L`Aikido come metodo di crescita interiore

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L`Aikido come metodo di crescita interiore
Valori e messaggi che la disciplina promuove
In questa mia relazione si parlerà della filosofia che sta dietro all’Aikido,arte marziale
giapponese fondata da Morihei Ueshiba,divenuta famosa e conosciuta ai più anche
grazie a diversi film di azione che l’attore Steven Seagal interpretò negli anni
80/90.Premetto che tutte le arti marziali sono degne di rispetto e non c’è ne è una meglio
dell’altra e non è intenzione in questo post trattare la parte tecnica della disciplina,ma
bensi le nobili basi spirituali e filosofiche che la sorreggono e che sono i veri fini da
perseguire in questa arte.
Il messaggio dell’aikido considerando i tempi in cui è stato concepito è davvero
rivoluzionario rispetto ad altre arti marziali dell’epoca.E’ un messaggio
nuovo,potente,originale,forte,nobile lontano da rigidi dogmi marziali dell’epoca che mi ha
profondamente colpito.E’ un capovolgimento del tutto nuovo di intendere il combattimento
e lo scontro fisico.
Poichè molte delle idee dell’ aikido risuonano e sono affini con quelle contenute in molti
post di questo blog ho voluto cercare di trattare la filosofia i valori e la spiritualità che esso
contiene(per quanto posso),tralasciando la parte prettamente tecnica e marziale che non è
il fine principe di questa arte come vedremo.
La parola aikido significa grosso modo “via dell’armonia dell’energia(amore)universale”.
l’aikido prima di essere un arte marziale e un sistema di difesa è uno straordinario mezzo
di integrazione psicofisica, di ampliamento di coscienza e consapevolezza,è una via che
mira alla crescita personale e spirituale dell’individuo,è un percorso e un’esperienza
interiore,al fine di ottenere pace e quiete e di essere in armonia con gli altri esseri
viventi,con l’universo intero.
Ecco il vero scopo è quello di creare uomini che lavorino per il bene
dell’universo.Lentamente si realizza l’unione di mente-corpo e spirito,di esterno e
interno,di morbidezza,elasticità,di energia e forza.La competizione agonistica qui non è
presente,avviene solo con se stessi,con i propri fantasmi e le proprie paure,il premio è la
libertà diventando persone migliori e serene.L’aikido mira a pulire e rendere lucente la
parte migliore di una persona.
L’aikido è una potente meditazione dinamica,uno zen in movimento ,è un mezzo, un
portale per accrescere la propria coscienza e spiritualità per accedere alla dimensione del
presente,dell’ adesso,dell’ assoluto,un tramite per ricongiungersi all’energia universale.
Il praticante,simulando un combattimento usa l’aikido come mezzo per esprimere se
stesso e per rapportarsi alla realtà che lo circonda.Nello scontro con il suo avversario egli
si riconosce,conosce e apprende.E’ un viaggio che mira ad approfondire e ricercare il
ki(energia vitale)all’interno di sè e nella realtà che lo circonda e danzare in armonia con
questa energia.Si ricerca infatti il corretto equilibrio e la gestione dell’energia dinamica che
scorre tra i poli contrastanti e opposti,all’interno dei quali si manifesta la realtà,dapprima
dentro di sè e poi nell’avversario.
L’aikido è un arte marziale non violenta basata sulla strategia della cedevolezza,non ci
sono tecniche di attacco,ma solo di difesa,la sua strategia si concentra nell’assecondare i
movimenti dell’aggressore per rivolgere contro la sua stessa forza ed eventualmente
metterlo fuori combattimento con il minimo uso della forza ma sfruttando appunto il suo
slancio.In breve la strategia per ottenere ciò si basa attraverso una serie di tecniche quali:
Prese,leve articolari,proiezioni e immobilizzazioni,squilibri,sbilanciamenti,finte e
schivate,seguiti da vari e repentini cambi di direzione,traiettorie e rotazioni con l’obiettivo di
impadronirsi del” centro” e dell’equilibrio a scapito dell’altro per metterlo fuori
combattimento e/o controllarlo nel più breve tempo possibile.E’ previsto nel bagaglio
tecnico dell’aikido anche lo studio,la difesa e l’uso di alcune armi bianche quali
bastone,spada e coltello e il corretto metodo per le cadute per non farsi male.
Nell’aikido,la realtà è vista in modo bidimensionale,è caratterizzata dalla dualità,(come
trattato in un post specifico)la vita nasce infatti dall’alternarsi dei due poli opposti e
contrastanti tra loro,dai quali scorre l’energia.Tali forze sono opposte ma complementari e
bisogna cercare l’equilibrio fra loro.
Il momento ottimale infatti non stà nel predominio o nella vittoria di una forza sull’altra ma
nel raggiungimento di un armonia tra esse,un equilibrio dinamico che rispetti l’esistenza di
entrambe.
Questi 2 aspetti hanno quindi pari valore e diritto di esistere,l’una non esiste senza
l’altra.Esse sono in sostanza 2 aspetti della medesima realtà e sono unite.
Nell’aikido i 2 praticanti rappresentano queste 2 energie opposte cioè uno attacca e l’altro
è attaccato.L’energia dell’aggressore nasce per essere scaricata sull’altro il quale a sua
volta asseconderà e sfrutterà questa energia a suo vantaggio.Non c’è infatti aikido senza
entrambe le parti opposte(aggressore-aggredito) ma sono la stessa cosa,entrambi danno
vita all’aikido.Senza la componente opposta,l’aikido non esiste.
Di solito la reazione istintiva a un aggressione o attacco è rispondere con altra
aggressività e violenza,ma per l’aikido questo atteggiamento non è costruttivo e porta a un
risultato immediato ma parziale,è in sostanza una risposta animale che non ci fa crescere
poichè è una risposta di chiusura che non permette un reale scambio di energie e
informazioni ed è caratterizzata da una totale incomunicabilità.
Ed è qui che entra in gioco il rivoluzionario modo di intendere lo scontro dell’aikido,un
modo di intendere il combattimento e lo scontro sotto una nuova e più nobile prospettiva.
La risposta a un’azione violenta invece è rispettare l’aggressore lasciando che la sua
azione si attenui fino a spegnersi.Il praticante impara a non subire la violenza
dell’aggressore e a evitare la linea di attacco “svuotandosi“con spostamenti e rotazioni
del corpo in modo da non permettere all’avversario di scaricare la propria energia su di
lui.L’aikidoka impara a essere come l’acqua…. flessibile, duttile e adattabile a seconda
del contesto e dell’avversario,a offrire la minima resistenza e al tempo stesso essere
dirompente quando libera la propria energia sommata a quella dell’aggressore.
Svuota la tua mente. Sii senza forma. Senza limiti, come l’acqua. Se metti dell’acqua in
una tazza, l’acqua diviene tazza. Se la metti in una bottiglia, diventa la bottiglia. In una
teiera, diventa la teiera. L’acqua può fluire o spezzare. Sii come acqua, amico mio.
——-Bruce Lee
La perfezione in aikido si ottiene quando spirito, mente e fisico sono allineati,quando la
mente si svuota e vive nel momento presente,conformandosi con l’esterno e
controllandolo senza mai scontrarsi e opporre resistenza.
Ecco 3 bei video pratici che mostrano i principi e la tecnica:
Ecco che allora le tecniche fluiscono da sole e sono efficaci,impregnate di un energia
superiore e non meccanica.Ecco allora che il praticante di aikido” scompare“e diventa uno
strumento,un canale che veicola e fà fluire questa energia in modo ottimizzato e
funzionale ai suoi fini,generando le opportune tecniche che la “incarnano” a seconda del
contesto.
Il praticante di aikido,una volta centratosi in sè,cerca poi la connessione con
l’aggressore,la cooperazione,in una sorta di danza,di tacita complicità fra le 2
parti.Paradossalmente l’aggressore diviene una sorta di compagno con cui
armonizzarsi,con cui fondersi in simbiosi, cercando di entrare in empatia con esso.La sua
energia aggressiva deve essere accolta,indirizzata e equilibrata.
Il praticante esperto riesce così a ottenere il massimo risultato con il minimo
sforzo,rispettando le leggi naturali,adattandosi e lasciando che l’aggressore sia messo in
difficoltà dalla sua stessa forza,evitando così che il contrasto cresca sempre di più e
generi ancora più violenza.
Tutte le tecniche dell’aikido devono essere collegate ai principi universali.
—-Morihei Ueshiba
L’esperto di Aikido ha cosi una scelta,diviene un uomo capace di combattere
efficaciemente se vuole mettere fuori combattimento l’avversario,ma anche di pacificare di
reprimere e di comprendere l’altro.A seconda delle situazioni ha la possibilità di scegliere il
comportamento da applicare e diviene allora padrone di se stesso e della propria realtà.
L’obiettivo dell’aikido non è la vittoria poichè questa lascia sempre sul campo uno sconfitto
che nutrirà rancore e rabbia covando vendetta.
Il vero obiettivo è invece con-vincere(vincere insieme) lasciando che l’aggressore sia
sconfitto dalla propria forza,risvegliando in lui la curiosità,il dubbio che la violenza pura
non sia poi la scelta più efficacie e saggia di risoluzione dei contrasti all’interno dei rapporti
umani.
Nell’aikido la violenza non è fine a se stessa,alla base del rapporto tra individui vi è la
comunicazione,la connessione,lo scambio che permette di conoscere se stessi e il
prossimo,la conoscenza e il rispetto verso i propri simili,la consapevolezza finale di essere
tutt’uno con la realtà che ci circonda,di essere tutti interconessi tra noi oltre l’apparente
realtà duale.
Il monaco guerriero sa che l’avversario è sempre solo una parte di sè.In realtà non c’è
nessuno là fuori,non c’è nessuno oltre i confini della sua coscienza.
I suoi nemici sono solo i suoi nemici interiori.La vera battaglia è con se stessi,non con gli
altri,l’avversario riflette le nostre ombre.Mentre combatte vede nell’altro solo un frammento
del suo essere da reintegrare.Il suo scopo principe non è ucciderlo,ma imparare a
conoscerlo e dominarlo.Si getta nella battaglia con ardore e con l’amore nel cuore,non c’è
odio verso l’altro o paura.
Mentre fronteggia il nemico,in uno stato di totale presenza,fermo nel suo centro,la mente
vuota e immobile,le emozioni assenti,il corpo in equilibrio,il respiro sotto
controllo,l’attenzione orientata all’interno non meno che all’esterno….a un certo punto
accade qualcosa:vede che l’avversario si muove dentro di lui,è solo un prodotto della sua
mente,l’estensione di una zona sconosciuta della sua anima.Diviene cosi consapevole che
gli eventi non accadono a lui,ma dentro di lui.
Questo è il risveglio interiore del guerriero dello spirito.
A ogni nuova battaglia si scopre sempre qualcosa in più di se stessi e ogni volta tale
risveglio può accadere.
Talvolta può succedere che una battaglia tra grandi maestri sia già vinta prima
dell’incontro.Stando uno davanti l’altro,si scrutano,si studiano,cercano di stabilire una
connessione, un’ascolto, cercano di sintonizzarsi sulle “frequenze” dell’altro, cercano di
percepire le crepe interiori dell’avversario qualora ce ne siano. A un certo punto
silenziosamente si stabilisce una gerarchia,la forza interiore di uno si rivela maggiore
dell’altro,praticamente uno ha vinto e l’altro ha perso senza necessità di uno scontro sul
piano fisico.
Nel vero budo,non ci sono nemici.il vero budo è una funzione dell’amore.La via del
guerriero non è distruggere o uccidere,ma nutrire la vita.
Al contrario,con la violenza,con la chiusura si giunge solo alla paura,all’ignoranza,alla
generalizzazione all’impossibilità di comunicazione e di riconoscersi negli altri e quindi
allo scontro distruttivo e sterile.Il praticante di aikido o il guerriero spirituale in genere cerca
di costruire,di armonizzarsi con gli altri,non di distruggere e separare.
Aspirante istruttore MEMORE CLAUDIO

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