L`Agrimonia...tutta in dolcezza!
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L`Agrimonia...tutta in dolcezza!
2 Campo de’ fiori SOMMARIO Editoriale: La coscienza di Caino...........................................3 MICHELA ANDREOZZI e lo spettacolo cult “A LETTO DOPO CAROSELLO”......................4-5 “SUONA SUONARE”: Essi girano..........................................................6 I VIAGGI DI DANILO: Viaggio in Caucaso...........................................8-9 Roma che se n’è andata: Incontriamo Luigi Magni................................10-11 XII PREMIO POGGIO BUSTONE DEDICATO A LUCIO BATTISTI.......................13 2001-2016: breve ricordo di Indro Montanelli a 15 anni dalla sua scomparsa...........................................14-15 Cine Parade: Fuocoammare...................................................16 LA RUBRICA DEGLI EROI: Don Costantino Pelinga e il Caporalmaggiore Pietro Meloni...........................18 L’Agrimonia... tutta in dolcezza..............19 INFERMIERI KILLER? .............................20 RONCIGLIONE: la storia, la leggenda, le origini...................................................22 CURRICULUM VITAE: Antonella Perazzo........................................23 Tele Radio Punto Zero: souvenirs di chi c’era.....................................24 Ecologia e ambiente: Sarà possibile in un futuro ottenere la free energy?......................................................26 Le catacombe di Santa Savinilla a Nepi........27 Fragole... che salute!!!...................................28 Come eravamo: Come cambia il tempo... come cambiamo noi......29 Parliamo di funghi: Ganoderma lucidum...........................................30 Bamble da collezione.....................................31 Working in internet: lavorare con la Rete si può! Web reputation: la tua reputazione in rete ................................................................32 LA ZANZARA IMPERTINENTE........................32 Il Fumetto: Tokyo Babylon...................................................34 I tesori dell’Agro Falisco: Vignanello, scavi e rinvenimenrti di antichità falische.............................................................35 Appuntamento al Teatro Bianconi di Carbognano ...............................................36 Un sogno speciale per persone speciali........37 Il Circolo Bocciofilo di Civita Castellana Campione d’Italia a Pineto........................37 I nostri amici..................................................38 L’angolo del grafologo: il bambino sulla soglia della scuola......................40 A TAVOLA CO’ ZI’ LETIZIA: Pane e frittata...................................................40 “Le signorine della porta accanto”................41 Il Diritto alla pace..........................................42 L’angolo del poeta.........................................42 GIOCA CON CAMPO DE’ FIORI......................43 Tanti racconti di un unico “Fragile Universo”..........................................44 “Tutti alla ribalta” con lo spettacolo “A volte tornano”...........................................44 “Civita Castellana, il calcio nella storia”.......45 La sezione A.N.P.S. di fabrica di Roma festeggia i suoi 30 anni......................................47 NEWS.........................................................48-49 NEL CUORE ....................................................50 Agenda...........................................................51 MESSAGGI......................................................52 Roma com’era................................................53 Album dei ricordi.................. 54-55-56-57-58-59 Annunci gratuiti........................................60-61 OROSCOPO.....................................................62 Selezione offerte immobiliari...................63-64 Foto di copertina di: Luigi Valletta, in arte Alfonso Caciotta, del Click Gruppo Fotografico SEDE OPERATIVA: PIAZZA DELLA LIBERAZIONE, 2 CIVITA CASTELLANA (VT) TEL. 328.3513316 - [email protected] SEDE RAPPRESENTATIVA: VIALE MAZZINI, 140 - ROMA Campo de’ fiori L’ irriconoscenza, l’ingiustizia, la sopraffazione provocano il sacrificio delle persone che, nel proprio cammino di vita, hanno sempre cerdi Sandro Anselmi cato di mantenere un atteggiamento sano ed onesto e, per questo, purtroppo, si rivelano fragili. Esse lasciano per sempre profonde ferite. Ci sono situazioni che sembra non possano accadere realmente. Gli intrighi, i complotti, le congiure si conoscono spesso attraverso le pagine dei libri di storia o quelle dei romanzi d’autore, o, ancora, attraverso i protagonisti di un film. La sete di potere, l’avidità sanno rendere l’uomo diabolico, subdolo, meschino, e lo spingono ad agire senza scrupoli, senza guardare in faccia a niente e a nessuno, preso solo dal suo ego malato. Il rispetto è il primo ad essere calpestato. E forse una delle cose che più fa male è sentirsi traditi dalle persone con le quali si è camminato insieme per tanto tempo e che si ritenevano amiche o almeno confidenti. Ed invece, alla prima occasione, si sono voltate, allontanandosi. Cambiare direzione si può, ma farlo almeno con dignità, con lealtà! Dov’è la loro coscienza? Se l’avessero non potrebbero comportarsi in tal modo. Ma se alla fine della propria corsa, dovessero casualmente ritrovarla, il rimorso sarà la loro punizione. È bello illudersi che la vita possa essere tutto cuore e sentimento; invece, purtroppo vince sempre la mente. 3 La coscienza di Caino MICHELA ANDREOZZI E LO SPETTACOLO CULT “A LETTO DOPO CAROSELLO” I l ritorno a Roma dopo una stagione ricca di successi e repliche vede sul palcoscenico della Sala Umberto di Roma Michela Andreozzi con il suo spettacolo cult “A Letto dopo Carosello“, ricco di riferimenti agli anni ruggenti di noi ora adulti “Si, devo dire che questo spettacolo ci porta agli anni 70 quando molti di noi erano bambini ed è un viaggio a ritroso nel tempo , non è nostalgico ma tenero, dove io voglio raccontare perché la nostra generazione è rimasta così legata a quella televisione, a quegli anni, a quel varietà, al bianco e nero, alla tv dei ragazzi, ai fumetti in tv, a Goldrake, insomma a quelle cose che ormai distano anni luce… La nostra generazione è legata a quei tempi perché noi siamo proprio figli della televisione a differenza dei ragazzi di oggi che sono figli di internet.“ Un titolo azzeccatissimo! La regola era: a letto dopo carosello… “Si, per tutta la settimana si andava a letto dopo carosello mentre il sabato si poteva rimanere in piedi a guardare la televisione i varietà di Raiuno era un premio.” che era un totem della casa verso cui noi rivolgevamo la nostra attenzione, e si poteva rimanere a guardare la tv dei grandi. Guardare Mille Luci, Tante Scuse, Noi no e Tanti amici che salgono sul palco con Michela per ricordare come eravamo tra cui Giada Gerini, Giancarlo Magalli, Valario Scanu, Serena Rossi, Lillo, Stefano Fresi, Max Paiella, Rocco Papaleo. accompagnati ogni sera dal Maestro Greggia, Piji e il BateauManouche Quintet. Attrice, sceneggiatrice, regista e conduttrice, Michela Andreozzi inizia a lavorare giovanissima in Televisione scoperta da Gianni Boncompagni e, dopo aver partecipato ad alcuni programmi, nel 1996 forma con Francesca Zanni il duo comico Gretel & Gretel partecipando a numerose trasmissioni televisive tra cui “La Posta del Cuore“, “Zelig“, “Facciamo Cabaret“, “Quelli che il Calcio“ e conducendo altrettanti programmi radiofonici. Dal 2002 prosegue da sola il suo percorso come attrice comica partecipando a trasmissioni televisive quali “Assolo“, “Due sul Divano“, “Suonare Stella“ fino ad approdare a “Colorado“. Il suo battesimo cinematografico avviene con Rocco Campo de’ fiori 5 Papaleo nel film “Basilicata Coast to Coast“ (2010) a cui seguono i successi di “Finalmente la Felicità“ (Leonardo Pieraccioni, 2011), “Nessuno mi può giudicare“ (Massimiliano Bruno, 2011), “Com’è bello far l’amore“ (Fausto Brizzi, 2012), “Tutta colpa di Freud“ (Paolo Genovese, 2014), “Natale con il Boss“ (Volfango de Biase, 2015). Numerose fiction tra cui “La Squadra“, “Don Matteo“, “Un posto al Sandro Alessi e Michela Andreozzi durante l’intervista Sole“, “Distretto di Polizia“, “I Cesaroni“ tanta tv con “Domenica In“, “Non è la Rai“, “Bigodini“, “Colorado Café”, “Tale e Quale Show“, “Stasera tutto è Possibile… “ Dal 1999 sale sul palco teatrale e se ne innamora recitando in tantissime commedie tra cui “Dramma della Gelosia“ (regia di Gigi Proietti, 1999/2000), “Nemici di casa“ (Max Tortora, 2002/2003), “Perché non rimani a colazione“ (2005), “Cose di Casa“ (Paola Tiziana Cruciani, 2009), “Maldamore“ (Angelo Longoni, 2012), “Doppiacoppia“ (Max Tortora, 2013/2014), “Compagni di Banco“ (Federico Moccia, 2015). Insomma una persona ricca artisticamente ma che abbiamo apprezzato anche tantissimo dal punto di vista umano e se potete, non perdetevi “A Letto dopo Carosello”! Sandro Alessi Campo de’ fiori 6 di Carlo Cattani Essi girano! Vinile-Il disco come opera d’arte -(il libro) E’ primavera in città, le finestre si aprono eee… ti fai gli affari degli altri! Come un gatto, mandi un orecchio a “radareggiare” da un lato e dall’altro, ”spilluccando” le chiacchiere dei vicini. Il naso non è da meno!... E, così, le narici captano una zanfata improvvisa di un denso odore di cucinato che accende il fornello della propria fantasia stimolando ipotesi sul gustoso manicaretto messo a “ferro e …brace” dal vicino …. il desiderio di essere invitato a pranzo da “quello del piano di sotto” è… in caduta libera! Primavera in città, finestre aperte e… la dai… si che la dai una fugace sbirciatina di curiosità al dirimpettaio in canotta… o, meglio… vista la mia posizione apicale… alla dirimpettaia in mu…nde …. insomma, dalla finestra aperta sul cortile va in onda un vero “reality show” che più reale non si può! Primavera, finestre aperte e la voce della “giungla metropolitana“ urla al tuo privato! E’ primavera, finestre aperte… suoni nell’aria … alla mia destra ci sono viola, violino e violoncello… composti studenti di conservatorio ripassano le parti di un prossimo concerto… alla mia sinistra doppia cassa, rullante, charleston, piatti… un batterista “che pista” sulle pelli, tentando la sovrapposizione al ritmo in doppia cassa di “Fast as shark” dei “metallari” Tedeschi Accept…. ‘na “mission impossibile”… dai fuori tempo e dalle incertezze, capisco che è studente… che studia… al centro, brevi, ripetuti, gorgheggi sopranili avvisano l’umanità circostante che un’aspirante “Callas” è tra noi! Ragazzi... Io abito al centro… dei suoni! La domanda, allora, mi viene spontanea: come dare un contributo alla tanta musica nell’aria del circondario? Oggi sono solo in casa e... lasciatemi sfogare!… Dunque, dunque… oggi mi “sparo” un gustoso vinile: un’annata ’69… ma si dai… ”Valentyne Suite” dei Colosseum di Jon Hiseman, un gran bel batterista… un lp meraviglioso dal primo all’ultimo solco che, a finestre aperte, saprà ben referenziarmi al “vicinato”!… ed è l’unica cosa che so suonare… dopo il campanello di casa! Che bella sensazione riprendere tra le mani un 33 giri, lisciarne la copertina, avere il tempo di leggerne le note retrostanti e soffermarsi sui dettagli della grafica, poi… estrarlo dalla busta destreggiandosi con un abile gioco in punta di polpastrelli, appoggiarlo sul piatto, pulirlo da residui di polvere e… screeesch… il rito è completato… dalla puntina che lo fa parlare! Ma le nuove generazioni che ne sanno di questo paziente rito, del “profumo” del vinile, di questi oggetti vecchi, ingombranti, troppo delicati al giorno d’oggi e inascoltabili “in itinere” che sono i dischi? Recenti analisi di mercato danno conto dell’avanzata inesorabile della musica digitale e in particolare dello “tsunami” rappresentato dalla cosiddetta “musica liquida”, quella, per intenderci, che non è distribuita/riprodotta per il tramite di un supporto fisico (dischi –cd-cassette), ma reperibile/ascoltabile sottoforma di file udibili/scambiabili/scaricabili (download-streaming) da Internet tramite computer, tablet, smartphone. Eppure, le stesse indagini di mercato risaltano che le vendite dei 33 giri hanno ripreso forza, raggiungendo in Italia, nel 2015, una quota del 4% del fatturato complessivo dell’industria discografica nostrana… una piccola fetta ma con un trend di crescita (56%) che testimonia la “golosità” di vinile che ancora c’ è in giro! Allora, per colmare eventuali lacune dei nostri ragazzi e fare, noi delle vecchie generazioni, un ripasso in tema di dischi, consiglio la lettura del bel volume dell’inglese Mike Evans, intitolato “Vinile – Il disco come opera d’arte”, tradotto di recente per le edizioni Atlante e di facile reperibilità in libreria. Un’immersione piacevolissima nella storia della registrazione sonora, dagli albori, iniziando dai cilindri di cera incisi e riprodotti dal fonografo inventato da Thomas Edison nel 1885, per continuare con l’assunzione della posizione orizzontale del supporto in cera e zinco che inciso prende le forme sottili del disco, girando sul grammofono inventato da tal Emil Berliner nel 1889. Nel corso dei primi decenni del 1900 si assiste a un forte sviluppo delle tecniche di registrazione audio e dei materiali di realizza- zione dei supporti, che porta ad una progressiva diminuzione della velocità di riproduzione del disco, una vera e propria “guerra della velocità” tra compagnie discografiche che da 78 a 45 a 33, riducono i giri a vantaggio tanto della capacità di contenimento del supporto che della maggiore qualità sonora, anche favorita dal progressivo passaggio dalla cera, alla gommalacca al vinile, materiale, quest’ultimo, ancora attuale ai giorni nostri. Negli Stati Uniti e in Inghilterra nascono le prime case discografiche, alcune di queste ancora operanti, e si sviluppa l’arte grafica delle copertine che, inizialmente, derivavano le loro semplici, scarne fattezze dagli album dedicati alla custodia delle fotografie, mentre, a partire dal 1940, per opera del grafico Alex Steinweiss, su committenza della Columbia records, si introducono nel mercato custodie illustrate, le copertine come le conosciamo oggi, da disegni e/o fotografie. Il libro è zeppo di curiosità e corredato da numerose fotografie di personaggi che hanno fatto la storia del disco e della musica contemporanea nel senso più ampio, e di immagini di copertine famose… un libro, certo, che va tenuto tra le mani così come l’oggetto del suo argomento, il disco… un libro che non si “liquida” facilmente! Come ha detto qualcuno: <“Amo il vinile… suona fresco come l’inferno”>. CarloCattani©words-Maggio 2016 I viaggi di Danilo VIAGGIO IN CAUCASO NELLE EX REPUBBLICHE SOVIETICHE I ndipendenti dal 1991 GEORGIA E ARMENIA sono una culla di antiche culture. Ricordiamo che in Georgia tra la catena del piccolo e grande Caucaso c’era la di Danilo Colchide, terra di Medea, Micheli dove Giasone andò alla conquista del Vello D’oro danilomicheli@ ,e l’Armenia è sin dal IV yahoo.it secolo isola di cristianità tra la Turchia, l’Iran e l’Azerbaijan. Influenzate dall’ex USSR si stanno aprendo al mondo economicamente e culturalmente. La Georgia sembra più avanti, più ricca,più aperta agli investimenti stranieri, ma mantengono entrambi caratteristiche locali con un sapore tradizionale che affascina il viaggiatore che volesse fare un viaggio indietro nel tempo. Ho usato mezzi pubblici, cercando di decifrare cartelli, indicazioni, tabelle alle stazioni di bus e treni, tra l’alfabeto cirillico russo e le due lingue autonome: georgiano e armeno, per percorrere il tragitto dal Mar Nero a Tbilisi, e poi proseguire fino a Erevan seguendo per un tratto l’antica Via della Seta che porta in Asia via Iran. Così mi sono armato di una fotocopia di alfabeto cirillico per leggere le scritte e sono partito. Luoghi meravigliosi, gente semplice e ospitale, mi hanno aperto un mondo arcaico,meno artificioso,con boschi e monasteri silenziosi. Tbilisi è una città antichissima con chiese e moschee,bagni turchi, centro storico dai balconi di legno lavorati e dipinti di colori vivaci,musei e Accademie d’Arte. Ha una rete di autobus urbani efficienti, ottimo vitto,molti alloggi e vita economica, popolare, tranquilla. Si respira Oriente e Occidente, modernità e tradizione,ma fuori città prevale l’agricoltura,e inizia il turismo sulle coste del Mar Nero, in montagna,alle Terme dove sopravvivono ancora alcuni enormi alberghi del periodo socialista, con infrastrutture restaurate,ancora funzionanti, a buon mercato,gestiti da “babushke” di origine russa. La comunicazione non è facile,a causa delle 3 lingue ostiche, ma le difficoltà spingono a penetrare la socialità quotidiana, che si rivela misteriosa ma ricca,in cui contano le occhiate,i silenzi,la mimica,i gesti,i sorrisi,che ora noi usiamo poco. Per spostarsi all’interno del paese imperversano i mini-bus privati,che contengono umanità varia e ricordano il periodo post-socialista ancora carente di servizi pubblici. Ma i giovani della Georgia già in rete e connessi con il resto del mondo,rappresentano la spinta verso il futuro,al quale cederanno qualcosa ma si avvicineranno di più al nostro stile di vita.(a torto,a ragione?). Appena passato il confine con l’Armenia con uno degli innumerevoli furgoni avventurosi (mashrutka in russo), noto subito la differenza di allineamento del paese con la realtà. Sembra di essere in un’epoca diversa,eppure bellissima:altipiani ventosi e deserti,bivaccati da venditori di miele stagionali lungo la Via della Seta,pastori solitari a guardia di lanute pecore (deve essere freddo l’inverno qui) e, ancora più isolati,appaiono ogni tanto con banchetti lungo la strada, i “MOLOKAN”(bevitori di latte) popolazione russa esiliata qui dagli zar nell’800,perché considerata eretica,benché cristiani spiritualisti,che vivono qui da isolati,biondi e diversi etnicamente dagli ar- Campo de’ fiori meni, coltivano la terra ancora con gli animali,sono pacifisti,pregano in casa, gli uomini coltivano lunghe barbe, le donne indossano gonne lunghe e allevavano volpi argentate fino a poco tempo fa, sono autarchici, non si mescolano e si oppongono al progresso,come gli “amish”e i “mennoniti” in America. Incrociare i loro sguardi lungo la strada per un attimo, significa confrontarsi con un’altra epoca, e ciò, minimo, incute rispetto per le loro scelte. Dove andranno, sopravvivranno? Hanno cominciato a vendere i loro prodotti agricoli, ad usare i primi trattori antiquati, la odierna Armenia saprà proteggerli, integrarli se lo vorranno? La “mashrutka”scende poi lentamente verso la capitale Erevan,larga e bella città con viali alberati enormi,continuamente ricostruita,a causa dei continui terremoti a cui è soggetta fin da tempi remoti,sebbene abbia una antichissima origine,nacque nel 783 ac. Il suo paesaggio è dominato dal Monte Ararat innevato,poco distante, che però appartiene alla Turchia con la quale l’Armenia non ancora conserva un buon rapporto, i due paesi mantengono frontiere chiuse. La città conserva un’impronta socialista a cominciare dalla monumentale stazione ferroviaria con la cupola centrale che contiene l’enorme stella rossa, e sovrasta una grande piazza con giardino e fontana che verso sera si anima moltissimo di famiglie,bambini, venditori di dolci e gelati. Anche se non capivo per niente le loro chiacchiere, avevo piacere di stare in mezzo a loro verso il tramonto fino al buio, era la piazza sociale che non c’è più da noi, centro d’incontro anche in una capitale che ha più di un milione di abitanti. Filobus e antiquati autobus a gas percorrono boulevard alberati, grandi magazzini che ancora non assomigliano a Centri Commerciali e nei mercati rionali signore col fazzoletto in testa,da contadine, ordinano piramidi di frutta lucidata, frutta secca e verdura per mostrarla ai clienti. Ogni tanto si incrociano venditori ambulanti di scope che a mazzi se le portano sulla spalla e si fermano a venderle alle fermate del filobus. Viaggiando per il paese, mentre andavo a visitare i primi Monasteri della Chiesa Armena(prima religione cristiana di Stato nel 301) lontano dai luoghi abitati,alcuni invasi dalla vegetazione,mi ha colpito una miniera di rame, di retaggio sovietico ad Alaverdi,ancora parzialmente funzionante ma inquinante e in declino, la sua ciminiera inonda di fumi la vallata di fronte. Qui i russi estraevano una volta anche oro e uranio,ora esportano ancora gas, con una rete di tubi ovunque visibili, che passano sopra le strade, in mezzo alla gente,in tutte le cittadine portando energia multiuso. Da Erevan verso nord ho ripercorso poi un altro tratto della Via della Seta che porta al Lago Sevan a 1900 m.di altitudine,mi sono fermato in un villaggio vicino, dove ho familiarizzato con un gruppo di studenti di lingue e così mi hanno aiutato a trovare un luogo per dormire presso la casa di una signora locale, la quale me l’ha lasciata intera ed è andata a dormire dalla figlia, al piano di sotto. Era una palazzina a blocchi, 4 piani, architettura del regime, grigia, calda e solida, piena di tappeti orientali, mi ha permesso anche di fare il caffè la mattina seguente, piovigginosa e fredda, prima di incamminarmi verso il lago, tentando man mano l’autostop. Attraverso passaggi fortunati,ho acquisito più informazioni, così mi sono fermato successivamente in alcuni luoghi suggeriti dai miei gentili autisti:un soldato,un commerciante, un ingegnere francese che lavorava lì. Cambiando strada e itinerario ho scoperto Dilijan, un paesetto in pietra ricostruito, ai bordi di un parco protetto,pieno di artisti, ho incontrato un’insegnante d’inglese armena con le figlie e la madre in vacanza ed ho passato l’intera giornata con loro, lieto di apprendere tutto il loro bagaglio culturale. 9 Tornando verso la Georgia ho passato la frontiera a piedi,era Domenica pomeriggio e nessuno si fermava, solo una “mashrutka” a pagamento mi ha tirato su fino a Tbilisi. Alcuni giorni dopo volevo andare a visitare una stazione termale sul piccolo Caucaso, a Borjomi, così provavo di nuovo l’autostop che aveva avuto tanto successo in Armenia, bene, mi ha caricato su un pulmino, un gruppo di gitanti cittadini che andava a fare “rafting” in quella direzione e dopo la discesa lungo il torrente in gommone, io li aspettavo all’arrivo, mi hanno invitato a pranzo, siamo stati insieme fino al tramonto, poi loro sono tornati a Tbilisi. E’ stato un pasto tradizionale georgiano domenicale, ricco anche di alcol e vino locale che sono stato costretto a bere, attento ad essere in grado di proseguire il viaggio,ma mi hanno coinvolto nell’atmosfera festosa, amichevole della loro gita; a turno dopo ogni bevuta, per tradizione, dovevamo pronunciare a voce alta, un pensiero verso amici e parenti, io l’ho dedicato a loro, tradotto poi da un poliglotta; applausi e giù una grappa di prugne; ho fatto solo un giro,si sarebbero offesi se avessi detto loro che ero astemio, e con una scusa,sono tornato sulla strada, era quasi sera, ma una coppia di Azeri di Baku, benestanti, in Mercedes con il figlioletto simpatico e curioso seduto dietro con me, mi ha dato un passaggio fino alla vicina stazione termale, dove un ragazzo russo di Rostov sul Don, in vacanza,mi ha indicato un vecchio, grande, vuoto ed economico albergo socialista. Sotto la doccia riflettevo: senza quegli incontri fortuiti, fortunati,provocati, cercati, la percezione del viaggio, della conoscenza, della scoperta non sarebbe stata così ricca, intensa, vissuta.Si capisce un paese che si visita solo penetrando nel tessuto quotidiano dei suoi abitanti. Era solo un mese che stavo fuori, ma è sembrato un tempo lunghissimo e dilatato; sull’aereo turco,via Istanbul, verso casa,ho riavvolto il nastro del tempo in poche ore,troppo velocemente, mi sfuggivano tutte quelle sensazioni vissute che avrei voluto mantenere il più a lungo possibile,purtroppo l’oblio le seppellirà dai luoghi e dalla nostra memoria,varrà solo il presente vissuto. Campo de’ fiori 10 Roma che se n’è andata: luoghi, figure, personaggi Incontriamo I Luigi Magni Cantore della Roma papalina n occasione della scomparsa del regista Gigi Proietti diceva: “Perdiamo un uomo che ha amato la sua città come pochi. che conosceva ogni sasso di Roma e ti spiegava il di Riccardo suo significato.” Consoli Luigi Magni debutta nel 1968, ma è nel 1969, con il film Nell'anno del Signore, il primo della “trilogia” sulla Roma papalina, durante il periodo risorgimentale, proseguita con “In nome del Papa Re” e con “In nome del popolo sovrano”, che inizia la sua collaborazione artistica con Nino Manfredi, una collaborazione indissolubile, tanto che, dopo la scomparsa dell'attore, avvenuta nel 2004, il regista decide di non dirigere altri film. Corre l’anno 1825, a Roma regna Leone XII, Annibale Francesco Clemente Melchiorre Girolamo Nicola della Genga, 1823 - 1829, un Papa caratterizzato da una politica reazionaria e intransigente, in cui la repressione di qualsiasi forma di libertà individuale è attuata da uno stato di polizia e dalle trame del subdolo cardinale Agostino Rivarola. Gli ebrei, costretti a rimanere rinchiusi nel Ghetto, sono continuamente umiliati e costretti, ogni sabato, giorno di festa, davanti alla chiesetta di San Gregorio a Ponte Quattro Capi e fuori il Tempietto del Carmelo, ad ascoltare le prediche di un prete che, tentando di convertirli; introduce sermoni con i quali vengono accusati di responsabilità bibliche. La polizia impone un rigido coprifuoco, tanto che, perfino gli osti, sono obbligati a servire il vino al di fuori dei cancelli delle osterie, allo scopo di evitare che gli avventori seduti ai tavoli possano creare disordini. Questo il clima che si vive a Roma in quegli anni tuttavia, sulla statua parlante di Pasquino vengono continuamente affissi scritti duramente critici nei confronti del Governo mentre, nella massima segretezza, si svolgono le riunioni della carboneria finalizzate ad una rivolta popolare. Nell’anno del Signore, il primo film della trilogia, è basato su un fatto realmente accaduto, l’esecuzione capitale di due carbonari, Angelo Targhini e Leonida Montanari, colpevoli di aver pugnalato un loro compagno, il principe Filippo Spada che pentitosi dell'affiliazione alla carboneria, aveva rivelato alcuni segreti al suo confessore. Questa storia si intreccia con quella del ciabattino Cornacchia, dichiaratosi analfabeta e della sua amante Giuditta, una bellissima ragazza ebrea. Cornacchia propone al cardinal Rivarola di rivelargli l'identità di Pasquino una volta ottenuta la grazia per i due condannati, in realtà, essendo egli Pasquino, di fatto offre la propria vita per quella dei carbonari. Ma è tutto inutile, infatti Cornacchia, in un moto di orgoglio di fronte alle offese ricevute da Giuditta, che lo considera un buono a nulla, corregge un sacrestano che ha commesso un errore mentre scrive rivelando, in tal modo, che lui non è per nulla stupido e analfabeta come faceva credere. La notizia, di persona in persona, giunge al cardinale Rivarola che, mette in trappola Cornacchia / Pasquino consegnandogli una lettera che spaccia come grazia per Targhini e Montanari ma con la scritta: "Arrestate il latore della presente, Cornacchia" quindi, gli ordina di portarla alle prigioni e non farla leggere nessuno, tranne che al Capitano delle Guardie, poichè la grazia concessa è un segreto di Stato. Cornacchia si trova a un bivio: se consegna la lettera verrà arrestato, se non la consegna rivelerà di essere Pasquino quindi, nelle vesti di Pasquino, scrive un ultimo epigramma con il quale invita il Papa a giustiziare i due carbonari dato che questa fine è quella che i due condannati segretamente sperano, visto che come dice Cornacchia: "la barca della rivoluzione naviga sul sangue". Cornacchia considera il suo comportamento, non un atto contro Targhini e Montanari, ma una sorta di aiuto per le loro idee rivoluzionarie; infatti, se dovesse intervenire la grazia, come spiega Cornacchia, il popolo Campo de’ fiori considererebbe la Chiesa come un "buon padre" che minaccia punizioni terribili senza però metterle in pratica, se ci fosse la condanna a morte dopo un inevitabile processo farsa, negli anni ciò peserebbe come un macigno, inducendo il popolo a odiare ancora di più la Chiesa / Stato. Cornacchia affida questo suo ultimo messaggio al suo successore, futuro nuovo Pasquino perché lo apponga sulla statua, dopodiché entra in un monastero per farsi frate. In tal modo, con l'asilo chiesto alla chiesa, non potrà essere perseguito per i crimini commessi in precedenza. Targhini e Montanari, condannati a morte, vengono condotti a Piazza del Popolo davanti a Mastro Titta e qui, senza il conforto dei Sacramenti, malgrado l’intervento di un povero frate che irrompe presso il patibolo, vengono giustiziati. Decapitato per primo Targhini, Montanari salendo sul patibolo, dice ironicamente al boia "Siete l'omo più moderno de Roma". Per parte sua Mastro Titta nelle “Memorie di un carnefice scritte da lui stesso”, a proposito di questa condanna, fra l’altro, scrive: “ ... decapitai al Popolo Leonida Montanari e Angiolo Targhini, due cospiratori contro il Governo di Sua Santità, appartenenti alla setta dei Carbonari, i quali avevano gravemente ferito un loro compagno, tale Spontini, sospettando che li avesse traditi e denunziati all'autorità … “ “ … giunti sotto il palco, che avevo eretto durante la notte, col concorso del mio aiutante, Targhini prima e Montanari poi scesero colla maggior franchezza di questo mondo, e ne salirono i gradini circondati dai confortatori, saltellando quasi … “ “ … li legai solidamente ai polsi, perché avevano rifiutato di lasciarsi bendare, poi spinsi innanzi Angelo Targhini, che porse il capo sorridendo alla ghigliottina e in un secondo fu spedito. Leonida Montanari mi salutò beffardamente dicendomi: “Addio collega” e fece poi come il Targhini e come il Targhini lo spedii al Creatore … “ “ … morendo, sia Targhini che Montanari si dichiararono "innocenti, carbonari e non credenti”… "non abbiamo conto da rendere a nessuno: il nostro Dio sta in fondo alla nostra coscienza …" Targhini e Montanari furono sepolti entrambi al Muro Torto, in una terra sconsacrata dove finivano: suicidi, ladri, vagabondi e prosti- tute. “In nome del Papa Re” è il secondo film della “trilogia” nel quale ricorre il tema del rapporto tra popolo e aristocrazia romana con il potere pontificio ed è ispirato alla condanna a morte di Giuseppe Monti e Gaetano Tognetti. La famosa trilogia del regista romano Nell'ottobre del 1867, la Roma pontificia guidata da Pio IX, Giovanni Maria Mastai Ferretti, è sconvolta da un attentato dinamitardo compiuto nelle fogne della Caserma Serristori, dove perdono la vita ventitré zuavi pontifici francesi. La contessa Flaminia, madre segreta del rivoluzionario Cesare Costa, accusato insieme agli amici Monti e Tognetti di aver compiuto tale strage, si rivolge a un giudice della Sacra Consulta, tale Monsignor Colombo da Priverno, affinché la aiuti e, per vincere la resistenza di questi, gli confessa che lui è il padre dell'arrestato. Il prelato riuscirà a liberarlo, nascondendolo in casa sua insieme alla fidanzata di lui, ma non riuscirà a intervenire a favore degli altri due arrestati che verranno condannati a morte dal tribunale ecclesiastico, nonostante la celebre arringa effettuata proprio da monsi- 11 gnor Colombo, che per questo atteggiamento sarà pesantemente redarguito dal Pontefice e dal Padre Generale dei Gesuiti. Malgrado ciò il giovane verrà ucciso in un'imboscata per mano del marito della contessa che lo riteneva l'amante della moglie. “In nome del popolo sovrano”, è ambientato a Roma e in Romagna, i fatti narrati si svolgono tra il novembre 1848 e l'estate 1849, durante la prima guerra di indipendenza italiana. Dopo l'assassinio del primo ministro Pellegrino Rossi, Pio IX capisce che è giunto il tempo di andare in esilio a Gaeta; qualche mese dopo, infatti, viene proclamata la Repubblica Romana e i francesi di Napoleone III, raggiungono l’Italia ponendo l'assedio alla città. È in questo periodo che si svolgono le vicende di vari personaggi: Cristina, moglie del marchesino Eufemio Arquati, fervente sostenitrice della repubblica, è innamorata del garibaldino Giovanni Livraghi, amico del frate barnabita Ugo Bassi, contrario al potere temporale del Papa mentre, tra i vari popolani, emerge la figura di Angelo Brunetti, detto “Ciceruacchio”. Nonostante l'intervento di Garibaldi e dei bersaglieri di Luciano Manara, gli eventi precipitano, i francesi hanno presto partita vinta e a Ugo Bassi, Livraghi e Ciceruacchio, non resta che fuggire al nord, per tentare di raggiungere l'insorta Venezia. Mentre il marchesino Eufemio Arquati e il padre pranzano con il Generale Oudinot, Cristina fugge per raggiungere l'amato Livraghi, ma invano, il capitano, infatti, caduto in mano austriaca, viene fucilato insieme a Bassi, poco dopo, la stessa sorte tocca a “Ciceruacchio”. “Perdiamo un uomo che ha amato la sua città come pochi”, diceva Gigi Proietti, ma era lo stesso Luigi Magni che sosteneva: “ … mi venne naturale fare questi film, racconto queste storie perché sono romano, perché sono nato in Via Giulia, perché al piano di sopra abitava un Monsignore, perché appena uscivo di casa sulla destra c’era la Chiesa della Buona morte con i teschi che funestavano i sogni della mia infanzia e perché queste sono le mie radici … “. Campo de’ fiori 13 XII PREMIO POGGIO BUSTONE 2016 DEDICATO A LUCIO BATTISTI G Al centro del palco del teatro Vespasiano di Rieti, la 1° classificata del concorso conoro dedicato a Lucio Battisti, Alessia Arena, insieme alla giuria iunto quest’anno alla sua XII Edizione grazie alla caparbietà del Presidente dell’ Associazione Musicale Poggio Bustone Gabriella Rinaldi e della Direttrice Artistica Maria Luisa Lafiandra quest’anno dalla storica location de “I Giardini di Marzo” di Poggio Bustone si arriva ad uno storico e bellissimo teatro di Rieti, il Teatro Flavio Vespasiano. Il fine del premio è quello di dare spazio e grande visibilità ai giovani talenti della musica d’autore italiana. Le audizioni dei ventisei finalisti tra i tantissimi iscritti di provenienti da tutte le regioni italiane si sono svolte presso i Forward Studios e la commissione ha selezionato i nove artisti che hanno partecipato alla serata finale del 22 Aprile 2016. Alessia Arena con “Malacattiva“ (Montespertoli -Firenze), Andrea De Balsi con “Come un Diamante“ (S’Angelo d’Alife - Caserta), Anna Nani con “Sakè“ (Ariano nel Polesine - Rovigo), Antipodi con “I Due Partigiani“ (Ocre - L’Aquila), Cristiana Verardo con “Autunno“ (Surano - Lecce), Livio Livrea con “Il Tempo“ (Roma), Mielagro con “Che aria tira lì ?“ (Palermo), Nico Maraja con “Buco in Testa“ (Roma), Da sx: Anonimo Italiano e Sandro Alessi Paolo Longhi con “Sai che c’è“ (Roma). Una festa incredibile per ricordare un grande artista nato a Poggio Bustone (RI) e conosciuto in tutto il mondo tanto che la mattina del giorno della serata finale gli organizzatori hanno accompagnato i finalisti, i loro famigliari e la stampa ad una visita dei luoghi vissuti da Lucio Battisti, la casa natale, la fontana su cui si sedeva per scrivere le canzoni, i famosi “Giardini di Marzo” dove si trova la sua statua… La serata, presentata magistralmente da Maria Luisa Lafiandra ha visto la vittoria di Alessia Arena con “Malacattiva“, al secondo posto Livio Livrea con “Il Tempo“ e terza Cristiana Verardo con Al centro della foto il 2° classificato, Livio Livrea “Autunno“. Il Premio Personalità Artistica è andato a Nico Maraja con invece in un servizio di promozione stampa “Buco in Testa“ insieme al Premio per la di sei mesi messo a disposizione grazie ad miglior cover. Ha aperto la serata Simone una borsa di studio offerta dalla FondaCocciglia, vincitore del Premio lo scorso zione Varrone. Una serata straordinaria anno con il suo inedito che ha coinvolto il numeLa Pozzanghera ed ha roso pubblico intervenuto chiuso la serata Anocon brividi ricevuti dalle nimo Italiano con una interpretazioni canore di splendida interpretatutti i finalisti e non ulzione di Emozioni, comtimo dalla professionalità ponente della giuria e dall’umanità dimostrata insieme ad un grande nel presentare dal Maria del mondo musicale itaLo splendido teatro Vespasiano di Luisa Lafiandra che anliano Detto Mariano. Al primo classificati Rieti dove si sono svolte le premiazioni cora una volta ha chiesto, del concorso canoro ringraziando i numerosi andrà una giornata di sponsor della manifestaregistrazione presso i Forward Studios, al secondo sei mesi di zione, un’aiuto maggiore da parte delle istipromozione offerti da 4Arts Spettacolo e tuzioni per un Premio importante dedicato Lavoro ed infine al terzo il negozio di stru- al ricordo di una grande interprete ed aumenti musicali Musicisti di Rieti offrirà ma- tore nativo della nostra regione ed in maniera particolare di Poggio Bustone. teriali musicali per un valore di 300 euro. Sandro Alessi Il Premio alla Personalità Artistica consisterà 14 Campo de’ fiori 2001-2016. Breve ricordo di Indro Montanelli, a 15 anni dalla sua scomparsa S ono trascorsi quindici quasi anni dalla morte (luglio 2001) di Indro Montanelli, il giornalista toscano che fin da bambino fu immerso, familiare, di Bruna Ferrini nell’ambito nella lettura della carta stampata. Da grande, e quasi per caso, passò alla scrittura sui quotidiani più letti nel mondo. Immaginarlo oggi con il giornale preferito dai nonni, La Nazione, messo sotto il braccio, è come vederlo tornare bambino nella villa “La veduta” di Fucecchio alta, a metà strada tra Firenze e Pisa, dove era nato (aprile 1909) e dove abitava con la famiglia materna. In quella casa, fin dalle prime luci del giorno, ferveva l’ansia delle notizie ed allora si muoveva in bicicletta il postino Armando ed entravano i giornali ancor prima degli amici, secondo quanto si raccontava in giro. Il nonno Antonio, che vi leggeva il resoconto di qualche “prima” alla Scala, in particolare di Puccini in quanto suo amico di caccia, era abbonato al Sole (24ore) ed al Secolo (d’Italia), così familiarmente venivano indicati da lui i quotidiani, ma le preferenze di tutti andavano a La Nazione in edicola dal 1859 e distribuito sette giorni su sette. Di tutti e tre aveva il portacenere di maiolica con iscritta la testata, quale dono come abbonato , ma su quello della Nazione, ricorderà più tardi lo stesso Montanelli, “Mio nonno non ammetteva che si posasse altro sigaro che il suo e ne pretendeva un’accurata pulizia serale”. La prima lettrice era la nonna “ Eduige” (Edvige) che sbirciava nella categoria dei defunti “per avvertire tutti quei di casa e per deliberare” ovvero ”inviare un telegramma, una lettera, o una corona di fiori” a seconda delle opportunità del caso. Allora lui, il bimbo- scolaro Montanelli, sgattaiolava via con La Nazione sotto il braccio per andare a leggerla a Gallo, dove Gallo sta per il fedele servitore che sempre ne ascoltava la lettura con l’incrollabile certezza che, da quel ragazzo, un giorno, “ne Anni ‘40. Indro Montanelli e Margarethe De Collins De Tarsienne, la moglie austriaca. sarebbe venuto fuori qualcosa”, mentre la nonna gli passava La Nazione con aria distratta forse “ trovando altamente pedagogico il fatto che io mi sforzassi di dare un senso alle parole stampate prima ancora di capire cosa dicevano”. E quando, tanti anni dopo, si sparse la notizia che Indro avrebbe fatto il giornalista “Eh, dissero, col tirocinio che ha avuto fin da ragazzo…” Ma il primo tirocinio giunse più tardi con un articolo sulla “Frusta” di Rieti e poi sul “Frontespizio” la rivista diretta da Piero Bargellini ed intitolato nientemeno “Byron e il Cattolicesimo”. L’orgoglioso Indro racconta di averlo lasciato in bella vista sul tavolo del nonno, accanto all’amato portacenere, con la speranza di averne parole di lode. Ma “ Be’, cos’è questa roba” fu la sua curiosa e deludente domanda dopo averlo sfogliato tutto. In cerca di una spiegazione plausibile, Montanelli dichiarò di trattarsi di una problematica religiosa, al che il nonno commentò: “ Ho capito, è roba di preti”. Per il giovane aspirante giornalista, quella qualifica suonava offensiva e rispose che non era vero, che i preti non c’entravano affatto, ma che “E’ collaborando a queste riviste, che si diventa giornalisti !”. Di tutt’altro parere il nonno che “sobbalzò e prendendo in mano La Nazione, agitandomela spalancata sul muso, tuonò: Giornalisti sono soltanto quelli che scrivono qui!”. Come sappiamo, lui giunse ben oltre ed i quasi quarant’anni al Corriere della Sera hanno lasciato alla partenza il buon ricordo di nonno Antonio. Poi,come oggi sempre di più accade, i giovani si allontanano dai luoghi natii e fu quanto avvenne per Indro che, lasciati i cari nonni nella villa nobiliare di Fucecchio-alta, subì gli spostamenti anagrafici del padre Sestilio, preside delle scuole liceali, trasferito prima a Rieti e poi in Sardegna sempre accompagnato dalla moglie Maddalena Doddoli, l’amatissima madre che seppe essere vicina ad Indro specie quando fu colpito per la prima volta dall’oscura malattia che lo perseguitò per tutta la vita. Lui stesso ne descriverà i sintomi ed il modo per superarli, in una specie di rincorsa verso la solitudine, nel racconto “La Morte” nel suo libro Gente Qualunque. “La prima volta che fui malato avevo undici anni. Mi svegliai d’improvviso la notte con un gran tremito che faceva ballare il lettino di ferro sul quale giacevo, mi sentivo morire, ecco, e non volevo. Il terrore mi faceva aggrappare al collo di mamma , .. durava qualche ora , poi d’improvviso il pianto scioglieva il Campo de’ fiori nodo”. Ma l’angoscia fu tale che gli fece immaginare anche una fine sopportabile (dopo la sua morte): “Essa avrebbe potuto farmi , in seguito, un fratellino e mettergli il mio nome, questo l’avrebbe consolata e il ricordo di me sarebbe svanito”. Fu costretto ad interrompere la scuola “prima di morire”, ma si diede alla lettura del Leopardi imparando a memoria “Le Ricordanze” mentre con il padre prese a frequentare la Chiesetta della Solitudine a Nuoro, la città “ bella e selvaggia “ dove si trovava con la famiglia. Fu allora che il pensiero della morte cominciò a colorarsi di un violetto sul grigio , il colore che vedeva nei capelli del padre e come un velo nelle rughe della fronte, sintomo di quella morte dalla quale “non mi liberavo” e “non me ne sono liberato mai più”. Ma va ricordato che, dagli anni 1939-40 nei quali scrisse queste parole ,ne sono passati circa altri sessanta prima che la sua vera morte giungesse a sollevarlo dall’idea funebre che ne ebbe! E quale vita l’avrebbe coinvolto ed allontanato da quelle braccia materne nelle quali si rifugiava e da quell’ultima carezza che ne ebbe! Rimpianta poi per tutta la vita! Ci furono altri momenti in cui Montanelli fu vicino alla morte, come in prigione e come in pace, in cui subì il ferimento della gamba attraverso vicissitudini a dir poco tragiche, ma infine se la cavò sempre con molta fortuna fino ai novant’anni suonati. E se “la morte somiglia all’uomo più di quanto non gli somigli la vita“, cosa in cui credeva, possiamo aggiungere che la vita vissuta da Montanelli fu dapprima quella di un valente giovane universitario approdato a tre lauree, e poi quella di un giornalista sempre al seguito 15 Montanelli e Marisa Rivolta. riposano accanto alla tomba, in Fucecchio, di importanti eventi ed in continuo viaggio dell’unica donna che ha avuto la capacità attraverso numerose città del mondo, condi “avvolgerlo” nelle sue braccia, la madre, clusa con una morte discreta e vegliata aiutandolo nel superamento della temuta e dall’amore di una donna silenziosa e semal sopportata nevrastenia o come direna. Il suo nome è risuonato in occasione remmo oggi, del disturbo bipolare. Il tutto del decennale della morte, Marisa Rivolta, nel pieno rispetto della volontà espressa ed ha avuto gli onori della cronaca in nell’ultimo suo scritto. quanto ha rappresentato per lui, in una MiChissà, forse, avrà ancora e per sempre, lano lontana da Roma quanto bastava, la accanto a lui, il nonno Antonio con La Naquiete di un discreto salotto e la pace di un zione, il Gallo al quale leggerla, il suo faaffetto sicuro. moso cane Gomulka che tutti i romani di Almeno per quanto si racconta perché le Piazza Navona, dove ha abitato, conoscedonne, nella sua vita, sono state tante e di vano. Comunque, l’importante è che milioni loro ne è stata fatta una descrizione tale da di Gallo, ovvero lettori, ne abbiano letto le apparire, quanto meno, che siano state cronache, le storie, i libri, i resoconti, le amate ciascuna al momento giusto e con commedie, il Generale della Rovere e le nol’amore opportuno. Tanto per cominciare e tizie che hanno invaso le pagine del Corcon documenti alla mano, il Montanelli sotriere, de Il Giornale, de La Voce, totenente degli Ascari in Abissinia sposò quest’ultimi due da lui fondati, e il suo una “ madama”, ovvero un’ abissina di do“Garibaldi” raccontato in seicento vivaci padici anni (giusta età per le donne di colore), gine, al quale ha voluto dare nuova vita e “ poi, in giro tra Romania, Spagna, Finlandia, dimensioni umane” per consegnarlo alla Svezia, Norvegia, Bulgaria, Jugoslavia, s’inStoria. Per riportarlo a terra “dai cieli astratti namorò di un’ austriaca dal nome altisodella mitologia “nei quali era finito. nante Margarethe De Collins De Tarsienne dalla quale divorziò senza rimpianti, (“corsi i piace aggiungere in coda a questo il pericolo di andare in giro vestito da tiroarticolo della cara Bruna, un mio rilese!) poi fu la volta della più nota Colette cordo personale del garnde Indro. Rosselli, la donna Letizia della fortunata ruEra il mattino di un Capodanno degli utlimi brica della rivista Grazia, tutrice attenta del anni ‘70 e lo incontrai, con mia grande forquotidiano vivere romano del maturo sposo tuna, a Piazza Navona. Mentre ero fermo a (feci allungare i calzini degli uomini italiani”) guardare le vetrine di Bertè, con le splenCosì si racconta, per la cronaca, ma la vita dide bambole di porcellana, mi passò acdi Montanelli per gli esperti biografi è tutcanto. Ebbi, così, modo di augurargli, t’altro che nota: ci sono ancora aree da intimidamente, il buon anno. Contraccambiò dagare, città da cui partire, domande che con un benevolo sorriso che, oggi posso gravano su di una vita che soltanto persodire, mi fu di buon auspicio per quello che nale non è mai stata. Se questa continuerà ho modestamente realizzato. ad interessare i curiosi, la vita del giornalista Senza presunzione. si è conclusa come avrebbe voluto: le ceneri Sandro Anselmi M Montanelli e Colette Rosselli Campo de’ fiori 16 FUOCOAMMARE P iù di un anno di permanenza a Lampedusa di Gianfranco Rosi. Racconta la storia di Samuele che ha 12 anni, va a scuola, ama tirare con la fionda e andare a caccia. Gli piacciono i giochi di terra, anche se tutto intorno a lui parla del mare e di uomini, donne e bambini che cercano di attraversarlo per raggiungere la sua isola... - ORSO D’ORO, PREMIO DELLA GIURIA ECUMENICA, AMNESTY INTERNATIONAL FILM PRIZE BERLINER, PREMIO DELLA GIURIA DEI LETTORI DEL “MORGENPOST” AL 66. FESTIVAL DI BERLINO (2016). - CANDIDATO AI DAVID DI DONATELO 2016 PER: MIGLIOR FILM, REGISTA, PRODUTTORE E MONTATORE. Gianfranco Rosi è davvero un caso. Dopo aver concluso l’università in Italia nel 1985 si trasferisce a New York e si diploma presso la New York University Film School. In India, produce e dirige il suo primo mediometraggio, “Boatman”, presentato con successo a vari festival internazionali tra i quali il Sundance Film Festival, il Festival di Locarno e il Toronto International Film Festival. Nel 2008, il suo primo lungometraggio “Below Sea Level”, girato a Slab City in California, vince i premi Orizzonti e Doc/It alla Mostra di Venezia dello stesso anno. Il film si aggiudica anche il Grand Prix e il Prix des Jeunes al Cinéma du Réel del 2009, il premio per il miglior film al One World Film Festival di Praga, il Premio Vittorio De Seta al Bif&st 2009 per il miglior documentario ed è candidato come miglior documentario all’European Film Awards 2009. Nel 2010 gira il lungometraggio “El sicario - Room 164”, film-intervista su un killer pentito dei cartelli messicani del narcotraffico e vince il Fipresci Award alla Mostra di Venezia e il premio Doc/It come migliore documentario dell’anno. Vince poi come miglior film al DocLisboa del 2010 e al Doc Aviv del 2011. Nel 2013 vince il Leone d’oro al festival di Venezia con “Sacro GRA”, candidato anche come miglior documentario all’European Film Awards 2014. È stato docente presso la New York University Film School, la SUPSI di Lugano e alla HEAD di Ginevra. Insomma, non sbaglia un colpo. E fa ancora centro con questo suo “Fuocoammare”, che sbanca la Berlinale. Migliora con l’età, come il buon vino. Con questo film raggiunge il massimo della qualità cinematografica. Ci si aspetterebbe di essere subito assaliti dalle immagini tragiche dei migranti. Ed invece il film parte e si sofferma sul racconto della quotidianità del lampedusani. Si sofferma in particolare su Samuele Pucillo, 12 anni, con il cinema nel destino di sangue, essendo fratello d’arte del più grande e famoso Filippo (ben tre grandi film con Crialese, “Respiro”, “Nuovo Mondo” e “Terraferma”, ed un ruolo da protagonista assoluto in “Piede di Dio”, di Luigi Sardiello). Il film analizza il respiro dell’isola e dei suoi isolani. Sale lentamente. Affascina, affabula lo spettatore. Solo dopo, parecchio dopo, arriva, prepotente, lo strazio dei profughi. Ed arriva senza sconti. Ma senza ricatti emotivi. Senza voyeurismo. Solo la forza della realtà. Senza ulteriori sottolineature. Un capolavoro. Girato, montato e musicato sull’isola (e non è cosa che si vede di frequente). Da non perdere. di Catello Masullo TITOLO: FUOCOAMMARE REGIA: Gianfranco Rosi SCENEGGIATURA: Gianfranco Rosi INTERPRETI PRINCIPALI: Samuele Caruana ... Himself Pietro Bartolo ... Himself Mattias Cucina ... Himself Giuseppe Fragapane ... Himself ... Herself Maria Signorello Samuele Pucillo ... Himself Francesco Mannino ... Himself Maria Costa ... Herself ... Himself Francesco Paterna PRODUZIONE: GIANFRANCO ROSI, DONATELLA PALERMO, SERGE LALOU, CAMILLE LAEMLÉ PER 21UNO FILM, STEMAL ENTERTAINMENT, ISTITUTO LUCE-CINECITTÀ, RAI CINEMA, LES FILMS D’ICI, ARTE FRANCE CINÉMA ORIGINE : ITALIA, FRANCIA - 2016 DISTRIBUZIONE : ISTITUTO LUCE-CINECITTÀ/01 DISTRIBUTION DURATA: 108’ SOGGETTO: DOCUMENTARIO FRASI DAL CINEMA : “Lampedusa ha una superficie di 20 km2, dista 70 miglia dalle coste africane e 120 miglia da quelle italiane. Negli ultimi 20 anni 400.000 profughi sono arrivati. Si stima che nel tentativo di attraversare il canale di Sicilia siano morte 15.000 persone” (scritta posta ad esergo iniziale). “Sono bagnati di nafta, se accendo un accendino prende fuoco!”. (poliziotto addetto alle perquisizioni a proposito dei profughi). “le barche lanciavano i razzi e sembrava che ci fosse il fuoco a mare. Fuoco a mare? Si, il mare diventava rosso. Era tempo di guerra!”. (la nonna e Samuele Pucillo). “Dedichiamo a richiesta Fuocoammari!”. (il conduttore rediofonico). “Questa è la nostra testimonianza. Non potevamo restare in Nigeria. Ci bombardavano. Siamo scappati verso il deserto. Molti sono morti nel Sahara. Siamo arrivati in Libia e c’era l’Isis e non potevamo restare. Siamo andati nel mare. Molti sono morti. Siamo rimasti vivi solo 30... molti sono stati imprigionati in Libia. In prigione ci picchiavano tutti i giorni, non c’era da mangiare e da bere. Alcuni sono rimasti in prigione in Libia più di 6 anni!”. (Profugo). “E’ dovere di ogni uomo, che sia un uomo, aiutare queste persone!”. (il medico). “Amici mi dicono : tu ne hai visti tanti... è vero, ma come si fa ad abituarsi a vedere bambini morti?”. (il medico). VALUTAZIONE SINTETICA (in decimi): Leggenda: CAPOLAVORO: 10 DA NON PERDERE: 8 DISCRETO: 6 DA EVITARE: meno di 6 8 Campo de’ fiori 18 LA RUBRICA DEGLI EROI Dedicata ai combattenti della Grande Guerra di Civita Castellana Don Costantino Pelinga e il Caporal Maggiore Pietro Meloni di Arnaldo Ricci Premessa: si ringrazia la sig.ra Maria Meloni, nipote della Medaglia d’Argento Pietro Meloni per avermi fornito alcune informazioni utili alla ricostruzione storica delle gesta del nonno. erano più vulnerabili ma i nostri soldati resistettero tenacemente in quella zona, considerata “ la porta di sbarramento della riva [email protected] In questa parte tratterò le gesta eroiche di altri due civitonici, cantate (sempre in forma poetica) dal Franci, nelle pagine 28 e 29 del suo libretto: Il Tenente Cappellano Don Costantino Pelinga, decorato con la medaglia di Bronzo nonché il Caporal Maggiore Pietro Meloni, decorato con la Medaglia d’argento. Il sacerdote civitonico Don Costantino Pelinga, Tenente Cappellano, era inquadrato nel 63° raggruppamento artiglieria d’ assedio; egli fu decorato della Medaglia di Bronzo al valor militare per un’azione eroica avvenuta durante la famosa battaglia definita dal D’Annunzio “battaglia del solstizio“, essa viene anche ricordata come seconda battaglia del Piave; si svolse fra il 15 ed il 22 giugno 1918 e si concluse con una indiscutibile vittoria italiana. Il Tenente civitonico Don Costantino, si trovava ad espletare la sua funzione di Cappellano, proprio sul fronte denominato Tomba – Monfenera, quando il 15 giugno 1918 iniziò l’ultima disperata grande offensiva dell’esercito austro- ungarico. Il 22 giugno, alla conclusione dell’offensiva, si contarono 150.000 soldati fra morti feriti o dispersi nelle fila degli austriaci e 90.000 fra quelle italiane. Il fronte della battaglia andava dall’altipiano di Asiago fino al Grappa con particolare accanimento del nemico proprio sul TombaMonfenera, dove le fortificazioni italiane destra del Piave”. Monte Tomba e Monfenera come appare oggi nella valle del Piave Don Costantino Pelinga fu decorato con la Medaglia di Bronzo al valor Militare con la seguente motivazione: “…..Pelinga Don Costantino, da Civita Castellana Cappellano militare 63° raggruppamento artiglieria assedio – Cappellano militare di un raggruppamento d’assedio, esplicò la sua missione, durante una offensiva nemica, con spirito di abnegazione ed alto sentimento del dovere. Sebbene la batteria presso cui si trovava fosse sottoposta ad intenso bombardamento con proiettili a gas ed ordinari, egli percorse ripetutamente le zone battute, portando dovunque la sua parola di conforto e compiendo con mirabile freddezza il suo ufficio pietoso laddove più forti erano le perdite - Fronte Tomba-Monfenera, 15-16 giugno 1918….” Continuando a sfogliare il libretto, a pagina 29 è scritta la poesia dedicata a Pietro Meloni; egli era un Caporal Maggiore civitonico che si guadagnò la Medaglia d’Argento al valor Militare in una eroica azione. Probabilmente a Civita Castellana molti, fra i quali anch’io, si ricordano del personaggio Empo Meloni: egli era figlio di Pietro, protagonista di questa ricostruzione storica: Empo era un vigile urbano conosciuto da tutti negli anni ’50 e ’60. Ricordo Empo, a bordo del suo camion autobotte che lavava con potenti getti le strade di Civita Castellana… usando una espressione dialettale per ricordare Empo: ”….Si nun te scanzavi te fraciava….”. Il Caporal Maggiore Pietro Meloni si guadagnò la sua Medaglia d’argento al valor Militare durante la battaglia del monte Ortigara, come la definiscono gli storici; essa si svolse tra il 10 ed il 29 giugno 1917 con le truppe italiane all’offensiva; ma alla conclusione di essa, per il nostro esercito, questa battaglia fu considerata un fallimento totale. Vi furono 25.000 perdite fra gli italiani ed 8.000 fra gli austro-ungarici. Il civitonico Pietro Meloni, faceva parte della brigata “ Pesaro” , composta dai reggimenti 239° e 240° fanteria, comandata dal Magg. Gen. Angelo Rodino. Il giorno 10 giugno 1917 la “Pesaro“ viene lanciata all’attacco delle postazioni austriache di Casera Zebio definita anche sui bollettini, quota 1707; il 239° reggimento del quale fa parte il Meloni, viene arrestato dalle numerosissime mitragliatrici nemiche; in questo attacco trovano la morte 7 ufficiali del reggimento, tra i quali il comandante Aldo Dalla Noce oltre a 217 componenti della truppa, ma fortunatamente Pietro, anche se ferito seriamente, sopravvisse ritornando poi a Civita Castellana. Purtroppo in queste azioni belliche si verificarono due gravi episodi: il primo fu l’esplosione anticipata di una potente mina italiana che era stata posta sotto le postazioni nemiche, con l’uccisione di 200 nostri militari nonché errori di tiro dell’artiglieria, sempre italiana, che finì per colpire le nostre truppe! Ebbene, il Meloni fu decorato della Medaglia d’argento al Valor Militare proprio il 10 giugno 1917 dopo poche ore che era partito l’attacco del 239° reggimento, con la seguente motivazione: “………Meloni Pietro, da Civita Castellana – Caporal Maggiore reggimento di fanteria matricola 629 – Comandante di una piccola guardia sulla linea di vigilanza, durante un’irruzione di nostre truppe, rimasto gravemente ferito alla faccia, da una scheggia di granata avversaria, sanguinante e dolorante, con mirabile fermezza, rimaneva saldo e vigile sul posto, incorando con l’esempio e con la parola i dipendenti, finché gli fu tassativamente ordinato di lasciarsi trasportare al posto di medicazione – Casera Zebio – Pastorile, 10 giugno 1917….” ……Continua sul prossimo numero… Campo de’ fiori 19 L’Agrimonia...tutta in dolcezza! Una pianta dalle grandi proprietà astringenti e non solo... U na pianta astringente eccellente per i mal di gola, gengiviti, diarree e per regolare il tasso di zucchero nel sangue... di Josiane Marchand Naturopata crezioni biliari e stomacali. Pensate, può riassorbire una itterizia del neonato. L’amarognolo quindi è la sua prima qualità.... Se cercate l’Agrimonia (Agrimonia Eupatoria), la via più breve è comprarla in Erboristeria o in Farma- losa per il grave rischio di disidratazione soprattutto nei bambini più piccoli. E’ anche un ottimo rimedio per rallentare il passaggio dello zucchero nel sangue. La glicemia è regolarizzata anche in caso di Diabete di tipo 1 conclamato. Aggiustando il trattamento allopatico di conseguenza con il proprio medico, si può pensare ad una terapia parallela. cia. E’ comunque una pianta facile e poco esigente da coltivare nel proprio giardino. E se la incontrate nel corso delle vostre passeggiate, la troverete nei campi o sui sentieri all’ombra. E’ conosciuta e si trova in tutta Europa: è alta 40/60 cm con fiori gialli a 5 petali disposti in spiga. Dopo l’impollinazione si formano delle testoline, i frutti, che si attaccano ai vestiti. Quando riuscite ad identificarla non vi sono confusioni possibili se non con un’altra specie molto simile, L’Agrimonia Odorosa che comunque possiede le stesse virtù! Attenzione: potrebbe essere specie protetta in alcune regioni. Sappiate che l’Agrimonia funziona laddove altre piante falliscono perché dolce! Certo, contiene principi amari come tante altre piante ma i suoi sono abbastanza dolci da poter essere somministrati ai bambini. Le persone “sensibili” la sopportano benissimo anche per una cura prolungata. Questa sua dose di amarognolo migliora guarda caso in dolcezza- la digestione, attivando le se- La seconda qualità? I suoi tannini... L’Agrimonia contiene tannini, dolci ma potenti. Sono antinfiammatori ma sopratutto astringenti, calmano e comprimono i tessuti dovunque passano. Come collutorio o in gargarismi è efficace per trattare gengiviti, afte, e anche alcuni mal di gola. Ha un effetto ricostituente sui reni, combattendo così l’incontinenza anche nei bambini che soffrono di enuresi...la famosa “pipì a letto”!!! A livello mucosa intestinale, è efficace per calmare velocemente una diarrea anche nei bambini. Ovviamente, dipende dalla causa che occorrerà trattare ricordandoci che una diarrea non controllata può essere perico- Quindi...da provare! L’Agrimonia fiorisce da giugno a ottobre a seconda delle regioni. Si raccolgono le parti aeree fiorite. Fresche o dopo essiccamento, se ne possono fare infusi. Se volete invece andare in erboristeria, comprate la pianta, sotto forma di estratto fluido o idroalcolico. Per gli infusi, la dose è di 30 a 50 gr per litro d’acqua 3 volte al giorno. Per un gargarismo o un risciacquo della bocca, fate un decotto di 15 minuti con 100gr per litro. Per l’uso dell’estratto, leggete bene le etichette. Ricordatevi di NON ricorrere all’Agrimonia in caso di stitichezza cronica! Dimenticavo: i tannini sono antidiarroici, vasocostrittori ma anche antinfiammatori e antiossidanti. Abbiate sempre cura di Voi!!! 20 Campo de’ fiori Infermieri killer? P remettendo che il titolo esatto dovrebbe essere: due INFERMIERI SOSPETTATI DI ESSERE SERIAL KILLER all’ospedale di Piombino e nel bergamasco, e dovrebbe del Prof. vedere usata una metoSergio dica valutativa identica a Funicello quella di altre categorie. Analizzerò i fatti dal mio punto di vista, sul perché e per come eventuali responsabilità ci siano state da parte di organi preposti a vigilare. In poche parole potrebbe essere che si tratti di killer veri, in concorso di colpa con altre figure sanitarie. Personalmente, come medico legale, per mia cultura ho esperienza di MANIFESTO NON CONTROLLO e NON PREVENZIONE sui posti di lavoro, di soggetti mediamente o gravemente psicolabili che siano preposti alla direzione o comunque DIRIGENTI di strutture semplici o aziendali. Ovviamente questo accade nelle ASL, negli ospedali, nei cantieri, nella sanità di compagnie aeree (caso tedesco indicativo) e si manifesta dentro o fuori (come nel caso dell’infermiere napoletano già oggetto di un mio articolo). Le patologie maggiormente sotto accusa sono chiaramente le psichiatriche spesso sottostimate sia per un retaggio culturale di qualche, sia pur oggi raro medico legato a “niente dolore manifesto niente malattia” e per i quali la patologia mentale è ancora una sceneggiata (pochi, ma ahimè esistono). Presidenti di commissione medico legali che continuano a non dare l’assistenza per patologie gravi certamente, ma, a volte, imparagonabili per gravità a patologie psichiatriche anche devastanti, che tale vantaggio non ottengono. Esistono poi, a mio avviso, condizioni gravissime dove per raccomandazione o per pietas, per ripicca o altro motivo il collegio medico, o spesso per non perdere un’unità lavorativa, concede ”tout malgré” l’autorizzazione ad esercitare a soggetti con gravi alterazioni mentali che abbiano a che fare con i malati in reparti clinici o, condizione solo di poco meno grave, con il pubblico oltre a concedere loro l’autorizzazione alla guida sia pur sotto controllo magari annuale o biennale. Che cosa faremo il giorno in cui il dottor/sig. XXX (infermiere o medico o ausiliario che sia) per sua mania di onnipotenza dovesse decidere di uccidere un numero imprecisato di pazienti o di utenti? Parleremmo d’imponderabile? Di fato? Lo faremo anche difronte a segnalazioni da chi il sospetto lo aveva avuto? Lo faremo anche di fronte al fatto che si siano mandati a “comandare” personaggi non addestrati a prendere simili decisioni? Parlo di carenze universitarie, scuole di specializzazioni mai frequentate o master seri, ecc. ecc. E‘ cattivo od infame il dirigente che chiede che vengano presi, caso per caso, provvedimenti e che costui magari venga anche sanzionato per questo? Sarebbe fantascienza, sempre che questa condizione si venga ipoteticamente a creare, ritenere un correo negli omicidi colui o colei che per interessi extra abbia permesso all’assassino/a di agire coprendolo? Ora io non do per niente per scontata la colpa della infermiera di Piombino o del bergamasco . ma se così fosse, possibile che nessuno se ne sia mai accorto? Possibile che nessuno abbia controllato l’incongruenza numerica tra le fiale di eparina e le indicazioni sul loro utilizzo non fosse altro che per un sospetto mercantile in un’epoca che si parla tanto di spending review? Il deceduto per patologie della coagulazione presenta dei segni ben precisi visibili che appaiono sospettabili già prima dell’autopsia ovvero alla semplice ispezione cadaverica che, purtroppo, non viene eseguita pensando alla morte per cause non naturali, dell’”escludere che” facente parte della forma mentis del medico legale, ma del “confermare che” facente parte di colui che medico legale non è. Sono stato criticato per aver messo a disposizione dell’A.G. salme di soggetti ricoverati che presentavano estese piaghe da decubito, esiti di fratture non meglio descritte in cartella clinica (non escludenti maltrattamenti o incuria), ma oggi, sentendomi spalleggiato purtroppo dai fatti, per mille volte lo rifarei. Colpe certe e plurime per i sospetti infermieri killer? Non lo so perché è troppo presto per affermarlo e non sarei un serio medico legale se lo facessi. Correi per fatti non commissivi, ma omissivi e forse neanche in cattiva fede, altri personaggi? Non avendo prove in mano non me sentirei di affermarlo, ma vi chiedo: ve la sentite di escluderlo? Io no! Signori ricordate che siamo in un paese dove si accusa, badate sono convinto della colpevolezza, di reato di disastro marittimo con strage chi, si dice, impegnato sul ponte di comando in pratiche sessuali (a questo credo meno) mentre in sanità si lascia che soggetti assolutamente in condizioni di patologie psichiatriche conosciute e, non possiamo escluderlo, probabilmente segnalate come tali, dirigano strutture più o meno delicate o abbiano libertà di azione perché valutate da chi non ha titolo e capacità di farlo. Insomma è il vecchio detto: CHI CONTROLLA I CONTROLLORI? A mio avviso eventi del genere potrebbero essere figli dell’imponderabile solo nei casi inizino e si risolvano nel giro di uno/due mesi, ma oltre NO. Fuori da questi casi con spazi temporali di semestri o addirittura anni, scusatemi ma la copertura non dico sia certa, ma verso essa mi pare sacrosanta una “legittima suspicione”. Possibile che l’ispezione cadaverica, a descrizione degli eventi del medico di guardia, o il suo non essere mai stato allertato non facciano scattare il campanellino del dubbio e, peraltro, presentandosi in breve lasso di tempo uno dall’altro? D’altra parte superando le ben più gravi accuse potenzialmente possibili, mi vengono immediatamente in mente le colpe in eligendo e in vigilando che per chi non le conoscesse sono presenti nel nostro ordinamento (Cassazione 27/05/2010 n 12971: La culpa in eligendo e la culpa in vigilando in capo al Committente) La culpa in eligendo si ha quando il datore di lavoro sbaglia a scegliere (eligere) ad esempio un docente, un certo consulente, una certa organizzazione del lavoro e questa sua scelta causa danni al o dal lavoratore. La culpa in vigilando si ha quando il datore di lavoro (la ASL lo è), anche avendo fatto una buona scelta di una certa macchina, di un certo docente, una certa organizzazione del lavoro non organizza un controllo, cioè non vigila, per assicurarsi che vengano comunque spettate le norme di prevenzione infortuni e di tutela della salute. Speriamo che ora le colpe ed in seguito il rischio siano evidenziate il primo momento per amor di giustizia ed il secondo per tentare di salvare vite o, meglio ancora, prevenire gli eventi. Sono napoletano ma se c’è una canzone che odio è quella che fa “chi ha avuto, ha avuto, ha avuto... chi ha dato, ha dato, ha dato, scurdammece o passato...” La canzone della resa e della fatalità contro cui non possiamo. (n.d.a.: l’articolo è stato scritto prima della decisione del tribunale del riesame). R onciglione : Campo de’ fiori 22 LA STORIA, LA LEGGENDA, LE ORIGINI R onciglione è sicuramente un borgo formatosi da una cittadina etrusca esistita ad un chilometro di distanza sul versante meridi Roberto dionale del crinale attorno Ragone al Lago di Vico. Di questa città è stato ritrovato l’acquedotto e individuata la zona cimiteriale. La prima salita della strada per Viterbo, a partire dal tratto pianeggiante detto ‘La Croce di Vico’, è chiamata ‘La Salita dei Condutti’. Nessuno avrebbe saputo spiegare l’origine di questa definizione, poiché la minuscola tubatura d’acqua fatta installare dal cardinale Alessandro Farnese per alimentare la fontanina del villaggio, eretta nei pressi di S. Lucia, non sarebbe stata sufficiente a dare un nome così importante alla salita. Ma la spiegazione è stata trovata. Sul terreno sovrastante la salita è stato individuato a destra un lungo muro affiorante dalla terra, della larghezza di oltre un metro. Proviene dal Piano di S. Rocco e scende verso il vallone di lacerazione che doveva scavalcare con un ponte, perché sul lato opposto il muro prosegue discendendo verso la via Cimina, per salire sulla collinetta del Parietario (o Paretaro), che percorre per tutta la sua lunghezza, giungendo all’altra estremità dopo aver descritto un arco. E’ indubbio che tutto ciò costituisca un acquedotto, perché nel tratto in discesa fra il vallone e la via Cimina una frana del muro rivela che esso rinchiude una cunetta alta circa un metro e dieci centimetri, larga 39, e chiusa in alto con una piccola volta ogivale. Tutto ciò è certamente sorprendente, perché dimostra che gli Etruschi conoscevano anche l’arco a sesto acuto, e non ignoravano il principio dei vasi comunicanti, per cui l’acqua può salire dal basso in alto. Il muro a calcestruzzo, eretto con pietre del posto, regge a qualsiasi ingiuria del tempo o degli attrezzi. E’ interessante notare che nella collina del Parietario si trovano molti frammenti di tegoloni antichi e ‘tufelli’ di pietra, che dovettero appartenere a muriccioli fatti alla maniera dell’’opus reticolatum’, cioè con tufelli disposti a croce. I tufelli dovettero servire per arche cinerarie coperte da tegoloni, alla moda etrusca per i poveri. Questo fa pensare che il Parietario fosse la zona cimiteriale di una città scomparsa. Nei piccoli meandri di un’antica costruzione, simile ad un baluardo diroccato, sul versante nord-ovest della collina prospiciente il lago, i muri sono fatti di tufello ad ‘opus reticolatum’, e anche questo fa pensare ad una costruzione funeraria. Così il rudere quadrato che si trova a Piazza Vascella, altra denominazione dal significato sconosciuto, poco distante dal Parietario. Non molto distante dalla zona cimiteriale, al di là del vallone, uno scavo caratteristico denominato le ‘Grotte Catena’, dal nome del brigante che vi si nascondeva, non è altro che una minuscola necropoli etrusca. A questi elementi che fanno pensare ad una zona cimiteriale, sulla collina del Parietario, ad una trentina di metri dall’acquedotto che cammina sottoterra, è venuto alla luce un ipogeo etrusco, un muro fatto di tufelli rettangolari coperti con malta durissima, lungo un centinaio di metri. Chi lavora la terra in quel luogo ha sempre pensato che qualche loro predecessore avesse scavato quella cantina in cui si scende da un’apertura praticata nel muro, senza pensare che se neppure un chiodo può conficcarsi in quel muro, molto più difficile sarebbe stato praticarvi un’apertura. In realtà si tratta di una tomba etrusca con anticamera e cella mortuaria. Purtroppo, essendo servita da cantina e laboratorio di fuochi pirotecnici, l’ipogeo ha perso la decorazione caratteristica delle tombe etrusche di Tarquinia. Oltre a ciò, nella ‘cella’ è crollata una parte delle ultime stratificazioni dovute ad eruzione del vulcano, per cui non si può stabilire se la cella avesse, rilevata o dipinta, la trave caratteristica delle tombe etrusche; rimangono, tuttavia, all’inizio della scalinata che discende all’ipogea, sulla volta, tracce di colorazione pittorica. La volta della scalinata ha una curvatura maggiore, per cui crea l’illusione che la stessa poggi su due aggetti laterali: ciò che toglie ogni dubbio è la presenza di due ‘scassi’ nella roccia della cella, destinati a contenere le urne cinerarie. Il rettangolo di terreno compreso fra l’acquedotto e il suddetto muro risulta completamente sterile, a differenza del terreno sovrastante, dove si notano piante rigogliose. Questo fa pensare che sotto il rettangolo esistano altri ipogei e che il muro non sia altro che il frontone di tombe affiancate. Il luogo è detto dei ‘Tatocci’, cioè bambocci, forse dalla presenza di statue e coperchi di sarcofaghi etruschi con figure in rilievo del morto, come si trovano a Tarquinia. La denominazione potrebbe venire anche dalle parti di pavimento con figure umane e geometriche a mosaico messe allo scoperto nei pressi di una fontanella, non più esistente, e forse una volta quelle figure e pezzi di mosaico abbondavano in quei luoghi. La città scomparsa, di cui si è individuato l’acquedotto con la zona cimiteriale, doveva svilupparsi sul crinale delle alture del lago confluente verso la valle di erosione, che inizia poco distante dal parietario e da Piazza Vascella. Nei terreni circostanti, purtroppo, i contadini hanno fatto sparire pavimenti messi allo scoperto dall’aratro. Del resto, questa zona fino a quella delle Querce d’Orlando, sulla Cassia, fra Capranica e Vetralla, è un susseguirsi qua e là di ruderi e mozziconi di muri antichi che fanno pensare ad una grande città sparita o a ville contigue andate distrutte. Qualche traccia del basolato della strada che portava da sud alla città sparita si nota ancora su di un’alta siepe nei pressi dei Tatocci, e qualche pietra dello stesso basolato si può vedere a ponente del Parietario. Probabilmente la strada scendeva verso il lago a ponente della collina e non a levante, come ora. Quindi la tradizione locale che sia stato Vico a fondare Ronciglione, i cui primi abitanti si sarebbero rifugiati sul massiccio roccioso, isolato e più difendibile, abbandonando la loro prima dimora, prende consistenza. L’acquedotto e il suo volume di capacità rivela che serviva ai bisogni di una città di una certa importanza, e non di un umile villaggio, che, oltretutto, non avrebbe potuto sopportare la spesa della stesura di un acquedotto delle lunghezza di alcuni chilometri e della costruzione di un ponte su di un burrone. La città scomparsa era la Statonia di Strabone? Aveva un altro nome? Come e quando scomparve? Fu rasa al suolo quando il console Fabio scavalcò il Cimino per battere gli Etruschi? Sono interrogativi a cui nessuno può rispondere. I monumenti valgono più dei monumenti e delle note di archivio, e i monumenti sopra elencati provano senza dubbio che una città etrusca, o etrusco-romana esisteva sulle alture al di sopra di Ronciglione. Siccome Statonia esisteva al tempo di Strabone, che visse fino al secondo o terzo decennio dell’era volgare, se la città scomparsa è Statonia, si deve concludere che venne distrutta all’epoca dei Longobardi, i quali diroccarono Nepi, Falerii Novi, e altre città della zona. I pochi scampati, quindi, dovettero scendere più in basso e arroccarsi sul massiccio roccioso per avere maggior sicurezza. Campo de’ fiori 23 Curriculum vitae ANTONELLA PERAZZO A ntonella Perazzo nasce con il ballo nelle vene e, infatti, fin da giovanissima inizia a studiare la danza classica con l’etoilè Margarita Trajanova, proseguendo successivamente gli studi di classico, contemporary e modern presso la F.I.T.D.(Federazione italiana tecnici danza) e presso lo I.A.L.S. a Roma, dove intraprende e studia anche le tecniche della danza acrobatica. Costante è la sua ricerca di stili diversi ed innovativi, tanto che sceglie di continuare gli studi a New York (Steps on Broadway, l’Alvin Aley e la Broadway Dance Center, dove crea, affina e potenzia uno stile proprio, originale e creativo. Appena preso il volo per i palcoscenici, la ritroviamo ballerina in diversi musical presso il Teatro Olimpico di Roma, con le coreografie di Paola e Stefania Santinelli ed in spettacoli teatrali (“Mary Pop”, “Pastori” e ”Fiabe” e successivamente nello spettacolo “Histoire du soldat”, con la regia di Maria Rosaria Omaggio e la partecipazione di Roberto Ciufoli ed Ennio Coltorti). Nel 2008 entra a far parte, come danzatrice e successivamente capo balletto, nella compagnia “eVolution Dance Theatre” di Anthony Heinl (già assistente coreografo Momix e Erzalow), partecipando a spettacoli al Teatro Comunale di Ventimiglia e in- terpretando “Sognahndo” al Teatro Rossini di Roma e “Riccione per la danza” al Festival di Riccione. Reduce dalla lunga tournée con la Nogravity Dance Company che ha toccato l’Asia, l’Europa e l’America, quest’anno è in scena con la sua nuova creazione: la compagnia di musica e danza “Movin’Beat“, dedicata alla terra natia, che ha debuttato il 5 Maggio al Teatro Tempio del Popolo di Policastro Bussentino (Sa), con lo spettacolo “Genesis“, ottenendo un grande successo di pubblico. Dopo “On Air“ e “Tripudium“, il nuovo spettacolo Genesis, con le musiche di Gianluca e Mario Perazzo e con un genere di danza contemporary fusion, è il racconto della ricerca del proprio equilibrio attraverso un ritmo costante, interpretato insieme ad Eva Campanaro, Camilla Gesualdi, Mary Christine Reyes, Ludovica Regini e Valentina Niutta, e con le voci del Trio Martucci Sisters (Fortunata Monzo, Cristina Cafiero, Chiara Della Monica). Attendiamo l’arrivo dello show dalle nostre parti, per poter tributare il successo a questi giovani talenti. Sandro Alessi Campo de’ fiori 24 Tele Radio Punto Zero: i souvenirs di chi c’era CON TEVERINA2000 ALLA CONQUISTA DELL’ ETERE E’ difficile per un ragazzo di oggi comprendere come si presentava quaranta anni fa il mondo dell’informazione radio-televidi Secondiano siva e della telefonia. Zeroli Senza il computer, privi di Internet, assente il cellulare, la vita era radicalmente diversa. Per ricevere una telefonata importante si poteva rimanere inchiodati in casa per delle mezze giornate e per avere delle informazioni dall’Italia e dall’estero c’erano per la radio soltanto RAI 1,2 e 3 e Radio Montecarlo. Per la televisione RAI1 e 2 poiché RAI3 entrerà in funzione solo nel 1979. In certe aree della nostra provincia era comunque possibile captare i programmi di CAPODISTRIA e della SVIZZERA ITALIANA. Il colore arriverà proprio nel 1976 l’anno fatidico del “libera tutti” delle televisioni e delle radio private. Facile dunque comprendere come la nascita d’una radio libera a Soriano nel Cimino (addirittura già un anno prima del decreto-legge) determinasse nei giovani di allora un senso quasi di liberazione, un’esplosione di entusiasmo che avrebbe ben presto contagiato anche il mondo adulto. L’ondata liberatoria investì anche il sottoscritto che con Vincenzo Fausto e Mauro Laurenti, riuscì ad avere un piccolo spazio nei palinsesti della radio sorianese. Il programma in questione si chiamava “TEVERINA 2000” ed andava in onda dal settembre del ’75, ogni martedì ed ogni sabato, dalle 17,30 alle 18. Per la sigla iniziale, dopo una lunga ed accurata ricerca Vincenzo e Mauro optarono per il brano MOBY DYCK dei LED ZEPPELIN e questo perché la musica prescelta rappresentava un giusto mix tra ritmo ed armonia che bene introduceva i brani musicali di complessi o cantanti, diversi per ogni puntata. A me il compito di reperire le notizie riguardanti tutti i centri della Teverina, con a capo Bagnoregio, da dove registravamo le due puntate settimanali. Il giorno deputato per la preparazione della cassetta era il giovedì, quando Mauro, potendo godere della chiu- Vincenzo Fausto Mauro Laurenti sura settimanale del suo bar, ci accoglieva nel salotto della sua casa che per certi versi poteva anche essere considerata come una autentica sala incisioni. Le apparecchiature, per quei tempi ovviamente, erano davvero all’avanguardia, poiché si poteva contare su un registratore TEAK, un’amplificazione SEMPRINI, su microfoni e cuffie SENNHEISER e su casse YAMAHA. Vincenzo arrivava sapendo già il numero dei brani musicali da collocare nelle due puntate, conoscendo il minutaggio dei diversi pezzi ed i titoli che avrebbe poi letto nel corso della registrazione. Io invece avevo preparato le otto/dieci notizie da inserire per ciascuna puntata. Per lo sport, che aveva un ampio spazio, la sigla prescelta era “Honky Tonk Train Blues” di EMERSON LAKE AND PALMER, una sigla inizialmente lenta che poi si infiammava come se seguisse il dipanarsi serrato d’una competizione sportiva. La cassetta la portavamo nella sede di Soriano Vincenzo ed io e con l’occasione, il patron della radio, il mitico ex-attore Maurizio Tocchi, ci consentiva di condurre anche un simpatico gioco musicale dal titolo “Discochance” il cui premio per il vincitore era rap- presentato da un biglietto d’ingresso alla discoteca di Civitella d’Agliano “Play Jeans”, vero tempio della movida provinciale negli anni ’70 ed ’80. Ricordo che Manolo, apprezzato dj aretino, nel corso delle serate del sabato e dei pomeriggi domenicali (dalle 15 alle 21: altri tempi davvero!) soleva pubblicizzare Radio Punto Zero, ricordando anche i nostri programmi settimanali. “Teverina 2000” andrà avanti ininterrottamente fino al settembre 1977, poi il sodalizio si scioglierà ma l’amicizia tra noi rimarrà intatta fino ai giorni nostri. ESCLUSIVO Sui numeri 51, 52, 53, 54 e 55 del 2008 di Campo de fiori potete rileggere la vera storia integrale dellemittente Teleradio Punto Zero, curata nei minimi dettagli dal nostro giornalista Secondiano Zeroli, che dallinizio, e per tanti anni, al servizio della storica emittente. Le riviste sono consultabili on line sul nostro sito www.campodefiori.biz. 26 Campo de’ fiori Ecologia e Ambiente Sarà possibile in un futuro ottenere la Free Energy? P rodurre elettricità gratis è forse il sogno di molti, ma certo è che gli interessi in gioco sono molteplici, se si raggiundi Giovanni gesse questo obbiettivo, Francola sicuramente l’economie [email protected] di interi Stati sarebbero a rischio. Ma c’è qualcuno che questo obbiettivo cerca di inseguirlo, credendoci e investendoci molti soldi. I russi stanno investendo molto per produrre energia gratis via etere, il sogno o forse la tecnologia che già nei primi del nole industrie di armi indispensabili per genevecento lo scienziato serbo Nicola Tesla rare guerre e carestie su tutto il pianeta. aveva già sperimentato. Infatti la Russia Sta di fatto che se questa tecnologia “ catpensa che per essere davvero liberi occorre turare tutta l’energia esistente nell’etere e ottenere la Free Energy, per mettere fine poterla incanalarla e distribuirla” fosse posall’impero coloniale e inProdurre energia gratis via sibile, mettendola a disposidustriale basato sul pezione di tutti sul pianeta, ci etere metterebbe a rischio trolio, quindi di sarebbero dei capovolgiil sistema energetico del conseguenza sul sistema menti impensabili. Non c’è petrolio ponendo fine al monetario del dollaro vadubbio che quello che sucluta monetaria con cui flusso di dollari che cesse cent’anni addietro inoggi avvengono i magtorno a questi esperimenti è alimenta le industrie di giori pagamenti per l’actuttora avvolto dal mistero. armi indispensabili per quisto di petrolio nel Si sono conservate soltanto generare guerre e carestie mondo intero e su cui si le impressioni prodotte su su tutto il pianeta. basa la “dittatura bancaabitanti locali e su giornaliria moderna” che man mano si è sostituita sti, ad esempio dallo splendore celeste “per alla sovranità degli stati nazionali. migliaia di miglia” causato dalla Torre di Crollando quindi il sistema energetico del Tesla. Recentemente i giovani fisici russi petrolio in pochissimo tempo cesserebbe il Serghej e Leonid Plekhanov, dopo aver stuflusso di dollari che attualmente alimenta diato scrupolosamente i diari e i brevetti dello scienziato serbo, hanno deciso di rianimare il progetto di trasmissione di energia senza fili. Tutto fa pensare che in futuro molti investimenti andranno in questa direzione, sarebbe un grave errore infatti dimenticare che, grosso modo, tutte le cose elettriche nella nostra vita sono apparse grazie alle invenzioni di Nicola Tesla, anche se furono molti a mettersi di traverso alle sue sperimentazioni. Ad esempio; perché l’industriale americano John Morgan, che all’inizio sponsorizzò il progetto di Tesla, cessò alla fine il suo finanziamento? Capì che se fosse apparsa energia libera, sarebbe arrivata l’epoca del benessere generale e non sarebbe rimasto più nessuno cui inviare le bollette? Chissà se un giorno si saprà anche chi segretò tutto il suo lavoro e i suoi risultati. Non resta che attendere per vedere se Tesla ebbe una giusta visione. Campo de’ fiori 27 Le catacombe di Santa Savinilla a Nepi Un’incredibile storia di fede T ra i tanti siti di grande interesse archeologico, artistico, cristiano che sono sparsi un po’ ovunque nella nostra zona e che restano a testimoniare la vita passata dei nostri di Fabiana antenati, quello di Santa Poleggi Savinilla ha incredibilmente un fascino di grande suggestione. La nostra visita a questo sito è cominciata entrando nella chiesina di San Tolomeo alle sante grotte, una chiesina del XVII° secolo, piuttosto semplice e spoglia, come tante ce ne sono nelle nostre campagne e città, dove a parte i due altari nelle navate laterali, le uniche decorazioni che attirano l’attenzione sono le due grandi statue di San Tolomeo e di San Romano ai lati dell’abside e l’altare maggiore con un affresco quasi del tutto cancellato dal tempo. Quello che invece ci fa veramente restare senza fiato avvicinandoci all’altare maggiore, sono le due porticine laterali che si aprono nell’abside, oltrepassarle è come entrare nell’aldilà, l’atmosfera cambia completamente trasportandoci nei primi secoli del cristianesimo, le catacombe si snodano davanti ai nostri occhi con alte pareti completamente scavate dal soffitto al suolo, con tombe di ogni tipo: arcosoli, loculi, tombe “a mensa”, numerose anche le tombe dette “formae”, che occupano il piano pavimentale. I corridoi ci introducono nel ventre di questa collinetta di tufo che sembra inghiottirci facendoci addentrare nei suoi corridoi, dove le sepolture si fanno sempre più fitte e dove in corrispondenza di alcune tombe, troviamo ancora frammenti di affreschi di epoca tardo imperiale. Quella sicuramente più interessante la troviamo nella galleria chiamata “A1”, una tomba con un intradosso completamente affrescato dove sono rappresentati, da una parte un Cristo tra due angeli e dall’altra parte, gli Apostoli Giacomo e Giovanni Maggiore. Questa sepoltura viene detta di “San Romano”, è qui infatti che sarebbe stato deposto il corpo di uno dei due patroni della città, come ci viene descritto in un manoscritto dell’ XI° secolo proveniente dall’archivio della cattedrale di Sutri. Da questo documento sappiamo che Tolomeo, vescovo di Nepi, e Romano, suo discepolo, vissuti al tempo di Claudio Cesare, durante le persecuzioni cristiane, sorpresi a pregare insieme ad altri trenta compagni (fra preti, diaconi e chierici), vennero tutti arrestati e processati. A Tolomeo e Romano toccò prima la via del supplizio; difatti davanti al loro rifiuto di abbandonare la fede cristiana, vennero torturati con i corpi distesi sul cavalletto e stirati crudelmente, ma sembra che un terremoto sopraggiunse interrompendo la tortura. Inaspriti da questo contrattempo i loro persecutori ordinarono di rinchiudere in prigione Tolomeo e Romano e di far subito decapitare i trenta compagni. Gli otto soldati incaricati dell’esecuzione, improvvisamente colpiti dalla fede, si rifiutarono e subirono anche loro la sorte delle loro vittime. Dopo 32 giorni fu la volta di Tolomeo e Romano che vennero bruciati vivi. Il fuoco però si estinse, venne quindi ordinato che fossero anche loro decapitati (era il 24 agosto). Una pia donna, la matrona Savinilla, fervente cristiana di Nepi, raccolse i corpi per seppellirli, come aveva fatto per gli altri 38 martiri, in una grotta del suo podere e fu proprio qui, accanto alle tombe di questi santi martiri che vennero a radunarsi segretamente le comunità cristiane che usarono queste grotte per le loro celebrazioni e per poter pregare vicino alle loro tombe, durante le persecuzioni cristiane. Nel tempo, accanto a queste tombe, vennero aggiunte una sull’altra le tombe dei primi cristiani di Nepi, formando profonde gallerie e corridoi che racchiudono più di mille sepolture e si snodano nelle viscere della terra. Le catacombe rimasero segrete e murate dietro alla chiesina che venne poi edificata davanti all’ingresso delle grotte e furono scoperte solo nel 1540, quando iniziati i lavori per la costruzione delle nuove fortificazioni cittadine, il duca Pier Luigi Farnese diede ordine di abbattere tutti gli edifici che si trovassero troppo vicini a questa nuova opera. Fu allora che furono ritrovati i corpi dei martiri ancora incorrotti e miracolosamente con le ferite ancora sanguinanti, corpi che vennero subito portati all’interno della città. I resti di san Romano furono poi probabilmente trasferiti nella cattedrale di Nepi. Quelli di san Tolomeo e degli altri martiri, si trovano invece nella chiesa parrocchiale di San Tolomeo. Tutta questa incredibile storia di grande fede, in un periodo dove l’essere cristiani significava rischiare la vita in ogni momento, si avverte ancora entrando nelle catacombe, ancora oggi l’ardore della fede, la devozione, l’amore verso i primi martiri, resta assorbito dalle pareti in tufo scavate, nei suggestivi corridoi, in questo posto che ha tramandato nei secoli la sua sacralità e che racconta ancora oggi il primo fervore della spiritualità cristiana. 28 Campo de’ fiori FRAGOLE… CHE SALUTE!!! Con l’arrivo dell’estate troviamo sulle nostre tavole uno dei frutti più amati da grandi e piccini, rinfrescante, diuretico, depurativo e disintossicante N ote fin dai tempi degli antichi Romani, appartenenti alla famiglia delle Rosacee e al genere Fragaria, le fragole rappresentano il caratteristico della Dott.ssa frutto della stagione priIlaria Melilli maverile-estiva a cui nesBiologo suno sa rinunciare. Nutrizionista Conosciute da tutti per la loro tipica forma “a cuore” e per il colore rosso (dato dalla presenza delle antocianine), talvolta vengono assaporate senza nemmeno conoscere quante proprietà benefiche vi si nascondono. Sono costituite per il 90% da acqua e quindi fondamentali per l’idratazione cellulare, sono ricche di minerali tra cui Calcio, Ferro, Magnesio, Fosforo e soprattutto Potassio che le caratterizza per la loro azione diuretica e drenante. Contengono molte vitamine in particolare la vitamina C, importante per l’assorbimento del Ferro e per la produzione di collagene (necessario per mantenere l’elasticità dei tessuti e per la rigenerazione cellulare) e l’acido folico (vitamina B9) essenziale per il benessere cerebrale. La loro ricchezza in fibre le rende un valido alleato per il corretto funzionamento intestinale, per aumentare il senso di sazietà, per ridurre l’assorbimento di grassi e per il controllo del peso infatti sono ipocaloriche, basti pensare che 100 g di fragole apportano solo circa 30 cal. Vorrei sottolineare inoltre che il loro elevato indice ORAC (Oxygen Radical Absorbance Capacity) ne dimostra la forte azione antiossidante (svolta dalle antocianine e dai polifenoli, come l’acido ellagico, contenuti al loro interno) e protettiva sul sistema cardiovascolare (grazie ai flavonoidi che rafforzano le pareti dei capillari sanguigni). Sono indicate anche in presenza di diabete, dato il loro basso indice glicemico, ma un’attenzione particolare dovrebbe essere prestata in caso di diverticolosi (a causa dei semini presenti sulla superficie del frutto), nei soggetti allergici o nei soggetti predisposti alla formazione di calcoli renali (per il loro contenuto di ossalati). Un consiglio??? Acquistare fragole di stagione e di provenienza italiana o ancor meglio… coltivarle nel proprio orto e soprattutto… non mangiarle con la panna!!!! CARTOLINA DI ABBONAMENTO ANNUALE SI desidero abbonarmi a : Campo de’ fiori (12 numeri) a 25,00 I miei dati Nome___ ____ __________________________________ Cognome______________________________________________ data di nascita_______________________Città________________________________________________________Prov._______ ______________________________________________________________Telefono____________________________________ Desidero regalare l’abbonamento a: Campo de’ fiori (12 numeri) a 25,00 Il regalo è per: Nome_______________________________Cognome________________________________________________________________ _data di nascita_________________________Città____________________________________________________Prov.________ Via_________________________________________________________________Telefono________________________________ effettuerò il pagamento con c/c postale n. 42315580 intestato alla Associazione Accademia Internazionale D’Italia - P.za della Liberazione n. 2 - Civita Castellana Data______________Firma__________________________________ Autorizzo il trattamento dei miei dati personali secondo quanto disposto dalla legge n. 675 del 31.12.1996 in materia di “Tutela dei dati personali”. Titolare del trattamento dei dati è Campo de’ fiori - P.za della Liberazione,2 - 01033 Civita Castellana (VT) Data______________Firma__________________________________ Per abbonarti puoi spedire questa cartolina a Campo de’ fiori - P.za della Liberazione, 2 - 01033 Civita Castellana (VT) o inviarla per e-mail a [email protected] Campo de’ fiori 29 Come eravamo Come cambia il tempo… come cambiamo noi S inceramente non credo che questi cambiamenti climatici, così strani, così imprevisti, si siano ripetuti negli ultimi settanta anni (ne sono di Alessandro testimone con la mia Soli età). I media ci bombardano di informazioni scientifiche, adducendo i motivi più vari e disparati, la cui credibilità è sicuramente veritiera, perché avvalorata dall’attuale situazione, allora mi permetto di puntualizzare con i ricordi questi cambiamenti che, partendo dal clima, stanno influenzando la saggezza degli antichi proverbi, tipo “Aprile, non ti scoprire. Maggio vacci adagio, Giugno poi fai quel che vuoi, ecc.”. Stiamo assistendo ad una vera e propria “rivoluzione” in atto sul nostro pianeta: surriscaldamento, effetto serra, cataclismi, smog e chi più ne ha, più ne metta. Le cause? Tante, troppe, ma non dimentichiamo che siamo stati noi, è l’uomo, che cavalcando l’onda del progresso, del benessere a tutti i costi, sta cambiando la natura che ci circonda, e quel che è peggio sta cambiando la nostra quotidianità. Una cosa però non riuscirà a cambiare: i nostri ricordi, che, per fortuna (mi riferisco alla mia generazione), ci vedevano protagonisti di un mondo diverso, più vivibile e soprattutto più…vero! Era questo il periodo primaverile, i giochi sulle strade, le partitelle a pallone nelle piazzette del centro storico, rondini e rondoni che volavano in formazione sopra le nostre teste con repentine evoluzioni, con il loro tipico verso stridulo che sovrastava le tue grida di bambino, sgombre dall’affanno scolastico. L’andare per campi, a caccia di farfalle o a caccia di lucertole o saltapicchi (fauna ormai del tutto scomparsa, e sconosciuta ai bambini di oggi), i primi bagni giù al Treja, il nostro fiume, dove imparavi… veramente a nuotare. I primi caldi, i primi calzoni corti, le prime ginocchia “sbucciate” per una caduta fatta rincorrendo chi, nel gioco del “ruba-bandiera” fuggiva col fazzoletto. I frutti che maturavano sulle piante, quando le stagioni erano stagioni “normali”, con il loro sapore che era “il sapore”, così lontano da frigoriferi e containers, e che il fruttivendolo ti proponeva nei canestri che arrivavano direttamente dall’orto, coltivati e annaffiati con l’acqua che era ”acqua”. Mi sento un po’ egoista nei confronti delle nuove generazioni, perché le vedo private di tutte queste sensazioni, di queste realtà, forse un po’ arcaiche se penso alle moderne tecnologie, che li fanno sentire già maturi fin dall’infanzia, ma li privano dei sogni, che abbiamo avuti tutti noi e chi ci ha preceduto. L’ho già scritto varie volte su questo mensile, chiamatemi filosofo, chiamatemi retrogrado, ma sono felice di essere nato nei primi anni del dopoguerra, nulla invidio ai giovani d’oggi, neanche la gioia di vivere, perché sembrano averla persa dietro agli eccessi che il progresso mette loro a disposizione. Attenzione però all’effetto “boomerang”, perché rischiamo davvero di tornare ai cosiddetti “secoli bui”, e non ci accontenteremo più di sognare “il motorino” o la mitica “500”. 30 Campo de’ fiori Parliamo di Funghi con Giampietro CACCHIOLI, micologo Ganoderma lucidum: Reishi per i Giapponesi, Ling zhi (potenza spirituale) per i Cinesi. I dati presenti hanno solo un fine informativo, in nessun caso esortativo, né medico. Pertanto le nozioni e le eventuali informazioni non permettono di acquisire le competenze indispensabili per il loro uso che, quando inappropriato, può causare danno alla salute degli esseri umani. G anoderma lucidum, pelle lucida (dal greco ganos = lucentezza e derma = pelle; e dal latino lucidum; lucido, laccato, usato come rafforzativo). Ganoderma lucidum è un fungo citato fin dai tempi mitici della medicina cinese e descritto in leggende relative al trattamento terapeutico con piante che risalgono al 2800 a. C . E’ classificato come avente le qualità superiori a tutte le altre “erbe” elencate nell’erbolario classico Shen Nong Ben Cao Jing (1°- 2° Sec. a. C.), il più antico trattato di farmacia della Medicina Tradizionale Cinese [MTC (1)]. Il volume è il classico per eccellenza della farmacologia cinese, attribuito all’imperatore Shen Nong che, secondo la leggenda, fissò le prime conoscenze di dietetica ed erboristeria (Ben Cao = radici e erbe) Si racconta che Shen Nong sperimentò su di se la natura dei cibi e delle bevande e ciò gli permise di apprezzare le proprietà curative di molte erbe, di scoprire molte piante medicinali e di studiare l’azione dei veleni e degli antidoti. L’opera descrive ben 365 farmaci vegetali, minerali e animali divisi nelle tre classi farmacologiche: «superiore», «media» e «inferiore». I 120 farmaci superiori nutrono la vita, i 120 medi la costituzione umana ma possiedono in parte funzioni mediche. I 125 farmaci inferiori vengono usati esclusivamente per il trattamento medico delle malattie (2). Nelle boscose e umide province della Cina, Ganoderma lucidum cresce in natura sui ceppi marcescenti di castagno, querce e altri latifoglie; in Giappone anche su alberi da frutto. In Cina conosciuto col nome di Ling zhi (potenza spirituale) e in Giappone noto come Reishi è ritenuto dalle rispettive medicine tradizionali un potente rimedio naturale. Per questa ragione da oltre 4000 anni viene coltivato su ceppi di ca- stagno o quercia e ai giorni nostri viene commercializzato in tutto il mondo. Recentemente, in Cina, il fungo viene fatto crescere non più sui classici tronchi ma in serre controllate su un substrato di erbe selezionate utilizzando tipi diversi di erbe medicinali. Il Ganoderma lucidum è composto principalmente da carboidrati complessi (polisaccaridi; minerali di germanio, ferro, magnesio, zinco, rame, manganese....) e triterpenoidi, (vitamine A, B2, B3, B6, acido folico.....). In commercio esistono bevande, come tè o caffè, a base di Reishi, e anche alimenti, ad esempio la cioccolata. Si tratta essenzialmente di prodotti arricchiti con estratto di Ganoderma lucidum ma questi prodotti però non sono l’unico modo per assumere il Reishi esistono infatti prodotti realizzati con estratto di spore. Sembrerebbe che siano proprio le spore del Ganoderma Lucidum a concentrare tutti i principi attivi a cui si attribuiscono proprietà benefiche. Anche in Italia è commercializzato (in erboristeria) per uso medicinale, poiché risulterebbe efficace nella cura di molti mali riequilibrando ed esaltando le difese immunitarie come anche alcune altre specie del Genere Ganoderma (G. adspersum, G. applanatum, G. carnosum, G. pfeifferi, G resinaceum e G. valesiacum). Una volta raccolto, non si degrada né perde la forma, la lucentezza o le sue proprietà e può essere utilizzato sotto forma di polvere, in decotti acquosi, in estratti alcoolici o in capsule. La micologia italiana lo classifica tra i funghi non commestibili per il suo gusto amaro, la consistenza legnosa e per la presenza tra i suoi metaboliti primari e secondari di sostanze antibiotiche, altre potenzialmente tossiche e altre ancora di cui non si conoscono gli effetti biologici. In Europa, in particolare in Spagna, sono in corso studi per verificarne l’effettiva efficacia terapeutica. Ganoderma lucidum è uno dei più diffusi funghi lignicoli della Famiglia delle Polyporaceae, Genere Ganoderma. E’ saprofita, raramente anche parassita; agente, a lento sviluppo, della carie bianca del legno che causa lo schiarimento e una consistenza fibroso – spugnosa del legno colpito (attacca sia la cellulosa che la lignina). Si tratta di un fungo molto vistoso; l’aspetto laccato - verniciato e i colori vivi e brillanti suscitano la curiosità di tutti quelli che lo incontrano, molti lo raccolgono nei nostri boschi per usarlo come soprammobile decorativo. Cappello diametro dai 5-12, fino a 18 cm. e 2-3 cm di spessore, semicircolare, reniforme o flabelliforme (a forma di ventaglio), con un umbone in corrispon- denza dell’inserzione del gambo. Colore, rosso porpora, rosso-aranciato, brunorosso in vecchiaia bruno-nerastro, con zosolcature nature (cerchi) o concentriche, orlo ispessito, ondulato, all’inizio bianco, poi giallastro, comunque più chiaro della superficie pileica (del cappello). Superficie superiore ricoperta da una crosta lucida, brillante, come laccata, verniciata, costituita da componenti resinosi, liscia, corrugata o gibbosa. Imenoforo (parte inferiore del cappello dove vengono prodotte le spore) tubuli alti 5-20 mm. di solito monostratificati, da color crema a color tabacco-bruno. Da giovane pori bianco cremosi piccoli e rotondi, si scuriscono alla manipolazione o alla scalfittura, poi diventano bruno tabacco per la maturazione delle spore che hanno colore bruno. Gambo alto da 5-15, fino a 20 cm., con diametro da 1,5 a 3 cm. ; laterale, cilindrico, irregolare, noduloso, bitorzoluto con gibbosità e ondulazioni, spesso concolore al cappello o più scuro, duro, lucido, si opacizza con l’invecchiamento o perché ricoperto di spore. Carne color crema-ocra; di consistenza suberosa, prima spugnosa - elastica, poi legnosa fino ad assai coriacea e tenace. Odore fungino; sapore non individuabile per l’impossibilità di masticazione. Habitat E’ specie molto comune, cresce in tutte le stagioni, in tutte le regioni italiane, su ceppi e alla base dei tronchi di latifoglie (varie specie di Quercia, Castagno, Frassino, Acero; ma anche nei parchi urbani su Tiglio, Robinia, e altre latifoglie). (1). Nella Cina moderna, la MTC è strettamente legata alla medicina occidentale. Esistono ospedali che praticano la medicina cinese e quella occidentale; lo studio istituzionalizzato della MTC comprende anche la medicina occidentale e i medici di medicina cinese possono prescrivere farmaci occidentali. (2). Nel 1973, durante gli scavi effettuati nella tomba numero 3 del sito archeologico di Ma Wang Dui, risalente al 168 a.C., è venuto alla luce il primo testo, attualmente conosciuto, di terapia farmacologica applicata alla clinica: si tratta del Wu Shi Er Bing Fang o Ricette per 52 Malattie. In quest’opera vengono riportate molte prescrizioni, contenenti in tutto 242 droghe, relative alla terapia di patologie ostetriche, pediatriche e di medicina interna. Campo de’ fiori P 31 Bambole da collezione rima di cominciare a parlare del nuovo argomento, desidero ringraziare pubblicamente il Direttore di Campo Dè Fiori e tutti i di collaboratori della nostra Letizia Chilelli Rivista per le belle parole espresse per la vittoria del mio Premio, come già detto in altre sedi, i vostri attestati di stima mi hanno commossa e sono per me fonte di stimolo per continuare a scrivere! Grazie! Lo sapevate che la Regina Vittoria è stata una grande collezionista di bambole? Ebbene si, la sua collezione contava oltre cento esemplari, spesso costruiti in legno e cera, altra cosa certa è che tutti i vestitini che “abbigliavano” la collezione sono stati cuciti da Sua Altezza Reale, la Regina, in persona, famosa era anche la casa dove le bambole potevano “abitare”. Alcune di queste bambole “reali” sono state battute all’asta qualche tempo fa superando di molto il valore di base che partiva da circa 1000 sterline. Parlando sempre di Inghilterra, non posso non citare le bambole di stoffa con la testa in cera fabbricate da Italiani, i Pierotti ed i Montanari che monopolizzarono tra il ‘700 e l’’800 il mercato del giocattolo più ambito da tutte le bambine Inglesi. Queste bambole, proprio perché molto fragili e rare hanno un valore molto alto, anche se ormai sono quasi scomparse del tutto. Nel resto d’Europa, nel ‘700 erano ambitissime le bambole “mannequin”, piccoli e graziosi manichini, appunto, che l’industria della moda Francese inviava come vere e proprie “modelle” della sue collezioni di vestiti, che vennero, però “soppiantate” dalla nascita delle riviste di moda, molto più facili da trovare e da avere in casa. In questo periodo, siamo ala fine del ‘700, assistiamo alla nascita delle bambole di “carta”, ovvero le bambole disegnate su cartoncino alle quali era possibile creare, sempre con della Rocca di Angera (VA) - Museo della bambola e del giocattolo carta, dei vestiti, queste bambole “accompagnarono” spessissimo i giochi delle bimbe Italiane fino al 1930. Le più ”desiderate” per una collezione, però, sono le Bambole Francesi Jumeau, antica fabbrica d’Oltralpe che ha prodotto meravigliose bambole in biscuit dagli anni 1840 fino al 1890, quando fondendosi con altre fabbriche fondò la “Sociétè Française de Fabrication de Bébés et Jouets”, dando vita alla più grande produzione di bambole che si ricordi e di cui alcuni esemplari sono ricercati anche oggi, dopo tanti anni. Non vanno, poi, dimenticate le bambole di porcellana che fecero il loro “ingresso” nel mondo dei giochi intorno alla metà dell’Ottocento e che venivano conosciute con il nome di “Charlotte congelata”, nome curioso ereditato da una storia americana che raccontava come la “bella Charlotte”, per far vedere a tutti il suo bel vestito uscì durante una fredda giornata senza il suo bel cappottino, morendo congelata, storia un po’ macabra, non discuto, ma che servì, appunto, alla diffusione delle bellissime e se vogliamo anche un po’ algide, bambole di porcellana che si collezionano ancora oggi. Come allestire una collezione di bambole? Il modo più semplice e sicuro per preser- vare questi oggetti è tenerli in un mobile allestito apposta per loro, una vetrinetta, chiusa, per preservare le vostre bambole ma soprattutto i loro abiti da polvere e umidità. Dove trovare le bambole da collezione? Come già detto per altri oggetti, fonte inesauribile è la Rete, dove effettivamente si possono trovare grandi “sorprese”, fate però sempre attenzione, mi raccomando; inoltre, non dimentichiamoci dei mercatini e dei negozi di antiquariato, dove, tenendo sempre alta l’attenzione, è possibile scovare veri e propri tesori, non prima però di esserci ben documentati sull’oggetto che vogliamo aggiungere alla nostra collezione. (Bibliografia: Professione Donna Fratelli Fabbri Editori, Milano,1975; Enciclopedia Universale Fabbri Editori, Milano). Come sempre, prima di salutarci, vi rinnovo l’invito nel salottino del mio blog: http://bonbontonmania.blogspot.it/ con tante idee, consigli e ricette per essere sempre al passo con i tempi, perché ricordiamo che l’educazione, il buon gusto e la buona cucina, non passano mai di moda!!! Campo de’ fiori 32 Working in Internet: lavorare con la Rete si può! Web Reputation: la tua reputazione in Rete! F acciamo un passo indietro rispetto alla ricerca di un lavoro in Internet e scriviamo su cosa non bisogna fare prima di mettersi in rete. di Patrizia Nell’immenso mondo delCaprioli l’internauta giovanile miriam23_1972@ purtroppo si pensa che yahoo.it sia possibile fare tutto, compreso pubblicare foto o video imbarazzanti della propria vita privata, commentare o condividere post osceni o poco ortodossi per la propria carriera lavorativa. Tutto ciò potrebbe rilevarsi una lama a doppia taglio per coloro che cercano un lavoro specie nelle grandi aziende, dove si predispongono delle indagini informative sul candidato che presenta il proprio curriculum vitae. Personalmente ho dovuto affrontare un’imbarazzante prova che, fortunatamente, non ha portato conseguenze, perché l’interlocutore che mi ha bacchettata per una cosa condivisa sul mio profilo personale era solo una persona con cui collaboravo come volontaria per un progetto benefico. Il fatto è questo: curavo una pagina facebook per questo progetto benefico e avevo messo mi piace con il mio profilo, un giorno mi arriva un messaggio dal tipo che era a capo di questa iniziativa e mi dice che non posso permettermi di condividere post politici se faccio parte di un progetto benefico apolitico, gli rispondo che avevo condiviso una frase e non un pensiero politico; ma ero alquanto piccata per il fatto che un estraneo mi dicesse cosa fare nel mio spazio social. Così ho creato un altro mio profilo, sempre con nome e cognome e dati veri ma aperto solo alle aziende o a contatti di lavoro e ho tenuto il mio profilo personale aperto solo a parenti ed amici, blindando i miei dati come foto e video, e controllando le richieste d’amicizia che ricevevo. Questo per farvi comprendere che è vero che un’azienda può verificare chi siete in Rete ma lo deve fare in modo corretto e su risorse che riguardano solo le nostre esperienze personali nel lavoro, non come viviamo e quello che facciamo al di fuori di esso. Così create un bellissimo curriculum vitae e mettete tali dati sul social LinkedIn (https://it.linkedin.com/ ), e cercate di stringere amicizia con aziende o personaggi che lavorano in quelle aziende di cui vorreste far parte o che fanno parte del vostro settore lavorativo, stando però attendi ai contatti ZZZZ ZZZZZZ . ZZZZZZ... LA ZANZARA E T N E N I T R IMPE che vi arrivano che spesso possono essere solo delle truffe e non offerte di lavoro. Il segreto è nel fatto che nessuno vi deve chiedere soldi per poi lavorare, tranne se non si tratti di corsi di formazione certificati! Potete anche sfruttare lo spazio gratuito di Blog e siti online per impostare una vostra pagina lavorativa, con informazioni e foto vostre. E curate il vostro profilo facebook che volete far visualizzare alle aziende e se vi chiedono il perché magari avete due profili, spiegategli candidamente che la vostra privacy è privata e volete che resti tale e che se vogliono sapere come siete sul lavoro devono solo mettervi alla prova. Buon lavoro a tutti! 34 Campo de’ fiori “Il Fumetto” LETTERATURA PER IMMAGINI CHE EMOZIONA TOKYO BABYLON di CLAMP - edito da Paninicomics 7 volumi, concluso “B di Daniele Vessella ABILONIA - Antica città della Mesopotamia. Quando il re Hammurabi ne fece la capitale dell’impero, divenne il centro politico e culturale dell’oriente, ma la sua prosperità instillò il germe della superbia nei suoi abitanti. Essi decisero di sostituirsi a Dio innalzando una torre che arrivasse fino al cielo, ma Egli, adirato, abbatté la torre e confuse le loro lingue. Babilonia, la città distrutta dall’ira divina...” Questo è l’incipit di Tokyo Babylon, un manga mistico e magico dove lo sviluppo narrativo è diretto in maniera eccellente. Infatti, è orchestrato da un ritmo incalzante per poi rallentare nelle parti più significative, grazie all’accorto gioco di correlazione tra i personaggi che non mancano mai di suscitare una forte empatia e nel lettore e fra loro stessi, generando un’atmosfera di traumatica e cinica umanità. E benché sia un ottimo manga, non è consigliabile a tutti: Tokyo Babylon è, contrariamente alle produzioni ordinarie di oggi, un’opera estremamente riflessiva e penetrante in più punti, capace di troncare le catene emotive dei suoi lettori per liberarle definitivamente. E, una volta varcata la porta del suo mondo, non si torna indietro. Mai più. Lascio l’indirizzo del mio blog: http://danielevessella.blogspot.com/ Campo de’ fiori VIGNANELLO I 35 , SCAVI E RINVENIMENTI DI ANTICHITA’ FALISCHE l territorio vignanellese fu oggetto di studio solamente agli inizi del XX secolo. Dalle campagne di scavo intraprese dalla soprintendenza, Vignanello risulta essere il della Dott.ssa centro più settentrionale Chiara dell’Agro Falisco, formaCastriota tosi intorno al IX-VIII seScanderbeg colo a.C. I rinvenimenti maggiori riguardano il pianoro del Molesino, ove era collocato l’abitato e l’adiacente necropoli nella valle del Fosso della Cupa. Iniziando dalla zona funeraria, vennero rinvenute 16 tombe a camera, dalla struttura simile: tutte si presentavano come una camera sotterranea, a pianta quadrata, con un lungo corridoio d’accesso chiamato dromos. Lungo le pareti vi erano scavati dei loculi e in alcuni casi erano presenti lunghi gradoni correnti il perimetro delle stanze, probabilmente utilizzati per la deposizione dei defunti e dei loro corredi funebri. Dagli studi emerge l’utilizzazione della necropoli dalla fine del VII secolo a.C. fino al III secolo a.C. Vignanello si presenta come un centro continuamente abitato e nel corso del tempo nuove costruzioni si sono innestate sulle precedenti, obliterandole, danneggiandole o cancellandone l’esistenza. Ciò si è verificato anche per queste tombe, in parte distrutte o riadattate in tempi più recenti come stalle, cantine o magazzini. Sede dell’antico abitato era il pianoro del Molesino, un’altura caratterizzata da difese naturali. Sul lato occidentale fu rinvenuto un monumento probabilmente sacrale, caratterizzato da modanature e cornici in peperino su un nucleo interno di blocchi di tufo. E’ datato tra la fine del VI e l’inizio del V secolo a.C. All’altare era collegato un largo recinto delimitato da un muro a blocchi, costruito in epoca posteriore, che delimitava un’area collegata alle funzioni sacre. Tra i ritrovamenti vi sono tratti della cinta muraria, conservati sul versante occidentale del pianoro. Secondo l’ipotesi degli studiosi essi costituivano una struttura ben articolata, composta di porte e torri, che cingeva se non tutto l’abitato almeno i punti più deboli, compensando le difese naturali. Risulta difficile stabilire una datazione certa. In altri centri dell’Agro Falisco, per la stessa tipologia di struttura è stata proposta una cronologia tra la metà del V e gli inizi del IV secolo a.C. Il lavoro degli archeologi portò inoltre all’individuazione all’interno dell’abitato di un reticolo viario che colloca a pieno diritto Vignanello nel territorio dell’Agro Falisco, identificando l’odierno viale del Vignola con l’asse viario principale dell’antico abitato. Sul versante sud-orientale del pianoro il terreno era caratterizzato da numerosi pozzi, cavi e cunicoli. Dopo un esame più approfondito queste strutture furono suddivise in due grandi gruppi a seconda della loro funzione: un gruppo era destinato all’approvvigionamento idrico e l’altro alla conservazione degli alimenti. Solo uno tra questi, per le sue peculiarità, non rientra in queste categorie. Esso è denominato”Cavo N”. Si presenta come un grosso pozzo cilindrico, collegato a una fossa nella quale si trovavano tre piccoli sarcofagi. Si tratta di sepolture infantili con corredo funerario composto da vasetti di piccole dimensioni, datato tra la fine del VII e gli inizi del VI secolo a.C. Nei centri falisci vi è una netta separazione tra le aree abitative e le necropoli. Questo ritrovamento costituisce una testimonianza sull’uso di seppellire i bambini nell’area dell’abitato, presso la casa paterna. Tale usanza sopravvivrà anche in epoca romana. Le indagini archeologiche sul pianoro del Molesino vennero condotte cercando di evitare gli appezzamenti di terreno coltivate, di proprietà del principe Alessandro Ruspoli nonché finanziatore dei lavori, rinunciando così a una visione completa e continuativa di quanto ancora esisteva in questo sito. I dati raccolti ci forniscono solo una ricostruzione incompleta della vita del centro. Altre indagini sarebbero state necessarie ma non vennero più effettuate. I reperti rinvenuti si possono oggi ammirare nel museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia. Campo de’ fiori 36 Appuntamento al Teatro Bianconi di Carbognano Ultimi due appuntamenti allinsegna delle grandi risate D avvero esilaranti gli ultimi due appuntamenti che hanno concluso la variegata stagione teatrale del Bianconi di Carbognano. Due commedie di Sergio Piano incentrate sull’intramontabile tema dell’amore, ricche di divertenti equivoci che hanno colpito nel segno il pubblico del teatro. (Trame, presentazioni e critiche degli spettacoli diramate dai realtivi Uffici Stampa). considerate del tutto innocenti? O forse sono comunque dei piccoli tradimenti? Una cosa è certa; che bisogna disporre di tanti escamotage per far sopravvivere un sentimento ai continui naufragi della vita quotidiana! Un’altra divertente commedia di Diego Ruiz con le sue appassionanti e ironiche ricerche sulla qualità dei rapporti di coppia, visti però, questa volta, attraverso la lente spietata dell’ amicizia. Si, perchè un amico alcune volte, più o meno involontariamente, può mettere i bastoni tra le ruote alla storia d’ amore dell’ altro. Ancora peggio, è se il tuo migliore amico è in realtà un’amica, allora, sei proprio nei guai. Ma esiste veramente l’amicizia tra uomo e donna? Oppure è solo un’attrazione latente? Una commedia tutta da gustare, con i quattro protagonisti che danno vita ad una girandola di equivoci e fraintendimenti impossibili creando un groviglio inestricabile di bugie e mezze verità, tra mille risate, situazioni imbarazzanti e gag esilaranti tutti i nodi verranno al pettine e sarà l’amore a trionfare su tutto. O forse no? “TI AMO O QUALCOSA DEL GENERE” con Roberto Ciufoli, Gaia de Laurentiis, Francsca Nunzi e Diego Ruiz. La tavola è apparecchiata per due, le candele sono accese, la luna e le stelle sono particolarmente luminose e anche le zanzare non si sono fatte vedere per non rovinare quello che si prepara ad essere il più romantico dei tetè a tetè. Non bisogna certo conoscere le lingue per sapere che un tetè a tetè è un incontro a due, no? Allora che c’entra l’arrivo dell’ amica di lui e ancora peggio, che ci fa il fidanzato di lei? Ma soprattutto: chi è gay? E lui di chi è innamorato? Di lei o dell’altra? E lei ama lui o ama l’altro? Insomma, qual è la morale? Che in amore bisogna essere sempre sinceri? O che le bugie dette a fin di bene possono essere “TI VUOI METTERE CON ME?” (L’ amore al tempo delle mele). Con Michela Andreozzi. Ti vuoi mettere con me? Quante volte noi maschietti abbiamo rivolto questa domanda alla ragazzina della quale eravamo infatuati. Poi bastava avere un’amica complice a fare da tramite e il gioco era fatto. Si o no? Come era bello avere 15 anni, si viveva di qualche telefonata agli amici o alle amiche più care, le ragazzine avevano un diario a cui raccontare i segreti più intimi e la vita scorreva cosi, fra un lento con la ragazzina o il ragazzino del cuore e una festa dove si mangiucchiavano patatine e si beveva coca cola. Quante volte ci siamo trovati nella situazione di sentire o di dire quelle quattro fatidiche parole che oggi ci fanno tanto sorridere: appunto “Ti vuoi mettere con me?” Che sia stata vissuta negli anni 80 o meno, l’ adolescenza resta sempre, con le sue emozioni travagliate, le canzoni del cuore, i primi colpi di fulmine, le farfalle nello stomaco e i messaggini tra ragazzi (ieri su foglietti di carta). I rimorsi, gli errori, il cuore che batte, le scelte fatte e le strade intraprese ci travolgono in un vortice di nostalgia per quello che è stato e che ogni tanto ci capita di rimpiangere. Una fase della nostra vita insomma, che Michela Andreozzi (bravissima) condivide con il pubblico sul palcoscenico, tra rivisitati e divertentissimi luoghi comuni uniti all’immancabile tenerezza per come eravamo, con fare ironico, ma anche nostalgico, rivive e ci fa rivivere il periodo più bello, ma anche più complicato della nostra vita. Si chiude cosi la stagione del Teatro Bianconi di Carbognano. Una stagione con un cartellone fantastico, preparato con cura e con sapiente maestria dal Direttore Artistico Giuseppe Magagnini che ha visto cimentarsi sul palcoscenico alcuni dei più grandi attori del teatro italiano. Colgo l’occasione per ringraziarlo delle belle emozioni che mi ha fatto vivere in questi mesi e sono convinto che i successi ottenuti quest’ anno saranno sicuramente uno stimolo a migliorare ancora. Al prossimo anno. Campo de’ fiori 37 UN SOGNO SPECIALE PER PERSONE SPECIALI I l 28 Aprile 2016 è andato in onda il programma Le Iene Show in cui è stato girato un servizio a cura di Giovanna Nina Palmieri, in occasione delle Special Olymdi Beatrice pics 2015 avvenute a Los Manocchio Angeles, a cui hanno partecipato 101 atleti down che hanno portato a casa 85 medaglie in tutto. Un numero non indifferente per queste persone che attraverso queste vittorie stanno cercando di abbattere quel muro di pregiudizi che si è creato nel corso degli anni all’interno della nostra società. Nina ha intitolato il servizio 101 storie di straordinaria follia, una follia che racchiude in sè amori, amicizie e soprattutto 101 sogni nel cassetto, grazie ai quali questi ragazzi riescono ogni giorno ad alzarsi sorridendo e accettando la vita nel modo in cui è stata loro donata, di certo non una vita semplice anzi una di quelle che racchiude molte difficoltà, ma a volte anche tante sorprese che regalano tante soddisfazioni e tanta felicità. La nostra società impone dei limiti e dei canoni che spesso portano al malessere di coloro che imitano questi modelli per essere accettati. Questi ragazzi, invece, sono l’ec- cezione che conferma la regola che nella vita si può essere felici anche quando non si ha nulla, quando non si è come vorrebbero gli altri ma si ha tanta voglia di fare! Sì, hanno sogni che devono uscire dal cassetto e avverarsi, gli stessi che spingono questi 101 atleti in pista a dare tutto il meglio di sè. Chi si dedica al nuoto, chi alla danza, chi alla ginnastica ritmica e chi all’atletica, tutti s’impegnano per dare il massimo e tutti, oltre a vincere, cercano di creare uno spirito di squadra da far invidia al mondo. Tra loro, infatti, c’è rispetto, ammirazione, fiducia e tanta grinta, elementi che molto spesso sono assenti in altri gruppi sportivi e che portano poi alla sconfitta. Poi, oltre a tante amicizie sono nate anche tante storie d’amore che lasciano in questi ragazzi molte aspettative per il futuro. C’è una cosa però che lascia perplessità e indignazione... Perchè le Special Olympics non vengono trasmesse nel nostro Paese? Siamo forse uno di quei paesi che non vuole abbattere il muro? Non sappiamo rispondere a questa domanda, ma una cosa è certa, il servizio di Giovanna Nina Palmeri ha toccato il cuore di tutti noi e vale la pena sapere che nel mondo esistono persone così speciali. Il Circolo Bocciofilo di Civita Castellena Campione dItalia a Pineto S i è svolto dal 21 al 24 Aprile 2016 a Pineto (TE), il Campionato italiano di Bocce FIB/FISDIR stagione sportiva 2016, organizzato dalla Federazione Italiana Bocce e la Federazione Italiana Sport Disabilità Intellettiva Relazionale, in collaborazione del Comitato Regionale FIB Abbruzzo, Comitato Provinciale di Teramo e APD Dimensione Volontario Onlus. Come avevamo anticipato sul precedente numero della rivista, a prendere parte alla gara sono stati anche i ragazzi del Circolo Bocciofilo Civitonico, che si sono trovati a gareggiare con altri circa 140 atleti provenienti da ben 7 regioni d’Italia. Il Campionato è stato suddiviso in quattro diverse categorie: C21, Promozionale, Agonistico ed Elite ed è proprio in queste ultime due che gli atleti del Circolo Bocciofilo Civitonico, si sono distinti. Nella categoria agonisti, infatti, la coppia formata da Alessandra Tronti e Stefano Del Rugo si è classificata al 4°posto. Nella categoria Elite, invece, si sono classificati primi gli atleti Maurizio Marzo e Alessandro Marcucci, conseguendo il titolo di Campioni d’Italia. Marzo, tra l’altro, ha guadagnato il primo posto anche nella specialità coppie. Complimenti vivissimi a tutta la squadra che da anni si allena, puntualmente, tutte le settimane, con passione e dedizione, riuscendo, così, ad ottenere ottimi risultati in moltissime gare, anche a livello nazionale, proprio come questi raggiunti nel campionato Italiano di Pineto. Un plauso va, inoltre, agli allenatori Giorgio Vaselli ed Eraldo Fantera che dedicano molto del loro tempo libero a questi atleti speciali. Un ringraziamento particolare da parte della Bocciofila di Civita Castellana è rivolto all’Amministrazione comunale locale, molto sensibile a questo tipo di iniziative, ed alla Ceramica Scarabeo, per la preziosa collaborazione da sempre offerta per far fronte alle spese di trasferta delle varie gare. A sostenere le imprese dei ragazzi anche Gianfranco Pizzuti, responsabile tecnicologistico del settore disabilità sportiva della provincia di Viterbo e Vicepresidente FIB del Comitato Provinciale di Viterbo, che segue e sostiene con entusiasmo i nostri bravissimi giocatori di bocce del circolo civitonico, che, ci auguriamo di cuore, possano portare ancora tanti altri successi nel comitato di Viterbo. Ermelinda Benedetti Campo de’ fiori 38 ALF STUPENDO MASCHIO DI APPENA 2 ANNI TAGLIA MEDIA CIRCA 35/40KG. SEGNI PARTICOLARI BELLISSIMO, BUONISSIMO CON CANI, GATTI E BAMBINI !!! HA VISSUTO PER DUE ANNI IN CASA, OGGI IN PENSIONE. ADOZIONE DEL CUORE PER ALF! Tel. 338.7357799 ADOTTA UN CANE IN CANILE !!! Maschi, femmine, grandi, piccoli, cuccioli e adulti. Tel. 331.3265516 SMARRITO ARGO setter maschio di 5 anni con microcip e collare rosso. Non si trova più dal 4 febbraio 2016, si è perso in loc. Quartaccio tra Civita Castellana, Fabrica di Roma e Corchiano. FABRICA DI ROMA CERCANO CASA... e quanti ancora ne arriveranno!!!!! (Non se ne può più!) 4 femmine e 1 maschio pronti per l’adozione!!! 388.7952030 MARCELA AIUTATECI A TROVARLO! RICOMPENSA per il ritrovamento! 329.8114121 328.5372025 338.7357799 GATTINI bellissimi maschi e femmine prenotatevi 338.7357799 E allora.....forza.... in adozione! !!! Fabrica di Roma Tel. 333.5375465 NON ABBANDONIAMOLI... ADOTTIAMOLI!!! Campo de’ fiori 40 L’angolo del grafologo Il bambino sulla soglia della scuola. Analisi della grafia di un bambino dalla II alla Iv elementare. I l Moretti, fondatore della Grafologia Italiana, affermava che è possibile esaminare uno scritto di un bambino, nei primi anni dell’apprendimento, del Prof. ma solo dalla seconda elePiero Mecocci mentare, e osservando Grafologo solo alcune caratteristiche dello scritto: - Adesione al modello scolastico - Pressione esercitata sul foglio dalla penna - Dimensione dei caratteri scrittori - Direzione dello scritto rispetto al foglio - Larghezze tra le parole - Larghezze negli occhielli delle lettere (“o”, “a”, e derivate) - Distanza tra le singole lettere - Adesione al rigo di base del foglio - Considerare se lo scritto si presenta più curvo o più angoloso - Tratto sicuro o particolarmente incerto. In particolare, già dalla seconda elementare si può osservare il calibro delle singole lettere. Un calibro di più di 5 mm è considerato grande. E’ espressione di chi tende a manifestarsi. Un calibro di circa 3 mm è considerato medio. E’ espressione di una naturale moderazione. Sarà, probabilmente, un indivi- duo ben predisposto all’apprendimento. Un calibro di 2 mm è considerato piccolo. E’ espressione di chi ha la tendenza ad interessarsi molto di tutto ciò che lo circonda. Saranno bambini che faranno molte domande, con la tendenza alla ricerca ed alla critica costruttiva. Un calibro sotto i 2 mm è considerato minuzioso. Evidenzieranno una predisposizione allo scrupolo. dovuto alle tensioni scrittorie ed alla rigidità della mano nell’eseguire le forme. Per largo tra parole s’intende la distanza che intercorre tra una parola e l’altra. Se la distanza è eccessiva, si evidenzia una notevole propensione al ragionamento con qualche tendenza all’ipercritica. La pressione elevata è normale perché scaturisce dallo sforzo dell’aderire al modello scolastico. In seguito la pressione indicherà ma maggiore o minore sicurezza nell’affrontate i vari impegni. L’orientamento lineare sul rigo di base, del quaderno, si analizza dalla terza classe delle elementari. Se si evidenzia una certa difficoltà nel mantenere il rigo, questo può essere Ascendente o Discendente. La scrittura può tendere a movimenti curvilinei o più angolosi. Generalmente, se è più curvilinea, c’è la tendenza all’imitazione del modello impartito dagli insegnanti. Se si presenta più angolosa, probabilmente ciò è Dalla quarta elementare vanno osservati altri segni fondamentali: - La buona o scarsa leggibilità. - La differenza del calibro nelle lettere che compongono le parole. - La scorrevolezza o la lentezza dello scritto. - Le cancellature, le correzioni superflue, gli inchiostramenti (occhielli anneriti). Segni che evidenziano di bambini preoccupati di sbagliare. Pane e frittata V i proponiamo una ricetta semplicissima e soprattutto velocissima da realizzare, ideale per quelle situazioni di tempo ridotto e fame estrema! Ingredienti : - Pane (una rosetta, una ciriola o due belle fette di pane tagliate spesse; - 2 uova; - sale q.b. - olio e.v.o. Procedimento: di Letizia Ch ilelli In un piccolo padellino antiaderente versate poche gocce di olio e fate scaldare; nel frattempo in un piatto, sbattete le due uova e aggiungetevi un pizzico di sale. Versate il composto nel padellino e preparate la frittata avendo cura di rigirarla, almeno, per un paio di volte. Tagliate la rosetta a metà, una volta pronta la frittata, adagiatevela dentro schiacciandola bene tra le due parti del pane. Il panino con la frittata è pronto per essere gustato. Consiglio Pratico Se lo gradite, quando sbattete le uova, potete aggiungere qualche foglia di prezzemolo, oltre a donare un po’ di colore alla frittata, la rende sicuramente più gustosa! Inoltre, se utilizzate del pane raffermo, prima di “imbottirlo”, passate sulle fette un pomodoro rosso, oltre ad ammorbidire il pane, il sapore del pomodoro esalterà quello della frittata. Campo de’ fiori 41 “Le signorine della porta accanto” La divertente commedia dialettale corchianese con una bella morale: chi si fa gli affari propri... G rande ilarità. È sicuramente questo quello che riesce a suscitare in tutti gli spettatori la commedia teatrale “Le signorine della porta accanto”, scritta e diretta da Laura Testa. Ad interpretarla sono stati gli attori della compagnia di teatro amatoriale dell’Oratorio San Luigi Gonzaga di Corchiano, in collaborazione con il locale Gruppo Amerino. Due atti nei quali tutta la veracità del dialetto, e soprattutto dei comportamenti di vita quotidiana corchianese, si palesa in tutta la sua forza anche comica. Due appartamenti, separati da un muro troppo sottile, sono la scena all’interno della quale si muovono i protagonisti. Un muro talmente sottile che permette alle due “zitelle della porta accanto” di sapere tutto ciò che accade nella casa della coppia dei vicini, quando non sono intente ad osservare, dal balcone, cosa succede per le vie del paese. Ficcanasare negli affari altrui è spesso, purtroppo, di “uso comune”, ma un bello scherzo che intimi una multa da cento mila euro, può far passare presto la voglia, proprio come avviene alle nostre due “signorine”. Valeria, interpretata da Roberta Silveri, e Minuccia, interpretata da Elisa Ridolfi, sono le due vecchie bigotte, che importunano, puntualmente, Gesilde, interpretata da Ruggero Alessi (perfettamente travestito) e Amilcare, interpretato da Giulio Ortenzi, la ormai consolidata tipica coppia di moglie e marito corchianesi, pungolati, come se non bastasse, anche dalla mamma di lui, interpretata da Maria Moscarella, che si intromette ancora, dopo tanti anni di matrimonio, nella loro vita. Sarà, inizialmente, un misandestanding a portare una ventata di novità nella loro routin quotidiana: un’indagine di mercato, realizzata da due giovani agenti (Massimo e Simone Benedetti). E poi l’arrivo di Irina (la badante rumena, interpretata da Florentina Alexandrescu) e la presenza della quindicenne Emma (Emma Boria), che si contrappone alla generazione avara delle due zie, coloriranno ancor di più, se mai ce ne fosse ulteriormente bisogno, la già vivacissima scena. Ma sarà lo scherzo imbastito a discapito delle due signorine, da Amilcare attraverso sua nipote (interpretata da Claudia Di Dio), a condurci verso la morale della storia: chi si fa glia affari propri campa cento anni di più! Laura Testa è alla sua seconda commedia come autrice. Ha iniziato, invece, la propria esperienza di regista, circa quattro anni fa, presso l’oratorio parrocchiale, sotto la spinta dell’allora parroco don Claudio Monarca. “Le signorine della porta accanto” è una commedia pulita, attraverso la quale, come ha tenuto a precisare anche don Marcelo Caldas nella sua presentazione prima dello spettacolo, si può ridere senza dover per forza cadere nel volgare. Un susseguirsi di scambi di animate battute ne hanno scandito il ritmo, ricalcando e calcando, fino all’esasperazione, i tanti modi di dire e di fare tipicamente corchianesi. Lì abbiamo rivisto le nostre nonne rimproverare i propri mariti per essere entrati in casa con gli scarponi infangati di ritorno dalla campagna; lì abbiamo rivisto gli atteggiamenti di tante vicine di casa impegnate ad osservare tutto ciò che accade intorno a loro. Tornano subito alla mente anche le commedie dialettali di un altro vecchio gruppo di teatro locale, quello dei Commedianti Corchianesi, che non troppo tempo fa divertiva il pubblico di Corchiano con rappresentazioni altrettanto esilaranti. Senz’altro è emersa una grande spontaneità in tutta la recitazione, grazie, soprattutto, al vissuto reale di ciascun attore, ed in particolare nella figura di Gesilde, che ha dominato la scena, nonostante fosse interpretata da un uomo, ma è stata, forse, proprio lì la forza maggiore del personaggio. Il sold out delle tre serate del 30 aprile, del 6 e 7 maggio, fa presupporre che a breve lo spettacolo possa essere riproposto, per far ancora ridere tanti altri corchianesi, che potranno certamente ritrovarsi in uno dei personaggi portati in scena. Ermelinda Benedetti 42 Campo de’ fiori D Il Diritto alla Pace iritto alla vita, diritto all’istruzione, diritto alla salute, diritto al lavoro… persino il diritto alla felicità, ma non si è ancora stabilito, né è stato afferdel Prof. mato, che il principale dei Massimo diritti umani dovrebbe esMarsicola sere, ed è, il diritto alla pace. Diritto alla pace tra i popoli, ma anche diritto alla pace in famiglia, nella società civile, nel proprio Paese. Diritto alla pace interiore. Vivere in pace è quindi un diritto tanto di un popolo quanto di una persona. Ed è giusto sottolineare che la pace è un diritto, primo necessario passo verso la maggiore comprensione ed estensione di questo concetto. Quello che accade intorno a noi attesta che l’uomo di oggi è ancora un uomo diviso, lacerato. Prima che fuori di sé, è diviso e lacerato in se stesso, perché non ha risolto i suoi conflitti interiori. Per questo io sostengo che per approdare C alla pace è necessario cominciare ad educare alla pace sin da piccoli. Per la pace passa tanto l’autorealizzazione della persona singola quanto la prosperità di un popolo. E nel tempo in cui tutti aspirano alla ricchezza, le mie parole dovrebbero esser prese molto sul serio. Tutta la mia ricerca in campo antropologico, tutto il mio pensiero filosofico e pedagogico, sono un costante sforzo di mettere sotto la lente d’ingrandimento l’idea di come raggiungere il benessere personale e sociale nello stesso tempo. E’ giunto il tempo in cui si deve manifestare la responsabilità della persona. E il primo passo è quello di adottare la pace quale primo fra i beni comuni. I comportamenti egoistici, quali ad esempio la corruzione, debbono essere sanzionati duramente e considerati inaccettabili, perché contrari al bene comune. Mi rivolgo alle nazioni più civili ed avanzate, ma anche a tutti coloro che amano la giustizia e la verità. Unitevi a me nella lotta a ciò che divide e che rende disumano il vivere quotidiano. Non rimanete indifferenti. L’indifferenza attiene all’uomo vecchio, all’uomo della guerra. Ed è un male perché è una forma di odio. Io do le coordinate per giungere a conquistare l’isola che non c’è ancora ma che i più vorrebbero fosse a portata di mano. Ricorda e rilancia: #Diritto alla pace. Per tutti. Metto idealmente nelle tue mani la chiave della pace che tu stesso potrai adoperare se solo lo vorrai. aro Massimo, il tuo breve " pezzo" sulla Democrazia mi ha entusiasmato! Io stessa sono sorpresa di questa mia reazione spontanea e me ne vado chiedendo il perchè da vari giorni. Credo di averlo trovato: è però grande, il mio perchè! Premesso che quanto accade intorno a noi sta diventando insopportabile, le tue riflessioni sono talmente ideali che il mondo cambierebbe d'un colpo se soltanto gli uomini le adottassero. Tu dici con convinzione ed io lo ripeto in breve con te : basta competizioni, la competizione porta conflitti, solo la ricerca della verità migliora le cose. Fin qui, ci siamo, eccome! Ma quando aggiungi che questo vale anche in politica, mi dispero! Chi mai ascolterà la buona lezione del Professor Massimo Marsicola ? Deve cambiare l'approccio di chi si propone ad amministrare la cosa pubblica, tu aggiungi, ovvero prepararsi ad essere migliore verso se stesso e verso il prossimo, divenire "Cielo" scrivo io con la maiuscola! Ed infine, non promuovere se stessi in una vana schiera di destra o sinistra, ma dovremmo sceglierli noi i nostri politici per le loro capacità e qualità che ovviamente ne rispecchino le conoscenze. Ti seguo con il cuore, non con la mente. Sarà perchè non ho raggiunto io per prima il tuo ideale traguardo? No, caro Massimo, io mi son preparata per tutta una vita e anche te perchè hai saputo scrivere di un 'deale filosofia, il che non è poco per entrambi. Ma semplicemente perchè non facciamo i politici o almeno non aspiriamo a farlo nelle condizioni attuali. Grazie comunque, perchè alla fine un po' di speranza hai saputo farla nascere in me ed in chissà quanti altri lettori. Bruna Ferrini L’angolo del poeta LA BALLATA DELLE ANIME C’era una festa al cimitero vicino al fontanile; si ripete la festa ogni mese d’aprile Una festa di notte, notte di luna piena, musicanti le rane e le stelle lontane. E’ una festa di anime (io non sono invitato) anime cattive ed anime buone piccole e grandi comunque di persone defunte che sono lì da tanto o appena giunte. Lasciano i loro gusci le anime festaiole : alcuni ridotti male altri polverizzati tra le aiuole del camposanto. Corre l’invito di pietra in pietra “al vecchio rito,al vecchio rito”! Qualcuna di loro si porta dietro un fiore appassito. Cantano queste anime: un canto non percepibile da orecchio umano. E ballano – le più giovani In cerchio, leggere, aeree; le più vecchie vorrebbero anche ma sono stanche. Qualcuna voleva invitare il vecchio guardiano del cimitero. Invitarlo a ballare. Ma altre hanno detto “Aspettiamo che sia come noi”. Questa notte hanno invitato il vecchio guardiano del cimitero. EDO Campo de’ fiori 43 GIOCA CON CAMPO DE’ FIORI LANGOLO MISTERIOSO Indovina il nome di questa via di Civita Castellana e vinci un abbonamento annuale alla nostra rivista! Il primo che indovinerà chiamando il numero 328.3513316 sarà il vincitore! La foto pubblicata sullo scorso numero di Campo de fiori raffigurava Via delle Palme a Civita Castellana (VT). La prima ad indovinare è stata la Sig.ra Maria Tentella che si è aggiudicato un anno di abbonamento alla nostra rivista. IL PERSONAGGIO MISTERIOSO Indovina il nome di questo personaggio famoso e vinci un abbonamento annuale alla nostra rivista! Il primo che indovinerà chiamando il numero 328.3513316 sarà il vincitore! La foto pubblicata sullo scorso numero di Campo de fiori raffigurava Carlo Conti. La prima ad indovinare è stata la Sig.ra Elena Del Priore che ha vinto un anno di abbonamento alla nostra rivista. DITELO AI NOSTRI SPONSOR Cari amici lettori, dite ai nostri sponsor di averli visti sulle pagine di Campo de fiori! Riceverete un trattamento speciale! Approfittatene... Per tenervi continuamente aggiornati su tutte le numerosissime iniziative della rivista che amate di più, vi invitiamo a mettere il vostro "Mi piace" sulla pagina di Campo de' fiori Invitate anche tutti i vostri amici a seguirci... Vi aspettiamo sempre più numerosiiiiii Campo de’ fiori 44 Tanti racconti di un unico “Fragile Universo” Il toccante spettacolo teatrale dellAssociazione Tormillinarte di Ronciglione per la regia di Sandro Nardi S i apre il sipario del teatro Petrolini di Ronciglione, e sul palco ventuno figure di bianco vestite fluttuano a tempo di musica nel buio leggero dei sogni. “Fragile Universo”, lo spettacolo portato in scena a conclusione del corso di teatro “Alta quota” dell’associazione culturale TormillinArte, racconta ventuno storie di vita attraverso altrettanti monologhi ben interpretati dai vari attori che si sono alternati sul palco. Storie di donne, per lo più, donne abusate, mogli tradite, amanti abbandonate, madri stroncate, a volte vittime, altre carnefici. Psicodrammi interiori, fragilità umane, paure, ossessioni, ricordi, ferite mai chiuse, come in uno stream of consciusness hanno rapito Foto di Giampietro Semprebene il pubblico. Racconti nei quali, per certi aspetti, potersi ritrovare o attraverso i quali poter accostarsi alle sofferenze altrui. È stata la penna fine di Maria Cangani e Cecilia Antinelli a comporre i testi, pregni di vissuto. Il tocco “folle” e delicato del regista Sandro Nardi, famoso per la sua propensione ad un tipo di teatro fortemente sperimentale, nel quale, spesso, l’onirismo cerca di dare una collocazione ed una giustificazione agli eventi proposti, li ha trasformati, poi, in un bellissimo spettacolo teatrale. Semplice, ma allo stesso tempo elegante ed azzeccato, l’unico quadro scenico all’interno del quale si sono mossi i personaggi; ottimo anche il gioco di luci che ha saputo dare un senso di continuità a tutta la narrazione. Un plauso particolare va agli attori che si sono messi in gioco ed hanno creduto in questo progetto, calandosi perfettamente nei panni dei protagonisti di ciascuna vicenda narrata. Un’interpretazione profondamente sentita. Si tratta di uno spettacolo imperdibile, soprattutto per gli appassionati del teatro moderno di psicologia ed incentrato sull’introspezione personale. Visto il successo delle due repliche del 7 ed 8 Maggio, ci auguriamo che possa essere presto ripetuto per dare la possibilità a chi non ha potuto vederlo, di cogliere lo spunto per poter riflettere sul nostro “Fragile Universo” umano. Ermelinda Benedetti “Tutti alla Ribalta” con lo spettacolo “A volte tornano” Lesilarante commedia andata in scena al teatro In Portico di Roma “A VOLTE TORNANO” è il titolo dello spettacolo teatrale andato in scena il 20, 21, 22, 23 e 24 aprile 2016 al Teatro In Portico di Roma. Lo spettacolo è stato prodotto dall’Associazione La Ribalta & Lo Studio ed interpretato dagli attori del Gruppo teatrale “Tutti alla Ribalta” della stessa Associazione. La divertente commedia è tratta da “Spirito allegro” dell’inglese Noel Coward, con la regia di Benedetto Gandolfo, e gioca sui problemi relazionali di coppia, amplificati dall’intervento invadente e inaspettato della defunta prima moglie del protagonista, decisa a non demordere sulle proprie prerogative di moglie. Si alterneranno sulla scena anche numerosi altri singolari personaggi, tra cui una sedicente medium. Un appuntamento che ha divertito davvero tutto gli spettatori che si sono succeduti nelle cinque repliche in programma. Complimenti al regista, agli attori ed a tutto lo staff. Foto Aldo D’Ambrosio Campo de’ fiori 45 “Civita Castellana, il calcio nella storia” È Presentato il 20 Maggio il volume dei giornalisti Baldi e Mascolo edito dallAccademia Internazionale dItalia stato frutto di un lungo, minuzioso e paziente lavoro il nuovo libro scritto a quattro mani dai giornalisti Ugo Baldi e Massimiliano Mascolo sulla storia del calcio civitonico. S’intitola per l’appunto “Civita Castellana, il calcio nella storia” ed è un bel volume di 184 pagine, ricco di tante belle foto in bianco e nero, nelle pagine iniziali, ed a colori, verso la fine. Il libro, attraverso una certosina attività di ricerca sul campo portata avanti dagli autori, ricostruisce dettagliatamente tutta la storia del calcio di Civita Castellana, a partire dal 1921 fino al 2016. Quasi un secolo l’arco di tempo preso in esame, nel quale le vicende di coloro che si impegnano a costituire il primo club calcistico civitonico si intrecciano profondamente sia con la storia locale che con quella nazionale. 95 anni per la precisione, se si considera il fatto che le prime tracce di incontri di calcio disputate da una squadra civitonica risalgono al 1921. In quell’anno Sport Club Civita Castellana, presieduto dal cavaliere Vincenzo Ribaldi, festeggiava l’avvio ufficiale della sua attività, si legge sulle pagine del libro. Da qui in poi tantissimi i nomi dei personaggi che si susseguono negli anni in situazioni di alterna fortuna per la squadra civitonica, che più volte vedrà cambiata la sua denominazione, fino ad arrivare ai giorni nostri. Venerdì 20 Maggio, presso la sala conferenze della Curia vescovile di Civita Castellana, è stato ufficialmente presentato il volume. Tante le personalità del mondo dello sport intervenute. Oltre agli autori ed insieme al vescovo Mons. Romano Rossi, che ha fatto gli onori di casa, ed al Sindaco di Civita Castellana Avv. Gianluca Angelelli, infatti, erano presenti il presidente del Coni Lazio, Riccardo Viola, il presidente del Comitato Lazio, Regionale Il Vescovo Romano Rossi saluta i numerosi intervenuti Melchiorre Zarelli e il dottor Ernesto Alicicco, già medico de’ fiori. Si tratta, infatti, della casa editrice della Roma, quale ospite d’onore. Modera- che da 14 anni edita la nostra rivista e che, tore, il giornalista, volto noto della Rai, Fe- nel corso del tempo, ha pubblicato vari volumi di diversi autori. È stato un vero onore, dele La Sorsa. oltre che un piacere, poter dare alle stampe un volume di tale prestigio, un libro che rimarrà nella storia. Il connubio tra la nostra casa editrice e gli autori è avvenuto quando l’amico e collega Ugo Baldi si è affacciato alla porta della nostra redazione per chiedere di poter rovistare nel nostro sterminato archivio fotografico. Una delle rubriche più amate da voi lettori è, infatti, l’Album dei ricordi, attraverso la quale, fin dal primo numero, sono state pubblicate vecchie foto in bianco e nero e non solo. Oltre 2.000! Molte delle foto inserite all’interno del libro, dunque, provengono dall’archivio della rivista Campo de’ fiori. Ed è così che è nata l’idea Ermelinda Benedetti, in rappresentanza di editare il volume. Al termine della presendell’A.I.D.I. consegna gli attestati agli autori tazione, dopo la consegna degli attestati Massimiliano Mascolo e Ugo Baldi agli ex giocatori e presidenti della società Il libro è stato editato dall’Accademia Inter- sportiva civitonica, abbiamo voluto consenazionale d’Italia per le Collane di Campo gnare ad Ugo Baldi ed a Massimiliano Mascolo un attestato di riconoscimento per la passione dimostrata e l’impegno profuso nella realizzazione di questo libro. Un ringraziamento va a tutti coloro che, in un modo o nell’altro, hanno contributo alla concretizzazione di questo ambizioso progetto, a Primavera Dominici e Roberto Mancini per l’impaginazione grafica, a Danilo Mecucci per l’illustrazione di copertina, a Mauro Topini per l’elaborazione delle foto. Grazie a tutti dagli autori e dall’Accademia Internazionale d’Italia. Da sx: Fedele La Sorsa, Massimiliano Mascolo, Riccardo Viola, Gianluca Angelelli, Melchiorre Zarelli, Ernesto Alicicco, Ugo Baldi Il presidente dell’A.I.D.I. Sandro Anselmi E’ POSSIBILE RICHIEDERE LE COPIE DEL LIBRO PRESSO LA NOSTRA REDAZIONE IN PIAZZA DELLA LIBERAZIONE, 2 CIVITA CASTELLANA (VT). Info 328.3513316 Campo de’ fiori 47 LA SEZIONE A.N.P.S. DI FABRICA DI ROMA FESTEGGIA I SUOI 30 ANNI S ono trascorsi già 30 anni da quando venticinque poliziotti originari di Fabrica di Roma decisero di fondare la locale sezione dell’Associazione Nazionale della Polizia di Stato, intitolata al Prefetto Vincenzo Parisi – capo della Polizia dal 1987 al 1994. Ogni anno, puntualmente, la sezione ha festeggiato il proprio compleanno con numerose iniziative, coinvolgendo, da sempre, tutta la cittadinanza, a partire dai più piccini. Come da tradizione, infatti, anche per la grande festa del trentennale, quest’anno, a dare il via ai festeggiamenti, il 16 Aprile, è stato il quadrangolare di calcio a 5 (categoria “pulcini”), intitolato alla memoria degli Agenti Rolando Lanari e Giuseppe Scravaglieri, caduti per mano delle Brigate Rosse in quella che viene ricordata come la strage di S. Valentino, al quale hanno partecipato, oltre alla scuola calcio di Fabrica di Roma, anche i ragazzi di Corchiano, Castel Sant’Elia e Vignanello-Vallerano. Protagonisti di un’altra importante iniziativa sono stati ancora una volta i bambini: il corso di Educazione Stradale su “tappeto organizzato” in PVC per gli alunni delle scuole elementari di Fabrica e Faleri, grazie all’apporto della Se- zione di Polizia Stradale di Viterbo. Ospiti di eccezione quest’anno le delegazioni I.P.A. (International Police Association) ISTRA, dell’omonima regione della Croazia; ESSLINGEN dalla Germania; GORENJSKA dalla Slovenia e KRAPKOWICE dalla Polonia, ciascuna con la propria uniforme per presenziare, prima al bellissimo concerto della Fanfara della Polizia di Stato, diretta dal maestro Secondino De Palma, nel teatro Palarte della cittadina, che è riuscita a strappare lunghi applausi al numeroso pubblico, poi alla commemorazione dei caduti della Polizia di Stato, che ha chiuso i festeggiamenti. Il Dottor Lorenzo Suraci, Questore della Provincia di Viterbo, a nome del Capo della Polizia di Stato, ha deposto una corona al monumento ai caduti, fuori del cimitero della cittadina. Sono seguiti la S.S. Messa, celebrata nel duomo di Fabrica di Roma dal Parroco Don Tersilio Paoletti, e lo scambio di saluti presso la sede della Sezione A.N.P.S., mentre, per le vie del paese, è stato possibile ammirare gli equipaggi moto montati del Reparto Volanti della Questura di Roma, del Reparto a Cavallo della stessa Questura capitolina e la Lamborghini della Polizia Stradale. Oltre alle delegazioni delle polizie europee, che durante la loro permanenza a Fabrica di Roma, hanno potuto visitare la via Amerina, la necropoli etrusca, l’abbazia di Santa Maria in Falleri, il duomo ed il centro storico di Fabrica di Roma, ed anche la città di Civita di Bagnoregio, i Musei Vaticani, la città di Roma, il Palazzo Farnese di Caprarola ed il lago di Vico, hanno presenziato all’evento conclusivo anche tutte le autorità cittadine, il Sindaco Mario Scarnati ed il Vicesindaco Giorgio Cimarra in primis, le sezioni di Viterbo e Sutri, i responsabili della locale Stazione dei Carabinieri, della Polizia Locale di Fabrica di Roma, della Guardia di Finanza, dell’Associazione Nazionale Carabinieri, delle Associazioni di Combattenti e della sezione AVIS, nonché la vedova del Prefetto Parisi. Una serie di eventi importanti ed interessanti per festeggiare un traguardo di tutto rispetto. Ermelinda Benedetti 48 Campo de’ fiori NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NE “Diversità e confini” - ciclo di conferenze all’I.I.S. Colasanti di Civita Castellana. “Diversità e confini” è il titolo del ciclo di conferenze di quest’anno organizzate dall’I.I.S. Colasanti. Tematica più che mai attuale quella scelta dal “Colasanti per la cultura”, che ha permesso agli studenti del comprensorio di Civita Castellana, nonché agli abitanti della cittadina della Tuscia e di quelle limitrofe di poter arricchire le proprie conoscenze in merito alle più svariate tematiche, dall’architettura alla matematica, dalla filosofia alla letteratura sia moderna che antica. Le numerose lezioni - che sono partite dal concetto di limite in storia e filosofia per arrivare alla leggenda dello straniero/dio nei Fasti di Ovidio hanno offerto a tutti la possibilità di assistere ad interventi piacevoli e accattivanti in grado di unire alla precisione del sapere scientifico la specificità di quello umanistico, riscuotendo il consenso degli alunni del Colasanti e della cittadinanza. Nel pomeriggio di giovedì 21 aprile la prof.ssa Carla Francellini ha tenuto una delle conferenze più interessanti dell’attuale ciclo dal titolo “Marilyn e le nuvole”. Dopo il piacevole incontro con la filosofia di Honneth proposto dalla prof.ssa Chiara Pasquini, un entusiasmante appuntamento con la splendida Norma Jeane, in arte Marilyn. La prof.ssa Francellini nel presentare il mondo di Marilyn ha saputo regalare agli spettatori presenti in sala una nuova visione di Norma Jeane Mortenson. Un viaggio all’interno della Marilyn sconosciuta, della donna sensibile, appassionata e sognatrice che - nonostante la fortuna di disporre di una bellezza decisamente straordinaria, fuori dal comune - non ha saputo lasciarsi alle spalle un passato che ha caratterizzato gran parte della sua breve vita. Un emozionante ricordo accompagnato dalle note di “Goodbye Norma Jeane” di Elton John e da appunti, poesie, lettere e fotografie tratte dal libro “Fragments”, curato da Bernard Comment e Stanley Buchtal - con la prefazione di Antonio Tabucchi nell’edizione italiana del 2010 - in cui sono stati pubblicati gli scritti personali che Marilyn Monroe ha lasciato in eredità al suo indimenticabile maestro di recitazione all’Actor Studio di New York, Lee Strasberg. Quella dell’attrice statunitense è stata un’esistenza vissuta totalmente sul “confine” che separa - e occasionalmente unisce - la sua personalità pubblica da quella privata. Dai suoi tre matrimoni tra cui quello con il celebre campione italoamericano Joe Di Maggio - da mettere in relazione con la costante ricerca del padre che la star non ha mai conosciuto - passando per la profonda amicizia con il fotografo Andrè De Dienes e per gli interessantissimi aneddoti sulla scelta del nome d’arte di Marilyn, arrivando alla sua grande passione per la letteratura, per l’arte e per la scrittura profondamente segnata dalla sua turbolenta emotività fino alla sua tragica morte avvenuta in circostanze misteriose nel 1962 - un anno che termina invertendo le cifre del suo anno di anno di nascita, il 1926. La dolce Norma Jeane, la stupenda icona della femminilità anni Cinquanta e poi di tutti i tempi, ci ha lasciato tante domande ed un’unica, meravigliosa, certezza, Nonostante Marilyn abbia dovuto arrendersi infine alla brutalità del destino, la sua bellezza continuerà ad incantare il mondo come un cielo stellato di luglio, nonostante le nuvole … o forse proprio grazie alle nuvole che lei tanto amava. Alessio Campana 1° TORNEO “AMICI DELLE BOCCE” A FABRICA DI ROMA Nei giorni 4, 11 e 18 aprile 2016, è stato organizzato dall’Associazione Sportiva Diletttantistica Fabrica di Roma il primo torneo “Amici delle bocce”. La novità di questo evento consiste nel fatto che alla gara, a coppie nella specialità “raffa”, hanno partecipato anche alcuni nuovi iscritti, tra i quali quattro ragazzi diversamente abili, ed alcune signore neo iscritte, sportive rappresentanti del gentil sesso. La manifestazione che ha avuto una discreta partecipazione di pubblico costituito principalmente da familiari e curiosi, ha avuto un successo al di là delle nostre aspettative. Le gare, animate da un sano, leale e moderato spirito agonistico, si sono svolte nel migliore dei modi, e per cercare di colmare il piccolo svantaggio delle squadre nelle quali giocavano i nostri amici diversamente abili, abbiamo, per le loro giocate a punto, concordato una deroga alle norme federali della F.I.B., per i nulli per urto alle sponde laterali e di fondo, e per i nulli nel caso di urti con spostamenti superiori ai 70 cm. A fine torneo, il giorno 18 aprile, alla presenza dell’Assessore allo sport Giorgio Cimarra, sono stati consegnati a tutti i partecipanti, senza distinzione di graduatoria, degli attestati di partecipazione nominativi a ricordo dell’evento, è seguito un rinfresco, con l’augurio e l’auspicio che la gara si possa ripetere anche per il prossimo anno. ASD Bocciofila di Fabrica di Roma Campo de’ fiori 49 NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS INAUGURATA LA NUOVA “RESIDENZA SANTA CORONA” DI CANEPINA Finalmente anche a Cenepina gli anziani possono trovare accoglienza presso una nuova ed elegantissima struttura. Si tratta della Residenza Santa Corona, inaugurata sabato 14 Maggio 2016 alla presenza delle autorità civili e religiose del paese che hanno sostenuto, sin da subito e con grande entusiasmo, l’iniziativa della signora Selma Del Carmen Pirela, già proprietaria di un’altra struttura presso il vicino comune di Fabrica di Roma. Erano presenti all’inaugurazione, infatti, il sindaco Aldo Maria Moneta, il consigliere regionale del Lazio Enrico Panunzi, il medico Dott. Felice Seralessandri, il giornalista Alberto Scala e Don Gianni Carparelli. A dare il saluto di benvenuto ai presenti è stata la Dott.ssa Sabrina Pilera, assistente sociale, che ha via via presentato l’equipe che lavorerà con lei all’interno della struttura: la Dott.ssa Alessia Lazzari, educatrice, e la coordinatrice sanitaria Giorgia Colonna, oltre alla proprietaria Selma del Da sx: Il Sindaco Aldo Maria Moneta, l’assistente sociale Carmen Pirela. Dopo di che a prendere la parola è stato il sindaco Moneta, Dott.ssa Sabrina Pilera, l’educatrice Dott.ssa Alessia Lazzari, che ha espresso tutto il suo compiacimento per la realizzazione di questa il giornalista Alberto Scala, il consigliere regionale Enrico nuova struttura all’interno del suo territorio comunale, che è, tra l’altro, al Panunzi, il dott. Felice Seralassandri e Don Giani Carparelli momento la prima ed unica. Anche il consigliere Panunzi e don Gianni Carparella hanno voluto unirsi alle parole del primo cittadino, ribadendo di aver accolto molto positivamente questa novità, attraverso la quale è gli anziani di Canepina avranno la possibilità di rimanere a trascorrere serenamente la loro vecchiaia nel proprio paese d’origine. Ciascuno ha, inoltre, sottolineato l’impegno personale nel sostenere la Residenza Santa Corona, una struttura nella quale confidare molto, in considerazione anche del fatto che si tratta di un servizio socio-assistenziale molto importante visto l’aumentare della popolazione anziana. La nuova casa alloggio può ospitare fino ad un massimo di 12 persone, in sei ampie camere da due letti ognuna. Essa è stata realizzata grazie alla totale ristrutturazione di vecchio stabile all’ingresso di Canepina, per anni in stato di abbandono a seguito di un incendio. Completamente rimessa a nuovo dal proprietario, si sviluppa su due livelli. Al primo piano si trova una luminosa sala con camino, ideale per i momenti di svago e di socializzazione; la sala da pranzo e la cucina, oltre ad un bagno ed una camera. Al piano superiore, invece, al quale si può accedere mediante una rampa di scale in legno, dotata di un funzionale montascale per persone con problemi motori, si trovano altre cinque A sx il quadro donato dal comitato festeggiamenti di Santa camere e due grandi bagni. La Residenza santa Corona è stata volutamente Corona; a dx la proprietaria Selma Del Carmen Pirela presentata durante i festeggiamenti patronali di Canepina, visto che proprio a Santa Corona essa è stata intitolata. E per l’occasione, l’uscente comitato dei festeggiamenti ha voluto donare alla struttura un bellissimo quadro con l’effige della Santa protettrice, che è stato appeso in bella vista nel salone. Una casa alloggio davvero molto bella e soprattutto funzionale, che potrà iniziare ad accogliere i primi ospiti a partire dal giugno p.v. Ermelinda Benedetti Rosso in Piazza a Civita Castellana con i Rotary per l’Andosilla Il colpo d’occhio è stato sicuramente di grandissimo effetto, e una piazza Matteotti gremita di grandi e piccini, collezionisti e semplici appassionati, ha definitivamente sancito il successo di Rosso in Piazza, l’iniziativa promossa dal Rotary Club Flaminia Romana con il Club Passione Rossa Ferrari. Un sodalizio nato per incoraggiare la raccolta fondi, recentemente intentata dal club rotariano, in favore dell’ospedale Andosilla per l’acquisto di materiale diagnostico di ultima generazione. Erano circa una trentina le Ferrari in mostra, macchine straordinarie che hanno segnato oltre quaranta anni di storia del cavallino rampante, tra cui due auto da sogno, la famosissima “Enzo” di proprietà del signor Silvio, che con il suo motore 6000, 660 cavalli e un particolare assetto ergonomico ci dice “incarni il concetto di ‘sportiva estrema’”, e la nuovissima 488, capace di raggiungere altissime velocità con i suoi 670 cavalli e 8 cilindri biturbo. Particolarmente soddisfatto della riuscita di questa manifestazione è stato il presidente rotariano Stefano Piccioni, che dopo gli orti urbani spera di ottenere il medesimo successo con il progetto per l’Andosilla. “Rientra tra gli impegni di questa annata – afferma - anche il sostegno alla Croce Rossa per l’acquisto di defibrillatori per le scuole, e il contributo ai Ragazzi del Girasole per la casa famiglia ‘Dopo di Noi’’. “Sono traguardi impegnativi da raggiungere – conclude con una nota di speranza Piccioni -, in tempi in cui è generalmente difficile ottenere sovvenzioni per progetti utili alla collettività. Ma noi confidiamo nella generosità delle persone e faremo il tutto per tutto per raggiungerli”. Anche il presidente di Passione Rossa Fabio Barone esprime soddisfazione per la collaborazione con il club. “Non è la prima volta per noi promuovere eventi come questo – sottolinea - e siamo ben felici di unirci alla causa dei nostri amici rotariani per la città di Civita Castellana”. Altro momento emozionante della giornata è stata la tanto attesa estrazione dei biglietti vincenti, che ha permesso ai fortunati vincitori di fare un giro per le vie della città, sotto lo sguardo e un pizzico di invidia dei numerosi passanti. 50 Campo de’ fiori Nel cuore Tina Ragni Sinopoli Nata a Roma l’8 dicembre 1926 e deceduta a Ragusa il 23 aprile 2016 Tina, sapere che non sei più tra noi ci rattrista molto; apprendere la notizia della tua dipartita ci ha sorpreso immensamente. Un film ha attraversato subito la nostra mente: i ricordi sono riaffiorati uno ad uno da quando ti abbiamo incontrato la prima volta a Fabrica, poi a Roma, fino a raggiungerti nel 2008 a Ragusa. Ora anche tu, come le persone a noi più care, sei dall’altra parte del cielo e ti chiediamo un’ ultima cosa: non dimenticarti mai di noi. Anna, Alessandro ed Arnaldo Ricci La Redazione e la Direzione della rivista si associano, nell’esprimere profonde condoglianze al marito Illustre Dott. Sinopoli ed alla sua Famiglia, i cui componenti da tanti anni sono nostri assidui lettori. GIANNI FIANI Ad un anno dalla sua scomparsa (21 giugno 2015) ci piace ricordare GIANNI FIANI con queste poche righe che egli dedicò alla moglie Anna, quando era ancora lontano il tempo della fatale malattia che spense la sua vita. Un saluto al parrucchiere ronciglionese Angelo Oliva Sei statoil miopunto di riferimento, tra andate e ritorni.Lo saraianche ora chenonci sei più. Hai lasciato la tua famiglia ad aprirmi la porta, ad ascoltarei miei racconti mentre manilaboriosesi prenderanno curadei miei capelli.Come sempre… perchè, Angelino, sei statote il mio primo parrucchiere, quando sono giunta da lontano. Grazie! Bruna Ferrini Angelo (per tutti Angelino) Oliva è stato il primo parrucchiere di Ronciglione dagli anni ‘60. Notissimo tra i villeggianti del lago di Vico che tornavano da lui tutte le estati. Don Claudio Monarca E trascorso già un anno da quell11 Maggio che ti ha portato via. Anche se tra chi era solito frequentarti si fa sentire la mancanza della tua importante presenza, il ricordo di te è vivo e chiaro nella nostra mente e nei nostri cuori. A lenire il dolore per la tua scomparsa è la consapevolezza di quello che ci hai predicato: una nuova vita dopo la morte, quella che ora anche tu stai vivendo e nella quale sei impegnato a vegliare sulle tante persone che hai incontrato durante il tuo cammino terreno e lasciato quaggiù! Questo 11 Maggio, infatti, come ha voluto sottolineare don Marcelo, che ha preso il tuo posto nella parrocchia di Corchiano, è stata la ricorrenza del primo anno della tua nascita al cielo. Ora che continui a guardarci con il tuo sorriso benevolo, sappi che per tutto ciò che hai voluto realizzare per questa nostra comunità ti ricorderemo per sempre con tanta stima ed amore. Un pensiero da chi ti è stato accanto nella tua permanenza a Corchiano Campo de’ fiori AGENDA 51 Tutti gli appuntamenti più importanti A Fabrica di Roma è tutto pronto per il calcio d’inizio del Memorial Alessandro Cignarale. Il torneo, giunto ormai all’ottava edizione, è diventato in pochi anni la migliore competizione di calcio a 5 nella provincia di Viterbo, raggiungendo l’apice della popolarità grazie alla partecipazione di alcuni fra i più forti giocatori di calcio a 5 nazionale presenti sul territorio. Nuove regole ed importanti novità mescolate con le emozioni di un torneo unico nel suo genere: è questa la ricetta vincente di un memorial Cignarale in costante crescita e che - come ogni anno - vuole ricordare nel migliore dei modi chi putroppo ci ha lasciato prematuramente. Anche quest’anno il Memorial potrà godere di numerose partecipazioni, che contribuiranno a regalare spettacolari scenografie in serate indimenticabili. Le iscrizioni sono già aperte, e la partita inaugurale sarà giocata il giorno 10 giugno; con la finalissima fissata per il giorno del compleanno di Alessandro, il 21 luglio. Si ricorda che le partite del torneo verranno recensite sui migliori organi di stampa locali e che ogni squadra potrà godere di numerose interviste pubblicate sul gruppo Facebook ufficiale del torneo. Dovremmo alzare più spesso gli occhi verso il cielo scuro della notte, per scoprire che - in realtà - quella stella che sembra splendere più luminosa delle altre, è il sorriso di chi non ci ha mai lasciato definitivamente. Uniti in unico ricordo, vi aspettiamo alla “Casa del Real”. #WeAreComingBack. Alessio Campana CiviTonica 2016: entro il 30 giugno le domande per fare parte dello staff La prossima stagione di cultura di Civita Castellana CiviTONICA 2016 è pronta a ricevere adesioni da parte di tutti i cittadini interessati a fare parte dello staff organizzativo. Con deliberazione della Giunta Comunale n. 29/2015 l’Ente, come negli anni trascorsi, ha deciso di organizzare la manifestazione denominata “CiviTONICA”per l’anno 2016, il cui programma verrà presentato nel mese di settembre. Sono previsti una serie di eventi culturali che inizieranno da settembre per concludersi a dicembre 2016 e che coinvolgeranno, oltre che gli studenti delle scuole di ogni ordine e grado, anche la cittadinanza. Pertanto, chi fosse interessato a fa parte della “task force”e, quindi, a collaborare a titolo gratuito con l’Assessorato alla Cultura potrà presentare la manifestazione di interesse entro il 30 giugno 2016 al Protocollo Generale del Comune sito in Via SS Marciano e Giovanni, n. 4/6 negli orari di apertura al pubblico. Campo de’ fiori 52 LA REDAZIONE DI CAMPO DE FIORI SI ASSOCIA A TUTTI GLI AUGURI!!! Azzurra fa tanti tanti auguri alle sue piccole sorelline Greta e Beatrice che il 16 L’allegra brigata di nonno Dino Papa aprile 2016 hanno compiuto composta da Alessandro, Letizia, Martina, 2 anni. Auguri anche da parte Matteo, Giammarco, fa tantissimi di mamma e papà, dai nonni e auguri alla nonna Maria, che copie gli anni dai parenti tutti!!! il 10 Giugno!!!! Un grazie ad Antonella Frezza, la nostra insegnante di ballo per averci regalato un’emozione fortissima e un piccolo sogno: ballare! Il 3 Aprile 2016 al palazzetto “La cupola” di Terni abbiamo ci siamo emozionate non soltanto noi ma tutto il pubblico presente. Che soddisfazione! Un abbraccio ed un bacione da tutte le “bandolere”! Tantissimi auguri alla mia mamma Letizia ed al mio papà Enrico che l’11 maggio hanno festeggiato il loro 14° anniversario di matrimonio, da vostro figlio Diego! Tantissimi auguri a Ilaria Paolelli che il 15 Maggio ha compiuto 15 anni, dai genitori, dal fratello Alessio e dai nonni. Tantissimi auguri a Diego D’Alessio che il 31 Maggio compie 11 anni ed al suo papà Enrico che ha compiuto gli anni il 5 Maggio, da mamma Letizia! Tantissimi auguri al piccolo Tristal che il 4 giugno festeggerà il suo 1° anno! Sei la nostra gioia!! Mamma papà e la sorellina Giorgia. Infiniti auguri a Vivaldo Menicacci che il 3 Maggio ha compiuto 70 anni! Carissimo papà, tantissimi auguri dai tuoi figli Monica ed Angelo, da Rossano e Sara e dai nipoti. Ti vogliamo tantissimo bene. Un ringraziamento speciale per essere un padre speciale. INVIATE I VOSTRI MESSAGGI DAUGURI SPECIALI AL NOSTRO INDIRIZZO DI POSTA ELETTRONICA [email protected] Campo de’ fiori 53 Roma com’era Campo de’ fiori Roma. Anno 1872. Uno scorcio di parte del Foro Romano. Foto archivio Ercole Ottaviani 2 3 10 Viterbo - Istituto Superiore Paolo Savi. Anno 1972 - classe III E. 8 9 5 6 11 Campo de’ fiori 7 Foto archivio Istitito Paolo Savi. Campo de’ fiori 1. Annarita Marinozzi, 2. Ada Scopetti, 3. Marina Paolelli, 4. Evaldo Sebastiani, 5. Daniela Scatolini, 6. Roberta Conti, 7. Marina Falchini, 8. Piero Angeletti, 9. Marco Fasoli, 10. Antonio Lazzarini, 11. Pino Rossetti. 1 4 54 Album de Campo de’ fiori 55 dei ricordi Campo de’ fiori Civita Castellana. Frazione di Borghetto. Anno 1957. Classe V elementare. In piedi da sx: Giulio Polverini, Valentino Toppi, Beniamino Meloni, ..., Luciano Zangrilli, Giuseppe Montica, Domenico Petrilli. In basso da sx: Fausto Marroni, Angelo Biancafarina, ..., Franco Montica. Foto del sig. Domenico Petrilli Papa Dino di Civita Castellana durante il servizio militare a Frosinone nel 1960. Campo de’ fiori Campo de’ fiori 56 Album dei ri Campo de’ fiori Fabrica di Roma. Anno 1945. Da sx: Letizia Alfieri, Giulio Alfieri, Peppino Alfieri, Furio Cencelli, Vittorio Alfieri, Gian Tommaso Cencelli. Campo de’ fiori Campo de’ fiori Fabrica di Roma. Anno 1956. Silvana Ianni e Massimo Ricci. Fabrica di Roma. Anno 1940. Assunta Cola e Giuliano Capparucci. Campo de’ fiori ricordi Campo de’ fiori Campo de’ fiori Corchiano. Anno 1940. Da sx: Milena, Antonio e Fernanda Marconi. Fabrica di Roma. Anno 1972. Ruggero Ruggeri davanti al portone della Rocca (civico n. 29). Foto del Dott. Roberto Ruggeri Corchiano. Asilo Parrocchiale. Maggio 1989. Prima Comunione. Al centro Rossella Prosperi. Foto della Sig.ra Maria Chiara Clericetti Campo de’ fiori Corchiano. Anno 1983. Infiorata in Via Borgo Umberto. Da sx: Barbara Nardi, Romina ed Angelo Bernardini. Campo de’ fiori 58 Campo de’ fiori Album de Campo de’ fiori Castel Sant’Elia. Anno 1998. I compagni della classe 1948 si sono rincontrati dopo 50 anni, per una bella cena al ristorante. Insieme, ridendo e scherzando, hanno ricordato i momenti migliori della loro gioventù, anche con un po’ di nostalgia. Intendiamoci, sono ancora giovani e forti! La foto è della sig.ra Vincenza Parmeggiani (in basso al centro). Un pensiero da parte dei compagni all’amico Salvatore (primo da sx) che non c’è più. Campo de’ fiori Valdimiro Carosi, di Carbognano, nella Guerra d’Albania, tra il 1938 e il 1943. Foto della nipote Maria Teresa Carosi Campo de’ fiori Monterosi 1954. Il Sindaco Emerito Enzo Blasi presso il Seminario a La Quercia di Viterbo Campo de’ fiori 59 dei ricordi Campo de’ fiori Corchiano. Anno 1994. Classe IV elementare. Dall’alto, IV fila da sx: maestra Angela Maria Pilera, Eleonora Achilli, Alberto Sciardiglia, Valerio Bonanni, Daniele Annesi, Stefano Maroni, Pamela Maugeri, maestra Anna Profili, Marianna Marcelli. III fila da sx: Alessio Celsi, Danilo Velez Carranza, Danilo Fiordelmondo, Andrea Magrini, Alessandra Zampini, Flavia Peciaroli, Rosanna Montico, Eleonora Stefani. II fila da sx: maestra Maria Cristina Marini, Roberto Fioretti, Edi Martinozzi, Grazia Parretti, Eleonora Ricci, Erika Vitali, Valentina Bacchiocchi, Stefano Caracuta, Graziano Ricci. I fila da sx: Ermelinda Benedetti, Tiziana Todini, Viviana Cencioni, Alessia Caccia, Raffaella Rita, Cinzia Ridolfi, Daniela Tranfa, Simona Magrini, Santa Amarante. Foto della maestra Anna Profili. Inviate le vostre vecchie foto al nostro indirizzo [email protected] o recapitatele alla nostra redazione a Civita Castellana Piazza della Liberazione, 2. Saranno scansionate ed immediatamente restituite 60 LAVORO CERCO - CERCO QUALSIASI LAVORO 37 anni, persona seia e educata,cerco qualsiasi lavoro come giardinaggio, pulizie, traslocchi, lavori agricoli, marmista, muratore e altro. Posso spostarmi in tutta la prov. di Viterbo e vicinanze. Massima serietà. Tel.328.2409520. - RAGAZZA ITALIANA seria e con molta voglia di lavorare, cerca serio lavoro come badante ad ore, part-time o lungoorario. Sono disponibile per sostituzioni. Cerco lavoro nelle zone di: Civita Castellana, Orte, Fabrica di Roma, Roma. Non accetto proposte di lavoro di rappresentanza o vendita prodotti. Tel. 345.0373913 - UOMO 42 ANNI cerca lavoro in agricoltura, edilizia, tuttofare, con esperienza in azienda agricola per oltre 10 anni. Tel. 320.8440123. - ITALIANO 45ENNE cerca lavoro nell’edizlizia, agricultura, giardinaggio o come badante. Tel. 334.2929576. - RAGAZZO 23enne cerca lavoro come autista, commesso, cameriere o altri lavori anche estero, serio e onesto. 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Fax 0761.513117 Cedola da ritagliare e spedire L’annuncio sarà ripetuto per 3 uscite, salvo diversa decisione della redazione Compilate qui il vs annuncio gratuito e speditelo in busta chiusa a Campo de’ fiori - P.za della Liberazione n. 2 - 01033 Civita Castellana (VT) oppure mandate un Fax al n. 0761.513117 o una e-mail a [email protected] (scrivere in stampatello e senza abbreviazioni) .................................................................................................................................................. ............................................................................................................................................................................................................................. ............................................................................................................................................................................................................................. ............................................................................................................................................................................................................................. 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Città......................................................Tel...................................Firma................................................................ 62 Oroscopo di Giugno Campo de’ fiori by Cosmo ARIETE Il primo semestre del 2016 è stato abbastanza proficuo, un cielo d’eccezione vi ha dato tanta benevolenza, adesso toccherà a voi continuare a portare avanti le nuove realtà che avete intrapreso e nel settore professionale avete tanto da raccogliere. Per i single favoriti i nuovi incontri. Nuovi amori vi rigenereranno, lasciatevi andare alla passione, le energie non mancano. TORO Tempo d’amore … innamoramenti, flirt, attrazioni fatali… Mettete da parte gli altri interessi che siano professionali o privati … adesso dovete curare la vita del cuore, tutto cospira a favore, siete affascinanti e sensuali, avete tutte le carte in regola per grandi coinvolgimenti emotivi. Sentimenti in primo piano. Cambiate look, stravolgete l’attuale e vedrete che risultati. Ottima la salute, riprenderete uno sport e vi sentirete più in forma che mai. GEMELLI Effervescenti più che mai sarete l’invidia di chi vi sta accanto, pieni di fervide idee e sprezzanti di energia vitale, sarete al centro d’innumerevoli e valide iniziative. Fornirete prova e dimostrazione di quanto valete. Favorito il settore sentimentale. Concedetevi un piacere, rivolgete l’attenzione su di voi, prendetevi il tempo che vi occorre. Più vita all’aria aperta, mare o montagna, occorrerà solo scegliere e imporselo, il benessere ne ha priorità. CANCRO E’ arrivato il momento di pensare di più ai fatti vostri e di volersi bene. La nuova stagione vi rinfranca e dona sicurezza, siete stimolati in tutti i settori. Favorite le nuove amicizie. Sentirete un recupero vertiginoso di ogni energia, ne guadagnerete in bellezza. Sfruttate questo mese per iniziare una dieta disintossicante e, se ci abbinerete uno sport, vivrete la vostra estate più splendidi e irresistibili che mai. LEONE Non vi mancherà nulla, grinta, ambizione, energia che coronerete con un brillante eloquio, rivolto a chi avrà orecchie per sentirvi e intenzione di assumervi, un’eccellente opportunità professionale è già in viaggio verso di voi. Stuzzicanti storie d’amore nell’ambito lavorativo. Qualche piccolo accorgimento nel settore della salute, vi siete trascurati troppo, controlli di routine sono necessari. VERGINE Le decisioni non saranno, senza dubbio tutte piacevoli in amore. Il settore delle amicizie vi aiuterà a superare questo periodo non del tutto roseo, allegria e divertimenti saranno la medicina per ritornare a essere più forti di prima. L’estate è dietro l’angolo, provvedete quanto prima ad abbinare dieta e palestra troppo tempo ignorate. Bevete molto, poco sale e tanta frutta, la mancanza di vitamine, dovrà essere rintegrate. BILANCIA Sentirete un immenso bisogno di rimettervi in gioco ma attenti a non fare passi azzardati. Bisognerà selezionare tantissimo, soprattutto nel settore personale. Se volete concedervi qualche fremito in più, lasciate da parte il cuore, non è il momento ideale per gli impegni seri e duraturi. Curate alla perfezione l’aspetto fisico. Nuoto e vita più salutare saranno medicamentosi per affrontare un mese all’insegna del benessere. SCORPIONE I legami affettivi si trasformeranno in qualcosa di stabile e duraturo, preparatevi a infuocate dichiarazioni d’amore e serie proposte giungeranno inaspettate … una relazione iniziata con passione e travolgente attrazione fisica assumerà un aspetto interessante. Per i single saranno favoriti gli incontri. Per il benessere fisico imponetevi più riposo, anticipate una settimana di ferie e tornerete come nuovi. SAGITTARIO Qualche nuvola nel matrimonio e nel settore pratico sarà totalmente spazzata via, siete stati sorprendenti diplomatici e, il vostro senso di giustizia, vi ha aiuto a districare una pruriginosa faccenda familiare. L’amore darà emozioni indimenticabili, si parlerà di matrimonio e figli… Il vostro stato fisico è stato messo a dura prova, per recuperare basterà solo organizzarsi meglio. CAPRICORNO Amoreggiare con chi appena conosciuto non rientra nei vostri canoni ma, sarà difficile resistere e non lasciarsi andare… Seguite l’istinto, concedetevi qualche debolezza. L’importante sarà non eccedere, siete troppo stressati mentalmente e fisicamente. La vita sedentaria inibisce le energie, cristallizza la pigrizia e a farne le spese sarete solo voi. Tanti piccoli accorgimenti da seguire con costanza per il recupero totale. ACQUARIAO State procedendo spediti verso il vostro futuro che si annuncia mirabile ricco d’amore, fortuna, successo e salute, mettetevi in moto e non perdeteci tempo! Siete candidati a essere tra i più irresistibili, siete in piena forma, riuscirete non solo a mantenervi ma a migliorarvi sempre più. Occorre anche pensare a un look nuovo, stravolgerlo se sarà il caso, iniziate dal guardaroba, scarpe, accessori... PESCI Ristabilite gli equilibri nell’ambiente domestico, interessatevi di più alle esigenze delle persone care e rendetevi partecipi, la vostra presenza è per loro indispensabile. In amore non mancheranno le novità, i nuovi incontri saranno favoriti durante uno spostamento. Iniziate uno sport, la vostra pigrizia è indecente, vi ritemprerete oltre a recuperare una forma smagliante e una pelle vellutata, piccoli e grandi accorgimenti vi rimetteranno in salute. Campo de’ fiori CEDO Fabrica di Roma Località Faleri. Attivià di ristorazone (trattoria) già avviata, con 60 coperti. Affare! . Cod. At46 Civita Castellana Avviatissimo negozio di bomboniere ed articoli da regalo. Vero affare. Cod. At46 Avviata attività di articoli per l’infanzia (alimentari, vestiario ed accessori). Cod. At56 Magliano Sabina Gestione di agriturismo panoramicissimo e completamente immerso nel verde. 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VT n. 351 del 2/6/89 Presidente Fondatore: Sandro Anselmi Direttore Editoriale: Sandro Anselmi Direttore Responsabile: Stefano De Santis WebMaster www.brunosisti.it Capranica Stampa: A127 Campo de’ fiori è distribuito a Civita Castellana, Corchiano, Fabrica di Roma, Vignanello, Vallerano, Canepina, Vasanello, Soriano Nel Cimino, Vitorchiano, Bagnaia, Viterbo, Montefiascone, Carbognano, Caprarola, Ronciglione, Sutri, Capranica, Cura di Vetralla, Blera, Monte Romano, Tarquinia, Civitavecchia, Orte, Gallese, Magliano Sabina, Collevecchio, Tarano, Torri in Sabina, Calvi nell’Umbria, Stimigliano, Poggio Mirteto, Otricoli, Narni, Terni, Amelia, Nepi, Castel Sant’Elia, Monterosi, Anguillara, Trevignano, Bracciano, Canale Monterano, Mazzano, Campagnano, Sacrofano, Olgiata, Faleria, Calcata, S.Oreste, Nazzano, Civitella San Paolo, Torrita Tiberina, Rignano Flaminio, Morlupo, Castelnuovo di Porto, Riano, Ostia, Nettuno, Anzio, Fregene. 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Completamente ristrutturato con rifiniture di pregio. Cod. Direzione Amministrazione Redazione Pubblicità ed Abbonamenti: Piazza della Liberazione, 2 01033 Civita Castellana (VT) La realizzazione di questo giornale e la stesura degli articoli sono liberi e gratuiti ed impegnano esclusivamente chi li firma. Testi, foto, lettere e disegni, anche se non pubblicati, non saranno restituiti se non dopo preventiva ed esplicita richiesta da parte di chi li fornisce. I diritti di riproduzione e di pubblicazione, anche parziale, sono riservati in tutti i paesi. Garanzia di riservatezza per gli abbonati Si garantisce la massima riservatezza dei dati forniti dagli abbonati e la possibilità di richiederne gratuitamente la rettifica o la cancellazione scrivendo all’editore. Le informazioni custodite nello archivio di Campo de’ fiori verranno utilizzate al solo scopo di inviare agli abbonati il giornale e gli allegati, anche pubblicitari (legge 675/96 tutela dati personali). Sandro Anselmi P.zza della Liberazione, 2 - 01033 Civita Castellana (VT) Tel. 328.3513316 - [email protected] Anselmi Promozioni Immobiliari VENDO Civita Castellana Via V. Rainaldi. Appartamento di 120 mq al P.T., composto da sala, cucina, antinìbagno e bagno, 2 camere, ripostiglio+ box+cantina. Cod. V130 Via Rio Fratta. Luminoso appartamento al III piano con ascensore. 90 mq, composta da disimpegno, cucina, sala, 2 letto, 2 bagni, balcone. Garage. Cod. V121 Via Catalano. Terreno agricolo di 5000 mq con recinzione. Fronte strada. Cod. V122 Loc. Carraccia. Terreno agricolo di 1.600 mq. Fronte strada. Cod. V119 Via IV Giornate di Napoli. Garage di 20 mq, piano strada. Cod. V115 Via Flaminia. Terreno di 4 ha fronte strada, attualmente incolto, con possibilità di edifcare ampia metratura uso bitativo+annessi. Via Antonio Pistola. Villetta indipendente di 130 mq al piano terra+150 mq al piano seminterrato (diviso tra grage, magazzini e cantina). Giardino. Da ristrutturare. Cod. 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