Turchia: Erdogan il dittatore

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Turchia: Erdogan il dittatore
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SETTIMANALE
‫שבועון‬
SHALOM‫שלום‬
EBRAISMO INFORMAZIONE CULTURA
Turchia:
Erdogan il dittatore
Al via in Israele gli Europei di calcio under 21
FOCUS
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S A B A T O
G I U G N O
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Nuovo capo della Polizia:
la comunità Ebraica di Roma augura
buon lavoro a Alessandro Pansa
Israele: accordo su servizio
militare per ultraortodossi
A
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a Comunità Ebraica di Roma si congratula
con Alessandro Pansa per il prestigioso incarico da poche ore conferitogli. Il neocapo
della Polizia di Stato si insedia a poche settimana dalle scomparsa di Antonio Manganelli, suo predecessore che ricordiamo con rispetto e commozione. L'
augurio migliore che possiamo fare a Pansa é continuare
sulla scia dell' ottimo lavoro compiuto in questi anni non
sempre facili. Lo sottolinea in una nota il Presidente della
Comunità Ebraica, Riccardo Pacifici.
''Come ebrei romani conosciamo da vicino il lavoro che il
Corpo svolge quotidianamente e siamo grati per l' impegno nella difesa delle istituzioni ebraiche. Se viviamo
oggi in sicurezza - rileva Pacifici - lo dobbiamo anche a
tutti quegli agenti che vigilano e proteggono le nostre
sinagoghe, le nostre scuole e ogni altro luogo di culto
ebraico. A Pansa i migliori auguri di buon lavoro".
nche i giovani ultraortodossi dovranno prestare servizio militare in Israele. Il progetto di
legge é stato approvato da uno speciale comitato ministeriale e dovrà ora essere votato dal
parlamento, dove il governo gode di una maggioranza di
68 seggi su 120. La leva per tutti é una delle questioni
che più hanno diviso la società israeliana, con i laici sempre più insofferenti verso i privilegi degli ultraortodossi
mentre i loro figli rischiavano la vita.
"E' un momento storico", ha dichiarato il ministro delle
Finanze Yair Lapid, che ha fatto di questa battaglia uno
dei punti centrali del programma del suo nuovo partito
laico Yesh Atid, arrivato secondo alle elezioni di gennaio.
"Non vogliamo imporvi i nostri valori laici"- ha detto rivolgendosi agli ultraortodossi -"questo stato è nato perche
si possa vivere come ebrei senza essere perseguitati. Ma
non possiamo andare avanti così. Se la Siria si disgregherà e migliaia di terroristi di al Qaeda assedieranno i
nostri confini, questo sarà anche un vostro problema".
Il progetto di legge autorizza gli studenti delle yeshivot,
i centri di studio dei testi religiosi ebraici, di rinviare il
servizio militare fino a 21 anni, età alla quale dovranno
fare il soldato o il servizio civile. L'esenzione totale dal
servizio sarà ammessa ogni anno solo per 1800 fra i
migliori studiosi. I renitenti verranno perseguiti penalmente.
Il progetto di legge viene presentato da un governo che
per la prima volta da molti anni non comprende partiti
religiosi.
Shoah: giardino Wiesenthal
in largo Orbassano a Torino
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Da Israele figlia Paulinka,
è il primo giardino dedicato a lui
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a oggi a Torino c' é il giardino Simon Wiesenthal.
Alla presenza di autorità
civili e militari, oltre che di
un folto gruppo di esponenti della
Comunità ebraica e di numerosi altri
cittadini, ha avuto luogo questa mattina l' intitolazione in largo Orbassano. Secondo il messaggio inviato
dalla figlia Paulinka Wiesenthal, che
vive in Israele, é il primo giardino
dedicato alla memoria dell' infatica-
bile cacciatore di nazisti.
Wiesenthal é scomparso nel 2005
dopo aver dedicato decenni della
sua esistenza ad individuare e far
consegnare alla giustizia i criminali
nazisti. Il presidente del Consiglio
comunale, Giovanni Maria Ferraris,
nel suo intervento a nome della
Città, ha sottolineato come ''grazie
ad un instancabile lavoro di indagine ed alla fitta rete di relazioni con le
istituzioni ed i governi di tutto il
mondo, Wiesenthal, con il suo Centro di ricerca, abbia identificato e
consegnato alla giustizia 1100
responsabili del diabolico progetto
hitleriano tristemente noto come
soluzione finale''.
Nel corso della cerimonia sono intervenuti anche il presidente della
Comunità Ebraica di Torino, Beppe
Segre ed Enrico Loewenthal, già
partigiano di Giustizia e Libertà, per
vari anni collaboratore di Simon Wiesenthal.
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DOMENICA
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Roma: via le scritte antisemite
dai muri della città
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a lunedì scorso cinque speciali
nuclei della squadra decoro dell'Ama, ciascuno composto da due operatori con idropulitrice, sono al
lavoro in vari quadranti della città per cancellare scritte antisemite apparse in diverse
zone all'indomani del derby di Coppa Italia
disputato domenica 26 maggio. Come fa
sapere Ama, gli interventi, che vengono
effettuati a seguito di segnalazioni delle
forze dell'ordine (polizia di Stato, Arma dei
carabinieri, polizia di Roma Capitale), si sono
concentrati in particolar modo nelle aree
adiacenti lo stadio Olimpico e nei quartieri
Flaminio e Monteverde.
Tycoon israeliano e palestinese insieme
per la pace. Creato un gruppo di 200
imprenditori per appoggiare il negoziato
con il loro progetto alla sessione del World Economic
forum di domenica scorsa in Giordania.
L'idea non é di proporre un nuovo piano di pace, ma di
appoggiare ogni tentativo di far ripartire il negoziato.
In questo momento l' obiettivo é sostenere lo sforzo del
ue miliardari, l'israeliano Yossi Vardi e il pale- segretario di stato americano John Kerry, che i due
stinese Munib al Masri, hanno costituito un tycon hanno incontrato in marzo.
"Siamo una maggiorangruppo di 200
za silenziosa, ma non
imprenditori
vogliamo più tacere",
delle due parti decisi ad
spiega
Varda,
re
appoggiare la ripresa
dell'hi-tech, noto come
del processo di pace.
'il padrino' della Sylicon
Chiamato "Breaking the
valley israeliana.
impasse" (superare lo
Preparare piani di pace,
stallo) riunisce persone
dice, "é uno passatemdalle idee diverse, conpo popolare" da questi
servatori e progressisti,
parti, ormai ce ne sono
laici e religiosi, uniti
"fantastilioni",
noi
dalla convinzione che
vogliamo dire ai goverdebbano esistere due
ni che li sosterremo se
stati, Israele e Palestifaranno la pace.
na, in grado di vivere in
"Come uomo d'affari
pace e sicurezza.
penso che la pace sia
Masri, 80 anni, e Vardi,
fattibile", gli fa eco
70, hanno tessuto per
Masri, 'l' uomo più ricco
un anno la loro tela
della Palestina', con
incontrandosi in "spazi
interessi
nell'agricoltura,
le
banche,
gli alberghi, l'edilisicuri", ai margini di conferenze internazionali a
Istanbul, Ginevra e Davos. E sono venuti allo scoperto zia e l'energia.
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Israele, soldatesse in bikini e fucile:
l’esercito emette provvedimento disciplinare
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orridono e imbracciano
i fucili. E scattano foto
hot. Per questo l'esercito israeliano ha comunicato di aver sottoposto a un
provvedimento disciplinare un
gruppo di soldatesse.
Le immagini erano state pub-
blicate su Facebook da una
delle ragazze soldato.
Poi sono finite sulle prime pagine dei giornali locali.
A pubblicarle il giornale WallaNon è la prima volta che giovani soldati finiscono sui giornali
per foto imbarazzanti.
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L U N E D I
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La Shoah, a fumetti, in Israele. Cartoonist
disegna le difficoltà dei figli dei sopravvissuti
25 anni dopo il noto “Maus” di Art
Spiegelman, uno dei maggiori disegnatori israeliani, Michel Kichka, si
cimenta alla stessa maniera con i
traumi della sua
infanzia in Belgio,
con un padre
sopravvissuto ai
campi di sterminio nazisti. Nel
suo romanzo grafico uscito in questi giorni in ebraico (La seconda
generazione - Le
cose che non ho
detto a mio padre)
Kichka descrive le
difficoltà
della
seconda generazione: i figli dei
sopravvissuti dell'
Olocausto.
Kichka non esita
a descrivere le
difficoltà provate dalla cosiddetta
'Seconda generazione': ossia dai figli
dei sopravvissuti che spesso si sono
trovati nella condizione di "dover fare
da supplenti" a congiunti morti nell'
Olocausto, o di essere costretti a realizzare i sogni troncati dei loro genitori. Si tratta probabilmente del testo
più impegnativo realizzato finora da
Kichka che rende ripetutamente
omaggio a Spiegelman. Per lui, 'Maus'
fu un testo "sconvolgente". Che tuttavia non piacque affatto al padre.
Uscito per miracolo dal campo di
sterminio di Buchenwald e rimasto
pressoché solo al mondo, Henri
Kichka avrebbe cercato di rifarsi una
famiglia: ma in casa si sarebbe circondato da un
muro di riserbo
per non riaprire
ferite troppo dolorose. A tratti, si
apprende
dal
libro,
avrebbe
anche meditato il
suicidio. Proprio
attraverso il disegno, padre e figlio
provano a comunicare e ad esorcizzare i fantasmi.
Assieme,
sullo
stesso foglio di
carta, disegnano
un buffo soldato
nazista che in
testa
invece
dell'elmetto
ostenta un vaso
da notte e in braccio invece del fucile ha una ramazza.
Da tempo Michel Kichka meditava di
disegnare questo libro (già uscito
nella versione francese). Ma non trovava la forza, perché necessariamente avrebbe dovuto riesumare anche il
suicidio del fratello minore, afflitto
dall' atmosfera opprimente del 'pianeta Kichka'.
'Seconda generazione' - un Romanzo
grafico amaro, ma anche ironico e a
tratti esilarante - ha subito attirato
l'attenzione della critica e ha finora
raccolto notevoli consensi.
Peres:
Levi Montalcini
simbolo amicizia
tra Italia e Israele
O
norare Rita Levi-Montalcini non serve solo a sintetizzare il legame di amicizia tra Israele e Italia, ma
anche la prolifica cooperazione scientifica tra i nostri due paesi. Così il
presidente Shimon Peres ha salutato, in un messaggio, il senso della
conferenza dedicata al premio Nobel
torinese dall' ambasciata italiana di
Tel Aviv, nell` ambito delle celebrazioni organizzate per la Festa della
Repubblica, svoltasi al Centro per la
Pace che prende il nome dall uomo
politico israeliano. In particolare,
Peres ha osservato che le neuroscienze, il fattore di crescita e le
ricerche sul cervello sono i campi che
promettono di dominare la prossima
decade e cambiare le nostre vite. La
cooperazione tra Italia e Israele - ha
aggiunto - in tali cruciali aree porterà, ne sono certo, un significativo
contributo nel promuovere la qualità
della vita in entrambi i paesi e oltre.
Svastiche sulla Sinagoga di Verona
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Al vaglio le immagini delle telecamere
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critte naziste vergate con lo spray nero sono
apparse sul muro della sinagoga di Verona, in centro storico. La Digos sta visionando le immagini
delle telecamere posizionate nei pressi della sinagoga in cui si vedono alcune persone incappucciate che
imbrattano il muro. Sulla facciata della sinagoga ci sono
due svastiche e la sprezzante parola "Juden". Il fatto ha
colpito particolarmente perché è avvenuto in concomitanza con una importante cerimonia religiosa ebraica con la
quale ieri si è festeggiato la scrittura di un nuovo Sefer
Torà.
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MARTEDI
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Roma e la Comunità ebraica
ricordano la riapertura del
Tempio Maggiore il 4 giugno 1944
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ono gli inni nazionali di Italia, Canada Francia,
Israele, Regno Unito e Usa ad aprire la cerimonia
per ricordare la riapertura del Tempio Maggiore e
l'entrata degli alleati a Roma avvenuta il 4 giugno
del 1944. Una data storica per la Comunità Ebraica e per
la città di Roma che da anni viene ricordata con una
solenne cerimonia nei giardini della Sinagoga di fronte
alle più alte autorità militari e civili. Cerimonia che ha
subito un'interruzione solamente l'anno scorso, in solidarietà con gli abitanti dell'Emilia Romagna colpiti del terribile terremoto; circostanza ricordata da Ruben Della
Rocca, Assessore alle Relazioni esterne della Comunità
Ebraica, con l'auspicio che proprio la ricostruzione del
dopoguerra e lo spirito della Comunità possano essere di
stimolo e di esempio per tornare ad essere come prima
del terremoto. Scopo della celebrazione che come ha
ricordato il presidente della Comunità ebraica romana
Riccardo Pacifici è proprio rivolta al presente: Dobbiamo
mandare un messaggio al paese di speranza. Allora ci
furono italiani che scelsero di stare dalla parte delle
bestie e altri invece che si spogliarono della camicia nera
e scelsero gli alleati per stare dalla parte della libertà.
Un ricordo che Pacifici ha poi voluto estendere anche ai
soldati della Brigata Ebraica, coinvolta involontariamente in alcune polemiche durante la festa della Liberazione:
Siamo qui per ringraziare anche i valorosi membri della
Brigata che non solo decisero di combattere, ma contribuirono a far ritrovare la voglia di vivere a tutti gli italiani. Un percorso quello auspicato da Pacifici che vedrà la
Comunità ebraica ricordare anche altri importanti eventi
come il 70esimo anniversario del 8 settembre fino ad un
omaggio da parte dell'esercito israeliano ai veterani della
Brigata Ebraica. È stato poi il Rabbino Capo Riccardo Di
Segni a prendere la parola ricordando come sia importante che il messaggio che viene fuori da questa cerimonia
non rimanga circoscritto al luogo in cui viene svolto:
Questo è un evento che riguarda la città di Roma e lItalia
intera; un paese sprofondato nel conflitto e nella guerra
civile, che ha avuto bisogno di altri paesi per salvarsi.
L'insegnamento che ci lascia il 4 giugno di sessantanove
anni è quello di saper fare buon uso della libertà.
A concludere sono stati gli interventi di Silvana Ajo,
testimone della liberazione di Roma e di due studenti del
Progetto Memoria del Comune di Roma, Samuel Calò del
Liceo Ebraico Renzo Levi e di Erika Angioletti della Scuola Germanica di Roma. Due storie differenti, ma unite dal
percorso comune della memoria e dalla collaborazione
per un futuro migliore per le generazioni a venire.
Tra le testimonianze infine quella di Giacomo Moscati,
detto Mino, unico testimone oculare della riapertura del
tempio: Avevo 14 ricorda mostrando le foto della prima
funzione religiosa dopo la liberazione -, ho sofferto una
fame indescrivibile in quegli anni. Con mio padre eravamo nascosti in casa di amici cattolici".
Daniel Funaro
TERRITORI PALESTINESI: NUOVO scenza molto limitata di Hamdallah. con esperienze anche in materia ecoPREMIER SCATENA IRA DI HAMAS “Speriamo - ha auspicato - di avere di nomica (é stato presidente della
Borsa palestinese, che ha sede a
fronte un personaggio pragmatico”.
CONTRO ABU MAZEN
La “missione suicida”
di Rami Hamdallah
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a nomina dell’accademico
Rami Hamdallah alla carica
di primo ministro nell’Anp,
annunciata dal presidente
Abu Mazen, raccoglie la rabbia ufficiale dai dirigenti di Hamas, la fazione islamico-radicale rivale del Fatah
di Abu Mazen che controlla la Striscia di Gaza. “Si tratta di una mossa
illegittima ed illegale, che non servirà alla causa della riconciliazione in
seno al fronte palestinese”, ha commentato a muso duro Fawzi Barhum,
un portavoce di Hamas a Gaza.
In Israele la prima reazione, improntata a cautela, é giunta invece dal
ministro della difesa Moshe Yaalon.
Questi ha ammesso di aver una cono-
Rettore dell’università a-Najah di
Nablus dal 1998, titolare di un dottorato in linguistica applicata all'Università britannica di Lancaster, ma
Nablus), Hamdallah, 54 anni, componente del direttivo della Fondazione
Yasser Arafat, ha smorzato fin da
subito le aspettative. Il suo esecutivo
- che succede a quello del dimissionario Salam Fayyad, ex tecnocrate
del Fondo Monetario Internazionale
gradito dall’occidente e additato
come esempio di lotta alla corruzione
- provvederà a “continuare il lavoro
già iniziato”.
Il quotidiano israeliano Haaretz lo
descrive frattanto come un moderato, che mantiene rapporti professionali con colleghi professori israeliani.
Ma la sua, aggiunge un analista, “é
una missione suicida: perché dovrà
convincere gli Stati Uniti e gli altri
Paesi donatori di essere un partner
onesto, non corrotto, almeno alla
stregua” del ben più sperimentato
Fayyad.
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MERCOLEDI
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RAZZISMO NEGLI STADI:
ASPETTANDO FIFA E UEFA,
LA DISCRIMINAZIONE
CRESCE IN ITALIA
5 giugno 1967: scoppiava
la Guerra dei Sei giorni
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ggi e' il 46/o anniversario della Guerra dei Sei Giorni
del 1967 a seguito della quale Israele minacciata
dagli eserciti di Egitto, Giordania, Libano e Siria conquistò tutta la Cisgiordania palestinese (compresa Gerusalemme est) allora sotto controllo della monarchia
hashemita giordana; il Sinai e la Striscia di Gaza, dominata
dagli egiziani; e le Alture del Golan della Siria. Anniversario
che i palestinesi chiamano in arabo con il termine arabo di
'Naksa' ('Sconfitta').
Israele fu costretta ad una azione di difesa. Era infatti crescente
la propaganda anti israeliana del rais egiziano Nasser che oltre
a minacciare la guerra, il 22 maggio aveva chiuso gli Stretti di
Tiran alla circolazione delle navi israeliane, una azione che Israele aveva preannunciato di considerare casus belli.
Il 5 giugno 1967, alle 7:45 del mattino, laviazione israeliana
lanciò un attacco a sorpresa contro laviazione egiziana, annientandola quasi completamente a terra (Operazione Focus). Dei
420 aerei da combattimento di costruzione sovietica a disposizione quel giorno, 286 vennero distrutti dopo le 2 ondate di
attacco, ed insieme a loro vennero rese inutilizzabili le piste di
decollo, lasciando praticamente le forze armate egiziane senza
copertura aerea. Nelle ore successive la stessa sorte toccò all'aviazione siriana, che se pure non poteva vantare il numero di
velivoli egiziani, disponeva di aerei di ultima generazione.
Un sondaggio - pubblicato oggi in occasione dellanniversario
della Guerra dei sei Giorni dal Jerusalem Post e realizzato dalla
società di ricerche 'Rafi Smith' - indica anche che il 67% degli
intervistati appoggia la soluzione di due Stati. Tuttavia, solo
l8% si schiera a favore di una soluzione basata sui confini pre1967, come rivendica lAutorità nazionale palestinese (Anp) in
accordo con la Lega Araba.
Secondo il quotidiano, anche Israele sarebbe pronto ad una
soluzione a due Stati ma con Gerusalemme intera unita sotto la
sua sovranità oltre alla capacità di conservare tutti i maggiori
insediamenti della Area C (la parte dei Territori sotto controllo
dello stato ebraico) della Cisgiordania, inclusi Maale' Adumim,
Ariel e il blocco di Gush Etzion. Il sondaggio é stato svolto su
un campione rappresentativo di 500 israeliani ebrei adulti, di
cui il 21% ortodossi, il 29% tradizionalisti e il 50% laici.
Nell’ultimo campionato
57 episodi di discriminazione
razziale
D
al 1° giugno sono in vigore le nuove norme antirazzismo negli stadi, promosse dall' Uefa. Anche la Fifa (l'
organizzazione mondiale del calcio) ha fatto la sua
parte, adottando ulteriori nuove misure. Misure
apparentemente più severe di quelle dell' organismo europeo.
Nel dettaglio: gli insulti razzisti dei tifosi saranno inizialmente
puniti con avvertimenti e multe alla squadra che sostengono;
se recidivi, la squadra subirà delle penalizzazioni in classifica o
nei casi più gravi la retrocessione e l' espulsione dal campionato (le norme Uefa per lo stesso caso prevedono al massimo la
chiusura dell'impianto e il pagamento di una multa di 50mila
euro). La Fifa dispone inoltre la presenza di un arbitro nelle
tribune, che possa sorvegliare sul comportamento dei tifosi e
segnalare le persone responsabili di insulti razzisti. Previsti
turni di squalifica anche per i giocatori che si macchiano di
simile atteggiamento.
Sanzioni importanti? O acqua fresca? Di certo c' é che gli organismi internazionali del calcio sembrano aver accelerato nell'
iter di individuazione di una normativa più stringente solo dopo
i casi italiani. In particolare, molto ha fatto discutere la gara
amichevole sospesa tra Milan e Pro Patria (cori razziali indirizzati contro alcuni giocatori del Milan, con Boateng che si é
diretto verso l' uscita del campo da gioco) e gli insulti rivolti all'
azzurro Balotelli nelle partite di campionato.
Dall' attività dell’ Osservatorio sul razzismo nel calcio é possibile estrapolare i dati relativi alla stagione calcistica appena
conclusa (play-off e play-out a parte). Nel 2012/2013, dunque,
nel nostro Paese si sono registrati 57 episodi di discriminazione razziale, che ha portato il giudice sportivo a comminare
ammende per quasi 500 mila euro. In totale 28 le tifoserie
coinvolte in questo tipo di episodi. Si tratta del volume di
ammende più alto dalla stagione 2000/2001, quando gli episodi rilevati dall' Osservatorio furono leggermente di più (62),
ma il volume di ammende di 413 mila. Il triste record va alla
Serie A (24 episodi e 380 mila euro). Seguono la Serie B (12
episodi e 64 mila euro), la Prima Divisione (7, 18 mila euro), la
Seconda Divisione (3, 9 mila euro). Per quel che concerne le
squadre e le rispettive tifoserie, record negativo alla Juventus
con 9 episodi e 70 mila euro di ammende. Seguono Inter e
Roma con 5 episodi e Lazio con 4. In Serie B, primo il Brescia
con 4 episodi e secondo il Verona con 3.
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Shoah: sarà beato Odoardo Focherini, già giusto fra le nazioni. Salvò piu’ di 100 ebrei
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doardo Focherini il giornalista e
amministratore del quotidiano cattolico L'Avvenire dItalia (oggi Avvenire) ucciso dai nazisti nel 1944 sarà
beatificato sabato 15 giugno a Carpi. Lo ha
deciso Papa Francesco. Padre di 7 figli, Focherini salvò più di 100 ebrei dai rastrellamenti,
ma fu poi deportato nel campo di concentramento di Hersbruck, in Germania, dove fu
ucciso a 37 anni "in odio alla fede cattolica".
Focherini venne arrestato nel marzo del '44
mentre cercava di organizzare la fuga di Enrico
Donati, l'ultimo ebreo che cercava di mettere in
salvo. Incarcerato a Bologna viene internato
nei campi di concentramento di Fossoli (Carpi)
e Gries (Bolzano) per poi essere deportato in
Germania.
"Se tu avessi visto come io ho visto in questo
carcere cosa fanno patire agli ebrei, rimpiangeresti di non averne salvati in numero maggiore", scrisse Odoardo alla sua sposa, Maria
Marchesi, dal carcere di Bologna.
Medaglia d'oro al merito civile della Repubblica italiana, Odoardo Focherini è ricordato
come "Giusto tra le Nazioni" allo Yad Vashem di
Gerusalemme.
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Turchia: Erdogan il dittatore.
Stop all’alcol e la gente protesta
A
lla base dei violenti disordini di piazza che
stanno sconvolgendo molte città turche vi è la
legge, fortemente voluto dal premier islamico
Recep Tayyip Erdogan, che introduce un serio
giro di vite sul consumo delle bevande alcoliche nel
Paese.
La legge anti-alcol, approvata con corsia preferenziale il
24 maggio dal Parlamento, nel quale il partito islamico
Akp di Erdogan ha la maggioranza assoluta, ne vieta fra
l’altro la vendita e il consumo nel raggio di 100 metri da
qualsiasi moschea o struttura educativa, come pure fra le
22 e le 6. La normativa mette al bando inoltre la pubblicità per le bevande alcoliche, non consente di esporre le
bottiglie in vetrina e vieta l’alcol in film e produzioni tv,
imponendo l’oscuramento di bicchieri e bottiglie nelle
opere già in circolazione. L’opposizione accusa Erdogan
di volere re-islamizzare il Paese e imporre per legge cambiamenti nella sfera privata della popolazione turca.
Al via gli europei giovanili di calcio
in Israele: il sogno si è realizzato
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o aveva detto il presidente dell’ IFA Avraham
Luzon che organizzare gli Europei di Calcio
Under 21 in Israele era un sogno “che voleva fa
diventare realtà”. Un sogno iniziato a dicembre
2010 a Praga, quando Israele si è aggiudicato il diritto
di ospitare la 19ª edizione del torneo a otto squadre. La
realtà si è andata costruendo da quel giorno lavorando
ai nuovi stadi di Netanya (che ieri ha ospitato la gara
d'apertura di mercoledì tra i padroni di casa e la Norvegia, finita 2-2) e Petah Tikva, mentre il Bloomfield di
Tel-Aviv e il Teddy Stadium di Gerusalemme sono stati
rinnovati. Una realtà che proseguirà fino al 18 giugno
quando terminerà il torneo.
L'Europeo Under 21 è una grande passerella per i giovani campioni che in passato ha visto, l’inizio delle carriere sportive di campioni dea calibro di Zinédine Zidane,
Rudi Völler, Luís Figo e Andrea Pirlo. Anche in questa
19ma edizione, quindi, nuovi nomi attendono di essere
scoperti.
105 anni portati straordinariamente
Emilia Sabbadini Di Castro la più longeva
iscritta alla Comunità ebraica di Roma
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a signora Emilia Sabbadini Di Castro ha
festeggiato con parenti, amici e tanti conoscenti giunti nella sua piccola casa un traguardo straordinario: 105 anni. Si tratta
della più longeva iscritta alla Comunità Ebraica di
Roma. Nata nel 1908 ha attarversato due secoli e
due millenni, ha vissuto le tragedie di due guerre
mondiali ma anche la ricostruzione, il boom economico ma soprattutto ha visto la nascita dello Stato
di Israele.
Per festeggiare la Sig.ra Emilia hanno partecipato
al brindisi anche il Rabbino Capo, Riccardo Di
Segni, il Presidente della Comunità Ebraica di
Roma, Riccardo Pacifici, i vicepresidenti della CER
Giacomo Moscati e Shalom Tesciuba e il neopresidente dellOspedale Israelitico, Aldo Piperno. La
Comunità ha regalato alla signora Emilia una pergamena con un augurio in ebraico di lunga vita e
Rav Di Segni ha ricordato quanto le matriarche di
Israele siano state fondamentali per la storia del
popolo ebraico. La festa è proseguita
per tutto il pomeriggio fin quando la
signora Emilia attorniata da una famiglia numerosissima, quattro figli,
dieci nipoti e diciotto pronipoti - ha
spento le 105 candeline.
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VENERDI
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Parashà di Qòrach:
Il dilemma dei figli di Qòrach
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a parashà descrive in toni drammatici la ribellione
di Qòrach. La cosa più strabiliante è che Qòrach era
un levita, e i leviti erano stati fedelissimi a Moshè
(Mosè) durante l’episodio del vitello d’oro. Inoltre
Qòrach era primo cugino di Moshè. Il capostipite Levi aveva avuto tre figli: Gershòn, Qehàt e Merarì. Qehàt aveva
avuto quattro figli: ‘Amràm, Yitzhàr, Chevròn e Uzièl. Moshè era figlio di ‘Amram e Qòrach era figlio di Itzhàr.
Il Nachmanide (Spagna, 1194-1270) nel suo commento alla
Torà scrive che la ribellione di
Qòrach era sta programmata da
tempo. Qòrach aveva ambizioni
e aveva aspettato il momento
più opportuno per la ribellione quando per motivi diversi vi
erano nell’accampamento molti
malcontenti. Dopo il vitello d’oro non era il momento giusto
perché furono puniti solo i pochi
colpevoli e tutti gli altri furono
salvati dalla punizione grazie
alla preghiera di Moshè. Allora
il popolo voleva bene a Moshè,
avrebbe fatto tutto quello che
diceva e avrebbe preso a sassate chiunque si fosse ribellato contro di lui. Ora però la
situazione era cambiata. Vi erano stati i morti per l’incendio (Bemidbàr - Numeri, 11:1-3), i morti per la scorpacciata
delle quaglie (Bemidbàr, 11:33-35), erano morti dieci capi
tribù tra gli esploratori e il popolo era stato condannato a
rimanere nel deserto. Il popolo era amareggiato e Qòrach
iniziò la ribellione pensando che sarebbe stato seguito.
R. Ovadià Sforno (Cesena, 1475-1550) descrive l’avvenimento: Qòrach il levita, insieme con Datàn, Aviràm e On
figlio di Pèlet, tutti e tre della tribù di Reuvèn, vennero a
lamentarsi con Moshè e Aharon (Aronne) alla presenza di
250 dignitari che erano venuti sul posto facendo finta di
essere lì per caso per sostenere la ribellione e per pubblicizzarla presso il resto del popolo. Il Malbim (Volinia, 18091879) nel suo commento alla Torà afferma che Qòrach
aspirava a rimpiazzare Aharon nel ruolo di Kohèn Gadòl e i
Reuvèniti si lamentavano che la primogenitura tra le tribù
era stata tolta a Reuvèn assegnata a Giuseppe.
La ribellione di Qòrach fallì con terribili risultati per Qòrach
e per i suoi seguaci. Anche Datàn e Aviràm che erano stati
coloro che avevano aizzato Qòrach furono con lui inghiottiti dalla terra (nella stampa si vedono a destra le tende che
sprofondano nella voragine).
I figli di Qòrach restarono tuttavia fedeli agli insegnamenti
di Moshè e non morirono con il padre (Bemidbàr, 26:11).
Nel Midràsh Yalqut Shim’onì è raccontato come avvenne
il cambiamento di opinione da parte dei figli di Qorach.
Mentre essi erano seduti con il padre, Moshè venne a parlare con Qòrach per cercare di dissuaderlo. I figli di Qorach
si trovarono in un dilemma: se si fossero alzati per onorare Moshè loro maestro avrebbero messo in imbarazzo
il padre verso il quale erano obbligati a mostrare rispetto
perché nelle Torà è scritto: “Onora tuo padre e tua madre
(Shemòt- Esodo: 20:13)”; se non si fossero alzati in segno
di rispetto per Moshè avrebbero trasgredito la mitzwà che
prescrive di alzarsi per gli anziani (Vayqrà-Levitico, 19:32).
Alla fine decisero di alzarsi anche se la cosa avrebbe imbarazzato il padre. E grazie a questo gesto, loro che appartenevano al partito del padre Qòrach, ripensarono a
quello che stavano facendo e arrivarono alla conclusione
che ribellarsi contro Moshè sarebbe stato un terribile peccato. Questo ripensamento fu sufficiente a salvarli dalla
punizione divina quando si aprì la voragine che inghiottì
Qòrach e gli altri ribelli.
La decisione dei figli di Qòrach di risolvere il dilemma
onorando il loro maestro Moshè anche a costo di imbarazzare il padre ha una risonanza
nella Halakhà. Nello Shulchàn
‘Arùkh, Yorè De’à(242: 34), nelle
halakhòt che prescrivono il comportamento dei discepoli verso
il maestro che ha insegnato loro
Torà, R. Yosef Caro scrive: “Se il
padre e il maestro di Torà hanno perduto un oggetto, l’oggetto
del maestro ha la precedenza;
se sia il padre sia il maestro portano un carico, bisogna aiutare
prima il maestro e poi il padre;
se sia il padre sia il maestro sono
stati fatti prigionieri, il riscatto
del maestro ha la precedenza nei
confronti del riscatto del padre”. In tutti questi casi non
si tratta di un qualunque maestro che ha insegnato Torà
ma del “Rav Muvhàq”, cioè del maestro che ha insegnato
la maggior parte di quello che il discepolo ha imparato. Il
motivo per cui si dà la precedenza al maestro è che mentre
il padre ha portato il figlio a questo mondo, il maestro con i
suoi insegnamenti gli fa meritare il Mondo Futuro. Moshè
aveva insegnato a tutti la Torà ricevuta al Monte Sinai ed
era quindi il “Rav Muvhàq” di tutto Israele. Così pure i
grandi maestri di ogni generazione (per esempio quelli ai
quali tutti si rivolgono per decisioni halakhiche) hanno lo
status di Rav Muvhàq anche se non ci ha insegnato nulla
di persona.
I figli di Qòrach avevano un altro motivo per non seguire
il padre. Infatti nello Shulchàn ‘Arùkh, Yorè De’à (240:15),
nelle regole riguardanti l’onore dovuto ai genitori, è scritto: “Se il padre ha detto al figlio di trasgredire le parole
della Torà, sia che si tratti di una mitzvà prescrittiva (che
prescrive di fare qualcosa) sia di una mitzvà proscrittiva
(che proibisce di fare qualcosa), anche se si tratta di una
mitzvà di origine rabbinica [il figlio] non deve obbedire”.
La ribellione di Qòrach era in effetti una ribellione nei confronti dell’Eterno. Infatti Moshè disse a Qòrach e ai suoi
seguaci: “Tu e il tuo gruppo vi siete radunati contro l’Eterno...”(Bemidbàr, 16:11).
R. Mordekhai Hacohen di Aleppo (XVI-XVII secolo) nel
suo commento Siftè Cohen alla parashà conclude che per
merito del fatto che i figli di Qòrach si alzarono in segno di
rispetto per Moshè, ebbero fama imperitura. Infatti fino ad
oggi recitiamo i Salmi composti dai figli di Qòrach (Tehillim 42, 44, 46).
Donato Grosser
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Giuseppe Russi