Cosa si nasconde oggi dietro le patologie della sessualità

Transcript

Cosa si nasconde oggi dietro le patologie della sessualità
ACP – Rivista di Studi Rogersiani - 2005
Cosa si nasconde oggi dietro le
patologie della sessualità
Angelo Peluso1
“Ogni volta che due amanti si incontrano,
in realtà sono quattro voci che parlano.
I due esseri visibili hanno un rapporto molto
diverso da quello dei due esseri invisibili.
Essi possono magari discutere violentemente sul
piano fisico, ma le loro anime sono in pace,
e desiderano sempre più avvicinarsi l'una all'altra”
(Gibran).
La consulenza nel terzo millennio
Il moderno counselling sessuologico richiede la grande capacità di avere
una visione molto ampia delle nuove realtà sociali e tecnologiche e di saper
valutare aspetti – della storia di vita del paziente – che sono alla base di
moltissimi malesseri.
La società moderna si caratterizza per la continua ricerca di un equilibrio
fisico e psichico sempre più precario e anche la sessualità continua ad essere
fonte di ansia per molti nonostante che in apparenza ci si presenti con
atteggiamenti di “forti emancipazioni”.
1 Professore a contratto, Facoltà di Medicina e Chirurgia – Università degli Studi di Roma
Tor Vergata; dirigente responsabile dell’Unità Operativa Procreazione Cosciente e
Responsabile e Tutela della Maternità e dell’Infanzia - Distretto III; consulente responsabile
del Servizio di Sessuologia Clinica Ospedale Fatebenefratelli – Isola Tiberina – Roma.
Le riflessioni contenute in questo lavoro fanno riferimento all’esperienza dell’A. nel
Servizio di Sessuologia Clinica Ospedale Fatebenefratelli – Isola Tiberina - Roma (dal 1978 a
tutt’oggi), nella ASL Roma B D3 Consultori Familiari (dal 1980 a tutt’oggi) e alla
collaborazione tra Policlinico di Tor Vergata e ASL Roma B (dal 2005 a tutt’oggi).
1
ACP – Rivista di Studi Rogersiani - 2005
La fotografia paradossale è che per anni si è ritenuto che il sesso fosse
condizionato da “pesi” culturali e ideologici di vario genere, ma in realtà oggi
gli stessi “problemi” restano con motivazioni più sottili: si tende perciò a
negare quest’ansia nelle relazioni interpersonali tutto all’esterno per la paura
di non essere all’altezza dei tempi. E nasce così una fiction collettiva!
Si è dibattuto per decenni sui “condizionanti criteri della normalità”
sperando che la conoscenza scientifica aiutasse a superare tanti inutili
vissuti negativi della sessualità.
Oggi invece sempre “nuove presunte normalità e criteri di pseudomodernità” corrono nelle chat-line, in forme di dipendenze mascherate
vissute come mode e addirittura in comportanti abusanti di cui non si ha
neppure consapevolezza.
Dietro le patologie della sessualità si nascondono inoltre malesseri vissuti
quotidianamente all’interno delle mura domestiche fino a vere e proprie
forme di mobbing familiare in cui si mina alla radice l’identità dell’altro (1).
Proprio nella relazione di intimità affettiva tra uomo e donna si annidano
germi di dominio, di strumentalizzazione dell'altro (tensioni, frustrazioni,
ricatti, sfruttamento e violenza) (3,13,15).
Tutti, chi più chi meno, abbiamo esperienza del fatto che l'amore si nutre
di novità, di mistero e di pericolo e ha come suoi nemici il tempo, la
quotidianità e la familiarità. Nasce dall'idealizzazione della persona amata di
cui ci innamoriamo per un incantesimo della fantasia, ma poi il tempo, che
gioca a favore della realtà, produce il disincanto e tramuta l'amore in un
affetto privo di passione o nell'amarezza della disillusione (4).
Se il sesso è l’espressione fisica del legame tra due persone, è evidente che
subisca una forte influenza da “una non intimità”, da una complicità
sognata , ma mai realizzata.
A tutto questo si associano molte patologie organiche sin da giovane età
che spesso vengono trascurate per superficialità e per una mentalità ancora
poco diffusa alla prevenzione.
Il consulente del terzo millennio, perciò , deve avere uno spirito verso la
ricerca scientifica e ”saper leggere” i tempi e le rapidissime evoluzioni.
Si pensi a tutti i cambiamenti comunicativi portati dalle moderne
tecnologie e la nuova mentalità della cosiddetta “generazione y-reless”
abituata sempre più a vivere anche l’affettività secondo i codici della grande
“rete” (14).
Troppo spesso si trascurano queste che si ripercuotono repentinamente
sui modi di pensare e vivere la sessualità.
Nel 1979 presentai una ricerca su “il sesso al telefono” (7) che si stava
diffondendo in alcuni paesi europei e negli USA. Non si poteva immaginare
che dopo pochi anni avremmo “importato” questo alienante costume ancora
molto diffuso.
Nel 1995, invece, organizzai un convegno che mirava a valutare l'influenza
che avrebbe avuto l'uso dell'informatica sulle relazioni affettive a cominciare
dalla famiglia (10). Già si intravedeva come il personal computer avrebbe
cambiato costumi e abitudini, ma ancora si sottovalutava l'influenza di
Internet sui nostri comportamenti.
2
ACP – Rivista di Studi Rogersiani - 2005
Oggi si stanno creando delle vere e proprie forme di autismo tecnologico
in cui la persona è apparentemente socializzata in rete mentre in realtà è
profondamente chiusa in schemi mentali accomodanti ai propri bisogni
narcisistici.
Con la chat in particolare si riesce a gestire con molta facilità ogni
contraddizione esistenziale , superare con rapidità delusioni affettive, dare
spazio a tante parti di sé gestendo con autorevolezza ogni dolore, mascherati
dietro l’anonimato.
È comunque una corsa continua verso la ricerca dell’amore che è così
indispensabile per poter raggiungere – attraverso l'altro – la propria
realizzazione.
L’importanza di saper accogliere
La prima capacità nel fare counselling è quella di saper accogliere il
paziente e\o la coppia creando un contesto in cui realmente si possa trovare
il coraggio di parlare senza il timore di essere giudicati.
“L’ascolto costruisce la fiducia, facilita la risoluzione dei conflitti, porta
intimità. alimenta la crescita della relazione” (6).
Le condizioni per una comunicazione efficace sulle tematiche della
sessualità sono:
Usare un linguaggio comprensibile considerando i codici linguistici
dell'interlocatore;
Incoraggiare il dialogo;
Utilizzare modalità appropriate all'età del ricevente;
Rivolgersi direttamente alla persona con cui si sta parlando guardandola
possibilmente negli occhi;
Presentare sempre l'informazione in modo comprensibile ,pianificando il
discorso in modo che i punti più importanti siano dati sia all'inizio che alla
fine;
Se serve, ricorrere a esempi o a metafore;
Usare termini colloquiali, popolari o anche dialettali se possono mettere a
più agio l'interlocutore;
Accertarsi che il messaggio trasmesso sia stata compreso correttamente.
Il lavoro iniziale è quello di capire le basi su cui si è costruita l’identità
della persona perché i malesseri partono sempre da confusioni interiori che
si amplificano nell’incontro con l’altro partner.
Per poter realmente “entrare in relazione con un’altra persona” significa in
primis avere una precisa identità personale, essere predisposto ad accettare
le diversità dall'altro, avere una buona soglia di tolleranza alla conflittualità,
accettare di modificare le proprie idee in funzione di informazioni alternative
o viceversa saper esprimere con coerenza e precisione i propri punti di vista
senza pregiudizi di base o peggio per imporre in maniera a-critica le proprie
idee (13).
3
ACP – Rivista di Studi Rogersiani - 2005
Cosa si nasconde oggi dietro le patologie della
sessualità. I malesseri legati alla propria storia di
vita, alla coppia, ai tempi
Il passo successivo di un counselling sessuologico sarà sempre quello di
“farsi strada” sui criteri soggettivi di norma che la persona ha scelto per sé
sulla base di condizionamenti ideologici , culturali e le interpretazioni –
spesso distorte – dei dati scientifici per colpa della superficiale diffusione
che ne fanno i mass media.
Non è facile per nessuno parlare di problematiche della sessualità sia pure
davanti ad un medico o ad uno psicologo.
Sarà perciò importante quel feeling professionale che aiuti la persona a
raccontare la propria storia di vita, cogliere i “non detti” e captare quei sottili
“miti” culturali e soprattutto familiari di cui talvolta si è prigionieri come
vedremo più avanti.
Le “incomprensioni” e i “dolori” di storie affettive precedenti – spesso
mascherati anche a se stessi – o i modelli di coppia nella propria famiglia di
origine non sempre positivi hanno un peso notevole talvolta difficile da
superare.
A questo si aggiungano le dinamiche psicologiche complesse che si
instaurano nelle sempre più numerose famiglie ricostituite.
La disabitudine a vivere l’intimità viene amplificata spesso nel trovare un
rifugio negli incontri virtuali in rete, in forme di comunicazione “mordi e
fuggi” che non permettono quell’“incontro-scontro” con la realtà così
indispensabile alla propria crescita.
In linea sintetica per inquadrare la storia di ogni persona e quella della
eventuale relazione in atto necessita capire:
- cosa sia accaduto nel giorno del primo incontro; l’analisi delle fantasie,
delle aspettative, degli atteggiamenti al momento della conoscenza. Questo ci
è utile per indagare come i vincoli alla famiglia di origine hanno influenzato
la scelta del partner;
- in quale momento storico della propria vita i due partner si sono
conosciuti: eventi significativi sia personali che familiari – come molte
ricerche hanno evidenziato – rivestono un importantissimo ruolo per
spiegare problematiche che si manifestano successivamente. Questo è
particolarmente vero nelle situazioni in cui un partner desidera fuggire da un
clima pesante nella casa genitoriale o quando l’incontro avviene dopo un
dolore importante.
Gli intrecci tra il proprio ieri, il presente e i progetti del futuro mettono in
moto atteggiamenti talvolta contraddittori che portano a “scaricare”
sull’incolpevole partner rabbie esistenziali che non state affrontate con
serenità.
Molte sintomatologie sessuali, apparentemente inspiegabili, trovano le loro
radici proprio in conflitti interiori tra “visioni realistiche e fantasmatiche”
della propria storia di vita.
4
ACP – Rivista di Studi Rogersiani - 2005
Di solito ci sono quattro strategie che gli individui utilizzano per
approfondire legami causali tra eventi passati, attuali e futuri:
1) La prima strategia è detta “dinastica” e si verifica quando una persona
vive positivamente la propria situazione valorizzando tutti gli aspetti positivi
del passato e cancellando, opportunamente, tutte le situazioni spiacevoli.
2) La seconda è detta “antitetica” ed è tipica della persona che sottolinea
tutti gli ostacoli che ha dovuto superare per raggiungere l'attuale benessere.
È molto forte l'immagine di sé.
3) La terza è detta “compensatoria” ed è tipica di chi tende ad idealizzare il
passato compensando in tal modo il proprio fallimento attuale.
4) La quarta è detta “assolutoria” e rispecchia chi si deresponsabilizzano
rispetto alla situazione negativa presente, considerandola un effetto
inevitabile di un'infanzia infelice e di esperienze frustranti che hanno
impedito la possibilità di esprimersi al meglio nella vita.
Un ruolo fondamentale vengono ad avere i “miti familiari”: un certo
numero di opinioni ben sistematizzate, condivise da tutti i componenti della
famiglia, concernenti i reciproci ruoli, i codici di lettura della realtà e di
conseguenza delle interpretazioni molto soggettive della vita e della società
che mirano anche a nascondere – in maniera palese o semplicemente col
silenzio – vicende familiari ambigue.
Questo porta a mistificare la realtà e spinge alla ricerca di relazioni
affettive accomodanti per poter meglio “difendere” il proprio mito familiare
fino ad arrivare a rapporti di coppia basati su una “collusione condivisa”, in
cui cioè ognuno “gioca” il ruolo che più fa comodo all’altro.
Molte forme di patologie del desiderio sessuale, del dolore e del deficit
erettile, per esempio, hanno origine in questi pseudo-rapporti affettivi.
Nei sintomi primari – patologie di cui la persona ha sempre sofferto – è
determinante capire se il disturbo che si aveva (o che si credeva di avere) ha
influenzato la scelta del partner per “strategie psicologiche di opportunità”
cioè nella convinzione di aver accanto una persona che non creasse problemi
e/o verso cui “scaricare” la responsabilità della propria inadeguatezza.
Le patologie dell’orgasmo, del deficit erettile e alcune forme di dipendenze
sono i sintomi più diffusi.
Nei sintomi secondari – patologie che si sono manifestate successivamente
– è invece opportuno valutare le aspettative che si avevano dal rapporto
affettivo.
Sarà utile inoltre verificare se la sintomatologia sessuale abbia
condizionato e/o influenzato altre aree della vita di relazione.
Molte problematiche vanno lette analizzando cosa ognuno si aspettasse
dall’altro e, quindi, dando il giusto peso a ciò che poteva essere realistico e a
ciò che invece era utopistico.
La costruzione delle aspettative si struttura su:
A) i bisogni costruiti dell’infanzia e nell’adolescenza
B) le aspettative da se stesso (aspetto legato ad “aspettative” che altri
significativi – i genitori in primis – avevano/hanno” sulla persona)
C) la funzione e il significato di essere una coppia
5
ACP – Rivista di Studi Rogersiani - 2005
D) la capacità a rispondere alle aspettative del partner, integrarsi nella sua
storia personale, rispettare le regole della sua famiglia di origine
E) la capacità critica di analisi sia storica (del passato) che attuale dei
propri progetti di vita.
Solo la tanta “sospirata complicità” tra i due partner può portare a forme
di benessere psichico e sessuale: «sentire la presenza dell’altro con tutta la
sua diversità dentro di noi, con amore e con rispetto, riuscendo a rivestire il
ruolo di chi parla e di chi ascolta arrivando ad un senso critico di se stesso.
Questo implica camminare sulla stessa strada verso una meta comune non
rigorosamente determinata, ma modificabile sulla base delle rispettive
esperienze e conoscenze che diventano “territorio di entrambi” come una
sorta di patrimonio genetico condiviso con il meglio di sé». (16)
Le basi di un’attenta anamnesi medica
e psicologica. La figura del coordinatore
dell’intervento
Il primo punto fondamentale è impostare correttamente i primi
accertamenti medici e quale possa essere l’eventuale intervento psicologico
strategicamente più idoneo.
È importante sottolineare che la diagnostica medica è necessaria anche
quando sono molto eclatanti le origini psichiche del problema sia per evitare
che durante il trattamento psicologico il paziente (o l’altro membro della
coppia) si ostini a dare significati organici alla patologia per sfuggire ad una
presa di coscienza della propria realtà interiore.
È opportuno ricordare che il paziente sessuologico – soprattutto la figura
maschile – cerca sempre di trovare una spiegazione medica ai propri
problemi e poterli risolvere solo farmacologicamente per non mettersi in
discussione “come persona”.
L’anamnesi medica e psicologica richiede perciò la capacità di sapersi
muovere da un argomento all’altro, legare parti storiche diverse per dare
significato a comportamenti talvolta inspiegabili, cogliere “i silenzi” e quelle
verità negate anche a se stessi.
Muoversi come un windsurf sull’acqua con armonia sapendo quando
insistere su un argomento ritenuto significativo e quando invece rimandare
l’approfondimento ad un momento meno ansiogeno per il paziente.
È opportuno prevedere inoltre un coordinatore dell’intervento su ogni
specifico paziente. In genere è da privilegiare la figura che per prima ha visto
il paziente e ne ha delineato le fasi di trattamento e l’invio ad altri colleghi.
Non dobbiamo sottovalutare poi le forme di autoterapia medica o suggestioni
paranormali in cui il paziente “cade” in preda all’ansia e i cui “referenti” sono
figure non sanitarie.
Qualsiasi intervento clinico va spiegato con chiarezza guidando il paziente
nel cammino dell’eventuale terapia medica, chirurgica, psicologica. Anche il
6
ACP – Rivista di Studi Rogersiani - 2005
farmaco va attentamente somministrato con quella che definisco “la
prescrizione emotiva del farmaco” affinché:
il farmaco non incida sull’identità personale
il farmaco non incida sull’identità di genere maschile
il paziente conosca come agisce e non tema forme di dipendenza
il farmaco sia considerato come un coadiuvante ad una serena sessualità.
Chi è il paziente sessuologico oggi e come
rispondere alle sue richieste
Dalla nostra casistica possiamo delineare chi sia il paziente che chiede una
consultazione sessuologia:
- Il/la giovane adolescente inesperto chiede rassicurazioni
I primi rapporti affettivi adolescenziali hanno un ruolo determinante nelle
successive fasi perché sono la base su cui si crea l'identità personale:
l'insuccesso, la non comprensione degli adulti, le ansie, rischiano di bloccare
l'azione verso il mondo, creando,cioè, una sfiducia verso se stessi.
L'identità personale, l'accettazione di se stessi come persona e come
maschio/femmina, sono un sine qua non per un vero incontro d’amore,
altrimenti l'altro/a rappresenta colui/colei che deve rassicurare, deve fare da
genitore, deve compensare le ferite del passato.
Solo la profonda conoscenza dei tempi e delle influenze delle modernità
nella sfera privata permette di strutturare adeguati e strategici programmi di
prevenzione sin dall’adolescenza.
Tipici sintomi in fase adolescenziale sono l’eiaculazione precoce e la
mancanza di orgasmo.
- l’uomo/la donna (tra 35 e 50 anni) che attraversa momenti di crisi
personale che si ripercuotono sulla sessualità ( e sulla relazione di coppia
perché il/la partner si sente rifiutato/a). I sintomi più evidente sono la
mancanza di desiderio e il deficit erettile
- l’uomo/la donna dopo una separazione affettiva che si sente timoroso/a di
affrontare una nuova relazione. Non sono rari in questi casi fenomeni di fobie
del sesso
- l’uomo/la donna con problemi di stress per motivazioni varie
- l’uomo/la donna che ha avuto ripetuti problemi sessuali (con lo/a stesso/a
o un’ altro/a partner) e teme si ripresenti il disturbo
- l’uomo/la donna molto ansioso/a
- l’uomo/la donna che dopo una crisi coniugale cerca una maggiore
sicurezza affettiva anche nella sessualità, ritenuta e vissuta come una valida
compensazione alle divergenze caratteriali
- l’uomo/la donna che teme il passare degli anni (soprattutto dopo qualche
insuccesso) e soprattutto non accetta i cambiamenti corporei e le nuove fasi
fisiologiche
- l’uomo/la donna che inizia una relazione affettiva in tarda età.
Un aspetto da sottolineare in questi casi sono i comportamenti
adolescenziali in età avanzata, le rincorse “a nascondere il tempo che passa”,
7
ACP – Rivista di Studi Rogersiani - 2005
il mentire alla carta di identità sempre più nascosta. Il problema si amplifica
quando si trovano partner non adeguati soprattutto rispetto alle differenze
di età eccessive. Il counselling in queste molteplici situazioni richiede “tanti
equilibri” da mantenere per far riprendere “i giusti tempi di appartenenza”
alla propria storia ed evitare “dolori senza ritorno”: quanti innamoramenti
nella terza e quarta età verso persone molto più giovani p.es. hanno poi
avuto risvolti emotivi pesanti sia per le delusioni che ne derivano sia per la
rottura con i propri familiari.
- l’uomo/la donna che ha subito mobbing (nel lavoro, in famiglia, nel
precedente rapporto coniugale)
- l’uomo/la donna che ha paura dell’intimità che lo/a porta a eccessivo e
ossessivo controllo della propria funzionalità e del comportamento del/della
partner
- l’uomo/la donna che ha un’identità personale incerta che si ripercuote
nelle sue aree relazionali
- l’uomo/la donna con particolari problematiche che pur non essendo legate
alla patologia sessuale finiscono con l’avere ripercussioni sulla sessualità (p. es.
problemi di infertilità, patologie fisiche che incidono sull’identità della persona
ecc.)
- l’uomo/la donna prigioniero/a da dipendenze (sexual addiction, internet
addiction, gioco d’azzardo, alcool, ossessioni di potere e ammirazione).
Una curiosità da segnalare è il fenomeno che per caso abbiamo studiato
dal 1998.
La storia molto particolare di quattro casi ci spinsero a valutare sempre
più nei dettagli – nel corso dell'anamnesi – quali fossero stati i vissuti emotivi
di entrambi i partner durante la festa del matrimonio. Con estrema sorpresa
abbiamo potuto constatare come molte coppie cominciano una separazione
emotiva proprio nel loro giorno più bello a causa di forti divergenze tra le
due famiglie di origine che emergono proprio in occasione della festa
nuziale.
La festa di nozze ha avuto un'incidenza negativa totale in almeno 273 casi
studiati, mentre ha contribuito nel tempo ad alimentare “polemiche
retroattive” in 381 casi senza tuttavia essere determinante per le successive
crisi coniugali oggetto della consultazione.
I sintomi più diffusi sono stati il vaginismo, il deficit erettivo e forme di
fobie verso il sesso.
Abbiamo veramente molto da apprendere dal corteggiamento e
dall’equilibrio del mondo animale! (v. 19).
Queste ulteriori note ci fanno capire ancora di più quanto sia complessa e
delicata la fase iniziale di un counselling sessuologico proprio per tutto ciò
che “apparentemente” non ha a che vedere con la sessualità, ma che in realtà
è la fonte principale da cui nascono i problemi stessi.
8
ACP – Rivista di Studi Rogersiani - 2005
Ci sono diversi atteggiamenti con cui un consulente può rispondere alle
richieste del paziente:2
1. squalificandola in maniera semplicistica
2. disconfermandola e di conseguenza disinteressandosi a quanto il paziente
dice, negando di fatto l’identità della persona
3. negandola: si ritiene che il paziente si stia sbagliando e non abbia capito di
cosa soffre
4. delegando subito a terzi
4a con un invio molto generico
4b con un invio mirato
4c preoccupandosi di contattare personalmente l’interlocutore più adatto
5. richiedendo ulteriori informazioni o documentazioni
5a spiegandone il significato
5b freddamente, non dando spiegazioni
6. dando le risposte necessarie senza alcuna partecipazione emotiva
7. ascoltando empaticamente e programmando alcune strategie di intervento.
È opportuno sottolineare nuovamente che ogni patologia – anche quelle
esclusivamente su base organica – va inevitabilmente a riflettersi sull’identità
personale e crea confusione interiore.
Il counselling sessuologico in particolari situazioni
Le dipendenze, le patologie del desiderio, le conseguenze di un
tradimento, la gelosia ossessiva.
Un breve cenno a fenomeni che si stanno manifestando sempre di più e
che per certi versi amplificano una contraddittorietà dei cosiddetti “tempi
moderni” rispetto ad passato storico più coercitivo.
La fuga in forme di dipendenza – nei tempi recenti quella nelle relazioni
affettive virtuali (internet addiction), nel sesso (sexual addiction) e la
dipendenza dal gioco d’azzardo, dalle ossessioni di potere e ammirazione –
diventa una panacea illusoria a cui la persona si aggrappa proprio per evitare
l’incontro con chiunque possa porgli/le “letture diverse” di se stesso e della
sua storia di vita.
Negando la sua identità, la persona paradossalmente si illude di costruirne
una molto funzionale che lo/a porta però all’isolamento.
Dipendere da qualcosa significa avere dei vincoli interiori che impediscono
di controllare le nostre azioni e manifestare liberamente la propria
personalità: compire azioni ripetitive – in maniera sempre più coercitiva –
2 Le situazioni meno funzionali sono sicuramente quelle di coloro che si trovano a dover
fare una consulenza anche senza essere preparati.
9
ACP – Rivista di Studi Rogersiani - 2005
diventa necessario per avere uno “pseudo equilibrio interiore (e quindi
un’identità fittizia personale) ed esercitare un “presunto controllo” sulla
realtà esterna.
Qualunque forma di dipendenza nasce perciò da un’identità confusa la cui
origine va ricercata nella storia dell’individuo. Va sottolineato che il paziente
con queste problematiche difficilmente accetta la sua “non dominanza” sulla
dipendenza e spesso “è trascinato” o costretto a chiedere una consulenza per
le ripercussioni gravi sul sistema familiare.
Quando scorriamo la tipologia dei pazienti che chiedono una consulenza, è
molto elevata la frequenza delle patologie del desiderio: entriamo in un clima
personale e di coppia molto “scottante” a dispetto della “freddezza” che si
sente interiormente. Se da un lato è difficile seguire l’iter di come nasca un
desiderio e di certo più facile definire come finisce.
Verifichiamo perciò il peso dei silenzi pesanti, il “non sentirsi”
apprezzato/a e valorizzato/a come persona, la negazione della fantasia, ma
soprattutto la negazione di una libertà creativa che è alla base dell’eros.
Non tutti sono in grado di cogliere il vero significato del termine “libertà”
perché si scatenano forme di immaturità possessiva.
Privo di desiderio, l'amore garantisce tenerezza, intimità, sicurezza, ma
non prevede l'avventura, la tensione e il senso del rischio che alimentano la
passione. Dal canto suo il desiderio senza amore è stimolante, eccitante,
vibrante, ma non ha l'intensità e il senso di un'elevata posta in gioco che
rendono profonda la relazione (4).
Il conflitto nasce tra il bisogno di stabilità e lo spirito di rinnovamento
continuo: molte coppie “si perdono” proprio nell’incapacità a “giocare” ruoli
diversi e vengono sopraffatti dalla quotidianità.
Sono sempre più in aumento coloro che chiedono una consulenza dopo un
tradimento, guardando perciò in maniera costruttiva a questo evento che
resta sempre traumatico. Cercano un recupero della loro storia di vita e un
rinverdire della sessualità su basi nuove dopo la sbandata
Gli intrecci delle vite, abilmente raccontate da Pirandello, nascondono
sempre la fragilità dell’essere umano e le sue tragedie. Le nostre molteplici
personalità, i continui bisogni di cercare “vere identità” all’interno di un
mondo che sentiamo nostro, ci portano a morbosi attaccamenti e violente
separazioni che finiscono solo con l’aumentare la confusione.
L’amante diventa il simbolo di emancipazione non solo rispetto al partner
colpevole di aver tradito il progetto comune, ma anche rispetto alla famiglia
di origine, colpevole direttamente o indirettamente di aver favorito quel
legame sbagliato. Il nuovo partner rappresenta “il futuro”, è il segno vivente
di “un passato” da rinnegare, da cui distaccarsi il più possibile. Tutto sarebbe
semplice se “la nuova storia” preludesse ad un nuovo rapporto, ma invece
accade che quando la “rottura” deve essere realizzata, c’è la paura di farlo. Si
riscopre all’improvviso il legame verso la persona che si ha accanto e il
compito maggiore del consulente e aiutarli a “riscrivere” su basi diverse il
loro essersi ritrovati.
10
ACP – Rivista di Studi Rogersiani - 2005
La gelosia possessiva, invece, alimenta solo sofferenze senza via di uscita.
La sessualità in particolare è l’area di continuo scontro perché è il “settore”
dove esercitare il maggior controllo.
La diversità assume immediatamente i connotati del tradimento e
dell'abbandono. Pur di evitare l'angoscia della separazione, la simbiosi
persiste ossessivamente per dare un illusorio significato alla propria vita.
Nella gelosia risuona l'eco di vissuti abbandonici sperimentati nell'infanzia e
al sentimento di esclusività è connesso il desiderio di essere unici, oggetto di
una scelta esclusiva che l'eventualità di un tradimento smentisce. Ciò
indebolisce la stima in se stessi e la fiducia di essere degni d'amore (4).
La persona mentalmente sana ha, invece, interiorizzato figure parentali
affettuose e protettive, che la appoggiano nei momenti di crisi e forniscono
un sostegno interiore di fronte ai fallimenti (18).
Si tenga presente che «più il bambino in via di maturazione è legato ai
genitori da invisibili vincoli di lealtà, più gli sarà difficile sostituire la lealtà
originaria con un nuovo impegno relazionale».
La triplice prescrizione invariabile in sessuologia
clinica
Sulla scia del produttivo lavoro del gruppo diretto da Mara Selvini
Palazzoni sulle famiglie psicotiche, abbiamo cercato tra il 1989 e il 1991 di
costruire una metodologia applicabile anche in sessuologia clinica.
La prima scelta operativa è stata quella di dare “prescrizioni
comportamentali differenziate” ai due partner, più un prescrizione che
dovevano eseguire come coppia: l’obiettivo generico era quello di conoscerli
meglio individualmente e poter valutare le modalità di cooperazione
vicendevole. Una prescrizione comportamentale è un compito strategicamente scelto – che deve essere eseguito prima del colloquio
successivo con specifiche regole definite attentamente.
Abbiamo così formulato una serie di prescrizioni invariabili sintomo per
sintomo (elaborate sulla base di “strategie interattive tipiche” verificate
dall’esame della casistica ) con l’obiettivo di:
verificare se esistono modalità relazionali peculiari nelle diverse
sintomatologie
avere uno strumento immediato (o comunque una prima ipotesi di
partenza) per entrare “nel gioco della coppia”
avere una serie di informazioni utili (e con maggior rapidità) su cui
costruire la propria azione terapeutica.
Le modalità sono state sempre più aggiornate fino ad oggi anche alla luce
dei forti cambiamenti culturali. L’aiuto terapeutico della triplice prescrizione
invariabile è quello di permetterci con immediatezza di formulare una serie
di ipotesi sul significato del sintomo.
11
ACP – Rivista di Studi Rogersiani - 2005
Conclusioni
Il paziente deve poter uscire dalla stanza con l’idea precisa che è stata
tracciata insieme una strategia di lavoro e poter recuperare in fretta quella
serenità perduta, pensando che il suo equilibrio interiore – al di là dello
specifico problema – è uno specchio che influenza anche altre persone dal
partner ai figli.
Il consulente entra in un habitat di cui deve assolutamente rispettare tutto
e capire la realtà di quel mondo e non imporre un preconfezionato stile di
vita, per evitare pericolosi bisogni di imprinting mentali di cui ha molto
bisogno chi attraversa una fase di crisi.
Il lavoro con i pazienti e i programmi di prevenzione devono contribuire
alla costruzione della salute sessuale: «la capacità a costruire relazioni
affettive basate sulla complicità, l’intimità e l’alleanza; nel rispetto della
propria e altrui personalità; nell’accettazione di precisi e chiari valori di
riferimento; nel vivere con maturità le varie fasi evolutive della vita e della
sessualità, nel pieno rispetto e tolleranza della diversità da quella ideologica
a quella sessuale».
Bibliografia
BERNARDINI DE PACE A., Calci nel cuore. Storie di crudeltà e mobbing familiare,
Sperling e Kupfer, Milano, 2004.
DE WAAL F., Naturalmente buoni. Il bene e male nell’uomo e negli altri animali,
Garzanti, Milano, 1997.
DI NICOLA G.P., DANESE A., Amici a vita. Il segreto dell’amore coniugale, Effatà,
Torino, 2000.
GALIMBERTI U., Le cose dell’amore, Feltrinelli, Milano, 2004.
GIBRAN. K., Lettere d'amore, Bompiani, Milano, 1998.
HOWELL P., JONES R., Relazione di coppia efficace. Creare il rapporto desiderato,
Edizioni La Meridiana, Bari, 2005.
PELUSO A. (1979) Il sesso al telefono, «Rivista di Sessuologia», 3, pp. 283-285.
PELUSO A. (1981) Elementi di Counselling e Terapia Sessuale, Piovan, Abano
Terme.
PELUSO A. (1991) La triplice prescrizione invariabile in sessuologia clinica,
«Contraccezione Sterilità Fertilità», 6, pp. 497-509.
PELUSO A. 1995) Informatica ed Affettività. L’evoluzione tecnologica
condizionerà i nostri sentimenti?, Città Nuova, Roma.
PELUSO A., CANTELMI T., SCALABRIN S. (2000) La falsa seduzione. Il pericoloso
gioco mascherato degli induttori di patologia, «Cultura e Libri», 130, pp. 2946.
PELUSO A. (2002) La festa di nozze: una verifica sulla complicità della coppia,
«Cultura e Libri», 139, pp. 53-60.
PELUSO A. (2003) L’amore che bussa. Un viaggio tra la fretta di crescere e la
paura di invecchiare, Edizioni S. Paolo, Cinisello Balsamo.
12
ACP – Rivista di Studi Rogersiani - 2005
PELUSO A. (2004) Il corpo che cresce. I comportamenti adolescenziali in ambito
sessuale, Edizioni San Paolo, Cinisello Balsamo.
PELUSO A. (2004) Corpo che si ribella. Sottili giochi relazionali nascosti dietro
vaginismo e dispareunia, in PAPARELLA P.L. (a cura di), Pavimento pelvico
femminile: fisiologia e disfunzioni, Poletto, Milano, pp. 143-165.
PELUSO A. (2006) L’amore e le sue emozioni. Felicità e infelicità nelle trame
familiari e negli incontri della vita, CISU Edizioni Universitarie, Roma.
ROCCHETTA C., Teologia della tenerezza, EDB, Bologna, 2000.
SIMON R., I buoni lo sognano, i cattivi lo fanno. Psicopatici, stupratori, serial
killer, Cortina, Milano, 1997.
SHAW E., DARLING J., Accoppiarsi che spasso. Astuzie eroismi avventure della
femmina umana e animale per conquistare il maschio e riprodurre la
specie, Mondadori, Milano, 1987.
TURNATURI G., Tradimenti. L’imprevedibilità nelle relazioni umane, Feltrinelli,
Milano, 2000.
13