Modellizzazione di un micro cogeneratore basato sulla tecnologia
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Modellizzazione di un micro cogeneratore basato sulla tecnologia
UNIVERSITA' DEGLI STUDI DI CASSINO DIPARTIMENTO DI INGEGNERIA INDUSTRIALE DOTTORATO DI RICERCA XIX CICLO IN INGEGNERIA CIVILE E MECCANICA MODELLIZZAZIONE DI UN MICRO COGENERATORE BASATO SULLA TECNOLOGIA MCFC ACCOPPIATA AD UN GASSIFICATORE DI BIOMASSA Dottorando Tutor Dott. Ing. Guido Galeno Prof. Ing. Giuseppe Spazzafumo Coordinatore Prof. Ing. Elio Sacco A.A. 2006-2007 Dottorato di Ricerca XIX ciclo - Ingegneria Civile e Meccanica - Guido Galeno Sommario Nel presente lavoro si affronta lo studio dell'impiego del gas di sintesi, prodotto dalla gassificazione di biomassa, in un sistema energetico ad alta efficienza di conversione costituito da celle a combustibile a carbonati fusi (MCFC). Il lavoro è sostanzialmente suddiviso in tre parti: nella prima (Capitoli 1, 2, 3, 4) vengono descritte le tecnologie di gassificazione di biomassa con particolare attenzione al gassificatore acquisito dall'Università degli Studi di Cassino; nella seconda (Capitoli 5 e 6) è riportata una panoramica sulle tecnologie delle celle a combustibile con particolare attenzione alle MCFC; nella terza parte, infine, (Capitolo 7) vengono descritte le simulazioni effettuate ed i risultati ottenuti accoppiando l'impianto di gassificazione ad uno stack di celle a carbonati fusi, confrontando i risultati ottenuti con le caratteristiche energetiche del sistema tradizionale. Nel primo capitolo è riportata una introduzione generale sulle biomasse e sulle caratteristiche dei sistemi di gassificazione di biomassa lignocellulosica, considerando anche lo stato dell'arte di questa tecnologia di conversione termochimica. Nel secondo capitolo è descritto l'impianto di gassificazione acquisito dall'Università degli Studi di Cassino, completo di tutti gli ausiliari e del sistema elettrogeno in dotazione; inoltre è descritto lo studio effettuato per la realizzazione del laboratorio di ricerca sull'impianto di gassificazione suddetto. Nel terzo capitolo sono riportate le prime sperimentazioni effettuate grazie alle quali sono stati monitorati alcuni parametri termodinamici e di funzionamento dell'impianto per avere un quadro generale sulle prestazioni oltre che per verificare l’effettiva potenzialità elettrica. Sono descritti, poi, la metodologia di campionamento della biomassa ed il prelievo del syngas destinati entrambi ad analisi chimica e sono stati riportati i risultati di dette analisi e valutati i parametri termodinamici di interesse. È stata quindi condotta una analisi energetica dell'impianto: in particolare sono stati valutati la perdita termica per convezione e irraggiamento dal mantello esterno del gassificatore, il contenuto energetico del residuo carbonioso residuo e il calore sensibile dell'acqua di raffreddamento. È stato possibile, a questo punto, risalire al bilancio energetico complessivo, a partire dal potere calorifico della biomassa in ingresso, e determinare l'efficienza energetica del sistema. Nel quarto capitolo è riportata la descrizione della simulazione termochimica dell'impianto di gassificazione effettuata mediante il software Aspen PlusTM. Ciò ha permesso di verificare, mediante modello di calcolo, le prestazioni del gassificatore. Una volta che i risultati della 1 Dottorato di Ricerca XIX ciclo - Ingegneria Civile e Meccanica - Guido Galeno simulazione hanno trovato riscontro con le prove sperimentali, è stata effettuata una analisi di sensibilità per determinare quali fossero le potenziali modifiche da apportare al sistema per migliorarne le prestazioni energetiche. Nel quinto capitolo sono riportate una introduzione generale sulle celle a combustibile ed una descrizione dei vantaggi energetici ed ambientali di questa tecnologia. Ci si è soffermati sulla descrizione delle celle a combustibile a carbonati fusi mostrando quali sono le caratteristiche che le rendono adatte per la generazione distribuita di energia elettrica e termica specialmente se accoppiata a gassificatori di biomassa. Nel sesto capitolo è descritto il modello matematico di cella a combustibile a carbonati fusi che si interfaccia con il software Aspen PlusTM. È riportata, inoltre, la simulazione di una cella a combustibile a carbonati fusi che utilizza metano come combustibile. Nel settimo capitolo è affrontato l'accoppiamento dell'impianto di gassificazione con la MCFC; inizialmente viene introdotta una soluzione impiantistica con i principali componenti; si effettua una descrizione dei sistemi di desolforazione disponibili operando una scelta tra le diverse tecnologie disponibili. Viene effettuata una simulazione della sola MCFC alimentata con il syngas proveniente dal gassificatore e si ottengono i primi positivi risultati. In seguito viene effettuata l'analisi di sensibilità sulla MCFC per determinare la configurazione impiantistica ottimale. In particolare si nota che riducendo la portata di acqua di alimento del reattore di reforming, il rendimento complessivo del sistema aumenta. Viene dunque presa in considerazione la possibilità di eliminare il suddetto reattore, riducendo gli ingombri, i costi di produzione e i transitori di funzionamento nella MCFC. A questo punto viene affrontato il problema di simulare l'impianto di gassificazione insieme alla MCFC, ciò è indispensabile per ottimizzare il funzionamento di entrambi gli impianti. Si individuano quali sono le principali cause di dispersione termo-chimica nel sistema e si ipotizzano alcune soluzioni. In definitiva combinando gli effetti del preriscaldamento dell'aria di alimento al gassificatore di biomassa e riciclando il residuo carbonioso solido si ottiene il più consistente miglioramento delle prestazioni del sistema. 2 Dottorato di Ricerca XIX ciclo - Ingegneria Civile e Meccanica - Guido Galeno Indice generale Sommario............................................................................................................................................ 1 Acronimi e simboli..............................................................................................................................9 Introduzione...................................................................................................................................... 12 Capitolo 1 - Generalità sulla gassificazione di biomassa.............................................................. 14 1.1 La biomassa ............................................................................................................................ 14 1.2 Il processo di gassificazione.................................................................................................... 15 1.3 Le caratteristiche del syngas.................................................................................................... 18 1.4 Le tecnologie disponibili......................................................................................................... 19 1.5 Lo stato dell'arte nella gassificazione di biomassa.................................................................. 24 Capitolo 2 – Il gassificatore di biomassa WBG 15 ........................................................................25 2.1 Descrizione del funzionamento del gassificatore di biomassa ............................................... 25 2.2 Descrizione del gruppo elettrogeno in dotazione.................................................................... 28 2.3 Procedure di avviamento e di spegnimento dell'impianto di gassificazione........................... 32 2.4 Realizzazione del laboratorio sul gassificatore........................................................................34 2.5 Ottimizzazione del lay-out impiantistico................................................................................. 38 Capitolo 3 – Analisi chimiche ed analisi energetiche dell'impianto ............................................40 3.1 Prelievo della biomassa utilizzata............................................................................................40 3.2 Analisi chimiche della biomassa utilizzata.............................................................................. 41 3.3 Analisi energetica della biomassa utilizzata............................................................................ 42 3.4 Prelievo del syngas prodotto....................................................................................................42 3.5 Gascromatografia del syngas prodotto.................................................................................... 45 3.6 Analisi energetica del syngas prodotto.................................................................................... 47 3.7 Analisi delle dispersioni termiche dell'impianto......................................................................49 Capitolo 4 – Simulazione dell'impianto di gassificazione attuale................................................ 58 4.1 Considerazioni iniziali............................................................................................................. 58 4.2 Descrizione della simulazione effettuata................................................................................. 61 4.3 Analisi di sensibilità ................................................................................................................65 4.4 Considerazioni energetiche sul gruppo elettrogeno.................................................................67 Capitolo 5 – Generalità sulle celle a combustibile a carbonati fusi............................................. 68 5.1 Le celle a combustibile............................................................................................................ 68 3 Dottorato di Ricerca XIX ciclo - Ingegneria Civile e Meccanica - Guido Galeno 5.2 Classificazione delle diverse tipologie di celle........................................................................70 5.3 Le celle a combustibile a carbonati fusi ..................................................................................74 Capitolo 6 – Modellizzazione della MCFC.....................................................................................77 6.1 Modellizzazione della MCFC.................................................................................................. 77 6.2 Simulazione di una MCFC alimentata a metano..................................................................... 80 6.3 Validazione del modello.......................................................................................................... 83 Capitolo 7 – Simulazione dell'impianto di gassificazione accoppiato alla MCFC......................84 7.1 Sezione di desolforazione del syngas...................................................................................... 85 7.2 Simulazione del funzionamento della MCFC alimentata con il syngas.................................. 86 7.3 Analisi di sensibilità sulla MCFC al variare della portata di acqua.........................................90 7.4 Simulazione dell'impianto completo e studio delle potenziali modifiche............................... 96 7.5 Effetti combinati.................................................................................................................... 102 7.6 Considerazioni conclusive..................................................................................................... 105 Bibliografia......................................................................................................................................106 Indice delle tabelle Tab 1.1 - Composizione tipica (%) di un syngas da biomassa a seconda dell'agente ossidante....18 Tab 1.2 - Tipologie di gassificatori di biomassa............................................................................19 Tab.1.3 - Composizione del syngas .............................................................................................. 20 Tab 1.4 - Caratteristiche del gas di sintesi, efficienza di gassificazione....................................... 20 Tab 2.1 - Caratteristiche del gassificatore..................................................................................... 27 Tab 2.2 - Caratteristiche degli ausiliari .........................................................................................28 Tab 3.1 - Analisi chimiche della biomassa.................................................................................... 41 Tab 3.2 - Poteri calorifici della biomassa...................................................................................... 42 Tab 3.3 - Confronto composizione syngas di Ankur e composizione tipica................................. 47 Tab 3.4 - Portate e composizioni del syngas di riferimento a partire da 1 mol/s.......................... 48 Tab 3.5 - Entalpie di formazione dei reagenti e dei prodotti di combustione................................48 Tab 3.6 - Reazioni di combustione bilanciate ed entalpie di reazione.......................................... 48 Tab 3.7 - Poteri calorifici del syngas di riferimento...................................................................... 49 Tab 3.8 - Temperature rilevate sulle superfici esterne del gassificatore....................................... 51 Tab 3.9 - Temperature di films delle diverse superfici di interesse...............................................52 Tab 3.10 - Numeri adimensionali utilizzati per la valutazione della potenza convettiva.............. 52 4 Dottorato di Ricerca XIX ciclo - Ingegneria Civile e Meccanica - Guido Galeno Tab 3.11 - Valori dei numeri adimensionali per le superfici di interesse...................................... 53 Tab 3.12 - Lunghezze caratteristiche, superfici e conducibilità termica....................................... 53 Tab 3.13 - Conduttanza convettiva e potenza scambiata per convezione..................................... 54 Tab 3.14 - Emittenza emisferica totale delle superfici interessate................................................ 54 Tab 3.15 - Potenza scambiata per irraggiamento...........................................................................55 Tab 4.1 - Composizione in massa del cippato di abete (% in peso sostanza secca)...................... 58 Tab 4.2 - Caratteristiche energetiche della biomassa.................................................................... 59 Tab 4.3 - Caratteristiche energetiche del syngas........................................................................... 60 Tab 4.4 - Confronto tra il syngas simulato e quello di riferimento............................................... 62 Tab 4.5 - Bilancio energetico dell’impianto di gassificazione...................................................... 63 Tab 4.6 - Caratteristiche dei flussi di massa entranti ed uscenti dall’impianto ............................ 63 Tab 4.7 - Caratteristiche dei flussi di massa entranti ed uscenti dall’impianto ............................ 64 Tab 5.1 - Confronto tra le diverse tecnologie di celle a combustibile........................................... 72 Tab 6.1 - Coefficienti parametrici delle sostanze coinvolte nella combustione............................ 79 Tab 6.2 - Caratteristiche tecniche di una MCFC........................................................................... 79 Tab 6.3 - Caratteristiche dei flussi di massa della MCFC alimentata con metano........................ 81 Tab 6.4 - Caratteristiche dei flussi di massa della MCFC alimentata con metano........................ 81 Tab 6.5 - Caratteristiche dei flussi di massa della MCFC alimentata con metano........................ 81 Tab 6.6 - Caratteristiche elettrochimiche dei punti individuati..................................................... 82 Tab 7.1 - Caratteristiche della MCFC............................................................................................87 Tab 7.2 - Caratteristiche dei flussi di massa della MCFC alimentata con syngas......................... 88 Tab 7.3 - Caratteristiche dei flussi di massa della MCFC alimentata con syngas......................... 88 Tab 7.4 - Caratteristiche dei flussi di massa della MCFC alimentata con syngas......................... 88 Tab 7.5 - Caratteristiche elettrochimiche dei punti individuati..................................................... 89 Tab 7.6 - Bilancio delle potenze.................................................................................................... 89 Tab 7.7 - Caratteristiche energetiche della MCFC alimentata con syngas.................................... 90 Tab 7.8 - Caratteristiche energetiche complessive........................................................................ 90 Tab 7.9 - Caratteristiche dei flussi di massa della MCFC senza pre-reformer.............................. 93 Tab 7.10 - Caratteristiche dei flussi di massa della MCFC senza pre-reformer............................ 94 Tab 7.11 - Caratteristiche dei flussi di massa della MCFC senza pre-reformer............................ 94 Tab 7.12 - Caratteristiche elettrochimiche dei punti individuati................................................... 95 Tab 7.13 - Bilancio delle potenze.................................................................................................. 95 5 Dottorato di Ricerca XIX ciclo - Ingegneria Civile e Meccanica - Guido Galeno Tab 7.14 - Caratteristiche energetiche complessive...................................................................... 96 Tab 7.15 - Flussi di potenza con preriscaldamento dell'aria........................................................100 Tab 7.16 - Composizione e caratteristiche energetiche del syngas ............................................ 101 Tab 7.17- Caratteristiche energetiche della MCFC variando la portata di vapore...................... 102 Tab 7.17 - Composizione e caratteristiche energetiche del syngas ............................................ 103 Tab 7.19 - Flussi di energia con preriscaldamento dell'aria e recupero del residuo carbonioso. 104 Tab 7.20 - Caratteristiche energetiche complessive.................................................................... 105 Indice delle illustrazioni Fig 1.1 - Esempi di commercializzazione degli scarti di lavorazione del legno........................... 15 Fig 1.2 - Schema di gassificatore a letto fisso controcorrente ...................................................... 21 Fig 1.3 - Schema di gassificatore a letto fisso equicorrente.......................................................... 22 Fig 1.4 - Schema di gassificatori di biomassa a letto fluido bollente e circolante.........................23 Fig 1.5 - Schema di gassificatore di biomassa a letto trascinato .................................................. 23 Fig 1.6 - Stato dell’arte delle tecnologie di gassificazione............................................................ 24 Fig 2.1 - Gassificatore WBG 15.................................................................................................... 25 Fig 2.2 - Condotto Venturi.............................................................................................................25 Fig 2.3 - Ciclone e cassetta di decantazione.................................................................................. 26 Fig 2.4 - Tank pump e scrubber pump...........................................................................................26 Fig 2.5 - Fine Filter........................................................................................................................ 27 Fig 2.6 - Safety Filter e torcia........................................................................................................ 27 Fig 2.7 - Motore............................................................................................................................. 29 Fig 2.8 - Alimentazione................................................................................................................. 29 Fig 2.9 - Alternatore.......................................................................................................................30 Fig 2.10 - Quadro elettrico.............................................................................................................30 Fig 2.11 - Carico elettrico.............................................................................................................. 31 Fig 2.12 - Schema dell'impianto di gassificazione........................................................................ 31 Fig 2.13 - Accensione del gassificatore......................................................................................... 33 Fig 2.14 - Lay-out dell'impianto di gassificazione........................................................................ 38 Fig 2.15 - Lay-out del laboratorio..................................................................................................39 Fig 3.1 - Biomassa utilizzata..........................................................................................................40 Fig 3.2 - Derivazione ugello.......................................................................................................... 43 6 Dottorato di Ricerca XIX ciclo - Ingegneria Civile e Meccanica - Guido Galeno Fig 3.3 - Schema del primo sistema di captazione del syngas.......................................................43 Fig 3.4 - Siringa usata per il prelievo.............................................................................................44 Fig 3.5 - Schema del secondo sistema di captazione del syngas .................................................. 44 Fig 3.6 - Gascromatografo............................................................................................................. 45 Fig 3.7 - Idrogeno.......................................................................................................................... 46 Fig 3.8 - Idrogeno, argon, metano e monossido di carbonio......................................................... 46 Fig 3.9 - Anidride carbonica, tracce di etano e propano................................................................46 Fig 3.10 - Fenomeni dissipativi sul gassificatore ......................................................................... 50 Fig 3.11 - Profilo di temperatura sulla superficie esterna del gassificatore...................................51 Fig 3.12 - Parametri caratteristiche per determinare la prevalenza manometrica......................... 56 Fig 3.13 - Curva caratteristica della pompa di scrubbing.............................................................. 56 Fig 4.1 - Reattore stechiometrico per il calcolo del potere calorifico............................................59 Fig 4.2 - Flussi di massa entranti ed uscenti dal gassificatore....................................................... 60 Fig 4.3 - Schema dell'impianto di gassificazione simulato con Aspen Plus..................................62 Fig 4.4 - Frazione in massa di CO................................................................................................. 66 Fig 4.5 - Frazione in massa di CO2............................................................................................... 66 Fig 4.6 - Frazione in massa di N2.................................................................................................. 66 Fig 4.7 - Frazione in massa di H2.................................................................................................. 66 Fig 4.8 - Frazione in massa di CH4............................................................................................... 66 Fig 4.9 - Temperatura di gassificazione.........................................................................................67 Fig 4.10 - Potere calorifico superiore del syngas...........................................................................67 Fig 4.11 - Portata massica di syngas..............................................................................................67 Fig 4.12 - Potenza termica del syngas........................................................................................... 67 Fig 5.1 - Generico stack di celle a combustibile............................................................................69 Fig 5.2 - Fonti primarie e combustibili utilizzabili in impianti con celle a combustibile..............73 Fig 5.3 - Schema di funzionamento di una MCFC........................................................................ 76 Fig 5.4 - MCFC della MTU .......................................................................................................... 76 Fig 6.1 - Sezione frontale del modello di cella e schema dei flussi...............................................78 Fig 6.3 - Schema della simulazione con Aspen Plus della MCFC alimentata con metano........... 80 Fig 7.1 - Schema dell'impianto con MCFC e recupero termico.................................................... 84 Fig 7.2 - Schema della simulazione con Aspen Plus della MCFC alimentata con il syngas.........86 Fig 7.3 - Composizione del flusso A-IN in funzione della portata di acqua................................. 91 7 Dottorato di Ricerca XIX ciclo - Ingegneria Civile e Meccanica - Guido Galeno Fig 7.4 - Potenza chimica e PCS del flusso in ingresso al comparto anodico (A-IN)................... 91 Fig 7.5 - Potenza ed efficienza elettrica ........................................................................................92 Fig 7.6 - Potenza ed efficienza termica..........................................................................................92 Fig 7.8 - Schema della simulazione della MCFC alimentata con il syngas senza pre reformer....93 Fig 7.9 - Diagramma a fiume dei flussi di energia in transito nei due impianti............................ 97 Fig 7.10 - Situazione attuale e con recupero del residuo carbonioso solido..................................98 Fig 7.11 - Schema di simulazione con preriscaldamento dell'aria di alimento al gassificatore.... 99 Fig 7.12 - Potenza chimica del syngas ed efficienza elettrica della MCFC................................ 102 Fig 7.13 - Schema con preriscaldamento dell'aria e riciclo del residuo carbonioso....................103 8 Dottorato di Ricerca XIX ciclo - Ingegneria Civile e Meccanica - Guido Galeno Acronimi e simboli a Diffusività termica b Comprimibilità isobarica AIN-MID Primo semi-comparto anodico AMID-OUT Secondo semi-comparto anodico AFC (Alkaline Fuel Cell) Cella a combustibile alcalina B.F.B. (Bubbling Fluidized Bed) Gassificatore a letto fluido bollente C.F.B. (Circulating Fluidized Bed) Gassificatore a letto fluidocircolante C.G. (Cyclonic Gasifier) Gassificatore a ciclone CIN-MID Primo semi-comparto catodico CMID-OUT Secondo semi-comparto catodico cp Calore specifico a pressione costante D.G. (Dawndraft Gasifier) Gassificatore a letto fisso equicorrente DG Energia libera di Gibbs DHf Entalpia di formazione di una sostanza DHr Entalpia di reazione DMFC (Direct Methanol Fuel Cell) Cella a combustibile a metanolo diretto e Emittenza emisferica totale di una superficie E0 Tensione di circuito aperto E.B.G. (Entrained Bed Gasifier) Gassificatore a letto trascinato F Costante di Faraday g Accelerazione di gravità GPL Gas di petrolio liquefatti Gr Numero di Grashof hc Conduttanza convettiva k Conducibilità termica H.G.D. (Hot Gas Desulfuration) Desolforazione dei gas caldi H.G.C.U. (Hot Gas Clean Up) Lavaggio dei gas caldi L Dimensione caratteristica MCFC (Molten Carbonate Fuel Cell) Cella a combustibile a carbonati fusi NGC Gas naturale compresso N.I.S.T. National Institute of Standards and Technology 9 Dottorato di Ricerca XIX ciclo - Ingegneria Civile e Meccanica - Guido Galeno Nu Numero di Nusselt p Pressione di esercizio PAFC (Phosphoric Acid Fuel Cell) Cella a combustibile ad acido fosforico PCHIM(PCI) Potenza chimica riferita al PCI PCHIM(PCS) Potenza chimica riferita al PCS PCI Potere calorifico inferiore Pconv Potenza termica dispersa per convezione PCS Potere calorifico superiore Pe Potenza elettrica reale PEMFC (Proton Exchange Membrane Fuel Cell) Cella a combustibile a membrana polimerica Pirr Potenza termica dispersa per irraggiamento Pmantello Potenza dispersa dal mantello del gassificatore Pquench Potenza sottratta al syngas durante il lavaggio Pr Numero di Prandtl R Costante dei gas Ra Numero di Rayleigh r Densità S Generica superficie s Costante di Stefan-Boltzmann ss Sostanza secca SOFC (Solid Oxide Fuel Cell) Cella a combustibile ad ossidi solidi Tc Temperatura del flusso caldo Tf Temperatura del flusso freddo T∞ Temperatura dell'ambiente indisturbato TS Temperatura della generica superficie U.G. (Updraft Gasifier) Gassificatore a letto fisso controcorrente UM Unità di misura V Portata volumetrica g Viscosità cinematica Vreale Tensione reale di cella W.B.G. Wood Biomass Gasifier XACO2 Frazione molare di CO2 nell'anodo XCCO2 Frazione molare di CO2 nel catodo 10 Dottorato di Ricerca XIX ciclo - Ingegneria Civile e Meccanica - Guido Galeno XH2 Frazione molare di H2 XH2O Frazione molare di H2O XO2 Frazione molare di O2 11 Dottorato di Ricerca XIX ciclo - Ingegneria Civile e Meccanica - Guido Galeno Introduzione Ad oggi, le biomasse soddisfano il 15% circa degli usi energetici primari nel mondo, con 55 milioni di TJ/anno (1230 Mtep/anno). L’utilizzo di tale fonte mostra, però, un forte grado di disomogeneità fra i vari Paesi. I Paesi in via di sviluppo, nel complesso, ricavano mediamente il 38% della propria energia dalle biomasse, con 48 milioni di TJ/anno (1074 Mtep/anno), ma in molti di essi tale risorsa soddisfa fino al 90% del fabbisogno energetico totale, mediante la combustione di legno, paglia e rifiuti animali. Nei Paesi Industrializzati, invece, le biomasse contribuiscono appena per il 3% agli usi energetici primari con 7 milioni di TJ/anno (156 Mtep/anno). In particolare, gli USA ricavano il 3,2% della propria energia dalle biomasse, equivalente a 3,2 milioni di TJ/anno (70 Mtep/anno); l’Europa, complessivamente, il 3,5%, corrispondenti a circa 40 Mtep/anno, con punte del 18% in Finlandia, 17% in Svezia, 13% in Austria. L’Italia, con il 2% del proprio fabbisogno coperto dalle biomasse, è al di sotto della media europea. I paesi del centro-nord Europa sono all'avanguardia, nello sfruttamento delle biomasse come fonte energetica, avendo installato grossi impianti di cogenerazione e teleriscaldamento alimentati a biomasse. La Francia, che ha la più vasta superficie agricola in Europa, punta molto anche sulla produzione di biodiesel ed etanolo, per il cui impiego come combustibile ha adottato una politica di completa defiscalizzazione. La Gran Bretagna invece, ha sviluppato una produzione trascurabile di biocombustibili, ritenuti allo stato attuale antieconomici, e si è dedicata in particolare allo sviluppo di un vasto ed efficiente sistema di recupero del biogas dalle discariche, sia per usi termici che elettrici. La Svezia e l’Austria, che contano su una lunga tradizione di utilizzo della legna da ardere, hanno continuato ad incrementare tale impiego sia per riscaldamento che per teleriscaldamento, dando grande impulso alle piantagioni di bosco ceduo (salice, pioppo) che hanno rese 3÷4 volte superiori alla media, come fornitura di materia prima. Nell’ottica della diversificazione delle fonti rinnovabili, lo sfruttamento a fini energetici delle biomasse rappresenta, in particolare per l’Italia, un potenziale giacimento energetico, che permetterebbe di ridurre la vulnerabilità nell’approvvigionamento delle risorse energetiche e l’importazione di energia elettrica. Si valuta, infatti, che la disponibilità di biomasse residuali (legno, residui agricoli e dell’industria agroalimentare, rifiuti urbani e dell’industria zootecnica), in Italia, corrisponde ad un ammontare annuo di circa 66 milioni di t di sostanza secca, equivalente a 27 Mtep [1] con una percentuale sul totale dei consumi energetici annui di circa il 19%. Da un punto di vista ambientale bisogna dire che, durante la fase di crescita, le biomasse assorbono CO2 dall'atmosfera che poi viene restituita all’ambiente durante i processi di combustione; pertanto, 12 Dottorato di Ricerca XIX ciclo - Ingegneria Civile e Meccanica - Guido Galeno il bilancio della CO2 che è uno dei principali gas climalteranti, è nullo. Inoltre le emissioni di inquinanti acidi, ossidi di azoto, polveri e microinquinanti possono essere controllate con le moderne tecnologie di combustione e depurazione dei fumi. Il basso contenuto di zolfo fa sì che, quando utilizzate in sostituzione di carbone e di olio combustibile, le biomasse contribuiscano ad alleviare fenomeni di acidificazione [2]. L'utilizzo della biomassa per fini energetici, dunque, determina indubbi benefici economici ed ambientali, e può rappresentare un’opportunità di rilancio per alcuni comparti agricoli. Tuttavia, la mancanza di adeguate tecnologie di conversione energetica per la piccola taglia ne limita l’utilizzo alla media e grande scala, con elevati costi d’impianto e di logistica per la raccolta ed il conferimento, ed un elevato impatto socio-ambientale, tutti fattori che spesso ne ostacolano la realizzazione. Esistono diversi metodi per trattare la biomassa per scopi energetici. Tra questi il sistema che offre, energeticamente ed economicamente, buone prospettive è la gassificazione della biomassa lignocellulosica. Il processo termochimico di gassificazione serve sostanzialmente a trasformare il combustibile solido in un gas, che dopo un'opportuna depurazione, risulta idoneo all'utilizzo nei moderni sistemi di conversione energetica, quali motori alternativi, turbine a gas e celle a combustibile, per la produzione di energia elettrica. Nel panorama dei sistemi di conversione energetica attualmente disponibili, che possono essere alimentati mediante il syngas prodotto da un impianto di gassificazione di biomassa, le celle a combustibile a carbonai fusi (MCFC) offrono il miglior compromesso in termini di efficienza elettrica, di emissioni prodotte, e di semplicità di gestione sulla piccola e media taglia, con la possibilità di effettuare diversi recuperi di calore. Però allo stato attuale della ricerca e dello sviluppo la possibilità di accoppiare un impianto di gassificazione di biomassa di piccola taglia con il sistema di conversione suddetto non ha suscitato grande interesse. Presso i locali della Industrial Packing, il Dipartimento di Ingegneria Industriale dell’Università degli Studi di Cassino sta realizzando un laboratorio di ricerca sulla gassificazione per la conversione energetica della biomassa, su piccola scala, nell'ottica di un accoppiamento ad uno stack di celle a combustibile a carbonati fusi. Risulta dunque di fondamentale importanza quantificare preventivamente le potenzialità del sistema energetico proposto sia per la determinazione della configurazione impiantistica ottimale sia per suscitare maggiore interesse nei confronti di questo argomento. 13 Dottorato di Ricerca XIX ciclo - Ingegneria Civile e Meccanica - Guido Galeno Capitolo 1 - Generalità sulla gassificazione di biomassa La gassificazione è un processo termochimico attraverso il quale si realizza la conversione di un combustibile solido in un gas principalmente costituito da idrogeno e monossido di carbonio. Il gas di sintesi, o syngas, opportunamente trattato, può competere con il gas naturale oppure può essere depurato sino alla produzione di solo idrogeno. Il syngas può essere, infatti, utilizzato per la produzione di calore in normali boiler o per alimentare direttamente motori alternativi, turbine a gas o celle a combustibile; può inoltre subire ulteriori trattamenti, per la produzione di biocombustibili, trasformandosi in alcool metilico mediante processi di sintesi. Nella gassificazione di biomassa il combustibile solido è costituito da residui ligno-cellulosici (cippato di legno, sfalci, pellets, ecc.) e la composizione del syngas dipende notevolmente dal tipo di biomassa utilizzata, dalla pezzatura e dal grado di umidità presente. Gli elementi gassificanti, normalmente utilizzati, sono aria, ossigeno e/o vapore. Il syngas contiene molte impurità, tra cui polveri, catrami e metalli pesanti, pertanto, prima di essere utilizzato, deve essere raffreddato e purificato. Le attuali tecnologie di gassificazione di biomassa derivano da quelle sviluppate per la gassificazione del carbone opportunamente modificate per tener conto delle differenti caratteristiche di movimentazione e di contenuto energetico della biomassa [3]. Quest'ultima, infatti, a causa dell’elevato contenuto di sostanze volatili, presenta un grado di reattività maggiore rispetto al carbone e ciò permette di operare a temperature di gassificazione mediamente più basse rispetto a quelle richieste per la gassificazione del carbone, per cui si ha una maggiore durata dei catalizzatori e la possibilità di utilizzare materiali economici. Il processo di gassificazione di biomassa per la produzione di idrogeno viene considerato come il più economico tra quelli basati sulle fonti rinnovabili [4]. 1.1 La biomassa Con il termine biomassa solitamente si indica un vasto insieme di materiali di natura estremamente eterogenea. In generale, è biomassa tutto ciò che ha matrice organica, ovvero il materiale organico costituito o derivato da organismi vegetali o loro componenti, utilizzabile in processi di trasformazione termochimica o biochimica con esclusione delle plastiche e dei materiali fossili, che, pur rientrando nella chimica del carbonio, non hanno nulla a che vedere con la caratterizzazione che qui interessa dei materiali organici. La prima grossa distinzione in seno alle biomasse è quella tra : • Biomassa vegetale, e cioè la materia che costituisce le piante. L’energia in essa contenuta è energia solare immagazzinata durante la crescita per mezzo della fotosintesi clorofilliana. 14 Dottorato di Ricerca XIX ciclo - Ingegneria Civile e Meccanica - Guido Galeno • Biomassa animale, e cioè la quota di biomassa vegetale che, attraverso le catene alimentari, passa al mondo animale e che viene resa disponibile mediante gli escrementi, le carcasse o gli avanzi, costituendo pertanto biomassa derivata indirettamente dalla fotosintesi clorofilliana. In genere la biomassa utilizzabile ai fini energetici consiste in tutti quei materiali organici che possono essere utilizzati direttamente come combustibili ovvero trasformati in altre sostanze (solide, liquide o gassose) di più facile utilizzo negli impianti di conversione. Nell'ambito dei processi di gassificazione, la biomassa di origine vegetale rappresenta il combustibile primario. I materiali più idonei e maggiormente utilizzati per questo tipo di processo sono i materiali cellulosici e ligno cellulosici, con un rapporto Carbonio/Azoto superiore a 30, meno di un atomo di azoto ogni trenta di carbonio [5]. Fig 1.1 - Esempi di commercializzazione degli scarti di lavorazione del legno 1.2 Il processo di gassificazione La biomassa, prima di essere introdotta nel reattore principale, è opportunamente pretrattata per risultare idonea al processo di gassificazione: la pezzatura viene regolata mediante cippatrice, mentre il grado di umidità viene regolato per mezzo dell'essiccamento che sfrutta il calore proveniente dal reattore di gassificazione. Nel reattore vero e proprio la gassificazione avviene essenzialmente attraverso tre stadi: il primo è detto di pirolisi, il secondo di ossidazione ed il terzo di riduzione. Il primo stadio di gassificazione, e cioè la pirolisi, è un processo di decomposizione termochimica del solido organico, ottenuto mediante l’apporto di calore, a temperature comprese tra 15 Dottorato di Ricerca XIX ciclo - Ingegneria Civile e Meccanica - Guido Galeno 400÷800 °C, in completa assenza di un agente ossidante. Il gas di pirolisi è comunemente costituito da N2, CO2, CO, CH4, H2, idrocarburi come etano, etilene e piccole percentuali di composti organici gassosi e vapore d’acqua. Nel processo di pirolisi, inoltre, si forma una frazione liquida (tar) e una frazione solida (char). La prima contiene alcune sostanze organiche, come acidi, alcoli, aldeidi, chetoni, esteri e composti fenolici, aventi un basso peso molecolare medio rispetto a quello presente nella biomassa; mentre la seconda contiene oltre a solidi organici non convertiti, e carbonio solido residuo proveniente dalla decomposizione della biomassa, anche materiali inorganici come la cenere. In genere i prodotti della pirolisi sono molteplici e non facilmente determinabili e dipendono essenzialmente dai metodi di pirolizzazione. Il secondo stadio di gassificazione, e cioè l'ossidazione, è un processo di combustione parziale dei prodotti di pirolisi e della biomassa fresca. In questa fase, infatti, una parte delle sostanze carboniose prodotte nel primo stadio e parte della biomassa fresca sono bruciati insieme con aria in difetto rispetto alla condizione stechiometrica, con l'unico scopo di fornire il calore necessario alle reazioni endotermiche di gassificazione. Le reazioni esotermiche tipiche che avvengono nel secondo stadio sono le seguenti: • • Combustione del carbonio solido C + ½ O2 à CO ΔH0 = - 123 kJ C + O2 à CO2 ΔH0 = - 406 kJ Combustione del monossido di carbonio CO + ½ O2 • à CO2 ΔH0 = - 283 kJ Combustione dell’idrogeno H2 + ½ O2 à H2O ΔH0 = - 242 kJ Il terzo stadio della gassificazione, e cioè la riduzione, comprende un gran numero di reazioni, sia esotermiche che endotermiche, che hanno luogo generalmente in una zona denominata letto di riduzione in cui è presente carbonio solido che reagisce con i prodotti della pirolisi e dell'ossidazione parziale. Le reazioni tipiche che avvengono nel terzo stadio sono le seguenti: • Gassificazione con biossido di carbonio C + CO2 à 2 CO ΔH0 = - 160 kJ 16 Dottorato di Ricerca XIX ciclo - Ingegneria Civile e Meccanica - Guido Galeno • • Gassificazione con acqua C + H2O à CO + H2 ΔH0 = - 119 kJ C + 2 H2O à CO2 + 2 H2 ΔH0 = 78 kJ 2 C + 2 H2O à CO2 + CH4 ΔH0 = - 11 kJ Gassificazione con idrogeno C + 2 H2 • CH4 ΔH0 = - 87 kJ CO2 + H2 ΔH0 = 41 kJ Shift del vapore CO + H2O • à à Processo diretto per la metanazione ed inverso per lo steam reforming à CH4 + H2O ΔH0 = 206 kJ 2 CO + 2 H2 à CH4 + CO2 ΔH0 = - 248 kJ CH4 + 2 H2O ΔH0 = 217 kJ CO + 3 H2 CO + 4 H2 à Infine si ha la separazione delle frazioni prodotte che può avvenire in maniera diretta, per caduta o per diversità delle fasi, o indiretta in modo meccanico attraverso lavaggi e centrifughe. In particolare si ha la separazione nelle seguenti fasi: • Fase gassosa, e cioè il syngas, composto sostanzialemte da N2, CO, CH4, H2 CO2, ossidi d’azoto e composti azotati quali HCN e NH3. In percentuali ridotte si trovano altri composti gassosi derivati da idrocarburi pesanti formatisi nel primo stadio di gassificazione o provenienti da impurità della biomassa di partenza come può succedere a causa della presenza di zolfo e cloro. • Fase liquida, composta da acqua, idrocarburi pesanti, metalli alcalini (sodio e potassio). • Fase solida, composta dal carbonio residuo che non ha preso parte alle reazioni, ceneri, assieme ad altre sostanze come ossidi di alluminio, silicio ecc.. Il carbone prodotto può essere riutilizzato per rigenerare il letto di riduzione. Nella fase solida si trovano anche depositi di particolati che, a seconda delle dimensioni, possono essere presenti anche in sospensione nella fase liquida e nella fase gassosa. Inoltre è presente una fase semisolida o semiliquida oleosa di catrame vegetale. Esso costituisce un prodotto indesiderato in quanto, anche se ha, rispetto a quello bituminoso, meno idrocarburi aromatici e cancerogeni, presenta abbondanti costituenti fenolici, composti azotati e ossigenati, comunque tossici. La produzione di catrame è massima con bassi tempi di residenza e moderate 17 Dottorato di Ricerca XIX ciclo - Ingegneria Civile e Meccanica - Guido Galeno temperature 500÷600 °C, ciò è dovuto alla lentezza delle reazioni di decomposizione del catrame stesso al di sotto dei 600 °C. E’ preferibile quindi che venga minimizzata la formazione di catrame già nello stadio della pirolisi e vengano favorite, nello stadio successivo, le reazioni in fase gassosa del catrame, in particolare quelle di cracking [6]. La completa distruzione del catrame può essere ottenuta solo utilizzando alte temperature, almeno al di sopra di 1000 °C, che però comportano problemi di fluidizzazione, oppure mediante l’impiego di appositi catalizzatori, che nel reattore vengono di fatto resi inefficaci per la presenza di residui solidi carboniosi. In definitiva dal gassificatore esce un gas di sintesi contenente comunque catrame e altri prodotti indesiderati oltre al carbone ed alle ceneri, per la cui eliminazione si rende necessario un adeguato trattamento di pulitura e smaltimento. 1.3 Le caratteristiche del syngas La composizione tipica del syngas proveniente dalla gassificazione varia a seconda dell’agente gassificante impiegato, della tipologia di biomassa e del tipo di tecnologia di gassificazione utilizzata. Nella tabella 1.1 sono riportate le composizioni tipiche di alcuni syngas ottenuti utilizzando differenti agenti ossidanti [8]. Tab 1.1 - Composizione tipica (%) di un syngas da biomassa a seconda dell'agente ossidante Sostanza Aria Ossigeno Vapore CO 12-15 30-37 32-41 CO2 14-17 25-29 17-19 H2 9-10 30-34 24-26 CH4 2-4 4-6 12,4 N2 56-59 2-5 2,5 Anche il potere calorifico (PCS) del syngas è influenzato notevolmente dalla tipologia di biomassa e dell'agente ossidante. Valori tipici oscillano in un ampio intervallo, da circa 4 MJ/Nm3 a 15 MJ/Nm3. Oltre a questi composti, il syngas contiene contaminanti, la cui concentrazione, deve essere ridotta al minimo per non danneggiare o influenzare il successivo trattamento e/o utilizzo e per limitare l’emissione di questi in atmosfera. I principali sono: • contaminanti gassosi (principalmente COS, H2S, SO2, NOx, HCl ed altri composti clorati) • composti carboniosi condensabili (tar) • metalli pesanti (Hg, ecc.) 18 Dottorato di Ricerca XIX ciclo - Ingegneria Civile e Meccanica - Guido Galeno • alcali e polveri Il livello di depurazione che è necessario raggiungere dipende dall’utilizzazione finale a cui il syngas è destinato. Un livello di depurazione non troppo spinto (depolverazione) può essere sufficiente nel caso di un suo utilizzo come gas riducente per processi industriali o come combustibile in forni per la produzione di cemento o laterizi [7]. Una depurazione maggiore è necessaria nel caso di generazione di energia elettrica con motori volumetrici a combustione interna (depolverazione, desolforazione) o con turbine a gas e celle a combustibile ad alta temperatura (depolverazione; rimozione specie solforate ed alcaline). La massima purezza è indispensabile quando il syngas è utilizzato in tutti i processi che fanno uso di catalizzatori selettivi: produzione di metanolo o di altri idrocarburi combustibili (generalmente indicati col nome di synfuels), ammoniaca o idrogeno destinato alle celle a combustibile a bassa temperatura. 1.4 Le tecnologie disponibili Le biomasse possono essere gassificate utilizzando metodi indiretti e diretti. La gassificazione indiretta, come avviene negli impianti della Battelle-Columbus Laboratoires and Future Energy Resource Corporation (BLC/FERCO), usa un vettore termico, come la sabbia, per trasferire calore dal bruciatore alla camera di gassificazione. Nella gassificazione diretta, invece, il calore alla camera è fornito dalla combustione di una parte delle biomasse. In generale, il costo dell'idrogeno prodotto tramite gassificazione indiretta è leggermente inferiore di quello dell'idrogeno ottenuto per tecnica diretta. I tipi di gassificatori utilizzati per la gassificazione di biomasse sono riportati in tabella 1.2. Tab 1.2 - Tipologie di gassificatori di biomassa Gassificatore Atmosferico Pressurizzato Acronimo A letto fluido circolante ● ● C.F.B. (Circulating Fluidized Bed) A letto fluido bollente ● ● B.F.B. (Bubbling Fluidized Bed) A letto fisso controcorrente ● U.G. (Updraft Gasifier) A letto fisso equicorrente ● D.G. (Dawndraft Gasifier) A letto trascinato ● E.B.G. (Entrained Bed Gasifier) A ciclone ● C.G. (Cyclonic Gasifier) I gassificatori considerati possono operare a pressione atmosferica o possono essere pressurizzati: nel funzionamento a pressione atmosferica la configurazione d’impianto, la gestione delle ceneri e 19 Dottorato di Ricerca XIX ciclo - Ingegneria Civile e Meccanica - Guido Galeno dell’alimentazione e l’interfaccia con l’apparato di depurazione sono relativamente semplici; mentre il funzionamento in pressione, seppure più complesso e più costoso, permette di ottenere un gas di sintesi più pregiato e di recuperare energia dall’eventuale espansione del gas stesso. In tabella 1.3 sono riportate, per ciascuna tipologia di gassificatore di biomassa, le caratteristiche medie del gas di sintesi. Tab.1.3 - Composizione del syngas Gassificatore Agente ossidante H2 CO CO2 CH4 N2 Idrocarburi pesanti Ceneri B.F.B. aria 9 14 20 7 50 media bassa C.F.B. ossigeno 57 26,3 12,3 1,7 2,7 media bassa D.G. aria 11 24 9 3 53 bassa buona U.G . aria 17 21 13 1 48 buona media U.G. ossigeno 32 48 15 2 3 buona buona La tabella 1.4 mostra altre caratteristiche del gas di sintesi, in particolare l’efficienza indicata è calcolata come rapporto tra l’energia totale del gas di sintesi (termica e chimica) e l’energia chimica della biomassa entrante. Inoltre l'energia specifica è valutata considerando il potere calorifico superiore (PCS). Tab 1.4 - Caratteristiche del gas di sintesi, efficienza di gassificazione Agente Portata di biomassa PCS Temperatura del gas Efficienza ossidante t/h MJ/Nm3 °C % D.G. aria 0,1-0,7 4,5-6 400-1000 70-90 U.G. aria 0,2-10 4,5-6 100-400 60-80 B.F.B. aria 0,3-15 4-6 500-900 70-80 C.F.B. aria 2-3 5-6,5 700-1100 75-85 Gassificatore 20 Dottorato di Ricerca XIX ciclo - Ingegneria Civile e Meccanica - Guido Galeno 1.4.1 Letto fisso controcorrente Il gassificatore a letto fisso controcorrente (U.G.) prevede l’ingresso della biomassa dall’alto e quello dell’agente gassificante dal basso. In figura 1.2 è possibile distinguere le diverse fasi: 1. il syngas caldo che sale essicca la biomassa che scende verso il basso; 2. la biomassa essiccata pirolizza ad alta temperatura, i gas prodotti alimentano il syngas che sale, mentre il carbonio solido scende; 3. il carbonio solido si riduce reagendo con i prodotti di combustione per produrre ulteriore CO e H2; 4. parte della biomassa fresca e il residuo carbonioso solido bruciano con aria; 5. le ceneri si separano e cadono sul fondo. Fig 1.2 - Schema di gassificatore a letto fisso controcorrente I vantaggi di questa tecnologia risiedono nella versatilità, nella possibilità di processare biomasse ad elevato contenuto di umidità, nella semplicità della struttura che comunque risulta robusta, nell’elevata efficienza termica, nella bassa temperatura di uscita del syngas e nella possibilità di coprire una vasta gamma di potenze. Se da un lato la temperatura non troppo elevata del syngas riduce le perdite nella sezione di clean-up, non vi è la possibilità di disporre di una fonte di calore interna da utilizzare per la produzione del vapore necessario al processo di gassificazione. Inoltre, data l’elevata quantità di idrocarburi pesanti, è necessario dotare il sistema di una sezione di lavaggio del syngas, con incremento dei costi complessivi. 1.4.2 Letto fisso equicorrente Nel gassificatore a letto fisso equicorrente (D.G.) l’agente gassificante, aria e/o vapore, scende 21 Dottorato di Ricerca XIX ciclo - Ingegneria Civile e Meccanica - Guido Galeno dall’alto del reattore insieme alla biomassa. Il processo di gassificazione può essere distinto nelle seguenti fasi: 1. la biomassa viene essiccata mediante il calore prodotto nel reattore; 2. la biomassa pirolizza producendo syngas, tar e char; 3. parte dei prodotti della pirolisi e biomassa bruciano con aria per fornire il calore richiesto; 4. i gas prodotti reagiscono con il residuo carbonioso solido per produrre ulteriore CO e H2; 5. il residuo carbonioso solido e le ceneri cadono attraverso la griglia inferiore. Fig 1.3 - Schema di gassificatore a letto fisso equicorrente Tra i vantaggi del gassificatore a letto fluido equicorrente vi è sicuramente la semplicità della struttura, la versatilità nei confronti della biomassa, il discreto livello di pulizia del gas prodotto in particolare nei confronti degli idrocarburi pesanti. Ciò è dovuto alle temperature più elevate del gassificatore, rispetto al caso controcorrente, che permettono di scindere gli idrocarburi mediante azione termica (cracking termico). Tra gli svantaggi, invece, c'è la necessità di utilizzare biomassa con un ridotto tasso di umidità e l’elevata temperatura del syngas, per cui bisogna prevedere una sezione di recupero termico. 1.4.3 Letto fluido bollente e circolante I gassificatori a letto fluido bollente (B.F.B.) prevedono un intimo contatto tra la fase solida della biomassa e quella gassosa dell’agente ossidante. Il moto all’interno del reattore distribuisce i reagenti in tutto il volume eliminando i gradienti di temperatura. La tecnologia a letto fluido circolante (C.F.B.) permette, tramite il ricircolo del gas di sintesi, del carbonio residuo e dell’inerte impiegato come catalizzatore, di aumentare il grado di purezza e il contenuto energetico del gas di sintesi. La figura 1.4 mostra le due tipologie di gassificatori a letto fluido bollente e circolante. 22 Dottorato di Ricerca XIX ciclo - Ingegneria Civile e Meccanica - Guido Galeno Fig 1.4 - Schema di gassificatori di biomassa a letto fluido bollente e circolante 1.4.4 Gassificatore a letto trascinato I gassificatori a letto trascinato (E.B.G.) sono generalmente adatti per grandi potenze e sono ancora in via di sviluppo. In questi la biomassa ridotta in polvere, miscelata generalmente a vapore, viene risucchiata all'interno del reattore dall'agente ossidante in ingresso. La figura 1.5 mostra lo schema di un gassificatore a letto trascinato. Le temperature di gassificazione sono molto elevate e questo consente di eliminare i problemi dovuti alla formazione di catrame, infatti il carbonio viene convertito completamente e c'è una bassissima produzione di tar. Essi, d'altro canto, richiedono biomassa polverizzata finemente, e ciò implica tecnologie complesse, costose e non facilmente gestibili [8]. Fig 1.5 - Schema di gassificatore di biomassa a letto trascinato 1.4.5 Gassificatore a ciclone I gassificatori a ciclone (C.G.) sono stati recentemente oggetto di sperimentazione per un utilizzo 23 Dottorato di Ricerca XIX ciclo - Ingegneria Civile e Meccanica - Guido Galeno con biomasse. Essi sono sostanzialmente dei gassificatori a letto fluido in cui la disposizione particolare dei condotti di alimento dell'agente ossidante provoca una sorta di vortice all'interno della camera di reazione. Per mezzo di questo vortice interno si ha una migliore separazione della cenere e dei metalli alcalini ed il syngas in uscita non richiede particolari e costosi trattamenti di purificazione. Attualmente però sono in fase di sviluppo dei combustori secondari che dovrebbero riuscire a mantenere stabile la fiamma, che rappresenta, attualmente, il punto debole per lo sviluppo di questa tecnologia [9]. I gassificatori a ciclone risulterebbero avere una buona richiesta di mercato se venissero commercializzati, per via della loro semplicità costruttiva, ma attualmente non sono presenti produzioni di serie di questo tipo di gassificatori [10]. 1.5 Lo stato dell'arte nella gassificazione di biomassa In figura 1.6 è rappresentato lo stato dell’arte dei gassificatori di biomassa considerando le potenzialità commerciali e il progresso tecnologico offerti dalle diverse tecnologie. Nessun'azienda sta sviluppando sistemi pressurizzati per quanto riguarda le tipologie a letto fisso, a ciclone e a letto trascinato. Attualmente per grandi taglie impiantistiche la soluzione più affidabile e tecnicamente avanzata è quella a letto fluido circolante; per taglie intermedie la soluzione più attraente e tecnicamente competitiva è quella a letto fluido bollente; invece, per quanto riguarda le piccole taglie i sistemi a letto fisso equicorrente sono quelli più indicati [10]. Fig 1.6 - Stato dell’arte delle tecnologie di gassificazione 24 Dottorato di Ricerca XIX ciclo - Ingegneria Civile e Meccanica - Guido Galeno Capitolo 2 – Il gassificatore di biomassa WBG 15 Nell’ambito del PRIN 2003 (Progetto di Ricerca a Rilevante Interesse Nazionale) il Dipartimento di Ingegneria Industriale dell'Università degli Studi di Cassino ha acquisito un gassificatore di biomassa completo di gruppo elettrogeno della Ankur Scientific Energy Technologies. Tale impianto è stato consegnato all’Università degli Studi di Cassino a luglio 2005 ed è stato allestito temporaneamente un laboratorio presso lo stabilimento della Industrial Packing a San Pietro Infine dove è stato assemblato dal personale addetto e sono state effettuate le prove di collaudo. 2.1 Descrizione del funzionamento del gassificatore di biomassa Il gassificatore (figura 2.1) viene rifornito di biomassa attraverso il coperchio superiore fino al riempimento completo della tramoggia. Quest’ultima, una volta riempita, viene chiusa ermeticamente e il coperchio viene fissato mediante un apposito gancio a vite. L’aria, in difetto rispetto alla quantità stechiometrica necessaria alla combustione totale della biomassa, entra all’interno dei due ugelli posti alla base della tramoggia. Fig 2.1 - Gassificatore WBG 15 Fig 2.2 - Condotto Venturi Il reattore trattiene la biomassa per il periodo di tempo necessario alle reazioni di gassificazione. In seguito la cenere e il residuo carbonioso solido vengono spostati nella parte inferiore, attraverso un 25 Dottorato di Ricerca XIX ciclo - Ingegneria Civile e Meccanica - Guido Galeno setto metallico forato, grazie ad un sistema temporizzato denominato “Comb Rotor Motor”, dove vengono raccolti nel cono di scarico per essere asportati a mano, periodicamente ogni 8 ore di funzionamento. Il syngas, formatosi nel reattore, passa attraverso il setto perforato e si raccoglie al disopra di questo nella zona anulare circostante il reattore, qui c’è un collettore collegato con la zona di lavaggio e raffreddamento composta da: un canale Venturi, un ciclone di separazione del syngas dall’acqua di lavaggio, una zona di filtraggio fine e un filtro di sicurezza, una torcia e un condotto di collegamento con il sistema di alimentazione del motore. Il syngas grezzo prodotto nel gassificatore viene risucchiato all’interno del condotto Venturi (figura 2.2) dall’acqua di lavaggio. Questa operazione consente al tempo stesso di raffreddare e di lavare il syngas eliminando la maggior parte del particolato (scrubbing). Fig 2.3 - Ciclone e cassetta di decantazione Fig 2.4 - Tank pump e scrubber pump L’acqua viene separata dal syngas in un ciclone e viene raccolta alla base in una vaschetta di decantazione (figura 2.3) per essere poi inviata in 2 serbatoi di raffreddamento per mezzo di una pompa denominata “Tank Pump” (figura 2.4). Contemporaneamente la pompa di mandata dello scrubber, denominata “Scrubber Pump”, preleva acqua dai serbatoi e la invia al condotto Venturi. Il syngas raffreddato e parzialmente lavato esce dal ciclone ed entra in due filtri, denominati “Fine Filters” (figura 2.5) all’interno dei quali vi è segatura che funge da materiale filtrante ed assorbe gran parte dell’acqua e del particolato residui. Il materiale filtrante è inserito in un contenitore realizzato con un tessuto che permette il passaggio del syngas e funge da setto di separazione. 26 Dottorato di Ricerca XIX ciclo - Ingegneria Civile e Meccanica - Guido Galeno Fig 2.6 - Safety Filter e torcia Fig 2.5 - Fine Filter All’uscita dei due filtri vi è un ulteriore filtro di sicurezza denominato appunto “Safety Filter”, in figura 2.6, contenente soltanto un setto di separazione realizzato in tessuto, ciò al fine di evitare che corpi estranei possano essere aspirati dal motore danneggiandolo. A questo punto il syngas pulito e raffreddato entra in un condotto collegato ad un raccordo a “T” per cui si può scegliere, mediante appositi rubinetti a sfera, di inviarlo al motore o di bruciarlo in torcia. In tabella 2.1 sono riportate le caratteristiche tecniche del gassificatore dichiarate dal costruttore. Tab 2.1 - Caratteristiche del gassificatore Caratteristica UM Tipologia di gassificatore Descrizione A letto fisso equicorrente Rimozione delle ceneri Manuale, ogni 8 ore di funzionamento Tipologia di biomassa Cippato dimensione max di 25x25 mm Umidità massima della biomassa Inferiore al 20% di umidità relativa Caricamento della biomassa Manuale, ogni ora di funzionamento PCI medio del syngas kJ/Nm3 4186 Temperatura massima °C 1050 – 1100 Capacità della tramoggia m3 0,4 3 Nm /h 35 kg/h 10 -12 % >75 Portata di syngas Portata di biomassa Efficienza media di gassificazione 27 Dottorato di Ricerca XIX ciclo - Ingegneria Civile e Meccanica - Guido Galeno In tabella 2.2 sono riportate le caratteristiche degli ausiliari. Tab 2.2 - Caratteristiche degli ausiliari Descrizione Comb Rotor Motor Vibrator Motor Assorbimento UM Motore elettrico trifase a induzione kW 0,09 Tensione V 415 Corrente a pieno carico A 0,5 Velocità angolare giri/min Demoltiplica solo per il Comb Rotor Motor Scrubber Pump Tank Pump Assorbimento kW 1370 3000:1 Pompa centrifuga monofase 0,37 Tensione V 230 Corrente a pieno carico A 2,5 giri/min 2900 m 5 – 38 Portata l/min 5 – 40 Assorbimento globale kW 0,92 Velocità angolare Prevalenza 2.2 Caratteristica Descrizione del gruppo elettrogeno in dotazione Il gruppo elettrogeno in dotazione è costituito da un motore a combustione interna, a ciclo diesel convertito a ciclo otto sostituendo gli iniettori con candele di accensione. L'albero motore è collegato assialmente con un giunto elastico ad un alternatore trifase. E' richiesto un collegamento con la rete elettrica per fornire la necessaria energia ai vari ausiliari fin tanto che il gruppo elettrogeno non va a regime, a questo punto l’impianto diventa completamente autonomo e la rete elettrica può essere scollegata. Una volta che il syngas viene inviato al gruppo elettrogeno (figura 2.7) quest’ultimo può essere fatto partire per mezzo dell’avviamento elettrico alimentato da una comune batteria. Il sistema di alimentazione del motore è costituito da un raccordo a croce in cui, se si esamina la figura 2.8, a destra entra il syngas, a sinistra entra l’aria comburente opportunamente filtrata, il tutto viene aspirato nel condotto inferiore che si sdoppia e alimenta i due cilindri. Nella parte superiore del raccordo a croce vi è una valvola di sicurezza costituita da una membrana in gomma che, nel caso di violenti ritorni di fiamma, assolve la funzione di preservare l’alimentazione. 28 Dottorato di Ricerca XIX ciclo - Ingegneria Civile e Meccanica - Guido Galeno Tab 2.3 - Caratteristiche del gruppo elettrogeno Descrizione UM Costruttore Fieldmarshall Raffreddato a liquido con avviamento elettrico e comando automatico per la regolazione della farfalla Caratteristiche del motore Cilindrata Caratteristica cm3 2500 Numero di cilindri 2 Velocità angolare al punto di giri/min 1500 funzionamento Potenza elettrica lorda kW 10 Tipologia di Alternatore auto-regolato ed auto-eccitato, generatore elettrico accoppiato direttamente all’albero motore. Tensione di esercizio V 415 Numero di fasi 3 La regolazione della potenza viene effettuata per mezzo di due valvole a farfalla situate una nel condotto di adduzione dell’aria e l’altra nel condotto di adduzione della miscela aria/syngas, queste sono collegate insieme mediante manovellismi comandati direttamente dall’alternatore (figura 2.9). Quando la frequenza della corrente generata supera una determinata soglia, il comando chiude l’alimentazione. Fig 2.7 - Motore Fig 2.8 - Alimentazione 29 Dottorato di Ricerca XIX ciclo - Ingegneria Civile e Meccanica - Guido Galeno Fig 2.9 - Alternatore Fig 2.10 - Quadro elettrico Un quadro elettrico, in figura 2.10, permette di controllare visivamente e comandare tutto il sistema. In particolare, nella parte inferiore del pannello, ci sono i seguenti strumenti di comando e controllo dell’impianto di gassificazione: • Commutatore generale a tre vie, che consente di utilizzare sia la rete elettrica per il funzionamento degli ausiliari (posizione “Rete”) sia la corrente generata dall’alternatore (posizione “Genset”), oppure di disattivare tutto il sistema (posizione “Off”) • Interruttore di avviamento della “Tank Pump” • Interruttore di avviamento della “Scrubber Pump” • Interruttore di avviamento del “Comb Rotor Motor” manualmente oppure in automatico secondo la regolazione di un timer interno al quadro elettrico Nella parte superiore ci sono, invece, gli strumenti analogici per il controllo visivo delle caratteristiche elettriche in uscita dall’alternatore, in particolare c’è: • Misuratore della frequenza istantanea • Misuratore della tensione trifase istantanea prodotta dal generatore • Amperometri per ogni singola fase per la corrente assorbita dal carico elettrico inoltre è presente un contatore dell’energia elettrica prodotta dal gruppo elettrogeno. Il carico elettrico è stato realizzato utilizzando 6 termoconvettori disposti su un ripiano dotato di rotelle per poter essere movimentato (figura 2.11). Il collegamento tra il quadro di controllo e il carrello dei 30 Dottorato di Ricerca XIX ciclo - Ingegneria Civile e Meccanica - Guido Galeno carichi elettrici è stato effettuato mediante un cavo penta polare (3F+N+T) lungo 10 m. All’uscita del quadro di controllo, prima dell’utilizzazione, è stato inserito un interruttore magnetotermico e differenziale. Sul carrello infine avviene la suddivisione del carico elettrico nelle tre fasi mediante un’apposita scatola di derivazione, a cui sono collegate sei prese, una per ogni termoconvettore. Fig 2.11 - Carico elettrico I termoconvettori hanno una potenza che può essere settata su due valori, (1000 e 2000 W) per cui per ogni singola fase ci devono essere due termoconvettori uno settato su 1000 W e l’altro su 2000 W, in modo che l’assorbimento totale sulle tre fasi sia di 9 kW cioè la potenza netta fornita dal gruppo elettrogeno. In definitiva lo schema impiantistico completo è mostrato nella figura 2.12. Fig 2.12 - Schema dell'impianto di gassificazione 31 Dottorato di Ricerca XIX ciclo - Ingegneria Civile e Meccanica - Guido Galeno 2.3 Procedure di avviamento e di spegnimento dell'impianto di gassificazione Una volta che la tramoggia è caricata di biomassa ed il coperchio del gassificatore è ben serrato, la sequenza di operazioni di avviamento è la seguente: 1. apertura ugelli dell’aria di alimento al gassificatore; 2. verifica del corretto posizionamento delle valvole deviatrici all’uscita del filtro di sicurezza: la valvola dell’alimentazione al motore deve essere chiusa, mentre quella della torcia del syngas deve essere lasciata aperta; 3. posizionamento del commutatore sul quadro di controllo sulla posizione “Rete” (in questo modo tutto l’impianto viene alimentato dalla rete elettrica), a questo punto si avviano automaticamente il Comb Rotor Motor e il Vibratore della tramoggia; 4. avviamento della “Tank Pump” mediante l’apposito interruttore sul quadro di controllo, l’acqua contenuta all’interno della vaschetta di decantazione viene aspirata e inviata ai serbatoi; 5. avviamento della “Scrubber Pump” mediante l’apposito interruttore sul quadro di controllo, viene prelevata l’acqua dai serbatoi e mandata nel condotto Venturi; 6. accensione della torcia di avviamento con gasolio (attualmente si dispone di questa tecnologia, ma può essere utilizzata anche una pistola ad aria calda); 7. avviamento del gassificatore avvicinando la torcia accesa agli ugelli dell’aria (figura 2.13); il flusso d’acqua della “Scrubber Pump” all’interno del condotto Venturi provoca una depressione che risucchia la fiamma della torcia all’interno degli ugelli (per ogni ugello la torcia accesa deve rimanere in posizione per circa 40 secondi); 8. controllo, mediante appositi occhiali di protezione, dello stato di innesco del processo di gassificazione attraverso l’orifizio degli ugelli; 9. controllo generale sui misuratori di pressione differenziale che ci sono sul gassificatore, sul collettore del syngas, sui filtri, e sul filtro di sicurezza; 10. accensione della torcia del syngas dopo circa 3 minuti; si controlla che la fiamma sia regolare e trasparente, indice appunto che la gassificazione sta andando a regime e che si sta producendo idrogeno; 11. chiusura contemporanea della valvola della torcia e apertura della valvola sul condotto di alimentazione del motore; 12. avviamento del gruppo elettrogeno mediante chiavetta posizionata nella parte anteriore del motore; 32 Dottorato di Ricerca XIX ciclo - Ingegneria Civile e Meccanica - Guido Galeno 13. riscaldamento del motore azionando manualmente il manovellismo per la regolazione delle valvole a farfalla del sistema di alimentazione fino a che il voltmetro e il misuratore di frequenza non indicano stabilmente rispettivamente 415 V e 50 Hz; 14. commutazione sul quadro di controllo nella posizione “Genset” a questo punto la rete elettrica è scollegata e l’impianto funziona autonomamente; 15. chiusura del relè collegato al carico elettrico; 16. accensione contemporanea di 3 termoconvettori, uno per ogni fase, sulla posizione 1000 W, in questo modo il carico elettrico sarà complessivamente di 3 kW, si da modo al gruppo elettrogeno di auto-regolarsi e poi si passa all’operazione successiva; 17. commutazione della posizione dei tre termoconvettori sulla posizione 2000 W, in questo modo il carico elettrico complessivo è di 6 kW, si da modo al gruppo elettrogeno di autoregolarsi e poi si passa all’operazione successiva; 18. accensione dei rimanenti termoconvettori sulla posizione 1000 W, in questo modo il carico elettrico raggiunge 9 kW. Ora l’impianto di gassificazione è in funzione permanente e per rimanere tale è necessario rifornire la tramoggia con 10-12 kg/ora di biomassa e asportare le ceneri prodotte ogni 8 ore di funzionamento continuo. Fig 2.13 - Accensione del gassificatore 33 Dottorato di Ricerca XIX ciclo - Ingegneria Civile e Meccanica - Guido Galeno Le operazioni di spegnimento sono pressappoco analoghe a quelle di avviamento ma in ordine inverso. 1. si riduce il carico elettrico dissipativo; 2. si devia il flusso di syngas verso la torcia che viene riaccesa; 3. si passa alla configurazione rete agendo sul commutatore generale e si spegne il gruppo elettrogeno; 4. si chiudono i plugs con gli appositi tappi inibendo le reazioni di gassificazione; 5. si spegna la scrubber pump; 6. si spegne la tank pump; 7. si scollega l'intero sistema ponendo il commutatore generale nella posizione off. 2.4 Realizzazione del laboratorio sul gassificatore Attualmente l’impianto di gassificazione si trova all’interno di un capannone presso la Industrial Packing di San Pietro Infine. Inizialmente l’impianto è stato approntato per effettuare le prime prove di collaudo e le sperimentazioni. Per la realizzazione di un laboratorio di ricerca completo è necessario garantire: • una maggior flessibilità dell’impianto di gassificazione, ad esempio per consentire l’utilizzo di biomassa diversa nell’essenza, nella pezzatura e nel grado di umidità rispetto a quella prescritta dal costruttore; • il controllo completo dei parametri di funzionamento dell’impianto e la facile regolazione di questi; • la sicurezza totale del sistema contro infortuni o danni a cose visto che il gassificatore contiene biomassa combustibile, che le temperature di funzionamento sono elevate, che si produce un syngas anch’esso combustibile con un contenuto di monossido di carbonio non trascurabile, che il gruppo elettrogeno produce energia elettrica con caratteristiche letali per l’uomo; • il rispetto dell’ambiente e della qualità della vita visto che l’acqua di lavaggio deve poter essere smaltita, le emissioni dei gas di scarico del motore devono rientrare nei limiti prescritti, le emissioni sonore e le vibrazioni del locale devono essere ridotte al minimo, 34 Dottorato di Ricerca XIX ciclo - Ingegneria Civile e Meccanica - Guido Galeno l’aria all’interno del capannone deve essere ricambiata frequentemente. A tal fine è stata elaborata una lista di operazioni di adeguamento suddivisa per settori di azione. Prima sperimentazione • acquisizione di 1 tonnellata di cippato di abete; • realizzazione di un punto di prelievo del syngas grezzo sul collettore all’uscita dal gassificatore, tale punto di prelievo deve prevedere un apposito rubinetto di sezionamento del flusso; • 3 prelievi di campioni di biomassa per analisi chimiche in diverse condizioni di temperatura e umidità, in particolare per desumere il potere calorifico e la composizione elementare C, O, H, N, S e l’analisi delle ceneri; • 3 prelievi del syngas grezzo all’interno di contenitori sottovuoto per analisi chimiche. In particolare per desumere il potere calorifico e la composizione molecolare CO, CO2, H2, H2O, N2, CH4, composti solforati e particolato; Infrastrutture • studio sull’ottimizzazione del lay-out del laboratorio secondo criteri di sicurezza, funzionalità dell’impianto ed ergonomia di gestione; • realizzazione del massetto di calcestruzzo armato di 700x300x20 cm con attacchi a misura per il fissaggio dei macchinari, anello di terra perimetrale con dispersore, canalette annegate nel cemento per il passaggio dei cavi elettrici; • riposizionamento e fissaggio dei macchinari e collegamento di questi all’anello di terra; • realizzazione del container fonoisolante per l’abbattimento sonoro del gruppo elettrogeno; • adozione dell’impianto di caricamento automatico della biomassa mediante coclea e serrande automatiche di discesa, con sistema di essiccamento tramite i gas di scarico del motore; • realizzazione del collegamento tra il collettore di scarico del motore e il sistema di caricamento mediante tubo coibentato; • realizzazione di un punto di prelievo dei fumi in uscita dal motore sul collettore di scarico; tale punto di prelievo deve prevedere un apposito rubinetto di sezionamento del flusso; 35 Dottorato di Ricerca XIX ciclo - Ingegneria Civile e Meccanica - Guido Galeno • realizzazione dell’impianto elettrico, comprendente: quadro elettrico generale di allaccio alla rete con interruttori di sicurezza, prese varie, impianto di illuminazione, e collegamento al pannello di controllo del gassificatore; • collegamento alla rete idrica per il rifornimento di acqua nei serbatoi di raffreddamento; • realizzazione del sistema di aerazione del locale mediante l’inserimento di due cappe aspiranti, una sul gassificatore e una sulla torcia del syngas; • realizzazione della sala di controllo e deposito attrezzature di ricambio per la manutenzione dei macchinari; • realizzazione del deposito di accumulo della biomassa; Strumentazione • inserimento di 4 sensori di temperatura: due termocoppie di tipo K, una nel letto di gassificazione e l’altra nel collettore del syngas grezzo, e due termocoppie di tipo T, una all’uscita del filtro di sicurezza e l’altra sul condotto Venturi all’ingresso dell’acqua; • collegamento di tali sensori ai rispettivi indicatori digitali di temperatura con possibilità, mediante moduli di ritrasmissione e una periferica multicanale, di visualizzare e monitorare le misure effettuate direttamente sul PC; • inserimento di due manometri analogici, uno sul condotto di ingresso del syngas e l’altro all’uscita del filtro di sicurezza per controllare la perdita di carico globale nel sistema di filtraggio ed eventualmente sostituire il materiale di filtraggio intasato; • adozione di una stazione meteo comprensiva di orologio, termometro, igrometro analogici per il locale, in particolare nelle vicinanze del sistema di caricamento della biomassa; • adozione di un termo-igrometro per la misura della temperatura e del contenuto di umidità della biomassa; • adozione di un PC di adeguate prestazioni per l’interfaccia con la periferica multicanale; • adozione di un misuratore di portata del syngas pulito all’ingresso del sistema di alimentazione del motore; Sicurezza • realizzazione di un impianto antincendio dotato di sprinklers sul gassificatore, sul gruppo elettrogeno e sul contenitore di biomassa, di un serbatoio di acqua di opportuna capacità 36 Dottorato di Ricerca XIX ciclo - Ingegneria Civile e Meccanica - Guido Galeno collegato all’impianto antincendio stesso, di colonnina esterna per l’allaccio dei Vigili del fuoco, di estintori e manichette varie; • adozione di luci di emergenza indicanti le uscite di sicurezza; • realizzazione di una uscita di sicurezza dalla sala di controllo all’esterno del capannone e di una porta taglia-fuoco tra il locale macchinari e la sala controllo; • installazione di segnaletica di sicurezza con cartelli indicanti estintori, manichette, divieto di fumo, vie di fuga; • installazione di segnaletica di sicurezza con cartelli indicanti le superfici a rischio di ustione, di folgorazione e di generica lesione; • installazione di rilevatori di idrogeno e di monossido di carbonio all’interno della sala macchinari; • adozione di una cassetta di pronto soccorso; • adozione di occhiali e guanti di protezione durante le operazioni di sperimentazione e di manutenzione dei macchinari; Impatto ambientale • analisi chimiche dell’acqua contenuta all’interno dei serbatoi di raffreddamento; • smaltimento dell’acqua proveniente dallo scrubber; • analisi chimiche del residuo carbonioso prodotto dal gassificatore; • smaltimento del residuo carbonioso prodotto dal gassificatore; • smaltimento del materiale di filtraggio esausto; • realizzazione del sistema di abbattimento delle emissioni inquinanti nei gas di scarico del gruppo elettrogeno; Attualmente è stata acquisita la quasi totalità della strumentazione di misura e acquisizione dati descritta precedentemente grazie ai fondi disponibili nell’ambito del PRIN 2003, tranne il misuratore di portata del syngas in ingresso al motore. È stata effettuata la prima sperimentazione e quindi si è provveduto all’acquisizione della biomassa necessaria e alla realizzazione del punto di prelievo del syngas grezzo sul collettore di uscita del gassificatore. Per quanto riguarda le infrastrutture, è stato effettuato lo studio del lay-out impiantistico, ed è stato realizzato il massetto in calcestruzzo armato seguendo tale lay-out, completo di quanto descritto in precedenza, è stato realizzato l'allaccio alla rete idrica per il rifornimento di acqua nei serbatoi di raffreddamento. Si è 37 Dottorato di Ricerca XIX ciclo - Ingegneria Civile e Meccanica - Guido Galeno attualmente in attesa della fornitura del sistema di caricamento automatico della biomassa, ed è in corso di realizzazione il sistema di aerazione del locale. 2.5 Ottimizzazione del lay-out impiantistico Lo studio della disposizione dei macchinari e del locale di controllo, nonché del deposito della biomassa, è stato affrontato, come detto in precedenza, secondo criteri di sicurezza, funzionalità dell’impianto ed ergonomia di gestione. Si è deciso, innanzi tutto, di posizionare la biomassa necessaria alle sperimentazioni all’interno di sacconi di polipropilene o di juta al di fuori del laboratorio, tali sacconi vengono chiusi e posizionati al riparo dagli agenti atmosferici al di sotto di una tettoia prefabbricata. I macchinari sono posizionati al di sopra del massetto di calcestruzzo in modo che sia permesso l’agevole accesso a questi durante le operazioni di controllo e manutenzione, inoltre si è cercato di facilitare le operazioni di caricamento della biomassa all’interno del contenitore preposto e di asporto del residuo carbonioso dal gassificatore. Si è cercato di non intralciare l’accesso e la vista dei macchinari, posizionando opportunamente il sistema di caricamento automatico della biomassa e i serbatoi di raffreddamento dell’acqua di lavaggio, entrambi ingombranti e voluminosi. Si è scelto di realizzare il locale di controllo vicino l’ingresso principale in modo da facilitare l’esodo in caso di pericolo. In figura 2.14 è riportato il lay-out proposto, ottimizzato secondo i criteri appena descritti per il solo impianto di gassificazione. Fig 2.14 - Lay-out dell'impianto di gassificazione 38 Dottorato di Ricerca XIX ciclo - Ingegneria Civile e Meccanica - Guido Galeno Fig 2.15 - Lay-out del laboratorio 39 Dottorato di Ricerca XIX ciclo - Ingegneria Civile e Meccanica - Guido Galeno Capitolo 3 – Analisi chimiche ed analisi energetiche dell'impianto Per le prime sperimentazioni effettuate, il gassificatore ha funzionato complessivamente 20 ore; le singole prove hanno avuto una durata media continuativa di 2 ore. Grazie a queste, è stato possibile verificare l’effettiva potenzialità elettrica dell'impianto e sono stati monitorati alcuni parametri termodinamici e di funzionamento. Inoltre, per effettuare le analisi chimiche, è stato prelevato un campione significativo di biomassa ed è stato estratto il syngas prodotto mediante un apposito sistema di prelievo. 3.1 Prelievo della biomassa utilizzata La biomassa (figura 3.1) è stata fornita dalla Se.La. Legni di S. Elia Fiume Rapido (FR). Inizialmente è stata fornita una quantità pari a 150 kg di biomassa, conifera di varie essenze, in pezzatura omogenea mediamente di dimensioni 25x25x25 mm. Il materiale da gassificare è stato trasportato in sacchi di plastica ed è stato, poi, riversato su un telo esposto al sole nel piazzale antistante il capannone dove è situato il gassificatore. Si è provveduto a spargere il cippato in modo omogeneo sul telo in modo che l'umidità contenuta si riducesse fino a raggiungere quella prescritta, successivamente è stata effettuata una vagliatura e una cernita per eliminare eventuali impurità quali carta, cartone, plastica, pietre, metalli e segatura. Fig 3.1 - Biomassa utilizzata Questi materiali “intrusi” nella biomassa, formano scorie, intasano il letto di reazione e possono inquinare il gas di sintesi. La segatura, in particolare, non è utilizzabile nel gassificatore in quanto, essendo troppo fine, non riesce a permanere sulla griglia del reattore per partecipare alle reazioni di gassificazione, ma cade direttamente nella zona inferiore addensandosi e intasando la piastra dove 40 Dottorato di Ricerca XIX ciclo - Ingegneria Civile e Meccanica - Guido Galeno ruota il braccio pulitore del Comb Rotor Motor. Di seguito si è proceduto a campionare la biomassa secondo le indicazioni riportate nel punto 8 della norma UNI 9017 - “Legno da ardere determinazione delle caratteristiche energetiche” [11]. Il materiale è stato prelevato nella maniera più rappresentativa possibile della “popolazione” di biomassa; è stata presa una bilancia digitale con sensibilità 10 g e fondo scala 15 kg, è stato pesato il campione prelevato che doveva avere una massa compresa tra 0,5 e 5 kg. Prelevato il primo campione rappresentativo si è avuta cura nel controllare le dimensioni affinché rispettassero le prescrizioni del costruttore. In seguito, per mezzo di un igrometro apposito, è stata misurata l’umidità dei pezzi, che secondo le indicazioni di Ankur doveva essere mediamente inferiore al 20%. Il primo campione, composto da 83 pezzi ed avente una massa complessiva di 1 kg circa, ha rispettato le richieste relative alle dimensioni e all’umidità con un errore trascurabile; si è quindi proceduto all’inserimento nel gassificatore. Successivamente si è preso un secondo campione rappresentativo dell’intera popolazione, con le stesse accortezze e modalità del primo, sono state effettuati i controlli di umidità e pezzatura; è stato poi inserito in un contenitore impermeabile, sigillato ed inviato in laboratorio per le analisi chimiche. 3.2 Analisi chimiche della biomassa utilizzata Per effettuare le analisi chimiche della biomassa ci si è avvalsi della ditta SERECO BIOTEST s.n.c. di Perugia, che ha effettuato le prove presso il laboratorio VTT Processes di Espoo in Finlandia. Il campione, registrato in laboratorio col numero SB 478/05, è stato prelevato il 09/11/2005 ed è arrivato a destinazione il 16 dello stesso mese; i risultati dell’analisi effettuate, su un ammontare di 40 g di biomassa, sono stati catalogati con il numero di rapporto RP 171/05 del 18/11/2005 e riportati in tabella 3.1. Tab 3.1 - Analisi chimiche della biomassa Sostanza UM SB 478/05 Cenere % in peso sostanza secca 0,3 Carbone % in peso sostanza secca 50,4 Idrogeno % in peso sostanza secca 6,1 Azoto % in peso sostanza secca 0,1 Zolfo % in peso sostanza secca 0,01 Ossigeno % in peso sostanza secca 43,1 41 Dottorato di Ricerca XIX ciclo - Ingegneria Civile e Meccanica - Guido Galeno Le metodologie impiegate per le analisi sono: 3.3 • per le ceneri: DIN 51719; • per il carbonio, idrogeno, azoto: ASTM D 5373; • per lo zolfo: ASTM D 4239; • l’ossigeno si è ricavato per differenza. Analisi energetica della biomassa utilizzata I dati delle analisi chimiche sono stati utilizzati per determinare il potere calorifico. Infatti utilizzando la seguente relazione parametrica si è determinato il potere calorifico superiore della biomassa in kJ/kg [12]. PCS = 0,3491 . [C] + 1,1783 . [H] – 0,1034 . [O] – 0,0211 . [Ceneri] + 0,1005 . [S] – 0,0151 . [N] Escludendo il calore di condensazione del vapore d’acqua formatosi durante la combustione, si ricava il potere calorifico inferiore. I poteri calorifici trovati sono riportati nella tabella 3.2. I valori individuati sono compatibili con quelli riportati nella norma UNI 9017 - “Legno da ardere determinazione delle caratteristiche energetiche”, che per le conifere riporta un potere calorifico inferiore pari a 19,7 MJ/kg. Tab 3.2 - Poteri calorifici della biomassa PCSbiomassa PCIbiomassa kJ/kg 20.315 18.079 Infine si è valutata la potenza chimica della biomassa impiegata moltiplicando il PCS per la portata media indicata da Ankur, e cioè 3,06 g/s. Il valore ottenuto, 62,2 kW, rappresenta il contenuto energetico di partenza. 3.4 Prelievo del syngas prodotto Nel gassificatore della Ankur la pressione interna è leggermente inferiore alla pressione atmosferica a causa della depressione creata dal Venturi. Inoltre la temperatura di gassificazione, secondo Ankur, è di circa 1000 °C, dunque si è pensato che anche il syngas in uscita, prima di essere 42 Dottorato di Ricerca XIX ciclo - Ingegneria Civile e Meccanica - Guido Galeno raffreddato dall'acqua di lavaggio, dovesse essere estremamente caldo. Queste caratteristiche del gas di sintesi hanno reso notevolmente difficoltosa la realizzazione del sistema di captazione. Innanzi tutto è stata costruita una derivazione sull’ugello d’uscita (figura 3.2) utilizzando il pozzetto d’ispezione già esistente. Fig 3.2 - Derivazione ugello Inizialmente la derivazione sull'ugello d'uscita è stata collegata ad uno scambiatore di calore, con la funzione di raffreddamento del syngas. Lo scambiatore è stato poi collegato al serbatoio di captazione del gas e ad un tubo Venturi, figura 3.3. Fig 3.3 - Schema del primo sistema di captazione del syngas Per mezzo di un compressore si è cercato di creare, nel tubo Venturi, una depressione maggiore 43 Dottorato di Ricerca XIX ciclo - Ingegneria Civile e Meccanica - Guido Galeno rispetto a quella operativa nel gassificatore in modo da aspirare il syngas e intrappolarlo all'interno del serbatoio. Detto sistema si è rivelato inefficace a causa della insufficiente depressione creata dal compressore disponibile. Visto che la temperatura di uscita del gas, determinata in seguito mediante l'utilizzo di una termocoppia inserita nel pozzetto di ispezione, non era tale da richiedere uno scambiatore di calore, si è cambiato il sistema d’estrazione, semplificando il precedente, diminuendo le perdite di carico complessive e aumentando la depressione nel circuito di prelievo. Il nuovo sistema ha sfruttato la stessa derivazione sull’ugello d’uscita del syngas collegando questa, mediante un tubo in gomma, ad un serbatoio. Detto serbatoio è stato a sua volta allacciato ad una siringa da laboratorio della SKC (figura 3.4), come mostrato nella figura 3.5. Fig 3.4 - Siringa usata per il prelievo Fig 3.5 - Schema del secondo sistema di captazione del syngas Il procedimento di captazione è stato il seguente: prima di raccogliere il gas, la siringa è stata azionata ripetutamente per aspirare e svuotare il circuito di prelievo dalle possibili tracce di aria 44 Dottorato di Ricerca XIX ciclo - Ingegneria Civile e Meccanica - Guido Galeno mediante la valvola deviatrice di flusso. A questo punto si è proceduto al prelievo vero e proprio: con il gassificatore a regime, aprendo entrambe le valvole di tenuta del serbatoio (1 e 2), si è aspirato il syngas con la siringa; una volta che il gas è entrato nella siringa, è stata chiusa la valvola di ingresso del syngas al serbatoio (1), poi si è spinto con forza il syngas dalla siringa al serbatoio e successivamente si è chiusa la valvola tra questo e la siringa (2) riuscendo a riempire in maniera adeguata il serbatoio. In totale sono stati riempiti tre serbatoi. il cui contenuto è stato inviato a diversi laboratori per poter effettuare le analisi gascromatografiche. 3.5 Gascromatografia del syngas prodotto Il campione prelevato è stato portato in laboratorio e le analisi, avvenute dopo poche ore dal prelievo, sono state effettuate con un gascromatografo MICRO GC della VARIAN, modello CP – 4900. Al fine di confrontare i risultati con quelli dichiarati da Ankur sono stati richiesti i contenuti di: monossido di carbonio, biossido di carbonio, idrogeno, azoto e metano. Fig 3.6 - Gascromatografo L’analizzatore utilizzato, è dotato di tre canali, visibili in primo piano nella figura 3.6. Nel primo canale si trova una colonna capillare denominata MOLSIEVE 5A PLOT, che ha la funzione di migliorare la determinazione dell’idrogeno. Il gas di trasporto di questo canale è l’azoto e la lunghezza di questa colonna è 10 m. Nel secondo canale si trova una colonna dello stesso tipo del primo canale ma lunga 20 m avente come gas di trasporto l’elio. La funzione di questo canale è 45 Dottorato di Ricerca XIX ciclo - Ingegneria Civile e Meccanica - Guido Galeno quella di separare e di individuare i seguenti gas: idrogeno, ossigeno, azoto, metano e ossido di carbonio. Il terzo canale infine prevede una colonna di 10 m di tipo PORA PLOT Q, con il compito di rilevare l’anidride carbonica; il gas di trasporto utilizzato è nuovamente l’elio. Fig 3.7 - Idrogeno Fig 3.8 - Idrogeno, argon, metano e monossido di carbonio Fig 3.9 - Anidride carbonica, tracce di etano e propano 46 Dottorato di Ricerca XIX ciclo - Ingegneria Civile e Meccanica - Guido Galeno Nelle figure 3.7, 3.8, 3.9, si individuano in sequenza i tre canali con i rispettivi cromatogrammi, la scala delle ascisse riporta i mV e quella delle ordinate i minuti, con i picchi più significativi della presenza del relativo gas; aumentando la risoluzione dello strumento si può scoprire l’eventuale presenza di altri picchi che si riferiscono ad altri composti chimici inattesi. In particolare si leggono le composizioni dei gas trovati, idrogeno nel primo spettro; idrogeno, argon, metano e monossido di carbonio nel secondo ed in ultimo il terzo canale relativo all’anidride carbonica. In questo canale si è notato che aumentando la risoluzione si è resa evidente l’esistenza di altri picchi non riconosciuti dallo strumento perché non esistenti tra gli standard di laboratorio. Confrontando con il report di analisi di un altro laboratorio su di un campione della stessa famiglia, si è potuta confermare la presenza di etano e di propano. I valori ottenuti dalle analisi svolte presso la TDI, di cui è stato descritto il procedimento, e quelle svolte su un altro campione presso la SERECO BIOTEST sono compatibili. Il confronto di questi dati con quelli forniti da Ankur è riportato in tabella 3.3; si notano differenze sensibili con i valori tipici indicativi, da imputarsi sostanzialmente a diverse condizioni ambientali di funzionamento e diversa biomassa utilizzata. Tab 3.3 - Confronto composizione syngas di Ankur e composizione tipica Syngas 3.6 Composizione ANKUR Composizioni trovate Composto gassoso % volumetrica sulla sostanza secca CO 16÷22 12÷15 CO2 7÷13 14÷17 CH4 3÷11 2÷4 H2 16÷20 9÷10 N2 50 56÷59 Analisi energetica del syngas prodotto A partire dalle portate e dalle composizioni ponderali e molari, tabella 3.4, si determinano le entalpie di formazione delle reazioni che vengono utilizzate per determinare il PCS ed il PCI del syngas di riferimento. 47 Dottorato di Ricerca XIX ciclo - Ingegneria Civile e Meccanica - Guido Galeno Tab 3.4 - Portate e composizioni del syngas di riferimento a partire da 1 mol/s Composizione volumetrica % ss 50 Massa molecolare g/mol 28 Portata massica g/s 14,0 Composizione massica % 57,0 CO2 10 44 4,40 17,92 CH4 3 16 0,48 1,95 H2 18 2 0,36 1,47 CO 19 28 5,32 21,66 Totale 100 24,56 24,56 100 Sostanze N2 Nella tabella 3.5 si riportano i ΔHf delle sostanze coinvolte nelle reazioni di combustione. Tab 3.5 - Entalpie di formazione dei reagenti e dei prodotti di combustione Sostanze ΔHf kJ/mol CO -110,53 CO2 -393,51 CH4 -74,87 H2O (liquida) -285,83 H2O (vapore) -241,83 Le reazioni di combustione con le rispettive entalpie di reazione sono riportate nella tabella 3.6. Tab 3.6 - Reazioni di combustione bilanciate ed entalpie di reazione ΔHr (H2O liquida) kJ/mol - 890 ΔHr (H2O vapore) kJ/mol - 802 CO + ½ . O2 = CO2 - 283 - 283 H2 + ½ . O2 = H2O - 286 - 242 Reazioni di combustione CH4 + 2 . O2 = CO2 + 2 . H2O I risultati ottenuti sono riportati in tabella 3.7. 48 Dottorato di Ricerca XIX ciclo - Ingegneria Civile e Meccanica - Guido Galeno Tab 3.7 - Poteri calorifici del syngas di riferimento 3.7 PCSsyngas kJ/kg 5.371,5 kJ/m3 5441,3 kJ/mol 131,9 PCIsyngas 4.941,6 5005,8 121,4 Analisi delle dispersioni termiche dell'impianto Le reazioni di gassificazione provocano la formazione di syngas, di carbone residuo ed energia termica che in parte si trova in seno al gas ed in parte è dispersa termicamente dalle pareti del gassificatore. Si è resa indispensabile la valutazione della potenza termica dispersa dal mantello del gassificatore e della potenza chimica residua contenuta nel carbone, per avere un quadro completo dei flussi energetici dell'impianto. Per fare ciò è stato indispensabile considerare alcune ipotesi semplificative e condizioni al contorno [13]. • il sistema è supposto in regime stazionario; • i fenomeni che interessano la trasmissione del calore per il gassificatore, sono la convezione e l’irraggiamento; • la conduzione viene trascurata in quanto le differenze di temperatura nei tre supporti (che sono l’unico collegamento diretto con il terreno) e le sezioni di scambio di questi sono molto basse, per cui il gassificatore si trova a scambiare con il pavimento una potenza termica trascurabile; • si assume che la zona al di sotto del cono di raccolta cenere sia di forma circolare e parallela al terreno. Gli elementi soggetti a dissipazione di potenza termica, sono quindi, la tramoggia, il reattore e buona parte della superficie esterna del cono di raccolta ceneri. Nella figura 3.10, si può vedere che le parti tratteggiate rappresentano le zone che non influenzano lo scambio termico mentre la zona nera indica la presenza del carbonio residuo solido. Le condizioni dell’ambiente circostante al gassificatore, sono: • Tambiente = T∞ = 15 °C = 288,15 K; • Pambiente = Patmosferica = 101.325 Pa; • Umidità relativa minore o uguale del 20%; 49 Dottorato di Ricerca XIX ciclo - Ingegneria Civile e Meccanica - Guido Galeno ² ² ² ² Fig 3.10 - Fenomeni dissipativi sul gassificatore Le temperature medie dei componenti interessati dai meccanismi di scambio termico, sono state rilevate mediante campionamenti di temperatura; le grandezze desunte sono state ricavate minimizzando le incertezze della misura [14]. E’ stata effettuata una discretizzazione della superficie esterna del gassificatore. In particolare sono state scelte una sezione passante per gli ugelli dell’aria e l’altra ortogonale a questa. Lungo queste sezioni, sulla tramoggia sono stati effettuati campionamenti di temperatura con un intervallo di 0,20 m, mentre sul reattore e sul cono di raccolta ceneri i campionamenti sono stati presi con un intervallo di 0,10 m. Si è utilizzato un sistema di acquisizione Fluke Hidra ed una termocoppia di tipo T, da -184 a 370 °C [15]. I valori medi ricavati, con l’impianto a regime, sono riportati nella tabella 3.8. 50 Dottorato di Ricerca XIX ciclo - Ingegneria Civile e Meccanica - Guido Galeno Tab 3.8 - Temperature rilevate sulle superfici esterne del gassificatore UM Tmassima Tminima Tmedia Sportello della tramoggia °C 42,90 41,00 42,6 Mantello della tramoggia °C 93,40 37,50 60,0 Mantello del reattore °C 160,00 64,50 121,9 Mantello del cono di raccolta °C 45,00 30,50 38,5 Superficie inferiore del cono di raccolta °C 25,60 22,5 24,1 Superfici Nella figura 3.11, sono riportati i gradienti di temperatura; in particolare il campo di temperatura complessivo è stato considerato lineare sia nell’intervallo tra due misure successive della stessa sezione sia nell’intervallo tra le misure corrispondenti delle diverse sezioni [16]. Fig 3.11 - Profilo di temperatura sulla superficie esterna del gassificatore 3.7.1 Potenza termica dispersa per convezione naturale Per quanto riguarda la convezione naturale il numero di Rayleigh consente di individuare il regime operativo di scambio termico, infatti per valori di Ra approssimativamente di 1 . 109 si ha la transizione tra regime laminare e regime turbolento. Dato che il mantello della tramoggia, il mantello del reattore ed il cono di raccolta ceneri possono essere schematizzati come cilindri 51 Dottorato di Ricerca XIX ciclo - Ingegneria Civile e Meccanica - Guido Galeno verticali, si ha: • 104 < Ra < 109 regime laminare; • 109 < Ra < 1013 regime turbolento. Il coperchio della tramoggia e la superficie inferiore del cono di raccolta ceneri possono essere schematizzate come piastre circolari piana e si ha: • 106 < Ra < 1011 regime laminare; • Ra > 2∙108 regime turbolento. A questo punto si determinano le temperature di film delle differenti superfici, che rappresentano le temperature medie degli strati limite, mediante la seguente relazione. T film = T∞ + Ts 2 Tab 3.9 - Temperature di films delle diverse superfici di interesse Tfilm UM Tappo Tramoggia Reattore Cono lat. Cono inf. K 302,0 310,7 341,6 299,9 292,7 Tab 3.10 - Numeri adimensionali utilizzati per la valutazione della potenza convettiva Grashof Prantl Rayleigh Nusselt (cilindro verticale) Gr = g ⋅ β ⋅ ( T s − T ∞ ) ⋅ L3 υ2 Pr = υ a Ra = Gr ⋅ Pr 1 0 ,387 ⋅ Ra 6 N u = 0 ,825 + 8 0 , 492 9 16 27 1 + Pr Nusselt (superficie superiore a Ts > T∞ ) N u = 0 ,14 ⋅ ( Ra ) 1 Nusselt (superficie inferiore a Ts > T∞ ) Nu = 0,58 ( Ra ) 1 2 3 5 52 Dottorato di Ricerca XIX ciclo - Ingegneria Civile e Meccanica - Guido Galeno Si determinano poi gli altri numeri adimensionali di interesse, tabella 3.10, per mezzo di tabelle per l’aria disponibili in letteratura. In particolare si determinano: il numero di Grashof che rappresenta l’equazione della quantità di moto, il numero di Prandtl che rappresenta il rapporto tra lo strato limite dinamico e quello termico ed il numero di Nusselt che rappresenta la dipendenza della velocità del flusso dalla temperatura. Tab 3.11 - Valori dei numeri adimensionali per le superfici di interesse Tappo Tramoggia Reattore Cono lat. Cono inf. Gr Pr Ra Nu 3,02 .108 4,06 .109 9,19 .108 2,33 .107 4,23 .108 0,710 0,710 0,710 0,710 0,710 2,15 .108 2,88 .109 6,52 .108 1,65 .107 3,00 .108 83,81 170,68 107,72 36,04 28,80 I dati relativi alle lunghezze caratteristiche ed ai valori delle conducibilità lineari dei singoli componenti sono riportati nella tabella 3.12. Tab 3.12 - Lunghezze caratteristiche, superfici e conducibilità termica Lunghezza caratteristica m Tappo Tramoggia Reattore Cono lat. Cono inf. 0,45 0,95 0,50 0,20 0,70 diametro altezza altezza altezza diametro Superficie k m2 W/mK 0,159 1,581 1,099 0,440 0,385 0,0257 0,0265 0,0285 0,0256 0,0251 Si può determinare la conduttanza convettiva e la potenza termica scambiata per convezione secondo le seguenti relazioni. hc = Nu ⋅ k L Pconv = h c ⋅ S ⋅ ( T s − T ∞ ) 53 Dottorato di Ricerca XIX ciclo - Ingegneria Civile e Meccanica - Guido Galeno Tab 3.13 - Conduttanza convettiva e potenza scambiata per convezione hc W/m2K 4,79 4,73 6,14 4,61 1,03 Tappo Tramoggia Reattore Cono lat. Cono inf. Totale Pconv W 21,01 336,57 721,41 47,60 3,57 1130,15 3.7.2 Potenza termica dispersa per irraggiamento Il fenomeno dell’irraggiamento, anch’esso correlato alla differenza di temperatura fra la superficie caratteristica e l’ambiente circostante, è caratterizzato dal potere emissivo delle superfici in gioco. Per il calcolo della potenza dispersa si approssima l’ambiente esterno ad un corpo nero: poichè le pareti ed il tetto del capannone in cui si trova il gassificatore, sono a sufficiente distanza da questo, la loro emissione non influenza i meccanismi di scambio termico considerati. Si può calcolare la potenza raggiante considerando i quattro elementi caratterizzanti lo scambio termico del gassificatore come corpi grigi aventi diverse temperature superficiali. ( 4 Pirr = ε ⋅ σ ⋅ S ⋅ T s − T ∞ 4 ) I dati relativi alle superfici caratteristiche ed ai valori di emittenza emisferica totale superficiale dei diversi componenti sono riportati in tabella 3.14, mentre σ, costante di Stefan-Boltzmann è pari a 5,67 . 10-8 W/m2K4. Tab 3.14 - Emittenza emisferica totale delle superfici interessate ε Tappo Tramoggia Reattore Cono lat. Cono inf. 0,30 0,60 0,75 0,85 0,85 Note Superficie verniciata Superficie acciaio inox Superficie acciaio inox Superficie verniciata nera Superficie verniciata nera si calcolano le potenze termiche radiative disperse dai singoli componenti, tabella 3.15 54 Dottorato di Ricerca XIX ciclo - Ingegneria Civile e Meccanica - Guido Galeno Tab 3.15 - Potenza scambiata per irraggiamento Tappo Tramoggia Reattore Cono lat. Cono inf. Totale Pirr W 8,24 291,84 816,55 53,80 16,73 1187,15 Sommando i due termini di potenza dispersa rispettivamente per convezione ed irraggiamento si ottiene la potenza totale che si disperde nell'ambiente a causa della temperatura superficiale del gassificatore. Pmantello = Pconv + Pirr = 2,317 kW 3.7.3 Potenza termica contenuta nel residuo solido carbonioso Resta da calcolare la potenza perduta a causa del carbone solido residuo. E’ nota dalle caratteristiche del costruttore la produzione oraria di residuo solido totale del gassificatore e cioè il 10% in massa della biomassa inserita, composto dal carbone solido e dalle ceneri. Inserendo mediamente 11 kg/h, si ricavano 1,1 kg/h di residuo solido nel cono di raccolta; sperimentalmente, attraverso delle pesate, si è appurato che circa il 10% in massa era composto da ceneri e circa il 90% da carbone. Quindi la portata oraria di carbone prodotto è di 0,99 kg/h ovvero 2,75 . 10-4 kg/s. Il potere calorifico inferiore di un carbone, ricavato da legna, varia da 29.300 a 31.390 kJ/kg, si sceglie di utilizzare il valore medio 30.345 kJ/kg. La potenza chimica residua contenuta nel carbone si ottiene moltiplicando la portata massica di carbone per il potere calorifico inferiore. In definitiva si è ottenuto un valore di 8,345 kW. 55 Dottorato di Ricerca XIX ciclo - Ingegneria Civile e Meccanica - Guido Galeno 3.7.4 Potenza termica contenuta nell'acqua di raffreddamento È stato rilevato che, dopo circa 3 ore di funzionamento dell'impianto, la temperatura dell'acqua contenuta nei serbatoi ha raggiunto un valore pressoché costante pari a 19,4 °C. Invece la temperatura dell'acqua immediatamente a valle del ciclone ha assunto un valore di 22,7 °C. Fig 3.12 - Parametri caratteristiche per determinare la prevalenza manometrica È stato possibile determinare la prevalenza manometrica del circuito conoscendo: la sezione dei condotti di mandata ed aspirazione, il materiale costituente i condotti, e quindi le perdite di carico distribuite, le perdite di carico concentrate e la prevalenza geodetica, figura 3.12 [17]. Fig 3.13 - Curva caratteristica della pompa di scrubbing 56 Dottorato di Ricerca XIX ciclo - Ingegneria Civile e Meccanica - Guido Galeno Conoscendo la curva caratteristica della pompa di scrubbing (figura 3.13), che lega prevalenza manometrica e portata volumetrica, facendo riferimento alla pompa PK 60 da 0,37 kW è stato possibile ricavare la portata di liquido che, per una prevalenza manometrica di 3,4 m, è risultata pari a 41,6 l/min. Si determina così, mediante la relazione Pquench = ρ ⋅ V ⋅ c p ⋅ (T c − T f ) una potenza termica asportata dall'acqua di raffreddamento pari a 9,57 kW. A questo punto sommando tutti i valori di potenza dispersa per i fenomeni di scambio termico suddetti si è ottenuto un valore di potenza termica complessivamente perduta dal gassificatore di 20,23 kW. Questo valore confrontato con la potenza chimica della biomassa inizialmente inserita permette di conoscere la percentuale di energia termica dispersa e cioè il 32,7%. 57 Dottorato di Ricerca XIX ciclo - Ingegneria Civile e Meccanica - Guido Galeno Capitolo 4 – Simulazione dell'impianto di gassificazione attuale A questo punto è stato possibile effettuare la simulazione del funzionamento dell'impianto mediante il programma Aspen Plus. Una volta che è stato fatto il confronto tra i risultati della simulazione e i dati rilevati sperimentalmente per la validazione dei risultati ottenuti, è stata condotta un’analisi di sensibilità per determinare le condizioni ottimali di funzionamento del gassificatore. 4.1 Considerazioni iniziali Inizialmente è stato realizzato il bilancio energetico a partire dalla composizione in massa della biomassa in ingresso e del syngas in uscita. La biomassa utilizzata è cippato di abete la cui analisi elementare è stata precedentemente descritta nel capitolo 3, par. 3.2. ed ha fornito la composizione in massa riportata nella tabella 4.1. Tab 4.1 - Composizione in massa del cippato di abete (% in peso sostanza secca) Sostanza SB 478/05 Cenere 0,3 Carbonio 50,4 Idrogeno 6,1 Azoto 0,1 Zolfo 0,01 Ossigeno 43,1 Dato che la portata di biomassa, per il corretto funzionamento del gassificatore WBG 15, è variabile nell'intervallo compreso tra 10 e 12 kg/h, è stata considerata una portata massica media di cippato di abete di 11 kg/h cioè 3,06 g/s. In questo modo per quanto già descritto ne capitolo 3, par 3.3, è stato possibile determinare i poteri calorifici della biomassa in ingresso e le potenze chimiche di combustione, i risultati ottenuti sono riportati nella tabella 4.2. Con riferimento al potere calorifico inferiore, l’energia chimica contenuta nel syngas secco, in uscita dal gassificatore WBG 15, è pari al 75% dell’energia chimica contenuta nella biomassa in ingresso, secondo quanto dichiarato da 58 Dottorato di Ricerca XIX ciclo - Ingegneria Civile e Meccanica - Guido Galeno Ankur [18], per cui si è trovato che la potenza chimica del syngas prodotto è 41,5 kW. Compatibile con il risultato ottenuto nel capitolo 3. Tab 4.2 - Caratteristiche energetiche della biomassa UM PCSbiomassa kJ/kg 20.315 PCIbiomassa kJ/kg 18.079 Pchim (PCS) kW 62,2 Pchim (PCI) kW 55,3 In base ai dati forniti dalla precedente tabella 3.4 è stata realizzata una semplice simulazione con Aspen Plus, il cui schema è riportato in figura 4.1, per valutare il potere calorifico superiore ed inferiore del syngas di riferimento. È stato utilizzato un reattore stechiometrico in cui sono state imposte le reazioni di combustione di CO, H2 e CH4, inviando in esso 1 kg/s di syngas di riferimento ed una quantità di aria tale che l’ossigeno presente risultasse stechiometrico per le reazioni di ossidazione. Fig 4.1 - Reattore stechiometrico per il calcolo del potere calorifico In questo modo si è ottenuto un syngas con le caratteristiche energetiche riportate in tabella 4.3. 59 Dottorato di Ricerca XIX ciclo - Ingegneria Civile e Meccanica - Guido Galeno Tab 4.3 - Caratteristiche energetiche del syngas PCSsyngas PCIsyngas kJ/kg 5.420 4.939 A questo punto è stata ricavata la portata massica di syngas uscente dal gassificatore WBG 15 come rapporto tra la potenza chimica del syngas prodotto e il suo potere calorifico inferiore. Il valore ottenuto è di 0,00881 kg/s. Conoscendo la composizione del syngas di riferimento è stato possibile ricavare la portata massica di azoto nel syngas e quindi risalire alla portata massica di azoto presente nell’aria in ingresso al gassificatore di biomassa come differenza tra l’azoto presente nel syngas e quello presente nella biomassa. Ciò ha consentito di determinare la portata massica di aria di alimento al gassificatore, nota la frazione molare dei principali gas costituenti. In definitiva è stato determinato un valore di 0,00622 kg/s di aria. Fig 4.2 - Flussi di massa entranti ed uscenti dal gassificatore La differenza tra i flussi di massa in ingresso, e cioè aria e biomassa, e la portata massica di syngas 60 Dottorato di Ricerca XIX ciclo - Ingegneria Civile e Meccanica - Guido Galeno in uscita ha consentito di determinare il residuo flusso di massa uscente, costituito essenzialmente da acqua, ceneri, carbonio solido, e altre sostanze come zolfo, ossigeno, idrogeno combinate insieme a formare COS, SO2, H2S, e il cui valore è di 0,00047 kg/s. La rappresentazione schematica dei flussi di massa entranti ed uscenti dal gassificatore è riportata in figura 4.2. Per semplicità nella figura non è riportato il flusso di acqua di raffreddamento del syngas ma solo il flusso di acqua netto uscente. 4.2 Descrizione della simulazione effettuata L’obiettivo della simulazione è stato quello di determinare le condizioni termodinamiche di funzionamento del gassificatore tali da verificare le caratteristiche dei flussi di massa e di energia in uscita. In figura 4.3 è riportato lo schema della simulazione. La biomassa in ingresso al gassificatore (Biomass) è stata simulata utilizzando un componente solido non convenzionale [19] caratterizzato da una composizione elementare presa dall’analisi chimica di tabella 4.1, da un potere calorifico superiore come da tabella 4.2 e da una dimensione caratteristica dei pezzi solidi variabile tra i 20 e i 25 mm come richiesto da Ankur. È stato necessario inserire un reattore fittizio (Decoal) capace di modificare il precedente componente non convenzionale in un flusso di massa composto da sostanze convenzionali quali idrogeno molecolare, azoto molecolare, ossigeno molecolare, carbonio e zolfo che possono prendere parte alle reazioni di equilibrio nel reattore successivo. Il vero e proprio reattore (Equil) è un reattore di Gibbs che realizza l’equilibrio tra i reagenti e i prodotti ad una determinata temperatura. Oltre al flusso di massa (S-1) proveniente da Piro, nel reattore di gassificazione entra l’aria di gassificazione (Air-comb). L’ossigeno contenuto al suo interno brucia insieme ad una parte del flusso S-1 fornendo il necessario apporto energetico alle reazioni di gassificazione e al reattore Piro. Una parte del carbonio solido non prende parte alle reazioni di gassificazione, ma si ritrova tal quale in uscita dal gassificatore. L’insieme di Piro e Combo costituisce il gassificatore. Il syngas grezzo (S-2) prodotto entra in un separatore (Split) nel quale le ceneri, il carbonio solido non reagito ed altre sostanze prodotte in piccolissima percentuale, precipitano in un collettore di scarico e formano il residuo solido. A questo punto il syngas (S-3) viene inviato in uno scambiatore di calore (Quench) in cui si effettua il raffreddamento fino a temperatura ambiente. In seguito viene separata l’acqua presente nel syngas nel separatore (Decant) e si ottiene così il syngas secco e “purificato” (S-5). I due reattori stechiometrici (Burner-1) e (Burner-2) sono stati aggiunti per determinare la potenza termica prodotta dalla combustione rispettivamente del syngas e del residuo solido carbonioso prodotto nel gassificatore. 61 Dottorato di Ricerca XIX ciclo - Ingegneria Civile e Meccanica - Guido Galeno Fig 4.3 - Schema dell'impianto di gassificazione simulato con Aspen Plus La percentuale di carbonio solido che non prende parte alle reazioni di gassificazione è stata determinata facendo riferimento alla portata massica di residuo solido, in particolare per avere una portata di 0,0001 kg/s di residuo solido è stato necessario rendere inerte l’1% di carbonio presente nel reattore di gassificazione. A questo punto è stata fatta variare la temperatura di gassificazione in un intervallo compreso tra 300 e 1200 °C ed è stata individuata la temperatura alla quale la composizione del syngas S-5 avesse la minor discrepanza con quella del syngas di riferimento. In particolare per una temperatura di gassificazione di 600 °C si sono ottenuti i risultati presenti in tabella 4.4. Tab 4.4 - Confronto tra il syngas simulato e quello di riferimento % molare simulazione 18,2 % molare riferimento 19 ± 3 13,4 10 ± 3 N2 48,9 50 H2 16,4 18 ± 2 CH4 3,1 ≥3 CO CO2 Il bilancio energetico dell’impianto è riassunto nella tabella 6 ed è stato realizzato facendo riferimento al potere calorifico superiore dei combustibili. 62 Dottorato di Ricerca XIX ciclo - Ingegneria Civile e Meccanica - Guido Galeno Tab 4.5 - Bilancio energetico dell’impianto di gassificazione kW Potenza termica di combustione del syngas 44,45 Calore sensibile del syngas in uscita 8,10 Potenza termica di combustione del residuo solido 8,06 Potenza termica dispersa dal mantello 2,37 Potenza chimica della biomassa 62,98 Tab 4.6 - Caratteristiche dei flussi di massa entranti ed uscenti dall’impianto AIR-COMB AIR-FLAR AIR-SLAG BIOMASS Componenti convenzionali CO moli/s 0 0 0 0 CO2 moli/s 0 0 0 0 EX-1 EX-2 0 0,00770 0 0,12067 N2 moli/s 0,17032 0,30596 0,02898 0 0,02898 0,47639 H2 moli/s 0 0 0 0 0 0 CH4 moli/s 0 0 0 0 0 0 O2 moli/s 0,04527 0,08133 0,00770 0 3,43E-07 0 H2O moli/s 0 0 0 0 0 0,07830 C S H2S moli/s moli/s moli/s 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 9,02E-06 0 0 0 C2H6 moli/s 0 0 0 0 9,80E-08 0 C3H8 moli/s 0 0 0 0 4,37E-12 0 C6H6 moli/s 0 0 0 0 0 0 C7H8 moli/s 0 0 0 0 0 0 0 0 0 5,24E-07 0,03669 0,00115 0 0,67536 0,02007 COS moli/s 0 0 0 Portata molare moli/s 0,21560 0,38729 0,03668 Portata massica kg/s 0,00622 0,01117 0,00106 Componenti non convenzionali FUEL kg/s 0 0 0 ASH kg/s 0 0 0 Portata massica kg/s 0 0 0 Temperature °C 15 15 15 Potenza kW -0,0628798 -0,112955 -0,0106982 0,00306 0 0 0 9,18E-06 0 0,00306 9,18E-06 0 15 15 15 10,73836 -3,099603 -70,89233 63 Dottorato di Ricerca XIX ciclo - Ingegneria Civile e Meccanica - Guido Galeno Tab 4.7 - Caratteristiche dei flussi di massa entranti ed uscenti dall’impianto S-1 Componenti convenzionali CO moli/s CO2 moli/s S-2 S-3 S-4 S-5 SLAG W-1 0 0 0,06329 0,06329 0,06329 0,06329 0,04685 0,04685 0,04685 0,04685 0 0 0 0 N2 moli/s 1,09E-04 0,17043 0,17043 0,17043 0,17043 0 0 H2 moli/s 0,0941127 0,05722 0,05722 0,05722 0,05722 0 0 CH4 moli/s 0 0 O2 moli/s 0 0 0 H2O moli/s 0 0 0,01581 C S H2S moli/s moli/s moli/s C2H6 moli/s 0 C3H8 moli/s C6H6 C7H8 0 0,01054 0,01054 0,01054 0,01054 0,0411202 3,74E-26 0 0 0 0,01581 0,01581 0,01581 0,1283768 0,00770 9,54E-06 1,36E-17 0 9,02E-06 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0,00770 0 9,02E-06 0 0 0 9,80E-08 0 0 0 9,80E-08 0 0 4,37E-12 0 0 0 4,37E-12 0 moli/s 0 4,34E-15 0 0 0 0 0 moli/s 0 3,17E-18 0 0 0 0 0 COS moli/s 0 5,24E-07 0 0 0 Portata molare moli/s 0,26373 0,37184 0,36413 0,36413 0,34833 Portata massica kg/s 0,00305 0,00927 0,00918 0,00918 0,00889 Componenti non convenzionali FUEL kg/s 0 0 0 0 0 ASH kg/s 9,18E-06 9,18E-06 0 0 0 Portata massica kg/s 9,18E-06 9,18E-06 0 0 0 Temperature °C 15 600 649 15 15 Potenza kW 81,199 -17,504 -22,480 -30,584 -26,321 5,24E-07 0 0,00771 0,01581 0,00009 0,00028 0 0 9,18E-06 0 9,18E-06 0 649 15 4,9757 -4,5263 Nel caso in cui l’acqua contenuta nell’esausto di combustione del syngas si trova in fase vapore la potenza termica sprigionata è 40,2 kW che corrisponde ad un errore percentuale del 3,1% rispetto al caso di riferimento. Nelle tabelle 4.6 e 4.7 sono riportate le caratteristiche termochimiche dei flussi di massa entranti ed uscenti dall’impianto di gassificazione di biomassa simulato. 64 Dottorato di Ricerca XIX ciclo - Ingegneria Civile e Meccanica - Guido Galeno 4.3 Analisi di sensibilità È stata condotta l’analisi di sensibilità per determinare le condizioni ottimali di funzionamento del gassificatore, ipotizzando di inserire un flusso di acqua nel reattore (Equil). Questo flusso, se di ridotta entità, può simulare la presenza di umidità nella biomassa, mentre in grande quantità può facilitare la produzione di idrogeno all’interno del reattore di gassificazione. La portata di aria è stata fatta variare in un intervallo compreso tra 0,0031 e 0,01 kg/s. Al di sotto di 0,0031 kg/s di aria non è stato possibile scendere in quanto l’apporto termico, dovuto alla combustione dell’aria con la biomassa, è risultato troppo basso per sostenere le reazioni di gassificazione. Al di sopra di 0,01 kg/s non si ha produzione di metano e di idrogeno e più che gassificare la biomassa tende a bruciare. La portata di acqua è stata fatta variare in un intervallo compreso tra 0,00001 kg/s e 0,001 kg/s. Il primo valore rappresenta una umidità della biomassa pari allo 0,25%, praticamente si ha biomassa secca. Il secondo valore rappresenta una umidità della biomassa del 25%. Nell’analisi di sensibilità effettuata è stata considerata costante la percentuale di carbonio solido non reagito e la potenza termica dispersa per irraggiamento e convezione dalle pareti del gassificatore, in questo modo è stato possibile determinare la temperatura di equilibrio alla quale il gassificatore si sarebbe portato nelle diverse condizioni di funzionamento. I risultati ottenuti possono essere desunti dalle figure 4.4, 4.5, 4.6 4.7 e 4.8 in cui sono riportate le frazioni in massa delle sostanze contenute nel syngas (S-5). Oltre ai precedenti grafici sono state ottenute le superfici di figura 4.9, 4.10, 4.11 e 4.12 in cui sono riportati rispettivamente, la temperatura di gassificazione, il potere calorifico superiore del syngas (S-5), la portata massica di syngas (S-5) e la potenza termica di combustione di questo. In definitiva la condizione ottimale di resa per l’impianto di gassificazione precedentemente introdotto è di avere biomassa molto secca ed una portata di aria dimezzata rispetto alla condizione attuale, in questo modo è pur vero che diminuisce la portata di syngas prodotto ma di contro aumenta in maniera consistente il suo potere calorifico con una potenza termica del syngas pari a circa 49,1 kW, cioè il 10,3% in più rispetto al syngas di riferimento. Tale condizione simulata con Aspen deve trovare un riscontro sperimentale in quanto è possibile incorrere in problemi di stabilità della reazione di gassificazione stessa a causa della ridotta portata di aria, infatti come si è detto, 0,0031 kg/s è un limite inferiore. Inoltre la percentuale di carbone che non reagisce potrebbe variare con le condizioni di funzionamento. 65 Dottorato di Ricerca XIX ciclo - Ingegneria Civile e Meccanica - Guido Galeno 0,25 0,50 0,45 0,40 0,15 0,00100 0,00081 0,00061 0,00041 0,05 Fig 4.4 - Frazione in massa di CO 0,0091 Air [kg/s] 0,00001 0,0100 0,0071 0,0081 0,00 0,00001 Water [kg/s] 0,00021 0,0031 0,0091 0,00061 0,10 0,0100 0,0071 0,0081 0,0051 0,0061 0,0031 0,0041 Air [kg/s] 0,00081 0,15 Water [kg/s] 0,00021 0,00 0,00100 0,20 0,0051 0,00041 0,25 0,0061 0,05 0,30 0,0041 0,10 0,35 CO2 [mass fraction] CO [mass fraction] 0,20 Fig 4.5 - Frazione in massa di CO2 0,70 0,02 0,02 0,60 0,40 0,00100 0,00081 0,00061 0,01 0,0091 0,00001 0,0100 0,0071 0,0091 0,0031 Air [kg/s] Fig 4.6 - Frazione in massa di N2 Water [kg/s] 0,00021 0,00 0,00001 0,0100 0,0071 0,0081 0,0051 0,0061 0,0031 0,0041 Air [kg/s] 0,00041 0,00 0,00021 0,00 0,00061 0,00 Water [kg/s] 0,0081 0,10 0,00081 0,0051 0,00041 0,00100 0,01 0,0061 0,20 0,01 0,0041 0,30 0,01 H2 [mass fraction] N2 [mass fraction] 0,01 0,50 Fig 4.7 - Frazione in massa di H2 0,14 0,10 0,08 0,00100 0,06 0,00081 0,00061 0,04 0,00041 0,02 Water [kg/s] 0,00021 0,0091 0,0071 0,00001 0,0100 Air [kg/s] 0,0081 0,0051 0,0061 0,0031 0,00 0,0041 CH4 [mass fraction] 0,12 Fig 4.8 - Frazione in massa di CH4 66 Dottorato di Ricerca XIX ciclo - Ingegneria Civile e Meccanica - Guido Galeno 9000 1200 0,00100 0,00081 0,00061 Wat er [kg/s] 0,0091 Air [kg/s] 0,00001 0,0100 0,0071 0,0081 0,0031 0,0091 0,00021 0 Fig 4.10 - Potere calorifico superiore del syngas 0,014 50 0,00041 0,002 Water [kg/s] 0,00021 15 0,00061 10 0,00041 5 Water [kg/s] 0,00021 0,0031 0,0091 0,0071 Fig 4.11 - Portata massica di syngas 0,00081 0 0,00001 0,0100 Air [kg/s] 0,0081 0,0051 0,0061 0,0031 0,0041 0,000 0,00100 20 Air [kg/s] 0,00001 0,0091 0,00061 0,004 25 0,0100 0,00081 0,0071 0,006 30 0,0081 0,00100 35 0,0051 0,008 40 0,0061 0,010 Potenza termica di combustione [kW] 45 0,012 Portata massica syngas [kg/s] Water [kg/s] 0,00041 1000 0,00001 Fig 4.9 - Temperatura di gassificazione 4.4 0,00061 2000 0,0100 0,0071 0,0081 0,0051 0,0061 0,0031 0,0041 Air [kg/s] 0,00081 3000 0,00021 0 0,00100 4000 0,0051 0,00041 200 5000 0,0061 400 6000 0,0041 600 7000 0,0041 Temperatura [°C] 800 Potere calorifico superiore [kJ/kg] 8000 1000 Fig 4.12 - Potenza termica del syngas Considerazioni energetiche sul gruppo elettrogeno La potenza elettrica netta prodotta dal gruppo elettrogeno è di 9 kW, mentre l'assorbimento degli ausiliari, durante il funzionamento in isola, è di 0,92 kW, in definitiva si ha quindi una produzione lorda di 9,92 kW elettrici da parte del gruppo elettrogeno. La potenza chimica del syngas in ingresso è di 44,45 kW per cui si ha una efficienza elettrica del solo gruppo elettrogeno pari al 22,3%. Se si considera l'assorbimento degli ausiliari, pari a 0,92 kW, l'efficienza elettrica globale è del 14,3%. 67 Dottorato di Ricerca XIX ciclo - Ingegneria Civile e Meccanica - Guido Galeno Capitolo 5 – Generalità sulle celle a combustibile a carbonati fusi Le celle a combustibile sono dispositivi elettrochimici capaci di convertire l’energia chimica di un combustibile direttamente in energia elettrica con una elevata efficienza, minimizzando la produzione di emissioni inquinanti e gas climalteranti. Ciò avviene mediante una reazione di ossidazione elettrochimica, cioè senza la conversione intermedia dell'energia chimica del combustibile in calore, che invece penalizza i tradizionali cicli termodinamici. Le MCFC presentano un'elevata efficienza di conversione, producono calore di scarto ad alta temperatura, funzionano con una grande varietà di combustibili e utilizzano catalizzatori poco costosi. Esse dunque costituiscono una soluzione di elevato pregio tecnico ed ambientale e consentono di ottenere, allo stesso tempo, energia elettrica e calore con un’efficienza di conversione molto elevata. Appare chiaro come, in un contesto globale che mira al contenimento delle emissioni inquinanti e all’attuazione di programmi energetici che prevedono uno sfruttamento crescente delle fonti rinnovabili di energia, la possibilità di un accoppiamento tra l'impianto di gassificazione di biomassa e le celle a combustibile a carbonati fusi susciti un grande interesse per quanto riguarda la generazione distribuita. 5.1 Le celle a combustibile La nascita delle celle a combustibile risale al 1839, anno in cui l'inglese William Grove riportò i risultati di un esperimento nel corso del quale era riuscito a generare energia elettrica in una cella contenente acido solforico, dove erano stati immersi due elettrodi, costituiti da sottili fogli di platino, sui quali arrivavano rispettivamente idrogeno ed ossigeno. Una cella a combustibile funziona in modo analogo ad una batteria, in quanto produce energia elettrica attraverso un processo elettrochimico; tuttavia, a differenza di quest'ultima, consuma sostanze provenienti dall'esterno ed è quindi in grado di funzionare senza interruzioni, finché al sistema viene fornito combustibile ed ossidante. La cella è composta da due elettrodi in materiale poroso, separati da un elettrolita. Gli elettrodi fungono da siti catalitici per le reazioni di cella che consumano, fondamentalmente, idrogeno ed ossigeno, con produzione di acqua e passaggio di corrente elettrica nel circuito esterno. L'elettrolita ha la funzione di condurre gli ioni prodotti da una reazione e consumati dall'altra, chiudendo il circuito elettrico all'interno della cella. La trasformazione elettrochimica è accompagnata da produzione di calore, che è necessario estrarre per mantenere costante la temperatura di funzionamento della cella. 68 Dottorato di Ricerca XIX ciclo - Ingegneria Civile e Meccanica - Guido Galeno Una singola cella produce normalmente una tensione di circa 0,7 V e correnti comprese tra 300 e 800 mA/cm2, quindi, per ottenere la potenza ed il voltaggio desiderato, più celle sono disposte in serie, a mezzo di piatti bipolari, a formare una pila, detta "stack" nella letteratura anglosassone. Fig 5.1 - Generico stack di celle a combustibile Le pile a loro volta sono assemblate in moduli, per ottenere generatori della potenza richiesta. Esistono diverse tecnologie di cella, con diverse caratteristiche e diverso grado di sviluppo. Normalmente le celle vengono classificate sulla base dell'elettrolita utilizzato (celle alcaline, ad elettrolita polimerico, ad acido fosforico, a carbonati fusi, ad ossidi solidi) o della temperatura di funzionamento (celle a bassa e alta temperatura). L'elettrolita condiziona i seguenti parametri: • il campo di temperatura operativo; • il tipo di ioni e la direzione in cui diffondono attraverso la cella; • la natura dei materiali costruttivi; • la composizione dei gas reagenti; • la vita della cella. Gli impianti con celle a combustibile sono costituiti da 3 sezioni principali: • una sezione di trattamento del combustibile (gas naturale, metanolo, gas di sintesi prodotti 69 Dottorato di Ricerca XIX ciclo - Ingegneria Civile e Meccanica - Guido Galeno dalla gassificazione di carbone o biomassa, biogas) che converte lo stesso in un gas di sintesi contenente idrogeno purificato secondo le necessità imposte dal tipo di cella. Il processo normalmente impiegato quando si parte da idrocarburi leggeri è quello di reforming catalitico con vapore, seguito da conversione del monossido di carbonio mediante la reazione di shift del gas d'acqua: CnHm+ n . H2O = n . CO + (m/2 + n) . H2 n . CO + n . H2O = n . CO2 + n . H2 Nel processo occorre adottare condizioni di reazione che prevengano la formazione di composti indesiderati che comprometterebbero l'efficienza del processo stesso. Questa sezione non è necessaria se si utilizza idrogeno o, se s'impiegano celle ad alta temperatura (MCFC e SOFC) in cui il reforming del combustibile avviene all'interno della cella stessa o nel caso di celle a metanolo diretto (DMFC); • una sezione elettrochimica, costituita dalle celle che producono energia elettrica attraverso la reazione tra il combustibile alimentato all'anodo e l'ossidante alimentato al catodo; la trasformazione elettrochimica è accompagnata da produzione di calore; • un sistema di condizionamento della potenza elettrica, che sia capace di adeguare le caratteristiche elettriche della pila a quelle dell’utenza finale. Completano l'impianto un sistema di regolazione della potenza elettrica generata e di recupero del calore, che può essere utilizzato sia all'interno dell'impianto (ad es. per il reattore di conversione del combustibile), che per utenze esterne (cogenerazione), ed un sistema di controllo che assicura il coordinamento delle diverse sezioni dell'impianto [20]. 5.2 Classificazione delle diverse tipologie di celle Le celle a combustibile si classificano nel seguente modo: • celle alcaline (AFC, Alkaline Fuel Cell), che usano un elettrolita costituito da idrossido di potassio ed operano a temperature intorno a 120 "C. Hanno raggiunto un buon grado di maturità tecnologica soprattutto per usi speciali (applicazioni militari e spaziali); le loro caratteristiche (richiedono gas di alimentazione estremamente puri) ne hanno limitato fortemente la diffusione, tanto che oggi non vi sono programmi di sviluppo in corso degni di nota; 70 Dottorato di Ricerca XIX ciclo - Ingegneria Civile e Meccanica - Guido Galeno • celle ad elettrolita polimerico (PEMFC, Proton Exchange Membrane Fuel Cell), che usano come elettrolita una membrana polimerica ad elevata conducibilità protonica e funzionano a temperature comprese tra 70 e 100 °C; sono sviluppate soprattutto per la trazione e la generazione/cogenerazione di piccola taglia (1-250 kW); • celle a metanolo diretto (DMFC, Direct Methanol Fuel Cell), che sono un particolare tipo di PEMFC e sono ancora allo stadio di ricerca di laboratorio sia perché ci sono notevoli perdite di metanolo attraverso la membrana polimerica sia perché per raggiungere elevate densità di corrente è necessario utilizzare una quantità di catalizzatore al platino maggiore rispetto a quello che si usa nelle normali celle a combustibile PEMFC; • celle ad acido fosforico (PAFC, Phosphoric Acid Fuel Cell), che operano a temperature prossime ai 200 °C con un elettrolita costituito da una soluzione concentrata di acido fosforico; rappresentano la tecnologia più matura per gli usi stazionari, con commercializzazione già avviata per le applicazioni di cogenerazione nei settori residenziale e terziario (100-200 kW); • celle a carbonati fusi (MCFC, Molten Carbonate Fuel Cell), che usano come elettrolita una soluzione di carbonati alcalini fusa alla temperatura di funzionamento della cella (650 °C) e contenuta in una matrice ceramica porosa; sono promettenti soprattutto per la generazione di energia elettrica e la cogenerazione da qualche centinaio di kW ad alcune decine di MW; • celle ad ossidi solidi (SOFC, Solid Oxide Fuel Cell), che funzionano a temperatura elevata (circa 900-1000 °C) per assicurare una conducibilità sufficiente all'elettrolita, costituito da materiale ceramico (ossido di zirconio drogato con ossido di ittrio); come le celle a carbonati, sono promettenti soprattutto per la generazione di energia elettrica e la cogenerazione da qualche kW ad alcune decine di MW; Le celle a combustibile rivestono un notevole interesse al fine della produzione di energia elettrica, in quanto presentano caratteristiche energetiche ed ambientali tali da renderne potenzialmente vantaggiosa l'adozione. In particolare se si analizza la tabella 4.1 si vede che offrono un rendimento elettrico elevato, con valori che vanno dal 40-60% (riferito al potere calorico inferiore del combustibile) per gli impianti con celle a bassa temperatura, fino a raggiungere oltre il 60% per quelli con celle ad alta temperatura utilizzate in cicli combinati. 71 Dottorato di Ricerca XIX ciclo - Ingegneria Civile e Meccanica - Guido Galeno Tab 5.1 - Confronto tra le diverse tecnologie di celle a combustibile Tipo Caratteristiche Elettrolita Celle a bassa temperatura AFC PEMFC Idrossido di potassio Ione che promuove la OHreazione di cella 60 - 120 Temperatura °C Pt/Pd, Ni Catalizzatore Materiali Plastica, grafite, Inconel costruttivi PAFC Celle ad alta temperatura MCFC SOFC Membrana polimerica Acido fosforico H+ H+ CO3- O- 70 - 100 100 - 250 600 - 700 800 - 1000 Platino Platino Nichel Non richiesto Nichel, acciaio inox Materiali ceramici metallici Materiali grafitici Materiali grafitici metallici Carbonato di litio e Ossido di zirconio potassio drogato Idrogeno puro (99,99%) Idrogeno, gas riformati Idrogeno, gas riformati Idrogeno,gas riformati, gas di carbone Idrogeno, gas riformati, gas di carbone Ossigeno (puro) Ossigeno, aria Ossigeno, aria Ossigeno, aria Ossigeno, aria 60 40 - 60 40 - 50 45 - 55 45 - 60 300 - 500 300 - 900 150 - 300 150 150 - 270 Stato della tecnologia Sistemi 5 – 80 kW Sistemi 5 – 250 kW Tempo di avviamento Minuti Minuti Combustibile Ossidante Efficienza elettrica (PCI), % Densità di potenza mW/cm2 Applicazioni Vantaggi Svantaggi Impianti Impianti Stack 25 kW dimostrativi fino a dimostrativi fino a Impianto 220 kW 11 MW 2 MW 1 - 4 ore Piccoli cogeneratori usi Cogenerazione residenziali, potenza distribuita trasporto Elettrolita non volatile, minimi Resistenza a CO2, problemi di alta efficienza materiali e Densità di potenza globale in corrosione, alta elevata applicazioni densità di potenza, cogenerative, resistenza a CO2, tecnologia matura bassi tempi di avviamento Spaziali, generalmente portatili, trasporto 5 – 10 ore 5 – 10 ore Cogenerazione Cogenerazione industriale, industriale, potenza distribuita potenza distribuita Disponibilità di Disponibilità di calore ad alta calore ad alta temperatura, non temperatura, CO è necessario uso di un combustibile, catalizzatori, rendimento rendimento elevato, possibilità elevato, possibilità di reforming di reforming interno interno Problemi di vita e Nessuna resistenza Sollecitazioni stabilità dei a CO, scarsa al Bassa tolleranza a termiche elevate Bassa tolleranza a materiali, richiesto CO2, estrema CO, problemi di nei materiali, alto CO un ricircolo di purezza gas di gestione dell'acqua tempo di CO2, alto tempo di alimentazione avviamento avviamento 72 Dottorato di Ricerca XIX ciclo - Ingegneria Civile e Meccanica - Guido Galeno C’è la possibilità di utilizzo di un’ampia gamma di combustibili come metano, metanolo, gas naturale, gas di sintesi (prodotto da combustibili liquidi, gassificazione del carbone, biomasse) come si può vedere dalla figura 5.2. Fig 5.2 - Fonti primarie e combustibili utilizzabili in impianti con celle a combustibile Un’altra caratteristica è la modularità, che permette di accrescere la potenza installata via via che cresce la domanda di energia elettrica, con notevoli risparmi sul piano economico e con tempi di costruzione che possono risultare notevolmente ridotti. Il rendimento delle celle a combustibile è indipendente dal carico e dalle dimensioni dell’impianto, mentre negli impianti tradizionali il rendimento diminuisce al decrescere della taglia dell'impianto; ed inoltre è poco sensibile alle variazioni del carico elettrico, diversamente da quanto avviene con gli impianti convenzionali. In pratica una cella può operare tra il 30 e il 100% di carico, senza perdite consistenti di efficienza. Non meno importante è il ridottissimo impatto ambientale che le celle producono, sia dal punto di vista delle emissioni gassose che di quelle acustiche, il che consente di collocare gli impianti anche in aree residenziali, rendendo il sistema particolarmente adatto alla cogenerazione di energia elettrica e di calore. Infatti il calore cogenerato può essere disponibile a diverse temperature, in forma di vapore o acqua calda, ed impiegato per usi sanitari, climatizzazione, ecc. 73 Dottorato di Ricerca XIX ciclo - Ingegneria Civile e Meccanica - Guido Galeno 5.3 Le celle a combustibile a carbonati fusi Le celle a combustibile a carbonati fusi impiegano un elettrolita costituito da una soluzione di carbonati alcalini, liquidi alla temperatura di funzionamento della cella (650 °C), contenuti in una matrice ceramica porosa ed elettrodi a base di nichel (nichel cromo all’anodo, ossido di nichel litiato al catodo). Rispetto alle celle che operano a bassa temperatura presentano alcuni vantaggi: • cinetiche di reazioni più veloci che eliminano il bisogno di metalli preziosi come catalizzatori; • maggiore flessibilità nell’uso di combustibili, con possibilità di alimentare la cella direttamente con metano o distillati leggeri senza stadio di reforming esterno del combustibile; • possibilità di cogenerare a temperature d’interesse industriale. Con esse è possibile, in prospettiva, realizzare impianti con efficienze mediamente più elevate (fino al 60-70% in cicli combinati) di quelle che si registrano con celle a bassa temperatura. Le alte temperature di funzionamento e l’elevata corrosività dell’elettrolita pongono tuttavia problemi di stabilità strutturale ai componenti di cella e questi fanno sì che la tecnologia stia incontrando ancora difficoltà ad affermarsi. Tra i principali problemi vi sono la dissoluzione del catodo in ossido di nichel litiato (LixNi1-xO), la sinterizzazione dell’anodo di nichel e la corrosione dei componenti metallici, come ad esempio i piatti bipolari. Nonostante i notevoli progressi compiuti negli ultimi anni, resta ancora molto da fare per superare questi problemi e per raggiungere gli obiettivi di durata e di costi richiesti per il suo impiego in impianti di generazione di energia elettrica (almeno 40.000 ore per lo stack, con costi d’impianto inferiori a 1500 €/kW). I segmenti di mercato più promettenti per i sistemi con celle a carbonati fusi sono, nel medio termine, la generazione di energia elettrica e la cogenerazione ad alta temperatura, per taglie comprese tra 250 kW e 20-30 MW. Attualmente sono in fase di studio MCFC di piccolissima taglia come ad esempio la MCFC da 3 kW in geometria cilindrica sviluppata presso il Dipartimento di Ingegneria Industriale dell'Università degli Studi di Perugia [21]. Le MCFC si adattano bene ad utilizzare il syngas prodotto dall'impianto di gassificazione di biomassa. Esse, infatti, sono capaci di elaborare sia idrogeno sia monossido di carbonio, che generalmente compongono il syngas per circa il 35-40%. La presenza di anidride carbonica nel syngas non comporta problemi infatti essa viene già normalmente prodotta all'anodo e ricircolata al catodo. La presenza di zolfo e di tar nel syngas crea i maggiori problemi, anche se, nel syngas 74 Dottorato di Ricerca XIX ciclo - Ingegneria Civile e Meccanica - Guido Galeno prodotto dagli impianti di gassificazione di biomassa lignocellulosica, questi contaminanti sono presenti a livelli ridotti. È necessario comunque prevedere una sezione di trattamento del syngas a monte della MCFC per la rimozione completa dei composti solforati, per la conversione o rimozione del tar e anche del particolato [22]. Nel caso di MCFC a reforming interno (dette anche Direct Fuel Cells, DFC) il gas naturale viene parzialmente preriformato in un apposito reattore che precede l'anodo e che risulta strutturalmente e termicamente integrato nella pila. La reazione globale di prereforming non è una reazione completa, ma si ha un equilibrio chimico funzione della temperatura, per cui all’ingresso anodico, oltre a idrogeno e anidride carbonica, sono presenti monossido di carbonio, metano e vapore. Qualora il gas combustibile contenga già idrogeno si può fare a meno del prereformer. Le reazioni all’interno del comparto anodico sono le seguenti [23]: • Reazione di reforming CH4 + H2O ° CO + 3H2 • Reazione di shift CO + H2O ° CO2 + H2 • Semi-reazione anodica 4 . H2 + 4 . CO3-- ° 4 . CO2 + 4 . H2O + 8e- mentre al catodo si ha: • Semi-reazione catodica e quindi la reazione totale è: 2 . O2 + 4 . CO2 + 8e- ° CH4 + 2 . O2 ° 4 . CO3-- CO2 + 2 . H2O 75 Dottorato di Ricerca XIX ciclo - Ingegneria Civile e Meccanica - Guido Galeno Fig 5.3 - Schema di funzionamento di una MCFC Per un corretto funzionamento della cella è impossibile utilizzare tutto l'idrogeno disponibile all'anodo e pertanto nell’esausto anodico si ha una corrente gassosa combustibile contenente idrogeno e monossido di carbonio oltre che anidride carbonica e vapore. Questo gas viene bruciato in eccesso di aria e i fumi ricchi di ossigeno, azoto, anidride carbonica e vapore vengono inviati al catodo. Anche la semi-reazione catodica non deve impiegare tutto l'ossigeno e l'anidride carbonica disponibili. Il calore generato all’interno della cella e all’interno del bruciatore viene parzialmente utilizzato per sostenere la reazione endotermica di reforming e per preriscaldare il metano e vaporizzare e surriscaldare l’acqua di alimento. La restante aliquota di potenza termica può essere utilizzata per la cogenerazione. Fig 5.4 - MCFC della MTU 76 Dottorato di Ricerca XIX ciclo - Ingegneria Civile e Meccanica - Guido Galeno Capitolo 6 – Modellizzazione della MCFC Aspen PlusTM, quanto meno nella configurazione disponibile presso il Dipartimento di Ingegneria Industriale dell'Università degli Studi di Cassino, non è capace di simulare il funzionamento di una cella a combustibile ed, in generale, non è in grado di simulare reattori elettrochimici. In particolare non riesce a valutare la potenza elettrica generata e, di conseguenza, neppure quella termica. E' quindi necessaria una procedura esterna interfacciabile che calcoli la potenza elettrica generata, cosa che è stata fatta con un approccio semiempirico. 6.1 Modellizzazione della MCFC Consiste nella realizzazione di un algoritmo di calcolo capace di riprodurre il funzionamento reale della MCFC a partire dai flussi di massa e di energia in ingresso restituendo parametri quali potenza elettrica e termica in condizioni reali, rispettando i bilanci di massa e di energia. Tale modello è stato realizzato utilizzando un comune foglio di calcolo. L’equazione fondamentale che permette di determinare le caratteristiche elettrochimiche delle celle a combustibile è l’equazione di Nernst, che per le MCFC è [24]: C X CO ⋅ X H 2 ⋅ X O2 ∆ G0 R ⋅ T 2 E0 = − + ⋅ ln ⋅ A 2⋅ F 2⋅ F X CO ⋅ X H 2O 2 p In cui: • F è la costante di Faraday, pari a 96490 C/mole; • R è la costante dei gas, pari a 8,314 J/moleK; • DG0 è l'energia libera della reazione di combustione; • T è la temperatura della cella misurata in Kelvin; • X è la frazione molare della generica sostanza coinvolta; • p è la pressione di esercizio della cella misurata in bar. Si intuisce dunque che la tensione di circuito aperto E0 è funzione della temperatura, della pressione totale ed, in particolare, delle frazioni molari delle sostanze coinvolte nella reazione di combustione, cioè della composizione dei flussi entranti e dell’equilibrio chimico che si crea all’interno della 77 Dottorato di Ricerca XIX ciclo - Ingegneria Civile e Meccanica - Guido Galeno cella stessa. Durante il passaggio dei gas all’interno dei condotti anodici e catodici vi è una variazione continua delle frazioni molari in virtù sia della reazione di ossidazione stessa che via via consuma i reagenti e genera i prodotti, sia delle reazioni di reforming e di shift che continuano anche all'interno del comparto anodico. Per tanto la tensione a circuito aperto della cella non può essere univocamente determinata, ma è una media delle tensioni calcolate lungo gli elettrodi. Per far ciò è necessario discretizzare la singola cella e, in particolare per tener conto della configurazione a flussi incrociati, uno schema abbastanza semplice è quello di figura 6.1. Per il calcolo della tensione a circuito aperto E0 è, quindi, necessario determinare le tensioni: AIN-MID/CIN-MID ; AIN-MID/CMID-OUT; AMID-OUT/CIN-MID e AMID-OUT/CMID-OUT. A-IN AIN-MID/CMID-OUT C-MID A-MID C-IN C-OUT AIN-MID/CIN-MID AMID-OUT/CIN-MID AMID-OUT/CMID-OUT A-OUT Fig 6.1 - Sezione frontale del modello di cella e schema dei flussi L'anodo ed il catodo sono divisi in due parti e quindi la cella risulta ripartita in quattro settori per i quali possono essere prese in considerazione le frazioni molari medie, valutate cioè con riferimento alla composizione nei quattro punti indicati in figura 6.1. La variazione è supposta lineare e quindi ogni semi-anodo consuma metà del combustibile utilizzato ed ogni semi-catodo metà dell'ossidante utilizzato [25]. Imponendo questa legge di variazione dei reagenti e dei prodotti si ha che i flussi AMID, A-OUT, C-MID e C-OUT non si trovano in equilibrio chimico, è necessario quindi ristabilire detto equilibrio ogni volta che tali flussi escono dalla porzione di cella modellizzata. Tutti i termini dell'equazione di Nernst nei quattro punti indicati in figura 6.1 possono essere individuati imponendo alcune caratteristiche della MCFC che si vuole simulare: in particolare è necessario conoscere l'utilizzazione anodica e catodica, la frazione di esausto catodico ricircolata, la temperatura massima di funzionamento della MCFC e le temperature di ingresso dei flussi di massa. Mediante la conoscenza dei coefficienti parametrici, desunti dal sito del N.I.S.T. (National 78 Dottorato di Ricerca XIX ciclo - Ingegneria Civile e Meccanica - Guido Galeno Institute of Standards and Technology) che permettono di calcolare sia la differenza di entalpia, sia la differenza di entropia, alla temperatura di cella stabilita (tabella 6.1), è possibile determinare i valori dell'energia libera di reazione nei quattro punti. Tab 6.1 - Coefficienti parametrici delle sostanze coinvolte nella combustione Sostanza Intervallo di temperatura [K] A B C D E F G H H2 298-1000 33,066 -11,363 11,433 -2,7729 -0,1586 -9,9808 172,71 0,0000 O2 298-6000 29,659 6,1373 -1,1865 0,0958 -0,2197 -9,8614 237,95 0,0000 H2O 500-1700 30,092 6,8325 6,7934 -2,5345 0,8214 -250,88 223,40 -241,83 Applicando il carico elettrico agli elettrodi della cella inizia il passaggio di corrente e si ha una caduta di tensione sostanzialmente a causa delle perdite ohmiche, per attivazione e per concentrazione. Per tenere conto di questi fenomeni dissipativi si utilizzano i parametri e le curve caratteristiche di una MCFC di riferimento riportati in tabella 6.1 e in figura 6.2 [26]. Tab 6.2 - Caratteristiche tecniche di una MCFC UM % % °C bar A/m2 V Utilizzazione anodica Utilizzazione catodica Temperatura operativa Pressione operativa Densità di corrente Tensione di cella Tensione 60 40 650 1,013 3000 0,75 Densità di potenza 2,5 2 0,9 0,8 Tensione [V] Densità di potenza [kW/m ] 1,0 2,0 0,7 0,6 1,5 0,5 0,4 1,0 0,3 0,2 0,5 0,1 0,0 0 400 800 0,0 1200 1600 2000 2400 2800 3200 2 Corrente [A/m ] Fig 6.2 - Curve caratteristiche della MCFC di riferimento 79 Dottorato di Ricerca XIX ciclo - Ingegneria Civile e Meccanica - Guido Galeno 6.2 Simulazione di una MCFC alimentata a metano La simulazione dell’impianto è stata effettuata mediante il programma di calcolo Aspen PlusTM con le seguenti ipotesi di funzionamento: • la portata molare di metano è pari a 1 mole/s; • la quantità di acqua di alimento è quella stechiometrica della reazione di reforming; • il metano e l’acqua vengono preriscaldati a 650 °C mediante il calore dell’esausto catodico; • la potenza termica assorbita durante il reforming è fornita interamente dalla MCFC; • la temperatura di reforming è 650 °C; • la temperatura operativa della MCFC è 700 °C; • l’utilizzazione del combustibile primario è del 80%; • l’eccesso d’aria nel bruciatore porta i gas combusti ad una temperatura di 650 °C; • l’esausto catodico ricircolato è pari al 75%. Nella figura 6.3 è riportato lo schema di impianto con i flussi di massa e di energia realizzato in Aspen. A questo punto è stato possibile collegare il modello di MCFC con la simulazione di Aspen mediante i blocchi denominati MCFC-1 e MCFC-2. Tali blocchi inviano alla procedura esterna (foglio di calcolo) i parametri dei flussi di massa coinvolti nella simulazione che li elabora restituendo alla simulazione di Aspen i risultati. Fig 6.3 - Schema della simulazione con Aspen Plus della MCFC alimentata con metano 80 Dottorato di Ricerca XIX ciclo - Ingegneria Civile e Meccanica - Guido Galeno Tab 6.3 - Caratteristiche dei flussi di massa della MCFC alimentata con metano CH4 H2O CO2 CO N2 O2 H2 Totale Temperatura Entalpia spec. Potenza UM moli/s moli/s moli/s moli/s moli/s moli/s moli/s moli/s °C kJ/mol kW A-1 0,117 2,125 2,192 0,291 0 0 1,640 6,366 700 nd nd A-2 0,0 3,458 3,943 0,257 0 0 0,540 8,198 700 nd nd A-IN 0,195 0,876 0,319 0,486 0 0 2,734 4,610 650 -67,31 -310 A-MID 0,0 2,375 1,828 0,770 0 0 1,620 6,595 700 -183,94 -1213 A-OUT 0,0 3,524 3,876 0,324 0 0 0,476 8,200 700 -266,54 -2186 AIR-1 0 0 0 0 9,251 2,459 0 11,711 15 -0,29 -3 AQ-1 0 2 0 0 0 0 0 2,000 15 -286,37 -573 Tab 6.4 - Caratteristiche dei flussi di massa della MCFC alimentata con metano CH4 H2O CO2 CO N2 O2 H2 Totale Temperatura Entalpia spec. Potenza UM moli/s moli/s moli/s moli/s moli/s moli/s moli/s moli/s °C kJ/mol kW AQ-2 0 2,00 0 0 0 0 0 2,000 650 -219 -438 C-1 0 4,00 4,20 0 9,25 2,06 0 19,511 650 -112,20 -2189 C-2 0 16,00 5,60 0 37,01 2,64 0 61,242 700 nd nd C-3 0 16,00 4,00 0 37,01 1,84 0 58,842 700 nd nd C-4 0 4,00 1,00 0 9,25 0,46 0 14,711 700 -69,94 -1029 C-5 0 4,00 1,00 0 9,25 0,46 0 14,711 372,3779 -81,37 -1197 C-6 0 4,00 1,00 0 9,25 0,46 0 14,711 100 -90,17 -1326 Tab 6.5 - Caratteristiche dei flussi di massa della MCFC alimentata con metano UM C-7 CH4 moli/s 0 H2O moli/s 12 CO2 moli/s 3 CO moli/s 0 N2 moli/s 27,754 O2 moli/s 1,378 H2 moli/s 0 Totale moli/s 44,132 Temperatura °C 700 Entalpia spec. kJ/mol -70 Potenza kW -3087 C-8 C-9 C-IN C-MID C-OUT 0 0 0 0 0 12 4 16 16 16 3 1 7 6 4 0 0 0 0 0 27,754 9,251 37,005 37,005 37,005 1,378 0,459 3,437 2,637 1,837 0 0 0 0 0 44,132 14,711 63,642 61,242 58,842 650 15 650 700 700 -71,75 -105,36 -84,15 -76,36 -69,94 -3166 -1550 -5355 -4677 -4115 GN-1 1 0 0 0 0 0 0 1 15 -74,87 -75 GN-2 1 0 0 0 0 0 0 1 650 -41,53 -42 81 Dottorato di Ricerca XIX ciclo - Ingegneria Civile e Meccanica - Guido Galeno Le caratteristiche principali dei flussi di massa sono riportate nelle tabella 6.3, 6.4 e 6.5, mentre le caratteristiche elettrochimiche nella tabella 6.6. Tab 6.6 - Caratteristiche elettrochimiche dei punti individuati Calore sensibile [kJ/mole] CIN-MID AIN-MID CMID-OUT AMID-OUT Entropia [J/mole] CIN-MID AIN-MID CMID-OUT AMID-OUT Energia libera [kJ/mole] CIN-MID AIN-MID CMID-OUT AMID-OUT Tensione reversibile di cella [V] CIN-MID AIN-MID CMID-OUT AMID-OUT Tensione di circuito aperto [V] AIN-MID/CIN-MID AIN-MID/CMID-OUT AMID-OUT/CIN MID AMID OUT/CMID OUT Valore medio Tensione reale di cella H2 8,98 19,12 19,12 19,87 H2 151,35 164,61 164,61 165,40 O2 9,51 20,93 20,93 21,79 O2 226,88 241,80 241,80 242,70 H2O 9,49 23,10 23,10 24,14 H2O 212,38 230,15 230,15 231,23 -214,33 -195,82 -195,82 -194,43 1,1106 1,0147 1,0147 1,0075 1,0627 0,9240 0,8568 0,8295 0,9140 0,7140 Nota la tensione reale di cella la potenza totale della MCFC può essere determinata mediante la seguente relazione. [( Pe = Vreale ⋅ 2 ⋅ F ⋅ n H 2 + nCO + 4 ⋅ nCH 4 ) IN ( − n H 2 + nCO + 4 ⋅ nCH 4 ) ] OUT In cui: • Vreale è la tensione reale di cella; • F è la costante di Faraday; 82 Dottorato di Ricerca XIX ciclo - Ingegneria Civile e Meccanica - Guido Galeno • il termine tra parentesi quadre indica il numero di molecole equivalenti (cioè entranti, prodotte per reforming e prodotte per shift) di idrogeno che sono state consumate. Un impianto di questo tipo, alimentato da 1 mole/s di metano, consente, ad una MCFC con una superficie elettrodica di 0,5 m2 e 193 celle, di fornire una potenza elettrica di 441 kW con un’efficienza riferita al PCS del metano del 49,0%. La potenza termica recuperabile dall’impianto è composta sostanzialmente da due aliquote: il calore ceduto dal ricircolo catodico (C-7) e il calore ceduto dall’esausto catodico dopo lo scambiatore per il preriscaldamento del metano e dell’acqua di alimento del prereformer (C-5). La potenza termica recuperabile è 234,5 kW considerando che i fumi vengono rilasciati in atmosfera ad una temperatura non inferiore a 100°C, mentre l'efficienza termica riferita al PCS del metano del 26,1%. 6.3 Validazione del modello La validità del modello teorico è stata poi verificata mediante il confronto tra le prestazioni ottenute, appunto, dal modello con quelle di una MCFC commercialmente disponibile e cioè l'Hotmodule della MTU [27], a parità di condizioni di funzionamento. In particolare sono state rispettate le seguenti condizioni: • temperatura operativa (650°C); • portata di metano (41 kg/h); • utilizzazione anodica (80%); • pressione operativa (1,013 bar); • frazione catodica ricircolata (75%); La potenza elettrica lorda generata è risultata 310 kW contro i 312 kW dell'hotmodule, mentre l'efficienza elettrica si è attestata su un valore di 49,3% che è risultata essere pressoché identica a quella dell'hotmodule. La tensione globale, considerando una densità di corrente di 1270 A/m 2 ed una superficie elettrodica di 0,79 m2 è stata di 310 V contro i 311V. La maggiore differenza è stata riscontrata nella tensione reale di cella che nel modello ha raggiunto 0,7048 V mentre nel caso reale è di 0,732 V con un errore del 3,72%. 83 Dottorato di Ricerca XIX ciclo - Ingegneria Civile e Meccanica - Guido Galeno Capitolo 7 – Simulazione dell'impianto di gassificazione accoppiato alla MCFC Il problema di accoppiare la MCFC all'impianto di gassificazione è affrontato inizialmente considerando una configurazione impiantistica provvisoria e valutando poi quali sono le possibili modifiche da apportare al sistema al fine di ottimizzare la resa energetica e/o semplificare il lay-out. In figura 7.1 è riportato lo schema dell'impianto completo. 1 2 5 3 6 4 Fig 7.1 - Schema dell'impianto con MCFC e recupero termico All'impianto di gassificazione esistente viene aggiunta: • una sezione di desolforazione (1); • uno stack MCFC completo di prereformer, combustore catalitico e scambiatore di calore per il preriscaldamento dei reagenti (2); • un serbatoio di accumulo dell'acqua per il recupero termico del calore (3); • una sezione di pompaggio dell'acqua, ed una di compressione dell'aria (4); • uno scambiatore di calore per il preriscaldamento dell'aria di alimento del gassificatore (5); 84 Dottorato di Ricerca XIX ciclo - Ingegneria Civile e Meccanica - Guido Galeno • un dispositivo di comando e controllo costituito da una sezione di conversione statica dell'energia elettrica e da una sezione di interfaccia con la rete elettrica (6). 7.1 Sezione di desolforazione del syngas Le MCFC presentano scarsa tolleranza ai composti dello zolfo (H2S, COS, H2SO4), infatti il tenore di zolfo ammesso nel syngas deve essere necessariamente inferiore ad 1 ppm [28], per cui è necessario provvedere ad una opportuna sezione di desolforazione. Esistono due tipi di processi per trattare il gas di sintesi: 1. la depurazione ad umido a bassa temperatura; 2. la depurazione ad alta temperatura e pressione, indicata con l'espressione HGCU (Hot Gas Clean-Up). La depurazione ad umido a bassa temperatura è costituita, generalmente, da una prima fase di rimozione meccanica del particolato e da una successiva fase di assorbimento per eliminare i gas acidi presenti nel gas, principalmente H2S, SO2 e COS. I composti dello zolfo sono rimossi attraverso assorbimento in controcorrente, ad elevata pressione, mediante un liquido che è fatto passare attraverso una colonna di piatti o di materiale di riempimento. L'assorbimento può avvenire per via chimica o per via fisica. Nei sistemi ad assorbimento chimico, si utilizzano reagenti alcalini che reagiscono con i gas acidi. Il processo può essere molto semplice e comprende un assorbente, un desorbente, una pompa di circolazione, una caldaia ed un condensatore. Nei sistemi ad assorbimento fisico, l'assorbimento dipende unicamente dalla solubilità del gas e quindi dalla sua pressione parziale: a basse pressioni l'efficacia del metodo fisico è inferiore a quella del metodo chimico, ma aumenta all'aumentare della pressione parziale del gas acido. È importante considerare anche la temperatura del processo di assorbimento, infatti minore è la temperatura, maggiore sarà la solubilità. Il metodo fisico offre, inoltre, il vantaggio di una maggiore selettività: H2S è molto più solubile di CO2, per cui il primo può essere eliminato selettivamente da un gas che li contiene entrambi. La depurazione ad alta temperatura e pressione è una attraente alternativa al tradizionale processo di depurazione umida. Il procedimento consiste nella rimozione del particolato e nella desolforazione a condizioni di temperatura e di pressione che corrispondono a quelle del syngas all'uscita del gassificatore. Tale processo aumenta generalmente l'efficienza globale dell'impianto in quanto riduce o elimina la necessità di raffreddamento e decompressione del syngas proveniente dal gassificatore, semplifica l'impianto ed elimina la necessità di scambiatori di calore. La desolforazione ad alta temperatura e pressione (HGD, Hot Gas Desulfurization) è basata 85 Dottorato di Ricerca XIX ciclo - Ingegneria Civile e Meccanica - Guido Galeno sull'assorbimento su composti solidi, prevalentemente ossidi metallici rigenerabili con aria od ossigeno, capaci di rimuovere i solfuri fino a poche ppm [29]. Il syngas prodotto dall'impianto di gassificazione WBG15 è a pressione atmosferica ed è già corredato della sezione di lavaggio e rimozione del particolato, per cui risulta idoneo un sistema di desolforazione ad umido e a bassa temperatura, in particolare ad assorbimento fisico. 7.2 Simulazione del funzionamento della MCFC alimentata con il syngas Inizialmente è stata realizzata la simulazione della sola MCFC alimentata mediante un gas combustibile con una composizione ed una portata massica uguali a quelle del syngas prodotto dall’impianto di gassificazione, inoltre la portata di acqua per il pre-reformer è stata ipotizzata pari a quella stechiometrica per le reazioni di shift del CO e di reforming del CH4. Come si vede dalla figura 7.2 lo schema della MCFC è rimasto invariato rispetto al caso di alimentazione con metano. Fig 7.2 - Schema della simulazione con Aspen Plus della MCFC alimentata con il syngas Il syngas proveniente dalla sezione di desolforazione (SYNGAS-1) è inviato all'interno di uno scambiatore di calore insieme all'acqua necessaria alla reazione di reforming (AQ-1); si ha un preriscaldamento dei reagenti ad una temperatura di 650 °C mediante il calore disponibile nell'esausto catodico non ricircolato (C-4) che esce ad una temperatura di 700 °C. I reagenti preriscaldati (SYNGAS-2 e AQ-2) entrano nel prereformer e producono, mediante il calore 86 Dottorato di Ricerca XIX ciclo - Ingegneria Civile e Meccanica - Guido Galeno disponibile dallo stack (Q-REF), un gas ricco di idrogeno che poi viene inviato nel primo semicomparto anodico (MCFC-1). Qui avviene la semi-reazione anodica che consuma metà del combustibile utilizzabile con produzione di CO2 e H2O; tale semi-reazione, come detto in precedenza, è trattata mediante una procedura esterna al programma Aspen Plus che poi fornisce, ad Aspen Plus stesso, un flusso di massa modificato e non in equilibrio chimico (A-1). Tale flusso di massa viene inviato all'interno del reattore (A-EQ-MID) per ristabilire l'equilibrio chimico simulando le reazioni di reforming e di shift che avvengono nel comparto anodico. Nel secondo semi comparto anodico (MCFC-2) si consuma la rimanente porzione di combustibile utilizzabile producendo ancora CO2 e H2O. Il gas, dopo essere passato all'interno di un secondo reattore di equilibrio (A-EQ-OUT), viene inviato in un bruciatore catalitico (BURNER), insieme ad una quantità di aria tale da abbassare la temperatura dei gas combusti (C-1) ad un valore di 650 °C. Il flusso di massa (C-1), insieme al ricircolo catodico raffreddato (C-8), entra nel primo semicomparto catodico (MCFC-2), consumando metà dell'ossidante utilizzabile. In questo caso il reattore di Gibbs (C-EQ-MID) non serve a ristabilire l'equilibrio chimico delle sostanze contenute all'interno del semi-comparto catodico, ma soltanto ad individuare le caratteristiche termochimiche (calore specifico, entalpia specifica ecc.) del flusso di massa uscente dalla procedura esterna. Procedendo con la simulazione si ha la seconda semi-reazione catodica e si ha l'utilizzazione della restante metà dell'ossidante. Il gas viene inviato nel quarto reattore di Gibbs (C-EQ-OUT) che serve, anche in questo caso, soltanto ad individuare le caratteristiche termochimiche del flusso di massa proveniente dalla procedura esterna. Il 75% del flusso catodico uscente, come nel caso della MCFC di riferimento, (C-OUT) viene ricircolato. Tale ricircolo (C-7) viene raffreddato mediante uno scambiatore di calore (SC-1) da 700 °C a 650 °C (C-8) per poi essere miscelato con il flusso proveniente dal bruciatore. La restante frazione dell'esausto catodico a 700 °C (C-4) preriscalda i reagenti uscendo (C-5) ad una temperatura di 280 °C. In tabella 7.1 sono riportati alcuni parametri caratteristici della MCFC alimentata con syngas, mentre nelle tabelle 7.2, 7.3, 7.4 sono riportate le caratteristiche dei flussi di massa. Tab 7.1 - Caratteristiche della MCFC Utilizzazione anodica Temperatura operativa Pressione operativa Ricircolo catodico UM % °C bar % 80 700 1,013 75 87 Dottorato di Ricerca XIX ciclo - Ingegneria Civile e Meccanica - Guido Galeno Tab 7.2 - Caratteristiche dei flussi di massa della MCFC alimentata con syngas UM CH4 moli/s H2O moli/s CO2 moli/s CO moli/s N2 moli/s O2 moli/s H2 moli/s Totale moli/s Temperatura °C Entalpia spec. kJ/mol Potenza kW A-1 0,001 0,100 0,152 0,033 0,170 0 0,061 0,517 700 nd nd A-2 0,0 0,145 0,236 0,015 0,170 0 0,018 0,584 700 nd nd A-IN 0,002 0,058 0,064 0,055 0,170 0 0,101 0,450 650 -80,23 -36 A-MID 0,0 0,109 0,142 0,044 0,170 0 0,054 0,519 700 -143,23 -74 A-OUT 0,0 0,146 0,235 0,016 0,170 0 0,016 0,584 700 -195,58 -114 AIR-1 0 0 0 0 0,400 0,106 0 0,507 15 -0,29 0 AQ-1 0 0,084 0 0 0 0 0 0,084 15 -286,37 -24 Tab 7.3 - Caratteristiche dei flussi di massa della MCFC alimentata con syngas UM CH4 moli/s H2O moli/s CO2 moli/s CO moli/s N2 moli/s O2 moli/s H2 moli/s Totale moli/s Temperatura °C Entalpia spec. kJ/mol Potenza kW AQ-2 0 0,084 0 0 0 0 0 0,084 650 -218,95 -18 C-1 0 0,163 0,251 0 0,571 0,090 0 1,074 650 -106,42 -114 C-2 0 0,651 0,548 0 2,283 0,133 0 3,615 700 nd nd C-3 0 0,651 0,483 0 2,283 0,100 0 3,517 700 nd nd C-4 0 0,163 0,121 0 0,571 0,025 0 0,879 700 -75,77 -67 C-5 0 0,163 0,121 0 0,571 0,025 0 0,879 279,6 -90,56 -80 C-6 0 0,163 0,121 0 0,571 0,025 0 0,879 100 -96,39 -85 Tab 7.4 - Caratteristiche dei flussi di massa della MCFC alimentata con syngas UM CH4 moli/s H2O moli/s CO2 moli/s CO moli/s N2 moli/s O2 moli/s H2 moli/s Totale moli/s Temperatura °C Entalpia spec. kJ/mol Potenza kW C-7 0 0,488 0,362 0 1,712 0,075 0 2,638 700 -75,77 -200 C-8 0 0,488 0,362 0 1,712 0,075 0 2,638 650 -77,61 -205 C-9 0 0,163 0,121 0 0,571 0,025 0 0,879 15 -108,3 -95 C-IN 0 0,651 0,613 0 2,283 0,165 0 3,712 650 -85,95 -319 C-MID 0 0,651 0,548 0 2,283 0,133 0 3,615 700 -80,04 -289 C-OUT SYNGAS-1 SYNGAS-2 0 0,011 0,011 0,651 0 0 0,483 0,047 0,047 0 0,063 0,063 2,283 0,170 0,170 0,100 0 0 0 0,057 0,057 3,517 0,348 0,348 700 15 650 -75,77 -75,56 -54,55 -266 -26 -19 Come nel caso della MCFC alimentata a metano è possibile visualizzare i parametri elettrochimici della MCFC alimentata con syngas (tabella 7.5). 88 Dottorato di Ricerca XIX ciclo - Ingegneria Civile e Meccanica - Guido Galeno Tab 7.5 - Caratteristiche elettrochimiche dei punti individuati Calore sensibile [kJ/mole] CIN-MID AIN-MID CMID-OUT AMID-OUT Entropia [J/mole] CIN-MID AIN-MID CMID-OUT AMID-OUT Energia libera [kJ/mole] CIN-MID AIN-MID CMID-OUT AMID-OUT Tensione reversibile di cella [V] CIN-MID AIN-MID CMID-OUT AMID-OUT Tensione di circuito aperto [V] AIN-MID/CIN-MID AIN-MID/CMID-OUT AMID-OUT/CIN MID AMID OUT/CMID OUT Valore medio Tensione reale di cella H2 8,98 19,12 19,12 19,87 H2 151,35 164,61 164,61 165,40 O2 9,51 20,93 20,93 21,79 O2 226,88 241,80 241,80 242,70 H2O 9,49 23,10 23,10 24,14 H2O 212,38 230,15 230,15 231,23 -214,33 -195,82 -195,82 -194,43 1,1106 1,0147 1,0147 1,0075 1,0594 0,9263 0,8655 0,8460 0,9207 0,7207 A questo punto può essere effettuato il bilancio di energia della MCFC (tabella 7.6); Tab 7.6 - Bilancio delle potenze Potenza elettrica prodotta dalla MCFC Potenza termica netta uscente dalla MCFC Potenza termica per il raffreddamento del ricircolo catodico Potenza termica per il raffreddamento dell'esausto catodico Potenza termica residua nei fumi Potenza chimica del syngas in ingresso [kW] 18,21 5,93 4,86 5,12 10,47 44,59 e possono essere individuate le caratteristiche energetiche di interesse, (tabella 7.7). 89 Dottorato di Ricerca XIX ciclo - Ingegneria Civile e Meccanica - Guido Galeno Tab 7.7 - Caratteristiche energetiche della MCFC alimentata con syngas Potenza elettrica Potenza termica Efficienza elettrica Efficienza termica UM kW kW % % 18,21 15,91 40,8 35,7 L'impianto di gassificazione accoppiato alla MCFC assorbe una certa quantità di potenza elettrica per il funzionamento degli ausiliari. Il solo impianto di gassificazione ha un assorbimento massimo di 0,92 kW (tabella 2.2), mentre, dato che la MCFC simulata funziona ad una pressione atmosferica, l'assorbimento degli ausiliari può essere valutato conoscendo le portate massiche di aria di alimento per il bruciatore catalitico, di syngas e di acqua per il prereforming. L'acqua proveniente dall'acquedotto si trova già ad una pressione sufficientemente elevata per poter vincere le eventuali perdite di carico all'interno del preriscaldatore. La potenza elettrica assorbita dalle soffianti di aria e syngas è di circa 0,15 kW per cui l'assorbimento complessivo degli ausiliari è di 1,07 kW. In tabella 7.8 sono riportate le caratteristiche energetiche del sistema. Tab 7.8 - Caratteristiche energetiche complessive Potenza elettrica netta Potenza termica netta Portata d’aria nel gassificatore Efficienza termo-chimica del gassificatore Efficienza elettrica globale Efficienza termica globale 7.3 UM kW kW kg/s % % % 17,14 15,91 0,0062 71,5 27,5 25,6 Analisi di sensibilità sulla MCFC al variare della portata di acqua È stata condotta una analisi di sensibilità per valutare, al variare della portata d'acqua al prereformer, quali siano le potenzialità della MCFC alimentata con il syngas proveniente dal gassificatore di biomassa. Sono stati mantenuti fissi tutti gli altri parametri di funzionamento quali temperature, pressioni, frazione catodica ricircolata e utilizzazione anodica e catodica. In figura 7.3 si può vedere come varia la composizione del flusso di massa (A-IN) in ingresso al comparto anodico della MCFC al variare della portata di acqua nel reattore di reforming. 90 Dottorato di Ricerca XIX ciclo - Ingegneria Civile e Meccanica - Guido Galeno 100% H2 90% Composizione 80% O2 70% N2 60% 50% CO 40% CO2 30% H2O 20% 10% CH4 0,000 0,005 0,010 0,015 0,020 0,025 0,030 0,035 0,040 0,045 0,050 0,055 0,060 0,065 0,070 0,075 0,080 0,085 0,090 0,095 0,100 0% Portata di acqua [moli/s] Fig 7.3 - Composizione del flusso A-IN in funzione della portata di acqua In figura 7.4 è riportato l'andamento della potenza chimica e del potere calorifico superiore del flusso di massa in ingresso al comparto anodico (A-IN). 5200 Potenza chimica [kW] 46,0 5000 45,9 45,8 4800 45,7 45,6 4600 45,5 4400 45,4 4200 45,3 Potenza chimica 45,2 4000 Potere calorifico 45,1 0,000 0,005 0,010 0,015 0,020 0,025 0,030 0,035 0,040 0,045 0,050 0,055 0,060 0,065 0,070 0,075 0,080 0,085 0,090 0,095 3800 0,100 45,0 Potere calorifico [kJ/kg] 46,1 Portata di acqua [moli/s] Fig 7.4 - Potenza chimica e PCS del flusso in ingresso al comparto anodico (A-IN) Si nota che la potenza chimica del flusso di massa in ingresso al comparto anodico della MCFC diminuisce al diminuire della portata di acqua immessa nel reattore di reforming. Inversamente il potere calorifico sempre del flusso A-1 cresce. Per quanto riguarda le caratteristiche energetiche della MCFC, la riduzione della portata di acqua di alimento al reattore di reforming consente di ottenere un leggero miglioramento in termini di potenza elettrica e un evidente miglioramento in termini di potenza termica. Nelle figure 7.5 e 7.6 possono essere meglio visualizzate le 91 Dottorato di Ricerca XIX ciclo - Ingegneria Civile e Meccanica - Guido Galeno caratteristiche energetiche della MCFC al variare della portata di acqua che alimenta il reformer. 20,0 44 19,5 18,2 41 18,1 38 17,5 17,0 36 16,5 34 16,0 Potenza termica 15,5 Portata di acqua [moli/s] Fig 7.5 - Potenza ed efficienza elettrica 32 0,050 0,060 0,070 0,080 30 0,090 15,0 0,100 0,000 0,010 0,020 0,030 0,040 0,050 0,060 0,070 0,080 0,090 40 0,100 18,0 Efficienza termica Efficienza [%] 42 18,3 40 18,0 0,000 18,4 18,5 0,010 43 42 0,020 18,5 19,0 0,030 44 18,6 0,040 Efficienza elettrica Potenza[kW] 18,7 Potenza[kW] 45 Potenza elettrica Efficienza [%] 18,8 Portata di acqua [moli/s] Fig 7.6 - Potenza ed efficienza termica Dal punto di vista termico, il miglioramento si può giustificare considerando che, riducendo la portata di acqua, si riduce la potenza termica necessaria ad evaporarla e preriscaldarla a 650 °C ed inoltre si riduce il carico termico uscente dalla MCFC e assorbito dal reattore di reforming. Ciò consente di recuperare una maggiore quantità di energia termica. Dal punto di vista elettrico, il miglioramento si può giustificare in quanto, con riferimento all'equazione di Nernst, la riduzione di acqua nel reattore di steam reforming fa crescere il rapporto tra le pressioni parziali ottenendo così una tensione a circuito aperto più elevata. D'atra parte, poiché il syngas presenta già una certa quantità di idrogeno, l'acqua viene prodotta direttamente all'interno dell'anodo rendendo non necessario il prereforming. È da notare che, in figura 7.3, la composizione del flusso A-IN, corrispondente ad una portata di acqua per lo steam reforming nulla, non coincide con la composizione del syngas proveniente dal gassificatore. Ciò è da imputarsi al fatto che, durante la simulazione in Aspen, il reattore di steam reforming a 650 °C ha generato un nuovo equilibrio chimico nel syngas proveniente dal gassificatore. Dunque se si considera la possibilità di togliere il reattore di reforming può essere realizzato un nuovo schema di MCFC, semplificato rispetto al caso precedente, figura 7.8. 92 Dottorato di Ricerca XIX ciclo - Ingegneria Civile e Meccanica - Guido Galeno Fig 7.8 - Schema della simulazione della MCFC alimentata con il syngas senza pre reformer In questo caso il syngas entra nel preriscaldatore (SC-2) ed esce ad una temperatura di 650 °C, per entrare direttamente nel comparto anodico senza bisogno del reattore di prereforming, figura 7.8. Tab 7.9 - Caratteristiche dei flussi di massa della MCFC senza pre-reformer CH4 UM moli/s A-1 0,006 A-2 0,0 A-IN 0,011 A-MID 0,0 A-OUT 0,0 AIR-1 0 C-1 0 H2O moli/s 0,031 0,067 0,000 0,043 0,068 0 0 CO2 moli/s 0,142 0,230 0,047 0,124 0,229 0 0 CO N2 moli/s moli/s 0,038 0 0,021 0 0,063 0 0,062 0 0,022 0 0 0,402 0 1 O2 moli/s 0 0 0 0 0 0,107 0 H2 moli/s 0,034 0,012 0,057 0,035 0,011 0 0 moli/s °C kJ/moli kW 0,422 700 nd nd 0,500 700 nd nd 0,349 650 -55 -19 0,435 700 -127 -55 0,500 700 -192 -96 0,509 15 0 0 0,993 650 -97 -96 Portata totale Temperatura Entalpia spec. Potenza 93 Dottorato di Ricerca XIX ciclo - Ingegneria Civile e Meccanica - Guido Galeno Tab 7.10 - Caratteristiche dei flussi di massa della MCFC senza pre-reformer CH4 UM moli/s C-2 0 C-3 0 C-4 0 C-5 0 C-6 0 C-7 0 C-8 0 H2O moli/s 0,314 0,314 0,078 0,078 0,078 0,235 0,235 CO2 moli/s 0,548 0,483 0,121 0,121 0,121 0,362 0,362 CO N2 moli/s moli/s 0 2,291 0 2,291 0 0,573 0 0,573 0 0,573 0 1,718 0 1,718 O2 moli/s 0,134 0,102 0,025 0,025 0,025 0,076 0,076 H2 moli/s 0 0 0 0 0 0 0 moli/s °C kJ/moli kW 3,287 700 nd nd 3,190 700 nd nd 0,797 700 -61 -48 0,797 442 -70 -56 0,797 100 -81 -65 2,392 700 -61 -145 2,392 650 -62 -149 Portata totale Temperatura Entalpia spec. Potenza Tab 7.11 - Caratteristiche dei flussi di massa della MCFC senza pre-reformer CH4 UM moli/s C-9 0 C-IN 0 C-MID 0 C-OUT 0 SYNGAS 0,011 H2O moli/s 0,078 0,314 0,314 0,314 0,000 CO2 moli/s 0,121 0,613 0,548 0,483 0,047 CO N2 moli/s moli/s 0 0,573 0 2,291 0 2,291 0 2,291 0,063 0,171 O2 moli/s 0,025 0,167 0,134 0,102 0,000 H2 moli/s 0 0 0 0 0 moli/s °C kJ/moli kW 0,797 15 -89 -71 3,385 650 -72 -245 3,287 700 -66 -216 3,190 700 -61 -193 0,349 15 -76 -26 Portata totale Temperatura Entalpia spec. Potenza È possibile visualizzare i parametri elettrochimici della MCFC alimentata con syngas senza prereformer nella tabella 7.12. Come si vede la tensione di circuito aperto assume un valore maggiore rispetto al caso di MCFC con pre-reformer alimentata con syngas, (0,9460 V contro 0,9207 V del caso visto precedentemente) con un incremento di 0,0253 V. Anche rispetto alla MCFC alimentata a metano, quella alimentata con syngas, presenta una tensione di cella superiore. La MCFC alimentata a metano infatti ha una tensione di cella di 0,9140 V, ciò nonostante questa ha una efficienza elettrica maggiore in quanto a parità di potenza chimica del combustibile in ingresso riesce a far reagire un maggior numero di molecole di H2 rispetto alla MCFC alimentata con syngas. 94 Dottorato di Ricerca XIX ciclo - Ingegneria Civile e Meccanica - Guido Galeno Tab 7.12 - Caratteristiche elettrochimiche dei punti individuati Calore sensibile [kJ/mole] H2 O2 H2O CIN-MID 8,98 9,51 9,49 AIN-MID 19,12 20,93 23,10 CMID-OUT 19,12 20,93 23,10 AMID-OUT 19,87 21,79 24,14 H2 O2 H2O CIN-MID 151,35 226,88 212,38 AIN-MID 164,61 241,80 230,15 CMID-OUT 164,61 241,80 230,15 AMID-OUT 165,40 242,70 231,23 Entropia [J/mole] Energia libera [kJ/mole] CIN-MID AIN-MID CMID-OUT AMID-OUT Tensione reversibile di cella [V] CIN-MID AIN-MID CMID-OUT AMID-OUT Tensione di circuito aperto [V] AIN-MID/CIN-MID AIN-MID/CMID-OUT AMID-OUT/CIN MID AMID OUT/CMID OUT Valore medio Tensione reale di cella -214,33 -195,82 -195,82 -194,43 1,1106 1,0147 1,0147 1,0075 1,0845 0,9658 0,8840 0,8651 0,9460 0,7460 Tab 7.13 - Bilancio delle potenze Potenza elettrica prodotta dalla MCFC Potenza termica uscente dalla MCFC Potenza termica uscente per il raffreddamento del ricircolo catodico Potenza termica per il raffreddamento dell'esausto catodico Potenza termica residua nei fumi Potenza chimica del syngas in ingresso [kW] 18,76 6,05 4,36 8,97 6,51 44,65 Come nel caso precedente, in tabella 7.14, possono essere individuate le caratteristiche energetiche 95 Dottorato di Ricerca XIX ciclo - Ingegneria Civile e Meccanica - Guido Galeno complessive se l'impianto di gassificazione venisse accoppiato alla MCFC qui sopra simulata. Tab 7.14 - Caratteristiche energetiche complessive Potenza elettrica netta Potenza termica netta Portata d’aria nel gassificatore Efficienza termo-chimica del gassificatore Efficienza elettrica globale Efficienza termica globale UM kW kW kg/s % % % 17,69 19,38 0,0062 71,5 28,4 31,1 In questa configurazione l'impianto appena descritto ha una efficienza elettrica globale quasi doppia rispetto all'impianto tradizionale. 7.4 Simulazione dell'impianto completo e studio delle potenziali modifiche Effettuare un'unica simulazione comprendente sia il gassificatore di biomassa sia la MCFC, da un lato implica una maggiore complessità realizzativa, un maggior numero di flussi di massa da gestire e una maggior durata nel calcolo delle soluzioni durante ogni singola simulazione; dall'altro consente di avere un quadro complessivo del sistema con la possibilità di far interagire i flussi di massa dei due impianti, altrimenti separati, per ottenere un sistema sinergico. L'ottimizzazione energetica può essere ottenuta mediante l'analisi dei flussi di energia che transitano nell'impianto, figura 7.9. In particola deve essere fatta attenzione ai flussi di energia dispersa nell'ambiente. Di seguito sono indicate le principali dispersioni di energia: Gassificatore di biomassa 1. potenza termica dispersa dal mantello verso l'ambiente esterno per convezione naturale e irraggiamento; 2. potenza chimica contenuta nel carbone residuo prodotto dal gassificatore di biomassa; 3. potenza termica contenuta nell'acqua di lavaggio del syngas; Cella a combustibile 4. potenza termica nei fumi in uscita dalla MCFC. Anche la potenza elettrica negli ausiliari è un flusso di energia che può essere ottimizzato al fine di ridurre l'assorbimento elettrico complessivo dell'impianto, ma data la sua ridotta entità, questa 96 Dottorato di Ricerca XIX ciclo - Ingegneria Civile e Meccanica - Guido Galeno possibilità viene considerata meno importante e quindi viene tralasciata. Fig 7.9 - Diagramma a fiume dei flussi di energia in transito nei due impianti Le dispersioni dal mantello del gassificatore, pari a 2,3 kW, anche se di piccola entità possono essere ulteriormente e facilmente ridotte, predisponendo sulla superficie esterna del gassificatore uno strato di materiale isolante e resistente alle alte temperature come la lana di vetro. La coibentazione della superficie esterna del gassificatore riduce la potenza termica dispersa verso l'ambiente esterno, ciò consente di mantenere le reazioni di gassificazione ad elevata temperatura, 97 Dottorato di Ricerca XIX ciclo - Ingegneria Civile e Meccanica - Guido Galeno all'interno del reattore, riducendo la quantità di biomassa da bruciare e la portata di aria. L'eccesso di biomassa, che avrebbe dovuto bruciare può essere utilmente gassificata. Il carbone residuo può essere riciclato all'interno del reattore di gassificazione insieme alla biomassa fresca. Il gassificatore produce 0,275 g/s di carbone solido, con una potenza chimica di circa 8 kW. Ammettendo la possibilità di riciclare continuamente tutto il carbone residuo sostituendo parte della biomassa fresca, a parità di potenza chimica nel syngas prodotto, l'efficienza del gassificatore riferita alla potenza chimica della biomassa in ingresso, raggiungerebbe il valore di 76%. Fig 7.10 - Situazione attuale e con recupero del residuo carbonioso solido A parità di potenza elettrica prodotta dalla MCFC, l'efficienza elettrica globale del sistema sarebbe 98 Dottorato di Ricerca XIX ciclo - Ingegneria Civile e Meccanica - Guido Galeno del 31,1%, mentre l'efficienza termica sarebbe del 34,1%. La potenza termica contenuta nell'acqua di lavaggio del syngas, circa 9 kW, e che viene dispersa a temperatura ambiente è la maggiore causa di perdita energetica nel gassificatore. Questa potenza termica può essere sensibilmente ridotta agendo sulla sezione di alimentazione del gassificatore. Per mezzo della potenza termica sottratta al ricircolo catodico è possibile preriscaldare l'aria di alimento al gassificatore ad una temperatura di 600 °C che corrisponde alla temperatura media di gassificazione nel reattore di equilibrio (Equil) simulato precedentemente. Inviando una portata di aria preriscaldata, all'interno del gassificatore, si riduce il carico termico richiesto alla reazione di ossidazione. Ciò consente di ridurre la portata di aria e di bruciare una minore quantità di biomassa, ottenendo così una migliore gassificazione, con una maggior concentrazione di sostanze utili (CO, CH4, H2). Come effetto si ha la riduzione della portata di gas a parità di potenza chimica e quindi la potenza termica dispersa nell'acqua di lavaggio si riduce sensibilmente. Aspen Plus effettua un procedimento iterativo per determinare la portata di aria preriscaldata, capace di mantenere le reazioni di gassificazione alla temperatura di 600 °C. Fig 7.11 - Schema di simulazione con preriscaldamento dell'aria di alimento al gassificatore Come si vede dallo schema di figura 7.11 è stato necessario simulare l'impianto nel suo complesso. A differenza della simulazione effettuata sul solo gassificatore, presentata nel capitolo 4, in questa sono stati modellizzati, oltre al reattore fittizio (Decoal), che trasforma i componenti non convenzionali presenti nel flusso (Biomass) in componenti convenzionali, e al reattore di equilibrio 99 Dottorato di Ricerca XIX ciclo - Ingegneria Civile e Meccanica - Guido Galeno (Equil), anche la sezione di lavaggio del syngas con lo Scrubber-Venturi e il circuito dell'acqua completo di pompe e di serbatoio. L'aria di alimento del gassificatore entra nello scambiatore (SC1) in controcorrente ed esce alla temperatura di 600 °C. Il flusso di massa che la riscalda è il ricircolo catodico. Nella tabella 7.15 sono indicati i flussi di energia nell'impianto. Tab 7.15 - Flussi di potenza con preriscaldamento dell'aria Impianto di gassificazione IN OUT Potenza chimica della biomassa Potenza termica per il preriscaldamento dell'aria del gassificatore Potenza totale in ingresso al gassificatore 62,48 3,03 65,51 Potenza termica nel residuo filtrato Potenza termica nell'acqua di lavaggio Potenza chimica nel carbone non reagito Potenza termica dispersa nel mantello Potenza totale dispersa 0,00 7,99 8,01 2,22 18,21 Potenza chimica del syngas Cella a combustibile a carbonati fusi IN OUT [kW] 47,30 [kW] Potenza chimica del syngas 47,30 Potenza elettrica lorda prodotta dalla MCFC 20,01 Potenza termica uscente dalla MCFC Potenza termica per il raffreddamento del ricircolo catodico Potenza termica per il raffreddamento dell'esausto catodico Potenza termica recuperabile 6,48 1,39 10,04 17,91 Potenza termica per il preriscaldamento dell'aria del gassificatore Potenza termica residua nei fumi 3,03 5,27 È importante notare la differenza di composizione nel syngas in ingresso alla MCFC rispetto al caso precedente. In tabella 7.16 si vede che le frazioni molari di CO 2 e N2 si riducono mentre aumentano quelle di CH4, CO e H2, inoltre migliorano le caratteristiche energetiche complessive. 100 Dottorato di Ricerca XIX ciclo - Ingegneria Civile e Meccanica - Guido Galeno Tab 7.16 - Composizione e caratteristiche energetiche del syngas Portata molare [moli/s] CH4 Situazione senza preriscaldamento dell'aria 0,0106 Situazione con preriscaldamento dell'aria 0,0157 CO2 0,0467 0,0378 CO N2 0,0633 0,1699 0,0671 0,1344 H2 0,0572 0,0518 0,3477 0,3068 3,1 5,1 CO2 13,4 12,3 CO N2 18,2 48,9 21,9 43,8 H2 16,4 16,9 43,2 4869,9 47,3 6170,8 Portata totale Composizione molare [%] CH4 Potenza chimica [kW] PCS In definitiva il preriscaldamento dell'aria di alimento del gassificatore di biomassa, mediante il refluo termico disponibile nella MCFC, migliora l'efficienza elettrica globale che sale ad una valore del 32%, mentre peggiora l'efficienza termica che si attesta su un valore del 28,7% per il fatto che una parte del calore di recupero della MCFC viene appunto utilizzato per preriscaldare l'aria. Nel capitolo 4 al paragrafo 4.3 è stata già effettuata una analisi di sensibilità sul gassificatore di biomassa facendo variare la portata di acqua in ingresso al reattore, l'acqua però era inserita in fase liquida ad una temperatura di 15 °C, perciò tutte le caratteristiche energetiche del syngas prodotto peggioravano all'aumentare della frazione di acqua inserita. Dato che l'acqua nella sua molecola presenta atomi di idrogeno, questi possono rendersi disponibili all'interno del syngas, sotto forma di idrogeno molecolare, mediante le reazioni di reforming e di shift interne al reattore di gassificazione. È stata dunque indagata la possibilità di inserire all'interno del gassificatore di biomassa vapore surriscaldato a 600°C. Come risultato si è ottenuto un aumento della potenza chimica disponibile nel syngas all'aumentare della portata di vapore, ma un conseguente peggioramento dell'efficienza elettrica nella MCFC, come riportato nella tabella 7.17 e nella figura 7.12. 101 Dottorato di Ricerca XIX ciclo - Ingegneria Civile e Meccanica - Guido Galeno Tab 7.17- Caratteristiche energetiche della MCFC variando la portata di vapore Portata di vapore surriscaldato Potenza chimica del syngas Potenza elettrica della MCFC Efficienza elettrica della MCFC UM kg/s 0,00 0,0005 0,001 kW 47,30 47,86 48,28 kW 21,08 20,96 20,80 % 44,60 43,80 43,10 0,0015 48,57 20,63 42,50 45 44 49 43 48 42 47 41 Potenza chimca syngas Efficienza elettrica MCFC 46 0,00 0,0005 0,001 0,0015 Efficienza elettrica [% ] Potenza [kW] 50 0,0020 48,93 20,55 42,00 40 0,0020 Portata di vapore [kg/s] Fig 7.12 - Potenza chimica del syngas ed efficienza elettrica della MCFC La potenza termica dei fumi in uscita dalla MCFC non può essere recuperata in alcun modo. Infatti, in un qualsiasi impianto energetico a combustione la temperatura dei fumi deve essere per legge al di sopra di 150°C per ovviare al problema delle condense acide, ad esempio di sostanze contenenti zolfo. I prodotti della MCFC, da questo punto di vista sono intrinsecamente sicuri, in quanto la MCFC già di per se deve operare con flussi di massa privi di questi inquinanti. In ogni caso per favorire il tiraggio naturale degli esausti di combustione è indispensabile che questi escano in atmosfera ad una temperatura superiore a quella ambiente. 7.5 Effetti combinati Una volta individuati quali sono i margini di miglioramento del sistema energetico considerato si può effettuare una valutazione globale combinando i diversi effetti. In particolare si vuole simulare il recupero della potenza chimica contenuta nel residuo solido carbonioso e il preriscaldamento dell'aria di alimento del gassificatore, è possibile visualizzare lo schema nella figura 7.13. 102 Dottorato di Ricerca XIX ciclo - Ingegneria Civile e Meccanica - Guido Galeno Fig 7.13 - Schema con preriscaldamento dell'aria e riciclo del residuo carbonioso Tab 7.17 - Composizione e caratteristiche energetiche del syngas Portata molare [moli/s] CH4 Situazione senza Situazione con preriscaldamento dell'aria e preriscaldamento dell'aria senza recupero del residuo e recupero del residuo carbonioso carbonioso 0,0106 0,0239 CO2 0,0467 0,0233 CO N2 0,0633 0,1699 0,0734 0,0885 H2 0,0572 0,0363 0,3477 0,2455 3,1 9,8 CO2 13,4 9,5 CO N2 18,2 48,9 29,9 36,1 H2 16,4 14,8 43,2 4869,9 52,0 8630,7 Portata totale Composizione molare [%] CH4 Potenza chimica [kW] PCS Dalla tabella 7.17 si vede come le caratteristiche energetiche del syngas prodotto nella 103 Dottorato di Ricerca XIX ciclo - Ingegneria Civile e Meccanica - Guido Galeno configurazione ottimizzata energeticamente forniscano un syngas con un PCS 1,8 volte maggiore rispetto alla configurazione iniziale senza preriscaldamento dell'aria di alimento e senza recupero del residuo carbonioso solido. Aumentano in maniera consistente le frazioni molari di metano e monossido di carbonio, mentre si riduce leggermente la frazione molare di idrogeno. Rispetto alla configurazione iniziale la portata di aria di alimento al gassificatore si riduce a 3,23 g/s e anche la portata di biomassa si riduce, grazie al ricircolo del residuo solido carbonioso. In tabella 7.19 vengono riportati i principali flussi di energia nella configurazione ottimizzata. Tab 7.19 - Flussi di energia con preriscaldamento dell'aria e recupero del residuo carbonioso Impianto di gassificazione IN OUT Potenza chimica della biomassa Potenza termica per il preriscaldamento dell'aria del gassificatore Potenza totale in ingresso al gassificatore kW kW kW 58,62 2,00 60,62 Potenza termica nel residuo filtrato Potenza termica nell'acqua di lavaggio Potenza termica dispersa nel mantello Potenza totale dispersa kW kW kW kW 0,00 6,45 2,22 8,67 kW 51,95 Potenza chimica del syngas kW 51,95 Potenza elettrica lorda prodotta dalla MCFC kW 22,72 Potenza termica uscente dalla MCFC Potenza termica uscente per il raffreddamento del ricircolo catodico Potenza termica per il raffreddamento dell'esausto catodico Potenza termica recuperabile kW kW kW kW 6,96 2,47 11,40 20,83 Potenza termica per il preriscaldamento dell'aria del gassificatore Potenza termica residua nei fumi kW kW 2,00 5,33 Potenza chimica del syngas Cella a combustibile a carbonati fusi IN OUT In definitiva in tabella 7.20 possono essere riassunti i principali risultati ottenuti ottimizzando i flussi di massa e di energia nel sistema considerato. 104 Dottorato di Ricerca XIX ciclo - Ingegneria Civile e Meccanica - Guido Galeno Tab 7.20 - Caratteristiche energetiche complessive Potenza elettrica netta Potenza termica netta Portata d’aria nel gassificatore Efficienza termo-chimica del gassificatore Efficienza elettrica della MCFC Efficienza elettrica globale Efficienza termica globale 7.6 UM kW kW kg/s % % % % 22,72 20,83 0,00323 85,7 45,8 38,8 35,5 Considerazioni conclusive L’aspetto innovativo dell’attività svolta è stata la realizzazione di un modello matematico capace di simulare il funzionamento di un generico impianto costituito da un gassificatore accoppiato ad una cella a combustibile a carbonati fusi con la possibilità di ottimizzarne le prestazioni energetiche. Nel caso particolare dell’impianto simulato si è visto che il pre-reformer, di norma utilizzato nella maggior parte delle applicazioni energetiche delle MCFC, risultava essere inutile in quanto il contenuto di idrogeno del syngas era già sufficientemente elevato per generare una quantità di vapore atta a sostenere le reazioni di reforming e shift interne al comparto anodico. In questo modo si è potuto semplificare la MCFC ottenendo potenzialmente una riduzione complessiva delle dimensioni, dei costi di produzione e anche dei transitori di funzionamento. Fondamentale è stata, poi, la simulazione dell'impianto nel suo insieme. Essa ha permesso di individuare gli aspetti critici dal punto di vista del recupero energetico e i margini di miglioramento. In definitiva si è visto che il preriscaldamento dell'aria di alimento al gassificatore e il recupero dell'energia chimica contenuta nel residuo carbonioso solido forniscono un sostanziale miglioramento delle prestazioni dell'impianto. Attualmente il costo specifico di una MCFC è superiore a 10.000 €/kW, tale costo elevato è imputabile allo scarso interesse commerciale che questa tecnologia offre. La ricerca e lo sviluppo in questo settore potrebbero dimezzare detti costi in breve tempo, grazie anche ai materiali utilizzati che sono facilmente reperibili ed economici, portando il costo specifico ad un valore di circa 5.000 €/kW, che attualmente è quello delle celle a combustibile a membrana polimerica. In quest’ottica un sistema energetico come quello descritto in precedenza, senza usufruire di incentivazioni statali, avrebbe tempi di ritorno dell’investimento paragonabili a quelli di impianti di cogenerazione di piccola taglia alimentati da combustibili fossili, con il valore aggiunto di utilizzare una energia rinnovabile, nel più completo rispetto dell'ambiente e dell'uomo. 105 Dottorato di Ricerca XIX ciclo - Ingegneria Civile e Meccanica - Guido Galeno Bibliografia 1. http://www.greencrossitalia.it/ita/educazione/energie_di_pace/pdf/approfondimento_biomas se_gc.pdf – 2006 2. http://www.poweron.ch/upload/cms/user/Recuperodienergiadabiomassa.pdf – 2006 3. P. P. Milella; G. Pino; G. Spazzafumo; F. Tunzio - “Co-firing and co-gasification of wood and coal” - International Conference on Clean Coal Technologies for our Future Response to Electricity Market Liberalization, Growing Energy Demand and Environmental Protection – Sardegna, 2002 4. P. P. Milella; G. Pino; G. Spazzafumo; F. 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