorso
delcapitalista”comediceLacan………..
Chiòṡa
GiulioMaccacaroavevaintuito,che
ilrapportotraprevenzioneesalute
sarebbedestinatoadiventareprimario,
quellotraambienteesalute
strategico,eilruolodellapoliticasanitaria
fondamentaleperlosviluppodi
unasocietàpiùgiusta
http://www.arpa.umbria.it/resources/docs/micron%207/MICRON_7_06.pdf
GiulioAlfredoMaccacaro
scienziatoemedicoitaliano.
Datadinascita:1924
Datadimorte:1977
Don’tBankontheBomb2015
Don’t Bank on the Bomb 2015 also profiles financial institutions that have adopted, implemented and
published a policy that comprehensively prevents any financial involvement in nuclear weapon producing
companies. Thirteen financial institutions have a public policy that is comprehensive in scope and
application,fivemorethanlistedinthe2014report.TheseareidentifiedintheHallofFame.Thefinancial
institutions in the Hall of Fame are based in Denmark, Italy, the Netherlands, Norway, Sweden and the
UnitedKingdom.
Inaworldofunconscionablyhighmilitaryexpenditureswhichfeedtheconflictsthatcausedeath,
destructionanddisplacementofmillions,weneedtobeconstantlyremindedofthewisewordsof
PresidentDwightEisenhower–amilitaryman,whodistinguishedhimselfinWorldWarIIandthenwenton
tobetheUSPresidentfortwoterms.AddressinghisnationinafarewelladdressonJanuary17,1961
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Eisenhower-whoIwasprivilegedtomeetasastudentvisitortotheUSin1957–said:
”Thisconjunctionofanimmensemilitaryestablishmentandalargearmsindustryisnewinthe
Americanexperience.Thetotalinfluence--economic,political,evenspiritual--isfeltinevery
city,everyStatehouse,everyofficeoftheFederalgovernment.Werecognizetheimperative
needforthisdevelopment.Yetwemustnotfailtocomprehenditsgraveimplications.Ourtoil,
resourcesandlivelihoodareallinvolved;soistheverystructureofoursociety.
Inthecouncilsofgovernment,wemustguardagainsttheacquisitionofunwarrantedinfluence,
whethersoughtorunsought,bythemilitaryindustrialcomplex.Thepotentialforthedisastrous
riseofmisplacedpowerexistsandwillpersist.
Wemustneverlettheweightofthiscombinationendangerourlibertiesordemocratic
processes.Weshouldtakenothingforgranted.Onlyanalertandknowledgeablecitizenrycan
compelthepropermeshingofthehugeindustrialandmilitarymachineryofdefencewithour
peacefulmethodsandgoals,sothatsecurityandlibertymayprospertogether.”
Eisenhower’swordshaveadirectrelevancenotonlyfortheUSA,whichaccountsforover40%ofglobal
militaryexpenditure,butalsoforallcountrieswithsimilarmilitaryindustrialcomplexes.Theglobally
respectedStockholmInternationalPeaceResearchInstitute(SIPRI)estimatesthatglobalmilitary
expenditurein2014was1.8trillionUSD.Thismustbeviewedinjuxtapositionwiththemiseryofoverone
billionofourfellowhumanbeingslivingbelowthepovertylineof1.25USDperday.
Whilethe70yearoldUNCharterdoesprovideforself-defencebynationstatesthereisanunambiguous
callontheinternationalcommunitytoresolvedifferencesthroughpeacefulmeansandrenouncetheuse
offorceininternationalrelations(Article2:4).Therighttoself-defencemustalsobeviewedinanethical
perspectiveandconsequentlywehavethetime-honoureddistinctionbetweenconventionalweaponsand
weaponsofmassdestruction.Inthelattercategoryweplacenuclear,biologicalandchemicalweapons.We
also have inhumane weapons such as laser weapons, binary weapons, anti-personnel land mines, and
cluster munitions banned because of their clear violation of universally held humanitarian values. In the
same way lethal autonomous weapons (LAWS) or robotic weapons must be prevented and their
developmentproscribed.Thismoralperspectiveissharedbyallthereligionsoftheworld.
Clickheretodownloadfullreport
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