Euro 2012: oltre la crisi - La Gazzetta dell`Economia

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Euro 2012: oltre la crisi - La Gazzetta dell`Economia
la Gazzetta
21/12
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SOLO NELLE MIGLIORI LIBRERIE
PIÙ FORTI
DELLA PAURA
VITO COVELLI
a colloquio con
Sistemi economici e sociali di Puglia e Basilicata
Anno XVII – /
giugno
–€ ,
– Settimanale di informazione economica – www.gazeco.it – Spedizione in abb. postale
% Art c.
DIONISIO CICCARESE
/B L.
/
– Filiale di Bari
Il campionato continentale vale , miliardi
Euro 2012:
oltre la crisi
SPESA, CRISI E CRESCITA
Le vere cause
per l’Italia
sono interne
È
L’allarme Svimez sul Sud
TRAVERSA ALLE PAGG. 12 E 13
La “fotografia” dell’Ipres
Mezzogiorno Soldi pubblici
più vecchio di più al Nord
di WALDEMARO MORGESE
ormai a tutti chiaro che
l’esigenza pressante del
nostro Paese sia oggi,
dopo le manovre stabilizzatrici
susseguitesi negli ultimi due anni, la crescita.
La ragione ce la rammenta l’Istat nel suo ° Rapporto Annuale
sulla situazione del Paese, pur se a proposito dei dati Istat mi preme puntualizzare che
anche chi scrive auspica l’affermarsi di metriche più comprensive rispetto al PIL, come ormai
si sostiene da più parti: Joseph
Stiglitz-Amartya Sen-Jean-Paul
Fitoussi, La misura sbagliata delle nostre vite, Etas
; Bruno S.
Frey-Claudia Frey Marti, Economia della felicità, il Mulino
;
Martha C. Nussbaum, Creare capacità, il Mulino
.
In ogni caso, l’Istat certifica
che il nostro PIL è cresciuto in
termini reali, dal
al
, al
modestissimo ritmo dello , %
annuo (la percentuale minore
fra i Paesi dell’UE). Se la calcoliamo in un arco più ampio, dal
al
, sempre in base a
fonte Istat, la performance annua non cambia granché: , %.
Sappiamo, peraltro, che nei primi mesi del
la variazione del
PIL italiano è ormai negativa, segnalando incipiente recessione.
Calcolare il PIL dal
non è
un esercizio di curiosità, come ci
chiarisce indirettamente una valente economista quale Lucrezia
Reichlin, che osservando i dati
OCSE sul PIL pro capite dell’Italia dal
al
, ha notato
che esso comincia a decrescere a
partire grossomodo dal
, in
controtendenza rispetto a Germania, Stati Uniti e Zona Euro a
(senza l’Italia), rendendoci edotti che quindi questa decrescita è un problema tutto nostro e
non di oggi: «con questa finestra
più ampia si vede che in Italia la
SEGUE A PAG. 17
BARLETTA ALLE PAGG. 4 E 5
SERVIZI ALLE PAGG. 2 E 3
Itinerari
L’iniziativa di Legambiente
Formazione
Polignano
lega
religione
e turismo
Spiagge “ripulite”
Nel mercato
del lavoro
anche
opportunità
STAGNANI A PAG. 18
SERVIZI A PAG. 11
A PAG. 9
2
9-15 giugno 2012
Rapporti
In Puglia spesa procapite di , euro
La spesa del SPA nelle Regioni italiane, anno
Nel pubblico
più soldi
al centro-nord
Quota % su totale Italia
*
,
.
.
,
Veneto
.
,
Friuli-Venezia Giulia
.
,
Liguria
.
,
Emilia Romagna
.
,
,
,
Marche
.
,
Lazio
.
,
Variazione %
Provincia di Trento
.
,
/
Provincia di Bolzano
.
,
.
,
*
,
,
-
Trasformazione a tempo
indeterminato di contratto di
apprendistato
.
.
,
,
- ,
Totale Centro-Nord
,
. Fonte: Elaborazione IPRES su dati INPS.
funzionali: il % per i servizi generali ( miliardo
di euro), il % per l’istruzione (
milioni di euro) e il % per gli affari economici (
milioni di
euro) e la protezione dell’ambiente (
milioni
di euro).
Con riferimento ai enti pugliesi a partecipazione pubblica censiti dal nucleo regionale CPT la
spesa complessiva nel
si è attestata su ,
miliardi di euro ( , miliardi di euro nel
).
Sono aumentate leggermente le spese connesse
alla protezione dell’ambiente, alla sanità, all’i-
Abruzzo
.
,
Molise
.
,
Campania
.
,
Puglia
.
,
Basilicata
.
,
Calabria
.
,
Sicilia
.
,
Sardegna
.
,
.
,
.
,
Totale Sud
Totale Italia
.
Fonte: CPT – Elaborazioni IPRES.
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* Imprese con 10 dipendenti e più; sono escluse le seguenti attività: agricoltura, pesca, P.A.,
attività domestiche. Elaborazione IPRES su dati Eurostat - Labour Cost Survey.
centuale della spesa relativa ai singoli livelli di governo la differenza maggiore tra il Centro-Nord
e il Mezzogiorno del Paese è riferibile al “peso”
della spesa delle imprese pubbliche locali, pari in
media all’ % della spesa totale nelle Regioni del
Centro-Nord a fronte di un % nel Mezzogiorno
d’Italia. Sono questi alcuni dei dati più significativi
che emergono dall’annuario statistico regionale
Puglia in Cifre
, realizzato dall’Istituto Pugliese di Ricerche Economiche e Sociali.
Entrando nel dettaglio della Regione Puglia
il % della spesa totale del Spa è stata rappresentata nel
da “spesa corrente”, solo il
restante % è stato destinato agli investimenti.
Con riferimento alla disaggregazione della spesa
del Spa per livello di governo in Puglia prevale la
spesa delle amministrazioni centrali ( , miliardi di euro, %), seguita da quella delle imprese
pubbliche nazionali ( miliardi di euro, %), delle amministrazioni regionali ( , miliardi di euro,
%), delle amministrazioni locali ( , miliardi di
euro, %) e delle imprese pubbliche locali ( , miliardi di euro, %).
In Puglia i , miliardi di spesa delle amministrazioni centrali si concentrano prevalentemente nelle funzioni protezione sociale ( , miliardi
di euro, %), nei servizi generali ( , miliardi di
euro, %) e nell’istruzione ( , miliardi di euro,
%). La spesa delle amministrazioni regionali è
relativa per l’ % al settore sanitario ( , miliardi
di euro) e per il % agli affari economici (
milioni di euro).
La spesa delle amministrazioni locali risulta
maggiormente distribuita tra le varie divisioni
,
Lombardia
.
.
N
.
Valle d’Aosta
Umbria
.
el
il % della spesa del Settore pubblico allargato italiano si è concentrato
nel Centro-Nord del Paese (
miliardi di
euro), solo il % nel Mezzogiorno d’Italia (
miliardi di euro). La spesa pro-capite delle Regioni
del Centro-Nord registra un valore medio decisamente superiore a quello delle Regioni del Mezzogiorno: rispettivamente e euro. La Regione Puglia, con una spesa pro-capite del Spa pari
a € , , è preceduta solo dalla Campania (€ ) e
dalla Sicilia (€ , ). In relazione all’incidenza per-
Piemonte
.
Apprendistato
* I semestre
Spesa SPA pro-capite
(euro pro capite)
Toscana
Numero medio annuo di beneficiari di politiche attive
Valori assoluti
Totale Spesa SPA
(milioni di euro)
Regioni
struzione e alle attività ricreative. Sono sensibilmente diminuite, invece, le spese relative alle
funzioni abitazioni e territorio, affari economici e
attività non ripartibili.
Per quanto riguarda le singole categorie economiche è stato riscontrato come la gran parte
della spesa corrente sia relativa all’acquisto di
beni e servizi (
milioni di euro nel
) e al
personale (
milioni di euro nel
a fronte di
milioni nel
).
Per la Puglia, poi, si evidenziano un elevato
potenziale in termini di consolidamento dell’edemocracy, considerando il primato relativo alla
copertura della banda larga nel
, la programmazione strategica sull’e-government dei comuni
pugliesi e l’intensa programmazione regionale.
Nell’ultimo decennio, inoltre, le Università pugliesi hanno attribuito una valenza strategica allo
sviluppo di sinergie e interazioni con il tessuto economico produttivo, il sistema politico istituzionale e il contesto civile e culturale del territorio
di riferimento. Il progetto della Federazione del
sistema universitario lucano-molisano-pugliese è
nato dalla comune esigenza di rafforzare il ruolo
delle Università meridionali nel loro territorio, valorizzandone la presenza in ambito locale attraverso: una migliore qualità, efficienza ed efficacia
sia dell’attività didattica e dell’offerta formativa,
sia dell’attività di ricerca e di trasferimento tecnologico, una razionalizzazione della distribuzione delle sedi universitarie e un migliore utilizzo
delle strutture e delle risorse.
FABIO TRAVERSA
Da migliorare media occupati
Apprendisti
Poco spazio
G
li apprendisti occupati a
livello medio nella Unione
Europea dei
Paesi membri
sono pari a circa il
per
dipendenti. L’Italia si colloca
al di sopra di tale valore ( ,
per
dipendenti) ma nettamente distante dai valori di Paesi quali la Germania, l’Austria,
la Danimarca e la Slovacchia,
che hanno un sistema fortemente orientato sull’apprendistato come strumento che integra formazione ed esperienza
professionale e favorisce l’ingresso dei giovani nel mondo
dell’impresa già a partire dalla
fascia di età - anni.
Con riferimento al modello
di transizione scuola-lavoro,
come si legge nell’annuario
statistico dell’Ipres, in Puglia
il numero medio dei rappor-
ti di lavoro in apprendistato
è pari a circa mila nel
(- .
circa rispetto al
).
Il numero medio di rapporti di
lavoro degli apprendisti in età
anni ammonta a circa
mila (- .
circa rispetto
al
). Il numero medio di
rapporti di lavoro in apprendistato nelle aziende artigiane
ammonta a circa mila, poco
più di un terzo del totale (- %
rispetto al
).
Appena un terzo degli apprendisti iscritti alle attività di
formazione pubblica termina
il percorso formativo, con un
tasso di successo che non supera la metà di quello medio
nazionale. Non vi è alcuna attività formativa pubblica per
apprendisti minori in Puglia.
Nelle piccole imprese si con-
Rapporti
Speranza di vita alla nascita, per sesso (anni)
Principali indicatori dell’apprendistato in Puglia
Puglia
Maschi
Quota % su italia
Principali Indicatori
Puglia
Numero medio di rapporti di lavoro in
apprendistato
di cui apprendisti
-
.
.
,
,
.
.
,
,
.
.
,
,
,
,
,
,
-
in aziende artigiane
quota in aziende artigiane
,
Apprendisti iscritti alle attività di
formazione pubblica
,
.
.
Tasso di copertura % (iscritti/occupati)
,
,
,
Tasso % di successo (apprendisti
terminati/iscritti)
,
,
,
,
,
,
-
-
,
-
,
Femmine
Mezzogiorno
,
-
anni
-
Italia
-
,
-
,
-
,
-
,
.
Risorse spese per l’apprendistato
(migliaia euro)
.
.
Capacità di spesa (%)
Quota di risorse proprie su altre risorse
(POR e Nazionali)
.
,
,
nd
,
Attività formative per apprendisti
minori finanziate
-
Quota % apprendisti minori su totale
apprendisti
,
,
Mezzogiorno
Italia
,
-
,
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,
-
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-
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-
Apprendisti minori occupati
Puglia
-
,
Risorse per l’apprendistato impegnate
(migliaia di euro)
3
9-15 giugno 2012
-
-
,
,
,
,
Fonte: Elaborazioni IPRES su dati ISFOL, INPS.
,
Fonte: ISTAT, SVIMEZ.
Mediterraneo in controtendenza
Italia: Paese
per anziani
Variazioni percentuali e fattore moltiplicativo
per taluni periodi temporali
Censimenti
Italia
Nord-Ovest
Nord-Est
Centro
Mezzogiorno
Puglia
variazioni percentuali
Var.
/
,
,
,
Var.
/
,
,
,
Var.
/
,
,
,
Var.
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,
,
,
/
,
,
,
,
,
,
,
,
,
,
,
,
,
,
,
,
,
,
fattore moltiplicativo
L’utilizzo del contratto nella
fase di crescita aumenta,
mentre diminuisce
nella fase di crisi
/
,
,
,
,
,
,
/
,
,
,
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,
,
/
,
,
,
,
,
,
* Dati di anagrafe. Fonte: ISTAT, SVIMEZ.
centrano oltre i due terzi delle
assunzioni previste (I trimestre
) per gli apprendisti,
mentre nelle grandi imprese
si concentra il , %. Con riferimento ai settori produttivi
è interessante osservare che
circa il % dei contratti di apprendistato è concentrato in
tre settori: commercio all’ingrosso e al dettaglio, riparazione di diverse tipologie di
beni; industria manifatturiera
e costruzioni.
La quota di apprendisti sul
totale dei lavoratori dipendenti in Puglia è nettamente
superiore a quella media delle ripartizioni Nord e Mezzogiorno del Paese, mentre è
sostanzialmente in linea con
i valori medi della ripartizione
Centro del Paese.
Tuttavia, nel periodo
, la quota di apprendisti
in Puglia diminuisce molto più
velocemente delle ripartizioni Nord e Centro del Paese,
mentre risulta sostanzialmente simile a quella del Mezzogiorno.
L’utilizzo del contratto di
apprendistato sembra avere
un effetto pro-ciclico: nella fase di crescita aumenta, mentre diminuisce nella fase di crisi economica e occupazionale.
Le politiche attive in favore
dell’apprendistato dovrebbero, quindi, essere costruite in
modo da poter essere utilizzate anche come politiche anticicliche, particolarmente importanti per i giovani nella fase di
transizione scuola-lavoro.
f.t.
L’
Italia si colloca ai primissimi posti per l’incidenza degli anziani e agli ultimi per i tassi
di natalità e fecondità: una vera e propria “emergenza demografica”. Strutturalmente la popolazione italiana ha visto mutare radicalmente
la propria “piramide della popolazione”: da una
massiccia consistenza delle classi infantili e giovanili a una struttura “a salvadanaio” in cui le
persone più mature sono quelle maggiormente
rappresentate. Già sul finire degli anni Settanta
il livello minimo di sostituzione generazionale
madre-figlia non si raggiungeva più e ha toccato,
nel
, il valore di , figli per donna.
L’area a sud del Mediterraneo ha espresso
dal
al
un tasso d’incremento di oltre il
% (con una proiezione, dal
al
, pari a
, %). Da evidenziare, inoltre, una consistenza
demografica di oltre milioni di persone tra i
ei
anni. Particolare attenzione merita, quindi,
questa stretta correlazione tra le dinamiche demografiche future delle aree di emigrazione e quelle
d’immigrazione del bacino del Mediterraneo.
Interessanti alcune stime dell’evoluzione della
popolazione pugliese al
: l’indice di dipendenza strutturale (persone inattive per motivi anagrafici/persone in età da lavoro) raggiungerà il %
( , % nel
); l’indice di dipendenza degli anziani (over /persone in età da lavoro) raggiungerà il
, % ( , % nel
); l’indice di vecchiaia (over /
under ) raggiungerà il
, % ( , % nel
); il
peso delle persone fino ai anni scenderà fino a
rappresentare l’ , % della popolazione totale
( , % nel
), quello delle persone tra i e i
anni scenderà al , % ( , % nel
), quello degli over
anni salirà fino al , % ( , % nel
) e quello degli over
anni triplicherà, passando dal % nel
al , % nel
.
Il processo demografico in atto nei Paesi a
sviluppo avanzato pone il mondo occidentale di
fronte a due sfide di primaria importanza. Da un
lato si impongono politiche di gestione delle classi demografiche più avanti negli anni e di sostegno alle giovani generazioni attraverso modelli
di welfare per l’infanzia e la famiglia, dall’altro
necessitano sempre più “raffinati” strumenti di
f.t.
integrazione degli immigrati.
4
Rapporti
9-15 giugno 2012
Allarme Svimez – Nell’arco di
anni il Sud sarà ancora più dipendente dal Nord
Il Meridione invecchia
e “lentamente muore”
CRESCITA DELLA INOCCUPAZIONE
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Occupati
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Disoccupati
Inattivi
SERVE ANCORA STUDIARE IN ITALIA?
Tasso di passaggio dalle scuole superiori all’università
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Centro-Nord
Mezzogiorno
MARIO DRAGHI
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“G
li anziani aumentano, gli uomini
più giovani fuggono, le donne mettono al
mondo sempre meno figli. Con
queste premesse il Mezzogiorno corre il rischio concreto di
essere travolto da un vero e
proprio tsunami demografico”. Questa è la drammatica
prospettiva evocata da Luca
Bianchi, vicedirettore della Svimez, al Festival dell’economia
che si è tenuto la settimana
scorsa a Trento,
Di questo passo il Mezzogiorno, che era una delle regioni più giovani d’Europa,
nell’arco di quarant’anni si
trasformerà – è la previsione
di Luca Bianchi – in un’area
cronicamente debole con una
crescente quota di anziani. E di
conseguenza sarà economicamente sempre più dipendente
dal resto del Paese, a sua volta
notevolmente invecchiato.
Da cinque anni, dal Rapporto
sull’economia nel Mezzogiorno, la questione giovanile è uno dei temi centrali
sui quali si focalizza l’attività di
ricerca della Svimez. Che anno
dopo anno, nel Rapporto e in
approfondimenti tematici condotti in prima persona da Bianchi, ne registra l’evoluzione. Una questione le cui dimensioni
numeriche attuali sono state
indicate la settimana scorsa
dal vicedirettore della Svimez
al Festival dell’Economia.
L’istantanea:
gli anziani
aumentano,
i ragazzi
fuggono e le
donne non
fanno figli
Nell’ultimo decennio il totale degli emigrati dal Sud verso
il Centro-Nord, ha sottolineato
Bianchi, è ammontato a un milione e trecentocinquantamila.
Nello stesso arco di tempo, i
rientri sono stati
.
. Il
saldo migratorio netto è stato
quindi di
.
individui, la
metà dei quali sotto i anni di
età. “Per il Mezzogiorno, questa è stata una perdita di capitale umano di dimensioni bibliche”, ha commentato Bianchi.
Bisogna fare attenzione però, ha ammonito il vicedirettore della Svimez, a interpretare
correttamente il fenomeno. La
scelta di lasciare la propria località di residenza nel Sud può
rispondere, a livello individuale, al bisogno di affermazione
delle proprie capacità e al desiderio di migliorare reddito
e condizione sociale. Nel qual
caso resta un fatto privato.
Ma, se l’emigrazione è la
conseguenza obbligata di una
drammatica carenza occupazionale nel Mezzogiorno e si
trasforma quindi in una tendenza generalizzata che coinvolge centinaia di migliaia di
giovani meridionali, sottolinea
Luca Bianchi, allora l’allarme
sociale ed economico è più che
giustificato.
Che cosa c’è all’origine del fenomeno? Non, o non soltanto,
la carenza di risorse finanziarie.
Non è questo, secondo il vicedirettore della Svimez, il maggiore ostacolo allo sviluppo delle
regioni meridionali. Penalizzate
invece prima di tutto da “regole formali o informali che limitano la certezza del diritto”. E
che “incidono negativamente
sul grado di concorrenza dei
mercati, sull’efficienza dei servizi di pubblica utilità, sulla dotazione di infrastrutture e di
capitale umano”.
Il Sud sostanzialmente soffre, a giudizio di Luca Bianchi,
di una cattiva qualità dello
sviluppo e, al tempo stesso, di
una cattiva qualità, oltre che
delle norme, anche dei comportamenti dei soggetti istituzionali. Due limiti che, combinati insieme, danno origine a
un equilibrio di basso profilo.
“Che il Mezzogiorno deve riuscire a superare – auspica – per
uscir fuori da una condizione
di minorità”.
ORESTE BARLETTA
L’esempio francese
Dalla Bce a Bankitalia
Un contratto
fra due
generazioni
L
Le istituzioni:
serve
un ricambio
N
o hanno chiamato “contratto fra generazioni”. Al momento è ancora un progetto che si
propone di favorire l’occupazione dei giovani e
al tempo stesso il mantenimento in attività degli
anziani. Su di esso François Hollande aveva puntato nella campagna per le presidenziali. Entro la
fine dell’anno sarà sottoposto all’esame del Parlamento francese.
Se realizzato, il progetto consentirà a un’azienda di assumere a tempo indeterminato un giovane di meno di anni affidandolo a un dipendente ultracinquantacinquenne con funzioni di tutor. All’azienda, per anni, sarebbero azzerati gli
oneri sociali per il giovane e ridotti per l’anziano.
Dal
questo meccanismo è applicato in una media azienda di componentistica per l’industria aeronautica, la Supratec, nel dipartimento
dell’Essonne, con un fatturato annuo di
milioni e
dipendenti.
“Il contratto fra generazioni – ha detto Hollande in visita alla Supratec, come ha riferito ‘Le
Monde’ – non può essere applicato automaticamente a tutte le aziende, ma deve essere adattato alle singole situazioni. Per i giovani non si
tratterebbe solo di un periodo di formazione,
ma di una forma di apprendimento che potrebbe
portare a un diploma”.
Lo stanziamento annuo dovrebbe essere di miliardi. Secondo il ministro del Lavoro Michel
Sapin, questa misura potrebbe permettere la creazione di mezzo milione di posti di lavoro.
o.b.
elle ultime settimane la questione giovanile è stata al centro del dibattito sui temi
economici. Il presidente della Banca centrale
europea Mario Draghi ha rilevato che il modello sociale europeo sul mercato del lavoro
“è iniquo nei confronti dei giovani”, che per
questo motivo “sono gravati di un’eterna
flessibilità senza speranze di stabilizzazione”.
Lamentando poi che le imprese non investono
nei giovani, “il cui capitale umano spesso si deteriora in impieghi di scarso valore”. E questo è
“uno spreco che non possiamo permetterci”.
Il governatore della Banca d’Italia Ignazio
Visco ha auspicato, concludendo le sua considerazioni finali all’assemblea del maggio,
che “la politica assicuri la prospettiva di un
rinnovamento profondo che coltivi la speranza e vada incontro alle aspirazioni delle generazioni più giovani”.
Il nuovo presidente di Confindustria Giorgio Squinzi nella sua relazione all’assemblea
del
maggio ha detto testualmente: “Se
non apriamo ai giovani nuove possibilità di
occupazione e di vita dignitosa, la partita è
persa. Non solo per loro, ma per l’Italia”.
E, nel presentare il Rapporto
, il presidente dell’Istat Enrico Giovannini ha esortato
le forze politiche e sociali a “pensare ai giovani, un potenziale innovativo che trova enormi
difficoltà ad esprimersi”.
o.b.
Rapporti
5
9-15 giugno 2012
ESCLUSIONE DAI PROCESSI DI SVILUPPO DEI GIOVANI AL SUD
Tasso di occupazione
-
anni
Ripartizioni
Maschi
Femmine
Totale
Maschi
Femmine
Totale
Mezzogiorno
,
,
,
,
,
,
Centro-Nord
,
,
,
,
,
,
Italia
,
,
,
,
,
,
L’intervista – Luca Bianchi, vicedirettore della Svimez: favorire subito la crescita
Si rischia uno “tsunami”
che spazzerà via il futuro
“Q
uando ho confrontato
i dati della popolazione delle due grandi ripartizioni
del Paese nel
con quelli
del
ho avuto chiara la dimensione dello spopolamento
del Mezzogiorno. Un processo
già in atto, un’onda lunga in
movimento che evoca l’immagine di uno tsunami che rischia
di “sommergere” (in senso
economico e sociale) l’intero
Meridione”.
Luca Bianchi, in questa intervista rilasciata a “La Gazzetta
dell’Economia”, spiega così il
motivo della preoccupazione
per le drammatiche prospettive dei giovani meridionali e
indica alcune strade che, a suo giudizio, dovrebbero essere
percorse per bloccare il crollo
demografico e riattivare lo sviluppo del Mezzogiorno.
Dottor Bianchi, quali indicazioni forniscono i dati ai quali
ha fatto riferimento?
“Ci dicono che in quell’arco di tempo la popolazione
del Centro-Nord è cresciuta
di quasi due milioni e mezzo di abitanti mentre nel Sud
l’aumento è stato di appena
.
persone rispetto a una popolazione di circa venti
milioni. Uno squilibrio di dimensioni tali che richiede con
urgenza una riflessione approfondita sulle cause che lo hanno determinato”.
E quali sono le ragioni di un
così forte squilibrio?
“In primo luogo l’emigrazione, oggi profondamente diversa da quella di cinquant’anni
fa. Allora partivano i contadini,
spinti dall’esiguità dei redditi e
attratti da un Nord in pieno boom economico; in questi ultimi
anni se ne sono andati i giovani più acculturati, alla ricerca
di posti di lavoro più adeguati
alla loro formazione scolastica
o universitaria”.
Altre cause dello squilibrio?
“L’arresto della crescita
economica, già debole nel
Mezzogiorno prima della crisi
mondiale, ha comportato riduzione degli investimenti, calo
dei profitti delle imprese, crollo dell’occupazione in tutto il
Paese. Tanto è vero che l’aumento della disoccupazione
giovanile è stato di dimensioni simili sia al Nord sia al Sud,
anche se il dato di partenza da
questa parte dell’Italia era grave già prima”.
Però l’emigrazione dei diplomati e dei laureati verso
il Centro-Nord non si è arrestata…
“In tempi di crisi generalizzata si è ridotta un po’. Ma, se
si aggiungono i pendolari di
lungo raggio (che per due terzi
sono giovani), gli effetti determinati dalla fuga dei cervelli
sono ancora più pesanti per un
territorio che sconta già la presenza di centinaia di migliaia di
disoccupati e di ‘scoraggiati’.
Di fronte a un fenomeno di
questa dimensione non credo
sia esagerato parlare di tsunami demografico. Né appare
eccessivo sorprendersi per il
fatto che, fortunatamente, il
Mezzogiorno non sia esploso”.
In presenza di un quadro
così drammatico, come si potrebbe far ripartire la crescita
nel Mezzogiorno e scongiurare la prospettiva di un ulteriore spopolamento dell’area?
“La prima condizione è il
riavvio della crescita economica. Che è fondamentale, ma
da sola non basta. È cruciale
anche il rinnovamento della
politica, come camera di compensazione dei bisogni dei cittadini; e della società, che deve
favorire la nascita e la crescita
di organismi di rappresentanza. Un rinnovamento che,
in entrambi i casi, dovrebbe
porsi l’obiettivo di valorizzare
il capitale umano dei giovani
stimolando e agevolando la
loro presenza negli organismi
rappresentativi della politica,
delle professioni, del mondo
produttivo”.
Tutto questo è sufficiente?
“Sarebbe già un buon punto
di partenza. E poi, certo, servirebbe una forte politica per la
crescita, con un sostegno pub-
blico agli investimenti materiali e immateriali. Riorientando
e concentrando l’impiego dei
fondi strutturali europei, che
sinora in molti casi (anche per
responsabilità delle classi dirigenti locali) sono stati utilizzati male. E tenendo in conto
il grande capitolo del rilancio
dell’occupazione”.
Sì, ma come?
“Bisogna puntare su settori
in grado di attivare opportunità di lavoro per i giovani in
possesso di una formazione
di livello elevato. Penso alle
fonti di energia (in particolare le rinnovabili), alla riqualificazione delle costruzioni in
chiave di efficienza energetica,
alla mobilità sostenibile e alle
reti urbane, alle filiere agroalimentari (soprattutto quelle
con una prospettiva mediterranea). E inoltre alla riqualificazione urbana e ambientale,
all’industria culturale e turistica, all’impresa sociale”.
Si può pensare anche a incentivi per le imprese che assumono giovani?
“Sono sicuramente utili.
Quest’anno finalmente decolla
il credito d’imposta legato alle
nuove assunzioni. Con alcune
limitazioni, è vero. E con uno
stanziamento abbastanza contenuto. Ma, comunque, è già
qualcosa”.
A questo proposito, ritiene
che uno strumento come il
“contratto fra generazioni”
sostenuto dal nuovo presidente francese potrebbe avere
successo se fosse introdotto
in Italia?
“Sembra essere un’interessante forma di patto intergenerazionale. Nelle quattro
regioni dell’obiettivo convergenza potrebbe forse favorire
un abbassamento del costo
del lavoro. Però, più in generale, credo che per noi la strada
giusta per favorire i giovani sia
quella dell’apprendistato. Un
tema sul quale, soprattutto nel
Mezzogiorno, si potrebbe fare
qualcosa di più”.
o.b.
LUCA BIANCHI
Barroso – Il dramma giovanile
Disoccupazione
problema grave
N
elle sue recentissime raccomandazioni ai governi dell’UE,
il presidente della commissione europea José Manuel Barroso ha sottolineato che in Italia la disoccupazione, soprattutto
giovanile, è “un problema grave” sul quale è necessario “intervenire al più presto”. In particolare, “anche se non esiste un
rimedio immediato”, Barroso suggerisce di adottare “ulteriori
misure per migliorare la pertinenza del percorso formativo rispetto al mercato del lavoro anche attraverso incentivi per l’avvio di nuove imprese e per le assunzioni di dipendenti”.
o.b.
Giovannini – Dato allarmante
C’è poco lavoro
e pure precario
O
ggi oltre un terzo dei giovani fra i e i
anni – ha detto
il presidente dell’Istat Enrico Giovannini – ha un lavoro a
tempo determinato, contro un valore medio del , %. Il divario fra il tasso di occupazione totale e quello dei giovani, che
nel
era di , punti percentuali, è salito a quasi
punti.
Vent’anni fa la disoccupazione giovanile era una fase di passaggio verso il lavoro stabile. Oggi è caratterizzata dall’alternanza
con il lavoro precario”.
o.b.
6
9-15 giugno 2012
Lavoro
Capitanata – Le figure di esperti qualificati sono rare ma necessarie
Per l’agricoltura
si cercano
i professionisti
N
elle campagne si cercano con il
lanternino gli operai specializzati.
Ormai scarseggiano un po’ dappertutto, le aziende quando ce li hanno
non se li fanno scappare e alcuni vengono
pagati anche profumatamente alla faccia
di chi sostiene che il lavoro bracciantile
non renda più. In Capitanata, ad esempio,
prima provincia agricola del Mezzogiorno,
c’è un’assoluta carenza di potatori in tutto
il circondario. Alcuni sono stati fatti arrivare dall’estero: i diplomati dell’unico corso
di formazione organizzato dalla Provincia,
sei anni fa, hanno trovato lavoro il giorno
successivo alla conclusione dell’esame. E
qualcuno già lavorava prim’ancora di aver
conseguito il patentino. Ma stessa richiesta
hanno figure come i conduttori di trattori,
i fresatori (specializzati nella lavorazione
del terreno), gli addetti di stalla e figure
più generiche ormai appannaggio solo dei
lavoratori extracomunitari molti dei quali
però dopo pochi giorni già lasciano.
Del problema se ne fa carico il nuovo
contratto provinciale per il lavoro agricolo,
in discussione fra le organizzazioni professionali agricole di Coldiretti, Cia e Confagricoltura e i sindacati di categoria Flai Cgil, Fai
Cisl e Uila Uil. Nella piattaforma viene posta
al primo punto di discussione la necessità
che il variegato mondo agricolo in Capitanata (si coltiva di tutto, dal grano duro,
al pomodoro da industria alle più diverse
Le organizzazioni di
categoria impegnate
nella discussione sul
contratto provinciale
sperano nei corsi di
formazione
specie orticole) si doti al più presto di figure professionali all’altezza della situazione
uscite dai corsi di formazione professionale
che sindacati e imprese organizzeranno “a
breve”, d’intesa con l’assessorato provinciale al Lavoro e alla Formazione professionale. L’argomento è stato affrontato
nel corso del primo tavolo di confronto sul
nuovo contratto, al pari della possibilità
che associazioni e sindacati si dotino di una
consulta provinciale sulle professioni che
consenta di attuare una verifica periodica
sui passi in avanti di attuazione del nuovo contratto. “L’impostazione di base del
nuovo contratto riteniamo possa essere
largamente condivisa – spiega Onofrio Giuliano, presidente di Confagricoltura Foggia
– il nuovo contratto di lavoro deve tener
conto delle esigenze che si manifestano
quotidianamente in campagna e non può
soltanto discutere di adeguamento salaria-
le, misura anche questa comunque prevista nel nuovo pacchetto di riforme”.
Ma il punto dolente è sulle professioni,
sulla forzalavoro che scarseggia al di là degli eserciti di “generici” che affollano ogni
anno le campagne del Foggiano, specie
durante la stagione per la raccolta del pomodoro. La questione viene sintetizzata
così dal presidente della Cia (confederazione italiana agricoltori) Salvatore Carrabba: “Molto spesso le aziende si trovano
costrette ad assumere molta manovalanza senza alcuna conoscenza del lavoro in
campagna perché non riusciamo a trovare
di meglio. E, di questo passo, il lavoro in
agricoltura rischia sempre più di sprofessionalizzarsi e di perdere quella identità
di base che ha permesso all’agricoltura di
evolversi nel nostro paese e di diventare
la prima fonte di reddito in questo paese”.
Il responsabile della Cia in Capitanata ha
perciò invitato i colleghi ed i sindacati dei
lavoratori a “fare in fretta” per la firma
del contratto: “Non abbiamo un minuto
da perdere – aggiunge – l’agricoltura oggi
ha la funzione di prendere per mano l’economia provinciale in un momento di crisi
profonda. Se ci fermiamo noi, si ferma l’intera economia provinciale. È il momento di
affrontare con decisione quelle scelte che
abbiamo rinviato per troppo tempo”.
MASSIMO LEVANTACI
Il nuovo contratto – Qualità dei prodotti e sicurezza per gli addetti
A
i mila lavoratori agricoli
iscritti negli elenchi anagrafici dell’Inps viene posta davanti
oggi l’opportunità di cambiare
regole e consuetudini del mercato del lavoro in Capitanata.
Naturalmente la sfida del nuovo
contratto non è rivolta soltanto
a loro, ma riguarda anzi in forma prioritaria i datori di lavoro
che devono abbandonare la logica del ricorso al lavoro nero
oltre ad altre “derivazioni” che
hanno finito con l’inquinare le
procedure d’ingaggio della manodopera come il caporalato.
Il rinnovo del contratto di
lavoro costituisce insomma
un’opportunità per gli uni e per
gli altri in un momento di crisi
nera anche per l’agricoltura, un
settore però che a differenza
degli altri sente di poter uscire
da sola dal tunnel basandosi
sulle proprie forze tutt’altro
che scarse. La Capitanata è la
provincia italiana che produce più grano duro ( milioni di
quintali la stima di quest’anno), pomodoro da industria (
milioni), area di eccellenza di
produzioni come l’asparago, il
broccoletto e poi tutto il campionario delle orticole nasce e
si sviluppa in questi territori.
Ci sono pochi periodi liberi durante la campagna foggiana,
il lavoro è assicurato per quasi
tutto l’anno come hanno capito
molti lavoratori extracomunitari che, arrivati per trascorrere
solo qualche giorno e realizzare
guadagni nella raccolta del po-
Ma ora basta
con il lavoro
senza regole
modoro, si sono poi stabilizzati
e messo su famiglia un fenomeno presente soprattutto nel
basso Tavoliere fra Orta Nova,
Stornara e Carapelle.
Dunque il contratto cerca di
fotografare questa nuova visione del mondo agricolo nel Tavoliere delle Puglie, ma focalizza
anche un altro aspetto del problema finora ampiamente trascurato: “Bisogna puntare non
solo sulla quantità di prodotto
da immettere sul mercato, ma
migliorare la qualità del lavoro
nelle professioni, nella legalità
contrattuale, nella tutela a salvaguardia delle risorse ambientali, nel rispetto dei valori etici,
nella ricerca, nella tracciabilità
dei prodotti, nella prevenzione
e sicurezza del lavoro”.
Per poter affrontare insieme
le problematiche del lavoro a-
gricolo – rilevano i sindacati – è
necessario impostare migliori
relazioni sindacali tra le parti.
“Dobbiamo confrontarci periodicamente con le organizzazioni agricole e non soltanto quando c’è da firmare un contratto
– commenta Daniele Calamita,
segretario della Flai Cgil – il
mondo del lavoro cambia rapidamente anche in agricoltura e
noi non possiamo ricordarcene
soltanto ogni quattro anni. Il
contratto dà la retta via, ma non
possiamo ignorare – aggiunge il
sindacalista – che il sommerso
in agricoltura è fortissimo e che
i datori di lavoro molto spesso
girano la testa dall’altra parte
per non accorgersene. Sarà pure fisiologico il ricorso al lavoro
nero, ma non è una giustificazione per lasciar stare le cose al
loro posto”.
“La concertazione – leggiamo dalla piattaforma – non
dev’essere legata al solo rinnovo del contratto, ma deve continuare ad essere l’elemento portante per affrontare insieme nei
confronti delle sedi istituzionali
(tavolo verde) i temi dello sviluppo e l’uso delle risorse previste nel Piano di sviluppo rurale,
il concreto rilancio del Dare (distretto tecnologico agroalimentare: ndr) e del distretto Terre
Federiciane. Il completamento
della filiera agroalimentare deve interagire con le altre strutture collegate in modo da poter
offrire alle imprese maggiori
garanzie sulla collocazione dei
prodotti e stabilità occupazionale ai lavoratori dipendenti”.
Per contrastare il lavoro irregolare sindacati e datori di lavoro
prevedono un innalzamento
delle garanzie contrattuali in
materia economica, con un aueuro lordi
mento salariale di
al mese e poi l’adozione delle
regole a cominciare dalla legge
regionale
dell’ottobre
per contrastare il lavoro irregolare. “All’atto dell’assunzione
– viene ribadito nella piattaforma – l’azienda deve rilasciare al
lavoratore la comunicazione di
avvenuta assunzione riportando la denominazione dell’azienda, il periodo di lavoro, le mansioni, le giornate e il salario da
corrispondere direttamente al
lavoratore e non come spesso
succede a intermediari”.
m.l.
La sede di Confagricoltura Foggia dove è in corso la trattativa
Lavoro
9-15 giugno 2012
7
Un lavoratore negli arenili di Margherita di Savoia
Occupazione – Allarme sindacati
Per 2.000, cig
agli sgoccioli
D
La protesta dei cassintegrati a Foggia
La trattativa sindacati-imprese per il nuovo contratto di lavoro
ivampa l’emergenza lavoro in Capitanata, il dramma della cassa integrazione
agli sgoccioli colpisce oggi non
meno di mila lavoratori che
temono di perdere il sussidio
già dalla fine di giugno. È un
problema che colpisce tutta
la Puglia, accreditata dal ministero (nell’ambito dell’accordo
Stato-Regione) di un fondo di
appena
milioni di euro rispetto ai
milioni di euro richiesti per coprire il budget di
spesa fino al dicembre
.
I sindacati di Cgil, Cisl e Uil
hanno lanciato l’allarme al
prefetto di Foggia: nel
il
dato delle crisi aziendali si è
infatti aggravato, passando
da , milioni ore di cig richieste nel
a , milioni di ore
dell’ultimo anno. “Ma mentre
diminuiscono le ore di cassa
ordinaria per l’esaurimento del
periodo concesso – sottolineano Cgil, Cisl e Uil – aumentano
in maniera progressiva la cassa straordinaria e in deroga”.
La cig straordinaria nel
è
così cresciuta del , % (pari a
, milioni di ore) e del
, %
quella in deroga ( milioni di ore) rispetto all’anno precedente. “E non lasciano presagire
nulla di positivo – sottolineano
ancora Cgil, Cisl e Uil – i primi
dati parziali del
: ad aprile,
rispetto a gennaio
, la cassa integrazione straordinaria è
aumentata del
, %, mentre
quella in deroga del
%”.
Numeri che si ripercuotono
su altre sofferenze di cui oggi
è vittima la Capitanata come
l’aumento delle sofferenze
creditizie e dei protesti passati
da a
milioni di euro in un
solo anno. “Ci sono famiglie
– sottolinea la Cgil – che non
riescono più a pagare i mutui, a onorare le finanziarie, alle
quali si è fatto enormemente
ricorso a fronte di una progressiva perdita di potere d’acquisto di salari, stipendi, pensioni.
Quella di Foggia tra il
e il
è l’ottava provincia in Italia per l’aumento dell’indebitamento medio per famiglia, che
sfiora i .
euro e ha visto
una crescita del
, %”. “Oltre
quattro milioni di ore di cassa
integrazione – rileva la segretaria della Cgil, Mara De Felici
– significano un danno per le
tasche dei lavoratori di Capitanata di circa milioni di euro.
Soldi sottratti alle famiglie, ai
consumi, all’economia della
provincia”.
Dall’accordo
sottoscritto
con la Regione sugli ammortizzatori sociali ad aprile, è emerso come il Ministero del Lavoro destinerà alla Puglia una
parziale copertura di circa
milioni di euro a fronte dei
richiesti dal Governo regionale. “Alla data odierna – ricordano Cgil Cisl Uil – il % dei fondi
promessi sono già impegnati a
causa dell’aumento della Cig e
delle mobilità in deroga, atteso
che il cofinanziamento regionale a carico del Fondo Sociale
Europeo è stato già tutto utilizzato. Inoltre, non è spiegabile
che la Regione Puglia ad oggi
non abbia ancora completato il
pagamento degli ammortizzatori sociali in deroga del secondo semestre
e del primo
quadrimestre
”.
I lavoratori sono rassegnati,
umiliati: “Non ci permettono
nemmeno più di lavorare in
nero – hanno denunciato nel
corso di una manifestazione a
Foggia – lo Stato non ci paga
più il sussidio, siamo senza lavoro e non possiamo nemmeno
procurarcene un altro perché i
controlli sono diventati asfissianti. Vogliono la nostra fine”.
m.l.
Le limitazioni per la raccolta estiva
Nuovi voucher
e meno lavoro
“C
on la riforma dei voucher in agricoltura non sarà più possibile per centomila pensionati, studenti e cassintegrati arrotondare il proprio reddito nelle campagne di raccolta di
frutta, verdura, olive o vendemmia con i voucher, come hanno
fatto fino ad ora dall’estate
”. È l’allarme lanciato dalla Coldiretti in vista dell’imminente campagna di raccolta estiva nel
corso dell’iniziativa di sensibilizzazione davanti al Senato, in occasione della ripresa della discussione sulla riforma del lavoro
che prevede la cancellazione di fatto dei voucher in agricoltura.
Quasi il
per cento dei voucher per un totale di oltre milioni è stato utilizzato in agricoltura dove sono stati introdotti in
occasione della vendemmia
(agosto) per essere poi estesi
ad altre figure come pensionati e casalinghe ed altre attività.
Per molti giovani – sottolinea la Coldiretti – lavorare nei campi
ha significato prendere contatto con il mondo del lavoro e sostenere i propri studi in un momento di difficoltà economica.
m.l.
[ ]
ph: angelo.gi
SE DITe
stampa
dite
SEDIT
S
e dite stampa dite Sedit. Punto di riferimento per la stampa
anche di quotidiani nel Sud Italia, partner privilegiato di case
editrici e aziende. Tecnologie, conoscenza e organizzazione:
la risposta alle nuove sfide della comunicazione e della stampa.
70026 Modugno (Bari)
www.sedit.biz
Formazione
Asfor – L’associazione nata nel
associazione Asfor è nata nel
con
l’obiettivo di sviluppare la cultura manageriale. Dal
ha adottato la metodologia dell’accreditamento per i master post
laurea, un percorso per il riconoscimento
della qualità e dell’efficacia dei programmi
formativi, attraverso la verifica di tutta una
serie di parametri, tra i quali l’attenzione ai
9
Aforisma – Il metodo impiegato nel master
Fabbrica di manager
L’
9-15 giugno 2012
valori di placement che, entro mesi dalla
conclusione del master, deve tradursi nell’inserimento lavorativo di almeno l’ % dei frequentanti.
Asfor si compone di
soci, dalla Sda Bocconi alla Luiss Business School, e tra le istituzioni attive nel Mezzogiorno è presente Aforisma Business School con sede a Lecce.
Ecco il project work
N
el corso degli anni, nelle aule master di
Aforisma Business School si è consolidato un vero e proprio metodo innovativo in
termini di incubatore d’impresa, grazie alle
esperienze sviluppate con i project work, attualmente oggetto di analisi in due progetti di
ricerca, svolti in collaborazione con l’Università del Salento.
Negli anni, gli allievi si sono occupati di analizzare sia aziende reali che progetti d’innovazione, come accaduto quest’anno con l’analisi
strategica applicata agli spin-off: DroniX con il
suo robot pulisci spiagge Solarino; Puro Ghiaccio azienda attiva nel settore dei surgelati;
Smile progetto di illuminotecnica sviluppato
da Energy System.
Intervista – A Lecce il presidente di Asfor e fondatore del Mib di Trieste, Vladimir Nanut
Giovani, guardate le opportunità
non solo le minacce e i problemi
L
a presentazione dei project work Aforisma, è stata l’occasione per incontrare a
Lecce il professore Vladimir Nanut, presidente Asfor, oltre che direttore scientifico e
fondatore del Mib di Trieste. Una partecipazione prestigiosa all’iniziativa che, ogni anno, la business school salentina organizza a conclusione
del percorso d’aula dei master. Quest’anno gli
allievi hanno realizzato degli strategic plan su
progetti spin-off dell’Università del Salento, attraverso la collaborazione con Sphera. Un banco di prova che ha messo in luce l’efficacia della
metodologia del project work in uso ormai nelle
business school di tutto il mondo: “Ho assistito a presentazioni come queste in Italia, come
in Silicon Valley, e apprezzo che nei giovani vi
sia passione per il progetto che sviluppano”, ha
spiegato il presidente Vladimir Nanut.
Qual è l’importanza dei project work nella
formazione manageriale, e cosa pensa dell’esperienza a cui ha assistito a Lecce?
Il limite della formazione accademica è che
rimane astratta, teorica, invece, attraverso il
project work i ragazzi hanno modo di consolidare il saper fare, mettendo in pratica e verificando le proprie conoscenze. Sicuramente
è una delle metodologie più utili per favorire
l’apprendimento dal momento in cui non esistono più dei problemi che possono essere
scomposti in un’unica competenza, ma ogni
problema ha una caratteristica trasversale e
per questo bisogna cercare di far convergere
più competenze. Il project work rappresenta
uno strumento di lavoro molto opportuno, e
credo che Aforisma stia lavorando bene in questo senso. Si vede che i ragazzi sono allenati,
sanno rispondere, sanno gestire, quindi al di là
delle cose che dicono, il modo in cui lo dicono
dimostra che hanno maturato una capacità di
esporsi e di reagire agli stimoli.
Qual è la sua valutazione del contesto imprenditoriale nazionale?
È difficile fare un discorso che sia generalizzabile perché ci sono imprenditori che hanno capito per tempo quali erano le nuove sfide che la
globalizzazione stava portando. Ci sono imprese che hanno compreso l’esigenza di un cambiamento radicale, altre invece, e purtroppo sono
molto numerose, si sono trovate impreparate,
magari con una dimensione troppo piccola per
poter competere in un mercato che è diventato
mondiale. C’è uno sforzo di riposizionamento
che ovviamente porta ad una selezione naturale.
Purtroppo le imprese in difficoltà sono moltissime, e quelle che hanno adeguato la loro struttura, la loro formula imprenditoriale ai nuovi scenari non riescono a colmare il numero di quelle
che invece sono costrette ad uscire dal mercato,
o a ridimensionarsi in modo serio. Almeno per
un tempo abbastanza immediato, credo che la
situazione non sarà destinata a cambiare, ed è
indubbio che il sistema imprenditoriale italiano
potrà recuperare competitività soltanto se vi sarà un forte investimento in ricerca, innovazione
e risorse umane. Questi sono dei must che credo siano assolutamente dei punti irrinunciabili.
Cosa ne pensa del clima che stiamo vivendo?
In quest’ultimo mese in particolare, stiamo
assistendo ad una drammatizzazione dei media
che genera soltanto paura, sfiducia e comportamenti difensivi. È indubbio che la crisi esiste,
ed è un dato molto forte e pesante. E non ne
siamo usciti nonostante i provvedimenti che
questo governo ha dovuto prendere dopo anni
in cui ci siamo trastullati e ci siamo raccontati un’Italia che era da cartolina, che era forse
in qualche talk-show televisivo ma non nella
realtà, perché i problemi che abbiamo oggi di
fronte nascono almeno negli ultimi anni.
Il problema della produttività e della competitività è stato rimosso per lunghi anni, facendo
finta che tutto andava bene, che molti stavano
peggio di noi e così via. Oggi scopriamo che in
molti settori non siamo competitivi: siamo simi nella graduatoria mondiale della competitività, dietro a paesi africani e a buona parte dei
paesi europei.
VLADIMIR NANUT
Nelle classifica mondiale l’Italia è
esima
Cercasi competitività
H
ong Kong, Usa e Svizzera sul podio della
competitività internazionale. A dichiararlo l’Imd (International Institute for Management Development), la business school
svizzera che ogni anno si occupa di stilare la
classifica internazionale, analizzando paesi.
Secondo la recentissima pubblicazione, relativa ai dati
, se gli Usa, a dispetto di quanto accaduto nell’ultimo periodo, continuano
a rappresentare il cuore della competitività
grazie alla propria potenza economica e alla
pervasività dei rapporti economici intrattenuti
con l’intero pianeta, configurandosi come un
caso unico per dinamismo, imprenditorialità
e capacità di innovazione, al contrario l’Europa appare appesantita dalla frammentazione
politica esistente. Così tra gli stati del vecchio
continente spiccano per competitività: Svizzera al terzo posto, Svezia al quinto e Germania
al nono, mentre l’Italia si deve accontentare di
essere sima, promossa di due posizioni rispetto allo scorso anno, subito dopo Turchia e
Spagna, rispettivamente al simo e al simo
posto. Scorrendo la classifica, nelle posizioni
basse, restando in ambito Ue, dopo l’Italia
seguono: Portogallo ( ), Repubblica Slovacca ( ), Slovenia ( ), Romania ( ), Bulgaria
( ), Croazia ( ), e infine Grecia ( ).
battute
Allievi e docenti
Se da un lato c’è una certa resistenza culturale al cambiamento nell’ambiente imprenditoriale, cosa ne pensa invece dell’apparato pubblico? Cosa frena oggi la produttività?
È ovvio che anche gli imprenditori devono culturalmente modernizzarsi, e capire che se tutti
pagano le tasse – e in particolare parlo ai piccoli
– questo aiuta a far crescere il paese. Ma sicuramente l’apparato pubblico rappresenta una palla al piede del nostro sistema. Io non sono per
l’idea dell’imprenditore selvaggio, come piace a
qualcuno in Padania. Al contrario, l’imprenditore deve capire che ci sono delle regole e deve
imparare a rispettarle. Però, è anche vero che
molto spesso ci sono delle regole assurde, nate per una deformazione dal punto di vista dei
provvedimenti normativi. Prendiamo ad esempio la sicurezza: ci sono tantissime norme ma se
non abbiamo controlli, oppure se ci sono e sono
fatti male, non si risolverà mai il problema delle morti sul lavoro. L’inefficienza della pubblica
amministrazione è un nodo produttivo fondamentale: se la P.A. rimane arretrata è ovvio che
l’intero sistema paese sentirà questa arretratezza. E tutto questo si paga, perché se non si innova, e si mantiene il lavoro nero non si recupera
competitività. Ovviamente questo è un discorso
che abbiamo rinviato per troppo tempo, e ora
ci crolla addosso tutto nello stesso momento.
Questa è la difficoltà, e non si sa da dove cominciare: tutto è collegato, si mette mano su una
cosa ma è legata ad un’altra… non vorrei essere
nei panni del mio collega Monti.
Che consiglio può dare allora, in particolare
ai giovani?
La prima cosa da fare è guardare alle opportunità, e non solo alle minacce o ai problemi.
E poi, il coraggio e l’umiltà. Bisogna tirarsi su
le maniche e fare qualsiasi cosa, e non avere
paura di sporcarsi le mani. Tutte le esperienze
sono positive, anche lavori che possono apparire umili, in fondo, consentono di capire cosa
vuol dire lavorare, cosa vuol dire sacrificio.
Certamente l’inerzia e la passività sono le cose
peggiori che si possano fare oggi. Il futuro, e
lo dico ai giovani, è nelle vostre mani: non immaginate che vi venga regalato, lo dovete conquistare e lo dovete costruire, perché i vecchi
hanno fatto questo disastro, ed evidentemente non sono capaci di fare altro.
Quorum Italia - Photo: NaDi
SOLO NELLE MIGLIORI LIBRERIE
PIÙ FORTI DELLA PAURA
VITO COVELLI
a colloquio con
DIONISIO CICCARESE
Ambiente
9-15 giugno 2012
11
Sub, studenti ed enti
locali: tutti impegnati
per favorire il restyling
delle coste pugliesi.
Coinvolta l’intera
regione, da Manfredonia
ad Ugento
L’obiettivo
dell’iniziativa di
Legambiente è la
promozione della
raccolta differenziata e
la tutela del patrimonio
ambientale pugliese
Legambiente – Tarantini: “Molti tratti di costa sono colmi di rifiuti abbandonati”
Spiagge e fondali puliti 2012
per il benessere dei nostri mari
R
iduci, utilizza e ricicla. È questo lo slogan scelto per
sostenere la nuova campagna “Spiagge e fondali puliti – Clean up the Med
” organizzata da Legambiente. La nuova edizione della storica iniziativa è stata dedicata alla raccolta differenziata. La pulizia dei nostri territori e
del mare, fondamentale per il mantenimento di un equilibrio
ambientale sano, può avere funzioni importanti anche nel
settore economico: il riciclo dei materiali abbandonati permette di avviare nuovi processi produttivi. “Questa campagna rappresenta un’occasione fondamentale per far capire
quanto sia importante tutelare il nostro paesaggio costiero
– dichiara Francesco Tarantini, Presidente Legambiente Puglia – un patrimonio d’inestimabile valore che appartiene a
tutti, ma che oggi è sempre più a rischio. Molti tratti di costa
sono colmi di rifiuti abbandonati, sono sfregiati dal cemento selvaggio oppure non sono accessibili a tutti. Per questo
dobbiamo impegnarci tutti insieme per difenderlo, perché la
tutela del mare e delle coste è un nostro dovere di cittadini”.
“È fondamentale diffondere un’educazione alla raccolta
differenziata – continua Tarantini – l’immondizia se differenziata correttamente ha ancora un immenso potenziale e
può tornare a vivere sottoforma d’altri oggetti utili nella vita
quotidiana”. La manifestazione ha preso avvio a fine maggio
con il primo appuntamento previsto dal calendario: lo scorso maggio i volontari del circolo Legambiente “Tartanet”
di Manfredonia hanno ripulito le spiagge ed i fondali marini
di Siponto, Castello e Foce Candelaro. Si lavora dal Gargano
al Salento: nelle stesse ore, infatti, i sostenitori di Legambiente si sono occupati anche della pulizia del litorale di Por-
to Cesareo. Un’altra squadra di volontari ha lavorato per il
recupero delle spiagge di Monopoli. Nei giorni successivi, la
campagna “Spiagge e fondali puliti” ha conosciuto ulteriori
tappe importanti: nel Salento sono state bonificate le zone
di Otranto, Gagliano del Capo, Gallipoli, Ugento e Nardò.
È stato ripulito il litorale nei pressi del Castello di Brindisi e
le spiagge di Ostuni. Volontari all’opera anche a Manduria
(nel Tarantino) per la salute della spiaggia di Specchiarica. I
lungomare di Trani e Margherita di Savoia hanno subito un
attento maquillage grazie all’intervento di Legambiente. Le
Forze dell’Ordine hanno offerto il loro contributo alla nobile
causa, sostenendo il lavoro dei volontari per la pulizia dei
fondali marini di Polignano.
La buona salute del mare e delle spiagge rinfranca il settore turistico locale: il nuovo aspetto delle coste pugliesi,
infatti, può generare consensi fra i turisti e regalare un’immagine più attraente per la regione. La tutela del patrimonio costiero nostrano ha visto impegnati gli studenti delle
scuole pugliesi che hanno accompagnato i tecnici subacquei di Legambiente durante la pulizia dei fondali. Nell’iniziativa sono stati coinvolti anche alcuni detenuti del penitenziario di Trani.
Il progetto non si occupa solo della bonifica, ma concentra la sua attenzione anche sulla sensibilizzazione dei cittadini: i luoghi ripuliti, infatti, sono stati teatro di convegni
dedicati alla tutela dell’ambiente ed al valore della raccolta
differenziata.
GIORGIO PUZZOVIO
Tempi record per gomme da masticare e plastica
Sigilli a Molfetta, Andria, Barletta e Trani
Degrado degli oggetti
5 anni per mozzicone
Smaltimento irregolare
Sequestrati depuratori
I
rifiuti danneggiano gravemente il mare. I
tempi di degrado degli oggetti abbandonati
nelle acque sono molto lunghi: un fazzoletto
di carta è smaltito in mare dopo mesi, per
un mozzicone di sigaretta sono necessari da
a anni. Un giornale deperisce in un periodo
compreso fra i ed i mesi. Tempi record per
il degrado di gomme da masticare e per la carta
plastificata: per questi oggetti il tempo previsto
dagli esperti supera i anni. Il riciclo di questi
materiali, invece, potrebbe dar vita alla produzione di nuovi oggetti: con lattine di allumi-
nio si possono ricavare un paio di occhiali, con
contenitori si può ottenere una bicicletta.
Secondo i tecnici, basterebbero
bottiglie
di plastica per produrre una felpa. I dati sono
forniti da Legambiente e dal Corepla (Consorzio Nazionale per la Raccolta, il Riciclaggio ed
il Recupero dei Rifiuti di Imballaggi in Plastica).
Il Consorzio ha aderito alla campagna “Spiagge
e fondali puliti”, sottolineando l’importanza di
un’efficace propaganda contro l’abbandono irresponsabile di plastica in mare.
g.p.
Q
uattro impianti di depurazione delle acque
reflue di Molfetta, Andria, Barletta e Trani
sono stati sequestrati da militari della Guardia di
Finanza di Barletta e della Capitaneria di Porto
di Bari nell’ambito dell’operazione ‘Dirty Water’,
coordinata dalla Procura di Trani. A persone
sono stati notificati altrettanti avvisi di garanzia:
secondo gli inquirenti, gli indagati si sarebbero
resi responsabili di sversamento incontrollato,
nelle acque superficiali marine vicine alla costa,
di fanghi di depurazione e di acque non depurate con valori chimico-biologici superiori a quelli
fissati dalla legge. I rifiuti speciali avrebbero così
deturpato le aree marine ed i tratti costieri interessati dallo sversamento. L’attività illecita era
finalizzata all’abbattimento dei costi di gestione: alcune società, prive delle necessarie autorizzazioni, depositavano i fanghi negli impianti
di depurazione. “L’operazione ‘Dirty Water’ –
sottolinea il presidente di Legambiente Puglia,
Francesco Tarantini – non fa che confermare la
necessità di una maggiore attenzione e controllo
sul fronte della depurazione delle acque e della
g.p.
tutela delle nostre coste”.
12
9-15 giugno 2012
Business
Le top europee
Pos
Campionato
Paese
Ricavi (€ mld)
Premier League
UK
,
Bundesliga
GER
,
La Liga
SPA
,
Serie A
ITA
,
Ligue
FRA
,
TOTALE TOP
Euro
,
– Un giro d’affari ricco per l’evento calcistico dell’estate iniziato ieri
L’Europa pazza di calcio
vale 4,5 miliardi di euro
U
na scommessa da , miliardi di euro. Tanto valgono gli Europei di calcio, partiti ieri in Polonia e
Ucraina. L’indotto economico, stimato dagli analisti di settore, è nell’ordine di miliardi. Un evento di
sport-business capace di attrarre ricavi commerciali per
, miliardi, così suddivisi: diritti tv pari a , miliardi e
sponsorizzazioni/ biglietteria per
milioni di euro.
Un affare sicuro anche per i due Paesi ospitanti. La
Polonia immagina l’arrivo di un milione di turisti, che
rimarranno almeno un giorno nelle città designate
(Varsavia, Danzica, Wroclaw e Poznan) in occasione
delle gare ufficiali. Ciò potrà generare un incremento di entrate nel settore turistico pari a circa
milioni di euro.
Le maggiori ricadute saranno sul lungo termine perché gli investimenti per Euro
miglioreranno la qualità delle infrastrutture stradali e ricettive, incremen-
tando, nel contempo, la quota di turismo diretto verso
la Polonia. L’effetto economico complessivo determinato da Euro
sarà del , % sul Pil. La principale fonte di incremento sarà l’accelerazione degli investimenti
in strade e aeroporti (+ %), così come quella dell’occupazione legata all’evento (stimata sui mila addetti).
Di altro segno, invece, l’impatto per l’Ucraina. Il crollo dell’economia del % registrato nel
e il - % segnato nella crescita del Pil reale hanno spaventato nei
mesi scorsi il management dell’Uefa, detentrice di tutti i
diritti dell’evento. Dalle casse statali sono usciti , miliardi di dollari ma il conto sale a , miliardi includendo il contributo di aziende di Stato e investitori privati.
Erik Nayman della società di investimenti Capital Times ha dichiarato che “il contributo statale agli Europei
andrà a incidere sul debito e si trasformerà in un costo
che i contribuenti ucraini dovranno pagare per molti
anni”. Gli analisti tedeschi di Da Vinci AG prevedono che
le perdite finanziarie generate dall’organizzazione del
torneo saranno in totale tra i e gli miliardi di dollari
a fronte di un ingresso di capitali esteri nel Paese che
la Banca nazionale di Ucraina valuta di un miliardo di
dollari per hotel, ristoranti e souvenir: la stessa Da Vinci
AG valuta quel numero sovrastimato e parla al massimo
di
milioni.
Come ricorda l’Italpress l’Ucraina quest’anno va incontro a scadenze obbligazionarie per , miliardi di
dollari, , dei quali denominati in valute estere. Proprio in concomitanza con il calcio d’inizio del torneo
Kiev doveva ripagare miliardi di dollari per un prestito
alla russa VTB Capital e far fronte al rimborso di bonds
denominati in euro per
milioni di dollari.
FABIO TRAVERSA
Maglie – La battaglia degli sponsor
Lo stadio
Impianti – Problemi risolti dai privati
Adidas-Nike
finisce 6-5
Varsavia
“teatro”
polacco
In Ucraina
tanti ritardi
L
L’
unica squadra tra le in gara che vende repliche con uno sponsor, molto in evidenza sul fronte della maglia, è l’Irlanda, con il
logo della società telefonica , di proprietà di Hutchison Whampoa, con sede a Hong Kong. In tutti gli incontri ufficiali internazionali,
come previsto dalle norme FIFA, i giocatori irlandesi giocano senza logo dello sponsor, ma nelle maglie usate nelle amichevoli e in
quelle vendute al pubblico è presente il simbolo. Gli sponsor tecnici
principali sono quattro: Puma (con due Nazionali: Italia e Repubblica Ceca), Adidas (sei Nazionali: Spagna, Ucraina, Russia, Grecia,
Germania e Danimarca), Nike (cinque Nazionali: Portogallo, Polonia, Francia, Croazia e Olanda) e Umbro (tre Nazionali: Inghilterra,
Svezia e Irlanda; Umbro è un marchio di proprietà di Nike).
f.t.
o stadio Nazionale
Varsavia ha aperto i
battenti lo scorso
gennaio. Un mese più tardi
ha ospitato, facendo registrare il tutto esaurito,
la prima partita di calcio,
con la Polonia opposta al
Portogallo.
Ieri è stato la cornice
della gara d’esordio tra i
padroni di casa polacchi e
la Nazionale greca. Il nuovo stadio di Danzica, considerato dagli addetti ai
lavori il più avveniristico e
spettacolare, ha aperto invece lo scorso agosto.
Ospita fino a
mila
persone ed è stato costruito in una zona periferica
della città, ma su cui sta
investendo, in misura massiccia, la municipalità con
grandi lavori e investimenti di modernizzazione. Seguono gli impianti minori
di Breslavia e Poznan.
f.t.
S
ul fronte ucraino ci sono stati maggiori problemi nella costruzione degli stadi per gli Europei ma alla fine, come riporta l’Italpress, sono stati superati grazie al supporto di una
serie di magnati locali. La Donbass Arena (inaugurata nell’agosto
con uno spettacolare evento della cantante americana
Beyoncè), dove gioca abitualmente lo Shakhtar Donetsk, e lo
stadio Metalist del Kharkiv, la cui forma ricorda quella di un ragno, sono gli impianti di punta della competizione gestita dal
comitato ucraino. La mitteleuropea Leopoli si presenta con una
struttura avveniristica, in parte trasparente, mentre Kiev con il
suo Olympic Stadium è già pronta per ospitare il ° luglio alle
. le due finaliste.
f.t.
Business
9-15 giugno 2012
13
Costi di gestione
Campionato
Paese
Ricavi (€ mld)
Salari (€ mld)
Salari/Ricavi
Premier League
UK
,
,
%
Bundesliga
GER
,
,
%
La Liga
SPA
,
,
%
Serie A
ITA
,
,
%
Ligue
FRA
,
,
%
Indagine Deloitte – La Serie A (+ % di ricavi) è il ° campionato del continente
Il mercato cresce ancora
Premier League “regina”
N
onostante le notevoli turbolenze economiche il
mercato del calcio – secondo
la esima edizione dell’Annual
Football Finance
di Deloitte
– continua a crescere in termini
di ricavi raggiungendo i , miliardi di euro (+ %) nella stagione
/ .
Le cinque principali leghe europee – Bundesliga (Germania),
Liga (Spagna), Ligue (Francia),
Premier League (Inghilterra) e
Serie A (Italia) – hanno registrato una crescita dei ricavi, per un
totale complessivo pari a ,
miliardi di euro (+ % rispetto alla
stagione
/ ).
La Premier League continua a
essere la prima Lega, generando entrate maggiori rispetto a
tutti i campionati calcistici del
mondo, con ricavi che hanno
raggiunto nella stagione
/
i , miliardi di euro (in crescita
del % in termini di sterline).
Complice anche l’andamento della sterlina nei confronti
dell’euro il campionato inglese
ha incrementato il divario (
milioni di euro di differenza)
dal secondo classificato, la
Bundesliga.
La Liga ha raggiunto ,
miliardi di euro di fatturato segnando un + % rispetto al campionato
/ . Tale crescita
è stata ottenuta grazie all’inmilioni di euro
cremento di
di ricavi commerciali (+ %) e
di
milioni di euro dai diritti
televisivi (+ %). Real Madrid e
Barcellona, insieme, hanno generato più della metà dei ricavi
complessivi della Liga ( %), facendo di essa la Lega più polarizzata d’Europa.
I ricavi della Serie A italiana
sono aumentati di €
milioni
(+ %) giungendo a , miliardi
di euro, per cui l’Italia rimane
in quarta posizione davanti alla Ligue , i cui ricavi hanno raggiunto i ,
miliardi di euro,
registrando l’unico segno negativo (- %) tra le “big five” delle
Leghe europee.
Gli stipendi complessivi sono
aumentati di oltre €
milioni
(+ %) superando i , miliardi di
euro nella stagione
/ con
differenti tassi di crescita tra le
principali Leghe europee.
L’Inghilterra ha registrato l’incremento più alto nel costo dei
salari, raggiungendo , miliardi di euro, mentre la Liga ( ,
miliardi di euro) e i club tedeschi
(
milioni di euro) hanno visto
crescere tali costi del %.
Nel campionato francese permane il livello di stipendi più basso (
milioni di euro) rispetto
alle altre nazioni, mentre la Serie
A vede scendere la quota degli
stipendi del % rispetto alla stagione
/ , a quota , miliardi di euro.
Per la prima volta in ben tre
delle “big five” il rapporto stipendi/ricavi ha superato il %: rispettivamente Inghilterra ( %),
Francia ( %) e Italia ( %).
La Bundesliga è rimasta il campionato più redditizio d’Europa,
con un incremento dei profitti operativi che sono passati da
milioni a
milioni di euro.
La Premier League ha raggiunto profitti operativi per
milioni di euro, aumentando il
proprio gap dalla Bundesliga (
milioni di euro).
I ricavi da diritti televisivi nelle
“big five” europee sono aumentati del % superando i , miliardi di euro e rappresentano circa
il % dei ricavi complessivi dei
cinque campionati principali. In
particolare in Inghilterra, Italia
e Francia più della metà delle
entrate sono generate dai soli
diritti televisivi.
Incombe, intanto, il nuovo
requisito di raggiungimento del
“punto di pareggio” richiesto
dal fair play finanziario dell’Uefa, che si applicherà per la prima
volta ai bilanci che chiuderanno
nel
per quelle società che
si qualificheranno per le competizioni Uefa della stagione
/ . In particolare i club dovranno, quindi, concentrarsi sul
garantire un maggiore allineamento tra costi e ricavi, al fine di
avere una sufficiente flessibilità
per far fronte ad una eventuale
riduzione dei ricavi.
f.t.
La tendenza
D
Stadi:
biglietti
in calo
alla ricerca Deloitte emerge
come i ricavi derivanti dalla
vendita dei biglietti d’ingresso
allo stadio sono diminuiti del %
scendendo a , miliardi di euro nel
/ e rappresentano il
% dei ricavi dei cinque principali
campionati.
Nella Premier League inglese
(
milioni di euro) rappresentano
circa il % in più rispetto al concorrente più vicino, la Liga spagnola
(
milioni di euro).
I ricavi commerciali sono cresciuti del % raggiungendo ,
miliardi di euro e rappresentano
il % dei ricavi complessivi delle
“big five”. Tale crescita è stata
sostenuta principalmente dai più
grandi club inglesi e spagnoli.
La presenza media per partita
è aumentata per la Bundesliga (a
. ) e per la Premier League (a
.
). Nella Ligue è scesa per
la terza stagione consecutiva arrivando (per la prima volta dalla
stagione
/ ) al di sotto della
soglia dei .
.
f.t.
La sfida
La deriva
Sui costi L’Italia
maggior dipende
controllo dalle TV
“I
“I
l controllo dei costi –
afferma Dario Righetti,
partner Deloitte e responsabile Consumer Business –
continua a essere la sfida più
grande per le società di calcio
europee. Il rapporto costo
dei tesserati/ricavi delle ‘big
five’, principale indicatore di
performance finanziaria, è
incrementato di punti percentuali nel corso degli ultimi
cinque anni, passando dal
% al
%. Va, dunque, accolto con favore l’intervento
dell’Uefa su base pan-europea per incentivare e aiutare
i club a controllare i costi operativi in un’ottica di maggior
sostenibilità futura. I nuovi
contratti televisivi finalizzati nel corso della stagione
/ nella Premier League
e in Serie A rendono tali campionati sempre più attrattivi,
aumentandone sempre più
l’audience”.
f.t.
l ritorno alla ripartizione collettiva dei diritti
televisivi – sostiene Riccardo Raffo, partner Deloitte
– dà slancio al fatturato della Serie A e i nuovi accordi
raggiunti con le emittenti
televisive contribuiscono
ad un bilanciamento dei
ricavi tra i club. Permane,
comunque, la forte concentrazione dei ricavi derivanti dalla cessione dei diritti
ai media rispetto a quelli
provenienti dalla vendita
di biglietti e da altre attività commerciali. Confermo
quanto sostenuto negli ultimi due anni: se i nostri club
vogliono migliorare la loro
posizione devono investire
maggiormente in strategie
idonee a incrementare anche i ricavi derivanti da fonti alternative ai diritti media
insieme al controllo dei
costi e in particolare degli
ingaggi ai tesserati”.
f.t.
solo nelle migliori librerie il nuovo libro di
Gianni Spinelli
I figli di
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Interventi
Azioni
9-15 giugno 2012
15
a cura di Innovia Advisors
L’avviso – Presentazione di Piani di sviluppo strategico e progetti di ricerca industriale
Cluster tecnologici nazionali:
dal Miur 408 milioni di euro
I
l Miur ha pubblicato l’avviso per la presentazione di Piani di
Sviluppo Strategico e di Progetti di Ricerca Industriale per il
potenziamento dei Cluster Tecnologici Nazionali identificati
come propulsori della crescita economica sostenibile dei territori e dell’intero sistema economico nazionale.
I Cluster sono organizzazioni di imprese, università, altre istituzioni pubbliche o private di ricerca, altri soggetti anche
finanziari attivi nel campo dell’innovazione, articolate in più aggregazioni pubblico-private, compresi i Distretti Tecnologici già
esistenti, presenti su diversi ambiti territoriali, guidate da uno
specifico Organo di Coordinamento e Gestione, focalizzate su
uno specifico ambito tecnologico e applicativo.
Il MIUR ha assegnato a tale strumento una dotazione finanziaria complessiva di
milioni di euro.
Possono presentare domanda di agevolazioni lo specifico Organo di Coordinamento e Gestione del Cluster Nazionale, in qualunque forma costituito o in fase di costituzione, che valorizzi le
seguenti aree tematiche
Chimica Verde: sviluppo di tecnologie di trasformazione di
biomasse di seconda e terza generazione (biomasse sostenibili
non food) in energia e chimica verde.
Agrifood: sviluppo di conoscenze e tecnologie per la produzione di cibi, anche di origine marina, con più elevate caratteristiche di qualità e genuinità e un minor impatto ambientale.
Tecnologie per gli ambienti di vita: sviluppo di conoscenze,
soluzioni tecnologiche, impianti, costruzioni e prodotti altamente innovativi che, secondo uno schema di Ambient Intelligence
ed Ambient Assisted Living, permettano di ridisegnare l’ambiente di vita domestico in modo da garantire la sicurezza e l’ecosostenibilità.
Scienze della Vita: cura della salute umana attraverso la produzione di nuovi farmaci e terapie assistite, anche a costi contenuti; in un’ottica di miglioramento e allungamento della vita
attiva delle persone.
Tecnologie per le Smart Communities: sviluppo delle più avanzate soluzioni tecnologiche applicative per consentire di realizzare modelli innovativi di risoluzione integrata per problemi
sociali di scala urbana e metropolitana (es.: mobilità, sicurezza
e monitoraggio del territorio, education, health, beni culturali e
turismo, green cloud computing, energie rinnovabili, giustizia).
Mezzi e sistemi per la mobilità di superficie terrestre e marina:
sviluppo di mezzi e sistemi innovativi per la mobilità di superficie eco-sostenibili, ottimizzabili dal punto di vista intermodale,
per accrescere la competitività delle imprese di produzione e di
gestione nel pieno rispetto dell’ambiente e delle risorse naturali.
Aerospazio: ambiti tecnologici di rilievo per il settore aeronautico e spaziale con particolare riferimento all’uso duale delle
tecnologie che ne specializzino l’uso ad applicazioni in campo
civile e di elevato impatto sociale.
Energia: sviluppo di componenti, sottosistemi e sistemi innovativi relativi alla produzione di energie, anche marine, sostenibili e a basso contenuto di C , al relativo utilizzo ad alto
grado di efficienza ed efficacia, nonché alla produzione, stoccaggio, distribuzione di energia elettrica secondo il concetto
di smart grids.
Fabbrica intelligente: sviluppo e applicazione di tecnologie
innovative per i sistemi produttivi, ad esempio, la robotica, i
nuovi materiali e dispositivi avanzati, il virtual prototyping a
favorire l’innovazione e la specializzazione dei sistemi manifatturieri nazionali.
I progetti finanziati dal bando, relativi a Piani Strategici di durata almeno quinquennale, devono avere un costo complessivo
compreso tra milioni di euro e i milioni di euro.
Le candidature devono essere inviate entro il
settembre
.
Dal sabato
in edicola
a1€
“Nel tempo
dell’inganno
universale
dire la verità
è un atto
rivoluzionario”
George Orwell
www.gazeco.it
16
9-15 giugno 2012
Opinioni
di Vito RAIMONDO
Se le azioni di fb vanno giù, l’azienda di cellulari profila licenziamenti
Da facebook al Blackberry
diciamolatutta mercati severi con l’hi-tech
Dopo il flop in Borsa di facebook
ora, traballa Blackberry
Dopo il flop della quotazione a New York di
facebook (Ipo a
dollari, quotazione attuale sotto i !) nel campo dei moderni mezzi
di comunicazione spuntano le difficoltà della
Research in Motion che produce l’ambito (ex)
Blackberry.
Sono calati sensibilmente gli utili e si prospettano licenziamenti (quanti su .
dipendenti?).
Confermiamo le raccomandazioni agli investitori nelle voraci Borse sparse nel mondo:
calma con gli entusiasmi per le nuove tecnologie immesse su mercati spesso improbabili da
consolidarsi. È l’epoca della riflessione, del giudizio, della calma.
Marchionne continua a fare l’ondivago
e la Fiom propone joint-venture europee
SERGIO MARCHIONNE
L’ondivago Sergio Marchionne, Ad di Fiat Industrial, è uscito allo scoperto, annunciando che il
Gruppo si fonderà con la Cnh (galassia torinese) e
che le azioni delle new-co saranno quotato negli
Usa. La sede della società, invece, sarà in Olanda.
Insomma, “Fabbrica Italia”, il tanto strombazzato progetto di resurrezioni del marchio degli
Angelli, non c’è più.
Di fronte a questa notizia a cui potrebbe seguire la fusione con Chrysler, il dirigente della
Fiom Giorgio Arnaudo, ha invitato il Governo a
farsi portavoce nei confronti degli altri Esecutivi europei della opportunità di creare, in Italia,
joint-venture con concorrenti della Fiat. La preferenza va verso le case automobilistiche tedesche che hanno acquistato i marchi Giugiaro e
Lamborghini.
Mica male come idea in risposta a quel presuntuoso di Marchionne, sottintende Arnaudo.
Monti e Prandelli contro il calcio malato
Si alza l’indignazione farisaica!
Cesare Prandelli, Commissario Tecnico della Nazionale di calcio italiana che dichiara: “Se
qualcuno dicesse che per il bene del calcio è opportuno che questa Nazionale non vada agli Europei, nessun problema: ce ne restiamo a casa” fa
seguito all’uscita del Premier Monti che, alcuni
giorni fa, ha autorevolmente preconizzato che
“è bene che il campionato italiano si fermi per un
paio di anni”.
Come si fa a non riflettere su questi due
proclami, quando i campionati professionistici
nome “Italia Pulita” (di cui si è dichiarato titolare im imprenditore marchigiano: Michele
Logiurato!); chi vedrebbe di buon occhio una
leadership di Gerry Scotti (quello del riso!);
Marcello Veneziani suggerisce la (ri)creazione di una partito della Destra (da Storace alla
Meloni); la Santanchè chiede il referendum
sull’euro; altri ritengono di dover appoggiare
il Governo Monti.
MARIO MONTI
nostrani, da anni, sono attraversati da scommesse (più o meno lecite) combine, intrallazzi
e, addirittura, riciclaggio da parte di gang mafiose di cui nessuna persona di senso normale
era a conoscenza?
I soliti “benpensanti un tanto al chilo” si sono subito schierati contro Monti&Prandelli,
adducendo il pericolo della fuoriuscita (in disoccupazione) di migliaia di addetti del mondo pallonaro.
Chiedo scusa: ma chi se ne frega di questi probabili disoccupati che traggono i loro redditi da
un mondo assolutamente disonesto? Eccezioni
escluse, naturalmente!
Il Pdl indica la luna e guarda il dito
mentre sul Paese c’è minaccia di buio!
Il Pdl sembra in stato confusionale. Le proposte di rilancio sono tante, ma nessuna convince nessuno. C’è chi suggerisce un nuovo
“Non vi offendo, perché io non vi ho insultato, ma vi ho descritto”
GERRY SCOTTI
Il Cavaliere non sa a che santo votarsi e, intanto, deve sorbirsi la fuga di notizia secondo cui
avrebbe prestato la voce (dicono suadente) ad
un disco sul “bunga-bunga”, titolato “Cattivona, cattivona, cattivona”! Che non è proprio un
bel sentire, dopo le minacce di Barack Obama e
la crisi delle entrate fiscali che ha ridotto le entate fiscali di altri , mld., per cui l’incremento
dell’Iva (dal
al %) annunciato dal Governo
certamente ce lo beccheremo.
Indro Montanelli
Rubriche
9-15 giugno 2012
17
segue dalla prima
Le vere cause per l’Italia sono interne
bassa crescita viene da lontano ed è questo che ci
rende più poveri in modo persistente» (L. Reichlin,
La malattia italiana nasce prima dell’euro, su «Corriere della Sera» del maggio
, p. ).
La Reichlin cerca di approfondire le ragioni
della bassa crescita rispetto ad esempio ad un
Paese come la Germania e consegue almeno una
conclusione: essa non dipende da un supposto
differenziale di export (come da varie parti pure
si è sostenuto), perché i tassi di crescita dell’export sono analoghi, bensì dalla depressione della
domanda interna: «forse questo sarà il momento
in cui si smetterà di dare colpa agli speculatori e
si comincerà a guardare alle vere cause dei nostri
insuccessi» (ivi).
Il problema fondamentale è dunque il progressivo atrofizzarsi della domanda interna e, quindi,
come rianimarla. Rispetto a questo interrogativo
ci sembra utile azzardare qualche ragionamento
di chiarezza.
Un modo alquanto sommario di ritenersi
“keynesiani” fa propendere per questa conclusione: la domanda interna si rianima soprattutto
attraverso massicce realizzazioni infrastrutturali.
Ma anche se in fatto di “infrastrutture” occorre
saper distinguere (ad esempio può convincere per l’Italia un piano di sviluppo della “banda
larga”, ma molto meno un piano di strade, aeroporti o ferrovie), l’intervento infrastrutturale
comporta pur sempre un notevole utilizzo di
spesa pubblica, per quanto si possa tecnicamente
servirsi di modelli di project financing con apporto di risorse private (salvo che se ci si limiti agli
interventi che potrebbero essere finanziati con i
cosiddetti e nuovi project bond): ma da più parti
ci viene segnalato che l’unica maniera strutturale
per ridurre il carico fiscale (che di certo deprime
la domanda interna) consiste proprio nel ridurre
la spesa pubblica, perché in caso contrario vi sarà
sempre bisogno di crescenti dosi di risorse otte-
nute coattivamente (tramite il fisco) per coprire
le correlate crescenti dosi di spesa pubblica. Ciò
sono tornati a segnalarlo Alberto Alesina e Francesco Giavazzi: «Non si può crescere con livelli di
spesa pubblica (e quindi di tassazione) che superano la metà del reddito nazionale» (A. Alesina e
F. Giavazzi, Il salvagente del risparmio, su «Corriere della Sera» del maggio
, p. ).
D’altra parte vi è anche un problema di governance della politica monetaria: è vero che la nostra
bassa crescita ha origini nel tempo e quindi non dipende dagli attuali comportamenti dei mercati e
degli speculatori della finanza, ma la delicata problematica connessa ai debiti sovrani (in generale
e in particolare dell’Italia) è da fronteggiare con
opportune misure, data la situazione di crescente
incertezza (politica ed economica) dell’area UE. A
questo proposito non sembrano affatto efficaci –
specie se persistenti – le misure praticate finora
in Italia: da noi, come noto, i prestiti della BCE alle
banche sono stati utilizzati prevalentemente per
l’acquisto di debito sovrano e ciò, come nota Guido Tabellini, è «controproducente, sia perché rende il sistema bancario ancora più fragile, sia perché mantiene la stretta creditizia sull’economia
reale» (G. Tabellini, La spirale da spezzare per ripartire, su «Il Sole Ore» del maggio
, p. ).
Pur se è vero che ci si è trovati di fronte ad una
congiuntura molto critica, tale per cui – secondo
l’Agenzia Fitch – il peso del portafoglio di Bot/Btp
italiani comprati dagli investitori esteri si è ridotto
nel
dal % al % del debito pubblico, configurando una vera e propria «grande fuga» (Ettore
Livini, Gli investitori esteri tradiscono Roma in un
anno via titoli per
miliardi, su «la Repubblica»
del maggio
, p. ).
Insomma, è in ogni caso corretto sostenere che
anche la politica monetaria ha finora congiurato a
deprimere la domanda interna (Tabellini propone
che sia la BCE ad acquistare direttamente ampie
porzioni di debito sovrano, con ciò avvicinandola
al modello USA).
In conclusione, si potrebbe affermare che la
“ricetta” per la crescita debba contenere, nel suo ideale paniere, alcuni ingredienti obbligatori:
riduzione della spesa pubblica (salvando specificamente il Welfare e gli interventi in Knowledge
ma in un contesto di rilevante aumento di produttività del pubblico, di ricorso alla sussidiarietà e
alla sistematica joint-venture pubblico-privato sociale), radicale riorientamento della politica monetaria, depotenziamento dei programmi infrastrutturali a vantaggio di una decisa riforma del
mercato del lavoro, delle procedure pubbliche e
dei servizi di utilità collettiva.
Ma la crescita abbisogna anche di una ricetta
non economica: questo è un vero punctum dolens,
però ineludibile. Ce lo spiega la dottrina, ma ormai la débacle nazionale dei partiti tradizionali ce
lo conferma con abbondanza di riscontri concreti.
Matteo Motterlini e Francesco Guala, studiosi di
“economia cognitiva”, hanno di recente ribadito che alla base delle scelte delle persone vi è la
formulazione di giudizi e che nella formazione dei
giudizi intervengono considerazioni anche di tipo
affettivo ed emozionale, amplificate dai risvolti
competitivi o cooperativi dell’interazione sociale
(M. Motterlini e F. Guala, Mente Mercati Decisioni,
Bocconi
). George A. Akerlof (premio Nobel
per l’economia) e Rachel E. Kranton hanno
cercato di dimostrare, con ottimi risultati, che
gli individui sovente decidono sulla base di considerazioni identitarie: «nel modello tradizionale
dell’agente razionale, le persone votano per il
partito o il politico le cui idee meglio si sposano
con i loro interessi economici. Nel modello esteso
dell’economia dell’identità, un elettore nel dare
il suo voto non è motivato solo da interessi economici, ma anche da identità, norme e ideali, che,
se incorporati nel modello, portano a previsioni
alquanto diverse» (G. A. Akerlof-R.E. Kranton,
Economia dell’identità, Laterza
, p.
). Gustavo Zagrebelsky in un recente volumetto parla
di “simboli” e della loro importanza nel processo
politico, per creare fiducia e speranza: «il simbolo, dunque, esprime l’inesprimibile, comunicando
uno “stato d’animo” come nessun discorso tecnico-descrittivo potrebbe fare. E questo stato d’animo, se provvisto d’anima, è inesauribile e traccia
un cammino» (G. Zagrebelsky, Simboli al potere,
Einaudi
, p. ). E Gilberto Corbellini, nel recensire un libro di Charles Kenny, ci rammenta la
massima di questo noto economista dello sviluppo: «nella vita c’è qualcosa di più del denaro» (G.
Corbellini, Tecnologie e idee per crescere, su «Domenica-Il Sole Ore» del maggio
, p. ).
È quindi legittimo chiederci quanto stia influendo sulle difficoltà economiche e sulla possibilità
della crescita lo spettacolo desolante dell’attuale deriva partitica. I partiti, purtroppo, vivono da
tempo in apnea, mettendo in pratica tutti, chi
più chi meno, la vignetta di Bucchi: «Il problema
fondamentale per risollevare l’economia è capire
bene quello che la gente vuol sentirsi dire» (la Repubblica-Affari&Finanza del giugno
, p. ).
Invece dovremmo ispirarci all’esempio di Enrico
Berlinguer, sostanzialmente morto su un palco
da comizio mentre svolgeva un ruolo di servizio
per la collettività. Egli non è stato tuttora sussunto nell’ideale altare degli eroi della patria, ma ciò
accade per nostro difetto, non certo per demerito di un esponente politico che ebbe il coraggio
di denunciare la deriva dei partiti con incredibile
preveggenza e tentò di sostenere una moderna
ricetta di crescita sociale ed economica basata su
valori di austerità, pur se indigesti e poco accattivanti per i molti tribuni (E. Berlinguer, La questione morale, Aliberti
).
WALDEMARO MORGESE
leNewsdaTerritorioeImprese
inviate le vostre notizie a [email protected]
PUGLIA
Summer School Legality Experience
a Lecce, dal 16 al 20 gluglio
Si terrà a Lecce dal al
luglio la Summer School Legality Experience, promossa dalla Regione Puglia, aperta a corsisti italiani e stranieri ( posti sono riservati a corsisti delle Università con
cui sono state stilate convenzioni; i rimanenti posti sono aperti
a studenti di altre Università, sia in Italia sia all’estero), selezionati
tra gli studenti delle lauree triennali, lauree specialistiche, laureati
del vecchio ordinamento, dottorandi, dottori di ricerca, assegnisti
di ricerca, studenti di master di primo e secondo livello.
Bando per Servizi
di consulenza aziendale
È stato approvato il bando pubblico per la selezione delle imprese
agricole e forestali che intendono utilizzare i servizi di consulenza
previsti dalla Misura del Programma di Sviluppo Rurale
.
Finalità della misura è elevare il livello di capacità professionale degli
addetti al settore agricolo e forestale e migliorare le conoscenze e
le competenze sul rispetto dei requisiti ambientali e di sicurezza sul
lavoro e di istituire un Sistema di Consulenza Aziendale per gli imprenditori dei settori e dei detentori di aree forestali che garantisca
servizi di consulenza forniti da organismi riconosciuti.
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Direttore responsabile: Dionisio Ciccarese
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Dionisio Ciccarese
Economia: nuovo impulso
al Gargano rurale
Volto al rinnovamento dell’economia pugliese, per stare al passo
con l’evoluzione del mercato, creando sinergie a tutti i livelli e potenziare il tessuto produttivo regionale, l’ultimo intervento del Gal,
il Gruppo Aziende Locali del Gargano, punta a creare un’agricoltura
in cui le realtà produttive siano flessibili e capaci di offrire più prodotti e servizi. L’iniziativa del Gal Gargano, con i suoi bandi di gara
in attraverso i quali vengono messi a disposizione degl’imprenditori . milioni di euro, dei quali . dal bilancio pubblico e possono
essere erogati alle aziende dei comuni di Carpino, Cagnano Varano,
Ischitella, Vico del Gargano, Rodi Garganico, Peschici, Vieste, Mattinata, Monte S. Angelo, San Giovanni Rotondo, San Marco in Lamis,
Rignano Garganico, San Nicandro Garganico e Isole Tremiti.
BASILICATA
Patto stabilità: nuove risorse
per i pagamenti alle imprese
“Ventidue milioni di euro dalle banche sono disponibili per i pagamenti alle imprese. Risorse che si aggiungono alla verticalizzazione, annunciata dalla Regione Basilicata, delle quote del Patto
di stabilità, riguardante gli investimenti sul nostro indebitamento
e rappresentano una concreta boccata d’ossigeno per il sistema
produttivo locale”: è quanto ha annunciato il Presidente della
Provincia di Potenza in seguito alla sottoscrizione delle convenzioni con la Banca Popolare di Bari e con la Banca Infrastrutture
Innovazione e Sviluppo (BIIS) per assicurare liquidità alle imprese
creditrici attraverso la certificazione del credito, con il sistema
della cessione pro-soluto. La Banca Biis, per un plafond di milioni di euro, e la Banca Popolare di Bari, per
milioni di euro,
offrono la disponibilità a sottoscrivere contratti di cessione del
credito pro-soluto con le imprese affidatarie di servizi ed appalti
per conto dell’Ente.
Camera di commercio Potenza:
incontri per Progetto SIAFT
Oltre
incontri d’affari con operatori esteri provenienti da Cina, Brasile, Germania e Canada, per la tappa del progetto Siaft,
“Southern Italy Agrofood and Tourism” dedicata all’olio: questo
il programma svolto dal Frantoio Oleario Bochicchio di Acerenza,
dall’azienda fratelli Masturzo Srl di Venosa, Italtipici Srl di Buccino e l’Azienda Agricola Donna Tina di Potenza, le quattro aziende del potentino selezionate per la missione organizzata dalla
rete nazionale delle Camere di Commercio d’Italia. La Camera di
Commercio di Potenza, che si avvale del supporto tecnico e organizzativo dell’Azienda Speciale Forim, è partner del progetto
e favorirà gli incontri con i Paesi target del Siaft
nell’ambito
dell’iniziativa che è finalizzata a sostenere lo sviluppo sui mercati
internazionali delle imprese agroalimentari, ristorative e turistiche del Centro Sud Italia.
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18
9-15 giugno 2012
Itinerari
Tursimo & tradizioni – Il e giugno festa nella capitale dei gelati
L’antica Polymnia
fra mare e S. Vito
I
solenni festeggiamenti per san Vito
un’occasione per visitare Polignano a mare.
Polymnia, così era chiamata dai latini,
è una stazione turistica di tutto rispetto. Per chi ama le manifestazioni
di religiosità popolare, il e il giugno ci sono i festeggiamenti di gala in
onore di San Vito (taumaturgo, protettore dai morsi dei cani rabidi, degli
uomini e degli animali esagitati) e dei
suoi precettori Modesto e Crescenza.
Festa da non perdere poiché nell’occasione Polignano a Mare non lesina
luminarie, processioni, musiche e pirotecnia per i protettori, in rispetto di un
culto che risalirebbe al IX secolo.
Polignano: gelati squisiti, cucina da
leccarsi i baffi per i piatti a base di pesce, le scogliere dalle quali si tuffereb-
be anche un somaro con tanto di basto, per com’è invitante il mare. Questo ed altro nella città di Domenico
Modugno, Mister Volare ma anche, se
non soprattutto, per una visita lenta,
programmata come sanno fare i viaggiatori di buon naso. Sì perché a Polignano e nei dintorni di cose amabili
da vedere ve ne sono.
Per chi viene da Bari, ecco le torri costiere del XVI secolo del Villaggio San
Vito e Torre Incina. Questa è su uno
sperone roccioso a guardia di una cala che ricorda un fiordo norvegese. In
due vani laterali, Polignano propone
chiese e palazzi gentilizi d’epoche che
vanno dal Medio Evo al XIX secolo. La
chiesa di Santo Stefano, sconsacrata,
ospita mostre d’arte e le chiese del
Purgatorio, della Natività, della Trinità,
la Matrice, di S. Antonio, dei SS. Medici, i Palazzi del Governatore, del Feudatario, dell’Orologio.
Il Centro d’Arte intestato a Pino Pascali e ubicato nell’omonimo palazzo.
I piatti tipici della cucina polignanese è a base di pesce e di frutti di mare.
Pietanze che sono proposte da una...
marea di ristoranti e trattorie, molte
delle quali assurte a notorietà proprio per la qualità delle preparazioni:
zuppe e primi di piatti di pesce, con i
paternoster (cubettini), farfalline al
sugo di ricci, strozzapreti alle vongole,
realtà è la parte terminale di una lama
formatasi nei millenni per lo scorrere
di un fiume ora ridotto a rigagnolo.
Alle pareti una bella vegetazione mediterranea, festoni di capperi e alcune
grotte dove sono custoditi gli attrezzi
dei pescatori. Cala Incina è il paradiso
dei viandanti del fondale marino e di
chi ama fare tuffi da ardite scogliere.
Il villaggio S. Vito, l’antica “Apaneste”, fondata da coloni greci, divenuta poi accampamento romano, la
“turris Caesaris” citata in alcuni documenti, è la tappa culturale e gastro-
nomica, prima di arrivare a Polignano,
a soli tre chilometri.
La parte vecchia del villaggio è costituita da un nucleo di case abitate da
pescatori contadini, attorno all’abbazia fortificata di S. Vito. Questa fu edificata dai Normanni su un complesso
di grotte scavate nel tufo da una comunità di monaci basiliani. In seguito
vi s’insediarono i Benedettini poi altri
ordini monastici che ingrandirono l’abbazia ora di proprietà dei marchesi La
Greca. Nel villaggio oltre alle grotte
anche un frantoio ipogeo, le vasche di
conservazione dell’olio, la cisterna per
l’acqua, la salina, i resti di una peschiera collegata al mare e la chiesa in stile
romanico a tre navate separate da pilastri rettangolari.
A breve distanza dall’abbazia una
cala a mezzaluna, Lido S. Giovanni, una delle località balneari più intriganti
della costa a sud di Bari: c’è un piccolo
villaggio rupestre circondato da vegetazione mediterranea. Lo stabilimento
balneare che vi è stato installato è di
cabine a capanne di legno e paglia.
Tra lido S. Giovanni e San Vito in un
paesaggio d’orti e di frutteti, una statua del taumaturgo, vivace di colori e
simboli, posata su una colonna, benedice la costa.
La parte più interessante del paese
è quella affacciata sul mare. Hanno fat-
to il giro del mondo le fotografie di Lama Monachile e delle case abbarbicate
sulla scogliera.
Sino al XVIII secolo per accedere a
Polignano bisognava attraversare l’Arco Marchesale protetto da un ponte
levatoio. Di quel marchingegno oggi
sono rimasti i fori per il passaggio delle catene, i binari nella pietra per far
passare una grata di ferro e tre botole
dalle quali versare olio bollente e pece
contro eventuali assalitori. Passata la
porta senza essere trattenuti dai gabellieri che un tempo stazionavano in
triglie alla griglia o al cartoccio, riso patate e cozze, polpi lessi o alla pignata,
cozze all’impepata, calamari e seppie
crude, ostriche, saraghi e dentici. Ma
si servono anche piatti a base di ortaggi e legumi, proprio di quelli così bene
coltivati nei campi di Polignano: fave e
cicorie, cavatelli con i ceci, spaghetti
alla “sangiuannine” cioè con capperi,
acciughe, pomodori freschi e basilico,
oppure piatti con melanzane, zucchine, rape, patate. E gelato, artigianale.
Pagina a cura
di Vittorio Stagnani
Sanità
Bimbi in campo contro la patologia
Diabetes Junior Cup
M
edtronic Diabetes Junior Cup
Cup, torneo euro
europeo di calcio, per bambini - anni con diabete tipo (colpisce .
under anni, in
forte aumento) per migliorare approccio e gestione
quotidiana della terapia.
9-15 giugno 2012
19
bambini
Dal all’ giugno
giugno, squadre da
bambini, dispu
disputeranno (Centro Sportivo Cannavò, Idroscalo Milano)
un minicampionato a eliminazione diretta, per rappresentare l’Italia a Losanna (finale europea) con altre
nazioni europee (più Canada).
Il fenomeno – Negli ultimi anni sono cresciuti sia i pazienti sia i costi
Troppi ricoveri per il diabete
Vanno usati meglio i farmaci
D
iabete: italiani non ancora trattati al meglio: solo
su dieci misurano la glicemia almeno una volta
l’anno, il
% fa un test annuo per l’emoglobina glicata (indice dell’andamento e del grado di controllo della
glicemia nel tempo), % fa screening per la nefropatia
(il maggior predittore di rischio cardiovascolare),
%
osserva le terapie.
Per crisi ipoglicemiche (calo eccessivo degli zuccheri
nel sangue, a rischio coma o perdite momentanee della
coscienza) mila diabetici finiscono al pronto soccorso
e di loro,
sono ricoverati ogni anno (dati Osservatorio ARNO Cineca e Società Italiana Diabetologia).
“I farmaci che più aumentano tale rischio sono le sulfoniluree che – dice il prof. Stefano Del Prato – stimolano
la produzione di insulina. Disponibili, ora, farmaci “intelligenti” (incretinici) che inducono la sintesi dell’ormone
solo quando la glicemia è alta, interrompendola quando
si avvicina a valori normali.
Ma il loro utilizzo è limitato per il costo più elevato.
Così, per risparmiare sui farmaci, si spende molto di più
in ricoveri facilmente evitabili ed altro”.
Intanto, il diabete assume l’entità di un’epidemia: negli ultimi anni i pazienti sono cresciuti del % (donne)
e % (uomini); due su sono over , uno su over
anni. Aumenta anche la spesa per farmaci: più
% che
è, però, meno di un terzo della spesa totale del SSN per i
diabetici. Il più è speso per complicanze e ricoveri, per un
totale di oltre miliardi € l’anno.
“Se usassimo meglio i farmaci potremmo ridurre le
complicanze: dei
€ l’anno spesi per ogni diabetico,
€ sono per ricoveri. Il tasso di ospedalizzazione è
del % ( % in più rispetto al non diabetico). Necessario potenziare e razionalizzare l’assistenza sul territorio,
accorpando le competenze specialistiche in strutture in
grado di curare i pazienti più complessi ed identificare
precocemente le complicanze: così si possono dimezzare i casi in cui le complicanze del diabete diventano di
difficile gestione”.
Emilia Romagna – Il “bevacizumab”
L’iniziativa – Per prevenire l’ictus ad essa collegato
Malattia della retina
sospeso un farmaco
Fibrillazione atriale:
la Carta del paziente
P
D
egenerazione maculare (DM):
contesa tra i farmaci bevacizumab e ranibizumab.
La Regione Emilia R. ha “sospeso,
fino a conclusione di confronto tecnico-scientifico con Aifa relativo a studio Catt e a condivisione di condizioni
di sicurezza d’uso di bevacizumab”,
l’erogazione di quest’ultimo a carico
del SSR nell’ambito di strutture regionali, per trattamento di nuovi casi di
DM tipo essudativo legata all’età (garantita continuità per chi già lo usa;
non pregiudizio per ulteriori determinazioni).
Il farmaco ( - €) non è più rimborsato; resta, invece, a carico del
SSR il ranibizumab (
- . €).
resentata, in Italia, la “Carta Globale del Paziente con Fibrillazione Atriale (FA)” realizzata da
Società Scientifiche e Associazioni pazienti per garantire migliori diagnosi,
prevenire l’ictus ad essa collegato e
creare Registri Nazionali.
La FA, anomalia del ritmo cardiaco, impedisce la corretta espulsione
del sangue che, in conseguenza, ristagna negli atri cardiaci, favorendo
il formarsi di trombi che, via sangue,
giungono al cervello e causano ictus.
Costo medio di ogni ricovero per
FA: .
€. Per un anno di monitoraggio della patologia, .
€ per un
totale di mld e mezzo € l’anno.
Ogni anno,
.
italiani con ictus (di loro .
muoiono entro il
primo anno e .
restano invalidi
gravi non autosufficienti) con costo
di assistenza sanitaria di , mld €
( , % del PIL) e peso assistenziale
(spesa in proprio) ed emotivo su paziente e famiglie. La prevenzione è
cruciale: corretta diagnosi, adeguato
regime terapeutico.
Gold standard della profilassi farmacologica: anticoagulanti orali antagonisti di vitamina K che, però, so-
no prescritti solo al % dei pazienti
i quali non li usano con regolarità e
% di loro li abbandona per difficoltà
di gestione (interazioni con alimenti
o farmaci, necessità di frequenti controlli ematologici).
La terapia anticoagulante ottimale con nuove molecole di prossima
introduzione potrebbe evitare gran
parte dei .
ictus da FA l’anno e
relativi costi. “Ma esse costano di più.
Perché – dice il prof. Lorenzo Mantovani (università, Napoli) – non utilizzare, per queste, i risparmi realizzati
dalle scadenze brevettuali che hanno
ridotto i costi di terapie concomitanti
( - farmaci al giorno per patologie
concomitanti o derivate)?”
Pagina a cura
di Nicola Simonetti
Fiscalmente
I chiarimenti nella circolare
9-15 giugno 2012
21
/E dell’Agenzia delle Entrate
Barche oltre i 10 m
c’è la tassa annuale
T
utte le unità da diporto
(imbarcazioni e navi) di
lunghezza superiore ai
metri, possedute o detenute da soggetti residenti nel
territorio dello Stato, oltre che
da stabili organizzazioni in Italia di soggetti non residenti
dovranno pagare una tassa
annuale in base alla legge n.
/
. Gli importi fissi annuali
da versare sono determinati
in funzione della lunghezza
dell’imbarcazione. Questi alcuni dei chiarimenti contenuti
nella circolare n. /E dell’Agenzia delle Entrate.
La normativa
L’articolo , commi da a
e -ter del D.L. n.
/
,
convertito, con modificazioni,
dalla L. n.
/
, successivamente modificato dall’articolo
-bis del D.L. n. /
, convertito dalla L. n. /
, ha istituito una tassa annuale sulle
unità da diporto di lunghezza
superiore ai metri.
L’articolo
del D.L. n.
/
, convertito dalla L. n.
/
, ha inoltre introdotto,
modificando il predetto articolo
del D.L. n.
/
, una
previsione di esenzione dalla
tassa per le imbarcazioni utilizzate dai soggetti di cui all’articolo della L. n.
/
, affetti da patologie che richiedono l’utilizzo permanente delle
imbarcazioni medesime.
La tassa, ai sensi dell’ articolo , comma , del D.l. n.
/
, deve essere corrisposta dai proprietari, usufruttuari, acquirenti con patto
di riservato dominio, o dagli
utilizzatori a titolo di locazione
anche finanziaria, per la durata
della stessa, residenti nel territorio dello Stato, nonché dalle
stabili organizzazioni in Italia
dei soggetti non residenti, che
posseggano, o ai quali sia attribuibile, il possesso dell’unità
da diporto.
La disciplina recata dal citato articolo prevede, ai commi , , -bis e , le ipotesi in
cui la tassa non è dovuta.
Con provvedimento del Direttore dell’Agenzia delle entrate del
aprile
sono
state, inoltre, definite le modalità e i termini di versamento e
di comunicazione dei dati identificativi delle unità da diporto,
soggette alla tassa annuale.
A chi è rivolta
l’imposta
Come sopra detto, sono tenuti a pagare l’imposta i proprietari, gli usufruttuari, gli
acquirenti con patto di riservato dominio o gli utilizzatori
dell’imbarcazione a titolo di locazione anche finanziaria, per
tutta la sua durata (anche se
si tratta di un breve periodo),
residenti nel territorio dello
Stato. Se l’unità da diporto è
di proprietà o è detenuta da
più soggetti, questi sono tutti
tenuti in solido al versamento
della tassa. Anche i noleggiatori, al pari dei locatari, sono
tenuti al pagamento.
Chi è escluso
Rimangono fuori dal campo
di applicazione della tassa le
persone fisiche non residenti
nel territorio dello Stato e le
persone giuridiche che non
hanno la propria sede legale in
Italia, anche se l’imbarcazione
risulta immatricolata nei registri nazionali. L’imposta, inoltre, non si applica alle unità di
proprietà o in uso allo Stato e
ad altri enti pubblici, a quelle
obbligatorie di salvataggio, ai
battelli di servizio, compresi i
tender (a patto che questi rechino l’indicazione dell’unità
da diporto al cui servizio sono
posti), nonché alle unità utilizzate da soggetti affetti da patologie che richiedono il loro
utilizzo permanente. Queste
le principali categorie escluse dal pagamento della tassa,
che non trova comunque applicazione per il primo anno di
immatricolazione delle imbarcazioni.
Importi e scadenze
“calibrati” sulle
necessità
Chi, alla data del ° maggio,
possiede o detiene l’imbarcazione, è tenuto a versare
la tassa entro il
maggio. Se
il presupposto per la sua applicazione si verifica dopo il °
maggio, il pagamento dovrà
essere effettuato entro la fine
del mese successivo a quello
in cui il presupposto stesso si
è verificato. In questo caso, va
rapportato l’importo annuo
al periodo che intercorre tra
il momento in cui si verifica il
presupposto fino al
aprile
dell’anno successivo. Chi uti-
lizza l’imbarcazione sulla base
di un contratto di locazione o
di noleggio di durata inferiore
all’anno, è tenuto al pagamento entro il giorno antecedente
la data di inizio del periodo di
durata del contratto.
Ravvedimento
operoso
per i ritardatari
Ai sensi del comma dell’articolo del D.L. n.
/
per
l’omesso, ritardato o parziale
n materia di “prova della mancanza
del requisito dell’autonoma organizzazione” ai fini Irap, la “non contestazione” da parte della Agenzia
delle Entrate di quanto sostenuto dal
contribuente, circa l’insussistenza
degli elementi indice dell’autonoma
organizzazione, assume rilevanza
processuale in favore del contribuente stesso. E tanto in ossequio al principio generale di non contestazione
che governa il sistema processuale
civile, pure applicabile nel processo
tributario.
È questo, in estrema sintesi, il principio che può ricavarsi dalla recente
Ordinanza pronunciata dalla Corte di
Cassazione in materia di IRAP (Ord. n.
/
).
Il fatto
Un contribuente impugnava il silenzio rifiuto formatosi su di una
domanda di rimborso dell’IRAP per
gli anni dal
al
. I giudici
d’appello accoglievano la tesi del
contribuente e ne riconoscevano il
diritto al rimborso, per insussistenza
dei presupposti impositivi. L’Agenzia
delle Entrate ricorreva per Cassazione deducendo la violazione e falsa
Non si paga l’Irap se mancano i requisiti
e se il fisco non contesta vale come prova
applicazione dell’art.
sufficiente motivazione.
La decisione
c.c. ed in-
Nel dirimere la controversia i giudici di Cassazione hanno richiamato
pregresse pronunce, nelle quali si era affermato il principio secondo cui
l’esercizio delle attività di lavoro autonomo è escluso dall’applicazione
dell’imposta regionale sulle attività
produttive (IRAP) “solo qualora si
tratti di attività non autonomamen-
EMILIA CIMINIELLO
CHIARA DAMMACCO
a cura di Giuseppe Ciminiello
FiscoinAula
I
versamento dell’imposta è
prevista una sanzione amministrativa tributaria che va dal
al
per cento dell’importo non versato, oltre all’importo della tassa non dovuta.
In caso di versamento tardivo
della tassa, il contribuente può
beneficiare, se ce ne sono le
condizioni, dell’istituto del ravvedimento operoso.
te organizzata; il requisito dell’autonoma organizzazione, il cui accertamento spetta al giudice di merito ed
è insindacabile in sede di legittimità,
se congruamente motivato, ricorre
quando il contribuente: a) sia sotto qualsiasi forma, il responsabile
dell’organizzazione e non sia, quindi,
inserito in strutture organizzative
riferibili ad altrui responsabilità ed
interesse; b) impieghi beni strumentali eccedenti, secondo l’id quod plerumque accidit, il minimo indispen-
sabile per l’esercizio dell’attività in
assenza di organizzazione, oppure
si avvalga in modo non occasionale
di lavoro altrui; costituisce onere del
contribuente che chieda il rimborso
dell’imposta asseritamente non dovuta dare la prova dell’assenza delle
condizioni sopraelencate”. Il massimo Collegio ha quindi vagliato il caso
di specie, appurando come la sentenza di secondo grado favorevole
al contribuente fosse in linea con i
richiamati principi, avendo verificato
l’insussistenza degli elementi indice
dell’autonoma organizzazione e l’utilizzo di beni strumentali minimali in
assenza di dipendenti.
La CTR, infatti, sulla base della documentazione in atti (dichiarazioni
e libro cespiti) aveva acclarato la
limitata dotazione di mezzi e l’assenza di lavoratori subordinati. Ed
è proprio a questo proposito che
la Cassazione ha fatto applicazione
del “principio di non contestazione”. Il Supremo Collegio, infatti, ha
stigmatizzato il comportamento
processuale del Fisco, enfatizzando
la circostanza che l’accertamento
di fatto svolto dai giudici di merito,
“peraltro non” era stato “specificamente contestato”. Ed a corroborare il principio sono state richiamate
le più recenti sentenze in materia
(Cass. n.
/
, n.
/
,
etc). In conclusione, la Corte ha
confermato il diritto al rimborso,
essendo stato appurato, e non contestato, che il contribuente si era
dotato esclusivamente del minimo
indispensabile per l’esercizio dell’attività, senza il quale il professionista
non sarebbe posto nelle condizioni
di svolgere il proprio lavoro.
LE SCADENZE FISCALI
PRIMA SCADENZA
PER I VERSAMENTI IMU
Lunedì giugno scatta il primo appuntamento con l’IMU (Imposta Municipale Unica).
Il versamento per il
può essere suddiviso
in rate:
•
giugno: ° acconto di / per l’abitazione
principale e pertinenze e ° acconto di / per
tutti gli altri immobili
•
settembre: ° acconto di / per l’abitazione principale e pertinenze
•
dicembre: saldo per l’abitazione principale
e pertinenze e per tutti gli altri immobili.
I codici tributo da utilizzare nel mod. F
sono:
• quota Comune
(abitazione principale e
pertinenze)
(fabbricati rurali strumentali)
(terreni)
(aree fabbricabili)
(altri fabbricati)
• quota Stato
(terreni)
(aree fabbricabili)
(altri fabbricati).
VENERDÌ
GIUGNO
Termine per regolarizzare, con il ravvedimento operoso breve (entro giorni), i versamenti
delle imposte non eseguiti o effettuati in misura
insufficiente il maggio: oltre alle imposte vanno versati la sanzione del % e gli interessi del
, % annuo a partire dal giorno maggio.
Termine per la registrazione anche cumulativa sul libro dei corrispettivi, da parte dei soggetti esercenti il commercio al minuto, delle operazioni effettuate nel mese di maggio e risultanti
dagli scontrini fiscali o dalle ricevute fiscali.
Emissione e registrazione delle fatture differite relative ai beni consegnati o spediti nel corso
del mese di maggio e risultanti da Ddt o altro documento equivalente. Le fatture differite devono recare l’indicazione della data e del numero
dei documenti.
Annotazione, sui registri IVA, del documento
riepilogativo relativo alle fatture di ammontare
unitario inferiore a €
emesse nel mese di
maggio.
22
Chi va&Chi viene
9-15 giugno 2012
Arrivi a BARI
Partenze da BARI
Destinazione Compagnia Part Arr
AirEuropa
AirEuropa
AirEuropa
AirEuropa
AirEuropa
BARCELLONA
AirEuropa
AirEuropa
AirEuropa
AirEuropa
AirEuropa
Airberlin
Airberlin
BERLINO TXL
Airberlin
Ryanair
Ryanair
Alitalia
Alitalia
Alitalia
Alitalia
Alitalia
Alitalia
BOLOGNA
Alitalia
Alitalia
Alitalia
Alitalia
Ryanair
Ryanair
Ryanair
Ryanair
Ryanair
Ryanair
BRUSSELS
CHARLEROI
Ryanair
Ryanair
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DI MAIORCA
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Volotea
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BRUSSELS
CHARLEROI
CAGLIARI
COLONIA
EINDHOVEN
GINEVRA
MILANO LIN
MILANO MXP
ORARI IN VIGORE dal / /
al / /
Nota :
Via Dubrovnik
Nota :
Non opera il giorno / ; il / il volo parte alle
Frequenza
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Ryanair
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ISOLE
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Destinazione Compagnia Part Arr
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ZURIGO
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Nota :
Il volo LID i giorni Lunedì e Venerdì fa scalo a Vieste ore
ORARI IN VIGORE dal / /
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Nota :
Il volo LID i giorni Lunedì e Venerdì fa scalo a Vieste ore .
VENEZIATREVISO
Arrivi a FOGGIA
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Sistemi economici e sociali di Puglia e Basilicata
Anno XV - 06 / 12 febbraio 2010 -
€ 1,15 Se venduto in abbinamento con “La Gazzetta del Mezzogiorno” € 0,90
di Dionisio Ciccarese
Le chiacchiere
non servono
Puglia svegliati!
V
ia via i sospetti stanno
prendendo forma: questa campagna elettorale
rischia di non dare alcun valore
aggiunto alle prospettive della
Puglia. La situazione diventa
paradossale perché ci fa rimpiangere persino la stagione
della comunicazione politica intrisa di promesse. Quella politica dell’annuncio che porta i vari
esponenti a spararla sempre
più grossa nel tentativo (spesso
riuscito) di incantare un elettorato credulone e smarrito. Cambiali mai portate all’incasso. Ma
oggi non è più così.
I modelli di rappresentazione della TV e l’autoreferenzialità con gli altri media hanno
innescato un meccanismo di
circolarità
dell’informazione
che imprigiona le notizie in un
paradigma sempre più lontano
mana Federico Pirro, docente
di Storia dell’industria nell’Università barese, in un editoriale
sul nostro giornale ha rotto gli
indugi e, con l’eleganza che lo
caratterizza, ha rivolto ai candidati una di quelle domande che
una volta tra i banchi di scuola
si definiva “a piacere”: per favore, diteci qualcosa di economico. Diteci, insomma: quale idea
della Puglia avete in testa per
i prossimi anni? Quali sono le
strategie su cui si deve puntare
per lo sviluppo? Come la Puglia
intende allinearsi all’Europa?
E se non bastasse in un altro articolo il prof. Giovanni
Ancona, docente di Economia
Politica nella medesima Università, con eguale accuratezza e
interpretando i dati della crisi
ha “stroncato” facili entusiasmi
sottolineando che sarà la ripresa
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Elezioni regionali – Scelte strategiche e operative fondamentali attendono il Governatore
Vendola, una vittoria palese
di Dionisio Ciccarese
E
Comunicazione,
potere
e governance
parte. Piepoli ne aveva sorriso e
aveva sottolineato: “Bisogna solo aspettare qualche settimana.
Vedremo”. Abbiamo visto.
Non è certo questo il fulcro
del nostro ragionamento, ma ne
esprime perfettamente l’atteggiamento. Una miscela di ignoranza
e supponenza con un esito scontato: il disastro elettorale. Ora si
discute dei “se” e dei “ma”. Di
una diversa possibile configurazione dei candidati. È troppo tardi.
Vendola non solo ha vinto, ma ha
già disegnato il “framing” nel cui
recinto si giocherà la nuova discussione politica: la fine dei partiti.
08/10
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Vendola al comando
braio
7 feb
2
L’esito del nostro sondaggio:
il Governatore uscente al 46,5%.
A 6 punti di distanza Palese.
La Poli Bortone all’11%.
Servizi, grafici e tabelle alle pagine 15-16-17 e 18
Foto: Carlo Cofano/Iesseppi
A proposito di debito pubblico
Turismo – Una regione leader
Confindustria – Ecco le “tesi”
L’ora di sirtaki
e flamenco BIT di Milano: Il Sud ora deve
E la tarantella? Puglia sbanca voltare pagina
N
ell’autunno del
in
molti dissero “niente sarà
più come prima” quando,
nell’occhio del ciclone della crisi
finanziaria più grave degli ultimi
sessanta anni, persino i giganti
di Wall Street mostravano piedi
d’argilla. I governi di tutto il mondo venivano allora sollecitati al
di GIOVANNI FERRI
da quel turbinio, le gengive dei
salvati addentano ora le mani dei
salvatori pubblici. La memoria è
breve, le situazioni cambiano rapidamente, occorre stare al passo
con i tempi. Oggi, dunque, molti
di quei governi che venivano lodati – si pensi all’Irlanda – per la
celerità con cui si erano mossi
09/10
new
L
a Puglia in fatto di turismo
è certamente una regione
leader. È quanto merso
con chiarezza nei giorni scorsi
alla BIT di Milano., importante
rassegna fieristica di settore.
La regione ha fatto grandi
passi in avanti sul piano della
destagionalizzazione offrendo
un ampio ventaglio di offerte
che vanno ben oltre il “bel
mare” che per troppi anni ha
B
urocrazia,
criminalità
e utilizzo fruttuoso dei
fondi europei. Questi i
temi al centro del confronto al
Petruzzelli di Bari nel convegno
“Il Sud aiuta il Sud”, organizzato per celebrare i
anni
della Confindustria. In quattro
pagine l’analisi dei dati sull’economia del Mezzogiorno e le
strategie di sviluppo pianificate
da mondo delle imprese e isti-
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Sistemi economici e sociali di Puglia e Basilicata
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Il presidente Nichi Vendola resta saldamente
alla guida della Puglia. Gli elettori lo hanno confermato assegnandogli oltre il % delle preferenze. Più di punti rispetto al suo principale
antagonista, Rocco Palese. Alla Poli Bortone è
andato invece l’ , % dei voti. Un esito in totale sintonia con i risultati dei tre sondaggi che
l’Istituto Piepoli aveva realizzato per il nostro
giornale (e di cui pubblichiamo la riproduzione
delle prime pagine). Ora dopo una breve pausa
(che andrà qualche giorno oltre le festività) il
presidente Vendola dovrà nominare la Giunta.
Il che dovrebbe accadere intorno al
aprile.
È questa una fase delicata e il suo esito è tanto
più atteso per i molti significati che avrà la composizione della nuova Giunta.
Una lezione
Ventura
sale
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Sondaggio – Il Governatore sempre in vantaggio anche nel secondo round dell’indagine
Vendola tiene il passo
Palese insegue (-5,5%)
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Vendola sempre in testa
Resta netto il vantaggio
su Palese (4,5%).
Cala la Poli Bortone.
Il prof. Nicola Piepoli
ci spiega i perché
di tanti consensi per
il Governatore uscente
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( numeri)
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ntervista a “cuore aperto” de
La Gazzetta dell’Economia a
Giampiero Ventura, allenatore
genovese,
anni, artefice del
miracolo Bari, la squadra-sorpresa che in A è decima davanti
ad alcune grandi. Ventura parla
della sua capacità di “motivatore” che fa gioco di squadra
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Sistemi economici e sociali di Puglia e Basilicata
Anno XV - 3 / 9 aprile 2010 -
h sì, è stata una vittoria palese. E anche annunciata. A
dispetto dei giochini paracomunicativi che in preda alla disperazione si è tentato di fare per
ribaltare un rapporto che non è
mai stato in discussione. Vendola
ha vinto, ma in realtà non è solo
Palese ad aver perso. Piuttosto è
stato il centrodestra. Si può dire
quel che si vuole e cercare con
le parole di camuffare la realtà:
Palese non ha mai avuto alcuna
chance. Qui accanto pubblichiamo la riproduzione delle tre prime
pagine de “La Gazzetta dell’Economia” che riportano i dati cui
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Dati inquietanti dalla ricerca Assofin-Crif-Eurisko sulle “revolving”
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Sistemi economici e sociali di Puglia e Basilicata
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Nota :
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9-15 giugno 2012
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