La stitichezza del bambino
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La stitichezza del bambino
Foglio di informazione professionale N. 139 28 febbraio 2005 La stitichezza del bambino In genere, i bambini allattati al seno o artificialmente vanno di corpo più volte al giorno. Col passare del tempo, la frequenza tende a ridursi ad una evacuazione quotidiana. Nelle abitudini intestinali dei bambini esistono, tuttavia, differenze importanti: all’età compresa tra 1 e 4 anni, le defecazioni possono andare da una a giorni alterni a tre al giorno. Perciò, se il bambino non ha dolore o altri sintomi concomitanti, i genitori possono essere rassicurati: una certa variabilità nella frequenza delle evacuazioni e nella consistenza delle feci è normale. Per stitichezza deve intendersi una eliminazione difficoltosa e infrequente di feci dure o una sensazione di evacuazione incompleta. Le cause Fatti salvi i “casi”, limitati, legati a patologie specifiche, come la malattia di Hirschprung (in mancanza di peristalsi per difetto congenito, oltre alla stitichezza, sin dai primi mesi il bambino presenta vomito, distensione addominale o ritardo nell’accrescimento), i fattori che possono causare o predisporre alla stitichezza sono numerosi, primo tra tutti una inadeguata assunzione di liquidi e fibre. Nei bambini che bevono molto latte le feci possono diventare dure, difficili da eliminare. La stitichezza può essere associata ad una intolleranza al latte vaccino (anche se la manifestazione più frequente dell’intolleranza è la diarrea). I bambini possono non rispondere allo stimolo della defecazione e questo li predispone alla stitichezza; intervalli superiori ai 3 giorni tra una evacuazione e l’altra possono aumentare la probabilità di dolore alla eliminazione di feci dure e generare un comportamento riflesso tendente ad evitare la defecazione. Le ragioni che inducono il bambino a negare lo stimolo sono l’interesse forte per altre attività (es. giochi, televisione), la paura nei confronti di precedenti trattamenti della stitichezza (clisteri o supposte) oppure un prematuro, forzato, passaggio all’uso del vasino tra i 2 e 3 anni, la mancanza di riservatezza (soprattutto nei bagni delle scuole), condizioni di stress all’interno della famiglia. Quando il retto risulta ostruito in modo cronico dalle feci (o viene svuotato in modo incompleto), può dilatarsi sino a formare un megaretto. I bambini con megaretto possono non avvertire la presenza di materiale fecale all’interno del retto e presentano ridotti stimoli alla defecazione, condizione che può portare ad una emissione involontaria di feci negli indumenti. I principi generali di trattamento della stitichezza nel bambino consistono nell’eliminare eventuali fecalomi (impattamento di feci nel retto), nel regolarizzare le funzioni intestinali e nel prevenire la ricomparsa del problema, risolvendo eventuali cause psicosociali. Il trattamento Interventi dietetici La stitichezza può essere spesso eliminata aumentando l’assunzione di fibre e di liquidi. I bambini, però, a volte sono restii ad assumere alimenti ricchi di fibre come frutta, frullati, vegetali, legumi, minestroni. Se il bambino ha poco appetito, è necessario ricercarne le cause, in modo particolare se il bambino rifiuta il cibo per un disagio postprandiale. La volubilità alimentare del bambino è una cosa normale e vanno evitati atteggiamenti troppo ansiosi al momento dei pasti da parte dei genitori. Un riaggiustamento degli orari dei pasti può essere utile quando il bambino si rifiuta di andare in bagno a scuola; per esempio, anticipando la colazione il bambino può andare di corpo nel proprio bagno prima di andare a scuola. Lassativi Se le modificazioni dietetiche non sono sufficienti ad ammorbidire le feci e ad aumentare la frequenza delle evacuazioni, può essere utile somministrare un lassativo. Il trattamento deve iniziare con dosi regolari di un lassativo emolliente/osmotico come il lattulosio [es. Duphalac, Laevolac; sotto 1 anno: 2,5 ml 2 volte al FARMINTESA – Via Mecenate, 90 – 20138 Milano – Tel. 02 58018289 giorno; 1-5 anni: 5 ml 2 volte al giorno; 5-10 anni: 10 ml 2 volte al giorno; sopra i 10 anni: 15 ml 2 volte al giorno]. Per rendere le feci più morbide e più facilmente eliminabili, in alternativa si può usare un lassativo di volume come lo psillio [es. Fibrolax, Planten, buste da sciogliere in mezzo bicchiere d’acqua e da assumere subito dopo i pasti; sotto i 6 anni di età:1/2 busta 2 volte al giorno; sopra i 6 anni:1/2 busta 3 volte al giorno]. Se questi farmaci non funzionano, o se il bambino non risponde allo stimolo della defecazione, si può impiegare un lassativo stimolante come la senna [es. X Prep; sotto i 2 anni: 0,5ml/kg 1 volta al giorno; 2-6 anni: 2,5-5ml 1 volta al giorno; sopra i 6 anni: 5 ml 1 volta al giorno] o il picosolfato di sodio [es. Guttalax, Gocce lassative Aicardi; sotto i 4 anni: 250 mcg/kg la sera; 4-10 anni: 2,5-5 ml la sera; sopra i 10 anni: 5-10 ml la sera]. Questi lassativi stimolano i movimenti peristaltici del colon che accelerano il riempimento del retto intensificandone le contrazioni. Le evacuazioni diventano perciò più frequenti e le feci più morbide e meno voluminose; questo attenua progressivamente i timori del bambino per la sensazione di imminente defecazione. Se un solo lassativo non sortisce alcun risultato, è necessario impiegarne due insieme (es. lattulosio e senna); l'associazione può rivelarsi particolarmente efficace. Per prevenire la ricomparsa della stitichezza, l’assunzione del lassativo deve essere proseguita per alcuni mesi. Poiché col trattamento le evacuazioni diventano più regolari, l’effetto dei lassativi sulla frequenza o sugli stimoli delle defecazioni aumenta sempre più. A questo punto la dose del lassativo può essere ridotta con cautela, in genere senza che ciò comporti una ricomparsa dei sintomi. Un metodo semplice e praticabile consiste nel raccomandare ai genitori di mantenere la dose di lassativo più efficace sintantoché le defecazioni non divengano o troppo frequenti o gli stimoli troppo violenti, riducendo la dose con gradualità nel corso di alcuni mesi. Evacuazione intestinale Se il tentativo con i lassativi fallisce o se è presente un fecaloma diventa necessario procedere ad una pulizia dell’intestino. Questo tipo di trattamento, che prevede l'uso di specifiche soluzioni orali per la pulizia intestinale (es. Selg, Fosfo-Soda Fleet), l’uso di clisteri, oppure l’evacuazione manuale dovrebbe essere effettuato da un pediatra. Queste preparazioni, poco gradite dai bambini, possono causare malessere, nausea, vomito, dolori a tipo di colica, o bisogno impellente di defecare, e, qualora vengano utilizzate con troppa frequenza, possono provocare squilibri idroelettrolitici. Se le preparazioni orali si dimostrano inefficaci o non tollerate, si può tentare il ricorso alla via rettale. La somministrazione di supposte o di clisteri non è però sempre praticabile, anche perché il bambino può non accettarla e deve restare fermo sino a che il prodotto non sia stato trattenuto nell’ampolla rettale. Se è richiesta una preparazione rettale, al posto di clisteri di fosfato di maggior volume è meglio dare la preferenza ai microclisteri a base di citrato di sodio (Novilax); ai bambini più grandi può essere insegnata l’autosomministrazione di questi microclismi. “Toilet training" Il 50% circa dei bambini con stitichezza cronica presenta anomalie nella dinamica della defecazione. Il “toilet training” consiste nello sfruttare il riflesso gastrocolico facendo sedere il bambino dopo i pasti per non più di 10 minuti sul vasino che permette di assumere una posizione accovacciata più corretta (come la "turca") rispetto al water, nell'insegnargli ad assecondare lo stimolo, adottando incentivi e spiegandogli il perché delle cose. Questo approccio può migliorare la dinamica della defecazione. Il ricorso ad uno specialista Quando la stitichezza dura da molto tempo (più di 6 mesi) e il trattamento con lassativi non è risultato efficace oppure il bambino ha frequenti perdite involontarie di feci e non sta bene oppure quando non è ben chiara la causa dei sintomi o la stitichezza interferisce pesantemente sull’attività scolastica e sulla vita di relazione del bambino è bene rivolgersi ad uno specialista. A cura del dr. Mauro Miselli Bibliografia - Managing constipation in children. DTB 2000; 38:57-9. - Baker SS et al. Constipation in infants and children: evaluation and treatment. A medical position statement of the North American Society for Pediatric Gastroenterology and Nutrition. J Pediatr Gastroenterol Nutr 1999; 29: 612-26. - Royal College of Pediatrics and Child Health. Medicines for children. London: RCPCH Publications Limited, 1999. - Clayden GS. Childhood constipation. Paediatric practice guidelines. London: British Paediatric Association, 1994. FARMINTESA – Via Mecenate, 90 – 20138 Milano – Tel. 02 58018289