shin production - Galleria Agnellini Arte Moderna
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SHIN PRODUCTION | AGNELLINI ARTE MODERNA LE NOUVEAU RÉALISME I CINQUANT’ANNI LES CINQUANTE ANS 1960_2010 a cura di_sous la direction de Dominique Stella contributi critici_textes critiques Dominique Stella, Grazia Chiesa, Pierre Restany, Marc Dachy LE NOUVEAU RÉALISME I CINQUANT’ANNI_LES CINQUANTE ANS 1960-2010 Mostra_Exposition Galleria Agnellini Arte Moderna, Brescia 3 ottobre_octobre 2009 / 3 aprile_avril 2010 Mostra e catalogo a cura di Exposition et catalogue sous le commissariat de Dominique Stella / Roberto Agnellini Direttore_Directeur Roberto Agnellini Direttrice artistica_Directrice artistique Dominique Stella Coordinamento_Coordination Eriberto Bettini, Giancarlo Patuzzi Segreteria_Secrétaire Michela Franzelli, Cinzia Zanetti Ufficio Stampa_Bureau de presse Irma Bianchi Comunicazione Ringraziamenti_Remerciements S.E. il Ministro della Cultura e della Comunicazione della Repubblica di Francia_V.E. le Ministre de la Culture et de la Communication de la République Française Frédéric Mitterand On. Avv. Adriano Paroli, Sindaco della Città di Brescia_Maire de la Ville de Brescia Avv. Andrea Arcai, Assessore alla Cultura e al Turismo della Città di Brescia_Assesseur à la Culture et au Tourisme de la Ville de Brescia Oliver Descortes, Direttore de_Directeur de Le Centre Culturel Français de Milan Dominique Morge, Centre Culturel Français de Milan Corinne Gadini, Centre Culturel Saint Louis de France – Roma Gilles Peyroulet Dominique Chenivesse, Galerie Gilles Peyroulet & Cie – Paris Ginette Dufrêne Marie Lemercier Linda e Guy Pieters La mostra è stata realizzata con il patrocinio di L’exposition a été réalisée sous le patronnage de Le Centre Culturel Français de Milan Comune di Brescia Assessorato alla Cultura e al Turismo della Città di Brescia Marc Pauwels Valérie Villeglé Gino Di Maggio Ettore Marchina Roberto Pellizzari Marco Setti Cristina Trivelin, Fondazione D’Ars Oscar Signorini Onlus Catalogo pubblicato da_Catalogue publié par SHIN production Editore_Editor Massimo Tantardini 8 Dominique Stella | Le Nouveau Réalisme Breve storia del movimento Bref historique du mouvement 52 Grazia Chiesa | Il Nouveau Réalisme, Pierre Restany e D’Ars Le Nouveau Réalisme, Pierre Restany et D’Ars Coordinamento di redazione_Coordination de rédaction Ilaria Bombelli Progetto grafico_Projet graphique Walter Almici Crediti dei testi_Crédits textes © gli autori_les auteurs Crediti fotografici_Crédits photographiques © Enrico Cattaneo pp. 55-79 Per le fotografie delle opere, un ringraziamento particolare a_Pour les photogfraphies des œuvres nous remercions particulièrement Fabio Cattabiani Guy Pieters Traduzioni_Traductions Silvia Denicolai Laura Saglio Soget Srl, Milano Stampa_Imprimerie Poligrafica San Faustino Castrezzato, Brescia [IT] AGNELLINI ARTE MODERNA Via Soldini, 6/a Brescia - Italia www.agnelliniartemoderna.it © SHIN production, 2009 All Right Reserved. No part of this publication may be reproduced or transmitted in any form or by any means, electronic or mechanical, including photocopy, recording or other information storage and retrieval system, without prior permisison in writing from the publisher. SOMMARIO_SOMMAIRE SHIN production www.shinart.it 55 Milano, novembre 1970 80 Pierre Restany | La Rivoluzione Blu è in moto La Révolution Bleue est en marche 94 Marc Dachy | Il Nouveau Réalisme: «E, finalmente, di nuovo poesia» Le Nouveau Réalisme: « Et finalement, poésie encore » 115 Il nuovo realismo in qualche data Le Nouveau Réalisme en quelques dates 137 Opere_Œuvres 247 Biografie_Biographies Jacques Villeglé Les Nouveaux Réalistes 2009 Acrilico su tela_ Acrylique sur toile 150 x 220 cm Nella sua fase di teorizzazione e ideazione, il Nouveau Réalisme contempla, come tutti i movimenti artistici, alcune generalizzazioni che sarebbe opportuno evocare, fatta salva la premessa che le singole personalità di un gruppo rivendicano sempre la propria autonomia all’interno di una riflessione che tende a globalizzare un certo pensiero e che si declina, di volta in volta, in ciascun individuo. Questo è particolarmente evidente nel caso del Nouveau Réalisme, un movimento che la personalità di Pierre Restany ha concettualizzato attraverso una riflessione che metteva in discussione le pratiche artistiche, e in particolare la pittura, della fine degli anni Cinquanta. Consapevole della posta in gioco all’epoca, Restany seppe individuare quei legami sottilissimi volti a plasmare un universo di pensiero che raggruppava posizioni e pratiche artistiche a volte lontane le une dalle altre. La sua riflessione, che faceva eco al pensiero di Marcel Duchamp pur ponendosi allo stesso tempo in netta opposizione ad esso, attribuiva all’oggetto uno statuto che rimetteva in questione il concetto stesso di opera d’arte, conferendo ad essa valore rappresentativo di una determinata realtà oggettiva. «Nouveau Réalisme = Nuovi approcci percettivi al reale», proclamavano i membri del gruppo in occasione della costituzione ufficiale del movimento, il 27 ottobre 1960. Dominique Stella | Le Nouveau Réalisme Breve storia del movimento Bref historique du mouvement Le Nouveau Réalisme comme tous les mouvements artistiques comporte des généralités qu’il convient d’évoquer, dans sa phase de théorisation et d’invention, sachant que chaque personnalité d’un groupe revendique sa propre autonomie dans une réflexion qui globalise une pensée, qui se décline et se singularise par individu. Cela est particulièrement flagrant dans le cas du Nouveau Réalisme, mouvement de pensée que la personnalité de Pierre Restany a conceptualisé à travers un discours et une réflexion qui mettaient en cause la peinture et les pratiques artistiques de la fin des années ’50. Pierre Restany conscient des enjeux d’une époque sut trouver des liens infiniment subtiles pour créer un univers de pensée regroupant des attitudes et des pratiques artistiques quelques fois éloignées les unes des autres. Sa réflexion en écho à la pensée de Marcel Duchamp, mais aussi en opposition à cette dernière, accorde à l’objet un statut qui remet en question le concept d’œuvre d’art, lui conférant une valeur représentative d’une réalité objective. « Nouveau Réalisme = Nouvelles approches perceptives du réel » proclamaient les membres du groupe le 27 octobre 1960 lors de la constitution officielle du mouvement. N O U V E A U R É A L I S M E 8 9 N O U V E A U R É A L I S M E Yves Klein con_avec Pierre Restany. Galleria Apollinaire, Milano_Milan, gennaio_janvier 1957. Yves Klein e Pierre Restany Le premesse di questa genesi sono da individuare in alcuni incontri decisivi di molto antecedenti la data storica del 27 ottobre. Innanzitutto c’era Yves Klein, che a partire dal 1954 adotta una posizione artistica molto vicina a quella spersonalizzazione lasciata in eredità da Duchamp… Ancor prima di iniziare a dipingere, Klein pubblica Yves Peintures, un catalogo ragionato di “opere da realizzare” che mostra alcune delle modalità del “non-fare” di un’opera, identificando la sua azione con l’“essere artista”, prerogativa sufficiente per fare arte. Più tardi, nel 1956, l’invenzione del suo blu (I.K.B.) – depositato come brevetto industriale – e la delega di firma per la realizzazione di quadri monocromi, proiettano l’opera in una sfera impersonale che la sublima e, allo stesso tempo, la banalizza. È proprio a Kline, “pittore dell’immateriale”, che si deve il perfezionamento della smaterializzazione dell’opera d’arte. “Essere e non fare” potrebbe essere, in ultima analisi, la parola d’ordine che presiede alla creazione del Nouveau Réalisme. Nel 1954 Klein lavora intensamente ai quadri monocromi, esercizio che culminerà nella mostra “Expression de l’univers de la couleur mine orange”, presentata al Salon des Réalités Nouvelles nel 1955. Jean Tinguely assiste alle discussioni della commissione, che alla fine deciderà di rifiutare la tela dell’artista monocromo. In questa occasione Tinguely conosce Klein: accomunati da una comune sensibilità in un clima di creatività collettiva, fra i due artisti s’instaura un intenso scambio intellettuale volto all’indagine e allo sviluppo di certe ricerche in campo concettuale. È attorno a questa data che entra in scena Pierre Restany. Il suo incontro con Yves Klein, nel 1955, contribuirà a porre le basi di una riflessione che l’approccio di Klein già nutriva nei confronti di un realismo bilanciato da una forte carica utopica e dalla profonda intuizione di un artista estremamente sensibile al potere dell’emozione. Restany incontra Klein grazie ad Arman – che aveva conosciuto nel 1953 – e proprio su consiglio di Arman, Klein chiederà a Restany di scrivere la presentazione della sua mostra presso la Galerie Colette Allendy di Parigi. Per il critico si tratta di una vera e propria rivelazione: «Il grande potere emotivo di Klein lo rende estremamente sensibile al fenomeno dell’energia cosmica in libera diffusione nello spazio», scrive Restany. «Chi riusciva a fissare quell’energia, e a controllarla, diventava padrone della comunicazione e del linguaggio. Questa schematica equazione, che riassume la presenza di Klein nel mondo, l’ho percepita in modo radicale, determinante e quasi trascendente. […] Una volta che l’incontro è compiuto, tutto si dispone secondo un ordine analogico e metaforico. Tutto diventa la metafora del reale nel quale vivo e che ora percepisco a un livello di sintesi più elevato»1. In questo stesso periodo Arman espone i primi “Cachets” (opere in cui la carta viene saturata dai timbri), che inaugurano il caratteristico metodo accumulativo dell’artista. In seguito, Yves Klein et Pierre Restany Les prémices de cette construction se trouvent dans certaines rencontres décisives bien en amont de cette date que l’histoire a retenue. Il y a d’abord Yves Klein, qui dès 1954 adopte une attitude en art proche de la dépersonnalisation artistique que l’on dit héritée de Duchamp… Avant même de commencer à peindre il publie Yves Peintures, catalogue raisonné d’œuvres à créer. Il met en scène des modes de “non-faire” de l’œuvre et identifie son action à “l’être artiste”, retenant cela suffisant pour produire de l’art. L’invention, plus tard (1956), de son bleu (I.K.B.) qu’il déposera, tel un brevet industriel, et la délégation de signature pour la réalisation de tableaux monochromes projettent l’œuvre dans un champ impersonnel qui à la fois la sublime et la banalise. Il travaille à la dématérialisation de l’œuvre, son objectif consiste à “peindre de l’immatériel” et plus que tout à être le peintre de l’immatériel… “Etre et ne pas faire”, pourraient constituer les mots d’ordre qui présidèrent à la création du groupe. En 1954 Yves Klein travaille intensément à la réalisation de sa peinture monochrome, cette activité culmine dans la réalisation de “Expression de l’univers de la couleur mine orange”, proposée pour le Salon des Réalités Nouvelles de 1955. Tinguely assiste aux délibérations du jury qui refuse cette toile, c’est le début d’une amitié entre les deux artistes. D’intenses échanges intellectuels et un dialogue conceptuel s’établissent entre Tinguely et Klein qu’une affinité et une sensibilité proches unissent dans une atmosphère de créativité collective. C’est vers cette date qu’entre en scène Pierre Restany. La rencontre de Pierre Restany et d’Yves N O U V E A U R É A L I S M E Klein en 1955 contribue à jeter les bases d’une réflexion que l’approche d’Yves Klein nourrit d’un réalisme contrebalancé par l’utopie et l’intuition fondamentale d’un artiste extrêmement sensible à la puissance émotionnelle. Pierre Restany fait la connaissance d’Yves Klein par l’intermédiaire d’Arman qu’il connaissait depuis 1953. Arman conseille à Klein de demander à Pierre Restany de rédiger la préface à son exposition à la Galerie Colette Allendy. C’est pour Pierre Restany une véritable révélation : « la grande puissance émotionnelle de Klein le rendait extrêmement sensible au phénomène de l’énergie cosmique en libre diffusion dans l’espace. Celui qui pouvait fixer cette énergie, s’en rendre maître, devenait maître de la communication et du langage. Cette équation schématique qui résume la présence de Klein au monde, je l’ai ressentie de façon radicale, déterminante et presque transcendante. (…) Une fois accomplie la rencontre, tout s’ordonne selon un ordre analogique et métaphorique. Tout devient la métaphore du réel dans lequel je vis et que je ressens à un niveau de synthèse plus élevé. »1 Arman à cette époque exposait ses premiers “Cachets” par lesquels il inaugurait son geste accumulatif en saturant de ses tampons des feuilles de papier. Dans les années successives, Il diversifie sa pratique : sur des fonds monochromes (vert, rose, violet...), le graphisme de ses “Cachets” et “Empreintes” construit des signes abstraits, des parcours d’encre, délimitant des messages subliminaux difficiles à déchiffrer. Suivant la même technique de l’empreinte, Arman 10 11 N O U V E A U R É A L I S M E Tratto da un’intervista pubblicata nel catalogo della mostra “1960 Les Nouveaux Réalistes”, tenutasi al Musée d’Art moderne de la Ville de Paris dal 15 maggio al 7 settembre 1986. Commissario: Bernadette Cotenson. Extrait d’un entretien publié dans le catalogue de l’exposition “1960 - Les Nouveaux Réalistes”, au Musée d’Art moderne de la Ville de Paris, 15 mai-7 septembre 1986. Commissaire : Bernadette Cotenson. 1 Arman estenderà il suo gesto a formati più ampi, fino ad appropriarsi dell’intero ambiente con un approccio sempre più radicale, che lo condurrà alle impronte, alle immondizie, alle accumulazioni, alla densità: in definitiva, al “Pieno”. A partire dal 1956, Arman diversificherà la sua pratica: su sfondi monocromi (verde, rosa, viola...) i grafismi dei “Cachets” e delle “Empreintes” diventano segni astratti, percorsi d’inchiostro che delineano criptici messaggi subliminali. Similmente alla pratica delle impronte, l’artista registra le tracce degli oggetti sulla tela e sulla carta in opere chiamate “Allures d’objets”. I “Cachets” e le “Allures” – entrambi appartenenti all’opera pittorica di Arman – consentono la logica transizione da una comprensione formale mediante la pittura – principio dell’opera dell’artista – alla strutturazione del reale attraverso il concetto, nelle tre dimensioni. della materia. Si tratta, qui, di un primo bilancio dell’esperienza monocroma di Klein, che l’artista aveva sviluppato a partire dal 1955. Ad un certo livello di percezione dell’energia, il fissaggio su un supporto, come può avvenire nel caso di un pigmento, diventa del tutto inutile. L’energia cosmica, catturata attraverso il colore puro, può sfuggire e tornare alle sue origini, ossia allo spazio libero. L’artista è il catalizzatore di questa energia, che viene trasformata in atto creatore. Avvicinato da Klein al concetto di “energia pura”, Tinguely ricorderà l’insegnamento. Da protagonista riconosciuto dell’Arte Cinetica – quella d’ispirazione astratto-geometrica presentata alla Galerie Denise René di Parigi – l’artista virerà in direzione della creazione di volumi virtuali: trascendendo il meccanismo delle sue sculture lo fa diventare parte essenziale dell’opera, cuore e polmone al tempo stesso; l’intenzione non è più quella di mascherarlo ma, al contrario, di celebrarlo in quanto rappresentazione di una forza energetica offerta allo sguardo di tutti. La mostra “Vitesse pure et stabilité monochrome”, alla Galerie Iris Clert di Parigi, riunisce i due artisti il 17 novembre 1958, e da quel momento la palese affinità delle loro ricerche segnerà il preludio ad una serie di alleanze che porteranno alla creazione del movimento. Questa vicinanza diventa ancora più manifesta nel 1959: «A partire dal 1959», racconta Restany, «e in particolare in occasione della prima Biennale di Parigi, dove venne esposta una Proposition Monochrome di Yves Klein assieme alla macchina per dipingere di Tinguely (Méta-matic) e alla Palissade di Raymond Hains, ho Tra il 1958 e il 1960 Tra il 1958 e il 1960 una serie di avvenimenti cristallizza una situazione che andrà a sfociare nella costituzione del movimento del Nouveau Réalisme. Nell’aprile del 1958, Iris Clert presenta “Le Vide” (il vuoto) di Yves Klein: il pittore monocromo espone i muri spogli della galleria, “sensibilizzati” dalla sua sola presenza. Dichiarazione audace, questa, in cui l’artista abbandona la sfera del razionale per giungere al massimo dell’espressione, completamente liberata dalla contingenza Yves Klein al centro di prova del_au centre d’essai du Gaz de France, Plaine Saint-Denis (Francia_France),1961. signe la trace des objets sur la toile ou sur le papier dans des œuvres appelées “Allures d’Objets”. Les “Cachets” et les “Allures”, qui appartiennent à l’œuvre picturale d’Arman, permettent une transition logique entre son appréhension des formes par la peinture – où commence son œuvre – et la structuration du réel au travers du concept, en trois dimensions. Il étend son geste à des formats plus amples jusqu’à s’approprier l’espace dans une expression plus radicale qui le conduit aux allures, aux poubelles, aux accumulations, à la densité, au “Plein”. sensibilisé par Klein au concept d’énergie pure, retiendra la leçon. Bien que déjà impliqué en tant que protagoniste de l’art cinétique, d’inspiration abstraite géométrique qu’exposait la Galerie Denise René, il s’engage sur le thème de la création de volumes virtuels. Il transcende le mécanisme de ses sculptures, qui devient partie essentielle de l’œuvre, à la fois poumon et cœur, il entend ne plus le masquer mais au contraire le magnifier en tant que représentation de cette force énergétique, qu’il expose au regard de tous. L’exposition “Vitesse pure et stabilité monochrome” réunit les deux artistes le 17 novembre 1958 à la Galerie Iris Clert. Dès lors l’évidente parenté de leur démarche trace les prémices d’alliances qui mèneront à la création du groupe. Cette évidence devient encore plus flagrante en 1959. Restany raconte : « A partir de 1959, et en particulier à l’occasion de la première Biennale de Paris où étaient exposées une Proposition Monochrome d’Yves Klein, la machine à peindre de Tinguely (Métamatic) et la Palissade de Raymond Hains, j’ai pressenti le dénominateur commun entre ces recherches extrêmement diverses et qui, jusqu’à ce jour, avaient suivi des évolutions différentes : un geste fondamental d’appropriation du réel, lié à un phénomène quantique d’expression (l’imprégnation de la couleur pure chez Yves Klein, l’animation mécanique chez Tinguely, le choix du manifeste lacéré chez Hains). Chaque aventure développe sa logique interne à partir d’une position limite qui constitue l’essence même du langage, la force Entre 1958 et 1960 C’est entre 1958 et 1960 que se déroule une série d’événements qui permettent de cristalliser une situation qui aboutira à la création du mouvement. En avril 1958, Iris Clert présente “Le Vide” d’Yves Klein. Le peintre monochrome expose les murs nus d’une galerie “sensibilisés” par sa seule présence. Manifestation audacieuse où l’artiste abandonne le champ du rationnel pour atteindre à l’expression maximale libérée des contingences de la matière. Il s’agit ici d’un premier bilan de l’expérience monochrome de Klein qu’il a développée depuis 1955. A certain niveau de perception de l’énergie sa fixation sur un support comme le pigment coloré devient inutile. L’énergie cosmique capturée par la couleur pure peut s’en évader et retourner à ses origines, c’est-à-dire à l’espace libre. L’artiste est le catalyseur de cette énergie qu’il transmute en un acte créateur. Tinguely, N O U V E A U R É A L I S M E 12 13 N O U V E A U R É A L I S M E Jean Tinguely con_avec “sandwichman” all’apertura della mostra_à l’ouverture de l’exposition “Méta-matic” alla_à la Galerie Iris Clert, Parigi_Paris, luglio_juillet 1959. Museum Jean Tinguely, Basilea_Bâle. © ph. Martha Rocher intuito il denominatore comune di due ricerche estremamente differenti, che fino a quel momento avevano seguito evoluzioni indipendenti: un gesto fondamentale di appropriazione del reale, legato ad un fenomeno quantistico di espressione (la saturazione del colore puro in Klein; l’animazione meccanica in Tinguely; la scelta del manifesto lacerato in Hains). Ogni avventura individuale sviluppa la sua logica interna a partire da una posizione limite, che costituisce l’essenza stessa del linguaggio, la forza fondamentale della comunicazione. Questo gesto assoluto è un ultimatum allo spettatore, la cui partecipazione viene così richiesta»2. Il 1960 è l’anno del “Pieno” di Arman. La sua adesione al Nouveau Réalisme muove dalla consapevolezza di una visione realistica della natura moderna, tecnologica, industriale e urbana – visione che condivideva sia con Klein che con Raysse, dei quali era molto amico. Le sue opere illustrano in modo metaforico il mondo industriale e la produzione di massa; e la logica dell’accumulazione appare quasi automaticamente: essa nasce, infatti, dall’affastellamento dei “Cachets”, che si moltiplicano sulla superficie della carta in un gioco che Arman rapidamente trasforma in un’accumulazione volumetrica dello stesso oggetto-timbro, prima sculturaaccumulazione realizzata dall’artista. E nel 1960, alla Galerie Iris Clert di Parigi, Arman firma definitivamente il suo manifesto: l’artista riempie la galleria di oggetti d’ogni tipo, realizzando, a due anni di distanza, il simmetrico teorico del “Vuoto” di Klein. Ma se Klein aveva personalizzato l’intuizione di un nuovo linguaggio attraverso l’appropriazione delle energie psico-sensoriali, Arman fondamentale de la communication. Ce geste absolu est un ultimatum pour le spectateur, dont la participation est requise. »2 1960 est l’année du “Plein” d’Arman. Son adhésion au Nouveau Réalisme naît de la conscience d’une vision réaliste – commune à Yves Klein et Martial Raysse, avec qui il était très ami – de la nature moderne, technologique, industrielle et urbaine. Ses œuvres illustrent métaphoriquement le monde industriel et sa production de masse. La logique de l’accumulation apparaît dans son travail presque automatiquement. Elle naît de l’empilement des “Cachets”, qui se multiplient sur la superficie du papier en un jeu qu’Arman transforme rapidement en accumulation volumétrique qui amoncelle l’objet-timbre lui-même, première sculpture-accumulation réalisée par l’artiste. En 1960, Arman signe définitivement le manifeste de son style, à la galerie Iris Clert : l’accumulation. L’artiste remplit la galerie de toutes sortes d’objets réalisant, à deux ans d’intervalle, le symétrique théorique du “Vide” d’Yves Klein. Yves Klein personnalise l’intuition d’un nouveau langage à travers l’appropriation des énergies psycho-sensorielles. Le même procédé d’action “sensible” se retrouve dans la syntaxe accumulatrice ou destructrice d’Arman. De son Jean Tinguely con_avec Martial Raysse sopra la “macchina per dipingere”_sur la “machine à peindre” Méta-matic. Expo CNAC, Parigi_Paris, 1971. © ph. André Morain œuvre naît une poétique de l’objet tout à fait particulière, qui ne réaffirme pas sa valeur utilitaire ni son existence concrète en tant qu’objet de consommation quotidienne, mais qui impose une valeur esthétique que l’artiste obtient par le biais d’un processus artistique. L’objet devient matière à création. En perdant son sens utilitaire il gagne en valeur symbolique globale, qui contribue à faire N O U V E A U R É A L I S M E 14 15 N O U V E A U R É A L I S M E Pierre Restany, Terzo Manifesto del Nouveau Réalisme: Le Nouveau Réalisme: que faut-il en penser?, Monaco, febbraio 1963. Pierre Restany, Troisième Manifeste du Nouveau Réalisme : Le Nouveau Réalisme : que faut-il en penser?, Munich, février 1963. 2 ritrova nella sintassi accumulatrice, o distruttrice, il medesimo procedimento d’azione, fondamentale a livello sensitivo. Dalla sua opera nasce una poetica dell’oggetto del tutto particolare, che non riconferma il suo valore d’uso, o il suo essere, concretamente, elemento quotidiano di consumo, ma risale al suo valore estetico, ottenuto mediante il procedimento artistico. L’oggetto diventa materia di creazione; perde il suo significato utilitaristico per assumere un valore simbolico universale da cui nasce l’opera. Esso corrisponde a quella «appassionante avventura del reale percepito in sé, e non attraverso il prisma della trascrizione concettuale o immaginativa», che Pierre Restany descriverà nel suo Manifesto del Nouveau Réalisme, pubblicato a Milano il 16 aprile 1960. Il periodo 1958-1960 testimonia anche il nascere della metamorfosi di César. Lo scultore opera una prima svolta nel suo lavoro nel 1959. Nelle nuove opere presentate in occasione della mostra alla Galerie Claude Bernard di Parigi, César rinuncia definitivamente a quel decorativismo che gli aveva fatto conquistare l’ampio consenso del pubblico e ai facili vantaggi che avrebbe potuto trarne, per investire con coraggio nelle sue nuove ambizioni: è il debutto delle “Plaques” – grandi rilievi, scudi di materiali recuperati, le cui superfici emanano una forte espressività modulata dal ritmo dinamico. Nel 1960, quando espone al Salon de Mai di Parigi, César ha 40 anni. A rischio di deludere, l’artista volta le spalle alla sua carriera di prospero scultore e presenta cubi di rottami d’automobili pressati: nasce la “Compressione”. Nell’Express del 2 giugno, César spiega: «Già da qualche anno, il mio istinto per il ferro mi ha messo in contatto con un materiale grezzo: le balle di metallo pressate naître l’œuvre. Cela correspond à la « passionnante aventure du réel perçu en soi et non à travers le prisme de la transcription conceptuelle ou imaginative » que décrit Pierre Restany dans son Manifeste du Nouveau Réalisme, publié à Milan le 16 avril 1960. Cette période entre 1958 et 1960 voit aussi s’opérer la métamorphose de César, qui, dés 1959, effectue un premier virage dans son travail. A l’occasion de son exposition à la Galerie Claude Bernard, César présente ses nouvelles réalisations. Renonçant au décoratif par lequel il avait conquis son public et fuyant une réussite facile, César affirme de nouvelles ambitions. Il propose pour la première fois les “Plaques”, vastes reliefs, boucliers de matériaux récupérés, dont la superficie dégage force et puissance modulées par un rythme dynamique. En 1960, au Salon de Mai, César a 40 ans. Tournant définitivement le dos à sa carrière de sculpteur Nella pagina a destra_Sur la page à droite Il Manifesto del_Le Manifeste du Nouveau Réalisme, pubblicato in occasione della mostra di_publié à l’occasion de l’exposition d’Arman, François Dufrêne, Raymond Hains, Yves Klein, Jacques Villeglé e_et Jean Tinguely alla_à la Galleria Apollinaire, Milano_Milan, 1960. Progetto grafico_Conception graphique: Raymond Hains. prospère, au risque de déplaire, il propose de nouvelles œuvres : des voitures compressées sous forme de cube. La “Compression” était née. Dans l’Express du 2 juin, César s’explique : « Mon instinct de fer me met en contact, depuis quelques années déjà, avec la matière brute, les formes de métal compressé dans les usines de récupération. Une tonne de métal, extraite de la presse hydraulique, est une chose qui a de quoi étonner, quand l’on passe sa vie à marquer le fer de son sceau, à en pénétrer l’intime secret, à en vaincre les exigences... Et moi, de cet étonnement, je ne me suis jamais remis. J’ai d’abord été sensible à la présence de ces tonnes de métal compressé. Puis à force de les regarder, j’ai compris leur profonde diversité. N O U V E A U R É A L I S M E 16 nelle officine di recupero. Una tonnellata di metallo che esce dalla pressa idraulica è una cosa coloristici, che ottiene rivestendo il fondo della pressa con pezzi di metallo accuratamente stupefacente quando si passa una vita a imprimere il ferro con il proprio marchio, a penetrarne scelti. L’artista chiama queste opere “Compressions dirigées”. Al medesimo trattamento delle l’intimo segreto, a vincerne le esigenze. E io, da quello stupore, non mi sono più riavuto. Innanzitutto “Compressioni” vengono sottoposti altri oggetti o scarti di oggetti, soprattutto meccanici (motociclette mi sono posto nella condizione di essere sensibile alla presenza di quelle balle compresse; poi, ma anche caffettiere, brocche, tessuti, cassette di legno, cartone, ferri e ogni tipo di rottami), al guardandole, ho capito la loro profonda diversità. Alcune erano più belle di altre. Le ho scelte perché fine di realizzare cubi – autentiche sculture, monumenti del nostro tempo – e rilievi dove l’oggetto erano belle. E un giorno le ho esposte». pressato viene appoggiato al muro, come fosse un “quadro”. Oggetto da parete, in cui l’automobile La mostra delle “Compressioni” scatena una vera e propria polemica sulla loro natura ed il loro o la motocicletta diventano elementi “da salotto”, nell’assoluta esaltazione della loro “bellezza” statuto, dividendo pubblico e critica. Ma l’eloquenza di César verrà positivamente salutata in industriale. Come Arman, César pone infatti il problema della produzione industriale e delle relative occasione della sua mostra all’Hanover Gallery di Londra, della quale Restany scriverà la prefazione modalità di riciclaggio. L’invasione dei prodotti di massa e dei relativi scarti da essi risultanti sono in catalogo. È il 2 ottobre 1960. le principali problematiche di entrambe le ricerche dei due artisti, così come sono al centro delle Nell’eccitazione generale che accompagna la creazione del Nouveau Réalisme, Jasia Reichardt preoccupazioni attuali. L’“estetizzazione” dell’oggetto di consumo suscita il dubbio in merito ai valori scrive: «César dimostra un’eloquenza tanto bizzarra quanto aggressiva, frammista di grandezza e morali e sociali ad esso connessi, e l’utilizzo che gli artisti decidono di farne è la dimostrazione barbarie, di sensibilità e crudeltà. Il suo intento non è quello di scioccare [...]. Le associazioni d’idee dell’estrema urgenza della domanda: “cosa ne facciamo?”. “Li appendiamo al muro?” è l’inizio di una che, in qualche modo, vanno ad intrecciarsi attorno ad ogni sua scultura per evidenziarne il contesto risposta. Oppure una provocazione. intellettuale, l’intuizione e l’evidente senso dello humour che i singoli pezzi testimoniano, sono altrettante qualità che conferiscono ad essi lo statuto di opere d’arte». Gli “Affichistes” A partire dal 1960 César userà per le “Compressioni” dei procedimenti più raffinati e controllati, Innanzitutto gli “Affichistes”, come poi saranno battezzati, compiono le loro “appropriazioni” nelle assemblando materiali diversi (come frammenti di portiere) e sperimentando particolari effetti città – gli uni a Parigi o a Nantes, l’altro a Roma. Gli “Affichistes” strappano brandelli di una saga Certaines étaient encore plus belles. Je les ai choisies pour leur beauté, et un beau jour je les genres. César applique sa technique dans la réalisation de cubes – authentiques sculptures, ai exposées. » monuments de notre temps – et de reliefs, qui s’appliquent au mur, conférant à l’objet écrasé le L’exposition de ces “Compressions” déchaîne une véritable polémique, sur leur nature, leur statut de “tableau”, comme n’importe quel “cadre” ou décoration murale, portant l’automobile, statut, divisant public et critiques. Mais l’éloquence de César est saluée à l’occasion de son la mobylette ou toute matière brute au rang de bibelot “de salon”, dans l’exaltation totale de sa exposition à la Hanover Gallery, pour laquelle Pierre Restany écrit la préface du catalogue, et splendeur industrielle. le 2 octobre 1960, dans l’effervescence qui accompagne la création du groupe des Nouveaux César, tout comme Arman, pose la question de la production industrielle et de son recyclage. Réalistes, Jasia Reichart écrit : « César fait preuve d’une éloquence aussi étrange qu’agressive, L’invasion du produit de masse et des déchets qui en résultent constitue la question centrale mélange de grandeur et de barbarie, de sensibilité et de cruauté. Son intention n’est pas de de leur recherche, qui demeure au cœur de nos préoccupations actuelles. L’“esthétisation” choquer (...). La toile d’association d’idées qui, d’une certaine façon, vient se tisser autour de l’objet de consommation sème le doute concernant sa valeur morale et sociale. Et l’usage de chaque sculpture pour mettre en évidence son contexte intellectuel, l’intuition et le sens qu’en ont fait les artistes démontre l’urgence de la question. Qu’en faisons-nous ? On les de l’humour évident dont témoignent les pièces, sont autant de qualités qui confèrent à ces accroche au mur ?... C’est un début de réponse ou bien une provocation. dernières une qualité d’œuvres d’art ». Depuis 1960, César déclinera ses “Compressions” en utilisant des procédés plus raffinés et plus contrôlés, par l’introduction de matières diverses et Les “Affichistes” des effets de couleur obtenus en recouvrant le fond de la presse avec des morceaux de métaux Pendant ce temps, les “Affichistes”, comme ils furent baptisés plus tard, opéraient leurs sélectionnés. Il les nomme “Compressions dirigées” et y ajoute du détail : des fragments de détournements dans les villes, les uns à Nantes ou Paris, un autre à Rome. Ils arrachaient portières, des éléments provenant d’autres machines... L’artiste soumet objets et déchets au les lambeaux d’une saga urbaine qui devenait légendaire, rejoignant cette définition qui traitement de la compression, surtout des objets mécaniques, comme des mobylettes, des correspond à un regard neuf sur le monde contemporain que Restany décrit ainsi dans son cafetières, des broches, du tissu, des boîtes en bois, des cartons, aciers et ferrailles en tous troisième manifeste : « un nouveau regard (…) qui traduit le droit à l’expression directe du N O U V E A U R É A L I S M E 18 19 N O U V E A U R É A L I S M E urbana che diventa leggenda, raggiungendo una tale definizione che diventa inevitabilmente “sguardo nuovo” sul mondo contemporaneo, come lo descrive Restany nel Terzo Manifesto del Nouveau Réalisme: «Uno sguardo nuovo […] che traduce il diritto all’espressione diretta del settore più organico dell’attività moderna, quello delle città, delle strade, delle fabbriche, delle luci al neon, delle pellicole cinematografiche e della produzione in serie. Questo battesimo artistico dell’oggetto quotidiano costituisce ormai l’evento dada per eccellenza. Dopo il “non” e lo “zero”, ecco la terza fase del mito: il gesto anti-artistico diventa comportamento funzionale, appropriazione della realtà esteriore del mondo moderno, elemento base di un nuovo repertorio espressivo»3. Gli “Affichistes” operano proprio secondo questa definizione di appropriazione. L’azione di raccolta di Hains e Villeglé procede dalla volontà di accumulo – la stessa che ritroviamo anche in Arman – di una realtà che viene trascesa dall’appropriazione del gesto del “Lacéré anonyme” (lacerazione anonima), come lo chiama Villeglé. Le passeggiate dei due “complici di rapimenti”, dalle quali rientrano carichi di manifesti, portano alla visione del mondo “come un quadro”, come diceva Restany: «Come un quadro il cui potere poetico non si limitava a questa o a quella analogia stilistica. Quel quadro poteva essere cubista, a volte acquisiva un aspetto matissiano o aveva slanci tachisti, senza contare certi giochi di parole dovuti al caso delle lacerazioni». I primi lavori di Hains e Villeglé derivano dalla comune e condivisa preoccupazione di fare un’arte in cui la manipolazione conservasse integralmente la realtà dell’opera. Una riflessione, questa, che secteur le plus organique de l’activité moderne, celui de la ville, celui de la rue, de l’usine, du néon et du film, de la production en série. Ce baptême artistique de l’objet usuel constitue désormais le fait dada par excellence. Après le non, le zéro voilà une troisième position du mythe : le geste anti-art devient comportement fonctionnel, un mode d’appropriation de la réalité extérieure du monde moderne, l’élément de base d’un nouveau répertoire expressif. »3 C’est selon cette définition d’appropriation qu’opérèrent les affichistes. L’action de collecte de Hains et Villeglé, procède de la volonté d’accumulation – que l’on retrouve chez Arman – d’une réalité transcendée par l’appropriation du geste du “Lacéré anonyme” comme l’appelle Villeglé. La déambulation des deux complices de rapts, dont ils revenaient chargés d’affiches, procura la vision d’un monde “comme un tableau” disait Restany. « Comme un tableau dont le pouvoir poétique ne se limitait pas à telle ou telle analogie stylistique. Ce tableau pouvait être cubiste, il prenait parfois des airs matissiens ou avait des envolées tachistes sans compter certains jeu de mot dus au hasard des lacérations. » Les premiers travaux de Hains et Villeglé résultent de cette interrogation commune aux deux artistes : faire un art où la manipulation conserve à l’œuvre son intégrale réalité. Cette réflexion naît de la première œuvre de Villeglé où la distance entre la réalité de l’objet trouvé (le fil de fer) et sa transformation en “dessin dans l’espace” est minime, seuls quelques gestes inconscients en font surgir une forme quasi spontanée. C’est l’idée même du décollage, N O U V E A U R É A L I S M E 20 21 N O U V E A U R É A L I S M E Pierre Restany, Terzo Manifesto del Nouveau Réalisme: Le Nouveau Réalisme: que faut-il en penser?, Monaco, febbraio 1963. Pierre Restany, Troisième Manifeste du Nouveau Réalisme : Le Nouveau Réalisme : que faut-il en penser ?, Munich, février 1963. 3 Nella pagina a sinistra_Sur la page à gauche Jacques Villeglé, Parigi_Paris, 14 febbraio_fèvrier 1961. © ph. Harry Shunk Jacques Villeglé, Des Réalités collectives, in Grâmmes, rivista ultra-lettrista, n°2, maggio 1958. Jacques Villeglé, Des Réalités collectives, in Grâmmes, revue ultralettriste, n°2, mai 1958. 4 erompe prepotentemente dalla prima opera di Villeglé, dove la distanza fra la realtà dell’objet trouvé a Nantes – la città di Vaché e di Péret –, il quale, immediatamente, arriva alla stessa conclusione (il filo di ferro) e la sua trasformazione in “disegno nello spazio” è minima — pochi gesti inconsci da dell’amico, nel medesimo spirito di derisione della pittura – quella pittura astratta o semi-figurativa cui nasce una forma quasi spontanea. È l’idea stessa del décollage, ripresa da Villeglé nel testo Des che si faceva allora e che, va detto, non apportava granché alle scoperte dei pittori dell’anteguerra5». 6 Réalités collectives4, che farà da fondamento al Primo Manifesto di Pierre Restany del 1960. Scrive Hains e Villeglé affineranno il loro metodo nel famoso “rapimento” del 1949, da cui nascerà l’opera Villeglé: «Nel clima di disinformazione culturale del dopoguerra, presi distanza dall’atto di dipingere Ach Alma Manetro: un grande assemblage di manifesti strappati e incollati – due metri e cinquanta o fare collage. Ritenevo che l’assenza di premeditazione e di qualsiasi idea prestabilita dovesse di lunghezza per cinquantotto centimetri d’altezza –, «composto, dopo la cancellazione lessicale, per diventare, non solo per me, ma universalmente, un’inesauribile fonte d’arte, dell’arte degna dei agglutinamento dei frammenti delle parole ancora leggibili: “Bach”, “Alma”, “Métro”»7. musei. Il risultato ottenuto dal gesto meccanico e aggressivo di un qualsiasi passante che strappa L’arte degli “Affichistes” s’inventa ogni volta attraverso l’approccio di un’estetica del ready-made un manifesto doveva essere messo sullo stesso piano della tirannia del talento che, nell’uomo o di una sociologia dell’immagine urbana. Si tratta, in definitiva, di una pratica di appropriazione di colto, suscita il bisogno di appagamento in senso plastico». Questa teorizzazione di un gesto che uno specifico settore della realtà urbana, il manifesto – fenomeno di appropriazione del mondo della colloca il décollage al rango di opera d’arte, si era già materializzata nel 1949, in una prima forma strada, che va ad affiancarsi all’intuizione di Klein e al procedimento accumulativo di Arman. di collaborazione fra i due colleghi che, racconta Alain Jouffroy, «coincide con una passeggiata di I molteplici interessi di Raymond Hains non lo limitano al solo uso del décollage: l’artista interpreta Raymond Hains a Saint-Germain-des-Prés, dove voleva girare un film intitolato Saint-Germain-des- la realtà appropriandosi di elementi banali, come dei fiammiferi. A partire dal 1964, Hains realizza prés-colombiens. Hains, in effetti, si comportava da perfetto vagabondo di Parigi: fotografo e cineasta, infatti dei fiammiferi giganti, ovviamente a scopo simbolico ma anche, in una certa misura, mosso da percorreva in lungo e in largo le strade della città finché un giorno, alla fine del 1949, guardando un quell’umorismo che è sempre stata una caratteristica intrinseca al suo lavoro. E i fiammiferi aiutano manifesto strappato su una palizzata in fondo a rue de Rennes, nell’area del Supermag, provò quello a comprendere l’affiche, perché, per quanto formalmente e concettualmente diversi, essi muovono che i buddisti zen definiscono satori: l’occhio strappato di una donna lasciava intravedere le lettere dallo stesso spirito: Saffa e Seita sono i due “personaggi” che simboleggiano il monopolio dei tabacchi del manifesto sottostante. Hains staccò il manifesto e ne parlò subito a Villeglé, che allora si trovava italiano e francese. Ponendosi su quel crinale sottile che separa la critica dalla mera raffigurazione que Villeglé reprend dans son texte Des Réalités collectives4, qui servira de base au Premier de dérision de la peinture, cette peinture abstraite ou semi-figurative qui se faisait alors et qui Manifeste de Restany en 1960. Villeglé écrit : « Dans le climat de sous-information culturelle n’apportait pas grand-chose, il faut le dire, par rapport aux trouvailles des peintres d’avant- de l’après-guerre, je pris mes distance vis à vis de l’acte de peindre ou de coller. Je pensais que guerre.5 »6 l’absence de préméditation, de toute idée préconçue, devait devenir, non seulement pour moi, Hains et Villeglé affinent leur méthode dans un “rapt” collectif de 1949, dont résulte l’œuvre qu’ils mais universellement, une inépuisable source d’art, d’art digne des musées. Le résultat obtenu intitulent Ach Alma Manetro, grand assemblage d’affiches lacérées et marouflées de deux mètres par le geste machinal et agressif, d’un quelconque passant lacérateur d’affiches, devait donner cinquante de long sur cinquante huit centimètres de haut qui fut « composé après l’effacement à voir et être mis sur le même plan que la tyrannie du don qui crée chez l’homme cultivé le lexical par agglutination des lambeaux de mots encore lisible : “Bach”, “Alma”, “Métro”. »7 besoin de s’assouvir plastiquement. » Cette théorisation d’un geste qui portait le décollage au C’est par cette approche d’une esthétique ready-made ou d’une sociologie de l’image urbaine que rang d’œuvre d’art s’était matérialiser sous la forme d’une première collaboration entre les s’invente l’art des affichistes. Il s’agissait d’une démarche appropriative d’un secteur spécifique de deux complice, en 1949. En fait cette première expérience, comme le raconte Alain Jouffroy, la réalité urbaine : l’affiche. Ce phénomène d’appropriation du monde de la rue rejoignait l’intuition « coincide avec une promenade de Raymond Hains à Saint-Germain-des-Prés, où il voulait générale de Klein et le processus accumulatif d’Arman. tourner un film Saint-Germain-des-prés-colombiens. Hains, en effet, s’est comporté comme Grâce à ses multiples centres d’intérêt, Raymond Hains ne se limitera jamais au simple un véritable paysan de Paris: photographe et cinéaste (il arpentait Paris), et c’est en regardant décollage. Il interprète la réalité en s’appropriant des éléments aussi banals que des une affiche déchirée, au bas de la rue de Rennes, sur une palissade qui se trouvait, un jour à la allumettes et, à partir de 1964, il en réalise des versions géantes, évidemment dans un but fin de 1949, à l’emplacement du Supermag qu’il éprouva ce que les bouddhistes zen appellerait symbolique mais aussi avec tout l’humour qui caractérise son travail. Les allumettes aident à leur satori : l’œil arraché d’une femme laissait voir les lettres de l’affiche d’en dessous. Il comprendre l’affiche et, bien que très différentes, elles témoignent d’un même esprit : Saffa décolla l’affiche, en fit part à Villeglé qui se trouvait alors à Nantes – toujours Nantes, la ville et Seita sont deux “personnages” qui symbolisent le monopole des tabacs italiens et français. de Vaché et de Péret – et qui adopta immédiatement la même décision, dans le même esprit Entre critique et représentation du quotidien, par le biais d’une image totalement exagérée N O U V E A U R É A L I S M E 22 23 N O U V E A U R É A L I S M E Nota di Alain Jouffroy: «Da parte sua, a Roma, anche Rotella avrebbe praticato il décollage di affiche a partire dal 1953-54». Note de Alain Jouffroy: « Rotella de son côté à Rome, devait pratiquer lui aussi le décollage d’affiche à partir de 1953-54. » 5 Alain Jouffroy, Pour une Biennale clandestine, l’Aventure extraordinaire de Raymond Hains et de ses compagnons, Opus International, n°18, secondo trimestre, 1970, p.37. Alain Jouffroy, Pour une Biennale clandestine, l’Aventure extraordinaire de Raymond Hains et de ses compagnons, Opus International, n°18, second trimestre, 1970, p. 37. 6 Jacques Villeglé, La traversée Urbi & Orbi, Luna-Park Transédition, Parigi 2005, pp.145-146. Jacques Villeglé, La traversée Urbi & Orbi, Luna-Park Transédition, Paris 2005, pp. 145-146. 7 del quotidiano, Hains contesta, attraverso un’immagine del tutto smodata e priva di ogni realtà, la figura stessa del quotidiano, tramutandola in realtà artistica, unico riferimento valido. La prima scatola gigante di fiammiferi viene esposta alla Galleria del Leone di Venezia nel 1964. Ad illustrarla è la favola di La Fontane L’Asino vestito della pelle del leone, che già segna la rottura di Hains con il Nouveau Réalisme. Simbolicamente, anche l’artista si veste di una nuova pelle per meglio disfarsi delle spoglie di “Affichiste”, già peraltro abbandonate l’anno precedente quando era fuggito su un cavallo di legno di palizzata ricoperto di manifesti – il “neo-dada” impacchettato da Christo al Salon Comparaison di Parigi. Quanto a François Dufrêne, le sue esperienze artistiche si possono rintracciare nel campo della poesia sonora e della “criritmica-ultra-lettrista”. Attorno al 1954 l’artista instaura un forte legame d’amicizia con Villeglé e Hains, sostenendo, di quest’ultimo, la sua elaborazione di una scrittura deformata da un obiettivo fotografico ricoperto di vetro scanalato, che l’artista definisce “ultralettrismo” – una forma di scrittura che trova la sua applicazione più convincente nel poema di Camille Bryen Hépérile éclaté. È grazie a Dufrêne che i due amici incontrano Yves Klein. Infatti, molto prima del “Dessous d’affiche” (rovescio di manifesto, dal 1947 al 1953), Dufrêne era stato il principale fautore del movimento lettrista, collaborando alle prime riviste lettriste accanto ad un giovane “judoka pre-monocromo”: Yves Klein. Una complicità, questa, che gli permetterà di stabilire una serie di legami che la storia, in seguito, consoliderà e metterà a frutto. et dénuée de toute réalité, Hains conteste la figure du quotidien et la transforme en réalité artistique, seul repère valide. La première boîte d’allumettes géantes fut exposée à la Galleria del Leone à Venise en 1964 et illustrée par la fable de La Fontaine L’Ane vêtu de la peau du lion, ce qui signe déjà la rupture entre Hains et le Nouveau Réalisme. L’artiste revêt symboliquement une nouvelle peau pour mieux se défaire de la dépouille d’affichiste, qu’il avait déjà abandonnée l’année précédente en fuyant sur le cheval de bois de palissade recouvert de manifestes, le “néo-dada” emballé par Christo, au Salon Comparaison. François Dufrêne, quant à lui, poursuivait ses expériences de poésies sonores et “crirythmiques-ultra-lettristes”. Vers 1954, Il s’était lié d’amitié avec Villeglé et Hains supportant le travail de ce dernier sur la mise au point d’une écriture déformée par un objectif photographique recouvert d’un verre cannelé, qu’il appela “ultra-lettrisme”. Celle-ci trouva son application la plus convaincante dans la publication du poème de Camille Bryen Hépérile éclaté. C’est Dufrêne qui est à l’origine de la rencontre des deux amis avec Yves Klein. En effet, bien avant les dessous d’affiches (de 1947 à 1953) il était un acteur majeur du mouvement lettriste, il écrivait dans les premières revues lettristes au côté d’un jeune “judoka Raymond Hains, Fiammiferi_ Allumettes, 1965. Galerie Iris Clert, Parigi_Paris. © ph. André Morain pré-monochrome” : Yves Klein. Cette connivence lui permit d’établir des liens dont l’histoire s’empara et qu’elle fit fructifier. N O U V E A U R É A L I S M E 24 25 N O U V E A U R É A L I S M E Dufrêne approda tardi al décollage, e si può dire che solo nel 1959 concretizzi davvero la sua ricerca, quando adotterà il procedimento del “Dessous d’affiche” per creare uno stile che si rivelerà molto lontano dai precetti del décollage, poiché qui l’ignoto diventa elemento determinante della composizione. Lo strappo, infatti, offre alla lettura solo la sua impronta ulteriormente negativa, rivelando la sua forza di immagine suggestiva. Il caso entra maggiormente in gioco in una messa in opera che la lacerazione, a volte, può alterare. Il percorso dell’immagine è complesso e la sua particolare morfologia è condizionata da fattori aleatori: l’incrostazione dei fogli sovrapposti, le trasparenze del colore generate dalla colla, l’impronta stessa delle immagini sul rovescio della carta. La crosta dei manifesti così incollati costituisce l’elemento informale di base, che va a determinare l’immagine stessa del quadro. Un’impressione astratta, quasi lirica, emerge dal lavoro di Dufrêne, segnato da un’impronta pittorica che ricorda, per certi versi, quella delle prime opere di Mimmo Rotella – anche lui utilizza la tecnica del “Dessous d’affiche” –, risultanti da un’accumulazione quasi astratta, prossima al tachismo. Nel 1959 la partecipazione di Dufrêne diventa attiva: come reazione all’indifferenza generale, l’artista decide di organizzare nella propria abitazione una mostra di Jacques Villeglé, intitolata “Six affiches d’après Le Lacéré Anonyme”. L’esposizione, che doveva essere una personale dell’artista, si trasforma in una mostra collettiva, e diventa l’occasione della riconciliazione fra Hains e Villeglé, allora in cattivi rapporti. Dufrêne n’arrive que tardivement au décollage et c’est en 1959 qu’il concrétise véritablement sa recherche. Il adopte définitivement le “Dessous d’affiche” comme procédé, créant un style qui s’avéra très différent du décollage du seul fait que l’inconnu devient un élément déterminant de la composition. En effet, l’arrachage n’offre à la lecture qu’ultérieurement son empreinte négative, révélant alors sa capacité d’image suggestive. Le hasard entre davantage en jeu dans une mise en œuvre que la lacération peut quelque fois altérer. Le parcours de l’image est complexe et sa morphologie est particulière, elle est conditionnée par des facteurs aléatoires : la croûte des papiers superposés, les transparences de couleur générées par la colle, l’empreinte même des images sur l’envers du papier. La croûte des affiches ainsi encollées constitue un élément de base informel qui détermine l’image même du tableau. Une certaine impression abstraite presque lyrique naît du travail de Dufrêne marqué d’une empreinte picturale qui rappelle les premières œuvres de Rotella, qui utilisait aussi les dessous d’affiches et qui, elles aussi résultaient d’une accumulation quasi abstraite proche du tachisme. C’est en 1959 que la participation de Dufrêne se fait active. En réaction à l’indifférence générale il décide d’organiser chez lui une exposition de Jacques Villeglé : “Six Mostra_Exposition “Pierre Restany presenta...”, Galleria Arturo Schwarz, Milano_Milan, 10 aprile_avril 1963. © Centre Pompidou affiches d’après Le Lacéré Anonyme”. L’exposition qui devait être une personnelle de Villeglé se transforma en exposition collective qui permit à Hains et Villeglé alors en mauvais termes, de se réconcilier. N O U V E A U R É A L I S M E 26 27 N O U V E A U R É A L I S M E Mimmo Rotella in_sur la Piazza del Popolo a_à Roma, primi anni Sessanta_début des années 60. © Arte Fotografica, Roma_ Rome/Alessandro Zambianchi, Milano_Milan. Mimmo Rotella è già un artista affermato quando, nel 1957, incontra Pierre Restany, che in quel periodo frequentava regolarmente Roma in veste di corrispondente per un settimanale. Il critico rimane subito colpito dall’evidente affinità che esisteva fra la ricerca dell’artista italiano e quella di Hains e Villeglé. Rotella è più vecchio dei suoi colleghi francesi, e questa differenza d’età – che lo ha già visto poeta e pittore – gli conferiva una maggiore esperienza delle pratiche artistiche, oltre a permettergli una frequentazione più assidua del mondo dell’arte romano, che gli aveva dato l’opportunità di esporre i suoi primi décollage già a partire dal 1954. Il lavoro di Rotella si radica saldamente nella sua esperienza pittorica, oltre ad essere profondamente impregnato dello spirito latino. Pittore innanzitutto, Rotella utilizza il manifesto come elemento costruttivo dell’immagine a partire dal 1953. Come i suoi poemi, che egli declama con ostentazione, i primi manifesti lacerati partecipano di questa esplosione spontanea, impulsiva e squillante. I suoi primi décollage approdano direttamente alla pittura con l’intento di rinnovarne completamente l’approccio, trasferendo il manifesto dal suo supporto urbano alla tela e caricando quest’ultima di diversi strati aleatori, sino ad ottenere una rappresentazione totalmente astratta. L’obiettivo di Rotella è, in sintesi, il dirottamento della realtà urbana a vantaggio del fatto pittorico: il manifesto diventa pittura... il mondo diventa quadro... E Rotella, su iniziativa di Restany, si reca a Parigi per incontrare Yves Klein e gli altri. Nascita del Nouveau Réalisme: 27 ottobre 1960 Il termine “Nouveau Réalisme” compare per la prima volta in riferimento alla mostra che il 16 aprile del 1960 riunisce Arman, François Dufrêne, Raymond Hains, Yves Klein, Jean Tinguely e Jacques Villeglé alla Galleria Apollinaire di Milano. Questo testo, firmato da Pierre Restany, rappresenta il Primo Manifesto del movimento. Seppur la nascita del manifesto si deve a una concertazione che coinvolgeva soprattutto Klein e Arman, Restany insiste: «tutti i protagonisti erano d’accordo sul fatto che “realismo” significasse ritorno ad una visione concreta del mondo»8. Alcuni mesi dopo, il 27 ottobre di quello stesso anno, i membri del movimento si incontrano presso l’abitazione di Yves Klein, in rue Campagne Première, a Parigi, per sottoscrivere il loro impegno nei seguenti termini: «I Nouveaux Réalistes hanno preso coscienza della loro singolarità collettiva. Nouveaux Réalistes = Nuovi approcci percettivi al reale». Ricordando quel giorno, Villeglé sottolinea: «Il movimento veniva soprattutto da Klein, che voleva fare la Rivoluzione Blu. Ma non poteva fare una rivoluzione da solo, e noi eravamo d’accordo nell’affiliarci a quell’utopia. Quel giorno da Klein c’erano i tre “Affichistes” francesi (Dufrêne, Hains, Villeglé), Arman, Tinguely, che aveva portato Spoerri, e Martial Raysse, invitato da Klein. La riunione aveva creato più uno spirito di famiglia che un movimento, poiché i nostri lavori erano Mimmo Rotella était déjà un artiste confirmé quand il rencontre Pierre Restany en 1957. Ce dernier fréquentait alors assidument Rome où il était correspondant d’un hebdomadaire. La proximité de sa démarche, avec celle de Hains et Villeglé, le frappe par son évidence. Il est plus âgé que ses acolytes français. Cette différence d’âge – qui l’a déjà vu poète et peintre – lui confère une expérience plus étendue des pratiques artistiques, et lui a permis une fréquentation assidue du monde de l’art romain, lui donnant ainsi l’occasion d’exposer dès 1954 ses premiers décollages. Le travail de Rotella est fortement enraciné dans son expérience picturale et l’esprit latin domine son œuvre. Peintre d’abord, il utilise à partir de 1953 l’affiche comme élément constructif de l’image. Comme dans ses poèmes qu’il clame d’une manière ostentatoire, les premières affiches lacérées, participent de cette explosion spontanée, en tout point impulsive et éclatante. Les premiers décollages de Rotella abordent le thème de la peinture par l’intermédiaire du médium de l’affiche, dans une volonté de renouveler de fond en comble l’approche picturale en transférant l’affiche de son support urbain sur la toile et en surchargeant celle-ci de nombreuses strates aléatoires, procédant également à des lacérations, jusqu’à obtenir une représentation totalement abstraite. L’objectif de Rotella vise au détournement d’une réalité urbaine au profit d’un fait pictural, l’affiche devient peinture… Le monde devient un tableau… et Rotella vient à Paris à l’initiative de Restany pour rencontrer Yves Klein et les autres. N O U V E A U R É A L I S M E Création du Nouveau Réalisme 27 octobre 1960 Le terme “Nouveau Réalisme” apparaît la première fois dans la préface de l’exposition qui présente François Dufrêne, Raymond Hains, Yves Klein, Jean Tinguely et Jacques Villeglé à la Galleria Apollinaire de Milan, le 16 avril 1960. Ce texte constitue le premier Manifeste, il est signé Pierre Restany. Il naît d’une concertation qui implique surtout Klein et Arman. « Mais tous les protagonistes étaient d’accord sur le fait que le réalisme signifie le retour à une vision concrète du monde »8 insiste Pierre Restany. Plus tard dans l’année, le 27 octobre, les membres du mouvement se retrouvent dans l’appartement d’Yves Klein, rue Campagne Première, à Paris. Ils signent communément leur engagement en ces termes : « Les Nouveaux Réalistes ont pris conscience de leur singularité collective. Nouveaux Réaliste = Nouvelles approches perceptibles du réel. » Villeglé se souvenant de ce jour souligne : « Le mouvement vient véritablement d’Yves Klein qui voulait faire la Révolution Bleue. Hors il ne pouvait faire une révolution tout seul, nous avons tous été d’accord pour accompagner cette utopie. 28 29 N O U V E A U R É A L I S M E Parigi_Paris, 27 ottobre_octobre 1960, rue Campagne-première. Da sinistra_De gauche à droite: Arman, Jacques Villeglé, François Dufrêne, Pierre Restany, Raymond Hains. © ph. Harry Shunk Tratto da un’intervista pubblicata nel catalogo della mostra “1960 - Les Nouveaux Réalistes”, al Musée d’Art moderne de la Ville de Paris, 15 maggio-7 settembre 1986. Commissario: Bernadette Cotenson. Extrait d’un entretien publié dans le catalogue de l’exposition “1960 - Les Nouveaux Réalistes”, au Musée d’Art moderne de la Ville de Paris, 15 mai-7 septembre 1986. Commissaire : Bernadette Cotenson. 8 comunque molto diversi»9. Villeglé ricorda anche come Raysse manifestasse già allora le sue spinte individualiste: «durante la riunione Martial disse delle assurdità. Era il più giovane, aveva 24 anni... non conoscevamo il suo lavoro. Lui diceva di essere “la forza occulta del movimento”. La sua arroganza ci dava fastidio. Dopo aver firmato – avremmo dovuto farlo prima – gli domandammo cosa facesse. Il suo lavoro ci parve interessante, ma non era “Nouveau Réalisme”. Era attuale, utilizzava materie plastiche e i colori della nostra epoca, tuttavia, io lo trovavo piuttosto schwittersiano…». In effetti, fra il lavoro di Raysse e quello degli altri firmatari del gruppo c’era un grande divario. Raysse era già Pop e il suo approccio più vicino a quello degli artisti americani. Infatti, proprio negli Stati Uniti, l’artista troverà un’accoglienza favorevole quando, nel 1963, esporrà alla Dwan Gallery di Los Angeles. Raysse aveva conosciuto Arman nel 1955 a Nizza, proprio nel periodo in cui stavano nascendo le sue prime opere: maschere dipinte create con pezzi di rami o radici d’aloe e pitture in rilievo realizzate con un impasto bianco, un miscuglio di sabbia e gesso. Nel 1958, grazie ad Arman, Raysse incontra Klein, e in quello stesso anno tiene la sua prima mostra, dove presenta poemi-oggetti, quadri figurativi e mobili… Il 1959 è l’anno in cui Arman inizia a realizzare le sue “Accumulations” e “Poubelles”. Raysse crea degli assemblaggi con oggetti nuovi in plastica e altri materiali d’uso quotidiano – sculture-oggetti che per l’artista rappresentano «il mondo nuovo, asettico e incontaminato» della società dei consumi. Assieme ai lavori che svilupperanno il tema delle “Plages” (spiagge), la datazione di queste opere — intitolate Higiène de la vision Lors de la réunion chez Klein, il y avait les trois “Affichistes” français (Dufrêne, Hains et Villeglé), Arman, Tinguely qui avait amené Spoerri, et Klein avait amené Martial Raysse. La réunion avait créé un esprit de famille plutôt qu’un mouvement, nos travaux étaient tout de même très différents. »9 Villeglé note aussi que Raysse manifestait déjà sa volonté de singularité : « durant cette réunion Martial délirait. Il était le plus jeune, il avait 24 ans… On ne savait pas ce qu’il faisait et il disait qu’il “était la force occulte du mouvement”. Sa prétention nous a un peu énervés. Une fois que l’on a signé – on aurait du poser la question avant la signature – on lui a demandé ce qu’il faisait. On a trouvé son travail intéressant mais ça n’était pas du “Nouveau Réalisme”. C’était actuel, en matière plastique, avec des couleurs de notre époque, mais je trouvais ça schwittersien… » En effet le travail du Raysse apparaît en décalage par rapport à celui des autres signataires du groupe. Il est déjà Pop et en cela plus proche de la démarche des artistes américains. Son travail trouvera d’ailleurs un écho favorable aux Etats-Unis lors de son exposition à la Dwan Gallery de Los Angeles en 1963. Raysse avait rencontré Arman en 1955, à Nice. Cette période correspond au moment où il commence à exécuter ses premières œuvres : des masques peints faits avec des morceaux de branches ou des racines d’aloès et des peintures en relief constitué d’une pâte blanche, mélange de sable et de plâtre. Intervista a cura di Dominique Stella, agosto 2006_Interview avec Dominique Stella, août 2006. 9 Pierre Restany, Dichiarazione costitutiva del_Déclaration constitutive du Nouveau Réalisme, 1960. C’est en 1958 que Raysse fait la connaissance de Klein par l’intermédiaire d’Arman. Cette année là il expose pour la première fois : il présente des poèmes-objets, des tableaux figuratifs et des mobiles… N O U V E A U R É A L I S M E 30 31 N O U V E A U R É A L I S M E — corrisponde agli anni di adesione di Raysse al movimento che lo lega ad Arman. La loro complicità emergerà in particolar modo durante i preparativi della mostra di quest’ultimo alla Galerie Iris Clert di Parigi, intitolata “Le Plein” (il pieno) – Arman ostruisce la vetrina della galleria riempiendo letteralmente lo spazio di oggetti recuperati dall’immondizia. La mostra si svolge alla vigilia del 27 ottobre, del giorno cioè in cui tutti gli artisti del gruppo sottoscrivono la famosa intesa. Ripensando a quel momento, Raysse racconta: «Partivamo dal principio di avere in comune una concezione nuova del modo di affrontare la realtà. Quelle definizioni molto vaghe sembravano garantire un’intesa duratura. Ma il gruppo era fondato da soli venti minuti e già si lanciava in discussioni violente e spettacolari, in cui ciascuno rimproverava al vicino di affrontare quella famosa realtà con più o meno integrità o candore…»10. Nel 1961 Arman e Raysse espongono insieme alla Galleria Schwarz di Milano. Raysse presenta diversi assemblage di oggetti in plastica, tra cui l’opera Etalage Hygiène de la vision. Nonostante l’artista continuasse a partecipare a qualche manifestazione del gruppo – anche lui prese parte alla mostra “Dylaby”, allo Stedelijk Museum di Amsterdam, in occasione della quale espose l’installazione Raysse Beach, che inaugura l’utilizzo del neon della sua pratica artistica –, egli si distaccherà rapidamente da un’ideologia a cui aveva sempre aderito con difficoltà. Infatti, nonostante il successo che non si smentisce e le numerose mostre personali nelle gallerie più rinomate del momento, e nonostante il premio David Bright assegnatogli nel 1966 alla Biennale di Venezia, Raysse svilupperà 1959 est l’année où Arman commence à réaliser ses “Accumulations” et ses “Poubelles” alors que Raysse commence à créer des assemblages avec des objets neufs en plastique et d’autres matériaux d’usage quotidien. Ces sculptures-objets représentent pour lui « le monde neuf, aseptisé et pur » de la société de consommation. Cette série d’œuvres est désignée par l’artiste sous le titre Hygiène de la vision… Ces travaux, avec ceux qui développeront le thème des “Plages”, correspondent aux années d’adhésion de Martial Raysse au mouvement qui le lie à Arman dans une complicité artistique où les deux acolytes se retrouvent notamment dans les préparatifs de l’exposition d’Arman “Le Plein” chez Iris Clert, obstruant la devanture de la galerie avec des objets récupérés dans les poubelles. Cette exposition se déroule la veille du 27 octobre, jour de signature de la fameuse entente qui devrait lier tous les artistes du groupe. Mais Raysse en revenant sur ce fameux jour explique : « Nous partions du principe que nous avions en commun une nouvelle conception de la manière d’aborder la réalité. Ces définitions très vagues semblaient capables de garantir une entente durable. Or le groupe n’était pas fondé depuis vingt minutes qu’il partait dans une querelle violente spectaculaire, chacun reprochant au voisin d’aborder cette fameuse réalité avec plus ou moins d’intégrité ou de pureté… »10 Arman et Raysse se retrouvent également liés dans une exposition commune à la Galleria Schwarz de Milan en 1961. Raysse y présente plusieurs assemblages d’objets en plastique dont l’œuvre Etalage Hygiène de la vision. Mais Raysse bien que participant encore aux manifestations du groupe, notamment à l’exposition “Dylaby” au Stedelijk d’Amsterdam (avec son installation Raysse Beach Martial Raysse e_et Arman, immagine tratta da_image issue de “Dada oggi 19161966”, Galleria Arturo Schwarz, Milano_Milan. N O U V E A U R É A L I S M E 32 33 N O U V E A U R É A L I S M E 10 Arts Magazine, vol. 41, n°4, 1967. presto diverse reticenze nei confronti del mondo dell’arte, rimettendo in discussione il significato stesso del proprio lavoro. Questo lo porterà, dopo il maggio del ’68, alla rottura definitiva con le sfere artistiche ufficiali. Saranno il cinema e la pittura a prendere presto il sopravvento sulla frenesia del recupero, che continuerà invece ad interessare molti artisti del movimento. Alla famosa riunione del 27 ottobre del 1967 è presente anche Daniel Spoerri, che quel giorno incontra per la prima volta i membri del gruppo, tutti misteriosamente confluiti in un preciso momento storico che cristallizzava percorsi sviluppatisi prima di allora in diversi angoli d’Europa. È l’amicizia con Tinguely a condurre Spoerri a quella riunione dove non conosceva nessuno. Secondo il racconto di Villeglé, alla domanda: “Cos’è per te l’arte?”, Spoerri avrebbe risposto: «Ritagliare un pezzo di marciapiede e appenderlo alla parete». L’affermazione convince tutti: Spoerri firma il manifesto. La prima vocazione di Daniel Spoerri era stata la danza: dal 1954 al 1957 l’artista era stato infatti primo ballerino allo Stadttheater di Berna. Il suo spirito inventivo e la personalità di cui era dotato si esprimevano sulla scena in modo sorprendente. «Dava prova di originalità, era intelligente, aperto, con un grande carisma e un forte temperamento innovatore»11. Ma Berna non era la città ideale per esprimere la forza creativa che lo animava, e nel 1959 Spoerri si trasferisce a Parigi, dove è costretto a confrontarsi con l’accademismo più settario. L’arrivo nella capitale francese, tuttavia, rappresenta la svolta decisiva della sua carriera: egli abbandonerà presto la danza, dedicandosi unicamente ad un dans laquelle il inaugure pour la première fois l’utilisation du néon), se détachera rapidement d’une idéologie à laquelle il eut du mal à adhérer. En effet malgré un succès que ne se dément pas et de nombreuses expositions personnelles dans les galeries les plus réputées du moment, malgré le prix David Bright qui lui est décerné à la Biennale de Venise de 1966, Raysse commence à manifester des réticences vis-à-vis du monde de l’art et à remettre en question le sens même de son travail. Ceci l’amènera à rompre, après Mai ’68 avec les sphères officielles de l’art. Le cinéma l’attire et l’expression picturale prendra rapidement le pas sur le délire récupérateur qui continuera d’occuper nombres d’artistes du mouvement. Daniel Spoerri était aussi présent ce fameux 27 octobre 1967. Il rencontre les membres du groupe le jour même de la création du mouvement. Une confluence mystérieuse les a conduits vers ce moment qui cristallise des parcours éclatés aux différents points de l’Europe. C’est son amitié avec Tinguely qui le conduit à cette réunion où il ne connaît personne. Mais, raconte Villeglé, à la question qui lui est posée “qu’est ce que c’est l’art pour toi ? ”, il répond : « C’est découper un morceau du trottoir et le mettre au mur. » Cela parut convaincre tout le monde, il signa donc le manifeste. Destiné à une carrière de danseur, la première vocation de Spoerri était le ballet : de 1954 à 1957 il fut danseur étoile au Stadttheater de Berne. Son esprit inventif et sa personnalité s’exprimaient sur Martial Raysse riceve il premio_ reçoit le prix David Bright alla_à la XXXIII Biennale di Venezia_XXXIII° Biennale de Venise, 1966. scène de manière surprenante. « Il faisait preuve d’originalité, il était intelligent, ouvert, doté d’un tempérament charismatique, innovateur. »11 Mais Berne n’était pas la ville idéale pour exprimer 35 N O U V E A U R É A L I S M E 11 Sybille Spalinger lavoro concreto e reale sull’oggetto, come testimoniano le fotografie scattate dalla prima moglie Vera nella camera n.13 dell’Hôtel Carcassonne, in rue Mouffetard 24, che tra il 1959 e il 1966 fungerà allo stesso tempo da abitazione e da atelier per Spoerri. È qui che nascono i suoi primi “Tableaux-pièges” (quadri-trappola) ed è qui che Spoerri scrive la Topographie anecdotée du hasard, che inizia così: «Nella mia camera n.13 dell’Hôtel Carcassonne, in rue Mouffetard 24, al quarto piano, a destra della porta, fra lo scaldavivande e il lavello, c’è un tavolo che Vera un giorno ha dipinto di blu per farmi una sorpresa. Volevo vedere cosa mi suggerivano gli oggetti che si trovavano su quel tavolo, coi quali avrei potuto fare un “quadro-trappola”. Cercavo di capire cosa evocassero in me descrivendoli secondo il metodo di Sherlock Holmes, che risolveva un caso a partire da un oggetto; o come fanno gli storici, che da secoli ricostruiscono un’intera epoca, a partire dal più celebre “fissaggio” della Storia: Pompei... Dopo aver descritto gli oggetti, si reperisce un prospetto la cui forma irregolare è la stessa del tavolo. Questo prospetto contiene la rivelazione esatta di una topografia dovuta al caso e al disordine, che ho fissato il 17 ottobre del 1961 alle ore 15.47»12. È da questo spirito che nascono i “quadri-trappola”, che nel 1960 fanno la loro prima apparizione nel lavoro dell’artista. Appropriazione del reale al fine di creare un’opera concreta, senza artifici né aggiustamenti decorativi: ecco il senso del “quadrotrappola”, che eleva il quotidiano e il banale al rango di oggetto d’arte. I primi “Tableaux-pièges” sono tavole in cui l’opera si compone di cette force créative. Ainsi, en 1959, il se rend à Paris où il se trouve confronté à l’académisme le plus sectaire. Son transfert à Paris représente un tournant décisif dans sa carrière. Il abandonne très rapidement la danse pour se consacrer uniquement à un travail concret et réel sur l’objet. En attestent les photos prises par Vera, sa première femme, dans la chambre n. 13 de l’Hôtel Carcassonne, rue Mouffetard, où ils vivaient et qui, entre 1959 et 1966, fut à la fois le domicile et l’atelier de Spoerri. C’est là que naîtront les premiers “tableaux-pièges” et que l’artiste écrira la Topographie anecdotée du hasard qui commence ainsi : « Dans ma chambre n.13 de l’Hôtel Carcassonne, au quatrième étage du 24 de la rue Mouffetard, à droite de la porte, entre le chauffe-plats et l’évier, se trouve une table que Vera, un jour, m’a repeinte en bleu pour me faire une surprise. J’ai voulu voir ce que pouvaient me suggérer les objets qui se trouvaient sur une moitié de cette table et desquels j’aurais pu faire un “tableau-piège”, et ce qu’ils m’évoquaient immédiatement en les décrivant comme Sherlock Holmes qui, en partant d’un objet, pouvait résoudre un cas. Ou comme les historiens qui, depuis des siècles, reconstituent une époque entière à partir de la plus célèbre “fixation” de l’histoire : Pompéi... Suite à la description des objets, on repère une élévation dont la forme irrégulière est la même que la table. Cette élévation contient la révélation exacte d’une topographie due au hasard et au désordre que j’ai fixé le 17 octobre 1961 à 15h47. »12 De cet esprit Presentazione del balletto_Présentation du ballet L’éloge de la folie di_de Roland Petit. Autore_Auteur: Jean Cau. Con la partecipazione, per la scenografia e i costumi, di_Avec la participation, par la scénographie et les costumes, de Niki de Saint Phalle, Martial Raysse e_et Jean Tinguely. Da destra_De droite à gauche: Martial Raysse, Roland Petit, Jean Tinguely, Niki de Saint Phalle, Jean Cau, Pierre Henri. N O U V E A U R É A L I S M E 36 37 N O U V E A U R É A L I S M E Daniel Spoerri, L’optique moderne, 1960-61. Daniel Spoerri, Topographie anecdotée du hasard, pubblicata in occasione della mostra di Daniel Spoerri alla Galleria Lawrence di Parigi, 9 febbraio-7 marzo 1962. Daniel Spoerri, Topographie anecdotée du hasard, publiée à l’occasion de l’exposition à la Galerie Lawrence, Paris, 9 février-7 mars 1962. 12 Daniel Spoerri, Le petit déjuner de Kichka I, 1960. Museum of Modern Art, New York. Philip Johnson Fund, 1961. oggetti casuali, posate e avanzi di cibo: l’artista ferma una situazione, la fissa; non la abbellisce, non aggiunge né toglie niente. È cosi che per Daniel Spoerri inizia il lungo periplo di un’esplorazione attraverso il mondo degli oggetti: essi ci consentono di scoprire storie, o meglio la nostra storia, che si svolge davanti a noi con annessi i ricordi suggeriti dagli oggetti più disparati, i quali, attraverso il gioco delle associazioni, ci restituiscono istanti vissuti e fissati dall’artista in testimonianze occasionali. Spesso le opere dei Nouveaux Réalistes invitano alla metafora archeologica, che nel caso di Spoerri diventa particolarmente palese: la Topographie anecdotée du hasard riprende infatti i rapporti stratigrafici dei siti antichi – ma anche gli oggetti mummificati e impacchettati di Christo, le antropometrie di Klein, i palinsesti di Dufrêne, le accumulazioni e le combustioni di Arman simboleggiano le vestigia di una civiltà sepolta e riesumata dall’arte. In queste manifestazioni quasi morbose di un mondo in decomposizione e decadimento, il canto di gloria della civiltà industriale trova soltanto un’eco lontana. Si tratta davvero di un’apoteosi o, piuttosto, delle ultime tracce di una civiltà che l’artista percepisce con lucidità e nostalgia? Questo è particolarmente vero nel lavoro di Spoerri, per il quale «le nozioni di strano, sorprendente, prezioso, sottile, divertente, poetico, raro, ammaliante, raffinato, interessante» sono altrettanto importanti e costituiscono altrettanti approcci differenti che danno accesso al mondo artistico. Attraverso l’estratto archeologico, Spoerri propone una nuova interpretazione del nostro tempo, un’immagine ricomposta con qualcosa di nostalgico e caotico che ricicla, accostandole, la normalità e l’anormalità del quotidiano, in una visione globale, talvolta crudele, del nostro mondo. naissent les “tableaux-pièges”, qui font leur apparition dans le travail de Spoerri en 1960. La réappropriation du réel a pour but de créer une œuvre concrète sans artifices ni arrangements décoratifs : voici donc le sens du “tableau-piège”, qui élevait le quotidien et le banal à l’état d’objet d’art. Les premiers “tableauxpièges” sont des tables où des objets fortuits, couverts et restes de repas, constituent l’œuvre : l’artiste fige une situation, la fixe; il ne l’embellit pas, n’y ajoute ou n’y ôte rien. C’est ainsi que commence pour Daniel Spoerri le long périple d’une exploration à travers le monde des objets. Ces derniers nous permettant de découvrir des histoires, ou mieux, notre histoire, qui se déroule sous nos yeux avec tellement de souvenirs suggérés par les choses les plus disparates qui, à travers le jeu des associations, nous restituent nombre d’instants vécus que l’artiste fixe en un témoignage accidentel. Les œuvres des Nouveaux Réalistes invitent souvent à la métaphore archéologique. C’est très directement le cas de l’œuvre de Spoerri dont la Topographie anecdotée du hasard reprenait les relevés stratigraphiques des sites antiques. Les momies d’objets emballés par Christo, les anthropométries de Klein, les palimpsestes de Dufrêne, les accumulations, et les combustions d’Arman figurent aussi comme les vestiges d’une civilisation enfouie et exhumée. Le chant de gloire de la civilisation industrielle ne trouve qu’un écho lointain dans ces manifestations presque morbides d’un monde en décomposition et en décrépitude. S’agit-il vraiment là d’une apothéose ou plutôt d’une civilisation en vestiges d’elle-même que l’artiste perçoit avec lucidité et nostalgie ? Cela est particulièrement vrai dans le travail de Spoerri, pour qui « les notions d’étrange, de surprenant, de précieux, de subtil, de divertissant, de poétique, de rare, d’envoûtant, de raffiné, d’intéressant » sont tout aussi importantes et proposent autant d’approches différentes pour accéder au monde artistique. Spoerri propose, avec ses extraits archéologiques, une nouvelle interprétation de notre époque. Une image recomposée avec une touche de nostalgie et de chaos qui recycle, en les juxtaposant, la normalité du quotidien et l’anormalité en une vision globale et parfois cruelle de notre monde. N O U V E A U R É A L I S M E Tre ritardatari: Christo, Niki de Saint Phalle e Gérard Deschamps Niki de Saint Phalle e Gérard Deschamps si uniscono al gruppo dei Nouveaux Réalistes nel 1961: una data, questa, che segna il riconoscimento di due poetiche molto diverse sviluppate secondo percorsi assolutamente autonomi. Più tardi, nel 1963, a loro si unirà Christo. Nel 1955 Niki de Saint Phalle incontra Jean Tinguely; cinque anni dopo inizierà la loro convivenza. Niki de Saint Phalle praticava già da diversi anni la pittura da autodidatta finché, grazie ad un viaggio in Spagna, scopre l’opera di Gaudí che la porta a realizzare assemblaggi di oggetti. L’artista espone pubblicamente per la prima volta in Svizzera, a Saint-Gall (con il nome di Niki Mathews), nell’aprilemaggio del 1956. Il suo percorso artistico era iniziato in un’atmosfera domestica, nella tranquillità del suo atelier, dove elabora una pittura d’ispirazione mitologica, in cui la donna sembra già acquisire un ruolo preponderante. In breve tempo il lavoro di Niki de Saint Phalle si evolve in direzione di un’arte di tipo più interattivo, e l’emancipazione dalla sua famiglia d’origine la conduce a condividere la vita con Jean Tinguely. Nel 1958 la ricerca dell’artista si dirige verso la creazione di rilievi in gesso e quadri- Trois retardataires : Christo, Niki de Saint Phalle et Deschamps Niki de Saint Phalle et Deschamps se joignent au groupe des Nouveaux Réalistes en 1961. Cette date marque la reconnaissance d’un travail que chacun d’entre eux a développé selon son propre parcours. Plus tard en 1963 arrivera Christo. C’est en 1955 que Niki de Saint Phalle et Jean Tinguely font connaissance, mais ils ne vivront ensemble qu’à partir de 1960. Niki de Saint Phalle pratiquait la peinture en autodidacte depuis déjà 38 39 N O U V E A U R É A L I S M E Niki de Saint Phalle, mostra_ exposition “Feu à volontè”, Galerie J, Parigi_Paris, 1961. Niki de Saint Phalle e_et Jean Tinguely. Impasse Ronsin, Parigi_Paris, giugno_juin 1961. © ph. Harry Shunk Ulrick Krempel, De l’assemblage au Nana Power, Niki de Saint Phalle et l’image de la femme, in cat. Nouveau Réalisme, RMN, Centre Pompidou, Parigi, 2007, p. 141. Ulrick Krempel, De l’assemblage au Nana Power, Niki de Saint Phalle et l’image de la femme, in cat. Nouveau Réalisme, RMN, Centre Pompidou, Paris, 2007, p. 141. 13 assemblage realizzati in materiali diversi, dove la struttura stessa dell’opera esplode in un caos che anticipa i “Tiri”. È questa l’epoca in cui «la scelta della disarmonia, del disordine, del contrasto diventa realtà nella vita dell’artista. […] Come nome d’arte decide di utilizzare quello che aveva da ragazza – Niki de Saint Phalle – e inizia ad elaborare un primo, tumultuoso ciclo di opere, caratterizzato dagli assemblage e dal lavoro sugli objets trouvés13». Niki de Saint Phalle è stata l’unica donna del gruppo dei Nouveaux Réalistes e il fatto di essere la compagna di Tinguely le valse un’accoglienza più che favorevole. Nelle sue prime esposizioni pubbliche, il suo lavoro aspira al confronto con la realtà femminile: cerca lo scalpore, il dibattito e il coinvolgimento di un pubblico che desidera ardentemente conquistare. Le sue prime opere, come Saint Sébastien o Portrait of My Lover (entrambe del 1958), si prestano agli spari di pittura o al lancio di freccette da parte dello spettatore. Nel 1960 questa pratica trova una sua sistematizzazione nella creazione di quadri che assimilano ritratti di volti – composizioni che lo spettatore utilizza come bersagli. Successivamente, l’artista estende le sue azioni ai “Tiri di carabina”. Questa sua presa di posizione aggressiva genera scalpore e infastidisce una certa società, che la interpreta come uno sconvolgimento delle regole di un mondo che inizia a vacillare. Niki de Saint Phalle va oltre i tabù: abbandona il docile ruolo di donna per assumere quello più vendicativo di Diana conquistatrice, che scarica le proprie armi contro un bersaglio… Tra il 1961 e il 1963, l’artista organizza una dozzina di azioni consistenti nello sparare con la carabina contro alcuni assemblage così da far esplodere i sacchetti di colore appositamente dissimulati sotto il gesso del supporto. Un entusiasta Pierre Restany assiste alla prima azione ed invita subito l’artista ad unirsi al gruppo dei Nouveaux Réalistes. «Tra il 1960 e il 1961, la liberazione, la contraddizione e l’azione simbolica sono nell’aria. Niki de Saint Phalle, che fa furore con le sue sedute di tiro con la carabina, lotta contro le convenzioni della società e dell’arte […]. Nella sua opera la realtà si trova in una condizione di rifrazione e riflessione complessa, in quanto ella apporta al gruppo lo sguardo e l’esperienza femminile in un mondo dominato dagli uomini. Ciò che la rende così particolare in quest’epoca e in questo gruppo è il suo svolgere, all’interno del gruppo stesso, una lotta che poi proseguirà all’esterno: quella di una donna e di un’artista salita di grado, che si batte per diventare partecipe di una vita e di un’arte nuove»14. Con il passare degli anni, la consapevolezza di questa lotta e l’esasperazione della sua femminilità condurranno il lavoro di Niki de Saint Phalle ad una rappresentazione sempre più idealizzata, ma anche tormentata, della donna. Il suo rapporto con il realismo è di ordine sociologico e politico e, al di là della sua azione artistica, risulta implicato in una rivoluzione più ampia. Gérard Deschamps è l’artista meno noto del gruppo dei Nouveaux Réalistes. Di formazione autodidatta, il suo primo approccio all’arte è di tipo pittorico. Nel 1955 l’artista partecipa ad una plusieurs années, et à la suite d’un voyage en Espagne, durant lequel elle découvre l’œuvre de Gaudí, elle commence à réaliser des assemblages d’objets. Sa première exposition personnelle a lieu en Suisse, à Saint-Gall en avril-mai 1956, sous son nom de Niki Mathews. Son parcours riche de péripéties et d’implications multiples commencent dans une atmosphère de femme au foyer. Elle élabore, dans le calme de son atelier, une peinture d’inspiration mythologique où, déjà la femme semble prendre une part prépondérante. L’évolution de son travail vers un art interactif se construit rapidement et son émancipation de la vie familiale la conduit rapidement à partager la vie de Jean Tinguely. Dès 1958, Niki de Saint Phalle commence à réaliser des reliefs en plâtre et des tableaux assemblages de matériaux divers où la structure de l’œuvre commence à exploser dans un chaos qui anticipe les “Tirs”. C’est l’époque où « Le choix de la discordance, du désordre, de la friction, se fait réalité dans la vie de l’artiste. (…) Elle prend son nom de jeune fille comme nom de guerre en art : Niki de Saint Phalle. Un tumultueux premier cycle d’œuvres en gestation s’élabore déterminé par des assemblages par le travail des objets trouvés. »13 Niki de Saint Phalle était la seule femme du groupe, et sa qualité de compagne de Jean Tinguely lui a valu d’y trouver plus qu’un accueil favorable. Lors de ses premières manifestations publiques son œuvre visait à une confrontation avec la réalité des femmes, recherchait l’éclat et le débat, la participation d’un public qu’elle désirait ardemment conquérir. Ses premières œuvres comme Saint Sébastien ou Portrait of My Lover (1958) offrait sa surface aux tirs de peinture et aux fléchettes que le spectateur était invité à lancer. Elle systématise cette pratique en 1960 en créant des tableaux-cibles qui intègrent dans des compositions-portraits, des visages cibles sur lesquels il est possible de lancer des fléchettes. Elle étend, par la suite, ses actions de “Tirs”. Cette détermination agressive fait sensation et irrite une certaine société qui voit ici bousculées les règles d’un monde qui commence à vaciller. Niki de Saint Phalle dépasse les tabous, elle quitte le rôle docile de la femme pour devenir la conquérante, Diane vengeresse qui tient l’arme et la décharge contre une cible… Entre 1961 et 1963 elle organise une douzaine d’actions de tirs qui consistent à tirer à la carabine sur des assemblages, qu’elle a élaborés, afin de faire éclater des poches de couleurs dissimulées sous le plâtre du support. C’est à l’occasion de la première action, à laquelle assiste Pierre Restany, que celui-ci enthousiaste invite Niki à se joindre au groupe. « Entre 1960-1961, la libération, la contradiction, l’action symbolique sont dans l’air. Niki de Saint Phalle, qui fait fureur avec ses séances de tirs lutte contre les conventions – de la société tout comme de l’art. […] Dans son œuvre, la réalité se trouve dans une réfraction et une réflexion complexes, car c’est elle qui apporte au groupe le regard de la femme, l’expérience supplémentaire de l’existence féminine dans un monde dominé par les hommes. C’est ce qui la rend N O U V E A U R É A L I S M E 40 41 N O U V E A U R É A L I S M E 14 Ibidem. mostra di pittura astratta alla Galerie Paul Facchetti di Parigi; in quello stesso anno abbandona la pittura a olio per dedicarsi al collage, accorpando fotografie di oggetti tratti dai cataloghi della Manufrance. La sua carriera artistica viene interrotta dal servizio militare, che svolge in Algeria, dove rimane 27 mesi. Al suo rientro a Parigi, nel 1960, realizza opere con capi di biancheria intima femminile recuperati da uno straccivendolo. Incontra Hains e Villeglé, e nel 1961, un anno dopo la fondazione ufficiale del Nouveau Réalisme, anche lui si unisce al gruppo. Con i “Plissage” (pieghettature), Deschamps si accosta al classicismo dell’arte, trovando nei tessuti e nei plissé un’ispirazione che desidera rinnovare. Come l’artista stesso ricorda, quei profluvi serici «furono i custodi dell’ispirazione artistica in Occidente, anche nei periodi di decadenza… Cosa sarebbe, infatti, la Vittoria di Samotracia senza la sua sottile tunica bagnata che ne fa l’antenata delle automobili pressate?». Gli stracci e, poi, gli scampoli di tessuto giapponese invadono l’atelier di Deschamps. Le sue composizioni di biancheria intima femminile, una per tutte Le Rose de la vie – assemblage di slip, corsetti, reggiseni, guaine e giarrettiere con la dominante del colore rosa –, gli costeranno la censura a più riprese. Nel 1961 trova al mercato delle pulci una nuova miniera di tessuti di recupero – i teloni di segnalazione dell’esercito americano colorati con vernici fluorescenti – e poi un altro stock di stoffe presso un ferravecchio della Bastiglia. Sempre nel 1961 Deschamps espone anche scampoli giapponesi e belga, ricavati da annunci pubblicitari, tovaglie di plastica, patchwork... È in questo periodo che l’artista utilizza le piastre per le corazze dei blindati e gli involucri si particulière pour cette époque et pour ce groupe, le fait qu’elle y mène une partie de la lutte qu’elle doit poursuivre à l’extérieur du groupe : celui d’une femme et d’une artiste montée en grade, qui se bat pour participer à une vie et à un art nouveau. »14 La conscience de cette lutte et l’exaspération de sa féminité conduiront, par la suite, son travail dans une représentation toujours plus magnifiée mais aussi torturée de la femme… Le rapport de Niki de Saint Phalle au réalisme est d’ordre sociologique et politique il est impliqué, au-delà de son action artistique, dans une plus vaste révolution. Gérard Deschamps est l’artiste le moins connu du groupe. De formation autodidacte, sa première approche de l’art est picturale. En 1955 il participe à une exposition de peinture abstraite à la galerie Paul Facchetti de Paris. Cette même année, l’artiste abandonne la peinture à l’huile pour se tourner vers le collage dans lequel il incluse des photos d’objets extraites des catalogues Manufrance. Sa carrière est interrompue par son service militaire qui le conduit en Algérie. Il y reste 27 mois. En 1960, à son retour, il reprend son travail, créant des œuvres à partir de sous-vêtements féminins trouvés chez un chiffonnier. Il rencontre Hains et Villeglé et intègre le groupe des Nouveaux Nella pagina a destra_Sur la page à droite Jacques Villeglé, Gérard Deschamps, Claude Rivière e_et Raymond Hains, Biennale di Venezia_Biennale de Venise, 1964. © ph. Harry Shunk Réalistes en 1961, un an après sa fondation officielle. Avec ses plissages, il renoue avec le classicisme de l’art, trouvant dans les développements des tissus et des plissés une inspiration qu’il désire renouveler. Il rappelle que ces débordements soyeux « furent les gardiens du souffle de l’art en Occident, même dans les périodes de décadence… en effet que serait la Victoire de Samothrace sans sa mince tunique mouillée qui en fait l’ancêtre des voitures N O U V E A U R É A L I S M E 42 43 N O U V E A U R É A L I S M E di metallo per l’isolamento dei reattori degli aerei segnati da iridescenze di calore. Restany scrive la prefazione di entrambe le sue mostre parigine del 1962, due esposizioni simultanee che mostrano l’insieme delle ricerche di Deschamps: l’una (“Bâches de signalisation et plâques de blindages”) si tiene alla Galerie Ursula Girardon; l’altra (“Deschamps et le rose de la vie”) alla Galerie J, dove sono esposti gli assemblage di biancheria, stracci e cerate. In Italia è la Galleria Apollinaire di Milano ad accogliere, nel 1963, il lavoro di Deschamps, seguita, l’anno successivo, dalla Galleria del Leone di Venezia. La sua intensa attività di recupero lo assimila al gruppo dei Nouveaux Réalistes, ma soprattutto lo avvicina a Spoerri, con cui condivide l’avidità nella scoperta oltre alla passione per il riutilizzo. Tuttavia, il grado di specializzazione di Deschamps costituisce una particolarità che egli coltiverà nel più totale isolamento. L’artista non parteciperà, infatti, in modo sistematico alle manifestazioni del gruppo. Sviluppando le sue metafore militari, nel 1965 Deschamps realizza le cosiddette “Banane” – memori delle spille militari – su reticolati metallici plissettati e colorati, che possono arrivare fino agli otto metri di lunghezza, la cui sovrapposizione genera particolarissimi effetti di marezzatura. In seguito Deschamps si allontanerà progressivamente dal mondo dell’arte, fino a rompere definitivamente, nel 1970, con l’ambiente artistico parigino. Una tale dissonanza di percorsi segna anche la ricerca di un altro artista, Christo, il quale diventa membro effettivo del gruppo dei Nouveaux Réalistes nel 1963. Il riconoscimento all’interno del movimento lo si deve ai suoi impacchettamenti, spesso monumentali, che testimoniano l’estremismo stilistico del suo modo di appropriarsi degli oggetti. Il Corriere della sera del 22 novembre 1970 – uscito in occasione della festa del Nouveau Réalisme a Milano – scrive di lui: «È quello che impacchetta tutto: in Australia ha impacchettato una baia e a Milano, monarchici permettendo, impacchetterà il Re Vittorio Emanuele. Di cognome fa Javacheff, è bulgaro, è nato nel 1935 a Gabrovo e, secondo Pierre Restany, si chiama Christo perché è ortodosso e gli ortodossi hanno una certa tendenza a chiamarsi così. Parecchi anni fa decise di scappare in Occidente, e per fargli attraversare la cortina di ferro lo misero in un vagone pieno di medicinali, impacchettandolo insieme ai sulfamidici. Da allora, il raptus dell’impacchettamento non lo ha più abbandonato». Nel 1956 Christo soggiorna a Praga. L’anno successivo è a Vienna, dove frequenta per un semestre l’Accademia di Belle Arti. Nel 1958 si trasferisce a Parigi, ed è a Parigi che realizza le sue prime opere, gli impacchettamenti di oggetti – bottiglie, scatole, tavoli (come nell’opera esposta in mostra) – o di persone, che avvolge nella plastica o nella tela. Come avviene in César, l’appropriazione dell’oggetto porta Christo a trasformarne la forma originaria e ad annullarla attraverso il procedimento artistico. E come compressées ? » Ces chiffons, puis les tissus d’essuyage industriels japonais envahissent ses ateliers. Ses compositions à base de dessous féminins – par exemple Le Rose de la vie, assemblage de culottes, corsets, soutiens-gorges, gaines et jarretelles à dominante rose – lui vaudront d’être censuré à plusieurs reprise. En 1961, il trouve une nouvelle mine de “tissus” de récupération aux Puces, les bâches de signalisation de l’armée américaine aux couleurs fluorescentes, puis à nouveau un stock chez un ferrailleur de la Bastille. Il expose aussi dès 1961 des chiffons japonais et belges issus de la publicité, des nappes de cuisine en plastique, des patchworks... Dans la même période, Deschamps utilise des plaques de blindage et des enveloppes de métal qui servent à isoler les réacteurs d’avions, marqués par des irisations de chaleur. Deux manifestations simultanées, préfacées par Restany, lui sont consacrées à Paris, en 1962, exposant l’ensemble de ses découvertes. L’une à la Galerie Ursula Girardon (“Bâches de signalisation et plaques de blindages”) et l’autre à la Galerie J (“Deschamps et le rose de la vie”) où il montre des assemblages de lingerie, des chiffons et des toiles cirées. En Italie, la Galleria Apollinaire de Milan, en 1963 et l’année suivante, la Galleria del Leone à Venise accueillent son travail. Son intense activité de récupérateur l’assimile au groupe, et le rapproche beaucoup de Spoerri, dont l’avidité de découverte et la passion de récupération n’ont de cesse. Cependant la spécialisation de Deschamps lui confère une particularité qu’il cultive par son isolement. Il ne participe pas systématiquement aux manifestations du groupe. En 1965, développant ses métaphores militaires, il crée les “Bananes” en grillage métallique plissé et coloré, qui peuvent faire jusqu’à 8 mètres de long et rappellent les barrettes de décorations militaires. Il invente les effets de moirage grâce à la superposition des grilles… Il s’éloigne progressivement du monde de l’art et l’année 1970 marque sa rupture avec le milieu artistique parisien. Cette diversité de parcours réussira aussi à amalgamer la recherche d’un autre artiste : Christo. En 1963, il devient membre du groupe des Nouveaux Réalistes. Christo est reconnu comme tel grâce à ses emballages, souvent monumentaux, qui témoignent d’un style extrémiste dans la manière de s’approprier les choses. Le journal italien Corriere della Sera du 22 novembre 1970, qui sort à l’occasion de la fête du Nouveau Réalisme à Milan, dit de lui : « C’est celui qui emballe tout : en Australie il a emballé une baie, et à Milan, si les monarchistes le permettent, il emballera le Roi Vittorio Emanuele. Son nom de famille est Javacheff, il est bulgare, né en 1935 à Gabrovo et, selon Pierre Restany, il se fait appeler Christo parce qu’il est orthodoxe et les orthodoxes ont une certaine tendance à se faire appeler ainsi. Il y a de cela de nombreuses années, il décida de s’échapper en Occident, et pour lui permettre de traverser le rideau de fer, il fut mis dans un wagon plein de médicaments et emballé avec les sulfamides. Depuis, le raptus de l’emballage ne l’a plus jamais lâché. » En 1956 il séjourne à Prague, et en 1957 il est à Vienne, où il complète un semestre d’études à l’Académie des Beaux Arts. Il se transfère à Paris en 1958 et réalise ses premières œuvres : N O U V E A U R É A L I S M E 44 45 N O U V E A U R É A L I S M E Christo, Les empaquetage, 1962. © ph. Shunk-Kender accadeva per le compressioni, anche l’impacchettamento diventa qui forma simbolica dell’oggetto trasformato in opera d’arte: ogni oggetto si trasforma in opera attraverso un procedimento artistico che può essere applicato a qualsiasi cosa. L’impacchettamento si realizza fisicamente, o anche sotto forma di disegni quando il progetto viene preceduto da uno studio che formalizza il piano esecutivo dell’azione. Nel 1958 Christo incontra Jeanne-Claude: è l’inizio della loro collaborazione artistica. Se Christo incarna più la figura dell’artista, Jeanne-Claude incarna più quella dell’organizzatrice: «Le realizzazioni destinate all’esterno sono firmate da Christo e Jeanne-Claude; i disegni da Christo». I due artisti lavorano prevalentemente sullo spazio urbano: già nel 1962, quando realizzano il Mur de barils de pétrole in rue Visconti, è soprattutto la dimensione spaziale dell’opera ad interessarli. E anziché un oggetto, ciò che qui viene prodotto è piuttosto un’azione-spettacolo, la quale si accompagna, secondo uno schema che gli artisti adottano regolarmente, all’esposizione concomitante — nel caso specifico presso la Galerie J, dove viene presentata una versione ridotta del Muro. Nella prefazione alla mostra, intitolata “Le docker et le décor”, Restany assimila il linguaggio di Christo e Jeanne-Claude a quello dei Nouveaux Réalistes; tuttavia, i due artisti negheranno sempre questa coesione, enfatizzando, nel loro lavoro, più l’azione che il risultato. Christo e Jeanne-Claude sono piuttosto dei performer che applicano la loro ricerca su vasta scala, soprattutto negli Stati Uniti, dove emigrano nel 1964 e dove iniziano a realizzare progetti monumentali, intervenendo direttamente e in modo effimero su edifici, monumenti o addirittura su interi paesaggi. Infatti, nonostante le sue origini artistiche siano ancorate al Nouveau Réalisme, Christo, assieme a Jeanne-Claude, diventa in brevissimo tempo uno dei principali protagonisti della Land Art. I due artisti iniziano ad elaborare grandi progetti esterni utilizzando dei tessuti monocromi, la cui realizzazione viene autofinanziata dalla vendita dei disegni e dei collage preparatori. Anche gli anni di trattative – estetiche, politiche, ecologiche – necessarie alla realizzazione di ciascun progetto sono parte integrante dell’opera finale, in quanto le imprese artistiche di Christo affrontano la problematica specifica delle relazioni esistenti fra arte e impresa, arte e tecnoscienza, arte e ambiente, in una prospettiva non solo accademica ma di attiva collaborazione tra ricercatori, artisti e attori del mondo dell’impresa e dell’industria, attraverso un’analisi volta ad individuare l’influenza dell’arte sul mondo reale. emballages d’objets divers (bouteilles, cartons, tables) et de personnes enveloppées dans du plastique ou bien dans des toiles. L’appropriation de l’objet, tout comme chez César, pousse Christo à transformer la forme originale, à l’anéantir à travers le processus artistique. A l’image des compressions, l’emballage devient la forme symbolique de l’objet changé en œuvre d’art. Chaque objet devient œuvre, et le processus peut être appliqué à toute chose. L’emballage se réalise aussi bien physiquement que sous forme de dessins : le projet est souvent précédé d’une étude qui formalise le plan exécutif de l’action. En 1958, Christo rencontre Jeanne-Claude, et cette date marque le début de leur collaboration artistique. Christo est plus l’artiste, Jeanne-Claude l’organisatrice : «Les réalisations extérieures sont signées par Christo et Jeanne-Claude, les dessins par Christo». Les deux artistes ont toujours été intéressés par l’espace urbain, déjà en 1962 lorsqu’ils réalisent le Mur de barils de pétrole, rue Visconti, c’est la dimension spatiale de l’œuvre qui les intéresse. Plutôt que de produire un objet, ils réalisent une action-spectacle. L’action, selon un schéma adopté régulièrement par les deux artistes, est accompagnée d’une exposition concomitante. A cette occasion elle est organisée à la Galerie J où est présentée une version réduite du Mur. Restany dans sa préface intitulé Le docker et le décor assimile le langage de Christo et Jeanne-Claude à celui du Nouveau Réalisme. Mais ils se défendront de cet amalgame, se référant davantage à l’action plutôt qu’au résultat. Ils sont d’abord des “performers”, et ils quittent rapidement la France pour appliquer leur recherche à grande échelle, aux Etats-Unis où ils émigrent en 1964. Ils commencent à réaliser des projets de grande envergure, intervenant de façon directe et éphémère sur des édifices, des monuments, ou des paysages entiers. Très rapidement, et malgré son origine artistique liée au Nouveau Réalisme, Christo, accompagné de Jeanne-Claude, devient l’un des protagonistes les plus importants du Land Art. Il élabore de grands projets réalisés à partir de tissus monochromes, dont la production est auto financée par la vente des dessins et collages préparatoires. Les années de négociations – esthétiques, politiques et aussi écologiques – nécessaires à la réalisation de chaque projet, font partie intégrante de l’œuvre finale. Les entreprises artistiques de Christo et Jeanne Claude affrontent la problématique spécifique des relations entre art et société, art et science, art et environnement, dans une perspective non seulement académique, mais aussi de collaboration entre chercheurs, artistes et acteurs du monde des entreprises et de l’industrie. Elles analysent ainsi l’influence de l’art sur le monde réel. N O U V E A U R É A L I S M E Il Nouveau Réalisme in Italia È innanzitutto l’amicizia fra Guido Le Noci e Pierre Restany a rendere possibile l’avventura dei Nouveaux Réalistes. Guido Le Noci è un personaggio atipico nel paesaggio milanese: mercante Le Nouveau Réalisme en Italie C’est avant tout l’amitié de Guido Le Noci et Pierre Restany qui rend possible l’aventure des Nouveaux Réalistes. Guido Le Noci, personnage atypique dans le paysage milanais est un 46 47 N O U V E A U R É A L I S M E Guido Le Noci, Pierre Restany e_et Yves Klein. Milano_Milan, 1957. Pierre Restany, Yves Klein le monochrome, Hachette, Parigi, 1974, p. 186_Pierre Restany, Yves Klein le monochrome, Hachette, Paris, 1974, p. 186. 15 dalle scelte e dal comportamento “irrazionali”, guidato più dall’intuito che dal ragionamento, Le Noci difende l’arte europea di fronte alle aggressive posizioni americane. Ama la Francia, tanto da realizzare nel 1951 una mostra intitolata “Gli amici della Francia”. Il nome stesso della sua galleria, Galleria Apollinaire, testimonia la grande ammirazione che egli nutre nei confronti della cultura francese. Si reca a Parigi due volte l’anno e Parigi rimarrà per lui il punto di riferimento assoluto in materia di arte contemporanea. Nel 1953, proprio in occasione di una di queste visite, Le Noci incontra Pierre Restany (al caffè Le Royal, a Saint-Germain-des-Près). Restany ha 23 anni, Le Noci 49. Fra i due si instaura subito una sincera amicizia che porterà ad una lunga e duratura collaborazione. La prima esperienza significativa nata da questa intesa sarà proprio (all’inizio del 1957) un’esposizione di quadri monocromi di Yves Klein: undici pannelli di un unico colore blu oltremare – nel corso dell’estate del 1956, Klein aveva iniziato ad adottare “il colore del cielo e del mare”15, da lui battezzato I.K.B.: International Klein’s Blue. Ma la mostra non riesce a suscitare nel pubblico e nella critica milanese un grande consenso. Soltanto qualche collezionista avveduto (tra cui Lucio Fontana) acquisterà delle opere, mentre diversi artisti, tra cui Piero Manzoni, faranno opera di divulgazione del lavoro di Klein, presentando alcuni dei suoi monocromi in una mostra collettiva intitolata “La nuova concezione artistica” (Galleria Azimut di Milano). Sarà questa la prima di una serie di esposizioni gravitanti attorno al tema della trascrizione del reale in arte, a cui seguirà la pubblicazione del fascicolo intitolato Il Nouveau Réalisme, che il 16 aprile del 1960, alla Galleria Apollinaire di Milano, Pierre Restany adotta come Manifesto del gruppo: un momento decisivo nella storia dell’arte recente che anticipa la creazione vera e propria del Nouveau Réalisme, avvenuta giovedì 27 ottobre 1960 nell’appartamento di Yves Klein a Parigi (Restany viene proclamato il teorico del gruppo). Ma cosa sostengono questi artisti? «L’appassionante avventura del reale colto in sé e non attraverso il prisma della trascrizione concettuale o immaginativa. Qual è il loro segno? L’introduzione di un ricambio sociologico allo stadio essenziale della comunicazione. La sociologia viene in aiuto della coscienza e del caso, sia relativamente alla scelta o alla lacerazione del manifesto che all’impronta di un oggetto, di un rifiuto o di un avanzo di cibo, allo scatenarsi dell’affettività meccanica e alla diffusione della sensibilità, al di là dei limiti logici della propria percezione»16. A partire dalla proclamazione del gruppo e fino al 1963, gli artisti del Nouveau Réalisme espongono collettivamente: «In tre anni i Nouveaux Réalistes hanno liquidato l’Informale e fatto esplodere i miti anacronistici dell’École de Paris»17. Dopo la mostra dei Nouveaux Réalistes del 1960 a Milano, la Galleria Apollinaire sosterrà altre manifestazioni legate al movimento, tra cui, nel 1962, una mostra dedicata agli “Affichistes” (François marchand d’art isolé par ses choix et son comportement “irrationnels”. Guidé par son intuition et non par ses raisonnements, il entend défendre un art européen face aux positions américaines agressives. Amoureux de la France, il organise en 1951 une exposition appelée “Les Amis de la France”. Le nom de la galerie, Galleria Apollinaire, témoigne également de son admiration pour la culture française. Il se rend à Paris deux fois par an, et cette ville reste pour lui la référence absolue en matière d’art contemporain. C’est à l’occasion de l’une de ces visites qu’il rencontre Pierre Restany, en 1953, au café Le Royal à Saint-Germain-des-Près. Pierre Restany a 23 ans, Guido Le Noci 49. De leur amitié sincère naîtra une longue collaboration, qui donnera vie à de nombreuses initiatives. La première expérience significative issue de cette entente sera l’exposition des monochromes d’Yves Klein début 1957. Celle-ci proposera onze panneaux d’une seule couleur : bleu outremer. Ce fut au cours de l’été 1956 que Klein adopta “la couleur du ciel et de la mer”15, qu’il baptisa I.K.B. : International Klein’s Blue. Ces monochromes ne suscitent pas un enthousiasme excessif de la part de la critique et du public milanais; seuls quelques collectionneurs avertis (parmi lesquels Lucio Fontana) se porteront acquéreurs des œuvres, et des artistes comme Piero Manzoni feront connaître le travail de Klein en présentant ses monochromes lors d’une exposition collective intitulée “La nouvelle conception artistique” à la Galleria Azimut de Milan. Cette première présentation annonce d’autres expositions autour du thème de la transcription du réel dans l’art. L’aventure se poursuit avec la publication du fascicule intitulé Il Nouveau Réalisme, le 16 avril 1960 à la Galleria Apollinaire, Pierre Restany l’adoptera comme manifeste du mouvement. Il s’agit encore d’un autre moment décisif dans l’histoire de l’art récent, puisque ce Manifeste anticipe la création du groupe, le jeudi 27 octobre 1960, au domicile d’Yves Klein à Paris. Pierre Restany est proclamé théoricien du groupe. Que proposent ces artistes ? « La passionnante aventure du réel cueilli tel quel, et non à travers le prisme de la transcription conceptuelle ou imaginative. Quel en est la marque ? L’introduction d’un relais sociologique au stade essentiel de la communication. La sociologie vient au secours de la conscience et du hasard, tant au niveau du choix ou de lacération de l’affiche, que de l’allure d’un objet, d’une ordure de ménage ou d’un déchet de salon, ou du déchaînement de l’affectivité mécanique, de la diffusion de la sensibilité au-delà des limites logiques de sa perception. »16 A partir de la proclamation du groupe en 1960 et jusqu’en 1963, les artistes du Nouveau Réalisme exposent collectivement : « En trois ans les Nouveaux Réalistes ont liquidé l’Informel et fait exploser les mythes anachroniques de l’École de Paris. »17 Après cette exposition des Nouveaux Réalistes courant 1960, la Galleria Apollinaire proposera N O U V E A U R É A L I S M E 48 49 N O U V E A U R É A L I S M E Lettera di_Lettre de Guido Le Noci a_à Jacques Villeglé per il “Decimo anniversario dell’Apollinaire”_pour le “Dixième anniversaire de l’Apollinaire”, Galleria Apollinaire, Milano_Milan, 30 dicembre_décembre 1963. Manifesto del Nouveau Réalisme, Pierre Restany, Milano, 16 aprile 1960_Manifeste du Nouveau Réalisme, Pierre Restany, Milano, 16 avril 1960. 16 Pierre Restany, Il Nouveau Réalisme: storia del movimento, in Domus, Milano, n° 493, p. 43. Pierre Restany, Il Nouveau Réalisme: storia del movimento, dans Domus, Milano, n°493, p. 43. 17 Dufrêne, Raymond Hains, Mimmo Rotella e Jacques Villeglé). Dal 10 aprile al 3 maggio del 1963, sempre a Milano, Arturo Schwarz riunirà i quattro “Affichistes” nell’esposizione presentata da Restany “L’affiche lacerato, elemento base della realtà urbana”. Guido Le Noci organizzerà altre mostre di Arman, César, Rotella, Hains… e ancora di Klein nel 1961 (che questa volta otterrà un grande successo). In una nota redatta per il catalogo, Le Noci ringrazia pubblicamente Restany per aver associato il nome della sua galleria all’avventura storica del Nouveau Réalisme. È nella logica di questo lavoro a più voci che nasce la festa per il decimo anniversario del Nouveau Réalisme a Milano (avvenimento preceduto dalla celebrazione parigina alla Galerie Mathias Fels, il 27 ottobre 1970, che appunto preannunciava “l’apoteosi” di Milano organizzata da Le Noci e Restany). L’anniversario consisteva in un susseguirsi di festeggiamenti, esposizioni e spettacoli nelle giornate del 27, 28 e 29 novembre. La manifestazione inaugurò venerdì 27 novembre con una conferenza stampa alle ore 11.00, a cui seguì l’apertura dell’esposizione storica alla Rotonda della Besana con l’accensione della scultura di fuoco di Yves Klein e una distribuzione di mini-accumulazioni di Arman. Il programma espositivo prevedeva anche l’impacchettamento del Monumento a Vittorio Emanuele II in Piazza del Duomo ad opera di Christo ma, in seguito ad una manifestazione di protesta degli ex combattenti, il Monumento a Vittorio Emanuele verrà rimpiazzato da quello a Leonardo da Vinci in Piazza della Scala. Nella giornata di sabato 28 novembre ebbero luogo altre performance, tra cui l’autodistruzione della Vittoria di Tinguely – monumento dorato dalla forma fallica destinato a svanire tra le esalazioni e le scintille di petardi –, mentre François Dufrêne raggelava un pubblico sbalordito declamando il suo Recitativo all’italiana – parodia di un discorso fascista alla maniera di Mussolini. Il giorno successivo Niki de Saint Phalle eseguì i suoi “Tiri di pittura” in Galleria Vittorio Emanuele, mentre Mimmo Rotella lacerava manifesti su un muro di Piazza Formentini. Il tutto si concluse con il grande banchetto di Daniel Spoerri al ristorante Biffi intitolato L’ultima Cena: banchetto funebre del Nouveau Réalisme. L’evento milanese segnò la fine del movimento del Nouveau Réalisme, che si dissolse in un’apoteosi concertata dalle performance tenutesi in Piazza della Scala, Piazza del Duomo e davanti a Palazzo Reale, e dalla mostra alla Rotonda della Besana che riuniva tutti i membri del gruppo – Arman, César, Christo, Niki de Saint Phalle, Dufrêne, Hains, Raysse, Rotella, Spoerri, Villeglé, Tinguely – al ricordo di Yves Klein. Lo scopo della manifestazione fu quello di iniziare il grande pubblico alle forme d’arte più recenti, trasmettendo il messaggio di cui esse si facevano portatrici ad una popolazione totalmente all’oscuro dei movimenti artistici in corso in quegli anni. Una stampa entusiasta si fece portavoce dell’enorme successo riscosso dall’evento, come testimoniano gli articoli pubblicati dal Corriere della Sera e da altri quotidiani. Citiamo Dino Buzzati nel Corriere della Sera del 28 novembre 1970: «Mai vista tanta gente rispondere all’appello dell’arte – otto-diecimila persone circa – come ieri sera alla Rotonda della Besana, dove […] è stata organizzata l’esposizione per celebrare il Nouveau Réalisme, che dieci anni fa, a Milano, pubblicò il suo primo manifesto». d’autres évènements liés au groupe, dont un dédié aux ”Affichistes” en 1962, une exposition collective qui réunit François Dufrêne, Raymond Hains, Mimmo Rotella et Jacques Villeglé. Du 10 avril au 3 mai 1963, toujours à Milan, Arturo Schwarz réunira les quatre ”Affichistes” pour l’exposition “L’affiche lacérée, élément de base de la réalité urbaine”, présentée par Pierre Restany. Guido Le Noci en proposera d’autres : Arman, César, Rotella, Hains… Et toujours Klein, en 1961, qui obtiendra un vif succès. Dans une note rédigée pour le catalogue, Guido Le Noci remercie Pierre Restany d’avoir associé le nom de sa galerie à cette aventure historique. C’est dans la logique de ce travail que naît la fête pour le dixième anniversaire du Nouveau Réalisme à Milan. Cet événement a été précédé par la célébration parisienne chez par Mathias Fels, le 27 octobre 1970, qui annonçait “l’apothéose” de Milan organisée part Guido Le Noci et Pierre Restany : célébrations, expositions, spectacles sur les journées des 27, 28 et 29 novembre. L’évènement fut inauguré le vendredi 27 novembre par une conférence de presse à 11h, suivie de l’ouverture de l’exposition historique à la Rotonda della Besana, avec l’allumage de la sculpture de feu d’Yves Klein et une distribution de mini-accumulations d’Arman. Le programme prévoyait que Christo emballe le Monument à Vittorio Emanuele II sur la Piazza del Duomo mais, suite à la marche de protestation d’anciens-combattants, le projet fut annullé et substitué par l’emballage du Monument à Leonard de Vinci, Piazza della Scala. La journée de samedi connut d’autres performances, parmi lesquelles l’autodestruction de La Vittoria de Tinguely – monument phallique doré qui disparaissait au milieu d’étincelles et pétards – pendant que François Dufrêne déclamait son Recitativo all’italiana, parodie d’un discours fasciste, à la manière de Mussolini, jetant un froid sur un publis médusé. Le lendemain, Niki de Saint Phalle exécutait des “tirs de peinture” à la Galleria Vittorio Emanuele et Mimmo Rotella lacérait des affiches sur un mur de la Piazza Formentini. Le tout se conclut par un grand banquet, L’ultima Cena: banchetto funebre del Nouveau Réalisme de Daniel Spoerri, au restaurant Biffi. Cet événement signait la fin du mouvement, qui se dissout en apothéose marquée par les performances Piazza della Scala, Piazza del Duomo, devant le Palazzo Reale et par une exposition à la Rotonda della Besana qui réunit les membres du groupe : Arman, César, Christo, Niki de Saint Phalle, Dufrêne, Hains, Raysse, Rotella, Spoerri, Villeglé, Tinguely, et le souvenir d’Yves Klein. Cette manifestation était vouée à initier le grand public aux formes d’art les plus récentes, et à transmettre le message de ces nouvelles tendances artistiques à une population totalement ignorante des mouvements d’art en cours. Ce fut un énorme succès, dont, comme en témoignent les articles du Corriere della Sera et d’autres quotidiens, une presse enthousiaste se fit le porte voix. Citons Dino Buzzati dans le Corriere della Sera du 28 novembre 1970 : « Je n’ai jamais vu autant de gens répondre à l’appel de l’art – huit ou dix mille personnes environ – comme hier soir à la Rotonda della Besana, où […] était organisée l’exposition pour célébrer le Nouveau Réalisme qui, il y a dix ans, à Milano, publia son premier manifeste. » N O U V E A U R É A L I S M E 50 51 N O U V E A U R É A L I S M E Scrive Pierre Restany in un suo famoso aforisma: «L’arte specchio della vita è arte. Se l’arte si allontana dalla vita è colpa dell’arte. Se la vita si allontana dall’arte è colpa dell’arte. La vita è quello che rende l’arte più bella della vita». Saper cogliere l’attimo fuggente, senza lasciar dileguare nemmeno la più lieve impronta che potrebbe imprimere sulla nostra anima. La vastità dell’esperienza umana di Pierre Restany si svelò ai miei occhi quando, tornando dal suo viaggio in Amazzonia con Frans Krajcberg, diede vita al Manifeste du Rio Negro du Naturalisme Intégral, in cui fa risalire l’emozione che aveva provato nel “vivere” le foreste vergini dell’Amazzonia alla stessa natura di quella che proviamo nel vivere la “giungla metropolitana”. Un pensiero che si delinea nettamente nelle pagine del suo Journal Brésilien (diario brasiliano) – pubblicato a puntate nel 1975 all’interno del periodico di cultura e arti visive D’Ars (numeri: 75, 76 /77 e 78/79): la bellezza del verde del muschio sui tronchi, quella delle cortecce degli alberi millenari, la geometria delle liane e quella delle ragnatele… Che meraviglia! “Nuovo Realismo” per me significa vedere con occhi consapevoli la bellezza, là dove c’è, della vita e della natura. Ed è questa tensione nel percepire l’invisibile che dischiude l’ineffabile bellezza dell’immaterialità, tanto cercata, e infine raggiunta, da Yves Klein. Attraverso l’ascolto dei suoi più profondi moti interiori, Pierre Restany, maestro di vita, ha ancorato al mondo veri e propri “ponti levatoi”, anche attraverso le pagine di D’Ars – che Grazia Chiesa | Il Nouveau Réalisme, Pierre Restany e D’Ars Le Nouveau Réalisme, Pierre Restany et D’Ars Pierre Restany, écrit dans un célèbre aphorisme : « L’art, miroir de la vie est art, si l’art s’éloigne de la vie c’est par la faute de l’art, si la vie s’éloigne de l’art c’est par la faute de l’art, la vie est ce qui rend l’art plus beau que la vie. » J’en déduis cette constatation : savoir cueillir l’instant fugace et ne pas en laisser échapper la plus infime empreinte sur notre esprit. L’ampleur de l’expérience humaine de Pierre Restany s’est révélée à ma moi, quand de retour d’un voyage en Amazonie avec Frans Krajcberg, il a donné naissance au Manifeste du Rio Negro du Naturalisme Intégral. Les émotions qu’il avait ressenties en « vivant » la jungle étaient de même nature que celles que l’on perçoit en “vivant” la jungle métropolitaine. Dans les pages de son Journal Brésilien, publié en différents épisodes, durant l’année 1975 dans les numéros 75, 76/77 et 78/79 de la revue D’Ars, se dégage vraiment cette notion: la beauté du vert de l’humus sur les troncs, celle des écorces des arbres millénaires, la géométrie des lianes et celle des toiles d’araignées… Quelles merveilles ! ”Nouveau Réalisme” pour moi veut dire voir, avec un regard conscient, la beauté de la vie et de la nature, là où elle est. Et pour moi, c’est à travers cette aspiration à percevoir l’invisible que l’on rejoint la capacité à s’ouvrir à l’ineffable beauté de l’immatérialité, tant recherchée et enfin atteinte par Yves Klein. Pierre Restany, maître de vie, à travers l’écoute de ses profondes aspirations intérieures, Fotografie di_photographies de Enrico Cattaneo N O U V E A U R É A L I S M E 52 53 N O U V E A U R É A L I S M E diresse dal 1984 al 2003 –, guidandoci nell’ineffabile mondo immateriale, nella dimensione del sublime. Ancora oggi il canto del Nouveau Réalisme risuona nei muri metropolitani rivestiti di manifesti, nelle compressioni di carcasse di automobili reduci da incidenti stradali, negli edifici “impacchettati alla Christo”, ridestando in me l’eco del movimento, così come lo avevo vissuto e seguito fin dai suoi primissimi passi, negli anni Sessanta a Milano. Come fotoreporter di D’Ars, nel 1970 a Milano ho vissuto in prima persona gli avvenimenti connessi a quello che veniva dichiarato il funerale del Nouveau Réalisme. La mia Rolley ne ha immortalato eventi unici e irripetibili: il fuoco in memoria di Yves Klein, gli impacchettamenti di Christo, la cena al ristorante Biffi, in Galleria Vittorio Emanuele, allestita da Daniel Spoerri, proprio accanto a un’espansione di César appena compiuta. Pierre Restany aveva 40 anni, Oscar Signorini 50. Oggi, nel festeggiare il quarantesimo anniversario di quell’evento, ricordo con emozione i numerosi e indimenticabili incontri avvenuti in quegli anni fra quelli che sono stati i due guru della mia vita: Oscar Signorini (a partire dal 1950) e Pierre Restany (dal 1960). Incontri che spalancarono la mente e il cuore di una giovane donna alla continua ricerca del perché della vita, verso – da me inconsapevolmente anelati – orizzonti “immateriali”. giugno 2009 a révélé au monde des ”ponts élévateurs”; se servant des pages du période culturel D’Ars, dont il a été directeur de 1984 à 2003, il nous a invité à entrer tel un guide dans l’indicible monde de l’immatérialité et dans la dimension du sublime. Encore aujourd’hui les murs des capitales, couverts d’affiches, entonnent de la même voix le chant du Nouveau Réalisme, de même, encore aujourd’hui les autos enfoncées à l’occasion d’accidents évitables, les édifices « emballés », tels des installations de Christo, nous restituent l’écho du Nouveau Réalisme que j’ai vécu dès ses premiers pas en’60 à Milan. J’ai vécu aussi en tant que photoreporter de D’Ars, en 1970, les événements des funérailles déclarés du Nouveau Réalisme à Milan. Ma Rolley en a saisi quelques instants uniques : le feu en mémoire de Klein, les emballages de Christo, le dîner concocté par Daniel Spoerri au Biffi dans la Galleria, tout près de l’expansion de César, à peine réalisée. Pierre Restany avait 40 anni, Oscar Signorini 50. Aujourd’hui, à l’occasion des festivités qui célèbrent le quarantième anniversaire de cet événement, je me rappelle avec émotion les nombreuses et inoubliables rencontres avenues en ces années entre les deux gourous de ma vie, à partir de 1950, Oscar Signorini et à partir de 1960, Pierre Restany, rencontres qui ouvrirent mon esprit et mon cœur de jeune femme à la recherche du pourquoi de la vie, vers des horizons, que j’espérais inconsciemment, ”immatériels”. juin 2009 Nelle pagine seguenti_Sur les pages suivantes L’Ultima cena, banchetto funebre del_banquet funèbre du Nouveau Réalisme, Milano_Milan, novembre, 1970. Nella pagina a destra_Sur la page à droite Guido Le Noci, Daniel Spoerri, Arman. N O U V E A U R É A L I S M E 54 55 N O U V E A U R É A L I S M E L’Ultima cena, Milano_Milan, 1970. Il Manifesto di_Le Manifeste de Daniel Spoerri per_pour L’Ultima cena. N O U V E A U R É A L I S M E 56 57 N O U V E A U R É A L I S M E L’Ultima cena, Milano_Milan, 1970. Daniel Spoerri taglia la “Corona papale”_coupe la “Couronne papale”. N O U V E A U R É A L I S M E 58 59 N O U V E A U R É A L I S M E L’Ultima cena, Milano_Milan, 1970. Martial Raysse, Corice Arman, Arman. N O U V E A U R É A L I S M E 60 61 N O U V E A U R É A L I S M E L’Ultima cena, Milano_Milan, 1970. César L’Ultima cena, Milano_Milan, 1970. La torta “nana” di_Le gâteau “nana” de Niki de Saint Phalle. L’Ultima cena, Milano_Milan, 1970. N O U V E A U R É A L I S M E 62 63 N O U V E A U R É A L I S M E Monumento a_Monument à Rotella. L’Ultima cena, Milano_Milan, 1970. La torta di candele per_Le gâteau de bougies pour Raymond Hains. N O U V E A U R É A L I S M E 64 65 N O U V E A U R É A L I S M E “Decennale del Nouveau Réalisme”_“Dixième anniversaire du Nouveau Réalisme”, Rotonda della Besana, Milano_Milan, 1970. Tommaso Trini con_avec Christo. Nella pagina a destra_Sur la page à droite François Dufrêne declama il suo Recitativo all’italiana in_déclame son Récitatif à l’italienne sur la Piazza del Duomo, Milano_Milan. N O U V E A U R É A L I S M E 66 67 N O U V E A U R É A L I S M E “Decennale del Nouveau Réalisme”_“Dixième anniversaire du Nouveau Réalisme”, Studio Sant’Andrea, Milano_Milan, 1970. “Decennale del Nouveau Réalisme”_“Dixième anniversaire du Nouveau Réalisme”, Studio Sant’Andrea, Milano_Milan, 1970. Martial Raysse, Mimmo Rotella, Beatrice Monti e, dietro, si riconosce_et, derrière, on reconnaît Ugo Mulas. Georges Fall (a sinistra_à gauche) e_et Arman. N O U V E A U R É A L I S M E 68 69 N O U V E A U R É A L I S M E “Decennale del Nouveau Réalisme”_“Dixième anniversaire du Nouveau Réalisme”, Milano_ Milan, 1970. César, performance in_à la Galleria Vittorio Emanuele, Milano_Milan. N O U V E A U R É A L I S M E 70 71 N O U V E A U R É A L I S M E “Decennale del Nouveau Réalisme”_“Dixième anniversaire du Nouveau Réalisme”, Studio Sant’Andrea, Milano_Milan, 1970. Raymond Hains con_avec Mimmo Rotella. “Decennale del Nouveau Réalisme”_“Dixième anniversaire du Nouveau Réalisme”, Studio Sant’Andrea, Milano_Milan, 1970. N O U V E A U R É A L I S M E 72 73 N O U V E A U R É A L I S M E Mimmo Rotella con_avec Arman. “Decennale del Nouveau Réalisme”_“Dixième anniversaire du Nouveau Réalisme”, Milano_ Milan, 1970. Christo alla_à la Galleria Francois Lambert, Milano_Milan. Alle pareti, le foto di Ugo Mulas con il Monumento a Vittorio Emanuele impacchettato_Sur les murs, les photos d’Ugo Mulas avec le Monument à Vittorio Emanuele empaqueté. N O U V E A U R É A L I S M E 74 75 N O U V E A U R É A L I S M E “Decennale del Nouveau Réalisme”_“Dixième anniversaire du Nouveau Réalisme”, Studio Sant’Andrea, Milano_Milan, 1970. Daniel Spoerri, Pierre Restany e_et Christo. Nella pagina a destra_Sur la page à droite Jean Tinguely, Vittoria_Victoire, Piazza del Duomo, Milano_Milan. N O U V E A U R É A L I S M E 76 77 N O U V E A U R É A L I S M E “Decennale del Nouveau Réalisme”_“Dixième anniversaire du Nouveau Réalisme”, Milano_ Milan, 1970. Jean Tinguely, Vittoria_Victoire, Piazza del Duomo, Milano_Milan. N O U V E A U R É A L I S M E 78 79 N O U V E A U R É A L I S M E Pierre Restany | Ho sempre amato la vita per quelle che siamo soliti chiamare le fortune del caso, ovvero quelle situazioni nate da coincidenze convergenti che ci danno l’esaltante sensazione di far parte del cammino delle idee su cui si fonda la Storia dell’Arte del nostro tempo; di far parte, a tutti gli effetti, di un momento di essa. Gli anni Sessanta rappresentano, in questo senso, il momento clou di quello sguardo critico che ho dedicato all’altro volto dell’arte del mio tempo. Quel volto che Marcel Duchamp ha svelato nel 1913 con il suo primo ready-made, la ruota di bicicletta, che allora mostrava la bellezza dell’oggetto in serie, inaugurandone splendidamente la favolosa avventura – la storia cioè del rapporto arte-industria, fenomeno culturale specifico del XX secolo. Il concetto di fondamentale importanza introdotto da Duchamp è quello del plusvalore (semantico e culturale) applicato ai prodotti industriali dopo il loro ingresso in arte. Un valore aggiunto che conferisce valenza artistica ad un oggetto ordinario rendendolo un “plus-oggetto”. Tale affermazione si inserisce legittimamente all’interno di quel pensiero che formulai attorno ai due concetti cardine della mia teorizzazione del Nouveau Réalisme, quelli cioè di “natura moderna” e di “battesimo artistico dell’oggetto”. E, in effetti, questa intuizione globalizzante di un sentimento moderno della natura urbana, industriale e mediatica, mi è stata ispirata proprio dalla rilettura dei ready-made di Duchamp, attraverso il messaggio della Rivoluzione Blu di Yves Klein e il suo realismo nell’utopia. A partire dal 1955 ho iniziato ad interessarmi sempre più al divario che all’epoca esisteva fra l’arte La Rivoluzione Blu è in moto La Révolution Bleue est en marche J’ai toujours aimé la vie pour ce qu’il est convenu d’appeler les bonheurs du hasard : les situations nées de coïncidences convergentes qui vous donnent la sensation exaltante de vous inscrire sur un point de la marche des idées sur lesquelles se fonde l’histoire de l’art de votre temps, de participer pleinement à un moment de cette histoire. Les années soixante correspondent ainsi au temps fort du regard critique que j’ai porté sur l’autre face de l’art de mon temps. Cette autre face de l’art, Marcel Duchamp nous l’a révélée dès 1913 avec son premier ready-made, la roue de bicyclette, qui nous a donné à voir la beauté dans l’objet de série, inaugurant brillamment la fabuleuse aventure de l’objet, l’histoire du rapport art-industrie, le phénomène culturel spécifique du XXème siècle. Le concept central introduit par Duchamp est celui de la plus-value, sémantique et culturelle qui s’attache aux produits industriels du fait de leur entrée en art. Cette valeur ajoutée qui donne sa valence artistique à l’objet usuel en fait un “objet-plus“. Ce parti-pris s’inscrit dans la ligne générale de ma pensée, telle que je l’ai formulée dans les notions de nature moderne et de baptême artistique de l’objet qui constituent les fondements de base de ma théorie du Nouveau Réalisme. Et en fait cette intuition globalisante d’un sens moderne de la nature urbaine, industrielle et médiatique m’est venue de la relecture des ready-mades de Duchamp à travers le message de la Révolution Bleue d’Yves Klein et son réalisme dans l’utopie. À partir de 1955 j’ai été de plus en plus sensible au décalage entre l’art qui se pratiquait à l’époque N O U V E A U R É A L I S M E 80 81 N O U V E A U R É A L I S M E che si faceva a Parigi e l’evoluzione della società e del dispositivo planetario di produzione. La guerra assediata, l’École de Paris porta avanti una dura battaglia contro l’Action Painting americano, fredda fra i mercati di New York e Parigi aveva fermato il tempo sulle rive della Senna. Gli artisti riconoscendo al solo post-cubismo astratto il diritto di cittadinanza. In questo clima, la città di Milano europei confidavano ancora negli eterni valori patrocinati dall’École de Paris e dal suo post-cubismo; soprattutto verrà vista come asilo e, al tempo stesso, come trampolino promozionale per tutte quelle nelle direttive gestuali dell’Informale e del tachismo; nella suprema atemporalità della pittura personalità marginali che si scontravano apertamente con l’ostracismo ideologico parigino. È questa geometrica. Gli artisti erano rimasti alla stregua di antichi combattenti, non rendendosi conto che la l’epoca in cui i milanesi scoprono un collezionista al giorno e in cui le gallerie “storiche” consacrano guerra era finita e che il periodo della ricostruzione era iniziato; soprattutto, che la Francia, come il le celebrità emergenti locali; ma è anche l’epoca in cui fiorisce tutta una generazione di mercanti resto del mondo occidentale con l’America in testa, si avviava verso quel boom economico che avrebbe illuminati – da Carlo Cardazzo al Naviglio, a Guido Le Noci alla Galleria Apollinaire, seguiti da Arturo preparato il terreno all’avvento della società dei consumi. L’industria stava per raggiungere il suo Schwarz. In particolare, la mia amicizia con Le Noci fu determinante in quella vocazione italiana verso apogeo e le strade delle città, le fabbriche e le immagini diffuse dai media si apprestavano a diventare cui a un certo punto la mia carriera volse, nonché decisiva nella storia del Nouveau Réalisme. le inesauribili fonti della nuova espressività. Questa natura moderna a portata di mano trascinava Ho conosciuto Guido Le Noci a Parigi nel 1953. In quel periodo mi apprestavo a fare un bilancio inevitabilmente l’arte verso la vita e verso l’infinita gamma delle sue manifestazioni esistenziali. È dell’esperienza Informale, prospettando al contempo gli sviluppi futuri del tachismo gestuale, a partire stato grazie a Yves Klein se ho percepito l’immensa portata di questa intuizione fondamentale che lo dalle affermazioni linguistiche dei suoi protagonisti. A due anni dall’incontro decisivo che avrei avuto stesso Klein incarnava nella sua Rivoluzione Blu. Una nuova visione del reale che alla fine degli anni con Yves Klein, l’amico Guido seguiva con passione il corso del mio pensiero teorico, condividendolo Cinquanta eravamo ben pochi a condividere. Tuttavia, non eravamo soli. interamente. In un primo tempo egli dedica l’intera programmazione della sua galleria alle ricerche Il ruolo che ha svolto Milano in questa avventura europea è stato infatti fondamentale: tra il 1955 informali e agli artisti parigini marginali, ricorrendo a tutta la sua influenza sul fedele gruppo di e il 1960 la capitale lombarda si afferma come uno dei maggiori centri culturali del dopoguerra e, collezionisti che lo sostiene, per far sì che la pittura locale imboccasse finalmente quella svolta superato il periodo della ricostruzione, si riapproprierà del ruolo di capitale economica del paese. verso l’arte internazionale europea. Il giovane Giuseppe Panza di Biumo era un habitué della Galleria L’incontenibile ascesa di New York stava invece paralizzando Parigi: in un’atmosfera da roccaforte Apollinaire e si può ritenere significativa l’evoluzione del suo gusto: dai “Galli” di Melotti agli “Ostaggi” à Paris et l’évolution de la société et de son dispositif planétaire de production. La guerre froide entre les marchés de New York et de Paris avait arrêté le temps sur les bords de Seine. Les artistes européens croyaient aux valeurs éternelles de l’École de Paris et de son post-cubisme, à la dynamique gestuelle de l’informel et du tachisme, à l’intemporalité souveraine de la peinture géométrique. Ils travaillaient comme des anciens combattants, sans se rendre compte que la guerre était finie la période de la construction en plein essor et que la France, avec le reste du monde occidental et l’Amérique largement en tête, s’acheminait vers le boom économique et l’avènement de la société de consommation. La société industrielle était en train d’atteindre son apogée et elle nous offrait dans les rues de ses villes, dans la production de ses usines, dans les images de ses médias, une source intarissable d’expressivité nouvelle. Cette nature moderne à portée de la main entraînait irrésistiblement l’art vers la vie et la gamme infinie de ses manifestations existentielles. J’ai pressenti avec Yves Klein l’immense portée de cette intuition fondamentale qu’il incarnait dans sa Révolution Bleue. Nous étions bien peu à partager cette vision nouvelle du réel à la fin des années 50, mais nous n’étions pas seuls. Milan va jouer un rôle capital dans notre aventure européenne. Entre 1955 et 1960 Milan s’affirme comme l’un des centres culturels de l’après-guerre. La capitale lombarde sort de la période de reconstruction de l’après-guerre. Elle est redevenue la ville riche et dynamique, la capitale économique de l’Italie. Paris est paralysée par l’ascension irrésistible de New York, l’École de Paris mène la lutte contre l’Action Painting américaine dans une atmosphère de citadelle assiégée : en dehors du postcubisme abstrait, plus rien n’a droit de cité. Milan va servir d’asile et de tremplin promotionnel à toutes les personnalités marginales qui se heurtent à l’ostracisme idéologique parisien. C’est l’époque où les Milanais découvrent un nouveau collectionneur par jour, où les galeries “historiques” consacrent les gloires locales émergentes, mais c’est aussi l’époque de la grande génération des marchands inspirés, de Carlo Cardazzo au Naviglio, de Guido Le Noci à la galerie Apollinaire, bientôt suivis par Arturo Schwarz. Mon amitié avec Le Noci a été déterminante dans la vocation italienne de ma carrière, et décisive dans l’histoire du Nouveau Réalisme. J’ai connu Guido Le Noci à Paris en 1953 à l’époque où je m’efforçais de tirer le bilan de l’Informel et où je m’interrogeais sur les perspectives futures du tachisme gestuel à partir de l’affirmation linguistique de ses protagonistes : deux ans avant ma rencontre décisive avec Yves Klein, l’ami Guido allait suivre avec passion le cours de ma pensée théorique et l’épouser entièrement. En un premier temps il dédie entièrement ses programmes à l’informel et aux marginaux parisiens. Il use de son influence sur le groupe de collectionneurs qui le soutient pour leur faire amorcer le virage de la peinture locale à l’art international européen. Giuseppe Panza di Biumo, tout jeune marié, est un habitué de la Galleria Apollinaire. L’évolution de son goût est significative : il passe des “Coqs” de Melotti aux “Otages” de Fautrier, inaugurant ainsi, par un prodigieux bond qualitatif, le bref intermède européen de son parcours. N O U V E A U R É A L I S M E 82 83 N O U V E A U R É A L I S M E di Fautrier, uno straordinario salto di qualità che inaugura la breve parentesi europea della sua collezione. L’incontro con Yves Klein cambierà la mia vita. Nel 1955 ero un puro prodotto della scolastica universitaria piccolo-borghese e l’irradiante contatto con Klein mi fece comprendere il potere alchemico dell’arte, la sua facoltà di concretizzare in una sensibilità profonda la traccia dell’estrema verità esistenziale e dell’energia cosmica. Solo allora capii che vivere era sognare – a patto che il sogno assumesse la forma di progetto utopico – e che se volevo continuare sulla strada che si apriva davanti a me, dovevo vedere più in avanti, sentire più profondamente, assimilare radicalmente il mio lavoro al mio stile di vita. Fu così che Restany diventò Restany. Guido Le Noci è stato il testimone di questa metamorfosi: da osservatore incantato ed entusiasta, volutamente scelse di militare nella scia della mia visione prospettica. Quando il ciclo evolutivo dell’avventura monocroma si fissò sull’I.K.B., convinsi Guido ad inaugurare a Milano – dal 2 al 17 gennaio 1957 – la grande tournée itinerante del “Periodo Blu” di Yves Klein. Milano prima di Parigi, di Düsseldorf e di Londra. Perché? Perché all’epoca vivevo con grande intensità il dinamismo artistico della città attraverso il fervido e contagioso entusiasmo del mio amico Guido. Istintivamente avevo scommesso sull’apertura di spirito della metropoli lombarda in piena rinascita, confidando in alcuni segnali incoraggianti. L’esposizione fu conforme alle mie aspettative. Naturalmente non mancò la reazione negativa dei conformisti benpensanti: sul quotidiano Il Giorno, Marco Valsecchi si scatenò impetosamente contro di me perché avevo osato paragonare il blu di Klein al blu di Giotto! Ma altri segnali positivi si susseguirono: sul Corriere d’informazione, Dino Buzzati raccomandava caldamente la manifestazione in un sensazionale articolo intitolato Blu, blu, blu!; Lucio Fontana fu il primo ad acquistare un quadro monocromo, anticipando tutti i collezionisti amici di Le Noci, eccetto Panza, non ancora pronto per quell’intensa spiritualità dello spazio contemplativo che in seguito scoprirà nella pittura minimale americana. Per Manzoni la mostra di Klein fu uno shock – la rivelazione dell’acromia –, così come gli artisti d’avanguardia più attivi e impegnati nella ricerca sperimentale, Baj e Dangelo in testa, colsero subito l’importanza dell’evento. La Rivoluzione Blu era scoppiata nel clima milanese intriso di concettuale, e gli effetti non tarderanno a farsi sentire nei mesi a seguire. Il 1957 sarà infatti “l’anno del Blu” in Italia: Peppino Palazzoli apre a Milano la Galleria Blu, in Via Andegari – due anni dopo, Palazzoli sarà il primo acquirente al mondo di una Zona di sensibilità pittorica immateriale. Nello stesso anno, Modugno trionfa al Festival di Sanremo con Nel blu dipinto di blu... Nel febbraio del 1958 Guido Le Noci organizza una mostra itinerante di Fautrier, che dopo la presentazione a Milano fece tappa a Bologna (La Loggia) e a Roma (L’Attico). Il viaggio a Roma fu per me fecondo di insegnamenti, in quanto mi permise di verificare personalmente l’impatto che avrebbe avuto la mostra milanese di Klein sulla giovane generazione di artisti romani ancora poco conosciuti all’epoca ma che sarebbe emersa prepotentemente due Ma rencontre avec Yves Klein va changer ma vie. J’étais en 1955 un pur produit de la scholastique petite-bourgeoise universitaire. À son contact irradiant j’ai réalisé le mystérieux pouvoir alchimique de l’art, sa faculté de concrétiser dans la sensibilité profonde la trace de la vérité existentielle ultime, celle de l’énergie cosmique. C’est alors que j’ai compris que vivre c’était rêver, à condition que le rêve prenne la forme d’un projet fort de l’utopie, et que si je voulais continuer sur la voie qui s’ouvrait devant moi, il fallait que je m’emploie à voir plus avant, à sentir plus profond, à identifier radicalement mon métier à mon genre de vie. C’est ainsi que Restany est devenu Restany. Guido Le Noci a été le témoin de la métamorphose, l’observateur fasciné et éperdu, et il s’est délibérément engagé dans le sillage de ma vision prospective. Quand le cycle évolutif de l’aventure monochrome s’est fixé sur l’I.K.B., j’ai persuadé Guido d’initier à Milan la grande tournée itinérante de l’Époque bleue d’Yves Klein, du 2 au 17 janvier 1957. Milan avant Paris, Düsseldorf et Londres. Pourquoi? Parce que je vivais très fort à l’époque le dynamisme du climat artistique de la ville à travers l’enthousiasme ardent et communicatif de mon ami Guido. J’avais parié d’instinct sur l’ouverture d’esprit de la métropole lombarde en pleine renaissance, confiant en certains repères encourageants. En fait l’exposition répondit à mes espoirs. Il y eut bien entendu la réaction négative des conformistes bien pensants. Marco Valsecchi se déchaîna contre moi dans Il Giorno : j’avais osé comparer le bleu de Klein au bleu de Giotto! Mais les signes positifs se succédèrent. Dino Buzzati dans le Corriere d’informazione signala chaleureusement la manifestation dans un article retentissant intitulé Blu, blu, blu! Fontana fut le premier à acheter un monochrome. Les collectionneurs amis de Le Noci le suivirent, à l’exception de Panza, qui n’était pas encore ouvert à l’intense spiritualité de l’espace contemplatif qu’il découvrira par la suite dans la peinture minimale américaine. L’exposition de Klein eut un effet-choc sur Manzoni : la révélation de l’achromie d’une manière générale, les artistes d’avant-garde les plus actifs et les plus engagés dans l’investigation expérimentale, Baj et Dangelo en tête, saisirent d’emblée l’importance de l’événement. La Révolution Bleue explose littéralement dans la sphère de la communication conceptuelle milanaise. Ses effets s’en feront sentir dans les mois qui suivent, 1957 sera “l’année du Bleu” en Italie : Peppino Palazzoli ouvre sa Galleria Blu, Via Andegari, et deux ans plus tard il sera le premier acheteur dans le monde d’une Zone de sensibilité picturale immatérielle; Modugno triomphe au Festival de Sanremo 1957 avec la fameuse chanson Nel blu dipinto di blu... Le Noci avait programmé une exposition Fautrier en février 1958. De Milan l’exposition est transférée à Bologne (La Loggia) puis à Rome (L’Attico). Le voyage à Rome est pour moi riche d’enseignements. Il me permet de vérifier l’impact de l’exposition milanaise de Klein sur la jeune génération des artistes romains encore très peu connus, mais dont l’émergence s’affirmera deux ans plus tard, lors d’une exposition collective à La Salita : Schifano, Angeli, Uncini, Festa. Du lot se dégage la personnalité de Lo Savio, minimaliste N O U V E A U R É A L I S M E 84 85 N O U V E A U R É A L I S M E anni più tardi, in occasione di una mostra collettiva alla Galleria La Salita: Schifano, Angeli, Uncini, Festa. All’interno di questo gruppo, la personalità di Lo Savio si distingue nettamente: minimalista concettuale ante litteram, mi confidò il suo entusiasmo per la ricerca di Klein. Le traiettorie delle loro brevi vite non si incroceranno mai e resta il grande rimpianto di non averli potuti mettere in contatto. In compenso, devo a Turcato un incontro importante per la cristallizzazione delle mie idee sul Nouveau Réalisme, quello con Mimmo Rotella, che in quel periodo viveva della sua più totale marginalità nel suo studio di Passeggiata di Ripetta. Quando, in una mostra alla Salita, nel 1954, Rotella aveva osato presentare un brandello di manifesto strappato come opera d’arte, la Roma della Dolce Vita, tanto permissiva sul piano esistenziale ma con ancora tutti i pregiudizi del conformismo estetico, non glielo perdonerà, bollando il suo gesto come un crimine di lesa maestà nei confronti della pittura. L’establishment artistico rinchiude Rotella nel cerchio incantato del silenzio. La scoperta dei suoi décollages mi procurò tanta gioia quanta sorpresa. La sua ricerca si accostava a quella degli “Affichistes” parigini – Hains, Villeglé e Dufrêne – reduci da una recente mostra alla Galerie Colette Allendy di Parigi, la stessa galleria dove Klein aveva presentato, dopo la mostra a Milano, il suo Periodo Blu. La vicinanza linguistica negli approcci e l’autonomia delle rispettive ricerche – Rotella non aveva mai sentito parlare dei suoi colleghi parigini prima di allora e viceversa – confermarono le mie previsioni iniziali: l’appropriazione di un frammento della natura moderna, industriale o urbana che sia (nel caso specifico, un brandello di manifesto), era la consacrazione del battesimo artistico dell’oggetto e l’esaltazione del suo plusvalore culturale. E, allo stesso tempo, rimetteva in discussione lo statuto stesso di artista e la funzione sociale dell’arte. Da quel momento in poi sarà un susseguirsi d’avvenimenti e il mio ruolo consisterà nel cogliere gli attimi fondamentali che definiranno il progressivo emergere di questa presa di coscienza collettiva. Primo fra tutti, “Le Vide” (il vuoto) di Yves Klein alla galerie Iris Clert di Parigi (aprile, 1958): il pittore monocromo “espone” i muri spogli della galleria “sensibilizzati” dalla sua sola presenza. Questa potente e tangibile affermazione dell’energia vitale come vettore immateriale della sensibilità artistica, avrà su Tinguely un’influenza decisiva, trasformando radicalmente il concetto di movimento che era allora al centro della sua ricerca artistica: il motore diventa fonte di vita e cuore pulsante della struttura organica dei rottami. Il “vuoto” svela Tinguely a se stesso: l’artigiano cinetico si dilegua davanti al poeta delle macerie, geniale demiurgo della scultura caratteriale. Così Tinguely raggiunge Klein e gli “Affichistes”, andando così a costituire il terzo polo della sfera d’influenza del Nouveau Réalisme: il suo Méta-matic géant n.17 sarà una delle opere più significative della prima Biennale di Parigi (1959), assieme a La Palissade des emplacements réservés di Raymond Hains e al monocromo I.K.B. di Yves Klein. Assistevo, dunque, all’elaborazione di una metodologia della percezione, di una visione nuova basata sulla constatazione di una natura moderna oggettiva concepita come totalità espressiva. Furono queste le idee che ispirarono il mio Primo Manifesto dei Nouveaux Réalistes, che pubblicai a Milano conceptuel ante litteram, qui me déclare son enthousiasme pour la démarche de Klein. Mon grand regret aura été de ne pas avoir pu les mettre en contact. Les trajectoires de leur deux vies brèves ne se seront pas rencontrées. Je dois en revanche à Turcato une rencontre importante pour la cristallisation de mes idées sur le Nouveau Réalisme, celle de Mimmo Rotella, qui vivait dans la plus totale marginalité dans son atelier de la Passeggiata di Ripetta. Lors d’une exposition à La Salita en 1954, il avait osé présenter un lambeau d’affiche lacérée comme une œuvre d’art. La Rome de la Dolce Vita, si permissive sur le plan existentiel, avait gardé tous les préjugés du conformisme esthétique : elle ne lui avait pas pardonné son geste, un crime de lèse-majesté à l’égard de la peinture. L’establishment artistique l’avait enfermée dans le cercle enchanté du silence. La découverte de ses décollages me causa autant de joie que de surprise. Sa démarche rejoignait celle des “Affichistes” parisiens, Hains, Villeglé et Dufrêne, qui venaient d’exposer ensemble à la Galerie Colette Allendy, où Yves Klein avait présenté, après Milan, sa Période Bleue. L’analogie des démarches et leur parfaite autonomie (Rotella n’avait jamais entendu parler de ses collègues parisiens et vice-versa) me confirma dans mon pressentiment global : l’appropriation d’un fragment de la nature moderne, industrielle et urbaine (en l’occurrence un morceau d’affiche) est l’expression du baptême artistique de l’objet qui en exalte sa plus-value culturelle mais c’est aussi la remise en question du statut de l’artiste et de la fonction sociale de l’art. Dès lors les événements vont se précipiter et mon rôle consistera à dégager les points forts qui jalonnent la progressive émergence de cette prise de conscience collective. Premier temps fort, “Le Vide” d’Yves Klein chez Iris Clert à Paris en avril 1958. Le peintre monochrome expose les murs nus d’une galerie “sensibilisés” par sa seule présence. Cette puissante affirmation tangible de l’énergie vitale en tant que vecteur immatériel de la sensibilité artistique produisit sur Tinguely un choc décisif, en transformant radicalement le concept du mouvement qui est au centre de sa recherche : le moteur devient la source de vie, le cœur de la structure organique de la ferraille. Le vide révèle Tinguely à lui-même : l’artisan cinétique s’efface devant le poète de la ferraille, le génial démiurge de la sculpture caractérielle. Tinguely rejoint ainsi Klein et les affichistes pour constituer le troisième pôle majeur de la mouvance du Nouveau Réalisme. Son Méta-matic géant n.17 sera le clou de la 1ère Biennale de Paris en 1959, avec La Palissade des emplacements réservés de Raymond Hains et le monochrome I.K.B. d’Yves Klein. J’assistais ainsi à l’élaboration d’une méthodologie de la perception, d’une vision nouvelle basée sur le constat d’une nature moderne objective conçue en soi comme une totalité expressive. Ces idées m’inspirèrent le premier manifeste des Nouveaux Réalistes que j’ai publié à Milan le 16 avril 1960 en prévision d’une exposition collective qui eut lieu le mois suivant à la Galleria Apollinaire. À Klein, Tinguely et Hains j’avais ajouté les “Affichistes” Villeglé et Dufrêne, compagnons de Hains, ainsi qu’Arman, l’ami intime d’Yves Klein, qui venait de réaliser avec sa première série d’accumulations- N O U V E A U R É A L I S M E 86 87 N O U V E A U R É A L I S M E il 16 aprile del 1960 in previsione di una mostra collettiva che avrebbe avuto luogo il mese successivo alla Galleria Apollinaire: a Klein, Tinguely e Hains giustapposi gli “Affichistes” Villeglé e Dufrêne (compagni di Hains) e Arman, grande amico di Klein, che aveva appena realizzato la sua prima serie di accumulazioni di immondizia – la dimostrazione più radicale del linguaggio della quantità oggettiva allo stato puro. Con la mostra di Milano lanciai anche il termine “Nouveau Réalisme”, il quale ebbe un immediato potere coagulante, al punto che la Storia subirà un’accelerazione imprevista a Parigi, fra il mese di aprile e il mese di ottobre del 1960. L’anno era iniziato con due eventi nel mese di marzo: le antropometrie (impronte) di Yves Klein alla galerie internationale d’art contemporain di Parigi e l’“omaggio a New York” di Tinguely al MoMA – struttura autodistruttrice di grande formato che anticipava La Vittoria di Milano del 1970. Al Salon de Mai di Parigi, quando tutti s’aspettavano un’ulteriore manifestazione della sua padronanza del metallo saldato, César presenta automobili pressate in balle da una tonnellata. Scoppiò lo scandalo ma César tenne duro, e la sua adesione al Nouveau Réalisme rappresenterà un contributo fondamentale. Infine, ultimo gesto spettacolare, il 25 ottobre, a due anni di distanza dall’esposizione di Klein, Arman propone alla Galerie Iris Clert di Parigi la sua mostra-risposta: dopo il vuoto, il pieno. Dal pavimento al soffitto, la galleria viene letteralmente riempita con scarti e rifiuti di ogni tipo. I tempi sono maturi e la costituzione del gruppo non rimaneva essere che una pura formalità. «Giovedì 27 ottobre 1960: i Nouveaux Réalistes hanno preso coscienza della loro singolarità collettiva. Nouveau Réalisme = Nuovi approcci percettivi al reale». Ricordo come se fosse ieri la compilazione e la sottoscrizione di questo testo nell’appartamento di Yves Klein. Si trattò, in effetti, di una semplice dichiarazione d’intenti, la cui flessibilità a priori avrebbe salvato l’integrità del concetto e reso possibile la continuità di un’azione collettiva per tre anni – reazione necessaria alle pressioni di un conformismo largamente diffuso. La dichiarazione del 27 ottobre 1960 è senza dubbio l’unico testo su cui i Nouveaux Réalistes si siano mai messi d’accordo. Il nome ha salvato il gruppo, imponendosi sulle tentazioni centrifughe dei suoi membri e permettendo al sottoscritto di prendere le necessarie distanze per cogliere appieno le prospettive di una teoria d’insieme. Recuperare il discorso dell’oggetto proprio là dove lo aveva lasciato Duchamp – ma questa volta “a 40° sopra Dada” – e passare dalla dimostrazione all’azione furono, da allora, le mie principali preoccupazioni, illustrate, tra l’altro, dal programma della Galerie J, che tra il 1961 e il 1966 fu il laboratorio operativo della mia attività militante parigina. Qui esposero tutti gli artisti che si avvicinarono al gruppo dopo la sua costituzione: Niki de Saint Phalle, Christo e Deschamps. I firmatari della dichiarazione costitutiva del 27 ottobre 1960 si suddivisero in tre poli referenziali: attorno a Yves Klein si radunarono Arman e Martial Raysse, il quale si stava aprendo ad una visione pre-Pop della natura moderna – a questa famiglia si ricollega il César delle compressioni/espansioni e il Christo degli impacchettamenti e dei monumenti temporanei. Attorno a Tinguely si raccolse invece il Daniel Spoerri dei “quadri-trappola” – nature morte del caso poubelles, la plus radicale démonstration du langage de la quantité objective à l’état pur. J’avais lancé depuis Milan le terme de ”Nouveau Réalisme”. Il eut un pouvoir coagulateur immédiat, d’autant plus que l’histoire va s’accélérer à Paris entre avril et octobre 1960. L’année avait débuté par deux événements en mars : les anthropométries (empreintes) d’Yves Klein à la galerie internationale d’art contemporain et ”l’hommage à New York” de Tinguely au MoMA (structure autodestructrice de grand format, anticipatrice de La Vittoria de Milan en 1970). Et voilà qu’au Salon de Mai à Paris, alors que tout le monde attendait de lui une manifestation supplémentaire de sa maîtrise du métal soudé, César présente ses nouvelles sculptures : des automobiles compressées en balles d’une tonne. Ce fut un beau scandale. César tint bon. L’adhésion de César au Nouveau Réalisme constitue un apport capital. Enfin, dernier geste spectaculaire, Arman réalise le 25 octobre 1960 chez Iris Clert, et à deux ans de distance, la manifestation-réponse à Yves Klein : après le vide, le plein. La galerie est remplie du plancher au plafond, d’objets de rebut de toutes sortes. Désormais la situation est mûre et la constitution du groupe n’est plus qu’une formalité. « Le jeudi 27 octobre 1960, les nouveaux réalistes ont pris conscience de leur singularité collective. Nouveau Réalisme = Nouvelles approches perceptives du réel. » Je me souviens, comme si c’était hier de la rédaction de ce texte et de sa signature au domicile d’Yves Klein. Il ne s’agit en fait que d’une simple déclaration d’intentions. Cette flexibilité à priori a sauvé l’intégralité du concept et permis pendant trois ans la continuité d’une action collective rendue nécessaire par la pression du conformisme ambiant. La déclaration du 27 octobre 1960 est sans doute le seul texte sur lequel les Nouveaux Réalistes se sont mis d’accord. Le label a sauvé le groupe en s’imposant au-delà des tentations centrifuges de ses membres, et m’a permis de prendre la distance nécessaire pour en dégager les perspectives d’une théorie d’ensemble. Reprendre le discours de l’objet là où l’avait laissé Duchamp, mais cette fois-ci “à 40° au dessus de Dada”, passer de la démonstration à l’acte, telles furent dès lors mes préoccupations déterminantes, illustrées entre autres par le programme de la Galerie J, qui fut de 1961 à 1966 le laboratoire opérationnel de mon activité militante parisienne. Les artistes qui se rapprochèrent du groupe après sa constitution y ont tous exposé : Niki de Saint Phalle, Christo, Deschamps. Les signataires de la déclaration constitutive du 27 octobre 1960 se répartirent entre les trois pôles référentiels. Autour d’Yves Klein se sont rassemblés Arman et Martial Raysse qui s’éveillait à une vision pré-pop de la nature moderne. C’est à cette famille que se rattache le César des compressions et des expansions et aussi le Christo des paquets et des monuments temporaires. Autour de Tinguely est apparu Daniel Spoerri et ses tableaux-pièges qui sont des natures mortes du hasard objectif. Niki de Saint Phalle les a rejoints avec ses reliefs-cibles, peintures à la carabine. Autour de Hains et de ses amis affichistes est venu graviter Gérard Deschamps, le maître des patchworks de chiffons. Rotella a développé sa propre recherche à N O U V E A U R É A L I S M E 88 89 N O U V E A U R É A L I S M E oggettivo –, raggiunto poi dalla Niki de Saint Phalle dei “rilievi-bersaglio” (pitture realizzate con la carabina). Infine, attorno ad Hains e ai suoi amici “Affichistes” graviterà Gérard Deschamps, maestro inventore dei patchwork di stracci. Rotella svilupperà la propria ricerca a partire dall’iniziale sincronismo con i “colleghi” parigini. Gli anni Sessanta videro dunque l’evolversi – fino al 1963 – di un’azione collettiva esposta dai miei manifesti e dai due Festival NR (Nizza, 1961; Monaco, 1963). Quando la necessità di un’azione collettiva si fece meno urgente le carriere individuali ripresero il loro slancio dalla diversità. Milano rimase comunque ipersensibile ai messaggi dei Nouveaux Réalistes: Le Noci continuò ad esporre Klein e gli “Affichistes”, manifestando al tempo stesso un interesse particolare per Christo e Jeanne-Claude; anche Arturo Schwarz seguitò ad inserire Arman, Raysse, Spoerri e César nella sua programmazione espositiva. Nel frattempo, i riferimenti comuni stavano avvicinando le avanguardie dei due fronti dell’Atlantico, e le mostre-incontri Europa-USA che organizzai a Parigi nel 1961 alla Galerie Rive Droite e a New York nel 1962 alla Sidney Janis Gallery, confermarono il ruolo capitale che svolsero i Nouveaux Réalistes nel ripristinare un rapporto armonico fra Parigi e New York. Un rapporto che in seguito si deteriorerà con l’egemonica affermazione della Pop Art, nonostante oggi le cose abbiano ritrovato la loro giusta dimensione. A Milano scrissi il Primo Manifesto del Nouveau Réalisme nel 1960 e sempre a Milano celebrai trionfalmente il decimo anniversario del movimento nel 1970. Il programma della manifestazione, che avevo organizzato assieme a Guido Le Noci, comprendeva, oltre alla mostra storica e alla scultura di fuoco in omaggio a Yves Klein (alla Rotonda della Besana), tutta una serie di azionispettacolo pubbliche nel centro della città, ripartite nelle tre giornate del 27, 28 e 29 novembre: Christo: impacchettamento del Monumento a Vittorio Emanuele (poi dirottato sul Monumento a Leonardo da Vinci in Piazza della Scala); Arman: spargimento di mini-accumulazioni di spazzatura imballate; César: tripla espansione in Galleria Vittorio Emanuele; Tinguely: La Vittoria in Piazza del Duomo (monumento effimero che si autodistrugge in 29 minuti); Dufrêne: composizione sonora di “cri-ritmi”, prologo all’esecuzione della Vittoria; Martial Raysse: proiezioni luminose aeree; Rotella: muri di manifesti strappati in Piazza Formentini; Niki de Saint Phalle: tiri di carabina su “rilievi-bersaglio” in Galleria Vittorio Emanuele. A chiudere il cerimoniale del Nouveau Réalisme, il banchetto funebre di Spoerri, capolavoro di “Eat-Art”, al ristorante Biffi. Spoerri seppellì la festa, ma non il suo ricordo né la forza d’espansione del termine “nuovo realismo”. Questo spettacolare evento segnò la vita culturale milanese. Il Comune, nella persona dell’Assessore alla Cultura Paolo Pillitteri, ci offrì un sostegno incondizionato, che vorrei qui ricordare, perché l’anniversario del Nouveau Réalisme segnò il punto di partenza di una politica comunale attiva in favore dell’arte contemporanea. Oggi, ahimè, siamo lontani da quell’epoca d’oro. partir du synchronisme initial avec les “décolleurs” parisiens. Les années soixante ont vu ainsi se développer jusqu’en 1963 une action collective jalonnée par mes manifestes et deux Festivals NR (Nice, 1961; Munich, 1963). Par la suite, la nécessité de l’action collective se faisant moins sentir, les carrières individuelles ont repris leur essor dans la diversité. Milan est restée hypersensible aux messages des Nouveaux Réalistes. Le Noci a continué sur sa lancée en réexposant Klein et les affichistes tout en manifestant un intérêt particulier à Christo et Jeanne-Claude, Arturo Schwarz a inclus dans ses programmes Arman, Raysse, Spoerri et César. La communauté des références a rapproché les avant-gardes de part et d’autre de l’Atlantique, et les expositions-rencontres Europe-USA que j’ai organisées à Paris en 1961 à la Galerie Rive Droite et à New York en 1962 à la Sidney Janis Gallery attestent du rôle capital joué par les Nouveaux Réalistes dans le rétablissement d’un rapport harmonique entre Paris et New York. Ce rapport sera altéré avec l’affirmation hégémonique du Pop Art, mais aujourd’hui les choses retrouvent leur plus juste dimension. C’est à Milan que j’ai rédigé le 1er manifeste, en 1960, c’est à Milan qu’à été célébré en apothéose le Xème anniversaire du Nouveau Réalisme, en 1970. Le programme de la manifestation, que j’avais organisée avec Guido Le Noci comportait, outre l’exposition historique et la sculpture de feu en hommage à Yves Klein à la Rotonda della Besana, toute une série d’actions-spectacles publiques dans le centre de la ville (échelonnées sur trois jours 27, 28 et 29 novembre) : Christo, empaquetage du monument à Vittorio Emanuele, transféré au monument à Leonardo da Vinci sur la Place de La Scala; Arman (distribution de mini-accumulations de “spazzature” en paquets); César (triple expansion dans la Galerie Victor-Emmanuel); Tinguely (La Vittoria : monument éphémère autodestructible en 29 minutes sur la Place du Dôme); Dufrêne (composition sonore de “cris-rythmes” en préambule à l’exécution de La Vittoria); Martial Raysse (projections lumineuses aériennes); Rotella (murs d’affiches lacérées, Place Formentini); Niki de Saint Phalle (tir sur relief-cible dans la Galerie Victor-Emmanuel). Le banquet funèbre de Spoerri, chef d’œuvre de “Eat-Art” Nouveau Réalisme a clos le cérémonial au restaurant Biffi. Spoerri a enterré le fête mais non pas son souvenir et encore moins la vigueur expansive du label “nouveau réaliste”. Ce spectaculaire épisode a marqué la vie culturelle milanaise. La municipalité, en la personne de l’assesseur à la culture, Paolo Pillitteri nous avait prodigué un appui inconditionnel, que je me plais à saluer ici. L’anniversaire du Nouveau Réalisme a marqué le point de départ d’une politique municipale active en faveur de l’art contemporain. Nous sommes loin hélas de cet âge d’or aujourd’hui. L’événement milanais est venu conclure le premier temps de la chronologie du Nouveau Réalisme, celui des années 60, qui ont vu l’affirmation des différents langages et leurs évolutions respectives. La projection des “Images calmes” de Martial Raysse dans le ciel N O U V E A U R É A L I S M E 90 91 N O U V E A U R É A L I S M E L’avvenimento milanese giungeva a conclusione del primo tempo nella cronologia del Nouveau Réalisme, quello degli anni Sessanta, che vide l’affermazione dei diversi linguaggi e delle loro rispettive evoluzioni: la proiezione nel cielo milanese delle “Images calmes” di Martial Raysse segna per lui la fine del periodo da “nuovo realista” e l’inizio del suo ritorno alla pittura di genere; l’assenza di Deschamps a Milano lasciava presagire il principio della sua marginalità; Christo e Jeanne-Claude avevano già iniziato, con la Wrapped Coast australiana, la loro avventura di magia planetaria; Niki de Saint Phalle era nel pieno periodo delle trionfanti “Nana”; César affrontava il dualismo Homo ludens - Homo faber. Nei trent’anni successivi, l’opera dei Nouveaux Réalistes si stabilizzerà nella sua modernità, senza perdere nulla della sua contemporaneità – di questo, l’anno 1995 ci ha dato tre prove inconfutabili: la maxi-compressione di César alla Biennale di Venezia; l’impacchettamento del Reichstag di Berlino di Christo/Jeanne-Claude; e il monumento Hope for Peace di Arman a Beirut. Il plusvalore estetico rende l’oggetto atemporale nell’immanenza di un presente che è il precetto stesso della società post-industriale. Ecco il segreto della “presenza” del Nouveau Réalisme oggi. La Rivoluzione Blu è in moto. Parigi, settembre 1997 Fotocopia del manoscritto di Pierre Restany proveniente dagli archivi della Fondazione D’Ars Oscar Signorini Onlus, Milano. L’originale è stato consegnato dalla Fondazione D’Ars agli archivi FRAC Bretagne, secondo le volontà di Pierre Restany. milanais marque la fin de sa période “nouveau réaliste” et l’amorce de son retour à la peinture de genre. L’absence de Deschamps à Milan annonce le début de sa marginalité. Christo et Jeanne-Claude ont déjà amorcé, avec la Wrapped Coast australienne leur aventure de féerie planétaire. Niki de Saint Phalle est en pleine période des “Nanas” triomphantes. César gère son dualisme Homo ludens - Homo faber. Dans les trente ans qui vont suivre l’œuvre des Nouveaux Réalistes va s’installer dans sa modernité sans rien perdre de sa contemporanéité. 1995 nous en a donné trois preuves irréfutables : la maxicompression de César à la Biennale de Venise, le Reichstag empaqueté de Christo et de JeanneClaude à Berlin, le monument Hope for Peace d’Arman à Beyrouth. La plus-value esthétique intemporalise l’objet dans l’immanence d’un présent qui est la normemême de la société post-industrielle. Voilà le secret de la “présence” du Nouveau Réalisme au monde d’aujourd’hui, la Révolution Bleue est en marche. Septembre 1997, Paris Photocopie du manuscrit de Pierre Restany provenant des archives de la Fondation D’Ars Oscar Signorini Onlus, Milan. L’original a été déposé par la Fondation D’Ars aux archives FRAC Bretagne, selon la volonté de Pierre Restany. Nella pagina a destra_Sur la page à droite Pierre Restany Ph. Claude Ghenassia, 2003 N O U V E A U R É A L I S M E 92 «La pittura astratta rende l’arte di nuovo fine a se stessa: l’arte per l’arte. Ma l’arte non è che un mezzo, il cui rigore è igiene vitale. Ecco la posizione fondamentale dei Nouveaux Réalistes». Pierre Restany Marc Dachy | Il Nouveau Réalisme: «E, finalmente, di nuovo poesia» Le Nouveau Réalisme: « Et finalement, poésie encore » La scena si svolge un giovedì pomeriggio nella casa di Yves Klein, detto “Yves le monochrome”, a Montparnasse, e precisamente al numero 14 di rue Campagne-Première, che collega boulevard Montparnasse con boulevard Raspail. È il 27 ottobre 1960. L’appartamento di Yves Klein dà sull’Hotel Istria, dove un tempo vissero Man Ray, Marcel Duchamp, Tristan Tzara, Louis Aragon, e dista qualche decina di metri dall’incrocio con boulevard Raspail, dove soggiornò Arthur Rimbaud. Dall’altro lato del viale si riconosce quello che fu il laboratorio di Picasso, e, più in fondo, boulevard Edgar Quinet – dal nome di uno storico della Rivoluzione francese – immortalato da Man Ray in una fotografia notturna e astratta, solcata appena da qualche screziatura di luce, che non può non ricordare i celebri “rayogrammi” dell’artista o i suoi film astratti, come Retour à la raison. Il gruppo riunitosi «attorno a Yves Klein, Jean Tinguely e Raymond Hains» per volontà di Pierre Restany – che includeva anche Arman, Jacques Villeglé, François Dufrêne, Daniel Spoerri-Feinstein, « La peinture abstraite fait encore de l’art une fin en soi, de l’art pour l’art. Mais l’art n’est qu’un moyen, à la rigueur une hygiène de vie. Voilà la position fondamentale des Nouveaux Réalistes. » Pierre Restany La scène se passe un jeudi après-midi, à Montparnasse, au domicile d’Yves Klein, dit “Yves le monochrome”, au 14 de la rue Campagne-Première, laquelle relie le boulevard Montparnasse au boulevard Raspail. Nous sommes le 27 octobre 1960. L’appartement d’Yves Klein se trouve presque en face de l’Hôtel Istria où vécurent Man Ray, Marcel Duchamp, Tristan Tzara, Louis Aragon, à quelques dizaines de mètres de l’angle avec le boulevard Raspail où séjourna Arthur Rimbaud. De l’autre côté du boulevard, un ancien atelier de Picasso, et le boulevard Edgar Quinet (du nom d’un historien de la Révolution française) dont Man Ray fit une photographie de nuit, abstraite : quelques taches de lumière blanche qui ne va pas sans rappeler ses “rayogrammes” ou ses films abstraits tel le Retour à la raison. Réuni « autour d’Yves Klein, Jean Tinguely et Raymond Hains », par Pierre Restany, un groupe qui compte ce jour-là Arman, Jacques Villeglé, François Dufrêne, Daniel SpoerriFeinstein, Martial Raysse et Raymond Hains signent en plusieurs exemplaires une N O U V E A U R É A L I S M E 94 95 N O U V E A U R É A L I S M E Martial Raysse e Raymond Hains – firma in più esemplari una dichiarazione costitutiva, formulata in questi termini: «I nuovi realisti hanno preso coscienza della loro singolarità collettiva. Nouveau Réalisme = Nuovi approcci percettivi al reale». A redigere questa notificazione con un gessetto bianco su un foglio blu preparato da Klein, è la mano dello stesso Restany. Alla fine, i componenti del gruppo saranno tredici: Arman, César, Christo, Gérard Deschamps, François Dufrêne, Raymond Hains, Yves Klein, Martial Raysse, Mimmo Rotella, Niki de Saint Phalle, Daniel Spoerri-Feinstein, Jean Tinguely e Jacques Villeglé. Curiosamente, il termine che adottarono – “Nouveau Réalisme” (nuovo realismo) – non fu oggetto di analisi particolari, nonostante rimandasse a significati molteplici. Esisteva, a quel tempo, il Salon des réalités nouvelles, in cui si era imbattuto Yves Klein nel luglio del 1955, quando la commissione giudicante del Salone ritenne che sua opera Expression de l’univers de la couleur mine orange – un monocromo lungo più di due metri – non rappresentativa di “nulla”. La risposta di Klein si formulò allora in questi termini: secondo l’artista, il quadro «rappresentava un’idea di unità assoluta in una serenità perfetta: un’idea astratta formulata in termini astratti». Il termine scelto da Restany – “Nouveau Réalisme” – non mancava di evocare una formula altamente risonante: quel “sur-realismo” nato nel 1917 dalla penna di Apollinaire che il critico usò per descrivere Parade in risposta a Cocteau, che lo aveva definito un balletto “realista”. L’interpretazione di Apollinaire, tuttavia, rimanda a un significato che potrebbe essere tradotto in “sovra-naturalismo”, lontano dalla definizione che, in seguito, al termine attribuirà André Breton. déclaration constitutive : « Les Nouveaux Réalistes ont pris conscience de leur singularité collective. Nouveau Réalisme = Nouvelles approches perceptives du réel. » La déclaration est écrite de la main de Restany à la craie blanche sur un papier peint en bleu établi par Klein. Finalement, le groupe comptera cependant treize membres : Arman, César, Christo, Gérard Deschamps, François Dufrêne, Raymond Hains, Yves Klein, Martial Raysse, Mimmo Rotella, Niki de Saint Phalle, Daniel Spoerri-Feinstein, Jean Tinguely, Jacques Villeglé. Curieusement le terme de “Nouveau Réalisme” n’a pas fait l’objet d’analyses particulières depuis, bien qu’il renvoie à diverses acceptions. Il existe un Salon des réalités nouvelles auquel s’était heurté Yves Klein en juillet 1955. Au comité de ce salon qui considère que son œuvre Expression de l’univers de la couleur mine orange, un monochrome de plus de deux mètres de longueur ne représente “rien”, Klein expose que son tableau « représente une idée d’unité absolue dans une parfaite sérénité : idée abstraite représentée de façon abstraite. » Le terme de “Nouveau Réalisme” choisi par Restany ne manque pas de rappeler une formule appelée à un grand retentissement, le “sur-réalisme”, née sous la plume d’Apollinaire en 1917 pour désigner Parade alors que Cocteau, lui, avait parlé de ballet “réaliste”. Apollinaire la suite. Les dés en sont jetés, pour ce groupe dont Restany sera à la fois fondateur et Yves Klein mentre realizza le Pitture di fuoco_Yves Klein tandis qu’il réalise les Peintures de feu, 1961. membre, le Nouveau Réalisme ne sera ni surréalisme ni réalisme socialiste, et moins encore © ph. Harry Shunk l’entend au sens de sur-naturalisme, non point au sens que lui donnera André Breton par N O U V E A U R É A L I S M E 96 97 N O U V E A U R É A L I S M E I dadi per il gruppo dei Nouveaux Réalistes, di cui Restany sarà, contemporaneamente, membro e fondatore, sono stati lanciati: il Nouveau Réalisme non sarà né surrealismo né realismo sociale e tanto meno semplice figurazione. Ma che passione per il reale emerge in effetti da questi nuovi approcci percettivi alla realtà! Non era stato Villeglé a scegliere il termine “realtà collettive” per illustrare sulla rivista Grâmmes, due anni e mezzo prima (nel marzo del 1958), una delle sue principali dichiarazioni teoriche? Raymond Hains, con una competenza verbale spesso divertita ma sempre risolutiva, dichiarerà che «Restany aveva piantato la sua bandierina sul gruppo», sondando maliziosamente il ruolo determinante che aveva il critico all’“interno del gruppo” stesso, non tanto e non solo nelle vesti di fondatore o leader. Parafrasando lo stesso Restany, che argomenterà le diversi appropriazioni del reale condotte dai singoli artisti, Hains non gli rimprovera il fatto di essersi appropriato degli artisti, preferendo, piuttosto, riconoscerlo come artista egli stesso, come una voce tra le altre all’interno del gruppo. Un modo amichevole, il suo, per destituire il critico e il portavoce del gruppo elevandolo al rango d’artista. In Francia poi, aggiunge Hains, esiste l’obbligo di fare da ministri della propria cultura. «Si era trattato di un incontro, e un incontro non è obbligatoriamente una manifestazione di gruppo», mi disse un giorno Hains durante una conversazione pubblica. «L’incontro di Yalta tra Churchill, Roosevelt e Stalin non faceva di essi un gruppo. Allo stesso modo, quello che gli artisti del Nouveau Réalisme condividevano tra loro simplement figuratif. Mais quelle passion du réel en effet dans ces nouvelles approches perceptives du réel ! Le terme de ”réalités collectives” n’avait-il pas été choisi pour titre de l’une de ses principales déclarations théoriques par Villeglé en mars 1958, deux ans et demi auparavant, dans la revue Grâmmes ? Raymond Hains, avec une pertinence verbale souvent amusée mais toujours décisive, déclarera que « Restany a planté un petit drapeau sur un groupe » et interrogera subtilement son rôle déterminant au sein du groupe, non pas comme son fondateur ou chef de file. Paraphrasant Restany qui parlera des appropriations du réel par les artistes, il dira aussi qu’il ne reproche pas à Restany de s’être approprié les artistes, il préfère le désigner luimême comme un artiste, comme une voix parmi les autres dans le groupe. Manière amie de destituer un porte-parole, le critique, en l’élevant au rang d’artiste. En France, ajoutera-t-il, on est obligé d’être le ministre de sa propre culture. « C’était une rencontre et une rencontre n’est pas forcément une manifestation de groupe», me dit-il un jour lors d’une conversation publique qui a été publiée. « Quand Churchill a rencontré Roosevelt et Staline à Yalta, ça ne veut pas dire pour autant qu’ils étaient dans le même groupe. Alors là, on avait des artistes Raymond Hains nella sua camera_dans sa chambre, Parigi_Paris, 1962. qui avaient à se partager l’interdépendance du territoire rétinien : à moi le bleu, à moi le vert, © ph. André Morain nouveau réaliste, c’est surréaliste. » à moi les affiches ! » Et devant les œuvres de Martial Raysse, Hains déclare : « Ce n’est pas N O U V E A U R É A L I S M E 98 99 N O U V E A U R É A L I S M E era l’interdipendenza dell’area retinica: a me il blu, a me il verde, a me i manifesti!», e davanti alle opere di Martial Raysse, Hains dichiara: «Non è Nouveau Réalisme, è surrealismo». Ecco ricomposto uno scenario che, come accade per tutti i movimenti artistici – pensiamo solo a Dada o a Cobra –, si rivelerà tanto più polisemico e stratificato: una volta trovati “il luogo e la formula”, il suo nome si scoprirà essere una potente macchina da guerra. Tanto efficace da consentire ai suoi membri di potersi contraddistinguere tra loro. Membri che, in cambio, impreziosiranno con le loro creazioni la magia insita di questo “nome scrigno”. Quando il termine verrà associato, seppur con le dovute distinzioni, a Dada – in A 40 gradi sopra Dada, il Secondo Manifesto del Nouveau Réalisme redatto da Pierre Restany nel maggio del 1961 per il catalogo dell’omonima mostra presso la Galerie J di Parigi –, Yves Klein minaccerà di ritirarsi dal gruppo – da quel gruppo i cui padri fondatori venivano da tutti riconosciuti negli stessi Klein e Restany e che prosperava sul largo consenso ottenuto da “Yves le monochrome”. In una lettera in cui, tra l’altro, torna sul significato del nome, Klein parla chiaramente a Restany: «Mio caro Pierre, ho appena visto il catalogo-manifesto della mostra “Nouveaux Réalistes”. È molto bello, il testo è brillante come sempre, ma non sono assolutamente d’accordo sull’“A 40 gradi sopra Dada”. Assolutamente no! Ti prego, non risentirti se sono franco con te, dopotutto siamo amici di troppo vecchia data per scambiarci cortesie ipocrite. Come sai, mio caro Pierre, condivido con te la nascita di questa idea. Io proposi “Réalism” o “Réalistes d’aujourd’hui”, ma tu hai voluto Voilà le décor planté et qui, comme celui de tout groupe d’artistes – pensons à Dada ou à Cobra –, se révèlera d’autant plus polysémique et dense que, une fois trouvés “le lieu et la formule”, son appellation s’avère une puissante machine de combat. Si efficace qu’elle désigne définitivement chacun de ses membres qui en retour enrichit de ses créations la magie du “nom écrin”. Quand celui-ci se verra associé, mais bien différencié toutefois, à Dada, par Pierre Restany dans À 40 degrés au-dessus de Dada, le Second Manifeste du Nouveau Réalisme pour le catalogue de l’exposition “À 40 degrés au-dessus de Dada”, à la Galerie J à Paris en mai 1961, Yves Klein menace de se retirer d’un groupe dont tous considèrent qu’il fut en grande partie fondé d’une part sur l’amitié entre Yves Klein et Pierre Restany et leur propre admiration pour ”Yves le monochrome”. Yves est clair dans une lettre à Restany où en outre il revient sur le nom même du groupe : « Mon cher Pierre, je viens de voir le catalogue manifeste de l’expo “Nouveaux Réalistes”. Il est très beau, le texte est Brillant comme toujours mais je ne suis absolument pas d’accord avec ”à 40 degrés au dessus de Dada”. Pas d’accord du tout ! Je t’en prie ne m’en veux pas d’être franc avec toi, après tout nous Mimmo Rotella, Milano_Milan, 1970. sommes de trop vieux amis pour nous faire des politesses hypocrites. Comme tu le sais mon cher Pierre, je suis à l’origine de cette idée avec toi. J’avais proposé “Réalisme” ou “Réalistes Archivio_Archives Ugo Mulas, Milano_Milan. d’aujourd’hui”. Tu as voulu “Nouveau Réalisme” d’accord mais pas d’accord avec ”à 40 N O U V E A U R É A L I S M E 100 101 N O U V E A U R É A L I S M E Arman durante una performance alla_lors d’une performance à la Fondazione Mudima, Milano_ Milan, 1990. “Nouveau Réalisme”. D’accordo, ma non sono d’accordo su “A 40 gradi sopra Dada”. […] Ancora una volta ti chiedo di non arrabbiarti con me. Sono troppo demoralizzato, e da troppo tempo, per la mia posizione spirituale, affettiva e di Realista per accettare di essere affiliato in qualsiasi modo a Dada, da vicino o da lontano, a 40 gradi sopra o sotto!!!». Non c’è dubbio che, per quanto fondato e felice l’accostamento a Dada genera, per la prima volta, un’ambiguità che, in seguito, sarà destinata a riproporsi a critici, storici dell’arte e commissari di mostre in modo quasi sistematico; ogni volta che attitudini e procedimenti creativi nuovi rimanderanno a quelli propri di Dada, seppur in contesti radicalmente differenti. E questo cambia tutto. Non soltanto un simile accostamento al valore emblematico e storico che la rivolta Dada rappresentava “vidima” un nuovo artista, ma lo sovra-determina, limitandone la libertà d’azione. Se un simile confronto si presta facilmente ad una critica per certi aspetti facile, esso ha tuttavia il merito di ricordare che l’arte è una forza oppositiva. Restany è recidivo quando, molto tempo dopo e al di là del Nouveau Réalisme, si entusiasmerà per la riattivazione del ready-made da parte, ad esempio, di Bertrand Lavier; quando affermerà che le problematiche proposta da Duchamp sono lungi dall’essersi esaurite, avendo esse solamente trascorso un arco temporale del suo contesto di origine: queste problematiche devono essere, invece, rilanciate, se non altro dal punto di vista dell’estetica industriale di una società differente. Sempre la passione del reale. degrés au dessus de Dada”. […] Encore une fois je te demande de ne pas te fâcher contre moi. Je me suis trop battu pendant longtemps très longtemps pour ma position spirituelle, affective et Réaliste pour accepter d’être affilié d’une quelconque manière à Dada de près ou de loin à 40 degrés au dessus ou au dessous ! ! ! » Certes, le rapprochement avec Dada, pour fondé et heureux qu’il fût, constitue alors pour la première fois une ambiguïté qui se posera par la suite presque systématiquement aux critiques, historiens d’art et commissaires d’exposition chaque fois que des attitudes et des procédures créatrices nouvelles rappelleront celles de Dada, mais dans un contexte radicalement différent, qui change tout. Non seulement un tel rapprochement avec la valeur étalon et historique que constitue la révolte Dada oblitère un artiste nouveau mais elle le surdétermine et semble devoir limiter sa liberté d’action. Si une telle comparaison offre prise à une critique, facile sous un angle, elle a le mérite de rappeler que l’art est une force d’opposition. Restany récidive, bien après ou au-delà du Nouveau Réalisme, quand il s’enthousiasme pour la réactivation du ready-made par Bertrand Lavier, par exemple, quand il expliquera que la problématique désignée par Duchamp est loin d’être épuisée, qu’elle n’a fait qu’un temps dans son contexte d’origine mais doit être relancée, ne serait-ce que du point de François Dufrêne, settembre_ septembre 1970. vue de l’esthétique industrielle dans une société différente. Toujours la passion du réel. Cette référence à Dada avancée par Restany ne manque pas de ranger, au moins un moment, © ph. Jacques Guillon N O U V E A U R É A L I S M E 102 103 N O U V E A U R É A L I S M E Il riferimento a Dada proposto da Restany porterà, almeno per un momento, il Nouveau Réalisme a schierarsi con quegli artisti che negli Stati Uniti verranno definiti “Neo-Dada”. E se il termine “Neo-Dadaismo” veniva usato per esprimere il forte scetticismo nutrito dalla stampa americana nei confronti di certe prescrizioni ereditate da Dada – sostanzialmente il collage e l’assemblage – Guy Debord elaborerà, a partire da questa reticenza diffusa, una critica molto ben avvalorata. In particolare, Debord ribatterà, ad esempio al Surrealismo, che la questione non era tanto quella di mettere la poesia al servizio della rivoluzione, ma di mettere la rivoluzione al servizio della poesia. Il situazionista è attento alle attività d’avanguardia e proprio su un gruppo d’avanguardia – il lettrismo, per non nominarlo – eserciterà un forte ascendente che sarà di estrema importanza per Hains, Villeglé e, ancor più, per Dufrêne. Il termine “neo-Dada” pare sia nato nel 1958, quando la rivista newyorkese Art News pubblica in copertina l’opera Target with Four Faces (1955) di Jasper Johns assieme a un inserto sugli «artisti americani che gravitano attorno a una sorta di neo-Dada – spumeggiante o lirico, serio ma scaltro – privo di aggressività sul piano ideologico [lo sottolineiamo], ma non senza spine dal punto di vista estetico». Debord non usa mezzi termini: «Lo stesso Dadaismo è diventata una moda culturale protetta e la sua forma è stata recentemente trasformata in una sorta di divertimento reazionario da parte di alcuni neo-dadaisti che fanno carriera su uno stile inventato prima del 1920, sfruttandone ogni le Nouveau réalisme aux côtés de ceux qui aux USA se verront désigner comme “Néo-Dada”. Si le terme de “Néo-Dadaïsme” exprime le scepticisme de la presse artistique américaine face à des formes héritées de Dada, essentiellement le collage et l’assemblage, Guy Debord a élaboré à partir de cette réticence diffuse une critique étayée. Précisément parce qu’il su rétorquer au Surréalisme qu’il ne s’agit pas de mettre la poésie au service de la révolution mais la révolution au service de la poésie, le situationniste est attentif aux activités d’avant-garde. Son propre lieu d’émergence est un groupement d’avant-garde, le lettrisme pour ne pas le nommer, au sein duquel son ascendant est sur-le-champ manifeste mais qui sera de grande importance pour Hains, Villeglé et Dufrêne plus encore. Le terme “neo-Dada” semble surgir en 1958 alors que la couverture du magazine new-yorkais Art News reproduit Target with Four Faces (1955) de Jasper Johns et parle d’« artistes américains qui gravitent autour d’une sorte de néo-Dada – pétillant ou lyrique, sérieux mais roublard, sans agressivité idéologique [nous soulignons] mais non sans épines du point de vue esthétique. » Debord est ferme: « Le Dadaïsme lui-même est devenu une mode culturelle classée, et sa forme a été récemment retournée en divertissement réactionnaire par des néo-dadaïstes qui font carrière en reprenant le style inventé avant 1920, exploitant chaque détail démesurément grossi, et faisant servir un tel “style” à l’acceptation et à la décoration du monde actuel. » Cette réflexion recoupe celle du critique du New York Times quelques semaines plus tard cité par N O U V E A U R É A L I S M E Ristorante_Restaurant Spoerri, Galleria Multipla, Milano_Milan, 1975. 104 105 N O U V E A U R É A L I S M E dettaglio, enfatizzandolo smisuratamente e mettendo questo “stile” al servizio dell’accettazione generale e della decorazione del mondo attuale». Una riflessione, questa, che riecheggia nelle dichiarazioni fatte da un critico del New York Times qualche settimana dopo, e in seguito ricordate da Hans Richter: «Quello che accade oggi nel neo-dadaismo è il tentativo di elevare lo shock a valore intrinseco. Si vuole restituire la prerogativa d’arte agli anti-feticci. Ma è assurdo perseverare nell’affermazione di uno shock che non provoca più alcuno shock». Nel 1965, Hans Richter – membro del primo nucleo dadaista di Zurigo nonché uno dei primi cineasti sperimentali – denuncia un sentimento analogo: «Tutto è diventato romanticismo distillato di esperienze dada-surrealiste e interpretato in un modo che autorizza la contemplazione degli oggetti in assoluta tranquillità». Non è certamente un fatto positivo che tale tranquillità abbia impiegato così tanto a manifestarsi, senza però mai affermarsi, e che il gruppo, in questo senso, non sia stato raggiunto. D’altro canto, i dadaisti non avevano reagito tutti allo stesso modo, così come, lo vedremo, non reagiranno tutti allo stesso modo i Nouveaux Réalistes. Jacques Villeglé, affichiste e intellettuale scrupoloso, guarderà con attenzione al dadaista berlinese Johannes Baader. A New York, Marcel Duchamp e il berlinese ex-dada Richard Huelsenbeck – di cui nel 1966 Dick Higgins ripubblicherà con la sua casa editrice Fluxus Something Else Press l’Almanach Dada – si entusiasmano per Jean Tinguely, ad esempio, e lo stesso Tinguely si dimostrerà molto vicino allo spirito Dada, a giudicare da Hans Richter : « Ce qui se passe maintenant dans le néo-dada est une tentative d’établir le choc en tant que valeur intrinsèque. On essaye de redonner l’attribut d’art aux anti-fétiches. Mais il est absurde de travailler avec un effet de choc qui ne provoque plus de choc. » En 1965, Hans Richter, qui appartint au premier noyau des dadas de Zurich, l’un des premiers cinéastes expérimentaux, exprime un sentiment semblable : « Tout cela est devenu un romantisme issu des expériences dada-sur-réalistes, réinterprété d’une façon qui permet la contemplation des objets en toute quiétude. » Tout ceci n’est pas faux bien qu’une telle quiétude ait mis longtemps à se manifester, jamais acquise, et que la partie, dans ce domaine, n’est jamais gagnée. D’autre part, tous les Dadas n’ont pas réagi dans le même sens ni on le verra, les Nouveaux Réalistes. Jacques Villeglé, en affichiste et intellectuel scrupuleux, se penchera attentivement sur le dadaïste berlinois Johannes Baader. A New York, Marcel Duchamp et l’ex-dada berlinois Richard Huelsenbeck – dont Dick Higgins réédite en 1966 l’Almanach Dada dans sa maison d’édition Fluxus du nom de Something Else Press – s’enthousiasment pour Jean Tinguely par exemple et Tinguely se montrera proche, à bien des égards de Dada, dans un entretien avec Jean-Pierre Van Tieghem en 1982 : « J’ai découvert les formidables possibilités du mouvement. Et c’est de là que proviennent entre autres mes œuvres autodestructives comme Hommage à New York, œuvre éphémère, passagère comme une étoile filante, et surtout destinée à ne pas être récupérée par les musées. Elle ne devait Jacques Villeglé, Parigi_Paris, 1970. N O U V E A U R É A L I S M E 106 107 N O U V E A U R É A L I S M E questa dichiarazione che l’artista rilasciò nel 1982 a Jean-Pierre Van Tieghem: «Ho scoperto le formidabili risorse del movimento. Proprio da lì provengono, tra l’altro, i lavori che si autodistruggono, come Hommage à New York: un’opera effimera, transitoria come una stella cadente e, soprattutto, destinata a non venire recuperata dai musei. La museificazione non le apparteneva. Era un’opera che doveva passare, semplicemente; divenire oggetto di sogni, pensieri. Tutto qui. E il giorno dopo svanire, ritornare all’immondizia. Era un’opera che possedeva una sofisticazione complicata che la portava ad autodistruggersi: una macchina suicida. Un’idea bellissima devo dire. Successe nel 1960, a New York. Mi supportarono persone come il dadaista Richard Huelsenbeck. Sono sempre rimasto in contatto con Dada perché ero stato Dada-Duchamp, Dada-Ernst, Max Ernst, Marcel Duchamp. I dadaisti si sono interessati molto al mio lavoro, mi hanno amato. Inoltre, condivido con Dada una certa diffidenza nei confronti del potere. Non amiamo il potere e non amiamo l’autorità. Ed è questa una peculiarità che era propria dei dadaisti come anche di Fluxus, e che oggi si ritrova nell’atteggiamento degli artisti newyorkesi di seconda generazione, come Robert Rauschenberg e Jasper Johns, i quali, improvvisamente, hanno abbattuto tutte le convenzioni. Si presagisce ovunque un sentimento di rivolta, e per me l’arte è una forma di rivolta evidente, totale e completa. È un atteggiamento politico ma senza partito. […] Noi siamo contro tutte quelle forme di potere che si agglomerano una sull’altra al fine di cristallizzare un’autorità oppressiva. È chiaro che ciò non caratterizza pas être muséifiée. Il fallait qu’elle passe, qu’on en rêve, qu’on en parle, et c’est tout, le lendemain il n’y avait plus rien. Tout retournait aux poubelles. Elle possédait une certaine sophistication compliquée qui la destinait à se détruire elle-même, elle était une machine qui se suicidait. C’était une très belle idée, je dois dire. C’était en 1960 à New York. J’ai été soutenu par des hommes comme Richard Huelsenbeck le dadaïste. J’ai toujours été en contact avec Dada parce que j’avais été Dada-Duchamp, Dada-Ernst, Max Ernst, Marcel Duchamp. Les dadaïstes m’ont aimé, se sont intéressés à mon travail. Je partage aussi avec Dada une méfiance certaine à l’égard du pouvoir. On n’aime pas l’autorité, on n’aime pas le pouvoir. C’est une caractéristique des dadaïstes, et aussi du groupe Fluxus, et qui se retrouve encore dans l’attitude des artistes new-yorkais de la deuxième génération, Robert Rauschenberg, Jasper Johns, qui subitement ont fait éclater les conventions. Il y a là partout un mouvement de révolte, et pour moi l’art est une forme de révolte évidente, totale et complète. C’est une attitude politique sans qu’il faille pour cela fonder un parti politique. […] On est contre toutes formes de force qui s’agglomèrent et qui cristallisent une autorité qui oppresse les autres. Il est clair que ce n’est pas une caractéristique de mon œuvre seule, mais bien plus générale, une attitude politique de base. Il y a une intention nette, qu’il faut avoir aujourd’hui plus que jamais, de s’opposer à toutes formes de force émanant d’un pouvoir politique qui fait du dirigisme, qui centralise. » Et c’est à l’occasion de l’Hommage à New York (MoMA, 17 mars N O U V E A U R É A L I S M E Niki de Saint Phalle durante la realizzazione della_lors de la réalisation de la Hon, 1966. © ph. Hans Hammarskiöld 108 109 N O U V E A U R É A L I S M E la mia opera soltanto ma è, più in generale, un atteggiamento politico di base. Oggi più che mai è necessario darsi un proponimento ben preciso, che vada a opporsi a tutte le forme di forza emanate da un potere politico centralizzante e direttivo». Sarà proprio in occasione della presentazione di Hommage à New York al MoMA, il 17 marzo del 1960, che, su richiesta, Duchamp si riferirà all’opera che si autodistrugge e allo stesso Tinguely, di nazionalità svizzera, dichiarando sul biglietto d’invito: «Se la sega sega la sega e se la sega che sega la sega è la sega che sega la sega allora si ha suicidio [“Suissscide”, gioco di parole, ndr] metallico». Da parte sua, nel Secondo Manifesto del Nouveau Réalisme Restany dichiara: «Oggi assistiamo ad un fenomeno generalizzato di esaurimento e sclerosi di tutti i vocabolari esistenti, di ripetizioni stilistiche e di accademismi proibitivi, con qualche eccezione sempre più rara. Alla carenza vitale dei procedimenti classici si scontrano, fortunatamente, alcuni approcci individuali che tendono, a prescindere dalla portata della loro area di investigazione, a definire le basi normative di una nuova espressività. Quello che ci propongono è l’appassionante avventura del reale percepito in sé e non attraverso il prisma della trascrizione concettuale o immaginativa. Qual è il segno? L’introduzione di un intermediario sociologico allo stadio essenziale della comunicazione. La sociologia va in soccorso della coscienza e del caso, entra in relazione con i rottami compressi, con la scelta o la lacerazione del manifesto, con l’aura propria di un oggetto, con la spazzatura domestica e i rifiuti da salotto, con l’esplosione dell’affettività meccanica, con la trasmissione 1960) que Marcel Duchamp, sollicité, déclare sur le carton d’invitation au sujet de cette œuvre qui s’autodétruit et de Tinguely qui est Suisse : « Si la scie scie la scie et si la scie qui scie la scie est la scie que scie la scie il y a Suissscide métallique. » Restany pour sa part déclare dans le Second Manifeste du Nouveau Réalisme : « Nous assistons aujourd’hui à un phénomène généralisé d’épuisement et de sclérose de tous les vocabulaires établis : pour quelques exceptions de plus en plus rares, que de redites stylistiques et d’académismes rédhibitoires ! A la carence vitale des procédés classiques s’affrontent – heureusement – certaines démarches individuelles tendant, quelle que soit l’envergure de leur champ d’investigation, à définir les bases normatives d’une nouvelle expressivité. Ce qu’elles nous proposent, c’est la passionnante aventure du réel perçu en soi et non à travers le prisme de la transcription conceptuelle ou imaginative. Quelle en est la marque ? L’introduction d’un relais sociologique au stade essentiel de la communication. La sociologie vient au secours de la conscience et du hasard, que ce soit au niveau de la ferraille compressée, du choix ou la lacération de l’affiche, de l’allure d’un objet, d’une ordure de ménage ou d’un déchet de salon, du déchaînement de l’affectivité mécanique, de la diffusion de la sensibilité chromatique au-delà des limites logiques de sa perception. [...] Dans le contexte actuel, les ready-made de Marcel Duchamp (et aussi les objets à fonctionnement de Camille Bryen) prennent un sens nouveau. Ils traduisent le droit à l’expression directe Jean Tinguely al lavoro_au travail. © ph. Ed van Elksen / Nederlands Fotomuseum, Rotterdam. Courtesy Annet Gelink Gallery, Amsterdam N O U V E A U R É A L I S M E 110 111 N O U V E A U R É A L I S M E della sensibilità cromatica al di là dei limiti logici della sua percezione. [...] Nel contesto attuale, i ready-made di Marcel Duchamp (come anche gli oggetti in funzionamento di Camille Bryen) acquistano un nuovo significato: essi traducono il diritto all’espressione diretta del settore più organico dell’attività moderna, quello delle città, delle strade, delle fabbriche, delle luci al neon, delle pellicole cinematografiche e della produzione in serie. Questo battesimo artistico dell’oggetto quotidiano costituisce ormai l’evento Dada per eccellenza. Dopo il NON e lo ZERO, ecco la terza fase del mito: il gesto anti-artistico di Marcel Duchamp si carica di positività. Lo spirito Dada diventa modalità d’appropriazione della realtà esteriore del mondo moderno. Il ready-made non è più eccesso di negatività o di polemica, ma l’elemento di base di un nuovo repertorio espressivo. Questo è il Nouveau Réalisme: un modo di rimettere i piedi per terra, ma a 40 gradi sopra lo zero di Dada e in quel preciso luogo dove l’uomo, se riesce a reintegrarsi alla realtà, lo identifica con la propria trascendenza: è emozione, sentimento e, finalmente, di nuovo poesia». Seppur non si può non sottoscrivere questa denuncia di un vocabolario sclerotico, il Primo Manifesto del Nouveau Réalisme, di un anno anteriore (aprile 1960), conteneva altre sfumature che infuocarono forse un dibattito politico rimasto irrisolto: «Eccoci immersi fino al collo nell’espressività diretta e a 40 gradi sopra lo zero di Dada, senza complessi di aggressività, senza volontà polemica caratterizzante, senza altro prurito di giustificazione se non il nostro realismo. E funziona positivamente. Se l’uomo riesce a reintegrarsi al reale lo identifica con la propria trascendenza, che è emozione, sentimento e, finalmente, di nuovo poesia». Le espressioni: “senza complesso di aggressività”, “senza volontà polemica caratterizzata” e “funziona positivamente” – inserite in un contesto sociale e politico molto diverso dall’epoca della rivolta Dada – verranno mal interpretate, andando così a fomentare diversi critici – sia dalla parte di Hausmann che di Hans Richter o ancora di Debord – nella misura in cui essi pretendevano di spegnere l’apporto critico che questi ultimi attribuivano all’arte. Tuttavia, il termine “Nouveau Réalisme” – che Sidney Janis nell’ottobre del 1962 adotta come titolo di ciò che Pierre Restany definisce il suo grande confronto USA-Europa – finirà per assumere un significato generale, andando a trovare applicazioni in un’intera corrente, quella cioé dell’arte dell’assemblaggio di oggetti recuperati. Sia che si tratti della saturazione universale con il colore puro di Klein, dell’animazione meccanica di Tinguely o del décollage del manifesto lacerato di Hains, tutte queste tecniche apparentemente molto diverse condividono l’assolutezza del gesto di appropriazione diretta del reale. Da questa posizione-limite deriva la logica interna ad ogni esperienza individuale: la logica dell’accumulo, o della distruzione, per Arman; la logica della compressione per César; la logica della “cattura” per Spoerri; la logica dell’impacchettamento per Christo, ecc. Sistematicamente confuso in seguito con il Neo-Dada e la Pop Art, il Nouveau Réalisme verrà sempre attivamente difeso dal suo fondatore. Pierre Restany dimostrerà, infatti, che il «rinnovamento del naturalismo in Europa e in America aveva generato una proliferazione non solo dei generi ma anche de tout un secteur organique de l’activité moderne, celui de la ville, de la rue, de l’usine, de la production en série. Ce baptême artistique de l’objet usuel constitue désormais le fait Dada par excellence. Après le NON et le ZÉRO, voici une troisième position du mythe : le geste anti-art de Marcel Duchamp se charge de positivité. L’esprit Dada s’identifie à un mode d’appropriation de la réalité extérieure du monde moderne. Le ready-made n’est plus le comble de la négativité ou de la polémique, mais l’élément de base d’un nouveau répertoire expressif. Tel est le Nouveau Réalisme : une façon plutôt directe de remettre les pieds sur terre, mais à 40 degrés au dessus du zéro Dada, et à ce niveau précis où l’homme, s’il parvient à se réintégrer au réel, l’identifie à sa propre transcendance, qui est émotion, sentiment et finalement poésie, encore. » On ne peut que souscrire à cette dénonciation d’un vocabulaire sclérosé, mais le Premier Manifeste d’avril 1960, antérieur d’un an, contenait d’autres nuances finales qui ont peut-être mis le feu aux poudres d’un débat politique irrésolu : « Nous voilà dans le bain de l’expressivité directe jusqu’au cou et à quarante degrés au-dessus du zéro Dada, sans complexe d’agressivité, sans volonté polémique caractérisée, sans autre prurit de justification que notre réalisme. Et ça travaille, positivement. L’homme s’il parvient à se réintégrer au réel, l’identifie à sa propre transcendance, qui est émotion, sentiment et finalement poésie, encore. » Les formulations “sans complexe d’agressivité”, “sans volonté polémique caractérisée” et “ça travaille positivement”, reflets d’un contexte social et politique différent de l’époque de la révolte Dada, passent mal et nourriront nombre de critiques, de la part d’Hausmann comme de Hans Richter ou encore de Debord, dans la mesure où elles prétendent désamorcer la charge critique que ces derniers assignent à l’art. Toutefois le “Nouveau Réalisme”, adopté par Sidney Janis comme titre de ce que Restany appellera sa grande confrontation USA-Europe en octobre 1962, finit par prendre une signification générale et s’applique à tout un courant, celui de l’art d’assemblage à base d’objets trouvés. Qu’il s’agisse de Klein (imprégnation universelle par la couleur pure), de Tinguely (animation mécanique) ou de Hains (décollage de l’affiche lacérée), ces démarches en apparence fort diverses se rejoignent dans l’absolu d’un geste d’appropriation directe du réel. De cette position-limite découle une logique interne à chaque aventure individuelle : logique de l’accumulation ou de la brisure chez Arman, de la compression chez César, du “piégeage” chez Spoerri, de l’empaquetage chez Christo, etc. Assez systématiquement confondu par la suite avec Neo-Dada et le Pop Art, le Nouveau Réalisme sera activement défendu par son fondateur. Pierre Restany montrera que le « renouveau du naturalisme en Europe et en Amérique a entraîné non seulement la prolifération des genres mais aussi des étiquettes, ce qui a encore accru la confusion. » Ainsi montrera-t-il que les Nouveaux Réalistes considèrent la réalité urbaine et industrielle comme N O U V E A U R É A L I S M E 112 113 N O U V E A U R É A L I S M E delle etichette, andando così ad aumentare ulteriormente la confusione». In questo modo Restany dimostra che i Nouveaux Réalistes considerano la realtà urbana e industriale una sorta di virtualità espressiva, desiderando essi attingere dall’integralità dei loro strumenti, della loro immaginazione e della loro lingua. In questo senso sono loro gli estremisti, gli “ultrà” del naturalismo contemporaneo, mentre i neo-dadaisti – definiti figli illegittimi – vengono identificati come la transizione americana fra Action Painting e Pop Art. Robert Rauschenberg, con i suoi «collage di ready-made alla Duchamp su uno sfondo pittorico espressionista», viene preso come modello di questa sintesi. Quello che Restany teme dei neo-dadaisti è la loro ansia d’estetismo tradizionale, innescata a suo tempo dalla parabola realista del gruppo parigino ma dimostratasi incapace di arrivare «alla radice della logica appropriativa». Quanto alla Pop Art, essa rientra nell’ordine del reportage urbano. Restany vede gli artisti Pop come dei giornalisti della nuova natura che si avvalgono di espedienti propri della stampa o della pubblicità: ingrandimenti, titoli, collage, reportage fotografici, utilizzo di colori “commerciali” e di caratteri e inchiostri tipografici, ecc. Tecnici del linguaggio della strada, professionisti dell’informazione per immagini, gli artisti Pop, liberati da qualsiasi pregiudizio estetico che faccia capo alla tradizione, ricorrono all’oggetto con l’unico fine di svilupparne il potere e il fascino: un feticismo superficiale, questo, conclude Restany, che li oppone radicalmente ai Nouveaux Réalistes europei. L’immensa avventura dei Nouveaux Réalistes, così precisata e messa in rilievo, avrebbe potuto proseguire ed imporsi fino a noi come un’estrema lotta visiva nel campo dell’avanguardia. Il Nouveau Réalisme in qualche data une pleine virtualité expressive et entendent y puiser l’intégralité de leurs moyens, imagination et langage, et sont à ce titre les extrémistes, les “ultras” du naturalisme contemporain alors que les néo-dadas sont la transition américaine entre l’Action Painting et le Pop Art qu’il désigne comme un fils illégitime, Robert Rauschenberg étant l’illustration de cette synthèse : « des collages de ready-made à la Duchamp sur un fond pictural expressionniste ». Il craint chez les néo-dadas un souci d’esthétisme traditionnel, amorçant la courbe réaliste du groupe parisien, sans aller « jusqu’au bout de la logique appropriative. » Quant au Pop Art, il est de l’ordre du reportage urbain. Restany voit les Pops comme des journalistes de la nouvelle nature, utilisant les techniques du journalisme, de l’imprimerie ou de la publicité, mise en page, agrandissements, titres, collages, reports photographiques, couleurs “commerciales”, caractères et encres typographiques, etc. Techniciens du langage de la rue, spécialistes de l’information par l’image, les Pops, libres de tout préjugé esthétique traditionnel, recourent à l’objet pour développer son pouvoir de fascination : ce fétichisme superficiel, conclut Restany, les oppose aux Nouveaux Réalistes européens. L’immense aventure des Nouveaux Réalistes ainsi distinguée et mise en relief allait pouvoir se poursuivre et s’imposer jusqu’à nous comme une ultime lutte optique dans le champ de l’avant-garde. N O U V E A U R É A L I S M E 1947: Durante l’estate trascorsa a Saint-Malo, Jacques Villeglé colleziona oggetti trovati; in quel periodo studia architettura alla Prima della fondazione del gruppo dei Nouveaux Réalistes: Scuola di Belle Arti di Nantes. Yves Klein incontra Arman nel club di judo del quartier generale di 1945: Jean Tinguely realizza a Basilea strutture in filo di ferro, polizia, a Nizza. sperimenta delle nuove ruote idrauliche sonore e s’interessa alla dematerializzazione degli oggetti mediante la rotazione ad alta Giugno 1948: Raymond Hains espone le sue “fotografie ipnagogiche” velocità. Tinguely era stato iniziato all’arte del collage – in particolare alla Galerie Colette Allendy di Parigi (67 rue de l’Assomption, a quello di Schwitters – da Julia Ris, alla Scuola di Arti decorative 16° arrondissement). Alcuni mesi prima, Hains aveva concepito (Kunstgewerbeschule) di Basilea. l’“ipnagogoscopio”, una macchina fotografica il cui obiettivo in vetri Raymond Hains e Jacques Villeglé si incontrano alla Scuola di Belle scanalati produceva immagini deformate. In occasione della mostra Arti di Rennes. da Colette Allendy, l’artista incontra Camille Bryen. 1946: All’età di 16 anni, François Dufrêne si unisce al gruppo lettrista Ottobre 1949: Raymond Hains gira un documentario in bianco e nero di Parigi. su Parigi, intitolato Saint-Germain-des-Prés-colombiens: la prima Yves Klein fa conoscenza della maggior parte degli artisti e degli immagine è una palizzata ricoperta di manifesti strappati. Nello scrittori “d’avanguardia” nel salotto della madre, la pittrice Marie stesso anno, Hains gira il film a colori Loi du 29 juillet 1881, che ha Raymond. come soggetto i manifesti delle strade della città. Le Nouveau Réalisme en quelques dates 1947 : Jacques Villeglé, à Saint-Malo, l’été, collecte des objets trouvés, il est étudiant en architecture à l’École des Beaux-Arts Avant la fondation du groupe des Nouveaux Réalistes : de Nantes. Yves Klein rencontre Arman au club de judo du quartier général 1945 : Jean Tinguely réalise à Bâle des structures en fil de fer, de la police de Nice. expérimente des roues hydrauliques sonores et s’intéresse à la dématérialisation des objets par leur rotation à grande vitesse. Juin 1948 : Raymond Hains expose des “photographies Il a été initié à l’art du collage, en particulier celui de Schwitters, hypnagogiques” chez Colette Allendy (67 rue de l’Assomption, à l’École des Arts décoratifs (Kunstgewerbeschule) de Bâle par 16e arrondissement). Plusieurs mois auparavant, il a conçu Julia Ris. l’“hypnagogoscope”, un appareil photographique dont l’objectif Raymond Hains et Jacques Villeglé se lient d’amitié à l’École des en verres cannelés produit des images déformées. A l’occasion Beaux-Arts de Rennes. de cette exposition, rencontre avec Camille Bryen. 1946 : François Dufrêne rejoint le groupe lettriste à Paris (il a 16 Octobre 1949 : Raymond Hains tourne un film en noir et blanc ans). documentaire sur Paris, Saint-Germain-des-Prés-colombiens Yves Klein rencontre la plupart des artistes et écrivains “d’avant- dont la première image est une palissade recouverte d’affiches garde” dans le salon de sa mère le peintre Marie Raymond. lacérées. Il tourne un film en couleurs sur des affiches dans la rue, Loi du 29 juillet 1881. 114 115 N O U V E A U R É A L I S M E 1950: Raymond Hains e Jacques Villeglé vogliono realizzare un formazione di judoka; durante la sua permanenza realizza quadri film astratto a colori dal titolo Pénélope. Il progetto subisce dei monocromi. ritardi e Villeglé, iniziando a dubitare che il film possa essere mai terminato, abbandona il progetto. Il risultato sarà una proiezione di circa cinque minuti, la cui componente sonora, Etude aux allures, verrà realizzata nel 1960 da Pierre Schaeffer del gruppo Recherche Image della RTF. Nella casa di Marie Raymond, François Dufrêne incontra Yves Klein. 1953: Raymond Hains e Jacques Villeglé deformano in ultra-lettere una poesia di Camille Bryen e la pubblicano con il titolo di Hepérile éclaté. François Dufrêne inventa il “cri-ritmo” e si allontana dal lettrismo. Pierre Restany conosce Arman a Parigi. Primi décollage di Mimmo Rotella a Roma. 1952-1953: César realizza le sue prime sculture di rottami 1954: Incontro Hains-Dufrêne a Parigi. saldati. Hains presenta Jacques Villeglé a Dufrêne. François Dufrêne e Yves Klein collaborano al primo numero di Arman scopre Schwitters da Berggruen & Cie a Parigi e Pollock da Soulèvement de la jeunesse. Mimmo Rotella, nel Missouri per Facchetti. motivi di studio, declama le sue prime “poesie epistaltiche” Prima mostra personale di Jean Tinguely alla Galerie Arnaud di all’Università di Harvard, registrandole per la Biblioteca del Parigi. Incontro Pontus Hulten-Tinguely. Congresso di Washington. Daniel Spoerri diventa primo ballerino allo Stadttheater di Berna. Daniel Spoerri studia danza, coreografia e pantomima a Parigi. Yves Klein trascorre sei mesi in Giappone per perfezionare la sua 1955: Combat pubblica Flagrant Dalì? di Raymond Hains: lettera 1950 : Raymond Hains et Jacques Villeglé entament un film 1953 : Raymond Hains et Jacques Villeglé déforment en ultra abstrait en couleurs, Pénélope, mais le projet tarde et Villeglé lettres un poème de Camille Bryen et le publient sous le titre : redoute que le film ne soit jamais achevé, il laisse le projet à Hepérile éclaté. Hains. Il en restera près de cinq minutes sonorisées par Pierre François Dufrêne invente le “cri-rythme” et s’éloigne du Schaeffer en 1960 par le groupe Recherche Image de la RTF lettrisme. sous le titre Etude aux allures. Pierre Restany fait la connaissance d’Arman à Paris. François Dufrêne rencontre Yves Klein chez sa mère Marie Premiers décollages de Mimmo Rotella à Rome. Raymond. 1952-1953 : Premières sculptures de César en ferraille soudée. François Dufrêne et Yves Klein collaborent au premier numéro du Soulèvement de la jeunesse. 1954 : Rencontre Hains-Dufrêne à Paris. Hains présente Jacques Villeglé à Dufrêne. Arman découvre Schwitters chez Berggruen & Cie à Paris et Etudiant dans le Missouri, Mimmo Rotella déclame ses premiers Pollock chez Facchetti. “poèmes épistaltiques” à l’Université Harvard et en enregistre Première exposition personnelle de Jean Tinguely Galerie pour la Bibliothèque du Congrès de Washington. Arnaud à Paris. Rencontre Pontus Hulten-Tinguely. Daniel Spoerri danse, étudie la chorégraphie et la pantomime à Daniel Spoerri premier danseur au Stadttheater de Berne. Paris. Klein six mois au Japon pour parfaire sa formation de judoka. Il 1955 : Flagrant Dali ? de Raymond Hains dans Combat : lettre y peint des monochromes. ouverte de Hains à Salvador Dali qui a repris dans son ouvrage La N O U V E A U R É A L I S M E Raymond Haynes con_avec François Dufrene, 1958. 116 117 N O U V E A U R É A L I S M E aperta di Hains a Salvador Dalì che aveva ripreso la sua opera La Arcieri di San Sebastiano nella chiesa di Saint-Nicolas des Champs Gennaio 1957: Pierre Restany organizza un’esposizione di Mostra di manifesti strappati di Raymond Hains e Jacques Villeglé vie secrète de Salvador Dalì (Edizioni Le Club français du livre, a Parigi. undici monocromi blu (tutti dello stesso formato) di Yves Klein alla Galerie Colette Allendy di Parigi: Loi du 19 juillet 1881 o Le a casa dell’amico Guido Le Noci, che a Milano dirige la Galleria lyrisme à la sauvette. Apollinaire. Un’esposizione di “proposte monocrome” di Yves Klein inaugura 1954), una delle sue foto “ipnagogiche”. Il Salon des réalités nouvelles di Parigi rifiuta un monocromo Giugno 1956: Il Padiglione francese della Biennale di Venezia dedica arancione di Yves Klein. Al Salon, Klein incontra Jean Tinguely, una sala a César: l’artista presenta cinque sculture. la Galerie Schmela di Düsseldorf; Klein incontra Otto Piene del Febbraio 1957: Yves Klein partecipa alla “Prima mostra di che gli mostra il suo primo rilievo sonoro. gruppo Zero. Recital di “cri-ritmi” ultra-lettristi di François Dufrêne alla Agosto 1956: Festival dell’avanguardia organizzato da Jacques psicogeografia” assieme ad Asger Jorn e Ralph Rumney (testi libreria-galleria L’Escalier di François Maspéro. Polieri nella Città radiosa di Le Corbusier a Marsiglia: Michel di Michèle Bernstein e Mohamed Dahou) alla Galerie Taptoe di Giugno 1957: Esposizione di quadri cinetici di Jean Tinguely alla Pierre Restany visita una mostra di monocromi di Klein nei saloni Ragon espone una scultura meta-meccanica di Jean Tinguely, un Bruxelles. Galerie Denise René di Parigi (mostra realizzata in collaborazione privati delle edizioni Lacoste. Arman presenta Klein a Restany. monocromo rosso di Yves Klein e una scultura di César. con la Galerie Edouard Loeb); prefazione di Pontus Hulten. Balletto di Daniel Spoerri, Suite en couleurs, al teatro Aprile 1957: Incontro Deschamps-Hains-Villeglé alla Galerie Colette Mostra di quadri e “Cachets” di Armand (Arman) alla Galerie La Hirschgraben di Berna. Ottobre 1956: Esposizione di pitture cinetiche alla Galerie Denise Allendy di Parigi, dove Gérard Deschamps espone con Paul Berthold Roue di Parigi (articolo elogiativo di Pierre Restany sul numero di A Nizza nasce l’amicizia tra Raymond Raysse, Arman e Ben Vautier. René di Parigi (mostra recensita da Pierre Restany su Cimaise). e Henriette Grindat. luglio di Cimaise). Maggio 1957: Due mostre dell’Epoca Blu di Yves Klein a Parigi, Giugno 1957: “Monochrome Propositions of Yves Klein”: Londra, presso la Galerie Iris Clert e la Galerie Colette Allendy: bengala fissati Gallery One. Segue dibattito all’ICA-Institute of Contemporary Art alla presenza di Lawrence Alloway e Pierre Restany. Gérard Deschamps espone i suoi quadri alla Galerie du Haut-Pavé di Febbraio 1956: “Yves, propositions monochromes” alla Galerie Parigi. Colette Allendy di Parigi (mostra corredata dal testo di Pierre Restany La minute de vérité). Novembre 1956: César espone assieme ad Alberto Burri alla Galerie su monocromi blu e declamazione dei “cris bleus” del critico Charles A Yves Klein viene conferito il titolo di Cavaliere dell’Ordine degli Rive droite di Parigi. Estienne su richiesta di Klein. vie secrète de Salvador Dali (Le Club français du livre, 1954) l’une Juin 1956 : César à la Biennale di Venezia avec cinq sculptures, Janvier 1957 : Pierre Restany organise une exposition de onze Villeglé chez Colette Allendy : Loi du 19 juillet 1881 ou Le lyrisme à la de ses photos “hypnagogiques”. au Pavillon français dans une salle César. monochromes bleus de même format d’Yves Klein chez son ami sauvette. Guido Le Noci qui dirige la Galleria Apollinaire à Milan. Une exposition de “propositions monochromes” de Yves Klein Le Salon des réalités nouvelles de Paris refuse un monochrome inaugure la Galerie Schmela de Düsseldorf où Klein rencontre Otto orange de Yves Klein. Klein y rencontre Jean Tinguely qui y expose Août 1956 : Festival de l’avant-garde organisé par Jacques son premier relief sonore. Récital de “cri-rythmes” ultra lettristes Polieri dans la Cité radieuse de Le Corbusier à Marseille : Février 1957 : Yves Klein participe à la “Première exposition par François Dufrêne dans la librairie de François Maspéro dans Michel Ragon y expose une sculpture méta-mécanique de Jean de pyschogéographie” avec Asger Jorn, Ralph Rumney et des sa librairie-galerie L’Escalier. Tinguely, un monochrome rouge de Yves Klein, une sculpture de textes de Michèle Bernstein et Mohamed Dahou, Galerie Taptoe Pierre Restany visite l’exposition des monochromes de Klein dans César. à Bruxelles. Restany. Octobre 1956 : Exposition de peintures cinétiques Galerie Avril 1957 : Rencontre Deschamps-Hains-Villeglé chez Colette Ballet de Daniel Spoerri, Suite en couleurs, au théâtre Denise René à Paris, compte-rendu de Pierre Restany dans la Allendy où Gérard Deschamps expose avec Paul Berthold et Hirschgraben de Berne. revue Cimaise. Henriette Grindat. Amitié Raysse-Arman-Ben Vautier, à Nice. Exposition de peintures de Gérard Deschamps à la Galerie du Mai 1957 : Deux expositions de l’Époque Bleue de Yves Klein à Février 1956 : “Yves, propositions monochromes”, Galerie Colette Juin 1957 : Exposition de peintures cinétiques de Jean Tinguely chez Denise René en collaboration avec la Galerie Edouard Loeb ; préfacée par Pontus Hulten. les salons privés des éditions Lacoste. Arman présente Klein à Haut-Pavé à Paris. Piene du groupe Zero. Paris, chez Iris Clert et Colette Allendy : feux de Bengale fixés sur Exposition de peintures et de “Cachets” d’Armand (Arman), Galerie La Roue à Paris ; article élogieux de Pierre Restany dans Cimaise en juillet. Juin 1957 : “Monochrome Propositions of Yves Klein”, Gallery One à Londres ; débat à l’ICA-Institute of Contemporary Art avec Lawrence Alloway et Pierre Restany. Allendy, avec un texte de Pierre Restany : La minute de vérité. Novembre 1956 : Exposition César et Alberto Burri, Galerie Rive des monochromes bleus, “cris bleus” du critique Charles Estienne Yves Klein est adoubé Chevalier de l’Ordre des Archers de Saint- droite à Paris. proférés à la demande de Klein. Juillet 1957 : Exposition de Mimmo Rotella, Galleria del Exposition d’affiches lacérées par Raymond Hains et Jacques Cavallino, Venise. Sébastien dans l’église Saint-Nicolas des Champs à Paris. N O U V E A U R É A L I S M E 118 119 N O U V E A U R É A L I S M E Luglio 1957: Mostra di Mimmo Rotella alla Galleria del Cavallino di Marzo 1958: Sul secondo numero della rivista Grâmmes – speciale Venezia. dedicato al gruppo ultra-lettrista – esce una poesia di François Dufrêne intitolata Le Tombeau de Pierre Larousse (Dufrêne scrive Settembre 1957: César vince il primo premio nella sezione questa poesia fra il 1954 e il 1958 con la tecnica della deviazione “partecipazioni straniere” alla Biennale di Carrara. fonetica di parole scelte dal dizionario Larousse), assieme alla dichiarazione di Jacques Villeglé: Des réalités collectives. Settembre 1957: Arman, Yves Klein e Pierre Restany firmano a Christo si trasferisce a Parigi: primi impacchettamenti di piccoli Milano il Manifesto Contro lo stile del Movimento Nucleare di Enrico oggetti. Baj e Sergio Dangelo. Mostra di collage di Mimmo Rotella all’ICA-Institute of Aprile 1958: A César viene consegnata la medaglia d’argento Contemporary Art di Londra. per il Padiglione francese dell’Esposizione Universale del 1958 a Bruxelles. Novembre 1957: Prima mostra di César alla Hannover Gallery di Yves Klein visita l’esposizione e a Düsseldorf viene coinvolto nel Londra. primo numero della rivista Zéro, per il quale scrive il testo Ma position dans le combat de la ligne et de la couleur. Il 24 aprile Nel corso dell’anno 1957: Mostra dei “Tableaux en chiffons et Klein espone presso i laboratori del gruppo nella mostra “Le plissages” di Gérard Deschamps alla Galerie Colette Allendy di Parigi. tableau rouge”, organizzata dagli artisti Otto Piene e Heinz Mack A novembre Deschamps parte per il servizio militare in Algeria. (“septième exposition d’un soir”). Septembre 1957 : César, premier prix de participation dédié au groupe ultra-lettriste, poème de François Dufrêne, Le étrangère, Biennale di Carrara. Tombeau de Pierre Larousse – rédigé entre 1954 et 1958 par détournement phonétique de mots choisis dans le dictionnaire Septembre 1957 : Arman, Yves Klein et Pierre Restany signent Larousse –, et déclaration de Jacques Villeglé, Des réalités à Milan le Manifeste Contro lo stile (contre les styles) du groupe collectives. Nucleare d’Enrico Baj et Sergio Dangelo. Christo s’installe à Paris : premiers empaquetages de petits Exposition de collages de Mimmo Rotella à l’ICA-Institute of objets. Contemporary Art de Londres. Avril 1958 : César, médaille d’argent au Pavillon français de Novembre 1957 : Première exposition de César à la Hannover l’Exposition Universelle de 1958 à Bruxelles. Gallery de Londres. Klein visite l’exposition et participe à Düsseldorf au premier numéro de la revue Zéro (avec un texte intitulé Ma position dans Au cours de l’année 1957 : Exposition de “Tableaux en chiffons le combat de la ligne et de la couleur) et expose le 24 avril dans et plissages” de Gérard Deschamps chez Colette Allendy leurs ateliers à l’exposition “Le tableau rouge” organisée par (Deschamps est sous les drapeaux en Algérie à partir de les artistes Otto Piene et Heinz Mack (“septième exposition d’un novembre 1957). soir”). Mars 1958 : Dans le deuxième numéro de la revue Grâmmes, 28 avril 1958 : Paris : Action-spectacle Yves Klein, Galerie Iris N O U V E A U R É A L I S M E Grâmmes n. 2, dove fu pubblicato il testo_où fut publié le texte Des Réalités collectives di_de Jacques Villeglé, 1958. 120 121 N O U V E A U R É A L I S M E 28 aprile 1958: Parigi: Azione-spettacolo di Yves Klein alla Novembre 1958: Parigi: collaborazione Yves Klein-Jean Tinguely 21 marzo 1959: Jean Tinguely, Pol Bury, Paul van Hoeydonck e Il 3 giugno si tiene una conferenza di Yves Klein alla Sorbona Galerie Iris Clert (3 rue des Beaux-Arts) intitolata “Le Vide” alla Galerie Iris Clert. Titolo della mostra: “Vitesse pure et stabilité Daniel Spoerri organizzano all’Hessenhuis di Anversa la mostra intitolata “L’evoluzione dell’arte verso l’immateriale”, a cui segue, il (il vuoto; titolo completo della mostra: “La Spécialisation de monochrome”. “Vision in Motion - Motion in Vision”, il cui titolo fa riferimento 5 giugno, quella di Werner Ruhnau intitolata “Lo sviluppo delle arti all’opera maggiore del costruttivista ungherese e direttore del plastiche dell’architettura verso l’immaterializzazione” e promossa 15 dicembre 1958: Gelsenkirchen, Germania: Yves Klein e Werner Bauhaus, Laszlò Moholy-Nagy (Vision in Motion, Chicago, 1948). dalla Galerie Iris Clert di Parigi e dall’Ambasciata tedesca. Ruhnau redigono il Manifesto sull’“l’architettura dell’aria”. Durante il vernissage della mostra Yves Klein vende zone di Il 15 giugno Klein inaugura alla Galerie Iris Clert di Parigi una mostra sensibilità pittorica immateriale al prezzo di un chilo d’oro puro. di “Sculptures-éponges” e di “Reliefs éponges” la sensibilité à l’état matière première en sensibilité picturale stabilisée”). 20 maggio 1958: Yves Klein invia al presidente americano Eisenhower l’annuncio della Rivoluzione Blu, movimento «che 30 gennaio 1959: Mostra di Jean Tinguely alla Galerie Schmela aspira alla trasformazione della maniera di pensare e di agire di Düsseldorf. Al vernissage: Concert n°2: Daniel Spoerri, Haio Maggio 1959: Grande successo della prima mostra di César alla Luglio 1959: “Méta-matics” di Jean Tinguely alla Galerie Iris Clert del popolo francese». Bode e Klaus Bremer recitano simultaneamente tre testi diversi e Galerie Claude Bernard di Parigi. di Parigi. Il biglietto d’invito contiene un gettone per azionare i méta- Klein presenta Arman a Iris Clert. Mostra di Arman alla Galerie contraddittori, mentre Yves Klein tiene un discorso sui loro creatori e Iris Clert di Parigi (20 maggio - 5 giugno): l’artista espone i suoi sulla loro collaborazione. matics. Entusiasmo generale da parte di molti simpatizzanti (tra dipinti assieme ai “Cachets” (“ereditati” da Kurt Schwitters). Giugno 1959: “Lacéré anonyme”: mostra di manifesti di Jacques cui diversi dadaisti): Hans Jan Arp, Tristan Tzara, Marcel Duchamp, Villeglé presso l’abitazione di François Dufrêne (rue Vercingétorix). Camille Bryen, Lucio Fontana e Hans Hartung. 14 marzo 1959: Jean Tinguely lancia da un aeroplano sulla città di Uno di essi, Tapis Maillot, viene installato sul pavimento. Manifesti 5 giugno 1958: Nell’appartamento di Robert Godet viene esposto Düsseldorf 150.000 esemplari di un volantino intitolato Für Statik (per anche di Raymond Hains e François Dufrêne (ma Dufrêne li espone Estate 1959: Film sulle “Allures d’objets” di Arman (con musiche di il primo dipinto blu di Yves Klein realizzato con pennello vivente la statica). rovesciati). Una palizzata – opera unica nel percorso artistico di Pierre Schaeffer), prodotto dal servizio di ricerca dell’ORTF (grazie Dufrêne – molto compromessa e parzialmente bruciata dall’artista, alla moglie di Arman, Eliane Radigue). (definito anche “antropometria” da Pierre Restany). si solleva su uno strato di collage. Clert, 3 rue des Beaux-Arts, exposition du “Vide”. Titre complet 15 décembre 1958 : Manifeste d’Yves Klein et Werner Ruhnau Motion. Au vernissage, Yves Klein propose la sensibilité picturale Le 15, exposition de “Sculptures-éponges” et de “Reliefs de l’exposition : “La Spécialisation de la sensibilité à l’état sur “l’architecture de l’air” à Gelsenkirchen. immatérielle au prix d’un kilo d’or pur. éponges” de Klein chez Iris Clert. 30 janvier 1959 : Exposition de Jean Tinguely, Galerie Schmela Mai 1959 : Succès de la première exposition César chez Claude Juillet 1959 : “Méta-matics” de Tinguely, Galerie Iris Clert. 20 mai 1958 : Yves Klein envoie au président américain à Düsseldorf. Au vernissage, Concert n°2 : Daniel Spoerri, Haio Bernard. Le carton d’invitation contient une pièce de monnaie pour Eisenhower l’annonce de la Révolution Bleue, mouvement Bode et Klaus Bremer déclament simultanément trois textes « tendant à la transformation de la manière de penser et d’agir différents et contradictoires tandis que Yves Klein donne une Juin 1959 : “Lacéré anonyme” : exposition d’affiches par viennent s’enthousiasmer : Hans Jan Arp, Tristan Tzara, du peuple français ». allocution sur les créateurs et les collaborations entre eux. Jacques Villeglé chez François Dufrêne, rue Vercingétorix. L’une Marcel Duchamp, Camille Bryen, Lucio Fontana ainsi que Hans d’elles au sol intitulée Tapis Maillot. Hartung. matière première en sensibilité picturale stabilisée”. actionner les méta-matics. Nombre de dadas ou apparentés Klein ayant présenté Arman à Iris Clert, exposition d’Arman en sa galerie du 20 mai au 5 juin : peintures et “Cachets” (ces 14 mars 1959 : Jean Tinguely lance d’avion cent-cinquante mille Affiches aussi de Raymond Hains et François Dufrêne (mais derniers “hérités” de Kurt Schwitters). exemplaires d’un tract intitulé Für Statik (pour la statique) au- Dufrêne en présente l’envers). Une palissade, la seule dans son Été 1959 : Film sur les “Allures d’objets” d’Arman, avec musique dessus de la ville de Düsseldorf. parcours, de Dufrêne mais elle n’est pas intacte, rehaussée de de Pierre Schaeffer produit par le service de recherche de collages et partiellement brûlée par Dufrêne. l’ORTF (via la femme d’Arman, Eliane Radigue). 5 juin 1958 : Première peinture bleue d’Yves Klein avec pinceau vivant dans l’appartement de Robert Godet (appelée 21 mars 1959 : Jean Tinguely, Pol Bury, Paul van Hoeydonck Conférence d’Yves Klein à la Sorbonne le 3, “L’évolution de l’art ultérieurement “anthropométrie” par Pierre Restany). et Daniel Spoerri organisent à Anvers, Hessenhuis, l’exposition vers l’immatériel”, et le 5 de Werner Ruhnau, “Le développement Octobre 1959 : Première Biennale de Paris au Musée d’Art “Vision in Motion - Motion in Vision” dont le titre fait référence des arts plastiques et de l’architecture vers l’immatérialisation” moderne de la Ville de Paris inaugurée par André Malraux : La Novembre 1958 : Paris : Collaboration Yves Klein-Jean à l’ouvrage majeur du constructiviste hongrois, Directeur du sous l’égide de la Galerie Iris Clert et de l’Ambassade Palissade des Emplacements réservés de Raymond Hains. Yves Tinguely chez Iris Clert : “Vitesse pure et stabilité monochrome”. Bauhaus, Laszlò Moholy-Nagy, paru en 1948 à Chicago, Vision in d’Allemagne. Klein expose une proposition monochrome et Jean Tinguely le N O U V E A U R É A L I S M E 122 123 N O U V E A U R É A L I S M E Ottobre 1959: Prima Biennale di Parigi al Musée d’Art moderne rilasciando delle ricevute che ne precisano il peso (a cura di Iris Clert). nel 1966 la casa editrice Something Else Press ripubblicherà la sega sega la sega e se la sega che sega la sega è la sega de la Ville de Paris inaugurata da André Malraux. Opere esposte: Prima mostra dell’edizione MAT di Daniel Spoerri a Parigi presso il Dada Almanach). In questa occasione Tinguely conosce che sega la sega allora si ha suicidio [“Suissscide”, gioco di La Palissade des Emplacements réservés di Raymond Hains, una Edouard Loeb (Spoerri alloggia all’Hotel Carcassonne, rue Marcel Duchamp, John Chamberlain, Jasper Johns, Robert parole, ndr] metallico”. proposta monocroma di Yves Klein e il Méta-matic géant n°17 di Mouffetard 24). Nasce l’amicizia fra Spoerri e Robert Filliou, che Rauschenberg e Richard Stankiewicz. Esposizione di Méta-matics ad autotrazione alla Galerie 4 Jean Tinguely (che produceva migliaia di disegni sul sagrato del porterà alla Topographie anecdotée du hasard, della quale la museo). François Dufrêne e Jacques Villeglé espongono manifesti casa editrice Something Else Press realizza nel 1966 un’edizione 9 marzo: Parigi: Le antropometrie dell’Epoca Blu: azioni- strappati. Georges Noël riunisce nella stessa sezione “informale” i americana con integrazioni di Emmett Williams e Roland Topor. spettacolo di Yves Klein. Dimostrazione-realizzazione di Saisons di Parigi. Creazione del gruppo dei Nouveaux Réalistes: impronte alla galerie internationale d’art contemporain. Klein manifesti di Raymond Hains, Dufrêne e Villeglé e dei pittori astratti. Dicembre 1959: Mostra personale di Arman (“Cachets”) alla vuole captare “l’energia vitale” del corpo umano. L’azione 16 aprile: Milano: Pierre Restany pubblica il Primo Manifesto del Galleria Apollinaire di Milano, organizzata e presentata da Pierre viene eseguita davanti a centinaia di persone; un quartetto Nouveau Réalisme. Novembre 1959: Jean Tinguely tiene una conferenza all’ICA- Restany. interpreta la sinfonia Monoton-Silence. Klein sfila in smoking Institute of Contemporary Art di Londra intitolata “Art, Machines Pubblicazione di Pol Bury e André Balthazar a La Louvière del accompagnato da modelli nudi. Pierre Restany ricorda sull’invito Maggio: Milano: alla Galleria Apollinaire si tiene l’esposizione “Les and Motion”. saggio di Yves Klein Le dépassement de la problématique de l’art. che «il gesto blu percorre quarantamila anni di arte moderna». Nouveaux Réalistes”: in mostra opere di Arman, François Dufrêne, Mostra di Jean Tinguely alla Kaplan Gallery di Londra. Raymond Hains, Yves Klein, Jean Tinguely e Jacques Villeglé. Mostra di François Dufrêne, Raymond Hains e Jacques Villeglé alla 1960 17 marzo: New York, Museum of Modern Art: Jean Tinguely Gennaio: “Kinetic Constructions and Drawing Machines” di realizza l’opera Hommage à New York. Marcel Duchamp, su Novembre 1959: Yves Klein cede Zones de sensibilité picturale Jean Tinguely alla Staempfli Gallery di New York. Tinguely richiesta, dichiara sull’invito (riferendosi sia all’opera che si Ottobre: Parigi: Azione-spettacolo di Arman alla Galerie Iris Clert. immatérielle (zone di sensibilità pittorica immateriale) in cambio di oro e viene ospitato dall’ex-dadaista Richard Huelsenbeck (di cui autodistrugge sia a Tinguely, che è di nazionalità svizzera): “Se Titolo della mostra: “Le Plein” (il pieno). Méta-matic géant n°17 sur le parvis du musée, produisant des chez Edouard Loeb à Paris. Amitié Spoerri-Robert Filliou. Il 9 mars : Paris : Actions-spectacles Yves Klein : “Les Création du groupe des Nouveaux Réalistes : milliers de dessins. François Dufrêne et Jacques Villeglé sont en sortira notamment la Topographie anecdotée du hasard, Anthropométries de l’Époque Bleue”. Démonstration-réalisation présents avec des affiches lacérées. Georges Noël a réuni dans dont Something Else Press donnera une édition américaine d’empreintes à la galerie internationale d’art contemporain. 16 avril : Milan : Pierre Restany publie le Premier Manifeste du une section d’“informels” les ”Affichistes” Raymond Hains, augmentée par Emmett Williams et Roland Topor en 1966. Klein entend capter “l’énergie vitale” du corps humain. L’action Nouveau Réalisme. Galerie Pont-Royal di Parigi. Dufrêne et Villeglé et des peintres abstraits. Parigi: César presenta le sue “Compressioni” al Salon de Mai. est exécutée devant une centaine de personnes ; un quatuor Décembre 1959 : Exposition personnelle d’Arman (“Cachets”), à cordes interprétant la symphonie Monoton-Silence. L’artiste Mai : Milan : Exposition “Les Nouveaux Réalistes” à la Galleria Galleria Apollinaire, Milan, organisée et préfacée par Pierre défile en smoking avec ses modèles nus. Sur le carton, Restany Apollinaire : Arman, François Dufrêne, Raymond Hains, Yves Novembre 1959 : Jean Tinguely donne une conférence à l’ICA- Restany. Publication à La Louvière par Pol Bury et André précise que « le geste bleu parcourt quarante mille ans d’art Klein, Jean Tinguely, Jacques Villeglé. Institute of Contemporary Art : “Art, Machines and Motion”. Balthazar de l’essai d’Yves Klein, Le dépassement de la moderne. » Paris : Salon de Mai: les “Compressions” de César. Exposition François Dufrêne, Raymond Hains, Jacques Villeglé, problématique de l’art. 17 mars : New York, Museum of Modern Art : Jean Tinguely Octobre : Paris : Action-spectacle Arman chez Iris Clert : “Le Plein”. Exposition de Jean Tinguely à Londres, Kaplan Gallery. Galerie du Pont-Royal, Paris. 1960 réalise son Hommage à New York. Marcel Duchamp, sollicité, Novembre 1959 : Yves Klein rédige des cessions de Zones Janvier : Jean Tinguely expose “Kinetic Constructions and déclare sur le carton d’invitation au sujet de cette œuvre qui de sensibilité picturale immatérielle contre de l’or avec des Drawing Machines”, Staempfli Gallery à New York. Il loge chez s’autodétruit et de Tinguely qui est Suisse : « Si la scie scie la 27 octobre : Paris : Pierre Restany fonde le groupe des quittances de cessions précisant le poids d’or (imprimées par l’ex-dada berlinois Richard Huelsenbeck (dont Something Else scie et si la scie qui scie la scie est la scie que scie la scie il y a Nouveaux Réalistes au domicile d’Yves Klein, en présence les soins d’Iris Clert). Press rééditera en 1966, Dada Almanach) et se lie d’amitié avec Suissscide métallique. » d’Arman, François Dufrêne, Raymond Hains, Yves Klein, Première exposition de l’édition MAT par Daniel Spoerri (qui, Marcel Duchamp, rencontre John Chamberlain, Jasper Johns, Exposition de Méta-matics auto-tractés à la Galerie 4 Saisons. Raymond Raysse, Daniel Spoerri, Jean Tinguely et Jacques arrivé à Paris, loge à l’Hôtel Carcassonne rue Mouffetard) Robert Rauschenberg, Richard Stankiewicz. N O U V E A U Villeglé. César et Mimmo Rotella, invités, sont absents. Ils R É A L I S M E 124 125 N O U V E A U R É A L I S M E 27 ottobre: Parigi: Pierre Restany fonda il gruppo dei Nouveaux 1961 Réalistes nell’appartamento di Yves Klein. Sono presenti: Arman, 25 aprile: Parigi: RTF, trasmissione televisiva En français dans le François Dufrêne, Raymond Hains, Yves Klein, Raymond Raysse, texte: l’avant-garde, dedicata ai Nouveaux Réalistes. Daniel Spoerri, Jean Tinguely e Jacques Villeglé. Assenti, nonostante fossero stati invitati, César e Mimmo Rotella, i quali però parteciperanno alle successive manifestazioni del gruppo. In seguito, aderiranno al movimento anche Niki de Saint Phalle (nel 1961), Christo e Gérard Deschamps (nel 1962). La dichiarazione costitutiva del movimento viene redatta in nove copie. Esecuzione di un’impronta collettiva di Klein (Arman, Hains, Raysse, Restany, Tinguely). Maggio: Parigi: “A 40 gradi sopra Dada”, seconda mostra del Nouveau Réalisme alla Galerie J (8 rue de Montfaucon): opere di Arman, César, François Dufrêne, Raymond Hains, Yves Klein, Mimmo Rotella, Daniel Spoerri, Jean Tinguely, Jacques Villeglé (Secondo Manifesto del Nouveau Réalisme). Giugno: Stoccolma: Daniel Spoerri organizza la mostra “Groupe Nouveau Réalisme” alla Galerie Samlaren. Novembre-dicembre: Parigi: Festival dell’avanguardia al Palais des 30 giugno: Parigi: alla Galerie J, azione-spettacolo di Niki de Saint expositions de la Porte de Versailles. Mostra del gruppo. Phalle intitolata Fuoco a volontà. 27 novembre: Parigi: Festival dell’avanguardia: azione-spettacolo Luglio-settembre: Parigi: “Le Nouveau Réalisme à Paris et à New di Yves Klein (“Il teatro del Vuoto annunciato sul giornale del York”: mostra-incontro Europa-USA (Galerie Rive droite). Azione- mondo”). spettacolo nei locali dell’U.S.I.S. participeront aux manifestations ultérieures du groupe auquel manifestation du Nouveau Réalisme. Exposition à la Galerie J, 8 se joindront par la suite Niki de Saint Phalle (1961), Christo rue de Montfaucon : Arman, César, François Dufrêne, Raymond et Gérard Deschamps (1962). Déclaration constitutive en neuf Hains, Yves Klein, Mimmo Rotella, Daniel Spoerri, Jean exemplaires. Exécution d’une empreinte collective par Klein Tinguely, Jacques Villeglé avec le Second Manifeste du Nouveau (Arman, Hains, Raysse, Restany, Tinguely). Réalisme. Novembre-décembre : Paris : Festival d’avant-garde, Palais des Juin : Stockholm : “groupe Nouveau Réalisme”, Galerie expositions de la Porte de Versailles. Exposition du groupe. Samlaren, organisée par Spoerri. 27 novembre : Paris : Festival d’avant-garde. Action-spectacle 30 juin : Paris : Action-spectacle Niki de Saint Phalle, “Feu à Yves Klein : “Le théâtre du Vide annoncé dans le journal du volonté”, Galerie J. monde”. Juillet-septembre : Paris : “Le Nouveau Réalisme à Paris et 1961 à New York”, exposition-rencontre Europe-USA, Galerie Rive 25 avril : Paris : RTF, émission de télévision En français dans le droite. Action-spectacle dans les locaux de l’U.S.I.S. texte : l’avant-garde, consacrée aux nouveaux réalistes. Juillet : Nice : Premier festival du Nouveau Réalisme, Galerie Mai : Paris : “À 40 degrés au-dessus de Dada”, deuxième In alto_En haut: dicembre_ dècembre 1960, Padiglione americano_Pavillon américan, Parc des Expositions, Porte de Versailles, Parigi_Paris. Festival d’Art d’Avant-Garde, in mostra opere di_exposition d’œuvres de Jacques Villeglé, César, Yves Klein. In basso_En bas: “A 40 gradi sopra Dada”, seconda manifestazione del nuovo realismo_“A 40° au-dessus de Dada”, deuxième manifestation du nouveau réalisme. Mostra presso la_Exposition à la Galerie J, Parigi_Paris, marzo_mars 1961. N O U V E A U R É A L I S M E 126 127 N O U V E A U R É A L I S M E Muratore : exposition du groupe avec un environnement-vitrine Luglio: Nizza: Primo festival del Nouveau Réalisme (Galerie ostruire rue Visconti: una “cortina di ferro” fatta di barili metallici Muratore): mostra del movimento con un ambiente-vetrina di destinati al trasporto di benzina e olio per motori. Il termine “cortina Martial Raysse e una serie di azioni-spettacolo presso i giardini di ferro” volontariamente si riferisce alla recente costruzione del dell’abbazia di Roseland la sera del vernissage (13 luglio): collera Muro di Berlino, edificato l’agosto precedente. di Arman (a partire da un tavolo e da una sedia in stile Enrico II); tiro con la carabina di Niki de Saint Phalle; fontana mobile di 1962 Jean Tinguely; poesie fonetiche di Mimmo Rotella; degustazione Marzo: Parigi: Salon “Comparaisons”: Jacques Villeglé dedica una di Entremets de la palissade di Raymond Hains (per appianare i sala speciale ai Nouveaux Réalistes. dissapori editoriali che lo avevano opposto a Salvador Dali, “il re della bellezza commestibile”). Maggio-giugno: Parigi: “Donner à Voir I”, Galerie Greuze, Sala Balzac. Parigi: Salon “Comparaisons”: Jacques Villeglé dedica una sala speciale ai Nouveaux Réalistes. 6 giugno: Yves Klein muore improvvisamente a Parigi. Ottobre: Parigi: esce il primo numero della rivista Planate: tra gli 3 luglio: Parigi: azione-spettacolo di Christo: l’artista erige un muro articoli proposti, Pierre Restany per la prima volta tira le somme di barili metallici in rue Visconti (relativa mostra alla Galerie J). dell’esperienza dei Nouveaux Réalistes nel testo Notre actuelle avant-garde. Agosto: Amsterdam: allo Stedelijk Museum la mostra “Dylaby”, con Christo pubblica un progetto di muro provvisorio fatto di barili per opere di Robert Rauschenberg, Martial Raysse, Niki de Saint Phalle, de Martial Raysse et une série d’actions spectacles dans les transport d’essence et d’huile pour voitures. Le terme “rideau jardins de l’abbaye de Roseland le soir du vernissage du 13 de fer” répond de toute évidence à la récente construction du juillet : colères d’Arman (à partir d’une table et d’une chaise de Mur de Berlin édifié en août. style Henri II), tir à la carabine de Niki de Saint Phalle, fontaine mobile de Jean Tinguely, récital de poèmes phonétiques par 1962 Mimmo Rotella, Raymond Hains propose une dégustation de ses Mars : Paris, Salon “Comparaisons”, salle spéciale Nouveaux Entremets de la palissade, qui est aussi pour lui une façon de Réalistes, organisée par Villeglé. conclure le différend éditorial qui l’a opposé à Salvador Dali, “le roi de la beauté comestible”. Mai-juin : Paris : “Donner à Voir I”, Galerie Greuze, Salle Balzac. Paris, Salon “Comparaisons” : salle spéciale Nouveaux Réalistes, organisée par Villeglé. 6 juin : Mort soudaine d’Yves Klein à Paris. Octobre : Paris : la revue Planète sort son premier numéro. 3 juillet : Paris : Action-spectacle Christo : Mur de tonneaux Au sommaire, la première étude d’ensemble sur les Nouveaux dans la rue Visconti (avec exposition Galerie J). “2ème Biennale des Jeunes de Paris”, Musée d’Art moderne de la ville de Paris, Parigi_Paris, settembre_septembre 1961. © ph. Willy Rizzo / Centre Pompidou Réalistes : Notre actuelle avant-garde par Pierre Restany. Christo publie un projet de mur provisoire de barils, de Août : Amsterdam : Stedelijk Museum : “Dylaby” (Robert tonneaux métalliques qui bloqueraient la rue Visconti : un Rauschenberg, Martial Raysse, Niki de Saint Phalle, Daniel “rideau de fer” fait de tonneaux métalliques destinés au Spoerri, Jean Tinguely, Per Olof Ultvedt). À cette occasion N O U V E A U R É A L I S M E 128 129 N O U V E A U R É A L I S M E Daniel Spoerri, Jean Tinguely e Per Olof Ultvedt. Per l’occasione, del carnevale di Monaco, un avvenimento informale, unformale Raysse e Spoerri realizzano due ambientazioni su vasta scala: neorealista 63. La sera dell’8 febbraio si tiene l’esposizione Raysse-Beach e la sala tavolo-trappola. collettiva – e relativa festa – sul tema del carnevale, corredata da una conferenza stampa e da una serie di azioni-spettacolo (collera Ottobre-novembre: New York: la Sidney Janis Gallery ospita la di Arman; i “Tiri” di Niki de Saint Phalle; dimostrazione-reportage mostra-incontro Europa-USA “The New Realists”. di strappi di manifesti di Mimmo Rotella; monumento temporaneo Edizioni Galerie Lawrence: Daniel Spoerri, Topographie anecdotée du di Christo). Per Pierre Restany l’evento consacra l’ultima Hasard. manifestazione collettiva del movimento. Un sentimento, questo, condiviso dal giornalista Jürgen Marschel, che titola il suo articolo Dicembre: mostra di Gérard Deschamps alla Galerie J di Parigi In memoriam Nouveau Réalisme. La copertina del catalogo verrà intitolata “La vie en rose”. ripresa, con le opportune modifiche, in quella del catalogo della grande mostra ospitata nel marzo del 2007 al Grand Palais di 1963 Parigi. 8 febbraio-metà marzo: Monaco: alla Neue Galerie im Künstler Haus di Rolf Becker si tiene il secondo festival del Nouveau 2-13 marzo: Parigi: azione-spettacolo di Daniel Spoerri intitolata Il Réalisme, in occasione del quale viene pubblicato il Terzo Manifesto ristorante della Galerie J, realizzata in occasione della mostra “723 del movimento. Gli inviti nominali, scritti in forma di telegramma in utensili da cucina”. Spoerri trasforma la galleria in un vero e proprio francese e in inglese, annunciano una nuova stella nel firmamento ristorante. Uno dei menù è un omaggio a Raymond Hains: “potage Raysse et Spoerri réalisent deux environnements d’une Exposition collective et fête sur le thème du carnaval le soir du importance majeure : le Raysse-Beach et la salle tableau-piège. 8 février. Conférence de presse et exposition du groupe avec actions-spectacles : colère d’Arman, tir de Niki de Saint Phalle, Octobre-novembre: New York : “The New Realists”, Sidney démonstration-reportage de lacérations d’affiches (Mimmo Janis Gallery, exposition-rencontre Europe-USA. Rotella), monument temporaire de Christo. Pour Pierre Restany, Editions Galerie Lawrence : Daniel Spoerri, Topographie cet événement est la dernière manifestation collective du groupe anecdotée du Hasard. et ce sentiment semble avoir été partagé par un journaliste du nom de Jürgen Marschel qui titre son article In memoriam Décembre : exposition de Gérard Deschamps, Galerie J : “La vie Nouveau Réalisme. La couverture du catalogue sera reprise, en rose”. modifiée, comme couverture de l’importante exposition du Grand Palais en mars 2007. 1963 Raymond Hains, André Malraux, François Dufrêne, “2ème Biennale des Jeunes de Paris”, Musée d’Art moderne de la ville de Paris, Parigi_Paris, settembre_ septembre 1961. N O U V E A U R É A L I S M E 130 131 8 février-mi mars : Munich : Deuxième festival du Nouveau 2-13 mars : Paris : Action-spectacle de Daniel Spoerri : Le Réalisme et Troisième Manifeste, dans la Neue Galerie im Restaurant de la Galerie J lors de son exposition de “723 Künstler Haus de Rolf Becker. Les invitations nominatives ustensiles de cuisine”. Spoerri transforme la galerie en sous forme de télégramme en français et en anglais annonce restaurant. L’un des menus est un menu hommage à Raymond une nouvelle étoile au firmament du carnaval de Munich, un Hains, avec un “potage lettriste” et des “vérités de la palisse”. A événement informel, unformel néoréaliste 63. la fin de l’exposition le 14 mars, vernissage des menus-pièges. N O U V E A U R É A L I S M E Nella pagina a sinistra_Sur la page à gauche Jacques Villeglé, vernissage del_du “Salon Comparaison”, Musée d’Art Moderne de la ville de Paris, Parigi_Paris, marzo_mars 1962. N O U V E A U R É A L I S M E 132 133 N O U V E A U R É A L I S M E Parigi, Galerie J, marzo_mars 1962. Ph. Harry Shunk lettriste” e le “vérités de la palisse”. Verniciatura dei menù-trappola Non mancano le proteste: un’associazione di ex-combattenti al termine della mostra (il 14 marzo). impedisce l’impacchettamento del Monumento a Vittorio Emanuele da parte di Christo, il quale ripiega sul Monumento Marzo: Parigi: Salon “Comparaisons”, Musée d’Art moderne de la a Leonardo da Vinci. L’impacchettamento viene bruciato da Ville de Paris: Dada Emballé: collaborazione Hains-Christo. un gruppo di neofascisti; intervento dei vigili del fuoco con conseguente rottura di alcune dita della scultura. Giugno: Venezia: Galleria del Leone: Nouveau Réalisme. Il discorso lettrista con cui François Dufrêne scimmiotta Giugno-agosto: Repubblica di San Marino: IV Biennale “Oltre questa volta deve intervenire per contenere un gruppo di l’Informale”: gruppo Nouveau Réalisme. Mussolini viene interpretato in chiave neofascista: la polizia simpatizzanti di Mao. Jean Tinguely svela La Vittoria, un gigantesco fallo dorato decorato con grappoli d’uva che viene fatto implodere su un lancio di fuochi d’artificio per poi 1970 Novembre: Milano: nella città dove venne pubblicato il Primo Manifesto del Nouveau Réalisme e organizzata la prima mostra del movimento, si tiene una tre giorni di festeggiamenti per celebrare i 10 anni del gruppo. Presenti tutti i membri, ad eccezione di Yves Klein (morto nel 1962) e di Gérard Deschamps, che declina l’invito. Mostra storica alla Rotonda della Besana. autodistruggersi fragorosamente. In memoria di Yves Klein viene riproposta una sua scultura di fuoco. César firma in pubblico alcuni frammenti di un’espansione. Daniel Spoerri offre ironicamente a Pierre Restany una tiara pontificia in pan di Spagna. Una foto d’epoca mostra Jacques Villeglé azzuffarsi con uno degli organizzatori della sala dedicata agli “Affichistes”. Mars : Paris : Salon “Comparaisons”, Musée d’Art moderne de brûlent ensuite l’intervention de Christo autour de la sculpture la Ville de Paris, Dada Emballé, collaboration Hains-Christo. de Leonardo da Vinci sur laquelle Christo s’est reporté. Les pompiers doivent intervenir non sans casser quelques doigts Juin : Venise : Galleria del Leone : Nouveau Réalisme. de la sculpture. François Dufrêne singe les néo-fsacistes en interprétant d’une manière mussolinienne appuyée une Juin-août : Repubblica di San Marino: IV Biennale “Oltre déclamation lettriste assourdissante pendant que la police, cette L’informale”, groupe nouveau réaliste. fois, contient des maoïstes. Jean Tinguely dévoile La Vittoria e (la victoire), un gigantesque phallus doré orné de grappes de 1970 raisin qui après avoir implosé et propulsé des gerbes de feux Novembre : A Milan, ultime festival des dix ans du Nouveau d’artifices, s’autodétruit bruyamment. Une reconstitution a Réalisme pendant trois jours, dans la ville où il a publié le lieu d’une sculpture de feu à la mémoire d’Yves Klein. César premier manifeste et organisé la première exposition du signe en public des morceaux d’une expansion. Daniel Spoerri groupe. Tous les Nouveaux Réalistes y participent à l’exception offre à Pierre Restany une ironique tiare pontificale en pain de de Yves Klein mort en 1962 et de Gérard Deschamps qui Gênes. Une photographie d’époque montre Jacques Villeglé se décline. Exposition à la Rotonda della Besana. La manifestation battant avec l’un des organisateurs de la salle consacrée aux se heurte à diverses hostilités. Une association d’anciens ”Affichistes”. Jacques Villeglé con_avec Pierre Restany, Galerie J, Parigi_Paris, 1963. combattants obtient que soit interrompu l’empaquetage du monument de Vittorio Emanuele par Christo. Les néo-fascistes N O U V E A U R É A L I S M E 134 135 N O U V E A U R É A L I S M E Opere_Œuvres A R M A N Arman Allure n° 5 1960 Olio su tela_Huile sur toile 41 x 32,5 cm N O U V E A U R É A L I S M E 138 139 N O U V E A U R É A L I S M E Arman Curtlery in Plexiglas Box 1961 Accumulazione_Accumulation 35,5 x 34,9 x 12,3 cm N O U V E A U R É A L I S M E 140 Arman Senza Titolo_Sans Titre 1962 Accumulazione_Accumulation 45 x 64 x 11,5 cm N O U V E A U R É A L I S M E 142 143 N O U V E A U R É A L I S M E Arman Accumulation colombienne 1962 Accumulazione_Accumulation 52 x 44 x 48 cm N O U V E A U R É A L I S M E 144 145 N O U V E A U R É A L I S M E Arman Allure d’objet 1962 Impronta di statuette su carta_Empreinte de statuettes sur papier 65 x 50 cm N O U V E A U R É A L I S M E 146 147 N O U V E A U R É A L I S M E Arman Accumulazione di chiavi 1963 Accumulazione_Accumulation 28 x 40 cm N O U V E A U R É A L I S M E 148 Arman Accumulazione di chiodi 1963 Accumulazione_Accumulation 28,5 x 41 cm N O U V E A U R É A L I S M E 150 Arman Senza Titolo_Sans Titre 1963 Impronta a olio su tela_ Empreinte à huile sur toile 97,5 x 75,5 cm N O U V E A U R É A L I S M E 152 153 N O U V E A U R É A L I S M E Arman Accumulazione di spatole_ Accumulation de spatules 1968 Accumulazione_Accumulation 65 x 40 cm N O U V E A U R É A L I S M E 154 Arman Colère 1969 Violino e resina_Violon et résine 81 x 42 cm N O U V E A U R É A L I S M E 156 157 N O U V E A U R É A L I S M E Arman Vraiment torturé 1969 Violino bruciato e resina_Violon brûlé et résine 81 x 42 cm N O U V E A U R É A L I S M E 158 Arman Senza Titolo_Sans Titre 1970 Violino bruciato e resina_Violon brûlé et résine 61 x 24,2 x 6,8 cm N O U V E A U R É A L I S M E 160 161 N O U V E A U R É A L I S M E Arman Pour petits plis 1971 Ferro da stiro e resina_Fer à repasser et résine 40 x 50 x 8 cm N O U V E A U R É A L I S M E 162 163 N O U V E A U R É A L I S M E Arman Senza Titolo_Sans Titre 1972 Tubetti di colore in resina_Tubes de couleur en résine 62,5 x 37,8 x 12,7 cm N O U V E A U R É A L I S M E 164 Arman Linceul Luxueux 1974 Sassofoni e custodia tagliati immersi nel cemento_ Saxophones et coffret découpés plongés dans le ciment 90 x 65 x 15 cm N O U V E A U R É A L I S M E 166 167 N O U V E A U R É A L I S M E C É S A R César La Pacholette 1966 Bronzo_Bronze 81 x 76 x 98 cm N O U V E A U R É A L I S M E 168 169 N O U V E A U R É A L I S M E César Essai d’expansion 1968 Espansione_Expansion 36 (h) x 29 cm N O U V E A U R É A L I S M E 170 171 N O U V E A U R É A L I S M E César Compression de moto 1970 Compressione_Compression 65 x 45 x 42 cm N O U V E A U R É A L I S M E 172 César Chauve-souris 1981 Bronzo_Bronze 74 x 64 x 17 cm N O U V E A U R É A L I S M E 174 175 N O U V E A U R É A L I S M E C H R I S T O Christo Package 1963 Tessuto e corda su legno_Tissu et corde sur bois 48 x 42 x 22 cm N O U V E A U R É A L I S M E 176 177 N O U V E A U R É A L I S M E Christo Orange Store Front 1965 Tecnica mista_Mélange de techniques 76,6 x 57,4 cm N O U V E A U R É A L I S M E 178 Christo Fleurs pour Norma 1966 Tecnica mista_Mélange de techniques 63,5 x 23,5 cm N O U V E A U R É A L I S M E 180 181 N O U V E A U R É A L I S M E Christo Hander Package 1973 Tecnica mista_Mélange de techniques 76 x 53 cm N O U V E A U R É A L I S M E 182 183 N O U V E A U R É A L I S M E Christo Package on Dolly 1974 Tecnica mista_Mélange de techniques 56 x 71 cm N O U V E A U R E A L I S M E 184 185 N O U V E A U R E A L I S M E N I K I D E S A I N T P H A L L E Niki de Saint Phalle Femme bleue luminaire 1985 Tecnica mista_Mélange de techniques 213 x 134 x 4 cm N O U V E A U R É A L I S M E 186 G É R A R D D E S C H A M P S Gérard Deschamps Panel AL 140 Bâche de signalisation de l’armée américaine 1961 Tessuto fluo di plastica, corde e metallo_Tissu fluo en plastique, cordes et métal 77 x 347 cm Courtesy Gilles Peyroulet & Cie, Parigi N O U V E A U R É A L I S M E 188 189 N O U V E A U R É A L I S M E Gérard Deschamps Hello Amy 1963 Stracci assemblati su tela_ Chiffons assemblés sur toile 70 x 100 x 15 cm Courtesy Gilles Peyroulet & Cie, Parigi N O U V E A U R É A L I S M E 190 191 N O U V E A U R É A L I S M E F R A N Ç O I S D U F R Ê N E François Dufrêne Le Cirque 1968 Retro di manifesti incollati su tela_Dessous d’affiches marouflés sur toile 116 x 81 cm Coll. Ginette Dufrêne, Parigi N O U V E A U R É A L I S M E 192 François Dufrêne Entre 2 mers 1971 Retro di manifesti incollati su tela_Dessous d’affiches marouflés sur toile 81 x 100 cm Coll. Ginette Dufrêne, Parigi N O U V E A U R É A L I S M E 194 195 N O U V E A U R É A L I S M E R A Y M O N D H A I N S Raymond Hains Oltre la pittura 1966 Décollage applicato su tela_ marouflé sur toile 99 x 127,5 cm N O U V E A U R É A L I S M E 196 197 N O U V E A U R É A L I S M E Raymond Hains Rue de lanneau 1967 Décollage applicato su tela_ marouflé sur toile 58,5 x 50 cm N O U V E A U R É A L I S M E 198 199 N O U V E A U R É A L I S M E Raymond Hains Saffa 1968 Legno verniciato e metallo_Bois peint et métal 215 x 14,5 x 2 cm N O U V E A U R É A L I S M E 200 201 N O U V E A U R É A L I S M E Y V E S K L E I N Yves Klein La terre bleue 1957 Pigmento I.K.B. e resina su gesso_Pigment I.K.B. et résine sur plâtre 35,5 x 29,5 x 28 cm N O U V E A U R É A L I S M E 202 203 N O U V E A U R É A L I S M E Yves Klein Senza Titolo_Sans Titre, éponge (se 240) 1959 Pigmento I.K.B., spugna, metallo_Pigment I.K.B., éponge, métal 7,5 x 11 x 9,5 cm N O U V E A U R É A L I S M E 204 205 N O U V E A U R É A L I S M E Yves Klein Anthropométrie 36 1960 Pimenti I.K.B. e resina sintetica su carta incollata su tela_Pigments I.K.B. et résine synthétique sur papier collé sur toile 43 x 34 cm N O U V E A U R É A L I S M E 206 Yves Klein The Venus of Alexandria 1960 Pigmento I.K.B., resina_ Pigment I.K.B., résine 72 x 35 x 26 cm N O U V E A U R É A L I S M E 208 209 N O U V E A U R É A L I S M E Yves Klein L’esclave de Michel-Ange 1962 Pigmento I.K.B., resina_ Pigment I.K.B., résine 67 x 32 cm N O U V E A U R É A L I S M E 210 211 N O U V E A U R É A L I S M E M A R T I A L R A Y S S E Martial Raysse Senza Titolo_Sans Titre 1957 Acrilico su carta_Acrylique sur papier 65 x 100 cm N O U V E A U R É A L I S M E 212 213 N O U V E A U R É A L I S M E Martial Raysse Les seins de supermarché Série transfusion 1961 Assemblaggio, plastica_ Assemblage, plastique 115 x 48 x 9,5 cm Provenienza_Provenance: Galleria Schwarz N O U V E A U R É A L I S M E 214 M I M M O R O T E L L A Mimmo Rotella Al cinema 1958 (r 69) Décollage applicato su tela_ marouflé sur toile 40,5 x 32 cm N O U V E A U R É A L I S M E 216 Mimmo Rotella Paesaggio moderno 1959 (r 67) Décollage applicato su tela_ marouflé sur toile 50 x 32,5 cm N O U V E A U R É A L I S M E 218 Mimmo Rotella Circo Orfei 1963 (r 81) Décollage applicato su tela_ marouflé sur toile 140 x 96 cm N O U V E A U R É A L I S M E 220 D A N I E L S P O E R R I Daniel Spoerri Variante d’un petite déjeuner 1965 Tecnica mista_Mélange de techniques 45 x 71 x 13,5 cm N O U V E A U R É A L I S M E 222 223 N O U V E A U R É A L I S M E Daniel Spoerri Tableau piège 1972 Tecnica mista_Mélange de techniques 70 x 70 x 33 cm N O U V E A U R É A L I S M E 224 Daniel Spoerri Tableau piège (2) 1972 Tecnica mista_Mélange de techniques 70 x 70 x 33 cm N O U V E A U R É A L I S M E 226 227 N O U V E A U R É A L I S M E N O U V E A U R É A L I S M E 228 229 N O U V E A U R É A L I S M E J E A N T I N G U E L Y / N I K I D E S A I N T P H A L L E Jean Tinguely / Niki de Saint Phalle New Year’s Letter 1973 Tecnica mista_Mélange de techniques 30,5 x 37 cm N O U V E A U R É A L I S M E 230 231 N O U V E A U R É A L I S M E J E A N T I N G U E L Y Jean Tinguely Clé du soleil 1979 Ferro saldato e assemblato_Fer soudé et assemblé 69,5 x 35 x 30 cm N O U V E A U R É A L I S M E 232 Jean Tinguely Pandamonium 1982 Tecnica mista su cartone_ Mélange de techniques sur carton 24,1 x 69,3 cm N O U V E A U R É A L I S M E 234 Jean Tinguely Le Chevalier 1987 Tecnica mista_Mélange de techniques 150 x 110 x 85 cm N O U V E A U R É A L I S M E 236 J A C Q U E S V I L L E G L É Jacques Villeglé Rue du poison 1954 Décollage applicato su tela_ marouflé sur toile 16 x 22 cm N O U V E A U R É A L I S M E 238 239 N O U V E A U R É A L I S M E Jacques Villeglé Boulevard diderot-bleu 1962 Décollage applicato su tela_ marouflé sur toile 72,2 x 59,5 cm N O U V E A U R É A L I S M E 240 Jacques Villeglé Boulevard Sébastopol 1964 Décollage applicato su tela_ marouflé sur toile 22 x 42,5 cm N O U V E A U R É A L I S M E 242 243 N O U V E A U R É A L I S M E Jacques Villeglé L’arrachée de la rue Bréhat 1964 Décollage applicato su tela_ marouflé sur toile 24 x 41 cm N O U V E A U R É A L I S M E 244 245 N O U V E A U R É A L I S M E Jacques Villeglé Rue saint merri 1964 Décollage applicato su tela_ marouflé sur toile 50,5 x 24 cm N O U V E A U R É A L I S M E 246 Biografie_Biographies ARMAN (Armand Pierre Fernandez, detto_dit) (1928, Nizza_Nice - 2005, New York) Esposizioni personali selezionate_Expositions personnelles (sélection) 2008 Painter, Connaught Brown Gallery, Londra_Londres Palazzo Bricherasio, Torino_Turin 2006 Subida al cielo, MAMAC - Musée d’Art moderne et d’Art Contemporain, Nizza_Nice No Comment, Galerie GeorgesPhilippe & Nathalie Vallois, Parigi_Paris 2005 Arman Armé, Musée des Beauxarts, Reims (Francia_France) 2001 Arman, passage à l’acte, MAMAC - Musée d’Art moderne et d’Art Contemporain, Nizza_Nice 2000 Vingt Siècles vus par Arman, Couvent des Cordeliers, Parigi_ Paris 1998 Galerie nationale du Jeu de Paume, Parigi_Paris 1964 Arman, Accumulations, Walker Art Center, Minneapolis 1991 Arman 1955-1991: A Retrospective, Brooklyn Museum, New York / Institute of Arts, Detroit / Museum of Fine Arts, Houston 1963 Sidney Janis Gallery, New York 1992 Bétons 1970-1974, Galerie Georges-Philippe et Nathalie Vallois, Parigi_Paris 1984 O L’Oggetto come Alfabeto: Retrospettiva 1955-1984, Museo Civico di Belle Arti, Lugano 1982 Parade der Objekte, Retrospektive 1955 bis 1982, Kunstmuseum, Hannover_Hanovre 1975 Arman: Objets armés 1971-1974, Musée d’Art moderne de la Ville de Paris, Parigi_Paris 1973 Arman: Retrospective, Andrew Crispo Gallery, New York 1970 Arman, Studio Sant’Andrea, Milano_Milan 1969 Arman: 33 Accumulations, Stedelijk Museum, Amsterdam Arman - Accumulation Renault, Stedelijk Museum, Amsterdam / Union centrale des Arts décoratifs, Parigi_Paris / Louisiana Museum of Modern Art, Humblebaek (Danimarca_ Danemark) / Berlin Kunsthalle, Berlino_Berlin / Stadtische Kunsthalle, Düsseldorf / Moderna Museet, Stoccolma_Stockholm / Städtische Kunstsammlungen, Ludwigshafen am Rhein (Germania_Allemagne); Zurich Kunsthaus, Zurigo_Zurich / Amos Anderson Taidemuseo, Helsinki 1962 Arman. Montages, Dwan Gallery, Los Angeles 1960 Arman. Allures d’objets, Galerie Saint-Germain, Parigi_Paris Arman. Le Plein, Galerie Iris Clert, Parigi_Paris 2009 Da Hartung a Warhol - Presenze internazionali nella Collezione Cozzani, CAMeC - Centro Arte Moderna e Contemporanea, La Spezia (Italie) 2002 La Culture pour vivre, de Georges Braque à Aurélie Nemours, Centre Georges Pompidou / MNAM - Musée national d’Art moderne, Parigi_ Paris Iconoclash - Jenseits der Bilderkriege in Wissenschaft, Religion und Kunst, ZKM - Zentrum für Kunst und Medientechnologie, Karlsruhe (Germania_Allemagne) 1995 Neo-Dada: Redefining Art 1958-1962, Contemporary Arts Museum, Houston 2000 Nice: du Nouveau Réalisme à Support-Surfaces. Art contemporain français, Museum of Art, Macao (Cina_Chine) Aller Anfang ist MERZ - Von Kurt Schwitters bis heute, Sprengel Museum, Hannover_Hanovre 2008 Il Nouveau Réalisme dal 1970 ad oggi. Omaggio a Pierre Restany, PAC - Padiglione d’Arte Contemporanea, Milano_Milan 1999 Georges Pompidou et la modernité, Galerie nationale du Jeu de Paume, Parigi 2007 Le Nouveau Réalisme, galeries nationales du Grand Palais, Parigi_Paris 1998 Premises - Invested Spaces in Visual Arts, Architecture and Design from France, 1958-1998, Guggenheim Museum, New York 2006 Busy Going Crazy. The Sylvio Perlstein Collection, La Maison Rouge, Parigi_Paris Eye on Europe: Prints, Books & Multiples, 1960 to Now, Museum of Modern Art, New York Zéro: avant-garde internationale des années 1950-1960, Musée d’Art moderne, Saint-Étienne, Francia_France 1997 Made in France: 1947-1997, 50 ans de création en France, Centre Georges Pompidou / MNAM - Musée national d’Art moderne, Parigi_Paris De Klein à Warhol: face-à-face France/Etats-Unis, MAMAC - Musée d’Art moderne et d’Art contemporain, Nizza_Nice Objects of Desire: The Modern Still Life, Museum of Modern Art, New York 2005 Nouveau Réalisme: Kunst und Wirklichkeit in den 60er Jahren, MUMOK - Museum Moderner R É A L I S M E Plastic Fantastic, Museum of Contemporary Art, Sydney 2001 Les Années Pop, Centre Georges Pompidou / MNAM - Musée national d’Art moderne, Parigi_ Paris Esposizioni collettive selezionate_Expositions collectives (sélection) N O U V E A U Kunst Stiftung Ludwig, Vienna_ Vienne 250 251 N O U V E A U R É A L I S M E 1992 Les Nouveaux Réalistes, Galerie Rigassi, Berna_Berne 1991 Pierre Restany: le cœur et la raison, Musée des Jacobins, Morlaix (Francia_France) Pop Art, Royal Academy of Arts, Londra_Londres 1988 Zero, un movimiento europeo, Colecciòn Lenz Shönberg, Fundación Juan March, Madrid Nouveaux Réalistes, Zabriskie Gallery, New York 1986 1960. Les Nouveaux Réalistes, Musée d’Art moderne de la Ville de Paris, Parigi_Paris 1982 The Americans: The Collage, Contemporary Arts Museum, Houston Les Nouveaux Réalistes, Galerie des Ponchettes, Nizza_Nice 1977 Documenta VI, Kassel Paris - New York 1908-1969, Centre Georges Pompidou / MNAM - Musée national d’Art moderne, Parigi_Paris 1976 Les Nouveaux Réalistes, Galerie Beaubourg / Galerie Jean Larcade, Parigi_Paris 1972 1960-1972: Douze ans d’art contemporain en France, galeries nationales du Grand Palais, Parigi_Paris 1970 New Multiple Art, Whitechapel, Londra_Londres Nouveau Réalisme 1960-1970, Galerie Mathias Fels, Parigi_Paris 1968 Documenta IV, Kassel Dada, Surrealism and their Heritage, Museum of Modern Art, New York The Obsessive Image 1960-1968, Insitute of Contemporary Art, Londra_Londres 1967 Trois artistes de l’École de Nice: Arman, Yves Klein, Martial Raysse, Galerie des Ponchettes, Nizza_Nice Artypo - Des œuvres d’art faites au moyen des techniques graphiques, Stedelijk van Abbemuseum, Eindhoven (Paesi Bassi_Pays-Bas) Superlund - Un panorama du présent, une philosophie du futur, Lund Konsthall, Lund (Svezia_ Suède) Objets 67, Galerie Mathias Fels, Parigi_Paris 1966 Mouvement Dada 1916-1966, Galleria Schwarz, Milano_Milan 1965 Pop Por, Pop Corn, Corny, Galerie Jean Larcade, Parigi_Paris Les Objecteurs, Galerie J, Parigi_ Paris Le Merveilleux moderne, Lund Konsthall, Lund (Svezia_Suède) 1964 Documenta III, Kassel Nieuwe Realisten, Gemeentemuseum, La Haye (Paesi Bassi_Pays-Bas) 50 ans de collages. Papiers collés, assemblages, collages du cubisme à nos jours, Musée d’Art et d’Industrie, Saint-Étienne (Francia_France) / Musée des Arts décoratifs, Parigi_Paris 1963 2ème Festival du Nouveau Réalisme, Monaco_Munich 1962 Antagonismes 2: l’Objet, Musée des Arts décoratifs, Parigi_Paris The New Realists, Sidney Janis Gallery, New York Salon Comparaisons, Opere dei Nouveaux Réalistes, Musée d’Art moderne de la Ville de Paris, Parigi_Paris Donner à voir 2, Galerie Creuze, Parigi_Paris Collages et objets, Galerie du Cercle, Parigi_Paris 1961 Arman et Raysse, Galleria Arturo Schwarz, Milano_Milan À 40 degrés au dessus de Dada, Galerie J, Parigi_Paris Le Nouveau Réalisme à Paris et à New York, Galerie Rive Droite, Parigi_Paris The Art of Assemblage, Museum of Modern Art, New York Zero. Edition, Exposition, Demonstration, Galerie Schmela, Düsseldorf Les Nouveaux Réalistes, Galerie Samlaren, Stoccolma_Stockholm 1960 Les Nouveaux Réalistes, Galleria Apollinaire, Milano_Milan 3ème Festival d’art d’avant-garde, Parc des expositions de la Porte de Versailles, Parigi_Paris CÉSAR (César Baldaccini, detto_dit) (1921, Marsiglia_Marseille - 1998, Parigi_Paris) Esposizioni personali selezionate_Expositions personnelles (sélection) 2008 Anthologie par Jean Nouvel, Fondation Cartier pour l’art contemporain, Parigi_Paris 2005 César, portrait intime - Du dessin à la sculpture, Centre culturel de la communauté française, Le Botanique, Bruxelles 2002 César: L’Instinct du fer, 19461966. Des premiers fers aux compressions, MAMAC - Musée d’Art moderne et d’Art contemporain, Nizza_Nice 1999 Suite Milanaise, MAMAC Musée d’Art moderne et d’Art contemporain, Nizza_Nice 1997 Galerie nationale du Jeu de Paume, Parigi_Paris César. Une rétrospective, 19481996, National Museum of Contemporary Art, Seoul_Séoul 1993 César - Œuvres de 1947 à 1993, Centre de la Vieille Charité, Marsiglia_Marseille 1989 César. Compressions 1959-1989, Galerie Beaubourg, Parigi _Paris 1984 Les Fers de César, Fondation Cartier pour l’art contemporain, Jouy-en-Josas (Francia_France) 1981 Rétrospective César, Musée d’Art moderne et d’Art contemporain, Liegi_Liège (Belgio_Belgique) 1978 César. La question de la sculpture, Musée Picasso, Antibes (Francia_ France) 1976 César - Rétrospective des sculptures, Musée Rath, Ginevra_Genève / Musée de Grenoble, Francia_France / Casino di Knokke le Zoute, Rotterdam / Musée d’art moderne de la Ville de Paris, Parigi_Paris Esposizioni collettive selezionate_Expositions collectives (sélection) 2009 Da Hartung a Warhol - Presenze internazionali nella collezione Cozzani, CAMeC - Centro Arte Moderna e Contemporanea, La Spezia (Italie) Trivial Abstract, Villa Arson, Nizza_Nice 2008 Il Nouveau Réalisme dal 1970 ad oggi. Omaggio a Pierre Restany, PAC - Padiglione d’Arte Contemporanea, Milano_Milan A Forest of Sculptures. The Simon Spierer Collection, National Museum of Contemporary Art, Bucarest The Story Goes On Contemporary Artists in the Wake of Van Gogh, MODEM - Centre for Modern and Contemporary Arts, Debrecen (Ungheria_Hongrie) 2007 Le Nouveau Réalisme, galeries nationales du Grand Palais, Parigi_Paris 2006 Busy Going Crazy. The Sylvio Perlstein Collection, La Maison Rouge, Parigi_Paris XII Biennale Internazionale di Scultura di Carrara (MS_Carrare - Italie) De Klein à Warhol: face-à-face France/Etats-Unis, MAMAC - Musée d’Art moderne et d’Art contemporain, Nizza_Nice 2005 Nouveau Réalisme: Kunst und Wirklichkeit in den 60er Jahren, MUMOK - Museum Moderner Kunst Stiftung Ludwig, Vienna_ Vienne 1992 Les Nouveaux Réalistes, Galerie Rigassi, Berna_Berne 2004 Cubism and its Legacy: the Gift of Gustav and Elly Kahnweiler, Tate Liverpool Attraversare Genova. Percorsi e linguaggi internazionali del contemporaneo, anni ‘60-’70, Villa Croce Museo d´Arte Contemporanea, Genova_Gênes (Italie) 1974 César - Rétrospective, Rotonda della Besana, Milano_Milan 2001 Les Années Pop, Centre Georges Pompidou / MNAM - Musée national d’Art moderne, Parigi_Paris 1972 César 72, Musée Cantini, Marsiglia_Marseille 1970 César - Plastiques, Centre national d’Art contemporain, Parigi_Paris 2000 Nice: du Nouveau Réalisme à Support-Surfaces - Art contemporain français, Museum of Art, Macao (Cina_Chine) 1969 César chez Daum, Musée des Arts décoratifs, Parigi_Paris César - Compressions, Galerie Mathias & Cie, Parigi_Paris 1999 Georges Pompidou et la modernité, Galerie nationale du Jeu de Paume, Parigi_Paris 1998 Rendez-vous: Masterpieces from the Centre Georges Pompidou and the Guggenheim Museums, Guggenheim Museum, New York 1962 César et le dessin, Galleria Apollinaire, Milano_Milan 1961 César - Sculptures 1953-61, Saidenberg Gallery, New York 1997 Made in France: 1947-1997, 50 ans de création en France, Centre Georges Pompidou / MNAM - Musée national d’Art moderne, Parigi_Paris 1986 Les Championnes de César, Fondation Cartier pour l’art contemporain, Jouy-en-Josas (Francia_France) N O U V E A U R É A L I S M E 252 253 N O U V E A U R É A L I S M E 1995 Biennale di Venezia 1991 Pierre Restany: le cœur et la raison, Musée des Jacobins, Morlaix (Francia_France) Pop Art, Royal Academy of Arts, Londra_Londres 1989 Rodin - César, Galerie GeorgesPhilippe et Nathalie Vallois, Parigi_Paris 1970 Nouveau Réalisme 1960-1970, Galerie Mathias Fels, Parigi_Paris des Arts décoratifs, Parigi_Paris Donner à voir 2, Galerie Creuze, Parigi_Paris 1968 Documenta IV, Kassel Le Décor quotidien de la vie en 1968 - Expansions et environnements, Musée Galliera, Parigi_Paris The Obsessive Image 1960-1968, Insitute of Contemporary Art, Londra_Londres The Machine as Seen at the End of the Mechanical Age, Museum of Modern Art, New York 1961 À 40 degrés au dessus de Dada, Galerie J, Parigi_Paris Le Nouveau Réalisme à Paris et à New York, Galerie Rive Droite, Parigi_Paris The Art of Assemblage, Museum of Modern Art, New York 1er Festival du Nouveau Réalisme, Galerie Muratore, Nizza_Nice Les Nouveaux Réalistes, Galerie Samlaren, Stoccolma_Stockholm Anti-Procès 3, Galleria Brera, Milano_Milan 1967 Superlund - Un panorama du présent, une philosophie du futur, Lund Konsthall, Lund (Svezia_ Suède) 1988 Nouveaux Réalistes, Works from 1957 to 1963, Zabriskie Gallery, New York 1966 Seven Decades 1895-1965 - Crosscurrents in Modern Art, Cordier & Ekstrom Gallery, New York 1986 1960: Les Nouveaux Réalistes, Musée d’Art moderne de la Ville de Paris, Parigi_Paris 1965 Trois sculpteurs: César, Roël d’Haese, Tinguely, Musée des Arts décoratifs, Parigi_Paris 1982 Les Nouveaux Réalistes, Galerie des Ponchettes, Nizza_Nice 1964 Documenta III, Kassel Figuratie – Defiguratie. De Mensellijke figuur sedert Picasso / Figuration - Défiguration. La figure humaine depuis Picasso, Musée des Beaux-Arts, Gand (Belgio_Belgique) 50 ans de collages. Papiers collés, assemblages, collages du Cubisme à nos jours, Musée d’Art et d’Industrie, Saint-Étienne (Francia_France) / Musée des Arts décoratifs, Parigi_Paris 1977 Paris - New York 1908-1969, Centre Georges Pompidou / MNAM - Musée national d’Art moderne, Parigi_Paris 1976 Les Nouveaux Réalistes, Galerie Beaubourg / Galerie Jean Larcade, Parigi_Paris 1972 1960-1972: Douze ans d’art contemporain en France, galeries nationales du Grand Palais, Parigi_Paris 1963 2ème Festival du Nouveau Réalisme, Monaco_Munich 1962 Antagonismes 2: l’Objet, Musée 1960 3ème Festival d’art d’avant-garde, Parc des expositions de la Porte de Versailles, Parigi_Paris CHRISTO (Christo Javacheff, detto_dit) (1935, Gabrovo, Bulgaria_Bulgarie - Vive e lavora a_Vit et travaille à New York) Esposizioni personali selezionate_Expositions personnelles (sélection) 2009 Christo und Jeanne-Claude - Zeinchnungen, Collagen, Graphiken, Drucke, Fotos, Filme, Galerie Wolfgang Exner, Vienna_ Vienne 2008 Christo and Jeanne-Claude: Over the River, The Phillips Collection, Washington 2006 Christo & Jeanne-Claude, Museo d’Arte Moderna, Lugano 2005 Christo - Urban Projects, Jim Kempner Fine Art, New York 2004 Christo and Jeanne-Claude from the Roof: The Gates - Project in Central Park, The Metropolitan Museum of Art, New York 2001 Neuer Berliner Kunstverein, Berlino_Berlin 1991 Christo: Projects not realised and works in progress, Annely Juda Fine Art Gallery, Londra_Londres 1990 John Kaldor Art Project, Art Gallery of New South Wales, Sydney / Art Gallery of Western Australia, Perth (Australia_ Australie) 1984-1991 The Umbrellas, Giappone/Stati Uniti_Japon /États-Unis 1978 Rijksmuseum Kröller-Müller, Otterlo (Paesi Bassi_Pays-Bas) 1970-1972 Valley Curtain, Grand Hogback (Rifle Colorado) 1984 Objects, Collages and Drawings 1958-1984, Juda Rowan Gallery, Londra_Londres 1974 Christo: Otterlo Mastaba. Drawings, photographs, engineering documents, Annely Juda Fine Art Gallery, Londra_ Londres 1969 Wrap in Wrap Out, Museum of Contemporary Art, Chicago 1981 Projekte in der Stadt 1961-1981, Museum Ludwig, Colonia_ Cologne 1980-1983 Surrounded Islands, Biscayne Bay, Miami 1972-1976 Running Fence, Sonoma e Marin Counties (California_Californie) 1968-1969 Wrapped Coast, Little Bay (Australia_Australie) 1966 Stedelijk van Abbemuseum, Eindhoven (Paesi Bassi_Pays-Bas) Leo Castelli Gallery, New York 1963 Galleria Apollinaire, Milano_Milan 1962 Galerie J, Parigi_Paris 1961 Christo et ses alignements, Galerie Haro Lauhus, Colonia_ Cologne 1998 Premises - Invested Spaces in Visual Arts, Architecture and Design from France, 1958-1998, Guggenheim Museum, New York 1972 1960-1972: Douze ans d’art contemporain en France, galeries nationales du Grand Palais, Parigi_Paris Esposizioni personali selezionate_Expositions personnelles (sélection) 1997 Made in France: 1947-1997, 50 ans de création en France, Centre Georges Pompidou / MNAM - Musée national d’Art moderne, Parigi_Paris De Klein à Warhol: face-à-ace France/Etats-Unis, MAMAC - Musée d’Art moderne et d’Art contemporain, Nizza_Nice Objects of Desire: The Modern Still Life, Museum of Modern Art, New York Plastic Fantastic, Museum of Contemporary Art, Sydney 1970 New Multiple Art, Whitechapel, Londra_Londres Nouveau Réalisme 1960-1970, Galerie Mathias Fels, Parigi_Paris 2009 Niki de Saint Phalle: Joie de Vivre - Alegria de Viver, Fundação Eugénio de Almeida, Évora (Portogallo_Portugal) 1968 Documenta IV, Kassel Dada, Surrealism and Their Heritage, Museum of Modern Art, New York 2008 Tate Liverpool 1991 Pierre Restany: le cœur et la raison, Musée des Jacobins, Morlaix (Francia_France) Pop Art, Royal Academy of Arts, Londra_Londres 2008 Mind Expanders: Performative Körper - Utopische Architekturen um 68, MUMOK - Museum Moderner Kunst Stiftung Ludwig, Vienna_Vienne Il Nouveau Réalisme dal 1970 ad oggi. Omaggio a Pierre Restany, PAC - Padiglione d’Arte Contemporanea, Milano_Milan 1988 Nouveaux Réalistes, Zabriskie Gallery, New York 1986 1960. Les Nouveaux Réalistes, Musée d’Art moderne de la Ville de Paris, Parigi_Paris 2007 Le Nouveau Réalisme, galeries nationales du Grand Palais, Parigi_Paris 1982 Les Nouveaux Réalistes, Galerie des Ponchettes, Nizza_Nice 2001 Les Années Pop, Centre Georges Pompidou / MNAM - Musée national d’Art moderne, Parigi_ Paris R É A L I S M E 1976 Les Nouveaux Réalistes, Galerie Beaubourg / Galerie Jean Larcade, Parigi_Paris 1992 Les Nouveaux Réalistes, Galerie Rigassi, Berna_Berne Esposizioni collettive selezionate_Expositions collectives (sélection) N O U V E A U 1999 The Museum as Muse: Artists Reflect, Museum of Modern Art, New York 1977 Paris - New York 1908-1969, Centre Georges Pompidou / MNAM - Musée national d’Art moderne, Parigi_Paris 254 255 N O U V E A U R É A L I S M E 1967 Superlund - Un panorama du présent, une philosophie du futur, Lund Konsthall, Lund (Svezia_ Suède) 1964 Nieuwe Realisten, Gemeentemuseum, La Haye (Paesi Bassi_Pays-Bas) 1963 2ème Festival du Nouveau Réalisme, Monaco_Munich NIKI DE SAINT PHALLE (1930, Neuilly-sur-Seine, Francia_ France - 2002, San Diego) 2007 Fischerplatz Galerie, Ulm (Germania_Allemagne) 2006 Dreams of Midsummer - Works of Niki de Saint Phalle, Museum of Art, Macao (Cina_Chine) Niki de Saint Phalle: Retrospective, Daimaru Museum Umeda, Osaka (Giappone_Japon) / Daimaru Museum, Tokyo / Nagoya City Art Museum (Giappone_ Japon) / Fukui City Art Museum (Giappone_Japon) 2005 Niki et Jean - L’Art et l’Amour, Sprengel Museum, Hannover_ Hanovre / Musée Jean Tinguely, Basilea_Bâle / Niki Charitable Art Foundation, Santee (California_ Californie) 2004 Des assemblages aux œuvres monumentales, Musée des Beaux-arts, Angers (Francia_ France) 2003 Ernst Mùzeum, Budapest Hommage à Niki de Saint Phalle, Jardins du Palais Royal, Parigi_ Paris 2002 Niki de Saint Phalle: La donation, MAMAC - Musée d’Art moderne et d’Art contemporain, Nizza_Nice 2001 Musée Jean Tinguely, Basilea_ Bâle 1999 Niki de Saint Phalle: Liebe - Protest - Phantasie, Ulmer Museum, Ulm (Germania_ Allemagne) / Wilhem-Hack Museum, Ludwigshafen am Rhein (Germania_Allemagne) 1993 Aventure suisse, Musée d’Art et d’Histoire, Friburgo_Fribourg (Svizzera_Suisse) 1992 Kunst und Austellungshalle, Bonn; McLellan Galleries, Glasgow / Musée d’Art moderne de la Ville de Paris, Parigi_Paris 1990 Niki de Saint Phalle: Tirs... et autres révoltes 1961-1964, Galerie de France / Galerie JGM, Parigi_Paris 1987 Niki de Saint Phalle: Bilder - Figuren - Phantastische Gärten, Kunsthalle der HypoKulturstiftung, Monaco_Munich 1985 Niki de Saint Phalle 1962-1980: Retrospektive, Galerie Klaus Littmann, Basilea_Bâle 1980 Exposition Retrospective, 19571980, Centre Georges Pompidou / MNAM - Musée national d’Art moderne, Parigi_Paris 1979 Niki de Saint Phalle: Monumental Projects, Maquettes and Photographs, Gimpel & Weitzenhoffer Gallery, New York / Columbus Museum of Art (USA_ États-Unis) / Laumeier Sculpture Park, St. Louis (USA_États-Unis); Mandeville Art Gallery, University of California at San Diego, La Jolla (USA_États-Unis); Palm Springs Desert Museum (USA_ États-Unis) 1969 Niki de Sain- Phalle: Werke 19621968, Kunstverein Künstler Haus, Hannover_Hanovre 1974 Réalisations et projets d’architecture, Galerie Iolas, Parigi_Paris 1962 Galerie Rive Droite, Parigi_Paris Iolas Gallery, New York 1972 Niki avant les Nanas - Œuvres de 1963 et 1964, Galerie Bonnier, Ginevra_Genève 1967 Les nanas au pouvoir, Stedelijk Museum, Amsterdam 1961 Feu à volonté, Galerie J, Parigi_ Paris Esposizioni collettive selezionate_Expositions collectives (sélection) 1992 Les Nouveaux Réalistes, Galerie Rigassi, Berna_Berne 2009 [email protected] - Artistes femmes dans les collections du Centre Pompidou, Centre Georges Pompidou / MNAM - Musée national d’Art moderne, Parigi_Paris Rebelle - Kunst & Feminisme 1969-2009, MMKA - Museum voor Moderne Kunst Arnhem (Paesi Bassi_Pays-Bas) 1991 Pop Art, Royal Academy of Arts, Londra_Londres 1965 Pop Por, Pop Corn, Corny, Galerie Jean Larcade, Parigi_Paris Le Merveilleux moderne, Lund Konsthall, Lund (Svezia_Suède) 1964 Mythologies quotidiennes, Musée d’Art moderne de la Ville de Paris, Parigi_Paris Figuratie - Defiguratie. De Mensellijke figuur sedert Picasso / Figuration - Défiguration. La figure humaine depuis Picasso, Musée des Beaux-arts, Gand (Belgio_Belique) 50 ans de collages. Papiers collés, assemblages, collages du cubisme à nos jours, Musée d’Art et d’Industrie, Saint-Étienne (Francia_France) / Musée des Arts décoratifs, Parigi_Paris 1988 Nouveaux Réalistes, Zabriskie Gallery, New York 1986 1960. Les Nouveaux Réalistes, Musée d’Art moderne de la Ville de Paris, Parigi_Paris 2008 Il Nouveau Réalisme dal 1970 ad oggi. Omaggio a Pierre Restany, PAC - Padiglione d’Arte Contemporanea, Milano_Milan 1982 Les Nouveaux Réalistes: Works from 1957 to 1963, Galerie des Ponchettes, Nizza_Nice 2007 Le Nouveau Réalisme, galeries nationales du Grand Palais, Parigi_Paris 1977 Paris - New York 1908-1969, Centre Georges Pompidou / MNAM - Musée national d’Art moderne, Parigi_Paris 2005 Nouveau Réalisme: Kunst und Wirklichkeit in den 60er Jahren, MUMOK - Museum Moderner Kunst Stiftung Ludwig, Vienna_ Vienne 1976 Les Nouveaux Réalistes, Galerie Beaubourg / Galerie Jean Larcade, Parigi_Paris 1999 Georges Pompidou et la modernité, Galerie nationale du Jeu de Paume, Parigi_Paris 1972 1960-1972: Douze ans d’art contemporain en France, galeries nationales du Grand Palais, Parigi_Paris 1998 Arte y acción. Entre la Performance y el Objeto 19491979, Museu d’art contemporani, Barcellona_Barcelone 1970 New Multiple Art, Whitechapel, Londra_Londres Nouveau Réalisme 1960-1970, Galerie Mathias Fels, Parigi_Paris 1997 Made in France: 1947-1997, 50 ans de création en France, Centre Georges Pompidou / MNAM - Musée national d’Art moderne, Parigi_Paris De Klein à Warhol: face-à-face France/Etats-Unis, MAMAC - Musée d’Art moderne et d’Art contemporain, Nizza_Nice 1968 Dada, Surrealism and their Heritage, Museum of Modern Art, New York Le Décor quotidien de la vie en 1968 - Expansions et environnements, Musée Galliera, Parigi_Paris The Obsessive Image 1960-1968, Insitute of Contemporary Art, Londra_Londres N O U V E A U R É A L I S M E 256 257 Affinità & Corrispondenze, Galleria Peccolo, Livorno_Livourne (Italie) Esposizioni collettive selezionate_Expositions collectives (sélection) 2009 Artists from the 60s, The Mayor Gallery, Londra_Londres Esposizioni personali selezionate_Expositions personnelles (sélection) 1998 Allez les bleus, Galerie Martine et Thibault de La Châtre, Parigi_ Paris Homo Accessoirus, Fondation Cartier pour l’art contemporain, Parigi_Paris 2008 Jeux d’eau, Musée des Arts décoratifs, Parigi_Paris 1993 Galerie Der Spiegel, Colonia_ Cologne 2007 Pataugeoires et planches à vagues, Galerie Martine et Thibault de La Châtre, Parigi_ Paris 1991 Imprimés et plissages 1955-1965, Galerie Gilles Peyroulet & Cie, Parigi_Paris GÉRARD DESCHAMPS (1937, Lione_Lyon - Vive e lavora a_Vit et travaille à La Châtre, Francia_Francia) 1963 2ème Festival du Nouveau Réalisme, Monaco_Munich 2006 D’étonnants détours, Centre Culturel Le Safran, Amiens (Francia_France) 1962 Dylaby: Dynamisch Labyrint, Stedelijk Museum, Amsterdam Salon Comparaisons, Musée d’Art moderne de la Ville de Paris, Parigi_Paris Donner à voir 2, Galerie Creuze, Parigi_Paris 2005 Pneumostructures, Château d’Ars, La Châtre (Francia_France) Pièces militaires, Galerie Gilles Peyroulet & Cie, Parigi_Paris Gérard Deschamps: Rétrospective, Musée des Beauxarts, Orléans (Francia_France) 1961 Le Nouveau Réalisme à Paris et à New York, Galerie Rive Droite, Parigi_Paris The Art of Assemblage, Museum of Modern Art, New York Bewogen Beweging - Mouvement émouvant, Stedelijk Museum, Amsterdam / Moderna Museet, Stoccolma_Stockholm / Louisiana Museum of Modern Art, Humlebaek (Danimarca_ Danemark) 1er Festival du Nouveau Réalisme, Galerie Muratore, Nizza_Nice Les Nouveaux Réalistes, Galerie Samlaren, Stoccolma_Stockholm Salon Comparaisons, Musée d’Art moderne de la Ville de Paris, Parigi_Paris 2004 Pneumostructures, Galerie Martine et Thibault de La Châtre, Parigi_Paris Gérard Deschamps: Rétrospective, Musée des beauxarts, Dôle (Francia_France) N O U V E A U R É A L I S M E 2003 Gérard Deschamps: Rétrospective 1956-2003, Musée de l’hospice Saint-Roch, Issoudun (Francia_ France) 2002 Objets, Galerie Gilles Peyroulet & Cie, Parigi_Paris Voiles et Planches, Galerie Martine et Thibault de La Châtre, Parigi_Paris 1988 Bâches de signalisation de l’armée de l’air américaine, Galerie Le Gall Peyroulet, Parigi_ Paris 2008 Il Nouveau Réalisme dal 1970 ad oggi. Omaggio a Pierre Restany, PAC - Padiglione d’Arte Contemporanea, Milano_Milan Comme des bêtes. Ours, chat, cochon & Cie, Musée cantonal des Beaux-Arts, Losanna_Lausanne Animations/Fiction - Works from the FNAC Collections, National Museum of Contemporary Art, Bucarest 1980 Centre régional d’Art contemporain, Châteauroux (Francia_France) 2007 Le Nouveau Réalisme, galeries nationales du Grand Palais, Parigi_Paris Mimetic, l’art contemporain et le réel, Centre d’art de l’Yonne, Auxerre (Francia_France) 100 Jahre Kunsthalle Mannheim, Städtische Kunsthalle, Mannheim (Germania_Allemagne) 1979 Bâches Américaines, Galerie Dominique Marchès, Châteauroux (Francia_France) 2006 La Force de l’Art, galeries nationales du Grand Palais, Parigi_Paris 1964 Irisations, Galleria del Leone, Venezia_Venise (Italie) Imprimés et Plissages 1961-1964, Galerie Ad Libitum, Anversa_ Anvers 2005 Nouveau Réalisme: Kunst und Wirklichkeit in den 60er Jahren, MUMOK - Museum Moderner Kunst Stiftung Ludwig, Vienna_ Vienne 1963 Tableaux-chiffons et Sculpture d’Assemblage, Galleria Apollinaire, Milano_Milan 2004 Sportivement Vôtre, Domaine Départemental de Chamarande (Francia_France) De leur temps. Collections privées Francaises, Musée des Beauxarts, Tourcoing (Francia_France) Frankreich - Bilder, Zeichnungen, Druckgrafiken, Skulpturen und Fotografien, Galerie Ariadne/ Thomas Netusil Kunsthandel, Vienna_Vienne 1962 Bâches de signalisation et Plaques de blindage, Galerie Ursula Girardon, Parigi_Paris Deschamps et le Rose de la Vie, Galerie J, Parigi_Paris Climats, cyclothymie des paysages, Centre national d’art et du paysage, Vassivière (Francia_ France) 1986 1960. Les Nouveaux Réalistes, Musée d’Art moderne de la Ville de Paris, Parigi_Paris 2001 Un Art Populaire, Fondation Cartier pour l’art contemporain, Parigi_Paris Von Macke bis Picasso Meisterwerke der Moderne, Kunsthalle Krems (Austria_ Autriche) 1978 Bigeart-Bise, Galerie Lara Vincy, Parigi_Paris 1997 Made in France: 1947-1997, 50 ans de création en France, Centre Georges Pompidou - MNAM, Parigi_Paris De Klein à Warhol: face-à-face France/États-Unis, MAMAC - Musée d’Art moderne et d’Art contemporain, Nizza_Nice 1972 1960-1972: Douze ans d’art contemporain en France, galeries nationales du Grand Palais, Parigi_Paris 1992 Les Nouveaux Réalistes, Galerie Rigassi, Berna_Berne 1988 Nouveaux Réalistes: Works from 1957 to 1963, Zabriskie Gallery, New York 1976 Les Nouveaux Réalistes, Galerie Beaubourg / Galerie Jean Larcade, Parigi_Paris 1970 Nouveau Réalisme 1960-1970, Galerie Mathias Fels, Parigi_ Paris 1967 Objets 67, Galerie Mathias Fels, Parigi_Paris 1965 Biennale di Parigi Salon Comparaisons, Musée d’Art moderne de la Ville de Paris, Parigi_Paris 1964 La Biennale Flottante (Galerie Iris Clert), Venezia_Venise Nieuwe Realisten, Gemeentemuseum, La Haye (Paesi Bassi_Pays-Bas) 1963 2ème Festival du Nouveau Réalisme, Monaco_Munich Biennale di Parigi_Biennale de Paris 1962 Salon Comparaisons, Musée d’Art moderne de la Ville de Paris, Parigi_Paris Option 1, Galerie Girardon, Parigi_Paris Donner à voir 2, Galerie Creuze, Parigi_Paris Collages et objets, Galerie du Cercle, Parigi_Paris 1961 Les Nouveaux Réalistes, Galerie Samlaren, Stoccolma_Stockholm Salon Comparaisons, Musée d’Art moderne de la Ville de Paris, Parigi_Paris Anti-Procès 3, Galleria Brera, Milano_Milan FRANÇOIS DUFRÊNE (1930 - 1982, Parigi_Paris) Esposizioni personali selezionate_Expositions personnelles (sélection) Dufrên’ch, Quand? Quand?, Galerie Moulin Rouge, Parigi_ Paris 1964 Le Mot Nu Mental, Galerie J, Parigi_Paris 1977 La Cantate des mots camés, Galerie Raph, Parigi_Paris 1963 Les Archi-made, Galerie J, Parigi_Paris 1973 « ... et Dufrêne continue», Galerie Weiler, Parigi_Paris 2007 Museu Serralves - Museu de Arte Contemporânea, Porto Galleria Peccolo, Livorno_Livourne (Italie) 1970 Les Dessous d’affiches de François Dufrêne, Galerie Weiler, Parigi_Paris 2006 Galerie Véronique Smagghe, Parigi_Paris 2005 Ouestampages, Musée des Beaux-arts, Brest (Francia_ France) 2005 Gli Affichistes - tra Milano e Bretagna, Galleria Gruppo Credito Valetellinese, Milano_Milan Nouveau Réalisme: Kunst und Wirklichkeit in den 60er Jahren, MUMOK - Museum Moderner Kunst Schiftung Ludwig, Vienna_ Vienne 1997 Made in France: 1947-1997, 50 ans de création en France, Centre Georges Pompidou / MNAM - Musée national d’Art moderne, Parigi_Paris De Klein à Warhol: face-à-face France / Etats-Unis, MAMAC - Musée d’Art moderne et d’Art contemporain, Nizza_Nice 1990 Galerie Mathias Fels, Parigi_Paris 1989 Musée Municipal, Dôle (Francia_ France) 1988 Le Mot Nu Mental et autres envers d’affiches, Château-Musée, Nemours (Francia_France) Musée de l’Abbaye Sainte-Croix, Les Sables d’Olonne (Francia_ France) Musée d’Art moderne, Villeneuve d’Ascq (Francia_France) 1996 Face à l’histoire 1933-1996, Centre Georges Pompidou / MNAM - Musée national d’Art moderne, Parigi_Paris 1994 Murmures des rues: François Dufrêne, Raymond Hains, Mimmo Rotella, Jacques Villeglé, Wolf Vostell, Musée des Beaux-arts, Rennes (Francia_France) 1983 Pour François Dufrêne, Centre Georges Pompidou / MNAM - Musée national d’Art moderne, Parigi_Paris 1993 Poésure et peintrie, Centre de la Vieille Charité, Marsiglia_ Marseille (Francia_France) 1981 Archi-made et ouestampage ou le backs-lang, Centre d’Art contemporain, Rouen (Francia_ France) Gérard Deschamp con_avec Mimmo Rotella R É A L I S M E 2008 Il Nouveau Réalisme dal 1970 ad oggi. Omaggio a Pierre Restany, PAC - Padiglione d’Arte Contemporanea, Milano_Milan 2006 La Force de l’art, galeries nationales du Grand Palais, Parigi_Paris 2004 Nouveau Réalisme: les affichistes Dufrêne - Hains - Rotella - Villeglé, Galerie Véronique Smagghe, Parigi_Paris 2002 Galleria Peccolo, Livorno_Livourne (Italie) N O U V E A U Esposizioni collettive selezionate_Expositions collectives (sélection) 2007 Le Nouveau Réalisme, galeries nationales du Grand Palais, Parigi_Paris 258 259 N O U V E A U R É A L I S M E 1992 Les Nouveaux Réalistes, Galerie Rigassi, Berna_Berne 1991 Pierre Restany: le cœur et la raison, Musée des Jacobins, Morlaix (Francia_France) 1989 Hains, Villeglé, Dufrêne Collection du FRAC Bretagne, Espace L’Orient, Lorient (Francia_ France) 1988 Nouveaux Réalistes: Works from 1957 to 1963, Zabriskie Gallery, New York 1986 1960. Les Nouveaux Réalistes, Musée d’Art moderne de la Ville de Paris, Parigi_Paris 1982 Les Nouveaux Réalistes, Galerie des Ponchettes, Nizza_Nice 1976 Les Nouveaux Réalistes, Galerie Beaubourg / Galerie Jean Larcade, Parigi_Paris 1972 1960-1972: Douze ans d’art contemporain en France, galeries nationales du Grand Palais, Parigi_Paris 1971 Dufrêne, Hains, Rotella, Villeglé, Vostell - Plakatabrisse und Textbilder aus des Sammlung Cremer, Staatsgalerie, Stuttgart (Germania_Allemagne) 1970 Nouveau Réalisme 1960-1970, Galerie Mathias Fels, Parigi_Paris 1966 Mouvement Dada 1916-1966, Galleria Schwarz, Milano_Milan Dufrêne, Rotella, Villeglé - Décollages, Galerie Ad Libitum, Anversa_Anvers 1965 Table d’orientation provisoire pour une lecture de l’art d’aujourd’hui, Galerie Zunini, Parigi_Paris Le Merveilleux moderne, Lund Konsthall, Lund (Svezia_Suède) Biennale di Parigi_Biennale de Paris 1964 L’Affiche lacérée, Gres Gallery, Chicago Nieuwe Realisten, Gemeentemuseum, La Haye (Paesi Bassi_Pays-Bas) 50 ans de collages. Papiers collés, assemblages, collages du cubisme à nos jours, Musée d’Art et d’Industrie, SaintÉtienne (Francia_France) / Musée des Arts décoratifs, Parigi_Paris 1963 Dufrêne, Hains, Rotella, Villeglé, Galleria Arturo Schwarz, Milano_ Milan 2ème Festival du Nouveau Réalisme, Monaco_Munich 1962 Salon Comparaisons, Musée d’Art moderne de la Ville de Paris, Parigi_Paris Option 1, Galerie Girardon, Parigi_Paris Donner à voir 2, Galerie Creuze, Parigi_Paris Collages et objets, Galerie du Cercle, Parigi_Paris 1961 À 40 degrés au dessus de Dada, Galerie J, Parigi_Paris The Art of Assemblage, Museum of Modern Art, New York 1er Festival du Nouveau Réalisme, Galerie Muratore, Nizza_Nice Les Nouveaux Réalistes, Galerie Samlaren, Stoccolma_ Stockholm Salon Comparaisons, Musée d’Art moderne de la Ville de Paris, Parigi_Paris Anti-Procès 3, Galleria Brera, Milano_Milan 1960 Les Nouveaux Réalistes, Galleria Apollinaire, Milano_Milan 3ème Festival d’art d’avant-garde, Parc des expositions de la Porte de Versailles, Parigi_Paris RAYMOND HAINS (1926, Saint-Brieuc, Francia_ France - 2005, Parigi_Paris) Esposizioni personali selezionate_Expositions personnelles (sélection) 2004 La boîte à fiches, Musée d’Art et Histoire, Saint-Brieuc (Francia_ France) 2002 Raymond Hains: Art Speculator, Goldie Paley Gallery / Moore College of Art and Design, Philadelphia Réquichot Dado Rochaïd Dada, Les Abattoirs, Tolosa (Francia_ France) 2001 Raymond Hains, la tentative, Centre Georges Pompidou / MNAM - Musée national d’Art moderne, Parigi_Paris 2000 Raymond Hains: œuvres récentes, MAMAC - Musée d’Art moderne et d’Art contemporain, Nizza_Nice Raymond Hains «Les Tuyauteries du Centre», Galerie Daniel Templon, Parigi_Paris 1999 Museu d’Art Contemporani, Barcellona_Barcelona 1995 Raymond Hains: Akzente 1949-1995, MUMOK - Museum Moderner Kunst Schiftung Ludwig, Vienna_Vienne 1994 Les trois Cartier: Du Grand Louvre aux trois Cartiers, Fondation Cartier pour l’art contemporain, Parigi_Paris 1990 Centre Georges Pompidou / MNAM - Musée national d’Art moderne, Parigi_Paris 2007 Le Nouveau Réalisme, galeries nationales du Grand Palais, Parigi_Paris Macintoshages, Galerie Stella & Vega, Brest (Francia_France) 1986 Fondation Cartier pour l’art contemporain, Jouy-en-Josas (Francia_France) 2005 Gli Affichistes - tra Milano e Bretagna, Galleria Gruppo Credito Valtellinese, Milano_Milan Nouveau Réalisme: Kunst und Wirklichkeit in den 60er Jahren, MUMOK - Museum Moderner Kunst Schiftung Ludwig, Vienna_ Vienne 1976 La chasse au CNAC, Centre National d’Art Contemporain, Parigi _Paris Les palissades de Beaubourg, Galerie Verbeke, Parigi _Paris L’Art à Vinci, Galerie Lara Vincy, Parigi_Paris 2004 Nouveau Réalisme: les affichistes Dufrêne - Hains - Rotella - Villeglé, Galerie Véronique Smagghe, Parigi_Paris 1970 Le disque bleu pour Saffa, Galleria Blu, Milano_Milan 1964 L’affiche lacérée, Gres Gallery, Chicago Saffa e Seita, Galleria del Leone, Venezia_Venise La Biennale déchirée de Raymond Hains, Galleria Apollinaire, Milano_Milan Saffa et Seita, copyright by Raymond Hains, Galerie Iris Clert, Parigi_Paris La Palissade à Palewski, Galerie Jean Larcade, Parigi_Paris 2001 Les Années Pop, Centre Georges Pompidou / MNAM - Musée national d’Art moderne, Parigi_ Paris 1962 Le Décollagiste, Galleria Apollinaire, Milano_Milan 1998 Premises - Invested Spaces in Visual Arts, Architecture and Design from France, 1958-1998, Guggenheim Museum, New York 1999 Georges Pompidou et la modernité, Galerie nationale du Jeu de Paume, Parigi_Paris La Peinture après l’abstraction: 1955-1975, Musée d’Art moderne de la Ville de Paris, Parigi_Paris 1961 La France déchirée, Galerie J, Parigi_Paris 1997 Made in France - 1947-1997, 50 ans de création en France, Centre Georges Pompidou / MNAM - Musée national d’Art moderne, Parigi_Paris De Klein à Warhol: face-à-face France / Etats-Unis, MAMAC - Musée d’Art moderne et d’Art contemporain, Nizza_Nice Biennale de Lyon: L’Autre, Lione_Lyon Esposizioni collettive selezionate_Expositions collectives (sélection) 2008 Il Nouveau Réalisme dal 1970 ad oggi. Omaggio a Pierre Restany, PAC - Padiglione d’Arte Contemporanea, Milano_Milan N O U V E A U R É A L I S M E 260 261 N O U V E A U R É A L I S M E 1996 Face à l’histoire 1933-1996, Centre Georges Pompidou / MNAM - Musée national d’Art moderne, Parigi_Paris 1972 1960-1972: Douze ans d’art contemporain en France, galeries nationales du Grand Palais, Parigi_Paris 1994 Murmures des rues: François Dufrêne, Raymond Hains, Mimmo Rotella, Jacques Villeglé, Wolf Vostell, Musée des Beaux-arts, Rennes (Francia_France) 1971 Dufrêne, Hains, Rotella, Villeglé, Vostell - Plakatabrisse und Textbilder aus des Sammlung Cremer, Staatsgalerie, Stuttgart (Germania_Allemagne) 1993 Poésure et peintrie, Centre de la Vieille Charité, Marsiglia_ Marseille 1970 New Multiple Art, Whitechapel, Londra_Londres Nouveau Réalisme 1960-1970, Galerie Mathias Fels, Parigi_Paris 1992 Les Nouveaux Réalistes, Galerie Rigassi, Berna_Berne 1991 Pierre Restany: le cœur et la raison, Musée des Jacobins, Morlaix (Francia) 1989 Hains, Villeglé, Dufrêne Collection du FRAC Bretagne, Espace L’Orient, Lorient (Francia_ France) 1988 Nouveaux Réalistes: Works from 1957 to 1963, Zabriskie Gallery, New York 1986 1960. Les Nouveaux Réalistes, Musée d’Art moderne de la Ville de Paris, Parigi_Paris 1982 Les Nouveaux Réalistes, Galerie des Ponchettes, Nizza_Nice 1977 Paris - New York 1908-1969, Centre Georges Pompidou / MNAM - Musée national d’Art moderne, Parigi_Paris 1976 Les Nouveaux Réalistes, Galerie Beaubourg / Galerie Jean Larcade, Parigi_Paris 1968 Documenta IV, Kassel 1965 Pop Por, Pop Corn, Corny, Galerie Jean Larcade, Parigi_Paris Salon Comparaisons, Musée d’Art moderne de la Ville de Paris, Parigi_Paris 1964 Biennale di Venezia Dix ans d’art actuel - Salon Comparaisons, Musée d’Art moderne de la Ville de Paris, Parigi_Paris L’Affiche lacérée, Gres Gallery, Chicago Nieuwe Realisten, Gemeentemuseum, La Haye (Paesi Bassi_Pays-Bas) 50 ans de collages, papiers collés, assemblages. Collages du cubisme à nos jours, Musée d’Art et d’Industrie, Saint-Étienne, (Francia_France) / Musée des Arts décoratifs, Parigi_Paris 1963 Dufrêne, Hains, Rotella, Villeglé, Galleria Arturo Schwarz, Milano_ Milan 2ème Festival du Nouveau Réalisme, Monaco_Munich 1962 The New Realists, Sidney Janis Gallery, New York Salon Comparaisons, Musée d’Art moderne de la Ville de Paris, Parigi_Paris Donner à voir 2, Galerie Creuze, Parigi_Paris Collages et objets, Galerie du Cercle, Parigi_Paris 1961 À 40 degrés au dessus de Dada, Galerie J, Parigi_Paris Le Nouveau Réalisme à Paris et à New York, Galerie Rive Droite, Parigi_Paris The Art of Assemblage, Museum of Modern Art, New York Bewogen Beweging - Mouvement émouvant, Stedelijk Museum, Amsterdam / Moderna Museet, Stoccolma_Stockholm / Louisiana Museum of Modern Art / Humlebaek (Danimarca_ Danemark) 1er Festival du Nouveau Réalisme, Galerie Muratore, Nizza_Nice Biennale di Parigi_Biennale de Paris Les Nouveaux Réalistes, Galerie Samlaren, Stoccolma_Stockholm Anti-Procès 3, Galleria Brera, Milano_Milan 1960 Les Nouveaux Réalistes, Galleria Apollinaire, Milano_Milan 3ème Festival d’art d’avant-garde, Parc des expositions de la Porte de Versailles, Parigi_Paris YVES KLEIN (1928, Nizza_Nice - 1962, Parigi_Paris) Esposizioni personali selezionate_Expositions personnelles (sélection) 2007 Die blaue Revolution, MUMOK Museum Moderner Kunst Stiftung Ludwig, Vienna_Vienne 2006 Corps, couleur, immatériel, Centre Georges Pompidou / MNAM - Musée national d’Art moderne, Parigi_Paris Air Architecture, Museum für angewandte Kunst, Vienna_Vienne 2005 A Carreer Survey, L&M Arts Gallery, New York Museo Guggenheim de Arte Moderno y Contemporáneo, Bilbao 1989 Yves Klein Sponge Reliefs, Gagosian Gallery - Madison Avenue, New York 1963 Le Monochrome Peintures de feu, Galerie Tarica, Parigi_Paris 1983 Centre Georges Pompidou / MNAM - Musée national d’Art moderne, Parigi_Paris 1961 Le monochrome: il nuovo realismo del colore, Galleria Apollinaire, Milano_Milan Monochrome und Feuer, Museum Haus Lange, Krefeld (Germania_ Allemagne) 1982 Yves Klein, 1928-1962: A Retrospective, Rice University - Institute for the Arts, Houston 1976 Yves Klein - Retrospektive, Kunsthalle Düsseldorf 1974 Yves Klein 1928-1962: Selected Writings, Tate Gallery, Londra_ Londres 1971 Kunsthalle, Berna_Berne 1965 Stedelijk Museum, Amsterdam 2007 Le Nouveau Réalisme, galeries nationales du Grand Palais, Parigi_Paris 2005 Nouveau Réalisme: Kunst und Wirklichkeit in den 60er Jahren, MOMUK - Museum Moderner Kunst, Vienna_Vienne 2000 Nice: du Nouveau Réalisme à Support-Surfaces - Art contemporain français, Museum of Art, Macao (Cina_Chine) 1960 Anthropométries de l’époque bleue, Galerie internationale d’Art Contemporain, Parigi_Paris Le Monochrome, Galerie Rive Droite, Parigi_Paris 1999 Georges Pompidou et la modernité, galerie nationale du Jeu de Paume, Parigi_Paris Esposizioni collettive selezionate_Expositions collectives (sélection) 1998 Arte y acción. Entre la Performance y el Objeto 19491979, Museu d’art contemporani, Barcellona_Barcelona Premises - Invested Spaces in Visual Arts, Architecture and Design from France, 1958-1998, Guggenheim Museum, New York 2009 Yves Klein & Rotraut, Museo d’Arte, Lugano 2004 Air Architecture, MAK - Center for Art and Architecture, Los Angeles Peinture de feu, New Galerie de France, Parigi_Paris 1997 Made in France: 1947-1997, 50 ans de création en France, Centre Georges Pompidou / MNAM - Musée national d’Art moderne, Parigi_Paris De Klein à Warhol: face-à-face France / Etats-Unis, MAMAC - Musée d’Art moderne et d’Art contemporain, Nizza_Nice 2000 La Vie, la vie elle-même qui est l’art absolu, MAMAC - Musée d’Art moderne et d’Art contemporain, Nizza_Nice / Centro per l’Arte contemporanea Luigi Pecci, Prato (Italie) 1992 Les Nouveaux Réalistes, Galerie Rigassi, Berna_Berne 1997 Museum of Contemporary Art, Sydney 1991 Pierre Restany: le cœur et la raison, Musée des Jacobins, Morlaix (Francia_France) 1995 Galerie 1900-2000, Parigi_Paris 1992 Les Nouveaux Réalistes, Galerie Rigassi, Berna_Berne 1988 Nouveaux Réalistes: Works from 1957 to 1963, Zabriskie Gallery, New York N O U V E A U R É A L I S M E 262 263 N O U V E A U R É A L I S M E 1986 Pictura loquens, 25 ans d’art en France, Centre national d’Art Contemporain Villa Arson, Nizza_Nice 1960. Les Nouveaux Réalistes, Musée d’Art moderne de la Ville de Paris, Parigi_Paris 1977 Paris - New York 1908-1969, Centre Georges Pompidou / MNAM - Musée national d’Art moderne, Parigi_Paris 1976 Les Nouveaux Réalistes, Galerie Beaubourg / Galerie Jean Larcade, Parigi_Paris 1972 1960-1972: Douze ans d’art contemporain en France, galeries nationales du Grand Palais, Parigi_Paris 1970 Nouveau Réalisme 1960-1970, Galerie Mathias Fels, Parigi_ Paris 1969 When Attitudes Become Form, Kunsthalle, Berna_Berne 1968 Documenta IV, Kassel Dada, Surrealism and their Heritage, Museum of Modern Art, New York The Obsessive Image 1960-1968, Insitute of Contemporary Art, Londra_Londres 1967 Trois artistes de l’École de Nice: Arman, Yves Klein, Martial Raysse, Galerie des Ponchettes, Nizza_Nice 1966 Seven Decades 1895-1965 - Crosscurrents in Modern Art, Cordier & Ekstrom Gallery, New York 1965 Pop Por, Pop Corn, Corny, Galerie Jean Larcade, Parigi Le Merveilleux moderne, Lund Konsthall, Lund (Svezia_Suède) 1964 Biennale di Venezia Nieuwe Realisten, Gemeentemuseum, La Haye (Paesi Bassi_Pays-Bas) Figuratie - Defiguratie. De Mensellijke figuur sedert Picasso / Figuration Défiguration. La figure humaine depuis Picasso, Musée des beaux-arts, Gand (Belgio_ Belgique) 1963 2ème Festival du Nouveau Réalisme, Monaco_Munich 1962 Antagonismes 2: l’Objet, Musée des Arts décoratifs, Parigi_Paris The New Realists, Sidney Janis Gallery, New York Donner à voir 2, Galerie Creuze, Parigi_Paris 1961 À 40 degrés au dessus de Dada, Galerie J, Parigi_Paris Le Nouveau Réalisme à Paris et à New York, Galerie Rive Droite, Parigi_Paris 1er Festival du Nouveau Réalisme, Galerie Muratore, Nizza_Nice Les Nouveaux Réalistes, Galerie Samlaren, Stoccolma_Stockholm 1960 Les Nouveaux Réalistes, Galleria Apollinaire, Milano_Milan 3ème Festival d’art d’avant-garde, Parc des expositions de la Porte de Versailles, Parigi_Paris MARTIAL RAYSSE (1936, Golfe-Juan, Francia_France - Vive e lavora in_Vit et travaille en Dordogne, Francia_France) Esposizioni personali selezionate_Expositions personnelles (sélection) 2005 Dieu Mercium, New Galerie de France, Parigi_Paris 2000 Galleria del Gruppo Credito Valtellinese, Milano_Milan 1997 Chemin faisant, frère crayon et sainte gomme, Centre Georges Pompidou / MNAM - Musée national d’Art moderne, Parigi_ Paris 1992-1993 Galerie nationale du Jeu de Paume, Parigi_Paris / MUMOK Museum Modener Kunst Stiftung Ludwig, Vienna_Vienne / Carré d’Art, Musée d’Art contemporain, Nîmes (Francia_France) 1982 Martial Raysse à Antibes, Musée Picasso, Antibes (Francia_France) 1981 Stedelijk Museum, Amsterdam Martial Raysse 1970-1980, Centre Georges Pompidou / MNAM - Musée national d’Art moderne, Parigi_Paris 1967 Svensk-Franska Konstgalleriet, Stoccolma Palais des beaux-arts, Bruxelles 1965 Maître et esclave de l’imagination, Stedelijk Museum, Amsterdam Galerie Iolas, Parigi_Paris 1964 Iolas Gallery, New York 1963 Mirrors and Portraits, Dwan Gallery, Los Angeles Não te posso ver nem pintado, Berardo Museum, Lisbona_ Lisbonne Esposizioni collettive selezionate_Expositions collectives (sélection) 2007 Le Nouveau Réalisme, galeries nationales du Grand Palais, Parigi_Paris Sequence 1: Pittura e scultura nella collezione François Pinault, Palazzo Grassi, Venezia_Venise 2009 Silences, Musée d’Art moderne et Contemporain, Strasburgo_ Strasbourg Qui a peur des artistes?, Palais des Arts, Dinard (Francia_France) 2005 Nouveau Réalisme: Kunst und Wirklichkeit in den 60er Jahren, MUMOK - Museum Moderner Kunst Stiftung Ludwig, Vienna_ Venise 2001 Les Années Pop, Centre Georges Pompidou / MNAM - Musée national d’Art moderne, Parigi_ Paris 2000 Nice: du Nouveau Réalisme à Support-Surfaces - Art contemporain français, Museo de Arte, Macao (Cina_Chine) 1999 Georges Pompidou et la modernité, Galerie nationale du Jeu de Paume, Parigi_Paris 1998 Rendez-vous: Masterpieces from the Centre Georges Pompidou and the Guggenheim Museums, Guggenheim Museum, New York 1997 Made in France - 1947-1997, 50 ans de création en France, Centre Georges Pompidou / MNAM - Musée national d’Art moderne, Parigi_Paris De Klein à Warhol: face-à-face France / Etats-Unis, MAMAC - Musée d’Art moderne et d’Art contemporain, Nizza_Nice 1992 Documenta IX, Kassel Les Nouveaux Réalistes, Galerie Rigassi, Berna_Berne 1991 Pierre Restany: le cœur et la raison, Musée des Jacobins, Morlaix (Francia_France) Pop Art, Royal Academy of Arts, Londra_Londres 1988 Nouveaux Réalistes: Works from 1957 to 1963, Zabriskie Gallery, New York 1986 Pictura loquens, 25 ans d’art en France, Villa Arson, Nizza_Nice 1960. Les Nouveaux Réalistes, Musée d’Art moderne de la Ville de Paris, Parigi_Paris d’Art et d’Industrie, Saint-Étienne (Francia_France) / Musée des Arts décoratifs, Parigi_Paris 1982 Les Nouveaux Réalistes, Galerie des Ponchettes, Nizza_Nice 1962 Dylaby: Dynamisch Labyrint, Stedelijk Museum, Amsterdam The New Realists, Sidney Janis Gallery, New York Salon Comparaisons, Musée d’Art moderne de la Ville de Paris, Parigi_Paris Donner à voir 2, Galerie Creuze, Parigi_Paris Collages et Objets, Galerie du Cercle, Parigi_Paris 1977 Paris - New York 1908-1969, Centre Georges Pompidou / MNAM - Musée national d’Art moderne, Parigi_Paris 1976 Les Nouveaux Réalistes, Galerie Beaubourg / Galerie Jean Larcade, Parigi_Paris 1961 Arman et Raysse, Galleria Arturo Schwarz, Milano_Milan The Art of Assemblage, Museum of Modern Art, New York 1er Festival du Nouveau Réalisme, Galerie Muratore, Nizza_Nice Les Nouveaux Réalistes, Galerie Samlaren, Stoccolma_Stockholm 1970 New Multiple Art, Whitechapel, Londra_Londres Nouveau Réalisme 1960-1970, Galerie Mathias Fels, Parigi_Paris 1968 Documenta IV, Kassel The Obsessive Image 1960-1968, Insitute of Contemporary Art, Londra_Londres 1960 3ème Festival d’art d’avant-garde, Parc des expositions de la Porte de Versailles, Parigi_Paris 1967 Trois artistes de l’École de Nice: Arman, Yves Klein, Martial Raysse, Galerie des Ponchettes, Nizza_Nice 1966 Mouvement Dada 1916-1966, Galleria Schwarz, Milano_Milan R É A L I S M E Esposizioni personali selezionate_Expositions personnelles (sélection) 2008 Al tavolo da disegno. Opere su carta 1947-1950, Galleria Zonca & Zonca, Milano_Milan) 2007 Ben Brown Fine Arts, Londra_ Londres Marcel Strouk Galerie Rive Gauche, Parigi_Paris 2006 Cinecittà, Frittelli Arte Contemporanea, Firenze_ Florence 2005 Décollages 1954-1963, Galleria Melesi, Lecco (Italie) 2003 Schizzi e disegni. Mimmo Rotella 1940-1990, Castello di Zavattarello, Pavia (Italie) 2002 Mimmo Rotella. Mostra antologica 1949-2000, Villa Croce Museo d’Arte Contemporanea, Genova_ Gênes (Italie) Mimmo Rotella e il cinema, Galleria Biasutti Giampiero, Torino_Turin 1964 Nieuwe Realisten, Gemeentemuseum, La Haye (Paesi Bassi_Pays-Bas) Mythologies quotidiennes, Musée d’Art moderne de la Ville de Paris, Parigi_Paris Figuratie - Defiguratie. De Mensellijke figuur sedert Picasso / Figuration - Défiguration. La figure humaine depuis Picasso, Musée des beaux-arts, Gand (Belgio_Belgique) 50 ans de collages, papiers collés, assemblages. Collages du cubisme à nos jours, Musée N O U V E A U MIMMO ROTELLA (1918, Catanzaro (Italie) - 2006, Milano_Milan) 2001 Palazzo Lanfranchi, Pisa Mimmo Rotella: oggi come oggi!, Centro d’arte Spaziotempo, Firenze_Florence Collagen, Decollagen, Unikate, Papierabrisse, Fischerplatz Galerie, Ulm (Germania_ Allemagne) 264 265 N O U V E A U R É A L I S M E 2000 Fashion and Flowers, Charles Cowles Gallery, New York Esposizioni collettive selezionate_Expositions collectives (sélection) 1999 Mimmo Rotella - Rétrospective, MAMAC - Musée d’Art moderne et d’Art contemporain, Nizza_Nice 2008 Il Nouveau Réalisme dal 1970 ad oggi. Omaggio a Pierre Restany, PAC - Padiglione d’Arte Contemporanea, Milano_Milan 1991 Mimmo Rotella. Opere 1959-1991, Galleria Ricci-Oddi, Piacenza (Italie) Mimmo Rotella - Rétrospective, Galerie Thorigny, Parigi_Paris 1988 Rotella: Décollages 1954-1964, Galleria Ariete, Lecco (Italie) 1987 Rotella: œuvres de 1965 à 1987, Galerie Lavignes-Bastille, Parigi_ Paris 1986 Mimmo Rotella: Décollages, Pascal de Sarthe Gallery, San Francisco 1975 Rotonda della Besana, Milano_ Milan 1972 Galleria Il Centro, Napoli_Naples 1971 Rotella: Décollages, Mec-art, Artypo, Galerie Mathias Fels, Parigi_Paris 1965 Vatican IV, Galerie J, Parigi_Paris 1962 Cinecittà, Ville Ouverte, Galerie J, Parigi_Paris 1961 Mimmo Rotella nouveau réaliste, Galleria La Salita, Roma_Rome 2007 Le Nouveau Réalisme, galeries nationales du Grand Palais, Parigi_Paris 2005 Gli Affichistes. Tra Milano e Bretagna, Galleria Gruppo Credito Valetellinese, Milano_Milan Nouveau Réalisme: Kunst und Wirklichkeit in den 60er Jahren, MUMOK - Museum Moderner Kunst Stiftung Ludwig, Vienna_ Vienne 2004 Nouveau Réalisme: les affichistes Dufrêne - Hains - Rotella - Villeglé, Galerie Véronique Smagghe, Parigi_Paris 2001 Les Années Pop, Centre Georges Pompidou / MNAM - Musée national d’Art moderne, Parigi_ Paris 1997 De Klein à Warhol: face-à-face France / Etats-Unis, MAMAC - Musée d’Art moderne et d’Art contemporain, Nizza_Nice 1996 Face à l’histoire 1933-1996, Centre Georges Pompidou / MNAM - Musée national d’Art moderne, Parigi_Paris 1994 Murmures des rues: François Dufrêne, Raymond Hains, Mimmo Rotella, Jacques Villeglé, Wolf Vostell, Musée des Beaux-arts, Rennes (Francia_France) 1992 Les Nouveaux Réalistes, Galerie Rigassi, Berna_Berne 1982 Les Nouveaux Réalistes, Galerie des Ponchettes, Nizza_Nice 1991 Pierre Restany: le cœur et la raison, Musée des Jacobins, Morlaix (Francia_France) Pop Art, Royal Academy of Arts, Londra_Londres 1976 Les Nouveaux Réalistes, Galerie Beaubourg / Galerie Jean Larcade, Parigi_Paris 1988 Nouveaux Réalistes: Works from 1957 to 1963, Zabriskie Gallery, New York 1986 1960. Les Nouveaux Réalistes, Musée d’Art moderne de la Ville de Paris, Parigi_Paris 1972 1960-1972: Douze ans d’art contemporain en France, galeries nationales du Grand Palais, Parigi_Paris 1971 Dufrêne, Hains, Rotella, Villeglé, Vostell - Plakatabrisse und Textbilder aus des Sammlung Cremer, Staatsgalerie, Stuttgart (Germania_Allemagne) 1970 New Multiple Art, Whitechapel, Londra_Londres Nouveau Réalisme 1960-1970, Galerie Mathias Fels, Parigi_Paris 1967 Artypo - Des œuvres d’art faites au moyen des techniques graphiques, Stedelijk van Abbemuseum, Eindhoven (Paesi Bassi_Pays-Bas) Superlund - Un panorama du présent, une philosophie du futur, Lund Konsthall, Lund (Svezia_ Suède) 1966 Dufrêne, Rotella, Villeglé Décollages, Galerie Ad Libitum, Anversa_Anvers 1965 Table d’orientation provisoire pour une lecture de l’art d’aujourd’hui, Galerie Zunini, Parigi_Paris Hommage à Nicéphore Niepce, Galerie J, Parigi_Paris Le Merveilleux moderne, Lund Konsthall, Lund (Svezia_Suède) Salon Comparaisons, Musée d’Art moderne de la Ville de Paris, Parigi_Paris 1964 Biennale di Venezia Dix ans d’art actuel - Salon Comparaisons, Musée d’Art moderne de la Ville de Paris, Parigi_Paris L’Affiche lacérée, Gres Gallery, Chicago Nieuwe Realisten, Gemeentemuseum, La Haye (Paesi Bassi_Pays-Bas) Figuratie - Defiguratie. De Mensellijke figuur sedert Picasso / Figuration - Défiguration. La figure humaine depuis Picasso, Musée des Beaux-arts, Gand (Belgio_Belgique) 50 ans de collages, papiers collés, assemblages. Collages du cubisme à nos jours, Musée d’Art et d’Industrie, Saint-Étienne DANIEL SPOERRI (1930, Galati, Romania_Roumanie - Vive e lavora a_Vit et travaille à Vienna_Vienne) (Francia_France) / Musée des Arts décoratifs, Parigi_Paris 1963 Dufrêne, Hains, Rotella, Villeglé, Galleria Arturo Schwarz, Milano_ Milan 2ème Festival du Nouveau Réalisme, Monaco_Munich Esposizioni personali selezionate_Expositions personnelles (sélection) 1962 The New Realists, Sidney Janis Gallery, New York Salon Comparaisons, Musée d’Art moderne de la Ville de Paris, Parigi_Paris Option 1, Galerie Girardon, Parigi_Paris Donner à voir 2, Galerie Creuze, Parigi_Paris Collages et objets, Galerie du Cercle, Parigi_Paris 2009 Ludwig Museum im Deutschherrenhaus, Coblenza_ Coblence (Germania_Allemagne) Neue Werke, Levy Galerie, Amburgo_Hambourg 2007 Assemblages, Galerie Stella & Vega, Brest (Francia_France) Assemblages & Sculpturen, Galerie Willy Schoots, Eindhoven (Paesi Bassi_Pays-Bas) Opere scelte 1963-90, Galleria Arte e Arte, Bologna_Bologne (Italie) Non per caso, Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci, Prato (Italie) 1961 À 40 degrés au dessus de Dada, Galerie J, Parigi_Paris The Art of Assemblage, Museum of Modern Art, New York 1er Festival du Nouveau Réalisme, Galerie Muratore, Nizza_Nice Salon Comparaisons, Musée d’Art moderne de la Ville de Paris, Parigi_Paris 2005 Gli idoli di Prillwitz, Fondazione Mudima, Milano_Milan 110 Jahre Spoerri und Galerie Levy, Galerie Levy, Amburgo_ Hambourg 1960 3ème Festival d’art d’avant-garde, Parc des expositions de la Porte de Versailles, Parigi_Paris 2004 Musée des Jacobins, Morlaix (Francia_France) Galerie Charlotte Moser, Ginevra_ Genève Daniel Spoerri presents Eat Art, Galerie Fraîch’Attitude, Parigi_ Paris 2003 Der Zufall als Meister, Kunst Haus Wien, Vienna_Vienne 2002 Le Restaurant Spoerri au Jeu de Paume, Galerie nationale du Jeu de Paume, Parigi_Paris N O U V E A U R É A L I S M E 266 267 N O U V E A U R É A L I S M E 2000 Cabinet Automatique, Emily Harvey Gallery, New York 1996 Carnaval des animaux, Galerie Yvon Lambert, Parigi_Paris / Fondazione Mudima, Milano_ Milan 1965 Daniel Spoerri’s Room No.631 at the Chelsea Hotel, The Green Gallery, New York 2007 Le Nouveau Réalisme, galeries nationales du Grand Palais, Parigi_Paris 1961 Galleria Arturo Schwarz, Milano_ Milan 2005 Nouveau Réalisme: Kunst und Wirklichkeit in den 60er Jahren, MUMOK - Museum Moderner Kunst Stiftung Ludwig, Vienna_ Vienne 1994 Le Cabinet anatomique de Daniel Spoerri, Centre d’art, Montbéliard (Francia_France) / Musée de l’assistance publique, Parigi_Paris; Galerie Raab, Berlino_Berlin / Galerie Holtmann, Colonia_Cologne / Galerie Wachters, Bruxelles / Galerie Andy Illien, Zurigo_ Zurich Esposizioni collettive selezionate_Expositions collectives (sélection) 1991 Corps en morceaux, Galerie Raab, Berlino_Berlin Daniel Spoerri: Background Landscapes, Zabriskie Gallery, New York 2008 Il Nouveau Réalisme dal 1970 ad oggi. Omaggio a Pierre Restany, PAC - Padiglione d’Arte Contemporanea, Milano_Milan 1990 Centre Georges Pompidou / MNAM - Musée national d’Art moderne, Parigi_Paris / Musée Picasso, Antibes (Francia_ France) / MUMOK - Museum Moderner Kunst Stiftung Ludwig, Vienna_Vienne / Städische Galerie im Lenbachhaus, Monaco_Munich 1988 Le trésor des pauvres, Galerie Beaubourg, Parigi_Paris 1981 La Pharmacie Bretonne, Galerie Nothelfer, Berlino_Berlin 1972 Spoerri – triple multiplicateur d’art (20+5 originaux en série), Galerie 2000, Parigi_Paris 1971 Hommage à Isaac Feinstein, Stedelijk Museum, Amsterdam 2009 Schweizerische Triennale der Skulptur Bad Ragaz und Vaduz, Bad Ragaz (Svizzera_Suisse) Mahlzeit! (Essen in der Kunst), Galerie im Traklhaus, Salisburgo_ Salzbourg 2001 Les Années Pop, Centre Georges Pompidou / MNAM - Musée national d’Art moderne, Parigi_ Paris 1998 EAT! The Food Exhibition, Museum of Contemporary Art, Sydney Premises - Invested Spaces in Visual Arts, Architecture and Design from France, Guggenheim Museum, New York 1997 Made in France: 1947-1997, 50 ans de création en France, 19581998, Centre Georges Pompidou / MNAM - Musée national d’Art moderne, Parigi_Paris De Klein à Warhol: face-à-face France / Etats-Unis, MAMAC - Musée d’Art moderne et d’Art contemporain, Nizza_Nice Objects of Desire: The Modern Still Life, Museum of Modern Art, New York 1993 Poésure et peintrie, Centre de la Vieille Charité, Marsiglia_ Marseille 1992 Les Nouveaux Réalistes, Galerie Rigassi, Berna_Berne 1991 Pierre Restany: le cœur et la raison, Musée des Jacobins, Morlaix (Francia_France) Pop Art, Royal Academy of Arts, Londra_Londres 1988 Nouveaux Réalistes: Works from 1957 to 1963, Zabriskie Gallery, New York 1986 1960. Les Nouveaux Réalistes, Musée d’Art moderne de la Ville de Paris, Parigi_Paris 1982 Les Nouveaux Réalistes, Galerie des Ponchettes, Nizza_Nice 1977 Paris - New York 1908-1969, Centre Georges Pompidou / MNAM - Musée national d’Art moderne, Parigi_Paris 1976 Les Nouveaux Réalistes, Galerie Beaubourg / Galerie Jean Larcade, Parigi_Paris 1972 1960-1972: Douze ans d’art contemporain en France, Grand Palais, Parigi_Paris 1970 New Multiple Art, Whitechapel, Londra_Londres Happening & Fluxus, Kunstverein, Colonia_Cologne Nouveau Réalisme 1960-1970, Galerie Mathias Fels, Parigi_Paris 1968 Dada, Surrealism and Their Heritage, Museum of Modern Art, New York 1965 Les Objecteurs, Galerie J, Parigi_ Paris 1964 Nieuwe Realisten, Gemeentemuseum, La Haye (Paesi Bassi_Pays-Bas) 1963 2ème Festival du Nouveau Réalisme, Monaco_Munich 1962 Dylaby: Dynamisch Labyrint, Stedelijk Museum, Amsterdam The New Realists, Sidney Janis Gallery, New York Salon Comparaisons, Musée d’Art moderne de la Ville de Paris, Parigi_Paris Donner à voir 2, Galerie Creuze, Parigi_Paris Collages et objets, Galerie du Cercle, Parigi_Paris 1961 À 40 degrés au dessus de Dada, Galerie J, Parigi_Paris Zero - Edition, Exposition, Demonstration, Galerie Schmela, Düsseldorf 1er Festival du Nouveau Réalisme, Galerie Muratore, Nizza_Nice Salon Comparaisons, Musée d’Art moderne de la Ville de Paris, Parigi_Paris 1960 3ème Festival d’art d’avant-garde, Parc des expositions de la Porte de Versailles, Parigi_Paris de l’Hôtel-Dieu, Mantes-la-Jolie (Francia_France) Scapa Memories. Eine Sammlung, Museum Tinguely, Basilea_Bâle Esposizioni personali selezionate_Expositions personnelles (sélection) 1996 Jean Tinguely, oeuvres appartenant aux collections nationales, Centre Georges Pompidou / MNAM - Musée national d’Art moderne, Parigi_ Paris 2008 Il Nouveau Réalisme dal 1970 ad oggi. Omaggio a Pierre Restany, PAC - Padiglione d’Arte Contemporanea, Milano_Milan 2009 Henie Onstad Art Centre, Høvikodden (Norvegia_Norvège) 1988 Jean Tinguely, Centre Georges Pompidou – MNAM, Parigi_Paris 2008 Jean Tinguely: A Retrospective, Kunsthaus Wien, Vienna_Vienne Werke von 1960 bis 1974, Galerie Renée Ziegler, Zurigo_Zurich Jean Tinguely: Retrospectiva, IVAM - Peinture et sculpture Institut Valencià d’Art Modern, Valencia_Valence 1975 Jean Tinguely: Reliefs et sculptures 1954-1965, Galerie Bonnier, Ginevra_Genève / Galerie Renée Ziegler, Zurigo_Zurich JEAN TINGUELY (1925, Friburgo_Fribourg, Svizzera_Suisse - 1991, Berna_ Berne) 2007 Alles beweegt!, Kunsthal Rotterdam 2006 Stiftung Wilhelm Lehmbruck Museum - Center of International Sculpture, Duisburg (Germania_ Allemagne) Galerie Renée Ziegler, Zurigo_ Zurich Es bewegt sich alles. Stillstand gibt es nicht, Kunstmuseum, Bonn Jean Tinguely - Sculptures 19601990, Galerie JGM, Parigi_Paris 2004 Große Spirale: Homage to NY, Neue Galerie Graz am Landesmuseum Joanneum, Graz (Austria_Autriche) 2003 Stillstand gibt es nicht!, Kunsthalle, Emden (Germania_ Allemagne) 2002 Jean Tinguely & Cie: Collaborations artistiques, Musée 2007 Le Nouveau Réalisme, galeries nationales du Grand Palais, Parigi_Paris 2005 Nouveau Réalisme: Kunst und Wirklichkeit in den 60er Jahren, MOMUK - Museum Moderner Kunst, Vienna_Vienne 2001 Les Années Pop, Centre Georges Pompidou / MNAM - Musée national d’Art moderne, Parigi_ Paris 1971 Machines de Tinguely, Centre national d’art contemporain, Parigi_Paris 1966 Tinguely, Galerie Gimpel & Hanover, Zurigo_Zurich 1999 Georges Pompidou et la modernité, Galerie nationale du Jeu de Paume, Parigi_Paris 1964 Tinguely: Méta-matic, Galerie Iolas, Parigi_Paris 1998 Arte y acción. Entre la Performance y el Objeto 19491979, Museu d’art contemporani, Barcellona_Barcelona Premises - Invested Spaces in Visual Arts, Architecture and Design from France, 1958-1998, Guggenheim Museum, New York 1961 Recent constructions, Staempfli Gallery, New York 1960 Kinetic Constructions and Drawing Machines, Staempfli Gallery, New York 1997 Made in France - 1947-1997, 50 ans de création en France, Centre Georges Pompidou / MNAM - Musée national d’Art moderne, Parigi_Paris De Klein à Warhol: face-à-face France / États-Unis, MAMAC - Musée d’Art moderne et d’Art contemporain, Nizza_Nice 1959 Tinguely: Méta-matic, Iris Clert, Parigi_Paris Esposizioni collettive selezionate_Expositions collectives (sélection) 2009 Da Hartung a Warhol, CAMeC - Centro Arte Moderna e Contemporanea, La Spezia (Italie) N O U V E A U R É A L I S M E 1992 Les Nouveaux Réalistes, Galerie Rigassi, Berna_Berne 268 269 N O U V E A U R É A L I S M E 1991 Pierre Restany: le cœur et la raison, Musée des Jacobins, Morlaix (Francia_France) Pop Art, Royal Academy of Arts, Londra_Londres 1988 Nouveaux Réalistes, Works from 1957 to 1963, Zabriskie Gallery, New York 1986 1960. Les Nouveaux Réalistes, Musée d’Art moderne de la Ville de Paris, Parigi_Paris 1982 Les Nouveaux Réalistes, Galerie des Ponchettes, Nizza_Nice 1977 Paris - New York 1908-1969, Centre Georges Pompidou / MNAM - Musée national d’Art moderne, Parigi_Paris 1976 Les Nouveaux Réalistes, Galerie Beaubourg / Galerie Jean Larcade, Parigi_Paris 1972 1960-1972: Douze ans d’art contemporain en France, galeries nationales du Grand Palais, Parigi_Paris 1970 New Multiple Art, Whitechapel, Londra_Londres Nouveau Réalisme 1960-1970, Galerie Mathias Fels, Parigi_Paris 1968 Documenta IV, Kassel Dada, Surrealism and Their Heritage, Museum of Modern Art, New York Le Décor quotidien de la vie en 1968 - Expansions et environnements, Musée Galliera, Parigi_Paris The Machine as Seen at the End of the Mechanical Age, Museum of Modern Art, New York 1966 Seven Decades 1895-1965 - Crosscurrents in Modern Art, Cordier & Ekstrom Gallery, New York 1965 Pop Por, Pop Corn, Corny, Galerie Jean Larcade, Parigi_Paris Two Kinetic Sculptors: Nicolas Schöffer - Jean Tinguely, Jewish Museum, New York Trois sculpteurs: César, Roël d’Haese, Tinguely, Musée des Arts décoratifs, Parigi_Paris Le Merveilleux moderne, Lund Konsthall, Lund (Svezia_Suède) 1964 Documenta III, Kassel Biennale di Venezia Nieuwe Realisten, Gemeentemuseum, La Haye (Paesi Bassi_Pays-Bas) 1963 2ème Festival du Nouveau Réalisme, Monaco_Munich 1962 Antagonismes 2: l’Objet, Musée des Arts décoratifs, Parigi_Paris Dylaby: Dynamisch Labyrint, Stedelijk Museum, Amsterdam The New Realists, Sidney Janis Gallery, New York Salon Comparaisons, Musée d’Art moderne de la Ville de Paris, Parigi_Paris Donner à voir 2, Galerie Creuze, Parigi_Paris 1961 À 40 degrés au dessus de Dada, Galerie J, Parigi_Paris Le Nouveau Réalisme à Paris et à New York, Galerie Rive Droite, Parigi_Paris The Art of Assemblage, Museum of Modern Art, New York Bewogen Beweging - Mouvement émouvant, Stedelijk Museum, Amsterdam / Moderna Museet, Stoccolma_Stockholm / Louisiana Museum of Modern Art, Humlebaek (Danimarca_ Danemark) Zero. Edition, Exposition, Demonstration, Galerie Schmela, Düsseldorf 1er Festival du Nouveau Réalisme, Galerie Muratore, Nizza_Nice Les Nouveaux Réalistes, Galerie Samlaren, Stoccolma_Stockholm Salon Comparaisons, Musée d’Art moderne de la Ville de Paris, Parigi_Paris Anti-Procès 3, Galleria Brera, Milano_Milan 1960 Les Nouveaux Réalistes, Galleria Apollinaire, Milano_Milan 3ème Festival d’art d’avant-garde, Parc des expositions de la Porte de Versailles, Parigi_Paris JACQUES VILLEGLÉ (Jacques Mahé de la Villeglé, detto_dit) (1926, Quimper, Francia_France - Vive e lavora a_Vit et travaille à Parigi_Paris) Esposizioni personali selezionate_Expositions personnelles (sélection) 2009 Petits Formats 1958 - 2002, Galerie Georges-Philippe et Nathalie Vallois, Parigi_Paris Musée des Beaux-arts, Angers (Francia_France) 2008 La Comédie urbaine, Centre Georges Pompidou / MNAM - Musée national d’Art moderne, Parigi_Paris Musée d’Épinal, Épinal (Francia_ France) Jacques Villeglé - Decollages from 1965 to 2006, Modernism Inc., San Francisco Musée d’Art Contemporain, Lione_Lyon 2001 Jacques de la Villeglé – Works from 1955-1991, The Mayor Gallery, Londra_Londres Jacques Villeglé: Works of protest 1960s-1990s, Alan Koppel Gallery, Chicago 1999 Le Grand Mix: apparitions concertées, Galerie du Confort Moderne, Poitiers (Francia_ France) Mots: 1949-1996, Galerie Georges-Philippe et Nathalie Vallois, Parigi_Paris 1985 Villeglé, le retour de l’Hourloupe, Maison de la Culture, Rennes (Francia_France) Esposizioni collettive selezionate_Expositions collectives (sélection) 2009 Dans l’oeil du critique - Bernard Lamarche-Vadel et les artistes, Musée d’Art moderne de la Ville de Paris, Parigi_Paris 1978 Jacques Villeglé: affiches lacérées, Musée des Jacobins, Morlaix (Francia_France) 1974 Villeglé: défense d’afficher, Galerie Beaubourg, Parigi_Paris 2008 Il Nouveau Réalisme dal 1970 ad oggi. Omaggio a Pierre Restany, PAC - Padiglione d’Arte Contemporanea, Milano_Milan 1972 Jacques de la Villeglé. Decollagen 1949-1972, Museum Haus Lange, Krefeld (Germania_Allemagne) 1998 Jacques Villeglé - Retrospective, Alan Koppel Gallery, Chicago 1971 Villeglé. Retrospective 1949-1971, Moderna Museet, Stoccolma_ Stockholm 1989 Jacques Villeglé: Works 19611989, Zabriskie Gallery, New York 1963 Galleria Arturo Schwarz, Milano_ Milan 2007 Le Nouveau Réalisme, galeries nationales du Grand Palais, Parigi_Paris 2005 Gli Affichistes. Tra Milano e Bretagna, Galleria Gruppo Credito Valetellinese, Milano_Milan Nouveau Réalisme: Kunst und Wirklichkeit in den 60er Jahren, MUMOK - Museum moderner Kunst Stiftung Ludwig, Vienna_ Vienne 2004 Nouveau Réalisme: les affichistes Dufrêne - Hains - Rotella - Villeglé, Galerie Véronique Smagghe, Parigi_Paris 2007 Jacques Villeglé: La lettre lacérée, 1955-1992, Galerie GeorgesPhilippe & Nathalie Vallois, Parigi_Paris Villeglé, il décollage di un grande maestro, Vecchiato New Art Galleries, Padova (Italie) 2003 L’Objet et moi, Musée d’Art contemporain du Val de Marne, Valle della Marna (Francia_ France) / Galerie municipale de Vitry, Vitry-sur-Seine (Francia_ France) 2006 Le Quartier - Centre d’art contemporain, Quimper (Francia_ France) 2005 Politiques 1957-1995, Galerie Georges-Philippe & Nathalie Vallois, Parigi_Paris 2001 Les Années Pop, Centre Georges Pompidou / MNAM - Musée national d’Art moderne, Parigi_ Paris 2003 Alphabet socio-politique, Musée Sainte-Croix, Poitiers (Francia_ France) Héraldique et Subversions, 2000 Micropolitiques, Le Magasin - Centre National d’Art Contemporain, Grenoble (Francia_ France) N O U V E A U R É A L I S M E 270 271 N O U V E A U R É A L I S M E 1999 La Peinture après l’abstraction: 1955-1975, Musée d’Art moderne de la Ville de Paris, Parigi_Paris 1998 L’Avant-garde est-elle Bretonne?, FRAC Bourgogne, Digione_Dijon (Francia_France) 1997 Made in France - 1947-1997, 50 ans de création en France, Centre Georges Pompidou / MNAM - Musée national d’Art moderne, Parigi_Paris De Klein à Warhol: face-à-face France / Etats-Unis, MAMAC - Musée d’Art moderne et d’Art contemporain, Nizza_Nice 1996 Face à l’histoire 1933-1996, Centre Georges Pompidou / MNAM - Musée national d’Art moderne, Parigi_Paris 1994 Murmures des rues: François Dufrêne, Raymond Hains, Mimmo Rotella, Jacques Villeglé, Wolf Vostell, Musée des Beaux-arts, Rennes (Francia_France) 1993 Et tous, ils changent le monde. 2ème Biennale d’Art Contemporain de Lyon, Lione_Lyon Poésure et peintrie, Centre de la Vieille Charité, Marsiglia_ Marseille 1992 Les Nouveaux Réalistes, Galerie Rigassi, Berna_Berne 1991 Pierre Restany: le cœur et la raison, Musée des Jacobins, Morlaix (Francia_France) Pop Art, Royal Academy of Arts, Londra_Londres 1989 Hains, Villeglé, Dufrêne Collection du FRAC Bretagne, Galerie Espace L’Orient, Lorient (Francia_France) 1988 Nouveaux Réalistes: Works from 1957 to 1963 Zabriskie Gallery, New York 1986 1960. Les Nouveaux Réalistes, Musée d’Art moderne de la Ville de Paris, Parigi_Paris 1982 Les Nouveaux Réalistes, Galerie des Ponchettes, Nizza_Nice 1977 Paris - New York 1908-1969, Centre Georges Pompidou / MNAM - Musée national d’Art moderne, Parigi_Paris 1976 Les Nouveaux Réalistes, Galerie Beaubourg / Galerie Jean Larcade, Parigi_Paris 1972 1960-1972: Douze ans d’art contemporain en France, galeries nationales du Grand Palais, Parigi_Paris 1971 Dufrêne, Hains, Rotella, Villeglé, Vostell - Plakatabrisse und Textbilder aus des Sammlung Cremer, Staatsgalerie, Stuttgart (Germania_Allemagne) 1970 Nouveau Réalisme 1960-1970, Galerie Mathias Fels, Parigi_Paris 1966 Mouvement Dada 1916-1966, Galleria Schwarz, Milano_Milan Dufrêne, Rotella, Villeglé Décollages, Galerie Ad Libitum, Anversa_Anvers 1965 Table d’orientation provisoire pour une lecture de l’art d’aujourd’hui, Galerie Zunini, Parigi_Paris Le Merveilleux moderne, Konsthall, Lund (Svezia_Suède) Salon Comparaisons, Musée d’Art moderne de la Ville de Paris, Parigi_Paris 1964 Dix ans d’art actuel - Salon Comparaisons, Musée d’art moderne de la Ville de Paris, Parigi_Paris L’Affiche lacérée, Gres Gallery, Chicago Nieuwe Realisten, Gemeentemuseum, La Haye (Paesi Bassi_Pays-Bas) 50 ans de collages, papiers collés, assemblages. Collages du cubisme à nos jours, Musée d’Art et d’Industrie, Saint-Étienne (Francia_France) / Musée des Arts décoratifs, Parigi_Paris 1963 Dufrêne, Hains, Rotella, Villeglé, Galleria Arturo Schwarz, Milano_ Milan 2ème Festival du Nouveau Réalisme, Monaco_Munich 1962 Salon Comparaisons, Musée d’Art moderne de la Ville de Paris, Parigi_Paris Donner à voir 2, Galerie Creuze, Parigi_Paris Collages et objets, Galerie du Cercle, Parigi_Paris 1961 À 40 degrés au dessus de Dada, Galerie J, Parigi_Paris The Art of Assemblage, Museum of Modern Art, New York 1er Festival du Nouveau Réalisme, Galerie Muratore, Nizza_Nice Les Nouveaux Réalistes, Galerie Samlaren, Stoccolma_Stockholm Salon Comparaisons, Musée d’Art moderne de la Ville de Paris, Parigi_Paris 1960 Les Nouveaux Réalistes, Galleria Apollinaire, Milano_Milan © SHIN production settembre 2009 ISBN 88 89005 59 0