Paganella Dolomiti Magazine

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Paganella Dolomiti Magazine
PAGANELLA
DOLOMITI
MAGAZINE
n. 05/16
www.paganelladolomitimagazine.it
LA MONTAGNA
NASCOSTA:
LE SORPRESE CHE RISERVA L’INVERNO
GRANDI CAMPIONI
BODE MILLER: LO SPIRITO
LIBERO DELLA MONTAGNA
L'ERMELLINO, SENTINELLA
DELLE ALTE QUOTE
IL DIETRO LE QUINTE
DELLO SCI
EDITORIALE
LA MONTAGNA CHE SI SVELA
E QUELLA CHE SI NASCONDE
I
l tema di fondo di questo nuovo numero di “Paganella Dolomiti Magazine” è la montagna che in inverno
si svela e allo stesso tempo si nasconde. Perché con
la neve, il paesaggio, l’ambiente naturale, ciò che ci
circonda, cambiano forma, linee, colori. E luoghi
per noi abituali, diventano improvvisamente nuovi,
in parte sconosciuti, come se si svelassero per la prima volta. Allo
stesso tempo, con il freddo, molti animali vanno in letargo o in
ibernazione o sono soggetti a una muta straordinaria (come nel
caso dell’ermellino a cui abbiamo dedicato un focus), celandosi alla
nostra vista, così come per le piante e gli alberi che si spogliano delle
loro foglie.
Tutto questo regala e fa vivere sensazioni uniche, rendendo la stagione invernale una delle più affascinanti dell’anno. È il motivo per
cui abbiamo voluto raccontare questo aspetto della montagna, di
cui, forse, non si parla mai abbastanza.
La montagna invernale emerge sotto molti aspetti anche dall’altrettanto straordinaria intervista che il grande campione di sci
alpino Bode Miller ha rilasciato in esclusiva al nostro Magazine.
Intervista, che non a caso, abbiamo intitolato “Lo spirito libero
della montagna”: perché dall’intervista a Bode si comprende benissimo che ciò che fa grande un campione, oltre all’indubbia capacità tecnica e ai sacrifici incredibili per raggiungere dei risultati,
è proprio l’amore intenso per la montagna, per tutti i suoi aspetti,
visibili e nascosti.
delle simpatiche tavole con indicate le dodici
regole raccomandate dai Maestri di Sci per
sciare in sicurezza, divertendosi. Regole che
valgono naturalmente anche per i più grandi.
Lo sci, infatti, è soprattutto divertimento a
contatto con la natura e per garantire a tutti di
vivere momenti spensierati e ricchi di emozione
occorre il rispetto degli altri e considerare che
sulle piste non si è mai soli.
E forse è proprio il fatto di stare insieme agli altri, che non si è soli, che rende affascinante lo sci
e più in generale lo sport, così come insegna un
grande campione come Gianluigi Rosa, capitano della nazionale italiana di ice sledge hockey
(hockey su slittino) che nell’intervista rilasciata
al nostro Magazine, alla domanda di quale sia
stata per lui la vittoria più bella ha risposto: «La
straordinaria amicizia con i miei compagni di
squadra».
Quell’amicizia che proprio in montagna, in inverno, ma anche in estate, rappresenta uno dei
valori più importanti di cui ognuno di noi non ne
può fare a meno, facendone tesoro.
Gianmaria Toscana
Questa stessa passione è rivelata anche attraverso le numerose
foto inviateci dai nostri affezionati lettori: immagini suggestive,
allegre, poetiche, che testimoniano la grande passione per la neve,
lo sci e la montagna, la voglia di stare insieme, serenamente, il
desiderio di cogliere e scoprire angoli del bosco o dei centri abitati
che passano spesso inosservati e che invece, innevati, acquistano
ai nostri occhi una poesia straordinaria.
Un altro tema importante affrontato in questo numero è la sicurezza sulle piste di sci rivolta ai più piccoli. La nostra disegnatrice
ha realizzato, infatti, per “Paganella Dolomiti Magazine Junior”,
PAGANELLA DOLOMITI MAGAZINE N. 05/16
3
EDITORIALE
3 La magia dell’inverno sull’altopiano
della Paganella
ORIZZONTI ALPINI
6 Dolomiti di Brenta
Un paesaggio che lascia senza fiato
12 La Montagna Nascosta
Paganella Dolomiti Magazine
Periodico semestrale
Anno II - n° 5 - Dicembre 2016
Registrazione presso
il Tribunale di Trento
n. 24 del 23/10/2014
Editore
Paganella Dolomiti Booking
di Consorzio Andalo Vacanze
Direttore responsabile
Rosario Fichera
16 Le Dolomiti raccontate da Piero Badaloni
6
Redazione
Consorzio Skipass
Paganella Dolomiti
Paganella Dolomiti Booking
Piazzale Paganella n. 5
38010 Andalo (TN)
Comitato di Redazione
Gianmaria Toscana
Dario Bertoluzza
Luca D’Angelo
Marco Dallapiccola
Sabrina Fedrizzi
Rosario Fichera
Ruggero Ghezzi
Tiziana Garofalo
Agnese Leonardelli
Diego Malferrari
Hanno collaborato
Apt Dolomiti di Brenta Paganella
Anna Sustersic
Daniela Scandurra
Fausta Slanzi
Filippo Zibordi
Mariano Marinolli
Foto di copertina
Tonina (Archivio APT Dolomiti
Paganella)
Progetto grafico
Agenzia OGP Srl
Marketing e Comunicazione
Via dell’Ora del Garda, 61
38121 Trento
Stampa
Litografica Editrice Saturnia
Via Caneppele, 46
38121 Trento
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PAGANELLA DOLOMITI MAGAZINE N. 05/16
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ALLA SCOPERTA DELLA NATURA
20 Presenti assenti
24 L’ermellino: sentinella delle alte quote
PERSONAGGI
28 Bode Miller: lo spirito libero della montagna
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38
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INVERNO SULL’ALTOPIANO
Yoga+Sci, così cambia lo sport sulla neve
La montagna “fuori traccia”
Il dietro le quinte dello sci
INTERVISTA
46 La grinta di un grande campione
50 Un album di emozioni
52 Il fascino dello sci “a tallone libero”
54 “Le zoste” Il club di telemark della Paganella
56 Freestyle: l’unione fa la forza
42
28
SOMMARIO
n. 05/16
46
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LA MONTAGNA DEI BAMBINI
60 Perché è importante per i bambini il contatto con la natura
64 Grande edizione del “Dolomiti Paganella Family Festival”
dedicato quest'anno all'avventura
66 Fat bike: per “galleggiare” sulla neve con la bicicletta
68 Il fascino irresistibile degli Aufguss del centro benessere
AquaIn di andalo
69 TrentinoNatura.it
70 Il prossimo numero: focus su trekking e passeggiate
PAGANELLA DOLOMITI MAGAZINE N. 05/16
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ORIZZONTI ALPINI
DOLOMITI
DI BRENTA
UN PAESAGGIO
CHE LASCIA
SENZA FIATO
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ph. Archivio Paganella Ski
ORIZZONTI ALPINI
PAGANELLA DOLOMITI MAGAZINE N. 05/16
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ph Enrico Spellini
ORIZZONTI ALPINI
D’
inverno, quando
sono ammantate
di neve, le Dolomiti di Brenta,
Patrimonio dell’Umanità Unesco, è come se tornassero
alle origini: il gioco di luci, prospettive
e di colori creato dal manto bianco, ac-
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PAGANELLA DOLOMITI MAGAZINE N. 05/16
centua ancora di più le caratteristiche
marine di queste meravigliose strutture rocciose che affiorano dalla distesa
nevosa come scogliere di un grandioso
arcipelago d’isole antichissime.
La coltre bianca mette in risalto gli strati sovrapposti delle rocce che si sono
ORIZZONTI ALPINI
formate circa 250 milioni di anni fa in
un ambiente simile a un atollo tropicale
a causa della compattazione di coralli,
gasteropodi e una miriade di gusci di
altri molluschi, plasmandosi poi, nel
tempo, nelle linee slanciate e verticali di
guglie, torri e campanili. La loro straordinaria e impareggiabile bellezza lascia,
si può proprio dire, senza fiato, soprattutto perché nella loro veste invernale
si presentano ancora più selvagge e
primordiali, come luoghi dove il tempo
sembra essersi fermato e dove sia possibile immaginare come fosse la natura
prima che l’uomo la trasformasse con la
sua pervasiva presenza.
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ph Franco Gionco
ORIZZONTI ALPINI
ph Filippo Frizzera
Le Dolomiti di Brenta fanno parte dei nove sistemi dolomitici che compongono il “Bene Dolomiti Unesco” (gli
altri otto sono: Pelmo; Croda da Lago; Marmolada; Pale di San Martino, San Lucano, Dolomiti Bellunesi, Vette
Feltrine; Dolomiti Friulane e d’Oltre Piave; Dolomiti settentrionali; Puez-Odle; Sciliar-Catinaccio, Latemar;
Bletterbach). Questi nove sistemi, pur caratterizzandosi ciascuno per le proprie peculiarità, sono strettamente
interconnessi, costituendo un bene seriale, perché si configurano come “un insieme unitario, anche se articolato
e complesso, sia dal punto di vista geografico e paesaggistico, sia da quello geologico e geomorfologico".
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ph Rifugio La Roda
ORIZZONTI ALPINI
Come spiega la Fondazione Dolomiti Unesco (che svolge il fondamentale ruolo
di coordinamento per l’armonizzazione delle politiche di gestione del Bene Dolomiti) “le Dolomiti costituiscono l’archetipo universale di uno specifico paesaggio montano che da queste montagne trae il nome: il paesaggio dolomitico”.
E le Dolomiti di Brenta, così come gli altri otto sistemi, incantano anche per
questo: per il loro paesaggio, caratterizzato da una varietà di forme verticali
(pale, guglie, campanili, pinnacoli, torri) e orizzontali (cenge, tetti, cornicioni,
spalti, altopiani); ma anche per l’eccezionale varietà di colori e lo straordinario
contrasto, come evidenzia la Fondazione Dolomiti Unesco, “fra le linee morbide delle praterie e l’improvviso sviluppo verticale di possenti cime completamente nude”.
DOLOMITI DI BRENTA A STUNNING SCENERY
Dolomiti di Brenta, as well as the other eight mountainous systems that form the "Dolomiti
Unesco World Heritage Site", enchant with their scenery of vertical (blades, spires,
steeples, towers, peaks) and horizontal shapes (ledges, roofs, eaves, highlands) and with
their exceptional variety of colors and contrasts. As the Unesco Dolomites Foundation
highlights: "jagged spires and lofty pinnacles of different sizes and shapes, stand in contrast
to the more slender, fluid lines of the rest.”
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ORIZZONTI ALPINI
LA MONTAGNA
NASCOSTA
ph Filippo Frizzera
di Rosario Fichera
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ORIZZONTI ALPINI
C
on l’arrivo della neve la montagna cambia completamente. La
coltre bianca modifica le linee
del paesaggio, i panorami, la
luce, i suoni, le percezioni delle
distanze, proiettandoci in un’altra dimensione.
E la cosa davvero straordinaria è che proprio
grazie alla neve che trasforma il paesaggio, riusciamo a scorgere angoli di bosco, prospettive
di paese, di cime, di panorami di cui non c’eravamo mai accorti prima, come se venisse fuori,
all’improvviso, una montagna nascosta. Una
montagna che si svela solo in inverno, regalando
visioni uniche che colpiscono in modo indelebile
l’immaginazione e i sentimenti.
Ma allo stesso tempo, proprio durante la stagione fredda, c’è anche una montagna che scompare, che si nasconde sotto la neve, come per tante
piante, o nelle tane, come numerosi animali della
foresta che vanno in letargo o in ibernazione.
Il bosco diventa silenzioso, immobile, ovattato,
freddo, bianco, con i rami degli abeti piegati
verso il basso dal peso della neve che creano,
tra i tronchi degli alberi, corridoi di luce e veri e
propri passaggi segreti, dove lo sguardo s’insinua mosso dalla curiosità di scoprire qualcosa di
nuovo, di nascosto.
ph Filippo Frizzera
E le stesse sensazioni le proviamo quando sulla
superficie del manto nevoso ancora immacolato
scorgiamo le orme di un capriolo o di una lepre
che seguiamo con gli occhi fino a quando scompaiono, celandosi, nel folto della foresta.
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ORIZZONTI ALPINI
È proprio in questi momenti che scopriamo
che in inverno non è solo la montagna a
svelarsi o a nascondersi, ma che lo siamo
anche noi uomini, avvertendo stati d’animo
nuovi o più semplicemente accantonati in
qualche angolo della nostra mente che con
sorpresa vengono fuori di fronte a visioni
come i fiocchi bianchi che scendono leggeri
durante una nevicata. E allo stesso modo di
tanti altri animali del bosco ci sveliamo o ci
nascondiamo, cercando calore, protezione,
il piacere di stare insieme agli amici in un luogo chiuso semplice e accogliente, nell’attesa
del ritorno della primavera.
La Paganella e più in generale l’altopiano
quando sono coperti di neve regalano
queste emozioni. Non occorre molto per
viverle, basta una semplice passeggiata in
montagna, nei boschi o fuori dai centri abitati, lasciando lo sguardo libero di seguire le
linee delle dune e degli avvallamenti creati
dalla coltre bianca. Saranno loro a portarci
verso nuove scoperte. Verso tutto ciò che
durante il resto dell’anno è nascosto.
THE HIDDEN MOUNTAIN
When the snow comes, the mountain changes
completely. The white blanket alters the landscape
lines, the views, the light, the sounds, the distance
perceptions, projecting us into another dimension.
The most extraordinary thing is to discover wild
angles, country perspectives, mountains and views,
which we had never noticed before, as if a hidden
mountain suddenly came out. A mountain that is
revealed only in winter, offering unique views that
strike the imagination and the feelings indelibly.
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ph Tiziana Latizia
ph Tiziana Latizia
ORIZZONTI ALPINI
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PAGANELLA DOLOMITI MAGAZINE N. 05/16
LE DOLOMITI
RACCONTATE
DA PIERO
BADALONI
di Fausta Slanzi
ph Franco Gionco
IL CELEBRE GIORNALISTA DELLA RAI HA
REALIZZATO, PER LA FONDAZIONE DOLOMITI
UNESCO UN NUOVO DOCUMENTARIO SULLE
DOLOMITI, DAL TITOLO “ECONOMIA DEL
BENE COMUNE”, PRESENTATO IN ANTEPRIMA
NAZIONALE, L'OTTOBRE SCORSO, A BOLZANO
ALL’EDIZIONE AUTUNNALE DEL 64° TRENTO FILM
FESTIVAL. «GIRANDO QUESTO DOCUMENTARIO
– HA DETTO BADALONI – HO IMPARATO
DAGLI ABITANTI DELLE DOLOMITI QUANTO SIA
DETERMINANTE IL SENSO DI APPARTENENZA ALLA
PROPRIA TERRA E IL RISPETTO DEL PAESAGGIO
IN CUI SI VIVE».
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ph Archivio Fondazione Dolomiti Unesco
Piero Badaloni
"A
me piace restare qui dove
sono nato, coltivare la
terra, fare l'agricoltore di
montagna come faceva mio
nonno", così ha risposto
Diego, giovane abitante
delle Dolomiti, a Piero Badaloni, giornalista e
scrittore, già autore di un reportage di sette
filmati dedicati al Bene Naturale Dolomiti, realizzati in collaborazione con chi scrive per conto
della Fondazione Dolomiti Unesco.
ph Archivio Fondazione Dolomiti Unesco
Dopo il riconoscimento Unesco i Monti Pallidi
sono oggetto di forte attenzione anche in
contesti apparentemente estranei al mondo
dolomitico. Fra questi le Camere di commercio
di Trento e di Bolzano che hanno chiesto alla
Fondazione Dolomiti Unesco la realizzazione di
un documentario con focus economico.
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«È stato un onore per me realizzare Economia
del Bene Comune - ha spiegato Piero Badaloni
- tanto più dopo che il primo reportage è stato
visto da qualche milione di telespettatori Rai
(più volte su Rai Storia e Rai International ndr)
e, nelle oltre 60 proiezioni pubbliche, da moltissime persone».
Lo spirito imprenditoriale che caratterizza alcuni abitanti delle Dolomiti genera, oltre all'impresa economica, valore aggiunto per chi ci abita e
per chi vi soggiorna per vacanze e relax.
È il caso, per esempio, dello chef stellato Alessandro che, a Cavalese, propone con erbe,
licheni, fiori, funghi delle Dolomiti esperienze
culinarie che coinvolgono il gusto, l'olfatto, la
vista e, volendo, il tatto. E, che dire dell'imprenditrice Marta di Fié allo Sciliar che ha fatto di
necessità virtù, realizzando un’impresa di erbe
officinali che fa vivere bene lei e le figlie e che
crea altro indotto per la zona?
«È stato un arricchimento anche personale molto importante - ha aggiunto Piero Badaloni - dagli abitanti delle Dolomiti s’impara, soprattutto,
quanto sia determinante il senso di appartenenza alla propria terra, il rispetto del paesaggio in
cui si vive. Fanno bene i rappresentanti della
Fondazione Dolomiti Unesco a sottolineare che
il riconoscimento è merito, in gran parte, del
senso di responsabilità verso il bene comune
degli abitanti».
ph Archivio Fondazione Dolomiti Unesco
Le proposte di accoglienza in Dolomiti alberghi, case vacanza, hotel, B&B - si connotano sempre più con standard di elevata
qualità senza incidere, per questo, sul costo
della vacanza. È il caso degli hotel "Casa Clima" che, costruiti o ristrutturati con elevati
parametri di comfort ad alta sostenibilità
sono, di fatto, una soluzione di relax perfetta a beneficio di fisico e mente.
In Dolomiti si può davvero parlare di economia del bene comune non solo perché
questo Bene Naturale appartiene all'intera
Umanità ma, anche perché i suoi abitanti
sono, da sempre, abituati a pensare per
il bene collettivo. Ne sono testimonianza
le Regole (Spinale Manez, per esempio) e
l'istituto giuridico del Maso Chiuso che, in
Alto Adige ha, fra l'altro, costruito valore di
paesaggio.
THE DOLOMITES TOLD BY
PIERO BADALONI
The famous RAI journalist
has produced, for the Unesco Dolomites Foundation,
together with the colleague
Fausta Slanzi, a new documentary about the Dolomites, entitled "Economia
Del Bene Comune", which
premiered nationally in
Bolzano at the autumn
edition of 64. Trento Film
Festival, in October. "While
shooting this documentary
– Badaloni said - I learned
from the Dolomites inhabitants how crucial it is the
sense of belonging to our
land and the respect of the
landscape in which we live."
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ALLA SCOPERTA DELLA NATURA
PRESENTI
ASSENTI
di Anna Sustersic
A differenza di molti uccelli che emigrano verso
climi più caldi, gli animali di terra del bosco
durante la stagione fredda non si spostano.
Eppure molti di loro non si vedono,
nascondendosi nelle pieghe della foresta, dando vita
e una straordinaria e soporifera tregua invernale.
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ph Fabrizio Bottamedi
ALLA SCOPERTA DELLA NATURA
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ALLA SCOPERTA DELLA NATURA
E
ccoci in pole position per
la nostra settimana bianca! Pronti per una montagna meravigliosamente
imbiancata ma… apparentemente spopolata.
I boschi che in primavera e in estate risuonavano a ogni ora, trilli e gorgheggi si sono
fatti più silenziosi e il sottobosco gelato
sembra totalmente disabitato.
la barriera delle montagne approfittando
dei molti passi alpini: preziose porte d’aria,
dove il provvidenziale abbassamento di
quota consente di superare l’imponente
barriera di rocce più facilmente. Africa
occidentale, 9000 chilometri e molti pericoli lungo l’interminabile volo della piccola
e infaticabile balia nera o del minuscolo
regolo di appena 5 grammi nel suo viaggio
verso il meridione.
Spostando lo sguardo dalle cime al sottobosco lo stesso silenzio, la stessa calma ci
sorprende fra le bianche e morbide curve
del manto nevoso. Che fine hanno fatto gli
abitanti della foresta?
ph Fabrizio Bottamedi
Il popolo delle chiome ha perso molti dei
suoi membri che da settimane hanno
abbandonato queste montagne: qualche
volo d’insieme in un dorato cielo di ottobre
e poi via, verso le “terre promesse” del sud,
in volo per migliaia di chilometri verso un
più clemente inverno. Hanno attraversato
Nella foto una Pernice
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ALLA SCOPERTA DELLA NATURA
I piccoli roditori come i moscardini, fatta
abbondante scorta di frutta e proteine per
aumentare il peso corporeo, si ritirano a
ottobre in accoglienti nidi fra i rami, alla base
dei tronchi, nascosti sotto cuscini di foglie.
Qui si rannicchiano avvolti nella morbida
coda mentre la temperatura del corpo scende, i respiri si fanno più radi e i battiti rallentano. Ad aprile, quando riemergeranno, il
loro peso sarà diminuito del 50%.
Nella foto un Regolo
ph M. Menegon
Vipere, lucertole, piccoli roditori, prede e
predatori, a volte tutti insieme, ma solo per
il tempo della soporifera tregua invernale.
Interstizi nel terreno, vecchie tane abbandonate, ceppaie offrono riparo a questi
animali che, finita l’estate, si preparano al
lungo sonno invernale. Anfibi e rettili vanno
alla ricerca dei luoghi sotterranei adatti,
dove la temperatura non scenda mai sotto
gli zero gradi in modo da non gelare e dove
non salga troppo in modo da non consumare
inutilmente preziose calorie.
ph Anna Maria De Tassis
Toni attenuati, il brusio delle serate estive
sembra essere sparito; ma a differenza del
regno dei rami, il popolo di terra non è partito, è nascosto. Sotto i nostri passi, durante le
ovattate passeggiate invernali, c’è un mondo
che dorme, in attesa di un nuovo risveglio
primaverile.
Nella foto un Moscardino
E chi non dorme? Chi non dorme rimane
all’aperto e affronta il freddo, spesso vestendosi della stessa tinta della stagione per fare
di un problema una risorsa.
ph M. Menegon
PRESENT HIDDEN
Unlike many birds that migrate to warmer climates,
the animals of the woods are not moving during the
cold season. Yet many of them are not visible, hiding in the woods and creating an extraordinary and
soporific winter truce.
Nella foto una Vipera
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ALLA SCOPERTA DELLA NATURA
L’ERMELLINO:
SENTINELLA
DELLE ALTE QUOTE
di Filippo Zibordi
Alcuni animali hanno sviluppato adattamenti e
strategie per sopravvivere ai rigori invernali
senza abbandonare le alte quote.
Tra questi, l’ermellino, presente anche in Paganella:
abile cacciatore di piccoli mammiferi, è capace
di diventare, con una straordinaria muta della
pelliccia, un tutt’uno con il manto nevoso
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ph Jacopo Rigotti clickalps
ALLA SCOPERTA DELLA NATURA
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ph Jacopo Rigotti clickalps
ALLA SCOPERTA DELLA NATURA
C
orpo longilineo e zampe corte, collo allungato e
orecchie arrotondate, folta pelliccia completamente bianca, ad eccezione della punta della coda che
resta nera per tutto l’anno. L’ermellino, o Mustela
erminea, non teme l’inverno: ben adattato alle zone
innevate, si spinge oltre il limite della vegetazione
arborea, dove riesce a sopravvivere grazie alla straordinaria capacità di adeguarsi alle stagioni.
In estate non è raro vederlo apparire e scomparire tra i massi, nel
suo abito marrone-rossastro superiormente e bianco-crema inferiormente, spesso con una piccola preda tra le fauci: le sue elevate
necessità alimentari derivano dall’alto tasso metabolico e dalla ridotta capienza del tubo digerente. Nella buona stagione l’ermellino
ha infatti bisogno di nutrirsi all’incirca ogni 4 ore ed è perciò attivo
per un periodo variabile tra i 10 e i 45 minuti, alternato più o meno
regolarmente a una fase di riposo di 3-5 ore.
In inverno, al contrario, il piccolo mustelide riduce significativamente i movimenti, probabilmente per esigenze di termoregolazione,
trascorrendo in media più di 23 ore al giorno in tana.
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ALLA SCOPERTA DELLA NATURA
Abilissimo predatore, l’ermellino si serve peraltro della colorazione candida del suo mantello,
oltre che come difesa, anche per mimetizzarsi
durante la caccia.
Proprio la quantità di cibo, in particolar modo il
numero di piccoli mammiferi presenti, influenza
la distribuzione e la densità degli ermellini in
una certa area: per questo motivo; non è insolito imbattersi in esemplari “antropofili”, cioè che
sono abituati a sfruttare i rifiuti lasciati vicino a
baite e rifugi.
Ritto sulle zampe posteriori, come un’affascinante sentinella in abito bianco, sembra oggi
ricordarci la bellezza, ma anche la fragilità delle
“terre alte”.
ERMINE: THE HIGH ALTITUDES SURVEILLANT
Some animals have developed strategies to survive
the harsh winter without abandoning high altitudes.
Among them, we find the ermine, also present in Paganella: a skilled hunter of small mammals capable of
becoming one with the snowpack, thanks to its extraordinary fur change.
ph Jacopo Rigotti clickalps
Perseguitato per decenni per la sua pelliccia
(tradizionalmente il manto bianco a puntini neri
è indossato dai più alti gradi della magistratura,
anche in Italia), l’ermellino è stato confinato nelle zone indisturbate d’alta e media quota dalla
caccia e dalla crescente degradazione degli
ambienti naturali.
ph Jacopo Rigotti clickalps
Ciononostante, è in grado di scovare le sue
prede - solitamente piccoli mammiferi di alta
quota come l’arvicola delle nevi - direttamente
nelle loro tane, seguendo a ritroso i tunnel che
queste scavano sotto la coltre nevosa.
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PERSONAGGI
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PAGANELLA DOLOMITI MAGAZINE N. 05/16
PERSONAGGI
BODE MILLER:
LO SPIRITO LIBERO
DELLA MONTAGNA
ph Archivio Paganella Ski
di Marco Dallapiccola
PAGANELLA DOLOMITI MAGAZINE N. 05/16
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ph Mosna e Teyssot
PERSONAGGI
In questa intervista che Bode Miller ha rilasciato
a Paganella Dolomiti Magazine, l’eclettico e
pluricampione statunitense spiega il perché è così
affezionato alla Paganella, dove conta di tornare a
breve per completare la sua preparazione atletica e
mentale in via di un ritorno alle gare e fare provare
a tutti i suoi nuovi sci, con il desiderio di offrire a
ogni appassionato la possibilità di potere sciare con
gli stessi attrezzi costruiti per i grandi campioni.
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ph Lauta
PERSONAGGI
P
rima regola? Non avere regole predefinite. Si potrebbe sintetizzare così la filosofia di vita di Bode Miller, uno dei più grandi
campioni che il mondo dello sci alpino abbia mai espresso.
Ma attenzione, non avere regole predefinite per il pluricampione Bode (tra le sue numerosissime vittorie un titolo olimpico,
due Coppe del Mondo generali, quattro di specialità, quattro titoli iridati) non
significa anarchia, anzi, ma comportarsi senza lasciarsi condizionare da schemi
precostituiti, trovando il coraggio di sperimentare strade nuove, di pensare in
modo diverso, di mettersi in gioco, lasciando spazio alla propria creatività.
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31
ph Selko Photo
PERSONAGGI
Un modo di essere, il suo, che
ha manifestato sin da ragazzino, forse perché, da subito,
abituato a cavarsela da solo.
Non avendo vicino una scuola,
ad occuparsi della sua prima
istruzione è stata la madre che,
insieme al padre, lo ha avviato
sin dall’età di tre anni allo sci,
forse intuendo le potenzialità
del figlio. Infatti, in pochi anni,
Bode, da autodidatta, riuscirà
a sviluppare uno stile di sciata
personale basato soprattutto
sulla velocità che gli permetterà a undici anni di partecipare e
vincere le prime gare. Velocità
che a tredici anni gli salverà la
vita, riuscendo a cavalcare una
valanga mentre sciava fuori
pista da solo.
Un’esperienza che lo porta a
decidere, lui, spirito libero della montagna, a dedicarsi allo
sci per diventare un grande
campione. E naturalmente a
modo suo. In modo ecclettico.
Alcuni esempi? Bode è stato
uno dei primissimi atleti a
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PAGANELLA DOLOMITI MAGAZINE N. 05/16
usare in gara sci sciancrati, concepiti fino a quel
momento solo per l’attività non agonistica; è
stato uno dei pochissimi atleti al mondo che è
riuscito a vincere in tutte le cinque specialità
dello sci alpino attraverso uno stile tutto suo,
considerato spettacolare e spericolato, tanto
da fargli guadagnare il soprannome di "Cowboy
Miller".
Oggi, all’età di 39 anni, dopo il terribile incidente durante il superG del Mondiale del 2015,
durante il quale in una caduta la lamina di uno
sci gli ha squarciato il polpaccio, ricucito con
cento punti di sutura, il grande campione, si
sta preparando con i suoi compagni del team
Usa al grande ritorno. E come nel suo stile con
ph Selko Photo
I suoi genitori, hippy fortemente attratti dalla vita a
contatto con la natura selvaggia, lo hanno fatto nascere e
crescere nelle meravigliose
foreste di Franconia, un piccolo comune degli Stati Uniti
d'America nello stato del New
Hampshire, in una casa isolata,
di montagna, senza elettricità,
né acqua corrente.
PERSONAGGI
ph Archivio Paganella Ski
importanti novità. A cominciare, innanzitutto, dal cambio degli sci, non più Head (scelta
che gli ha procurato però un contenzioso) ma Bomber, prodotti appositamente per lui
rigorosamente a mano. Sci di cui si è talmente innamorato che ha deciso di diventare egli
stesso imprenditore, entrando in società con i produttori. Perché?
«Perché voglio potere dare a tutti gli sciatori – ha spiegato Bode a Paganella Dolomiti
Magazine – la possibilità e l’emozione di sciare con uno sci uguale a quello che uso io in
gara. So che questa mia idea è una novità, ma sono convinto che sarà apprezzata da molti.
A breve conto di tornare sulle piste della Paganella così potrò far provare a tutti i miei
nuovi sci».
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PERSONAGGI
Sei molto affezionato alla Paganella,
perché Bode?
«Sì, ho sempre avuto un rapporto speciale con la
Paganella. Sono arrivato la prima volta nel 2006
con la Nazionale americana, avendo scelto Andalo come località europea per gli allenamenti. Per
tutti noi la Paganella è diventata una seconda
casa. Abbiamo trascorso gran parte delle stagioni invernali ad Andalo, trovando ottime piste per
gli allenamenti e una cucina che è sicuramente
la mia preferita. Tutto questo è stato importante per la mia carriera, perché mi sono sempre
sentito a casa. La Paganella mi ricorda infatti un
po’ il New Hampshire, dove sono nato, con le
sue foreste e i paesaggi montuosi incantati. Per
questo motivo torno sempre sull’Altopiano della
Paganella e come dicevo prevedo di farlo anche
quest’anno, così farò provare personalmente a
chi lo desidera i miei nuovi sci Bomber».
Sappiamo che dietro ogni tuo grande
successo c’è un’enorme quantità di lavoro di
preparazione atletica e tecnica. Quanto sono
stati importanti per te gli allenamenti sulle
piste della Paganella?
«Come dicevo ho fin dai primi momenti un legame speciale con la Paganella che ho conosciuto
prima ancora che con la nazionale di sci alpino
Usa, grazie all’Alpine Rock Fest, una delle mie
gare preferite. Ma non è soltanto l’aspetto tecnico che mi ha sempre affascinato di questo luogo,
ma anche la qualità delle strutture alberghiere
e tutto quello che offre la tradizione italiana del
buon vivere, fattori che sono stati e sono essenziali per bilanciare la grande quantità di tensione
che si accumula durante una gara di Coppa del
Mondo».
BODE MILLER: THE FREE SPIRIT OF THE MOUNTAIN
In an exclusive interview for “Paganella Dolomiti Magazine“, the eclectic american champion Bode Miller
explains why he is so fond of Paganella, where he counts to return soon to complete his training for a possible
comeback with his news skis: “For the first time ever, i found a ski company that enables every skier to experience quality normally reserved for the best in the world. I want to share that joy with others”.
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PAGANELLA DOLOMITI MAGAZINE N. 05/16
PERSONAGGI
ph Archivio Paganella Ski
PALMARES
Bode Miller ha vinto alle Olimpiadi 6 medaglie: 1 oro (supercombinata a
Vancouver 2010); 3 argenti (slalom gigante, combinata a Salt Lake City 2002;
supergigante a Vancouver 2010); 2 bronzi (discesa libera a Vancouver 2010;
supergigante a Soci 2014).
Ai Mondiali 5 medaglie: 4 ori (slalom gigante, combinata a Sankt Moritz 2003;
discesa libera, supergigante a Bormio 2005) 1 argento (supergigante a Sankt
Moritz 2003).
Ha vinto la Coppa del Mondo nel 2005 e nel 2008. E ancora la Coppa del
Mondo di supergigante nel 2005 e nel 2007; di slalom gigante nel 2004; di
combinata nel 2008; della classifica di combinata nel 2003 e nel 2004.
Nel palmares di "Cowboy Miller" si contano inoltre ben 79 podi: 33 vittorie
tra discesa libera, supergigante, slalom gigante, slalom speciale, combinata,
supercombinata; 29 secondi posti e 17 terzi posti.
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ph Tonina
INVERNO SULL’ALTOPIANO
Yoga+Sci, così cambia
lo sport sulla neve
di Mariano Marinolli
I
mparare lo yoga per prendere confidenza con gli sci. È la prima regola suggerita da Ivan Albertini, maestro di sci e il primo fondatore, nell’intero arco
alpino, di una scuola dove, assieme allo sci, si impartiscono anche lezioni di
yoga. I corsi di "Yoga+sci" si svolgono sulle piste della Paganella e le lezioni
sono tenute da sette maestri di sci abilitati che hanno frequentato uno spe-
cifico corso di istruttore di yoga. Seguendo un percorso prestabilito, s’impara a sciare con
lo yoga nello splendido scenario delle Dolomiti di Brenta. Tale percorso a tappe è stato
creato in luoghi protetti, in piena sicurezza, per evitare di provocare disagi agli sciatori.
Ad ogni tappa si eseguono gli esercizi di yoga e chi ha provato questa esperienza “full
immersion” nello sci e nello yoga, in un ambiente affascinante come offre la Paganella in
inverno, ha conservato un ricordo indelebile.
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PAGANELLA DOLOMITI MAGAZINE N. 05/16
INVERNO SULL’ALTOPIANO
SULLE PISTE DELLA PAGANELLA IL
MAESTRO DI SCI IVAN ALBERTINI HA
LANCIATO DALLO SCORSO ANNO UNA
NUOVA TECNICA PER SCIARE CON
MAGGIORE TRANQUILLITÀ E SICUREZZA,
ABBINANDO LA PRATICA DELLO SCI ALLO
YOGA.
L’obiettivo di “Sci+yoga”, infatti, è di acquisire la capacità di
sciare in maniera più consapevole e responsabile, instaurando un equilibrio interiore tra la persona e lo sci mentre
si svolgono diversi esercizi con gli sci ai piedi.
«Diamo molta importanza all’aspetto della respirazione,
fondamentale per l’equilibrio psicofisico – spiega Ivan
Albertini – e con questa pratica si tende a diminuire la
velocità sulle piste, aumentando così la sicurezza per sé e
per gli altri».
A chi è indicata questa formula di “Sci+yoga”?
«Quest'attività è adatta a tutti: principianti, atleti, adulti e
bambini».
YOGA+SCI,
A CHANGE IN SNOW SORT
On the slopes of Paganella, ski instructor Ivan Albertini launched last year a
new technique to ski with peace of mind
and safety, combining skiing to yoga.
Praticare sulla neve lo yoga è un’attività distensiva che
contribuisce ad aumentare il grado di concentrazione
nello sciatore, sia esso atleta o semplice principiante.
Il progetto di Albertini è stato messo in atto tre anni fa
e ogni lezione dura circa tre ore, compresa una pausa in
rifugio: vengono formati dei piccoli gruppi, al massimo di
sei persone, per seguire meglio ogni sciatore. Le tappe
sono sei e, ad ogni sosta, si praticano gli esercizi di yoga
con alcune posizioni, le cosiddette “asana”, utili per mantenere l’equilibrio sugli sci, sincronizzare la respirazione,
il riscaldamento e acquisire la giusta confidenza con la
neve rilassandosi, senza alcun timore di cadere. Al corso è
ammesso, oltre agli sci, anche l’uso dello snowboard.
ph Tonina
ph Tonina
L’idea di abbinare lo yoga allo sci è frullata nella testa del
maestro Albertini qualche anno fa, dopo un viaggio negli
Stati Uniti.
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INVERNO SULL’ALTOPIANO
LA MONTAGNA
“FUORI TRACCIA”
ph Mariano Marinolli
di Rosario Fichera
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INVERNO SULL’ALTOPIANO
CON SIMONE ELMI, GUIDA ALPINA DI
ACTIVITY TRENTINO, SIAMO ANDATI ALLA
SCOPERTA DELLE NOVITÀ DELLA STAGIONE
INVERNALE PER CHI AMA L’OUTDOOR.
«L'
ospite è sempre più
attratto da attività alternative e complementari
allo sci che gli facciano
vivere esperienze uniche e una vacanza a stretto contatto con la
natura anche d’inverno». A spiegare questo
nuovo modo di vivere la montagna invernale è Simone Elmi, guida alpina di Activity
Trentino, sulla base della sua personale
esperienza, ormai pluriennale, sull’Altopiano della Paganella.
«Nelle nostre attività cosiddette “fuori
traccia”, durante le quali ci addentriamo nel
cuore della natura - ha raccontato Simone
- non ci limitiamo a un servizio di accompagnamento, ma ogni escursione con le
ciaspole, di scialpinismo, salita su ghiaccio
o escursione di freeride, è un’occasione per
fare conoscere in modo profondo e appassionato il nostro territorio».
Qual è l’argomento che appassiona di più i
vostri clienti durante queste escursioni?
«La nivologia, la storia del cristallo di neve
e tutto ciò che è legato alle dinamiche della
metamorfosi della neve. Ma molti turisti ci
chiedono come affrontare con prudenza
le gite in montagna, per questo motivo
diverse nostre attività come il fuoripista e
lo scialpinismo, ma anche le uscite più impegnative con le ciaspole sono incentrate
anche sull’approfondimento delle tematiche
legate al giusto approccio per affrontare la
montagna d’inverno, tenendo presente il
meteo, le valanghe, la pianificazione della
gita, per potersi divertire in tutta serenità».
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INVERNO SULL’ALTOPIANO
Quali sono, oltre all’escursionismo, le attività outdoor invernali in crescita?
«Il freeride e lo scialpinismo e da questo punto di vista il nostro territorio offre
una serie di servizi e attività incentrate su queste esperienze, come per esempio
il percorso scialpinistico “Tre-tre”, le nostre proposte di accompagnamento e di
sensibilizzazione sul fuoripista negli angoli segreti della Paganella, dove sciare
in neve fresca, in boschi radi e su pendii ideali; sul versante di Molveno, dove si
può cenare in rifugio e poi scendere a valle con le ciaspole; le cascate di ghiaccio
nella Valle dello Sporeggio e in Val delle Seghe; le classiche di scialpinismo sul
Piz Galin e il Croz dell’Altissimo per gli scialpinisti più allenati».
Quest’anno presentate anche delle novità in Paganella?
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PAGANELLA DOLOMITI MAGAZINE N. 05/16
ph D. Ortolani
ph Simone Elmi
«Sì, una nuova cascata di ghiaccio artificiale in località Dosson che diventerà
un’attrazione per fare provare ai nostri ospiti, grandi e piccoli, l’affascinante e
divertente scalata con piccozze e ramponi, nonché imparare e approfondire
le tematiche legate alla progressione su ghiaccio, da come ci si lega, al modo
corretto di piantare le piccozze sul ghiaccio. I bambini potranno sperimentare
la scalata su ghiaccio su appositi percorsi strutturati sotto forma di gioco, utilizzando le forme del ghiaccio, regalando loro un’esperienza motoria unica, un
vero parco giochi naturale finalizzato al movimento. Il tutto sarà completato
da un campo ArtVa (apparecchio ricerca sepolti in valanga), dove le Guide
alpine daranno l’opportunità a chi vuole tenersi allenato di fare dei simulati di
ricerca di travolti in valanga».
ph Simone Elmi
INVERNO SULL’ALTOPIANO
DI NOTTE NEI BOSCHI DI
CAVEDAGO CON LE CIASPOLE
PER SCOPRIRE LE TRADIZIONI
ENOGASTRONOMICHE
Ci saranno iniziative legate anche alla scoperta
del territorio?
«Certo, per grandi e piccoli: tutti i venerdì al
tramonto, come guide alpine accompagneremo i
bambini, veri e propri esploratori con le ciaspole,
alla scoperta del territorio parlando di storia e delle
leggende delle Dolomiti. Il nostro obiettivo è di fare
scoprire ai nostri ospiti tutto il mondo che esiste
fuori dalle piste da sci. Un universo affascinante
che, usufruendo degli impianti di risalita, permette
anche ai meno allenati di assaporare il gusto dell’escursionismo invernale».
THE MOUNTAIN “OUT OF TRACK”
With Simone Elmi, mountain guide of Activity Trentino, we
explored the news of winter season for those who love outdoor sports. Freeride and ski touring are among the most
practiced "off track" activities in Paganella, but let’s not
forget snowshoeing in the Dolomiti di Brenta with extraordinary excursions to the huts of Molveno; ice climbing in the
Sporeggio Valley, Seghe Valley and this year also at Rifugio
Dosson with a fun icy artificial structure.
Da undici anni, nel periodo natalizio, l’Associazione Cavedago Vacanze organizza una camminata
notturna con le ciaspole in chiave
enogastronomica: chi partecipa
è guidato nei boschi attorno al
paese compiendo un affascinante percorso che gli permette, nel
contempo, di scoprire i segreti
del bosco di notte e potere godere di suggestivi panorami sulla
Val di Non. Sotto una volta di
stelle, il percorso illuminato dalle
fiaccole è intervallato da gradite
soste culinarie, dove la cucina
tipica con le sue ricercate specialità e i suoi gradevoli profumi non
lascia scampo ai buongustai.
L’appuntamento di quest’anno
è per il 5 gennaio con una camminata con le ciaspole lungo
un tracciato di 5,7 chilometri; il
percorso non è impegnativo e
quindi percorribile dai bambini
e da adulti di ogni età.
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INVERNO SULL'ALTOPIANO
SULL’ALTOPIANO
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INVERNO SULL'ALTOPIANO
SULL’ALTOPIANO
IL DIETRO
LE QUINTE
DELLO SCI
ph Pierluigi Mattarelli
OGNI GIORNO MIGLIAIA DI SCIATORI SCENDONO SULLE PISTE,
COMPIENDO CURVE E SERPENTINE, GRAZIE ANCHE A TRACCIATI
PERFETTAMENTE BATTUTI. MA CHI REALIZZA LE PISTE COSÌ BEN
LIVELLATE E LISCE COME FOGLI DI CARTA BIANCA? E CON QUALI
MEZZI SI REALIZZA QUESTO LAVORO? SIAMO ANDATI A CHIEDERLO
DIRETTAMENTE AI “PILOTI” DEI GATTI DELLE NEVI DELLA PAGANELLA.
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ph Tonina
INVERNO SULL'ALTOPIANO
SULL’ALTOPIANO
Q
uando scende la sera e gli ultimi sciatori montano in auto per fare
ritorno a casa, eccoli che arrivano con le loro giacche a vento blu e
lo zainetto con il the caldo pronti per trascorre la notte sulle piste
di sci. Sono i gattisti della società degli impianti “Paganella 2001”,
conosciuti anche come il team “Snowcat Paganella”, un gruppo di sei
esperti che ogni notte preparano le piste di sci, da quelle “verdi”, a
quelle “nere”, rendendole lisce come fogli di carta bianca, in modo
da permettere agli amanti di questo sport di poter effettuare tutti i giorni curve e
serpentine perfette e vivere emozioni indimenticabili.
Altri tre gattisti si occupano, invece, delle piste del versante della ski area della Paganella gestita dalla società degli impianti “Valle Bianca”, per un totale di nove professionisti, dei veri e propri “piloti” dei battipista.
Infatti queste macchine, soprattutto per il modo come è concepita la cabina di pilotaggio, ricche di spie colorate, luci, telecamere, dispositivi di sicurezza, sembrano delle
capsule volanti, dove il conducente è un pilota seduto su un sedile con una visuale
straordinaria. Il tutto con una cura particolare per il design, come nel caso di alcuni dei
mezzi utilizzati in Paganella, dei Prinoth Everest, firmati Pininfarina.
Ma perché i battipista si chiamano più comunemente gatti delle nevi? Lo abbiamo
chiesto a Pierluigi Mattarelli che insieme a Michele Franzoi, Alberto Dalfovo, Fabrizio
Perli, Mauro Donini e Nicola Ghezzi, fa parte del team “Snowcat Paganella”.
«Si chiamano così – ha spiegato Pierluigi – perché si arrampicano sulla neve come dei
gatti».
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INVERNO SULL’ALTOPIANO
Rispetto a una volta questi mezzi
hanno raggiunto livelli tecnologici altissimi.
E qual è la parte più bella
della vostra attività?
«Sì, io ho iniziato a fare questo lavoro più di trent’anni
fa e all’epoca per manovrare la lama per livellare le
piste e azionare la fresa che sta dietro il battipista,
occorreva agire su più di sei leve idrauliche, oggi, invece, queste operazioni si fanno agevolmente con un
joystick, simile a quello delle playstation».
«L’orgoglio di avere realizzato un buon
lavoro sapendo gli sciatori contenti per le
piste perfettamente battute».
Oltre a questi aspetti tecnologici come
è cambiato il vostro lavoro rispetto a una volta?
ph Tiziana Latizia
«Trent’anni fa le piste non si battevano tutti i giorni,
ma in base al flusso degli sciatori che si concentrava
soprattutto il fine settimana e nei periodi delle festività; si battevano poi solo i costoni e le parti in piano
non si lavoravano in modo particolare. Oggi, invece,
la preparazione delle piste è giornaliera e molto meticolosa, con un’attenzione a tutti i punti, da quelli più
ripidi, a quelli piani».
Occorre molto occhio ed esperienza
per livellare le piste?
ph Diego Gottardi
«Sì, sono entrambi fondamentali: ad occhio e in base
all’esperienza dobbiamo stabilire l’uso e inclinazione
della lama e della fresa tenendo conto delle varie
pendenze delle piste».
A che ora iniziate a lavorare?
«Iniziamo a preparare i mezzi intorno alle 16, con i rifornimenti di gasolio, poi appena chiudono gli impianti
entriamo in azione, lavorando fino a mezzanotte. La
mattina se nevica cominciamo l’attività alle quattro del
mattino, altrimenti alle 6, fino all’apertura degli impianti».
Una pista quando si può dire che sia ben battuta?
«Quando è perfettamente a livello in tutta la sua
lunghezza e larghezza, senza nessuno scalino tra i
corridoi creati dai vari passaggi che si effettuano con
il gatto delle nevi».
BEHIND THE SCENES OF SKIING
When the evening comes and the last skiers
leave the mountain to go home, the snow cats
drivers arrive with their blue jackets and their
backpack, ready to spend the night on the ski
slopes. A group of six experts of the lift company
"Paganella 2001”, known also as the "Snowcat
Paganella" team, prepare the ski slopes every
night. From the "blue" to the "black" ones, the
slopes become smooth like white paper sheets, to
allow sport lovers to perform every day perfect
turns and live unforgettable emotions.
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INTERVISTA
LA GRINTA DI
UN GRANDE
CAMPIONE
ph Luca Renoldi
di Rosario Fichera
Gianluigi Rosa, capitano
della nazionale italiana di
ice sledge hockey (hockey
su slittino) disciplina dove è
considerato uno dei più forti
difensori a livello mondiale e
con la quale ha partecipato
alle paralimpiadi invernali di
Vancouver nel 2010 e di Sochi
nel 2014, molto legato alla
Paganella, dove ama sciare e
arrampicare, rappresenta un
vero esempio di cosa significhi
essere un campione nella vita
e nello sport.
Quando si parla di Gianluigi non è esagerato dire che lo sport e la montagna
costituiscano la sua vita: perché nello sport Gianluigi ha trovato una delle
motivazioni più forti che lo hanno spinto a superare momenti personali molto
difficili; perché in montagna ha scoperto quanto sia entusiasmante vivere a
contatto con la natura, trovando anche in questo caso cariche eccezionali che
lo hanno portato a raggiungere traguardi da grande campione.
46
PAGANELLA DOLOMITI MAGAZINE N. 05/16
ph Michelangelo Gratton (Ability Channel)
S
port e montagna. Due mondi che costituiscono la vita di
Gianluigi Rosa, 29 anni, di Lavis, in provincia di Trento, capitano della nazionale italiana di ice sledge hockey (hockey
su slittino) disciplina dove è considerato uno dei più forti
difensori a livello mondiale e con la quale ha partecipato alle
paralimpiadi invernali di Vancouver nel 2010 e di Sochi nel
2014 e per la quale si sta preparando per i prossimi campionati del mondo e i
XII Giochi paralimpici invernali che si svolgeranno nel 2018 a Pyeongchang, in
Corea del Sud.
INTERVISTA
PAGANELLA DOLOMITI MAGAZINE N. 05/16
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ph ????????????????????????
ph Veronica Pedò
INTERVISTA
Giovane promessa del Lavis calcio, all'età
di 17 anni a causa di un grave incidente in
moto Gianluigi subisce l'amputazione di
una gamba. Un avvenimento che lo segna,
sconvolgendo la sua esistenza. E i suoi sogni. Eppure non si abbatte e manifestando
una grinta da grande campione, decide di
reagire. Con determinazione, ricomincia,
così, a praticare lo sport, facendone una
delle ragioni di vita. Inizia con diverse
discipline, dal Dragon boat, al ciclismo,
dall'arrampicata sportiva, allo sci e infine
all'hockey su slittino (si allena con le “Aquile Sud Tirol”, sezione del Gruppo sportivo
disabili Alto Adige, più volte campioni
d'Italia) la disciplina dove conquisterà con
la nazionale italiana numerose vittorie,
come il primo posto ai Campionati europei
del 2011 a Solleftea in Svezia; importanti
riconoscimenti personali: nel 2014 è nominato il "Miglior difensore del torneo di
qualificazione paralimpica di Torino e nel
2016 il miglior difensore "Europeo Ostersund".
Atleta dal fisico possente (è stato capace di
giocare anche con una frattura alla mano)
è preso spesso in giro dai suoi compagni di
squadra per la foga e la "capacità" in gioco
di piegare e rompere il suo slittino. Ma
allo stesso tempo Gianluigi riesce anche a
essere agile e leggero, soprattutto quando arrampica in montagna, una delle sue
grandi passioni.
ph
ph????????????????????????
????????????????????????
Veronica Pedò
Lo abbiamo, infatti, incontrato proprio in
montagna, in Paganella, dove Gianluigi
ama sciare e scalare. Il suo ambiente, come
ama dire.
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PAGANELLA DOLOMITI MAGAZINE N. 05/16
«La Paganella è stata la prima montagna
dove mi hanno portato i miei genitori. E
dopo l'incidente e la perdita della gamba, la
prima montagna dove sono tornato è stata
proprio la Paganella. Per questo sono così
legato a lei».
ph IPC Apine Skiing
INTERVISTA
E in Paganella vieni spesso a sciare?
«Sì, amo molto sciare, ho anche praticato questo sport a livello agonistico».
Ottenendo grandi risultati: nel 2008 in Coppa Europa ti sei classificato al terzo
posto in SuperG e sempre terzo nello Slalom ai Campionati italiani Sestriere
e al quarto posto nel SuperG di Coppa Europa in Slovenia; nel 2009, in Coppa
del Mondo, hai ottenuto il secondo posto nello Slalom dei Campionati italiani di
Valtorta. Ma oltre allo sci ami anche arrampicare: questa estate in Paganella hai
percorso la Ferrata delle Aquile-Carlo Alberto Banal.
«Esatto. Con alcuni amici sono partito a piedi da Andalo, abbiamo raggiunto la
cima della montagna e da lì l'attacco della ferrata. È stata un'esperienza bellissima:
primo di tutto perché come dicevo sono molto legato alla Paganella, ma poi perché
percorrendo la via ferrata ho vissuto sensazioni bellissime, per la verticalità del
tracciato, per i panorami mozzafiato su Trento e la Valle dell'Adige. È stata una bella soddisfazione, una scarica di adrenalina pura, soprattutto per lo straordinario
contatto con la natura».
Nella tua carriera sportiva qual è stata la tua vittoria più bella?
«La straordinaria amicizia con i miei compagni di squadra con i quali condividiamo
gioie, allegria, problemi legati alle nostre disabilità, progetti e sogni».
THE DETERMINATION OF A GREAT CHAMPION
Gianluigi Rosa, captain of the Italian ice sledge hockey team, is considered one of the world
strongest defenders. Gianluigi took part in the Winter Paralympics in Vancouver in 2010 and in
Sochi in 2014. He is very close to Paganella, where he loves skiing and climbing, he represents a
true example of what it means to be a champion in life and in sport.
PAGANELLA DOLOMITI MAGAZINE N. 05/16
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ph Cristian T.
ph Samuele Gallingani
INTERVISTA
UN ALBUM DI EMOZIONI
Le foto scattate dai lettori di “Paganella Dolomiti Magazine”
S
enza retorica, queste, sono forse le pagine più belle di “Paganella Dolomiti Magazine”: perché contengono le foto che ci avete inviato voi lettori, le vostre emozioni; perché inviandoci
gli scatti di alcuni dei momenti più belli che avete vissuto sull’Altopiano della Paganella, avete
trasmesso a tutti noi le vostre gioie, la bellezza dei paesaggi che avete ammirato, la serenità
di una giornata trascorsa in compagnia del vostro caro, il sorriso di un bambino, il fascino
della montagna innevata.
Qualcosa di unico, di bello, perché condiviso come tra amici. Un vero e proprio album di emozioni che dimostra cosa può regalare la montagna.
Continuate a inviarci le vostre foto, noi continueremo a pubblicarle e a sognare insieme a voi.
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PAGANELLA DOLOMITI MAGAZINE N. 05/16
PAGANELLA DOLOMITI MAGAZINE N. 05/16
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ph Laura Romio
ph Paolo Vacca
ph Susi Zeni
ph Giulia Dalmonego
ph Paolo Vacca
ph Ulrich Goller
ph
Dalmonego
ph Giulia
Carlo Alberto
Rossi
IL FASCINO DELLO SCI
“A TALLONE LIBERO”
di Mariano Marinolli
NATO IN NORVEGIA A METÀ DELL’OTTOCENTO, IL TELEMARK STA TORNANDO DI MODA, COINVOLGENDO UN NUMERO
SEMPRE PIÙ ALTO DI APPASSIONATI CHE SFILANO SULLE PISTE SCIANDO CON LA TECNICA DI PIEGARE LE GINOCCHIA
E VESTITI CON ABITI D’EPOCA.
N
on è errato dire che la riscoperta del telemark è
avvenuta proprio ai piedi delle Dolomiti, grazie
al «Paganella telemark
club», un gruppo di amici che ha provato a infilare ai piedi gli sci
con scarponi e attacchi adatti alla tecnica
del «tallone libero». E, coadiuvando gli organizzatori della Ski Legend’s, hanno così
dato vita alla «Skiramela», il raduno dei
telemarker che arrivati rigorosamente
con abiti d’epoca da ogni parte dell’arco
alpino e, naturalmente dalla Scandinavia,
a far data dal 1990 animarono per un decennio le piste della Paganella nell’ultimo
week-end di gennaio.
Ski Legend’s aveva rispolverato i tempi
pioneristici dello sci, gli albori di uno sport
che ora è divenuto popolare, malgrado
pochi sciatori ne conoscano le origini.
Ebbene: a metà dell’Ottocento un certo
Sondre Norheim inventò il primo paio di
sci ricavandoli da due assi ricurve in legno
di uno slittone che si usava, a quell’epoca,
per trainare con animali da soma i tronchi
d’albero sulla neve.
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PAGANELLA DOLOMITI MAGAZINE N. 05/16
ph Mariano Marinolli
ph Mariano Marinolli
Con della corda e delle piastre in acciaio costruì
un paio di attacchi rudimentali, fissati agli sci.
Tutto ciò avvenne nella contea norvegese di Telemark, dove Norheim viveva, e proprio nella stessa
regione fu organizzata la prima gara di sci nel
1843. Dalla Norvegia, la tecnica «a tallone libero»
si diffuse rapidamente in Europa e nell’arco alpino
fin quando, agli albori del Novecento e sempre
in Norvegia, fu inventata la tecnica «a tallone
bloccato» che non sfruttava più il piegamento del
ginocchio, bensì la rotazione del busto.
ph Mariano Marinolli
Il telemark perse di popolarità con il passare degli
anni, ma oggi sta tornando di moda, specie tra gli
amanti del «fuoripista» o di chi vive lo sci in maniera goliardica, come il gruppo delle «Zoste», nato
proprio dalle ceneri della Ski Legend’s.
THE CHARM OF TELEMARK – “FREE HEEL” SKIING
Born in Norway in the mid-nineteenth century, telemark
skiing is becoming increasingly popular, involving a growing number of enthusiasts who parade on the ski slopes
with the knees bending technique and dressed in historical costumes.
PAGANELLA DOLOMITI MAGAZINE N. 05/16
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ph Mariano Marinolli
“LE ZOSTE”
IL CLUB DI TELEMARK
DELLA PAGANELLA
di Mariano Marinolli
Il nome del loro sodalizio tradotto dal dialetto trentino significa
“le molle”, perché quando sciano si piegano come le molle di
un materasso. Sono gli amanti del telemark della Paganella,
un gruppo nato per vivere lo sci e la montagna in modo
goliardico.
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PAGANELLA DOLOMITI MAGAZINE N. 05/16
ph Mariano Marinolli
I
l disciolto gruppo del «Paganella
telemark club» è risorto quattro
anni fa con il nome «Le Zoste»,
parola che, in dialetto trentino,
raffigura le molle dei vecchi
materassi. Molle, proprio per rievocare il
movimento molleggiato del tallone libero.
L’idea di affibbiare questo simbolo delle molle
al risorto club di telemark della Paganella è
nato quasi per gioco: «Eravamo in tre. Fabiana
Pisetta detta “La Rosina”, Paolo Tomasi alias
“Gambe de selem” ed io – racconta Geremia
Tavernini, soprannominato “El Jery” – e ci
stavamo cambiando nel piazzale da dove
parte la telecabina del Dos Pelà. Indossavamo
abiti in velluto e lana cotta, con i nostri artigianali Alpenstock, quando passò un amico e ci
chiese, osservando i nostri scarponi vecchi e
deformati: dove andate con quelle Zoste? Fu
lì che si accese la lampadina nella mia mente
e da “Scalcagnadi”, nome che ci eravamo dati
qualche tempo prima, diventammo “Le Zoste”.
Poi, abbiamo ritrovato gli amici di un tempo e
ora siamo un gruppo formato da una ventina
di telemarker».
Perché avete abbandonato lo sci alpino per il
telemark?
«Perché, dopo tanti anni sugli sci da discesa - risponde il presidente del gruppo, Sergio Ravelli - si cerca
un’alternativa per divertirsi, stare in compagnia e
godersi fino in fondo la montagna anche d’inverno.
Il telemark richiede un approccio con gli sci meno
esasperante e più goliardico. Ci si diverte secondo
la propria interpretazione e fantasia nell’affrontare
le discese, malgrado sia molto impegnativo e faticoso».
Sappiamo che per il telemark servono sci e scarponi adatti: l’attrezzatura costa molto?
«Come per lo sci alpino, si possono acquistare sci e
scarponi economici oppure, spendendo di più, l’attrezzatura idonea per l’attività agonistica. Dipende
da ciò che si vuol fare».
Esistono anche gare di telemark?
ph Mariano Marinolli
«Certo! Vince sempre chi arriva ultimo! E da queste gare nascono amicizie che si protraggono nel
tempo. Le altre tecniche dello sci, non sono così
divertenti e socializzanti come il telemark».
“LE ZOSTE” THE PAGANELLA TELEMARK CLUB
The name of the club, translated from the local dialect,
means "springs", because when skiing with this technique
people bend as mattress springs. They are Paganella telemark lovers, a group born to experience skiing and mountain in “goliardic” way.
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FREESTYLE:
L’UNIONE FA LA FORZA
ILENIA ROMERI, MAESTRA DI
SNOWBOARD DI FAI DELLA PAGANELLA,
RACCONTA LA SUA GRANDE PASSIONE
PER IL FREESTYLE, UNA DISCIPLINA
CHE STA RISCUOTENDO UN SUCCESSO
SEMPRE MAGGIORE, SOPRATTUTTO IN
PAGANELLA, DOVE SI TROVA UN'AREA
DEDICATA: IL DOSSON PARK.
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P
er Ilenia Romeri si potrebbe dire che lo
snowboard sia stato un vero e proprio colpo
di fulmine. Non immediato, ma a “scoppio
ritardato”, perché il primo giorno che ha
“bloccato” i piedi alla tavola non ha provato
grandi soddisfazioni, ma la volta seguente,
dentro di lei, è scattato qualcosa che le ha fatto cambiare improvvisamente idea, come se le si fosse aperto un mondo tutto
da scoprire.
Un mondo che l’ha portata a diventare, prima, maestra di snowboard e, dopo, una grande appassionata di freestyle, la disciplina
che si caratterizza per le spettacolari evoluzioni acrobatiche con
gli sci e lo snowboard, molto praticata in Paganella, dove è stata
realizzata un’apposita struttura, il Dosson Park.
«Mi sono avvicinata a questo sport grazie a un'allegra tribù di
snowboarder, gli "Alci", che frequentavano il bar dove lavoravo, alla
stazione di partenza degli impianti della Paganella a Passo Santel. Il
loro entusiasmo nel raccontare le giornate trascorse con la tavola
sulla neve mi avevano talmente contagiato che un giorno ho voluto
provare e così è nata la mia grande passione per lo snowboard».
All’inizio non è stato però facile.
ph Pierre Teyssot
«La prima volta ho provato una sensazione di disagio nell'avere i
piedi "legati" alla tavola, ma poi questa sensazione si è trasformata
in senso di libertà. Guardando le evoluzioni che i miei amici facevano con la tavola a poco a poco ho provato anch’io a compiere i
primi trick (le manovre aeree con la tavola) scoprendo un lato dello
snowboard che ancora non conoscevo e di colpo si è aperto un
mondo nuovo fatto di saltelli, press (una sorta d’impennata con la
tavola), giochi di fantasia».
ph Pierre Teyssot
ph Lorenzo Fizza Verdinelli
Ilenia come ti sei avvicinata allo snowboard?
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Quanto è stata importante per te la
realizzazione in Paganella del Dosson Park?
Cosa ti piace di più dello snowboard
e del freestyle?
«Il park è stato una vera svolta: finalmente con i
miei amici avevamo a disposizione un posto dove
poterci riunire e provare in sicurezza. Anche se
l'area quando è nata era più piccola rispetto a
quelle di altre località sciistiche, per noi rappresentava il parco più bello di tutti, grazie anche
alla passione e all'impegno della SlopeDesign, la
ditta di shaper e costruzione di snowpark che ha
realizzato il Dosson Park: avevamo a disposizione
una linea con ben due salti, un tubo, addirittura il
BigAirBag aperto tutti i giorni e qualche volta
anche in notturna. Poi aggiungendo un pezzo
alla volta, la SlopeDesign ha costruito un park
attrezzatissimo che è diventato il nostro quartier
generale e un punto di riferimento per molti appassionati di freestyle».
«La parte che preferisco dello snowboard e
del freestyle è proprio l'unione che crea, non si
finisce mai d’imparare, si cade, si sbatte, ci si rialza e si riprova incoraggiati dagli amici, sempre
disponibili a dare un consiglio per migliorare o
festeggiare insieme i piccoli successi di ognuno.
L'unione fa la forza dicono, mi sa che sia vero».
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ph Pierre Teyssot
ph Pierre Teyssot
Al Dosson Park si organizzano anche diversi
eventi di richiamo per molti appassionati.
ph Lorenzo Fizza Verdinelli
«Sì, sin dalla nascita dell'area sono stati organizzati diversi eventi di notevole successo,
come per esempio il "Day of Laughter" promosso dai ragazzi di “LavisFreestyleTeam” e il
"Snow&Yoga", organizzato in occasione della
festa delle donne; e poi il “DossonAir”, in occasione del quale la crew ha dato una mano a costruire il salto più grande che si era mai visto in
Paganella. L'impegno di tutti è stato ripagato dal
successo di una giornata incredibile, durante la
quale alcuni tra i riders italiani più forti hanno
dato spettacolo di fronte al rifugio Dosson».
Ti piace vivere a Fai della Paganella,
ai piedi della Paganella?
«Penso di essere molto fortunata a vivere qui
perché non mi annoio mai e sono circondata da
paesaggi meravigliosi. Amo stare all'aria aperta,
oltre allo snowboard mi piace molto scalare e
fare passeggiate nei boschi o in montagna con
i miei cani: insomma è super».
FREESTYLE:
UNION IS STRENGTH
Ilenia Romeri, snowboard
instructor of Fai della Paganella, talks about his freestyle passion, a discipline
that is having an increasing success, especially in
Paganella, where there is
a dedicated structure: the
Dosson Park. Here, Ilenia
trains with his crew, having fun, and where all are
friends, ready to celebrate
the small achievements of
each other. Here union is
strength.
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LA MONTAGNA DEI BAMBINI
PERCHÉ È
IMPORTANTE
PER I BAMBINI
IL CONTATTO
CON LA NATURA
di Daniela Scandurra*
Il contatto diretto con l'ambiente naturale gioca un
ruolo fondamentale per la crescita dei bambini, sia
sul piano fisico, sia su quello affettivo e cognitivo.
Un’esperienza, questa, in cui è in gioco l’intera vita
dei piccoli che permette di maturare un senso di
ammirazione per la vita e il mondo intero che nessuna
lezione in classe o nessun libro può sostituire.
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LA MONTAGNA DEI BAMBINI
O
ggi, i contatti dei nostri bambini col
mondo esterno sono davvero rari. Trasformati sempre più in cittadini, la loro
esistenza si svolge in prevalenza dentro
il chiuso delle case, e anche a scuola,
spesso e volentieri, sono poche le occasioni in cui i bambini sono invitati a frequentare ambienti
“naturali”.
Eppure, il contatto diretto con l'ambiente naturale gioca
un ruolo fondamentale per la crescita dei bambini, sia sul
piano fisico che affettivo e cognitivo. Un'esperienza in cui
è in gioco l'intera vita dei piccoli. Tutto diventa meraviglia,
ogni particolare assume grande importanza ai loro occhi,
solo perché fa parte del loro mondo.
*Daniela Scandurra, pedagogista montessoriana, svolge attività di consulenza e formazione per asili nido, scuole dell'infanzia e genitori.
Presidente de “Il Melograno Centro Informazione Maternità e Nascita”, realtà associata all'Opera Nazionale Montessori (ONM), dal
2015 è direttrice e coordinatrice scientifica dei corsi ONM di Trento.
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ph Tonina
Godere del fruscio del vento e del calore del sole, saltellare qua e là, arrampicarsi sugli alberi, osservare i piccoli
insetti, ascoltare il cinguettio degli uccellini, camminare
a piedi nudi sull'erba, raccogliere le foglie secche, giocare nei torrenti, camminare lungo la battigia per cercare
conchiglie, saltare nelle pozzanghere, rotolare nella neve,
osservare i cambiamenti dovuti all'alternarsi delle stagioni
sono solo alcune delle esperienze che mettono i bambini
nelle condizioni di agire con il proprio corpo, di raccogliere
attraverso i sensi, dall'ambiente, informazioni su tutto ciò
che sta attorno a loro e di maturare un senso di ammirazione per la vita e il mondo intero che nessuna lezione in
classe o nessun libro può sostituire.
LA MONTAGNA DEI BAMBINI
“Quando il bambino esce, è proprio il Mondo stesso che si offre a lui. (...)
facciamo uscire il bambino; mostriamogli le cose nella loro autenticità. (...)
Nessuna descrizione, nessuna immagine di libro può sostituire la visione
reale degli alberi di un bosco con tutta la vista che si svolge intorno ad essi.
Si sprigiona da questi alberi qualcosa che parla all'animo, qualcosa che nessun libro, nessun museo potrà mai rendere. Il bosco che vediamo rivela che
non sono soltanto gli alberi a esistere, ma tutto un insieme di vite; e questa
terra, questo clima, questa potenza cosmica sono necessari a tutte queste
vite affinché possano svilupparsi. Questa miriade di vite intorno agli alberi,
e la loro maestà, la loro varietà, sono qualcosa che bisogna andare a scoprire (...). Quante volte l'animo dell'uomo – specialmente quello del bambino
– ne viene privato, perché non lo si mette in contatto con la natura”. (M.
Montessori).
Che grande opportunità, che importanti strumenti di conoscenza
e di approccio alla vita offriamo
ai nostri bambini quando gli permettiamo di osservare, ascoltare,
odorare, toccare e assaggiare la
natura! Sono queste le esperienze
che permettono al bambino di
comprendere chi è e qual è il suo
posto sulla Terra e nell'Universo.
Un'“educazione cosmica” che mira
a coltivare nel bambino l'amore
per la vita, un amore che nasce dalla conoscenza e dalla propria personale esperienza nell'ambiente.
Tutto ciò che riusciamo a offrire
alla sua precoce capacità di osservazione e di partecipazione, al suo
mondo emotivo e al suo stupore
rimarrà nel tempo, nutrirà la sua
anima, lo preparerà a diventare un
buon cittadino del futuro.
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ph Pierre Teyssot
ph Apt Dolomiti Paganella
ph Apt Dolomiti Paganella
LA MONTAGNA DEI BAMBINI
Non dimentichiamolo: un bambino che abbia dei genitori
o dei nonni che gli permettono di camminare sulla neve, di
sporcarsi con la terra, di raccogliere le pigne, di annaffiare
le piante, di rimanere incantato a osservare le nuvole che
attraversano il cielo, di dar da mangiare agli animali, di riconoscere un pino da un abete, di coltivare un piccolo orto, da
grande ritroverà dentro di sé un'attenzione e una sensibilità
diversa nei confronti della natura, sarà un adulto preparato
al rispetto delle cose e delle persone, un vero amministratore
della Terra. “Bisogna offrirgli cose grandiose: per cominciare,
offriamogli il Mondo”. (M. Montessori).
ph Tonina
FOR CHILDREN IT IS IMPORTANT
THE CONTACT WITH NATURE – WHY?
The direct contact with the nature plays a fundamental role in the
growth of children both physically, affectively and cognitively. An experience that is playing a major role in the whole life of the little ones, as
it allows them to develop a sense of admiration for life and the whole
world that no classroom lecture or book can replace.
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LA MONTAGNA DEI BAMBINI
Grande edizione del
“DOLOMITI PAGANELLA
FAMILY FESTIVAL”
dedicato quest'anno all'avventura
C
orsi di sci con maestri specializzati, passeggiate in notturna alla scoperta della
natura e degli animali che vivono nel
Parco Naturale Adamello Brenta,
escursioni con la slitta trainata
dai cavalli, gare di sci e di slittini, la costruzione sulla neve
di una truna con la guida alpina, la spiegazione di come avvengono i soccorsi in caso di
valanga, la slack line e molto altro ancora.
Sono le numerose iniziative organizzate
dall’Apt Dolomiti Paganella in collaborazione con gli operatori turistici dell’altopiano
per il “Dolomiti Paganella Family Festival”,
il grande festival per le famiglie, quest’anno
dedicato al tema dell’avventura.
La manifestazione, che sta riscuotendo
negli anni un successo sempre maggiore,
coinvolgendo tantissime famiglie e bambini,
quest’anno prevede un calendario di eventi
e iniziative diviso in due momenti: a Natale, il
“Christmas for Family”, dal 18 al 25 dicembre
e poi a gennaio 2017 il “Dolomiti Paganella
Family Festival”, esattamente dall’8 al 15 gennaio.
Il divertimento è assicurato, ma non mancheranno anche diversi momenti formativi, sempre attraverso il gioco, come
quelli con le guide alpine e con i maestri di
sci, durante i quali si andrà alla scoperta delle meraviglie della natura e della montagna
durante il periodo invernale.
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PAGANELLA DOLOMITI MAGAZINE N. 05/16
LA MONTAGNA DEI BAMBINI
ph Storytravelers Archivio APT Dolomiti Paganella
Torna sull’Altopiano della Paganella
la manifestazione dedicata alle
famiglie e ai più piccoli che sta
riscuotendo negli anni un successo
sempre più grande, con una serie
avvincente di attività dedicate
quest’anno ai temi dell’esplorazione
e dell’avventura in montagna.
GREAT EDITION OF THE "DOLOMITI
PAGANELLA FAMILY FESTIVAL"
DEDICATED TO THE ADVENTURE
The event, which is enjoying an increasing success
over the years, involving a large number of families and children, provides this year a calendar of
events and initiatives divided into two stages: at
Christmas, from 18 to 25 of December, "Christmas
for Family", and then from 8 to 15 January the classic "Dolomiti Paganella Family Festival”.
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NATE IN ALASKA, LE “FAT BIKE”, SPECIALI
BICICLETTE CON PNEUMATICI MOLTO LARGHI,
PERMETTONO DI PEDALARE SULLA NEVE E GRAZIE
A UN’INIZIATIVA DELL’APT DOLOMITI PAGANELLA
È POSSIBILE PRATICARE QUESTO SPORT ANCHE
SULL’ALTOPIANO DELLA PAGANELLA.
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PAGANELLA DOLOMITI MAGAZINE N. 05/16
FAT BIKE:
PER “GALLEGGIARE”
SULLA NEVE
CON LA BICICLETTA
I
n giro se ne vedono già diversi esemplari e sicuramente non passano
inosservati, soprattutto per i loro pneumatici scuri e molto larghi.
Stiamo parlando delle “fat bike”, le biciclette nate per andare sulla
neve, diventate il vero e proprio fenomeno del momento.
Nate in Alaska, dove di neve e freddo se ne intendono, grazie a queste
biciclette che montano pneumatici molto larghi (almeno da 3,7”) uniti a una bassissima pressione (0,5 bar) è possibile pedalare sulla neve battuta (in estate anche
sulla sabbia) senza rinunciare così al proprio sport preferito in montagna anche in
inverno. Le fat bike sono disponibili anche in versione “e-fat”, cioè a pedalata assistita, per rendere la progressione ancora più fluida e divertente, vivendo le sensazioni
- raccontano chi le ha già provate - di come se si galleggiasse sul manto nevoso.
E anche sull’Altopiano della Paganella adesso è possibile praticare questo sport,
grazie a un progetto dell’Apt Dolomiti Paganella nell’ambito delle offerte e dei
servizi della “Dolomiti Paganella Bike”.
«Abbiamo chiamato il progetto “Dolomiti Paganella Bike si veste di bianco" - ha
spiegato il direttore dell’Apt, Luca D’Angelo - proponendo per l'inverno specifici
percorsi da utilizzare con le fat bike, il tutto completato da servizi di noleggio e tour
con guida. Il nostro slogan è “Chi l'ha detto che in bici si può andare solo l'estate?».
ph Caspar Diederik
ph Storytravelers Archivio APT Dolomiti Paganella
I dettagli dell’iniziativa si possono trovare sul sito www.dolomitipaganellabike.com
PAGANELLA DOLOMITI MAGAZINE N. 05/16
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I
ph Matteo De Stefano
Il fascino irresistibile
degli Aufguss del centro
benessere AquaIn di andalo
recenti “Campionati italiani Fantasy 2016” di aufguss, giunti
quest’anno all’ottava edizione, che si sono disputati recentemente al Centro benessere AquaIn di Andalo, rimarranno
per chi vi ha assistito come una delle più belle esperienze
per chi ama le saune finlandesi e il benessere fisico e dello
spirito.
I migliori specialisti di questa disciplina (bagni di vapore surriscaldato,
ottenuti gettando acqua ed essenze su delle pietre roventi e diffusi con
degli asciugamani nell’ambiente circostante da maestri di sauna) hanno
dato libero spazio alla loro fantasia, creando momenti magici e suggestivi, confermando il fascino di quest’arte che richiama un numero sempre
maggiore di appassionati.
Chi la prova la prima volta non sa resistere a ripetere l’esperienza, facendo del wellness, ossia l’essere in buona salute, un proprio stile di vita, con
al centro il benessere, fisico e psichico.
L’ambiente della montagna aiuta moltissimo in questo senso, perché con
i suoi paesaggi, l’aria pura, i ritmi meno frenetici, predispone il corpo e la
mente verso la ricerca di un equilibrio interiore che ci fa stare bene.
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PAGANELLA DOLOMITI MAGAZINE N. 05/16
ph Matteo De Stefano
Il centro benessere di Andalo, da questo punto di vista, è diventato un
punto di riferimento in Italia e all’estero, soprattutto per le saune finlandesi (dove si accede senza costume) diventate conosciutissime grazie
proprio ai particolari aufguss, dei veri “momenti magici”, durante i quali i
maestri di sauna, con la musica, la preparazione di essenze particolari, la
creazione di un’ambientazione suggestiva, conducono verso una dimensione diversa, favorendo il benessere del fisico e dello spirito.
TRENTINONATURA.IT
Il magazine on line per scoprire
il mondo intorno a noi.
P
er gli amanti della natura, in particolare quella del Trentino e dell’Altopiano
della Paganella, è nata una nuova
testata giornalista on line, “TrentinoNatura.it”
(www.trentinonatura.it)
ricca di video, reportage, fotografie
straordinarie sulla fauna dei nostri boschi, interviste,
attualità, news e rubriche, come il “Folletto del Meriz”,
per raccontare la natura ai più piccoli.
Realizzato in collaborazione con numerosi naturalisti
ed esperti, a cominciare dal Parco Naturale Adamello
Brenta, “TrentinoNatura.it” è un sito informativo e
divulgativo che pone attenzione anche ai problemi sulla grave crisi ambientale globale, ai conseguenti
cambiamenti climatici e ai rispettivi impegni che ognuno di noi può assumersi per la salvaguardia del nostro straordinario e unico pianeta Terra.
Trentino Natura è anche un affascinante spettacolo teatrale realizzato in collaborazione con il Parco Naturale Adamello Brenta e la Scuola di danza “Ritmomisto” di Lavis, durante il quale si va alla scoperta con
esperti, canzoni e balletti, dello straordinario ambiente naturale del Trentino e delle Dolomiti. Il prossimo
spettacolo andrà in scena ad Andalo il 29 dicembre, al Palacongressi, alle 21.15.
PAGANELLA DOLOMITI MAGAZINE N. 05/16
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ph Tiziana Latizia
IL PROSSIMO NUMERO:
FOCUS SU TREKKING
E PASSEGGIATE
I
l prossimo numero di "Paganella Dolomiti Magazine" sarà davvero speciale: faremo un vero
e proprio viaggio lungo una rete di itinerari alla scoperta delle meraviglie delle Dolomiti di
Brenta e della Paganella.
E lo faremo insieme a un testimonial d’eccezione, il pluricampione olimpionico Jury Chechi,
“il Signore degli anelli”, particolarmente affezionato all’Altopiano della Paganella, grande
camminatore e amante della montagna. Proporremo, insieme alle guide alpine, dalle semplici passeggiate, ai trekking più impegnativi, senza dimenticare i tracciati per le mountain bike dello straordinario
circuito “Dolomiti Paganella Bike”.
Naturalmente parleremo della fauna e della flora delle nostre montagne, con un occhio particolare anche alle tradizioni e alle leggende del luogo. Sarà un viaggio affascinante, perché compiuto per e con voi
lettori e saremo sempre lieti e orgogliosi di pubblicare le vostre foto per condividere, insieme, emozioni
e il bello delle nostre montagne.
Al prossimo numero. E buona lettura!
ph Paganella Ski
THE NEXT ISSUE: FOCUS ON
TREKKING AND HIKING
70
PAGANELLA DOLOMITI MAGAZINE N. 05/16
The next issue of Paganella
Dolomiti Magazine will be very
special: we will make a journey
along some of the most stunning trails to discover the wonders of the Dolomiti di Brenta
and Paganella. And we will do it
with an exceptional testimonial, the Olympic champion Jury
Chechi, the "Lord of the Rings",
particularly fond of Paganella,
passionate hiker and mountain
lover.
Messaggio pubblicitario con finalità promozionale. Non costituisce offerta o invito alla conclusione di un contratto per la prestazione del servizio di gestione di portafogli.
L’informativa e le condizioni contrattuali complete sono a disposizione presso la sede di Cassa Centrale Banca e gli sportelli delle banche che commercializzano il servizio.
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