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Numero Completo - PDF
della diocesi di como
Periodico Settimanale | Poste Italiane S.P.A. | Sped. In Abbonamento Postale |
D.L. 353/2003 (Conv. In L. 27/02/2004 N° 46) Art. 1, Comma 1, Dcb Como
Anno XXXV - 18 giugno 2011 - € 1,20
Attualità
3
Chiesa
24
8
Como
14
Sondrio
Riforma del fisco:
non si perda
altro tempo
Il papa ai Rom:
“Siete nel cuore
della Chiesa”
Una
“Prom.e.S.S.A.”
d’affido
Il Comune
ha approvato
il nuovo Pgt
l Forum delle AssociaIsentato
zioni familiari ha preun documento
enedetto XVI ha
B
incontrato a Roma
2.000 nomadi apparte-
a dieci anni l’espeD
rienza di un gruppo di famiglie aperte
opo una serie di
D
riunioni fiume, il
Comune ha licenziato
con alcune richieste.
Editoriale
I piccoli
e le case vuote
nenti a diverse etnie.
all’accoglienza.
33
il Piano per il Territorio.
In Cattedrale la Festa dei Popoli
di Alberto Campoleoni
E
anche quest’anno è andata.
La scuola è finita per quasi
tutti gli studenti, salvo quelli
impegnati negli esami di
Stato, e adesso si pone, alle famiglie,
la grande questione del “come fare”?
Come fare a gestire soprattutto
i bambini più piccoli nelle case
vuote da papà e mamma impegnati
comunque a lavorare? Grande
impegno per i nonni, quando ci sono.
Una medaglia ai Grest degli oratori
e ai centri ricreativi dei Comuni...
Insomma, un gran movimento. E
questo gran movimento è un’altra
occasione per riflettere sulle modalità
di cura dei più piccoli, anche sulla
necessità che vi sia una continuità
con orientamenti, modi di fare e di
pensare delle famiglie. In sostanza,
quella che si dice continuità
educativa. Non è questione da poco
e rimanda una volta di più a una
questione centrale dell’educazione
che è la condivisione. Paulo
Freire spiegava che l’educazione
è questione di comunione, azione
condivisa e compartecipata.
L’emergenza educativa di cui
continuiamo a parlare in questi
tempi è propriamente emergenza nel
cogliere la responsabilità condivisa,
nel mettere in discussione gli scenari
di riferimento individuali e orientarli
in modo comune. Cosa c’entra tutto
questo con la fine della scuola?
C’entra perché, come ricordato
prima, le esigenze pratiche di cura e
accudimento dei più piccoli rendono
evidente come non sia possibile
cavarsela da soli, secondo l’ormai
consolidata prassi individualista
della società contemporanea. Il
problema è rendersene conto e
fare un passo avanti, cioè crescere
nella consapevolezza che le azioni
di tanti potrebbero e dovrebbero
costruire un quadro comune. Oggi
si è più propensi a intendere ogni
azione singolarmente, come isolata
in se stessa - prima la scuola, poi il
Grest, poi i nonni, poi il Comune...
-, a considerare ogni soggetto come
individuo, collocando ogni cosa in un
quadro prevalentemente utilitarista:
tutto gira intorno al soggetto e ai suoi
bisogni. Ad esempio: i genitori che
lavorano hanno necessità di affidare
per un certo numero di ore i minori
ad altri adulti... e li lasciano ai Centri
estivi. Questi finiscono per essere
“supplenti”, come tanti altri soggetti
che si danno da fare. Una volta
si parlava di comunità educante.
Comunità capace di raccogliere per tornare alla fine della scuola - il
patrimonio che viene da un anno
scolastico, di relazioni importanti tra
persone e continuare un percorso
che cercava di non perdere il filo.
Ecco, l’auspicio per questa fine
della scuola è che porti con sé un
supplemento di riflessione. Di cose,
di azioni, se ne fanno già davvero
tante: riscoprire il senso, riflettere e
trovare nuovi orientamenti, questa è
la scommessa cui affidarsi.
FOTO WILLIAM
Domenica 12 giugno, nella
solennità di Pentecoste, il
Vescovo mons. Diego Coletti
ha incontrato in Cattedrale
oltre dieci comunità di migranti
cattolici presenti in città. è
stato un momento di festa non
solo per loro, ma per l’intera
Chiesa di Como. “Il diverso
non deve farci paura - ha
detto il Vescovo nell’omelia ma dovrebbe suscitare in noi
curiosità e voglia di scambio e
arricchimento reciproco”. 19
Chiesa locale
10-11
In festa con i novelli
sacerdoti e per Pentecoste
Cittiglio
Una nuova cappella
per la comunità
28
Chiavenna
30
Nel ricordo di suor Maria
Laura, testimone di fede
Traona
31
Il Centro Diurno “Il Tralcio”
compie nove anni
26
Idee e opinioni
2 Sabato, 18 giugno 2011
D
a mesi si sente
continuamente ripetere
che se si vuole risolvere
un qualsiasi problema
lo si deve fare rispettando
un principio fondamentale:
“Siamo tutti uguali di fronte alla
legge”! Principio giustissimo, ci
mancherebbe! Peccato che non
si faccia un passo avanti: la legge
tratta tutti in modo eguale senza
creare privilegi? Dire che siamo
tutti uguali di fronte alla legge
è una pia esclamazione se poi
la legge non tratta tutti in modo
eguale. Pensavo a queste cose
mentre, in fila ad uno sportello
delle Poste Italiane, attendevo
pazientemente di attuare un
versamento. Attesa che mi ha
permesso di ascoltare - e in parte
condividere - le conversazioni dei
presenti. Oggetto: la pensione di
alcune lavoratrici. Dopo 30 anni e
oltre di contributi - affermavano
- siamo qui a riscuotere una
pensione che si aggira sui
1000 euro mensili. E alcune
persone - nella loro semplicità
- mi spiegavano perché la loro
✎ FUORI DAL CORO |
di Arcangelo Bagni
Tutti uguali di fronte alla legge o...
una legge che non crea privilegi?
pensione vietava il cumulo di altre
entrate. Discussioni animate che,
immancabilmente, finivano per
toccare il tema delle pensioni dei
parlamentari, di dirigenti, e di
tanti personaggi che sembrano
uscire, per le loro pensioni, da
un altro mondo, mentre sono di
questo mondo e da questo mondo
traggono vantaggi - a norma di
legge - che sembrano un vero
insulto rivolto ai lavoratori. Mi ha
colpito il tono rassegnato delle
persone, quel modo di esprimersi
che sembra voler dire: noi cosa
ci possiamo fare? Puntualmente
qualcuno esclamava sconsolato:
è la legge, che ci vuoi fare!
Ecco, è stata proprio questa
esclamazione che mi ha spinto ad
una piccola ricerca, alla luce di
una domanda: ma è proprio vero
che la legge tratta tutti allo stesso
modo? Allora ho cercato di fare
un piccolo percorso, partendo
dalla legge Mosca, la legge 252
del 1974, detta «legge Mosca»
dal nome del suo promotore,
Gaetano Mosca. Grazie a questa
legge decine di migliaia tra
funzionari dei partiti, portaborse
e sindacalisti hanno potuto
beneficiare - spesso abusivamente
- di pensioni agevolate, e di
godere dell’incredibile privilegio
di riscattare a basso costo (senza
avere versato i previsti contributi)
non solo gli anni trascorsi nel
partito o nel sindacato, ma
persino quelli passati sui banchi
di scuola, purché si rientrasse
nelle suddette categorie. Nel
complesso, a beneficiare di questa
manna sono state 37.503 persone,
più altre 9.390 pensioni erogate,
sempre grazie alla legge Mosca,
ad appartenenti ad organizzazioni
minori, comunque quasi tutte
distribuite secondo la logica
del favoritismo, della clientela
e della lottizzazione. E’ stato
calcolato che la spesa per pagare
le pensioni di questo esercito di
privilegiati ha superato i 25 mila
miliardi di lire: la cifra, calcolata
in lire, risale al 2005. Con che
coraggio certi politici, che godono
di innumerevoli privilegi (tutti
a noma di legge!), possono poi
permettersi di chiedere a chi ha
sempre pagato i contributi per
la propria pensione di pagare
anche le truffe delle pensioni per
i finti invalidi o quelle di comodo
per i vari politicanti d’Italia?
E senza fare nulla per togliere
alcun privilegio? Spesso si sente
dire che “i diritti acquisiti non
si toccano”. Ci mancherebbe
altro: i diritti acquisiti non si
toccano! Ma i privilegi? Siamo
proprio sicuri che i privilegi
acquisiti - spesso tutti a norma
di legge! - non si possano o non
si debbano toccare? E’ giusto
che continuino a prendere la
pensione ex-deputati e senatori
che sono stati in Parlamento non
più di ventiquattr’ore? E’ giusto
che, con leggine approvate di
soppiatto, si autorizzino burocrati
a intascare pensioni da 1.369 euro
al giorno? E che un commesso
del Senato possa andare a riposo
a 50 anni con vitalizio di 8.000
(sì, ottomila!) euro al mese?
Solo un assaggio di quanto
documenteremo nei prossimi
interventi. Per evitare di tacere ed
essere complici.
COLPO D’OCCHIO | di Piero Isola
“Zingari”, uno stereotipo
proprio duro a morire...
“I
Benedetto XVI li ha
l Papa si è incontrato
spesso errate, derivate
con gli zingari”.
altrettanto spesso dalle
incontrati - erano
Uno scandalo?
nostre insicurezze.
duemila
in
Vaticano,
Ahimè, forse per
Nel “vocabolario fai da te”
suscitando scandalo
più di qualcuno sì. Come fu
la definizione di zingaro,
nell’opinione pubblica
uno “scandalo”, a suo tempo,
equivale, nella migliore
la proclamazione di uno
che nel suo vocabolario delle ipotesi, a quella che il
zingaro tra i beati. I mezzi
pensa che gli zingari sono vocabolario d’autore segnala
d’informazione nel dare
come stereotipo: “Persona
tutti ladri e accattoni.
simili notizie, dovrebbero
senza fissa dimora o dall’aspetto
essere più cauti, prima di
trasandato e sporco”. Nella migliore
scandalizzare l’opinione pubblica. Non sta bene
delle ipotesi, perché in realtà nel “vocabolario
parlare di zingari. Si devono usare termini meno
fai da te” le definizioni-convinzioni sono più
compromessi e meno compromettenti: nomadi
dure: “Nullafacente, accattone, ladro, rapitore o
(suona bene, musicale), gitani (sa di romantico),
sfruttatore di bambini”. Ci cade chiunque negli
oppure parlare solo di rom e sinti. Sì, perché la
stereotipi. Anche tra personaggi e ambienti che
colpa degli zingari è di chiamarsi zingari. Così come diresti i meno sospetti. Un sito molto frequentato,
la colpa dei baluba è di chiamarsi baluba. Quella
taciamo il nome per carità cristiana, nella biografia
dei beduini di chiamarsi beduini e quella degli zulù
di Zeffirino (evidentemente compilata “a caldo”),
di chiamarsi zulù. Hanno un bel dire i vocabolari
dopo aver osservato che “è il primo zingaro
che questi termini nell’accezione negativa sono
beato nella storia della Chiesa, proclamato il 4
stereotipi. Chi legge il vocabolario? E poi in questi
maggio 1997 da Giovanni Paolo II a Roma”, scrive
casi interviene il “vocabolario fai da te” che ognuno
testualmente: “La notizia ha suscitato una certa
ha compilato e stampato nella propria testa, nel
sorpresa e ha ridestato in noi il ricordo e il fastidio
proprio immaginario, a proprio uso e consumo,
provato dall’incontro con gli zingari per strada,
con definizioni costruite sulla base delle proprie
dove esibiscono lattanti e mocciosi per muovere
“certezze”, dove le virgolette stanno qui a indicare
a compassione la gente, o sorpresi ad armeggiare
che non di certezze si tratta, bensì di convinzioni,
in chiesa dietro le cassette delle elemosine”. Dove
Aforismi
■ Gómez Dávila
La saggezza consiste
nel rassegnarsi
all’unica cosa possibile
senza proclamarla
l’unica cosa necessaria.
La saggezza consiste
semplicemente nel non
insegnare a Dio come si
debbano fare le cose.
Nicolás Gómez Dávila
(Cajicá 1913 - Bogotá 1994)
Scrittore e aforista colombiano
In margine a un testo implicito,
Adelphi 2001, pagine 34.40
I
l Brasile - una volta
presentato solo come Paese
delle favelas ed ora nuova
potenza economica emergente
- ha liberato il terrorista e
assassino Cesare Battisti,
negando all’Italia l’estradizione
per i quattro omicidi efferati
di cui è stato giudicato
responsabile con la pena di
quattro ergastoli. A difendere la
libertà di un assassino sul suolo
brasiliano ci fu la parola dell’expresidente Lula da Silva, spesa
con grande autorità nell’ultimo
giorno del suo mandato. A
confermare questa libertà c’è il
silenzio del nuovo presidente
Dilma Rousseff, che qualcuno
riteneva capace di ribaltare il
giudizio di Lula. Non è stato
così: la ex-guerrigliera non se
l’è sentita di esprimersi a favore
della consegna all’Italia di
uno che, forse, assomiglia un
poco al suo passato... almeno
sul terreno dell’ideologia
ispiratrice. L’ambasciatore
italiano a Brasilia è stato
richiamato in patria, e questo
✎ Corsivo |
“una certa sorpresa” la dice lunga sullo “scandalo”
che deve aver provocato nell’estensore della nota
l’elevazione di uno zingaro all’onore degli altari.
Una soluzione ci sarebbe. Gli zingari, così
come i baluba, i beduini, gli zulù, dovrebbero
semplicemente cambiare nome. Ancora ahimè,
purtroppo. Se è possibile, e consentito dalla legge,
al singolo individuo cambiare il proprio nome,
non altrettanto è possibile agli interi popoli,
ammesso che costoro fossero disposti a tradire le
proprie origini e la propria identità per sfatare gli
stereotipi. Contro i quali non c’è nulla, o poco, da
fare. Resistono e persistono nel tempo. Incrollabili.
Duri a morire. Non resta che sperare... nel Papa. In
gesti come quelli prima di Giovanni Paolo II (uno
zingaro beato), ora di Benedetto XVI, che incontra
e accoglie gli zingari in Vaticano. Chissà, forse
qualcuno di noi si deciderà ad aggiornare la voce
“zingaro” nel proprio “vocabolario fai da te”.
di Agostino Clerici
Tutti a scuola di... giustizia,
non certo in Brasile!
segnala una certa frizione fra
i due Paesi. Del resto sia il
Governo, che la maggior parte
delle forze di opposizione,
in unità con il presidente
della Repubblica, hanno
espresso unanime sconcerto
per la decisione del supremo
Tribunale brasiliano, anche se
qualcuno si è lanciato in strane
interpretazioni, dando la colpa
di tutto alla scarsa credibilità di
cui l’Italia godrebbe in ambito
internazionale. In realtà,
il Brasile non ha concesso
l’estradizione dell’assassino
Battisti, perché teme per la sua
incolumità, in quanto pensa
che il nostro ordinamento
giudiziario e carcerario non
sia in grado di proteggerlo.
Forse dovremmo andare
a scuola oltre oceano nel
Paese carioca per imparare
come si gestisce la giustizia
e come si organizzano le
carceri? Non direi proprio.
Mi risulta che nelle carceri
brasiliane la situazione non
sia affatto rosea. Che dire delle
sanguinose rivolte in 29 istituti
di pena nel febbraio scorso? Il
sovraffollamento è la piaga più
grave che affligge le prigioni
brasiliane, più della tubercolosi
e dell’aids, inseparabili
compagni di cella per la
maggioranza dei detenuti.
Migliaia di ragazzi tra i 12 e i
18 anni riempiono le carceri
minorili, molte delle quali sono
ex-carceri per adulti dismesse,
utilizzate per i ragazzi senza
nemmeno ristrutturarle. In
molte carceri i ragazzi sono
obbligati a dormire per terra,
su pavimenti bagnati dalle
infiltrazioni con un livello
di sporcizia considerato
“subumano” dagli stessi
ispettori di governo. E infatti,
il Brasile non ha giudicato
l’assassino Battisti degno di
stare comunque in carcere - in
un “suo” carcere, visto che da
noi... rischierebbe la vita! - ma
l’ha lasciato libero, in una suite
del Manhattan Plaza Hotel,
uno dei più lussuosi di Brasilia,
per poi lasciarlo dileguare
con il suo potente e facoltoso
avvocato - che, guarda caso, è
il fondatore del partito di Lula!
- alla volta di San Paolo. Si dice
che otterrà subito quel visto
per la permanenza in Brasile
che tanti onesti lavoratori
attendono da anni. E vogliono
farci credere che questa
sarebbe la vera giustizia?
Attualità
Sabato, 18 giugno 2011
3
Riforma del fisco. Il Forum associazioni familiari con un documento presentato
martedì 14 giugno chiede una svolta immediata che tenga conto dei carichi familiari.
Non si perda altro tempo...
U
na svolta, un
cambio di passo
immediato: a
chiederli attraverso
una “riforma
fiscale a misura di famiglia”
che preveda una “radicale
riorganizzazione del prelievo
fiscale commisurato ai
carichi familiari” è stato
martedì 14 giugno il Forum
delle associazioni familiari
intervenendo nel dibattito sulla
riforma del fisco. Rilanciando
la sua proposta del “Fattore
famiglia”, presentata lo
scorso novembre a Milano
durante la Conferenza
nazionale sulla famiglia, il
Forum chiede “al Governo
e a tutte le forze politiche,
sindacali, e imprenditoriali di
confrontarsi” con essa. Dopo
quanto anticipato lunedì dal
presidente Francesco Belletti,
che esprimeva preoccupazione
per i criteri e le modalità di
applicazione della progettata
riduzione del carico fiscale
che a suo dire “trascurano il
sostegno alle famiglie”, nel
documento “Riforma fiscale
a misura di famiglia, subito!
Dieci punti da ricordare”
diffuso martedì, il Forum dice
sì ad una riforma che rilanci
l’economia e alla riduzione del
carico fiscale per le aziende,
ma chiede anche “la riduzione
del carico fiscale per le
famiglie, non indiscriminato,
ma modulato con il “Fattore
famiglia”, e il rafforzamento
della lotta all’evasione fiscale”.
Una logica di equità. “Nel
sistema fiscale italiano –
premette il Forum – il variare
dell’aliquota è determinato
esclusivamente dal reddito
percepito e non anche dal
numero dei familiari a carico.
Un sistema fiscale equo deve
invece tenere in conto che chi
ha figli da mantenere non può
pagare la stessa entità di tasse,
a parità di reddito, di chi non
ne ha”. Pur riconoscendo come
“priorità irrinunciabili per il
sistema-Paese” il rigore nella
A Milano intanto
ci si prepara per
l’incontro mondiale
delle famiglie che è
previsto tra un anno.
bassi, in genere) di percepire i
benefici legati alle detrazioni
d’imposta”, secondo il Forum
“si verrebbe incontro alle
famiglie più vulnerabili, che
più soffrono per la crisi in
atto, e che vedono con grave
preoccupazione aprirsi sotto
di sé il baratro della povertà”.
Copertura finanziaria.
Sostenendo altresì la propria
contrarietà all’ipotesi di
recuperare risorse spostando
la tassazione dalle imposte
dirette a quelle indirette in
modo indifferenziato (in
pratica, dall’Irpef all’Iva),
il Forum avverte che “ciò
produrrebbe l’effetto perverso
– e prevedibile con assoluta
certezza – di penalizzare
ulteriormente chi è costretto,
proprio dalla composizione
della sua famiglia, a spendere
fino all’ultimo centesimo solo
per garantire al suo nucleo i
beni basilari per sopravvivere
dignitosamente”. Quanto alla
copertura finanziaria del
Chi ha figli non può
pagare la stessa
entità di tasse, a
parità di reddito,
di chi non ne ha.
gestione dei conti pubblici, il
rientro dal deficit e la decisa
diminuzione del debito
pubblico, sottolineati anche
dalle recenti Raccomandazioni
Ue, e pur condividendo
l’esigenza di “ridurre il peso
delle fiscalità sulle imprese
rendendole più competitive
per un più efficace rilancio
della nostra economia” e
per “far fronte agli impegni
di risanamento del deficit”,
il Forum ritiene “altrettanto
fondamentale, prioritario e
urgente restituire alle famiglie
italiane la possibilità di
guardare al futuro in modo
più positivo consentendo
loro di adempiere il proprio
compito unico e insostituibile,
quello di far nascere, crescere
ed educare i figli desiderati,
cioè i cittadini di domani”. È
ora, prosegue il documento,
“di affermare con forza che
le esigenze delle imprese
e delle famiglie non sono
e non devono essere poste
in competizione, bensì
concorrono entrambe al
benessere collettivo e allo
sviluppo della nostra società”.
No tax area. Di qui la
riproposta del “Fattore
famiglia” per “ridare equità e
respiro alle famiglie italiane,
soprattutto a quelle con carichi
familiari”. Nello specifico,
spiega il documento del
Forum, il “Fattore famiglia”
prevede di “individuare una
base di reddito non tassabile,
perché coincidente con il
minimo vitale (la cosiddetta
no tax area), cui applicare
un coefficiente di carico
familiare (appunto il ‘Fattore
famiglia’), parametrato sulla
numerosità e sulla tipologia
dei carichi familiari che
gravano sul percettore di
reddito”. In questo modo “il
livello minimo di reddito non
tassabile del contribuente
viene calcolato tenendo
effettivamente conto del suo
carico familiare. Si individua
così una no tax area a misura di
famiglia che quindi è sottratta
all’imposizione fiscale”. Ai
redditi al di sopra di tale
area si applicano le normali
aliquote progressive previste
dal sistema fiscale, mentre in
caso di reddito inferiore alla
no tax area “si applica una
tassazione negativa, cioè un
assegno erogato alla famiglia
incapiente, pari alla detrazione
non goduta”. Sanando una
“situazione inaccettabile” che
oggi impedisce ai cosiddetti
“incapienti” (i redditi più
Il “Fattore
famiglia” prevede
di “individuare
una base di reddito
non tassabile.
“Fattore famiglia”, l’organismo
ritiene che questa misura “a
regime potrebbe comportare
un costo di 16 miliardi di
euro, ma la sua introduzione
graduale dovrebbe comportare
il reperimento di circa 3-4
miliardi all’anno per i prossimi
5 anni”. Razionalizzare la
spesa pubblica, eliminare
gli sprechi della “macchina
politica”, riorganizzare le
esenzioni fiscali e intensificare
il contrasto all’evasione fiscale
sono tra le misura indicate
dal Forum per il reperimento
delle risorse necessarie. Per
ulteriori informazioni: www.
forumfamiglie.org.
«La famiglia: il lavoro
e la festa»... Già partiti!
Le catechesi
Scaricabili on line
Su www.family2012.com le
catechesi preparatorie all’Incontro
mondiale delle famiglie si fanno in
tre. Diventano testo da navigare,
documento da stampare, pagine da
sfogliare. Il contenuto delle riflessioni
e delle preghiere è il medesimo,
ma è declinato su diversi formati
per soddisfare le esigenze di tutti.
Cliccando sul bottone “catechesi” si
apre la sezione che presenta il testo
integrale riportato in un’unica pagina
web. Nella stessa pagina è possibile
scaricare il file pdf completo delle 10
catechesi, impaginato allo scopo di
essere facilmente stampabile.
M
anca meno di un anno al VII
incontro mondiale delle famiglie
con il Papa, che si terrà a Milano
dal 30 maggio al 3 giugno 2012 con un
programma ambizioso: riscoprire la
famiglia come “patrimonio di umanità”
e rimetterla al centro delle attenzioni
non solo della Chiesa ma dell’intera
società. «Occorre perciò promuovere una
riflessione e un impegno rivolti a conciliare
le esigenze e i tempi del lavoro con quelli
della famiglia e a ricuperare il senso vero
della festa, specialmente della domenica,
pasqua settimanale, giorno del Signore e
giorno dell’uomo, giorno della famiglia,
della comunità e della solidarietà». Così
scriveva Papa Benedetto XVI nella lettera
inviata all’Arcivescovo di Milano, cardinale
Dionigi Tettamanzi, in cui annunciava la
sua presenza all’incontro mondiale delle
famiglie nel 2012.
Il tema infatti - in continuità con il convegno
ecclesiale del 2006 a Verona
sarà “La famiglia: il lavoro e la
festa”. È questo anche il titolo
delle catechesi preparatorie
pubblicate recentemente
in un volume edito dalla
Lev (Libreria Editrice
Vaticana). L’importanza di
un avvicinamento convinto
al 2012 è stata sottolineata da
Benedetto XVI: «L’evento, per
riuscire davvero fruttuoso,
non dovrebbe rimanere
isolato, ma collocarsi entro
un adeguato percorso di
preparazione ecclesiale e culturale già nel
corso dell’anno 2011». Il cammino proposto
alle comunità cristiane si svilupperà in due
direzioni: di partecipazione, lavorando e
riflettendo il prossimo anno sulle catechesi,
e di accoglienza, indicandone la valenza
missionaria e soprattutto prospettando le
varie forme dell’ospitalità concreta delle
famiglie che giungeranno nel capoluogo
lombardo. Per raccogliere, poi, le iniziative
organizzate quest’anno e fino all’evento del
2012, la “Fondazione Milano Famiglie 2012”
ha creato un sito internet all’indirizzo www.
family2012.com
4 Sabato, 18 giugno 2011
Italia
Messaggio chiaro e trasversale
Referendum: un
risultato coerente
I
I risultati hanno un peso
risultati del referendum, netti
al di là delle previsioni, sono
significativo, perché
perfettamente coerenti con
accentuano lo stato di
la vicenda complessiva di
fibrillazione della politica
questi mesi. Il quorum superato
di slancio va ben al di là del
italiana, che ora è chiamata
merito dei quesiti: rappresenta un
a governare un difficile
messaggio diretto degli elettori,
al di là degli schieramenti,
cambiamento.
direttamente al governo.
Ci avviamo così al dato
Distinguiamo il merito dal significato politico più
sostanziale in termini di indirizzi di fondo, cioè alle
ampio. Certo il disastro giapponese e le conseguenti considerazioni più immediatamente politiche.
decisioni in particolare di Germania e Svizzera
Pur attesi, perché coerenti con il trend politico di
sull’abbandono del nucleare hanno avuto un
questi mesi, i risultati hanno un peso significativo,
effetto significativo di trascinamento. Nello stesso
perché accentuano lo stato di fibrillazione
tempo la progressiva erosione dei totem liberisti,
della politica italiana, tanto più che nelle
che pure avevano influenzato non piccola parte
urne referendarie non c’erano soltanto schede
del mondo Pd, si può leggere a proposito dei due
provenienti dalle diverse opposizioni. Questo dato è
quesiti sull’acqua. Per non parlare del quesito di
particolarmente importante, perché sottolinea che
cui meno si è parlato, che riguardava direttamente
è aperta una fase di cambiamento, ma anche che gli
Berlusconi, sul legittimo impedimento. Le scelte
esiti risultano assai aperti.
referendarie, pur sbrigative e schematiche, come
Governare il cambiamento è l’operazione politica
implica lo strumento, sono chiare e devono
più complessa e meritoria. Qui si distinguono gli
essere tradotte in politiche pubbliche coerenti.
statisti: le prossime settimane ci diranno se la classe
In particolare è richiesto un nuovo ruolo per “il
politica è in grado di giocare questo gioco, che gli
pubblico”, cui le istituzioni devono sapere dar
elettori stanno indicando. Come sappiamo, infatti,
risposte adeguate, in termini di garanzia, efficienza
il vero punto debole del sistema italiano non è tanto
ed efficacia.
dal lato della domanda, quanto piuttosto dell’offerta
politica.
È dunque il momento della creatività e, nello stesso
tempo, della responsabilità.
Questo doppio movimento o requisito vale
innanzitutto di fronte ai vincoli sistemici sul
deficit e l’indebitamento. Rispettando i vincoli è
necessario recuperare energie, sanare ingiustizie e
sperequazioni, smantellare privilegi e inefficienze,
valorizzando il tanto di buono che c’è anche nei
pubblici apparati.
Sono imprese complesse ma necessarie, cui mettere
mano da subito, consapevoli che non possono
essere risolte con slogan e strumentalizzazioni.
I cittadini, come dimostrano le vicende anche
elettorali di questa primavera, sono assai più vigili
e consapevoli di tante rappresentazioni. Sanno dare
messaggi chiari, diretti e trasversali.
SERVIZIO INFORMAZIONE RELIGIOSA
Beni culturali. Disponibile sul web l’anagrafe degli Istituti culturali ecclesiastici.
W
eb e archivi, web
con lo straordinario mondo
e musei, web
del patrimonio culturale
e biblioteche
ecclesiastico”, attraverso
non sono “due
la capacità – con iniziative
mondi distanti né distinti,
come questa – di “trovare
destinati come due rette
un linguaggio informativo
parallele a non incrociarsi”. Ne
comune per gestire un
è convinto mons. Domenico
enorme patrimonio”.
Pompili, sottosegretario della
L’“interoperabilità” tra
Cei e direttore dell’Ufficio
i due sistemi: è questa,
nazionale per le comunicazioni
secondo Rosa Caffo,
sociali, che presentando
direttrice dell’Istituto
lunedì a Roma, presso la sala
centrale per il catalogo
stampa di Radio Vaticana,
unico, la caratteristica
la pubblicazione sul web
principale dell’accordo tra
dell’anagrafe degli Istituti
Cei e Mibac, che consente
culturali ecclesiastici (Aice),
il “coordinamento”
ha puntualizzato come “non
nella catalogazione e
si tratta di fare semplicemente
digitalizzazione dei beni
opera di conservazione, il
culturali. Alla banca dati
che è già un servizio prezioso
del Servizio Bibliotecario
nella nostra cultura sempre
Nazionale (Sbn) aderiscono
più ‘usa e getta’, ma pure
Regioni, Università e
di offrire a studiosi e non
Istituzioni culturali: sono
solo un riferimento certo e
presenti 16.928 indirizzi e
affidabile per capire il nostro
le informazioni di 12.352
tempo”. In questo modo,
biblioteche, fa le quali
per il sottosegretario della
1.435 ecclesiastiche. Tra i
Cei, “si contrasta quell’oblio
progetti di collaborazione
dell’essere che rende la
futura tra la Cei e il Mibac,
La nuova opportunità già attiva su www.chiesacattolica.it/anagrafe è
nostra vista preda facile della
la relatrice ha citato la
cronaca quotidiana, incapace
stata presentata lunedì a Roma presso la sala stampa di Radio Vaticana. possibilità di “replicare”
di aprirsi al respiro profondo
per i musei quanto già
di una storia che ha nel suo
fatto per le biblioteche.
riferimento all’esperienza cristiana un
stata firmata la “Lettera circolare” fra il
altri”. “Il libro, il documento, è il pilastro
“Da oggi, qualunque utente del web, da
essenziale punto di riferimento”. “La
citato Ufficio Cei e l’Istituto centrale per il
del nostro patrimonio culturale”, ha
qualsiasi parte del mondo, cliccando su
possibilità di abbattere le distanze e di
catalogo unico delle biblioteche italiane
ricordato Giro, precisando che quello
www.chiesacattolica.it/anagrafe potrà
capitalizzare le conoscenze è una risorsa
e per le informazioni bibliografiche
dei beni culturali “non è un patrimonio
conoscere in tempo reale e a chilometri
non trascurabile” del mondo della
(Iccu) del Mibac, grazie alla quale i
statale, ma pubblico, all’interno del
di distanza gli orari di apertura e le
rete e delle sue “straordinarie capacità
dati dell’anagrafe degli Istituti culturali
quale vi è una presenza significativa
condizioni di fruibilità di archivi, musei
informative”. “Certo – ha concluso
ecclesiastici verranno periodicamente
del patrimonio storico, artistico,
e biblioteche ecclesiastiche, avere
mons. Pompili – non è sufficiente
riversati nella banca dati dell’anagrafe
architettonico e monumentale posseduto
informazioni sugli indirizzi mail e sui
questa mera conoscenza a fare cultura
delle Biblioteche italiane, attraverso lo
e comunque gestito dalla Chiesa cattolica,
numeri telefonici, sulla presenza di
se manca un’attenta valorizzazione sul
scambio reciproco dei dati. “Se proprio
inscritto nel patrimonio amministrativo
inventari e la possibilità di accedervi,
territorio delle nostre risorse artistiche e
dobbiamo fare dei tagli, non dobbiamo
tutelato e valorizzato dallo Stato”. “Favorire sulla presenza o meno di barriere
culturali”. Ad oggi, nell’Aice sono censiti
sempre tagliare dalla stessa parte”. Con
il dialogo e il confronto” tra queste
architettoniche, sui servizi erogati,
in modo completo 1.191 istituti, di cui
questa provocazione Francesco Giro,
due parti è dunque “un atto non solo
come le visite guidate o il prestito
335 biblioteche, 640 archivi e 216 musei
sottosegretario ai Beni Culturali, ha
amministrativo, ma anche politico molto
interbibliotecario”. Così mons. Stefano
ecclesiastici. Un percorso, questo, frutto
esortato a “difendere le nostre biblioteche,
rilevante”, a partire dalla consapevolezza
Russo, direttore dell’Ufficio Cei per i beni
della collaborazione – già decennale – con
i nostri archivi”: proprio come fa la
che “lo Stato, specialmente in una nazione culturali ecclesiastici, ha presentato la
il ministero per i Beni e le Attività Culturali Chiesa italiana, che in questo campo “sta
come l’Italia, ha il dovere di stabilire un
pubblicazione sul web dell’anagrafe degli
(Mibac): nell’incontro di oggi, infatti, è
dimostrando di vederci più a lungo di
rapporto forte, consapevole, responsabile
Istituti culturali ecclesiastici.
Navigare nella memoria
Europa
Sabato, 18 giugno 2011
Croazia: il traguardo si avvicina...
B
raccia aperte alla Croazia, disponibilità a dare “nuovo impulso
ai negoziati di adesione” con la Turchia. In pochi giorni l’Unione
europea sembra aver messo da parte le innumerevoli ritrosie
mostrate negli ultimi anni dinanzi alla prospettiva di ulteriori
allargamenti dei confini. Così la Croazia potrebbe diventare il 28° Stato
comunitario a partire dal 1° luglio 2013, come ha affermato il presidente
della Commissione, José Manuel Barroso, che metterà sul tavolo del
Consiglio europeo del 23-34 giugno tale proposta. Lo stesso Barroso,
assieme al presidente del Consiglio
Ue, Herman Van Rompuy, hanno
inviato il 13 giugno i complimenti al
premier turco Recep Tayyp Erdogan,
il cui partito Akp si è imposto nelle
elezioni legislative di domenica 12
giugno.
L’Akp, il Partito giustizia e sviluppo
di ispirazione islamico moderata al
governo dal 2002, ha conquistato
quasi la metà dei voti dell’elettorato,
portando in Parlamento 326
deputati su 550. Erdogan sperava
di raggiungere quota 367 (due terzi
dei seggi) per poter procedere alla
riforma della Costituzione senza
dover scendere a patti con gli
avversari politici. Ma così non sarà e
la stessa Unione europea indica la via
delle “riforme condivise”, specie in
ambito costituzionale.
Nell’Assemblea parlamentare
Erdogan dovrà misurarsi con i
socialdemocratici del Chp (25%
circa dei voti e 135 deputati), con
i nazionalisti conservatori (Mhp),
che hanno ottenuto il 13% dei
consensi e 53 seggi. Consistente
infine la pattuglia dei parlamentari
indipendenti che, aggirando
l’ostacolo della soglia di sbarramento
al 10%, portano un drappello di 36
rappresentanti, che terranno alta la
a crisi economica che continua a “mordere”, la traballante
bandiera del Kurdistan. Fra questi
situazione finanziaria della Grecia, le sfide esterne, dal
compare anche Leyla Zana, volto
nord Africa al medio Oriente, i futuri confini dell’Unione.
simbolo della minoranza curda
A Bruxelles si fanno i conti con numerosi “fascicoli” che
(insignita dall’Ue con il premio
giungeranno sul tavolo del Consiglio europeo, convocato il 23 e
Sacharov per la libertà di pensiero
24 giugno, per preparare il quale sono a lavoro in questa fase le
e la difesa dei diritti fondamentali),
diplomazie nazionali e gli “sherpa” comunitari.
che ha scontato dieci anni di prigione
Economia ancora in primo piano. All’ordine del giorno del
solo per aver difeso i diritti del s uo
summit, che riunirà i capi di Stato e di governo per una due-giorni
popolo.
particolarmente intensa, figurano temi di politica economica,
Barroso e Van Rompuy hanno
la gestione delle migrazioni, la futura adesione della Croazia,
comunque sostenuto la linea della
l’inclusione dei rom, la strategia per l’area del Danubio. Dovrà
“apertura di credito” verso Erdogan,
inoltre essere nominato il presidente della Banca centrale europea
nonostante nel recente passato i
che prenderà il posto del francese Jean-Claude Trichet. La riunione
rapporti tra Bruxelles e Ankara si
di fine mese “concluderà - come ha
fossero molto raffreddati. I Ventisette
spiegato il presidente del Consiglio
contestavano infatti rischi per la
La riunione di fine
Ue, Herman Van Rompuy - il semestre
democrazia sostanziale, interrogativi
europeo, valutando gli impegni assunti
sul sistema giudiziario, ingerenze
mese concluderà il
dagli Stati membri nei rispettivi
dell’esercito nella vita politica,
semestre europeo,
programmi nazionali di riforma”
nonché il mancato rispetto dei
valutando gli
economica, i programmi di stabilità e
diritti delle donne e delle minoranze
di convergenza. Il summit dovrebbe
religiose e quelli delle minoranze
impegni assunti
quindi approvare “su questa base i
etniche, dalla curda all’armena. Per
dagli Stati membri
pareri e le raccomandazioni specifici per
non parlare della irrisolta questione
nei rispettivi
Paese”, formulate dalla Commissione
cipriota e dei difficili rapporti con la
programmi
settimana scorsa. Per quanto riguarda
Grecia.
le migrazioni, il Consiglio europeo
I risultati elettorali “aprono la
nazionali
“valuterà in generale i progressi realizzati
strada - stando alla dichiarazione
di riforma
nell’attuazione delle politiche in materia
congiunta di Barroso e Van Rompuy
economica.
herman van rompuy, presidente del consiglio ue
di asilo e migrazione”.
- a un ulteriore rafforzamento delle
Migrazioni, Croazia, rom. Nell’ambito
istituzioni democratiche della
di una politica coordinata in materia di
Turchia, così come la continua
sul suo programma di riforme” e si è
del rafforzamento delle istituzioni
migrazione, il summit dei 27 “fornirà
modernizzazione del Paese, in linea
“rallegrato per l’importanza dell’arresto
democratiche nazionali, il potenziamento
orientamenti per quanto riguarda:
con i valori e gli standard europei”.
dell’ex capo militare serbo di Bosnia,
dello stato di diritto e la promozione
il rafforzamento del controllo delle
La palla ora è nella metà campo
Ratko Mladic, e la successiva estradizione
della riforma della giustizia. “Durante
nostre frontiere esterne, sulla base della
di Erdogan, che deve confermare
all’Aia” per esservi processato. “Spero
la discussione - sottolinea una nota del
responsabilità comune, della solidarietà
una leadership aperta al confronto
che questa azione - ha sottolineato
Consiglio - è stato inoltre esaminato il
e di una maggiore cooperazione
democratico e una politica intesa
Van Rompuy - ci porti a compiere un
dialogo in corso tra la Serbia e il Kosovo,
pratica; la valutazione dell’attuazione
ad avvicinare il gigante euroasiatico
ulteriore passo verso la riconciliazione,
con la mediazione dell’Ue”, avviato l’8
delle norme che regolano la libertà
all’Europa comunitaria.
la stabilità regionale e la pace duratura”.
marzo scorso. “I negoziati consistono in
di movimento delle persone nell’area
Su un altro piano si pone la Croazia.
Nella stessa occasione il presidente Ue
una serie di colloqui tra i due governi per
Schengen”; il completamento del sistema
Il Paese ha di fatto completato i
ha ribadito la disponibilità comunitaria
promuovere la cooperazione, realizzare
europeo comune di asilo; “lo sviluppo
negoziati, rispettando i criteri definiti
ad appoggiare gli sforzi di Tadic “per
progressi sulla via verso l’Unione
di un partenariato globale con i Paesi
dall’Ue per l’adesione di nuovi “soci”.
avvicinare maggiormente il suo Paese
europea e migliorare le condizioni di vita
del vicinato meridionale”. L’agenda del
E le parole pronunciate da papa
della popolazione”.
summit prevede ancora la valutazione dei all’Unione europea”, indicando la strada
Benedetto XVI durante la sua visita
negoziati con la Croazia, per la quale la
a Zagabria hanno dato man forte a
Commissione ha suggerito una possibile
questa ipotesi. La Croazia è, a tutto
data di adesione (1° luglio 2013), inoltre
tondo, un Paese europeo, moderno
il Consiglio dovrà approvare la relazione
e stabile. Anche se non mancano tra
Il Consiglio dei ministri Ue sta poi esaminando la proposta di modifiche al
sull’inclusione della popolazione
gli Stati membri dell’Unione, e anche
regolamento Frontex, l’agenzia Ue per la gestione delle frontiere esterne. “La
rom, così che questa possa diventare
nelle istituzioni di Bruxelles, dubbi
proposta fa parte dell’obiettivo di sviluppare una politica migratoria europea globale,
effettivamente operativa in tutti gli Stati.
sulla tutela delle minoranze, la lotta
basata sulla solidarietà e sulla responsabilità”. Le principali modifiche alla normativa
Serbia: riforme e Kosovo. Sempre sul
alla corruzione, il sistema di giustizia,
Frontex del 2004 riguardano le capacità operative dell’agenzia. “Ad esempio si è
versante del Consiglio Ue, emergono
e - non da ultimo - sulla disponibilità
proposto di mettere Frontex in grado di chiedere agli Stati membri di fornire le
in queste settimane altri temi di rilievo
a chiudere i conti con il passato della
attrezzature necessarie alle sue operazioni”, come imbarcazioni, elicotteri, aerei.
politico. Lo scorso 6 giugno, ad esempio,
guerra balcanica degli anni Novanta,
L’agenzia avrebbe inoltre “un ruolo di codirezione nell’attuazione delle operazioni
il presidente Van Rompuy ha incontrato
assicurando buone relazioni con tutti
alle frontiere, insieme allo Stato in cui l’operazione è condotta”, benché il controllo e
il presidente della Serbia, Boris Tadic,
i vicini.
la sorveglianza delle frontiere esterne rimarranno responsabilità degli Stati membri.
esortandolo a “intensificare i lavori
GIANNI BORSA
Potrebbe diventare
il 28° Stato
comunitario a partire
dal 1° luglio 2013.
Nuovo impulso
anche ai negoziati
con la Turchia.
Questioni urgenti e complesse per il Consiglio Ue
summit impegnativo
A Bruxelles si fanno i conti con numerosi “fascicoli” che giungeranno sul tavolo
del Consiglio europeo, convocato il 23 e 24 giugno. Al lavoro le diplomazie.
L
Capacità operativa di Frontex.
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Mondo
Sabato, 18 giugno 2011
Notizie flash
■ Siria
Continuano le proteste
e la repressione
Sono più di 5 mila i civili siriani fuggiti
dalla città di Jisr Al Shoughour a causa
degli scontri fra forze di sicurezza e
gruppi anti-governativi e rifugiatesi in
Turchia. Non è chiaro cosa sia veramente
accaduto a Jisr Al Shoughour dove la
scorsa settimana erano stati uccisi 120
militari. Secondo il governo l’intervento
dell’esercito è servito a “mettere fine
ai crimini di terroristi ai danni dei
cittadini”. L’opposizione accusa, invece,
Damasco di aver ordinato l’esecuzione dei
soldati che avevano rifiutato di sparare
ai manifestanti anti-governativi e di aver
armato milizie civili facendo leva sulle
divisioni religiose ed etniche del Paese.
■ Iran
Morto giornalista
in sciopero della fame
É morto, a causa di una crisi cardiaca,
Reza Hoda-Saber, giornalista e attivista
politico dell’opposizione iraniana, in
sciopero della fame dal 2 giugno scorso.
Hoda-Saber era detenuto a Teheran, e
aveva iniziato lo sciopero della fame
in segno di protesta contro la morte
di Haleh Sahabi, uccisa nel corso di
scontri con le forze di polizia. Questi
si erano verificati durante i funerali di
Ezatollah Sahabi - padre della giovane
-, un dissidente leader di un piccolo
movimento nazionalista religioso.
Bolivia
Crescono le
coltivazioni di coca
Emergono “dati preoccupanti” sull’avanzare
delle piantagioni di coca che supererebbero
in diverse zone del centro del Paese i
limiti consentiti dalla legge. Lo ha detto
visitando la regione il vice ministro della
Difesa sociale, Felipe Cáceres secondo cui
alcuni produttori avrebbero accumulato
fino a sei ettari ciascuno, come avrebbero
documentato anche i controlli via aerea.
La portaerei
cinese è realtà
E
ra da tempo che la notizia circolava sui media ma sempre
in via ufficiosa. Ora, invece, la notizia è stata ufficializzata
per bocca del generale Chen Bingde, capo di stato maggiore
dell’Esercito Popolare di Liberazione: la Cina sta costruendo a
Dalian, la prima portaerei della sua flotta. Non è ancora chiaro
quando la nave, lunga 300 metri, sarà ufficialmente pronta, ma
ora che la notizia è confermata resta solo una questione di tempo:
secondo il corrispondete da
in Ucraina. Lo scafo fu
Pechino della BBC, Michael
successivamente acquistato da
Bristow, che ha riportato la
un’impresa cinese, collegata
notizia, potrebbe essere messa
dall’esercito, con l’obiettivo
in acqua già quest’anno,
dichiarato di trasformala
ma non è chiaro quando
in un casino galleggiante a
potrà essere operativa. La
Macau. Secondo gli analisti
portaerei è in costruzione
questo rappresentava uno
su uno scafo realizzato negli
dei segreti principali del
anni ’80 per la flotta sovietica
Programma di difesa cinese. La
e mai completato. Al crollo
dell’Unione Sovietica, secondo costruzione di una portaerei
rappresenta, infatti, un salto
la ricostruzione della BBC,
di qualità militare oltre che
rimase nel porto di Varyag
un simbolo di potenza. Ad
oggi sono solo 8 i Paesi al
mondo a poter contare nella
propria flotta di una portaerei
(anche se le dimensioni sono
spesso molto diverse): USA
(11), Italia (2), Spagna (1),
Russia (1), India (1), Brasile
(1), Thailandia (1), Francia
(1), UK (1). Quella cinese
appare come una risposta
chiara all’intensificarsi
della presenza militare
nell’Oceano Pacifico. Basti
pensare al potenziamento
della flotta indiana e alla
concentrazione della flotta
statunitense nell’area.
Proprio gli Stati Uniti hanno
espresso preoccupazione
per la corsa agli armamenti
cinese temendo un’escalation
militare nell’area. La Cina ha
ancora aperte diverse dispute
sulle acque territoriali inclusi
il Vietnam e le Filippine.
libia. A tre mesi dall’inizio dei bombardamenti della Nato
Gheddafi continua a resistere
ma i ribelli sono più vicini
S
ono passati ormai tre mesi dall’approvazione da parte del Consiglio di
Sicurezza delle Nazioni Unite della “No Fly Zone” sui cieli libici. Una
risoluzione che di fatto sancì l’inizio dei bombardamenti della Nato
contro le truppe fedeli al colonnello Gheddafi impegnate da circa un
mese in intesi scontri contro i ribelli, arroccati attorno alla loro roccaforte di
Bengasi. Il coinvolgimento degli alleati, tra loro anche i caccia italiani, è andato
via via intensificandosi in questi mesi con missioni quotidiane e l’intervento
a sostegno delle truppe ribelli anche di elicotteri decollati dalle portaerei
dispiegate nel Mediterraneo. Secondo alcuni indiscrezioni non confermate
ufficialmente -perché non sarebbe consentito dalla risoluzione – nelle operazioni
di terra al fianco dei ribelli sarebbero
a Zawiya, centro petrolifero a sole
impegnate anche truppe d’elité
30 miglia a ovest di Tripoli (circa
dell’esercito francesi, britannico e
50 km). Una città strategica per il
statunitense, schierate nel tentativo
regime, non solo perché vi si trovano
di addestrare l’esercito dei ribelli e di
i depositi di combustibile che ancora
indicare ai caccia le esatte postazioni
riforniscono la capitale ma perché la
da colpire. Negli ultimi mesi si
città è situata lungo la strada che porta
starebbe assistendo anche ad un
verso la Tunisia, la principale via di
aumento del contrabbando di armi e
rifornimento per cibo e generi di prima
munizioni dalla Tunisia verso le aree
necessità per l’intera area di Tripoli.
controllare dai ribelli. Intanto sul
Intanto gli attacchi aerei della Nato si
terreno continuano i combattimenti
concentrano sul quartieri di comando
con i ribelli che stanno sempre più
di Gheddafi nella capitale. Operazioni
stringendo la morsa verso Tripoli. Gli
che appaiono più simboliche che reali.
scontri continuano, infatti, a Misurata,
Seppur indebolito, però, il colonnello
centrale snodo 130 miglia a est della
Gheddafi continua a resistere e non
capitale, dove i rivoltosi controllano
manca periodicamente di lanciare
quasi interamente la città, a Zintan
messaggi al mondo.
125 milgia a sud, ma soprattutto
Nonostante il crescente
impegno internazionale
la fine della guerra
appare ancora lontana
L’ultimo in ordine di tempo, domenica,
quando è apparso alla TV di stato
al fianco di Kirsan Ilyumzhinov,
governatore russo e presidente della
Federazione Internazionale di Scacchi.
Gheddafi appariva sorridente e intento
a giocare proprio a scacchi con l’ospite
russo. Proprio la Russia, che tramite
i suoi emissari ha incontrato anche
i leader dei ribelli nella roccaforte
Bengasi, sta cercando di svolgere
un ruolo di mediazione mentre, nei
giorni scorsi, anche la Germania ha
riconosciuto ufficialmente i ribelli
come unico governo legittimo della
Libia.
MICHELE LUPPI
■ Vaccini
Un accordo per ridurre
i costi nei Paesi poveri
GlaxoSmithKline, Merck, Johnson
& Johnson e Sanofi-Aventis sono i
quattro colossi mondiali dell’industria
farmaceutica che hanno deciso di
tagliare il prezzo dei vaccini contro il
papilloma umano e il rotavirus, causa di
una diarrea aggressiva che causa ogni
anni centinaia di migliaia di vittime,
soprattutto bambini. A beneficiare di
questa iniziativa sono i Paesi poveri:
la misura sarà infatti controbilanciata
dall’aumento del prezzo nei paesi
ricchi. L’iniziativa rientra nell’alleanza
Gavi (Alleanza globale per i vaccini
e le immunizzazioni), che riunisce
organizzazioni pubbliche e private con
l’obiettivo di perseguire gli obiettivi
del Millennio nell’ambito della sanità.
In questa ottica Gavi si era proposta di
introdurre il vaccino per il rotarivirus a
basso costo nel 40% dei paesi poveri
entro il 2015, ma di fronte ad un taglio
di quasi 4 miliardi di dollari di fondi
ha dovuto ricorrere alla collaborazione
dell’industria farmaceutica.
■ Il nuovo rapporto dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro
215 milioni di bambini lavoratori
N
el mondo sono 115 milioni i bambini coinvolti in lavori pericolosi. Più della metà
dei circa 215 milioni di bambini lavoratori”. Così Juan Somavia, direttore generale Ilo
(Organizzazione internazionale per il lavoro)
in occasione della Giornata mondiale contro lo
sfruttamento del lavoro minorile che si è celebrata domenica 12 giugno. Quando i minori “sono
esposti a sostanze chimiche tossiche o a temperature estreme, nonché a compiti ripetitivi e faticosi, all’isolamento ed alla denigrazione”, non
è in gioco “solamente la loro integrità psichica,
morale ed emotiva – ha spiegato Somavia -, ma
anche l’avvenire delle loro società. È inaccettabile
che la crescita economica e lo sviluppo possano giustificare compiacenza o rassegnazione di
fronte all’esistenza del lavoro minorile, o possano
presupporre che la vita dei più vulnerabili possa essere sacrificata”. Il nuovo Rapporto “Minori
impiegati in lavori pericolosi: cosa sappiamo e
cosa dobbiamo fare”, evidenzia che il problema
non è limitato ai Paesi in via di sviluppo. I dati
raccolti negli Usa e in Europa mostrano che anche in quelle regioni gli infortuni e i decessi sul
posto di lavoro sono più frequenti tra i minori
che tra gli adulti. Il rapporto mostra, inoltre, che
è possibile influenzare positivamente ed in modo significativo la vita dei bambini esposti ai lavori pericolosi. Di qui il triplice appello lanciato
dal direttore generale Somavia: “Raddoppiare gli
sforzi per garantire che tutti i bambini che non
hanno ancora raggiunto l’età minima per lavorare siano scolarizzati e non siano esposti a lavori
pericolosi; rafforzare i sistemi per la sicurezza e
la salute sul posto di lavoro per tutti i lavoratori,
ma con garanzie specifiche per i minori di età;
condurre tutti i Paesi, in consultazione con le organizzazioni dei lavoratori e dei datori di lavoro,
a definire le tipologie di lavoro che devono essere proibite ai minori di 18 anni, e a garantire
che queste liste siano regolarmente aggiornate
e siano adottate misure efficaci per applicarle”.
Cultura
Eros e agape.
Un contrasto
davvero insanabile?
Ripubblicata l’opera del teologo luterano
Anders Nygren, la cui tesi non salvaguardia,
però, la piena umanità dell’amore.
B
ene hanno fatto le Edizioni
Dehoniane di Bologna a
riproporre nella collana
“Economica” un classico della
letteratura teologica contemporanea
di Anders Nygren, Eros e agape. La
nozione cristiana dell’amore e le sue
trasformazioni (pagine 790, euro
di Agostino Clerici
40,00). L’opera uscì originariamente
in due volumi nel 1930 e 1936, e
fu pubblicata per la prima volta in Italia da Il Mulino nel 1955 e poi nella
prestigiosa “Collana di studi religiosi” di EDB nel 1990. Ora viene riproposta,
ancora con la preziosa introduzione di Franco Bolgiani. La ricerca tematica
del Nygren mira ad individuare il «motivo di fondo» di tutto il cristianesimo
e lo coglie nell’agape neotestamentaria. Secondo il teologo luterano Nygren
l’agape è il libero, assoluto, immotivato amore di Dio per l’uomo che non cerca
i giusti, ma i peccatori, fino a sacrificare per essi il suo Figlio, Gesù. E la risposta
dell’uomo a Dio non è l’amore dell’uomo per Dio, ma l’amore egualmente
disinteressato per il prossimo. Di questo tema Nygren cerca di seguire la
storia lungo la vicenda cristiana, in quella che gli appare la difficile dialettica
con un amore tutto diverso, ascensionale, dell’uomo verso Dio e verso la
divinizzazione dell’uomo, l’eros, come è stato inteso nella grecità, da Platone
ai platonici tardivi. Eros e agape: ecco
svilupparsi un contrasto che, per il Nygren,
è insanabile e inconciliabile. La ricerca
analizza anche i vari tentativi di sintesi fra
i due, fra cui primeggia quella della caritas
di sant’Agostino e dei medievali. Si tratta
di tentativi ritenuti tuttavia non accettabili
dal Nygren, in quanto eros e agape non
sono per lui riducibili a sintesi. Soltanto
con Lutero, che dissolve le contraddizioni
della caritas agostiniana, egli ritrova
la riaffermazione vigorosa dell’agape
neotestamentaria. Non si può certo
essere d’accordo con questa conclusione
perentoria, soprattutto nell’esito positivo
visto in Lutero e nell’esito problematico
segnalato in Agostino. Ma soprattutto
sarebbe interessante rileggere questo denso
studio concepito quasi un secolo fa alla luce
dell’enciclica di Benedetto XVI Deus caritas
est che, nella prima parte, affronta proprio
il presunto insanabile conflitto tra eros e
agape con una lente umana ben diversa
da quella utilizzata dal teologo luterano
svedese. Il quale, paradossalmente e sub
contrario, nella sua difesa totale ed esclusiva
dell’agape può essere affiancato al padre
della psicanalisi Sigmund Freud, difensore
ad oltranza, invece, della risoluzione
totale dell’amore nell’eros. La distanza
eccessiva posta tra eros e agape non aiuta
a comprendere la peculiarità dell’amore
dell’uomo a immagine dell’amore di Dio.
L’eros di Freud è in realtà una bassa libido,
mentre l’agape di Nygren rischia di essere
concepita come “amore dall’alto” che non
tiene sufficientemente conto della carica
acquisitiva che caratterizza l’amore umano
come desiderio. V’è nel vescovo luterano
una accentuazione troppo unilaterale della
theologia crucis che lo conduce a svalutare
l’eros umano in una ipervalutazione di una
improbabile agape umana allo stato puro.
Benedetto XVI in quella sua magnifica
prima enciclica sostiene invece che l’eros
ha una sua dignità, ma ha bisogno di
essere guarito, di essere purificato, di
essere unificato: “Se si volesse portare
all’estremo questa antitesi (tra eros e agape),
l’essenza del cristianesimo risulterebbe
disarticolata dalle fondamentali relazioni
vitali dell’esistere umano e costituirebbe un
mondo a sé, da ritenere forse ammirevole,
ma decisamente tagliato fuori dal
complesso dell’esistenza umana. In realtà
eros e agape - amore ascendente e amore
discendente - non si lasciano mai separare
completamente l’uno dall’altro” (n. 7).
Il medico statunitense Kevorkian
Si è spento il
“dottor Morte”
S
i è spento il “dottor Morte”.
La notizia è dei giorni scorsi:
il medico statunitense Jack
Kevorkian è morto a 83 anni.
Da tempo soffriva di problemi di reni
e cuore ed era ricoverato in ospedale
da due settimane. Kevorkian era
soprannominato il “dottor Morte” perché
dal 1990 si era fatto conoscere come un
sostenitore instancabile della campagna
a favore del suicidio assistito, sostenendo
che i malati terminali avevano il diritto
di scegliere di morire se lo desideravano.
“Morire non è un crimine”, affermava
Kevorkian, che ha anche realizzato
alcuni dispositivi di sua invenzione
per permettere i suicidi. Alla ribalta
internazionale è arrivato, appunto,
nel 1990, quando aiutò a morire Janet
Adkins, una donna anziana colpita da
Alzheimer. Ha subito numerosi processi
risultando sempre assolto fino al 1999,
quando venne riconosciuto colpevole
di omicidio di secondo grado per aver
effettuato un’iniezione che aveva portato
alla morte un suo “paziente”, Thomas
Youk. Venne condannato a 25 anni di
prigione ma ne scontò solo 8, scarcerato
per buona condotta e con
l’impegno di non aiutare più
nessuno a morire. Dal 1991,
intanto, il Michigan gli aveva
revocato la licenza da medico.
Le cronache dicono che
Kevorkian, tra il 1990 e il 1998,
avrebbe aiutato a morire più di
un centinaio di persone che si
rivolgevano a lui per avere assistenza.
Il “dottor Morte” aiutava questi speciali
pazienti attraverso le macchine da
lui inventate per il suicidio. Erano gli
stessi pazienti a dare l’input finale al
dispositivo che poi portava alla morte.
Kevorkian è stato un personaggio molto
discusso e in alcuni casi presentato
come un vero e proprio paladino della
causa dei malati terminali e decisi a farla
finita. Anche un film ne ha ricostruito la
vicenda. La questione che ha sollevato
- certamente non da solo, ma ne è il
simbolo forse più forte - è quella della
legittimità dell ‘eutanasia, con tutta una
serie di problemi collegati, come quello,
ad esempio, della lucidità e libertà
di decisione di una persona malata
terminale e in situazione limite.
Il pensiero di Kevorkian è una forte
Sabato, 18 giugno 2011
7
Narrativa ragazzi
■ Beatrice Hammer
Miss Catastrofe
e Supercocca (San Paolo)
Ci sono delle storie
che incuriosiscono dal
titolo: come queste,
protagoniste due
bambine. Noemi è una
bimba bionda, bella e
buona, con gli occhi
neri ed un sorriso
incantevole: ed è
molto maldestra!
Rovescia gli oggetti,
sa sempre come
macchiare un abito
pulito ... potrà mai
Miss Catastrofe
coronare il suo sogno
di diventare giocoliera
e acrobata!? Anche
una supercocca come
Aurore deve fare i
conti con se stessa:
non è facile essere la
bimba sempre perfetta, e poi bisogna
anche chiedersi per quale motivo è così
importante essere sempre la preferita: gli
altri possono essere d’aiuto, magari una
zia bisbetica ed un compagno di classe
tutto pepe. Scritte dalla stessa autrice
francese, queste storie leggere possono
aiutare i bambini a vincvere paure e
insicurezze dell’infanzia (euro 9,00).
■ T. de Fombelle
Vango. Tra cielo
e terra (San Paolo)
Timothèe de Fombelle è
diventato famoso grazie
ai romanzi di Tobia: è
stato insegnante di
lettere, ora si dedica alla
scrittura ed al teatro.
Il suo ultimo libro è
ambientato nell’Europa
degli anni Trenta:
nella trama, ricca di riferimenti storici,
hanno un ruolo anche lo Zeppelin, il
dirigibile più famoso della storia, ed
il suo leggendario comandante Hugo
Eckener. La vicenda ha inizio a Parigi,
sul sagrato di Notre Dame, dove Vango –
il protagonista – è disteso a terra pronto
a diventare sacerdote: ma la sua vita è
in pericolo, ed il suo destino è la fuga
tra avventure mozzafiato, sulle tracce
di un passato misterioso, con compagni
di viaggio affascinanti. L’autore ha
dichiarato di aver messo nel romanzo
le cose importanti per lui: “il soffio
dell’avventura, la fragilità, la crudeltà
e la bellezza delle esistenze”. Ai lettori
il giudizio… tra Vango e Tobia! (euro
18,00).
■ Guido Sgardoli
The frozen boy
(San Paolo)
provocazione alle leggi della società
e più ancora alla coscienza cristiana,
interpellata sul piano dell’assistenza
e della vicinanza ai malati, ai più
deboli, e, in profondità, sulla questione
dell’indisponibilità della vita umana.
Proprio su questo argomento poggia
il rifiuto di fondo del suicidio assistito,
dell’eutanasia, per la considerazione
della vita anzitutto come dono di Dio e
non “proprietà” dell’uomo. È il magistero
di sempre della Chiesa che, rifiutando
l’eutanasia, rifiuta anche, nello stesso
tempo, l’accanimento terapeutico.
Vicinanza e sostegno a chi soffre, aiuto
concreto, terapia del dolore vengono
dalla stessa radice del rifiuto all’eutanasia:
la considerazione della dignità di ogni
persona e del mistero di ogni vita.
ALBERTO CAMPOLEONI
Robert Warren ha alle
spalle un matrimonio
naufragato e la morte
del figlio, mentre gli
studi a cui ha dedicato
la vita hanno portato
alla bomba atomica.
Ossessionato dal rimorso
e dalla solitudine, si
trasferisce in
Groenlandia in una stazione scientifica
isolata tra i ghiacci. Qui accade un
evento che cambia per sempre la sua
vita: all’interno di una spessa lastra di
ghiaccio Warren scopre il corpo di un
ragazzino che, rianimato, inizia ad
invecchiare rapidamente. Chi è? Da dove
viene? Che lingua parla? Braccati dai
servizi segreti, i due fuggono cercando
risposte: ed intanto tra loro si stabilisce
un rapporto intenso, che ridona allo
scienziato uno scopo nella vita. Il finale
è … da scoprire. Il libro è stato finalista
al Premio Andersen 2011 (euro 15,00).
a cura di Elena Clerici
8
Chiesa
Sabato, 18 giugno 2011
Nel mondo
■ R.D. del Congo
L’impegno delle Chiese
per la riconciliazione
E
ntrare in una logica di dialogo e
trattative, proteggere i civili e gli
operatori umanitari, formare una
brigata regionale ben disciplinata e
dotata di adeguati mezzi: sono queste
le principali raccomandazioni della
Rete regionale e interconfessionale dei
leader regionali per la pace (Rrilrp),
riunita nel fine settimana a Kinshasa
per discutere, insieme a rappresentanti
delle diplomazie internazionali e
della Missione Onu del problema
dell’Esercito di resistenza del signore
(Lord’s resistance army, Lra), ribellione
di origini ugandesi attiva dal 2008 in
Congo, Sudan e Centrafrica. “Nonostante
25 anni di interventi militari degli
eserciti di Uganda, Repubblica
democratica del Congo, Repubblica
Centrafricana, l’Lra continua i suoi
atti di violenza, continua a seminare
la desolazione dovunque si trovi, e
a pagare il prezzo più alto non sono
i governanti o i militari, ma i civili,
perché la strategia dell’Lra è quella
di lanciare rappresaglie contro le
popolazioni” ha sottolineato monsignor
Marcel Utembi, arcivescovo di Kisangani
(Congo) e presidente dell’Rrilrp.
■ Turchia
Un cristiano eletto
nel nuovo parlamento
Anche loro sono suoi figli
I
n occasione del 75° anniversario
del martirio del gitano spagnolo
Ceferino Giménez Malla,
proclamato beato da Giovanni
Paolo II il 4 maggio del 1997, una
numerosa rappresentanza di zingari
europei ha partecipato l’11 e 12 giugno,
a Roma, al pellegrinaggio promosso
dal Pontificio Consiglio della pastorale
per i migranti e gli itineranti. Momento
culminante del raduno è stato, l’11
giugno, l’incontro di Benedetto XVI
con circa 2.000 nomadi appartenenti
a diverse comunità ed etnie, nell’Aula
Paolo VI. “La vita dei pellegrini qui
presenti – ha detto mons. Antonio
Maria Vegliò, presidente del Pontificio
Consiglio che organizza l’evento – è
segnata da numerose difficoltà, ma
il dono di questo incontro infonde
coraggio e riaccende la speranza”.
Tuttavia, “le popolazioni zingare in
Europa stanno vivendo una stagione
nuova che offre loro
opportunità per costruire
una vita più degna. Siamo
infatti in un periodo di
particolare cambiamento
in cui si avverte l’urgenza
di un approccio rinnovato
della Chiesa e della società
verso le popolazioni gitane,
mentre nel contempo
si rende necessario un
consolidamento dell’identità
zingara di fronte alle sfide
Un cristiano siriaco, l’avvocato Erol
Dora, 47 anni, è stato eletto nel
Parlamento turco durante le elezioni
del 12 giugno, come candidato
indipendente nelle file del partito
“Lavoro, Democrazia e Libertà”,
sostenuto dal partito curdo “Partito
per la Pace e la Democrazia” (BDP).
Dora ha sottolineato che la sua
elezione rappresenta un passo avanti
per il paese in quanto “in passato
le minoranze erano considerate
straniere”. La Turchia, ha aggiunto,
si sta muovendo verso un’idea in cui
“si allarga il concetto di cittadinanza,
in senso maggiormente inclusivo,
anche ai gruppi etnici e culturali non
turchi”. L’auspicio è che tutte le altre
componenti minoritarie della società
– siriaci, armeni, ebrei – possano
impegnarsi in politica: “Sarebbe segno
che i diritti sono garantiti a tutti”
ha spiegato Dora, “e ciò potrebbe
contribuire a migliorare la Turchia”.
■ India
Per uno sviluppo
più equo e giusto
L
e priorità per il futuro dell’India
sono la pace, la giustizia,
l’istruzione, la libertà religiosa,
il rispetto delle minoranze: è quanto
affermano i cristiani indiani, valutando
il prossimo piano quinquennale del
governo, preparato dalla apposita
“Commissione per la pianificazione”.
Il piano traccia le linee generali per lo
sviluppo del paese in campo sociale,
economico e politico, informando il
governo al fine di orientare le politiche
a lungo termine. Una Commissione
nazionale di leader cristiani, guidata
dall’Arcivescovo di Delhi e composta da
leader di organizzazioni non governative
e di associazioni cristiane, ha esaminato
il piano, segnalando quelle che, per
le comunità cristiane, sono le priorità
per il futuro del paese. Il testo finale
dei lavori della Commissione, afferma:
“Lo sviluppo è impossibile se la
popolazione non avverte che esistono
pace e giustizia. Per questo è essenziale
che lo stato rassicuri le minoranze e si
impegni a tutelare lo stato di diritto e
a fermare la violenza intercomunitaria,
perseguendo gli autori delle violenze”.
FONTE: agenzia fides
che la realtà odierna comporta”. Dopo
le parole di mons. Vegliò, ci sono state
quattro testimonianze di zingari: la
prima a parlare è stata Ceija Stojka, una
donna zingara austriaca sopravvissuta
ai campi di sterminio di Auschwitz e
Bergen-Belsen, la quale ha ricordato:
“Quando sono nata in Austria la mia
famiglia contava più di 200 persone. Solo
sei di noi sono sopravvissuti alla guerra
e allo sterminio. Quando avevo 9 anni
fui deportata con la mia famiglia prima
ad Auschwitz, poi a Ravensbruck e a
Bergen-Belsen. Ero bambina e dovevo
vedere morire altri bambini, anziani,
donne, uomini; e vivevo fra i morti e i
quasi morti nei campi”. “Oggi Auschwitz
e i campi di concentramento si sono
addormentati, e non si dovranno mai più
svegliare”, è stato l’auspicio. Poi è toccato
a suor Atanazia Holubova, religiosa
basiliana slovacca, la quale ha ricordato
di essere nata in un piccolo villaggio
da una famiglia zingara credente ma
non praticante: “Da adolescente ho
incontrato un sacerdote e un gruppo
di giovani cristiani, con cui mi vedevo
segretamente durante il periodo del
regime comunista in Slovacchia e
per la prima volta ho fatto esperienza
della gioia e della comunità basata su
Gesù Cristo. Non facevano caso che io
fossi zingara”. Ha parlato, poi, Pamela
Suffer, giovane sinta di 28 anni, sposata
e con due figlie, cittadina italiana: “I
bambini sono la speranza delle nostre
famiglie del nostro popolo, ma sono
molto fragili. Vorrei per i miei figli e per
tutti i bambini rom e sinti un futuro di
pace e serenità in cui possano crescere
e vivere insieme con gli altri bambini
d’Europa e del mondo senza essere
esclusi e discriminati”. Infine, ha preso
la parola il diciottenne Carlo Mikic,
uno studente romano di 18 anni di
etnia Rom Rudari nato e cresciuto in
un campo a Roma: “Sono
cresciuto nei campi nomadi
e non è stato semplice. Lo so:
ci sono rom che sbagliano
ma la responsabilità è
sempre personale. Noi rom
giovani pensiamo al futuro e
sogniamo di poter studiare e
lavorare, avere una casa e dei
documenti, sembrano cose
banali ma per molti rom non
lo sono”. È seguita una danza
eseguita da alcune bambine.
R
iprendendo le parole di Paolo
VI agli zingari nel 1965,
Benedetto XVI ha detto: “Voi
siete nel cuore della Chiesa! Siete
un’amata porzione del Popolo di
Dio pellegrinante e ci ricordate
che ‘non abbiamo quaggiù una
città stabile, ma andiamo in
cerca di quella futura’. Anche
a voi è giunto il messaggio di
salvezza, a cui avete risposto con
fede e speranza, arricchendo la
comunità ecclesiale di credenti
laici, sacerdoti, diaconi, religiose
e religiosi zingari”. Ricordando
il beato Zefirino Giménez
Malla, il Papa lo ha definito
“testimone autentico della fede
e della carità”. “La sua profonda
religiosità – ha rammentato il
Pontefice - trovava espressione
nella partecipazione quotidiana
alla santa messa e nella recita
del rosario. Proprio la corona,
che teneva sempre in tasca,
divenne causa del suo arresto
e fece del beato Zefirino un
autentico ‘martire del rosario’,
poiché non lasciò che gliela
togliessero di mano nemmeno in
punto di morte”. “La vostra storia
è complessa e, in alcuni periodi,
dolorosa”, ha sottolineato il Santo
Padre, ricordando “i rapporti
Il papa ai Rom:
“Siete nel cuore della Chiesa”
spesso difficili con le società nelle
quali vivete”. “Purtroppo lungo i
secoli avete conosciuto il sapore
amaro della non accoglienza
e, talvolta, della persecuzione,
come è avvenuto nella II Guerra
mondiale: migliaia di donne,
uomini e bambini sono stati
barbaramente uccisi nei campi
di sterminio”. Il “Porrájmos”,
il “Grande Divoramento”,
come lo chiamano gli zingari,
è stato “un dramma ancora
poco riconosciuto e di cui si
misurano a fatica le proporzioni”.
“La coscienza europea – ha
avvertito Benedetto XVI – non
può dimenticare tanto dolore!
Mai più il vostro popolo sia
oggetto di vessazioni, di rifiuto
e di disprezzo! Da parte vostra,
ricercate sempre la giustizia,
la legalità, la riconciliazione
e sforzatevi di non essere mai
causa della sofferenza altrui!”.
“Oggi, grazie a Dio, la
situazione sta cambiando – ha
evidenziato il Papa – nuove
opportunità si aprono davanti
a voi, mentre state acquistando
nuova consapevolezza. Nel
tempo avete creato una cultura
dalle espressioni significative,
come la musica e il canto, che
hanno arricchito l’Europa.
Molte etnie non sono più
nomadi, ma cercano stabilità
con nuove aspettative di
fronte alla vita”. La Chiesa, ha
aggiunto, “cammina con voi
e vi invita a vivere secondo
le impegnative esigenze del
Vangelo confidando nella
forza di Cristo, verso un futuro
migliore”. E “anche l’Europa,
che riduce le frontiere e
considera ricchezza la diversità
dei popoli e delle culture, vi
offre nuove possibilità”. Di qui
l’invito “a scrivere insieme una
nuova pagina di storia per il
vostro popolo e per l’Europa!
La ricerca di alloggi e lavoro
dignitosi e di istruzione per i
figli sono le basi su cui costruire
quell’integrazione da cui
trarrete beneficio voi e l’intera
società”. “Date anche voi – ha
proseguito - la vostra fattiva e
leale collaborazione, affinché
le vostre famiglie si collochino
degnamente nel tessuto civile
europeo! Numerosi tra voi
sono i bambini e i giovani che
desiderano istruirsi e vivere con
gli altri e come gli altri. A loro
guardo con particolare affetto,
convinto che i vostri figli hanno
diritto a una vita migliore. Sia
il loro bene la vostra più grande
aspirazione! Custodite la dignità
e il valore delle vostre famiglie,
piccole Chiese domestiche,
perché siano vere scuole di
umanità”. Le istituzioni, da
parte loro, “si adoperino per
accompagnare adeguatamente
questo cammino”.
Vita della Chiesa
L’
A Gazzada al mattino Consiglio
Direttivo dell’Istituto Superiore di
Studi Religiosi. In serata a Como
Giunta del Consiglio Pastorale
Diocesano.
Venerdì 17 giugno
A Tavernerio al mattino incontro
con i giovani diciottenni agli esercizi
spirituali.
Da venerdì 17 a
domenica 19 giugno
Visita pastorale in Valmasino
(Cataeggio, Biolo, San Martino).
Assegnato
il Premio Ratzinger
Sono l’italiano Manlio Simonetti, docente
di storia del cristianesimo, lo spagnolo don
Olegario Gonzàles de Cardedal, docente di
teologia dogmatica, e il tedesco p. Maximilian Heim, cistercense, docente di teologia
fondamentale, i primi tre studiosi di teologia e scienze affini che riceveranno il “Premio Ratzinger”, istituito dalla Fondazione
vaticana Joseph Ratzinger-Benedetto XVI.
A consegnare ai prescelti dalla giuria, presieduta dal card. Camillo Ruini, il diploma e
il premio monetario (50 mila euro ciascuno)
sarà lo stesso Pontefice, la mattina del 30
giugno prossimo, alle ore 11.00, nella Sala
Clementina nei palazzi vaticani. “La teologia – ha spiegato il card. Camillo Ruini
– ha molto ascolto anche oggi. I dibattiti
sulle materie teologiche sono molto vivaci,
dopo che in Italia per un lungo tempo si
è spesso cercato di relegare la teologia in
ambito ecclesiastico. Questo premio intende proiettare la teologia ulteriormente nel
mondo della comunicazione e favorire i suoi
rapporti con la gente”.
idea era questa: una “lettura
comune”della Pentecoste
partendo da Atti 2, 1-11 proprio
all’approssimarsi della festa. Così
don Battista Rinaldi, responsabile
dell’Ufficio ecumenismo e dialogo
interreligioso della diocesi di Como,
il pastore Koehn della Chiesa
Valdese lariana di via Rusconi, il
pastore Di Giandomenico della
Chiesa Evangelica Pentecostale
comasca di via Borgovico (la cui
sede è stata recentemente oggetto di
ristrutturazione), padre Prilipceanu
parroco ortodosso romeno di Como
e padre Makar, parroco ortodosso
ucraino di Milano, si sono ritrovati
lo scorso 9 giugno, presso il Centro
pastorale Cardinal Ferrari di Como,
davanti ad una quarantina di persone
per uno “scambio” di riflessioni a
partire dalle rispettive traduzioni/
tradizioni del brano che racconta
la discesa dello Spirito Santo sugli
apostoli e Maria e il “suo mettere
in moto” l’evangelizzazione del
mondo. Ma poi nasce la Chiesa, con i
problemi annessi all’umanità dei suoi
membri…
Quattro le angolazioni dalle quali la
questione è stata affrontata. Dopo
l’introduzione di don Rinaldi, che
ha riportato l’incontro nell’ottica
dell’Ottavario di preghiera per l’Unità
Nomine e provvedimenti
- don Pietro Bianchi è nominato vicario parrocchiale a San Vito e San Siro in
Lomazzo (Co);
- don Mario Biffi è nominato vicario parrocchiale a Como-Monteolimpino;
- don Alessandro Casartelli è nominato
vicario parrocchiale a Como-Albate.
nei sacramenti ad essere “segno”
(Prilipceanu)… Insomma, la ricca
riflessione ha messo in rilievo letture,
spiritualità e tradizioni diverse, che
riflettono qua e là il cammino, la
cultura di ciascuna delle diverse
espressioni dell’unica Chiesa di
Cristo. Per non tacere che ai padri
ortodossi, che abitano tra noi, sono
affidate le anime di immigrati dell’Est
europeo e che agli evangelici fanno
riferimento comunità africane. Unità
e “inserimento” a braccetto… Unità
e ricerca del dialogo dalle “radici”
con gli ebrei o del “vicinato” con gli
islamici: è l’incontro con il nostro
essere uomini e donne credenti.
Penitenza, conversione, preghiera,
occorrono – è stato più volte
sottolineato – per “camminare” nel
futuro, con istituzioni più leggere e
più docilità agli inviti dello Spirito.
Le conclusioni della conferenza sono
state affidate a don Battista Rinaldi,
il quale ha messo in evidenza due
sottolineature: una sulla preghiera,
l’altra sullo Spirito come apertura
al mondo, con l’auspicio di ulteriori
incontri dedicati al tema ecumenico.
«Vieni, o consolatore, e versa l’olio e
il vino sulle antiche ferite. O Spirito
Paraclito, dà concordia perenne e
perfetta letizia alla Chiesa di Cristo».
ROBERTO RIGHI
Le nuove frontiere dell’annuncio
R
iscoprire il ruolo sociale della comunicazione in un mondo sempre più segnato
dalle nuove tecnologie digitali. E’ questo
l’invito rivolto da Papa Benedetto XVI agli operatori dei media in occasione della Giornata
Mondiale delle Comunicazioni Sociali che è
stata celebrata lo scorso 5 giugno. Per non lasciare cadere nel vuoto questo invito, l’Ufficio
per le Comunicazioni Sociali della Diocesi, ha
invitato a Como, mercoledì 8 giugno, Marco
Deriu, docente di Etica della Comunicazione all’Università Cattolica di Brescia. Un pomeriggio di riflessione a cui sono stati invitati
quanto a vario titolo collaborano con l’Ufficio
Diocesano. Nel suo intervento – seguito alla
celebrazione eucaristica nella chiesa del Centro Pastorale Cardinal Ferrari - Deriu è partito
proprio dalle parole del pontefice racchiuse
nel messaggio dal titolo: “Verità, annuncio e
autenticità di vita nell’era digitale”.
“Per prima cosa - ha spiegato Deriu – è bello
Miniabbonamento
per gli operatori pastorali
Dalla Cancelleria
dei cristiani, il valdese Khoen è partito
da un documento teologico-pastorale
sulla natura della Chiesa, datato
1998, e curato dalle Chiese riformate.
Di taglio biblico la riflessione del
pastore Di Giandomenico, mentre
padre Prilipceanu ha offerto
un’approfondimento teologico, con
una grande attenzione agli aspetti
trinitari, affidandosi agli scritti dei
Padri della Chiesa. A chiusura,
l’intervento di padre Makar, nel
solco della più genuina e piena
spiritualità ortodossa. La natura
teologica si confronta/scontra con
la storia, le divisioni tra le diverse
confessioni cristiane e la ricerca
dell’unità, lo Spirito che soffia dove
vuole, anche “fuori”, che comunica,
che invita i cuori e le menti attente.
«Finisce la Babilonia linguistica
dell’umanità» (Koehn) ma c’è ancora
da “ragionare”; «l’azione dello Spirito
apre all’incontro, all’universalità»
(Rinaldi), ma ci sono difficoltà
e ritardi di varia natura, come la
stessa idea di Chiesa… Il modo di
intendere l’unità (da ricercare):
uniformità o attraverso le diversità
nate dalla storia, o dalla tradizione;
«come riconoscere il soffio dello
Spirito Santo nella vita di oggi» (Di
Giandomenico) o, anche, «oggi c’è
bisogno di una nuova Pentecoste»
(Makar). E ancora: la Chiesa chiamata
■ In occasione della Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali
■ Promozione
Prosegue l’offerta promozionale per
operatori pastorali e collaboratori
parrocchiali non abbonati al Settimanale:
un mini-abbonamento di tre mesi,
al costo di dieci euro. Chiediamo la
collaborazione dei sacerdoti per far
conoscere questa opportunità: una
volta raccolti i nominativi delle persone
interessate, l’elenco va comunicato
alla segreteria del Settimanale:
telefono 031-263533; e-mail:
[email protected].
9
Serata di riflessione
ecumenica a Pentecoste
Agenda
del Vescovo
Giovedì 16 giugno
Sabato, 18 giugno 2011
ricordare come la Chiesa non abbia mai utilizzato il concetto di comunicazione di massa, preferendo quello di comunicazioni sociali.
Una differenza semantica che racchiudere il
senso profondo con cui la Chiesa da sempre
guarda ai mezzi di comunicazione. Mezzi, appunto, e non fini, che sono creati dall’uomo
per metterli al servizio delle persone e non per
farne degli schiavi”. Il docente, già direttore del
Resegone (settimanale cattolico di Lecco), ha
sottolineato così la necessità di preservare il
rapporto tra tecnologia e persona. “La tecnologia – ha detto – non può essere abbandonata a sé stessa, ne essere subordinata esclusivamente alle leggi dell’efficienza, del profitto o dell’audience. Le nuove tecnologie sono
dunque un ambito da cui Dio non può restare
escluso”. Agli operatori cattolici spetta allora il
compito di portare il Vangelo nella nuova Babele digitale, nuova terra di annuncio.
M.L.
Parola fra noi
Domenica 19 giugno
D
i notte, Nicodemo incontra Gesù per un lungo colloquio.
L’anziano dottore della legge chiede al giovane rabbì
di Nazareth le domande che contano: è possibile per
l’uomo l’autentica libertà? Può diventare una persona diversa?
L’esperienza e la cultura dicono a Nicodemo che l’uomo non può
rinascere; ogni suo sforzo è
destinato al fallimento. Gesù
invece annunzia che l’unica
Es 34,4 - 6.8 - 9;
cosa che importa, “rinascere”, è
2Cor 13, 11 - 13;
resa possibile da Dio col dono
Gv 3, 16 - 18
della croce e la forza dello
Spirito. In questo dialogo, un
e quello del Padre, un amore
vertice di rivelazione, al verso
che è vittoria sulla morte; per
16: “Dio infatti ha tanto amato
questo l’amore di Dio è l’unico
il mondo da dare il Figlio
assoluto, il solo motivo che
unigenito, perché chiunque
può spingere il Padre a dare il
crede in lui non vada perduto,
suo Figlio e il Figlio a donare se
ma abbia la vita eterna”. La
stesso liberamente. Un vertice
morte di Gesù, il figlio amato, è
che Gesù rivela a Nicodemo,
il supremo dono d’amore di Dio
spiegandogli che la sua morte
all’uomo. La morte di Cristo fa
sulla Croce non è una sconfitta,
vedere e toccare il suo amore
ma la gloria, la porta per entrare
nella vita eterna, non solo
dopo la morte, ma già ora nella
fede. In tre versi il cuore della
Scrittura, la chiave per decifrare
il mistero della salvezza. La
fede in Gesù toglie il giudizio
e la condanna ed è porta della
salvezza. Prima, dopo, al cuore
di tutto c’è Dio. Ci aiuti nella
contemplazione e adorazione
del mistero la preghiera di
Chiara Lubich: “La Trinità
dentro di me! L’abisso dentro di
me! L’immenso dentro di me!
La voragine d’amore dentro
di me! / Il Padre che Gesù ci
ha annunciato dentro di me!
Il Verbo! Lo Spirito Santo che
voglio sempre avere per servire
l’Opera, dentro di me! / Non
domando di meglio. /Convivere
con la Vita Eterna”.
ANGELO SCEPPACERCA
10 Sabato, 18 giugno 2011
Vita diocesana
Sabato 11 giugno. Don Pietro Bianchi e don Mario Biffi sono stati ordinati preti: la
testimonianza di una vocazione che sa mettersi in ascolto della Chiesa e dei fedeli.
Diocesi in festa per i novelli.
D
iocesi di Como in festa,
la mattina di sabato 11
giugno, per l’ordinazione
presbiterale dei
due novelli sacerdoti don
Pietro Bianchi – nativo della
parrocchia di Casnate con
Bernate (Co) – e don Mario
Biffi – della parrocchia di
Teglio (So) –. Come sempre
numerosi i fedeli e i sacerdoti
presenti in Cattedrale e stretti
intorno al Vescovo e ai due
giovani preti in un giorno
così importante per loro e per
l’intera Chiesa. «Siamo qui
per celebrare una vocazione
di totale dedizione a Cristo –
ha detto nell’ammonizione
introduttiva il rettore del
Seminario don Sandro Vanoli
–. In questo momento il
nostro grazie va alle famiglie,
alle comunità di origine e ai
sacerdoti che don Pietro e don
Mario hanno incontrato lungo il
loro cammino e li hanno saputi
guidare, così come Dio guida
ogni giorno la Chiesa con il
suo Santo Spirito». Ricchissima
e complessa la liturgia di
ordinazione, ricca di simboli,
segni, parole. Particolarmente
significativo l’invito, rivolto ai
novelli, a «rendersi conto di
quel che si predica, imitare
il sacrificio eucaristico,
conformarsi all’esempio di
Cristo».
La riflessione del vescovo
monsignor Diego Coletti,
a partire dalle letture della
Santa Messa, si è articolata su
tre concetti. «Innanzitutto il
coraggio – ha esordito il presule
–. È comprensibile, naturale e
giusto che in questo momento,
nel vostro cuore, insieme
alla gioia, ci sia anche un po’
di smarrimento. Guardate
al futuro con il desiderio di
“mettere le mani in pasta”…
Ma dall’altra parte c’è la
paura per il compito che siete
stati chiamati ad assolvere».
Come il profeta Geremia,
nella Prima Lettura, anch’egli
giovane, costretto a una vita
controcorrente: «ci vuole
coraggio. Perché ci saranno
e guida, delle persone a voi
affidate, attraverso i sacramenti,
soprattutto l’Eucarestia. Ecco
Parola ed Eucaristia: siano il
senso della vostra missione, il
luogo della vostra dimora, la
fonte del vostro coraggio».
Al termine della Santa Messa
anche il vescovo ha espresso
il proprio ringraziamento alle
famiglie e alle comunità di
origine dei due novelli. «Vedo
tanti giovani questa mattina
in Cattedrale – ha proseguito
– chi dice “vengo anch’io?”.
Preghiamo affinché nella nostra
diocesi rifioriscano abbondanti
le vocazioni sacerdotali e
religiose. Preghiamo per le
nostre famiglie, perché sono il
primo luogo dove si trasmette
la passione per Gesù e per il
Vangelo, non solo le tradizioni
da rispettare. Preghiamo per
gli oratori, le associazioni,
i gruppi, i movimenti per
sappiano trasmettere il “caldo”
dell’amore di Dio e dello Spirito
Santo. Impegniamoci tutti
per una rinnovata pastorale
Fotoservizio William
Una scelta di vita
che chiede coraggio:
ma sempre si può
contare sull’aiuto
e il sostegno di Dio.
momenti belli e consolanti, ma
vi è chiesta la consapevolezza
della responsabilità della vostra
vocazione». Come si risolve
lo smarrimento? «Traendo
forza dalla Parola di Dio, dove
Egli ci dice che è con noi e per
proteggerci. Dio ci conosceva
prima ancora che venissimo
al mondo. “Io ti mando: non
avere paura – ci dice – io ti
proteggerò”». Monsignor Coletti
ha ricordato un lungo passo
del discorso pronunciato lo
scorso anno da papa Benedetto
XVI a chiusura dell’Anno
Sacerdotale. Sottolineando
il senso di premura che Dio
ha nei confronti di ciascuno
di noi, il pontefice metteva
in evidenza la vocazione
particolare di cui i preti sono
investiti: «condividere con Dio
la preoccupazione che Egli
ha per gli uomini». Un invito,
insomma, fatto proprio anche
dal Vescovo Diego, perché
ogni sacerdote, specialmente i
due novelli, si senta chiamato
a «camminare con gli uomini
sulla via dell’amicizia di Dio».
Il secondo aspetto messo in
evidenza da monsignor Coletti
riguarda il “rimanere”, la
“dimora”. «Dove e con chi?» si è
chiesto il Vescovo. «Rimanere
nell’amore del Padre e del
Figlio, che è lo Spirito Santo.
Dovete coltivare la presenza e
la fecondità di tale amore. Ci
sono insidie continue a questo
vostro “rimanere”: le scadenze,
le contingenze delle cose da
fare… Lo abbiamo ascoltato
nel Vangelo di Giovanni
(ed è anche il motto scelto
dai due novelli per la loro
ordinazione): vi viene chiesta
una disciplina di vita che vi
insegni ad amare come Lui ha
amato noi. Dobbiamo uscire
dalla logica del “prossimo”,
per abbracciare quella del
“fratello”, abbandonando
l’autoreferenzialità dell’amare
il “prossimo come se
stessi”, per amare come Lui,
avendo come parametro di
riferimento l’amore di Dio
per noi. È a questa disciplina
di vita e del cuore che vi siete
preparati in questi anni di
Seminario: disciplina che ora
siete sollecitati a custodire e
alimentare quotidianamente».
Ultimo aspetto: la “missione”.
«Siete invitati a rimanere,
perché costituiti per andare
e portare frutto – è stata la
conclusione di monsignor
Coletti –. Non siete sacerdoti
per voi stessi: saper dare la
propria vita è l’amore più
grande che salva il mondo. Voi
siete annunciatori della Parola
Tra gli aspetti messi
in evidenza dal
Vescovo ci sono
anche il rimanere
e la missione.
vocazionale». Un ultimo
pensiero monsignor Coletti
lo ha rivolto ai sacerdoti. «È
vero che ci vogliamo bene? È
vero che facciamo a gara nello
stimarci a vicenda? Penso
proprio di sì. Nella nostra
diocesi ci sono tanti preti
che vogliono bene ai propri
confratelli e si preoccupano
e sanno creare una vera
fraternità». Monsignor Coletti
ha infine comunicato le
destinazioni dei novelli: don
Pietro Bianchi, vicario presso le
parrocchie San Vito e San Siro di
Lomazzo (Co); don Mario Biffi,
vicario presso la parrocchia di
Como-Monte Olimpino.
Pentecoste. Il Vescovo ha presieduto la solenne Veglia di preghiera e il pontificale.
Il soffio dello Spirito che nutre e infiamma
Ventidue gli adulti che lo scorso 11 giugno, in
Cattedrale a Como, durante la solenne Veglia
di Pentecoste, hanno ricevuto il sacramento
della Confermazione. «La Chiesa vi è grata
per questa scelta, vi accompagna, vi sostiene e
gioisce con voi - ha detto il vescovo monsignor
Diego Coletti durante l’omelia -. Stiamo vivendo
un momento che è culmine di un cammino
fatto, di un desiderio maturato e che esprime la
consapevolezza del sacramento». Fermandosi
a riflettere sul tema della Pentecoste monsignor
Coletti ha messo in evidenza come «Gesù, con
il dono dello Spirito Santo, ci abbia introdotto
nel segreto più intimo della vita di Dio, che per
noi non è lontano o sconosciuto. Dobbiamo
spalancare il cuore al dono dello Spirito, perchè
senza di esso saremmo vuoti, come larve». Tre i
punti qualificanti messi in evidenza dal Vescovo:
«Lo Spirito è acqua che ci feconda e nutre. Lo
Spirito è fuoco che ci mette in moto. Lo Spirito è
soffio di vita». Su www.diocesidicomo.it i testi
integrali delle omelie di Pentecoste.
Vita della Chiesa
Sabato, 18 giugno 2011
11
Casnate. La comunità si è stretta attorno al novello sacerdote don Pietro Bianchi.
I
l Signore ha elargito
un’altra grazia alla
comunità di Casnate: un
prete novello, ordinato
sabato 11 giugno in Cattedrale
dal Vescovo monsignor
Diego Coletti. È don Pietro
Bianchi, che ha visto
sbocciare la sua vocazione
nella comunità casnatese,
giovane tra i giovani, con
l’amore per la “sua “ chiesa,
per l’oratorio, per la gente
tutta. In vent’anni tre belle
vocazioni, a Casnate, sono
state anche l’espressione della
Fede e della testimonianza
di una comunità viva e
fedele al Signore: don Marco
Cairoli, ordinato nel 1991;
don Alessandro Casartelli, nel
2005; e ora don Pietro, accolto
e festeggiato dalla comunità
con grande calore.
La preparazione alla sua
Ordinazione Sacerdotale
è avvenuta nelle giornate
di giovedì 9 e venerdì 10
giugno. La sera di sabato,
don Pietro è giunto in paese,
accompagnato da amici e
coscritti. Accolto da tanta
gente sulla piazza del Comune
ha ricevuto il saluto di un
del
giovane, a nome di tutta
la comunità, e del sindaco
Bulgheroni. Il corteo, presenti diversi
sacerdoti e seminaristi, insieme a don
Eugenio e don Sergio, si è diretto verso
la chiesa, dove si è svolto un incontro
di preghiera terminato con il canto
del “Te Deum”. Poi tutti in oratorio per
un breve, ma intenso e significativo
spettacolo. I più piccoli hanno rivolto
il loro pensiero al novello sacerdote,
i ragazzi delle elementari e medie del
catechismo si sono impegnati nella
rappresentazione delle “Beatitudini”
e i giovani hanno presentato una
scenetta divertente che si è conclusa
con una brillante canzone. L’oratorio era
gremito e il clima era molto festoso. Con
semplicità tutti hanno trasmesso a don
Pietro la gioia di accoglierlo sacerdote
e il suo ringraziamento finale, rivolto
alla famiglia, a don Sergio
per il suo esempio ed i
suoi insegnamenti, a don
Eugenio, alla sua comunità
di Casnate, alle comunità
che lo hanno accolto da
seminarista (Cavallasca
e Lipomo, Centro
Diocesano Vocazioni,
Pastorale Giovanile
e Azione Cattolica,
Olgiate e Somaino e
Fino Mornasco, Socco ed
Andrate dove ha svolto
il servizio di diacono).
Dopo la celebrazione
si è svolto un momento
conviviale a cui ha preso
parte tutta la comunità.
La giornata si è conclusa
con un bel momento
di preghiera e con una
partecipata processione
con Il Santissimo per
le vie del paese. Tanti
sacerdoti e seminaristi
erano presenti anche a
questa celebrazione e don
Giuseppe Romanò, parroco
di Lomazzo, dove don
Pietro svolgerà il suo primo
mandato come vicario, ha
Commozione e viva partecipazione alla Prima Santa Messa
voluto rivolgergli un saluto
ed un augurio gioioso.
giovane sacerdote: il terzo prete in vent’anni per la realtà casnatese
Anche monsignor Gian
Paolo Valsecchi ha rivolto
ai sacerdoti, all’oratorio, alla gente, ha
anziani, agli ammalati ed a seminare,
a don Pietro un sentito augurio: lo ha
toccato il cuore di tutti.
nella pazienza quotidiana, senza cercare
ringraziato per il bene ricevuto negli
Domenica mattina alle ore 10.00, in una
“il battimani di un giorno”. Don Sergio
anni di Seminario e lo ha calorosamente
chiesa affollata di fedeli e alla presenza
ha ricordato che la vocazione del novello
invitato a non perdere la sua freschezza e
di don Eugenio, don Sergio e altri tredici
sacerdote si è consolidata al catechismo,
semplicità, a rimanere sempre se stesso.
sacerdoti, don Pietro ha celebrato la sua
tra i chierichetti, all’oratorio ed ha
Queste giornate di intensa preghiera
prima Messa. Don Sergio, che ha visto
auspicato che presto qualche altro
sono state davvero importanti per tutta
la vocazione di don Pietro nascere e
giovane possa prendere il suo posto in
la comunità, una vera occasione per
crescere fino al sacerdozio, ha proposto
Seminario. La Parrocchia ha donato poi
rinvigorire la Fede e sentirsi più vicini
preziose riflessioni durante l’omelia.
a Don Pietro il calice per la Celebrazione
al Signore , inondati di quella grazia che
Ha parlato a don Pietro, “prezioso
Eucaristica, e il novello sacerdote ha
un novello sacerdote riceve su di sé, ma
regalo che il Signore concede ancora
ricevuto dall’Amministrazione Comunale
elargisce in maniera naturale a chi gli sta
alla comunità di Casnate per il servizio
il dono di un quadro raffigurante l’Ultima accanto. “Solo una forza è capace di unire
alla Diocesi”, del significato dell’essere
Cena.
e allo stesso tempo di lasciare liberi: è la
prete, sottolineando alcune semplici
Al termine don Pietro ha commosso tutti
carità. Nello stupore della sua grandezza”.
esperienze circa la vita consacrata del
con la sua dichiarazione “non sono mai
Le celebrazioni si sono concluse lunedì
prete, invitando don Pietro a conservare
stato così felice”, ha ricordato parenti
sera, con la Santa Messa per tutti i defunti
il desiderio di andare a tutti, sicuramente
cari e amici che vivono già nella Casa
della parrocchia.
ai giovani, ma anche alle famiglie, agli
del Padre ed ha rivolto ringraziamenti
la comunità di casnate
«Il giorno più bello»
Tanti fedeli e amici a Teglio
La Prima Messa
di don Mario
“C
Con la voce rotta ed
ome io vi ho amato”.
Con queste parole
emozionata, il novello
dell’evangelista
sacerdote, con la sincerità
Giovanni il nostro
del suo sorriso, ha
Mario e il suo compagno Pietro
hanno abbracciato la loro nuova vita.
pronunciato i suoi grazie,
Si sono lasciati attrarre dall’invito di
mentre la comunità gli
Gesù, “Amatevi”, e il loro cammino ha
raggiunto un nuovo orizzonte, dopo
augura buon cammino.
la tappa del diaconato dello scorso
settembre: sono sacerdoti.
deciso da sempre per il nostro Mario!
Durante la celebrazione dell’ordinazione nella cattedrale Per ringraziarlo di questo dono la mattina della
di Como, riempita di canti e preghiera, il Vescovo
domenica di Pentecoste il nuovo sacerdote ha celebrato
Diego ha sottolineato il paradosso della loro missione:
la sua Prima Messa insieme all’Arciprete don Flavio
rimanere in Cristo per andare a portare il Vangelo lungo
Crosta, l’ex Arciprete don Stefano Garavatti, i sacerdoti
ogni strada. E una strada nel pomeriggio ha riportato
nativi di Teglio e amici venuti da lontano, che lo hanno
don Mario alla sua casa “adottiva” di Teglio per essere
accolto nella loro fraterna comunità. Don Salvatore
accolto dalla comunità di Santa Eufemia, sotto il pronao
Esposito, napoletano di origine, legato a Teglio dalle
della chiesa Collegiata. Il novello ha guidato le voci della
estati passate in vacanza, ha guidato l’assemblea
corale e di una partecipe assemblea nella celebrazione
nella comprensione della parola attraverso l’omelia.
dei Primi Vespri di Pentecoste.
Molti gli amici seminaristi presenti alla celebrazione, i
La gioia e la riconoscenza della comunità si è poi affidata chierichetti e la Confraternita, la corale e un numeroso
alle mani dei giovani dell’oratorio che hanno animato
gruppo di fedeli.
la serata con uno spettacolo accompagnato da video e
Con la voce rotta, emozionata, con la sincerità del suo
interviste per raccontare la vita di Mario, quel “disegno
sorriso, don Mario ha pronunciato i suoi grazie e noi,
di Dio”, grande pittore, attraverso un canto: “Avevi scritto
nel salutarlo e nell’abbracciarlo, rispondiamo: “Buon
già il mio nome lassù nel cielo, avevi scritto già la mia
cammino e buon lavoro Don!”.
vita insieme a te, avevi scritto già di me”. Il Signore aveva
i giovani di teglio
Vita diocesana
12 Sabato, 18 giugno 2011
sirta, campo e tartano
Diocesi Di como
Visita
Pastorale
Il tempo
delle consegne
Cataeggio
■ BassaValle
Diocesi Di como
Visita
Pastorale
Nel prossimo fine settimana il
Vescovo incontrerà le comunità
della Valmasino. Tra queste anche
la parrocchia di Cataeggio e il
suo parroco don Diego Fognini.
Alla parrocchia, alla sua storia
e all’incontro con il Vescovo
dedicheremo ampio spazio nel
prossimo numero de “Il Settimanale”.
Il 4 e 5 giugno il Vescovo
ha incontrato le tre comunità.
La cronaca della due giorni
B
reve, ma intensa - a detta dello stesso vescovo Diego - è
stata la visita pastorale a Campo, Tartano e Sirta. Infatti,
nei pomeriggi di sabato 4 giugno per la Val Tartano e
di domenica 5 per Sirta, si sono tenuti gli incontri con
le diverse Comunità e le solenni celebrazioni, culminate con
l’amministrazione della santa Cresima per cinque ragazzi della
Valle e per nove di Sirta.
In un clima di accoglienza sobrio ma festoso che lasciava
trasparire sentimenti di affetto e di devozione da parte di
tutti, il Vescovo ha subito manifestato il tratto umano che lo
contraddistingue, caratterizzato da semplicità, cordialità e perché no - simpatia, da un’attenzione per tutte le fasce d’età,
per tutti i gruppi e le associazioni che a vario titolo svolgono
un ruolo importante nella Comunità civile e religiosa. Verso
tutte le tre Parrocchie ha avuto parole di apprezzamento per le
realtà territoriali (dal paradiso della Val Tartano, alla peculiarità
della Sirta raccolta attorno al suo cupolone) ed ha valorizzato le
nostre belle e artistiche chiese, beni da custodire e conservare
in spirito di attaccamento alle proprie radici e tradizioni, da
riscoprire e rivitalizzare.
Ha affrontato, nelle diverse occasioni, gli argomenti essenziali
della vita cristiana, riuscendo sempre a raccogliere l’attenzione
dei fedeli, conquistati da una presentazione viva e convincente.
Ha toccato anche il tema delle vocazioni, indirizzando qua e
là, ai ragazzi presenti - soprattutto cresimandi e ministranti
- ammiccamenti ed esortazioni, in un tono simpatico e
coinvolgente.
L’incontro nell’oratorio di Sirta con le rappresentanze delle
Parrocchie e aperto a tutta la popolazione ha rappresentato il
momento delle consegne.
Muovendo dalla prima lettera di san Paolo ai Corinzi, il presule
ha affrontato, in maniera approfondita, ma anche semplice ed
accessibile a tutti, il comandamento nuovo di Gesù: “Amatevi,
come io ho amato voi”, “Non c’è amore più grande di chi dà la
vita…”, “Chi vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso…” - temi
affascinanti e fondanti la nostra fede e la nostra sequela del
Cristo.
Un tema, questo della carità, caro al nostro Vescovo, se, in
qualche modo, lo ha inserito nel suo stesso stemma che, per
l’occasione, era stato riprodotto dai bambini della scuola
primaria e che campeggiava alle sue spalle, con il motto
“Consummati in unum”.
Se dall’assemblea si è alzato qualche timido: “Ma, Eccellenza,
è difficile…”, il vescovo Diego ha subito avuto per tutti parole di
rassicurazione e di incoraggiamento. Come punto fermo, poi, ha
raccomandato la partecipazione alla santa Messa domenicale,
intensamente vissuta e, magari, preparata dalla presa visione
anticipata delle letture. Sulla frequentazione abituale del
Vangelo, letto individualmente ed in famiglia, ha espresso una
più che viva perorazione. Le celebrazioni si sono svolte nelle
diverse chiese con il massimo della solennità e partecipazione,
con soddisfazione e vantaggio per tutti, in primo luogo per i
cresimati, i quali, ricchi dei doni dello Spirito, sono stati posti dal
Vescovo al centro dell’impegno educativo delle comunità.
Con il dono della “Trinity card”, un’altra consegna per le
assemblee è stato l’impegno ad imparare a memoria la preghiera
riportata. Mentre aspettiamo con ansia il momento di essere
interrogati, con la promessa, cioè, di un nuovo, ravvicinato
incontro, le Comunità di Sirta, Tartano e Campo ringraziano
il Vescovo Diego per il grande dono della sua “prima” visita
pastorale.
L.L.
Val Masino. Il Vescovo incontrerà la parrocchia della Beata Vergine Assunta
L
a parrocchia della Beata Vergine
Assunta in frazione Biolo, ha sede
nell’omonima frazione del comune
di Ardenno e viene descritta poco dopo
il 1630, da Giovanni Tuana arciprete di
Mazzo nel suo “De rebus vallistellinae”
considerato la prima guida turistica di
Valtellina. “Biolo – si legge - è nel monte
tra vigne e castagne et altri frutti, quali
rendono il loco molto ameno, nel fianco
sinistro et quasi nelle fauci della valle del
masino; ha l’aria assai felice et territorio
simile all’aria. Ha una chiesa di grande
devotione chiamata Santa Maria delle
Grazie, il popolo sarà di cinquento anime”.
L’edificio sacro è dedicato all’Assunta
o alla Madonna delle Grazie ed è stato
consacrato la prima volta nel 1543. Il
rito solenne fu celebrato dal vescovo
titolare di Laodicea, Giovanni Antonio
da Melegnano, delegato dal vescovo di
Como, Cesare Trivulzio; fu poi eretta a
parrocchia nel 1592, a seguito di domanda
di separazione presentata in occasione
della visita pastorale del vescovo Feliciano
Ninguarda avvenuta nel 1589, il quale
riferiva che a Biolo vi erano (60 fuochi)
intesi come sessanta famiglie. La chiesa
che vide il vescovo Ninguarda, non è
quella attuale perchè quella antica fu
ampliata e la parte conservata fu rifatta
nel 1613 e consacrata il 14 agosto 1614 dal
vescono Filippo Archinti. La parrocchia
ha avuto una presenza media fino a
prima della Grande Guerra di circa
cinquecento persone, poi vi è stata una
leggera flessione, per poi ritornare a più
di 500 persone prima dello scoppio della
seconda guerra mondiale e fino agli anni
‘60 circa. A contraddistinguere la nostra
parrocchia è l’emigrazione, fin dal 1500,
La visita a Biolo
FOTO MASSIMO DEI CAS
verso Roma. Questa emigrazione, costante e
particolare negli anni, viene ricondotta alla
necessità da parte dello Stato pontificio di
servirsi dei valtellinesi, in qualità di facchini
da utilizzare presso le dogane. Questa
migrazione, tra Biolo e Roma, motivata da
necessità di lavoro è stata costante fino agli
anni sessanta ed è stata particolare perchè,
fino ai primi del novecento, scendevano
a Roma solo i capi famiglia e le famiglie
originarie rimanevano a Biolo, dove
continuavano a coltivare i fondi. Solo dopo
la prima guerra mondiale si è andati verso
un’ emigrazione che comprendeva tutto il
nucleo familiare, abbandonando fisicamente
ma non con il cuore, l’amato paese. Questo
legame tra Biolo e Roma ha fatto si che i nostri
convalligiani hanno sempre mantenuto nel
tempo il loro interesse e la loro devozione per
la chiesa e la comunità parrocchiale e questa
vicinanza si è tradotta nel tempo in opere,
donazioni di oggetti e paramenti sacri, in
elargizioni in denaro che hanno contribuito,
unitamente ai parrochiani residenti, al
mantenimento e all’abbellimento della chiesa.
Attualmente la parrocchia, comprendendo
anche gli abitanti della frazione Pioda che
benché mantengano con orgoglio, impegno
e devozione il loro santuario dedicato a
san Gottardo, fanno capo alla chiesa della
beata Vergine Assunta, si compone di
circa 72 residenti. Le presenze dei fedeli
alle funzioni religiose però, sono molto
maggiori per la presenza di villeggianti che
qui hanno la seconda casa. Nel periodo
estivo poi, le presenze nella frazione arriva
a seicento persone con un picco ad agosto
in occasione della celebrazione della
festa dell’Assunta. La nostra comunità
parrocchiale è molto attiva, si adopera con
attenzione verso le persone e con impegno
nel mantenimento della chiesa e degli
immobili di proprietà della parrocchia.
Dal 1970 ad oggi sono stati relizzati diversi
interventi come il rifacimento degli interni
(pavimenti, riscaldamenti, tinteggiatura)
ed esterni (campanile, tetto ecc.). Interventi
hanno riguardato anche l’oratorio nuovo
o Casa del giovane, ristrutturandone i
locali seminterrati da utilizzare come sala
di ritrovo polivalente. E’ ora prevista la
ristrutturazione della sacrestia in quanto
presenta una situazione critica sotto
l’aspetto statico. La comunità parrocchiale
è molto grata al Vescovo Diego Coletti per
aver assicurato le funzioni religiose e per
aver nominato don Alessio Bellotti parroco
e nostra guida spirituale che non solo ci
onora costantemente della sua presenza,
nonostante abbia già tanti impegni, ma
svolge il proprio mandato, valorizzando
e ponendo l’accento su quelle tradizioni
di cui spesso ci si dimentica. Noi quindi
come comunità religiosa, ci sentiamo
non solo fortunati ma ricchi, di poter
beneficiare di questa situazione, ritenendola
indispensabile, soprattutto in questo
particolare momento dove senza il sostegno
ed il conforto religioso è difficile conservare
quei valori cristiani a cui siamo legati per
cultura e in cui crediamo fortemente.
Diocesi Di como
Visita
Pastorale
Vita diocesana
La parrocchia
di San Martino
in Val Masino
Compratono del Paese è San Benedetto le cui reliquie
vennero portate in Valtellina da don Pietro Cotta,
nativo del Paese, ma vissuto a Roma alla fine del ‘600
Gli ultimi passi
■ In Bassa Valle
Il Vescovo conclude la
visita alla zona pastorale,
ma già si guarda al futuro.
Diocesi Di como
Visita
Pastorale
Con l’incontro delle comunità della Val
Masino si conclude la visita pastorale
del Vescovo, Diego Coletti, alla zona
pastorale Bassa Valtellina. Si tratta
della quinta zona visitata dopo la Valle
d’Intelvi, Valtellina Superiore, Prealpi,
Tremezzina e Lario.
La visita pastorale riprenderà il
prossimo inverno dalle Valli Varesine.
S
an Martino è una frazione situata
a 920 metri di altitudine: la più alta
del Comune di Val Masino ed è
una delle più antiche della valle. Lo
sviluppo dell’abitato è stato favorito dalla
confluenza della Valle dei Bagni, a nordovest e della Valle di Mello, a nord-est.
Le prime notizie riguardanti San Martino
risalgono al XV secolo, alla prima
costruzione della chiesa intitolata al Santo
di Tour. Risale allo stesso secolo anche il
primo documento che testimonia le prime
iniziative per utilizzare la sorgente di
acqua termale. Successivamente nacque
il toponimo della Valle dei Bagni. La Valle
di Mello deve il suo nome dalla proprietà,
dei Mellesi, da fondo valle con vasti
pascoli e boschi e di parte degli alpeggi
in alta quota. L’abitato di Mello è molto
lontano dalla valle omonima; esso è uno
dei centri della Costiera dei Cèch le cui
comunità, ancora oggi, sono proprietarie
di numerosi alpeggi in queste valli. Come
tutta la Valtellina anche San Martino di
Val Masino, allora, faceva già parte della
Diocesi di Como. Le parrocchie erano
sorte nelle località d’importanza, ma i
sacerdoti non dimenticavano nemmeno
le piccole frazioni sparse in posti scomodi
e abitate solo nel periodo favorevole per
pascoli e falciature. Risulta, per esempio,
che, ancora nel XV secolo, il parroco di
Caspano inviava ai Bagni del Masino un
suo cappellano per le funzioni religiose
nei mesi estivi di frequentazione dei
Bagni termali. In alcuni documenti con
I BAGNI DEL MASINO
(FOTO MASSIMO DEI CAS)
Già nel XV secolo
in località San Martino
era conosciuta e
utilizzata una sorgente
di acqua termale.
Successivamente nacque,
infatti, il toponimo
della Valle dei Bagni
a cura della
Comunità parrocchiale
Sabato, 18 giugno 2011 13
gli elenchi degli abitanti in grado di versare
le primizie, si intravedono tra i nomi anche
persone di San Martino. Essi versavano le
loro quote prima alla parrocchia di Caspano
e inseguito a quella di Mello. Una data
importante è quella della Visita Pastorale
diocesana del vescovo Ninguarda nel 1589.
Negli atti della Visita Pastorale si trovano due
note che dicono: “Sotto la parrocchia di Mello e
tra la sua comunità è compreso S. Martino con
cinquanta famiglie e con le vicine terme delle
quali si tratterrà più avanti dopo il paese di
Caspano”. Nella seconda si legge: “Due miglia
oltre Taeggio in una frazione con venticinque
famiglie, tutte cattoliche, c’è la chiesa di
S. Martino che dà il nome alla frazione”.
La differenza del numero delle famiglie tra
le due note, è dovuta, probabilmente, alla
somma di tutte le famiglie della totale Val
Masino. Merita sottolineare l’indicazione,
tutte cattoliche, delle famiglie di San Martino,
mentre quasi in tutte le altre frazioni della
zona abitavano famiglie protestanti. Nel 1624
in una Visita Pastorale il Vescovo Carcano
annotò che a San Martino svolgeva la sua
missione un sacerdote cappellano. Nel 1643
venne nominato primo viceparroco stabile
don Carlo Cometti di Brienne. Con l’istituzione
della parrocchia di San Martino, nel 1776,
con la presenza stabile, autonoma e assidua
del parroco, l’assistenza religiosa diventò più
ordinata ed efficace. Un altro Sacerdote nativo
di San Martino, ma vissuto a Roma con i suoi
famigliari, fu don Pietro Cotta. La sua attività
sacerdotale a Roma fu sicuramente molto
positiva se ottenne la donazione delle reliquie
del martire San Benedetto, che vennero portate
a San Martino. E’ probabile che don Cotta, a
Roma, venne conosciuto da Papa Innocento
XI (Benedetto Odescalchi nativo di Como). Il
trasporto del Martire venne compiuto nel 1678.
I documenti e i sigilli per il trasporto seguirono
la salma che venne portata in Curia a Como
per confermare la certezza delle reliquie. Da
allora San Benedetto divenne compatrono
del paese con San Martino. I san martinesi,
stabili a San Martino, con gli emigrati a Roma
e altrove, tennero sempre ben curata l’antica
chiesa intervenendo con restauri, riparazioni
e decorazioni. In particolare migliorarono
l’organo (rifatto nel 1839), restaurarono la casa
parrocchiale (1903), costruirono l’altare di San
Giuseppe (1903), l’altare della Madonna (1907),
sostituirono la balaustra (1907) costruirono
la casa dell’asilo (1914), cambiarono le
campane (nel 1926), restaurarono l’oratorio dei
confratelli, intitolato a San Filippo Neri (1928),
rifecero la vetrata sopra il presbiterio (1929). La
chiesetta dei Bagni, collegata con la parrocchia
di San Martino, fu costruita nel 1641. Nel 1701
venne distrutta dalla valanga, rimase solo la
facciata murale. La ricostruzione, con urgenza,
degli impianti termali, pure distrutti, tenne
conto delle esigenze di un ambiente adatto
anche per le attività religiose. Solo nel 1883
venne restaurata la chiesetta, utilizzando la
facciata che si era salvata. Può essere utile
ricordare che nei primi anni dell’Ottocento
vennero iniziate la fondazione e l’attività
delle confraternite maschile e femminile
della parrocchia. Fu poi importante, nel 1910,
l’inizio dell’asilo infantile, affidato alle suore
del Cottolengo. Nel 1914 venne completata
la costruzione dell’asilo nuovo e l’ abitazione
delle suore.
Le parole pronunciate da Papa Benedetto XVI nell’Angelus della solennità di Pentecoste
Dallo Spirito Santo un soffio di pace
È
ai martiri del nazismo che
Benedetto XVI affida la causa
della pace nel mondo; è a coloro
che “hanno dato la vita nel nome di
Cristo nei lager nazisti” che consegna
la speranza di un dialogo possibile
in giorni segnati ancora da violenti
conflitti nell’area mediterranea e non
solo. Nella domenica di Pentecoste
– il vento che non lascia dormire la
polvere, scriveva padre Davide Maria
Turoldo – papa Benedetto lancia
un nuovo appello di pace, unito a
un’altra severa condanna degli orrori
hitleriani. Lo spunto, la beatificazione
a Dresda, in Germania, lunedì 13
giugno, di Alojs Andritzki, “sacerdote
e martire, ucciso dai nazionalsocialisti
nel 1943, all’età di 28 anni”. Il nuovo
beato era stato arrestato nel 1941 per
attività contro il regime e internato nel
campo di Dachau. “Eroico testimone
della fede – ha detto il Papa al Regina
Cæli – che si aggiunge alla schiera di
quanti hanno dato la vita nel nome di
Cristo nei campi di concentramento”.
Ed è a lui e all’intercessione dei tanti
che hanno sacrificato la vita per
non rinnegare la propria fede, che
Benedetto XVI affida la causa della pace
nel mondo. “Possa lo Spirito Santo – è
stato l’auspicio di papa Ratzinger –
ispirare coraggiosi propositi di pace e
sostenere l’impegno di portarli avanti”,
affinché “il dialogo prevalga sulle armi
e il rispetto della dignità dell’uomo
superi gli interessi di parte”. La festa di
Pentecoste conclude il tempo liturgico
della Pasqua e ricorda l’effusione dello
Spirito Santo sugli apostoli riuniti
con Maria e altri discepoli; festa che
è stata definita dal Papa il “battesimo
della Chiesa”. Occasione per esaltare i
temi del dialogo e della pace. Il soffio
dello Spirito Santo “riempie l’universo,
genera la fede, trascina alla verità,
predispone all’unità tra i popoli”, ha
affermato il Papa. Di qui l’auspicio che
lo Spirito, che è vincolo di comunione,
“raddrizzi i cuori deviati dall’egoismo
e aiuti la famiglia umana a riscoprire
e custodire con vigilanza la sua
fondamentale unità”. Ancora, “proviene
da Dio come soffio della sua bocca
e ha il potere di santificare, abolire
le divisioni, dissolvere la confusione
dovuta al peccato”. (Agenzia Sir)
ComoCronaca
14 Sabato, 18 giugno 2011
Dieci anni di vita. I primi passi presso la Comunità Annunciata, dei padri Somaschi
U
na promessa che dura da dieci
anni. Anzi, una “Prom.e.S.S.A.”.
Dietro questo acronimo si cela
il significato di un impegno
e di una sfida lanciata due lustri fa
all’interno della Comunità Annunciata
di Como, gestita dai padri Somaschi.
“Prom.e.S.S.A.” significa Promozione
e Sostegno Sensibilizzazione Affidi.
Ma anche, e soprattutto, l’assunzione
di un impegno, concreto, tangibile di
accoglienza. Una… promessa appunto
Una cerimonia sobria, semplice, intensa,
com’è nello stile di chi “vive” lo spirito
di questa associazione, ne ha salutato,
lo scorso 12 giugno, presso la Comunità
Annunciata dei padri Somaschi, il
decennale. Un’occasione di festa tra amici
per ripercorrere il senso di una scelta
d’affido. Un cammino formalizzatosi
nel giugno del 2001, con la costituzione
dell’associazione, ma che in realtà ha
radici ancora più lontane.
L’associazione “Prom.e.S.S.A.” nasce,
infatti, nel 1997 attorno alla proposta di
padre Luigi Bassetto, somasco, allora
direttore della Comunità Educativa
L’esperienza
di un gruppo di famiglie
aperte all’accoglienza
Annunciata, di comprendere in modo più
approfondito gli aspetti dell’affido.
«In linea con lo spirito dei Somaschi - ci
spiega padre Paolo Diral, attuale direttore
della Comunità Annunciata, ed egli
stesso tra i fondatori dell’associazione
– che, oltre all’impegno del bene si
sforzano di leggere la realtà del momento,
prospettandone sviluppi futuri, sul
finire degli anni ’90 ci interrogammo
sull’opportunità di offrire ad alcuni
ragazzi ospiti della nostra Comunità la
possibilità di vivere una dimensione
nuova di famiglia. Decidemmo così
di appoggiarci alla rete amicale di
nuclei familiari che, nel tempo si era
avvicinata a noi. Tante coppie e famiglie,
sensibili al tema dell’accoglienza,
alle quali iniziammo a proporre di
ospitare, all’inizio durante il periodo
Perché
L’affido?
Il senso
di una scelta
di famiglia
Una
“Prom.e.S.S.A.”
d’affido
estivo, qualche ragazzo della Comunità.
Furono questi i primi passi di una
collaborazione stretta che permise di
offrire un prezioso appoggio ad ragazzi
che non avevano nessuno da cui tornare
nel fine settimana. Da queste prime
esperienze maturò, in alcune famiglie, il
desiderio di fare qualcosa in più sul fronte
dell’accoglienza. Grazie a padre Bassetto
ed alle conoscenze di cui disponeva
(l’associazione “Alle querce di Mamre”,
i gruppi familiari della parrocchia) si
avviò così un percorso di riflessione
sulle tematiche dell’affido. A prendervi
parte furono, inizialmente, le famiglie
che avevano già iniziato ad accogliere
in casa ragazzi della Comunità, ma
anche altre semplicemente interessate
al tema. Pian piano, nel tempo, si sono
avvicinate altre famiglie che avevano
già compiuto scelte d’affido, anche
esterne alla comunità, spinte dal bisogno
di aggregarsi e di cercare un luogo di
confronto e condivisione. Ed ecco che il
respiro dell’associazione è andato, così
crescendo, radicandosi e ramificandosi
con maggiore forza e offrendosi a
supporto del territorio stesso e dei suoi
P
erché l’affido? Non può esserci una
sola risposta a dare ragione di questa
scelta. Così alcune delle coppie
legate all’associazione Promessa hanno
voluto condividere il senso dei passi
compiuti.
“L’affido: una strada impegnativa e
difficoltosa con momenti tempestosi ed
altri sereni. L’affetto, la condivisione
e l’aiuto degli amici del gruppo “Prom.
es.s.a.” sono un luce nei momenti bui del
cammino”.
bisogni». Il cammino iniziato nel ’97
vede, dunque, nel tempo l’avvicinarsi
e l’aggregarsi di nuove coppie in una
crescita formativa ed esperienziale. La
costituzione ufficiale in associazione
avviene il 13 giugno 2001. Soci fondatori
sono: padre Luigi Bassetto (oggi parroco
a S. Maria Maggiore, Treviso), Giovanni
Giambattista (attuale presidente), Milena
Sampietro (Associazione “Alle Querce di
Mamre”); Marco Comolli, Luisa Clerici,
Lucia Ostinelli, Pierangelo Noseda (oggi
all’associazione Radici e Ali di Fino
Mornasco), Fabio Magatti e Isabella Riva.
Tra i primi passi della neonata
associazione il fattivo contributo alla
realizzazione del convegno “Crescere
fuori dalla propria famiglia” svoltosi
nel febbraio 2002 e promosso dal
Coordinamento comasco delle realtà
di accoglienza per minori. L’ultima
iniziativa, in ordine di tempo, di cui si
è resa promotrice, unitamente ad altre
realtà del territorio, è “Sfidaffido”, il corso
di formazione sull’affidamento familiare
che ha preso il via lo scorso 2 maggio e si
concluderà il 26 settembre.
«Gli obiettivi dell’associazione
““Aprendoci all’affido ci siamo accorti che
era un percorso da non intraprendere da
soli, con l’associazione ‘Promessa’ siamo
cresciuti su questa strada e abbiamo
potuto allargare la nostra disponibilità ed
esperienza”.
“Nell’associazione ‘Promessa’ abbiamo
trovato il filo conduttore della nostra
scelta d’affido. Uno spazio caldo di senso,
di condivisione, di ricerca, di sfogo, da
cui attingere forza per ripartire. Sempre”.
“Ogni promessa è debito, recitava un
■ Cifre, risultati, progetti, persone
Le tappe di un intenso decennio
E
cco i numeri di questo decennio dell’associazione “Promessa”.
- 40 le coppie complessivamente “passate” dall’associazione;
- 22 le coppie attualmente presenti , oltre a Padre Luigi Bassetto e a Padre Paolo Diral;
- di queste: 12 coppie operanti attivamente oltre a Padre Paolo mentre 10 coppie oltre a Padre Luigi ricevono notizie e informazioni della
vita associativa nonché le proposte formative e
le iniziative poste in essere dalla stessa;
- nell’associazione si sono conclusi 18 affidi
mentre 8 sono attualmente in corso e 1 è in
fase di abbinamento;
- l’associazione ha vissuto 10 ritiri formativi e
di condivisione di due giorni cadauno;
- le partecipazioni maggiormente significative
a eventi e percorsi in questi anni sono state le
seguenti: 1) costruzione comune di un workshop sulla tematica dei rapporti tra servizi/
famiglia affidataria/rete di famiglie tenuto poi
nell’ambito del Convegno “Vivere fuori dalla propria famiglia” organizzato dall’allora
costituendo Coordinamento Comasco delle realtà di accoglienza per minori e tenuto
al Teatro Sociale di Como in data 08.02.2002
- 2) partecipazione al tavolo area minorifamiglia del distretto di Como per la costruzione dei Piani di Zona triennali a partire
dal 24.09.2002 - 3) progetto “Dammi una
mano a dare la mano” finanziato con un
bando della Fondazione Provinciale Comasca nell’anno 2005 - 4) campagna di sensibilizzazione dal titolo “Casa mia, casa nostra”
con altri soggetti del territorio coordinati
dal Servizio Distrettuale Affidi Como e conclusasi al Liceo Volta di Como nel 2008 - 5)
percorso di formazione e sensibilizzazione
dal titolo “Crescere con...”sul territorio della Tremezzina in collaborazione con Casa
Famiglia “La Tartaruga” e la Cooperativa
Azalea per mezzo di un finanziamento con
un bando della Fondazione Cariplo nell’anno
2009 - 6) partecipazione al progetto triennale
Sfidaffido con altri soggetti del territorio con
capofila il Servizio Distrettuale Affidi Como e
il Comune di Como per mezzo di un finanziamento con bando della Fondazione Cariplo
anno 2010 - 7) partecipazione alle ultime due
edizioni de “L’isola che c’è”;
- nell’anno 2004 viene approvata la Carta dei
Servizi dell’Associazione;
- nell’anno 2008 l’associazione contribuisce
alla pubblicazione del libro “Ti affido la mia
storia” attraverso il Coordinamento Comasco
delle realtà di accoglienza per minori fornendo
un proprio contributo con la storia dal titolo
“L’altro diario”;
- l’esperienza del gruppo di auto aiuto viene
inserita in una tesi di laurea in psicologia;
- l’associazione viene collocata in una ricerca
curata dalla dott.ssa Manuela Tomisich sulle
realtà innovative di accoglienza.
“Promessa” – spiega Giovanni
Giambattista, il suo attuale presidente
– sono quelli di essere un tempo e uno
spazio di conoscenza, di sostegno e di
scambio di esperienze con chiunque:
famiglie, associazioni, persone interessate
all’ avventura dell’affido per essere
segno nella società di una cultura di
vita dentro la fragilità e la debolezza. Il
nostro punto di forza è la rete di famiglie
che ci è di sostegno e collaborazione
per le dinamiche che l’affido solleva
sia all’interno della famiglia affidataria
che nelle relazioni con l’esterno,
prima di tutto con i servizi invianti e le
famiglie d’origine. Che cosa facciamo?
Ci premuriamo di offrire uno spazio
di auto aiuto, per un utile confronto su
problematiche concrete che si incontrano
nell’esperienza di affido o di accoglienza;
offriamo un accompagnamento, con
l’ausilio di esperti, per le famiglie che
hanno già avviato o stanno avviando
un’esperienza di affido; assicuriamo
la promozione di una formazione
specifica sulla normativa e sugli aspetti
psicologici dell’affido. Curiamo anche gli
aspetti della sensibilizzazione mediante
la partecipazione attiva a convegni e
giornate di studio in collaborazione
con altre associazioni, oltre a fornire
collaborazione e appoggio ad alcune
comunità di accoglienza per minori
presenti sul territorio, dando disponibilità
di riferimento e di sostegno».
«La realtà dell’affido – spiega padre Luigi
Bassetto – si qualifica perché a monte di
esso vi è la presenza di un dono. In fondo
occorre fare esperienza di un amore
ricevuto perche si possa sperimentare
la capacità di amare. L’affido nasce
dunque dalla forza di un bene ricevuto
che si trasforma e si tramuta in un dono
offerto. Si tratta di un servizio raffinato,
un’esperienza delicata che si inserisce
all’interno di una notevole complessità
di relazioni. E proprio in virtù della sua
raffinatezza è un’esperienza che non
si può portare avanti da soli. Da qui
l’importanza di un’associazione come
“Promessa” che fa proprio della relazione
uno dei suoi punti di forza».
Una “Prom.e.S.S.A.” che si rinnova, ogni
giorno.
pagina a cura
di MARCO GATTI
vecchio adagio... Ci siamo promessi amore
eterno, abbiamo promesso di crescere,
educare e mantenere i figli a noi donati
perché possano vedere compiuto il
progetto che hanno iscritto dentro di loro
sin dalla nascita, ci siamo sentiti debitori
dei doni ricevuti e abbiamo aperto il cuore
e la famiglia per tentare di accompagnare
altri per un tratto sofferente della loro
vita nella convinzione che anche per loro
c’è una promessa di bene che verrà svelata
quando a noi non è dato sapere”.
NUMERI
■ Affidi
Molti i minori che
chiedono una famiglia
I dati provinciali 2007 dei minori in
affidamento erano i seguenti: 148
in affidamento familiare (di cui 26%
intrafamiliare e 74% extafamiliare) e
175 in comunità educativa.
I dati del Coordinamento Comasco
realtà di accoglienza per minori per
l’anno 2009 erano di 251 minori
accolti di cui 138 in comunità minori,
55 in comunità mamma/bambino, 26
in affido familiare e 32 in comunità
familiari.
I dati del distretto di Como per l’anno
2010 parlavano di 108 minori in
affidamento di cui 56 in affidamento
familiare (12 intrafamiliare e 44
extrafamiliare) e 52 in comunità (di
cui 38 in comunità minori e 14 in
comunità mamma/bambino).
ComoCronaca
ti
Traspor
Novità accompagnate dalle solite polemiche. Intanto
il ritardo medio dei convogli è attestato sui 10 minuti
Treni: orario estivo
e... prossimi aumenti
D
omenica 12 giugno
è entrato in vigore
il nuovo orario
estivo dei treni per
la Regione Lombardia.
Una presentazione, come
ormai accade da qualche
anno, accompagnata da
malumori e polemiche
anche perché l’estate
2011 sarà caratterizzata, a
partire dal 1° agosto, da un
nuovo rincaro nei tagliandi
fissato nella misura del 10%
e che va ad aggiungersi
all’incremento entrato in
vigore lo scorso 11 febbraio.
«Noi puntiamo sul trasporto
pubblico locale, anche
in un momento difficile
e di risorse scarse – ha
sottolineato l’assessore
regionale alle infrastrutture
Notizie flash
■ Escrivà
Celebrazione
eucaristica in S. Fedele
Lunedì 20 giugno,
alle ore 18.45,
presso la Basilica
di S. Fedele, a
Como, mons. Diego
Coletti, vescovo di
Como, presiederà
una celebrazione
eucaristica in
ricordo di san Josemaria Escrivà,
fondatore dell’Opus Dei.
■ Classi
Riconoscimento
di “Como nel mondo”
La Classe 1944 (“i Cadregatt”) premia,
venerdì 17 giugno, a Villa Gallia,
alle ore 17.30, i fratelli Briccola
(Mariangela, Roberto, Beatrice,
Giovanni, Attilio e Pietro) conferendo
loro il riconoscimento di “Como nel
mondo”, premio, ormai giunto alla
XVIII edizione, istituito dalla Classe
‘44 e destinato a persone che per vari
meriti - imprenditoriali, scientifici,
culturali, sportivi o altro - hanno
contribuito alla divulgazione del nome
della città di Como nel mondo intero.
A ricevere il riconoscimento, nel 2010,
furono i fratelli Verga.
Dal 1° di agosto
scatterà un nuovo
rincaro nei biglietti
fissato nella misura
del 10%
e mobilità, Raffaele
Cattaneo - Ma nonostante
il taglio delle risorse non
ci sono ripercussioni sul
servizio: anzi, con il nuovo
orario estivo dal 12 giugno
ci saranno 70 corse in più,
il prolungamento di altre
64 e la velocizzazione di
33. Anche per il cambio
orario di giugno, come
è avvenuto per quello di
dicembre possiamo dare
notizie positive ai pendolari
lombardi: nonostante la
riduzione delle risorse,
Regione Lombardia non ha
tagliato alcun servizio, ma
ha voluto proseguire nel
percorso di potenziamento,
nell’introduzione di nuove
corse e nel perfezionamento
dell’orario. Un impegno
che, dal 3 agosto 2009
Sabato, 18 giugno 2011 15
■ Provincia
Mezzi pubblici e
riduzioni: bando
con la nascita di Tln, in
meno di due anni, ci ha
consentito di attivare 443
nuove corse. Un impegno
concreto per aumentare
le opportunità per i nostri
viaggiatori». Statistiche
alla mano non è, però, che
i treni viaggino meglio: il
ritardo medio, infatti, è
superiore ai 10 minuti e
ultimamente sono emersi
non pochi problemi sulla
tratta che maggiormente
interessa i comaschi,
ovvero la linea FNM ComoSaronno-Milano (soltanto
qualche settimana fa si sono
registrati pesanti ritardi e
cancellazione di corse per
problemi alla linea tra le
stazioni di Como Lago e
Fino Mornasco, mentre nello
scorso inverno è scattato
addirittura il bonus sconto
per gli abbonati in quanto
la tratta non ha rispettato gli
indici di affidabilità). Invece
secondo l’Amministrazione
regionale la percentuale
di ritardo del 4,08% del
primo quadrimestre 2010
avrebbe dovuto attestarsi al
4,03%. In Regione si è invece
parlato di un miglioramento
del 3,7%. Di questo non
è apparso convinto il
consigliere comasco Luca
Gaffuri (PD): “Sono state
presentate alcune migliorie
sulla linea Milano-Asso
a partire da settembre,
che vanta molti problemi
di puntualità, mentre da
dicembre il capolinea
della corsa tra Bellinzona
e Como sarà portato alla
stazione di San Giovanni
e non più ad Albate. In
questo modo sfuma la
possibilità di valorizzare le
numerose corse della linea,
con cadenzamento ogni
mezz’ora nelle ore di punta,
per realizzare una navetta
d’attraversamento nordsud del territorio di Como.
Una linea che poteva essere
di grande utilità. Invece
va sottolineato che, dal 1°
agosto, il rincaro totale delle
tariffe avrà raggiunto +25%».
Su questo punto la risposta
di Cattaneo è che «La
seconda tranche di aumenti
è dolorosa ma necessaria:
non aumentiamo per
sadismo, ma perché
vogliamo continuare ad
investire sul trasporto
pubblico».
luigi clerici
Sta per scadere il bando promosso
dall’assessorato ai Servizi sociali della
Provincia di Como che dimezza il costo
dell’abbonamento ai mezzi pubblici
(nel primo semestre del 2011) per
le famiglie con figli che frequentano
le scuole superiori. I requisiti per
poter fare richiesta sono l’iscrizione
per l’anno scolastico 2010-2011 e la
presentazione dell’Isee (indicatore
della situazione economica) del
nucleo familiare che non dovrà essere
superiore ai 18mila euro. La domanda
di ammissione deve pervenire alla
Provincia entro il 20 giugno 2011 ed
è fondamentale conservare i tagliandi
degli abbonamenti acquistati. Chi non
fosse ancora in possesso del certificato
Isee sui redditi del 2010, potrà farlo
pervenire agli uffici successivamente,
con termine ultimo fissato per il 1°
agosto 2011. Per maggiori informazioni
telefonare allo 031-230343 oppure
allo 031-230451 o scrivere all’indirizzo
[email protected].
Concorso fotografico promosso dal Consorzio del Parco
Tutti fotografi sulle sponde del Lura
Il Consorzio Parco
del Lura promuove
la prima edizione del
Concorso Fotografico
“Parco del Lura”
aperto a tutti, dilettanti
e professionisti, Junior
(fino ai 14 anni di età
– classe 1997) e Senior
(dai 15 anni– classe
1996). Il concorso
è suddiviso in due
categorie tematiche:
‘Natura del Parco’
raggruppa le immagini
che rappresentano gli
elementi naturali del Parco del Lura quali il torrente, la fauna, la flora, il paesaggio;
‘Sport nel Parco’ riguarda invece fotografie dedicate alle attività sportive praticate
nell’area protetta quali ciclismo, corsa campestre, trekking, passeggiate a cavallo.
Ciascun concorrente potrà partecipare con
due fotografie per ogni categoria. Le foto, in
formato digitale (jpeg o tiff, con risoluzione
minima 300 dpi, a colori o in bianco e nero)
dovranno essere masterizzate su un cd e
consegnate a mano o inviate a mezzo posta
entro il 15 settembre a Consorzio Parco
del Lura, via IV Novembre 9/a, Caslino al
Piano, 22071 Cadorago (Como). Tutte le
foto presentate dovranno essere scattate
nel Parco del Lura e saranno esaminate da
una giuria composta da Giuseppe Cairoli,
Presidente del Parco; Francesco Occhiuto,
Direttore del Parco; Carlo Galliani, fotografo
naturalista; Sergio Canobbio, membro del
Consiglio d’Amministrazione del Parco;
e Alessandro Monti, esperto naturalista.
Le fotografie saranno valutate in base
all’attinenza al tema e alla qualità artistica.
Per ogni categoria saranno premiate le
prime tre di ciascun tema. Le premiazioni
avverranno entro il 31 ottobre. Per il tema
‘Natura del Parco’ al primo classificato
Junior: Macchina fotografica digitale, al
secondo abbonamento a rivista di carattere
ambientale, al terzo Kit natura. Per il primo
classificato Senior cavalletto professionale,
al secondo abbonamento a rivista di
carattere ambientale, al terzo Kit Parco
del Lura. Per il tema ‘Sport nel Parco’ al
primo classificato Junior bicicletta junior,
al secondo buono semestrale per noleggio
bici, al terzo Kit Velu. Al primo classificato
Senior una bicicletta senior, al secondo
buono acquisto da 50 euro, al terzo Kit Velu.
Il regolamento e il modulo di iscrizione
sono disponibili sul sito internet: www.
parcolura.it (l.cl.)
ComoCronaca
16 Sabato, 18 giugno 2011
Movida
Il sindaco Bruni ha firmato, nei giorni scorsi, l’ordinanza.
Dura la posizione degli esercenti dei locali
Bar: i nuovi orari,
e la polemica non si ferma
U
n colpo al cerchio
ed uno alla botte.
Almeno questo
nelle intenzioni.
Nel pomeriggio di lunedì
scorso il sindaco di Como
Stefano Bruni ha firmato
l’ordinanza per la disciplina
dell’orario degli esercizi
di somministrazione
di alimenti e bevande
e dei locali di pubblico
spettacolo. Il provvedimento
è arrivato all’indomani
del via libera dal gruppo
di maggioranza, pur con
qualche dissidio al suo
interno, a cui era stato
sottoposto nei giorni scorsi.
previa richiesta al Comune,
alle medesime condizioni di
quanto indicato sopra per
gli altri locali.
¯La linea adottata
dall’Amministrazione –
il commento del primo
cittadino - è stata centrata
sulla necessità di trovare
una mediazione, un punto
di equilibrio tra le richieste
degli esercenti e quelle dei
residenti. Il provvedimento
assunto non impone
eccessive restrizioni alle
attività del centro storico e
nello stesso tempo accoglie
la disponibilità a mediare
dei residenti. Nessuno mette
in discussione l’importante
ruolo economico e sociale
svolto da bar e ristoranti
rispetto allo sviluppo
turistico e all’animazione
della città e del territorio,
ma bisogna garantire
anche ai residenti il diritto
al riposo, in particolare
all’interno della città murata
dove i livelli di rumorosità
Le nuove disposizioni
stabiliscono la chiusura
all’una il venerdì e il
sabato e a mezzanotte
durante la settimana
In buona sostanza
l’ordinanza prevede
che gli esercizi di
somministrazione al
pubblico di alimenti
e bevande, rientranti
nell’area cittadina, possano
determinare liberamente
l’orario giornaliero di
apertura e chiusura, nei
giorni sia feriali, sia festivi,
entro, però, specifici limiti.
In particolare gli esercizi
ubicati nelle zone più
“delicate” (come il centro
storico), o distanti meno
di 100 m in linea d’aria da
ospedali, case di cura, case
di riposo e altri simili luoghi
che richiedono un rigoroso
rispetto della quiete,
potranno aprire, il venerdì, il
sabato e nelle altre giornate
prefestive tra le ore 6.00 del
giorno stesso e le ore 1.00
del giorno seguente; negli
altri giorni della settimana
tra le ore 6.00 e le ore 24.00
del medesimo giorno.
La chiusura dei locali
della città murata potrà
essere posticipata alle 2.00
su richiesta al Comune
da parte dell’esercente, a
patto che questi presenti
una relazione previsionale
di impatto acustico e si
impegni a non arrecare
danno alcuno alla quiete
pubblica. Per gli esercizi
ubicati, invece, nelle altre
zone l’orario di apertura
potrà avvenire tra le ore 5.00
di ciascun giorno e le ore
2.00 del giorno seguente, in
tutti i giorni della settimana.
L’orario giornaliero di
apertura può essere
continuativo o comprendere
uno o più intervalli di
chiusura. È obbligo
dell’esercente comunicare
preventivamente al Comune
l’orario adottato sia in
caso di nuova apertura
dell’esercizio che di sub
I nuovi orari
I nuovi orari indicati nell’ordinanza firmata dal sindaco Bruni
lunedì scorso impongono l’obbligo di chiusura dei locali
della città murata a mezzanotte da domenica a giovedì, ed
alla 1 (con possibilità di eventuali deroghe) il venerdì e il
sabato o in altre giornate prefestive. Per gli esercizi ubicati
nelle altre zone cittadine meno “delicate” la chiusura potrà
avvenire alle ore 2.00.
ingresso o di trasferimento
in altra sede.
I titolari degli esercizi
che, congiuntamente
alla somministrazione
di alimenti e bevande,
effettuano anche attività di
intrattenimento danzante
o musicale potranno aprire
tra le ore 7.00 e le ore 2.00
del giorno seguente, sia nei
giorni feriali che nei giorni
festivi. Per questi locali
la chiusura potrà essere
posticipata fino alle ore 4.00
legati a tali attività sono più
rilevanti e frequenti».
Il provvedimento dovrebbe
entrare in vigore il 21 giugno
e già si sono levate alte le
voci di polemica in seno alla
stessa maggioranza, con
alcuni consiglieri dissidenti.
Dura anche la posizione
degli esercenti legati a
Confcommercio che hanno
contestato con fermezza
l’ordinanza chiedendo
un parere al Tribunale
amministrativo regionale.
Notizie flash
■ Iubilantes
Viaggio del cuore
in Romania
L’Associazione Iubilantes cambia la
meta del suo “viaggio del cuore”: non
più la Siria, data la tragica situazione
di quel paese, ma una straordinaria
Romania, dove un ricchissimo
patrimonio culturale, artistico e
ambientale tutelato dall’UNESCO offrirà
ai “viaggiatori del cuore” scenari
indimenticabili. Per informazioni
e programmi: Iubilantes, Via G.
Ferrari 2, Como; tel. 031.279684; fax
031.2281470; e-mail iubilantes@
iubilantes.it; sito internet www.
iubilantes.eu..
■ S. Giuseppe
Visita alla chiesa
con Mondo Turistico
L’Associazione Culturale “Mondo
Turistico” organizza per sabato 25
giugno una visita guidata alla chiesa
di S. Giuseppe a Como. L’appuntamento
è fissato per le ore 15.00 davanti alla
chiesa “vecchia” di S. Giuseppe, in via
Valleggio (vicino alla sede dei Vigili
del Fuoco). La chiesa “vecchia” di
S. Giuseppe in Valleggio fu edificata
tra la fine del ’400 e l’inizio del ’500
in un’area all’epoca completamente
isolata. Poco conosciuta, è in realtà
uno scrigno di interessanti tesori
decorativi come gli affreschi dei Recchi
nella volta, nell’abside e nelle cappelle
laterali terminati entro gli anni ’30
del ’600 e le due bellissime Madonne
con il Bambino sulla parete sinistra
della navata, databili all’epoca della
costruzione della chiesa.
La chiesa “nuova” fu invece realizzata
tra il 1964 e il 1967 e destò
subito polemiche per la modernità
dell’architettura. L’arredo interno è
essenziale ed è arricchito solo da
alcune opere dello scultore Eli Riva e
dalle vetrate con le stazioni della Via
Crucis. La quota di partecipazione è di
5 euro per i soci, di 6 euro per i non
soci. Per informazioni e prenotazioni
(obbligatorie): Mondo Turistico, tel.
339.4163108; e-mail: mondoturistico@
virgilio.it.
■ La denuncia di Cgil, Cisl e Uil
Sindacati contro la chiusura del laboratorio Arpa
C
gil, Cisl e Uil uniti contro la possibile chiusura del
laboratorio Arpa di via Cadorna. Le tre sigle sindacali delle categorie della funzione pubblica, ovvero FP Cgil , CISL Fp e UIL Fpl, hanno inviato, nei
giorni scorsi, una lettera all’attenzione del Consiglio e
della Giunta comunali e provinciali per segnalare «con
estrema preoccupazione» la decisione dell’Arpa Lombardia, l’Agenzia regionale per la protezione dell’Ambiente,
di procedere alla chiusura del laboratorio chimico di via
Cadorna.
Le rappresentanze sindacali hanno chiesto ai politici locali di impegnarsi «nelle sedi opportune al fine di evitare
il depauperamento di un fondamentale presidio di igiene
pubblica sul territorio».
Il laboratorio chimico dell’Arpa si trova nell’edificio di
via Cadorna 8, già sede del Pmip e prima del Laboratorio
provinciale di igiene e profilassi.
«L’intenzione della direzione dell’Arpa – spiegano i sindacati nella loro lettera indirizzata anche a sindaco e
presidente della Provincia - è di concentrare tutta l’attività laboratoristica in due sole sedi, una nel milanese (si
parla di Nerviano) e una a Brescia. Nel corso di trenta mesi
le attività e il personale sarebbero gradualmente trasferiti e
i laboratori attuali verrebbero dismessi. Il laboratorio di Como svolge da decenni controlli e analisi su acque potabili,
scarichi, acque di fiume e di lago, terreni contaminati, stupefacenti, aria e fino a pochi anni fa acque minerali e alimenti, offrendo un servizio efficiente e tecnicamente qualificato
agli enti pubblici (uffici territoriali del dipartimento comasco
dell’Arpa, Asl, comuni, provincia, forze dell’ordine, autorità
giudiziaria), nonostante l’inadeguata dotazione di personale
e l’insufficiente aggiornamento delle attrezzature tecniche.
La qualità del lavoro svolto è attestata anche dall’accreditamento ottenuto nel 2008 e mantenuto fino ad oggi, grazie a
ingenti investimenti anche di carattere edilizio e soprattutto
al grande impegno professionale dei lavoratori. Il personale in servizio nel laboratorio di Como, dotato di esperienza
maturata in decenni di lavoro scientifico, è prevalentemente femminile e non più giovane per il sistematico blocco del
turnover, e pertanto non sarebbe facilmente disponibile a
trasferirsi in una diversa sede a 40 chilometri di distanza: in
questo modo si rischia di disperdere professionalità speciali-
stiche già acquisite e di dover assumere altro personale per
le nuove sedi. Inoltre si interromperebbero i legami e gli
scambi di utili informazioni tra operatori di laboratorio e
addetti alle attività di controllo e si spenderebbero ingenti
risorse per il trasporto refrigerato su strada di tutti i campioni dall’intero territorio provinciale alla nuova sede».
Le organizzazioni sindacali chiedono per tanto «ai consiglieri regionali eletti nel territorio comasco, alle giunte comunali, alla giunta provinciale e a tutti i consiglieri
comunali e provinciali di riportare nelle sedi opportune
le preoccupazioni dei lavoratori, dei consumatori, della
cittadinanza e delle istituzioni locali per il progetto della
direzione dell’Arpa e chiedono che ogni riorganizzazione e
riqualificazione delle strutture tecnico – scientifiche degli
enti pubblici, e nel caso particolare dei laboratori chimici
dell’Arpa, salvaguardi i diritti dei lavoratori, le professionalità acquisite, le esigenze territoriali e i livelli di servizio fino ad oggi garantiti alla collettività; chiedono in particolare
che non venga soppressa ma adeguata ed eventualmente
potenziata, anche come riferimento sovraprovinciale, la
sede del laboratorio Arpa di Como».
ComoCronaca
Progetto Indico. Partner Van De Sfroos
Musica in curiera
per la provincia
G
iovani band sul palco di
un ex bus di linea. Una
curiera riadattata, su un
mezzo in servizio fino
al dicembre scorso, ospita da
qualche giorno, giovani gruppi
musicali che gireranno per la
provincia di Como. Dotato di
tutti gli impianti professionali
per luci, audio, video il mezzo
è stato predisposto e adattato
dai ragazzi della scuola
per meccanici dell’istituto
Leonardo Da Vinci. Il mezzo
era infatti stato consegnato
alla scuola nel gennaio scorso
per la progettazione e l’avvio
dei lavori di adattamento
necessari. Partner e promotore
del progetto, manco a dirlo,
è stato Davide Van De Sfroos
(che sull’argomento ha anche
scritto una canzone). L’idea ha
trovato concreta realizzazione
nell’ambito di “Indico”, il
progetto sul protagonismo
giovanile finanziato dal
ministero della Gioventù.
“Un gioiello tecnologico che è
andato oltre le mie più rosee
aspettative”, ha detto lo scorsa
settimana lo stesso Van de Sfroos
presente all’inaugurazione
del mezzo a Como nella sede
di ASF, la società di pubblico
trasporto partner del progetto
che ha messo a disposizione del
Comune di Como il bus. “Avete
fatto l’impossibile – ha aggiunto
il cantautore folk da sopra la
Curiera rivolgendosi ai ragazzi
della Leonardo Da Vinci- Mi
aspettavo un catorcio naif, bello
sì, ma poco più che folklore, oggi
vedo un mezzo capace di alte
prestazioni in grado di ospitare
non solo band emergenti. E’
un altro sogno che diventa
realtà”. La Curiera rappresenta il
naturale sviluppo del precedente
progetto, sempre finanziato
dal ministero, “Musica In
rete”, che ha consentito al
Comune di Como di aprire
e gestire una sala dentro l’ex
ospedale psichiatrico di Como.
Uno spazio dotato di due
cabine, una sala registrazione
(finanziata in parte dalle stesse
band che vi suonano) e un
grande salone polivalente,
e che nel solo 2010 ha visto
protagonisti oltre 1500 ragazzi,
oltre alla sala multimediale
gestita in collaborazione con il
liceo classico A. Volta. Grazie
anche a questa iniziativa con
Indico è stata creata la MYTV
coinvolgendo 30 ragazzi oggi
protagonisti di una vera e
propria redazione multimediale
in grado di produrre format
giovani per radio e tv. La
Curiera è stata proposta per
offrire ai ragazzi appassionati
di musica un palcoscenico dal
facile accesso ed alle realtà
locali che vogliono organizzare
eventi con un servizio chiavi
in mano dai costi accessibili.
Tutti gli operatori sono ragazzi
sotto i 30 anni selezionati dal
Comune sempre allo scopo
di favorire il protagonismo
giovanile. “Si tratta di un totem
contro la noia e la dispersione
di passione ed entusiasmo – ha
concluso Van de Sfroos – Salire
su questo palco a suonare
per molti ragazzi sarà il modo
migliore per far diventare
positiva una energia che rischia
di essere contro qualcosa o
peggio autodistruttiva”. “Un
modo per divertirsi e diventare
veri protagonisti – ha fatto
eco l’assessore alle Politiche
Giovanili, Maurizio Faverio –
Como deve avere attenzione
seria per i suoi giovani creando
opportunità e spazi positivi e
questo è un altro obiettivo che
viene raggiunto”. Il progetto
IndiCo, vede come capofila
il Comune di Como e svariati
partner. In tutta Italia sono
stati selezionati 138 progetti da
altrettanti Comuni e Como si
è posizionata al 12esimo posto
assoluto ricevendo l’intera cifra
richiesta per il progetto Indico,
150mila euro a cui il Comune
❚❚ Da sabato 18 giugno
D
Notizie flash
■ Volontari
Il CSV e l ‘“Europe...
Happy Hour”
Il Centro Servizi per il Volontariato di
Como, in collaborazione con l’Antenna
Europe Direct della Regione Lombardia
- sportello di Como, invita il 23 giugno
alle ore 19.00 in via Coldi Lana 5,
Como, a “Europe... Happy Hour” per
offrire informazioni utili sul Servizio
Volontario Europeo. Un’esperienza
di mobilità internazionale rivolta
ai giovani tra i 18 e i 30 anni che
hanno voglia di svolgere un periodo di
volontariato a medio e lungo termine
in uno degli stati membri dell’Unione
Europea. Il CSV di Como è ente di invio
e accoglienza: supporta i giovani nella
ricerca del proprio progetto, li segue a
distanza nel corso dell’esperienza e li
accompagna in ogni fase.
Per info: tel. 031.301800
che ha unito Regione Lombardia, Provincia
di Como, Comunità Montana Lario Intelvese, Comune, e altri enti ha permesso di racimolare i finanziamenti necessari per dare
il via ai lavori in quanto la sola amministrazione comunale, unica proprietaria, non
era in grado di provvedere singolarmente.
La mobilitazione istituzionale ha consentito di reperire 900 mila euro che sono stati
utilizzati per la revisione della funivia, lavori eseguiti dalla ditta “Augudio” di Leini
(Torino) a partire dallo scorso dicembre. La
parte più impegnativa dell’intervento ha riguardato la messa in sicurezza e il rifacimento dell’impianto elettrico, oltre che la
di Como ha garantito altri 50mila
euro. Van de Sfroos oltre ad essere
padrino dell’intera iniziativa sarà
anche direttore artistico di un grande
festival internazionale di Rock’n Folk
a conclusione del progetto che si terrà
dal 27 al 29 ottobre di quest’anno
proprio al Teatro Sociale.
La Curiera della Musica sarà a
disposizione previa prenotazione,
per concerti ed eventi al costo
base di 1.000 euro, iva esclusa che
potrà aumentare a seconda della
distanza dell’evento ( tariffazione
a fascia chilometrica). Il costo sarà
comprensivo di nolo del mezzo,
assistenza di un tecnico per suono
e montaggio e trasporto degli
strumenti che dovranno essere forniti
dai richiedenti. Per informazioni e
prenotazioni 031-594260 – Roberto
Montorfano-Lariosport
Dove sarà
I prossimi appuntamenti
de la Curiera: • 2/7 Vasca Day
- località Lazzago; • 9/7 Finale
concorso “cerCOband on video”
- centro città; • 16/7 Sagra
del pesce per C.R.I. - località
Albate; • 31/7 Festa di Volta
- centro città; • 31/8 Sagra di
Sant’Abbondio - centro città; •
28-29/10 Rock’n’Folk festival piazza Verdi, centro città; • Da
definire “Com-on” - centro città;
• 18/09 Festa regionale della
famiglia Curiera Day-Piazzale Asf
Tavernola.
Notizie flash
Funivia
Argegno-Pigra
si riparte
opo le verifiche tecniche e i collaudi tutto è pronto: sabato 18 giugno ritornerà
in funzione la funivia di Pigra, ferma
dal 20 maggio dello scorso anno per
lavori di manutenzione ordinaria obbligatoria per legge dopo vent’anni di servizio. Per i
circa 280 residenti di Pigra si tratta di un grande
evento tanto atteso dopo aver temuto lo smantellamento per mancanza di fondi. Inaugurata
nel 1971 per tutti questi anni ha rappresentato un servizio essenziale ed irrinunciabile per
l’intero paese visto che consente un rapido collegamento con Argegno, punto di interscambio per autobus e battelli della navigazione verso l’alto lago e Como. La grande mobilitazione
Sabato, 18 giugno 2011 17
■ Mostra
Mondo turistico
e la Belle époque
sostituzione dei carrelli delle cabine. Il 18 giugno, quindi, taglio del nastro e ripresa dell’attività delle cabine della funivia da Argegno a
Pigra e viceversa. La riapertura porterà con sé
alcune variazioni alle tariffe che presentano
aumenti nella misura del 10% rispetto all’ultimo anno di servizio: il biglietto ordinario di
corsa semplice costerà 2,90 euro (3,90 euro per
andata e ritorno; ridotto per bambini sotto i 12
anni d’età), l’abbonamento mensile ordinario
38 euro (per gli studenti 17,50 euro) e quello
annuale 365,50 euro. Con il pagamento di un
sovrapprezzo, sarà inoltre possibile portare in
funicolare biciclette, animali o altri beni viaggianti. (l.cl.)
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FAMILIARI
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L’Associazione Culturale “Mondo
Turistico” organizza per venerdì
17 giugno una visita guidata alla
Mostra “Boldini e la Belle époque”,
allestita a Como presso Villa Olmo.
L’appuntamento è per le ore 20.15
davanti all’ingresso della Villa.
La mostra di quest’anno propone,
oltre a Boldini, alcuni tra gli artisti
che rappresentano in modo efficace
quello straordinario periodo a cavallo
fra Ottocento e Novecento denominato
“Belle Epoque”, un mondo scintillante
e fatuo, impregnato di ottimismo, teso
verso il progresso e il futuro, attento
alle innovazioni, ai riti della società
borghese e ai dettami della moda.
La quota di partecipazione è di 14 euro
per i soci, di 15 euro per i non soci
(ingresso incluso).
Per informazioni e prenotazioni
(obbligatorie): Mondo Turistico,
tel. 339.4163108; e-mail:
[email protected].
■ Mostra
Un bel sogno, una bella
storia al S. Anna
é visitabile fino al 18 giugno,
all’interno della hall dell’ospedale
Sant’Anna di Como la mostra
“Un bel sogno, una bella storia”,
organizzata dalle Scuole Ospedaliere
dei presidi di San Fermo e Cantù.
Vi sono esposti disegni e scritti dei
bambini ricoverati nei due ospedali
dell’Azienda ospedaliera comasca, ma
anche di piccoli di altre tre nazioni:
il Senegal, grazie al lavoro svolto lì
dall’associazione “Amici di Ornella”,
il Congo e il Bangladesh, grazie
all’associazione Progetto Sorriso nel
Mondo.
ComoCronaca
18 Sabato, 18 giugno 2011
ambiente
Positivi i dati
comunicati
dall’Asl
in riferimento
alla qualità
dei nostri laghi
Acque pulite
■ Le località
Ecco dove si potrà fare
il bagno in sicurezza
N
Balneabilità:
46 le spiagge
con acqua
“eccellente”
S
tagione che arriva acqua che
trovi. Com’è ormai consolidata
prassi da diversi anni l’arrivo
della stagione estiva coincide
con l’intensificarsi dei controlli da parte
dell’Asl sulle acque del nostro lago e con
la pubblicazione degli elenchi delle aree
definiti balneabili, in riferimento alle
verifiche effettuate con continuità nel
corso dell’ultimo triennio.
Sulla base dei dati attualmente a
disposizione dell’Asl risultano, per la
stagione 2011, di qualità eccellente le
acque di 46 spiagge, mentre di altre 5
sono definite di qualità buona.
Ricordiamo che l’ASL della
provincia di Como effettua l’attività
di campionamento delle acque di
balneazione durante tutto l’anno, in
alcune zone, per il monitoraggio algale.
Dal 1° aprile al 30 settembre i controlli si
fanno più intensi, con campionamenti
nelle località balneari, proposte dalle
Amministrazioni comunali. Controlli che
riguardano sia i fattori microbiologici
sia quelli chimico-fisici, che verifiche
“sul campo” attraverso ispezioni alle
aree di balneazione, al fine di verificare
l’assenza di eventuali situazioni
anomale (trasparenza, schiume, corpi
galleggianti).
I risultati delle analisi possono anche
modificare il giudizio di idoneità nel
corso della stagione balneare.
Per essere dichiarata balneabile, una
spiaggia proposta dal Comune deve
essere, come detto, prima controllata
per tre stagioni balneari consecutive, e
solo se i risultati sono favorevoli, viene
codificata ufficialmente dalla Regione
Lombardia e dal Ministero della Salute.
Quindi nella successiva stagione
balneare viene dichiarata idonea alla
balneazione e, elemento assolutamente
importante, costantemente monitorata.
Quest’anno i controlli avvengono in 31
comuni dei laghi di Como, Montorfano,
Segrino, Pusiano, Lugano, su 34 punti di
prelievo che rappresentano 51 spiagge.
Sono inoltre sottoposte a controllo
conoscitivo - per l’eventuale inserimento
per la prossima stagione nei punti
ufficiali - le acque del Lario prospicienti
il Comune di San Siro.
I controlli sono effettuati attraverso
l’ispezione visiva e con rilevazioni
strumentali di temperatura dell’aria
e dell’acqua, del pH, dell’ossigeno
disciolto e delle condizioni di
trasparenza. Viene effettuato il prelievo
per le indagini microbiologiche con
ricerca di enterococchi ed escherichia
coli. In alcune località, come detto,
viene eseguito anche il monitoraggio
algale, indispensabile per conoscere
l’eventuale presenza di cianobatteri,
le cosiddette “Alghe tossiche”. Quindi i
distretti dell’ASL comunicano i risultati
ai sindaci per le informazioni ai cittadini,
comprese le eventuali ordinanze di
divieto di balneazione.
Non vengono considerate
temporaneamente idonee alla
balneazione le acque delle spiagge che
evidenziano situazioni di inquinamento
o pericolo per la salute pubblica, con
presenza di enterococchi superiori
a 500 UFC/100 ml e/o escherichia
coli superiori a 1000 UFC/100 ml,
oppure con esito sfavorevole del
monitoraggio algale (presenza di
cianobatteri oltre 100.000.000 cellule/
litro o presenza di biotossine con
valori superiori a 25 μg/litro).
Trattandosi di bacini chiusi,
particolari eventi atmosferici quali
forti temporali, che immettono
nelle acque notevoli quantità di
detriti, possono repentinamente
determinare variazioni delle
condizioni di balneabilità. In questi
casi i Comuni rendono noto il divieto
di balneabilità indipendentemente
dall’effettuazione delle analisi.
Al fine di assicurare una migliore
tutela della salute dei cittadini, anche
per la stagione 2011 l’Asl fa sapere
che sarà attiva una rete di rilevazione
di eventi sanitari, che vede la
collaborazione del Dipartimento
di Prevenzione Medico dell’ASL
con i medici di base, i pediatri di
famiglia e le strutture di ricovero del
territorio. Nello specifico verranno
evidenziate eventuali correlazioni
delle sintomatologie cliniche con
l’attività balneare e quindi attivato,
nel caso, un più stretto monitoraggio
della qualità dell’acqua.
Notizie flash
❚❚ Corsi
Sociale:
formazione
per tecnici
I
l Teatro Sociale di Como – Aslico, in collaborazione con Fondazione Cariplo, organizza corsi di formazione per tecnici
teatrali (macchinisti, elettricisti, sarti teatrali, attrezzisti, truccatori/parrucchieri), finalizzati all’inserimento nel proprio organico di
figure specializzate. I corsi sono aperti a partecipanti di entrambi i sessi, di età compresa
tra i 18 e i 28 anni. Gli interessati dovranno
presentare domanda di ammissione in carta
semplice, corredata da curriculum vitae, via
e-mail all’indirizzo [email protected] oppure
tramite raccomandata a: Teatro Sociale di Como – AsLiCo, Via Bellini, 3 - 22100 Como. La
el dettaglio, per la stagione
estiva 2011, è concessa idoneità
alla balneazione, con acqua
giudicata eccellente, per quanto
riguarda il lago di Como, nelle località
di: Argegno, fronte Lido; Bellagio,
punta sparti vento; Bellagio, rivetto
Bellagio; Consiglio di Rumo, camping
Ideal; Consiglio di Rumo, Poncia;
Domaso, camping Quiete e Letizia;
Domaso, Località Poncione; Dongo,
camping Miralago; Dongo, La Sciatera;
Dongo, spiaggia Gera; Faggeto Lario,
lido Riva; Gera Lario, Pontile; Gera
Lario, spiaggia Cinque Case; Griante,
lungolago Cadenabbia; Griante, Ponte
Roncoroni; Laglio, Riva del Tenciù;
Lezzeno, Bagnana; Menaggio, Fronte
Lido; Menaggio, Nobiallo; Menaggio,
S. Michele; Musso, S. Biagio; Nesso,
Rosina; Ossuccio, Ospitaletto; Pianello
del Lario, zona Bellera; Pianello Lario,
campeggi Riva; Pianello Lario, località
Foppa; Pianello Lario, zona Bellera;
Sala Comacina, fronte molo; Sorico,
campeggio Belvedere; Sorico, La Punta;
Tremezzo, Parco Mayer; Tremezzo,
Portezza; Tremezzo, torrente Bolvedro
(Spiaggia Mila); Valbrona, camping
Juanzito. Acqua buona, invece, per:
Cremia, camping Aurora; Cremia, S. Vito;
Gravedona, Serenella; Lenno, Campo;
Lenno, Fronte Lido.
Per quanto riguarda il lago di Segrino
è reputata eccellente l’area del lido
Segrino di Eupilio. Per il lago di
Montorfano sempre eccellente l’acqua
del lido di Montorfano.
In riferimento al Ceresio tutte
eccellenti le acque del lido di Campione
d’Italia; della località Rescia, a Claino
con Osteno; del lido Osteno di Claino
con Osteno; del fronte campeggi di
Porlezza; del lido di Porlezza; del parco
S. Marco di Porlezza e dell’area S.
Margherita crotti di Porlezza.
Nel lago di Piano balneabile, con
qualità eccellente, l’acqua di fronte ai
campeggi di Carlazzo.
Sul lago di Pusiano, infine, ottime le
acque dinanzi al camping di Eupilio; del
Lido di Moiana a Merone e dei Giardinio
a lago di Pusiano.
E per Bellagio, quest’anno, anche le
“cinque vele” il riconoscimento più
alto assegnato da Legambiente nella
sua “Guida Blu”, edizioni Touring Club,
presentata la scorsa settimana a Roma.
■ Pesca
Dal 15 luglio sul lago
via libera per gli agoni
selezione avverrà tramite
l ’a n a l i s i
dei curricula pervenuti. Termine per la
presentazione delle domande: macchinisti, elettricisti e truccatori – martedì 28
giugno 2011; sarti e attrezzisti – giovedì 30
giugno 2011. (In caso di spedizione farà
fede la data del timbro postale). Gli idonei verranno contattati per i colloqui attitudinali che si terranno presso il Teatro
Sociale di Como in via Bellini, 3 a Como.
Per i selezionati, i corsi avranno luogo da
settembre a dicembre 2011: ad una parte di
preparazione teorica, si affiancherà la parte
di formazione pratica. Al termine del percorso formativo verrà rilasciato un attestato di
frequenza. Il corso è gratuito; è prevista però
una tassa di iscrizione di euro 50. I Bandi sono
scaricabili dal sito: www.teatrosocialecomo.it.
Per informazioni: Teatro Sociale di Como –
AsLiCo, Tel: 031.270171; e-mail: [email protected].
L’Ufficio “Gestione Ittica” della
Provincia di Como comunica che dallo
scorso mercoledì 15 giugno è stata
ufficialmente aperta e resa praticabile
nelle acque del Lago di Como la pesca
all’agone.
“Abbiamo deciso di confermare la
data di apertura della pesca all’agone
- spiega Carlo Romanò, responsabile
dell’ufficio – nonostante il brutto
tempo degli ultimi giorni, in quanto
le alte temperature atmosferiche che
si sono registrate nel mese di maggio
hanno, comunque, permesso una
buona riproduzione degli agoni nel
Lario”. Via libera, dunque. E pronti per
gustarne la prelibatezza.
ComoCronaca
Sabato, 18 giugno 2011 19
Domenica in Duomo. Il 12 giugno scorso nella solennità della Pentecoste,
il Vescovo ha incontrato in cattedrale le comunità dei migranti presenti in città.
Una giornata di Festa non solo per loro ma per l’intera Chiesa di Como.
L
Popoli
in Festa
ingue e culture diverse, capaci di
formare un’unica grande famiglia.
Esattamente l’opposto della Torre di
Babele. “Nel racconto di Babele gli uomini
pensavano di poter sfidare Dio puntando
sulla potenza economica e sulla tecnica,
ma senza avere un’anima, un cuore.
Tutti gli sforzi si rivelarono così inutili.
E’ solo l’amore di Dio e lo Spirito Santo,
esatto opposto dell’orgoglio di Babele, a
permettere la nascita di un’unica famiglia
umana”. Parole e riflessioni di mons.
Diego Coletti che domenica, 12 giugno, ha
celebrato in cattedrale a Como, la S. Messa
per la Festa dei Popoli. Un appuntamento
che negli anni sta crescendo grazie alla
maggior partecipazione delle comunità
di migranti (erano presenti oltre dieci
comunità) ma anche di tanti fedeli
delle nostre parrocchie. Sono stati
proprio le comunità migranti ad aprire
la celebrazione portando il loro saluto
al Vescovo e raccontando dei loro Paesi
d’origine. Storie di sofferenza, guerre e
povertà, ma anche di ricchezza culturale,
speranza e integrazione. A sorpresa in
Duomo sono risuonate anche le voci di don
Umberto Gosparini e don Savio Castelli,
missionari Fidei Donum in Perù, collegati
telefonicamente. Poi la gioia ha continuato
a riempire il Duomo con i colori dei popoli
S
abato 21 maggio un gruppo
di della Commissione
missionaria zonale ComoSud , si è recato in visita al PIME di
Milano.
Perché una giornata al Centro
Missionario del PIME di Milano?
Chiamati a un’attenzione verso
le missioni e alla pastorale
missionaria ci sembrava una
valida opportunità per conoscere,
capire, approfondire e incontrare
una realtà stimolante che ci
suscitasse interrogativi e allo stesso
tempo fosse in grado di fornirci
alcune risposte concrete. Padre
Gian Paolo Gualzetti, direttore
responsabile, accogliendoci con
fraternità, ci ha introdotto alla
giornata condividendo la preghiera
alla cappella, davanti al crocifisso,
centro del nostro essere e del
nostro servire; davanti alle foto dei
padri missionari martiri testimoni
del nostro tempo, che ci aiutano a
riflettere sul nostro essere discepoli
in una missionarietà che non è
un insieme di cose da fare ma un
modo di essere, caratterizzato
dalla gratuità e dalla gioia.
✎ commento |
del mondo, dai vestiti alle bandiere, e con i
suoni portati dai canti dei tre cori presenti:
africano, salvadoregno e filippino. “Perché
il diverso ci fa paura?”, ha chiesto il Vescovo
aprendo l’omelia. “Questa – ha spiegato
Coletti – è una predisposizione che viene
dal maligno. Il diverso dovrebbe suscitare
in noi curiosità e voglia di scambio e
arricchimento reciproco”. “Certo – ha
continuato Coletti – noi non cambieremo
il mondo a partire da questa sera, ma
qualche passo in avanti lo possiamo fare.
Partendo da Dio, è lui che fonde insieme
le differenze perché la diversità nell’unità
è uno degli elementi centrali della Trinità”.
Prima di dare la benedizione e dopo aver
ricevuto il ringraziamento da parte della
responsabile della pastorale Migrantes,
suor Bruna Birollo, il Vescovo ha invitato
l’intera Chiesa di Como a far sentire la
propria voce contro le ingiustizie: “Potremo
far sentire la nostra voce per rivendicare il
rispetto delle nostre tradizioni solo dopo
aver gridato per la giustizia e la pace tra
i popoli”. Al termine la Festa si è spostata
accanto al Duomo dove le vari comunità
hanno offerto ai presenti cibi della loro
terra. Tra loro anche i profughi arrivati
a Como dalla Libia e accolti dai padri
Comboniani di Rebbio. (M.L.)
fotoservizio Wi lliam
a cura della Commissione missionaria Como-Sud
Perché una giornata al Pime? Per riscoprire la
bellezza di una Chiesa missionaria, ogni giorno
“Beati i perseguitati per causa mia”:
questa scomoda frase del Vangelo
continua ad essere attuale anche
oggi, nel terzo millennio cristiano.
E’ il titolo della mostra fotografica
itinerante sui martiri di oggi, che
il PIME propone. Dai monaci di
Tibhirine, a monsignor Padovese
ucciso nel 2010 in Turchia: la
loro testimonianza ci porta a
domandarci, non tanto per cosa
sono stati uccisi, ma per chi hanno
vissuto. Ci lasciamo provocare e
ci chiediamo: le nostre comunità
locali come vivono la fede e la
donazione estrema del martirio?
Da cristiani come ci poniamo di
fronte all’ingiustizia, alla negazione
dei diritti umani, alla repressione
dei percorsi di pace?
Quale scelta fare per divenire
prossimo dell’altro, in questo
tempo, dove anche nel nostro
territorio comasco sono presenti
persone che hanno vissuto nei loro
paesi dolorose situazioni di guerra,
di violenza in un sistema privo di
libertà? Ancora: quale accoglienza,
quale informazione e che tipo di
messaggio passa all’interno delle
parrocchie ?
I percorsi del PIME per i giovani
ci sono presentati da suor Sonia,
che da sette mesi è rientrata dal
Brasile. Le proposte “cammini
giovani” sono portate anche
in ambienti laici avvicinando
giovani lontani da ogni realtà
ecclesiale, che vengono coinvolti
in esperienze concrete ed in
seguito accompagnati a scoprire
un itinerario di fede. Questa realtà
ci porta la bellezza di una Chiesa
Missionaria, sempre in movimento
con uno Spirito di frontiera, di
periferia, di ascolto. Come non
chiederci in quale direzione stanno
andando le nostre parrocchie e se
nella pastorale c’è il desiderio di
andare incontro a chi è lontano o
si è allontanato? I nostri giovani
rappresentano per noi una
ricchezza da cercare, da avvicinare
e da accompagnare? Quali percorsi
offriamo? Con quale metodo?
Interessante anche il progetto “Tre
porte ad Oriente”, l’esperienza
dell’ufficio Educazione Mondialità
al servizio delle parrocchie; il
numero delle porte rimanda
alla Trinità dei cieli e al rapporto
piramidale tra l’io-altro-Dio.
Questi i percorsi educativi: per rianimare l’oratorio, per educare in
oratorio, re-inventiamo l’oratorio.
Percorsi che coinvolgono in prima
persona i laici, così da rianimare
l’intera comunità che torna ad
essere corresponsabile.
Il PIME propone anche progetti
alle scuole che spaziano dalla
mondialità all’ educazione alla
cittadinanza. Come cittadini
cristiani quanto investiamo in
questa sfida educativa nel formare
le nuove generazioni a divenire
i cittadini locali e globali del
domani? Ci sentiamo realmente
chiamati alla realizzazione del
bene comune in un’ottica di
convivialità delle differenze,
simboleggiata dall’immaginarsi
insieme in un’ unica famiglia
umana?
Il PIME è una realtà significativa
che sviluppa una sensibilità aperta
ai temi e ai problemi del mondo,
alla solidarietà e alla pace: una
grande ricchezza che vale la pena
accostare, conoscere, approfondire.
ComoUniversità
Stella: la frontiera
della ricerca
scientifica
Arriva a Como, per la prima volta in Italia,
la IV edizione della Laser-Stella School, la
scuola di alta formazione sulla fisica dei laser
In un mese di intensa
full immertion presso
l’Insubria giovani talenti
provenienti da tutto
il mondo si cimenteranno
in nuovi esperimenti
S
i aprirà il 20 giugno prossimo a
Como la IV edizione della LaserStella School, la scuola d’ alta
formazione sperimentale sulla
fisica dei laser. La città ospita per la
prima volta questa importante iniziativa,
svoltasi precedentemente presso il Laser
Research Center di Vilnius, Lituania
(2007), il FORTH - Institute of Electronic
Structure and Lasers di Heraklion, Creta
(2008) e l’ ICFO - Institute for Photonic Sciences di Barcelona – Spagna (2009).
Con “Stella” nasce in Italia, e a Como, la prima scuola internazionale di
formazione alla ricerca scientifica in ambito sperimentale. Diversamente dalle
scuole tradizionali, basate su presentazioni orali, “Stella” mette a completa
disposizione di un team di oltre 50 studenti e docenti laboratori di ricerca
avanzata, sofisticate apparecchiature e personale altamente specializzato.
Nel corso di un mese di intensa full immersion, presso la Laser Facility del
Dipartimento di Fisica e Matematica dell’Università dell’Insubria giovani talenti
provenienti da Europa, Canada, Australia, Singapore, America Centrale e
Meridionale, Cina, Giappone, Medio Oriente, ex Unione Sovietica, India, sotto
la guida di esperti di chiara fama provenienti anch’essi da tutto il mondo, si
cimenteranno nella realizzazione di recentissimi esperimenti e nell’applicazione
di tecniche avanzate nel campo della fisica
dei laser, dai fondamenti della meccanica
quantistica sino alle tecnologie di nanofabbricazione, coprendo temi di interesse
non solo per la fisica ma anche per la
medicina, la biologia, la biochimica, ed
in generale per tutti quegli ambiti che
si avvalgono di un uso intensivo delle
tecnologie laser.
L’iniziativa, organizzata da un gruppo
di docenti e ricercatori dell’Università
dell’Insubria e coordinata dal prof. Paolo Di
Trapani e dalla dr.ssa Ottavia Jedrkiewicz,
è finanziata da Fondazione Cariplo. Sul
territorio, “Stella” è stata particolarmente
valorizzata da Univercomo, che ne ha
consentito il respiro internazionale mettendo
a disposizione ben 13 borse di studio per
dottorandi stranieri, e dal Centro Volta,
che ha contributo all’organizzazione di
Gravity-STELLA, un’estensione del progetto
nell’ambito della fisica gravitazionale. Con
“Stella”, Insubria e Centro Volta si prefiggono
di cogliere la sfida di proporsi come ambito
permanente di alta formazione per la
comunità laser internazionale, qualificandosi
come contesto preferenziale di formazione
per il circuito Laserlab Europe, il network
dei 26 maggiori centri di eccellenza laser nei
16 paesi membri. Inoltre, “Stella” intende
realizzare un’unica opportunità d’incontro
tra i migliori dottorandi e le imprese che
sviluppano tecnologia nel settore dei laser
e delle loro applicazioni. Grazie al supporto
di queste ultime, ai dottorandi è infatti data
l’occasione di mettere a punto la propria
ricerca con strumentazione a loro non
altrimenti accessibile; alle imprese, d’altro
canto, sono offerte svariate opportunità:
- di marketing, grazie alla promozione
gratuita realizzata verso un gran numero di
potenziali futuri clienti;
- di sviluppo, legato alla progettazione di
nuovi strumenti a valle dei prototipi costruiti
per la scuola;
- di acquisizione di personale, dato che
“Stella” consente alle imprese una diretta
valutazione sul campo di un gran numero di
giovani esperti interessati ad offerte di lavoro
in Europa.
In questa avventura, l’Università ed il
territorio Comasco sperimenteranno
il vantaggio di trovarsi all’incrocio del
passaggio delle migliori competenze
(allievi, professori ed aziende) europee ed
internazionali, con un probabile ritorno
in termini dello sviluppo. Per maggiori
informazioni: www.stella-school.eu.
Sabato, 18 giugno 2011 21
Notizie flash
■ Ex Powell
Indirizzo della
giunta per il Collegio
universitario
L’esecutivo di Palazzo Cernezzi ha
disposto, martedi scorso, di dare avvio
ai necessari procedimenti aventi lo
scopo di acquisire la disponibilità dei
locali del complesso di via Tommaso
Grossi, denominato ex Baden Powell,
attualmente utilizzati da terzi. Il
passaggio effettuato dalla giunta
si lega alla proposta presentata da
UniverComo di trasformare il complesso
di Grossi in collegio universitario, e
segue il parere positivo espresso in
merito dalla maggioranza di Palazzo
Cernezzi.
La richiesta di co-finanziamento dovrà
essere predisposta da UniverComo e
presentata al Ministero entro il 28
luglio e l’esito di tale domanda si
conoscerà tra novembre e dicembre. In
caso di risposta positiva, UniverComo
ipotizza di poter cominciare i lavori
entro otto mesi e quindi a partire da
luglio 2012. L’intero compendio, salvo
il cosiddetto terzo cortile cui si accede
dal civico 2 di via Tommaso Grossi,
verrà concesso per trent’anni e sarà,
come detto, utilizzato per alloggi e
residenze universitarie.
■ Insubria
L’arrivo di due nuovi
Dipartimenti
Due nuovi dipartimenti in arrivo per
l’Università dell’Insubria, a Como. Il
Dipartimento di Diritto, Economia e
Culture si sostituirà ai Dipartimenti
in cui si articola la Facoltà di
Giurisprudenza, mentre il Dipartimento
di Scienze e Alta Tecnologia aggregherà
tutte le aree Scientifiche di Como
con contributi significativi da Varese.
All’interno di quest’ultimo Dipartimento
verrà attivato il Centro di Scienza e
Simbolica dei Beni Culturali.
Pastorale universitaria. Le novità della riforma Gelmini
e le procedure di adeguamento negli atenei
L’Università si rinnova:
la revisione dello Statuto
La riforma
della legge
240/2010
Con la riforma “Gelmini” e
la sua entrata in vigore tutti
gli atenei sono chiamati ai
necessari aadeguamenti. La
difficile strada della riforma
dello Statuto sarà uno dei
passaggi più delicati. In questo
articolo qualche informazione
sul significato della Legge.
ufficiouniversita@
diocesidicomo.it
www.facebook.com/home.php
Buona lettura!
Don Andrea Messaggi
e l’equipe di Pastorale
Universitaria
C
on l’approvazione della Legge
240/2010 (c.d. Riforma “Gelmini”) e
la sua entrata in vigore tutti gli atenei
italiani hanno iniziato le procedure
di adeguamento ai sensi dell’art. 2 comma 5
della stessa legge designando una apposita
“Commissione” (composta da n. 6 membri
designati dal Consiglio di Amministrazione,
n. 6 designati dal Senato Accademico e n. 2
designati fra i rappresentanti degli studenti
negli organi di governo dell’ateneo) la quale
ha l’arduo compito, entro sei mesi dall’entrata
in vigore della Legge (gennaio 2011), di
modificare lo Statuto esistente adeguandolo
alla Riforma migliorandolo, perché no, in
alcuni suoi punti.
Le novità introdotte dalla Legge di riforma
riguardanti gli organi di governo:
- Il Senato Accademico, da organo decisorio
ultimo della vita dell’Ateneo, diverrà un organo
competente a formulare proposte e pareri
obbligatori in materia di didattica, di ricerca e
di servizi agli studenti, anche con riferimento
al documento di programmazione triennale
di ateneo nonché di attivazione, modifica o
soppressione di corsi, sedi, dipartimenti; ad
approvare il regolamento di ateneo; a svolgere
funzioni di coordinamento e di raccordo con
i dipartimenti e con le strutture. In sintesi,
diventerà il “grande saggio” che fornirà
pareri all’organo decisorio: Il Consiglio di
Amministrazione.
- Il Consiglio di Amministrazione sarà il vero
fulcro delle decisioni della vita dell’ateneo,
infatti ad esso saranno attribuite le funzioni
di indirizzo strategico, di approvazione della
programmazione finanziaria annuale e
triennale e del personale, nonché di vigilanza
sulla sostenibilità finanziaria delle attività;
La loro composizione sarà sempre su base
elettiva, il Senato Accademico sarà composto
per 2/3 di docenti di cui 1/3 direttori di
dipartimento e da una rappresentanza elettiva
degli Studenti (naturalmente più di uno!), il
Consiglio di Amministrazione sarà composto
sia da docenti, che dai rappresentanti degli
studenti, che da 2 o 3 membri esterni (a
dipendenza di quanto sarà numericamente
grande il CdA); Verranno presieduti entrambi
dal Rettore o, in sua vece, nel nostro caso, dal
Rettore Vicario.
Questa ristrutturazione, voluta dalla Legge,
potrà traghettare gli Atenei italiani e, nella
fattispecie, il nostro, verso un miglioramento o
un peggioramento?
Sebbene da un lato è difficile, storicamente,
pensare di riassumere tutte le “decisioni
ultime” nel Consiglio di Amministrazione
dall’altro può essere un sistema da
sperimentare, anche se la speranza è, come
sempre, quella di non svuotare realmente il
Senato Accademico delle sue funzioni ma,
sebbene diverrà un organo che produrrà
proposte e pareri, far sì che queste siano
difficilmente superabili da un semplice “voto
contrario” dell’organo decisorio.
Che dire, la speranza è di migliorare sempre
più pur appellandosi, d’ora in poi, al “buon
senso” dei futuri componenti gli organi
di governo, e soprattutto alla “clemenza”
dei futuri componenti il Consiglio di
Amministrazione.
Federico Gilardoni
ComoCronaca
22 Sabato, 18 giugno 2011
anniversari
Don Giambattista Levi
è stato ordinato
il 15 giugno 1946.
La prossima domenica
19 giugno la parrocchia
di San Giuliano in festa
Don Titino.
65 anni di
fedeltà ad
un impegno
L
a comunità parrocchiale di San
Giuliano ha l’onore di avere
don Titino, al quale rivolge un
sincero grazie. Don Titino Levi
nasce a Chiavenna, il 24 luglio 1922 e i
genitori lo chiamano Giovanni Battista.
La Val Chiavenna ha dato i natali anche
a don Luigi Guanella (che il prossimo
23 ottobre il papa proclamerà santo)
di cui, don Titino, è grande conoscitore
ed estimatore. Correva l’anno 1946, il
15 giugno, quando don Titino riceveva
dal vescovo mons. Alessandro Macchi il
sacramento dell’Ordine e quello stesso
anno, il 1 novembre, anche il futuro
papa e beato Giovanni Paolo II riceveva
l’ordinazione sacerdotale. Come dice
don Roberto, 65 anni di amore per Gesù
e la Chiesa sono certamente un bel
traguardo: “Di questo Amore fedele che
l’uomo si sforza di avere nei confronti
di Dio oggi siamo invitati a contemplare
un esempio: Don Titino, che festeggia
65 anni di Sacerdozio. 65 anni… Tanti?
Pochi? Certamente passati in un soffio,
● Lo scorso 13 giugno
la festa dei suoi 65
anni di sacerdozio
eppure così carichi di esperienze,
di gioie e dolori, di sacrifici fatti
con un animo lieto. 65 anni di
fedeltà a Gesù e alla Chiesa,
amata sposa, alla quale un prete
dovrebbe donare il meglio di sé
in ogni epoca della vita… Grazie,
Don Titino, per essere in mezzo a
noi prete: prete”. La presenza di
don Titino a San Giuliano è una
grande ricchezza per la comunità
parrocchiale: ci consente di avere
la Santa Messa delle ore 18.00 tutte
le sere, la catechesi per gli adulti il
giovedì pomeriggio, la preparazione del
ritiro per i ragazzi che ricevono la Prima
Comunione, le confessioni, ecc... E poi,
il nostro don Titino è una “biblioteca
ambulante”: ha una grande passione
per la storia ecclesiastica e il diritto
canonico, è un cultore del catechismo
di Pio X, della “Casti connubi” di Pio XI,
dell’alto magistero di Pio XII, ha sempre
pronti una data da ricordare, un episodio
da narrare: è un grande conoscitore
della storia dei papi, soprattutto di
quelli dell’ultimo secolo. “Don Titino,
prete dell’istituzione”. Come dice mons.
Angelo Riva: “Un curiale di lungo
corso, avvezzo alle complesse alchimie
dell’Ufficio amministrativo diocesano.
Un ecclesiastico, uomo d’ordine, di
governo. Eppure. Eppure eccolo calzare
i panni del buon pastore, che prende
sulle spalle la pecorella smarrita.
Educatore per passione (tanta). Un
intarsiatore di coscienze, un cesellatore
di forti personalità cristiane. Non a caso
la città l’ha insignito dell’Abbondino
● Presso il Santuario
della Madonna
delle Lacrime
d’oro. Parroco, insegnante al Caio Plinio,
assistente scout. Eccolo in tenuta da
campo, oppure con lo zaino in spalla
a dormire in tenda. Perché – dice lui –
coi ragazzi bisogna starci. “Essere ed
esserci”. E “fare la loro stessa vita”, se si
vuole provar ad essere significativi ai loro
occhi.” Don Titino, un “duro” che non fa
sconti. A se stesso prima che agli altri. Su
tutto una regola ferrea: “mai inchinarsi ai
ricchi e ai potenti”. Non ama molto “stare
sulla scena”, ma è sempre disponibile
e accogliente per tutti quanti hanno
necessità di un conforto. Chi ha l’onore e
il piacere di conoscerlo sa quanto questo
prete dall’apparenza severo, è buono e
comprensivo. Tra le tante iniziative che
nel corso degli anni don Titino ha messo
in atto, vogliamo ricordare la fondazione,
più di 35 anni fa, della Cooperativa
che edita “il Settimanale” organo di
informazione della diocesi di Como, e di
cui è il presidente. Ne è fedele testimone
il nostro direttore, don Agostino Clerici
quando dice: “La tenacia con cui
promuove la presenza di questo giornale
– in mezzo a non poca distrazione se non
insensibilità nella Chiesa per i mezzi di
comunicazione – mi ha sempre colpito. Si
direbbe che nei confronti del settimanale
diocesano egli ha un approccio quasi
epico, avendo avvertito da subito la
necessità che la diocesi avesse un suo
giornale – dopo la fine dell’esperienza
de L’Ordine della domenica – e che
questo giornale fosse libero da potentati
economici ed ecclesiastici, proprio per
essere un foglio professionalmente
valido al servizio della Chiesa locale”.
Per tutti, don Titino è il prete di Prestino:
ha fondato e guidato quella comunità
parrocchiale per oltre 40 anni. E poi, è
il decano dello scoutismo comasco, e
non solo… Ancora oggi, don Titino è nel
cuore di quella realtà parrocchiale, che
così si esprime: “Le radici del gruppo
scout Como 3° sono legate a quelle
della parrocchia di Prestino. Tutto ha
inizio con un giovane prete di origini
chiavennasche che, dopo l’esperienza
come assistente spirituale del gruppo
Como 1°, riceve l’incarico dal vescovo
Bonomini di avviare la nuova parrocchia
che stava nascendo alla periferia della
città. La scelta di coinvolgere i giovani
e di proporre lo scoutismo fu da subito
vincente... Va a lui il merito di aver voluto
una realtà giovanile che ancora oggi
cammina su quel sentiero da lui tracciato
accettando le sfide educative che si
trova ad affrontare quotidianamente”.
Don Titino non usa “mezzi termini”
quando ritiene che sia giusto far notare
ciò che un cattolico non dovrebbe fare:
non gradisce che si arrivi in ritardo alla
Santa Messa e soprattutto, che durante
la celebrazione ci si possa distrarre,
come a volte succede, per accendere
una candela. Chi lo conosce, sa che il
nostro don Titino, legge tutti i giorni i
giornali, soprattutto quelli cattolici come
“l’Avvenire”, “l’Osservatore Romano”
oltre naturalmente “il Settimanale”,
e invita a fare altrettanto, “perché
non è accettabile che chi frequenta la
comunità parrocchiale non conosca la
posizione della Chiesa” su determinate
materie, anche di carattere sociale, con
il rischio che passino anche attraverso
i cattolici, scelte e posizioni che non
sono “compatibili” con la fede cristiana.
In questi giorni, abbiamo raccolto
anche alcune, brevi, considerazioni dei
parrocchiani, che per brevità di spazio
vengono così sintetizzate:
“Doveva mancarci per un po’ perché ci
rendessimo conto di quanto teniamo
alla sua persona, gli incontri casuali per
strada, le sue strette di mano così forti e
rassicuranti, le poche parole che bastano
a trasmettere tranquillità a chi è turbato,
sicurezza a chi è travolto da difficoltà
inattese, ed anche la sua arguzia, ma
soprattutto la fede che è alla base di
ogni sua esortazione. E’ disponibile per
confessare, e la sua casa è sempre aperta
per chi ha bisogno di una buona parola.
Grazie don Titino”.
Francesco Mascolo
● Suo grande sogno
arrivare in vetta
con Papa Wojtyla
Don Bianchi... prete
del Cervino e di Fatima
S
appiamo tutti quanto Papa
Giovanni Paolo II amasse la
montagna e come da “pontefice”
tante volte uscisse dal Vaticano
all’insaputa e senza scorta per
trascorrere momenti “tutti suoi” sulle
nevi del Gran Sasso e scegliendo per
le sue vacanze estive la Valle d’Aosta
e le Dolomiti. Un giorno partendo da
Les Combes di Introd accompagnato
da don Luigi Maquignaz arrivò fino
a Cervinia ed il Cervino in quella
splendida giornata si stagliava in tutta
la sua bellezza nell’azzurro del cielo.
Quando strada facendo don Luigi gli
disse che aveva celebrato in vetta una
S.Messa il Papa rispose: “Ha celebrato
nella più bella cattedrale del mondo”.
Tutto questo per ricordare oggi un altro
grande innamorato della montagna
come lo è ancora don Luigi Bianchi,
prevosto emerito di Gera Lario e per
sottolineare che su quella vetta da
esperto alpinista vi è arrivato ben
ventiquattro volte ed ha celebrato lassù
a quota 4478 mt. ben otto volte. Suo
grande sogno era quello di scalare il
Cervino ed avere come “compagno” di
cordata proprio Papa Wojtyla, il novello
Beato. Quest’anno don Luigi Bianchi
compie novant’anni: dal 1946 al 1955
ha svolto il suo ministero sacerdotale
a Maslianico e quindi a Gera Lario
per oltre cinquanta anni fino al 2006.
Ha inoltre raggiunto il traguardo di
cinquant’anni di iscrizione all’albo dei
giornalisti e dal cui Ordine ha ricevuto
la medaglia d’oro. Per più di vent’anni
ha collaborato al quotidiano diocesano
“L’Ordine”, diretto dal mitico don G.
Brusadelli. Dal 1983 al 2010 ha diretto
la rivista “Pro deo Fratibus”, ed è stato
‘proboviro’ di Radio Maria ed ora di
Radio Mater. Ha al suo attivo oltre
trenta libri per la collana “Segni nei
tempi di Maria” e più di quindici per
la collana “Miscellanea” e tra questi
spicca il “Breviario dell’Alpinista”,
giunto all’ottava edizione. Viscerale la
sua devozione alla Madonna di Fatima
con oltre cento pellegrinaggi alla Cova
da Iria ed ha avuto l’intima gioia di
confidarsi con la veggente suor Lucia
Dos Santos di Aljustrel più volte nel
Carmelo di Coimbra. Quante volte
passando da Gera Lario e volendo
parlare con don Luigi ci è stato risposto
che era o sul Cervino con Achille
Compagnoni, oppure a Fatima per un
appuntamento con suor Lucia, tramite
il nipote sacerdote e dal suo cellulare
ci assicurava una preghiera speciale
alla Madonna, Regina dell’Universo.
Siamo stati ancora vicini a don Luigi
perché ha raggiunto un altro traguardo:
il 65° di ordinazione sacerdotale che ha
festeggiato il 13 giugno nel Santuario
della Madonna delle Lacrime a
Dongo “Patrona delle Tre Pievi”nella
concelebrazione solenne e nel ricordo
dei nostri santi lariani che proprio “qui”
hanno lasciato una loro particolare
impronta:
- il beato papa Innocenzo XI, comasco,
di cui ricordiamo i 400 anni della
nascita e che il 6 settembre 1653
nel I° centenario della “miracolosa”
lacrimazione ha celebrato la S.
Messa solenne. Da “pontefice” poi
ha emanato una speciale “bolla” per
salvaguardare la preziosa biblioteca del
Convento;
- il beato cardinale Andrea Ferrari,
vescovo di Como, e che in occasione
delle “visite pastorali” in alto Lario e Valtellina si
fermava in Convento per le sue relazioni;
- il beato don Francesco Spinelli che nel periodo
in cui era a Gravedona con le suore per dare inizio
all’Ospedale “Moriggia- Pelascini”, trascorreva lunghi
momenti davanti alla Madonna delle Lacrime;
- il beato padre Enrico Rebuschini- donghese- che
da ragazzo faceva il chierichetto in Santuario e da
sacerdote poi ha più volte celebrato davanti all’altare
della Madonna;
- la beata suor Chiara Bosatta, terziaria, che
prima di iniziare la scuola ai bambini in Casa
Manzi partecipava alla prima Messa in santuario
comunicandosi quotidianamente;
- il beato don Luigi Guanella, parroco di Pianello
lario, che ogni anno si fermva in Convento-Santuario
per gli “esercizi spirituali” e faceva da assistente
spirituale ai terziari in quanto lui stesso aveva
abbracciato il Terz’ordine di San Francesco.
Il prossimo 23 ottobre verrà “canonizzato” da Papa
Benedetto XVI. Da questi traguardi, ben raggiunti
nonostante prove, fatiche ed acciacchi, ci invita a
condurre una vita sobria, ad amare la montagna
perché lassù si sente meglio la voce di Dio e di amare
tanto la Madonna perché è sempre dal cielo che Lei
si manifesta a noi con il cuore di “mamma” per il
bene dei suoi figli. Auguri, don Luigi.
GIANNI MORALLI
Confcooperative
comunità
I programmi educativi,
assistenziali
e riabilitativi di questa
realtà si fondano
sull’unicità
della persona
Q
Cooperativa
Agorà 97
I
programmi educativi,
assistenziali e riabilitativi
delle Comunità di Agorà ‘97
partono dall’unicità della
persona che, pur con fragilità
più o meno gravi, è degna di
immenso rispetto e capace di
miglioramento. La persona è
considerata nella sua complessità
in relazione alle diverse
dimensioni che concorrono
alla sua costituzione (fisica,
psicologica, etica e religiosa).
Le azioni vogliono valorizzare
ogni individuo e rispondere
ai suoi bisogni fondamentali
che si esprimono nel rispetto,
stima ed amore, prima ancora
della cura e dell’assistenza. è
attraverso la qualità della relazione
interpersonale che si trasmette
alla persona la percezione di
essere accettata, capita ed accolta
nella sua condizione. Le relazioni
in Comunità tengono sempre
conto delle persone, le rispettano,
evitano trattamenti bruschi o
spigolosi, sono cordiali e cortesi.
Allo stesso tempo spronano tutti al
compimento del proprio compito,
pur nel rispetto della libertà
personale e delle limitazioni date
dalla condizione di malattia o
fragilità. Le Comunità educative
Sabato, 18 giugno 2011 23
per minori (Casa
di Luca, Famiglia e
Gabri) si trovano a
Rodero ed accolgono
circa 20 bambini
in disagio sociofamiliare, allontanati
dalla famiglia
con decreto del Tribunale dei
Minori. Quelle riabilitative per
adulti con problemi psichici
(Casa Quattro Venti, Enrico e
Miro a Valmorea ed Albiolo)
ospitano complessivamente
una trentina di persone. Tutte
le Comunità sono strutturate
sul modello di una “Casa” ed i
rapporti che si costruiscono sono
quelli tipici di una “famiglia”.
L’accoglienza è mirata a garantire
una permanenza del minore o
dell’adulto in un ambiente sereno,
caldo dal punto di vista relazionale,
con l’obiettivo di favorirne lo
sviluppo, nonostante le sofferenze
di vita che li accompagna.
Crediamo che il servizio svolto
nelle Comunità di Agorà 97,
a favore di piccoli e grandi in
situazioni di bisogno, sia di grande
aiuto e faccia emergere il meglio
delle persone. I bisogni con cui
quotidianamente ci si confronta
sono molti e le necessità sempre
maggiori. Tuttavia il bene che
deriva dall’aiuto delle persone
e l’affetto accompagnato da
gesti concreti di generosità, ci
fanno proseguire con grande
fiducia e ci fanno pensare che
la Provvidenza esista davvero.
In questi ultimi tempi infatti la
sensibilità di tante persone si è
concretizzata in forme di aiuto che
vanno dalla disponibilità ad un
servizio di volontariato attraverso
l’Associazione Volagorà, vicina
ad Agorà 97, alla donazione di
un pulmino per il trasporto dei
nostri ospiti. Alcune giovani
coppie preferiscono, anziché le
tradizionali liste nozze, fare delle
donazioni per l’acquisto di oggetti,
arredi, beni strumentali necessari
alle Case. Molti ci richiedono
delle “pergamene speciali” in
occasione di momenti religiosi
importanti (Battesimi, Comunioni,
Cresime, Matrimoni). La CRI di
Uggiate Trevano ci garantisce
gratuitamente il trasporto negli
Ospedali di riferimento dei
bambini malati di Casa di Gabri
e recentemente ha acquistato
una imbracatura particolare
per la messa in sicurezza sulla
lettiga durante lo spostamento
in ambulanza. Diversi volontari
offrono inoltre un servizio di
trasporto per le diverse necessità
delle Comunità. Non finiremo mai
di ringraziare tutti coloro (singoli,
famiglie, associazioni, scuole,
parrocchie, oratori, ditte ecc.) che
in questi anni hanno creduto nel
lavoro della nostra Cooperativa e la
sostengono ancora oggi con gesti
concreti e con la vicinanza ai nostri
ospiti.
pagina a cura
di confcooperative
unione provinciale
di como
www.eurekacomo.it
ualcuno mi ha definito prete di frontiera, ma sono
soltanto un uomo che, in nome del Signore, cura i
malati ed è felice di farlo, anche se lo faccio alla mia
maniera. Infatti le mie liturgie non profumano d’incenso,
anzi sanno di acre e di sofferenza: è l’incontro dei poveri e di
coloro che nella società contano poco con il loro Signore e a
qualcuno non resta che Lui. Una buona metà della vita l’ho
trascorsa accanto ai malati, con loro e per loro, un vero dono
per me. L’esperienza di prossimità alla sofferenza suscita
domande sempre nuove, porta all’essenzialità della vita,
pone interrogativi sul significato del dolore, della malattia,
della morte e, anche se a volte non ci sono risposte, essere
accanto alla persona drammaticamente immersa nella
realtà della malattia, aiuta a diventare più maturi. Da
oltre dieci anni ho modo di dedicarmi quotidianamente
al malato mentale, una persona segnata anche nella sua
dignità. Ogni malattia, e dunque anche quella psichica,
porta in sé un carico di sofferenza, non sempre compresa
e talvolta soggetta ad emarginazione. I più si fermano
ai comportamenti, a cosa dicono e a cosa fanno i malati
psichiatrici, alle stranezze che possono manifestare, agli agiti
talvolta aggressivi. Pochi sono disposti a farsi carico delle
problematiche che un malato mentale può presentare. Oltre
alle cure farmacologiche, all’accompagnamento terapeutico
ed alle attività il malato ha bisogno di ascolto e di
prossimità. Soffrire, star male, provare dolore, essere malato,
sono tutte manifestazioni degli aspetti faticosi dell’esistenza.
E la sofferenza non sempre o non più è considerata scomoda
compagna dell’esistenza umana, la si vorrebbe esorcizzata,
estinta. L’uomo però porta in sé la sua finitudine e, prima o
poi, nella malattia inciampa. Ho conosciuto tanti malati di
cui ho un edificante ricordo per come hanno lottato contro
il male, ma anche di altri che nella fede hanno accolto il
destino di una diagnosi crudele. Ho visto sperare, lottare
e anche piangere. Tante volte, rivolgendomi al malato, ho
avuto parole appropriate, ma in certi momenti le parole si
sono smorzate in gola. Sono un prete, non un predicatore
e qualche volta mi è rimasta la preghiera, solo quella. Un
farmaco che ho avuto modo di apprezzare al capezzale
del malato sono stati i famigliari che con la loro presenza
assidua hanno portato un grande contributo terapeutico.
Ci sono malati gravi, malati inguaribili, malati terminali,
malati immaginari… ogni persona è una storia, un vissuto
ed ogni persona vive ed affronta la malattia in modo unico
e diverso. Sempre è necessario intravedere nel malato
l’uomo, la persona, una persona che sta attraversando
un momento di fragilità, di angoscia, di paura e che sente
il bisogno di “affidarsi” per guarire. Tra le tipologie di
malati, sembrerebbe impossibile, ci sono anche i bambini.
Ne conosco e sono gravemente malati. Ogni sera li tengo
in braccio: mi sembra un atto di adorazione da compiere
alla fine della giornata. Sono bambini con prospettive di
vita limitate o terminali, di pochi mesi o anni di vita, tutti
trascorsi nella sofferenza. Io li considero i nuovi “santi
innocenti martiri”; non hanno mai peccato, sono stati
sempre malati, fin dalla loro nascita. E ogni tanto qualcuno
muore. Per loro e per ogni persona che ha sofferto non resta
che il Cielo…
Don Angelo, presidente della Cooperativa Agorà 97
La Casa di Gabri,
un “nido” d’amore
per i più piccoli
La Casa di Miro,
a Valmorea
e il minialloggio di Albiolo
2.
Casa di Miro a Valmorea, nata
come Comunità educativa per
minori, nel gennaio di quest’anno
è stata riconvertita a Comunità Alloggio
ed accoglie persone portatrici di disabilità
di tipo psichico, sensoriale ed intellettivo
di grado medio o lieve, la cui fragilità non
sia compresa tra quelle riconducibili al
sistema socio sanitario. Ospita 6 persone
di entrambi i sessi, la cui condizione
di malattia si è cronicizzata, ma che
possiedono ancora discrete autonomie
individuali tali da consentire un’esperienza
di casa, in un contesto di piccolo gruppo,
ricco di relazioni ed affettivamente
coinvolgente.
D
i seguito vogliamo presentare le novità che riguardano alcune nostre Case.
1. Casa di Gabri, inaugurata nel marzo 2009, è una Comunità sperimentale per neonati e bambini affetti da patologie
rare, ad alta complessità sanitaria. Ha una ricettività di 5 posti letto ed è
attiva nelle 24 ore. Accoglie bambini con disabilità grave e gravissima,
con una prognosi incerta, dimissibili dalle patologie neonatali ma non
gestibili al domicilio (o perché in attesa di un decreto di adottabilità,
o perché la famiglia non è in grado di garantire l’adeguata assistenza sanitaria al proprio domicilio). La particolarità di “Casa di Gabri”
sta nel garantire ai bambini accolti un’assistenza sanitaria altamente
specializzata in un contesto familiare e di casa, dove le relazioni sono
affettivamente ricche e coinvolgenti, offrendo ai genitori dei piccoli
(se presenti) un aiuto anche di tipo psicologico per sostenere il carico
emotivo che la malattia così grave del proprio figlio comporta.
A Casa di Gabri è in fase di studio un progetto di telemedicina che
prevede l’utilizzo di tecnologie web avanzate che consentiranno di
integrare il lavoro delle figure professionali coinvolte nell’assistenza
dei piccoli. Tale progetto consentirà:
- una gestione più strutturata del flusso di lavoro relativo ai piccoli
in Comunità, sia per esigenze interne, che per una comunicazione
più efficiente con i medici della struttura ospedaliera di riferimento
(Ospedale S.Gerardo di Monza).
- la possibilità di controllo audiovideo dei piccoli in modalità differita o diretta per monitorare la gestione di eventuali crisi e per ridurre
i tempi di risposta, aumentando così la precisione della diagnosi da
parte dei medici;
- il trasferimento di parti di cartelle cliniche direttamente al 118 in
caso di urgenza;
- la tutela della privacy delle informazioni sanitarie che riguardano
i bambini.
Con la realizzazione di questo progetto di telemedicina l’assistenza ai
piccoli di Casa di Gabri potrà ulteriormente migliorare ed eviterà così
il disagio del trasporto in Ospedale.
3.
Per saperne di più
Cooperativa sociale Agora 97
Via T. Buzzi 16 – Rodero (CO)
Tel. 031 806510 – www.agora97.it
Ad Albiolo ha preso avvio nel
2009 un Minialloggio a protezione
sociale per soggetti parzialmente
autonomi. Si rivolge a persone con
fragilità di tipo intellettivo (medio lieve)
o psichiatrico, non tale da richiedere
un’assistenza continuativa ma solo in
caso di necessità specifiche che potranno
essere ora di natura sanitaria, ora educativa
o assistenziale. Il minialloggio offre una
concreta soluzione abitativa, andando
incontro alle legittime preoccupazioni
delle famiglie che si pongono la domanda
sul futuro dei propri figli, qualora esse non
siano più nelle condizioni di garantire
un adeguato sostegno. Costituisce una
risposta ai bisogni di persone che vivono
una situazione di limitata autonomia, ma
che sono ancora in grado di provvedere
all’autogestione della vita quotidiana.
24 Sabato, 18 giugno 2011
ComoCronaca
Preghiera e condivisione
Notizie flash
o
r
t
n
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inc
■ Lomazzo
Presso la Casa Albergo
la scuola di Danza
di Bregnano
Famiglie in festa a Maccio
N
La proposta è di un pomeriggio
di incontro rivolto a tutte
le famiglie. L’appuntamento
è per domenica 19 giugno presso il
Santuario della Trinità Misericordia
el Decreto col quale, lo scorso 28 novembre 2010, prima
domenica di Avvento, il vescovo mons. Coletti attribuiva
alla chiesa parrocchiale di Maccio la qualifica di “Santuario
Diocesano intitolato alla Santissima Trinità Misericordia”,
tra le intenzioni particolari di preghiera richieste si legge di: “porre
in atto iniziative spirituali a sostegno della famiglia, segno visibile
dell’Amore Trinitario”. Proprio per rispondere a tale richiesta, Domenica 19 giugno, solennità della Santissima Trinità, la Commissione Famiglia della ex zona Prealpi (ora
suddivisa nei Vicariati di Uggiate Trevano
e Olgiate Comasco) propone un pomerig- cordia, dove alle ore 18.00 sarà celebrata
gio di incontro e preghiera rivolto a tutte le la s. Messa.
famiglie. La scelta di questa data non è ca- Al termine della celebrazione, presso il
suale. La famiglia, nella sua relazione uo- salone dell’oratorio, una cena condivisa:
mo-donna, genitori-figli, è veramente una ogni famiglia porterà quello che ritiene
immagine – fragile e imperfetta, ma tanto utile per sé e per gli altri, in un gesto di
significativa! – della grande Relazione che comunione anche materiale dei doni che
unisce Padre-Figlio-Spirito nel mistero del sono necessari alla vita quotidiana.
Dio Unitrino. Proprio partendo da questa Infine, alle ore 21.00, la preghiera della
fonte la famiglia cristiana può riscoprire la “Supplica alla Santissima Trinità”, che castrada per la fedeltà, l’unità, la fecondità, ratterizza l’esperienza spirituale di questo
l’amore oblativo che la deve caratterizzare. Santuario diocesano. Invocando la SantisPregheremo insieme per chiedere questi sima Trinità, Misericordia infinita, ripetedoni portando all’altare tutte le intenzioni remo con fede : “Io confido e spero in Te”,
di preghiera e le prove che accompagnano lasciandoci guidare dalla Parola di Dio e
il cammino delle nostre famiglie.
dalle riflessioni della Chiesa.
L’appuntamento è per le ore 17.30, presso In preparazione alla Solennità della Sanla chiesa parrocchiale di Maccio di Villa tissima Trinità, viene proposto a tutti anGuardia, Santuario della Trinità Miseri- che un triduo di preghiera nei giorni di gio-
vedì 16, venerdì 17 e sabato 18, sempre alle
ore 21.00, con la preghiera della Supplica
accompagnata dall’adorazione Eucaristica e dalla riflessione sulla Parola di Dio.
Il Santuario è aperto tutti i giorni dalle ore
7.30 alle 23.00, con possibilità di confessioni individuali dalle 9.30 alle 11.30 e dalle
15.30 alle 17.00 nei giorni feriali (il venerdì anche dalle ore 18.00 alle 19.30 e dalle
21.15 alle 23.00) e le s. messe quotidiane
alle ore 8.30 e 17.30 (martedì e venerdì ore
20.30).
Per ogni informazione e per prenotare pellegrinaggi per gruppi, si può contattare la
segreteria parrocchiale, dalle ore 9.00 alle
12.00 e 15.00-17.00, dal lunedì al venerdì,
al numero telefonico 031.483252, oppure
consultare il sito www.trinitamisericordia.net.
Nel pomeriggio di martedì 21 giugno la
Casa Albergo di Lomazzo sarà lieta di
accogliere la scuola di danza “Art Music
Dance” di Bregnano.
Tutto avrà inizio alle 15.30, quando
i ballerini si esibiranno in danze di
diverso genere per dare il benvenuto
all’arrivo della nuova stagione, l’estate.
Si alterneranno in balli moderni con
ballerini di età compresa tra i 6 e i 20
anni.
Il pomeriggio sarà animato dalla
musica e dai colori brillanti degli abiti
e dalle acconciature sfarzose proprie di
un corpo di ballo moderno.
L’invito a partecipare è rivolto a tutti
parenti, amici, volontari e chiunque
altro vorrà intervenire.
■ Visita
Il 26 giugno
alla chiesatta di Claino
con Mondo Turistico
L’Associazione Culturale “Mondo
Turistico” organizza per domenica 26
giugno una passeggiata alla chiesetta
di S. Giulia a Claino. L’appuntamento
è fissato per le ore 15.00 a Claino,
davanti alla chiesa parrocchiale,
nel centro del paese. Si procederà
alla visita della Parrocchiale e del
caratteristico paese; quindi si farà
una piacevole passeggiata lungo una
mulattiera a mezza costa, fino alla
bella chiesetta barocca di S. Giulia. Si
raccomandano scarpe chiuse e comode.
La quota di partecipazione è di 5
euro per i soci, di 6 euro per i non
soci. Per informazioni e prenotazioni
(obbligatorie): Mondo Turistico, tel.
339.4163108; e-mail: mondoturistico@
virgilio.it.
ComoCronaca
Notizie flash
■ Cantù
Lenno, anniversari
Festa per
don Malacrida
L
La vita dopo il coma.
Percorsi ed esperienze
di cura
a scorsa domenica 12 giugno la
comunità di Lenno ha festeggiato
con gioia il suo parroco , don
Mario Malacrida, per il suo
doppio anniversario: i 40 anni di
ordinazione sacerdotale ed i 20 anni di
servizio pastorale alla Chiesa locale.
Don Mario, da poco nominato vicario
foraneo del Vicariato di Lenno, ha
ricevuto dai suoi parrocchiani durante
la partecipazione alla celebrazione
Eucaristica delle 10.30, tutto l’affetto e la
riconoscenza della sua comunità.
“Doverosamente lo ringraziamo –
le parole dei parrocchiani di Lenno
- per il suo quotidiano impegno al
servizio di tutti e per il ministero
che svolge con ineffabile rigore e
discrezione: caratteristiche personali
che lo contraddistinguono e che sono
state anche giustamente apprezzate
e pubblicamente riconosciute dal
Vescovo Diego nella sua recente visita
pastorale. Per questo la comunità di
Lenno desidera sinceramente stringersi
fraternamente a lui consapevole che
con il suo aiuto si potrà continuare a
condividere il cammino di fede».
L’Azienda Ospedaliera “Sant’Anna”
di Como ha organizzato il convegno
“La vita dopo il coma. Percorsi ed
esperienze di cura” in programma
venerdì 17 giugno al teatro comunale
S. Teodoro di Cantù (h. 8.30-18.30).
Nel corso della mattinata interverranno
gli specialisti del settore, nel
pomeriggio il convegno sarà aperto
alla cittadinanza e sarà la volta delle
associazioni di volontariato e dei
familiari di pazienti in stato vegetativo
o in coma. Tra i relatori della sessione
pomeridiana ci saranno, tra gli
altri, Mario Melazzini , presidente
nazionale dell’Associazione Italiana
Sclerosi Laterale Amiotrofica, Beppino
Englaro, lo scrittore Fabio Cavallari e il
giornalista Fulvio De Nigris.
Fiori e frutti
nelle decorazioni
intelvesi
Una mostra partorita dalla creatività degli
scolari dell’Istituto Comprensivo “Magistri
intelvesi” e del Circolo didattico di Porlezza
Originali gli elaborati
prodotti. L’auspicio è che
la mostra rimanga aperta
qualche giorno in più
S
arebbe un peccato, anzi un
peccato mortale, se andassero
perduti tutti quegli elaborati
che gli scolari dell’Istituto
Comprensivo “Magistri intelvesi” e
del circolo Didattico di Porlezza hanno
realizzato in questi mesi invernali, sotto
di Rina Carminati Franchi
la direzione dei loro insegnanti, con
tanta e inventiva fuori dal comune ed
entusiasmo da vendere.
C’è da rimanere stupiti vedendo quanta fantasia possono mettere in moto
i ragazzi quando c’è qualcuno motivato nello stimolarli e nel guidarli
adeguatamente.
La mostra didattica degli elaborati è stata aperta dal 7 all’11 giugno (ma
potrebbe esserlo ancora per qualche giorno con aperture da martedì a venerdì
dalle 10 alle 12 e dalle 14 alle 17 e il sabato dalle 9 alle 12) troppo poco per
godere a pieno dell’originalità di questi piccoli artisti che, a mio avviso,
meriterebbero maggiore attenzione e soddisfazione.
Come si fa a non fermarsi almeno un quarto d’ora ad ammirare un ramo di
pesco rosa fiorito che sembra una grande cartolina per poi accorgersi che quei
magnifici fiori sono stati confezionati con pop-corn?
E ancora quelle genzianelle che occhieggiano da dietro una pietra che
Il sacerdote ha
festeggiato, la scorsa
settimana, i 40
anni di ordinazione
sacerdotale e i 20 anni
in parrocchia
chiaramente arriva dal sasso di Gordona...
e che da altro non è fatta da calze e filo di
ferro…
Il tema della mostra è “Fiori e frutti nelle
decorazioni intelvesi”, a patrocinarla e
seguirla i consiglieri dell’Appacuvi e della
Comunità Lario Intelvese.
Il tema scelto ha scatenato la fantasia degli
scolari. Del resto i fiori sono sempre stati
per i ragazzi di tutti i tempi una componente
importantissima della vita montana,
specialmente quelli selvatici che si trovano
sotto gli occhi, fioriti magari in una notte di
fine primavera. Nei miei ricordi vi sono fasci
di narcisi che finivano davanti al simulacro
della Madonna di Caravaggio, mischiati con
i mughetti, i buton d’oro, le margheritine di
prato, così grosse da sembrare dalie. Fiori
rustici ma bellissimi, che profumavano
la chiesa e si mischiavano con l’odore
dell’incenso della benedizione serale del
mese di maggio.
Visitando la mostra ho ritrovato, non senza
un pizzico di nostalgia, il cartellone che mi
spiegava un fiore bellissimo che purtroppo
sta per scomparire: il mughetto.
Anche allora era raro e le casalinghe lo
mettevano in mezzo ai tavoli della cucina
per profumare l’ambiente, mischiato con le
erbe aromatiche.
Molto ricercati all’epoca, come lo sono
ancora oggi, i fiori di zucca. Le nostre
mamme li cucinavano in tanti modi, tutti
eccellenti: dal risotto, imbottiti di carne o
fritti in padella.
E se dall’esposizione dei ragazzi delle
scuole dell’infanzia, delle primarie e delle
secondarie di primo grado siamo finiti
alla cucina, penso che sia anche perchè
vorremmo caldamente che le associazioni
presenti sul territorio si interessassero e
trovassero uno spazio, magari durante i
mesi estivi, per riproporre questi bellissimi
elaborati che la fantasia e la buona
volontà degli scolari delle loro insegnati
e collaboratori sono riusciti a realizzare.
Certo c’è sempre il problema di trovare
un gruppo di persone che si assuma la
responsabilità dell’apertura e dei controlli
in un territorio i cui disponibilità e tempo
libero, specialmente durante i mesi estivi,
non sono molti.
Ricordiamo che fiori e i frutti delle
decorazioni intelvesi sono trattati anche
nella scagliola e i ragazzi sono andati a
cercarli nelle chiese più importanti della
Valle.
Rina Carminati Franchi
Sabato, 18 giugno 2011 25
Libri
■ Mino Nava
Vorrò mettermi
da parte
è possibile
vivere la propria
esistenza
in serenità,
rimanendo
eternamente
fedeli a se
stessi e senza
mai lasciarsi
sopraffare dal
disagio del
dubbio e dal logorìo della routine,
quando si è sommersi dalle invocazioni
e dalle grida di dolore degli altri, e si
deve quotidianamente sperimentare
la fatica di sobbarcarsi gli altrui
problemi per venirne in qualche modo
a capo, aiutando chi non ha mezzi e
non ha più forze a risollevarsi sino a
superare la soglia dei propri limiti?
La risposta è senz’altro affermativa,
a giudicare dal resoconto proposto
da un operatore tra i più “esperti”,
e dunque affidabili, del complesso
settore della solidarietà ai soggetti in
stato di emarginazione (clandestini,
detenuti, tossicodipendenti,
alcoolisti, malati mentali, etc.), quel
Mino Nava che ha dato alle stampe
un’autobiografia-confessione (“Vorrò
mettermi da parte”, con allusivo
sottotitolo “In cammino nel bosco
della semplicità”) volutamente
redatta all’insegna della leggerezza
e della fluidità. Fluidità e leggerezza
che non significano evidentemente
superficialità e faciloneria, ma che
testimoniano la volontà di legarsi
a una precisa opzione di scrittura,
che rende il testo estremamente
piano e leggibile, al di là di qualche
occasionale caduta di stile e sciatteria
linguistica (le solite parolacce che
purtroppo abbondano in larga parte
della produzione contemporanea,
forse nella fasulla idea che siano utili
a rafforzare il potere espressivo della
comunicazione). Un percorso sul filo
dei ricordi, che si snoda tra aneddotica
e rievocazione dei momenti biografici
salienti, dai giochi dell’infanzia agli
anni di scuola per giungere alle
attività lavorative e professionali
eseguite in gran copia e nei settori
più disparati, che rappresenta più che
altro un approfondimento e un chiarire
a se stessi le ragioni di una scelta
di vita che ha condotto l’autore alla
fondazione di ben due cooperative di
solidarietà sociale (nel 1985 quella
appunto denominata “In cammino”,
seguita a dieci anni di distanza da
“Orizzonti”), per capitalizzare al
massimo le doti di pazienza, capacità
di ascolto e tenacia di fronte alle più
dolorose emergenze –come il suicidio
in carcere dell’amico e collaboratore
Graziano- con cui ha saputo instaurare
un contatto immediato e diretto
con quelle persone “difficili” che da
sempre rappresentano, per gli altri,
una sorta di terreno infido e scivoloso,
possibilmente da evitare per non
esporsi a spiacevoli contraccolpi. Sullo
sfondo il coinvolgimento del nucleo
familiare, che ha visto la moglie
Marilena e i figli Tommaso, Samuele,
Mario e Rachele costantemente
impegnati nella collaborazione attiva
allo sviluppo delle iniziative di
solidarietà, senza il timore di mettersi
in gioco e “sporcarsi le mani” con
realtà abitualmente tagliate fuori dal
normale circuito della vita ordinaria,
e nella certezza che sia proprio questo
movimento verso l’altro la chiave
per impadronirsi di quel senso di
appartenenza al mondo e alla vita
che può renderci autenticamente
e profondamente umani. “Lasciarsi
andare e gioire dello stupore di questa
condizione che ti riempie”, annota
Nava a pagina 45, “è il tuo passaporto
per l’universo”. E per incamminarsi in
quel “bosco della semplicità” dove si
può essere invariabilmente bambini e si
azzerano tutte le lacerazioni e tutte le
differenze.
SALVATORE COUCHOUD
26 Sabato, 18 giugno 2011
LuigiGuanella
Itinerari da scoprire. Un piccolo “Cammino di Santiago”
A
l via il grande progetto
Il progetto prevede di
“Sui passi di don Luigi
contribuire all’abbellimento
Guanella… Il senso
del Santuario del Sacro
di un cammino” che
Cuore a Como, con il
la Provincia Sacro Cuore dei
rifacimento del percorso
Servi della Carità – Opera Don
storico-artistico-devozionale
Guanella ha messo a punto in
interno, al rifacimento del
previsione della canonizzazione
tetto della chiesa dei Ss.
del Fondatore. Il nome del
Antonio e Bernardino a
progetto ricalca il titolo del
Savogno e alla realizzazione
volume di don Adriano
di una struttura di
Folonaro edito nel 2005 da
accoglienza per i pellegrini
Nuove Frontiere Editrice, una
presso il fabbricato della
vera e propria guida turistica
ex-falegnameria della Casa
che propone un itinerario
Divina Provvidenza a Como.
nei luoghi guanelliani delle
4) Promozione e
provincie di Como e Sondrio.
Comunicazione
Lo scopo di questo progetto è
Oltre all’immagine
di far conoscere l’opera di don
coordinata, con un logo
Guanella attraverso i luoghi in
apposito che ricorda quello
cui è nato e in cui ha operato da
del Museo “Don Luigi
giovane sacerdote e fondatore,
Guanella di Como”, è in
nelle province di Sondrio e di
progetto la realizzazione
Como. Un piccolo “Cammino
di guide (tra cui l’edizione
di Santiago” tra i nostri monti
rivista ed aggiornata del libro
e le nostre valli, ricalcando gli
don Adriano “Sui passi
Scopo del progetto, prossimo al via, è di far conoscere l’opera del futuro di
antichi tracciati percorsi in
di don Luigi Guanella”),
lungo e in largo dal “nostro”
pieghevoli di
santo attraverso i luoghi in cui è nato ed ha operato, tra Como e Sondrio brochure,
don Guanella, montanaro e
percorso, altre pubblicazioni
camminatore instancabile.
a tema per valorizzare i
A scandirne le tappe, edifici
Musei e le raccolte museali
religiosi, realtà educative e assistenziali,
culturale. Le azioni previste si possono
nel Pian di Spagna (Pane e Signore) e a
guanelliane (anche quelle dedicate alla
musei e aree espositive che ci parlano
raggruppare in quattro grandi aree:
Como (la Provvidenza). Non mancherà un
Beata Chiara Bosatta, discepola prediletta
ancora di lui. Questo progetto rappresenta
1) Creazione di un percorso tematico
“sentiero speciale” nel Giardino del Merlo
di don Guanella, di cui il prossimo anno
anche un’importante occasione di
È stato individuato un percorso pedonale
a Musso-Dongo, ricordando la visita fatta
ricorre il 125esimo anniversario della
promozione e fruizione del territorio in
che congiunge Campodolcino a Como,
da don Guanella e riportata nello scritto
morte) e i più importanti luoghi di culto
chiave turistica e culturale durante tutto
lungo antichi sentieri (Via dello Spluga,
“Memorie passate e presenti attorno alla
lungo il percorso. Sarà anche messo on
l’anno. Determinante è stato l’incontro e la
Via Bregaglia, Via Francisca, Via Regina)
rocca di Musso”.
line un sito internet in 6 lingue contenente
condivisione dell’idea con le Figlie di Santa
passando per i siti più importanti legati
2) Realizzazione di spazi espositivi
informazioni sui percorsi e sulle singole
Maria della Provvidenza (la Congregazione
alle memorie guanelliane nelle provincie
Oltre all’adeguamento del Museo “Don
tappe, contenuti culturali e informazioni
femminile guanelliana), gli Enti pubblici
di Como e Sondrio (vedi elenco).
Luigi Guanella” di Como in vista della
pratiche per scoprire il territorio, link alle
locali, in particolare la Comunità Montana
Questo itinerario verrà rilevato tramite
canonizzazione e per una sempre migliore
realtà guanelliane e turistiche, cartine,
Valchiavenna, e anche la Provincia di
sofisticate tecniche WEB GIS, tra le più
accoglienza di anziani e disabili, saranno
informazioni e audioguide da scaricare su
Como, la Provincia di Sondrio, le Comunità all’avanguardia in Europa, e corredato di
realizzati spazi espositivi presso la Casa
palmare e lettori MP3, brevi filmati sulla
Montane Valtellina di Morbegno e Valli del
opportuna segnaletica. Saranno anche
natale di Fraciscio e la Casa ex-coadiutorale vita e sui luoghi di don Guanella. Verrà
Lario e del Ceresio, i Comuni interessati, le
rilevati con sistema GPS e segnalati
di Traona, nei locali abitati da don
pure realizzato un cortometraggio video
Parrocchie interessate, Enti e Fondazioni
itinerari in auto e ciclabili che permettono
Guanella. Un pannello su don Guanella
sulla vita e le opere di Don Guanella.
private, Associazioni e gruppi culturali
di raggiungere i siti guanelliani. Saranno
sarà esposto anche al MuViS (Museo della
La comunicazione e le visite guidate
ed escursionistici (vedi elenco). Il
inoltre realizzati quattro “sentieri
Via Spluga e della Val San Giacomo) di
promozionali ai luoghi guanelliani saranno
progetto ha appena ricevuto un cospicuo
meditativi” accompagnati da frasi di don
Campodolcino, allestito presso il Palàzz
fondamentali per far conoscere il progetto.
finanziamento dalla Fondazione CARIPLO, Guanella: tra Fraciscio e Gualdera (la vita e
delle Corti.
pagina a cura
che ne ha apprezzato l’indubbio interesse
la vocazione), a Olmo (la paternità di Dio),
3) Riqualificazione spazi di accoglienza
di SILVIA FASANA
Sui passi di don Guanella
Tra Como e Sondrio. Numerosi i sostenitori
Molti i punti
di interesse
E
cco i punti di interesse guanelliano: Campodolcino: palàzz
delle Corti, Museo Via Spluga (MUVIS); chiesa parrocchiale di
S. Giovanni Battista; fraz. Fraciscio, casa natale; fraz. Fraciscio,
chiesa Parrocchiale di S. Rocco; fraz. Pianelle, Baita dello
Scoiattolo – Don Guanella e le sue montagne; fraz. Gualdera, Motto del
Vento.
San Giacomo Filippo: fraz. Gallivaggio, santuario della Madonna di
Gallivaggio; casa parrocchiale; fraz. Olmo, chiesa Parrocchiale della SS.
Trinità.
Chiavenna: loc. Deserto.
Piuro: loc. Prosto, chiesa parrocchiale B.V. Assunta; loc. Savogno,
chiesa parrocchiale dei Ss. Antonio e Bernardino.
Traona: chiesa arcipretale di S. Alessandro e ex-casa coadiutorale; exconvento di S. Francesco.
Dubino: fraz. Nuova Olonio, Casa Madonna del Lavoro e santuario SS.
Salvatore e Madonna del Lavoro
Musso-Dongo: Giardino del Merlo.
Pianello del Lario: fraz. Calozzo, chiesa parrocchiale di S. Martino;
fraz. Calozzo, casa parrocchiale, cucinone “storico” e ex-casa
coadiutorale con le stanze di suor Chiara Bosatta; fraz. Calozzo,
lungolago della “barchetta”; fraz. Calozzo, Casa “Sacro Cuore”
con Museo e chiesa del Sacro Cuore; fraz. Camlago, prima sede
dell’Ospizio.
Como: Collegio Gallio; Chiostro della Basilica di S. Abbondio;
Centro Pastorale “Cardinal Ferrari” e chiesa SS. Trinità; fraz. Lora,
Casa “S. Maria della Provvidenza”, Casa madre Figlie di S. Maria
della Provvidenza e Museo “Beata Chiara Bosatta”; Casa “Divina
Provvidenza” e Museo “Don Luigi Guanella”; Santuario Sacro Cuore.
Un articolato
intreccio
di luoghi che
abbraccia
due province,
tra lago e
montagne
GLI ADERENTI
Hanno già aderito e
sostengono il progetto:
Congregazione Figlie
di Santa Maria della
Provvidenza
Fondazione CARIPLO,
Fondazione Credito
Valtellinese, BIM dell’Adda
Comunità Montana
Valchiavenna, Provincia di
Sondrio, Provincia di Como,
Comune di Campodolcino,
Comune di Chiavenna,
Comune di Dongo, Comune
di Dubino, Comune di
Gordona, Comune di
Gravedona ed Uniti, Comune
di Madesimo, Comune di
Menarola, Comune di Mese,
Comune di Musso, Comune
di Novate Mezzola, Comune
di Pianello del Lario,
Comune di Piuro, Comune di
Prata Camportaccio, Comune
di Samolaco, Comune di San
Giacomo Filippo, Comune di
Sorico, Comune di Traona,
Comune di Verceia, Comune
di Villa di Chiavenna.
Parrocchia Borgonuovo
di Piuro
Parrocchia Andalo
Valtellino, Parrocchia
Campodolcino, Parrocchia
Chiavenna, Parrocchia
Delebio, Parrocchia Dubino,
Parrocchia Fraciscio,
Parrocchia Gordona,
Parrocchia Gravedona,
Parrocchia Isola-Pianazzo,
Parrocchia Lora, Parrocchia
Mese, Parrocchia Musso,
Parrocchia Nuova
Olonio, Parrocchia Olmo,
Parrocchia Pianello del
Lario, Parrocchia Prosto,
Parrocchia S. Pietro
Samolaco, Parrocchia
Sorico, Parrocchia Traona,
Santuario Gallivaggio.
Bella Pianello, CAI
Chiavenna, CAI Morbegno,
CAI Dongo, Centro Studi
Storici Valchiavennaschi,
Circolo C4 Chiavenna,
Collegio Gallio Como,
Consorzio Turistico
Valchiavenna, Consorzio
Turistico “Porte di
Valtellina” Morbegno,
Cooperativa Turistica
Imago, Fondazione Centro
Studi “N. Rusca” Como,
Giardino del Merlo, Gruppo
Alpini Nuova Olonio, Gruppo
Alpini Pianello del Lario,
Iubilantes, Mondo Turistico,
MuViS Campodolcino,
Rete dei Cammini,
Riserva Naturale Pian di
Spagna-Lago di Mezzola,
Scacciapensieri, Sistema
Museale della Valchiavenna.
Valli Varesine
28 Sabato, 18 giugno 2011
■ Cittiglio
Saggio di fine corso
per il gruppo bandistico
Con il mese di giugno si sono concluse
anche le attività della scuola di musica
promossa per le giovani leve dai corpi
musicali Vittorio Veneto di Casalzuigno
e Amici della Musica di Cittiglio che
ormai da anni collaborano insieme. Nel
pomeriggio di sabato 11 giugno scorso
è stato, infatti, organizzato nel salone
dell’oratorio di Cittiglio, il Saggio di fine
corso con l’esibizione degli giovani allievi
del primo e secondo anno di strumento.
Quest’anno, tra l’altro, i ragazzi che
si esibivano erano oltre una ventina,
un bel gruppo numeroso ed affiatato
che lascia soddisfatti i dirigenti dei
due corpi musicali. Ciascun allievo si è
esibito in coppia con un compagno in un
breve brano dimostrativo delle nozioni
apprese durante l’anno e, in apertura
e in conclusione dell’incontro si sono
cimentati in un piccolo concerto d’insieme
che ha dimostrato ai presenti il buon
livello musicale raggiunto dal gruppo.
Soddisfazione dei presidenti dei due corpi
musicali Kogoj e Marzaro – intervenuti
all’esibizione – e, ovviamente dei genitori
e dei parenti degli allievi, ma anche e
- forse soprattutto - delle insegnanti
presenti: Sabrina e Roberta che hanno
seguito i ragazzi (assieme al maestro
Zocchi degli ottoni) durante tutto l’anno.
■ Caravate
Torna la “Tenda Giovani”
con i padri Passionisti
Si svolgerà nel fine settimana 17 - 19
giugno presso il convento dei Padri
Passionisti di Santa Maria del Sasso di
Caravate, la XVII edizione di TendaGiovani,
una iniziativa proposta dai Padri
Passionisti e rivolta a tutti i giovani.
“Più forte della paura” è il tema della tre
giorni che cercherà di dare spiegazioni e
risposte per sfuggire alla paura e trovare il
coraggio di “spiccare il volo”. Informazioni
ed iscrizioni sul sito: www.cumpassio.it –
telefono 0332-601405.
■ Cavona
Pellegrinaggio
vocazionale e Unitalsi
Sabato 18 giugno, nono appuntamento
col pellegrinaggio vocazionale di zona.
Ritrovo al mattino, alle ore 7.00, presso
la cappelletta di Santa Teresa per la
recita del Santo Rosario. Alle 7.30
Messa in Santa Casa a Cavona. Animerà
l’incontro il gruppo Unitalsi di Cittiglio.
Una Santa Messa particolare per anziani
ed ammalati verrà celebrata alle ore
15.00 di domenica, 19 giugno, nella
chiesa parrocchiale di Cittiglio e vedrà
la partecipazione del medesimo gruppo
Unitalsi, promotore dell’iniziativa.
■ Cronoscalata
Appuntamento a Duno
per la corsa amatoriale
La mattina di domenica 19 giugno
si svolgerà la seconda edizione della
cronoscalata non competitiva Duno - San
Martino. Il ricavato della competizione
sarà infatti devoluto alla ricerca
scientifica in campo medico, sostenuta
dalle varie iniziative di Telethon.
■ Casalzuigno
Tre concerti serali
con la “Vittorio Veneto”
La banda “Vittorio Veneto” di Casalzuigno
ha programmato tre concerti serali in
altrettanti luoghi del paese. Il programma
prevede: venerdì 17 giugno, alle Marianne;
venerdì 8 luglio, a Casale; sabato 16
luglio, ad Arcumeggia.
Forse sarà dedicata all’Ausiliatrice.
Una cappella
per Cittiglio
F
orse sarà dedicata a Maria
Ausiliatrice, ma non è ancora
certo. Certa è invece la volontà
degli abitanti del rione Valcuvia nel
costruire una cappellina all’interno
della loro contrada. Dei sei rioni in cui
è stato suddiviso il paese di Cittiglio in
occasione del palio, il rione Valcuvia
era l’unico a non avere ancora un punto
devozionale al suo interno. I quartieri
storici di Cittiglio hanno da tempo
immemore al loro interno dei luoghi
di culto storici: la chiesa parrocchiale a
Cittiglio Alto, la cappellina alla Madonna
di Caravaggio alle Cascine, la chiesa
di San Biagio a Vignola/San Biagio,
la cappella di San Rocco alle Fracce.
Dal 2005 anche il rione San Giulio si
è dotato di un “luogo di culto” grazie
all’edificazione di una piccola edicola
dedicata a San Pio da Pietrelcina e il
rione Valcuvia ci pensa oggi! Il cammino
per arrivare all’edificazione della
cappella era partito già cinque anni
fa, quando, in accordo col comune, gli
abitanti del posto avevano individuato
come luogo idoneo allo scopo una
aiuola ampia posta all’incrocio tra la
via Torino, la via Garibaldi e la nuova
I lavori sono stati
avviati con la
primavera: l’augurio
è di arrivare
all’inaugurazione già
nel prossimo autunno.
strada per la Valcuvia costruita dalla
provincia all’inizio degli anni Ottanta
del secolo scorso. L’aiuola era dunque
un reliquato derivato dalla realizzazione
della nuova arteria e come tale rimasto
in proprietà alla provincia di Varese.
Saputo questo il comune di Cittiglio ha
iniziato i contatti con l’ente provinciale
per ottenere la proprietà dell’area cosa
che è riuscita dopo non pochi incontri.
Subito dopo sono iniziate le “peripezie”
urbanistiche che si sono tradotte nel
2009 in una variante al Piano regolatore
generale che ha reso l’area idonea ad
accogliere la costruzione devozionale.
Nel frattempo comune e parrocchia
hanno sottoscritto una convenzione
con la quale si è concretizzata la
possibilità che la parrocchia potesse
richiedere la realizzazione della cappella
e presentasse i relativi documenti di
richiesta. Lo scorso 16 marzo veniva
rilasciato il permesso di costruire e i
lavori iniziavano il 6 aprile successivo
sotto la direzione lavori del geometra
Zaira Maiolo che è anche la firmataria
del progetto dell’opera. La cappellina
sta crescendo e poco alla volta l’edificio
sta prendendo la sua forma definitiva. I
lavori sono compiuti da maestranze del
posto, coadiuvate da alcuni volontari che
danno una mano nella realizzazione e
nel recupero dei materiali, coll’intento
di portare a compimento l’edificio il
più presto possibile, in modo da poter
arrivare all’inaugurazione già il prossimo
autunno.
ANTONIO CELLINA
Brenta:
preghiera e arte
E
ntrando nel bel santuario di San Quirico e Giolitta di Brenta,
colpisce la ricca decorazione barocchetta che fa da cornice
al bel dipinto su tela raffigurante il santo fanciullo Quirico e
la madre Giolitta che conobbero il martirio sotto Diocleziano. Il
quadro è posto sopra l’altare maggiore. Una grande pittura di primo
novecento ricopre la parte
e l’altro nell’altare di sinistra,
posta all’uscita e ci rappresenta
collocato sotto la statua
La piccola Madonna coi
dedicata a Sant’Antonio abate,
genitori, inseriti in un contesto
che ci viene rappresentato
paesaggistico. Lungo le pareti
con il maialino accanto, come
poste in alto altre pitture ci
tradizione vuole. Una notevole
ricordano santi e profeti e
scultura lignea da pochi anni
nell’arco che ci introduce
restaurata. Ebbene, in questo
nel luogo della celebrazione
secondo medaglione ci viene
campeggia un Cristo crocefisso
rappresenta Santa Liberata. Una
attorniato da angeli. Vi sono
scritta in latino ci ricorda che è
poi due medaglioni collocati
patrona delle puerpere. Tempi
sopra i due altari laterali: quello
non lontani la si festeggiava
miracoloso e secolare dedicato
o ricordava in modo solenne
alla Vergine delle Grazie, posto
in gennaio, nel giorno della
sotto la statua della Madonna;
sua commemorazione. Ma
chi era questa santa? Qui in
Valcuvia pochi lo sanno oppure
non lo ricordano… eppure
e fortemente radicata nella
tradizione di fede ancor più
nella nostra Diocesi. Infatti
Santa Liberata si può definire
una santa comasca, perché
giunse a Como o in prossimità
della città con la sorella
Santa Faustina, proveniente
dall’Emilia da dove le due
giovani donne fuggirono perché
destinate dal ricco padre al
matrimonio. Una decisione che
contrastava la loro volontà di
dedicarsi alla vita consacrata.
Arrivarono a Como e come
benedettine si ritirarono in
convento fondando poi il loro
monastero dedicato a Santa
Margherita. Probabilmente la
santa di Antiochia protettrice
delle partorienti. Da Como la
tradizione di queste due sante
arrivò anche in Valcuvia e
l’immagine conservata nella
chiesa di San Quirico ne è una
testimonianza. (S.T.)
■ La trentunesima edizione della rassegna organistica
Fino a ottobre su antichi strumenti
R
itorna, da giugno a ottobre, il ciclo di concerti su antichi organi della provincia di
Varese, “Antichi Organi, Patrimonio d’Europa”, ormai alla trentunesima edizione. Il programma, ancora una volta organizzato da Mario
Manzin, è iniziato lo scorso 12 giugno con un
concerto del maestro Maurizio Croci sull’organo
Carnisi (datato 1852, restaurato nel 1987) nella chiesa parrocchiale di Germignaga, sul Lago
Maggiore. Si segnala poi il concerto di Giusy Tunici, domenica 19 giugno sull’organo Mascioni
(1905, restaurato nel 2005) della chiesa parrocchiale di Gemonio. Tra gli altri appuntamenti della Valcuvia ricordo anche quelli di Rancio Valcuvia il 16 luglio (maestro Simone Della
Torre alle tastiere dell’organo costruito da Vincenzo Mascioni nel 1892, restaurato nel 2008
da Giovanni Mascioni di Cugliate Fabiasco) e
di Duno del 30 luglio; in quest’ultimo caso sarà
ancora un organo Mascioni,costruito nel 1940
per la chiesa sacrario e tempo votivo dei Medici
di Italia a far sentire le sue note con l’organista
Fabio Re. Altri appuntamenti, ma nei dintorni,
per la sera del 20 agosto a Montegrino Valtravaglia dove verrà utilizzato il restaurato organo
degli Arioli e Franzetti di Gemonio, datato 1831
con alle tastiere il maestro Francesco Tasini, poi
11 settembre a Mombello di Laveno-Mombello
con l’organo Bernasconi, il 18 settembre a Besozzo (in questo caso accanto all’organo Mascioni, datato 1884, ci sarà anche una tromba),
il 24 settembre a Brissago Valtravaglia. Questi gli
appuntamenti più vicini a noi ma il ciclo prevede un totale di venticinque concerti fino all’ultimo del 2 ottobre, programmato ad Inarzo, nella
chiesa parrocchiale di quella piccola parrocchia
poco lontano dal lago di Varese, dove verrà utilizzato dall’organista Francesco Zuvadelli l’organo Maroni Biroldi, realizzato nel 1838 e restaurato nel 1995. Ancora una volta una tradizione,
quella organaria della provincia di Varese messa in luce da questa serie di concerti. (G. Po.)
Sondrio Cronaca
libri
Sabato, 18 giugno 2011
29
A Sondrio, di recente, presentata una pubblicazione fresca di stampa.
Rusca in Valmalenco: nuove
ricerche e indagini storiche.
P
resso la Sala dei Balli di Palazzo
Sertoli a Sondrio, è stato
presentato di recente il 13°
volume della Collana storica
della Fondazione Credito Valtellinese,
“Fra curati cattolici e ministri riformati
- Nicolò Rusca e il rinnovamento
tridentino in Valmalenco”, dove
è proposta la figura del venerabile
arciprete di Sondrio da una prospettiva
non ancora indagata. Oltre all’autrice
Saveria Masa, erano presenti mons.
Saverio Xeres, relatore della positio per
la beatificazione del Rusca, Claudia Di
Filippo Bareggi, studiosa e docente di
Storia Moderna all’Università degli Studi
di Milano, e Carlo Papacella, pastore
evangelico onorario di Poschiavo. A
presentare i relatori al folto pubblico e
moderare gli interventi è stata Augusta
Corbellini, presidente della Società
Storica Valtellinese. Di seguito offriamo
una lettura del libro tenendo presenti le
indicazioni emerse.
Nella prefazione mons. Xeres suggerisce
che all’origine della nuova opera sta don
Alfonso Rossi, attuale parroco di Chiesa,
cui si deve l’intuizione, formidabile
nella sua semplicità, che Nicolò Rusca...
andasse finalmente riconosciuto e
studiato anche nel suo ruolo di parroco
della Valmalenco... porzione della vasta
cura allora assegnata all’arciprete di
Sondrio, mentre Masa è stata capace
di condurre a termine un lavoro di
consultazione e ricostruzione molto
faticoso, anzitutto per la disastrosa
situazione dell’Archivio di Stato di
Sondrio, dovendo richiedere da fuori
provincia i voluminosi e delicati faldoni
notarili. Oggetto dell’indagine sono
stati anche l’archivio della parrocchia
di Sondrio, gli archivi e le biblioteche
parrocchiali della Valmalenco (all’epoca
parte della pieve di Sondrio) a rischio
di perdita totale, se non intervengono
scelte tempestive e risolute, le fonti delle
comunità riformate presso gli archivi
di Brusio e di Stato a Coira e gli atti del
Sinodo Retico, che dal 1537 ha regolato
la vita dei ministri evangelici e il loro
rispetto della dottrina.
Merito della Masa è di aver illuminato
con sguardo acuto alcuni aspetti finora
rimasti in ombra del complesso periodo
delle comunità di Valtellina negli
anni tra il ‘500 e il ‘600, e quindi della
Valmalenco, corridoio di confine da cui
transitavano merci e idee anche religiose,
divenuto allora nervo sensibile, a un
tempo di collegamento e di tensione,
tra dominanti e dominati, fra uno Stato
retico che tende progressivamente ad
identificare la propria “libertà” politica
con la confessione riformata e un
territorio soggetto che guarda piuttosto
a Meridione, verso la Milano spagnola
e l’Italia “naturalmente” cattolica.
L’analisi dell’autrice, formatasi alla
scuola della Di Filippo Bareggi, parte
dalla constatazione che la storiografia
locale è tuttora molto poco attenta alla
vita religiosa della popolazione delle
nostre valli e continua ad ignorare
l’apporto culturale e religioso venuto
dalla presenza riformata. Una seconda
osservazione riguarda la limitatezza
della documentazione archivistica
dentro cui ha dovuto svolgersi la sua
ricerca: gli archivi furono distrutti quasi
in toto dalle vicende dell’epoca, cui
contribuirono tanto i riformati, quanto i
cattolici.
Per uno sguardo d’insieme sulla realtà
del tempo, Masa ha dovuto anzitutto
approfondire la situazione della pieve
di Sondrio nel ‘500, quando sotto
il dominio grigione le terre suddite
divennero non solo un’ottima base di
partenza per i rapporti e gli scambi
economici con la vicina Repubblica
di Venezia..., ma anche un sempre più
solido avamposto per la diffusione
della riforma protestante. Nel 1527
Coira aveva aderito alle idee di Zwingli
e l’anno precedente la Dieta di Ilanz
con il Toleranzedict aveva sancito
che nel territorio delle Tre Leghe si
professavano la riforma evangelica e il
cattolicesimo. Ecco, allora, verso la metà
del ‘500, l’insorgere del fenomeno della
biconfessionalità presso molte comunità
del territorio, in particolare in quelle
strategicamente rilevanti anche dal
punto di vista geografico ed economicocommerciale come la Valmalenco.
Testimone principale di questa
situazione da parte cattolica è l’arciprete
di Sondrio Gian Antonio Paravicini
che si insediò alla guida della pieve
nel 1620, alla vigilia dell’insurrezione
valtellinese. Per illuminare gli aspetti
di novità evidenziati nel libro, occorre
soffermarsi sulla situazione della
Valmalenco dopo l’atto di costituzione
della comunità evangelica, che a ragione
Masa fa risalire al 1561, quando il
ministro riformato e notaio Bartolomeo
Chiesa inviò alla Dieta di Coira la
richiesta dei capifamiglia riformati di
Chiesa e Lanzada di potersi costituire
come chiesa evangelica di Malenco. Da
quel momento cominciò ad esistere
ufficialmente la biconfessionalità
nella valle: della comunità riformata
facevano parte i membri della potente
e facoltosa famiglia Chiesa e alcuni
altri esponenti di rilievo della società
di valle, mentre la maggioranza della
popolazione rimaneva cattolica. Solo a
Lanzada l’adesione alla riforma fu più
popolare, in quanto i suoi abitanti erano
maggiormente abituati ad emigrare per
lavoro e quindi a viaggiare spesso, a
frequentare paesi e gente diversa.
pagina a cura di
PIERANGELO MELGARA
L’arciprete Nicolò Rusca. Ritrovati importanti documenti di approfondimento.
T
ale stato di cose non poteva non
generare frizioni e contese, anche
perché i cattolici presto furono
forzati a condividere l’uso della stessa
chiesa quando non ne esistevano altre,
o a cederne una per il culto proprio a
chi aveva abolito la messa tradizionale,
la venerazione della Madonna e dei
santi, distrutto o ricoperto le immagini
sacre. In Valmalenco, pur con frequenti
dissidi e molestie reciproche, la difficile
convivenza fu tuttavia possibile finché
a guidare i riformati fu il potente e
autorevole clan familiare dei Chiesa con
il pastore e notaio Bartolomeo e suo
figlio Giovanni, mentre un esponente di
un ramo della stessa famiglia, Giovanni
Maria Chiesa, aveva la cura dei cattolici.
I motivi di frizione divennero invece
sempre più violenti quando, morto
Giovanni Chiesa, tra il 1608 e il 1615
in Valmalenco venne Gaudenz Tackh,
pastore di Brusio, il quale inasprì i divieti
e innalzò le pretese applicando le stesse
regole di vita vigenti in Valposchiavo.
Intanto, dal 1590 a guidare la pieve
di Sondrio c’era l’arciprete Nicolò
Rusca, vera incarnazione del modello
di sacerdote tridentino, capace di
curare non solo la formazione del clero
autoctono, ma di essere anche attento
tessitore e solido punto di riferimento.
Fu così che sacerdoti formati ai principi
del Tridentino e uniti dai medesimi
obiettivi assunsero la cura pastorale in
Valmalenco: Andrea Sasso, Giovanni
Cilichini, Giovanni Tuana, Giovanni
Pietro Carini. Grazie a loro e alla loro
opera di rinnovamento riprese il
L’affermarsi
dei cattolici
rapporto di fiducia e collaborazione con
la comunità cattolica di valle e numerose
furono i ritorni al cattolicesimo. Di certo
tutto ciò e altri eventi in campo politicomilitare (l’alleanza sempre più stretta delle
Tre Leghe con la Francia e Venezia e la
risposta spagnola con la costruzione del
forte di Fuentes), resero più tesi i rapporti,
tanto che la frangia più estremista dei
riformati abbracciò il progetto di eliminare
i protagonisti della rinascita cattolica.
Nel 1608 ci fu il primo arresto del Rusca,
rilasciato dopo qualche tempo non senza
aver versato una pesante cauzione e
costretto poi ad allontanarsi da Sondrio
fino al maggio 1609. Cilichini e Tuana,
ricercati nel 1618 in concomitanza con il
secondo arresto del Rusca, si salvarono
con la fuga. È noto che il Cilichini,
messo sull’avviso da un eretico a lui
legato da stima e amicizia, lasciò la
parrocchia di Lanzada e a Ponchiera
s’incontrò proprio coi Grigioni che
conducevano prigioniero il Rusca: i
due si salutarono con un cenno degli
occhi. Tutti questi fatti accaddero,
perché ormai il Sinodo retico, dominato
dai ministri più radicali con una forte
caratterizzazione antispagnola, spingeva
per un’azione sempre più violenta. Il
tribunale punitivo di Thusis decise molte
condanne, anche di riformati ritenuti
sostenitori del partito filospagnolo e
fra i primi dell’arciprete di Sondrio.
La notizia del suo martirio si diffuse
rapidamente anche in Valmalenco e il
clima di ostilità fu accentuato dalla voce
che nella cattura del Rusca un ruolo
chiave l’aveva avuto il pastore Marco
Antonio Alba. La notizia giunta a noi
attraverso il Tuana, oggi ha potuto essere
finalmente verificata dalla Masa, che
ha trovato fra le imbreviature del notaio
riformato Giovanni Abondio Mossini un
documento inedito che ne costituisce
una vera e propria conferma.
Completano il volume, oltre alla
Bibliografia e agli Indici, il racconto
della raggiunta autonomia religiosa
delle comunità locali con l’erezione
delle parrocchie della Valmalenco e il
consolidarsi della pastorale tridentina,
mentre il prevosto Alfonso Rossi
dà notizia del ricordo ancora vivo
tra i malenchi dell’arciprete Rusca.
L’appendice accoglie la cronotassi
di curati, beneficiali e parroci fino al
1650 circa e la trascrizione di alcuni
documenti.
Valchiavenna
30 Sabato, 18 giugno 2011
i bambini
e il futuro
Aperta una
mostra nella
sede della
Comunità
Montana
Paura per l’inquinamento
ma grande fiducia
nell’innovazione
tecnologica come
presupposto per il
benessere. Per sapere
cosa pensano i bambini della Valchiavenna
sul futuro, sulla politica e sugli enti locali
basta fare una visita alla mostra “Idee
Fuori del Comune” aperta nella sede della
Comunità montana. L’esposizione è visitabile
liberamente durante gli orari di apertura
■ Verceia
ario
s
r
e
v
i
ann
Programma agile ma dettagliato, tono
spigliato, ringraziamento a chi lo ha
eletto e apertura alla collaborazione con
la minoranza. Solo 10 anni ma sembra
già un politico navigato Gianmarco
Cervati, primo “Sindaco dei Ragazzi” di
Verceia. Si è tenuta nei giorni scorsi la
cerimonia di proclamazione degli eletti del
consiglio comunale dei giovanissimi voluto
dall’amministrazione, quella degli adulti,
capitanata dal sindaco Luca Della Bitta.
Di fronte ad un pubblico folto, i ragazzi
della quinta hanno illustrato in modo
approfondito il percorso che li ha portati
alla prima elezione del consiglio comunale
dei ragazzi. Un percorso lungo e articolato,
che ha seguito in tutto e per tutto quello
“vero” dei grandi. Alla fine si è arrivati alla
formazione di due liste contrapposte. Una
guidata da Cervati e l’altra dalla compagna
di classe Valentina Motta. Vittoria sul filo
di lana per Cervati, che ha ricevuto gli
auguri e i complimenti anche dalla sua
competitrice. «è l’inizio di un percorso ha commentato Della Bitta - che riteniamo
un investimento per il futuro. Fare
l’amministratore è sempre più difficile ed
è importate che i giovani si rendano conto
di cosa sia un ente pubblico». (D. Pra.)
Testimone di fede,
come il beato Guanella
■ Gordona
A scuola si impara
a studiare il territorio
■ Turismo
Su internet si possono
prenotare le offerte
Novità per il Consorzio Turistico
Valchiavenna, che da pochi giorni ha la
possibilità di proporre agli utenti internet
tre pacchetti turistici, che potranno essere
acquistati tramite www.storevaltellina.
it. Si tratta di proposte con percorsi
enogastronomici e sulla Via Spluga.
i bambini delle classi prime e seconde di
primo grado del distretto valchiavennasco.
Al termine del percorso i ragazzi hanno
realizzato lavori che riportano i loro giudizi
sulla valle e le loro aspettative per il futuro.
Il quadro che ne esce permette di trarre
un bilancio di come le nuove generazioni
vedono le amministrazioni pubbliche e tutto
quanto funziona, o non funziona, nelle valli
del Mera e del Liro oltre che capire il livello
di comprensione delle prerogative degli enti
pubblici acquisito. (D. Pra.)
Chiavenna: a undici anni dalla morte suor Maria Laura Mainetti
Eletto il Consiglio
Comunale dei giovani
Una classe ha studiato il territorio e
la popolazione di Gordona. L’altra ha
raccontato il paese con la macchina
fotografica. Poi hanno unito i lavori e
hanno allestito una mostra. Nei giorni
scorsi la scuola media di Gordona ha
accolto l’inaugurazione dell’iniziativa
promossa dalla sezione della “Garibaldi”
in collaborazione con l’amministrazione
comunale. La mostra, che è rimasta aperta
fino a lunedì, è la tappa conclusiva di
un percorso che ha visto impegnati gli
alunni della IIA e della IIIA. Gli alunni
di seconda hanno concentrato la propria
attenzione sul territorio del comune.
Un’analisi attenta che ha permesso agli
studenti di scoprire le peculiarità del
proprio comune e di programmare un
possibile sviluppo del paese. Un “Pgt”
in piccolo, insomma, che ha consentito
agli studenti, guidati dall’insegnante
di educazione tecnica Laura Loffa,
di comprendere l’importanza della
programmazione nella gestione del
territorio. Gli alunni di terza hanno
lavorato con la fotocamera. Hanno
concentrato la propria attenzione su alcuni
dettagli della vita di Gordona, cominciando
dall’ambiente familiare. Gli scatti esposti
a scuola dimostrano che il lavoro svolto
sotto la guida di Enrico Cameron,
insegnante di scienze e matematica, ha
portato risultati interessanti. (S. Bar.)
dell’ente. Si tratta dei lavori realizzati dai
ragazzi delle scuole coinvolte nel progetto
triennale finanziato dalla Cm e gestito dalla
cooperativa sociale Progetto Vita che vede
come partner coinvolti la cooperativa sociale
Nisida e gli istituti comprensivi Bertacchi,
Garibaldi e Novate Mezzola. Un’attività di
conoscenza e applicazione della Convenzione
internazionale sui diritti dell’infanzia, nata
nasce con l’idea di coinvolgere i ragazzi
creando uno spazio di dialogo e confronto
con le istituzioni pubbliche. Destinatari sono
P
assano gli anni, ma il ricordo di suor Maria Laura rimane sempre vivo. Non
può essere diversamente. La sua eroica testimonianza è impressa nella
mente e nel cuore di tantissime
persone che guardano a lei
con affetto e devozione. L’anniversario
monsignor Attilio Mazzola, che, nella
della sua morte - celebrato, come
sua qualità anche di Vicario episcopale
sempre, con grande concorso di popolo
per i religiosi e le religiose della diocesi,
nella chiesa di San Lorenzo lunedì 6
non gli è stato difficile tracciare, in
giugno - coincideva quest’anno con la
modo convincente, un ideale parallelo
canonizzazione di don Luigi Guanella.
tra don Guanella e suor Laura: due
Una felice coincidenza che è sembrato
figure religiose di santità, due credenti,
opportuno valorizzare. Per questo
che parlano a tutti i credenti, al nostro
motivo a presiedere la concelebrazione
territorio, al nostro tempo.
è stato invitato il sacerdote guanelliano,
«Sono figure di credenti - ha sottolineato
don Attilio - che provocano ad accogliere
il Vangelo come proposta che fa la verità
dell’uomo; ad assumere il compito di
dare continuità a quel contesto naturale
e specifico dove l’attenzione alle
persone, il senso del servizio e l’apertura
al trascendente supportano le scelte
di valore; a curare relazioni ricche di
autentica umanità, capaci di produrre
una educazione sana. Essere discepoli
di Cristo vuol dire portare la croce
dietro a Gesù. E questa sequela dice
un coinvolgimento totale con lui, nel
destino, ma anche nell’assumere quegli
atteggiamenti “scandalosi” che sono
stati la ragione della sua condanna: la
predilezione per i poveri, per i peccatori
e il suo modo di parlare di Dio». Ecco,
il dono della propria vita al Signore
mediante la consacrazione religiosa,
è certamente una modalità dove gli
elementi fondamentali dell’esistenza
cristiana si vedono meglio.
Così hanno fatto don Guanella e suor
Laura. Scriveva il giornale laico milanese
“La sera” alla morte di don Luigi:
«Potrebbe essere degno del nome di
Santo don Guanella perché tutto quello
che egli ha compiuto è veramente e
profondamente cristiano. Apostolo della
dottrina del cristianesimo non solo
nelle teorie ma nella vita. Don Guanella
non ha vissuto per sé ma per l’umanità.
Tutti gli uomini sono stati suoi fratelli e
la sua vita è tutto un poema di carità e
di amore…». Altrettanto si può dire di
suor Maria Laura, la cui vita si è svolta
e conclusa con modalità diverse ma
con la stessa totale dedizione al Signore
e al prossimo. Come ci conferma una
sua accorata preghiera: «Ti appartiene,
Gesù, la mia vita; ti appartengono i miei
pensieri, i desideri, le ansie, le attese. I
miei slanci sono per te. I miei ricordi e
le mie fantasie son per te… Insegnaci
l’impegno nel quotidiano, nella
monotonia, donaci di impegnarci per un
futuro migliore, di collaborare con te che
sei Padre di ogni uomo…».
Con i dodici concelebranti era presente
questa volta anche il chiavennasco
ottantaquattrenne padre gesuita Adriano
Pighetti giunto dal Brasile per un breve
periodo di vacanza.
■ Associazione italo-svizzera per gli scavi di Piuro
Riordinato il prezioso archivio sociale
I
l 9 dicembre 2011 ricorrerà il cinquantesimo di fondazione dell’Associazione
italo-svizzera per gli scavi di Piuro che,
in queste ultime settimane, ha provveduto
al riordino del proprio archivio, la cui documentazione va dal 1960 ai giorni nostri.
Riordinato da Cristian Copes, segretario
del Centro di studi storici valchiavennaschi, l’archivio è stato suddiviso in categorie, sistemando i documenti in ordine
cronologico e in appositi raccoglitori con
i rispettivi indici.
Le categorie vanno dalle pezze giustificative legate alle spese effettuate dall’associazione alla corrispondenza, dai contributi
erogati dagli enti pubblici alle convenzioni
del museo di Piuro, dai verbali delle assemblee e dei consigli direttivi alla contabilità e alle relazioni sulle varie campagne di
scavi condotte a Piuro per scoprire l’antico
borgo sommerso dalla frana del 1618.
Naturalmente non mancano anche diversi articoli e scritti sull’attività dell’associazione, tra cui uno uscito 45 anni
fa sul “Corriere della sera”, mentre altri
sono incentrati sull’evento calamitoso
di cui, nel Seicento, scrissero i cronisti e
gli storici di mezza Europa. Tra costoro
ci fu anche Fortunato Sprecher di Davos, giudice e commissario del contado
di Chiavenna. Nell’archivio c’è pure un
manifesto uscito su un settimanale locale nel 1877, dove Giovanni Lisignoli
detto Capitano, omonimo dell’attuale
presidente dell’associazione, promosse
a Piuro una prima campagna di scavi.
Dalla corrispondenza tra i vari consiglieri, italiani e svizzeri, emerge l’entusiasmo per i primi scavi condotti nel
1962 e quattro anni dopo, i cui reper-
ti furono messi in un museo nel comune
piurasco, voluto appositamente dall’associazione e inaugurato nel 1972. L’ultima
campagna di scavi si tenne alla fine degli
anni ottanta, periodo in cui uscì “La frana di Piuro del 1618. Storia e immagini di
una rovina”, prezioso volume edito dall’associazione e scritto da Guido Scaramellini,
Günther Kahl e Gian Primo Falappi che, nel
1995, uscì in una seconda edizione.
Tra i fondatori dell’Associazione italosvizzera per gli scavi di Piuro, un ricordo
particolare va al fotografo Hans Steiner di
Berna, a Giacomo Maurizio di Vicosoprano e al prof. Luigi Festorazzi che, con Mino
De Pedrini, fu tra i primi in Valchiavenna
a credere nell’importanza di un’associazione avente per scopo la promozione e la
valorizzazione dell’eredità storica e culturale di Piuro.
Sondrio Cronaca
Gruppo “Le Nevi di un tempo”
Sostenibilità sociale ed economica
Si svolgerà a settembre la
manifestazione “C’è una valle”,
pensata per nuovi stili di vita...
A Morbegno incontri,
gite e visite culturali
“C’è una valle” è la manifestazione provinciale proposta dalle
associazioni e cooperative sociali del territorio con l’obiettivo comune
di dare voce e visibilità alle tematiche e alle “buone pratiche” della
sostenibilità sociale, economica e ambientale.
La prima edizione si terrà nel parco e nella struttura della Colonia
Fluviale di Morbegno, dalle ore 9.00 di sabato 24 settembre alle
ore 19.00 di domenica 25 settembre prossimi, su un’area espositiva
articolata, che ospiterà un centinaio di stand e un ricco calendario
di appuntamenti tra convegni, seminari, laboratori e momenti di
animazione e spettacolo. “C’è una valle” vuole far conoscere e
promuovere iniziative che già sperimentano e utilizzano modelli di
relazioni e reti sociali, di governo, di consumo, produzione, finanza e
commercio sostenibili. Si presenta quindi come occasione di incontro
e scambio tra diversi soggetti, organizzati e non, disponibili ad
interrogarsi ed attivarsi su queste grandi questioni del nostro tempo,
per esprimere un modo di fare comunità e cittadinanza sempre più
attivo e responsabile, rappresentato nelle quattro aree tematiche: “Bio”
(filiera corta e consumo responsabile); “Equo” (equità e sostenibilità
sociale); “Eco” (sostenibilità ambientale); “Ass&Coop” (volontariato
e cooperazione sociale). Per ulteriori informazioni e per aderire
all’iniziativa consultare il sito internet www.ceunavalle.org.
Ogni anno il Comune di Morbegno, in collaborazione con il
gruppo “Le Nevi di un Tempo” (denominazione che avverte
che anche i monumenti della nostra storia, se non amati,
scompariranno come la neve degli anni passati) organizza
una serie di visite guidate ai principali monumenti della
città e alcune gite culturali. Durante la prossima settimana
i primi appuntamenti accompagneranno a conoscere alcuni
gioielli della città di Morbegno: domenica 19 alle ore
19.00, Renzo Fallati guiderà la visita a “Il cimitero di
Morbegno, giardino della memoria, luogo del dolore e della
speranza”; martedì 21 alle ore 20.30, Alessandro Caligari,
condurrà la visita a “Le tele del santuario dell’Assunta”;
giovedì 23 giugno alle ore 20.30, con ritrovo in piazza
San Giovanni, Elisa Gusmeroli guiderà la visita a “Il
Monastero della Presentazione”; venerdì 24 alle ore
20.30, Renzo Fallati guiderà la visita a “Palazzo Malacrida”.
Le visite durano circa un’ora, si effettuano anche in caso di
cattivo tempo e il punto di ritrovo è davanti agli edifici da
visitare salvo diversa indicazione. Per ulteriori informazioni
telefonare alla Biblioteca “Ezio Vanoni”, telefono
0342.610323, [email protected].
A Traona sabato 18 giugno. Serata di festa con “Il Tralcio”.
Il Centro Diurno
compie nove anni
L
a onlus “Il Tralcio” di Traona
organizza sabato 18 giugno,
presso il Centro Polifunzionale,
in località Valletta, la serata del Centro
Diurno, per festeggiare il nono anno di
attività. Il programma prevede: alle ore
18.00 la Santa Messa di ringraziamento
presso la chiesa Madonna di Fatima alla
Valletta e in ricordo di Andrea, Ibrahim e
Matteo; dalle ore 19.15, la serata insieme
con la pizzoccherata e la musica di
Pino Cen; infine, alle ore 22.30, ci sarà
l’estrazione della sottoscrizione a premi.
Il ricavato della serata sarà devoluto per
le attività del Centro Socio-Educativo
all’autonomia. La festa si svolgerà anche
in caso di maltempo.
L’associazione “Il Tralcio” è stata
costituita grazie all’iniziativa di un
gruppo di genitori con figli disabili.
Lo scopo principale è promuovere
azioni che possano favorire lo sviluppo
delle potenzialità umane e il migliore
inserimento possibile nella realtà sociale
delle persone disabili.
Il Centro Diurno è nato nel settembre
2002 a Traona, presso il Centro
Polifunzionale, in via Palotta 94.
Il Centro ha iniziato da subito a
collaborare con i servizi sociali presenti
sul territorio al fine di ampliare la qualità
e la quantità dell’offerta a favore dei
ragazzi disabili inseriti.
Per rispondere meglio alle esigenze
di carattere organizzativo, inoltre,
nel 2004 è stata creata la cooperativa
sociale “Il Tralcio”, con lo scopo di
migliorare il Centro Diurno tramite
l’assunzione di personale qualificato. A
giugno 2006 la cooperativa ha ottenuto
dalla Provincia e dall’Asl di Sondrio
l’autorizzazione al funzionamento e
l’accreditamento come Centro Socio
Educativo (C.S.E.). Nel C.S.E. vengono
portati avanti i programmi educativi
individuali per ogni ragazzo e vengono
organizzate varie attività e laboratori.
Il Centro Socio Educativo è un servizio
sociale diurno,previsto dalla normativa
della Regione Lombardia a favore di
persone disabili la cui fragilità non sia
compresa tra quelle riconducibili al
sistema socio-sanitario. Gli interventi
socio educativi e socio animativi sono
finalizzati: all’autonomia personale;
alla socializzazione; al mantenimento
del livello culturale; a un possibile
inserimento nel mercato del lavoro.
Per ulteriori informazioni “Il Tralcio”
è contattabile al numero telefonico
0342-652209.
Codera: i medici
si confrontano
31
Notizie flash
■ Ponte Valtellina
Un’estate intensa
per il Museo Etnografico
Durante la prossima estate il Museo
etnografico di Ponte in Valtellina, in
via Sant’Ignazio presso l’edificio dell’ex
collegio dei Gesuiti, osserverà i seguenti
giorni e orari di apertura: nel mese di
giugno, venerdì 17 e domenica 26; nel
mese di luglio, venerdì 8 e domenica 24;
nel mese di agosto, venerdì 12 e domenica
28. Il venerdì l’apertura è dalle ore 20
alle ore 22, la domenica dalle ore 15.00
alle ore 18.30. Sono possibili visite su
appuntamento, telefonando ai numeri
347-2343065 oppure 340-7969603, o
scrivendo una mail a biblioteca@comune.
ponteinvaltellina.so.it, o consultando il
sito internet www.biblioponte.eu.
■ Albosaggia
Presentazione ricerca
«Energia e Ambiente»
È in programma martedì 21 giugno,
dalle ore 14.30 alle ore 17.30 presso
il Comune di Albosaggia, l’incontro
di presentazione della ricerca ”Energia
e Ambiente” affidata dal Comune di
Albosaggia ad Ersaf (Irealp) con il
contributo scientifico del Politecnico di
Milano. Lo studio fornisce al Comune,
da sempre sensibile agli aspetti di
gestione ambientale, il quadro del suo
fabbisogno energetico e le indicazioni
su come abbattere le emissioni di
anidride carbonica nell’aria e migliorare
la sostenibilità della sua “performance”
energetica complessiva.
Fiabe a Morbegno
Venerdì 17 giugno, presso la Biblioteca
Civica di Morbegno, all’interno del
Progetto ”A tutta cultura!”, si svolgerà
l’iniziativa “A 1000! – e una notte; Un giro
tra le fiabe di tutto il mondo”. Si tratta di
una serata di animazione e di lettura di
racconti provenienti da diverse culture
di tutto il globo, a cura dal gruppo
“A mille” e si terrà nel giardino della
Biblioteca di Morbegno dalle ore 20.30
alle ore 22.30. La Biblioteca resterà
aperta e accoglierà i genitori mentre i
bambini seguono il percorso narrativo.
Seguirà tisana della buona notte per tutti.
■ Morbegno
Ritorna in estate il
Mercatino dei Libri usati
«C
onsiderato che sempre più spesso assistiamo a
fenomeni che comportano un difetto di comunicazione
all’interno delle strutture sanitarie, che si riverbera
in un aumento delle richieste di risarcimento del danno, delle
istanze o segnalazioni agli organi di stampa, l’Azienda Ospedaliera
di Valtellina e Valchiavenna
Val Codera”, è quello di far
ha organizzato, il giorno
interagire su un unico tavolo
18 giugno, nella splendida
più soggetti dal mondo civile
cornice della Val Codera,
e politico, a quello medico e
un convegno dal titolo “La
sanitario in genere, a quello
responsabilità derivante
giuridico, al fine di studiare,
dall’attività sanitaria:
con l’ausilio delle più ampie
la comunicazione nella
competenze, un metodo o
sanità”». Così la nota diffusa
anche solo una riflessione
nei giorni scorsi dall’Aovv,
su come comunicare in
precisando che il convegno è
maniera efficace in sanità.
rivolto a professionisti sanitari
Un’esperienza aperta a più
e avvocati. «L’obiettivo del
mondi, quindi, tutti comunque
corso – prosegue il testo –
coinvolti nella tutela del bene
promosso in collaborazione
salute». All’introduzione del
con l’associazione “Amici della
Sabato, 18 giugno 2011
direttore generale dell’Aovv
Luigi Gianola, seguirà una
tavola rotonda con i consiglieri
regionali Ugo Parolo e Angelo
Costanzo, oltre al consigliere
provinciale Maurizio
Piasini. Dopo il pranzo,
seguiranno gli interventi
di professionisti medici:
Luigi Roffi, Giorgio Baratelli,
Patrizia Franzini e Roberto
Giardini, che parleranno
della comunicazione
medico-paziente e della
comunicazione in senologia.
Interverranno, infine, il giudice
Gianfranco Avella, che parlerà
del ruolo della magistratura
nella comunicazione degli
atti acquisiti, e l’avvocato
Monica Fumagalli, la
quale approfondirà il tema
comunicazione e consenso.
Ogni informazione logistica
e organizzativa potrà essere
richiesta telefonando allo
0342-521035. Sul sito www.
aovv.it è disponibile il
programma completo della
giornata.
Torna, a Morbegno, il “Mercatino
dei libri usati”, iniziativa proposta
dalla cooperativa sociale “Insieme”,
all’interno del “Progetto R-Accordi”, in
collaborazione con l’amministrazione
comunale. Il “Mercatino” si rivolge agli
alunni delle Scuole medie Superiori,
interessati a vendere e/o acquistare
testi per il 2011/2012. L’iniziativa si
svolgerà da lunedì 29 agosto a venerdì
9 settembre, tutte le mattine, dalle
ore 9.00 alle ore 12.00 (esclusi sabato
e domenica), presso le aule al piano
terra dell’Istituto Tecnico per Geometri
“Saraceno”. Info: cooperativa “Insieme”,
via Beato Andrea 16 a Morbegno (dalle
9.00 alle 12.00, da lunedì a venerdì);
www.cooperativainsieme.it; telefono 0342614587; [email protected].
Il ricavato sarà usato per scopi sociali e di
beneficenza sul territorio di Morbegno.
Sondrio Economia
32 Sabato, 18 giugno 2011
Uno studio nazionale. L’importanza della differenziata emerge con evidenza nel
settore delle acque: una ricerca, che coinvolge un noto marchio locale, lo conferma.
Nuova vita con raccolta-riciclo
S
ono stati presentati di
recente i dati relativi
all’importanza del
riciclo nel mondo degli
imballaggi in plastica, con
un’attenzione particolare
all’ambito delle acque minerali.
A commissionare lo studio un
noto gruppo italiano leader
del settore, di cui fa parte
anche il marchio Levissima,
che ha sede nella valtellinese
Valdisotto. Secondo quanto
emerge dalla ricerca, dal 2000
al 2010 l’adozione di politiche
di riciclo degli imballaggi in
plastica in generale ha portato
all’Italia benefici complessivi economici, sociali e ambientali
- stimati in 2,7 miliardi di
euro; 1,2 miliardi di euro per
lo specifico ambito “Pet”
delle acque minerali. Negli
ultimi undici anni (20002010) la raccolta e il riciclo
di imballaggi in plastica ha
comportato un costo pari a 1,9
miliardi di euro e benefici pari
a 4,6 miliardi di euro. Le voci
di costo sono legate ai maggiori
oneri necessari per organizzare
la raccolta differenziata e la
selezione; i benefici derivano,
invece, dal minor ricorso a
materie prime, dalla riduzione
della produzione e quindi lo
smaltimento dei rifiuti - 117
discariche evitate - e dalle
attività economiche indotte.
Quindi, grazie alla raccoltariciclo degli imballaggi in
plastica non sono state
immesse nell’aria 8,2 milioni
di tonnellate di emissioni
di CO2; si sono risparmiati
418,5 milioni di euro di costi
di smaltimento rifiuti; si
sono recuperati materiali
per un valore di circa 493,7
milioni di euro. Inoltre, la
raccolta-riciclo di tutti gli
imballaggi in plastica porta
al Paese importanti ricadute
economiche e industriali: l’avvio
del sistema Conai (Consorzio
Nazionale Imballaggi) e
Corepla (Consorzio Nazionale
per la Raccolta, il Riciclaggio
ed il Recupero dei Rifiuti
di Imballaggi in Plastica)
Oltre all’intervento
del presidente
Mainetti, sono
in programma GrosPietro e Colaninno
ha fatto nascere appositi
impianti (Centri di Selezione
e Stoccaggio) e crescere nuove
imprese dedicate al riciclo,
generando occupazione.
Nello specifico dell’industria
delle acque minerali le
politiche di sostenibilità e riciclo
degli imballaggi rivestono un
ruolo centrale. I contenitori
sono costituiti prevalentemente
da bottiglie in “Pet”, che da molti
anni sono oggetto di raccolta e
riciclo. Dal 2000 al 2010 il riciclo
del packaging delle acque
minerali in Italia ha portato
benefici per 1,2 miliardi di
euro: il che si traduce anche in
42 discariche evitate, 3 milioni
di tonnellate di emissioni di
CO2 eliminate e risparmi di
materie prime. Significative le
ricadute economiche anche
nel riciclo degli imballaggi
delle acque minerali, con la
nascita di molteplici attività
industriali e di servizi che
danno concretezza al concetto
di “green economy”. L’indotto
è costituito principalmente da:
servizi di raccolta differenziata
(il sistema Conai e la raccolta
differenziata hanno portato
attività e occupazione,
specificamente per il settore
acqua, pari a 677,3 milioni di
euro); attività logistiche (la
raccolta differenziata, rispetto a
quella indifferenziata, implica
un sistema assai più articolato
e complesso, con un aumento
dei mezzi e delle percorrenze
necessarie per i trasporti pari a
346 milioni di euro); processi di
selezione e riciclo (che hanno
favorito la nascita e lo sviluppo
di aziende specializzate, un
tessuto di piccole e medie
imprese, con un indotto di 424
milioni di euro). Non mancano,
infine, benefici da prevenzione
per un valore pari a 23 milioni
di euro: la riduzione all’origine
degli imballaggi implica minori
volumi di rifiuti e mancati
costi di raccolta, selezione e
smaltimento, meno trasporti e
minori emissioni di CO2.
Giuseppe Rossi, presidente
del Corepla sottolinea come
«il Consorzio guardi con
particolare interesse allo
sviluppo di nuove applicazioni
per le plastiche riciclate
derivanti dalla raccolta
differenziata, in quanto la
molteplicità degli sbocchi
costituisce un importante
elemento per garantire la
continuità del sistema anche
in occasione di contingenze di
mercato sfavorevoli come quella
del 2009. Inoltre, l’abbinamento
delle plastiche riciclate a marchi
prestigiosi e conosciuti rende
giustizia alle straordinarie
caratteristiche della plastica,
materiale di grandi prestazioni
e di grandi opportunità anche
nella sua “seconda vita”». «Il
recupero della plastica utilizzata
per l’imbottigliamento delle
acque minerali – osserva
Daniele Fortini, presidente
Federambiente – costituisce
una delle condizioni
fondamentali per consentire la
tutela dell’ambiente e spesso
anche il decoro del nostro
vivere civile. Spingere la ricerca
sui materiali biodegradabili,
indurre politiche di restituzione
degli imballaggi usati e,
infine consegnare al riciclo
la plastica effettivamente
riutilizzabile è dunque, se pur
impegnativo, doverosa azione
di responsabilità sociale che
impegna tutti gli operatori
del settore. Federambiente e
le sue aziende associate, su
questa frontiera è impegnata
da tempo». «Negli ultimi anni
– conclude Piero Pacchioli,
segretario nazionale del
Movimento Consumatori – è
aumentata esponenzialmente
l’attenzione dei consumatori
sulle tematiche legate al
riciclo e in particolare la
sensibilità verso la sostenibilità
del packaging. Un circuito
“virtuoso” sostenibile in questo
campo è quindi essenziale
e deve rappresentare una
priorità sia per i consumatori
sia per le imprese. Il Movimento
Consumatori è da tempo
impegnato e favorevole
all’attuazione di politiche
condivise che hanno come
scopo fondamentale il riciclo,
un prezioso strumento che
concorre alla salvaguardia
dell’ambiente e determina
importanti ricadute positive
anche per l’economia».
Sul fronte della ricerca
scientifica, inoltre, prosegue
l’impegno degli studiosi. Al
momento sembra accantonata
la possibilità di far ricorso, per
l’acqua, a imballaggi in plastica
“bio”, ovvero quella prodotta a
partire dal mais. Richiederebbe
un’ulteriore differenziazione
nella raccolta, nel riciclo e
nello smaltimento perché non
compatibile con la plastica
“Pet”. Senza contare il consumo
di territorio e di acqua necessari
alle coltivazioni intensive di
mais, per realizzare la quantità
utile a soddisfare le esigenze
del mercato del packaging. Al
momento si stanno studiando
sistemi che oltre a rendere più
“leggere” le bottiglie (con l’uso
di meno plastica), possano
arrivare al confezionamento
di imballaggi in “Pet” di
seconda generazione, ancora
meno inquinante. Su tutto,
comunque, resta una riflessione
sull’uso consapevole
dell’acqua. Utilizzare quella
che arriva dal rubinetto di casa
è senza dubbio la scelta più
ecologica e meno costosa. Dove
necessario (perché talvolta la
“durezza” dell’acqua – intesa
come presenza di sostanze
minerali come il calcio –
potrebbe creare problemi)
sarebbe utile alternare il ricorso
all’acqua imbottigliata con
l’acqua del rubinetto.
E.L.
Confindustria Sondrio:
l’assemblea è a Morbegno
Sondrio, 23 giugno
Sindacati ed energia.
Giovedì 23 giugno, a Sondrio,
presso la Sala Besta, gli organismi
Cisl della Federazione Lavoratori
Aziende Elettriche si ritroveranno
per un confronto sulle prospettive
del mercato energetico in provincia
di Sondrio, alla luce di quanto
accaduto fino a oggi in Valtellina
e Valchiavenna. «Risulta evidente
- dicono dal sindacato - come la
gestione delle acque e delle relative
concessioni per uso idroelettrico
è fondamentale per le sorti future
del territorio e dei suoi abitanti».
Si parlerà anche delle possibilità di
sviluppo delle energie rinnovabili.
È
in calendario per lunedì 20
giugno l’assemblea generale di
Confindustria Sondrio. L’assise
degli Industriali si terrà per la prima
volta a Morbegno, capitale economica
della provincia, nella suggestiva cornice
dell’Auditorium Sant’Antonio. I lavori
avranno inizio nel primo pomeriggio con la
sessione privata dedicata agli imprenditori
associati. Il presidente Paolo Mainetti
traccerà un bilancio dell’attività svolta nel
corso del 2010. Alle ore 17.00 prenderà
il via la parte pubblica con il convegno
“Cambiare per crescere – Una sfida da
vincere fra territorio e mercati globali”.
«Ci concentriamo sul tema della crescita
economica perché in questa fase storica
rappresenta la vera emergenza nazionale
– dichiara Mainetti –. È fondamentale
che anche in provincia di Sondrio se ne
prenda atto e si agisca di conseguenza.
Grazie all’autorevolezza dei nostri ospiti,
persone di grande visione ed
esperienza internazionale,
sono certo che il convegno
fornirà elementi importanti
per progettare il futuro
dell’economia locale». Dopo
la relazione del presidente, il
convegno prevede l’intervento
di Gian Maria GrosPietro, economista di fama
internazionale, esperto di
politica industriale, ordinario
di Economia dell’Impresa
presso la Luiss Guido Carli
di Roma. Gros- Pietro ha
ricoperto e ricopre incarichi di alto profilo
in alcune tra le principali aziende del Paese
(solo per citare alcuni esempi, è stato
presidente di Autostrade per l’Italia, Iri
ed Eni; attualmente è anche membro del
consiglio di amministrazione della Fiat).
Chiuderà i lavori Roberto Colaninno,
presidente e amministratore delegato
del gruppo Piaggio e numero uno della
compagnia di bandiera Alitalia. Colaninno,
tra i più noti imprenditori italiani, ha alle
spalle una lunga storia di successi aziendali
(Olivetti, Omnitel, Infostrada, Telecom le
società in cui, tra le altre, ha operato).
Sondrio Cronaca
Referendum
In provincia
bassa l’affluenza
Valtellina e Valchiavenna
distanti dal resto d’Italia. è
il dato emerso dall’analisi
dei voti del referendum del
12 e 13 giugno: l’affluenza
registrata è stata una
delle più basse della
nazione (intorno al 4849% di media a seconda dei quesiti), ma anche il conteggio dei
«sì» presenta percentuali inferiori, anche se di poco, rispetto a
quelle riscontrate sul territorio italiano. L’affluenza maggiore si è
registrata nel Nord Italia, dove in alcune province i votanti hanno
superato il 65%, come a Bolzano. Unica eccezione la provincia di
Sondrio. Se si analizza il contesto, emerge un quadro discontinuo
anche all’interno della provincia di Sondrio, con oscillazioni che
arrivano a quasi 40 punti percentuale tra i vari comuni: Aprica si
aggira al 30%, mentre Pedesina arriva al 70%. Ancora più nello
specifico, guardando ai vari mandamenti, i più affezionati al
voto sono i sondriesi e i morbegnesi: qui, per tutti i quesiti si è
raggiunto il quorum. Attestate ben al di sotto del 50% sono Bormio
e Tirano, mentre Chiavenna è rimasta sempre sul “filo di lama”,
oscillando, a seconda dei quesiti, fra il 50% e il 48%.
● La decisione è arrivata
dopo una vera
maratona di sedute
Sabato, 18 giugno 2011 33
Riconoscimento
per Bradanini
L
o scorso fine settimana il “Lions Club Host di Sondrio”
ha assegnato il riconoscimento “Lion d’oro”, attribuito
periodicamente a «un valtellinese (per origine o per
elezione) che abbia conseguito nel campo del valore, delle lettere,
delle scienze, delle arti, della tecnica o del lavoro, significative
benemerenze, onorando così in modo straordinario il nome di
Sondrio e della sua provincia in Italia
e nel mondo». L’iniziativa nacque
negli anni Sessanta durante la
d’Italia a Teheran il 30
presidenza di Gian Antonio Tremonti
agosto 2008. In questi anni
che ne fu il più convinto promotore.
di carriera diplomatica ha
La scelta, quest’anno, è caduta su
prestato servizio in diverse
Alberto Bradanini, ambasciatore a
sedi all’estero: vice-console
Teheran, la cui famiglie è originaria
a Mons (1978-1981); primo
di Cevo, comune di Civo. Nato a
segretario a Caracas (1981Roma il 19 luglio 1950, Bradanini si è
1983); primo segretario a
laureato nel luglio del 1974 in scienze
Oslo (1983-1986); consigliere
politiche all’Università La Sapienza di commerciale a Pechino (1991Roma, già nel 1975 come diplomatico
1996); console generale a
di carriera era al Ministero degli
Hong Kong (1996-1998). Dal
Esteri, settore emigrazione. Ha
1998 al 31 dicembre 2003 è
assunto le funzioni d’Ambasciatore
stato assegnato “fuori ruolo”
● Il documento vuole
essere espressione di
una «città alpina»
prima quale special assistant
alle Nazioni Unite sede di
Vienna poi come direttore
dell’Istituto di Ricerca delle
Nazioni Unite per il Crimine
e la Droga, con sede a Torino.
Dal 2004 al 2007 ha ricoperto
il ruolo di coordinatore, presso
il Ministero degli Affari Esteri,
del Comitato Governativo
Italia-Cina. Da gennaio 2007
ad agosto 2008 è stato presso
l’Enel, responsabile degli Affari
Istituzionali Internazionali.
● Fra i punti qualificanti
l’attenzione alle
frazioni e la viabilità
Sondrio: approvato il Piano
di Governo del Territorio
D
opo una maratona di sedute
del Consiglio Comunale,
che si è riunito ogni sera
da lunedì 6 a giovedì 9
giugno, dalle 18.00 alle 24.00, è stato
approvato il Piano di Governo del
Territorio di Sondrio. Poco dopo la
mezzanotte di venerdì 10 giugno,
votate le 188 osservazioni e relative
controdeduzioni, oltre che le risposte
ai pareri di Provincia, Regione e
Arpa, è finito l’intenso lavoro dei
consiglieri segnato da dissapori tra
maggioranze e opposizioni. In una
conferenza stampa convocata la
scorsa settimana, il sindaco Alcide
Molteni ha presentato il lavoro
assieme all’assessore all’Urbanistica,
Fabio Colombera, al presidente della
commissione consiliare Territorio,
Pierluigi Morelli, e ai rappresentanti
di tutti i gruppi di maggioranza,
Sondrio Democratica, Partito
democratico, Sinistra arcobaleno,
Sondrio 2020, Partito Socialista,
Sondrio Accesa. «Siamo qui tutti
insieme – ha afferato Molteni – a
testimonianza della forte coesione
della nostra amministrazione, e per
sottolineare come questa delibera del
Pgt sia espressione della volontà dei
consiglieri comunali, veri protagonisti
di questo percorso. Per questo
li ringrazio, così come ringrazio
l’assessore Colombera e Morelli per il
grande impegno profuso».
Il sindaco ha poi spiegato che il
lavoro dell’amministrazione ha
portato ad un risultato importante:
«Il capoluogo consegna alla provincia
di Sondrio un Pgt che esprime nel
più alto grado i valori di una città
veramente alpina – le parole di
Molteni –, un documento che è frutto
di competenze tecniche ma anche
della passione civica dei consiglieri
comunali». Un aspetto, questo,
sottolineato anche dai rappresentanti
dei gruppi di maggioranza, che hanno
parlato di un «lavoro affascinante»
per progettare le linee guida della
città del futuro. «È stato un percorso
impegnativo – ha voluto sottolineare
Pierluigi Morelli – che in vari periodi
ha richiesto alla commissione tre
sedute alla settimana, ma alla fine
in tempi e modi corretti abbiamo
condotto in porto un Pgt adatto alla
nostra città e alla sua realtà. E senza
mai sottrarci al confronto, perché
sono stati altri ad abbandonare le
sedute per ragioni pretestuose».
Al presidente della commissione
consiliare ha fatto eco l’assessore
Colombera: «Sono state condivise
116 osservazioni – ha affermato
–, abbiamo preso atto e ci siamo
assunti la responsabilità degli errori
commessi, con la consapevolezza che
sono da contestualizzare ad un Pgt
che prevede l’attuazione di un lavoro
lungo e complesso, ma che a oggi,
con la sua approvazione, dimostra
e parla di condivisione completa
da parte di tutti i consiglieri. Gli
insediamenti rispettano una
prospettiva di programmazione,
abbiamo valorizzato i servizi anche
quelli di importanza sovracomunali,
dato valore all’aspetto viario e a
quello produttivo in un Pgt che
rispetta il senso di città alpina».
Sempre Colombera ha ricordato
l’attenzione per le frazioni e i criteri di
scelta degli ambiti di trasformazione
inseriti nel Pgt, ma anche alcuni
aspetti legati alla viabilità e agli
insediamenti produttivi. «Il riordino della rete stradale
nella zona est della città, con la “dorsale sud” e il
nuovo svincolo della tangenziale in via Samaden – ha
affermato l’assessore –, poterà benefici all’organizzazione
generale della viabilità cittadina, consentendo anche di
“alleggerire” via Vanoni con una migliore distribuzione
dei flussi di traffico in entrata. Per il futuro è previsto un
insediamento produttivo significativo, anche attraverso
il recupero di aree ora inutilizzate, e questa è un’idea
importante per una città che attualmente è troppo
sbilanciata sul terziario. Allo stesso tempo c’è, nel Pgt,
un forte impegno al mantenimento dei servizi presenti, e
così vanno lette le nostre risposte ad Asl, Poste e altri enti
sulla destinazione di certi edifici».
ALBERTO GIANOLI
Sondrio. Il cantiere si aprirà con il mese di luglio e proseguirà sino alla fine di ottobre.
Una pista ciclabile dal centro al nuovo Parco
N
ei giorni scorsi la Giunta comunale
di Sondrio ha approvato il progetto
esecutivo relativo alla realizzazione
del collegamento ciclopedonale “Centro
Storico-Parco Adda Mallero”. «È un’ulteriore azione – afferma l’assessore ai Lavori
pubblici, Michele Iannotti – che va nell’ottica di incentivare la tendenza dell’uso della bicicletta come mezzo di trasporto alternativo. Il progetto prevede la realizzazione di un percorso ciclo pedonale che
partendo, dal centro storico (piazza Garibaldi), si snoda lungo la strada cittadina
di sponda destra del torrente Mallero (via
Lungomallero Diaz) fino ad oltrepassare la linea ferroviaria, per poi percorrere
un tratto di argine e posizionarsi nell’area
golenale del torrente in corrispondenza
della nuova rotonda di via Ventina (passando sotto il nuovo Settimo Ponte), fino
a ricongiungersi con la pista ciclabile del
Parco Adda-Mallero realizzata nell’ambito
del “Parco dell’Innovazione-Polo tecnologico”. Un’opera che avrà un costo di circa
500mila euro e verrà finanziata in parte dal
Comune di Sondrio utilizzando anche un
contributo dello Stato e in parte dai privati attuatori del “Parco dell’Innovazione”».
La pista ciclabile in progetto sarà realizzata interamente in asfalto con larghezza
di 3 metri, a doppio senso di marcia, per
un percorso di lunghezza complessiva pari a circa 860 metri; vengono individuati
due tratti per diversa tipologia di intervento prevista: un primo tratto, di lunghezza
complessiva di 580 metri, da piazza Garibaldi fino alla via Adua, realizzato lungo strade cittadine; un secondo tratto, di
lunghezza complessiva di 280 metri, da via
Adua fino alla pista ciclabile del Parco Adda Mallero, ricavato lungo l’attuale percorso pedonale sterrato in sponda destra del
torrente Mallero. L’opera più impegnativa
del progetto riguarda il sottopasso ciclabile della ferrovia, da realizzare in prossimità dell’attuale passaggio pedonale lungo il
torrente Mallero, che avrà una lunghezza
di 7 metri, larghezza di 3 metri e un’altezza
interna utile di 2,60 metri. Il cantiere sarà aperto nel mese di luglio: i lavori termineranno alla fine del mese di ottobre.
«Con questo intervento si potrà raggiungere in tutta sicurezza dal centro della città
un polmone verde di 150mila mq come il
Parco Adda Mallero – conclude Iannotti –
riqualificando altre aree e spazi verdi che
verranno messi a disposizione dei cittadini, e potenziando la “mobilità dolce”, seguendo le linee contenute in un progetto
complessivo di piste ciclabili che è stato
approvato alla fine della scorsa estate. Un
tassello aggiuntivo che mira ad accrescere
la possibilità dell’uso della bicicletta come
mezzo di trasporto salutare ed ecologico».
Spettacoli
34 Sabato, 18 giugno 2011
✎ il telecomando |
Amarcord
Pasqualino Settebellezze
Domenica 19. S. Messa da San
Marino, Rai1, 9,55. Presiede il
Papa. Racconti di vita, Rai3, 12,25.
Contro l’omofodbia. Attualità.
Speed racer, It1.13,55. Un bel film
per ragazzi pieno di avventure. Va
pensiero, Rai3, 17,50. Il maestro
A. Pappano ci guida alla scoperta
di Puccini. Italiani d’Europa,
Tv2000, 21,00. La vita dei nostri
connazionali a Parigi e Lione.
Interessante. Michael Clayton,
R4,21,30. Ottimo Clooney in un
appassionante legal movie. Ho
sposato uno sbirro 2, Rai1. 21,20.
Fiction con F. Insinna. Il caimano,
Rai3, 21,00. Film di Moretti su
Berlusconi. On the road-Iraq, Rai
storia 21,00. Documenti. Speciale
Tg1, Rai1, 23,40. Sotto le bombe,
Rai3, 23,20. Film sul dramma del
libano. Una madre cerca il figlio
disperso. Intrigo a Berlino, R4, 0,10.
Thriller con G.Clooney.
Lunedì 20. Una voce per Padre Pio,
Rai1, 21,20. Spettacolo. L’infedele,
di Lina Wertmuller, ITA 1976.
C
on questo film Lina Wertmuller divenne
nel 1976 la prima regista donna candidata
all’Oscar, e ad oggi solo altre due (Jane
Campion e Sofia Coppola) possono dire
altrettanto. Lo si può definire un tragicomico
e surreale ritratto della guerra e delle
conseguenze che porta all’uomo, capaci di alterare la personalità
dell’individuo stesso. Pasqualino è un soldato che durante la
seconda guerra mondiale viene rinchiuso nei lager e scoprirà come
questa lunga prigionia faccia nascere in lui una seconda personalità,
capace di uccidere per non essere ucciso. Pasqualino è vigliacco,
ignorante, prepotente, rozzo e violento, tutt’altro che eroico a cui
si dà anima e corpo un magnifico Giancarlo Giannini. Col pretesto
delle vicende di Pasqualino Settebellezze ( “sono brutto, ma piaccio,
nun sò pecchè”), Lina Wertmuller getta un profondo sguardo sulla
vita dei paesi napoletani prima della guerra, per passare a descrivere
la disumanità dei lager ed il difficile rientro a casa. Una casa che è
colorata ma i cui colori non brillano più allo stesso modo negli occhi
del nostro eroe. Squarci di vita, dai colori forti, i suoni roboanti,
le luci sparate, fino alla battuta finale: “Sì, sono vivo…”, con cui si
chiude una delle opere più affascinanti e sconcertanti della nostra
cinematografia.
Sabato 18 giugno ore 22.55, IRIS DANIELA GIUNCO
di Tiziano Raffaini
La7, 21,10. Con Gad Lerner. Hotel
Patria, Rai3, 21,05. Mario Calabresi
racconta l’Italia e gli italiani che
hanno successo all’estero. Unità
d’Italia, Rai Storia, 21,00. Dall’unità
d’Italia alla I guerra mondiale. Doc.
Fratelli detective, C5, 21,10. Fiction
con E. Brignano. Feste storiche
italiane, Tv2000, 22,00. Veneto.
Martedì 21. The core, Rai2,21,05.
Film di fantascienza adrenalinico.
Miracolo a Novembre, C5,21,10.
Film commovente per famiglie.
Broken flowers, Rai5, 21,10(sabato
23,30). È un on the road dell’anima
quello che Jarmusch ha costruito
attraverso piccoli tocchi di regia.
Mobilità sostenibile, Rai storia
21,00. Doc scientifico. Correva
l’anno, Rai3,23,55. A. Olivetti e
Steve Jobs. La passione per il futuro.
Doc.
Mercoledì 22. Effetto notte,
Iris, 21,15. Uno splendido film
di Truffaut sul cinema. Da non
perdere. Chi l’ha visto, Rai3, 21,05.
Invincibili, It1, 21,10. Storie di
ordinario coraggio. Balla coi lupi,
La7, 21,10. Western di e con K.
Costner. Ottimo.
Giovedì 23. Superquark, Rai1,
21,20. Con P. Angela. SOS Tata,
LA7, 21,10. Sempre istruttivo
questo programma che aiuta i
genitori a fare i genitori. Vasco Rossi
ieri e oggi, Rai storia, 21,00. Doc.
Venerdì 24. Neverland, RaiMovie,
21,00. Bel film sull’autore di Peter
Pan. Mi manda Raitre, 21,05. The
road to Guantanamo, Rai storia
21,00. Buon film Winterbottom.
Tv7, Rai1, 23,30.
Sabato 25. Sulla via di Damasco,
Rai2, 10,15. Rubrica religiosa. The
net, La7, 16,05. Buon thriller sull’uso
sbagliato di internet. Le pagine
della nostra vita, Rai1, 21,20. Buon
film di N. Cassavetes sull’amore tra
due coniugi anziani. Miracolo a
Sant’Anna, Rai3, 20,30. Buon film
di guerra di Spike Lee. L’ispettore
Barnaby, La7, 21,30. L’ombra furtiva.
A colloquio con l’attrice comasca
Laura Negretti,
teatro che passione
S
abato 9 luglio alle 20.30, nell’ambito della mostra
“Boldini e la Belle Epoque”, nel Pala Amici di Villa
Olmo a Como andrà in scena l’ultima replica
dello spettacolo “Café Belle Epoque”, regia e
drammaturgia di Eleonora Moro, progetto teatrale
di Laura Negretti, scenografia di Armando Vairo con
Alessandro Baito e Laura Negretti. Abbiamo incontrato
per l’occasione l’attrice con la quale ci siamo intrattenuti
in un’amabile conversazione.
Laura, come è nata in te la passione per la recitazione?
“In modo del tutto inusuale. Sono sempre stata molto
timida e riservata. Un giorno, con una mia compagna
di classe, ero in quinta superiore, volevamo usare i soldi
racimolati per iscriverci a un corso di arti marziali, ma
le iscrizioni erano ormai chiuse. Abbiamo visto una
locandina che reclamizzava un corso di teatro e abbiamo
investito qui i nostri risparmi. E’ iniziata così la mia
passione per la recitazione”.
Poi cosa è successo?
“A poco a poco mi sono accorta che da hobby si è
trasformata in un elemento imprescindibile della mia vita.
Dopo varie esperienze, ho fondato una mia compagnia,
“Teatro in Mostra”, che ha sede in Como. E’ nata otto
anni fa, proprio in concomitanza con le grandi mostre di
Villa Olmo. Ho subito capito che era una situazione che
poteva avere sviluppi positivi, soprattutto di richiamo
nazionale e mi sono chiesta come poter mettere a frutto
la mia esperienza in campo teatrale in un contesto così
stimolante. Sono pertanto nati gli spettacoli delle mostre
che dovevano essere un percorso di approfondimento
parallelo, ma mai banalmente biografici”.
Come attrice quali ruoli preferisci interpretare?
“Nelle mie corde tendenzialmente prevalgono i ruoli
drammatici e intensi, però mi sono accorta che, se ben
guidata da un regista, mi trovo a mio agio anche nei toni
più leggeri”.
Come è nata l’idea della pièce teatrale “Caffè Belle
Epoque”?
“Direi che sia nata dal legame molto intenso esistente
tra Verdi e Boldini, che era un incredibile appassionato
di lirica e amava, sopra ogni altra opera, proprio “La
Traviata” che, secondo lui, rappresenta perfettamente
lo spirito della Belle Epoque, pur essendo stata scritta
molto tempo prima. Vi è, se vogliamo, una metafora fra
Violetta, minata da un male terribile, e la Belle Epoque:
divertimento, balli, lazzi, frizzi, champagne e can-can che
già portavano i germi che avrebbero condotto alla prima
Guerra Mondiale”.
Vorresti illustrare il progetto di “La Spartizione”?
“E’ uno spettacolo che è nato tre anni fa ed è stato il
proseguimento naturale di un progetto altrettanto
importante, il primo adattamento teatrale di “Un amore
di zitella”, un romanzo di Andrea Vitali. Hanno avuto
entrambi un buon successo. Affrontando questi due
percorsi abbiamo voluto legarci ad autori contemporanei
lombardi”.
Cos’è per Laura l’amore?
“Una commedia a braccio recitata con un regista
latitante”.
Quali sono i tuoi hobby?
“Sostanzialmente non ne ho perché vivo il mio lavoro,
pur essendo faticoso, come un eterno hobby. Come svago
personale spesso vado a teatro, anche se poi ho quella
tensione che deriva dall’essere lì come addetta ai lavori. Se
dovessi scegliere uno svago prediletto fra cinema e teatro
opterei per il primo”.
Quali sono i tuoi progetti futuri?
“In realtà più che futuri, attuali. Sto portando nei teatri
lo spettacolo “Occidoriente”, scritto da Amid Diarati, un
autore iraniano, una persona stupenda. Questo progetto
intende parlare dell’amore-odio fra Oriente e Occidente
cercando di andare al di là dei luoghi comuni, mostrando
la figura della donna nei Paesi musulmani e occidentali, il
tutto attraverso una storia d’amore. Poi ci sarà un debutto
importantissimo il prossimo 2 dicembre, ma non posso
ancora dire dove. Ne riparleremo”.
ALBERTO CIMA
Nuovi Media
Copercom: animatori,
cultura e comunicazione
“I
drammatico
drammatico
drammatico
Le donne del 6° piano
Tutti per uno
Segreti di Famiglia
Parigi 1960. La noiosa e tranquilla vita
borghese di Jean-Louis Jouvert viene
messa sottosopra da alcune esuberanti
cameriere spagnole che vicono in un
appartamento al sesto piano del suo
stesso palazzo.
Valutazione ACEC: consigliabile/brillante
Al cinema Astra di Como dal 17 al 19
giugno e il 22 e 23 giugno.
Quando i compagni di Milana, bambini
cecena arrivata in Francia a tre anni,
vengono a sapere che la loro amica
rischia di essere rimpatriata dal governo,
mettono in atto un piano per salvarla.
Bernie, 17 anni, cerca e trova a Buenos
Aires il fratello scappato dieci anni
prima da New York. Proprio lì scoprira
un segreto mai confessato. Regia di
Francis Ford Coppola.
Valutazione ACEC: consigliabile/dibattiti
Il film andrà in scena per il cineforum
dell’Astra a Como, martedì 21 e
mercoledì 22 giugno.
Il film andrà in scena nella sala della
comunità di Sondrio dal 17 al 22
giugno.
media influiscono nella
vita delle persone perché
veicolano e trasmettono valori e
cultura. Per questo, se vengono
utilizzati in modo adeguato
possono essere un prezioso
strumento di socializzazione
e comunicazione”. Lo ha detto
Fabio Macioce, segretario centrale
dell’Ugci (Unione giuristi cattolici italiani) e docente universitario,
intervenendo alla diretta del laboratorio online “Animatori cultura
e comunicazione” promosso dal Copercom (www.copercom.it).
Macioce, rispondendo agli utenti connessi, ha spiegato che nel
mondo multimediale, come in quello reale, “importante è non
dimenticarsi del senso della realtà. Al contrario, si deve educare
l’utente digitale a ricercare la verità nella rete. Una verità che deve
emergere dal quel mare di informazioni che è il web”. Con questa
convinzione, ha concluso il segretario dell’Ugci, “noi cristiani
possiamo e dobbiamo essere una bussola nell’era digitale. Una
bussola amorevole che guidi la persona, con particolare attenzione ai
giovani, a orientarsi nelle diverse piattaforme multimediali”.
Lettere e Rubriche
PAROLE
PAROLE / 94
Rinascimento
Risorgimento
Dal latino “re-nasci”, nascere di nuovo,
da cui, appunto ri-nascimento”. Il
nostro Paese ha vissuto un cosiddetto
Rinascimento nel secolo XVI,nel
senso che sarebbero “rinate” le arti,
la letteratura e la filosofia, come se
nei secoli precedenti queste realtà
fossero morte. Cosa non vera, come
ogni persona colta sa bene. Ha pesato
il pregiudizio laicista che ha qualificato
il Medioevo come “secoli bui”, dopo
i quali si sarebbe accesa la luce del
Sabato, 18 giugno 2011 35
Rinascimento. In realtà proprio nel
sec. XVI hanno radice i mali che hanno
afflitto l’Europa, culminando con i
due terribili conflitti mondiali ed il
“nihilismo” di oggi. A sua volta il
“Risorgimento“ viene dal latino “resurgere”, nel significato quasi identico
a “re-nasci”, risollevarsi da un declino.
Molti confondono “risorgimento” con
“rinascimento”. L’Italia ha vissuto il
“risorgimento” nell’’800, conclusosi,
secondo alcuni, con la guerra ‘15-’18.
In realtà i diversi Stati italiani ed il
Lombardo-Veneto sono stati unificati
nel “Regno d’Italia” sabaudo. Ma
l’Italia esisteva già da secoli come
unità culturale, linguistica e religiosa,
caratterizzata dall’universalismo romano
e cristiano. Dopo il Risorgimento
ha cercato di rincorrere le potenze
colonialiste, ritrovandosi con il regime
fascista ed una guerra ancora più
terribile di quella precedente.
ATTILIO SANGIANI
Risorgimento. Una risposta.
La ricerca storica:
una scienza “fragile”
N
on è la prima volta che l’amico Luciano Forni
dissente da quanto scrivo in veste di giornalista (vedi “Il Settimanale” dell’11 giugno). Ora
si tratta della relazione alla UCID della prof.
Pellicciari, specialista di “Storia della Chiesa”. Credo di
non avere niente da aggiungere a quanto relazionato.
Legittimo dissentire, anche perché la “scienza storica”
è la più fragile delle “scienze umane”, ancora più della
“psicologia”. Ciò perché è forse l’unica scienza in senso
moderno (cioè fondata su prove accertabili) che non
può riprodurre in laboratorio i “fatti” su cui si basa. Deve affidarsi a fonti, documenti o testimonianze del passato, non più ripetibili in laboratorio. Però si possono
sempre reperire nuove fonti, non ancora conosciute o
tenute nascoste, che ribaltano giudizi apparentemente
consolidati. K. Popper ci ha insegnato che è “scienza”
un sapere che può essere sempre “falsificato” nel senso
di “superato” sulla base di nuovi esperimenti o scoperte. Mi sembra questo il caso della analisi delle modalità
con cui si è realizzata la Unità d’Italia fatta dalla prof.
Pellicciari. Del resto sulla storia italiana dell’ ‘800 e del
‘900 è tutto un fiorire di ricerche analoghe a quelle illustrate alla conferenza UCID. Oltre a quelle citate da
Forni, meno recenti, si pensi al recentissimo libro di
Giordano Bruno Guerri dal titolo “Il sangue meridionale”, oppure a quello di Pansa relativo alla “guerra civile”
italiana dal 1943 al 1945/46, dal titolo “Il sangue dei
vinti”. Oppure al volume di Roberto Festorazzi intitolato
“Margherita Sarfatti,la donna che
inventò Mussolini”.
Quanto ai commenti da me siglati con “n.d.r.”: certamente la mia
competenza non è da storico professionista. Tuttavia fornisco sempre una “prova” accertabile storicamente, come quella,
ad esempio, relativa al denaro fornito a Giuseppe Garibaldi in quantità quasi illimitate, sia dal governo piemontese, sia dalla Massoneria anglosassone. è notorio
che l’eroe per antonomasia fosse il Gran Maestro della
Massoneria italiana. Era stato finanziato con tre milioni
di franchi-oro perché raggiungesse Roma e distruggesse il centro del cattolicesimo (articolo pubblicato su
“Agorà” di “Avvenire” di alcuni anni orsono, facilmente reperibile). Anche la strage a guerra finita di migliaia
di poveri soldati-cafoni, sulle Alpi, è un fatto assodato. Quanto alla miserabile politica coloniale dei governi post-risorgimentali non credo che occorrano prove,
nemmeno per Forni.
Il contributo dei cattolici al Risorgimento (non al postRisorgimento): potrebbe essere il tema di altra relazione. Toniolo non centra, perché viene dopo, con l’Opera
dei Congressi (dal 1874), 2^ sezione, che ha cercato di
rimediare ai guasti provocati dai governi post-risorgimentali radicali-liberali, anticipando anche la “Rerum
Novarum”. Abbozzo il mio modesto parere: contributo grande e determinante fino al 1848, compreso Pio
Internet: Pechino
attacca Google
del Governo degli Stati
Uniti, attivisti politici cinesi,
burocrati delle nazioni
asiatiche e soprattutto della
Corea del Sud, personale
militare e giornalisti sono stati
violati. I pirati informatici
che hanno sferrato l’attacco
hanno tentato di accedere ai
messaggi inviati da centinaia di
utenti e tutto, secondo gli esperti
di Mountain View, è partito da
Jinan, la capitale dello Shandong,
in Cina. Nessuna accusa esplicita
al governo di Pechino, ma a tutti è chiara da subito
l’origine dell’offensiva: Jinan è la sede di uno dei sei
grandi centri informatici nazionali delle Forze Armate
cinesi incaricati di effettuare riconoscimenti tecnici sui
flussi internet provenienti dall’estero. A Jinan, inoltre,
si trova la “Lanxiang vocational school”, un’accademia
dove vengono reclutati dall’esercito giovani talenti
del software, che era già stata al centro di polemiche
poco più di un anno fa per un altro attacco informatico
subito da Google (dal quale ne era nata una battaglia
geo-politica tra i governi delle due superpotenze).
Le Autorità oltre Muraglia rispondono piccate che
Si riaccende la guerra tra due colossi:
password violate con sospetti sulla Cina.
“Q
uando il vento cambierà Google sarà
sacrificato alla politica e sarà espulso dal
mercato”, una minaccia neppure troppo
velata che da Moutain View non possono permettersi
di sottovalutare dato che a farla è il “People’s Daily”,
organo di stampa del Partito Comunista Cinese.
L’articolo in questione, pubblicato dal quotidiano di
Pechino, fa seguito ad una nuova polemica innescata
dall’ennesimo attacco subito da BigG ad opera,
secondo Google, di hackers al soldo del regime cinese.
Tutto ha inizio una decina di giorni fa, quando Google
rende pubblico che gli account Gmail di funzionari
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IX. Successivamente emarginato dal prepotere delle potenze e delle centrali anticattoliche e dal denaro
massonico. Quello che, secondo il Gioberti (e suppongo
sommessamente anche Manzoni e Rosmini) avrebbe
potuto essere la affermazione del “Primato morale e civile degli Italiani” nel contesto europeo (indiscusso fino
a quasi tutto il ‘700, nonostante la pluralità degli Stati
della penisola), è stato machiavellicamente soverchiato
dalla potenza economica e finanziaria straniera. Analogo a quanto accaduto nel ‘500, secondo J. Maritain
(1945) in “La fine del Machiavellismo” (edizione “La
Locusta”, 1961).
ATTILIO SANGIANI
Lettere al direttore
posta V.le Cesare Battisti,8 - 22100 Como
fax 031.3109325
mail [email protected]
-
si tratta di “un fatto inaccettabile”, sostenendo che
le accuse rivolte “sono del tutto infondate e sono
state costruite con un secondo fine”. L’attacco, però, è
più grave di quello che sembrava nei primi giorni, a
rivelarlo è Trend Micro (software house specializzata
in sicurezza informatica) che ha spiegato che anche
i servizi Hotmail di Microsoft e la posta elettronica
di Yahoo! sono stati colpiti nel sofisticato attacco di
phishing.
L’episodio si fa più serio e ancora una volta il governo
Usa si schiera al fianco del motore di ricerca e delle
altre società colpite. La responsabile della politica
estera a stelle e strisce, Hilary Clinton, ha dichiarato
che le accuse mosse da BigG contro Pechino “sono
molto gravi, pur se andranno provate”, aggiungendo
che gli Stati Uniti sono “molto preoccupati dalla
rivelazione di una campagna che Google ritiene
originata in Cina per carpire le password di persone
che possiedono un account Gmail”. Decisamente
più dura la reazione del segretario statunitense alla
Difesa: Robert Gates ha avvisato che qualsiasi attacco
alle infrastrutture informatiche verrà considerato un
atto di guerra e, come tale, sarà affrontato con la forza
militare. A rispondere per Pechino, ci ha pensato il
“People’s Daily”.
ANTONIO RITA
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