La Sinistra Rivista – Rivista Quadrimestrale - ISSN 2282
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LaSinistraRivista–RivistaQuadrimestrale-ISSN2282-3808-Autorizzazionen.23/2013- 1 N.9Gennaio2016-Direttoreresponsabile:AlfonsoMarino LaSinistraRivista–RivistaQuadrimestrale N.9–Gennaio2016ISSN2282-3808 Direttoreresponsabile:AlfonsoMarino Redazione:CarloVerdino Luogodipubblicazione:Napoli/Italia- Editoreeproprietà:AssociazioneTranseuropaPiazzaCarolina10,80132Napoli(IT) Presidente:MarcelloChessa INDICE Sintesitrattada“Zibaldone”n.426del10gennaio2016……..………...pag.3 ChristopherPhelps.Inovant’annidiPaulSweezy………….……….…......pag.11 AlfonsoMarino.Thepresentashistory:PaulSweezy……........................pag.17 JonKofas.ParisBombingandWestern“Terrorism”Policy……........pag.23 Rapporto.Italiaipocrita,ripudialaguerramavendearmiper54miliardidi euro…….…………………………………………………………………………………….....pag.27 AlainBourdinChercheur.FrançoisAscher,unepenséepourl’avenir..pag.31 MichaelLöwy.LaudatoSi—L’enciclicaantisistemicadelPapa……...pag.37 AugustoCiuffetti.Cibo,economiemorali,mercatieflussimigratori..pag.41 Banco Mundial. Los efectos del cambio climático sobre la pobreza pueden reducirse con políticas agrícolas, de gestión de riesgos de desastres y de salud.………………………………………………………………………………………..…...pag.45 Panxto Ramas from Barcelona en Comú. Ramas: The Municipality of Barcelonahasanemotionallinkwiththepeople………………………...pag.50 Note da Alfonso Marino nel “Lo spettacolo dell'economia. Paura, povertà, possibilità”,libreriauniversitariaeditore.…………………………………...pag.53 GiulioAlfredoMaccacaro.Chiòṡa…………………………………………………..pag.54 AbstractandReporttodownload:Don’tBankontheBomb2015…...pag.54 2 Da“Zibaldone”n.426del10gennaio2016 Zibaldone Letture democratiche Per amici e amici degli amici L’uomoelemacchine (ErikBrynjolfssoneAndrewMcAfee,WashingtonPost)Davveroilavoratoririschianodiessererimpiazzati dalle macchine come è successo ai cavalli un secolo fa? In realtà, abbiamo ancora notevoli margini di vantaggiosiasugliequinichesullemacchine,acominciaredallacapacitàdigestireilcambiamento.Maè oradidiscuteredeltipodisocietàchesivuolecostruireintornoaun’economiaabassaintensitàdilavoro. Nel 1930, dopo l’avvento dell’elettrificazione e del motore a combustione interna, John Maynard Keynes predissechequelleinnovazioniavrebberoportatoaunaumentodellaprosperitàmaterialemaancheauna diffusa “disoccupazione tecnologica”. Nel 1964, all’alba dell’era dei computer, un gruppo di scienziati e teorici sociali inviò al presidente statunitense Lyndon Johnson una lettera aperta per ammonire che la cibernetizzazione <comporta una capacità produttiva pressoché illimitata, che richiederà sempre meno manodopera umana>. Di recente, molti hanno sostenuto che il rapido progresso delle tecnologie digitali potrebbelasciareperstradamoltilavoratori:equestoècertamentevero. Sull’altrofrontecisonocolorochenonvedonopericoliperilavoratori.Lastoriaèdallaloroparte:isalari realieilnumerodeipostidilavorohannoconosciutounaumentorelativamentecostanteintuttoilmondo industrializzatosindallametàdell’Ottocento,ancheafrontediunosviluppotecnologicosenzaprecedenti. Un rapporto della National Academy of Sciences del 1987 ne spiegava i motivi: <Riducendo i costi di produzione e abbassando di conseguenza il prezzo di un particolare bene in un mercato competitivo, il cambiamento tecnologico comporta spesso un aumento della domanda di produzione: una maggiore domandadiproduzionegeneraunaumentodellaproduzionestessaequindidellamanodoperanecessaria aprodurrequeldatobene>. Quest’idea-ovverocheilprogressotecnologicopossaridurreeilivellidioccupazione–èstataliquidata come<l’erroredellaquantitàfissadilavoro>.Sarebbeunerroreperchénonesisteunaquantitàstaticadi lavoro,dalmomentocheilavoripossonocrescereall’infinito.Nel1983l’economistapremioNobelWassily Leontiefreseildibattitopiùpopolareintroducendounconfrontotragliesseriumanieicavalli.Permolti decenni,l’impiegodeicavallierasembratoresistereaicambiamentitecnologici.Perfinoquandoiltelegrafo aveva soppiantato il Pony Express, la popolazione equina degli Stati Uniti aveva continuato a crescere, aumentandodiseivoltetrail1840eil1900,sinoasuperarei21milionitracavalliemuli.Glianimalierano fondamentalinonsoltantonellefattoriemaancheneicentriurbaniinrapidosviluppo,dovetrasportavano merciepersone. LaSinistraRivista–RivistaQuadrimestrale-ISSN2282-3808-Autorizzazionen.23/2013- 3 N.9Gennaio2016-Direttoreresponsabile:AlfonsoMarino Poi, però, con l’avvento e la diffusione del motore a combustione interna, la tendenza subì una brusca inversione. Quando i motori furono applicati alle automobili in città e ai trattori in campagna, i cavalli divenneroinlargamisurairrilevanti.Nel1960,negliStatiUnitisenecontavanoormaiappenatremilioni. Se all’inizio del Novecento si fosse aperto un dibattito sul destino del cavallo, qualcuno magari avrebbe formulato una equine labor fallacy, basata sulla resilienza dimostrata dall’animale fino ad allora. Ma la teoriasisarebbedimostratabenprestofalsa:unavoltaaffermatasilatecnologiagiusta,lasortedelcavallo comeforzalavoroerasegnata.Èpossibileunasvoltasimileperlaforzalavoroumana?Iveicoliautonomi,i chioschi self service, i robot da magazzino e i supercomputer sono i segni premonitori di un’ondata di progressotecnologicocheallafinespazzeràviagliesseriumanidallascenaeconomica? Perl’economistaLeontieflarispostaeraaffermativa:<Ilruolodell’uomocomefattorefondamentaledella produzionenonpotràcheridursi,propriocomeilruolodeicavalli>.Magliesseriumani,perfortuna,non sono cavalli e a Leontief erano sfuggite alcune differenze, molte delle quali fanno pensare che l’uomo rimarràunfattoreimportantedell’economia.Seppureillavoroumanodiventassemoltomenonecessario, lepersone,adifferenzadeicavalli,possonoadoperarsiperscongiurarel’irrilevanzaeconomica. Ilmotivo piùcomuneaddottoperdimostrarechelaquantitàdilavorononèfissaeimmutabileècheibisogniumani sono infiniti. In effetti, nel corso dell’intera storia moderna i consumi procapite non hanno fatto che aumentare.Questatesi,perquantoconfortante,èerronea,perchélatecnologiapuòrecidereillegametra desideri infiniti e piena occupazione. Gli ultimi progressi lasciano intendere che non è più fantascienza immaginareminiere,fattorie,fabbricheeretilogistichecompletamenteautomatizzatecherifornisconola popolazionedituttoilciboeiprodottidicuinecessita. Molti servizi e lavori intellettuali potranno essere anch’essi automatizzati, dal ricevere ordinazioni all’assistenza clienti, all’esecuzione dei pagamenti. Forse in un mondo siffatto ci sarà ancora bisogno di esseriumanichesappianoidearenuovibenieservizidaconsumare–manonneservirannomolti.Ibisogni illimitati non sono una garanzia di piena occupazione in un mondo dalla tecnologia sufficientemente avanzata. Dopo tutto, se anche le esigenze di trasporto degli umani crescessero all’infinito – e sono cresciute enormemente nel secolo scorso – ciò avrebbe scarse ripercussioni sulla domanda di cavalli.A menoche,ovviamente,noncirifiutiamodifarciservireesclusivamentedarobot.Èquestalabarrierapiù solida contro un’economia totalmente automatizzata e il motivo più valido per cui la forza lavoro umana nonscompariràinunprossimofuturo. Noi siamo una specie profondamente sociale, e il desiderio di contatti umani si riflette sulla nostra vita economica.Inmoltedellecosepercuispendiamoinostrisoldic’èunesplicitoelementointerpersonale.Ci riuniamo,ateatrooallostadio,perapprezzarel’espressivitàol’abilitàumane.Iclientiabitualidiuncerto bar o ristorante vi si recano non soltanto per il cibo e le bevande, ma anche per l’ospitalità. Allenatori e trainer forniscono una motivazione che è impossibile trovare nei libri o nei video di esercizi. I buoni insegnanti trasmettono agli studenti l’ispirazione per continuare ad apprendere, psicologi e terapeuti stringonoconipazientilegamicheliaiutanoaguarire.Inquestiemoltialtricasi,l’interazioneumananonè marginale bensì cruciale per la transazione economica. Anziché enfatizzare la quantità delle esigenze umane, sarebbe meglio concentrarsi sulla loro qualità. Gli esseri umani hanno bisogni economici che possonoesseresoddisfattisoltantodaaltriesseriumani,eciòrendemenoprobabilechefacciamolafine deicavalli. Comecambiaillavoro (Roger Abravanel, Corriere) Il lavoro cambia ma i vecchi riti restano. E a farne le spese sono le relazioni industriali, che invece di adattarsi alla competitività complessiva del sistema, privilegiano un semplice mantenimentodellasituazioneattuale.Bastipensareallegametralavoroetempodipermanenzasulluogo di impiego che è andato modificandosi nel corso degli ultimi anni. Il ministro Poletti ha sì provato a introdurreiltema,ricevendoincambiosolounapiccatareazionedelsindacatochelohadefinitounUfo, 4 colpevoledivolerripristinareilregimedelcottimo(l’operaioerapagatoinfunzionedelnumerodeipezzi che produceva). Chi conosce il mondo del lavoro del XXI secolo, sa quanto è cambiato il contenuto e le competenze di chi lavora oggi nelle imprese industriali. Sono finiti i tempi quando operai alla linea di montaggiooimpiegatiallineatiingrandistanzonieranooccupatiaprodurrepezziefatture,secondocerte proceduredecisedaicapi. Oggiimanufattisonomoltopiùcomplessi,siatecnologicamentesiaoperativamente,glioperailavoranoin squadra, modificano i progetti dei componenti se non funzionano, e vanno all’estero da soli a montarli, quando bisogna assemblare l’intera macchina, oppure a fare la manutenzione. Persino l’assemblaggio di un’autononèpiùlastessacosa,ilnumerodivariantidiunmodelloèenormementepiùgrandeelacatena diapprovvigionamentosullalineaèdiventataimaoperazionecomplicata,dovel’operaiohaunruolochiave nel risolvere problemi. Alla fine, anche nelle fabbriche conta sempre meno la presenza o l’assenza dell’operaio e sempre di più la qualità della sua prestazione. Il cottimo paventato da Susanna Camusso è poco applicabile, anche volendo. Ma c’è un altro aspetto importante. I lavoratori nelle fabbriche diminuiscono progressivamente; ormai l’occupazione è soprattutto nei servizi (telecomunicazioni, assicurazioni,commercio,turismo,professioni,trasporti)cheoggirappresentanol’8o%deipostidilavoro. Neiservizi,iltempospesodallavoratorecontaancorameno:noncisiaspettapiùdall’addettaalcheck-indi un aeroporto solo che sia presente e accetti il più alto numero di passeggeri, ma che sappia risolvere problemisenzachiamareilcaposcaloquandounvoloècancellatoeilsuocliente-passeggerodeveessere reindirizzato. L’addetto al cali center di una società di telefonia o di una pay tv che deve risolvere un problemadiunclientespessonervoso,nonpuòesserevalutatosolosultempochepassaallapostazioneo sul numero delle chiamate a cui risponde. Tanto più che le tecnologie digitali rendono inoltre il tempo fisicamente passato sul posto di lavoro ancor meno rilevante. Queste tendenze accelerano la marginalizzazionedelsindacatoiniziataconlariduzionedell’importanzadeicontrattinazionaliafavoredi quelliaziendali.Iltemadelrapportotempo-lavorohaapertounverovasodiPandora. Oggi, un operaio o impiegato non deve essere più tutelato dal sindacato nei confronti di capi rappresentantidiunpadronesfruttatore.Illavoratoreconsensodiresponsabilità,spiritocritico,capacità dirisolvereproblemièluistessouncapoesehaunsupervisorenonèpiùqualcunochecontrollalesue pause,maunapersonachesipreoccupadelsuogradodimotivazioneedicrescitaperdareilmegliodisé. Nel XXI secolo, il lavoratore capace per l’azienda è diventato un patrimonio, che vale più di costose macchineautomatizzate.Perilsindacatoquestetendenzesonounrischioquasifataleperchéloescludono definitivamentedalsuoruolostoricodiunicatuteladellavoratore(ovviamentesoloquelloiscritto).Restail temachiavedistabilirequalirelazioniindustriali,daicontrattidilavoroaisistemidiincentivazione,siano adattealXXIsecoloenonaquelloscorso. Comecambianogliassettisociali (MauroMagatti,Corriere)Gliassettisociali,politicieistituzionalideiPaesiavanzatisonosottopressione.È evidente che siamo entrati in un nuovo mondo: ne saremo all’altezza? In una società sommersa dai beni materialieavvoltadalflussocontinuodellacomunicazionenonèpiùladisuguaglianza,comedovrebbe,a strutturareilconflittosociale.Almenoapparentemente,aprevalereèpiuttostolaquestionedellasicurezza epersinodellaintegritàfisica:isingoliindividui,inseritiinretisocialisemprepiùpiccoleefragili,sisentono esposti a tutto: alla violenza, al terrorismo, alla delinquenza spicciola, all’inquinamento, alle sofisticazioni alimentari,allescorribandefinanziarie.Vulnerabiliesoliinunasituazionedigrandeinstabilità:comesifaa non essere arrabbiati? In realtà, l’intensità di questo sentimento di abbandono ricalca in modo piuttosto preciso la curva delle disuguaglianze sociali. I ceti più abbienti e più istruiti avvertono solo debolmente questi rischi, sia perché ne sono obiettivamente più protetti; sia perché hanno più strumenti culturali a LaSinistraRivista–RivistaQuadrimestrale-ISSN2282-3808-Autorizzazionen.23/2013- 5 N.9Gennaio2016-Direttoreresponsabile:AlfonsoMarino disposizione per leggere quanto sta avvenendo. Sono invece soprattutto i ceti popolari, verso cui convergonoquotesemprepiùampiedelcetomedioimpoverito,aesserneinteressati. Le conseguenze sui sistemi politici, già evidenti da molti anni, esplodono oggi di fronte alle bombe dei terroristieairischidiguerra.Conilrisultatocheinquestafasestorica(enonèlaprimavolta!)laprotesta sociale viene monopolizzata da partiti populisti e di una nuova destra. Si guardi lo stato delle principali democrazie: dappertutto si vedranno partiti istituzionali indifferentemente di centrodestra o di centrosinistrailcuiobiettivoècercaredisalvareilsalvabile.Semprepiùspessoconun’alleanzadigoverno che mette insieme quello che rimane dei partiti tradizionali per mantenere la governabilità (scenario nel quale da tempo si trovano Germania e Italia e verso cui tendono le recenti elezioni in Francia e Spagna). Tutto attorno, quasi fisicamente, nei palazzi del potere si organizzano i gruppi che crescono sfruttando il malcontento.Traiqualiprevaleunimmaginariolegatoall’ideadiordineedipulizia.NonsoloinUngheriae in Polonia, ma persino in Svezia, a crescere sono i partiti che si richiamano a questi principi. Di fatto, dal FrontNationalfrancese,allaLegaitaliana,finoall’AmericadiTrump:nessunPaese,inquestomomento,ne èimmune. Sonoormaiannichetaledinamicasièinnescata.Eperquantosipossadirecheglianticorpidemocratici sonoforti,ilcerchiosembrastringersisempredipiù.Ancheperché,acausadellepersistentiinstabilità,la basesocialechesostienel’ordineelademocraziatendearestringersi,stretticomesiamotraledifficoltà interne e gli attacchi esterni. La protesta va nella direzione di una società che vuole chiudersi. Quasi il ritornodiunpendolo:dopolastagionedell’individualismospinto,l’aperturavienevistacomeilfattoreche radicalizzaiproblemisociali.Neifatti,lacapacitàdiattrazionedelpensieroneoliberistasièenormemente ridottarispettoaitempidiReaganedellaThatcher. Ancheperché,damoltipuntidivista,èproprioilliberismoselvaggiounadellecausedellasituazionenella quale ci troviamo. A difendere i resti di quella dottrina rimane solo un establishment economico, istituzionale, culturale, tendenzialmente impaurito e privo di idee, che fatica a capire quello che sta accadendo:ecioècheilprogettodell’ultimapartedelsecolo,chesiimmaginavaunindividualismosempre più spinto associato a un cosmopolitismo astratto, non funziona più. Ancora dominate dall’etica individualisticaeconsumistica(cheovviamenterimaneprevalenteancheneglistessiceticheprotestano), leéliteostinatamentesembranononsaperriconoscere,eancormenointerpretare,ilbisognodiffusodiun maggiorlegamesociale.Un’ombracheavvolgetantolapopolazioneanzianaquantoquellagiovanile. Attenzioneperò:aessereregressivesonolerisposteprospettate,nonladomandachesaledallasocietà. Forsequistailpunto,checontinuaaessererimosso:unavoltachelastoriacihacostrettialasciarealle spalleilneoliberismo,qualemodellodicrescitacapacedicombinarelaproiezionealcambiamentoconil bisogno di radicamento è possibile immaginare? È nella difficoltà a rispondere a questa domanda che si misural’inadeguatezzadell’offertapoliticadiquestianni.Percolmareildivariochesièaccumulatotrala vita delle persone e i modelli teorici di riferimento, occorre aggiornare al più presto le nostre mappe cognitiveeconcettuali.Reintegrandoilbisognodisicurezzanellacornicedellanostravitasociale.Nell’idea stessadicrescita.Abbiamopocotempo.Malarispostagiustapuònasceresolosesiascoltaesirisponde alladomandachesaledalprofondodellenostresocietà. 6 IntervistaaAngusDeaton PremioNobelperl’Economia (Paolo Mastrolilli, La Stampa) <Il rallentamento della crescita economica nel mondo ricco, a partire dall’Europa anche prima della crisi finanziaria, è una delle minacce più gravi che abbiamo davanti>. E’ l’allarme che lancia il professore della Princeton University Angus Deaton, poco dopo aver ricevuto il premioNobelperl’economia.Intervistaviastreaming.Direcenteleihadetto:<Ilmiomessaggiogenerale, le mie misurazioni, tendono a mostrare che le cose stanno migliorando, ma c’è ancora molto lavoro da fare>. Questo miglioramento è vero anche per l'Europa, e qual è il lavoro che essa deve ancora fare per ottenereunacrescitaeconomicapiùforte?<E’verochehopassatoparecchiotempoadimostrarecomeil mondostiadiventandounluogomigliore.Durantegliultimi250annil’umanitàsiètrasformatadall’essere una entità vicina alla povertà estrema, a una società dove molti di noi vivono vite più ricche e possono esprimere al meglio i propri talenti e le proprie capacità. Però enfatizzo anche che c’è ancora molto da fare>. LeiècresciutoIncondizionieconomichedifficili:quantol'hainfluenzataquestofattonellasceltadeitemi dastudiare?<Hoavutopochisoldialmenofinoaquandohofattoildottorato.Nondicocheesserepovero aiuta,peròtidàunaprospettivapiùchiaradelmondo.Cisonopersonechevivonoinquestacondizione,eil loro stato ha serie conseguenze per ognuno di noi. Ci sono minacce, e una delle più gravi per tutti è il rallentamentodellacrescitaeconomicanelmondoricco,decenniodopodecennio,ancheprimadellacrisi finanziaria del 2008. Questa crisi però ha reso la situazione ancora più dura>. Perché? <Il rallentamento rende tutto più difficile, complica le scelte della politica, abbassa la qualità della vita delle persone, soprattuttoperlagenteinfondoallascalasociale.Sesommiquestofattoallacrescentediseguaglianza,ti rendicontochemoltagentenelmondoriccostasoffrendo.Lelorovitepeggiorano,eparecchivedonoil peggioramento come una conseguenza delle buone cose che invece stanno accadendo nel resto del mondo.Questoèunsentimentodavverodifficiledaaffrontare>. Come mai fatichiamo a capirlo? <Se mio padre non si fosse ammalato di tubercolosi durante la Seconda GuerraMondiale,iononsareineanchenato,perchéluisarebbemortoinun’operazionemilitareacuiera stato destinato, dove tutti i soldati persero la vita. Poi fu lui, minatore del carbone, a spingermi verso l’accademia>. A cosa si sta dedicando ora? <Studio soprattutto l’impressionante aumento della mortalità fra gli americani di mezza età. Persone che si tolgono la vita, o muoiono di overdose. Ritengo che la disuguaglianza sia una delle minacce più gravi della nostra società, perché influenza tutto. Ha un effetto sulla politica, ma anche sulle scelte riguardo i cambiamenti climatici, che molti rifiutano di affrontare perché vanno contro i loro interessi. Temo un mondo dove i ricchi fanno le regole, e gli altri devono obbedire.C’èmoltagentechestasoffrendo,acausadellaglobalizzazione.Personedimezzaetà,istruitee non,chevedonosvanirelepromessedibenessereconcuieranocresciute,evedonocrollareilororedditi. Sonolepersonechemuoionodioverdoseosisuicidano,estannocambiandol’interoprofilodellamortalità negli Stati Uniti. Non dico che tutto questo sia provocato in maniera diretta dalla disuguaglianza, ma certamentel’estremadisuguaglianzastapeggiorandolecose,creandoquestaemergenzacheorastudio>. Estremasinistra (Michele Salvati, Corriere) L’ultimo libro di Marco Revelli, Dentro e Contro, è un attacco all’arma bianca control’attualecapodelgovernoitaliano.Diquestoinfattisitratta,unpamphletpartigianoscrittodaun punto di vista di estrema sinistra. Chi condivide questo punto di vista troverà nel libro, esposte in modo brillante,tutteleaccusechequestapartepoliticarivolgecontroRenzi.Accusecheriguardanolafasedella LaSinistraRivista–RivistaQuadrimestrale-ISSN2282-3808-Autorizzazionen.23/2013- 7 N.9Gennaio2016-Direttoreresponsabile:AlfonsoMarino “resistibile ascesa” del premier/segretario e dunque rivolte, oltre che contro di lui, contro chi non l’ha impedita: contro l’insipienza di chi gli era contrario nel partito e contro la connivenza delle supreme istituzioni(leggiNapolitano),neldifacilitarlonellasuascalata.MaancheaccusecheriguardanoilRenzidi governo,controleriformechehapromossoelepolitichechehaperseguito.Illettorenontroveràinvece un’analisiragionatasullesuemodalitàdiconquistarelamaggioranzanelsuopartitoeunampioconsenso nelPaese.PerqualiaspettiessedifferisconodaquelleadottatedaileaderdemocraticidialtriPaesi?Edi nuovo il lettore non troverà un’analisi - di nuovo, ragionata e comparata - delle riforme che in parte ha fattoostatentandodifare:checosafannodiradicalmentediversoicapideigovernidemocraticidialtri Paesi? MarcoRevellièprofessorediscienzepoliticheall’UniversitàdelPiemonteOrientaleeconosceleprofonde trasformazioni che hanno attraversato negli ultimi vent’anni le modalità di conquista del consenso democratico: possono non piacerci, possiamo rimpiangere la vecchia democrazia dei partiti, ma nella democraziapersonalizzataetelevisivadioggi,confuseoprofondamentetrasformatelevecchiefratturedi classe,inutilizzabililevecchienarrazioniideologiche,lemodalitàorganizzativeecomunicativedelpassato sono destinate alla sconfitta: ha fatto male Renzi, per cercare la vittoria, a rivoluzionare le forme di comunicazionepoliticadelsuopartito,aimperniareilsuomessaggiosullarottamazioneesulsuocarisma personale?Èpopulismoquesto?Sesì,allorasonopo-pulistigranpartedeileaderdemocraticieuropei.E, ancorpiùimportante,sonopopulistelepolitichechehaadottatoinseguito,quandoèdiventatopresidente delConsiglio? IlconcettodipopulismoèdifficiledadefinireeladefinizionechenedàRevellinelsuosaggio-proprioper includerviilpopulismodiRenzi-alledifficoltàchegiàcisono,aggiungeunaconfusioneevitabile:seSyriza, Podemos, il Front National, la Lega, il Movimento 5 Stelle sono populisti, come gran parte degli studiosi affermano,allorailPddiRenzinonloè,perchésostienepoliticheoppostealleloro,politichecompatibili con i vincoli europei e accettabili dall’Unione. Uno dei pochi caratteri comuni a tutti i populismi è invece quello di proporre politiche molto popolari allo scopo di ottenere un facile consenso elettorale, politiche all’apparenzafavorevoliallagranmassadellapopolazione,machepoinonpossonoesseresostenutedal reddito del Paese e sono incompatibili con i vincoli europei o internazionali. Politiche che, se attuate, condurrebberoadisastri,perevitareiqualidovrebberorapidamenteessererevocate:insommaquelloche èsuccessoinGrecia.Naturalmentequestavalutazionepuòesserecontestata,maallorabisognafarlocon buoni argomenti, ad esempio dimostrando che un’uscita dall’euro non sarebbe così traumatica per un grandePaesecomeilnostroeledifficoltàinizialisarebberorapidamentesuperatedaunperiodosuccessivo difortecrescita.Diquestadimostrazionenellibrononc’èneppureiltentativo. Lasciandodapartelaconfusionesulconcettodipopulismoediconseguenzal’accusaaRenzidi“populismo digoverno”,moltopiùsemplicementesipuòaccusareRenzidinonfarelepolitichedisinistrachepiacciono a Revelli o a quelli che la pensano come lui. Il che è vero, naturalmente, ma Renzi non ha mai detto di volerlefare.HaottenutoilconsensodelsuopartitoestacercandoilconsensodelPaesesuunprogramma deltuttodiverso-liberaldemocratico,dicentrosinistra,ocomecomunquelosivogliadefinire-sostenendo che le riforme da lui proposte avvieranno l’Italia verso una fase di maggiore governabilità, di buona efficienzaamministrativa,dicrescitapiùforteemegliodistribuita.Equidicritichenepossiamofarfioccare aiosa,esumoltiaspettidelleriformerenziane:loscostamentotragliobiettividichiaratieirisultatisinora ottenuti sta infatti raggiungendo un’ampiezza preoccupante (anche se ci sono quelli che sostengono che rispetto al passato si sono fatti passi da gigante). Ma si tratterebbe di critiche che, per orientamento e natura,sarebberomoltodiversedaquellecheglirivolgeRevelli. 8 Problemiditraduzione (MassimoGramellini,LaStampa)Afineanno,ilblogdiBeppeGrillorilanciaval’intervistaalFinancialTimes del premier in pectore dei Cinquestelle, Luigi Di Maio. I toni del blog erano enfatici e un po’ provinciali, comesuccedespessoanoiitalianiquandoun’istituzionebritannicasidegnadiabbassarelosguardosulle nostremeschineesistenze.Ilgiornaledellasupercastadeisoldi,consacravalaparaboladeipentastellatifin daltitolo,definendoli<maturiperilgoverno>.Sfuggonoleragionipercuiunmovimentocheprendevotiin odioall’establishmentdovrebbeguairedifelicitàpergliattestatidistimadelnemico.Mapersinoquesta bizzarria sarebbe passata inosservata in mezzo ai botti di san Silvestro, se non fosse accaduta una cosa inaudita:qualcunosièpresolabrigadileggereilFinancialTimesinoriginale.Equestoqualcunoèunbieco economistaedeputatodelPd(duedisgrazieinunsolodestino).GiampaoloGalli-ilnomedelreprobo-ha scoperto che il titolo originale era più controverso e comunque diverso: <Il M5S vuole essere preso sul serio>.Echealcuneparolineantipatichecomepopulisteranomisteriosamentescomparsenellatraduzione italiana.Ora,delleduel’una.Oigrillininonconosconol’inglese(probabile),eallorasonodeidilettantiné più né meno (ma forse un po’ di più) di chi ci governa. Oppure lo conoscono così bene da avere volutamente manipolato la realtà a fini di propaganda. E anche in questo caso si stenta purtroppo a scorgereunagrandedifferenzaconlaclassedirigentechevorrebberosostituire. Perditeditempo (Luca Sofri, Wittgenstein.it) Giuliano Ferrara scrive sul Foglio della grandissima “perdita di tempo” che è protagonista delle nostre vite, costituita attualità irrilevanti. Dice Ferrara: <Vedo le immagini del povero, simpaticoeinutileSalvinichesiaggiraperMoscaconunasciarpaeunsorrisosperduto:quantechiacchiere su di lui, quante ipotesi, e che enorme perdita di tempo. Tutti quei sondaggi, quegli interrogativi su abboccamentisegreti,laricostruzionedelladestra,laliteconglizingari,l’ereditàdellalegadiBossi,iltorso nudo,lacravattonaverde,padroniacasanostra,l’abbraccioconLePen.Rivadoal2015comeannogreco: quantotempoabbiamopersoappressoalleubbiediVaroufakis,allegradevolimainessenzialimondanitàe accademiedell’economistagrecoscatenatocontroilMinotauroglobale.Eraunabanalequestionedidebito edipoliticadeisoldi,sièconstatatochel’ascetismohaunlimite,nonsopportaillimitedeisessantaeuro quotidiani di contante erogato da banche in stato fallimentare, e ci vuole altro debito per sostenere il debito,eperconvincereicreditoribisognafareibraviragazzi,nonglispendaccioniumanitari.Maeratutto chiarodasubito,poimesiemesidistorytellingnelpaesecheciavevadatoilmito,lastoriografiaealtre coseclassicheeserissime.Saràcosì,ancoracosì,ancoratempopersoinquantità,ancheperTrump,perle Le Pen, per Pablo Iglesias e gli altri? Quanto tempo perdiamo appresso alle esagerazioni di Brunetta, Di Battista e altri vocianti e petulanti? Insomma, il tempo ha un suo peso, un suo profilo, una sua stretta necessità; il fatto di dissiparlo a vanvera non può non avere conseguenze>. Così scrive Ferrara, che ha completamenteragione:lamediocritàeinutilitàdeicontenutidellapoliticamaanchedellacronacadicui siamo indotti a preoccuparci non è solo una questione da imbarazzata e rassegnata alzata di spalle, accompagnatadalcommento“chescemenzeinutili”,mentreceneandiamodaun’altraparte.Noncene andiamodanessunaparte,invece.Lafuffaoccupaquotidianamenteedestesamentelospazioeiltempo che potrebbero essere destinati a pensieri e progetti migliori, a più proficue comprensioni delle cose. Il fatto è che la “perdita di tempo” intorno a temi volatili e insignificanti è un prodotto commerciale come altri, alla cui utilità siamo portati a credere, dal sistema dei media soprattutto. Corrisponde come altri a quelvecchiodiscorsosui“bisogniindotti”,osuiprodottichecompriamoanchesenonciservonoperchéun sistema culturale e di comunicazione ci convince che ci servano: “notizie” cicliche e ripetute ogni volta uguali,allarmi,storiefalseelelorosmentiteepoidaccapo,uscitedall’euro,tensionieconcitazioniintorno LaSinistraRivista–RivistaQuadrimestrale-ISSN2282-3808-Autorizzazionen.23/2013- 9 N.9Gennaio2016-Direttoreresponsabile:AlfonsoMarino al nulla, scissioni del Pd, tutte queste cose sono un prodotto, in assenza del quale i media sarebbero costrettiacercaredivendernealtri,magaridiminoreimpattosulmercato.Perchédiquestecoseintanto c’èdomanda,unadomandaottusacreataappuntoartificiosamentegraziealconcorsoquasiunanimedel sistemadell’informazioneedeiprodottieditoriali.Estiamoparlandodiun’industriaestesissima,congrandi volumieconomici(eincrisi,quindiinmaggioraffannoepanicodasvendita)emoltissimepersonecheci lavorano.Rinunciarequindialla“perditaditempo”,comeproponeFerrara-olimitarla-sitrattidiSalvinio diBrunettaodimoltialtri,èlastessacosachenonvedereilnuovoGuerreStellariononascoltareilnuovo discodiAdeleononcambiareiltelefoninoognidueanni.Sipuò,mailmondointornoticonvincediessere unestraneoetifatemeredistareperdendoqualcosadifondamentale:nonloèquasimai,esirivelaogni voltanelgirodipochigiorni,rendendopalesequaleperditaditemposiastata.Manonfacciamointempoa rifletterci,perchéstiamogiàperdendotempoconqualcos’altro. Citazione C’èmaistatoungovernochenonsisiadichiaratoriformista?Mai:tuttiigoverni,didestraedisinistra,di sopra e di sotto, ci hanno sventolato sul naso le proprie riforme. D’altronde ogni legge introduce una riformasullalegislazionepreesistente,eigovernistannolìproprioperdettareleleggi(MicheleAinis) [email protected] 10 IlfondatoredellaMonthlyReview(Maggio1999–numerospecialeperilcinquantenariodellarivista) INOVANT'ANNIDIPAULSWEEZY diChristopherPhelps Paul M. Sweezy compie novant'anni, e vogliamo dire che gli siamo grati. Grati perché, nella nostra giovinezza,èstatounodiquellichecihainsegnatounmarxismoconvintoeappassionatomanonirrigidito dal dogmatismo, sempre aperto al confronto delle idee e curioso dei fatti. E perché, in un grande isolamento, negli anni più duri dell'America della guerra fredda, ha continuato una battaglia culturale e politica mantenendosi sul terreno di una lucida razionalità e con inesauribili risorse di speranze. Perciò pubblichiamoun'ampiapartediun'intervistanellaquale,parlandodellasuavita,raccontaanchelastoria "delmarxismosuoedeisuoicompagni"(Huberman,Baran,Magdoff,Bravermann). Uno dei fondatori della Monthly Review, Paul Sweezy ha dato un contributo ampiamente riconosciuto all'economia,allastoriaeall'analisipolitica.Natonel1910aNewYorkCity,figliodiundirigentedibancadi Wall Street, Sweezy ha studiato alla Philips Exeter Academy e alla Harvard University, dove è stato presidente degli "Harvard Crimson". Si è laureato nel 1931. Ha trascorso poi l'anno accademico 1932-33 presso la London School of Economics, dove è entrato in contatto col marxismo, e ha fatto ritorno ad Harvardperildottorato.Nel1937haottenutoilP.h.D.discutendolatesiMonopolyandCompetitioninthe EnglishCoalTrade,1550-1800,pubblicatal'annosuccessivodallaHarvardUniversityPress.Neicinqueanni seguenti Sweezy ha insegnato economia a Harvard per poi passare - nello stesso anno in cui è stato pubblicatoilsuosaggiofondamentaleTheTheoryofCapitalistDevelopment,OxfordUniversityPress,1942 (La teoria dello sviluppo capitalistico, Einaudi) - alla divisione di analisi e ricerca dell'Office of Strategic Services (che diventerà dopo la guerra la Central Intelligence Agency) per il quale ha curato il rapporto riservatoEuropeanPoliticalReport.TornatonegliStatiUnitinell'autunnodel1945,Sweezydecise,difronte alla sicura minaccia di vedersi rifiutare la cattedra, di lasciare Harvard. Nel 1946 ottenne una borsa dal SocialScienceResearchCouncilesitrasferìnelNewHampshire,dovescrisseSocialism(McGraw-Hill,1949). Tutte le sue opere successive sono state pubblicate dalla Monthly Review Press. Sweezy è co-autore di Cuba: Anatomy of a Revolution, (1960) (Cuba: anatomia di una rivoluzione, Einaudi) e di Socialism in Cuba,1969,conLeoHuberman(IlsocialismoaCuba,Dedalo);diMonopolyCapital(1966)conPaulA.Baran (Il capitale monopolistico, Einaudi); e con Harry Magdoff, di The Dynamics of U.S. Capitalism (1970), The EndofProsperity(1977),TheDeepeningCrisisofU.S.Capitalism(1980),StagnationandFinancialExplosion (1987)eTheIrreversibleCrisis(1988).IsuoiarticolieconferenzesonoraccoltiinThePresentasHistory, (1953) (Il presente come storia, Einaudi), Modern Capitalism and Other Essays (1972) (Capitalismo moderno,Liguori),PostRevulutionarySociety(1980)eFourLecturesonMarxism(1981). LaSinistraRivista–RivistaQuadrimestrale-ISSN2282-3808-Autorizzazionen.23/2013- 11 N.9Gennaio2016-Direttoreresponsabile:AlfonsoMarino Ilmarxismodella"MonthlyReview" Quali sono, a tuo avviso, i maggiori contributi teorici apportati alla teoria marxista dalla Monthly Review? L'approcciodellaMonthlyReviewerainsintoniaconlospiritodiMarx-rivoluzionario,non-riformista,nonrevisionista-ederaaltempostessonon-dogmaticoenon-fondamentalista,poichéavevacapitocheMarx nonrappresentaundogmaassoluto,maneanchel'opposto.Abbiamopresoattocheunsecolodoposono sortinuovifenomenidiognisorta,chedevonoessereaffrontatinellospiritodiMarxenondaunqualche tipodiesegesidiMarx.Direichequestaèlaprimae,inuncertosenso,laprincipalecaratteristicadiquesta tendenza. Esiste una divisione all'interno del marxismo internazionale e di quello nordamericano, tra chi vuoleliberarsidigranpartediciòcheèessenzialeevalidonelmarxismo-comelacentralitàdelleclassiola teoriadelvaloredellavoroeisuoicorollari-echiinvecesostieneunatendenzaoppostaecercatuttele rispostenelCapitale.Trairevisionistiradicali,chevoglionoeliminaretuttooriesaminarloinogniparte,e quelli che non vorrebbero cambiare nulla, noi stavamo proprio tra i due poli opposti, nel senso che volevamo mantenere le metodologie, lo spirito e il carattere centrali del marxismo ma non in un senso fondamentalistaedogmatico. Questo ha portato allo sviluppo di diverse idee nuove volte ad affrontare i cambiamenti che hanno caratterizzato quest'ultimo secolo. Tra queste, molte risalgono certamente al passato. Per esempio, l'origine di problematiche legate all'attività finanziaria e al monopolio è da ricondurre con Hilferding intorno al 1909-1910 e senza dubbio a Lenin. Non c'è niente di totalmente nuovo al riguardo, ma i fondamentalisti non hanno mai veramente voluto cambiare niente delle teorie originarie per sviluppare ideechenonsitrovasseroneitestisacridelpassato,inparticolaredell'epocadiStalin.Lamaggiorpartedi questi temi, non tutti ma la maggior parte, vengono almeno accennati nella Teoria dello sviluppo capitalistico: approcci non nuovi ma recenti e aggiornati su questioni quali il ciclo economico, la lunga stagnazione salariale, l'intera questione del comportamento macroeconomico del capitalismo, il processo diaccumulazione,ecc.Lenuoveideesulprocessodiaccumulazionechehasemprepiùintegratoglisviluppi monopolistici e finanziari delle grandi imprese multinazionali e così via, che hanno cominciato a sorgere intorno all'inizio del nuovo secolo, vengono completamente negate dai fondamentalisti: loro sostengono che non vi sia stato un cambiamento effettivo poiché la grande impresa avrebbe sostituito la piccola impresagiàapartiredall'epocamarxista;lateoriaoriginariacontienegiàtuttoquestoepuòspiegareogni cosa;laconcorrenzasimanifestasìinmodidiversi,maproducendoglistessieffetti.Questaideanonera rispondenteallanostraemisembrachestiadiventandosempremenodiffusatraimarxisti. IlsecondoargomentoriguardailpassoavantidiBaransulrapportotraleareesviluppateesottosviluppate del mondo capitalista, cioè la teoria secondo cui il capitalismo non si è diffuso creando un sistema omogeneoaimmagineesomiglianzadeipaesisviluppati,bensìcreandounsistemaglobalepolarizzatotra aree sviluppate e aree sottosviluppate, in una correlazione dialettica di parti non omogenee e anzi destinate a non diventare mai omogenee. Questo porta più o meno direttamente all'interpretazione del fatto storico che le rivoluzioni, a partire dalla seconda guerra mondiale, non siano scoppiate nei paesi capitalistipiùavanzati,bensìneimenosviluppati,neipaesicapitalistisottosviluppati.LaRivoluzionerussaè statainuncertosensoforieradiquesto,maquestanonèesattamentel'interpretazionecheleèstatadata. Inseguito,quellochehascrittoMarxnegliultimidecennihamostratocheeglistavapropriocominciandoa pensareneiterminidiunrapportodialetticotraipaesiavanzatieipaesisottosviluppati. Poic'èstatal'enfasipostadaHarryMagdoffsull'imperialismo,legatamoltodavicinoallavorodiBaraneal lavorosulcapitalemonopolisticoesulprocessodiaccumulazione,mapostiinuncontestoeapplicatialla 12 storiadellasecondaguerramondialeealdopoguerra.L'etàdell'imperialismoèunasortadiricapitolazione dimoltissiminuovisviluppi,siaempiricisiateorici,raggruppatiinuninsiemecoerente. Il contributo di Braverman consiste in sostanza in un ritorno alle idee di Marx, in particolare al primo volume del Capitale, sulla divisione del lavoro e sull'applicazione del sapere scientifico ai processi della produzione, i cambiamenti nel processo del lavoro e il degrado derivante dal processo del lavoro parcellizzato, la concentrazione delle competenze e delle conoscenze sulla produzione nelle mani del dirigente d'impresa e la trasformazione dei lavoratori in parti più o meno integranti di un processo meccanico invece che in esseri intelligenti in grado di comprendere e di dominare i meccanismi di funzionamentodeimezzidiproduzioneedeimateriali. Cisonoaltrepartidelquadrogeneraledicuiritengoabbiamoappenacominciatoaoccuparciconsuccesso, comeilnuovoruolodellafinanzanegliultimivent'anni.Ilprocessodiaccumulazionedelcapitaletendeaun puntomortonelleultimeformazionicapitalistiche.Invecediprovocareuncrollo,comeneglianniTrenta,e unagrandecrisicheèduratauninterodecennioedacuisièpotutiusciresoltantograzieallaguerra,nel secondo dopoguerra vi è stata una tendenza diversa, per cui un analogo stallo ha generato determinate controazioninelsettoredellafinanza.Oggistiamoassistendoaunanuovamanifestazionedellatendenza delcapitaleadirigersinontantoversolaproduzionedibeniediserviziutili,quantoversolamanipolazione del denaro e la speculazione, per produrre denaro direttamente senza l'intermediazione del processo di produzione. Èsemprestatocosì;fapartedelcapitalismosindall'inizio.Ineffetti,comedicevaesottolineavaMarx,le primeformedelcapitaleeranoinrealtàcapitalemercantile,eradenarocheaumentavasenzapassareper laproduzionemaattraversoloscambiodimerci.Sicompraapocoprezzo,sitrasportanolemerciinuna zona in cui vi è maggiore penuria e si ottiene l'espansione di M in M', i due poli del processo di accumulazione,senzabisognocheintervengaunprocessodiproduzione.Questofuineffettisuperatocon ilnasceredell'eraindustrialeintornoallafinedelSettecentoepertuttoilsecolosuccessivo;maoggisiamo nuovamenteentratiinunafasepercuilatrasformazionedeldenaroinaltrodenarosiaffermasempredi piùsenzal'intermediazionedellafasediproduzione,ilcheconducedirettamenteaunacrescitaincredibile deldebito,allacrescitadeimercatifinanziarichesonototalmenteslegatidaqualsiasiproduzionereale.È stupefacente il grado ormai raggiunto da questo fenomeno; esso finirà per creare probabilmente una propriaformadicrollo,masaràditipocompletamentenuovorispettoallecrisidelpassato. Il capitalismo si modifica continuamente; non è mai uguale a se stesso. Questa integrazione globale di produzioneefinanzainunateoriageneraledelprocessocapitalistastaancoramuovendoiprimissimipassi; non viene mai trattata in modo esauriente. In Keynes vi sono alcuni accenni e anche Marx suggerisce qualcosa al riguardo, ma una vera e propria elaborazione teorica sarebbe avvenuta solo in una concreta fase storica che avrebbe reso necessaria la nuova teoria. E questo sta avvenendo oggi. Sia io sia Harry Magdoff sentiamo di essere forse troppo vecchi e non abbastanza agili intellettualmente per occuparci dellaquestione.Quellochepossiamofareèincoraggiareipiùgiovaniarifletterviemagariasaltarefuori con qualche idea. Oggi si stanno producendo moltissimi nuovi sviluppi e dovrebbero essere formulate nuoveideeenuovesintesiperseguirlitutti.Vorreitornareaesseregiovaneepotermeneoccupare. Sulsocialismoelasocietàpost-rivoluzionaria Comedefinirestiilsocialismooggi? LaSinistraRivista–RivistaQuadrimestrale-ISSN2282-3808-Autorizzazionen.23/2013- 13 N.9Gennaio2016-Direttoreresponsabile:AlfonsoMarino Definisco socialismo l'opposto o l'alternativa al capitalismo. Non considero nessun criterio utopistico; si trattarealmentedell'Altro,eritengochesiaquestalacosaimportante. Quandohaiiniziatoapubblicarelarivista,nel1949,misembrachedefiniviilsocialismocomelaproprietà stataledeicentrivitalidell'economiaedellaproduzioneinaccordoconunpianoeconomico. Ritengo che fosse così, ma non credo che debba essere preso troppo sul serio. Penso che sia necessario rimanere piuttosto aperti rispetto a un possibile futuro; chiunque pretenda di conoscere quale sarà lo sviluppodeglieventicommetteunerrore.Sappiamochenonèilcapitalismo.CredosiaquestocheMarx abbiasempresostenuto. Verso la fine degli anni Sessanta alcuni tuoi scritti indicavano che ritenevi ormai inadeguata la tua precedente definizione - proprietà dello Stato e pianificazione. In parte perché all'epoca ritenevi che la proprietà statale dei centri vitali dell'economia non sarebbe bastata a impedire il fiorire della piccola impresa, che avrebbe portato di nuovo all'affermazione completa del capitalismo. In sostanza, stavi cercando di trovare una risposta al problema del mercato nelle società post-rivoluzionarie. Come si è sviluppatoiltuopensierodaallora? Non credo che valga la pena dedicare troppo tempo al tentativo di elaborarla come un'idea centrale. Concordocertamente-misembrachesiastatoLeninasottolinearlo-sulfattochel'economiadimercato seppureadottatainminimaparterappresentiunpericolo,comeunvirusdestinatoapropagarsi.Bisogna stare attenti al mercato; non si può assolutamente rifiutare di servirsene, ma se prende il sopravvento alloraquellochestaaccadendooggineiPaesidell'Estdiventainevitabile. LaRivoluzionecubanaèsemprestatamoltoimportanteperlaMonthlyReview.QuandoseistatoaCuba nel1960haiincontratosiaFidelCastrosiailCheGuevara.Cheimpressionihaiavuto? Siamo stati invitati da alcuni amici latinoamericani, dei colleghi conosciuti con cui eravamo rimasti in contatto. La nostra posizione era molto inusuale per l'epoca, cioè che la Rivoluzione cubana fosse una rivoluzione socialista; e credo che questo si sia poi confermato. Ci sentivamo totalmente votati ad essa, entusiasti-ingenuamente,suppongo-diquellamagnificarivoluzione. Quandohaiscrittoiltuosecondolibro,SocialisminCubanel1969,latuaposizionecontenevaunmonito esiconcludevaconunadiscussionesulpaternalismoelaburocraziavisticomedeipericoli.Cosapensi rispettoall'evoluzionediCubadaallora? Nesonorimasticomeintrappolati.NoinonconsideriamoperòlamaturitàdellaRivoluzionecubanacome un suo "inquinamento". Non avevamo l'abitudine di assumere posizioni che dei veri socialisti non avrebberoavutoalcundirittodiprendere.All'epocahovistolaRivoluzionecubanacomeunodeglisviluppi più entusiasmanti e promettenti e ho sempre continuato a considerarla tale. Si tratta di questioni complesse,enonsipuòsemplicementeassumereunaposizionesemplicistica;maritengodinonessermi maipentitodinessunadelleposizionidameassunteriguardoaCuba. Anche la Rivoluzione cinese è stata importante per la rivista. Rispetto agli anni Sessanta, quando eravate attiratidall'anti-autoritarismo-cosìlovedevate-dellaRivoluzioneculturale,letueideesullestrutturedi partecipazionenellesocietàpost-rivoluzionariesonocambiate? No, non sono cambiate. L'intera faccenda della Rivoluzione culturale, l'insegnamento o comunque lo si vogliachiamare,èchenonsipuòstabilireun'alternativaalcapitalismonell'arcodiunanottata,néinpochi anni.Èunalottamolto,moltolunga.InquestosensoritengocheMaosiastatol'unicoadaveraffrontato 14 realmente il problema, ad essersene occupato. Lo ha fatto senza successo, ma ciò non toglie che il suo tentativosiastatoimportantissimo. PerqualiragioniritienichelaRivoluzioneculturalenonabbiaavutosuccesso? Eraunalottatralaviacapitalistaequellasocialista,equellacapitalistahavintolabattaglia.Pensochein realtànonsiaaltrochequesto.Auncertopuntohannosicuramentegiocatounruoloimportanteproblemi diognitipoediverselottespecifiche,macredochelaposizionediBillHintonsiaquellachepiùsiavvicina ad essere realistica. Non sono totalmente sicuro che abbia sempre ragione per alcuni dettagli, ma la sua prospettivageneraledivederelecosemisembradigranlungalamigliore. SeimaistatoinCina? Sì,nel1974conmiamoglieeiMagdoffsiamostatiospitipiùdiunmesediunistitutopergliamicistranieri inCina.Siamostatitrattatibenissimo,eabbiamotrascorsounosplendidoperiodo. HaiconosciutoMao? No, non ci siamo mai incontrati. L'ho visto una volta, in Unione Sovietica nel 1957, e gli sono stato abbastanza vicino da poterlo toccare. Fu in occasione di una grande celebrazione: il quarantesimo anniversario della Rivoluzione d'Ottobre. C'erano diverse categorie di invitati, tra cui i "radicals" non organizzati, suppongo; io fui invitato. Fummo trattati molto bene anche in quell'occasione. Ho scritto qualcosa al riguardo dopo il mio rientro, ma niente di tanto assennato quanto alcune delle cose che ho dettodiritornodallaCina[ride]. Cosahaidettoallora? Be',pensavochel'UnioneSovieticastessepercorrendounabuonastrada.Inseguito,abbiamoassuntouna posizionemoltopiùcriticasulpaese.Manel1957qualchepiccolaillusioneeraancoraviva. Seipentitodialcuneposizionipreseneiprimiannidivitadellarivista?Peresempiol'articolopubblicatoin occasionedellamortediStalin,nel1953,lodefinivaunodeipiùgrandiuomininellastoria,misembra. Qualcosadelgenere.Inuncertolosensoloera,ancheseavevaunaltrolatonascosto.Pensocheavremmo dovutoesserepiùcauti,macredochefossenecessarioassumereposizioninonambigue.Così,sieraproo controiregimi,ipaesisocialistieffettivamenteesistentiallora.Avreidovutoesserecertamentemoltopiù perspicace,selettivoemeglioinformato,nonc'èdubbio.Sonosicurochenonscrivereipiùlestessecose chehoscrittoinpassato,manonmipiacerebbetornareindietropercercarediriscriverequegliarticoli. NeglianniSessantaletuecriticheall'UnioneSovieticaeranopiuttostoacuteefondamentali,dal momentocheladefiniviunanuovasocietàdiclasse. Sì, a mio modo di vedere, il problema delle rivoluzioni del Ventesimo secolo è che queste non hanno portato al potere il proletariato organizzato come classe. Hanno invece portato al potere dei partiti rivoluzionari saldamente organizzati e con radici in diversi settori della società. Quei partiti hanno espropriatolaborghesiatradizionalemanonhannoeliminatoilrapportocapitale-lavoroinquantotale.Ai capitalisti privati hanno sostituito lo Stato come datore di lavoro, unificando i diversi capitali che erano cresciuti indipendentemente uno dall'altro nel corso della storia capitalista. Questo non vuol dire certamentechetutteleunitàdelcapitalesianostatemessesottounasoladirezione,masoltantochetutte LaSinistraRivista–RivistaQuadrimestrale-ISSN2282-3808-Autorizzazionen.23/2013- 15 N.9Gennaio2016-Direttoreresponsabile:AlfonsoMarino ledirezioniautonomesonostatesottomessedaun'unicamassimaautorità,chehaassuntoipoteridivitae dimorteprimaesercitatidalleforzeimpersonalidelmercato. AquelpuntosorselaquestionedicomechiamarequegliStati:noneranosocialisti,masipotevanodefinire capitalisti? Ebbi degli scambi d'opinione al riguardo con Charles Bettelheim, oltre che con altri, che durarono alcuni anni. Bettelheim riteneva che l'Unione Sovietica dovesse essere definita una società capitalista, ma io pensavo che questo avrebbe introdotto nella nostra analisi dei preconcetti, delle aspettativeedelleideecheavrebberoinevitabilmenteinfluenzatolenostreconclusioniecreatomaggiore confusione.Amiomododivedere,ilpotere,ilprestigioeiprivilegideigovernantisovieticinonderivavano dallaproprietàdellericchezzeprivatemadalcontrollononmediatosull'apparatostataleedalìsulcapitale sociale totale. L'Unione Sovietica, benché fosse una società di classe e non una società socialista come diceva di essere, non aveva nessun comportamento economico paragonabile a quelli del capitalismo. Ad esempiononc'eranulladisimilealladisoccupazionecronicadell'Occidente. L'esatta terminologia non faceva a mio parere una grande differenza a livello pratico, perciò definivo l'Unione Sovietica, in maniera piuttosto indeterminata, una società post-rivoluzionaria. Sostenevo che la maggior parte delle distorsioni nelle società post-rivoluzionarie fossero da ricondurre alle condizioni determinatedall'ostilitàcapitalista,echeilcomportamentoel'ideologiadellaclassedominantesovietica fosseilrisultatodellasualungalottacontrounnemicoeconomicamenteemilitarmentepiùpotente. Prospettiveperilmarxismo Qualiritienisianoimaggioriproblemiconcuilateoriamarxistadeveconfrontarsioggi? La mia critica all'attuale movimento intellettuale marxista negli Stati Uniti riguarda, direi, il suo "accademismo".Esistesoprattuttoall'internodelmondoaccademicoepossiedemoltissimedelledebolezze proprie di questo mondo: le separazioni in settori, in una sorta di specializzazioni. In un certo senso ci si aspettacheunmarxistafaccialostessotipodicosechefauncomunestudiosouniversitario,maconuna prospettiva marxista. Così si resta intrappolati in un ripetere più che altro versioni marxiste delle specializzazioniedellemodeaccademiche;cosìcomeglieconomistimarxistihannolatendenzaadiventare economisti matematici perché gli economisti borghesi sono matematici; funziona così, invece di portare avanti una reinterpretazione molto più radicale dell'esperienza storica americana, che non è poi così avanzataoalmeno,penso,nonancora. Paul,pensidiesserepiùvicinoalsocialismooggirispettoaquandohaicominciatoconlaMonthly Review,oinseguito? Be', se il socialismo dovesse mai realizzarsi, allora saremmo più vicini oggi di quanto non fossimo allora [ride]. MonthlyReview(traduzionediFrancescaBuffo) 16 Thepresentashistory:PaulSweezy diAlfonsoMarino LariflessioneprendespuntodallibrodiPaulSweezydel1953Ilpresentecomestoria,pubblicatoinItaliada Einaudinel1962.ChièPaulSweezy?InquestonumerodiLaSinistraRivistaincollaborazioneconMonthly Review,unsuoricordo,partendodall’esperienzadellaMonthlyReview. ChièPaulSweezy Una biografia completa di Paul Sweezy non è oggetto di questa riflessione ma, alcune vicende del suo percorso culturale e politico, sono interessanti per ricostruire il suo profilo di studioso e intellettuale. Sweezynascenel1910daunafamigliabenestanteaNewYork(èfigliodiungrandebanchiereamericano, dellaFirstNationalBank).StudiaadHarvarddovesilaureanel1931eottieneilPh.D.nel1937.Neiprimi anniTrenta,gliannidellaGrandeCrisi,studiainEuropaallaLondonSchoolofEconomics.IlgiovaneSweezy èinfluenzatodalpensierodiLaskieconosceFriedrichAugustvonHayek,ilgrandepensatoreliberaledel Novecento,antagonistadiKeynes.RitornatoadHarvard,ottieneunpostodiassistentepressolacattedradi Schumpeter,http://www.economia.rai.it/articoli/joseph-schumpeter/13859/default.aspx,perilqualecura irapporticonglistudentieseminaritematici,oltreallapartecipazioneallelezionidiSchumpeterperpochi allievi. In particolare, partecipa da allievo ad un seminario ristretto (partecipano quattro-cinque persone; fra queste quella che sarà la futura moglie di Sweezy, storica economica, Elizabeth Boody, e altri che segnano il pensiero economico dopo qualche anno, ad esempio Paul Samuelson, Premio Nobel per l’Economia).SweezyeraconsideratodaSchumpeterunodeisuoimiglioriallievieneglianniseguentiaffidò ilcorsoTheEconomicsofSocialismalgiovanePaul,lapartecipazioneeraperinvitietraquestic’eraanche un altro premio Nobel per l’economia, Robert Solow. Il corso di Economia del Socialismo aveva una impostazioneampiaesviluppavaancheletematicheinerentilaricostruzionedelletradizioniteorichedel socialismo, non solo marxiste. Il corso era strutturato con lezioni quantitative e qualitative e utilizzava anche scritti di economisti europei, frutto del periodo trascorso alla LBS. Questo tipo di impostazione i lettorilaritrovanoinunadellesueopere:Lateoriadellosviluppocapitalistico,pubblicatanel1942(Italia: Einaudi nel 1951 e Boringhieri nel 1970). All’inizio degli anni 40, pubblicò alcuni articoli: “American EconomicReview”(TheThinnessoftheStockMarket),“JournalofPoliticalEconomy”(Onthedefinitionof Monopoly)“QuarterlyJournalofEconomics”(DemandUnderConditionsofOligopoly)ritenutiimportanti. DemandUnderConditionsofOligopoly,èuncontributofondamentalesullacurvadidomandaspezzatain oligopolioefiniscerapidamenteconl’esserecitataneilibriditesto,scusateladigressionemaricordoilmio esameconAugustoGrazianinelqualeunadelledomanderiguardavaproprioquestocontributodiSweezy allo studio dell’oligopolio. Pubblicazioni e relazioni tra cui quella con Schumpeter, sono le basi solide per unacarrieraaccademica.Nellaricostruzionediquestoprofiloèimportantericordareche“unaaltragrande forzaspiegavalesueali”[GucciniLaLocomotiva],unaforzachesichiamaKeynesekeynesismo.Nel1936 ecco la Teoria Generale, gli Usa sono in crisi economica e sociale ma anche culturale dal 1929, nel 1932 LaSinistraRivista–RivistaQuadrimestrale-ISSN2282-3808-Autorizzazionen.23/2013- 17 N.9Gennaio2016-Direttoreresponsabile:AlfonsoMarino oltre il 25% della popolazione è senza lavoro. Le agenzie del New Deal sono luoghi di ricerca e azione all’intero delle quali anche Paul Sweezy si cimenta e grazie all’esperienza vissuta nelle Agenzie scrive il rapporto: The Structure of the American Economy che, in qualche modo, propone il percorso di uscita keynesiano dalla crisi. Questi per Sweezy sono gli anni nei quali inizia le sue riflessioni in merito al monopolio e alla concorrenza prima con studi di settore e dopo qualche anno con la formulazione della teoriagenerale.Sonolepubblicazionidellasvolta,lasuaattenzione,intelligenzaecuriositàdiricercasono rivolte altrove in particolare al percorso marxista alla struttura del pensiero di Marx. La svolta, allontana l’opportunitàdellacarrieraaccademica,Sweezyparte,lasciaHarvardperunpaiodianni,eratitolarediun contrattotemporaneodicinqueanni.Inquelperiodo,insuaassenza,diventaconcretalaprospettivaperil ruolo permanente all’Università di Harvard. Schumpeter lo propone, ma, nonostante l’appoggio, Harvard nonlovuole:perchéèunmarxista.Schumpeternel1911(datadistampa1912)avevapubblicatounlibro fondamentale: “Teoria dello sviluppo economico”. L’imprenditore è il faro, l’eroe che senza il banchiere peròèdebole;losviluppocapitalisticoèendogeno,dunque,ilcapitalismosiriproduceperforzainterna.Lo sviluppononècomenell’impostazioneneoclassicadominatodaigustiedallesceltedeiconsumatori,maè soggetto alla sovranità delle imprese e delle banche che le finanziano, mentre i lavoratori sono soggetti passivi. Schumpeter afferma che il socialismo è più efficiente del capitalismo; quest’ultimo è destinato al crollo, ma non per ragioni economiche. Sweezy al ritorno, poteva lavorare ancora due anni, aveva un contrattodicinque,manessunovolevaunmarxistacomedocentediruolo.Nel1953,nelpienodellacaccia alle streghe comuniste (McCarthy), Sweezy viene convocato e interrogato in un processo, viene condannatoesiappellaallaCorteSuprema,chenel1957glidaràragione.All’iniziodeglianniSessantacon Paul Baran, l’unico economista marxista riuscito ad essere titolare di una cattedra nelle Università degli USA,Sweezyiniziaaprepararelasuasecondarilevantesistematizzazioneteorica,pubblicatanel1966(in italiano da Einaudi nel 1968): Il capitale monopolistico. La Teoria dello sviluppo capitalistico era una introduzione al marxismo in tutti i suoi vari aspetti: teoria del valore, teoria della crisi, teoria dell’imperialismo. Il capitale monopolistico studia quello che viene definito come il passaggio dalla fase concorrenzialedelcapitalismo,dell’epocadiMarx,allafasemonopolistica.Èunsaggioscrittonellinguaggio tradizionale dell’economia del tempo, dunque keynesiano-istituzionale ma, anche con richiami all’impostazione neo-classica. Nel 1949, con Leo Huberman, Sweezy fonda la “Monthly Review”, il primo numerosiapreconunarticolofamoso:PerchéilSocialismodiA.Einstein.Articolotradottodallaredazione di “La Sinistra Rivista in collaborazione con Monthly Review” nel numero 6, gennaio 2015 del quadrimestrale. La rivista, mensile, dal 1949 non ha mai cessato le pubblicazioni, affermandosi con un decisosuccessodivenditeediinfluenzanegliUsaenonsolo:tradottaancheinaltripaesi,compresal’Italia negli anni 80, è al momento nell’esperienza italiana con “La Sinistra Rivista”. Monthly Review ospita e sviluppa numerose esperienze, da Mao alla Rivoluzione Cubana (Sweezy pubblica due libri con Leo Huberman:nel1960Cuba:anatomiadiunarivoluzione,tradottodaEinaudil’annosuccessivo,enel1969 Socialism in Cuba). Da economista e professore di economia, formato nella Facoltà di Economia, nell’UniversitàdiNapolichesignificavaall’epocapercitarneunoAugustoGraziani,daprofessoreconuna discretaesperienzainternazionaleedalettorediMonthlyReviewdaquarant’anni,possoaffermarecheil contributodatodaPaulSweezyedaisuoicollaboratorialladiffusionediunpensieromarxistaindipendente è unico per intelligenza e sensibilità. Monthly Review ha la capacità di rendere in un linguaggio comprensibile, concetti e teorizzazioni non sempre accessibili. Indubbio valore e interesse scientifico - culturalepresentanoifilonidistudio,ricercaeproposterelativialfordismoeallecrisidarealizzo:domanda effettiva e tendenziale, il ricorso all’inflazione tipica del capitalismo monopolistico, l’analisi della finanziarizzazionedell’economiacapitalistica,leasprepolemicheconCharlesBettelheimsulleeconomiee sullesocietàpost-rivoluzionarie,glistudiinmeritoalruolodelcapitalismocommercialeeall’integrazione della classe operaia occidentale nel capitalismo e la relativa speranza di un cambiamento rivoluzionario 18 nella periferia e nelle lotte di liberazione nazionale, sono alcuni dei filoni di studio e ricerca proposti in questiannidaMonthlyReview. Perchéinquestonumero? Studi, ricerche, proposte di grande attualità e interesse scientifico culturale: il presente come storia. “Monthly Review”, nella storia della sinistra, è un riferimento sociologico, economico e politico. Se si rileggonoivecchiscrittièinteressantenotarelapresenzadialcunitemiallanascita,adesempio,leragioni delloscambioedelletransizioni,lanaturasocialeedeconomicadellesocietàpost-rivoluzionarie,ilcapitale monopolistico, la funzione e il ruolo della finanziarizzazione dunque, la funzione di elementi esterni al rapporto di produzione, le lotte studentesche e la critica dell’auto rappresentazione dei movimenti che determinano isolamento e l’attualità al 2016 tra quelli non citati in precedenza della dispersione della sinistraamericanainpiccoleisole,percuiogniazionehailmedesimopeso,ognunoportaavantiilproprio percorso come principale, le differenti identità si affermano evitando qualsiasi confronto e analisi dei rapportidipotere. L’invitocherivolgoallepersonecheleggonoquestamiariflessioneèquellodellarilettura,diMonthly Reviewdelperiodo,adesempiodiquestaintervistawww.glovesoff.org/history_files/sweezy/sweezy_tonak.html percomprendereilpassatoesaràfacilenonperdereilpresentedellarivista,ilpresentecomestoria. La sinistra italiana è, siamo, dentro un minimalismo culturale, tematico e di pensiero, è strategico riprendereunadiscussioneculturale,unodeiluoghisonoleriviste,lacondivisionedellospaziocheanche LaSinistraRivistaincollaborazioneMonthlyReviewoffre.Analisiericercadigrandericchezza,conalcune criticità. Ad esempio, nella “Teoria dello sviluppo capitalistico” non è particolarmente presente il tema dell’analisidelprocessolavorativoedellasuatrasformazionecapitalistica.Maènelgruppodella“Monthly Review”, quando Sweezy e Baran stanno pubblicando gli studi sul capitale monopolistico, che Harry Braverman prepara e pubblica nel 1974 il suo libro sul “lavoro, [Lavoro e capitale monopolistico]” nel taylorismo e fordismo. In questa occasione emerge nettamente una qualità di Sweezy: quella di non lavorarequasimaidasoloecomprenderequalisonoifilonidiricercadasviluppareecompletare.Iltema dellametamorfosicapitalisticadelprocessodilavoro,dell’organizzazionedellavoro,anchesediinteresse minore, era nella collaborazione con Braverman ritornata al centro della riflessione e ancora oggetto di confrontoconapproccieimpostazionidifferenticheconcordanoinmeritoalpensieroelavorodiSweezy: la ricerca concepita come scienza sociale. Questa impostazione ha conseguenze robuste in merito agli strumentianaliticichel’economistapuòedeveadottare.Unodeglistrumentianaliticipiùimportanti,ma da tempo dimenticato, è il concetto di classe sociale: è dal 2000 con le prime emersioni della crisi finanziaria che siamo ancora incagliati nel dimostrare come le posizioni di monopolio determinano asimmetrie di potere e gestione, dunque povertà diffusa e accumulazione per pochi. Il lavoro degli economistiinquestoversantelatitaèframmentato,spessodiqualitàmaisolato,rivoltoalpropriogruppo diriferimentoepocopiù.Lacomunicazionesvolgeunruolodeterminantepersopirei“pensantiavversi”, poche cifre crescenti dallo 0,3 allo 0,7, al mitico 1% e parte il miracolo, la magia dei numeri porta via la vetustàdelmodello,ilsuopuzzodistantio,unmodelloeconomicoeproduttivotuttolineare. L’industria tedesca produce nel 2016 quanto produceva alla fine degli anni 90, secondo i dati Eurostat, mentre la Franciahapersocircail15%dellasuaproduzioneindustriale,l’Italiail30%,laSpagnail35%elaGreciail 40%. Lo stesso modello che ha determinato la crisi, ascoltando lor signori determina la sua uscita, la crescitagaudentemapericolosadegliaccordiconlavenditadellearmi,almomentoundoloresenzafine. LaSinistraRivista–RivistaQuadrimestrale-ISSN2282-3808-Autorizzazionen.23/2013- 19 N.9Gennaio2016-Direttoreresponsabile:AlfonsoMarino Queste problematiche rappresentano, lo stato attuale di una delle due principali classi; quella operaia, frammentata in tante periferie e centri [Samir Amin, La Sinistra Rivista n. 8], in piena assenza di rappresentanzapolitica. Laframmentazionedelleorganizzazionipoliticheèterribile,inparticolareperlasinistrasitrattadell’idea gramsciana del radicamento del partito nella vita reale, di realizzare dal contatto diretto col mondo del lavoroglielementiessenzialidellaletturacriticadellasocietàedunqueilpercorsoperlatrasformazione. Unpercorsoattentoallinguaggioeallerivendicazionideimovimentieinteressatoaldialogoconleforme emergentidellasoggettivitàperrafforzareecambiarel’organizzazionepolitica:unaculturasostituitaconil partito leggero e da ultimo televisivo, per immagine e 140 caratteri, un degrado con scarso impegno ad affrontareilproblemadelgovernareedicomegestireunafuoriuscitadallepolitichediausterità.Questo delradicamentodelpartitonellavitarealeèunmetodoperdareunnostrocontributoadunabattagliache nonpuòcheessereeuropea.Unmetodolontanodall’apparirechelavoraperl’essere,unmetodocondiviso dapochi. Confrontarsi per unire le impostazioni, gli approcci, significa adottare nella nostra ricerca il concetto di classesocialerivendicandonelapotenzaanalitica,nonsiamopiùabituatiaporcidomandedifondoeallo stesso tempo sono rimosse da chi le ritiene importanti. Economia e potere, le relazioni tra il modello economicoeilgovernodelpoterenonsonotemidesueti,stantiima,ilnostroviverequotidiano,ildestino delle nostre vite è dentro quelle relazioni e quel governo, appaiono come entità lontane da noi che determinano il nostro vivere. In questo percorso Marx è ineludibile, i temi di ricerca proposti da Sweezy fondamentali.Laclasseoperaia,nellenuoveformediquestiannisisentesfruttatama,crededinonpoter scalfire l’enorme potere che la schiaccia, la coscienza di classe, una straordinaria eccezione, il ruolo del partitoedelsindacato,temichenonpossonoessereelusi,dimenticati.Ilpoterecapitalistico,soprattutto finanziario come una delle forme di accumulazione, si esplica quando può incidere sui processi di valorizzazionedellasoggettivitàedellavoro,accadedatempoma,dal2000conformeemodalitàrobuste enoncisonodifese,argini. L’accumulazione del capitale si fonda sul rapporto capitale-lavoro e in questo rapporto Sweezy evidenzia che quando c’è una crisi, i rapporti di causalità economica e sociale non sono mai imputabili al lavoro salariato,dunqueillavorosalariatononècausadellecrisi.Sweezylosostieneall’iniziodegliannisettanta, l’analisièancoratanellostudiodeirapportidipoterenelconflittodiclasse.“MonthlyReview”rappresenta dal1949lapuntualeriflessionesultemaeanchesedaoltreventianninelnostroPaese,questaidentitàè ritenuta obsoleta, da scaffale, sostituita con categorie come italiani, occidentali, il conflitto di classe è presente, si materializza nella nostra quotidianità, nella nostra vita frammentata, esiste una classe di lavoratori che vengono messi gli uni contro gli altri, gerarchie economiche e sociali come pensiero unico. Comerompereilpensierounico?Laformazioneèdeterminante: -Ripartiresignifica,combatterecontroquesto;nonsiamoallafinedellavorosalariato,pensoallelotteper la protezione del lavoro e dei diritti elementari. I giovani che incontro nella quotidianità declinano crisi e scarsità di risorse, sono sulla difensiva, raccolti, chiusi, impauriti, al meglio accoccolati senza traiettorie, percorsi vincenti, è la vita di questa epoca. Come aiutarli per uscire da questa lunga fase difensiva? Ricostruirelecondizionidelpensierocriticoèimportanteelaformazioneèunodeiluoghi,ritornaSweezy, ilsuopensiero,ilpresentecomestoria; - le traiettorie dell’immigrazione che è crisi umanitaria, le migrazioni verso l’Europa nel contesto delle trasformazioni politiche in atto, del diffuso e duraturo conflitto militare in differenti aree geopolitiche si impongono come una questione economica e sociale nodale per l’Europa. Non solo per gli stati membri della sponda Sud alle prese con la gestione continua dell’accoglienza, ma per l’intero assetto della 20 governance europea . Risposte politiche realistiche dipendono dalla capacità del governo europeo e dei singoli governi nazionali di organizzare in modo condiviso la natura complessa dei processi migratori e avviareazioni,inunaprospettivacheguardioltrel’emergenzacomeproblemapermanente,superandola fragilitàdelleproposteattuali.AncheinquestocasoalcunicontributipubblicatidaMonthlyReviewnelsuo primo decennio di vita, ripresi negli anni 60 e riformulati alla luce degli accadimenti recenti dal 2000 al 2016,rappresentanounpercorsointeressante,inpartesintetizzatonell’intervistaalSenatoreManconinel numero http://www.lasinistrarivista.org/intervista-al-senatore-luigi-manconi-presidente-della-commissione-suidiritti-umani-e-le-tutele-del-senato-della-repubblica-roma-palazzo-madama-giugno-2014/ Fare vedere che esiste concretamente un’altra strada per combattere il terrorismo islamico è oggi una priorità politica per chi vuole costruire un futuro diverso per l’Europa. Questa è la sfida per la Sinistra EuropeanelXXIsecolo. - La concentrazione della ricchezza nelle mani di pochi, una ricchezza concentrata e diffusa frutto di un capitalecheattraversoillavorosalariato,laspeculazionefinanziariael’assenzadeidirittidivideilgenere, gliadultidall’adolescente,l’etniaesfruttaumanienatura,richiedeapprofondimentidianalisiestudioche almomentononsonoindividuabilinelsoggettopolitico. Sinistra,nelpartitoconquesteoriginiestoria,significaessereinmezzoaunconflittosocialeacutochenon puòridursialposizionamentopersonaleodigruppiinrelazioneallealleanzeistituzionaliedipotere. L’attenzione di Sinistra Rivista è in questa direzione, il conflitto sociale, per comprendere, apprendere, proporre. PostScriptumJanuary2016 November2015wasbornItalianLeft.ItalianLeft(SI)isyetanotherattempttotheleftinItaly.ItalianLeft (SI)ismadeupofmultitudeofmicroorganizationandmovements.Attemptsatunificationarelostintime. I would start from 1970, with Partito Socialista Italiano di Unità Proletaria, (Psiup) Avanguardia Operaia (AO)andLottaContinua(LC)-DemocraziaProletaria(DP)party-disappearsafterafewnationalandlocal election campaign. November 2015, the previous composition of Sinistra Ecologia e Liberta, (SEL) RifondazioneComunista(RC)joinedwithsomeformerDemocraticParty(PD),havecreatedtheItalianLeft: parliamentarygroupandlittlemore. SEL’s parliamentary group, exist thanks to the agreement with the PD (Bersani leader). SEL parliament presence,istheresultofanelectoralagreementwiththePD.Thisagreementwasinterestingtobuildaleft governmentinourcountry.Thestrongadvanceofotherpoliticalgroups,basingonanti-politics,cause: -theweakvictoryoftheDemocraticParty; -theminimumcontributionofleft-wingmovements. These two elements, together with others, determine choices different from those programmed. After threeyearsofmeetings,discussionsandfights,(sincemarch2013)ithasnotyetbeenreachedtheunit, evenasfarastheparliament.Isthereanythingelse? LaSinistraRivista–RivistaQuadrimestrale-ISSN2282-3808-Autorizzazionen.23/2013- 21 N.9Gennaio2016-Direttoreresponsabile:AlfonsoMarino Left has been dissolved and reassembled about every 10 years in Italy. Senior people from the Christian Democrats,(DC)respondwithawell-knownadageoftheirhistoricleader"powerwearsoutthosewhodo nothaveone".Thisresponseisastartingpoint,therealityiscomplex,let'sbreakitdown. IleavePDinbackground.Thetransformationfromamasspartyinahierarchywithonemaninchargeis thewinningpath. FollowingsomeoftheinsightsthatIhavenotfoundintheofficialdocumentsofSIfromNovember2015to January2016: - Italian Left (there are no references in the name of Europe, a choice? An oversight?), began as the parliamentarygroup.Thisusefuloptiontoobtainpublicfundingdoesnotkeepalivethepoliticalactivityin thecountry. -SELasparliamentarygroupmaybestrong,butclubsarefewandnoteasytoidentify.Alsoitisknownthat theculturalandpoliciesinitiativesaregatheringneartheelections,local,regionalandnational,andalways have the characteristic of being related to a different areas of the same political party: coming from communists,ecologistorcivilrights:willchangethisbehaviorintheemergingItalianLeft? - Relations between SEL’s parliamentary group and members, relating for example, the exchange of information, construction of thematic, working groups, training school, magazines on which to write and discuss,isalwaysabsent:theItalianLeftwillbuildtheserelationships? - Italian left has to decide whether to give over national and local alliances with the Democratic Party ahead of elections, or resume the hard work of building themes and values, culture and power to select leadersandopportunitiesforpower.Opposingpathsthatcan’tbetogether. -RecentmeetingofJanuary2016doesnotseemtofollowapaththatreconstructstherelationshipwith the territories. Clubs are mostly paid by senators and deputies both local and central institutions, with enormous power by the latter in decisions about the choice of candidates to be presented to election: changethisbehaviorwiththeItalianLeft? -Thesebehaviors,typicalofPD,wherepoliticalpowerisimpressive(forexamplepresidenciesofregions, mayorsofmetropolitancities)Is’talsovalidforSI?WearetalkingofItalianLeft,ofadifferentpartywhich shouldusedifferentmethods,itwillbeso? - Organizational model lacks a charismatic leader, isn’t structured as a mass party, does’t have its own meansofcommunication:willchangewithSI? -Justbethe"conscience"ofacorruptmodel?Becausethereareonlyafewsuggestionsaboutthemoral issuethatisoneofthecancersofItaliansociety? ThesearesomepointsofcomparisonthatIconsiderusefulfortheItalianLeft.SI,willbeastateofmindif doesn’tperformtheseissues. Myopinion:buildamasspartywithagoodlocalpresence.Along-termprojectwhichreversesthecurrent compositionofSI,fairlywidespreadininstitutionsbutweakintheworkplace,inschoolsanduniversities: weakpublicprofile.Thisweakpublicprofileisoneofpointsisprovokingwidespreaddemoralizationonthe ItalianLeft. Strongpublicprofile,thelongworkamongthepeople,thestrengthoftheorganizationisincreasedbylocal victories, their means of communication, the presence in national media, in Syriza and Podemos 22 experience’s,arethemainelementsfortheinstitutionalrecognitionandnotviceversa.Idonotconsider usefultocomparethedifferentexperiencesofthesepost-electionparties,stressaddtothediscussionon how they achieved those results. Syriza and Podemos used a completely different action from SI, as mentionedearlier. DocumentandassemblyofNovemberandJanuary,reiteratingtheneedforafluidorganization,smartand online,showsattentiononlytomovementismandshiftingalliances. Iamworriedaboutthelackofcuriositytoknow,analysis,interpretationofrealitytobuildapoliticalproject ofradicalchangeinthedevelopmentmodel.Iamworriedaboutthelackofdepthonissuesoflabor:for exampleclass,propertyrightsandfreedomofthemarket. Italian Left today seems unable to propose reforms, actions to undermine governance models offering singlemenincommandorright-wingpopulists. ParisBombingandWestern“Terrorism”Policy ByJonKofas ThebombingthattookplaceinPariswithmanycasualtieswasahumantragedyandapoliticaldisasterfor Westernanti-terrorismpolicy.AdaybeforeISISsuicidebombersinParis,thebombinginBeirut,Lebanon demonstratedtheeasewithwhichjihadistsfightingagainsttheAssadregimeareabletooperate.Inboth casesthejihadistgroupISISoperatinginSyriaandIraqclaimedresponsibilityandcelebrateditssuccessin retaliationforthosetryingtostrikeatISIStargets.ItisalsolikelythatanISISaffiliateinEgyptbombeda Russianpassengerplanekilling224peopleon31October2015. Threebombingswithinaremarkablyshortspanoftimedemonstratethereachofanorganizationthatwas oncebackedbyUSalliesintheMiddleEast,andpossiblybytheUSindirectlyinthewarthattheUSstarted to bring down the Assad regime, all in the name of freedom and democracy, just as the US has been deliveringfreedomanddemocracyinLibya.ThequesttodestabilizeandultimatelyoverthrowAssadhas failedinthelastcoupleofyearsandmademattersworseforeveryone,aboveallthepeopleofSyria.The USanditsEuropeanandregionalallieshavemanagedtocreateanewforcethathassomeappealatleast withtheradicalizedSunniMuslimsnotjustinSyriaandIraqbutacrosstheMiddleEastandbeyond.Now that US secretary of State John Kerry has been in talks with Russia about how to stabilize Syria, perhaps agreeonlimitedspheresofinfluenceasimperialists,sothatthegreaterthreatofISISiscontained. Basedontheresultsalone,onecouldconcludethattheUSpolicyofdestabilizationthathelpedtocreate the conditions for ISIS to operate is a miserable failure with horrible consequences. Of course, if one advocatesapolicyofredrawingthemapofSyriaandIraq,asmanyWesternersandZionistsdo,thenthe policyhasbeenaresoundingsuccess.Afterall,bothcountriesarealreadybadlydividedalongsectarianand ethniclines,andwhatcouldbeabetterwayoflimitingtheinfluenceofIraninIranandSyriaandRussiain SyriaotherthanredrawingthemapjustasWesternimperialistsalmostdidacenturyago? LaSinistraRivista–RivistaQuadrimestrale-ISSN2282-3808-Autorizzazionen.23/2013- 23 N.9Gennaio2016-Direttoreresponsabile:AlfonsoMarino One would think that the lessons learned from the US policy of supporting jihadists in the 1980s in Afghanistanagainstthepro-USSRregimehadbecomealessonforpolicychangethatwouldactuallyyield thedesiredresults.Onthecontrary,asastatusquopowerimmersedinColdWarideology,theUSdoesnot changepolicyjustbecauseitbackfireswithdireconsequencesforitselfanditsallies.Themilitarysolution optionistheonlyoneonthetablefortheUSforacombinationofreasons.Thismeansthatcycleofjihadist attackswillcontinueaswilltheresponsewithconventionalmilitaristsolutionsthatwouldinfactproduce moreunconventionalwarfare.Lookingbeyondthemilitarysolutiontotherootcauses –social,economic and politic injustice – is out of the question during the era when neoliberal thinking prevails across the WesternWorld. The obsession of projecting strength through raw military power in the world as a way of retaining Pax Americanalive. Nomatterthefailuresofthemilitarysolution,andunintendedbenefitstoUSrivalsRussia,ChinaandIran that do not want the US to have exclusive role in determining the balance of power in the Middle East, policymakers in Washington, backed by the corporate world and media do not deviate from the failed military solution option until there is no choice as was the case with Iran and the nuclear deal. The empiricalevidencesuggeststhatwhilemilitarysolutionsasameansofmaintainingPaxAmericanabeganto showweaknessesasfarbackasthe1960sduringtheVietnamWar.Yet,theUSwillnotabandonapolicy that has failed to deliver. Pax American was dead and buried during Vietnam, and President Johnson implied as much when he announced on TV that he would not seek reelection, knowing the failure of VietnamwasaresoundingfailureforPaxAmericanhewassupposedtoguardandexpand.However,the lessons of Vietnam included everything but political solutions to crises. Instead, a commitment to go deeperintodebtasanation–currently$17trillionoraboutequaltoGDP–sothatPaxAmericana’sglory couldliveonifnotintherealworld,atleastinthemindsofdelusionalpoliticianswhiledefensecontractors madehugeprofits. Ideological commitment to militarism and imperialism, despite the evolution of new multi-polar world in whichChinaplaysadeterminingrole. The diehard ideologues to right-wing solutions have been around from the early days of the Truman administrationadvocatingunilateralactioninaworldwheretheUSdefineditsnationalsecurityinterests notjustwithinitssovereignterritory,notjustintheWesternHemisphereaspartofthelong-standingPanAmericanismperspectivethatdatesbacktotheMonroeDoctrine,butacrosstheworldastherecklessand dysfunctional world’s policeman. Unable to exist as a society that is content with playing a role commensurate to its actual economic, political and economic power in the world, the ideologues advocating unilateralism, militarism and imperialism (intervention via over military action or covert operations) have proved detrimental to the security of the nation and to the destabilization of all places wherethereisintervention. The US invaded and occupied Iraq under Saddam Hussein on a series of blatant lies, created chaos and divisionswithanotherwiseunifiedcountry,andaboveallitisresponsibleformillionsofrefugeesthatarea huge problem for neighboring nations. Similarly, the US goal to bring down Syria’s Assad and make that country a US satellite instead of one where Russia and Iran enjoy influence has entailed the creation of millions of refugees for which the right-wing American ideologues want harsh punishment instead of amnesty by EU nations. Blinded by the notion of an invincible America pursuing its destiny to exert preeminent influence if not dominate the world, these ideologues making money as consultants, politicians, media analysts and above all defense contractors thrive on destabilization and what they call crisismanagement;ironicallyforcrisestheycreatebutthenproposeto“manage”. 24 Tangibleinterestsofprofitsbydefensecontractorswhohireformerpoliticiansandhighleveldefenseand intelligenceofficerstoworkandlobbyforthem. President Eisenhower’s warning to the American people about the military industrial complex that was actuallyforgedduringtheWilsonadministrationtomanageWorldWarImayhavecometoolate.Tothis day,noonetakesseriouslytheEisenhowerwarning,partlybecausehewasthenadvisedbytheIMFthat thedollarasareservecurrencywasbecomingweakandwouldultimatelybecomeevenweakerowingto balanceofpaymentsdeficits.AlthoughtheUScouldhardlyaffordbothgunsandbutter,Johnsonpursued sucharecklesspolicybyescalatingtheVietnamWartothedelightofdefensecompanies. Becausethereisinstability,jihadistterrorism,regionalconflicts,andneglectofdiplomacyasthefirstrather thanthelastoptiontoresolveconflict,theprofitsofdefensecontractorsriseastheirstockmarketprice indicates,andindeedtheprofitsofeverycompanyfromfoodandsoftdrinksupplierstodefensetomakers ofdrones.Onecannotpossiblyignorethepowerofthedefensecontractorsandallindustriesfeedingoff thedefenseandintelligencebudgetsthatsimplydriveupthepublicdebtandweakenthecivilianeconomy. Thesepeoplethriveoneventsthatdrivegovernmentsraisedefensespendingjustatthetimetheyshould be cutting it and considering political solutions that may actually work against the reality of unending military solution failures that only generate more “unconventional warfare” or terrorism. As cynical as it may sound, all those making a living from the defense and intelligence domain delight in events such as that of Paris on 13 November 2015. These people know that peace and stability means cuts in their business,sotheyhavenointerestinpoliticalsolutionstoconflict. Themediaisalwaystheretopumpupmilitarismasthesolesolution. TheWesternmediahadnoproblemwithISISstrikingdowntheRussianplaneandBeirutwhereHezbollah wasthetarget.Infact,thewesternmediawascriticizingRussianpresidentPutinforstrikingatISIStargets, prompting the US to indirectly assist ISIS by sending air cover to protect certain pro-West assets in Syria alongtheTurkishborder.Themedia,reflectingUSofficialposition,sentthemessagetotheworldthatthe problem at hand was really Putin and Assad, rather than the barbaric ISIS that Russian planes were targeting;thatisuntiltheParisbombingthathadsomearguingdrivetheideaintopeoples’headsthatitis possibletowipeoutunconventionaltypeofwar,orterrorismbysimplystrikinghardattheenemy. While the media does not create terrorism, it celebrates militarism by selecting news analysts and by reportingonstoriesofmilitarysolutionstoconflict.Itmaybearguedthatthemediamustreflectthestatus quoandmirrorwhatgovernmentsarepursuing.Editorialdecisionsaremadeonwhatstoriestocover,how tocoverthem,andwhatspintoputonthem,notjustonFOXNEWSthathasbeencalledoutbyanumber of organizations for extreme right wing coverage, but the New York Timesthat many regard as liberal newspaper,yetithardlydiffersingoalsfromFOX. WillTerrorismSubsideorproliferate. ContrarytowhatmanypoliticiansincludingtheFrenchPresidentannouncedaboutclosingtheborderand adoptingothersuch“securitymeasures”topreemptanystrikesonFrenchsoil,andcontrarytowhatBritish PM announced about striking down and ending jihadist activities, terrorism will continue and proliferate. Thisisbecausetheunderlyingcausesofterrorismarenotaddressed,andtheyincludeWesternmilitarism andeconomicimperialism,complementedbyracismandreligiousprejudice. LaSinistraRivista–RivistaQuadrimestrale-ISSN2282-3808-Autorizzazionen.23/2013- 25 N.9Gennaio2016-Direttoreresponsabile:AlfonsoMarino In2015,wehavemuchgreaterandwiderformsofterrorismthanwedidwhentheUSannounceditswar on terror after 9/11. The public relations exercises intended for mass consumption project the idea that government has the solution at hand and it is in position of protecting its citizens. However, jihadists alreadyresidewithinthenationstheywishtostrikeandhistoryhasdemonstratedthatunconventionalwar has never been won by conventional military means. One could argue that the Russian Tsars in the 19th centurylackedthesophisticatedscienceandtechnologyavailabletotheWestin2015. Fair enough, but how do then explain the Paris bombings taking place when France is well known for its sophisticatedintelligenceandtechnologyavailable?Thisdoesnotmeanthatmeasurescannotbetakenfor greater security of citizens, but it does mean that there will never be a full proof method of combating unconventionalwarfare(terrorism)becauseofitsnatureunlesstheunderlyingcausesareaddressed.The politicalsolutionremainstheonlyoptiontoeradicateterrorismwhichissimplyapublicitystuntthatnever bringsaboutsystemicchangetowardgreatersocialjusticebecauseitlacksgrassrootssupportandalienates peoplethatwouldotherwisesympathizewiththecauseofsocialjustice. IntheaftermathoftheParisbombings,theresponseIexpectfromtheWesterncountriesisonesimilarto theUSin9/11,althoughRussiawilltakeadvantageofthesituationandonceagainproposeamultilateral approach for a conventional strike against ISIS. One would think that if ISIS was able to bring down the RussiaplaneoverEgypt,hitattheheartofHezbollahinBeirutandhitPariswithinafewdays,theremust beawidenetworkofsupportbehinditwithsignificantlinks. Therearestillquestionsaboutwhichgovernments,corporationsandvarietiesofbusinessmenstillmaintain indirecttiestothisgroupthatneedssuchcooperationtomanageitsconsiderableeconomicandstrategic affairs.Similarly,therearequestionsabouttheUSpolicytowardSyriathatonetheonehand,claimstobe fighting to undermine ISIS, but on the other hand, it wants to bring Assad down and undermines Russia effortstofightISIS.Clearly,acoordinatedpolicybetweenUS-NATOwithRussia,ChinaandIrancouldgoa verylongwaytocontainISIS.However,thisisnothowUSideologuesseethematterresolved;thisisnot what the defense contractors want, and this is not what the populist Republicans and rightwing media advocate.Itmakessensethattheykeepcitizenslivinginastateofperpetualfearasameansofimposing sociopoliticalconformityamidaperiodwhenthesocioeconomicgaphasbeenwideningontheUSdespite a modest economic recovery. Unless systemic problems of the Muslims – social justice issues – and the relationshipofMuslimnationswiththeWestareaddressed,terrorismisarealitythatwillbecomemore prominentinthenextdecade 14November2015 http://jonkofas.blogspot.ca/ 26 Italiaipocrita,ripudialaguerramavendearmiper54miliardidieuro Il rapporto di Alessandro Da Rold Nataallafinedeglianni’80all’insegnadella«trasparenza»edella«correttezza»,dopoventicinqueannila leggen.185del9lugliodel1990sulcommerciodellearmiall’esteroèdiventatal’esattoopposto.Leregole non vengono rispettate,il traffico delle armi dall’Italia ormai è totalmente fuori controlloe le autorizzazionisonospessodifficilidacontrollare.Imotivisonomolteplici,tragliinteressidellariccalobby delle armi italiana fino alle banche che incassano ingenti guadagni dall’intermediazione delle vendite. È questoilfiloconduttorepercapirelarelazionechelaReteItalianaperilDisarmohapresentatoil9luglioa Roma.Sitrattadelprimobilanciodiunquartodisecolodiesportazionidell’industriaarmieraitaliana,trale numerounoalmondo.Analisichepermettedivederecomegliultimigoverninonabbianofattoaltroche aggirarepossibilimodificheallanormativa,lasciandotuttoinalterato. Acuradi:GiorgioBerettadiOpalBrescia Eseallafinedeglianni’70e’80ilproblemaeralatotalenoncuranzasuiPaesiacuivenivanovendutele armi, in barba a ogni possibile rispetto dei diritti umani, lo stesso problema sembra porsi oggi. Con un governoeunParlamentoancoraincapacidicontrollareitrafficidalnostroPaeseversoStatiinconflitto. LaSinistraRivista–RivistaQuadrimestrale-ISSN2282-3808-Autorizzazionen.23/2013- 27 N.9Gennaio2016-Direttoreresponsabile:AlfonsoMarino Basta guardare i numeri e i dati per notare come ad un aumento delle tensioni in Medio Oriente corrispondal’incrementodell’esportazionediarmamentiversopaesicomeAlgeriaoLibia Eppurela185prevedevaildivietodiesportazionediarmamentiversoPaesiinstatodiconflittoarmato,o paesilacuipoliticacontrastaconl’articolo11dellaCostituzioneitaliana,quellosecondocui«L’Italiaripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioniinternazionalirivolteatalescopo».Lecosesonoandatediversamente. A cura di: Giorgio Beretta di Opal Brescia Dalleanalisidelgruppodilavorodell'ArchivioDisarmo(costituitodaLuigiBarbato,LauraZeppaeMaurizio Simoncelli) con Giorgio Beretta di Opal e il coordinatore Francesco Vignarca, emerge una semplice domanda.«L’esportazionedall’Italiadiarmamentièstataeffettuatadaivarigoverniconrigore?Agiudicare dainumerièlecitosollevarepiùdiqualchedubbio.Inquesti25anni,infatti,isistemimilitariitalianisono statiesportatiaben123nazioni,tracuialleforzeamatediregimiautoritarididiversipaesicomel’Arabia Saudita,gliEmiratiArabiUniti,l’Egitto,laLibia,laSiria,KazakistaneTurkmenistan,apaesiinconflittocome India,Pakistan,IsraelemaanchelastessaTurchia,finoapaesiconunindicedisviluppoumanobassocome ilCiad,l’EritreaelaNigeria.Chetipodicontrollisianostatimessiinattosull’utilizzodapartedeidestinatari finalinonèperòdatodisapere». 28 Acuradi:GiorgioBerettadiOpalBrescia Inumerifannoimpressione.«Nelcorsodiquesti25annisonostateautorizzateesportazionidall’Italia,in valori costanti, per oltre54 miliardi di euroe consegnati armamenti per più di 36 miliardi con un trend decisamente crescente nell’ultimo decennio». Non solo. «In particolare, più della metà (il 50,3%) delle esportazionihariguardatopaesialdifuoridelleprincipalialleanzepolitico-militaridell’Italiaecioèipaesi nonappartenentiall’UEoallaNato:undatopreoccupantesesiconsiderache–secondolalegge185/1990 –leesportazionidiarmamenti«devonoessereconformiallapoliticaesteraedidifesadell’Italia». Acuradi:GiorgioBerettadiOpalBrescia Maancorapiùpreoccupantisonolezonegeopolitichedidestinazione.«Seprimeggianoipaesidell’UE(più di 19,4 miliardi di euro pari al 35,9 per cento), sono però di assoluto rilievo anche le autorizzazioni per LaSinistraRivista–RivistaQuadrimestrale-ISSN2282-3808-Autorizzazionen.23/2013- 29 N.9Gennaio2016-Direttoreresponsabile:AlfonsoMarino esportazioni di sistemi militari verso le aree di maggior conflittualità del mondo come i paesi delMedio OrienteeNordAfrica(MENA)chenell’insiemesuperanoi12,5miliardidieuro(23,2percento)edell’Asia (8,3miliardiparial15,4percento). Ai paesi del Nord America sono stati esportati armamenti per 5 miliardi (9,3 per cento) mentre ai Paesi europei non-Ue (tra cui la Turchia) materiale per oltre 3,8 miliardi (7,1 per cento). Minori, ma non irrilevanti, anche le autorizzazioni che riguardano i paesi dell’America Latina (2,4 miliardi pari al 4,5 per cento), dell’Africa subsahariana (oltre 1,3 miliardi pari al 2,4 per cento), tra cui soprattutto Sudafrica e Nigeria. Ma c’è anche l’Oceania (1,1 miliardi pari al 2,1 per cento). E proprio verso le zone di maggior tensionedelmondo,comeipaesidelMedioOrienteedelNordAfrica,sonoandatecrescendonegliultimi annileesportazioni». Acuradi:GiorgioBerettadiOpalBrescia http://www.linkiesta.it 30 FrançoisAscher,unepenséepourl’avenir parAlainBourdinChercheur Directeurdel’Institutfrançaisd’urbanisme FrançoisAscherm’ademandédeparlerensonnomlorsdecettecérémonie.Jemesurelagageure,maisje vais cependant m’appliquer à cette tâche. François Ascher voulait que l’on consacre cette journée au dialogueentrelarechercheetl’actiondansl’urbanismeetleprogrammearespectécettevolonté.Ill’aurait terminéeenaffirmantlanécessitésociale,politique,durenforcementdecelien. Ilportaitsurlarecherchelemêmeregardquesurl’urbanisme.Lafonctionlepassionnait,maisilrépugnait à l’enfermer dans les codes et les règles étroites d’une profession, d’où son hostilité aux systèmes d’évaluationtropformelsetauconformismequienvahitparfoislemondedeschercheurs.Commefonction sociale,larechercheconsisteàproduiredemanièreorganiséedesconnaissancesnouvelles.Onlesjustifie par une argumentation rationnelle et falsifiable, donc permettant une discussion à armes égales entre pairs. On les vérifie autant que possible dans la réalité ou dans l’expérimentation. On les met en œuvre directement ou indirectement dans l’action. Cette fonction s’exerce dans un processus qui articule des séquences très différentes. Selon celle que l’on privilégie, on n’adopte pas la même posture et l’on ne mobilisepaslesmêmescompétences.Ilyadoncplusieursmanièresd’êtrechercheur. Tour à tour homme de terrain, initiateur des recherches des autres, vulgarisateur, médiateur entre la recherche et le monde des urbanistes, François Ascher est plus que tout un théoricien et un intellectuel. Comme théoricien, il s’inscrit fortement dans la lignée des théories de la modernité qui ont joué un rôle majeurdanslapenséemondialeaucoursdesdernièresdécennieset,àtraversdespersonnalitéscomme UlrichBeck,ontcontribuéàlaconstructiondel’idéededéveloppementdurable.Commeintellectuel,iln’a cessé de mobiliser les concepts, les synthèses, les métaphores, les fables qui permettent d’interpeller le mondedel’action,etd’abordceluidelapolitique. La recherche selon François Ascher, c’est un risque, une aventure, un jeu sérieux avec la théorie, avec l’action, avec le savoir. C’est, dans une perspective qui doit tout aux Lumières, l’aventure joyeuse de la connaissancetriomphantdesbêtesdel’Apocalypseetdel’obscurantisme. Lui-même était une figure exemplaire de chercheur en sciences sociales, théoricien de la ville et de l’hypermodernité. Homme d’idées et de débats tourné vers le monde de l’action, il était également un lecteurpassionnédelaproductionensciencessociales.Ceconsommateuraddictifdedonnéesstatistiques, en particulier celles concernant les modes de vie, avait depuis longtemps franchi les frontières de sa LaSinistraRivista–RivistaQuadrimestrale-ISSN2282-3808-Autorizzazionen.23/2013- 31 N.9Gennaio2016-Direttoreresponsabile:AlfonsoMarino disciplined’originel’économie,pourlireleshistoriens,lessociologues,lesphilosophes,lesthéoriciensdes sciencescognitives,toutcommeilsepassionnaitpourlemouvementdessciencesengénéraletpourles innovations technologiques. Sa pensée s’alimentait des données les plus classiques et les plus établies comme de l’attention aux faits polémiques que porte la vie quotidienne: petite transformation technologiquequipeutouvrirdenouveauxhorizons,comportementsimprévusquiobligentàreconsidérer les choses sous un autre angle. Il mobilisait également son experience personnelle, adoptant une démarche, dont il comprenait les règles et les difficultés et qui s’enracine fortement dans les apports irremplaçablesdelatraditiongermaniquedessciencessociales,avecnotammentlaphénoménologieetla sociologiedeMaxWeberetGeorgSimmel. Dans cette enceinte, s’exprimant comme théoricien, médiateur, intellectuel il se serait certainement adresséàsesjeunescollègueschercheurs,enleurdisant,j’imagine:Onvousdemandeaujourd’huidefaire la course pour publier des articles dans des revues bénéficiant des labels officiels. Cela sert à améliorer votrenotationpersonnelle,celledevotrelaboratoireetéventuellementàfairemonterl’universitédansle classementdeShanghai. Iln’empêchequel’écrasantemajoritédecesarticlesn’aaucunintérêt,d’ailleurspresquepersonneneles lit.Faiteslesconcessionsindispensables,maissurlefond,refusezunepratiqueconventionnelle,routinière et un peu autiste de la recherche qui aboutit à la fabrication de petites bulles de chercheurs au sein desquelles on ressasse les mêmes choses en se différenciant sur des détails sans véritable enjeu. Ne désertez pas ce front essentiel et terriblement abandonné par la recherche urbaine qu’est la théorie. Prenez des risques, explorez des chemins réellement inconnus, soyez éclectiques, c’est beaucoup plus amusantetplusproductif. N’hésitezpasdevantl’expertise,pourvuqu’ellealimentevotrepenséeavantvotreportefeuille.Et,puisque vousêtesdansledomaineurbain,passionnezvouspourlesvillesetpourletravaildeceuxquilesfontet quilesgèrent. Pourquoil’urbanismea-t-ilbesoindelarecherche?Laréponsesetrouvedanslespositionsquifigurentau début du livre Organiser la ville hypermoderne. François Ascher y dit : « Lesactions urbaines s’inscrivent généralement dans des durées longues. Or, nos sociétés sont marquées par des incertitudes croissantes. Agiràlongtermedansunmondeincertainnécessitedoncdedistinguerd’unepartdesobjectifsmajeurs […]quisontdel’ordreduprojetd’ensembleetdelastratégie,d’autrepartlesobjectifsparticuliersplusou moinscirconstanciels,quisontdel’ordredelaréactivitéetdelatactique. Articulerdestactiquesetdesréactionsàunestratégienécessiteuneforteréflexivité,c’est-à-diredefaire unretourenpermanencesurl’analysedesrésultatsdesactionsprécédentes. 32 L’action informe ainsi l’action, sans pour autant verser dans l’empirisme. On peut qualifier ce type d’urbanisme de management stratégique urbain. » Et plus loin : « La production de la ville mobilise des acteurs variés, aux intérêts et aux modes de fonctionnement différents, voire divergents. Les dispositifs urbanistiques,leursresponsablesetleursdonneursd’ordredoiventdoncaccorderuneplaceparticulièreà l’analysedesjeuxdesacteursetàleurslogiquesspécifiques…»Etencore:«Lesinvestissementsurbains sonttrèscoûteuxetengagentl’aveniràlongterme.Ilseraitutilequel’onyconsacredesmoyensd’études etderecherchébeaucoupplusimportantsqu’aujourd’hui». Ainsisedessineletableaud’uneactionurbainequinepeutproduireetgérerlavillequ’enélaborantsans cessedesconnaissancessurl’action,cequiestparticulièrementduressortdessciencessociales,etpour l’actioncequiimpliqueunegrandediversitédedisciplines. Lacrise,quipourraitdemaindevenirunecriseurbaine,leprojetdudéveloppementdurablequis’élabore actuellement,toutcelaaugmenteralacomplexitédelaville,exigeraencoreplusderéflexivitéainsiquela capacitéàmobilisertouteslesinnovationstechnologiques,gestionnaires,socialespossibles.Ondevrasans cesse scruter le monde, les acteurs urbains et leur action et pour cela élaborer de nouveaux dispositifs cognitifs. La recherche devra affirmer sa présence en tous lieux, non seulement dans ses laboratoires et dans les universités, non seulement par des études ex ante et ex post, mais également au cœur de l’action, de l’élaborationdesprojetsetdesdécisionsurbaines,delagestionquotidienneetdelamaîtrisedel’usage. Ceci suppose que les chercheurs interviennent dans trois postures différentes : celle de l’observateur impartial,quileurestfamilière,celleduconseillerdelamaîtrised’ouvrage(unpeuplusqu’unspectateur engagé),etcelleduparticipantàl’élaborationd’unprojet,cequiestbeaucoupplusloindeleurshabitudes etdeleurssavoirfaire. Quellerecherchepourcenouveaucontexte?ÉcoutonsFrançoisAscher:«Larechercheenurbanismen’est pasunitaire.D’unepart,ilyalesrecherchessurlesvillesetl’urbanisme,d’autrepartdesrecherchespour l’urbanisme[…].Lafrontièreentrecesdeuxtypesderecherchedoitêtreaussipeuétanchequepossible, même si elles s’inscrivent dans des perspectives sensiblement différentes et relèvent de critères d’évaluationdistincts. Ces recherches peuvent être pluridisciplinaires (économie urbaine par exemple) ou pluridisciplinaires et thématiques(surl’habitatouleprojeturbainparexemple). Lesrecherchestantsurl’urbanismequepourl’urbanisme(surlesoutilsdesprojetsurbainsparexemple) sontaujourd’huiinsuffisammentnombreusesetmériteraientd’êtredéveloppées.» LaSinistraRivista–RivistaQuadrimestrale-ISSN2282-3808-Autorizzazionen.23/2013- 33 N.9Gennaio2016-Direttoreresponsabile:AlfonsoMarino Ailleursilpréciseque,dansl’organisationdelarechercheurbaine,«ilfautfairefaceàunedoubleexigence l’ancragedisciplinairedeséquipes(leurexcellenceetleurreconnaissancedansleurproprediscipline)etla pluridisciplinarité… Pour cela il faut des équipes ayant une certaine consistance, travaillant dans des laboratoiresbienidentifiés.Lapluridisciplinariténedoitpasaffaiblirlaqualitéscientifiquedansunesorte deculturegénérale.Ilfautquel’ancragedisciplinaireserveaussiàféconderdesrecherchesthématiques, notamment en favorisant des transferts théoriques méthodologiques des recherches qui avancent sur d’autresthèmesquel’urbain.» Sansdouteaurait-ilencoreinsistésurladimensionréflexivedecetterecherche.Aujourd’huilesexigences de la lutte contre le réchauffement et plus généralement la mobilisation de l’État et des collectivités sur l’objectifdelavilledurableconduisentàdonneruneprioritéabsolueauxrecherchesquisecontententde donner des réponses, de préférence techniques, aux questions fermées qu’on lui pose. Pourtant, la ville durable c’est-à-dire une nouvelle manière de faire et de gérer la ville, n’est pas encore inventée et ne sauraittenirdansunelistedeprescriptionsàappliquer.Onaplusquejamaisbesoind’unerecherchequi élaboredenouvellesquestions,justementcellesauxquellesl’actiondevrarépondredanslesdécenniesqui viennent. C’est la même erreur, tragique car elle diminue notre capacité à gérer l’avenir, qui conduit le Centre national de la fonction publique territoriale (CNFPT) à interdire le concours d’ingénieur territorial auxdiplômésdesinstitutsd’urbanisme. IlrestequedanslarechercheFrançaiselesétudesurbainessontbeaucoupplusfaiblesquedansd’autres grands pays, qu’hormis la science politique avec la gouvernance et certains secteurs des sciences de l’ingénieur,cellesdesgrandesdisciplinesquiavaientvocationàlefairen’ontpasbeaucoupdéveloppéleur secteur urbain. Il reste surtout que la recherche pour l’urbanisme est insuffisamment structurée. C’est cette structuration nouvelle que François, Ascher beaucoup de nos collègues et moi-même recherchions lorsque nous avons crée le Lab’urba, laboratoire commun à l’Institut d’urbanisme de Paris (IUP) et à l’Institutfrançaisd’urbanisme(IFU)quiexisteofficiellementdepuisjanvier2009. Mais, dit François Ascher, « la recherche est un « monde » avec ses paradigmes, ses temporalités, son vocabulaire,sesrègles.Pourpouvoirutilementlemobiliser,ilfautdes«traducteurs»etdes«médiateurs » avec les « mondes de l’action ». Il faut se donner les moyens de transformer les résultats (et les questions) de la recherche en informations et connaissances utilisables par les mondes de l’action. Et réciproquement, il faut se donner les moyens de transformer les problèmes de l’action en questions compréhensibles par le monde de la recherche, susceptibles de l’intéresser (intellectuellement et… matériellement).» 34 Ilremarqueégalementquebeaucoupdeproblèmesneseposentqu’unefoisàbiendesacteurs.Decefait, explique-t-il, « ils n’ont pas le sentiment qu’un investissement (nécessairement à moyen et long terme) puisselesaider.Ilfautdoncdesdispositifsdemédiationetdetraductiondanslesdeuxsens.» J’ajouteraiquel’onn’insistejamaisassezsurlaspécificitédecetteactivitédemédiation.Labonnevolonté n’y suffit pas. Elle nécessite du temps et des outils qui ne sont pas seulement de l’ordre de la communicationmaisappartiennentàlacognition. Commentyparvenir?FrançoisAscherproposequelquessolutionsconcrètes.Ilsouhaited’abordlacréation d’ungrandorganismesurlemodèleduDIFUallemand(institutallemandpourl’urbanisme)quiassocierait l’état, les collectivités locales (en particulier les communautés urbaines) des professionnels (voire des organisationsprofessionnelles)desuniversitairesetdeschercheurs.Cetorganismedontlavocationserait la traduction ou médiation évoquées à l’instant, le développement de l’expertise et la stimulation de la recherche et de l’innovation, serait financé par les cotisations des collectivités locales, le sponsoring des acteursprivés,lessubventionsdel’état. Il serait au centre d’un système dans lequel on trouverait également des « organismes sans enjeux immédiats,niacadémiques,niprofessionnels…capablesd’identifierdesthèmesémergentsàl’agendadela recherche». SelonFrançoisAscher,«l’Institutpourlavilleenmouvementestunbonexempledecetypededémarche indépendantedesjeuxd’acteursdel’universitéetdel’aménagement». Onytrouveraitégalementcequ’ilappelledescentresurbanistiquesuniversitaires(CUU). « Je pense, dit il, au modèle des centres hospitaliers universitaires, où des cliniciens de haut niveau travaillentauxcotésdechercheursousonteuxmêmesimpliquésdanslarecherche. Lescentresurbanistiquesuniversitairespourraienttraiterdesproblèmesurbanistiquescomplexes,unpeu commecequis’estpasséaveccertaineséquipesduconcourssurleGrandParismaisentravaillantsurla durée. Certains gros instituts d’urbanisme pourraient devenir des centres urbanistiques universitaires et assurerainsisimultanémentlaformationdejeunesurbanistesmaisaussitraiterlesproblèmestroplourds ettropcomplexespouruneéquipeclassiqued’urbanistesprivésoupublics.»Ilajoutaitque«demanière générale,ilfautfavoriserlamobilisationdeschercheurscommeexperts». Ceprojet,ilespéraitleréaliseràlaCitéDescartes,enassociantl’IFUetl’IUPetenliaisonavecl’université de Paris Est Marne la Vallée, l’École nationale des ponts et chaussées (ENPC), l’École d’architecture de la villeetdesterritoires.Celaimpliquaitquel’IFU,presentsurcesitemaisencorerattachéàl’universitéde ParisVIIISaint-Denis,devienneunecomposantedel’universitédeParis-EstMarne-la-Vallée.Ils’estbattu pourcelaetc’estpourquoic’estavectristesseetcolèrequenousavonsapprisquemoinsd’unmoisaprès LaSinistraRivista–RivistaQuadrimestrale-ISSN2282-3808-Autorizzazionen.23/2013- 35 N.9Gennaio2016-Direttoreresponsabile:AlfonsoMarino samortetjusteavantquenotrechangementd’universitésoitopéré,leprésidentdel’universitédeParis VIII avait décidé d’affecter son poste à un autre secteur universitaire pour l’attribuer à un homme politique. FrançoisAschernouslaisseunepenséepourl’avenir,ilnouslègueunprogrammedetravail.Ànousdele réaliser.Enassociationavecquelquesunsdesesproches,jeproposeàmescollèguesdel’IFU,del’IUPet duPôlederechercheetd’enseignementsupérieur(PRES)Paris-Est,ainsiqu’auClubville-aménagement,au PUCA et à l’Institut pour la ville en mouvement d’organiser au printemps un colloque auquel nous aimerionsassocierl’ensembledesprofessionsetdesacteursdel’urbanismeainsiquelepôlescientifiqueet techniqueduMEEDDMquivas’installeràlaCitéDescartes.Cecolloque,dédiéàFrançoisAscher,aurapour but d’explorer le programme auquel il nous invite et sa réalisation. Des chercheurs et des acteurs de différentspayseuropéensviendrontdirecequ’ilssaventdesrelationsentrerechercheexpertiseetaction. Leprojetd’uncentreurbanistiqueuniversitaireyseraétudié. François Ascher aurait souhaité que ce Grand Prix soit l’occasion du lancement d’une nouvelle alliance entrel’urbanismeetlarecherche.J’espèredetoutcœurqu’ilenseraainsi. http://www.developpement-durable.gouv.fr DAMONTHLYREVIEWDICEMBRE2015 MICHAELLÖWY,autoredidiversilibri,dicuisegnaliamo:Ecosocialism:ARadicalAlternativetoCapitalist Catastrophe(Haymarket,2015).L’articolooriginaleèinspagnolopubblicatodaPapeles. LaudatoSi—L’enciclicaantisistemicadelPapa diMichaelLöwy “L’enciclica ecologia” di Papa Francesco è un evento - nei suoi richiami religiosi, etici, sociali, politici,- di importanza planetaria. Considerando l’enorme influenza della Chiesa Cattolica nel mondo, questo è un contributocrucialeperlosviluppodiunacoscienzaecologicacritica.E’statasalutataconentusiasmodachi difende l’ambiente; tuttavia ha suscitato disagio, reazioni e rifiuto da parte dei religiosi conservatori, rappresentanti del capitale e ideologi del “mercato ecologico”. E’ un documento di grande ricchezza e complessità che propone una nuova interpretazione Giudeo – Cristiana, una rottura con il “sogno di Prometeodidominareilmondo,”eunaradicaleprofondariflessionesullecausedellacrisiecologica.Molti aspettidellaTeologiadellaLiberazione,inparticolarelaeco–teologiadiLeonardBoff,possonoessereletti come riflessioni della inseparabile associazione tra “il grido della terra” e il “grido dei poveri”. Nelle note cheseguono,sonointeressatoadenfatizzarel’aspettodell’enciclicachespiegalaresistenzachel’enciclica hatrovatonelmondoeconomicoedeimedia:questoèilsuocarattereanti–sistemico. PerPapaFrancesco,disastroecologicoecambiamentoclimatico,giocanounruolochenonpuòessereil risultato di semplici comportamenti individuali, quanto il risultato del modello di produzione e consumi. Bergogliononèunmarxistaelaparola“capitalismo”nonappareintuttalasuaenciclica.E’chiaroperòche 36 per Lui, i drammatici problemi ecologici del nostro tempo, sono il risultato del “meccanismo dell’attuale globalizzazione economica”, un meccanismo che costituisce un sistema globale, “un sistema di relazioni commercialiediproprietàstrutturalmenteperverso”. Quali sono per Papa Francesco queste caratteristiche “strutturalmente perverse”? Molte risiedono in un sistema che presenta “limitati interessi di impresa” e “una mentalità economica discutibile” che assume precedenza, in una logica strumentale e presenta la massimizzazione del profitto come unico obbiettivo. Tuttavia,“ilprincipiodellamassimizzazionedelprofitto,disolitoisolatodallealtreconsiderazioni,rifletteil modelloeconomico.L’attenzioneèperlaproduzionecheaumenta,quasinullainmeritoalcostoetempo dasostenereperilbenessereel’ambiente.”Questadistorsione,questaperversioneeticaesociale,nonèdi unsoloPaese,mailprodotto,nellesueparole,diun“sistemaglobale”conprioritàperlaspeculazioneeil guadagnodellafinanza,lasciandosullosfondoitemidelladignitàumanaedell’ambiente.“E’chiarocomeil deterioramentodell’ambienteeildegradoumanoedeticopresentanounlegameforte”. Altre caratteristiche, della perversione del sistema includono, l’ossessione per lo sviluppo illimitato, il consumosfrenato,latecnocrazia,ildominiototaledellafinanzaeladeificazionedelmercato.Questalogica distruttiva riduce tutto al mercato e “al calcolo finanziario costi benefici”. Tuttavia, sappiamo che “l’ambienteèunodiqueibenichenonpuòessereadeguatamentesalvaguardatoopromossodalleforzedi mercato.”Ilmercatoèincapacedidarevalorietici,sociali,umani,naturali,inaltreparole,“valorichesono incalcolabili”. Comeverificatonellarecentecrisibancaria,l’”assoluto”poteredellaspeculazionedelcapitalefinanziarioè parteessenzialedelsistema.Ilcommentodell’enciclicainmeritoèprofondoedemistificante: ……….Salvarelebancheilorocosti,facendopagareilprezzoalpubblico,commissionandoalle impresel’impegnodirivedereeriformarel’interosistema:unpoterechenonhafuturoedaràcorso allenuovecrisidopounlentoecostosoapparenterecupero.Lacrisifinanziariadel2007–08,poteva essereunaopportunitàpersviluppareunanuovaEconomia,piùattentaaiprincipieticienuovi percorsiperregolarelafinanzaspeculative,pratichedibenessere.Malarispostaallacrisinonha inclusoilripensarel’antiquatocriteriochecontinuaagovernareilmondo. Questa dinamica perversa del sistema globale che “continua a governare il mondo” causa i summit sul ambiente, finiti tutti in una serie di fallimenti: “Ci sono troppi interessi, economici che facilmente deteriorano,distruggonoibenicomuniemanipolanol’informazionefinoalpuntocheiveriinteressiegli effetti non emergono”. Da tempo, è predominante l’imperativo del potere economico dei gruppi dominanti,“l’attenzionemassimapuòesseresuperficiale,retorica,prevederesporadiciattidifilantropiaed espressioni di solidarietà, mentre i rari genuini tentativi di gruppi dentro la società di introdurre cambiamentisonovisticonfastidiooillusioniromantiche,oppureostacolichedevonoessereaggirati.” Inquestoconteso,l’enciclicasviluppaunacriticaradicaleall’irresponsabilitàdei“responsabili“,delleelite dominanti,delleoligarchieedeilorointeressiinrelazioneallacrisiecologica: Moltidiquesti,possiedorisorse,potereeconomicoepoliticoutilizzatopermascherareiproblemio conciliare i sintomi, offrendo la riduzione di alcuni impatti negative del cambiamento climatico. Comunque,moltidiquestisintomidichiaratiinviadisoluzione,continuanoconl’attualemodellodi produzioneeconsumo. LaSinistraRivista–RivistaQuadrimestrale-ISSN2282-3808-Autorizzazionen.23/2013- 37 N.9Gennaio2016-Direttoreresponsabile:AlfonsoMarino Il confronto tra il drammatico processo di distruzione ecologica del pianeta e il senza precedenti scenario del cambiamento climatico continua, cosa stanno facendo Governi e rappresentanti internazionale(IMF,WorldBank,etc.)?Leproposteruotanointornoall’ideadi“svilupposostenibile”, un concetto che utilizzato presenta molti significati e spesso è privo di significato, un flatus vocis, [ NdR-flatusvocislocuz.lat.(propr.«emissionedivoce»).–Espressionetradizionalmenteattribuitaal filosofoRoscellinodiCompiègne(mortointornoal1120),massimorappresentantedelnominalismo medievale, secondo il quale i concetti universali non hanno alcuna realtà oggettiva e sono soltanto semplici nomi (cioè, appunto, dei flatus vocis). È talora ripetuta nel linguaggio comune, riferita in sensopolemicoadiscorsiprividiconsistenzaoapromessechenonhannoseguito]comeglistudiosi delMedioevodicevano.Francescononhaillusioniinmeritoallamistificazionetecnocratica:“parlare disvilupposostenibileèunamodalitàpernonfocalizzarel’attenzionesulmodellodisviluppoelasua offerta. Linguaggio e valori ecologici sono tradotti ad uso e consumo delle finanzia e della tecnocrazia,leresponsabilitàsocialieambientalidegliaffarispessoriduconoadunaseriediindicidi mercatoeimmaginilaproblematica.” Ilmetodoconcreto,propostodall’oligarchiatecno-finanziariaèidentificabileperesempiocon“ilmercato delcarbone”,perfettamenteinefficiente.PapaFrancesco,proponecritichepungenti,allafalsasoluzionedi questeproblematiche,contenutenell’enciclica.Citando,ildocumentofinaledellaConferenzaEpiscopalein Bolivia,Bergoglioscrive: La strategia di vendere e comprare “crediti di carbonio” può condurre verso nuove forme di speculazione che potrebbero non aiutare la riduzione di emissioni di gas serra nel mondo. Questa sistemasembrafornireapparentisoluzionifacilievelociperl’ambiente,mainnessuncasopermette il cambiamento radicale che le circostanze chiedono. E’ semplice invece, utilizzare qualche stratagemmapermantenereiconsumidialcunipaesiesettori. Riflessioni come queste, spiegano lo scarso entusiasmo per Laudato Si nei circuiti “ufficiali” e dei sostenitoridel“mercatoecologico”odel“capitalismoverde”. Francesco insiste sempre sul fatto che la relazione tra questione ecologica e sociale, ha bisogno di interventiradicalieprofondicambiamentiperilgovernodiquestadoppiasfida.Questiiprincipaliostacoli alla natura perversa del sistema: “l’assenza di questa mentalità sia nel prendere decisioni radicali per cambiareiltrenddelriscaldamentoglobalechepereleminarelapovertà.” Abbastanza interessante, l’invito del Papa per Naomi Klein alla conferenza di giugno 2015 Laudato Si a Roma.Probabilmente,perlaprimavolta,“lalaicafemministaebraica,”comevienedefinitedallastampa ufficiale della Chiesa, è stata invitata in Vaticano. Commentando il significato dell’enciclica Lei scrive: “Se unadellepiùanticheetradizionaliistituzioninelmondopuòcambiareilproprioinsegnamentoepraticain modo cosi radicale, come Francesco dimostra, anche tutte le altre istituzioni, elastiche o rigide, possono farlo.” LadiagnosidiLaudatoSiinmeritoallacrisiecologicaèchiaraecoerente,leazionipropostesonolimitate. Certo,moltedelleindicazionicontenuteneltestosonoutilienecessarie,peresempio:incoraggiare“nuove forme di cooperazione e organizzazioni di comunità……per difendere gli interessi dei piccoli produttori e preservare l’ecosistema locale dalla distruzione.” L’enciclica in modo molto significativo, sottolinea la necessità, nelle società sviluppate, di “contenere lo sviluppo utilizzando alcuni limiti ragionevoli anche 38 riformulandoalcunescelteprimachesiatroppotardi”;inaltreparole“bisognaaccettarecheinalcuneparti delmondolacrescitadiminuisca,alfinedifornirerisorseperaltriluoghidovesirealizzaunacrescitasana.” Nell’enciclicasiprecisal’importanzadi“misuredrastiche”attualmenteassenti,comeKleinsottolineanel suo ultimo libro This Changes Everything. Lei propone una pausa, prima che sia troppo tardi, al carbon fossili(carbone,petrolio),lasciandolinellaterra.E’durapensarecheunatransizionedall’attualesituazione, perversa struttura di produzione e consumo, senza una combinazione di iniziative anti-establishment riferite alla proprietà privata e al ruolo delle multinazionali dell’energia fossile (BP, Shell, Total, etc.) sia possibile. L’importanza di questa impostazione è ribadita nella necessità di “una ampia strategia per fermareildegradodell’ambienteeincoraggiareunaculturadicurachepermeituttalasocietà”,maquesto aspettostrategicoèunodiquellinonsviluppatinell’enciclica. Comprendendo che “l’attuale sistema è insostenibile,” Bergoglio propende per una alternativa globale che chiama “cultura ecologica,” un cambiamento che “non può essere ridotto ad una serie di misure urgentieparzialiperrispondereall’immediatoproblemadell’inquinamento,ildecadimentoambientalee l’esaurimento delle risorse naturali. Questi bisogni sono un modo distintivo di guardare, un modo di pensare, di fare politica, di educare, stile di vita e spiritualità che insieme possono generare resistenza all’assalto del paradigma tecnocratico.” Comunque, ci sono alcuni segnali di una nuova economia, una nuova società che corrisponde alla cultura ecologica. Non stiamo chiedendo al Papa di adottare l’eco socialismo,malasuaalternativarimanemoltoastratta. PapaFrancescoapprovale“opzionichepreferisconoipiùpoveri”dell’AmericaLatina.L’enciclicalancia unchiaroimperativoplanetario:“nellacondizioneattuale,l’interasocietà,dovelagiustiziascarseggiaeun crescente numero di persone è deprivata dei diritti umani di base considerati sacrificabili, il principio del bene comune diventa immediatamente logico e inevitabile insieme alla solidarietà e alla preferenza di aiutareipiùpoverieilorofratelliesorelle.” Inognicaso,nell’Enciclica,ilpoverononèprotagonistadellaproprialiberazionedicuilateologiadella liberazioneèpiena.Labattagliadelpovero,contadini,gruppiindigenti,indifesadelleforeste,dell’acquae dellaterra,controlemultinazionaliel’agrobusinesssonotemilargamenteassentinell’enciclicaLaudatoSi. Francescodirecentehaorganizzatounmeeting.,ilprimonellamillenariastoriadellaChiesaCattolica,coni movimenti sociali, evento storico significativo. Nell’enciclica, ci sono alcuni riferimenti alle attività dei movimentisocialichesonoiprincipaliattoridellelotteinmeritoalcambiamentoclimatica,adesempioVia Campesina,ClimateJustice,andtheWorldSocialForum. Naturalmente,comeBergogliosottolineanell’enciclica,laChiesanonhailcompitodisostituirsialruolo deipartitipoliticinelleproposteeprogrammiditrasformazionesociale.Questaanalisianti–sistemicadella crisi connessa all’inseparabile questione sociale della protezione ambientale, da “piange il povero” al “piange la terra,” (Laudato Si) è una inestimabile contributo alle idee e azioni necessarie per salvare la naturael’umanitàdallacatastrofe. Perchidesideraapprofondire http://speciali.espresso.repubblica.it/pdf/laudato_si.pdf LaSinistraRivista–RivistaQuadrimestrale-ISSN2282-3808-Autorizzazionen.23/2013- 39 N.9Gennaio2016-Direttoreresponsabile:AlfonsoMarino Cibo,economiemorali,mercatieflussimigratori di Augusto Ciuffetti RicercatorediStoriaEconomicapressolaFacoltàdiEconomia"GiorgioFuà"dell'UniversitàPolitecnicadelle Marche. Cisonotemiequestioniche,inunaprospettivadilungoperiodo,travalicanoogniscansionetemporalee dall’attualità affondano le loro radici nel lento e complesso svolgimento della storia delle società occidentalienonsolo.Unodiquestitemi,chenell’annodell’Expoavrebbemeritatoun’attenzionediversa daquellacheleèstatariservata,èquellodellascarsitàdellerisorsealimentari,cioèdellecarenzechesi verificano sul lato dell’offerta, da coniugare anche e soprattutto in altri termini, come quelli dell’impossibilità, da parte di ampi strati della popolazione mondiale di accedere all’acqua e al cibo per soddisfarebisognivitali.Èsullatodelladistribuzionedellerisorse,infatti,cheattualmentesigeneranole diseguaglianzepiùprofonde. Nella sostanza, si tratta delle teorie sull’Entitlement Approach, messe a punto da Amartya Sen nei primi anni Ottanta del Novecento, in base alle quali “la morte per fame è dovuta al fatto che gli individui non hanno abbastanza cibo per nutrirsi, e non al fatto che non esiste cibo sufficiente per nutrirsi”. Secondo l’economista indiano per combattere la fame, piuttosto che agire sulla scarsa produzione alimentare, è necessariooperaresullemodalitàdiaccessoaibenieaiservizi,tenendocontodellostatusdellepersonee delle possibilità offerte dai sistemi politici. È in questa prospettiva che viene interpretata l’insicurezza alimentaredipaesicomeilBangladeshosispiegalagrandecarestiadelBengaladel1943-1944. Come è noto, le teorie di Sen hanno contribuito ad una ridefinizione delle politiche alimentari in ambito internazionale, consentendo il superamento di un approccio a questo problema di tipo malthusiano. Le suggestioni che derivano dalla lettura dei suoi testi si possono ampiamente applicare anche all’analisi storica,neltentativodicomprendereleinterazionitracondizionisocialidellepersone,logichedimercatoe diritto alla sopravvivenza degli individui. Si tenga conto, infatti, che in età medievale e moderna molto spessolacarestiavieneassociataaiprezzideicerealiparticolarmenteelevati,piuttostocheadun’effettiva carenzadicibo.Apparedunqueevidente,comequestotema,perillungoperiodopreindustriale,vadaletto non solo su un piano economico e sociale, ma anche e soprattutto politico. All’urgenza sociale della mancanzadiacquaecibo,sisommasempre,cioè,ildatopoliticooistituzionalechesia,poichésappiamo benissimo,oggicomenelpassato,comeilpoteresifondisempresulcontrolloelagestionedellerisorse alimentariedenergeticheesuidiversiepossibiliusidellestesse,nonsoloafinialimentari.Peravvicinarsi, dunque, in una prospettiva storica, a tali dinamiche è opportuno muoversi tra due poli: uno di natura economicael’altropiùsquisitamentepolitico,perchéèallastoriasocialedelleistituzioniedichilegoverna esimuoveallorointernopersoddisfareibisognidellacollettività,mamoltopiùspesso,persalvaguardarei propriinteressi,chebisognarivolgersiperrivelaremeccanismi,atteggiamenti,praticheeconsuetudini. Ripartendo da Sen ed utilizzando in un’ottica diversa categorie e definizioni ampiamente consolidate si possonoelaborare,dunque,delleriflessionivolteadefiniredeipossibilipercorsi,ingradodioffrirequalche 40 indicazionesulperchémalnutrizione,fame,povertàeingiustiziesocialinonsianosemprelaconseguenza direttadimancanzeedassenze,maancheilrisultatodisceltepoliticheedeconomichevolteadiscriminare. In altre parole, è forse ancora necessario sottolineare come e quando si è realizzato il superamento di un’economia,seppurrivoltaalprofitto,ingradodipreservaredeterminatiequilibrisociali. Due poli, quindi, quasi come le due rive di un fiume, quello della carenza delle risorse alimentari o dell’impossibilità di accedervi, che scorre agitato ed impetuoso oltre ogni confine, oltre ogni spazio temporale. Un fiume che i soggetti sociali e politici collocati sulle opposte rive, nel corso della storia, dall’antichitàadoggi,hannosemprecercatodiattraversare,gestire,metterearegime.Suunarivacisono gliuomini,icontadini,sevogliamo,diunaqualsiasicomunitàruraledell’Italiapreindustriale,chelavorano per soddisfare i loro bisogni primordiali: qualcosa da mangiare, dei panni per vestirsi e una casa dove abitare, il tutto finalizzato alla sopravvivenza e che guardano dall’altra parte del fiume, dove risiedono le istituzionieicetidominanti,utilizzandounalenteparticolare,quella,ricorrendoadunanotadefinizionedi Edward Thompson, dell’economia morale, che dovrebbe imporre a questi ultimi determinati ruoli e comportamenti. Sull’altra riva del nostro fiume troviamo, dunque, i ceti dominanti, i proprietari delle terre, i cui bisogni vanno ben oltre le più immediate esigenze della sopravvivenza e che possono soddisfare anche i loro desideripiùeffimeri,machenellostessotempohannounanecessità,funzionalealloropotere,quelladel riconoscimento del loro status e dei loro privilegi. Per gran parte dell’età preindustriale, esiste un ponte, seppur fragile, che unisce queste due sponde ed è, appunto, quello dell’economia morale. Un ponte destinato a crollare e ad essere ricostruito in continuazione. Se rivolte e ribellioni popolari dettano le scansioni temporali dell’età preindustriale, è pur vero che esse si intensificano nel momento in cui si verificano le cause naturali che producono le carestie e quando c’è una chiara percezione di un “tradimento”,dapartedeicetieminenti,propriosulterrenodiquellaeconomiamoraleattraversolaquale passaogniformadidialogotracetieminentiesubalterni. Nelcorsodellastoriamoderna,asostegnodelpontedell’economiamorale,sonostatepostedellepietre lavorate in modo tale che possano resistere più a lungo, garantendo equilibri sociali e politici tali da consentire,aipiùpoveri,diaveremarginidisopravvivenzapiùampi.Unadiquestepietreèl’affermazione, nel mondo rurale del basso medioevo, di nuovi rapporti di produzione regolati da inediti contratti. Nell’Italiacentraleepoiinaltriterritoridell’Europaoccidentale,lamezzadriaèqualcosadiprofondamente diverso rispetto al lavoro servile posto alla base dei vincoli feudali dell’alto medioevo, in realtà capaci di sopravvivere,indeterminateareedelvecchiocontinente,findentrolosviluppodelcapitalismo.Èpurvero chequestenuoveformediconduzionedellaterra,accompagnatedaunasempremaggiorepenetrazione dell’economia di mercato nelle campagne, saranno destinate a produrre nuove forme di povertà, senza riuscirealenireladebolezzadeicetisubalterni,siadifronteallecarestieedallecrisidisussistenza,sianei rapporticonipadronidelleterre.Cisono,poi,altrepietre,alcunefinementemodellate,comegliusicivici, le comunanze agrarie, i beni collettivi e cioè tutti quei diversi modi di possedere, parafrasando un importante studio di Paolo Grossi, in parte accettati dalle élites, in grado di aumentare i livelli di sopravvivenzadeipiùpoveri,soprattuttoinaree,comequellemontane,menogenerosedalpuntodivista climaticoedellaproduttività.Altrepiccolepietresonolenormeeleconsuetudininonscrittecheregolanoi rapportitraiverticielabasedellasocietà,oppurealcuneistituzionicomelemagistraturedell’abbondanza o dell’annona, che agiscono in occasione delle carestie o quando il prezzo del pane tende a salire eccessivamente. LaSinistraRivista–RivistaQuadrimestrale-ISSN2282-3808-Autorizzazionen.23/2013- 41 N.9Gennaio2016-Direttoreresponsabile:AlfonsoMarino Quandoesplodonolecarestie,determinatenonsolodacausenaturali,maanchedalleguerre,edilagano immediatamente le epidemie, pur di resistere, i contadini mangiano anche l’erba dei campi. È il classico modello malthusiano: nel momento in cui la popolazione cresce eccessivamente rispetto alle sue risorse, andandoincontroallamalnutrizione,glispazidellasussistenzacalanodrasticamente.Inquestocontesto,le epidemie aggrediscono le fasce più deboli della popolazione, provocando una mortalità catastrofica in grado di riportare in equilibrio il rapporto tra popolazione e risorse. In tali situazioni, per avere qualche possibilità di salvezza non ci sono alternative rispetto alla fuga: bisogna mettersi in cammino. Quelle dei poveri,inetàmoderna,sonodellemassefluttuantiinperennemovimento,cheaumentanoneiperiodidi crisi per dirigersi verso le città, dove ci sono le strutture assistenziali degli enti religiosi, insieme alla beneficenzadeiricchi,maanchemaggioriopportunitàdilavoro. È l’istinto della sopravvivenza che spinge uomini, donne e bambini, nel passato come oggi, verso i luoghi dove si intravede un barlume di speranza. Cambiano le scale, ma non le dinamiche e soprattutto le mentalità. Braudel affermava che l’immenso Mediterraneo dell’autunno del medioevo, durante l’età contemporanea, per effetto delle rivoluzioni economiche che investono i trasporti, è destinato a trasformarsiinunpiccololago.L’Europacheoggisipensaassediatadaimigrantiinfugadafameeguerreè molto simile agli spazi urbani dell’età moderna, verso i quali affluivano i contadini delle campagne circostanti.Oggicomeallora,ilpoverochearrivaèconsideratounostranieroequindiunvagabondo,un deviante,alqualeattribuireognicrimine. Nel corso dell’età moderna, mentre sopravvive l’economia morale, si mette in moto il processo di accumulazione del capitale, che muta profondamente gli equilibri sui quali si regge quest’ultima. Contemporaneamente, il mercato tende a conquistare una definitiva centralità in ogni rapporto economico.Ilfiumeevocatoinprecedenzasiingrossa,gliargininonriesconopiùacontenerelesueacque, mentre le sponde, soprattutto quelle dove vivono poveri, marginali e contadini, iniziano a cedere: le campagne sono inondate, i ponti trascinati via. Nelle forme di riconoscimento e di legittimazione del potere,leéliteshannosempremenobisognodell’economiamorale,sostituitadall’eserciziodelpotereinsé e dall’accumulazione della ricchezza. Si tratta, ancora una volta, di una dinamica che contiene molte corrispondenzeconilmondoattuale. Le logiche di mercato e la ricerca di profitti sempre maggiori erodono gli spazi della sopravvivenza per poveri e contadini. Durante l’età moderna, la carestia si associa sempre di più al repentino aumento dei prezzichesiformanosuimercati,tantochesiconsolidaanchelariflessionesulgiustoprezzodiderivazione medievale.Ilcapitalismopenetranellecampagne,dagliopenfilds,cioèilmodellodeicampiaperti,lacui agricolturaèfinalizzataalsostentamentodellecomunitàrurali,sipassaalsistemadeicampichiusi,cioèalla lororecinzione(ilfenomenoinglesedelleenclusures),cherafforzalaproprietàprivata.Inquesto“mondo nuovo” non si produce più per la sopravvivenza, ma per il mercato, cioè per quel profitto che spezza la contiguitàtrapoveriepossidenti:usiciviciebenicollettivivengonoattaccati,lepiccoleproprietàcontadine travolte. Tutto ciò produce un costante aumento di braccianti senza terra che vivono ai limiti della sussistenza.Ledistanzetraleduespondedelfiumedellecarenzealimentariaumentanoenoncisonopiù ponti in grado di superarlo: da un lato cresce la ricchezza concentrata nelle mani di una ristretta élite di mercanti,aristocraticieborghesiinforteascesasociale;dall’altroaumentalaprecarietà. Le città iniziano a respingere i miserabili, destinati a trasformarsi in mendicanti e si tenta anche una paradossale, quanto iniqua ed inutile distinzione tra i poveri veri, meritevoli di essere aiutati, ai quali si fornisce una patente ufficiale di mendicità, e i falsi poveri, che cercano di approfittare delle situazioni. In generale,siprocedeallalororeclusioneall’internodienormiospiziedospedali,iqualinonsiconfigurano, 42 ovviamente,comedeiluoghidicura.Nonimportacosaaccadaocomesipossavivereoltrelemuradicinta di tali edifici: il dato fondamentale è impedire a questi poveri di circolare liberamente nelle vie e nelle piazze, disturbando la quiete pubblica e gli abitanti ben vestiti, infastiditi dalle continue richieste di elemosine. I poveri, al pari di quanto accadrà agli operai degli slums della rivoluzione industriale inglese, devono diventare invisibili. Il Seicento, nella storia sociale dell’Europa moderna, è indicato anche come il secolodella“grandereclusione”,unparadigmavalidoancheperilmondoattuale,semprepiùsegnatodalla presenzadimurierettinellarealtàcomenellecoscienze. Senell’etàmodernailmercatorafforzalasuacentralità,nellostessotempo,loStatotendeadintervenire per regolamentarlo, perché in fondo è proprio il nascente Stato moderno, quello stato che dovrebbe occuparsidellafelicitàdeisuoicittadini,adereditareiprincipidell’economiamorale.ÈtraSeieSettecento chesiconsolidauncontinuoconflitto,seppurcontraddittorioesfuggente,acausadelcamaleontismodegli attori in gioco, tra la supposta libertà del mercato e la sua crescente regolamentazione, perseguita dalle autoritàpubbliche.Sitratta,insostanza,delledinamichedeldoppiomovimentodescrittedaKarlPolanyi,le quali oscillano tra le pratiche del liberismo economico e i principi della protezione sociale. È un conflitto forte,oppureunsemplicegiocodelleparti,quindiuncontrastoapparente,quellochesembraseparareil mercatodalloStato,dalmomentochequest’ultimoèsaldamentenellemanidichidetieneancheleleve delpotereeconomicoedellaricchezza?Èalquantodifficilerispondereaquestadomanda,purricorrendo alle sollecitazioni che provengono, in tal senso, dal dibattito neo-istituzionalista e dalle analisi che si richiamanoall’economiadelleconvenzioni.Dicerto,mercantiecapitalisti,purdiaumentareiloroprofitti, di fronte a norme ritenute troppo stringenti, tese a difendere, almeno esteriormente, la collettività e i settoripiùdebolidellasocietà,sisentonoautorizzati,aldilàdiognietica,aricorrereafrodieraggiri,come delrestoaccadeancheoggi. Conillorocaricodicontraddizionieconflitti,dunque,lesocietàdell’Europaoccidentalesonoprogreditein direzionediunaeconomia-mondo,utilizzandoladefinizionediImmanuelWallerstein,semprepiùspietata, la quale, nel momento in cui assegna potere e sostanziali forme di democrazia al centro, consente le pratiche dello sfruttamento e della schiavitù nelle aree periferiche del sistema, queste ultime funzionali solo ed esclusivamente al benessere del centro stesso. Si determinano, così, le “magnifiche sorti e progressive”delmondoattuale,lesuebasieconomicheepolitichevotateall’ingiustiziaeall’ineguaglianza. Indefinitiva,questoraccontocontienealsuointernounastoriamoltopiùsempliceebanale,valeadirela perditadellacentralitàdell’uomonellasocietàcontemporanea,sostituitodalmercatoedallesue“regole”, conunatempestivaconseguenza,destinataaprodurrealtrieffettipiùgravi,interminidiguerre,odirazziali e conflitti religiosi, cioè che le condizioni di coloro “più immediatamente toccati dall’azione deleteria del mercato”, utilizzando le parole di Karl Polanyi, e di un certo capitalismo, risultano sempre meno salvaguardate. Se l’azione dello Stato settecentesco avrebbe dovuto rivolgersi al benessere dei suoi cittadini,ancorapiùforteeinsuperabileappareilcontrastoconl’uomocontemporaneo,semprepiùsoloe infelice. LaSinistraRivista–RivistaQuadrimestrale-ISSN2282-3808-Autorizzazionen.23/2013- 43 N.9Gennaio2016-Direttoreresponsabile:AlfonsoMarino Los efectos del cambio climático sobre la pobreza pueden reducirse con políticasagrícolas,degestiónderiesgosdedesastresydesalud byBancoMundial El cambio climático y la pobreza están estrechamente relacionados. El cambio climático amenaza los esfuerzos por erradicar la pobreza, pero sus impactos futuros en ella dependen de las políticas que se adoptenahora:undesarrollorápido,inclusivoycompatibleconelclimapuedeprevenirlamayoríadelos impactos,mientrasquelafaltadepolíticasdedesarrolloadecuadaspodríaempujaralapobrezaamásde otros100millonesdepersonaspara2030.Sololaadopcióninmediatadepolíticasdestinadasareducirlas emisionespuedeimpedirqueelcambioclimáticoamenacelosesfuerzosporerradicarlapobrezaalargo plazo. Mediante políticas adecuadamente diseñadas y respaldo internacional se puede garantizar una mitigacióndelcambioclimáticoquenoimpidaavanzar,enelcortoplazo,hacialareduccióndelapobreza. La presente es la segunda de tres notas de políticas extraídas de Shock Waves: Managing the Impacts of Climate Change on Poverty (2015) (Ondas de choque: Contener los impactos del cambio climático en la pobreza), por Stéphane Hallegatte, Mook Bangalore, Laura Bonzanigo, Marianne Fay, Tamaro Kane, Ulf Narloch,JulieRozenberg,DavidTregueryAdrienVogt-Schilb(serieCambioclimáticoydesarrollo,ciudadde Washington, Banco Mundial). En ella se formulan recomendaciones sobre políticas sectoriales. En la primeranotadepolíticasseofreceunavisióndeconjuntodelinforme,yenlaterceraseanalizaeltema transversaldelaprotecciónsocial. Undesarrollorápidoeinclusivopuedeprevenirbuenapartedelosefectosdelcambioclimáticosobrela gente pobre si esta con-cebido para que tenga un correcto desempeño en condiciones climáticas cambiantes,detalformaqueelpropiodesarrollonogenerenuevosfactoresdevulnerabilidad. Pero también son necesarias acciones puntuales orientadas a reducir la vulnerabilidad socioeconómica frente a los efectos del cambio climático. Algunas de estas acciones políticas son meras medidas de adaptación al cambio climático, como por ejemplo, cambiar las normas de uso del suelo para tomar en cuenta la subida del nivel del mar. Otras pueden considerarse, en general, como medidas de “desarrollo adecuado”, que tendrían sentido incluso si no existiera el cambio climático, como mejorar acceso a los serviciosfinancieros. Esta nota de políticas se encentra en acciones que pueden emprenderse en tres sectores en los que los efectosdelcambioclimáticosobrelapobrezatienenespecialimportancia:laagricul-turaylosecosistemas, lagestiónderiesgosdedesastres,ylasalud.Cadapaíspuededeterminarsupropiopaquetedemedidasen funcióndesusprioridadespolíticasydecómoesperaqueleafecteelcambioclimático.Porejemplo,enlos casos en que una prioridad política sea la planificación urbana, una opción obvia es que en su diseño se tuvieranencuentalosriesgosnaturalesydelcambioclimático. 44 Agriculturaclimáticamenteinteligenteyecosistemasprotegidos Gráfico1:Reducciónpromediadelnúmerodepersonasafectadasporsequíascadaaño Elcambioclimáticoesunaamenazaparalosecosistemasylosser-viciosqueproporcionan,asícomopara elvolumenylaestabilidaddelaproducciónalimentariaprovenientedelaagricultura.Ladependenciade laspersonaspobresdelosecosistemasydelaagriculturaesmuyelevada,comolosonsusposibilidadesde verse muy afectadas. No obstante, son muchas las opciones políticas disponibles para promover una agricultura climáticamente inteli-gente y proteger los ecosistemas frente al cambio climático. Entre ellas figuran: Desarrollar prácticas y variedades de cultivo y de ganado con mayor resistencia al clima adaptadas al contextoyclimadecadapaís.Lasprácticasmásproductivasyresis-tentesprecisarándeuncambioradical enlaformaenquesegestionanlatierra,elaguaylosnutrientesdelsuelo.Lamejoradeloscultivos,unuso más inteligente de los insumos, prácticas como la del policultivo para fortalecer la resistencia de las cosechas frente a plagas y enfermeda-des, así como una reducción de pérdidas posteriores a la cosecha, puedencontribuiraunaintensificaciónsosteni-bledelaagriculturayaunincrementodelaproducciónde alimentos.Esasnuevastécnicasderivadasdelainnova-cióndebenadoptarsedeformageneralizada,yen parti-cularentrelosagricultorespobres.Unaformademejorarladifusiónyadopcióndeestasprácticases medianteser-viciosdeextensiónagrícola,esdecir,ladivulgacióndebuenasprácticasagrícolasatravésde laformacióndelosagricultores.EnUganda,lacombinacióndenuevasvarie-dadesdecultivoydevisitasde extensiónagrícolamásfre-cuentesincrementólosingresosagrícolasdeloshogaresenaproximadamente un16%. Desarrollarinfraestructurasyprotecciónsocialparahacerfrentealassubidasdepreciodelosalimentos. Lospobressonespecialmentevulnerablesalassubidasenlospreciosagrícolasporquegastanenalimentos unapartemayordesusingresos:enloshogarespobres,másdelamitaddelosgastossesueledestinarala alimenta-ción. Para reducir la frecuencia y magnitud de las subi-das en el precio de los alimentos, los LaSinistraRivista–RivistaQuadrimestrale-ISSN2282-3808-Autorizzazionen.23/2013- 45 N.9Gennaio2016-Direttoreresponsabile:AlfonsoMarino Gobiernos pueden desarrollar infraestructuras de transporte que faciliten el acceso a los mercados nacionaleseinternacionales.Perolasmedidaspreventivasporsísolasnopuedenanularelriesgodequese produzcan crisis alimentarias. Los Gobiernos también pueden aportar protección a los hogares pobres ofreciéndolescoberturasocial,porejem-plousandotransferenciasmonetariasindexadasporelpreciode losalimentos. Diseñarpolíticasclimáticasrelacionadasalusodesue-losquebeneficienalaspersonaspobresyprotejanla seguridad alimentaria. Los países tendrán que considerar políticas de reducciones de emisiones relacionadasconelusodesuelosparaestabilizarelcambioclimático.Esaspolíticasdebendiseñarsecon cuidado, prestando atención a sus efectos sobre los precios de los alimentos. De hecho, políticas de mitigación incorrectamente concebidas pue-den tener consecuencias sobre el precio de los alimentos peores que las del cambio climático. Por otra parte, cier-tas opciones de reducción de emisiones bien diseñadaspuedenfortalecerlaproductividaddelaagriculturaylosecosistemas,incrementarlosingresos localesyreducirlapobreza.Porejemplo,siselesdaunaorientaciónespecí-ficahacialospobres,secalcula quepara2030entre25y50millonesdehogaresdeingresobajopodríanbeneficiardepagosporservicios ambientales. Reducir las tensiones ajenas al cambio climático sobre los ecosistemas. Los ecosistemas sanos son más resisten-tes, por lo que su protección y la restauración de las tierras degradadas pueden incrementar su capacidad para sopor-tar choques climáticos. Por ejemplo, la incorporación de árboles a las tierras de cultivopuedereducirlavulnera-bilidaddeloshogaresfrentealassequías,yaumentarelalmacenamiento decarbono(gráfico1). Regulacionessobreelusodelatierra,mejoresinfraestructurasypreparaciónfrentealosriesgosnaturales En muchas regiones, los riesgos naturales como tormentas, inun-daciones y sequías se intensificarán y seránmásfrecuentesacausaelcambioclimático.Variaspolíticaspuedenreducirlavulnerabi-lidadfrentea losriesgosnaturales: Financiar infraestructura más robusta y que beneficie más a personas pobres. Muchos países pobres carecendeltipodeinfraestructurasdeprotecciónhabitualesenlospaísesmásricos.Loshogarespobres, porejemplo,sue-lenestarexpuestosainundacionesperiódicasporquenodisponendeinfraestructurasde protección, como diques y sistemas de alcantarillado, o si las tienen, su manteni-miento es deficiente. Aunque estos eventos recurrentes no beneficien de cobertura mediática ni de la atención de los responsablespolíticos,puedenimponerunacargaconsi-derablesobrelospobres.Paraacabarconlafalta deinfraes-tructuraenlospaísesendesarrolloharíafaltaalrededordeUS$1billónporaño.Eliminaresta carenciacontribuiríaenormementealareduccióndelavulnerabilidaddeloshogarespobres,perosolosi esas nuevas infraestructuras se pusieran a su servicio. Si la inversión se concibe solo para maximizar el beneficiofinanciero,elriesgoesquesecon-centreenáreasconlosvalorespatrimonialesmáselevados,y beneficie finalmente a los grupos más ricos. Es necesario un esfuerzo explícito que garantice que no se excluya a los pobres, por ejemplo, mediante procesos de selección de proyectos que tomen en cuenta efectos en materia distri-butiva y sobre la pobreza. Y hace falta diseñar nuevas infraestructuras que no pierdan su eficiencia a causa de los cambios en el clima y otras variables medioambientales. Métodos innovadores, conocidos en conjunto como toma de decisiones bajo incertidumbre, pueden servir para gestionar la incerti-dumbre sobre el momento y el modo en que cambiará el clima localmente, así como objetivosdepolíticasmúltiplesyavecescontradictorios,quelosresponsablespolíticosenfrentan.Estos métodossehanutilizadoendiversosproyectospilotodelBancoMundialparaayudaraesosresponsables adiseñarinversionesteniendopre-senteelcambioclimático,comoporejemplo,paraelsuministrodeagua 46 enLima,lagestiónderiesgosdeinundaciónenHoChiMinhyColombo,laenergíahidroeléctricaenNepal, ylaadaptaciónderedesvialesenPerúyenÁfrica. Complementarreglasdezonificaciónconservicioseinfraestructurasadecuados.Actualmente,muchaspersonaspobresseestablecenenlugaresexpuestosainunda-cionesycorrimientosdetierras.Optanporestos lugaresporquelesofrecenoportunidadescomoaccesoalempleo,escuelasyatenciónmédica.El44%de loshogaresdeMumbaisituadosenáreaspropensasalasinundacionescontestaronenunaencuestaque, entre los factores que les harían considerar trasladarse a una zona más segura, la infraestructura de transporte, la disponibilidad de servi-cios de salud, escuelas y redes sociales, son lo más influen-tes. Los Gobiernostienenqueinvestigarytomarencuentalosmotivosporlosquelospobresdecidenasentarseen zonas de riesgo, y complementar las regulaciones de zonificación con las inversiones necesarias en transporte, educación y salud en lugares seguros para permitir que la población se establezca en otros lugaresmanteniendoelaccesoaigualesosimilaresempleosyservicios. Facilitar el acceso a la información sobre riesgos y a sis-temas de alerta temprana. La implementación efectivadepolíticasdegestióndelriesgodedesastresexigedisponerdedatosadecuadossobreriesgosy amenazas, cuyo acceso es limitado en zonas de ingreso bajo. Para solucionar esta carencia, el Banco MundialyelFondoMundialparalaReduccióndelosDesastresylaRecuperación(GFDRR)estánrealizando inversioneseninformaciónsobreriesgos.LainiciativadelGFDRROpenDataforResilience(Datosabier-tos paralaresiliencia)respaldalacreacióndelaplataformaenlíneaGeoNode,paraeldesarrollo,intercambio, gestiónydivulgacióndedatosgeoespacialesabiertos.Iniciativascomoestapuedenayudarlagestióndel riesgoanivellocal,travéslafacilitaciónalaccesoalainformaciónsobreriesgosnosoloalosprofesionales sinoalpúblicoengeneral. Lainformaciónsobrelosriesgosincluyetambiénsistemasdealertatempranamediantelosquesepueda avisaralapoblaciónanteamenazasnaturalesinminentes.Lacombinacióndesistemasdeobservación,de sistemas de alerta temprana y de preparación—por ejemplo, mediante planes de contingencia o simulacionesperiódi-casquemejorenlacapacidaddehogaresyempresasparaactuarencasodealerta— puede salvar muchas vidas a un costo bajo. Cuando en 2013 el ciclón Phailin entró en tie-rra cerca de Gopalpur,enIndia,causólamuertedemenosdeuncentenardepersonas.Estoesmuchomenosquelas 10 000 muertes que ocasionó una tormenta similar en 1999, antes de la creación de sistemas de alerta tempranayplanesdeevacuación.Engeneral,lainversiónensistemasdealertatempranaesmuyrentable, pues por cada dólar invertido se genera un beneficio de más de cuatro dólares en pérdidas evitadas. No obstante,alolargodelosúltimos15o20años,lasituacióndemuchosservicioshidrome-teorológicosen los países en desarrollo ha empeorado, reduciéndo su capacidad para detectar, anticipar y adaptarse al cambioclimático. Además de las políticas enunciadas anteriormente, los Gobiernos pueden incrementar la inclusión financiera para reducir la vulnerabilidad del patrimonio de los hogares pobres, mejorar su capacidad de invertir en gestión de riesgos y mejorar su capacidad de amortiguar el efecto de los choques sobre el consumo.Tambiénpuedenpromulgarnormasdeedificaciónquetenganencuentalosriesgosclimaticos,y pueden conceder dere-chos de propiedad a los pobres para incentivar las inversiones en la calidad y la resilienciadelasviviendas. LaSinistraRivista–RivistaQuadrimestrale-ISSN2282-3808-Autorizzazionen.23/2013- 47 N.9Gennaio2016-Direttoreresponsabile:AlfonsoMarino Mejorinfraestructuradesaludycoberturasanitariauniversal Lapoblacióndelospaisesmáspobrespaganunporcentajealtodesusgastosdesaud,adiferenciadelo queocurreenlospaísesricos.Fuente:Wattsetal.2015.“HealthandClimateChange:PolicyResponsesto ProtectPublicHealth.”TheLancet. Elcambioclimáticopuederevertirlosprogresosrealizadosenlacontencióndeenfermedadestransmitidas por vectores y por el agua, como la malaria y la diarrea. Varias opciones pueden ayudar a reducir la vulnerabilidaddelaspersonaspobresfrentealosefectosdelcambioclimático.Entreellasfiguran: Avanzarhaciaunacoberturasanitariauniversal.Elaccesoasegurosdesaludenlospaísesdeingresobajoy mediano-bajoeslimitado,yunapersonapuedeacabarpagandodesubolsillomásdel50%deloscostos de salud, una cifra muy superior al aproximadamente 15 % que gas-tan los que viven en países ricos (gráfico 2). Sin embargo, en economías emergentes y de ingreso bajo es posible una cobertura sanitaria másamplia.EnRwanda,elGobiernoinviertoencoberturasanitariauniversalen1994,yenlaactualidad casiel80%desupoblaciónestácubierta,loquehacontribuidoaquelaesperanzadevidasehayamás que duplicado. En cuanto a oferta, los Gobiernos pueden invertir en infraestructuras sanitarias, en formacióndetrabajadoresdesaludyenelincrementodelacalidadasistencial. Invertirenmásinvestigaciónydesarrolloparaelcon-trolylaerradicacióndeenfermedadesqueafectana lospobres,queempeoraránporelcambioclimático.Sonvariaslasenfermedadestropicalesdesatendidas —como el dengue, la leishmaniosis y la chikunguña— que prosperan, en especial, entre las poblaciones más pobres del mundo y que son particularmente sensibles a las condiciones climáticas. Hace falta investigación pública y privada para encontrar las soluciones adecuadas a estos problemas. En la actualidad,elgastoanualeninvestiga-ciónydesarrolloenelcampodelasenfermedadesinfec-ciosasde especialinterésparalospaísesdeingresobajoydeingresomedianoasciendesoloaUS$3milmillones,una pequeñaporcióndeloscasiUS$250milmillonesgastadosanualmenteeninvestigaciónydesarrollosobre 48 lasalud.Además,lospaísesnecesitansistemassólidosdemonitoreoyvigilanciaparadetectarproblemas sani-tariosquepodríanemergerenconsecuenciaalcambioclimático. http://www.tysmagazine.com RAMAS: THE MUNICIPALITY OF BARCELONA HAS AN EMOTIONAL LINK WITHTHEPEOPLE PanxtoRamasfromBarcelonaenComú interviewedbyIgorStokfiszewski IgorStokfiszewski(1979)isaliteraryandtheatrecriticspecialisinginpoliticallyengagedart.Since2006he has been a member of the Polish leftwing movement Political Critique, where he works as activist, editor andjournalist.Hewasamemberoftheteamoverseeingthe7th.BerlinBiennale(2012).Heisauthorofthe bookZwrotpolityczny(ThePoliticalTurn,2009). Igor Stokfiszewski: Barcelona en Comú’s and Ada Colau’s nomination for mayor of the city in this year’s Spanish local elections was an electoral success. That must have been a very emotional issue for social movementsinthecapitalofCatalonia.Ibelieveitwasalsoimportantforthosewhohadmadeaneffortto transformsocialenergiesemergingfromthe15thofMaymovementrevolutionintopoliticalsuccess. PantxoRamas:It’strue.IrememberthefirstmeetingsintheheadquartersofBarcelonaenComújustafter thevotingtookplace.Wewereworriedwe’dwin!ThatwasbecauseofthecomplexsituationinBarcelona, inSpain,andinEurope.Butwewerealsoawareofboththeresponsibilityandthenecessityofbeingina positionofpower,ofhavingthepossibilitytochangethelifeofthecity. WhatexactlydoyoumeanbythecomplexityofthesituationinthecaseofBarcelona? Thecomplexityismarkedbythefactthatyouinterveneinthesituationofcrisis,ofprecarityandpoverty, especiallyontheperipheriesofBarcelonabutnotonlythere.Andthatitallhappensinacitycapturedby flowsofcapitalinaveryamaterialsense.PublicspaceinBarcelonaisentirelytakenoverbytourism.Social productionincultureorinwaysoflivingisinvadedbythelogicofextractionofvalue. InawayBarcelonaenComúandAdaColauweregiventheinstrumentsforaninstitutionalisedmunicipal revolution. The real challenge is not the installation of a new operating system within the city. It is mostly about a transitionofawelfaresystemthathadbeenwipedoutbythemachineofneoliberalisationinthelast20 years. Secondly, on the level of the Spanish State, with the victory of many coalitions of change in local electionsallaroundSpain,thechallengeiscreatearealandconcretealternativetothesystemofbipolarity of the Socialist Party and the Popular Party that has – as in most of western democracies with a bipolar politicallandscape–constructedafakemodelofrepresentation. LaSinistraRivista–RivistaQuadrimestrale-ISSN2282-3808-Autorizzazionen.23/2013- 49 N.9Gennaio2016-Direttoreresponsabile:AlfonsoMarino What’sBarcelonaenComú’sandAdaColau’sroadmaptowardstheimplementationofchange?Whatare yourmainobjectivesandmeansofachievingthem? BarcelonaenComú,bothintermsofprogrammeandorganisation,followsfourdifferentlines. The first one is the necessity of a different organisation of the city’s economic production. The great innovationthatBarcelonaenComúwantstointroduceisanimprovementtothecooperativeeconomyand recognitionofthereproductiveeconomyofthecity’slife.Itdemandsacriticalengagementinthepresent formofeconomicproductioninthecity,thatiswithtourism,technology,thecrisisofFordism,ifyouwant. The point is how you deal with this hegemony of neoliberalism in order to produce a different way of managing this social production. In this sense the idea of cooperativism, the idea of reproduction, of a critiqueoftheappropriationandexploitationmachinethatneoliberalismhasproducedinthelast20years issurelyoneofthelines.Onaninstitutionallevel,thatobjectivereferstothequestionoftransformingthe institutionsofeconomicactivationthatthemunicipalbodycontrolsinordertoperformthistransition. The second matter is that of social and civil rights. Questions we raise in this dimension are: is there a possibility,onthemunicipallevel,forthere-appropriationofwelfare?Then–howcanwethinkaboutthe constructionofcivilandsocialrights,socialservices,ofprogrammesofwelfarewhichareconstructedfrom thebottomupandtowardstheappropriationofthestate?Thechallengehereistoredesignpoliciesina waythatintervenesandparticipatesinthelifeofthepeopleinmanyaspects:forexampleinthecycleof life, the inclusion of children and old people, in matters of gender or poverty. We need an ecological transitionwhichmaintainsthelifeofwelfarebutchangesthelogicofthislife. Thenwehavethequestionofthereinventionofdemocracy,whichiscompletelylinkedtothefirsttwo.We cannot reinvent democracy without thinking about the economic circuit, without thinking about the reappropriationofwelfarethatstartsfromthepeople.Butitisalsotheneedtorethinkthecoreoftheword “participation”thathasbeenemptiedoutbyneoliberalpolicies.So,weaskourselvesaquestion:howcan people become a part of the production of public policies? That means: a part of the production of knowledge about society and the technicalities of public policies, as well as the management of these policies. Participation is a process that involves different sides of social life – public workers, social organisations,movements,butalsosocietyinamuchbroadersense.Howtoputalloftheminaposition wheretheycannotonlydecidewhichplanforthestreettheyliveontoimplement,buttheycansitinthe street, look at the street, discuss it and decide what needs to happen there, then see what are the resources and instruments we can use to modify the street and eventually in fact modify it. A matter of participationthenbecomesamatterofbeingpartofapoliticalproductionofpublicpolicies. The fourth element is the urban dimension. How we can rethink the logic of public space, rethink the ecologyofthecityinasensethat–again–itstrivestowardstheinventionofanewrelationshipbetween sociallife–thenaturallifeofthecityintermsofanaturalhumanlife–andthelifeofthecitythatneedsto contrastthelogicofspeculation,ofexploitation,thelogicofdispossessionthatneoliberalismisimposing onthecity?Onthemateriallevelthatisamatterofhowwedealwithnaturalresources,withmobility,the constructionofpublicspace,theconstructionofevents. In this sense we have a circuit – the economy, social and civil rights, the mechanism of political participationassocialandpoliticalproduction,andfinallyanecologicalunderstandingofwhatthelifeof the city is. That has been the construction of the administrative organisation of the municipality on an institutionallevelinthesemonths. 50 Whatdoyouperceiveasthemostchallengingobstaclesagainstachievingtheseobjectives?Wheredoyou expecttofacethestrongestresistance?Doyouthinkitcouldcomefromapoliticaloreconomicdirection? Maybefromasocialoneaswell? Well,fromallofthembutindifferentways.Thefirsttwoareclearabouthavingcontrastinginterestswith us. The interest of the political elites of Catalonia, Spain, and Europe are obviously against us. This is a problem,thisisadangerbutthisisalsoareasonforustopersevere.Weknowthatthere’saconflictthere andwewanttobetheprotagonistofthisconflict.Now,thequestionis–Ithink–howdowemaintainthe socialtensionwithinthepeopleofBarcelonainordertobeapartofthisconflictalltogether.Ifthistension between the social and the institutional weakens, the possibilities of contrasting political and economic oppressionswillbescarce.Inthissensethere’saresponsibilityonthosewhoareinthemunicipalityandin thepoliticalpartyBarcelonaenComú.Thewaytocarrythisresponsibilityistobetruthfulandsincere,to beclearaboutwhatwearedoing,whatarethepossibilities,itistobeethicalandapartofsocietyinthe firstplace–andonlythenapartofinstitutions. Ontheotherhand,atthebaseoftheinstitutionwhatisnecessaryisadimensionofgenerousattention. Thatdoesn’tmeantonotbecritical,buttojuststayactive.Weneedtohavepeopleinthecitythatdonot think that it’s the government’s responsibility. The task of maintaining these tensions against elites dependsonapermanentmobilizationofthepeopleandpermanentparticipationofthepeople.Here’san exampleofacurrentissue:there’sacalloftherefugees’citiesincludingBarcelonathatwasco-initiatedby AdaColau.Thisisthemomentofclaimingtherighttothecitybothbytheinstitutionsandthepeople.For the institution it means disobedience against the institutional instruments of Europe and Spain about migration through providing resources, maintaining public debate on these questions. But there’s the responsibility of the people who have produced a critical discourse about migration and welcoming attitudestowardsrefugeesandmigrantsinthelast20,30years.Today,theyfirstlyhavetheresponsibility of being the protagonists of these welcoming policies. These policies can be different only in the case of publicinstitutionsproducingalegalpossibilitywhichisthenappropriatedbythepeople,inhabitedbythe socialcircuitsofproduction,becomespartofthesocialproductionofthecity.Wecannotseewelcomingas anassistantpolicy,wemustseeitasanencounteroftherealproductiveforcesofEuropetoday,thatis– thepeople. Ada Colau and Barcelona en Comú are communicating an emotional link between the institution and society. This emotion is a flow which allows these policies to become real, truthful, sincere and then – somethingthatcanchangethecity. Whenspeakingaboutthepossibilitiesofovercomingobstacles–oneofthemisalsocreatingcoalitions.As you’vementioned,BarcelonaisnottheonlymunicipalityinSpainrunbyemancipatoryleftistforcesafter the local elections in May. There are eight more including Madrid, Saragossa, and others. Recently, the “rebelcities”networkheldameetinginBarcelona.CanthismunicipalcoalitionmovementgrowinSpain andbecomearelevantpoliticalsubjectivityintermsofpushingforwardtheimplementationofpoliciesyou werespeakingaboutonanationallevelandbeyond? The municipal dimension is very important but cannot be the only one. In practical terms – the competencesofmunicipalitiesarespecific,thecompetencesofnationalgovernmentareanothermatter, thecompetencesofsocietyareyetanotheroneandthedimensionofEuropeiscrucialtomodifywhat’s happening.Thismomentoflocalelectionswascrucialinordertostrengthenthemunicipal,localchallenge tothehegemonyofneoliberalismbutitalsoneedstotriggerotherprocesses.Inthesamesenseasthe15 LaSinistraRivista–RivistaQuadrimestrale-ISSN2282-3808-Autorizzazionen.23/2013- 51 N.9Gennaio2016-Direttoreresponsabile:AlfonsoMarino MaymovementhasbeenatriggertoPodemosandthismunicipalattack,thismunicipalattackhastobea triggerfornewsocialproliferation.Wecannotthinkthisistheresponsibilityofmunicipalitiesonly,norof Podemosthemselves,norofsocialmovementsormobilisedsociety.Wehavetothinkabouttheseforces as ones that inhabit an ecology that has to grow. When we have a tree, underneath we have grass, the grasscangrowbecausethetreehasleaveswhichproduceshade,whichallowswatertoremainlongerin the ground. Many times in the tradition of autonomous politics or social movements, we have seen an understanding of the social against the political in a moral sense. The social is a good, the political is corrupt.Theideaofecologyallowsustothinkintermsofmaterialnecessity.Weneedthepoliticalforthe socialtosurviveandweneedthesocialtosurviveinordertomakethepoliticalstronger.Understanding theserelationshipsinanecologicaldimensionis–accordingtome–averyimportantstepforwardsthat hasbeenmadeinthelastyearstowardsintroducingchange.Whatcanwelearn–forinstance–fromwhat hashappenedtoSyrizaandAlexisTsipras?WecanhaveapoliticaldefeatonanationalandEuropeanarena asinthecaseofTsipras,butuntilthere’snobetrayalagainstsocialmovementsandsocietyinaboarder sense,changeisalwayspossible.ThisisthechallengeinBarcelonatoday. toseeintegralversionlinkinterviewabove http://politicalcritique.org/interviews/2015 52 In questo numero di La sinistra rivista, pubblichiamo da Monthly Review – dicembre 2015 – l’articolo tradottodall’inglesediMichaelLowy,autoredidiversilibri. Inquestopercorso,laredazione,ritieneutilesegnalareallettoreleriflessionirecentilavoratedaAlfonso Marinonelsuo“Lospettacolodell'economia.Paura,povertà,possibilità”,libreriauniversitariaeditore. Un testo di critica dell’economia, del suo continuo spettacolo e dei suoi noiosi interpreti. Un testo senza indice,doveilnumeroèl’orientamentoelaparola,ilpercorso.Ilpercorsoeconomicoesocialedelnostro tempo,untempopienodispettacolo,spessoescludenteeviolentodiunaviolenzamentalechedisintegra, interrompe,frantumalavolontàdiagire.Tuttoapparecomodo,ètuttopossibile,nelsognocolorato.Ma poi, nella realtà del quotidiano, siamo distanti e soli nel grande spettacolo dell’economia: il regno della paura,dellapovertàediqualchepossibilità.Untestodaaprireeleggereancheguidatidalcaso,scegliendo un verso, una pagina: può essere letto dalla fine, nel mezzo, solo l’inizio, sapendo che tutto aiuta la riflessione,ilconfronto,l’approfondimento. Sicurezzaerisentimento……..cresceunagenerazione ……….altreduecategorieemergono,velociedevidenzianocomelacausaefficientedellasocietà termoindustrialeèinfasediframmentazione:democraziaeCO2epochi,ripartonodaqui,dallanecessità dirivedereilparadigmadellacrescita,pochiaffermanochequestomodelloelapoliticachehasupportato questomodelloèsoldout. Ireggentidelmodellolineare …….“Lo spettacolo è il momento in cui la merce è pervenuta all’occupazione totale della vita sociale” affermaDebord. Gliavvisiignorati LaCO2prodotta Inumeriuno LaSinistraRivista–RivistaQuadrimestrale-ISSN2282-3808-Autorizzazionen.23/2013- 53 N.9Gennaio2016-Direttoreresponsabile:AlfonsoMarino ………Inquestoscenario,isedicentiduellantitelevisivibasanoleloropolitichesulrisentimentoe“ildiscorso delcapitalista”comediceLacan……….. Chiòṡa GiulioMaccacaroavevaintuito,che ilrapportotraprevenzioneesalute sarebbedestinatoadiventareprimario, quellotraambienteesalute strategico,eilruolodellapoliticasanitaria fondamentaleperlosviluppodi unasocietàpiùgiusta http://www.arpa.umbria.it/resources/docs/micron%207/MICRON_7_06.pdf GiulioAlfredoMaccacaro scienziatoemedicoitaliano. Datadinascita:1924 Datadimorte:1977 Don’tBankontheBomb2015 Don’t Bank on the Bomb 2015 also profiles financial institutions that have adopted, implemented and published a policy that comprehensively prevents any financial involvement in nuclear weapon producing companies. Thirteen financial institutions have a public policy that is comprehensive in scope and application,fivemorethanlistedinthe2014report.TheseareidentifiedintheHallofFame.Thefinancial institutions in the Hall of Fame are based in Denmark, Italy, the Netherlands, Norway, Sweden and the UnitedKingdom. Inaworldofunconscionablyhighmilitaryexpenditureswhichfeedtheconflictsthatcausedeath, destructionanddisplacementofmillions,weneedtobeconstantlyremindedofthewisewordsof PresidentDwightEisenhower–amilitaryman,whodistinguishedhimselfinWorldWarIIandthenwenton tobetheUSPresidentfortwoterms.AddressinghisnationinafarewelladdressonJanuary17,1961 54 Eisenhower-whoIwasprivilegedtomeetasastudentvisitortotheUSin1957–said: ”Thisconjunctionofanimmensemilitaryestablishmentandalargearmsindustryisnewinthe Americanexperience.Thetotalinfluence--economic,political,evenspiritual--isfeltinevery city,everyStatehouse,everyofficeoftheFederalgovernment.Werecognizetheimperative needforthisdevelopment.Yetwemustnotfailtocomprehenditsgraveimplications.Ourtoil, resourcesandlivelihoodareallinvolved;soistheverystructureofoursociety. Inthecouncilsofgovernment,wemustguardagainsttheacquisitionofunwarrantedinfluence, whethersoughtorunsought,bythemilitaryindustrialcomplex.Thepotentialforthedisastrous riseofmisplacedpowerexistsandwillpersist. Wemustneverlettheweightofthiscombinationendangerourlibertiesordemocratic processes.Weshouldtakenothingforgranted.Onlyanalertandknowledgeablecitizenrycan compelthepropermeshingofthehugeindustrialandmilitarymachineryofdefencewithour peacefulmethodsandgoals,sothatsecurityandlibertymayprospertogether.” Eisenhower’swordshaveadirectrelevancenotonlyfortheUSA,whichaccountsforover40%ofglobal militaryexpenditure,butalsoforallcountrieswithsimilarmilitaryindustrialcomplexes.Theglobally respectedStockholmInternationalPeaceResearchInstitute(SIPRI)estimatesthatglobalmilitary expenditurein2014was1.8trillionUSD.Thismustbeviewedinjuxtapositionwiththemiseryofoverone billionofourfellowhumanbeingslivingbelowthepovertylineof1.25USDperday. Whilethe70yearoldUNCharterdoesprovideforself-defencebynationstatesthereisanunambiguous callontheinternationalcommunitytoresolvedifferencesthroughpeacefulmeansandrenouncetheuse offorceininternationalrelations(Article2:4).Therighttoself-defencemustalsobeviewedinanethical perspectiveandconsequentlywehavethetime-honoureddistinctionbetweenconventionalweaponsand weaponsofmassdestruction.Inthelattercategoryweplacenuclear,biologicalandchemicalweapons.We also have inhumane weapons such as laser weapons, binary weapons, anti-personnel land mines, and cluster munitions banned because of their clear violation of universally held humanitarian values. In the same way lethal autonomous weapons (LAWS) or robotic weapons must be prevented and their developmentproscribed.Thismoralperspectiveissharedbyallthereligionsoftheworld. Clickheretodownloadfullreport LaSinistraRivista–RivistaQuadrimestrale-ISSN2282-3808-Autorizzazionen.23/2013- 55 N.9Gennaio2016-Direttoreresponsabile:AlfonsoMarino