leggi le recensioni dal numero 44

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leggi le recensioni dal numero 44
a cura di Emanuele Mastrangelo - [email protected]
Scuola di Archeologia Virtuale
www.vhlab.itabc.cnr.it/scuola/scuola.html
Castelli d’Italia
www.icastelli.it
L’archeologia attraverso una scuola che usa i nuovi
mezzi messi a disposizione dal cyberspazio,
per la formazione degli archeologi di domani
G
Q
uesta scuola di istruzione superiore
nasce dall’esperienza dell’Istituto per
la Tecnologia Applicata ai Beni Culturali
CNR nel campo del Virtual Heritage e dei
corsi di «Tecnologie Integrate». Alla nascita
dell’istituto ha inoltre contribuito la sperimentazione congiunta dell’Università di
Padova e del CNR ITABC, maturata durante
il Progetto Ca’ Tron, di un metodo di lavoro
innovativo che coinvolge diverse professionalità e differenti approcci, all’interno
di un unico percorso di interpretazione e
ricostruzione del paesaggio antico. La riflessione sul problema della comprensione dei
dati e della valorizzazione delle conoscenze
ha infatti condotto ad adottare tecniche di
Realtà Virtuale finalizzate all’acquisizione e
contestualizzazione delle informazioni, alla
simulazione e verifica delle ipotesi, potendo
quindi fare archeologia sperimentale
senza i rischi della manomissione dei
reperti e in più godendo delle moderne risorse della rete nello scambio
della conoscenza. Obiettivo della
scuola è di introdurre i partecipanti
ad una conoscenza delle metodologie
e delle tecnologie digitali avanzate per la
raccolta, la documentazione, la comunicazione e la valorizzazione dei beni culturali,
dall’acquisizione di dati sul campo alla loro
elaborazione ed integrazione in ambienti di
realtà virtuale. La scuola si contraddistingue per avere una formazione accelerata,
molto qualificata e particolarmente intensiva, per l’organizzazione in lezioni frontali e
sessioni di lavoro su dati reali (ambientali,
archeologici, architettonici, archeometrici)
sia in laboratorio che sul campo. Inoltre la
scuola offre un approccio multidisciplinare,
aperto (utilizzo di strumenti open source
per quanto possibile); Sperimentazione diretta di strumenti sia hardware che software. La sede della scuola è in una struttura
di accoglienza attrezzata, nei pressi degli
scavi archeologici. L’ambiente di lavoro si
fonde dunque con il lavoro stesso che e si
svolge nell’arco di due settimane, creando
un legame unico tra il territorio, i dati, i
partecipanti, i docenti e il cyberspazio che
nasce da questa esperienza. n
wikipedia: bollettino dal fronte
M
aggio su Wikipedia ha visto il solito tirae-molla sulle pagine legate alla Venezia
Giulia e Dalmazia con gli ultrà ustascia o titoisti
sulla versione inglese, ma qualcosa comincia
a muoversi e il documento la spunta sui pregiudizi individuali,
segno che il meccanismo wikipediano funziona bene se ben oliato. Si
fa segnalare invece un interessante articolo non di Wikipedia ma su
Wikipedia. Il pezzo pubblicato il 28 maggio sulla versione online della
celebre rivista «Wired» (www.wired.it), a firma di Ermanno Lazard, propone un ficcante confronto fra un saggio di Umberto Eco sulla «Terra
piatta» e le corrispondenti pagine di Wikipedia in inglese. I risultati del
confronto sono sorprendenti e danno più che una suggestione. Lasciamo la parola a Lazard: «Più o meno il 90% delle informazioni fornite
da Eco si può leggere anche sulle due pagine citate dell’enciclopedia
online. Provare per credere. Il primo dubbio (che cioè Wikipedia abbia
copiato da Eco) è subito fugato. Basta scorrere note e bibliografia. Il
dubbio che Eco abbia copiato da Wikipedia (absit iniuria!) non ci sfiora
neanche, anche perché le stesse cose le aveva già pubblicate nel 2001
e ancora nel 2005. Semplicemente, l’Anonimo Enciclopedista ed Eco
hanno avuto le stesse (buone) fonti. Ma allora, che conclusione trarre?
La prima è che Wikipedia non è niente male. Accuratezza, riferimenti
storici, citazioni, rimandi, rivaleggiano con uno scritto del più celebre
STORIA IN RETE
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degli intellettuali italiani (...). Per paradosso,
conoscendo l’inglese
e avendo il dono
della sintesi chiunque
avrebbe potuto
scrivere un articolo
simile a quello di Eco
in un paio d’ore. La seconda conclusione è che qualche volta anche
il grande Omero sonnecchia». La terza - e più sorprendente - conclusione che Lazard trae, è che quel 10% di informazioni supplementari
che Eco fornisce nel suo saggio sono alquanto dubbie, e su ognuna
di esse il buon wikipediano apporrebbe «l’evidenziatore rosa» della
«citazione necessaria», lo strumento col quale si indicano le affermazioni quantomeno discutibili e prive di riferimenti bibliografici adeguati.
«Un vertiginoso sospetto ci assale: non sarà il caso di annoverare
anche il nostro Anonimo Enciclopedista tra i più prestigiosi intellettuali
contemporanei?» conclude Lazard. Meditiamo... n
http://en.wikipedia.org/wiki/Flat_earth
http://en.wikipedia.org/wiki/T_and_O_map
www.wired.it/news/archivio/2009-05/28/fare-eco-a-wikipedia.aspx
Giugno 2009
li Italiani sono abituati
a vedere i loro castelli
come una presenza consueta, talmente abituati che
quasi non ci fanno più caso e
sovente non si accorgono delle
crepe che si vanno aprendo
nei muri dei manieri. Costruiti
sulle sommità delle colline,
in pianura o in montagna,
isolati nel verde del loro parco
oppure soffocati dalle case,
restano una viva testimonianza del nostro passato. Può
tuttavia capitare che, un giorno,
improvvisamente si «veda» il
castello con occhi diversi: quel
fregio, quella merlatura che occhieggia tra il verde, quell’alta
torre misteriosa generano un
prepotente desiderio di sapere
qualcosa di più. Si iniziano così
le ricerche, si va alla riscoperta
di documenti prima nel nostro
comune, poi, spinti dall’interesse che si allarga come una
macchia d’olio, dei paesi vicini.
Ma dalle conoscenze acquisite
scaturisce uno stimolo a vedere o rivedere, con spirito nuovo,
i castelli per meglio focalizzarli.
Così pazientemente, un castello
dopo l’altro, nascono le impressioni, si colgono i rapporti
con l’ambiente circostante e
più si avanza nel lavoro, più ci
si accorge della ricchezza del
International Midway Memorial Foundation
www.immf-midway.com
patrimonio artistico, che era
ancora più grande perchè innumerevoli castelli sono andati
perduti e spesso per l’incuria
degli uomini. Di qui la necessità
di richiamarli alla memoria.
Questo sito nasce dal desiderio
di sapere e di comunicare agli
altri le scoperte e le impressioni
dei curatori, uniti da un genuino
affetto e un sincero interesse
per l’Italia. Da qui l’idea di
raggruppare sotto il proprio
portale tutti i castelli presenti
in Italia, progetto difficilissimo
ma di un importanza notevole,
non solo per dare la possibilità
a tutti quanti di riscoprire la
nostra storia ricca di cultura,
bellezza artistica ecc... ma anche per poter dare una spinta
maggiore al mondo di Internet
ormai oggi sempre più ricco.
L’Italia è estremamente ricca sul
piano artistico, ma anche molto
vitale sul piano letterario, troppo
spesso l’uno e l’altro dimenticati tra le pagine ingiallite di
un vecchio manoscritto limitati
ad una cerchia ristretta di appassionati. Il principale intento
del sito vuole essere proprio
questo: accostare il maggior
numero possibile di persone
ad un mondo che rischia di
essere dimenticato o di passare
inosservato ai più solo perchè
poco valorizzato. Il
sito chiede quindi
la collaborazione
a enti, comuni,
regioni o privati di
segnalare il castello
presente sul proprio territorio, affinchè possa essere
creato un database
completo di tutte
le opere di questo
M
entre in Italia i sacrari
militari restano abbandonati o peggio vengono
vandalizzati (come le notizie
dell’ultima ora annunciano),
gli Stati Uniti hanno decine di
serissime ed impegnatissime
organizzazioni dalle quali
dipende il mantenimento della
memoria dei loro Caduti in
ogni guerra. La Fondazione
internazionale per il Memoriale
di Midway è una di queste: fra
i suoi scopi vi è il sostegno alle
iniziative per la trasformazione
del relitto della USS Yorktown
in un sacrario nazionale, la produzione di studi e documentari
su questa battaglia fondamentale della Seconda guerra
mondiale e l’organizzazione di
visite guidate alle isole che furono teatro del giro di boa della
Guerra nel Pacifico, quando la
potenza aeronavale giapponese fu arrestata per la prima
volta dalla reazione USA, fra il 3
e il 7 giugno 1942. A Midway la
superiorità giapponese fu annientata da una combinazione
di errori strategici del comando
nipponico ed una incredibile
serie di colpi di sfortuna. Da
quel giugno in poi il Giappone
avrebbe combattuto quasi solo
battaglie difensive. n
fumetti
«Roma Antica a fumetti, un viaggio nel passato
e nel presente con il gatto Cicerone»
Di Maurilio Tavormina e Federico Schneider
Vision, pp. 88, € 18,50 - www.visionkids.it
D
ifficilmente il panorama del
fumetto italiano per l’infanzia
fornisce più buon materiale, dopo
il periodo d’oro del «Corriere dei
Piccoli» e dei «Grandi Classici»
Dysney degli anni Ottanta. Così
troviamo con piacere questo
gustoso volume di Tavormina e
Schneider che racconta ai più
giovani la storia di Roma con un
tratto tipicamente italiano (e alcune citazioni da «Asterix»), ironia
non infantile e godibile, e poche
concessioni allo spirito dei tempi.
Il volume è ben concepito anche
per una interessante trovata.
Alcune tavole che rappresentano
Roma «com’era» sono realizzate
su acetato trasparente, e coprono
le fotografie di come è oggi, un
espediente che era molto spesso
usato nei libri educativi degli anni
Sessanta e Settanta. I lettori pos-
sono direttamente sovrapporre i
due periodi storici e farsi una idea
chiara delle differenze fra la Roma
dei latini e quella moderna. Guida
per i giovani lettori è il gatto Cicerone (non poteva che chiamarsi
così) che con accento romanesco
espone storia, usi e costumi della
Città Eterna. Il volume può essere
acquistato in formato cartaceo,
ma ne esiste anche la versione
online sfogliabile, all’indirizzo
www.visionkids.it. n
Per saperne di più visita: www.storiainrete.com/category/sitinuovi-media/